TicinoBusiness - Maggio 2014

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Nr. 4 Maggio 2014



Nr. 4 Maggio 2014

EDITORE :

Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, Lugano REDAT TRICE RESPONSA BILE :

Lisa Pantini COMITATO REDA ZION A LE :

Franco Ambrosetti, Luca Albertoni, Lisa Pantini, Mercedes Galan, Gianluca Pagani e Stefania Micheletti FOTO DI COPERTIN A :

Fonte: www.salario-minimo-no.ch REDA ZIONE :

Cc-Ti, Corso Elvezia 16 6900 Lugano Tel. +41 91 911 51 11 Fax +41 91 911 51 12 pantini@cc-ti.ch www.cc-ti.ch PUBBLICITÀ :

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Nr. 4 Maggio 2014

Strong opinion 4 Democrazia verso il declino? Editoriale 6 4’000 franchi contro l’occupazione Contromano 8 Euroscettici e nazionalisti: l’UE alla sfida del voto Il tema 10 La truffa dei 4’000 franchi al mese Ospite 13 4’000 franchi al mese? Meno posti di lavoro per gente poco qualificata e un forte rischio di chiusura per le nostre ditte! 14 Salari minimi: un de profundis al partenariato sociale 15 Un salario minimo a 4’000 franchi? Un disastro per il Ticino! 15 4’000 franchi per tutti quale salario minimo? Un paradosso. Con l’intento di migliorare la situazione dei lavoratori si finisce per favorire il precariato 16 Per non «mandare a fondo» l’economia… un secco NO ai 4’000 franchi! 16 Verso un’eliminazione delle PMI, con sacrifici in termini di ricchezza Biblioteca liberale 17 La Svizzera tra vecchi e nuovi luoghi comuni Sì al risanamento S. Gottardo 19 Per un collegamento sicuro e affidabile Attualità 20 Una casa senza tetto? 22 Ma l’energia idroelettrica non sarà più sostenibile! 23 Come la crescita economica riduce la disoccupazione 24 Gestione dei conflitti: un nuovo servizio della Cc-Ti per i propri soci, per aziende e dipendenti 26 Colazione a Londra con la piazza finanziaria ticinese Formazione 28 Corsi proposti dalla Cc-Ti Commercio estero 30 Switzerland Global Enterprise 34 La voce di tariffa doganale Fiere internazionali e missioni economiche 35 I prossimi appuntamenti Vita dei soci 36 Fontana Sotheby ‘s International Realty 38 Formamentis Sagl 40 Swiss Engineering ATS Sezione Ticino 41 Gruppo Sicurezza SA 42 AdWise Capital Managers SA 44 EVENTOPOLIS SA 45 PAMP SA 47 Luisoni Consulenze SA 48 Funicolare Lugano-Paradiso Monte San Salvatore SA 50 Helsana Assicurazioni SA 52 Alfredo Polti SA Gneiss Calanca 53 PROTOTIS GMBH 54 Gondrand International AG 56 Creditreform Infocredit Ticino SA - Gruppo Assicom 57 SRI Management Consulting SA


Strong opinion

Democrazia verso il declino? di Franco Ambrosetti, Presidente Cc-Ti

Manca

La problematica è ben più grave e riguarda un caposaldo del nostro ordinamento, la democrazia. Il termine purtroppo è sempre più abusato. Troppo spesso nasconde intenzioni tutt’altro che democratiche o copre azioni che stanno alla democrazia quanto Torquemada sta alla misericordia

poco meno di un mese alle elezioni del Parlamento europeo. Mai come questa volta una votazione tradizionalmente poco seguita ha scatenato dissenso e contestazione sulla spinosa questione di quale modello europeo sia più accettabile per i cittadini. Francia, ltalia, Grecia e in genere i Paesi mediterranei, i più colpiti dalla recessione, sono popolati da movimenti anti-europei che guadagnano terreno ogni giorno che passa. Anche nel Nord Europa come in Olanda l’anti-europeismo ha messo radici profonde. Ma non è solo il perdurare del gelo economico a causare il fenomeno: la problematica è ben più grave e riguarda un caposaldo del nostro ordinamento, la democrazia. Il termine purtroppo è sempre più abusato. Troppo spesso nasconde intenzioni tutt’altro che democratiche o copre azioni che stanno alla democrazia quanto Torquemada sta alla misericordia. L’Iraq ne è un esempio recente. La democrazia nata ad Atene 2’300 anni fa sparisce quando Atene cade, per quasi 2’000 anni fino all’illuminismo. Rinasce con gli Stati Uniti nel ‘700 per raggiungere il massimo fulgore verso la fine dello scorso millennio. Il percorso peraltro lungo e doloroso verso la democrazia costellato di successi e fallimenti, è alimentato da una forza propulsiva che da qualche tempo sembra scemare. La democrazia ha perso parte del suo lustro. Oggi alcuni Paesi, Ucraina, Russia, Venezuela, Argentina, sono scivolati nell’autocrazia, altri come la Turchia sono a rischio. Mantengono un’apparenza democratica attraverso le elezioni ma soffocano i

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diritti individuali e altre istituzioni indispensabili per un sistema democratico funzionante. Pure le nazioni democratiche occidentali attraversano una serie di questioni delicate e complesse. Gli USA hanno rischiato per ben due volte il default per questioni squisitamente politiche, migliaia di lobbysti affollano il Congresso a conferma che i soldi possono influenzare la politica anche se tutto avviene alla luce del sole. Se noi svizzeri possiamo rallegrarci per l’ottimo funzionamento delle nostre istituzioni, ben diversa è la situazione al di là delle frontiere. In Europa il termine democrazia si è negli anni svuotato del suo significato originario. La decisione di introdurre l’euro fu presa soprattutto dai tecnocrati sostenuti da politici ignari e contro il parere della Bundesbank. Due soli Stati osarono interrogare la popolazione, Svezia e Danimarca e l’euro fu rifiutato. Durante i giorni più drammatici della crisi dell’euro Grecia e Italia furono forzate dall’Europa a sostituire i governi eletti con tecnocrati. Il Parlamento europeo che pendola assurdamente tra Bruxelles e Strasburgo conta come il due di picche, ignorato e guardato con disprezzo. Tuttavia ha un costo uno spropositato e i Parlamentari che pontificano come invasati sull’evasione fiscale non pagano tasse. Gli alti funzionari, i commissari, pure loro non pagano tasse e non sono eletti dal popolo. Non disdegnano l’arroganza e la protervia, sono allergici al dissenso come dimostra il loro comportamento nei confronti della sovrana Svizzera, prima e dopo la votazione sugli stranieri.


Non sorprende quindi che l’Europa si sia trasfor- meno burocrazia e in particolare la nomina di commata in terreno fertilissimo per il fiorire di partiti missari meno ragionieristici che non esprimano solo populisti-antieuropei che si battono per staccarsi la retorica tecnocratica più scontata. Molti intellettuali dall’euro se non addirittura dall’Unione. Il cini- cinesi sostengono che la democrazia stia distruggendo smo la fa da padrone in molte formazioni politi- l’Occidente: troppe complicazioni, veti incrociati, poche trasversali come quelle di Grillo o peggio del litici imbonitori, lentezza decisionale, garantismo esagerato, promesse vane o imposmovimento nazista dei Golden sibili e così via. Un giudizio legittimo Dawn che sta strapazzando le Oggi alcuni Paesi per chi in 30 anni ha raddoppiato istituzioni greche. ogni decennio la ricchezza nazionaA poco serve richiamare l’attenzio- sono scivolati le. Ciononostante per noi resta una ne su ciò che l’Europa è riuscita a nell’autocrazia, altri conquista non negoziabile, costata fare di buono. Non era scontato teimmensamente. Non può arrestarsi nere lontano dai campi di battaglia sono a rischio per via dell’immobilismo di burocrati Nazioni che si sono combattute per presuntuosi, dogmatici e conservatosecoli mettendole al tavolo della ri. L’UE deve reagire, mirare a uno trattativa per creare l’Unione Europea. È un risultato che non ha prezzo e andrebbe Stato più leggero, più agile, rispolverando un’idea delsalvaguardato ad ogni costo. Dopo centinaia di guer- la rivoluzione americana, un Governo “di uomini per re, stermini, carestie, pestilenze non sarebbe sensato gli uomini”. Più Stato equivale a minor libertà. Se non buttare tutto all’aria. I populismi, causa delle tragedie fa nulla, l’Europa, come la Controriforma nel ‘500, del ‘900 che proprio unendo l’Europa si dovevano do- trasformerà i cittadini in un gregge di pecore senmare, si combattono solo con un programma serrato za disciplina convinti di affermare i loro diritti indi riforme istituzionali: ci vuole maggior democrazia, dividuali spaccando vetrine.

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Editoriale

4’000 franchi contro l’occupazione di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti

Nella

discussione sul salario minimo in votazione il prossimo 18 maggio, va rilevato che in Ticino non sono pochi i Contratti collettivi di lavoro (CCL) o i contratti aziendali che sono sotto il livello dei 4’000 franchi per legge deve salire a 4’000, il mensili chiesti dall’iniziativa Risulta difficile primo (quello qualificato) dove dell’Unione sindacale svizzefinisce? Passerebbe inevitabilra. Dato che i CCL e i contratti comprendere perché, mente da 7’000 a 6’000, quindi collettivi aziendali, per defini- in sede di discussione con una netta diminuzione di zione, sono firmati anche dai salario. Oppure il non qualifisindacati e non solo dal padro- fra le parti sociali, si cato perderebbe il posto perché nato, vi sono due possibili in- accettano livelli salariali l’azienda, costretta a scegliere, terpretazioni. O i sindacati si prediligerebbe il qualificato. Il rendono conto delle esigenze di molto inferiori ai quale, in un contesto sempre più del mercato ticinese e quindi 4’000 franchi, salvo concorrenziale, difficilmente acsanno che i 4’000 franchi gecetterebbe una diminuzione draneralizzati per persone senza poi lanciare crociate di stica dello stipendio perché lo voformazione e esperienza non segno completamente gliono i sindacati e lo impone lo hanno senso dal punto di vista Stato. Chiaramente i sostenitori economico. Oppure essi conclu- opposto, senza alcuna dell’iniziativa hanno la ricetta: dono i CCL solo per il gusto di distinzione fra regioni, basta aumentare la massa salafarlo e per ottenere vantaggi riale, come lo Stato aumenta le economici. Non ho motivi di settori economici, realtà imposte quando deve finanziadubitare che sia buona la prima aziendali, ecc. re maggiori spese, giustificate ipotesi. Ma allora risulta diffio ingiustificate che siano. Purcile comprendere perché, in troppo le dinamiche aziendali sede di discussione fra le parti sociali, si accettano livelli salariali di molto infe- sono diverse. Nuovi clienti, nuovi mercati e margiriori ai 4’000 franchi, salvo poi lanciare crocia- ni faraonici che potrebbero permettere l’aumento te di segno completamente opposto, senza alcuna della massa salariale non si trovano sotto gli aldistinzione fra regioni, settori economici, realtà beri ma sono il frutto di quotidiano e duro lavoro. aziendali, ecc.. Sarebbe veramente triste se fosse Allora basta tagliare i costi per avere più risorse solo marketing politico, perché allora la tanto de- per i salari, diranno gli iniziativisti. Il problema cantata volontà di ricucire un partenariato socia- è che loro pensano solo alle cattive multinazionale costruttivo sarebbe solo fumo negli occhi. Ma li e non al 98% delle aziende che compongono il tant’è, ognuno faccia le sue riflessioni e ne tragga nostro tessuto economico, cioè le piccole e medie le conclusioni che preferisce. In ogni caso l’inizia- aziende il cui margine di riduzione dei costi è tiva c’è e occorre respingerla con fermezza. Le ne- estremamente contenuto per questioni strutturali. cessità dell’economia sono molto più variegate e E non si può nemmeno pretendere che le aziende complesse di quanto si vorrebbe far credere con lavorino senza fare utili, perché si azzererebbe la una facile ricetta applicabile in tutta la Svizzera. possibilità di investimento per rimanere competiForse un esempio semplice può aiutare a compren- tivi e, in fin dei conti, offrire posti di lavoro. Non dere cosa significherebbe la nuova norma costitu- sono minacce, solo constatazioni. Intervenire con zionale per le aziende e per i salariati. Poniamo che la scure su equilibri così delicati avrebbe quindi il budget salariale dell’impresa sia di 10’000 CHF effetti devastanti per l’occupazione e otterrebbe e che il collaboratore qualificato guadagna 7’000 l’effetto contrario a quello voluto dall’iniziativa. e quello non qualificato 3’000. Se quest’ultimo Magari è il caso di tenerne conto.

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Contromano

Euroscettici e nazionalisti: l’UE alla sfida del voto di Alessio del Grande

Il

Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz ha recentemente riassunto le speranze e le paure dell’UE ricordando da un lato la rivolta degli ucraini che vogliono essere più vicini a Bruxelles che non a Mosca, e dall’altro il voto popolare del 9 febbraio scorso della Svizzera che, pur non facendo parte dell’Unione, ha rimesso in discussione la libera circolazione delle persone, principio fondante dell’Europa unita. “Com’è possibile che gli ucraini abbiano dimostrato tanta voglia di avvicinarsi ad un’Unione ancora in crisi, a bassa crescita, alta disoccupazione e che impone un fardello di regole e burocrazia ai suoi cittadini? E dall’altra parte, com’è possibile che i cittadini svizzeri, con il loro benessere, con la loro bassissima disoccupazione, abbiano invece voluto mettere in pericolo la relazione con il loro più importante partner commerciale, e la partecipazione a programmi culturali e di ricerca comuni?” si è domandato Schulz in un lungo articolo sul quotidiano italiano la Repubblica. Una domanda che concentra in sé tutti gli interrogativi sull’odierna identità dell’UE, i suoi problemi e le prospettive future. Soprattutto alla luce delle prossime elezioni europee di fine maggio. Se l’Ucraina esprime ancora la fiducia e le aspettative di molti popoli rimasti ai confini dell’integrazione europea, il voto svizzero contro l’immigrazione di massa interpreta invece i timori e la sfiducia che serpeggiano tra molti popoli degli Stati che dell’UE già fanno parte. Paure che alimentano il consenso per i movimenti euroscettici o estremisti e per i partiti nazionalisti, che i sondaggi pre-elettorali danno in forte ascesa, con una percentuale di voti tra il 20 e il 30 percento. Una tendenza che, se confermata dalle urne, cambierebbe radicalmente gli equilibri politici dell’UE. Movimenti e partiti la cui base comune è il deciso rifiuto dell’euro, la rabbia contro la potente e invasiva burocrazia di Bruxelles, la voglia di riappropriarsi di prerogative e poteri nazionali che sono stati trasferiti all’Unione e un’altrettanta irriducibile ostilità verso l’immigrazione sia interna (dall’Est) che extraeuropea. Le elezioni di maggio cadono in una delle più delicate fasi della storia dell’UE che deve pagare anche il prezzo della crisi del debito sovrano e delle politi-

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che di austerità imposte a diversi Paesi, dalla Grecia all’Italia, i cui Governi hanno portato al disastro i conti pubblici. Un disastro che, però, non è imputabile a Bruxelles, ma alla dissennata politica clientelare-assistenziale di questi Governi, finanziata grazie ad un fisco sempre più vorace che ha drenato per decenni risorse ingenti dal sistema produttivo e dai cittadini. Una situazione inasprita dallo storico deficit di democrazia delle istituzioni dell’UE che, prive di quella tensione ideale verso un sistema federale che era stato dei padri fondatori, hanno sovrapposto una visione centralistica e dirigistica dell’Unione, finalizzata non alla valorizzazione delle differenze regionali ma alla loro progressiva eliminazione. Riconosciuti questi gravi limiti, c’è tuttavia da chiedersi quale Europa si potrebbe oggi immaginare senza l’UE e senza l’euro, pur con tutti i difetti acclarati della moneta unica. L’Europa degli egoismi nazionali che in meno di mezzo secolo ha portato all’immane ecatombe di due guerre mondiali, che ha generato mostri come il nazismo e le dittature fasciste, e alle sue frontiere il terrificante regime dei gulag sovietici? L’Europa delle monete nazionali, dalla liretta alla peseta, che dopavano l’economia con le svalutazioni competitive, rimandando qualsiasi sforzo per l’innovazione grazie alle chiusure protezionistiche? E senza l’UE si può davvero pensare che i singoli Paesi, dalla Francia alla pur potente Germania, vadano a trattare separatamente accordi commerciali con la Cina, gli Usa o l’India o sui grandi mercati transnazionali definiti da accordi politici ed economici tra diversi Stati? Si è veramente convinti che ogni singolo Paese possa avere più forza e peso rispetto a quello di un’Unione, per quanto imperfetta, di Stati? O che il ritorno alle monete nazionali tuteli meglio dell’euro i salari, le pensioni e i risparmi che in passato erano taglieggiati dall’inflazione? L’UE non è da buttar via, ma da riformare radicalmente in senso federale, rivalorizzando la sua vocazione originaria di vera unione dei popoli e non di mera sommatoria di Stati, che per i cittadini si manifesta solo nella forma di un potere lontano, privo di ogni legittimità democratica, e di una tecnoburocrazia opprimente.


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Il tema

La truffa dei 4’000 franchi al mese di Alessio del Grande

Le

comparazioni internazionali stanno lì a dimostrarlo: i 22 franchi all’ora, per 4’000 franchi al mese, sono il salario minimo legale più elevato al mondo. Molto più alto degli 11,63 franchi all’ora concessi in Francia o dei 10,37 franchi che si vorrebbero riconoscere in Germania. Per quanto non sia facile un confronto con gli altri Paesi, si è nettamente al di sopra dei salari minimi concessi anche in Australia attorno ai 15 dollari, di quelli di Belgio, Olanda e Irlanda di poco superiori ai dieci dollari all’ora. Più alti dei 9 dollari promessi negli USA dal Presidente Obama, una cifra che se applicata in Svizzera fisserebbe una retribuzione minima di appena 2’400 franchi. I 4’000 franchi al mese sarebbero al di sopra del 70% di quanto concede persino il Lussemburgo, che oggi vanta il salario minimo più elevato in Europa. Anche confrontando queste paghe orarie sulla base del potere di acquisto, lo scarto col nostro Paese resterebbe comunque notevole. Si dirà, ma la Svizzera è un Paese ricco, quindi può concedere qualcosa in più. Ma è altrettanto giusto domandarsi sino a quando si potrà continuare a produrre questa ricchezza? Troppi i vincoli e le rigidità che oggi nella Confederazione minacciano la libertà economica e la libertà d’impresa, che hanno sinora assicurato benessere per tutti. E sarebbe opportuno pure chiedersi quante piccole e medie imprese di ogni settore, industriale, commerciale o turistico, sarebbero in grado di reggere una scala scala salariale che parte da un minimo legale di 4’000 franchi. Quante di esse sarebbero costrette a chiudere o ad alleggerire gli organici lasciando a spasso i loro dipendenti. Anche per questo nel salario minimo richiesto dall’Unione Sindacale Svizzera, su cui si voterà il prossimo 18 maggio, si nasconde una truffa per gli stessi lavoratori. Sindacati e sinistra insistono nel dire che con il sì all’iniziativa si rafforzerebbe l’equità retributiva,

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che essa è uno strumento efficace per combattere il fenomeno dei cosiddetti working poor, ma saranno soprattutto i lavoratori poveri, i disoccupati assieme ai giovani alla ricerca di un primo impiego a farne le spese. Saranno proprio i lavoratori senza qualifiche professionali e i disoccupati di lunga durata che vedranno più difficile per loro l’accesso all’occupazione, poiché con questo costo salariale per qualsiasi imprenditore sarà sempre e comunque conveniente assumere dipendenti più qualificati. Accedere al mercato del lavoro sarà più duro pure per i giovani al primo impiego, perché quei 22 franchi all’ora saranno una barriera in più. Con una retribuzione di partenza di questo importo chi deve assumere, ad un giovane senza esperienza, preferirà certamente una persona che ha già la necessaria esperienza professionale per rendergli in produttività quei 4’000 franchi. Una soglia, peraltro, tanto alta che potrebbe disincentivare molti giovani dall’intraprendere un percorso formativo, nell’illusione di un posto subito, e ben pagato, a portata di mano. Sono questi alcuni effetti indesiderati già messi a fuoco da economisti ed esperti di politiche sociali che hanno ripetutamente avvertito i Governi sui rischi a cui vengono esposte le fasce più deboli della manodopera soprattutto quando si fissa troppo in su l’asticella legale dei salari minimi. Ma ci sono anche altre controindicazioni non affatto secondarie. Da un lato, in non pochi settori, soprattutto nelle regioni più economicamente forti del Paese, chi già guadagna come retribuzione d’ingresso più di 4’000 franchi al mese potrebbe vedere ridursi la sua busta paga; dall’altro c’è il rischio concreto d’incentivare il lavoro nero, a cui potrebbero ricorrere quanti pur avendo necessità di manodopera non possono pagare simili retribuzioni. Si potrebbe pure ricordare che tra le conseguenze dell’iniziativa ci sarebbe, inoltre, un


inevitabile aumento dei prezzi di beni e servizi per tutte quelle attività, non delocalizzabili, come l’agricoltura, il turismo o le piccole manifatture legate al territorio, che dovranno in qualche modo compensare un maggiore onere salariale che per esse diventa altrimenti insostenibile. Se non ricorrendo al lavoro nero. Non pochi studiosi hanno, difatti, sottolineato una marcata correlazione tra minimi salariali troppo alti e lavoro nero, alimentando così quel circuito di economia sommersa che sfugge ai controlli e ai dispositivi di tutela per gli stessi dipendenti. Tirando le somme, l’iniziativa dell’USS alla fin fine danneggia quei lavoratori che dice di voler proteggere e per di più si rivelerà un terribile colpo per la concorrenzialità del nostro sistema economico nel suo complesso. Salari fissati per legge e non ancorati alla produttività minano alla base la competitività di un Paese.

