TB settembre 2013

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Comitato apartitico SÌ alla legge sul lavoro Laupenstrasse 2, 3008 Berna www.legge-sul-lavoro-si.ch

nr. 7 / Sett. 2013

LEGALIZZARE LA LUGANIGHETTA

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Sommario Settembre 2013 Strong opinion Editoriale Contromano Il Tema Ospite Ospite Ospite Ospite

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Biblioteca liberale Sì al risanamento S. Gottardo Attualità Attualità Attualità Eventi Eventi Eventi Formazione Formazione Switzerland Global Enterprise Commercio estero Fiere internazionali Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci Vita dei Soci

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Iniziativa 1-12: tanto rumore per nulla? Luganighetta e affini... La politica del tassa e spendi sta impoverendo il Cantone Legge sul lavoro, orari dei negozi e la burocrazia della luganighetta Negozi: il quadro a livello federale Vendita in Ticino: quo vadis? Un sì per garantite l’evoluzione dei consumi e facilitare la vita dei consumatori Un no dalle urne potrebbe dare il «là» ad un’escalation di iniziative similari che paralizzerebbero ancor di più il settore Il segreto del successo svizzero San Gottardo: la creazione di un comitato nazionale Svizzeri, un popolo di conservatori Un fantasma da 1’500 miliardi Formazione in rete, si può Save the date: i nostri prossimi eventi La location ideale per l’innovazione: facciamo il punto sul Ticino Ghana e Nigeria: la porta d’entrata dell’Africa centrale, il 30.9.2013 Corsi proposti dalla Cc-Ti Guida allo stile: perché spesso l’abito fa anche il monaco Novità sul commercio estero Si aprono le porte della Cina I prossimi appuntamenti Helsana Assicurazioni SA Edef Sagl Luisoni Consulenze SA Swiss Life Workablecom SA Ticinomoda Artrust SA Coiffure Suisse Sezione Ticino Ticino Impiantistica MaffeisNetwork SA Financial Technologies SA Publineon Sagl SMSchool Société BIC Suisse SA Tyco Integrated Fire & Security (Svizzera) SA Gruppo Sicurezza SA ParCom Systems AG

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LEGALIZZARE LA LUGANIGHETTA

Il 22 settembre

LEGGE SUL LAVORO

nr. 7 / Sett. 2013

Editore: Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, Lugano Redattrice responsabile: Lisa Pantini Comitato redazionale: Franco Ambrosetti, Luca Albertoni, Lisa Pantini, Mercedes Galan, Gianluca Pagani e Stefania Micheletti

Redazione: Cc-Ti, Corso Elvezia 16, 6900 Lugano Tel. +41 91 911 51 11 Fax +41 91 911 51 12 pantini@cc-ti.ch www.cc-ti.ch Pubblicità: Pubblicità Sacchi, C.P. 558 6928 Manno Tel. +41 91 600 20 70 info@pubblicitasacchi.ch www.pubblicitasacchi.ch

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nr. 7 / Set. 2013

Comitato apartitico SÌ alla legge sul lavoro Laupenstrasse 2, 3008 Berna www.legge-sul-lavoro-si.ch

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Stampa: TBS, La Buona Stampa sa via Fola 11, Pregassona (Lugano) Diffusione: Tiratura: 2’500 copie Abbonamento gratuito per i soci Cc-Ti Abbonamento supplementare: - CHF 50.- annuo - per i non soci CHF 70.- annuo (+ IVA) Frequenza: Ticino Business è pubblicato in 10 numeri annuali

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Strong Opinion di Franco Ambrosetti, Presidente della Cc-Ti

INIZIATIVA 1-12: TANTO RUMORE PER NULLA?

Tutti ricordiamo le vicende di Sansone, l’uomo dalla forza prodigiosa tradito dalla bellissima Dalila che gli taglia i capelli, origine della sua forza sovrumana e lo consegna ai Filistei suoi nemici. Imprigionato e accecato si vendicherà quando, ricresciuti i capelli, Sansone, ridotto a giullare costretto a intrattenere i capi Filistei e tremila persone, si mette tra due colonne portanti e al grido “Morte a Sansone e a tutti i Filistei” grazie alla forza ritrovata fa crollare la casa uccidendo sé stesso con tutti i presenti. La domanda che viene spontanea è se Sansone fosse un eroe o uno stupido. Carlo Cipolla, insigne storico ed economista italiano nel noto saggio ironico sulla stupidità umana, dipinge i peggiori stupidi come coloro che compiendo un’azione causano un danno ad altri senza per questo trarne alcun vantaggio o peggio subendo loro stessi un danno. A questa categoria potrebbe appartenere Sansone. In realtà però con la sua azione distruttiva aveva liberato Israele dai Filistei e dalla lunga e oppressiva dittatura durata 40 anni e divenendo un eroe. Non proprio uno stupido dunque, ma un illuminato che si sacrifica per un bene comune, per un ideale. Ecco, forse è proprio in questo, nel concetto di bene comune, che si annida la motivazione profonda dei giovani socialisti autori dell’iniziativa 1-12, volta a limitare lo stipendio del CEO ad un massimo di 12 volte quello minimo esistente in azienda. Obiettivo manifesto è quello di diminuire il divario tra salari. A subire un danno sono evidentemente coloro che vedono lo stipendio ridursi. Ma l’azione non andrebbe ad avvantaggiare nessuno e i salari bassi resterebbero quel che sono. Nessuna azienda a me nota aumenterebbe infatti gli stipendi minimi solo perché costretta a ridurre per legge quelli dei suoi dirigenti. La voce salari nei bilanci aziendali è un costo. Se il costo si riduce, tutte le altre voci di bilancio rimanendo invariate, ne risulta un maggior utile. L’imprenditore serio destinerebbe questi fondi imprevisti ad investimenti, ricerca e sviluppo e parzialmente agli azionisti. Quindi il danno causato a una parte (quella forte), non arreca vantaggio finanziario alcuno all’altra (quella debole) che potrebbe averne più bisogno. Se lo scopo è solo quello di difendere il sacrosanto principio di eguaglianza senza effetti pratici sui più deboli mi sfugge dove sia il bene comune in questa complessa vicenda. Forse che la riduzione del divario fra salari è fine a sé stessa? Allora è una battaglia morale, condivisibile nel principio ma poco utile perché la morale non sfama la gente.

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Oppure si tratta di un tardivo sussulto di egualitarismo del tipo “a tutti la stessa cosa”, tanto amato dal comunismo reale e mai realizzato fino in fondo come ben ci racconta Orwell nel saggio “La fattoria degli animali”? Gli uomini saranno pure eguali come genere ma individualmente sono molto diversi. Per una buona convivenza tra uomini sia eguali che diseguali si può scegliere di puntare sulla diversità (rischiando discriminazioni tipo apartheid) oppure privilegiare ciò che li accomuna, in particolare per tentare di rendere più eguali i diseguali. Nell’iniziativa 1-12 per ridurre un divario salariale considerato immorale si abbassano i salari alti senza per questo rendere più eguali i diseguali. Non sarebbe più logico dare una mano a chi ne ha maggior necessità invece di punire persone la cui unica colpa è quella di percepire alti salari peraltro del tutto usuali nei mercati internazionali? Un divario esagerato può dare giustamente fastidio come negli USA dove arriva fino a 1- 400. Ma tagliare i salari alti senza usare le risorse liberate per migliorare quelli bassi è un non senso che serve da alibi per la coscienza e nient’altro. In una democrazia liberale si può togliere a chi ha di più per dare a chi ha meno e proprio questo fa lo Stato sociale. Purché non si esageri nella confisca lasciando che i ricchi continuino a creare quella ricchezza indispensabile affinché lo Stato ottemperi ai compiti redistributivi. Se passasse l’iniziativa, una volta compiuti tutti gli adattamenti che la legge imporrà, il divario tra salari bassi e alti sarà diminuito. A vantaggio di chi non si sa. Di certo non dell’economia liberale che subisce un ennesima pesante invasione di campo da parte dello Stato, con più burocrazia, controlli, fughe di dirigenti prestigiosi e capaci all’estero e così via. Il salario è il prezzo di una prestazione. È un contratto tra le parti, tra individui liberi o tra associazioni legittime che stipulano contratti collettivi. Il salario non lo possono stabilire né le urne né tantomeno lo Stato. Si calcola che 12’000 sarebbero le persone colpite se l’iniziativa passasse. Tanti sono infatti i manager che percepiscono salari superiori ai circa 576’000 fr. (salario minimo di 4’000.- moltiplicato per 12). Quattro gatti si potrebbe dire mentre è un piccolo esercito quello di chi fatica a sbarcare il lunario come la ragazza madre cassiera al supermercato che rifiuta orgogliosamente di andare in disoccupazione o in assistenza. La lista dei bisognosi è lunga e questi sono i veri problemi . Se passerà l’iniziativa avrà vinto la morale, l’ideologia, l’invidia. Avrà perso chi crede nella socialità come un dovere che non si assolve con proclami teorici ma coi fatti. E per chi è in fondo alla scala sociale... tanto rumore per nulla.


Editoriale di Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti

Luganighetta e affini...