Detto questo c’è una considerazione di carattere più generale da fare. Negli ultimi anni le richieste sindacali e della sinistra stanno pericolosamente rimettendo in discussione uno dei principi fondanti della democrazia economica svizzera: il dialogo tra imprese, lavoratori e partner sindacali, su cui si è consolidata per decenni la pace del lavoro e con essa la libertà d’impresa nel pieno rispetto della difesa dei diritti dei lavoratori. Da questo dialogo costante sono scaturiti prosperità e ricchezza che hanno salvaguardato, anche nei momenti di crisi, la stabilità economica del nostro Paese e la sua coesione sociale. Purtroppo da qualche tempo a questa parte da sinistra si spinge per imporre un altro ordine delle cose, ossia una visione dirigista dell’economia con un ruolo sempre più diretto e intensivo dello Stato, chiamato ad intervenire pure nella politica salariale delle aziende. Sino ad oggi i livelli salariali sono stati sempre negoziati tra le organizzazioni imprenditoriali e i

Confronto internazionale dei salari minimi: la Svizzera verserebbe il salario minimo più elevato al mondo 25

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Salario orario minimo in $ (scala di sinistra)

Salario orario minimo in $ corretto dall’effetto del potere d’acquisto (scala di sinistra)

USA

Ungheria

Turchia

Repubblica Ceca

Corea del Sud

Spagna

Slovenia

Slovacchia

Svizzera

Portogallo

Polonia

Nuova Zelanda

Lussemburgo

Canada

Giappone

Israele

Irlanda

Olanda

Grecia

Gran Bretagna

Francia

Estonia

Belgio

Australia

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Salario minimo rapportato al salario mediano (scala di destra)

Fonte: economiesuisse, dossierpolitica del 25 novembre 2013, Numero 15, intitolato “Salari minimi al banco di prova”

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sindacati, a livello di settori economici e di imprese, in funzione della produttività e della reale capacità retributiva, sulla base delle specifiche realtà aziendali e dei bisogni non solo salariali, ma anche formativi o di altri riconoscimenti per i dipendenti. Un sistema che ha funzionato benissimo, invidiato dagli altri Paesi, e che ha permesso negli anni progressivi aumenti delle buste paga in particolare per le fasce salariali più basse. In generale, negoziati decentralizzati tra i vari partner che hanno quasi sempre consentito di trovare soluzioni adeguate caso per caso. È stata questa la forza, riconosciuta da tutti, del dialogo tra le parti sociali, che ora la sinistra ha rimes-

so in gioco chiedendo che sia lo Stato a stabilire la politica salariale delle imprese. Da un sistema flessibile e calibrato sulle specifiche realtà economiche si vorrebbe passare ad un sistema rigido e regolamentato dallo Stato. Al proposito non pare essere servita a nulla la fallimentare esperienza fatta in altri Paesi, dove l’eccesso di regolamentazione imposta dall’alto ha dapprima irrigidito e poi disastrato il mercato del lavoro. Con conseguenze devastanti sia per il reinserimento di chi non aveva più un impiego sia per la disoccupazione giovanile che in molti Stati ha lasciato senza futuro un’intera generazione. Votando il prossimo 18 maggio, domandiamoci se è questo che vogliamo in Svizzera.

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Ospite 4’000 franchi al mese? Meno posti di lavoro per gente poco qualificata e un forte rischio di chiusura per le nostre ditte! Intervista di Lisa Pantini con Ignazio Cassis, Dr. med., Consigliere Nazionale PLR

Da Minder all’iniziativa 1:12, dal salario minimo legale dell’USS al reddito minimo garantito, come giudica questa offensiva della sinistra sul fronte della ridistribuzione del reddito? “La sinistra persegue la sua usuale politica, volta a ridurre la responsabilità del singolo per conferirla allo Stato. Per la sinistra solo lo Stato è davvero in grado di rappresentare al meglio gli interessi del cittadino, considerato debole e pericoloso, tanto da dovergli togliere ogni responsabilità (anche quella di avere a che fare con le armi, per esempio come soldato). Queste iniziative popolari sono pericolose sirene, perché giungono in un momento di difficoltà economica. Esse suggeriscono che la prosperità futura passi da uno Stato onnipresente e onnipotente, che fabbrica soldi e distribuisce ricchezza. Purtroppo così non è. La sinistra coltiva utopie. Lo Stato può (anzi deve) ridistribuire la ricchezza, ma entro limiti sopportabili. Se sempre più cittadini ricevono, essi si abituano a ricevere, diventano pretenziosi ed egoisti. Chi è chiamato a dare ben presto perderà la motivazione e si chiederà se non è più tonto degli altri. O se ne andrà dalla Svizzera. Se non c’è un giusto rapporto tra molti che danno e pochi che ricevono, lo Stato accumula pesanti debiti, come è avvenuto in vari Paesi dell’UE, che hanno voluto distribuire più ricchezza di quanta ne avessero, indebitandosi. È come vivere con la carta di credito dei nostri figli: qualcuno alla fine pagherà! Per noi politici è sempre popolare distribuire soldi mentre è impopolare chiudere i rubinetti. La democrazia può dunque facilmente scivolare nella demagogia e nel populismo, e i politici promettere mari e monti con i soldi che non si hanno. Le iniziative della sinistra s’inseriscono proprio in questa lunghezza d’onda”. Si richiede sempre più l’intervento dello Stato nel determinare i livelli salariali. Questo non rischia di svuotare la libera contrattazione tra le parti sociali, principio base del dialogo e della libertà economica che hanno sinora garantito il benessere in Svizzera? “Certamente! Torniamo al rapporto tra Stato e cit-

tadino. John Fitzgerald Kennedy disse agli americani: «Non chiedetevi ciò che può fare il vostro Paese per voi, ma ciò che voi potete fare per il vostro Paese»! Un appello alla responsabilità individuale, condizione necessaria per garantirsi la libertà! Flessibilità, pragmatismo e buon senso hanno fatto della Svizzera il Paese che oggi è: uno dei più belli e dei più prosperi al mondo! Ma questi valori non sono immutabili, richiedono uno sforzo continuo. La comodità tende ad annullarli. Se chiediamo allo Stato di dettare legge con salari minimi, orari massimi, pause obbligatorie ecc. riduciamo la nostra possibilità d’influenzare la vita, perdiamo motivazione e ci adagiamo nelle reti sociali di uno Stato che pensa a tutto. E i cui costi finiranno con l’esplodere. I partner sociali – datori di lavoro e lavoratori – trovano le migliori soluzioni per ogni settore, tenendo conto delle specificità di ogni singola professione. Lo Stato non potrà mai agire con tanta precisione e imporrà soluzioni rigide e globali”. Quali potrebbero essere le conseguenze dell’iniziativa dell’USS per il mercato del lavoro? “Un salario minimo di 4’000 franchi al mese costringerà piccole imprese a chiudere, perché non potranno pagare tali salari. Perderemo posti di lavoro anche per gente poco qualificata. Inoltre un tale salario minimo sarà una calamita per i lavoratori dei Paesi vicini, che troveranno in Svizzera l’eldorado rispetto ai loro salari ben inferiori. Aumenterà la pressione sul mercato del lavoro. Infine i giovani non avranno più un incentivo a qualificarsi, perché il loro salario dopo il diploma non cambierà. Perderemo in qualità dei lavoratori. Un conseguenza molto grave ai miei occhi, perché la formazione professionale è uno dei fiori all’occhiello della Svizzera!”

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Ospite Salari minimi: un de profundis al partenariato sociale Intervista di Lisa Pantini con Fabio Regazzi, Consigliere Nazionale PPD

Da politico e imprenditore come vede in generale l’iniziativa popolare sul salario minimo legale di 4’000 franchi? “È una proposta che metterà inevitabilmente in crisi il nostro sistema economico basato sul dialogo tra le parti sociali. Se accolta, l’iniziativa darà il via alla statalizzazione di uno dei suoi principi cardine, indebolendo il meccanismo di transazione volontaria tra il lavoratore e chi lo assume in base alla quale viene stipulato il contratto di lavoro. Il livello salariale viene di regola fissato dal datore di lavoro in base a quanto è disposto a pagare in funzione delle competenze, della formazione e non da ultimo della produttività del collaboratore. Se fissassimo un salario unico a prescindere da questi criteri, come pure quello della regione, significherebbe applicare un principio egualitarista che svilirà la formazione, l’impegno, la produttività di un dipendente. Spinto il ragionamento all’estremo potremmo anche chiederci che senso avrà l’esistenza medesima di un sindacato visto che i salari dei lavoratori li stabilirà lo Stato”. Nel caso venisse approvata dal voto popolare la richiesta dell’Unione Sindacale Svizzera, quali potrebbero essere le conseguenze per l’economia nazionale? “È ipotizzabile un livellamento verso il basso anche dei salari mediani e una maggiore precarizzazione per i lavoratori giovani e quelli poco formati. A livello delle piccole medie aziende, vi sarà una maggiore propensione a ricorrere all’automazione dei processi produttivi che sostituiranno il personale poco formato. Come ha scritto Paolo Pamini su Ticino Business di marzo: «il salario minimo è simile ad un ostacolo piazzato davanti ad un atleta: solo chi è capace di saltare più in alto dell’asticella continua la sua carriera professionale. Gli altri si schiantano contro i muro, e professionalmente muoiono”. In particolare questa iniziativa danneggerà le attività economiche con margine di guadagno contenuti. Il Presidente di Coiffure Suisse sezione Ticino ha dichiarato che la sua categoria, regolata da tempo da un contratto collettivo, dovrebbe compensare l’aumento di 200 franchi men14 | Ticino Business

sili legato all’introduzione del salario minimo con 14’000 tagli in più al mese. Dove andranno trovare le teste «da tagliare»? Purtroppo non potrò contribuire di persona… Scherzi a parte, questo non sarà possibile, per cui o aumenteranno i prezzi (con il rischio di non poter più fornire i loro prodotti e servizi a condizioni concorrenziali) oppure dovranno tagliare i costi riducendo gli effettivi del personale”. Ritiene che questa iniziativa possa davvero combattere il dumping salariale e il fenomeno dei lavoratori poveri, o contro di essi ci sono strumenti più efficaci? “Credo che l’iniziativa attirerà ancor di più i frontalieri, aumentando la concorrenza per i lavoratori locali. Basta guardare al settore dell’edilizia dove nonostante dei contratti collettivi con salari interessanti (e ben superiori ai 4’000 franchi!) si registra una forte presenza di lavoratori frontalieri, a volte anche poco formati, che in Italia non possono sognare salari del genere. Inoltre, il salario minimo non è poi tanto minimo visto che per la Svizzera si chiedono 22 franchi all’ora, oltre il doppio rispetto al salario minimo di 8.50 Euro recentemente adottato in Germania. È quindi anche una questione di misura! Difendo con convinzione il partenariato sociale, che da oltre un secolo contribuisce al nostro benessere. Ma da solo non basta. Occorre insistere sull’estensione dei contratti collettivi nei settori più esposti ai contraccolpi della libera circolazione e lavorare sulla formazione dei nostri giovani. Nel merito la mia ditta, che conta ben 14 apprendisti in formazione su 140 dipendenti, si è mossa da qualche anno creando una borsa di studio per incentivare i nostri giovani ad intraprendere la professione di metalcostruttore. In una realtà periferica come il Ticino, una formazione di qualità può fungere da antidoto ai bassi salari o all’esclusione dal mercato del lavoro”.


Ospite Un salario minimo a 4’000 franchi? Un disastro per il Ticino! Intervista di Lisa Pantini con Gabriele Pinoja, Presidente UDC Ticino Tra i rischi dell’introduzione del salario minimo c’è chi vede anche un possibile aumento del lavoro nero. È un pericolo reale? “Probabilmente potrebbe aumentare, ma non è così scontato. Se ci sono le dovute verifiche può, come già oggi, essere controllato. Avere oggi un dipendente con una paga infima o illegalmente retribuita con i vari giochetti messi in atto è malgrado tutto possibile visto che c’è un permesso di lavoro. Avete un operaio senza permesso è più difficile”. In Ticino il tema del dumping salariale è un pro-

blema rovente. Ritiene che lo si possa risolvere con un salario minimo legale di 4’000 franchi? “Se verrà fissato a 4’000 il salario minimo sarà un disastro. La disoccupazione salirà fortemente e diverse ditte se ne andranno dal Ticino e dalla Svizzera”. Applicando il salario minimo richiesto dall’USS, quali sarebbero le conseguenze per l’economia cantonale? “Il salario minimo deve essere fissato per categorie, per professioni, dopo in accordo tra imprese, ditte e datori di lavoro con le parti sindacali. Esattamente come avviene oggi con i CCL. Non c’è altra soluzione. Introdurre un salario minimo per poi non avere più posti di lavoro sarebbe l’effetto negativo che nessuno vorrebbe”.

4’000 franchi per tutti quale salario minimo? Un paradosso. Con l’intento di migliorare la situazione dei lavoratori si finisce per favorire il precariato Intervista di Lisa Pantini con Marco Salvi, Economista, Capo progetti presso Avenir Suisse Una soglia legale di 4’000 franchi, come si colloca nel panorama internazionale dei salari minimi la richiesta dell’USS? “Sarebbe il salario minimo più alto del mondo - non solo in assoluto ma anche se raffrontato al salario medio in Svizzera che è di 6’000 franchi. In Ticino, quasi un quinto dei salariati guadagna oggi meno di 4’000 franchi. Un tale aumento avrebbe quindi importanti conseguenze per l’impiego in Svizzera e in Ticino”.

Per quali settori produttivi il salario minimo avrebbe un impatto più pesante? “I servizi alle persone (parrucchieri, pulizie), il commercio al dettaglio, penso per esempio alle cassiere, al turismo e alla ristorazione sarebbero fortemente colpiti - anche perché i ticinesi avrebbero ancora più incentivi a fare la spesa in Italia, visto che una parte degli aumenti salariali si ripercuoterebbe sui prezzi. Ma anche l’industria ne patirebbe”.

In Svizzera, secondo le stime dell’USS, ci sono 330mila lavoratori che guadagnano meno di 22 franchi all’ora. Il salario minimo riuscirebbe a risolvere il loro problema o ne creerebbe di più gravi sul mercato del lavoro? “Una parte ne approfitterebbe ma molti starebbero peggio di prima. A lungo termine le imprese sostituirebbero parte di questa manodopera con macchine o lascerebbero la Svizzera. Avenir Suisse stima che a termine 50’000 posti di lavoro verrebbero soppressi, pari a un aumento della disoccupazione di un punto di percentuale. In Ticino l’effetto sarebbe ancora più forte,soprattutto per i giovani. Infatti sono spesso i più giovani a guadagnare di meno. Vi sarebbero anche effetti non salariali, per esempio aumenterebbe il lavoro nero. Il salario minimo è quindi un pessimo strumento per ridurre la povertà”.

C’è realmente il rischio che con l’introduzione del salario minimo legale aumenti il lavoro nero? “Certamente. L’impatto sul lavoro nero dei salari minimi è ben documentato nella letteratura economica. È una situazione paradossale: con l’intento di migliorare la situazione dei lavoratori si finisce per favorire il precariato”. L’iniziativa farebbe aumentare il costo del lavoro in Svizzera che è già tra i più elevati al mondo, quali sarebbero le ripercussioni sull’economia nazionale? “C’è chi sostiene che l’aumento deciso a tavolino dei salari farebbe crescere la massa salariale e i consumi – questa è una caricatura dell’economia keynesiana. A lungo termine vi è solo un fattore che spiega l’aumento dei salari: la produttività. Non è creando più disoccupazione, soprattutto quella giovanile, che questo aumento si materializzerà”. Ticino Business | 15


Per non «mandare a fondo» l’economia… un secco NO ai 4’000 franchi! Intervista di Lisa Pantini con Massimo Turuani, Presidente SMPPC Società Mastri Panettieri Pasticcieri Confettieri del Canton Ticino

Oggi non sono tempi facili per le piccole attività imprenditoriali, secondo lei che ripercussioni avrebbe in generale l’introduzione di un salario minimo di 4’000 fr. per l’economia ticinese? “Parecchie attività, particolarmente quelle del settore secondario, si troverebbero ad essere confrontate con delle spese di personale che rischierebbero di diventare insostenibili. Oltretutto si sta cercando di porre un freno al discorso del frontalierato; non è certo in questo modo che si può iniziare a percorrere una strada che dovrebbe portare alla salvaguardia dei posti di lavoro della manodopera indigena”. E nel vostro settore in particolare? “Il nostro settore in particolare soffre pure esso di quanto descritto nella prima domanda”.

Il Presidente nazionale di GastroSuisse ha recentemente dichiarato che il salario minimo segnerebbe una lenta agonia per l’albergheria e la ristorazione, due settori strettamente collegati alla vostra produzione. Cosa pensa di questo allarme? “Ha perfettamente ragione si rischierebbe di andare a fondo «a braccetto»”. Crede che il voto popolare sappia resistere alla facile lusinga dei 4’000 franchi? “Dipende dal senso di responsabilità di ogni lavoratore. Se non si analizza sufficientemente la situazione, si rischia di illudersi per qualche tempo, per poi soffrire in seguito”.

Verso un’eliminazione delle PMI, con sacrifici in termini di ricchezza Intervista di Lisa Pantini con Bruno Balmelli, commerciante e titolare Balmelli Sport SA, Lugano I piccoli commerci devono già tenere testa alla concorrenza di oltre confine e a costi crescenti. Che effetti potrebbe avere, in questa già difficile situazione, l’applicazione di un salario minimo di 4’000 franchi? “È facile decidere senza mettere le mani nelle proprie tasche. Ci siamo allineati a prezzi internazionali sacrificando gli utili. Dovremmo attuare la politica applicata dall’Italia prima, poi da USA Giappone e Cina. Indebolendo la valuta manteniamo il livello interno, appianando le differenze con l’estero”.

di perdere un tessuto sociale ed economico vitale? “Ho difficoltà a comprendere dove vogliano arrivare. In Germania lo stipendio minimo orario ammonta a € 8.50. Certamente non paragonabile con la Svizzera. Le conseguenze saranno un’eliminazione delle piccole imprese, sacrificando una ricchezza della distribuzione. Politica e Televisione, farebbero bene a sostenere i piccoli commerci invitando a non acquistare all’estero. E soprattutto la spesa rapportata agli incassi, in modo da non dover chiedere ai cittadini ulteriori sforzi”.

Come vede l’impatto di un salario minimo di 4’000 franchi sui piccoli commerci, rispetto alla grande distribuzione? Vi sarebbero delle grosse differenze nelle conseguenze devastanti che produrrebbe? “La globalizzazione ha introdotto con la vendita di Internet una concorrenza senza precedenti sia per la grande distribuzione che per i piccoli commercianti. La differenza che le grosse catene hanno articoli confezionati sotto un proprio marchio, e quindi più difficilmente identificabili. Risultato certo: meno posti di lavoro”.

Ritiene proporzionato ed equo un salario minimo di 4’000 franchi anche per quei lavori senza alcuna qualifica professionale? “Credo esclusivamente nella scala dei valori e meriti. Il lavoro è una conquista ed è sinonimo di dignità e indipendenza. Eseguito con applicazione e passione, permette di esprimere le proprie qualità che contiene di per sé un appagamento. Per quanto concerne la retribuzione, si raggiungerà la propria aspirazione, economia permettendo. Da ultimo, il malcontento denunciato nell’ultima votazione è chiaro: il popolo è stufo di essere gestito dall’estero, come in Europa e America, nelle quali le regole imposte al nostro Paese non sono rispettate. Il livellamento della mano d’opera straniera dipenderà dalle esigenze economiche e non politiche”.