La simpatica campagna pubblicitaria volta a salvare la luganighetta ha lanciato la discussione su uno dei temi oggetto della votazione federale del prossimo 22 settembre, cioè la revisione parziale della legge federale sul lavoro. Come sempre quando vi sono in ballo discussioni sulle aperture (o piuttosto le chiusure…) di qualsiasi forma di commercio, succede il finimondo, con dichiarazioni a volte sconcertanti. Affermare ad esempio in modo generico che il lavoro domenicale e notturno fa male alla salute, esigerebbe, per coerenza, la chiusura degli ospedali, la sospensione dei servizi di polizia, dei trasporti pubblici, ecc. anche se i contrari alla revisione replicherebbero che i casi citati sono servizi “fondamentali” dove si rende necessario il compromesso del lavoro notturno, mentre fare la spesa nel cuore della notte non rientra in quel genere di servizi. Occorre quindi fare chiarezza su cosa andremo votare. Nello specifico del tema in votazione non si tratta di rimettere in discussione la sacrosanta protezione di lavoratrici e lavoratori, né di misconoscere le particolarità del lavoro notturno (fatico a capire la differenza del lavoro diurno di domenica rispetto ad un lunedì, ma questa è un’altra questione). Occorre piuttosto rendere più logico il sistema di funzionamento di alcune prestazioni alla clientela. Senza entrare nelle particolarità giuridiche della legge federale sul lavoro, contraddistinta da princìpi, eccezioni e eccezioni alle eccezioni, va rilevato che già oggi i bar, chioschi e le stazioni di servizio situati su arterie principali di trasporto con forte traffico di viaggiatori possono occupare personale durante le 24 ore. Tuttavia, dalla 1.00 alle 5.00 del mattino, la merce offerta nei negozi annessi a dette strutture non può essere venduta. In altre parole, si possono vendere la benzina, il caffè, la brioche, ma non un deodorante, un mazzo di fiori o, appunto, la luganighetta perché necessita di cottura, mentre il cervelat può essere venduto perché consumabile anche crudo. Secondo il diritto in vigore, bar-caffè e chioschi gestiti da una stazione di servizio possono quindi già tenere aperto anche la notte e le domeniche, senza che sia necessaria un’autorizzazione da parte delle autorità, ma fra la 1.00 e le 5.00 del mattino l’assortimento

di prodotti commerciali necessita di un’autorizzazione speciale se l’esercizio può dimostrare di coprire un “bisogno urgente” o una “indispensabilità tecnica o economica” (Art. 27 e 28 dell’Ordinanza 1 concernente la legge sul lavoro del 10 maggio 2000 - OLL 1 822.111). Dato che questo elemento a volte manca (anche se, a dipendenza delle circostanze, l’acquisto di una luganighetta o, meglio ancora, di un deodorante può probabilmente essere considerato un bisogno urgente), le autorizzazioni speciali sono spesso rifiutate e questi prodotti commerciali devono essere coperti ogni notte durante quattro ore nella fascia oraria menzionata. Un sistema decisamente cervellotico e che non serve a nulla nell’ottica della protezione delle lavoratrici e dei lavoratori, in quanto essi sono già comunque presenti e vendono altri beni. La revisione chiede di eliminare questa anomalia che non ha più alcun senso. Il deodorante illegale alle 4.59, diventa vendibile alle 5.01. Vero che gli appuntamenti galanti o comunque importanti possono anche attendere qualche minuto per permettere di rinfrescare le ascelle, ma che senso ha una norma del genere? Inoltre, non si tratta di nuove aperture né di nuovi orari più penalizzanti per gli impiegati, bensì di una semplice soppressione della restrizione dell’assortimento, che tiene meglio in considerazione le esigenze della popolazione. E non parliamo solo dei nottambuli scapestrati, ma anche di persone che lavorano, turisti, ecc.. Infine, va sottolineato che la questione tocca solo 24 negozi, che già oggi possono impiegare personale durante 24 ore, perché situati sulle autostrade o sulle principali arterie di traffico, laddove la giurisprudenza del Tribunale federale che concretizza la seconda definizione è assai restrittiva. In sostanza, non vi è una liberalizzazione degli orari di apertura, visto che comunque la maggior parte degli oltre 1’300 negozi annessi alle stazioni di servizio esistenti in Svizzera non sarebbero toccati. È anche opportuno ricordare che per stazioni ferroviarie e aeroporti valgono regole simili a quella proposta con la revisione e mal si capisce perché chi utilizza la strada dovrebbe avere meno opportunità di chi prende il treno o l’aereo. Un po’ più di libertà, nel rispetto delle persone che è comunque garantito, non può fare male.