Al di là degli effetti dell’iniziativa dell’USS, non crede che in Ticino la politica sia poco consapevole delle difficoltà dei piccoli commercianti, dei negozi a conduzione familiare, che si stia, cioè, rischiando 16 | Ticino Business


Biblioteca liberale

La Svizzera

tra vecchi e nuovi luoghi comuni

di Alessio del Grande

Parlare

molto bene della Svizzera per meglio poter parlare molto male dell’Italia. Sembra questo l’intento del pamphlet di Jacopo Fo e Rosaria Guerra “Perché gli svizzeri sono più intelligenti” (Barbera editore), con un gioco di frettolosi raffronti che non riescono a cogliere la natura di pregi e difetti dei due Paesi. Del resto per un simile raffronto sarebbe servita un’analisi ben più approfondita che non la leggerezza di 124 pagine che grattano appena la superficie dei luoghi comuni. Così dai soliti clichè della Svizzera capace d’inventare in 500 anni solo gli orologi a cucù, Orson Welles dixit, si passa alla ripetizione degli immancabili stereotipi sul Paese lindo e pulito come un plastico da ferromodellismo, della fierezza montanara e degli “armatissimi e liberissimi svizzeri” che si portano il fucile militare a casa: “Ogni paesaggio è pronto ad eruttare fuoco e fiamme per respingere i nemici invasori. Ogni galleria ferroviaria o stradale è predisposta per esplodere. Ci sono armi e soldati nascosti sotto i fienili e cannoni nelle case. Nelle grotte scavate nella montagna sono allestiti ospedali e conservati viveri, munizioni e riserve di carburante”. Per non parlare poi dei bunker pubblici e privati, che salverebbero la popolazione tutta da un eventuale conflitto nucleare. Insomma, la tradizione della milizia popolare, trasfigurata in un’ immagine che assomiglia più all’ottuso bellicismo della Corea del Nord, che non alla storia della neutralità di un Paese democratico che è riuscito a conservare nella sovranità del popolo la sua vera forza. Inevitabili, quindi, i riferimenti ai mitici mercenari svizzeri, alla loro efficiente tattica militare, al servizio di re e papi che hanno arricchito popolazioni altrimenti condannate alla vita grama della montagna. Storia di prezzolate armate vincenti che nei secoli trasmuta in potenza finanziaria. Se gli italiani hanno inventato le banche e gli assegni - scrivono Fo e Guerra - gli svizzeri hanno trasformato il sistema finanziario internazionale in arte bellica: “Gli svizzeri hanno unito la loro capacità di triangolare commerci clandestini con la loro abilità finanziaria, scoprendo che muovere il denaro è più redditizio che muovere le merci”. Se le origini di quelli che saranno poi il popolo svizzero e la Svizzera affondano tra miti e leggende, da

Giasone che ruba il vello d’o- Così dai soliti clichè ro, a Celti, Reti, Leponti, Liguri e persino anche ai Sardi, della Svizzera capace per arrivare ai sopravissuti d’inventare in 500 anni della rivolta di Spartaco, che si rifugiano negli inaccessi- solo gli orologi a cucù, bili recessi alpini, fatto sta Orson Welles dixit, si che, secondo i due autori, all’inizio dell’era cristiana passa alla ripetizione le caratteristiche essenziali degli immancabili che danno poi origine al fenomeno svizzero sono già deter- stereotipi sul Paese lindo minate. Dunque: popolazioni e pulito come un plastico fortemente paritarie senza re ereditari e dove le donne da ferromodellismo, hanno grande potere; forme alla fierezza montanara avanzate di commercio e cooperazione; grandi capacità di e agli “armatissimi e tessere alleanze e di integrare liberissimi svizzeri” popolazioni diverse. Una ricostruzione di facile ma ingan- che si portano il fucile nevole lettura, che coglie al- militare a casa cune verità storiche, ma che procedendo per semplificazioni brutali, non rende una buona causa alla celebrazione dell’intelligenza svizzera. Visto che a Fo e Guerra interessava soprattutto sottolineare le qualità elvetiche rispetto alle negatività italiane, sarebbe stato meglio se si fossero concentrati soltanto su un aspetto fondamentale che fa da premessa al loro libro. Ossia quell’originalità dell’esperienza svizzera che sta soprattutto: “nel trovare il modo di conciliare gli interessi di tutti indirizzandoli verso l’insieme del bene del popolo anziché verso un beneficio soltanto individuale. Il capolavoro degli svizzeri come popolo è stato proprio questo: impedire che i peggiori danneggiassero più di tanto l’insieme della Nazione”.

Perché gli svizzeri sono più intelligenti Jacopo Fo - Rosaria Guerra Barbera Editore Ticino Business | 17


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Sì al risanamento S. Gottardo

Per un collegamento

SICURO E AFFIDABILE Con la variante del tunnel di risanamento, al termine delle opere è percorribile una sola corsia per galleria: il pericolo di scontri frontali e laterali è perciò scongiurato. La seconda corsia funge da corsia di emergenza, e polizia, vigili del fuoco e ambulanze possono raggiungere rapidamente, liberamente e in modo sicuro il luogo di un incidente. Il sistema di dosaggio del traffico pesante e l’obbligo di distanza di 150 metri sarà ancorato nella legge e resta dunque in vigore. Nel caso di lavori di manutenzione o di chiusura accidentale di un tunnel, il traffico è deviato nell’altro tubo. La disponibilità di una tale soluzione di ripiego rende più affidabile il collegamento del San Gottardo.

Prevenire problemi di traffico e ingorghi

CAUSATI DALLE DEVIAZIONI L’alternativa alla costruzione di un secondo tubo comporta la chiusura a lungo termine del collegamento e la deviazione del traffico su una cosiddetta “Strada viaggiante” (RoLa). Questa “soluzione” costituisce, per le regioni colpite come Uri e la Leventina, un grande onere: esse vi si oppongono con veemenza. Per la RoLa deve essere costruita un’enorme infrastruttura temporanea, che necessita fino a 8 binari di trasbordo per il traffico pesante, con una superficie di carico che occuperebbe tra i 56’000 e gli 80’000 metri quadrati. Inoltre, l’abrogazione del divieto di transito notturno per i mezzi pesanti, con la Strada viaggiante attiva dalle 04:00 alle 24:00, produrrebbe inquinamento fonico supplementare per le regioni di URI e Ticino, direttamente colpite dalla soluzione. Nonostante il grande dispendio, una consistente percentuale del traffico pesante è deviata su altri valichi alpini: i Grigioni (San Bernardino) e il Vallese (Sempione e Gran San Bernardo), con importanti effetti e oneri per queste regioni. Un secondo tunnel, al contrario, assicura durante il risanamento una gestione del traffico efficace e sopportabile per tutte le regioni.

COMITATO SÌ ALLA GALLERIA DI RISANAMENTO AL SAN GOTTARDO - SVIZZERA ITALIANA c/o Cc-Ti - Corso Elvezia 16 - 6900 Lugano - Tel. +41 91 911 51 24 info@risanamentosangottardo.ch – ccp: 65-160007-7 Scarica il video informativo: www.risanamentosangottardo.ch Ticino Business | 19


Attualità

Una casa senza tetto? di Col. Marco Lucchini, Presidente della Società Ticinese degli Ufficiali

Il

18 maggio 2014 votiamo Pochi mesi orsono oltre sulla “Legge Fondo-Gripen”. La stessa regola il 70% di noi ha detto il finanziamento dei 22 nuovi sì al nostro esercito di aerei da combattimento del tipo Gripen E, inclusi accessori, ar- milizia. Negare ora a tali mamento e infrastruttura. Gli militi una protezione aerei svedesi devono sostituire 54 F-5 Tiger obsoleti, che si tro- sopra la testa sarebbe vano nell’imminenza dall’essere come costruire una casa, scartati. Per l’acquisto verranno versati nel corso dei prossimi dimenticando di metterci dieci anni in un fondo speciale il tetto sopra le teste dei nostri fanti in CHF 300 milioni annualmente. caso di conflitto armato. La sicuIl denaro proviene dal budget rezza è di capitale importanza per ordinario dell’esercito. Il Consiglio federale e il Parlamento raccomandano l’ac- il nostro Paese, la nostra società, la nostra economia e il nostro benessere. È perciò un compito prioritario cettazione della proposta. Non si tratta di scegliere il Gripen piuttosto che un del nostro Stato, quello di preoccuparsi della sicurezaltro tipo di aereo, quanto di permettere alla nostra za. L’acquisto di nuovi aerei è perciò un investimento aviazione di avere a disposizione un nuovo aereo che per un futuro in sicurezza. dia la possibilità ai nostri piloti di garantire un tetto Pochi mesi orsono oltre il 70% di noi ha detto sì

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al nostro esercito di milizia. Negare ora a tali militi una protezione sopra la testa sarebbe come costruire una casa, dimenticando di metterci il tetto. L’aeronautica militare è irrinunciabile per la nostra sicurezza e per la nostra protezione. Perciò deve essere anche equipaggiata in modo conforme ai tempi e in modo credibile, visto che nessuno sa, come si presenterà la situazione relativa alla politica di sicurezza domani, dopodomani o fra dieci anni. La sostituzione di una cinquantina di vecchi Tiger con solo una ventina di nuovi Gripen E dimostra la differenza di prestazioni dei due tipi di aerei. Il Tiger risale alla metà degli anni ‘70 e pertanto la sua mancata sostituzione equivarrebbe a circolare sulle nostre strade con una vettura di tale epoca nel traffico attuale, senza avere a disposizione i sistemi di sicurezza ora presenti sulle auto di media cilindrata. Gli F5 Tiger non rispondono inoltre più alle esigenze odierne del servizio di sorveglianza aerea e di difesa dello spazio aereo, non potendo volare né di notte, né con cattiva visibilità. Gli F/A-18 vanno inoltre completati con altri velivoli. Ciò è necessario per poter sorvegliare, controllare e proteggere lo spazio aereo svizzero, come pure per poter assicurare in situazioni di crisi durature una prontezza d’impiego adeguata. Con l’acquisto del Gripen viene aumentata in modo decisivo l’efficienza della nostra aeronautica militare. Non va infatti dimenticato che negli anni ‘90 la Svizzera disponeva ancora di parecchie centinaia di aerei da combattimento. Attualmente sono in servizio ancora 32 F/A18 e 54 F-5 Tiger obsoleti. Senza il Gripen la Svizzera a fine 2017 disporrebbe ancora di 32 aerei, quindi ancora circa un decimo della flotta di una volta. Dopo un’accurata valutazione il Consiglio federale si è deciso per l’acquisto di 22 aerei del tipo Gripen E. Esso adempie a tutte le esigenze militari, è un velivolo da combattimento multiuso, che può venire impiegato nell’intero spettro dell’aeronauti-

ca militare, è tecnicamente aggiornato, presenta il miglior rapporto costo-utilizzo in relazione all’acquisto e alla gestione. Il Gripen E offre complessivamente il miglior rapporto prezzo-prestazione ed è pertanto, sotto ogni aspetto, l’aereo giusto per la Svizzera! Per il suo finanziamento viene formato un fondo speciale, ove verranno versati tra il 2014 ed il 2024 annualmente 300 mio. CHF, prelevati dal budget ordinario dell’esercito. Ciò significa, che per l’acquisto dei 22 Gripen E non saranno necessarie ulteriori imposte e perciò non si dovrà nemmeno risparmiare in altri ambiti politici. La sostenibilità della soluzione è aumentata, inoltre, dal fatto che le ditte fornitrici si sono impegnate a concludere con imprese concorrenziali svizzere contratti di collaborazione per un importo di CHF 2,5 miliardi (= 10’000 anniuomo). Imprese in tutte le Abbiamo detto sì parti della Nazione potranno approfittare di simili al nostro esercito, mandati. Un sì al Gripen è diciamo sì anche al perciò anche un sì a posti di finanziamento lavoro in Svizzera. Oltre a tutto quanto sopra non possiamo dimenticare che dare un nuovo aereo ai nostri piloti equivale a concedere la parità delle armi a chi è chiamato tutti i giorni a difendere la nostra neutralità nell’ambito dei compiti di polizia aerea, che ci vede impegnati nel controllo annuo di oltre un milione di aerei che solcano i corridoi aerei che attraversano il nostro territorio. È nostro compito dunque permettere ai nostri cittadini soldato di difendere la nostra Patria con mezzi adeguati alla sfida, confermando il credito per i nuovi aerei da combattimento, già concesso dalle Camere federali, senza d’altra parte aumentare il carico fiscale o intaccare altri dipartimenti. Abbiamo detto sì al nostro esercito, diciamo sì anche al suo finanziamento.

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Attualità

Ma l’energia idroelettrica non sarà più sostenibile! di Angelo Geninazzi, Responsabile economiesuisse per la Svizzera italiana

Per

decenni la Svizzera – “castello d’acqua” d’Europa – ha aumentato la produzione di elettricità a partire dalla forza idrica. Oggi il mix energetico in Svizzera è particolarmente verde e sostenibile grazie ad un apporto maggioritario, il 55% dell’elettricità prodotta, da parte delle numerose centrali idroelettriche. Lo sfruttamento di questo vettore energetico ha garantito in passato e garantisce tuttora la sicurezza di approvvigionamento grazie ad una fonte completamente rinnovabile, riducendo in questo modo la quota dell’energia nucleare e completando la produzione nei momenti di maggior domanda grazie alla possibilità di stoccare l’energia sotto forma di “acqua”. Rispetto all’estero questi sono vantaggi non indifferenti che permettono ai consumatori, cittadini e imprese, di beneficiare di prezzi dell’elettricità altamente competitivi nel contesto internazionale. In particolare dopo la catastrofe di Fukushima, il tema della sostenibilità nel campo energetico ha suscitato molto interesse. I paesi intorno a noi si sono mossi prevedendo modelli più o meno statali per incentivare la produzione di energia solare ed eolica. La Germania è un esempio calzante per illustrare come l’iperattività statale abbia portato sì ad uno sviluppo di queste energie, ma assolutamente non proporzionate rispetto ai sussidi erogati e per di più inducendo un peggioramento della qualità dell’approvvigionamento. E la Svizzera? Sta copiando tutto dal vicino di banco,

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non accorgendosi che quest’ultimo sta commettendo un errore dopo l’altro. Anche alle nostre latitudini è stata predisposta la così detta RIC, la rimunerazione per l’immissione in rete di energia elettrica a partire dall’energia fotovoltaica ed eolica, che si ispira al modello tedesco che ha già dimostrato tutti gli effetti collaterali del lauto sovvenzionamento. Infatti, grazie anche alla miglior tecnica di produzione dei pannelli fotovoltaici il prezzo di produzione dell’energia solare – ma lo stesso discorso vale per quella eolica – è diminuito in modo importante e, sussidiandola fortemente, nei momenti di meteorologia favorevole – sole e vento – i gestori di fonti di approvvigionamento tradizionale non riescono più ad essere competitivi e dunque lavorano in perdita. Questo è stato il caso in Germania con le centrali termiche e questo è il caso in Svizzera per i produttori di energia idroelettrica. A breve termine non sono previsti aumenti dello sfruttamento della forza idrica, poiché i margini di guadagno di quest’ultima si sono nettamente abbassati negli ultimi anni, e non da ultimo poiché ogni progetto è ostacolato in sede di ricorso da vari gruppi ambientalisti. Peccato, poiché vi sono ancora potenziali per aumentare la quota di elettricità “verde”. Il vero problema però si creerà se non si rivede il modello RIC di sovvenzioni delle nuove energie rinnovabili: se alcune centrali idroelettriche saranno “cannibalizzate” dalle energie sussidiate, e dunque costrette a chiudere poiché non più redditizie per gran parte del giorno, ci ritroveremo con grattacapi che vanno ben oltre alla spesa statale per l’energia. Infatti, la forza idrica permette ora di generare elettricità in qualunque momento del giorno – indipendente da giorno o notte e sole o vento – mentre l’energia solare ed eolica, evidentemente, solo a determinate condizioni. Come produrremo l’energia di notte o nei giorni di pioggia? Se non adatteremo i nostri modelli per incentivare le nuove energie, rischiamo di subire un contraccolpo non indifferente sul fronte delle energie “tradizionali”, altrettanto rinnovabili. Il problema è che non tutti i vettori energetici sono in grado di garantire la medesima qualità di approvvigionamento. Anche supponendo uno sviluppo importante delle nuove energie - e questo a prezzi competitivi – queste non potranno sostituire completamente il mix energetico attuale. La sfida è dunque quella di utilizzare al meglio tutte le energie rinnovabili, orientandosi alla domanda del consumatore e non sovvenzionando scriteriatamente una propria preferenza ideologica.


Attualità

Come la crescita economica riduce la disoccupazione La legge di Okun vale in Svizzera, ancor più che nell’UE di Luc Zobrist, Avenir Suisse

Per

quale motivo i politici di vari Paesi celebrano ogni punto di crescita economica? Una risposta la fornisce la cosiddetta «legge di Okun», formulata per la volta nel 1962 dall’economista americano Arthur M. Okun. Esso stabilì un nesso tra la crescita reale del PIL e la diminuzione della disoccupazione. Sebbene una correlazione non indichi forzatamente un legame di causa-effetto, oggigiorno la maggior parte degli economisti interpreta la relazione fra le due variabili nel modo seguente: un aumento del prodotto interno lordo reale (PIL) del 3% conduce a una diminuzione della disoccupazione di mezzo punto percentuale. Una legge e tante eccezioni Una serie di studi ha confermato questa relazione, così come un’analisi recentemente pubblicata del Fondo monetario internazionale (FMI). Da queste ricerche appare tuttavia che la regola non si applica ovunque allo stesso modo. Quella di Okun è una legge con parecchie eccezioni. Innanzitutto il rapporto tra crescita e occupazione non è perfettamente proporzionale: è necessario raggiungere una certa soglia prima che la crescita del PIL conduca a una riduzione della disoccupazione. Al di sotto di questa soglia la crescita non ha effetti sull’impiego, e questo per almeno due motivi. Il primo attiene al progresso tecnologico. Sempre meno lavoratori sono necessari alla produzione della stessa quantità di un bene. La produzione deve quindi crescere al medesimo ritmo della produttività perché la disoccupazione rimanga costante. Il secondo motivo è legato alla quantità di forza lavoro. Più essa aumenta, maggiore sarà la crescita del PIL necessaria ad indurre una data diminuzione della quota dei senza lavoro. Ma non è tutto: il ragionamento si applica in modo diverso da Paese a Paese, complici i diversi livelli di disoccupazione e le specifiche strutture del mercato del lavoro. Paesi con un livello di disoccupazione piuttosto elevato e un mercato del lavoro relativamente flessibile reagiscono in maniera più marcata alla crescita economica. Nonostante tutti questi strappi alla regola, la legge di Okun si applica assai bene alla Svizzera, come mostra il grafico in questa pagina. Fra il 1991 e

il 2012, per ogni punto di crescita del PIL al disopra del 1,9% si è registrata a una riduzione della quota dei senza-lavoro di circa 0,2 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Ad esempio, nel 2006 la crescita del PIL di 3,8% è stata accompagnata da una diminuzione della disoccupazione di ben 0,5 punti di percentuale (dal 3,2 al 2,7% a livello nazionale). In confronto internazionale, la soglia minima di crescita è però abbastanza alta. Ciò si può spiegare con un livello di disoccupazione storicamente basso in Svizzera, di tipo più strutturale che congiunturale. Alla ricerca della crescita sostenibile Mentre la Svizzera da anni presenta risultati vicini alla piena occupazione, altri Paesi europei sono alle prese con tassi di disoccupazione allarmanti. Senza una crescita sostenibile non sarà facile ridurli. Ma come stimolare la crescita? I Paesi più fortemente indebitati non possono fare a meno di consolidare i propri conti pubblici se vogliono limitare l’onere del debito per le generazioni future. Una politica mirata unicamente al rilancio della domanda rischia di non essere credibile. Tuttavia, le pur inevitabili misure di austerità devono essere attuate proporzionalmente e tenendo conto delle realtà di singolo ogni Paese. Servono innanzitutto riforme strutturali che mirino a un miglioramento del potenziale produttivo e degli investimenti. Solo così potrà tornare a valere pienamente la legge di Okun. Grafico: Avenir Suisse

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Attualità

Gestione dei conflitti:

un nuovo servizio della Cc-Ti per i propri soci, per aziende e dipendenti di Lisa Pantini La Cc-Ti presenta un nuovo servizio che entrerà in funzione dal prossimo mese di giugno 2014, destinato alle imprese ed ai dipendenti, che permette di gestire i conflitti interni facendo capo a una procedura rapida, informale e affidata ad una persona di fiducia esterna. Questo servizio soddisfa le esigenze poste dal Tribunale federale che, in una recente sentenza, ha decretato che ogni impresa, indipendentemente dalle dimensioni, deve disporre di un sistema di prevenzione e di gestione dei conflitti. Per poter fare capo al nuovo servizio della Cc-Ti, elaborato in collaborazione con le altre Camere di commercio e dell’industria svizzere, le aziende devono adottare la “Carta per la prevenzione e la gestione dei conflitti all’interno dell’azienda”. Le aziende o le organizzazioni che firmeranno tale documento riconoscono, in particolare, l’obbligo legale di proteggere la salute fisica e mentale dei loro dipendenti e quindi l’impegno a promuovere un ambiente di lavoro armonioso, che permetta di prevenire controversie e conflitti nel lavoro e di risolverli in via bonale, piuttosto che attraverso i tribunali.

Vi

proponiamo dunque un’intervista con Norma Streit-Luzio, Vicedirettrice della Camera di commercio e dell’industria del Canton Vaud (CVCI), che per prima ha proposto questo modello di gestione dei conflitti che tutte le Camere di commercio svizzere potranno adottare. Oggi siamo tutti più litigiosi? Manca forse una cultura della comunicazione assertiva ed efficace? O ancora, è bello litigare perché è uno spunto per crescere e gestire il cambiamento? “Voglio girarle la domanda chiedendo quale azienda possa vantarsi di non avere conflitti con i propri clienti, fornitori o dipendenti? Poche: tre quarti delle aziende sono coinvolte in un conflitto con conseguenze che possono essere dannose, come un impatto negativo sui dipendenti, danni alla reputazione, perdita di tempo e denaro... Oggi un certo numero di fattori può incidere sull’aumento dei contenziosi nelle aziende. Le condizioni di lavoro sono cambiate, la comunicazione interna può essere confusa, l’organizzazione poco chiara, l’aumento dei rischi psicosociali sul luogo di lavoro (intensità e complessità del lavoro, relazioni sociali lavorative degradate, molestie, conflitto di valori, precarietà del lavoro, ecc.), con conseguenze nefaste per i lavoratori, come ad esempio stress, sofferenza, malessere e disagi sul lavoro, burnout. Poi va anche sotto-

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lineato che alcuni individui hanno un’inclinazione per il conflitto o una personalità «manipolatrice», con dei comportamenti inadeguati ed irrispettosi. Occorre considerare un aspetto collettivo ed uno individuale. Comunque il conflitto permette anche di far emergere opinioni, personalità, creatività nello sviluppo di nuove soluzioni, di migliorare e in seguito di muoversi verso un ambiente di lavoro armonioso e stimolante. Ecco perché è fondamentale prevenire conflitti ma anche risolverli rapidamente ed evitare che una situazione conflittuale si deteriori al punto che la comunicazione si interrompa”.


Cosa ha reso obbligatorio il 9 maggio 2012, con una delle sue sentenze, il Tribunale Federale (TF)? “Il Tribunale federale (di seguito TF) ha emesso una sentenza (caso 4C_462/2011) che rende obbligatoria per qualsiasi azienda, indipendentemente dalle sue dimensioni e il numero di dipendenti, avere una procedura per la gestione dei conflitti interni e designare una persona neutrale, indipendente, che possa garantire la confidenzialità e che abbia le conoscenze necessarie. L’obiettivo è quello di prevenire e gestire i conflitti, come le molestie, che possono sorgere all’interno di una società. La sentenza di cui sopra si basa sugli articoli 6 della Legge sul lavoro (LTr), e 2 dell’Ordinanza 3 relativa alla LTr (OLT3). L’articolo 6 LTr impone al datore di lavoro di adottare le misure necessarie per proteggere la salute dei lavoratori. Il Messaggio del Consiglio federale del 2 febbraio 1994 precisa inoltre che «l’articolo 6 LTr ha per oggetto la prevenzione (...) un buon ambiente di lavoro è la migliore prevenzione (...) altri fattori sono importanti come una buona informazione e l’opportunità per coloro che sono coinvolti a chiedere consiglio e ottenere un sostegno presso una persona di fiducia». L’articolo 2 OLT3 stabilisce che il datore di lavoro deve adottare tutte le misure necessarie per garantire e migliorare la tutela della salute e per assicurare la salute fisica e mentale dei collaboratori. Il commento della SECO all’articolo 2 OTL3 elenca le misure da intraprendere, compresa la designazione di un soggetto interno o esterno all’azienda a cui i dipendenti possano rivolgersi in caso di conflitto. Tenuto conto di quanto precede, il datore di lavoro è obbligato a nominare una persona di fiducia, al fine di prevenire i conflitti interni, che garantisca la confidenzialità. La persona nominata dalla società e alla quale i dipendenti possono rivolgersi in caso di conflitto, non deve avere rapporti gerarchici con essi. Essa deve essere neutrale, indipendente e garantire la confidenzialità. La giurisprudenza del TF non fornisce ulteriori dettagli sulle qualità che la persona di fiducia dovrebbe possedere. Secondo la SECO deve possedere le conoscenze necessarie in risorse umane, diritto del lavoro e gestione dei conflitti. La persona di fiducia deve saper agire in fretta. Si raccomanda vivamente all’azienda di prevedere una procedura scritta e di informare i dipendenti”. Può descrivere il servizio di «Gestione dei conflitti» che la CVCI ha lanciato per prima, e che presto sarà introdotto in Ticino anche dalla Cc-Ti? “La sentenza del TF indica che le aziende possono anche contattare le loro associazioni di categoria o offrire ai dipendenti la possibilità di utilizzare una struttura esterna. In questo senso la CVCI offre un nuovo servizio che consente ai dipendenti e/o ai da-

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tori di lavoro di sceglierla affinché essa metta in atto rapidamente la procedura e designi una persona di fiducia esterna. Le aziende che intendono aderire a questo servizio sono soggette alla «Carta per la prevenzione e la gestione dei conflitti all’interno dell’azienda». Le società o le organizzazioni che hanno firmato questa Carta riconoscono, in particolare, che come datore di lavoro, hanno l’obbligo giuridico di tutelare la salute fisica e psichica dei loro dipendenti e, quindi, è loro responsabilità promuovere un ambiente di lavoro armonioso, prevenire i conflitti e, se necessario, risolverli in via amichevole, piuttosto che attraverso quella giudiziaria. Questa Carta può essere scaricata dal nostro sito web (www.cvci.ch). I dipendenti o i datori di lavoro che aderiranno alla Carta potranno sollecitare direttamente la CVCI per telefono per dar avvio alla procedura o compilare essi stessi la «richiesta» scaricabile, come detto, dal nostro sito web. La persona di fiducia esterna designata dalla CVCI firma una dichiarazione dove indica che è neutrale, indipendente e imparziale. L’onorario di questa persona è pari a 250 franchi all’ora. Essa si impegna a rispettare la riservatezza di tutte le informazioni ricevute, in particolare nei confronti del datore di lavoro, a meno che l’impiegato non consenta la trasmissione di alcune informazioni direttamente al datore di lavoro. Il sistema realizzato è inteso come uno strumento rapido ed efficace per i dipendenti e/o datori di lavoro. La procedura dunque è limitata a 3 ore per caso. Con l’accordo del datore di lavoro, può proseguire oltre questo limite. Alla fine della procedura, le parti riempiono un «questionario di fine procedura», che è destinato ad un uso strettamente interno e confidenziale della CVCI”. Perché una Camera di commercio deve offrire oggi un servizio di questo genere ai propri associati? “Le Camere di commercio hanno un ruolo ben definito per le imprese, come ad esempio favorire le condizioni quadro per stimolare la competitività economica e lo sviluppo di diversi settori, ma anche fornire servizi di qualità utili al progresso delle loro attività. È per questo che abbiamo deciso di offrire questo nuovo servizio, in seguito alla sentenza del TF, per aiutare i nostri membri a conformarsi ai nuovi obblighi, fornendo loro uno strumento performante”. Ticino Business | 25


Attualità

Colazione a Londra

con la piazza finanziaria ticinese A dodici mesi dall’introduzione della nuova Legge federale svizzera sugli investimenti collettivi di capitale (LICol), come stanno reagendo i gestori di fondi e quali sono le opportunità e gli sviluppi che si stanno delineando? Se ne è discusso questa mattina durante il Breakfast Briefing organizzato da Hedge Fund Manager Week, media inglese di riferimento del settore, in collaborazione con Ticino for Finance, insieme ad un panel di esperti

Comunicato stampa

Presso

il Four Seasons Hotel di Londra è andato in scena il 26 marzo scroso il Breakfast Briefing di Hedge Fund Manager Week, appuntamento mattutino intitolato “Swiss opportunities – Investror interest and manager benefits after CISA”. Con la collaborazione di Ticino for Finance, l’associazione per la promozione della piazza finanziaria, l’evento ha riunito esperti delle piazze finanziarie svizzera e londinese per fare il punto sulle misure che i gestori di fondi stanno adottando in seguito alla revisione della LICol –CISA nell’acronimo inglese- e fornire un approfondito aggiornamento sulle opportunità che questo cambiamento sta offrendo ad operatori che vogliono fare business da e con la Svizzera. Gli addetti ai lavori hanno iniziato la discussione attraverso la disamina tecnica di Lars Schlichting, Partner di KPMG Lugano ed esperto legale, il quale ha riportato come il regime legislativo elvetico dei fondi si sia modificato negli ultimi dodici mesi e quali siano i cambiamenti ancora da attuare. In seguito, attraverso le parole di Mattia Nocera, Managing Director di

I relatori (da sin.): Lorcan Murphy, Managing Director, Acolin Fund Services; Lars Schlichting, Partner, KPMG; Regis Martin, Deputy CEO, Unigestion e Mattia Nocera, Managing Director, Belgrave Capital Management

Belgrave Capital Management, società nell’orbita della luganese Banca del Ceresio e di Regis Martin, Deputy CEO di Unigestion, i presenti hanno appreso la visione degli operatori sull’impatto delle nuove norme, con interessanti spunti concreti sulla flessibilità della nuova normativa per chi opera quotidianamente con gli strumenti alternativi di investimento. Le testimonianze hanno alimentato il dibattito che, guidato dalla moderazione di Lorcan Murphy, Managing Director di Acolin UK & Ireland, ha messo in evidenza le sfide che la nuova LICol ha creato nel settore e come questa abbia modificato l’attrattività degli hedge fund gestiti da manager basati in Svizzera, influenzato il modus operandi dei gestori patrimoniali in Svizzera e modificato il processo di insediamento di nuovi operatori finanziari sia dal punto di vista legale e fiscale che di business. L’evento, che ha fornito utili argomenti per i quasi 150 partecipanti, rientra nella più ampia attività di promozione della piazza finanziaria di Lugano portata avanti da Ticino for Finance, con la missione di informare gli operatori finanziari, dell’attrattività del nostro cantone per fare finanza. “Torniamo con una certa regolarità a Londra per consolidare e ampliare la nostra rete di relazioni, – spiega Franco Citterio, Presidente di Ticino for Finance – sfruttare una piattaforma prestigiosa come quella fornitaci da Hedge Fund Management Week ci consente sia di ottenere visibilità presso un pubblico qualificato, sia di generare ricadute positive sulla reputazione della nostra piazza finanziaria”. Essere presenti dunque nei mercati finanziari di riferimento per farsi conoscere ed accrescere la consapevolezza della piazza finanziaria ticinese, contribuendo ad orientare le scelte future degli operatori finanziari ad alto valore aggiunto. Per ulteriori informazioni: Ticino for Finance P.O. Box 93 6943 Vezia Tel. +41 91 695 38 80 / +41 91 961 65 55 www.ticinoforfinance.ch

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Formazione

Corsi proposti dalla Cc-Ti DIRITTO DEL LAVORO Lugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-Ti Modulo 1: Martedì 13 e 27 maggio 2014, dalle 14.00 alle 17.00 • Formazione del contratto di lavoro • Colloquio d’assunzione • Diritti e doveri del datore di lavoro e del dipendente Modulo 2: Martedì 3 giugno 2014 • Fine del rapporto di lavoro (problematiche legate • alla disdetta) • Certificato di lavoro • Divieto di concorrenza • Ecc. L’IVA ALL’IMPORTAZIONE DAL PUNTO DI VISTA DOGANALE Lugano, Sala Monte Bré, presso la Cc-Ti Mercoledì 20 maggio 2014, dalle 8.30 alle 16.00 Programma • Procedura d’imposizione doganale e regimi doganali • Basi legali e campo d’applicazione • Competenze • Imposta sull’importazione • Operazioni binominali (un fornitore) • Operazioni a catena triangolari (più fornitori) • Furniture in base ad un contratto d’appalto • Base di calcolo e aliquote d’imposta • Riporto del pagamento dell’imposta (procedura di riporto) • •Restituzione dell’imposta sul valore aggiunto per effetto della riesportazione • Deposito dognale aperto e deposito franco doganale PARLARE IN PUBBLICO: TECNICHE ORATORIE Lugano, Sala Monte Bré, presso la Cc-Ti Mercoledì 21 maggio 2014, dalle 9.00 alle 13.00 Programma • L’obiettivo del parlare in pubblico • I parametri della comunicazione • Il comportamento dell’oratore (e dell’astante) • La struttura del messaggio • Le tecniche espositive • Le conclusioni

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SOCIALMEDIA E RISORSE UMANE Lugano, Sala Monte Bré, presso la Cc-Ti Giovedì 22 maggio 2014, dalle 9.00 alle 13.00 Programma Il fenomeno dei social media. Aspetti legali e il punto di vista HR: • Social network: protezione dei dati • Social network: valutazione dei candidati • Social network: controllo dei dipendenti • Social network: utilizzo sul posto di lavoro − Regolamento/Direttive di utilizzo − Abusi da parte del dipendente − Sorveglianza − Utilizzo per scopi aziendali (su richiesta del datore di lavoro) − Intranet aziendali • Social network: amicizie tra superiori e collaboratori INTRODUZIONE ALLE CESSIONI COMUNITARIE IN MATERIA D’IVA Lugano, Sala Monte Bré, presso la Cc-Ti Giovedì 12 giugno 2014, dalle 14.00 alle 17.30 Programma • Introduzione alle normative ed alle regole nell’Unione Europea • Esportazione di beni dalla Svizzera collegate a cessioni comunitarie • Cessioni e operazioni triangolari in ambito comunitario • Operazioni a catena di beni in esportazione dalla Svizzera

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Commercio estero Pagine a cura di

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PROSSIME GIORNATE DI CONSULENZA PAESE LUGANO • SPAGNA: martedì 6 maggio 2014 • GIAPPONE: martedì 13 maggio 2014 • INDIA: giovedì 15 maggio 2014 • AMERICA LATINA: lunedì 19 maggio 2014 • ITALIA: lunedì 2 giugno 2014 • GERMANIA: martedì 3 giugno 2014 Nel corso delle giornate di consulenza proposte alle aziende, avrete l’occasione di fissare un incontro individuale gratuito con i consulenti di Switzerland Global Enterprise e con i collaboratori degli Swiss Business Hub all’estero. Le aziende intenzionate ad espandere le loro attività nei mercati sopra citati o che hanno esigenze concrete non esitino a mettersi in contatto con Switzerland Global Enterprise e a fissare un appuntamento con i suoi esperti! Contattateci al n. tel. +41 91 911 51 35 oppure tramite e-mail all’indirizzo: info.lugano@s-ge.com, saremo lieti di fissarvi un appuntamento

Commercio estero svizzero a febbraio: esportazioni in forte crescita A febbraio, il commercio svizzero ha guadagnato terreno, in particolare per quanto riguarda la crescita delle esportazioni, attestandosi ai livelli precedenti la fase di crisi. A febbraio, le esportazioni svizzere sono aumentate del 7%, raggiungendo 17 miliardi (valore reale: +8%), le importazioni sono aumentate nello stesso periodo del 3,3%, collocandosi a quota 14,4 miliardi (valore reale: +3,0%). La bilancia commerciale, complessivamente ha chiuso con un surplus di CHF 2,6 miliardi. Sette tra i principali dieci settori dell’export svizzero sono riusciti ad aumentare il volume delle vendite all’estero. Tutti quanti, hanno chiuso in positivo in particolare l’industria chimico-farmaceutica con un più 16,7%. Buoni tassi di crescita sono stati registrati anche dall’industria della plastica (+8,7%), l’industria dell’orologeria (+7,0%), dei metalli (+4,9%) e quella metalmeccanica e dell’elettronica (+3,5%). Tuttavia si è registrata una recessione nelle vendite dell’industria tessile e dell’abbigliamento (-1,6%), della bigiotteria e dei gioielli (-3,1%), degli alimenti e beni di voluttuari (-4,8%). Particolarmente soddisfacente è stata la domanda crescente di prodotti svizzeri in Europa (+8,6%; in UE: +8,5%; nella zona euro: +7,5% oltre la zona euro: +13,9%). Anche in tutti gli altri continenti (eccetto l’Oceania), l’economia d’esportazione svizzera ha aumentato le sue vendite. In tal senso, una crescita forte è stata registrata in primo luogo in Kazakistan (+95,5%), Cina (+55,5%), Nigeria (+52,3%), Austria (+50,2%), Algeria (+49,0%), Vietnam (+37,6%), Malesia (+36,4%), Messico (+32,9%) e Gran Bretagna (+31,9%). Lo «Swiss Made» ha ottenuto buoni risultati anche in altri Paesi rilevanti per l’economia d’esportazione: Germania +13,6%, Polonia +27,8%, Svezia +23,2%, Russia +11,0% e Hong-Kong +27,4%. 30 | Ticino Business

Amministrazione federale delle dogane: febbraio 2014, esportazioni con tendenza al rialzo www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msgid=52347 Prove dell’origine: termine di conservazione, vale anche per le dichiarazioni effettuate dai fornitori svizzeri Dal 1° aprile 2014, il termine di conservazione minimo di 3 anni per giustificativi relativi alle prove dell’origine, nel quadro degli accordi di libero scambio vale anche per le dichiarazioni effettuate da fornitori svizzeri. Prove dell’origine: nuovo disciplinamento relativo alla conservazione dei giustificativi www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msgid=52248 Amministrazione federale delle dogane - Dichiarazioni dei fornitori in territorio svizzero w w w. s - g e . c o m / s v i z z e r a / e x p o r t / i t / b l o g / p r o v e dell%E2%80%99origine-termine-di-conservazione-deigiustificativi-anche-dichiarazioni-dei-fornitor Il rapporto annuale sostituisce l’audit: meno oneri per le imprese svizzere in Cina Le condizioni quadro per le imprese svizzere in Cina sono in costante miglioramento. Con la soppressione degli audit annuali, lo scorso 1º marzo 2014 è caduto un ulteriore ostacolo amministrativo. Nella maggior parte dei casi adesso è sufficiente presentare un rapporto annuale in cui sono illustrati i principali risultati e le attività dell’impresa. Le autorità cinesi competenti si riservano tuttavia il diritto di effettuare controlli a campione. Swiss Business Hub China: Annual Audits to be replaced by annual reports for Swiss Enterprises in China www.s-ge.com/svizzera/export/it/blog/il-rapporto-annualesostituisce-l%E2%80%99audit-meno-oneri-le-impresesvizzere-cina Nuovo calcolo del PIL in Europa: aumenta il prodotto interno lordo, diminuisce la quota del deficit A partire da settembre 2014, l’Unione Europea e la Svizzera adotteranno un nuovo metodo per calcolare il prodotto interno lordo (PIL). Il meraviglioso effetto collaterale prodotto è l’aumento più o meno forte del PIL in tutti i Paesi e la relativa diminuzione della quota del debito e del deficit. Gli USA hanno già introdotto questo calcolo. Ora tocca all’UE e alla Svizzera. A partire dal prossimo settembre, le spese per la ricerca e lo sviluppo, nonché quelle per il materiale bellico non verranno più considerate come spese, bensì come investimenti e saranno registrate come tali nelle statistiche del PIL. La conseguenza derivante è l’aumento del livello del PIL in tutti i Paesi, in particolare in quelli che operano elevati investimenti in R&S e nel settore bellico. Secondo le prime stime dell’Ufficio federale di statistica, il PIL in Svizzera dovrebbe aumentare di circa il 3% secondo il nuovo metodo di calcolo. In Germania, gli uffici pubblici prevedono un aumento del PIL simile. Tuttavia, non tutti i Paesi membri dell’Unione Europea potranno beneficiare di questo effetto positivo in tale grandezza d’ordine. Il PIL registrerà probabilmente una debole crescita e di conseguenza la quota dei debiti e


del deficit vedrà una lieve diminuzione in particolare nei Paesi più poveri ed economicamente deboli, i quali a causa delle loro scarse risorse finanziarie, operano generalmente investimenti ridotti in R&S o in materiale bellico. Ne risulta che il divario tra ricchi e poveri, tra i Paesi economicamente più forti e più deboli in UE dovrebbe aumentare ancora una volta. European Commission - Questions and Answers: European System of Accounts 2010 http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-14-21_en.htm UE: nuove direttive “de minimis” sulla sovvenzione di aziende Le aziende dell’UE, in caso di bisogno, possono ricevere sovvenzioni di massimo 200’000 euro nell’arco di tre anni fiscali. Per questo massimale, il nuovo regolamento “de minimis” resta invariato, mentre invece, vi sono novità rilevanti in merito ai seguenti punti: • a titolo di novità, le direttive “de minimis” valgono anche per le cosiddette “aziende in difficoltà”, le quali in passato hanno spesso ricevuto sovvenzioni superiori a 200’000 euro, da singoli Stati, per superare impasse finanziarie di aziende. Spesso, è stato difficile definire cosa si intende per “aziende in difficoltà”; • a titolo di novità la società madre e la filiale valgono come unica entità giuridica. In altre parole: sovvenzioni statali per la filiale di un’azienda vengono calcolate anche per la società madre; • le regole “de minimis” sono in vigore dal 1° gennaio 2014. Nella fase transitoria fino al 30 giugno 2014 vengono ancora ammessi aiuti in base alle vecchie direttive. Regolamento UE N 1407/2013 della Commissione del 18 dicembre 2013 relativo all’applicazione degli articoli 107 e 108 sul funzionamento dell’Unione europea agli aiuti “de minimis” http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/ ALL/?uri=OJ:L:2013:352:TOC Qatar: progetto di ponte superlativo Il Qatar progetta la costruzione di tre ponti, collegati tra di loro da tunnel sottomarini. Un progetto che apre a nuove misure, non solo in Medio Oriente. Il suo nome è Sharq Crossing, esso vuole collegare West Bay, un quartiere fiorente e dalla rapida crescita della capitale del Qatar, Doha, attraverso una strada veloce lunga più di 12 chilometri, a tre corsie di marcia in entrambi i sensi, con l’aeroporto internazionale di Hamad verso il lato opposto della baia di Doha. La strada conduce verso i tre ponti della lunghezza compresa tra 0,6 e 1,3 chilometri, collegati di nuovo tra di loro con ponti sottomarini della lunghezza totale di 8 chilometri. Nel 2015, sarà avviata la costruzione del progetto realizzato dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava. L’apertura di Sharq Crossing è prevista per il 2021. All’inizio di aprile, il progetto miliardario è stato presentato nei dettagli alle imprese interessate, nell’ambito dell’Industry Engagement Day a Doha. Doha News: Sharq Crossing construction to commence in 2015 http://dohanews.co/ashghal-sharq-crossing-constructionto-commence-in-2015/ Doha’s iconic Sharq Crossing project unveiled w w w.g u l f-t i me s.c om /q at a r/178 /det a i l s /374 8 91/ doha%E2%80%99s-iconic-sharq- crossing-projectunveiled Russia: una panoramica su contabilità e fisco Paese che vai, usanza che trovi. Anche per quanto riguarda la contabilità e il fisco. Una guida di 25 pagine di Russia Consulting racchiude gli aspetti importan-