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Contromano di Alessio Del Grande

La politica del tassa e spendi sta impoverendo il Cantone C’era da scommettere che andava a finire così. Non riuscendo a tagliare la spesa in Governo si è anche pensato di aumentare le imposte. La proposta di un aumento “provvisorio” dell’imposta cantonale è stata avanzata dal ministro socialista Manuele Bertoli, subito ribadita e sostenuta dal suo partito. Intanto l’aumento di alcune tasse causali è già assodato. Altro che sgravi e condono fiscale. Per poter continuare a spendere senza problemi, si possono benissimo mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Anzi, come ripete la sinistra: i soldi si devono prendere là dove ci sono, cioè dai benestanti, ricchi e contribuenti super ricchi, e “chi se ne frega” se già le aliquote hanno per loro una progressione non certo vantaggiosa. Purtroppo in Ticino i politici e la pubblica amministrazione pare abbiano dimenticato due princìpi fondamentali. Primo: che lo stato non ha soldi suoi, quelli che spende sono soldi prelevati dai cittadini attraverso tasse e imposte; secondo: per questa ragione si deve cercare di spenderli il meglio possibile, senza sprechi, e soprattutto evitando di spendere più di quanto incassi. Omettendo l’osservanza di queste due semplici regole si va avanti col tassa e spendi, spendi e tassa. Tanto qualcuno alla fine pagherà, che siano i contribuenti di oggi o quelli di domani poco importa. L’inconcludente dibattito sul risanamento delle finanze ha avuto almeno un pregio. Ha dimostrato chiaramente cosa succederebbe qualora dovesse essere approvata la legge sul freno ai disavanzi pubblici: con un Governo e un Parlamento del tutto incapaci di contenere la spesa, per coprire l’aumento delle uscite si aumenterebbero le imposte, grazie al moltiplicatore cantonale. Ma il vero nodo delle finanze cantonali, non sono le entrate, bensì le uscite. In tredici anni, le uscite correnti sono aumentate dai due miliardi di franchi del 2000 ai tre miliardi e passa contabilizzati questo anno. È vero sì che sulle finanze del Cantone hanno inciso nuovi oneri per nuovi compiti, ma si tratta di oneri e compiti che sono andati a sommarsi a vecchie spese per le quali non c’è stata mai una seria politica di razionalizzazione. Che si sono sommate ai flussi crescenti di denaro pubblico per sostenere clientele, interessi corporativi e un assistenzialismo, con larghe sacche di parassitismo, che priva delle risorse necessarie chi ha veramente bisogno e premia, invece i furbetti, e a quelli per mantenere un’amministrazione pubblica elefantiaca, per di più cresciuta su un sistema di privilegi come la Cassa pensione il cui risanamento costerà ai cittadini decine di miliardi di franchi. Un aumento del 50% in tredici anni delle uscite correnti fa piazza pulita di tutti quei discorsi secondo cui a mettere in crisi le casse pubbliche sarebbero stati gli sgravi fiscali degli anni ‘90, che avrebbero sottratto ingenti mezzi allo stato. Ebbene, come si ricordava

sul Corriere del Ticino di qualche settimana fa, tra il 2006 e il 2012 il gettito complessivo delle imposte è aumentato di 410 milioni di franchi, ma nello stesso periodo l’incremento delle uscite correnti è stato di ben 450 milioni. Esauritasi la manna dell’oro della Banca nazionale e delle sopravvenienze fiscale, emerge in tutta evidenza che il problema reale sono le uscite oggi del tutto fuori controllo. Nonostante ciò si insiste ancora col discorso che non basta contenere la spesa, ma che bisogna incrementare le entrate aumentando le imposte. E si sta scherzando col fuoco. Nel luglio scorso il rapporto del Centro di competenze tributarie della Supsi ha lanciato l’ennesimo, e inascoltato, allarme sulla perdita di competitività fiscale del Cantone. Si è confermato, innanzitutto, che per i redditi alti e le società il Ticino non è affatto concorrenziale, che inoltre si colloca sopra la media nazionale, per l’imposta sul reddito (considerando le aliquote massime), per quella sui dividendi, sulla sostanza, per l’imposta sugli utili e sul capitale. Uno scarto che diventa ancora più preoccupante nel confronto con quei Cantoni che in questi ultimi anni hanno di molto alleggerito la pressione fiscale per attirare imprese e facoltosi contribuenti. Purtroppo da noi è ormai da dieci anni che non si mette più mano ad una seria politica di sgravi fiscali. Oggi il Cantone può indubbiamente vantare una fiscalità leggera per le fasce deboli della popolazione, è più o meno in linea con il resto della Svizzera per la fascia media, ma è fortemente penalizzante per redditi dei benestanti, dei ricchi e dei super ricchi. Dietro questa divaricazione ci sono i numeri di una stratificazione fiscale cu cui dovrebbero riflettere quanti chiedono una maggiore pressione fiscale. Oggi il Ticino conta circa 190 mila contribuenti che versano al Cantone poco meno di 600 milioni di franchi. Di questi 600 milioni ben 315 li sborsano i contribuenti benestanti, vale a dire 16 mila persone che dichiarano un reddito imponibile sopra ai 100 mila franchi; altri 176 milioni li pagano i circa duemila contribuenti ricchi che hanno un reddito sopra i 200mila franchi. Su poco più di 190 mila contribuenti, ci sono ben 45mila contribuenti che non pagano al Cantone niente per redditi insufficienti. Dunque, a conti fatti il peso fiscale maggiore grava su 18 mila contribuenti che da soli pagano ben 491 milioni d’imposte al Cantone. Ecco la fascia di cittadini che si vorrebbe torchiare ancora di più. C’è solo da augurarsi che il deciso no dei partiti all’aumento dell’imposta cantonale e il pacchetto di sgravi per cittadini e imprese, preannunciato dal presidente del PLR Rocco Cattaneo, si concretizzino davvero per segnare anche una svolta nella politica di contenimento della spesa e nell’uso del fisco: non in funzione espropriativa, ma come una delle leve da azionare per la crescita economica.