ti da osservare nel Paese. Essa tratta anche la nuova legge, in vigore dal 2013, sulla contabilità, le richieste di accettazione nel sistema d’imposizione semplificato e problemi fiscali nella creazione di imprese. Russia Consulting: Buchhaltung und Steuern in Russland (Februar 2014) www.s-ge.com/svizzera/export/it/node/85661 La Russia come Paese di transito: grandi investimenti nella rete dei trasporti La Russia vuole diventare un Paese di transito di primo rango. Essa possiede le premesse geografiche necessarie: si estende dall’Europa verso l’Asia centrale, fino all’estremo Oriente. Tuttavia, la rete dei trasporti è carente in molte zone del Paese, per quanto riguarda la qualità e la capillarità. Mosca, vuole, nei prossimi anni, fornire rimedi con grandi investimenti mirati. Un rapporto dell’ambasciata svizzera in Russia informa in merito ai principali progetti per ferrovia, strade, rotte marittime e nuove opportunità commerciali che si aprono agli imprenditori svizzeri Bericht der Schweizer Botschaft in Russland: Russland als Transitland www.s-ge.com/it/blog/la-russia-come-paese-di-transitograndi-investimenti-nella-rete-dei-trasporti Switzerland Global Enterprise amplia la rete in Pakistan All’inizio di marzo, Switzerland Global Enterprise (S-GE) e lo Swiss Business Council (SBC) a Karachi hanno firmato un accordo di cooperazione volto a promuovere ulteriormente il commercio bilaterale e gli investimenti reciproci tra la Svizzera e il Pakistan. Nello Swiss Business Council S-GE ha trovato un partner ideale, ben radicato sul territorio che, grazie alla sua ampia rete, alla notevole esperienza e alle sue solide conoscenze del mercato, è in grado di fornire sul posto un supporto ancora più competente e professionale alle imprese svizzere che intendono espandersi verso il Pakistan. La collaborazione con lo SBC è stata potenziata anche alla luce della crescente importanza commerciale del Pakistan, che negli ultimi anni ha raggiunto una maggiore stabilità politica ed economica. Con 190 milioni di abitanti, di cui 70 appartenenti al ceto medio, il Pakistan presenta un potenziale di crescita enorme e rientra tra i cosiddetti “Next Eleven”, ovvero quei Paesi che a breve seguiranno la strada dei BRIC, Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, per affermarsi quindi tra le economie emergenti più importanti. Oltre al Pakistan, i “prossimi undici” comprendono anche Bangladesh, Egitto, Indonesia, Iran, Messico, Nigeria, Filippine, Turchia, Corea del Sud e Vietnam. S-GE: informazioni Paese Pakistan www.s-ge.com/svizzera/export/it/blog/informazioni-paesepakistan Evento “S-GE Impulse: Asia”(Rüschlikon/Zurigo, 23/24 giugno) www.s-ge.com/schweiz/export/de/event/s-ge-impulse-asia La grande nazione indiana alla prova del nove Con un nuovo governo e riforme che vengono incontro alle esigenze dell’economia, la grande nazione indiana (contraddistinta al momento da una crescita fiacca) intende ripartire. Per le ditte svizzere più creative e capaci d’adattamento, l’India è e rimane comunque un paese interessante: a maggior ragione quando andrà in porto l’accordo di libero scambio. “India grows at night”: l’India cresce di notte, cioè quando i burocrati dormono. Il libro di Gurcharan Das, ex manager della Procter&Gamble a capo della divisione India, addita Ticino Business | 31


senza tanti giri di parole uno dei principali problemi del paese: la terza economia più grande dell’Asia non rende facile agli investitori esteri farvi affari. “L’India non è di certo il paese migliore per inseguire un successo rapido. Occorrono pazienza, flessibilità e tanto impegno”, racconta anche Beat Ineichen, consulente senior per l’India di S-GE e, in Svizzera, primo interlocutore per le ditte intenzionate a espandervi il proprio export. La situazione attuale dovrebbe indurre l’India a ridurre gli ostacoli al commercio e ad attuare la deregolamentazione. Nel rapporto “Global Competitiveness Report”, il paese (1,2 miliardi di abitanti)è stato declassato al 60° posto. Basti infatti pensare che dal 2011 la crescita economica è calata dal 9 al 5%. Il forte deprezzamento della valuta (la rupia indiana), avvenuto tra maggio e settembre del 2013, ha inoltre rincarato le importazioni. E tutto questo ha conseguenze incisive: quale quarto acquirente al mondo di petrolio, l’India è legata a doppio filo al corso di cambio del dollaro; prova ne sia che le importazioni sono collassate. Il “World Economic Forum” (WEF) ha collocato all’84° posto al mondo l’infrastruttura dell’India: sono richiesti urgentemente investimenti nei trasporti, nell’energia e nell’ICT. E siglando con gli Stati AELS il previsto accordo di libero scambio, l’India potrebbe dare un segnale importante. Sottile la base per il successo Nonostante negli ultimi 20 anni l’India si sia sviluppata enormemente, le contraddizioni sono rimaste. Un ceto medio di circa 300 milioni di persone promette buone potenzialità di vendita. Nel contempo, però, altrettanti indiani vivono con meno di 1,25 dollari al giorno. L’economia si concentra sui grandi agglomerati e sulle città emergenti in forte crescita. L’industria è focalizzata perlopiù sul mercato interno. Spesso le aziende indiane acquistano dall’estero le tecnologie competitive a livello internazionale. La politica di coalizione si fonda su maggioranze risicate, ritardando e rendendo difficoltose le decisioni politiche. L’India è stata nondimeno modernizzata dai ceti istruiti: l’enorme successo del software engineering è merito di menti creative che hanno approfittato del fatto che l’ICT non era quasi per nulla regolamentata da parte dello Stato. «In India soltanto più o meno il 3-4% della popolazione paga le tasse; dal canto loro, le ditte versano al fisco circa un terzo dei loro ricavi. E il deficit fiscale pesa sul paese», afferma Michael Enderle, da agosto 2013 responsabile dello Swiss Business Hub India di Mumbai. Egli elenca anche altri talloni d’Achille: “L’India arranca dietro ad altre economie di mercato asiatiche e soffre per un ritardo di due decenni: questo perché la sua economia si è aperta relativamente tardi, cioè soltanto all’inizio degli anni Novanta. Inoltre i mezzi non confluiscono sempre nei giusti canali”. L’ex chairman di “Rieter India” conosce bene il mercato: “I problemi dell’India, sebbene siano il risultato di dinamiche interne al paese, non sono irrisolvibili. È diffusa la consapevolezza della necessità di riforme urgenti: chiunque vincerà le elezioni il prossimo maggio si troverà sotto pressione di agire”. Ma oltre ai punti deboli del Paese, egli indica anche alcune interessanti opportunità per le PMI svizzere: “Le industrie indiane non sono ancora così autonome da poter sviluppare da sole nuove tecnologie, per lanciarle e posizionarle sul mercato Mondiale”. In altre parole, ciò significa che le aziende estere in grado di vendere loro tecnologie altamente sviluppate, così come prodotti industriali, servizi infrastrutturali o soluzioni in ambito cleantech, hanno buone prospettive di riuscita. “Gli indiani sono dei negoziatori duri, ma sono parimenti disposti a pagare prezzi adeguati per prodotti di elevata qualità e con una durata di vita lunga”. Il merito della forte crescita economica dell’India nell’ultimo decennio va attribuito in buona parte allo sviluppo nel mercato interno. L’export ha bisogno di una nuova spinta. Un approccio locale, in risposta al fabbisogno reale 32 | Ticino Business

Le migliori opportunità possono dunque essere colte dalle aziende che non si limitano a esportare verso l’India, ma che nel contempo grazie a tecnologie all’avanguardia aiutano il paese ad aumentare la competitività. “In India vi è un enorme bisogno di incrementare la ricerca. Le ditte indiane investono attualmente solo circa l’1% del loro fatturato nella ricerca e nello sviluppo, a fronte del 5% ca. delle aziende nell’UE”. Il signor Enderle è convinto che chi guarda all’India unicamente come a un mercato di smercio per prodotti di alta qualità ha una visione troppo a corto raggio: egli ricorda infatti la favorevole situazione a livello di appalti pubblici e le possibilità ivi correlate di produrre in loco e di esportare, anche se tale produzione dovrebbe avvenire attingendo a denaro proprio visti i costi del capitale, attualmente molto elevati sul posto. «Intravvedo un grosso potenziale a lungo termine per le ditte che fabbricano in loco prodotti, oppure che erogano servizi e prestazioni o aiutano altri a migliorare i propri. Ricerca e produzione sul posto, da un’ottica indiana del fabbisogno, in combinazione con lo spirito elvetico di innovazione sono forieri di successo». La formula può essere la seguente: iniziare laddove c’è un fabbisogno, penetrare sui mercati interni ed espandersi verso quelli attigui. S-GE appoggia le ditte fornendo analisi di mercato e incentivando lo scambio di esperienze con altre ditte già attive sul posto. Secondo Enderle, è sicuramente necessaria la disponibilità a effettuare investimenti. “Chi resta a operare sul posto con coerenza e integrità può guadagnare soldi”. Ci vuole però pazienza per fare affari con l’India. Lo prova la divinità che, nella religione locale, viene invocata quando ci sono degli ostacoli da togliere sul proprio cammino: è il dio induista “Ganesha”, con la testa di elefante (animale simbolo, appunto, della… pazienza)! La grande nazione indiana alla prova del nove www.s-ge.com/it/blog/india-dinanzi-alla-prova-del-nove Hong Kong: investimenti miliardari nella gestione dei rifiuti Hong Kong destinerà 30 miliardi di dollari locali, pari a circa 3,5 miliardi di franchi, all’ampliamento e alla modernizzazione delle infrastrutture per la gestione dei rifiuti. In cima alla lista delle priorità figura la costruzione di impianti di trattamento e compostaggio per l’eliminazione e il recupero dei rifiuti organici nonché di strutture per lo smaltimento e il riciclaggio dei rifiuti elettronici. Per questo progetto Hong Kong deve attingere anche al know-how estero. Se all’inizio la città stato era orientata soprattutto verso il Giappone e Taiwan per il potenziamento del settore del riciclaggio e dello smaltimento, ora – stando a quando riferisce lo Swiss Business Hub Hong Kong – le autorità responsabili stanno mostrando un interesse crescente per il know-how proveniente dall’Europa. Anche le imprese svizzere potrebbero trarne vantaggio. Nuove opportunità commerciali emergono nell’ambito dello sviluppo e allestimento degli impianti tecnici nonché del lancio di misure di sensibilizzazione ambientale mirate alla tutela delle risorse, alla riduzione dei rifiuti e alla promozione di una cultura del riciclaggio. A tal fine è stato istituito ad esempio un fondo per il riciclaggio finalizzato allo sviluppo sostenibile del settore, con ampie campagne d’informazione per il radicamento di una coscienza ecologica nella popolazione e l’introduzione di direttive efficaci per una politica di approvvigionamento a basso impatto ambientale. Environment Bureau Hong Kong: Blueprint for Sustainable Use of Resources 2013-2022 Environment Bureau Hong Kong: A Food & Yard Waste Plan for Hong Kong 2014-2022 www.s-ge.com/svizzera/export/it/ blog/hong-konginvestimenti-miliardari-nella-gestione-dei-rifiuti


Semaforo verde per l’Accordo di libero scambio con la Cina Il 20 marzo, Il Consiglio degli Stati ha approvato l’Accordo di libero scambio tra Svizzera e Cina con 25 voti a favore, 3 contrari e 11 astenuti. In tal senso, l’entrata in vigore dell’accordo prevista per l’estate 2014 ottiene il nulla osta. Come aveva già fatto in precedenza la Camera bassa, anche la Camera alta ha rifiutato di sottoporlo al referendum facoltativo. Una votazione popolare sull’accordo è dunque esclusa. È stato espresso il timore che l’Accordo di libero scambio non sia compatibile alle richieste dell’iniziativa sull’immigrazione di massa. Il Consigliere federale Johann Schneider-Ammann ha reso noto, a scanso d’equivoci, che nell’ambito dell’Accordo le agevolazioni pattuite in merito alla libera circolazione delle persone, con l’applicazione di un nuovo articolo costituzionale contro l’immigrazione sono sicuramente compatibili, perché le garanzie si limitano a un numero ristretto di persone, ovvero personale chiave indispensabile. Inoltre, questa compatibilità rappresenta la chiave del successo, non solo per l’accordo di libero scambio con la Cina, bensì anche per tutti gli altri accordi di libero scambio esistenti, che la Svizzera ha concluso fino ad oggi bilateralmente o con l’AELS. Switzerland Global Enterprise: Accordi di libero scambio www.s-ge.com/svizzera/export/it/content/static/Accordi-dilibero-scambio Accordo di libero scambio con la Cina: vantaggi per le imprese svizzere L’accordo di libero scambio tra la Cina e la Svizzera entrerà in vigore quest’estate. Switzerland Global Enterprise ha esaminato attentamente l’accordo ed ha individuato i vantaggi pratici che offre alle PMI svizzere. I vantaggi principali in sintesi: • esenzione immediata o graduale dai dazi doganali oppure riduzione dei dazi per i beni d’esportazione svizzeri • maggiore sicurezza giuridica (ad es. per lo sdoganamento o gli acquisti pubblici) • migliore protezione di marchi e brevetti • eliminazione degli ostacoli commerciali non tariffari Switzerland Global Enterprise: stima del potenziale di libero scambio (ALS) con la Repubblica popolare cinese www.s-ge.com/svizzera/export/it/blog/accordo-di-liberoscambio-con-la-cina-vantaggi-le-imprese-svizzere Studio di mercato S-GE: dispositivi medici in Indonesia L’Indonesia è uno dei principali mercati in crescita per dispositivi medici e apparecchiature, con un grande numero di opportunità commerciali anche per le PMI svizzere, come illustra chiaramente lo studio di Switzerland Global Enterprise “Medical Devices in Indonesia”. L’Indonesia conta 250 milioni di abitanti, un reddito pro capite che si è quadruplicato negli ultimi 10 anni, non possiede una propria industria Medtech e la sua popolazione presenta ogni anno una richiesta crescente nei confronti delle esigenze di servizi sanitari. Vi sono dunque buone premesse per le aziende svizzere del settore. Tanto più che in Indonesia, lo Swiss Made gode di una buona reputazione e qualità, soprattutto per quanto riguarda la salute. Lo studio “Medical Devices in Indonesia” verrà presentato il 24 giugno nell’ambito della rassegna evento “S-GE Impulse: Asia”. Evento: “S-GE Impulse: Asia”, Rüschlikon/Zurigo (23/24 giugno) www.s-ge.com/schweiz/export/de/event/s-ge-impulse-asia Studio di mercato S-GE: Chaebol Research how to Approach Korean Conglomerates Chi vuole prendere piede con successo in Corea del Sud, deve sapersi raffrontare bene con i Chaebols. Lo studio di merca-

to S-GE dal titolo “Chaebol Research: How to Approach Korean Conglomerates” spiega come funzionano le grandi multinazionali e come è possibile fare affari con loro. Lo studio viene presentato in occasione dell’evento “S-GE Impulse: Asia” (23/24 giugno). In circa 40 anni, la Corea si è sviluppata, passando da Paese emergente dalla struttura debole diventando una delle nazioni economiche leader. A tale successo hanno contribuito essenzialmente i Chabelon ramificati a livello economico nel mondo e oggi anche ampiamente presenti a livello internazionale, i conglomerati aziendali per lo più di proprietà di famiglie, che determinano il ritmo economico sul posto. Evento “S-GE Impulse: Asia”, Rüschlikon/Zurigo (23/24 giugno) www.s-ge.com/svizzera/export/it/event/s-ge-impulse-asia Studio di mercato S-GE: Business Chances for the Swiss-Automotive Cluster in Japan In qualità di leader del mercato, l’industria automobilistica giapponese offre a subfornitori innovativi, opportunità di vendita interessanti. Anche gli offerenti svizzeri hanno buone opportunità. Uno studio di Switzerland Global Enterprise, che sarà presentato in occasione di “S-GE Impulse: Asia” spiega come queste possano essere gestite con successo. Subfornitori svizzeri, i quali vorrebbero avere nel loro dossier clienti produttori automobilistici giapponesi, devono tuttavia essere consapevoli che le regole e le pratiche commerciali nipponiche, proprio nel settore automobilistico si differenziano dalle usanze europee o americane. Uno dei temi trattati dallo studio promosso da Switzerland Global Enterprise, “Business Chances for the Swiss-Automotive Cluster in Japan” è proprio come superare con successo le barriere culturali. Evento “S-Ge Impulse: Asia”, Rüschlikon/Zurigo (23/24 giugno) www.s-ge.com/svizzera/export/it/event/s-ge-impulse-asia Studio di mercato S-GE: India – Building and Construction / Accessoires & Fittings Attualmente, in India sono in corso numerosi lavori di costruzione. A causa di esigenze crescenti del ceto medio indiano in materia di qualità e comfort, la domanda di attrezzature per la costruzione è in aumento, essa deve essere coperta prevalentemente da importazioni dall’estero. Si aprono buone opportunità commerciali, per le imprese svizzere come si evince in diversi esempi presentati da uno studio di mercato di Switzerland Global Enterprise dal titolo “Building and Construction / Accessoires and Fittings in India”. Il 24 giungo il subcontinente indiano è nel focus di “S-GE-Impulse: Asia”. Inoltre, vengono illustrate prospettive e tendenze nel settore indiano della costruzione, nonché viene presentato lo studio citato. Evento “S-Ge Impulse: Asia”, Rüschlikon/Zurigo (23/24 giugno) www.s-ge.com/svizzera/export/it/event/s-ge-impulse-asia

Switzerland Global Enterprise Corso Elvezia 16 Casella postale 5399 – CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 35/37 Fax +41 91 911 51 39 info.lugano@s-ge.com www.s-ge.com

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Commercio estero

La voce di tariffa doganale di Monica Zurfluh, Responsabile Switzerland-GE per la Svizzera italiana e Marco Passalia, Responsabile Servizio Export Cc-Ti

I pezzi

che costituiscono il puzzle dell’esportazione di una qualsiasi tipologia di merce sono numerosi e non sempre di facile identificazione. A complicare le cose va segnalato che, se da una parte le aziende conoscono nei minimi dettagli le caratteristiche dei prodotti fabbricati o commercializzati, dall’altra parte, troppo spesso c’è una conoscenza incompleta delle peculiarità formali della merce riferite in particolar modo agli aspetti doganali e di spedizione. In questo articolo ci concentreremo dunque su un pezzo del puzzle fondamentale per qualsiasi prodotto destinato all’estero, ovvero la voce di tariffa doganale (VT, in inglese “HS code”). La classificazione doganale di un prodotto - ovvero la VT – avviene attraverso l’uso di un codice numerico a otto cifre. Le prime sei cifre si basano sul Sistema armonizzato (SA) internazionale stabilito dall’Organizzazione mondiale delle dogane. Anche la Svizzera usa questo sistema di classificazione e ciò significa che le prime sei delle otto cifre delle VT svizzere corrispondono a quelle del SA. La VT è un elemento essenziale per determinare i dazi doganali di una specifica merce e quindi la politica commerciale di un Paese. In azienda spesso si conosce la VT di un prodotto sulla base dei documenti di trasporto precedenti, di una fattura, di un documento d’esportazione del Paese di provenienza o della relativa decisione di imposizione del dazio all’importazione in Svizzera. Altre volte la VT non è nota oppure ci si riferisce alla VT da sempre utilizzata in ufficio o dai colleghi senza che nessuno si sia mai preoccupato della corretta classificazione. Per partire con il piede giusto nel commercio con l’estero o già solo per avere la certezza della VT dei propri prodotti, un primo utile strumento è il Tares (www.tares.ch), ovvero la banca dati delle VT messa gratuitamente a disposizione dall’Amministrazione federale delle dogane (AFD). In pratica, attraverso questo portale web si può effettuare una ricerca tariffale così da trovare la giusta corrispondenza del prodotto.

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Come riportato nel sito web dell’AFD, “dopo aver selezionato la data, il Paese di provenienza o di destinazione, la direzione di traffico (importazione / esportazione), la voce di tariffa di 8 cifre ed un eventuale numero convenzionale nonché cliccato sul simbolo con la lente appaiono le possibili aliquote di dazio (normali o concesse a precise condizioni per determinati impieghi oppure verso presentazione di certificati d’origine validi), i tributi suppletivi (tasse, imposte), gli assoggettamenti a permessi e altre osservazioni. Da tale applicazione è inoltre possibile accedere a diversi link, quali ad esempio il D. 4 (Decisioni relative alla classificazione di merci), ecc.”. In caso di dubbio, i funzionari dell’AFD sono sempre disponibili a fornire queste informazioni di base e naturalmente anche il proprio spedizioniere di fiducia può aiutare l’azienda a definire la giusta classificazione tariffale. Informazioni vincolanti sulla VT sono rilasciate dall’AFD previa richiesta scritta tramite modulo ufficiale 40.10. “Domanda di classificazione” disponibile online: http://www.ezv.admin. ch/zollinfo_firmen/04016/04017/index.html?lang=it. Una verifica delle VT dei propri prodotti in linea con le classificazioni dei vari Paesi in cui s’intende esportare non è possibile tramite il Tares. A tale proposito è di utilità la banca dati MendelOnline, messa a disposizione gratuitamente da Switzerland Global Enterprise (S-GE) e di cui parleremo nel prossimo numero di Ticino Business.