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Il tema di Alessio Del Grande

Legge sul lavoro, orari dei negozi e la burocrazia della luganighetta Il Consigliere Federale Johann Schneider- Ammann ha definito “bizzarre” le attuali disposizioni che regolano la vendita notturna di taluni prodotti nei negozi annessi alle stazioni di servizio. Bizzarria che la revisione parziale della legge sul lavoro, su cui si voterà il prossimo 22 settembre, vorrebbe correggere. Oggi tra l’una e le cinque del mattino nei distributori aperti tutta la notte è permesso vendere, ad esempio, cervelat, uova sode o pizze calde, ma non uova fresche, pizze surgelate e luganighette. Prodotti che per quattro ore devono restare fermi sugli scaffali, nonostante in questi negozi il personale continui a lavorare, per cui la loro vendita non incide minimamente sugli orari di lavoro. Un’assurdità burocratica che limita senza alcun motivo plausibile la vendita notturna in una ventina di aree di servizio, in tutta la Svizzera, collocate su grandi assi di transito, e che la revisione della legge vorrebbe rimuovere. Ma socialisti, verdi, sindacati e associazioni religiose hanno lanciato un referendum, ritenendola un passo decisivo verso la liberalizzazione totale degli orari dei negozi. Anche se certamente non è questo lo scopo della revisione parziale della legge sul lavoro, gli orari dei negozi per la sinistra e i sindacati sono ormai diventati una trincea ideologica per una battaglia che sta fortemente penalizzando le attività commerciali, la loro crescita e l’occupazione nel settore. Non importa che siano radicalmente cambiati i tempi, i ritmi dell’organizzazione sociale, gli stili di vita e i bisogni dei consumatori. Che grandi magazzini, piccoli negozi, aree di servizio, stazioni ferroviarie e aeroporti con i loro centri shopping, con la loro offerta commerciale cerchino di rispondere alle mutate esigenze di una società sempre più mobile, non importa nemmeno. Sconfitta dalla storia nel tentativo di sovvertire il modello di produzione capitalistico, il campo di battaglia della sinistra contro il “profitto” è ora quello della distribuzione delle merci. Ossia, la componente vitale e predominante in un sistema economico sempre più aperto alla concorrenza interna e a quella internazionale. Ecco perché anche in Svizzera la legge sul lavoro e gli orari dei negozi sono da tanti anni terreno di scontro sia a livello cantonale che federale. Un tabù inviolabile che impedisce ogni possibile modernizzazione del quadro normativo. Attualmente a Berna sono in discussione due mozioni di due Senatori ticinesi per cercare di sbloccare la situazione. La prima del senatore del PPD Filippo Lombardi che sollecita un’armonizzazione degli orari di tutti i negozi nella Confederazione (dal lunedì al venerdì negozi aperti dalle 6 alle 20, e il sabato sino alle 19) su cui il