Fiere internazionali e missioni economiche

Swiss Pavilion@Arab Health 2015 Dubai, 26-29 gennaio 2015

Arab Health è il più grande evento dell’healthcare organizzato nel Medio Oriente e il secondo nel mondo, ovvero subito dopo Medica a Düsseldorf. Da circa 40 anni offre l’accesso a un mercato in rapida crescita e dal grande potenziale nel settore della tecnica medicale, sanitario, farmaceutico e tecnica dentale. Switzerland Global Enterprise organizza nuovamente uno SWISS Pavilion presso Arab Health, offrendo alle PMI la possibilità di contatto con decision maker mediorientali e di presentare i loro servizi e prodotti al salone specializzato del settore di tecnica medica della Regione. Nel 2014 lo spazio espositivo è stato ampliato di 6’000 m2 aggiuntivi per accogliere 400 nuovi espositori, inoltre sono stati organizzati tre nuovi padiglioni Paese. L’edizione del 2015 promette di replicare il successo ottenuto. Informazioni sulla fiera www.arabhealthonline.com/ Informazioni generali Swiss Pavilion www.s-ge.com/svizzera/export/it/node/80683

Fact finding trip – Food USA 2014 Stati Uniti, 30 giugno-4 luglio 2014

Switzerland Global Enterprise organizza un viaggio per imprenditori con un programma pratico. Insieme ad altre imprese svizzere sarà possibile scoprire come posizionare con efficacia un prodotto alimentare negli USA e come venderlo. Il mercato americano è uno dei principali mercati alimentari. Nel 2011, l’industria degli alimenti confezionati ha registrato un fatturato di 331,86 miliardi di dollari, cifra che si avvicina al prodotto interno lordo della Svizzera. Nessun altro Paese offre una ricchezza e una varietà tale di alimenti. Con ciò, le imprese svizzere hanno buone opportunità per sviluppare un potenziale di fatturato, grazie a prodotti di nicchia posizionati al meglio e una strategia di mercato ben ponderata. I partecipanti otterranno sul posto una panoramica del mercato alimentare USA e conosceranno da vicino i recenti sviluppi dell’industria alimentare, visitando il Fancy Food Show, la principale fiera dei generi alimentari del Nord America.

tify o Skype testimoniano l’apertura verso nuovi prodotti. Questo è un ambiente molto favorevole alle PMI svizzere. Le soluzioni svizzere sono considerate qualitativamente alte e vi è una grande richiesta di prodotti “Swiss Made”. Viene proposta una missione economica verso destinazioni scelte, con la possibilità di incontrare importanti stakeholder come Sony Mobile, affinché gli imprenditori possano scoprire i vantaggi dei due mercati nordici. Switzerland Global Enterprise con il sostegno dei suoi partner locali in Danimarca e Svezia, organizza tale missione economica destinata a imprese svizzere, a Copenhagen e Lund. Il programma del secondo giorno include seminari con, ad esempio, il cluster dell’ICT danese “Brains Business”, visite a imprese svizzere e incontri business individuali con aziende danesi e svedesi. Questo viaggio rappresenta anche un’opportunità per incontrare aziende ICT di tutta la regione svizzera.

Arab Health: focus sulla sanità

Informazioni generali sul business trip Danimarca e Svezia www.s-ge.com/svizzera/export/it/event/company-missioncopenhagen-and-lund

Informazioni generali sul fact finding trip food USA 2014: Alexandra Schaer-Schiller, Senior Consultant North America: alexandra.schaer@switzerland-ge.com

Business trip Danimarca e Svezia Copenhagen/Lund, 10-12 novembre 2014

La Danimarca e la Svezia si annoverano tra i Paesi più innovativi d’Europa. Invenzioni quali: CAMISHA, che produce apparecchi acustici su base computerizzata, Spo-

ilion”: “Swiss Pav li g u s i n io z Informa om/fiere www.s-ge.c Ticino Business | 35


Vita dei soci

L’essenza di

un Brand Straordinario Per coloro che apprezzano l’eccezionale, Fontana Sotheby’s International Realty è l’intermediario locale di servizi immobiliari che offre un accesso senza eguali alle proprietà più incantevoli del Canton Ticino e di tutto il mondo.

“Mediare

abilmente case straordinarie con vite straordinarie” è la visione di Fontana Sotheby’s International Realty. “Nonostante siamo noti per essere un marchio di lusso,” afferma il Direttore Gianluca Righetti “la nostra missione è quella di offrire a ogni cliente un’esperienza unica in qualsiasi fascia di prezzo.”

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Tradizione, competenza e lealtà sono da sempre, i valori che contraddistinguono Fontana; oggi condivisi con la famosa casa d’aste. La collaborazione tra il mondo immobiliare e la casa d’aste Sotheby’s pone le proprie basi sulla ricca e gloriosa storia, l’inestimabile patrimonio e l’ineffabile raffinatezza di questo marchio. La combinazione di strategie di marketing uniche ed esclusive permettono di migliorare la percezione del mercato circa le proprietà offerte e garantiscono una visibilità mirata ad un pubblico influente e d’elite. Il venditore beneficia di questa reputazione e nel mercato globale, questo rappresenta un potente elemento di differenziazione. “Interesse, discrezione, esperienza e raffinatezza ritraggono la nostra personalità” continua Righetti. Con più di 14’000 consulenti immobiliari in circa 700 uffici e 49 paesi del mondo, i membri del network Sotheby’s International Realty rappresentano tutti coloro che si considerano “esperti di vita” e per questo, utilizzano le tecniche più moderne per mostrare una proprietà in un modo incomparabile. Il portafoglio di contatti personali sviluppato durante la carriera professionale di ogni singolo, si completa con il servizio interno di segnalazioni che permette a tutti i membri di mettere in relazione prestigiosi acquirenti e venditori su scala globale.


Per il 2014, il fulcro della strategia mediatica di Sotheby’s International Realty è quello di coinvolgere sempre più utenti internet su diverse piattaforme digitali che, tramite innovazione, esperienza e internazionalità, promuoveranno la visibilità delle proprietà più meravigliose e genereranno 800 milioni di visualizzazioni in un anno. Sothebysrealty.com, il sito internet di tutti gli affiliati, gode di caratteristiche e funzioni uniche nel suo genere. Affascinanti fotografie ad alta risoluzione, traduzione in 16 lingue, convertitore in 50 valute, sono solo alcuni degli aspetti che attraggono annualmente circa 10 milioni di potenziali acquirenti al mondo. “È raro vivere l’esperienza di poter ricercare una casa per soddisfare il proprio stile di vita;” sottolinea Righetti “Sotheby’s International Realty ha infatti, sviluppato una serie di siti web dedicati agli amanti dell’acqua, della montagna, del golf, della campagna e della storia passata.” Con quasi il 90% dei potenziali acquirenti che iniziano la ricerca della loro futura casa su internet, l’ottimizzazione del posizionamento su motori di ricerca quali google.com o yahoo.com, la versione mobile del sito internet e la presenza sui social media quali blog, facebook, twitter, linkedin e youtube sono vitali per massimizzare la potenzialità che una proprietà venga facilmente trovata sul web. La rete di siti interconnessi inoltre, si compone di primari partner come ad esempio architecturaldigest. com, house24.ilsole24ore.com, propgoluxury.com, jamesedition.com, luxuryestate.com, lp-luxuryproperties.com, nytimes.com, wallstreetjournal.com, telegraph.co.uk, ft.com, hongkongtatler.com. Coloro che apprezzano ancora la tradizionale carta stampata, possono comunque beneficiare della diffusione delle brochure di vendita a tutti gli affiliati e di ottime collaborazioni con le riviste maggiormente riconosciute a livello mondiale come ad

esempio, Sotheby’s Magazine, Reside Magazine, The International New York Times, The Wall Street Journal, Bloomberg Markets, Financial Times, Die Welt, Welt am Sonntag. “Il nostro talento è quello scegliere adeguatamente “la vetrina” più adatta per promuovere una proprietà in maniera efficace al fine di presentare ai venditori dei potenziali acquirenti.” conclude Righetti. Per raggiungerlo, Fontana Sotheby’s International Realty combina la propria conoscenza del mercato locale con il supporto del rinomato marchio e le relazioni coltivate con i potenti media di tutto il mondo. Fontana Sotheby’s International Realty Via G. Luvini 4 6900 Lugano Tel. +41 91 911 97 20 info@fontanasothebysrealty.com www.fontanasothebysrealty.com Ticino Business | 37


Vita dei soci

La memoria svelata di Anh Thu Nguyen, Master in Education & Training presso l’USI, cotitolare di Formamentis Sagl

Nel

numero di marzo abbiamo posto le basi per sfatare il mito di un degrado inesorabile delle capacità mnemoniche umane. Per ricordare meglio possiamo ricorrere alle immagini, alle associazioni e alle emozioni. Innanzitutto, ricordiamo meglio le immagini delle parole: visualizzare immagini è un’attività che il nostro cervello svolge in modo del tutto spontaneo, anche quando la A tale scopo, gli nostra mente conscia è meno vigile. esperti di memoria In secondo luogo, associare le nuove informazioni a quanto a noi già noto hanno coniato ne facilita ulteriormente la ritenzioil principio PAV, ne, poiché queste sono rapidamente integrate nel nostro modello mentaacronimo di le. Infine, ricordiamo più facilmente Paradosso, Azione, tutto ciò che tocca da vicino la nostra emotività. Le emozioni amplificano i Vivido ricordi e li rendono più vividi, favorendone la permanenza in memoria. Fondamentalmente, per ricordare dobbiamo ricreare nella nostra mente una scena visiva della nuova informazione e trasformarla in un’immagine concreta, che sia associata a qualcosa di conosciuto, in maniera tale da suscitare in noi delle forti emozioni. A tale scopo, gli esperti di memoria hanno coniato il principio PAV, acronimo di Paradosso, Azione, Vivido. Paradosso L’immagine che visualizzate deve essere il più possibile paradossale. Le situazioni che vediamo, sperimentiamo e viviamo tutti i giorni, non sono più in grado di suscitare la nostra curiosità o sorpresa. Per attirare l’attenzione del nostro cervello, è necessario fare uno sforzo cosciente per creare delle scene sufficientemente particolari, capaci di risvegliare la mente dal torpore cognitivo cui è abituato. Sfruttate il paradosso: più le vostre visualizzazioni saranno strane, macabre, divertenti o inusuali, più sarà facile ricordarle. Un esempio? Se dovete visualizzare un gatto, potete immaginarlo enorme, con i baffi variopinti a forma di girandola, con il manto a pois rossi e una coda a forma di siluro. Non è buffo? Azione Oltre ad essere paradossale, l’associazione da voi creata deve rappresentare un’azione, poiché una 38 | Ticino Business

scena dinamica si ricorda più facilmente rispetto a una statica. Fin dai tempi antichi, quando per sopravvivere e procacciarsi il cibo era necessario possedere ottime capacità di percezione, osservazione e reattività, il cervello dell’essere umano è naturalmente portato a prestare attenzione a ciò che si muove. Di conseguenza, è utile creare delle scene in movimento. Ancor meglio, per infondere maggiore consistenza e credibilità, è consigliabile visualizzare la situazione da ogni prospettiva possibile: dall’alto, dal basso, di lato, ecc.. Vivido La scena visualizzata deve essere il più possibile vivida. Maggiori dettagli realistici siete in grado di immaginare, maggiore sarà la ritenzione mnemonica nel medio-lungo termine. Chiudete gli occhi, osservate ogni minimo dettaglio e immergetevi nella situazione creata, per dare al vostro cervello la sensazione di vivere realmente quanto immaginato. Ove possibile, arricchite il tutto con dettagli uditivi, tattili, gustativi e olfattivi, cosicché dimenticare sarà pressoché impossibile! Ad esempio, per visualizzare un’arancia, oltre alla forma e al colore, immaginatene la consistenza, la sensazione della buccia ruvida al tatto, il gusto aspro e dolce al morso di uno spicchio, l’odore che permane nell’aria e che vi pizzica il naso, ecc.. Nei prossimi numeri passeremo in rassegna le tecniche mnemoniche per ricordare parole, nomi, numeri e altro ancora. Sfruttando immagini, associazioni, emozioni e il principio PAV, chiunque sarà in grado di sperimentare, in maniera rapida e immediata, queste potenti tecniche. Formamentis Sagl Via Zurigo 5 6900 Lugano Tel. +41 91 220 62 64 info@formamentis.ch www.formamentis.ch


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Giovani talenti tra ingegneri ed architetti premiati

Si

è tenuta presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio, il 1° marzo, la cerimonia di proclamazione dei vincitori del Premio SWISSENGINEERING TICINO. Il premio, che punta a sostenere la qualità nei precorsi formativi tecnici, è promosso dalla sezione ticinese dell’Associazione svizzera degli ingegneri e degli architetti. Hanno portato il proprio saluto, in qualità di ospiti e relatori, il Sindaco della Città di Mendrisio Carlo Croci, e Nicola Moresi, CEO Moresi.Com SA, che ha parlato della propria esperienza imprenditoriale. Pure apprezzata la presenza dei Consiglieri Nazionali Ignazio Cassis e Marco Romano che al termine della cerimonia hanno ribadito ai giovani neo-diplomati presenti quanto sia importante essere propositivi nel

Una bella foto con i giovani talentuosi che si sono distinti. Da sin. (davanti): M. Prevostini, I. Cassis, M. Gianelli Bertino, M. Romano, A. Riccio, M. Genini, A. Wahed Mehran, A. Pellascio, M. Shehata, M. Spaggiari, J. Bachmann, C. Carpinelli. Da sin. (dietro): T. Bartesaghi, F. Engeli

mondo del lavoro e quanto il futuro sia nelle loro mani. Pure presenti diversi partner del premio, che con il loro prezioso contributo hanno permesso di proporre questo evento che negli anni è sempre più apprezzato dai giovani neodiplomati. Altri premi sono stati consegnati da parte della E4tech PREMIO SWISSENGINEERING TICINO: I VINCITORI software SA, Europrodotti Marino Bernasconi SA, VSI-ASAI Scuole Professionali associazione svizzera architetvincitore maturità professionale tecnica Andrea Riccio meritevole di segnalazione maturità professionale tecnica Elisa Bizzozero ti d’interni regione Svizzera italiana, Electrosuisse e FulhaSUPSI Dipartimento ambiente costruzioni e design vincitrice architettura d’interni Martina Genini ber Minimotor SA. meritevole di segnalazione ingegneria civile Federico Malisia A contendersi il riconoscimenSUPSI Dipartimento tecnologie innovative to, assegnato sulla base del vincitore ingegneria gestionale Andrea Pellascio lavoro di diploma e di un’aumeritevole di segnalazione ingegneria informatica Manlio Vaccalluzzo dizione davanti ad una giuUSI Facoltà di scienze informatiche BACHELOR ria composta da sette esperti, vincitore informatica Abdul Wahed Mehran sono stati 35 neodiplomati delUSI Facoltà di scienze informatiche MASTER la Scuola Professionale, della vincitore informatica Mina Shehata meritevole di segnalazione nformatica Haidar Osman SUPSI e dell’USI. PREMIO LESOSAI (E4tech software SA) vincitore

architettura

Jonas Bachmann

PREMIO LA TETTOIA (Europrodotti Marino Bernasconi SA) vincitore

ingegneria civile

Nathan Schüler

PREMIO VSI.ASAI (Associazione svizzera architetti d’interni regione Svizzera italiana) vincitrice

architettura d’interni

Claudia Carpinelli

PREMIO ELECTROSUISSE vincitore

ingegneria elettronica

Paolo Cunzolo

PREMIO FAULHABER MINIMOTOR (Faulhaber Minimotor SA) vincitore

ingegneria meccanica

Marco Spaggiari

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E un arrivederci al 2015!

Swiss Engineering ATS Sezione Ticino CP 24 - 6952 Canobbio ats@swissengineering-ti.ch www.swissengineering-ti.ch


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Mi sento sicuro… Non mi sento sicuro…

MI SENTO SICURO! di Lorenza Bernasconi, Marketing Manager Gruppo Sicurezza SA

Parlare

oggi di sicurezza sta diventando una tendenza: quotidianamente i media dedicano ampi spazi ad eventi, prodotti e vicissitudini; si parla di prigioni sovraffollate, di effettivi di polizia mai sufficienti a gestire in modo appropriato la delinquenza e il territorio, senza considerare i costanti furti perpetrati a danni di privati. L’aumento del benessere, un maggiore sbilanciamento delle fasce di reddito e una situazione internazionale che ha delineato poche isole economicamente felici, fanno della Svizzera la Nazione che registra il tasso di furti più alto rispetto alle nazioni confinanti. Percorrendo i media, constatiamo opinioni divergenti in merito alla sicurezza: nonostante si parli dell’era del Grande Fratello, c’è chi sostiene che il proliferare di videocamere ad ogni angolo di strada non sia la soluzione, interrogandosi se tale scelta abbia concretamente generato una maggiore sicurezza. Considerando le recenti vicissitudini in merito a furti perpetrati ai danni di gioiellerie, i sistemi di videosorveglianza hanno tuttavia permesso di identificare in modo oggettivo gli attori di tali rapine, assegnando loro dei connotati e dei nomi che hanno consentito alla polizia di effettuare ricerche mirate sul territorio. Un fatto certo è che la sicurezza è al servizio delle esigenze della società, con sistemi di controllo video destinati ad offrire una maggiore protezione perché basati sulla prevenzione: basti pensare a Satel Eye, un servizio nato da richieste di gestori di centri commerciali, gioiellerie, distributori di benzina, uffici cambi, che in caso di necessità o a titolo preventivo, innesca uno sguardo amico, professionale ed efficiente. Satel Eye è un esclusivo servizio di videosorveglianza destinato alla sicurezza del personale e della clientela durante la giornata lavorativa. Come funziona? In condizione di pericolo o non appena sorge l’ombra di un sospetto, il personale innesca un videoallarme silenzioso trasmesso alla Centrale Operativa 24h/24h. Procurato l’allarme, quest’ultima verifica la situazione in tempo reale e,

nell’eventualità di un atto criminoso in atto, allerta la polizia per organizzare un intervento rapido e sicuro. Nasce dunque un servizio atto a garantire una persistente connessione alla Centrale Operativa; le immagini sono gestite in modo confidenziale e solo in situazione di anomalia. Questo è l’esempio di come la sicurezza si adatta alle esigenze dell’utenza, a beneficio della più elevata professionalità. Satel Eye è modulabile secondo le necessità, la vastità degli spazi da proteggere ed il concetto di sicurezza che si attua con l’utente. È garante di una connessione video con il luogo da proteggere. La videosorveglianza si conferma in servizio preventivo che segue il Cliente 24h/24h con una gestione proattiva dei segnali video indirizzati alla Centrale Operativa. Un abbonamento mensile non più oneroso di un caffè al giorno è la nostra risposta. La soddisfazione di Satel Eye è appurata da confortanti testimonianze dell’utenza che, certa di non dover più preoccuparsi della sua sicurezza, ha la certezza di Sentirsi Sicuri. Gruppo Sicurezza SA Via Cantonale 20 6942 Savosa Tel. +41 91 935 90 50 Fax +41 91 935 90 59 info@grupposicurezza.ch www.grupposicurezza.ch Ticino Business | 41


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AdWise Capital Managers: un metodo proposto da chi vuol essere saggio consigliere

La gestione dei ritorni è impossibile, la gestione del rischio è illusoria, il processo è l’unica variabile sulla quale si può agire per generare valore nel lungo termine

Questo

è il riassunto del pensiero di AdWise Capital Managers, una società che racchiude già nel nome l’essenza della propria missione, essere Wise Advisor, ossia saggio consigliere dei propri clienti. Un metodo, quello creato da Gabriele Rossi e Alberto Conca, che sfocia nella creazione di una società detentrice del suddetto metodo e che si propone quale partner per banche, wealth managers e family offices. Gabriele Rossi, dopo una laurea in Economia e Legislazione per l’impresa alla Bocconi di Milano, matura diverse esperienze tra l’Italia e Budapest, in importanti società come PriceWaerhouseCoopers, Vodafone, Mediobanca, ExanePNPParibas, quale analista finanziario e Responsabile dell’ufficio di ricerca. Dal 2008 si trasferisce a Lugano dove crea con Alberto Conca AdWise Capital Managers. Alberto Conca, prima di approdare a Lugano e iniziare l’attività societaria ticinese, si laurea in Economia e Commercio a Pavia, si trasferisce negli USA dove lavora per ARA Portfolio Management. Rientrato a Milano lavora focalizzandosi sul mercato statunitesnse per Gestielle dove diventa responsabile azionario e Kairos Partners, nonché dal 2005 al 2007 per Pioneer Global Long short Equity.

Alberto Conca

Due profili importanti per una società che in pochi anni è cresciuta e si è consolidata. Un metodo, quello proposto che porta frutti a tutti i suoi clienti. Multidisciplinarietà e dialogo con il cliente Un approccio basato sul dialogo e sulla multidisci-

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Gabriele Rossi

plinarietà. Il dialogo costante con il cliente consente di capirne le esigenze al fine di ottimizzare i ritorni, sulla base della volatilità e del rischio accettato. La multidisciplinarità permette di ridurre il rischio. La multidisciplinarietà utilizzata si fonda su analisi diverse in ambito macroeconomico, microeconomico, aziendale e statistico-quantitativo le quali vengono messe a disposizione del cliente tramite modelli proprietari di screening, analisi e market timing. Tali modelli intendono essere strumento di supporto per il cliente istituzionale che deve stabilire l’allocazione del proprio portafoglio. Un occhio al prossimo trimestre e uno al prossimo quarto di secolo La creazione di valore nel lungo termine è uno degli atout che AdWise persegue, elemento caratterizzante del metodo creato. AdWise ci tiene a ribadire sempre ai propri clienti l’importanza di investire in società e non solo in titoli, stressando l’importanza di avere una buona analisi fondamentale. Società ben posizionate nel mercato di riferimento, capaci di realizzare crescita ed alta conversione di cassa sono le uniche in grado di superare una prima selezione delle società investibili. Seguono poi altre tappe


La multidisciplinarietà utilizzata si fonda su analisi diverse in ambito macroeconomico, microeconomico, aziendale e statisticoquantitativo le quali vengono messe a disposizione del cliente tramite modelli proprietari di screening, analisi e market timing

© Sam.C- Shutterstock

nello screening, tra cui un esame del contesto macroeconomico, settoriale, dei modelli di business, dei bilanci e prospettive finanziarie e infine della valutazione. In questo modo vengono individuati i diversi titoli che saranno conformi al metodo AdWise. Il modello di market timing usato “The Stig” (modello proprietario di AdWise Capital Managers), che permette di gestire attivamente l’esposizione al mercato, si compone di indicatori di analisi tecnica, indicatori di domanda/offerta (basato su volumi), indicatori statistici-distribuzioni nel tempo, e di un concetto di mean reversion. “AdWiseLINE” invece è un modello proprietario di market timing basato sul concetto di “partecipazione” e prevede la verifica dell’ampiezza o breadth del mercato, della domanda

e dell’offerta (basata su volumi), e della “persistenza” e “momentum” in un trend. Alcuni modelli e analisi sono anche fruibili dal sito www.adwise-capital.com.

Persona di contatto: AdWise Capital Managers SA Via Trevano 2 A 6900 Lugano Tel. +41 91 910 78 60 Fax +41 91 921 36 01 team@adwise-capital.com www.adwise-capital.com Ticino Business | 43


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EVENTOPOLIS FEDELE AL TERRITORIO Per la storica agenzia ticinese l’evento di successo si costruisce nel territorio, per il territorio

Eventopolis

si occupa di organizzazione di eventi aziendali e istituzionali dalla sua fondazione nel 2005. La cura del cliente è stata da subito il filo conduttore del lavoro. Ogni evento è diverso, perché ogni cliente è diverso. Questa filosofia è la chiave di volta del successo dell’agenzia. “Abbiamo deciso di fare un bilancio” ha dichiarato Clarissa Iseppi, partner dell’agenzia “e ci siamo accorti che oltre l’85% dei nostri clienti lavora con noi da più di cinque anni. Ciò significa che il vero valore sul quale abbiamo costruito il nostro successo è la fedeltà”. Naturalmente non è tutto così facile. Fedeltà significa impegno costante e ricerca continua dell’eccellenza. “Abbiamo pensato una formula che spieghi il nostro approccio” aggiunge Clarissa Iseppi “e, scomodando Einstein, siamo giunti a F=mC3. Mi spiego: per noi la fedeltà del cliente è data da un mix sapiente di quattro elementi. Prima di tutto il marketing, perché l’evento deve essere sempre considerato uno strumento di sostegno al marketing aziendale. Poi il Costo, inteso come gestione ottimizzata degli investimenti dell’azienda; la Competitività, che significa offrire i migliori prodotti e servizi a un prezzo concorrenziale; la Creatività, uno dei fiori all’occhiello dell’agenzia, che rende ogni evento memorabile”. Ma c’è una caratteristica che ancora di più dà conto del valore di Eventopolis: il forte radicamento nel territorio ticinese. Fin dalla sua fondazione nel 2005, Eventopolis ha costruito il proprio business

a stretto contatto con la realtà ticinese. Organizzare un evento aziendale significa lavorare in forte sintonia con il locale. Conoscere gli spazi offerti dalla regione, capire le esigenze degli interlocutori, anticipare le difficoltà. “La nostra è un’agenzia ticinese a tutto tondo” spiega Iseppi “sia internamente che esternamente. Mi spiego meglio. Da un lato, il nostro personale e la nostra stessa visione sono fortemente radicati alla cultura e al background del territorio. Come dire: parliamo la stessa lingua dei nostri committenti. Dall’altro, la rete di partner e collaboratori con i quali abbiamo costruito il nostro successo e che ci assistono nell’offrire ai clienti servizi di eccellenza, sono anch’essi attori di spicco dell’economia regionale”. La stessa ubicazione in Lugano della logistica, in primis i magazzini che ospitano i materiali da noleggio e allestimento, sono parte della garanzia che l’agenzia offre ai propri clienti in termini di presenza e tempestività di reazione di fronte a qualsiasi esigenza. “In sintesi” conclude Clarissa Iseppi “ogni nostro evento nasce, cresce e si sviluppa nella cultura ticinese ma con una professionalità internazionale”. EVENTOPOLIS SA Via Peri 17 6900 Lugano Tel. +41 91 971 46 57 info@eventopolis.ch www.eventopolis.ch

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La sostenibilità di PAMP:

impegno internazionale e cura della realtà locale Con la presentazione del Bilancio di Sostenibilità 2013, PAMP SA rinnova l’appuntamento per la condivisione del proprio impegno e dei risultati in ambito di sviluppo sostenibile: scelta dei fornitori orientata al sostegno del tessuto economico locale, incremento delle ore di formazione per il personale, investimenti mirati per la tutela dell’ambiente, indicatori aziendali e livello dei contributi alla collettività stabili

Si

è tenuta martedì 18 marzo presso il Centro Studi Bancari di Vezia la presentazione del quarto Bilancio di Sostenibilità di PAMP SA. Una scelta simbolica del luogo, da parte della raffineria di Castel San Pietro che, comprendendo l’importanza sempre maggiore attribuita dall’intero mondo bancario e finanziario alla gestione responsabile della filiera dei metalli preziosi, si configura come un punto di riferimento in materia per l’intero settore. Una scelta simbolica anche quella dell’ospite dell’evento, Stewart Murray, già CEO della London Bullion Market Association (LBMA) e ora attivo in qualità di consulente all’interno della stessa Associazione, che ha offerto un interessante approfondimento sul ruolo che la LBMA ha nella regolamentazione del mercato dell’oro. A partire dal 2000, l’Associazione è diventata sempre più internazionale ed ha abbracciato un numero crescente di membri, acquisendo un peso determinante nel disciplinamento delle pratiche e dell’intero sistema del settore. Proprio in quest’ottica il Signor Murray ha posto l’accento sull’importanza della Responsible Gold Guidance, la raccolta delle linee guida finalizzate a garantire la sostenibilità della filiera dei metalli preziosi, alla cui redazione PAMP ha contribuito mettendo al servizio

della causa le proprie competenze tecniche e l’approfondita conoscenza del campo.

Il Signor Murray ha posto l’accento sull’importanza della Responsible Gold Guidance, la raccolta delle linee guida finalizzate a garantire la sostenibilità della filiera dei metalli preziosi, alla cui redazione PAMP ha contribuito mettendo al servizio della causa le proprie competenze tecniche e l’approfondita conoscenza del campo

La Responsible Gold Guidance è tuttavia solo un esempio dell’impegno che l’azienda profonde in ambito di sviluppo responsabile, come è stato evidenziato nel corso della presentazione del Bilancio di Sostenibilità. Un Bilancio che testimonia come PAMP sia in grado di rivolgersi ad un pubblico estremamente ampio ed eterogeneo, mondiale e locale, composto di organizzazioni internazionali, associazioni locali e singoli individui, sempre con la medesima attenzione e cura. Un Bilancio che dimostra come consideri importanti le esigenze di ciascuno dei suoi portatori di interesse, che si tratti di tutela dei diritti umani o delle necessità dei cittadini del comune in cui opera. Un Bilancio che mette in luce una volontà genuina di aprirsi ed ascoltare, informare e condividere.

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Un Bilancio che mette in luce una volontà genuina di aprirsi ed ascoltare, informare e condividere

LONDON BULLION MARKET ASSOCIATION (LBMA): Associazione internazionale di settore che rappresenta il mercato dell’oro e dell’argento. Con sede a Londra, raggruppa membri su scala globale, tra cui la maggior parte delle banche centrali che possiedono oro, investitori del settore privato, compagnie minerarie, produttori e raffinerie. Ha un ruolo di supervisione e regolamentazione dell’intero mercato dell’oro e dell’argento.

Oltre alla costante attenzione nella scelta dei fornitori, orientata al sostegno del tessuto economico locale ed alla minimizzazione dell’impatto ambientale degli spostamenti, tra i principali risultati dell’esercizio si annoverano una grande crescita delle ore di formazione sia interna che esterna per il personale a tutti i livelli e importanti investimenti in materia di tutela dell’ambiente. Grazie ad un nuovo impianto di osmosi inversa PAMP è in grado di prelevare quasi il 60% dell’acqua che utilizza dal pozzo privato, diminuendo quindi il prelievo dall’acquedotto comunale; altri interventi sono stati effettuati per ridurre al minimo le emissioni in atmosfera, nonostante anche nell’ultimo anno si siano ridotte, e regolarmente si assestino ben al di sotto della soglia stabilita dall’Ordinanza contro l’inquinamento atmosferico (OIAt). Questi ed altri investimenti (ad esempio volti a migliorare la funzionalità degli spazi all’interno dell’azienda) hanno caratterizzato l’esercizio in questione, nel corso del quale PAMP, oltre ad aver rinnovato il suo sostegno alle realtà locali, ha contribuito al potenziamento dell’acquedotto di Balerna, al fine di garantire a tutte le zone del comune di Castel San Pietro l’approvvigionamento di acqua anche nei periodi di maggiore siccità. Per ulteriori informazioni: PAMP SA Signor Fiorenzo Arbini Tel. +41 91 695 04 50 fiorenzo.arbini@pamp.com www.pamp.com

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Il lavoro del futuro di Emanuela Capra, Direttrice Luisoni Consulenze SA

Sempre

più economie mondiali lamentano una crescente carenza di risorse qualificate e in un contesto di profondi cambiamenti il mercato del lavoro offre nuove opportunità per chi sa cogliere i segnali anticipati delle future competenze. Da qui la necessità, divenuta impellente per Governi ed aziende, di lavorare fianco a fianco, cercando di soddisfare le esigenze delle imprese ma anche gli obiettivi occupazionali. Premesso che non ci sono soluzioni magiche, è comunque utile applicare principi base poiché la presenza di persone competenti è fondamentale per ogni organizzazione di successo e trovare la persona “mirata” per una determinata posizione lavorativa può rappresentare per le imprese un’occasione di radicale ammodernamento. La chiave per affrontare la mancanza di specializzazioni e competenze sta nelle politiche per l’occupazione e nei programmi educativi e didattici. Pochi Paesi hanno sistemi educativi che forniscono le competenze e le specializzazioni necessarie che le aziende e il mondo del lavoro richiedono. Il problema della mancanza di corrispondenza tra specializzazioni disponibili e richiesta delle aziende affligge diversi continenti. La situazione sembra migliore su alcuni mercati rispetto ad altri, ma l’azione del governo e della comunità imprenditoriale è indispensabile per affrontarne la carenza. Il mercato del lavoro specializzato deve poter operare con maggiore flessibilità, allineando l’istruzione e i servizi preposti all’educazione alle esigenze economiche. In questo modo verrà garantito il più alto numero possibile di lavoratori qualificati nelle generazioni che prenderanno parte al mercato del lavoro. Ma su quali settori allora conviene puntare? In ambito bancario e finanziario, andranno per la maggiore posizioni di Risk Manager , Legal & Compliance, Revisori, Controller e quelle tradizionalmente legate alla consulenza specializzata nel settore crediti e finanziaria e del Wealth Management.

In ambito “scientifico”, la ricerca e le scoperte tecnologiche, le nanotecnologie aprono molteplici possibilità nel settore medico, meccanico e della comunicazione (ingegneri R&D in nanotecnologie, bio farmaceutici, ecc.).

Lavori “ecologici” ed eco-compatibili. Da anni ormai l’ecologia ha lasciato il suo posto di nicchia per imporsi in tutti i comparti industriali-produttivi, quindi ingegneri ambientali, termici, eco-tossicologi (chi studia la tossicità dei prodotti e ne controlla l’impatto sull’ambiente valutandone la biodegradabilità). Informatici, analisti (in grado i rielaborare enormi quantità di dati e informazioni quasi in tempo reale). Aumento della domanda di IT Project Manager e di Business Analysts, entrambi ruoli principe nella rielaborazione e nell’analisi dei dati. Sviluppo software, il boom di tablet e smartphones ha stimolato la richiesta di professionisti con competenze nello sviluppo di software per piattaforme mobili, in particolare in ambito HTML5 e CSS3. Ad ogni nuovo ruolo professionale sarà importante integrare i seguenti skills: • Competenze linguistiche: oltre alla lingua materna è indispensabile la conoscenza almeno della lingua inglese • Flessibilità agli spostamenti: il mondo è ormai globalizzato ed oggi le lunghe distanze sono facilmente raggiungibili sia in termini di costi che di tempo. Abituarsi ad eventuali “trasferte” in altri Paesi per brevi o lunghi periodi, diventerà la prassi per molte posizioni lavorative • Attitudine all’apprendimento: la globalizzazione, l’evoluzione tecnologica e del mercato impone ai dipendenti una costante predisposizione ad apprendere nuove competenze. • Competenze organizzative: ordine e disciplina, sempre più aziende sono alla ricerca di professionisti che sappiano pianificare al meglio la propria giornata lavorativa. Date le attuali condizioni economiche globali, le compagnie mirano ad avere un organico perfettamente organizzato e preciso, così da massimizzare i risultati ed evitare inutili sprechi di tempo e risorse Luisoni Consulenze SA Via Balestra 9, 6900 Lugano Tel. +41 91 911 30 00, Fax +41 91 923 55 43 www.luisoni.ch Ticino Business | 47


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Monte San Salvatore: un inizio stagione promettente

Le

panoramiche rosse del San Salvatore hanno da poco ripreso la loro normale attività, come accade ininterrottamente da 124 stagioni. Per l’occasione, sabato 15 e domenica 16 marzo, oltre 600 persone si sono recate in vetta e hanno usufruito della speciale offerta confezionata per la ricorrenza, composta da risalita in funicolare e pranzo a base di raclette “a volontà”. Aiutati anche dalla meteo si è così potuto dar vita a un’apertura stagionale di tutto rispetto. L’attività dello storico impianto che accompagna i turisti in vetta al Pan di Zucchero della Svizzera è ormai in pieno fervore e già da diverse settimane anche gli eventi aziendali e privati si susseguono con un ritmo incalzante. Del centinaio di banchetti ed incontri organizzati durante la passata stagione, una buona percentuale ha già voluto riconfermare la propria presenza, sicuri di trovare la cordialità e la professionalità che già aveva contraddistinto l’operato dello scorso anno. Grazie all’ottima qualità della cucina proposta dall’affiatato team del Ristorante Vetta, anche durante questa stagione gli ospiti della Funicolare San Salvatore potranno assaporare piatti di ottima caratura in un ambiente esclusivo con un servizio al tavolo curato.

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Privilegiate per la loro collocazione paesaggistica, tecnologicamente all’avanguardia, le sale multiuso presenti al piano superiore del Ristorante Vetta sono in grado di accogliere, in spazi diversi, da 6 a 100 persone per incontri, seminari, conferenze, workshop, riunioni VIP e assemblee. Modulabile a piacimento, l’infrastruttura è dotata di tutti i supporti tecnologici necessari a soddisfare ogni genere di esigenza. Al secondo piano si trova la sala San Salvatore, uno spazio mansardato per colloqui di lavoro improntati alla discrezione. Con la partenza situata a Paradiso a 10 minuti dal centro città, perfettamente allacciata alle più svariate vie di comunicazione – autostrada, Lugano Airport, ferrovia FFS – la funicolare offre pratici parcheggi auto e uno per torpedoni (su prenotazione). La destinazione del San Salvatore emerge per completezza, varietà dei servizi e qualità dell’offerta. Con il suo ristorante, con capienza massima fino a 100/150 persone (al coperto), dotato di terrazza e veranda panoramiche, il Ristorante Vetta abbina idealmente i piaceri della gastronomia a intervalli di svago in una cornice unica. La professionalità e la cordialità della gestione, con soluzioni su misura e proposte forfetarie indirizzate alla clientela, comunicano tutto il piacere di sentirsi accolti in un luogo pregiato di esclusiva bellezza, a portata di mano. In particolare l’offerta combinata risalita e piatto del giorno a soli 30 franchi, riscuote da svariate stagioni un ottimo successo. Diverse le novità di quest’anno, a partire dal nuovo


logo creato per il Ristorante Vetta San Salvatore che dona un’identità propria e restituisce il senso di cura ed esclusività del ritrovo, oltre a una nuova carta menu, così come una rinnovata strategia di aperture serali estive. La Direzione della Funicolare, di comune accordo con il Ristorante Vetta, ha approntato un nuovo piano di aperture prolungate. A partire da venerdì 23 e sabato 24 maggio, infatti, l’intero esercizio rimarrà in funzione fino alle 23.00 durante i week end, così da permettere agli ospiti di godersi le calde serate estive, per un periodo prolungato nell’anno. L’intera struttura sarà inoltre in funzione tutti i giorni fino alle 23.00 tra il 18 luglio e il 16 agosto, per poi ritornare al regime di due serate prolungate a settimana (venerdì e sabato) durante il

restante mese di agosto e fino al fine settimana di venerdì 19 e sabato 20 settembre. La pubblicazione di un nuovo ed efficace prospetto aziendale e la cura del sito Internet, nuovo e aggiornato, permettono all’utente di essere costantemente informato. I prossimi appuntamenti in vetta riguarderanno le festività pasquali e saranno sottolineati con un menu d’eccezione a quattro portate, durante le giornate di Pasqua e Pasquetta (domenica 20 e lunedì 21 aprile), con la premiata formula risalita e pranzo compresi. La tradizionale Festa del Monte che, come di consueto, coincide con la festa dell’Ascensione il 29 maggio p. v., sarà festeggiata nella chiesetta in cima al monte dall’Arciconfraternita della Buona Morte e Orazione, con la tradizionale cerimonia religiosa. Durante questa giornata gli ospiti che soggiornano negli alberghi di Paradiso godranno della risalita gratuita (prevista pure per la giornata di domenica 10 agosto 2014). La collaborazione con il Municipio di Paradiso prevede il rilascio ai residenti nel comune, così come ai membri di associazioni e ai dipendenti di ditte con sede sociale sul territorio comunale, della ParadisoCARD. Lo scorso anno, grazie a questo accordo, oltre 4000 residenti nel comune hanno potuto recarsi gratuitamente in vetta al monte e godere del magnifico panorama e delle attività proposte. La Funicolare San Salvatore nel 2014 si presenta al pubblico con l’entusiasmo e la dinamicità che da sempre contraddistinguono l’operare della Società. Volentieri la Direzione è a disposizione per ulteriori informazioni e prenotazioni al numero di telefono +41 91 985 28 28 o per e-mail all’indirizzo info@montesansalvatore.ch.

Funicolare Lugano-Paradiso Monte San Salvatore SA CP 442 6902 Lugano-Paradiso Tel.+41 91 985 28 28 www.montesansalvatore.ch info@montesansalvatore.ch

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Management sanitario, prevenzione e benessere. Helsana è tutto questo e molto altro ancora per le PMI di Lisa Pantini

Un

profilo particolare che mette in luce quanto Helsana Assicurazioni SA non è solo conosciuta quale cassa malati, leader in Svizzera ma come possa affiancare le aziende ed offrire loro servizi all’avanguardia per la prevenzione, la gestione del personale e il benessere di quello che oggi è il capitale di cui fare più tesoro per le società che operano sulla piazza economica ticinese, svizzera e non solo: i dipendenti. Un ritratto che tracceremo cerIl rapporto che si crea cando di delineare una descrizione, andando oltre alle spiegatra le due entità va zioni dei servizi, ma presentando oltre e non si limita globalmente un’azienda che si certo al mero contatto mette in gioco e che cresce, lavora e si sviluppa con le società che in caso, purtroppo, si affidano alle sue consulenze e servizi. Un punto di riferimento. di bisogno. Helsana L’attività aziendale di Helsana vuole essere parte Assicurazioni SA si delinea bene perché il cliente, una ditta, non integrante della stipula solo una polizza assicucrescita e dello rativa. Il rapporto che si crea sviluppo del successo tra le due entità va oltre e non si limita certo al mero contatto dei suoi clienti in caso, purtroppo, di bisogno. Helsana vuole essere parte integrante della crescita e dello sviluppo del successo dei suoi clienti. Con uno spirito propositivo e pragmatico, affiancando le imprese per un’assistenza globale. In oltre un secolo di vita troviamo successi, storie scritte, cambiamenti, progressi. In Ticino oggi le società che si affidano ad Helsana sono molteplici, piccole e grandi imprese. Una comunicazione più aperta, “l’umanizzazione” del rapporto lavorativo tra dipendente e datore di lavoro, la creazione di un terreno neutro nel quale derimere eventuali problematiche di gestione del personale, con la creazione di indubbi benefici per l’azienda, a cominciare da un rapporto di lavoro più sano, minori incidenze sui costi e sulle assenze,

una fidelizzazione dei collaboratori, più motivati e sereni. Maggiore produttività e partecipazione alla vita dell’impresa stessa. Risultati non di poco conto, considerando che oggi più che mai le risorse umane, i dipendenti di un’azienda, sono il bene più prezioso sul quale investire per una crescita profittevole della ditta stessa. Il management sanitario è questo per Helsana. Azioni volte a promuovere il benessere aziendale andando a lavorare su azioni di prevenzione, con colloqui di gestione e come punto di riferimento sopra le parti per la salute delle imprese. Certo, non è semplice capire come agisce un assicuratore entrando in azienda, in un contesto delicato e intimo come quello della prevenzione sanitaria. Spesso ci si trova confrontati con sensibilità personali, situazioni complesse e profonde, sia per la persona che le vive, sia per i colleghi, superiori o sottoposti che hanno direttamente a che fare con un comportamento diverso che nasce da un disagio interno. Grazie alla professionalità di Helsana, con una serie di colloqui, si cerca di risolvere il problema creatosi, e molto frequentemente queste situazioni arrivano ad un happy end.