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Consiglio federale ha già espresso il suo assenso e che è stata anche accolta dal Parlamento; la seconda del Senatore PLR Fabio Abate, pure accolta dalle Camere, che chiede la concessione di aperture domenicali per le zone turistiche, rivedendo le farraginose disposizioni attuali che risalgono agli anni ‘60. Ovviamente la modifica del quadro legislativo resta sempre soggetta ad un eventuale referendum, che la sinistra non mancherà di lanciare. Dunque, il settore commerciale svizzero, fortemente penalizzato dal rapporto franco- euro, dai dazi che incidono sui prezzi di vendita di molti generi, e dalla rigida regolamentazione sulle aperture dei negozi, resta in apnea. Annaspa sotto la pressione della concorrenza dell’offerta dei Paesi di confine, visto che che il 75% della popolazione svizzera abita a meno di 60 minuti da un supermercato oltre frontiera. Solo l’anno scorso col turismo degli acquisti si sono persi 5-6 miliardi franchi. Una cifra ingente che mette a rischio decine di migliaia di posti di lavoro nel nostro Paese. Ancora più penosa e allarmante la situazione in Ticino. Tra i vantaggi del cambio con l’euro e la flessibilità degli orari dei negozi e soprattutto dei grandi centri commerciali appena al di là del confine, che restano aperti più di dodici ore al giorno, festivi compresi, e sempre più difficile reggere la concorrenza. Si è stimato che ogni anno si spendano oltre frontiera ben 430 milioni di franchi, che rappresentano il 12-13% degli acquisti totali dei ticinesi. Per sostenere l’impatto di questa concorrenza si sono abbassati pure i prezzi (-2% circa nel 2012), ma considerati i costi del lavoro in Svizzera è impensabile puntare su ulteriori riduzioni generalizzate. Indubbiamente una maggiore flessibilità nelle aperture dei negozi, sia nei giorni feriali che nei festivi, potrebbe incentivare di più gli acquisti nel Cantone. Ma la nuova legge cantonale sugli orari dei negozi resta ferma sul tavolo della commissione parlamentare, in attesa, si dice, di vedere come evolve la situazione a Berna con le mozioni Lombardi e Abate. Recentemente l’Associazione della grande distribuzione ha sollecitato i politici ticinesi a varare subito la nuova legge. Una richiesta che, almeno ufficialmente, non ha avuto ancora una risposta. Le grandi catene commerciali negli ultimi anni hanno investito nel Cantone centinaia di milioni di franchi, che significano migliaia di posti di lavoro e un indotto non indifferente per tutta l’economia locale. E dai politici si aspettano giustamente un segnale. Che non arriva.


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Ospite Intervista di Lisa Pantini con Fabio Abate, Avv., Consigliere agli Stati

Negozi: il quadro a livello federale

Fabio Abate

Quali sono i punti critici dell’attuale normativa sugli orari d’apertura dei negozi e le aperture domenicali? Come intende invece affrontarli la sua mozione? “La mia mozione non riguarda il regime degli orari di apertura dei negozi, ma affronta un tema di ordine generale che poggia su una valutazione delle attuali condizioni strutturali della realtà turistica in Svizzera. A mio avviso l’apparato normativo a giustificazione del lavoro domenicale in questo settore specifico va rivisto. Entrambe le Camere hanno accettato la mia mozione. La SECO (segreteria di Stato dell’economia), è stata incaricata dal Consiglio federale di proporre una modifica dell’art. 25 dell’ordinanza 2 concernente la legge sul lavoro, affinché si possa reperire una soluzione, dopo aver coinvolto e ascoltato tutte le cerchie di persone interessate. Almeno lo spero. La mozione Lombardi riguarda invece in modo più specifico l’estensione degli orari di apertura dei negozi con particolare riferimento alla nostra situazione di zona di frontiera”. Prossimamente si andrà al voto per poter impiegare il personale 24 ore su 24 nei negozi delle stazioni di servizio situati nelle aree di servizio autostradali e lungo le strade principali con traffico intenso di viaggiatori. Non crede che un’eventuale esito negativo di questa votazione possa pregiudicare qualsiasi altro intervento per svecchiare la normativa federale sul lavoro e sugli orari dei negozi? “Non credo, poiché l’oggetto in consultazione riguarda un’offerta commerciale specifica. Evidentemente il Popolo non è sempre convinto dinnanzi ad alcune decisioni di liberalizzazione. Noi Svizzeri viviamo bene e riusciamo a soddisfare le nostre esigenze tutto sommato in modo completo. Cambiamenti che potrebbero incidere nelle abitudini della popolazione spesso non sono percepiti come un bisogno reale, quindi suscitano scetticismo. Quindi, è importante in queste campagne fornire sempre spiegazioni complete e semplici. E questo a mio avviso è anche il miglior sistema per affrontare adeguatamente un dibattito, nel quale talvolta i toni inaspriti non contribuiscono alla formazione obiettiva di un’opinione”. Come spiega la resistenza dei sindacati, della sinistra e non solo, ad una modernizzazione della legge sul lavoro e sugli orari dei negozi? “La legge sul lavoro è una conquista sociale e ogni sua modifica di principio genera una reazione che possiamo definire inevitabile da parte del mondo sindacale. In buona sostanza si tratta di accettare che i sindacati medesimi svolgono i propri compiti. Tuttavia, è altresì vero che negli ultimi anni è diventato sempre più difficile su importanti temi inevitabilmente destinati alla decisione popolare trovare soluzioni concordate. Non possiamo dimenticare che la libera concorrenza che ha caratterizzato la globalizzazione negli ultimi anni ha imposto decisioni di ordine superiore che il mondo del lavoro

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ha semplicemente dovuto accettare ed adottare. Mi riferisco a grandi trasformazioni di aziende e trasferimenti di persone che mai avrebbero immaginato di modificare sostanzialmente le proprie abitudini professionali. Il mondo sindacale è così messo sotto pressione da situazioni oggettivamente già decise e assunte altrove, non sovvertibili. Dunque, spesso modifiche significative di norme di legge che sfociano in un dibattito pubblico non lasciano più spazio ad una soluzione condivisa”. Si dice che la domenica sia il giorno del riposo, della famiglia, delle relazioni sociali, e che quindi non si debba lavorare. In realtà decine e decine di categorie professionali sono occupate la domenica. Come è possibile che in Svizzera ogni tentativo di adeguare il lavoro alle esigenze della società moderna naufraghi facilmente nel voto popolare? “Oggi gli svizzeri sono particolarmente attaccati alla realtà festiva domenicale, ma contemporaneamente dimenticano che moltissime fasce della nostra popolazione già vi lavorano regolarmente. Ma non si tratta di snaturare la domenica quale giorno di riposo, bensì permettere in determinati settori, come ad esempio quelli commerciali legati all’offerta turistica, maggiore flessibilità per fornire risposte adeguate ad esigenze di natura economica che coincidono anche alla creazione di posti di lavoro. Una cassiera di un grande distributore mi ha avvicinato e mi ha manifestato la sua avversione alla mozione, poiché non ha nessuna intenzione di lavorare la domenica… Ho spiegato che il suo caso non ha nulla a che vedere gli obiettivi dell’atto parlamentare. Ma il timore che purtroppo poggia sulla sua valutazione superficiale della situazione è rimasto. Quindi, la comunicazione è un elemento determinante ai fini dell’esito di una votazione popolare”. Crede che una maggiore flessibilità negli orari dei negozi possa frenare il fenomeno dello shopping oltre frontiera? “Sicuramente un’estensione degli orari rappresenterebbe una risposta adeguata alle esigenze di parecchi consumatori che per ragioni di natura professionale devono concentrare i propri acquisti in giorni ben definiti della settimana. Ma il fenomeno dello shopping oltre frontiera va innanzitutto valutato come un elemento storico di ogni e qualsiasi zona di frontiera del Paese. Inoltre, rimango sorpreso dall’eco mediatica alle nostre latitudini. Infatti, i grandi distributori italiani possono ringraziare i nostri organi di informazione, i quali senza indugio intervistano ticinesi nei parcheggi di un centro commerciale, ottenendo risposte che nemmeno il miglior pubblicitario potrebbe fornire per favorire la causa del grande distributore di turno. A mio avviso chi acquista in Italia ed è convinto delle proprie azioni continuerà a varcare il confine. Tuttavia, coloro che oggi hanno difficoltà oggettive ad organizzarsi e che potrebbero essere tentati da una trasferta nel corso del fine settimana, devono essere l’obiettivo da conquistare”.


Ospite Intervista di Lisa Pantini con Augusto Chicherio, Presidente Federcommercio

Vendita in Ticino: Quo vadis?

Augusto Chicherio

A che punto siamo con la nuova legge sulle aperture dei negozi? Prevede un esito positivo per una normativa che si attende ormai da anni ed anni? “Dalle ultime informazioni raccolte, mi risulta che la nuova legge sia congelata in attesa degli sviluppi a livello federale (mozioni dei deputati Abate e Lombardi). Per ciò che attiene l’esito: io lo spero positivo, anche se sono un po’ scettico visto che attendiamo la nuova legge da quasi 15 anni...” In un recente intervento il Presidente DISTI, Enzo Lucibello, ha invitato i politici ad accelerare l’iter della nuova legge, se si vuol frenare lo shopping oltre frontiera. Condivide questa sollecitazione? “La condivido pienamente. In un periodo di crisi come quello attuale la nuova legge porterebbe a risultati positivi per tutti. Tra questi possiamo ricordare un aumento delle vendite per i commercianti, più posti di lavoro e di apprendistato e anche una maggiore entrata fiscale per lo Stato. E allo Stato la nuova legge non costa niente!”