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Facile descrivere però in un articolo con delle belle parole delle condizioni momentanee. Abbiamo pensato di proporvi un paio di case studies reali. Ovviamente i nomi sono stati modificati per questioni di riservatezza. • Filippo lavorava in una ditta di impianti elettrici da alcuni anni. Recentemente era stato promosso responsabile del suo team. La relativa responsabilità derivante dalla nuova funzione gli procurava ansia e tensione. Dormiva molto male e si assentava dal lavoro. Il suo rendimento era nettamente calato e ad un certo punto la Direzione della ditta lo convocò per un colloquio dopo l’ennesima assenza. Durante il colloquio Filippo ammise che le sue ripetute assenze ed il calo di rendimento erano dovuti alla promozione e formulò la richiesta di rinunciare alla carica. La Direzione decise di attuare la richiesta di Filippo, che si rasserenò e riprese la sua attività professionale con soddisfazione di tutte le parti coinvolte. • Antonella era una dipendente di un istituto di cura che negli ultimi tempi aveva avuto un netto calo di rendimento sul posto di lavoro sommato a continue assenze. Ad un certo punto la Direzione aveva preso in considerazione anche l’opportunità di interrompere il rapporto di lavoro. Grazie ai colloqui intrapresi grazie ad Helsana, si è appurato che Antonella viveva un forte disagio a casa: era vittima di violenze domestiche. La Direzione è intervenuta aiutando la dipendente e salvandone il posto di lavoro.

Da sin.: Egidio Fumasoli (Broker center); Vincenzo Lo Russo (Consulente Aziendale); Tiziano De Monaco (Consulente Aziendale); Gambarini Mario (Agente generale AG Lugano); Bortoletto Carlo (Responsabile vendita Aziende Sottoceneri)

Nuove collaborazioni e consolidamento di partnership Le collaborazioni per Helsana non mancano di certo. Un’azienda dinamica che si muove e cresce con i propri clienti, abbiamo detto. Si è recentemente consolidata la partnership con l’Ufficio Invalidità, che vede consulenze mirate alle imprese nell’ambito della prevenzione e della presentazione delle misure possibili da mettere in atto. Nuovi sostegni e dialoghi anche con altri primari interlocutori: con l’Ordine dei medici per un’entrata in materia sui certificati medici, sulla conoscenza di tutto quanto c’è da sapere (a livello legale, aziendale e medico) su questo strumento di cui spesso si parla, forse si abusa, certamente si usa.

Solo due esempi che dimostrano come il dialogo e il management sanitario possano davvero essere un fattivo supporto per le imprese. Una serie di pacchetti “business” che sono studiati per le necessità aziendali, dall’assicurazione d’indennità giornaliera malattia, a quella contro gli infortuni, fino a quella collettiva di cura medica. Da non dimenticare la previdenza professionale, in partenariato con Helvetia e Swiss Life le aziende assicurate presso Helsana, ricevono in modo completo ed esauriente da un unico interlocutore tutte le prestazioni in ambito assicurativo. Il ventaglio di servizi che potete trovare presso Helsana è davvero completo.

Per maggiori informazioni: Helsana Assicurazioni SA Agenzia Generale Sottoceneri Via Luigi Lavizzari 17 6900 Lugano Tel. +41 43 340 17 64 ag-lugano.aziende@helsana.ch www.helsana.ch Ticino Business | 51


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Alfredo Polti SA

premiata alla Giardina di Zurigo

Con

il progetto “Una sensazione di Eternità”, l’azienda Alfredo Polti SA Gneiss Calanca di Arvigo, in collaborazione con la ditta Egli Grün garten design raum di Sirnach, ha ottenuto il premio GiardinaAWARD ARGENTO nella categoria Sonderschau Garten (Giardino modello) alla Giardina di Zurigo, la più grande esposizione europea di giardinaggio indoor. Questo brillante risultato premia l’originalità nell’impiego dello Gneiss Calanca per la realizzazione di giardini esclusivi. Alfredo Polti SA Gneiss Calanca Industria del granito 6543 Arvigo (GR) Tel. +41 91 827 24 42 Fax +41 91 827 10 19 info@alfredopolti.ch www.alfredopolti.ch

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Innovare dal Ticino in tempo di crisi Nell’

odierno clima di crisi e sfiducia, non capita spesso di sentire della nascita di una nuova impresa produttiva, e tanto meno del lancio di un prodotto innovativo. Capita ancor meno di sentire che la nascita di una nuova impresa produttiva artefice del lancio di un prodotto innovativo avvenga in Svizzera. Ancor più raro è sentire che tutto questo possa avvenire in Ticino. PROTOTIS GMBH è tutto questo. Una start-up mossa dall’ingegno e dal coraggio di un imprenditore quarantenne, che ha saputo porre in essere una strategia di differenziazione profonda, in un ambito estremamente competitivo, qual è quello della produzione di articoli per lo sport, sviluppando il proprio progetto in totale autonomia. Il disegno strategico alla base di questa start-up è semplice, quanto radicale: introdurre sul mercato un prodotto inesistente, partendo dall’assunto che un prodotto davvero innovativo è quello che ancora non esiste sul mercato, e che il marketing deve “saperselo fare” il prodotto stesso, incorporando le sue caratteristiche distintive, perché i tempi degli slogan ad effetto a sostegno di prodotti banali sono finiti da un pezzo. La start-up ticinese ha quindi concepito, realizzato e protetto un prodotto finora inesistente, costruendosi un brand accattivante e un’immagine internazionale (basti pensare che il suo brand registrato è stato trasformato in dominio registrato in tutti i maggiori mercati mondiali). E la cosa che fa ancora più piacere è che questa neonata impresa ticinese stia realizzando questa sua strategia coinvolgendo una filiera autoctona, rappresentata da fornitori e terzisti tutti ticinesi. Il prodotto di lancio sfornato da PROTOTIS è rivolto al mondo del ciclismo amatoriale (per tutti coloro che inforcano la bici per puro diletto, come mezzo di allenamento, di socializzazione o di scoperta del territorio), un’arena difficile che vede una lotta all’ultimo sangue da parte di molte imprese industriali asiatiche e occidentali. Quello stesso mondo che oggi, nei negozi, si vede costretto ad acquistare prodotti concepiti per l’agonista, senza esserlo. Il prodotto di PROTOTIS è stato qualificato, in gergo tecnico internazionale, come Gluteal Sit Station: si tratta in buona sostanza di un sellino innovativo (Tavola gluteo, volendo osservare una traduzione corretta) che consente di salvaguardare il pavimento pelvico

ed il triangolo perineale dai potenziali effetti nocivi prodotti da tutti sellini convenzionali (i soli oggi in commercio), quelli che osservano le norme dettate dall’Unione Ciclistica Internazionale per l’agonismo: asse di seduta orizzontale e becco anteriore. Le stesse caratteristiche che rendono i sellini odierni scomodi e che scoraggiano molte persone dal praticare un’attività altrimenti salutare e meravigliosa. Le caratteristiche del prodotto sono molto diverse da quelle del sellino convenzionale, e lo rendono davvero unico nel suo genere. Utilizzare una Tavola gluteo rivoluziona letteralmente il modo in cui un ciclista dilettante concepisce il suo sport, proprio per l’assoluto livello di comfort. Provare per credere. PROTOTIS continuerà a sviluppare le proprie capacità di Project Management e a gestire le incognite tipiche del futuro, perché sviluppare significa appunto saper gestire le incognite del futuro. In questo caso il merito dell’iniziativa è addirittura triplice: provenienza ticinese, aspetti salutistici, capacità di anticipare il mercato. Non è vero che la crisi fa annichilire qualsiasi cosa, eccone una dimostrazione concreta. Il primo testimonial dell’efficacia del prodotto è Marc Girardelli, lo sciatore austriaco più titolato di tutti i tempi, vincitore di ben 5 Coppe del Mondo. Sarebbe bello se altri sportivi, magari ticinesi, potessero e volessero unire la loro voce a quella di PROTOTIS, ad ulteriore dimostrazione di un Ticino competitivo e forte, il Ticino del futuro. PROTOTIS GMBH CP 2630 6830 Chiasso info@prototis.com www.prototis.com www.facebook.com/prototis Ticino Business | 53


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CORPORATE REMOVAL & RELOCATION:

il cambiamento con naturalezza Da Gondrand, leader mondiale nei trasporti e nella logistica contrattuale, un nuovo servizio pensato da chi lavora in azienda per chi lavora in azienda

Il

Gruppo svizzero Gondrand è un fornitore globale di soluzioni logistiche e trasporti in tutto il mondo. Con oltre 70 uffici e 1’000 dipendenti, è leader nel settore dei trasporti terrestri, aerei, marittimi e speciali, come pure della logistica contrattuale. Gondrand offre ai propri clienti servizi di trasporto e logistica eccellenti e affidabili. La filiale del Ticino, con sede a Chiasso e diretta da Oreste Iocchi, ha messo a punto un nuovo servizio che integra il tradizionale trasloco con l’attenzione all’inserimento del cliente nella nuova realtà di vita e lavorativa.

Il trasferimento di un collaboratore, sia esso un manager o un dipendente, è prima di tutto un fatto di vita che coinvolge l’intera famiglia

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Corporate Removal & Relocation è il servizio pensato per le aziende che si prendono cura dei propri collaboratori. Il trasferimento di un collaboratore, sia esso un manager o un dipendente, è prima di tutto un fatto di vita che coinvolge l’intera famiglia. Il trasloco è un momento di potenziale stress emotivo e solo l’attenzione e la consulenza di un professionista, possono mitigare le tensioni e le incertezze inevitabilmente legate a questo momento. Ma non si tratta solo di traslocare gli effetti personali con professionalità. Si tratta di offrire alla persona, alla sua famiglia, ai


I servizi offerti • Consulenza e progettazione personale in loco • Personale specializzato multilingue • Consegna anticipata di materiale per l’imballaggio e la spedizione • Operazioni di imballo e smontaggio a partenza, disimballo e rimontaggio a destino • Esecuzione dei traslochi internazionali via mare, aereo e terra, anche di piccole partite • Servizio di guardia mobili • Servizio di custodia oggetti di valore in caveau • Adempimento delle formalità doganali • Orientation tour nella nuova sede • Ricerca e selezione abitazione • Ospitalità temporanea • Servizi di inserimento della famiglia • Gestione pratiche amministrative (immigrazione, iscrizione scolastica, • immatricolazione auto ecc.)

suoi figli, la sicurezza di un accompagnamento e un inserimento nel nuovo ambiente sociale e culturale, senza stress, senza preoccupazioni, con naturalezza. Gondrand offre i servizi di trasloco e inserimento nella nuova sede, pensati come un’esperienza di vita in completa serenità, grazie ai pacchetti personalizzati che si adattano a ogni esigenza del cliente. Un referente personale di Gondrand aiuterà il cliente a definire tempi e modi del trasloco, a conoscere l’ambiente di destinazione, a ricercare e selezionare i servizi per la famiglia (casa, scuola, palestra ecc.). Il personale di Gondrand affianca il cliente nell’adempimento delle formalità amministrative, sia quelle doganali relative al trasloco, sia quelle necessarie a tutta la famiglia nel nuovo luogo di lavoro. “Abbiamo provato a stilare una carta d’identità del nuovo servizio Corporate Removal & Relocation” ha dichiarato Monica Malinverno, Responsabile clienti di Gondrand Chiasso “e abbiamo identificato cinque ‘segni particolari’ che lo rendono unico, sicuro e competitivo”. “Corporate Removal & Relocation è affidabile, perché offriamo al nostro cliente un referente personale per qualsiasi esigenza e richiesta. Tutto il coordinamento in-house avviene attraverso un unico interlocutore, per agevolare al massimo il cliente in un momento in cui è necessaria la semplificazione”. “È certificato, non solo per la garanzia di qualità

assicurata da Gondrand ma Si tratta di offrire anche perché ci avvaliamo alla persona, alla sua sempre di agenti specializzati riconosciuti e certificati famiglia, ai suoi figli, in tutto il mondo. È flessibila sicurezza di un le, perché il nostro punto di partenza è sempre ciò che il accompagnamento e cliente necessita e richiede. un inserimento nel In base alle differenti esigenze di metodologie e tem- nuovo ambiente sociale pistiche, procediamo con la e culturale, senza stress, scelta del miglior rapporto qualità-prezzo. Conseguen- senza preoccupazioni, temente, il servizio di Corpo- con naturalezza rate Removal & Relocation è competitivo perché beneficia della definizione trasparente dei prezzi
che caratterizza da sempre la filosofia di Gondrand. Infine, il nostro è un servizio che possiamo definire testato perché si avvale di una professionalità accumulata in 150 anni di esperienza”. Gondrand International AG Via Maestri Comacini 6830 Chiasso Tel. +41 91 695 13 32 Fax +41 91 682 79 06 removals.ch.ch@gondrand-logistics.com www.gondrand-logistics.com Ticino Business | 55


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Creditreform Infocredit Ticino SA

L’

Unione Svizzera Creditreform è una moderna azienda, strutturata in modo cooperativo, che offre da un’unica fonte servizi esclusivi di informazioni commerciali e recupero crediti a livello mondiale, il tutto dallo stesso partner. La Creditreform, fondata oltre 125 anni fa, dispone oggi di 7 uffici regionali indipendenti in Svizzera e di una rete di 180 filiali in Europa. Per i nostri clienti questo si traduce in un elevatissimo livello di sicurezza grazie a informazioni e servizi affidabili in tutte le fasi della loro attività: dall’acquisizione, passando attraverso la prevenzione di perdite su crediti, fino alla realizzazione/recupero crediti. Dal luglio 2013 è controllata da Assicom SPA, leader del mercato italiano dei servizi sul credito. Nell’ottica di perseguire sempre l’eccellenza informativa, Creditreform ha elaborato un prodotto con un altissimo contenuto di valore aggiunto chiamato “AUDITING REPORT”. Creditreform, infatti, è un laboratorio di formazione di analisti economici qualificati che garantisce all’informazione sempre un elevato standard qualitativo oltre alla capacità di studiare insieme al cliente servizi informativi personalizzati in base a specifiche esigenze e per qualsiasi funzione aziendale. “Questo prodotto consiste in un vero e proprio “auditing” sulle società di capitali esaminate - spiega il responsabile delle informazioni Dott. Ermanno Sommariva - quindi non si tratta di una semplice raccolta di dati sulle aziende, ma di un quadro esauriente di tutti i dati ufficiali ed ufficiosi, della struttura societaria, dell’organizzazione commerciale e dell’area di mercato, della struttura del gruppo e dell’eventuale performance del titolo in borsa”. Il valore aggiunto dell’Auditing Report è l’analisi dei due ultimi bilanci, che comprende tre capitoli di stato Patrimoniale e due capitoli di Conto Economico, ciascuno dei quali corredati da una tabella, un grafico, un commento specifico e un elenco di indici correlati. L’analisi del bilancio è suddivisa in 5 paragrafi: 3 relativi alla situazione finanziaria e 2 afferenti il conto economico. La vera novità dell’Auditing Report è costituita dai 5 valori di affidabilità, espressi in CHF secondo le singole esigenze dell’utente del rapporto stesso. 1) FIDO PER FORNITURA STRATEGICA Rappresenta la massima esposizione commerciale raggiungibile da un fornitore primario, ovvero il massimo importo complessivo, relativo anche a più operazioni, di merci e servizi già forniti e non ancora incassati dal fornitore stesso.

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2) FIDO PER FORNITURA OCCASIONALE È riferito all’affidamento commerciale relativo a un fornitore non strategico, anche nel caso di una fornitura occasionale, non continuativa o isolata di merce. 3) FIDO PER BENI STRUMENTALI Calcola il valore di affidamento nel caso di fornitura di beni strumentali, quando l’azienda in esame avrà la necessità di rinnovare i propri impianti o parte di essi. 4) FIDO PER FINANZIAMENTO È l’importo massimo concedibile da parte di un Istituto bancario o di altro Istituto specializzato in finanziamenti, anche a medio/lungo termine: considera fra l’altro le esposizioni finanziarie già esistenti, valutando l’opportunità di eventuali ampliamenti. 5) VALORE DELL’AZIENDA Calcola il valore dell’azienda in esame nel caso di un passaggio di quote: è uno strumento indispensabile qualora il nostro cliente sia interessato ad acquisire partecipazioni societarie.

Alcuni esempi di grafici economici e finanziari:

Margine di struttura secondario

220,00 210,00 200,00 190,00 180,00 2012

2011

Creditreform Infocredit Ticino SA - Gruppo Assicom Via Zorzi 41 CP 6565 6900 Paradiso Tel. +41 91 985 26 18 Fax +41 91 985 26 11 info@lugano.creditreform.ch www.creditreform.ch


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SRI Group SA diventa SRI Management Consulting SA Pantone 186C

Pantone 425C

C: 0 M: 100 Y: 100 K: 10

Nero: 80%

R: 209 G: 0 B: 25 HEX: # d10019

R: 88 G: 88 B: 90 HEX: # 58585a

A seguito di un’operazione di rebranding, SRI Group SA ha modificato la propria ragione sociale in SRI Management Consulting SA, una nuova denominazione in grado di restituire appieno l’attività svolta dalla società con cui si propone come partner fidato del decision-maker di un’organizzazione. Risultato dell’intervento è un’immagine aziendale completamente rinnovata

Società

di consulenza di direzione che fonda le sue radici nel lontano 1988 e che dal 2001 ha assunto la denominazione di SRI, raggiunge oggi un altro traguardo portando a compimento un importante processo di rimodernamento della propria identità avviato a partire da una riflessione sui suoi valori aziendali portanti - strategia, concretezza, responsabilità, collaborazione - e sulle sue attività, cresciute progressivamente negli anni. Questo si è tradotto nello sviluppo di un’identità aziendale coordinata nuova, capace di rispecchiare appieno la società di oggi.

In questo contesto si colloca il cambiamento della ragione sociale da SRI Group SA a SRI Management Consulting SA nonché del logo che, rimanendo fedele ai colori aziendali del rosso e del grigio, si presenta con una veste grafica innovativa ed accattivante, divenendo il file rouge di tutti gli strumenti di comunicazione aziendale. Un’importante novità riguarda il nuovo sito di SRI

(www.sriconsulting.ch) pensato per descrivere un quadro esaustivo dell’azienda attraverso una sezione che introduce l’utente all’approccio strategico e concreto di SRI alla consulenza ed una parte più tecnica con la presentazione dei servizi offerti suddivisi per le aree strategia, organizzazione, marketing e comunicazione. Tutti i vostri commenti e osservazioni sulla nuova pagina di LinkedIn di SRI Management Consulting SA, accessibile anche dal sito, www.linkedin.com/ company/sri-management-consulting SRI Management Consulting SA Piazza Indipendenza 3 Casella postale 6830 Chiasso Tel. +41 91 695 38 80 Fax +41 91 695 38 81 www.sriconsulting.ch

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IL SERVIZIO GIURIDICO DELLA CC-TI La Cc-Ti offre consulenza legale, tecnica e finanziaria su come interpretare e applicare la legge che disciplina l’attività commerciale e industriale in materia fiscale, occupazionale, commerciale, amministrativa, di sicurezza sociale e altri servizi. L’arbitrato

L’arbitrato è uno dei mezzi più efficaci e più pratici per risolvere gli eventuali contenziosi, rispettando le esigenze di rapidità e di confidenzialità. Il mondo degli affari genera ogni anno una moltitudine di contratti. Per questo motivo, l’arbitrato è uno dei mezzi più efficaci e più pratici per risolvere le controversie, rispettando le esigenze di rapidità e di confidenzialità. Di regola, si sceglie l’opzione dell’arbitrato già al momento della conclusione di un contratto. Le parti concordano che nel caso in cui dovesse sorgere una controversia, esse non si rivolgeranno ai giudici ordinari (ossia ai tribunali statali), bensì ad un tribunale arbitrale.

Vantaggi:

• Rapido e confidenziale • Regolamento svizzero d’arbitrato internazionale: www.swissarbitration.org

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La mediazione

La mediazione è un modo di risolvere i conflitti in via bonale, con cui due o più parti chiedono ad un terzo, il mediatore, di aiutarle a trovare un accordo per porre fine alla loro controversia, oppure per prevenire un conflitto futuro. Il mediatore è neutrale rispetto alla controversia e indipendente dalle parti. Questo metodo ha il merito di preservare le relazioni contrattuali in essere fra le parti. È segnatamente appropriato nell’ambito dei contratti commerciali di lunga durata (fabbricante e fornitore, contratti di distribuzione, ecc.) o semplicemente laddove le parti abbiano interesse a preservare il legame commerciale.

Vantaggi:

• Mediatore neutrale • Preservazione delle relazioni contrattuali Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del cantone Ticino Corso Elvezia 16, 6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 11, Fax +41 91 911 51 12 info@cc-ti.ch, www.cc-ti.ch



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