Quali sono invece i suoi limiti? “Si tratterebbe più di un riordino della vecchia legge del 1968 che non di una nuova legge, che dovrebbe invece tener conto dell’evoluzione dei prossimi venti anni”. Basterà questa nuova legge a frenare il pendolarismo della spesa oltre confine, oppure, come sostengono i sindacati, va difeso innanzitutto il reddito delle famiglie per sostenere i consumi in Ticino? “Da uno studio fatto, è risultato che chi fa la spesa in Italia, la fa per altri motivi, non è dunque il reddito familiare che influenza questa scelta. Il pendolarismo della spesa è sempre esistito e ci sarà sempre. Dipende sempre dai volumi in uscita e dalle compensazioni in entrata. Poi se in Italia si può fare la spesa sette giorni su sette e quasi tutti i giorni fino alle ore 21/22, si può ben capire le difficoltà del cliente italiano nel venire a far la spesa in Ticino e le facilità che ha il cliente ticinese nel farla in Italia”.

Che perdita ha comportato fino ad oggi per il commercio ticinese lo shopping oltre confine? “Gli studi indicano una somma pari a circa 400 milioni di franchi che equivalgono a circa 1’000 posti di lavoro a tempo pieno. Aggiungerei anche però l’indotto (il maggior fatturato delle ditte fornitrici e il risparmio sulla disoccupazione) che non saprei quantificare ma che è certamente significativo”. Quali vantaggi presenta la nuova legge sui negozi? “Visto che è ancora in esame in Parlamento direi che, se approvata, farebbe ordine su situazioni superate riguardanti le diverse categorie di negozi (stazioni di benzina, panetterie-pasticcerie, piccoli negozi, ecc.) e permetterebbe un orario più prolungato per tutti. Migliorerebbe pure la regolamentazione delle zone turistiche”.

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Ospite Intervista di Lisa Pantini con Rocco Cattaneo, Amministratore delegato City Carburoil SA

Un Sì per garantite l’evoluzione dei consumi e facilitare la vita dei consumatori Rocco Cattaneo

In Ticino la nuova legge sui negozi è all’esame delle commissioni parlamentari, mentre a fine settembre si vota per la modifica della legge sul lavoro che tocca la vendita di alcuni prodotti nelle stazioni di servizio. Come spiega questa lentezza e le difficoltà nell’adeguare l’offerta commerciale alle nuove esigenze dei consumatori ed ai nuovi ritmi della società? “Credo sia da imputare in larga misura al mondo sindacale ed alle difficoltà con le quali ci si trova confrontati nel dialogo con esso. Vengono posti freni da tutte le parti, paletti ed ostacoli che bloccano e creano attriti nell’economia ed ai possibili sbocchi ed opportunità che vi sarebbero se si mettesse in atto una liberalizzazione del sistema. È palese che una maggiore flessibilità negli orari d’apertura porterebbe benefici a tutti: creerebbe opportunità d’impiego maggiori, andrebbe incontro alle esigenze della società che sono mutate ed evolvono sempre più in fretta, soddisferebbero le necessità dei lavoratori, che spesso lavorano volentieri la sera o la domenica per poi compensare con delle giornate di libero in settimana. È strano notare che la Svizzera, Paese noto per la sua competitività e per le sue condizioni quadro ottimali, non si chini su questa problematica in maniera più incisiva. Vi sono numerose Nazioni attorno a noi, la cui economia non è solida come la nostra, che hanno già colto queste opportunità, favorendo una maggiore liberalizzazione delle aperture. Così facendo stiamo, Ticino in primis, perdendo competitività e concorrenzialità: ad esempio si stima in parecchie centinaia di milioni di franchi la spesa fatta dai ticinesi durante i giorni festivi nei supermercati italiani d’oltre confine”. In termini di servizio alla clientela e di redditività, cosa rappresenta la vendita commerciale nelle stazioni di servizio? “Negli ultimi 20 anni vi è stata una grande evoluzione nel modo di porsi sul mercato delle stazioni di servizio. Se prima i viaggiatori si fermavano solo per fare il pieno, nel corso dei due decenni appena trascorsi si è visto l’inserimento progressivo negli shop di alcuni articoli che ampliavano e completavano l’offerta: prima sigarette, poi caffè, cioccolato, ecc. fino ad arrivare all’attuale offerta merceologica, che risponde, secondo me, in pieno alle esigenze dei consumatori. Pensiamo anche che le auto consumano di meno rispetto ad una volta (anche solo nel breve periodo – 7/8 anni orsono –) e dunque è normale che la proposta commerciale si adegui a queste necessità, contando sul fatto che vi siano pure alcuni vantaggi in questo modo di operare. In primis chi si ferma scopre un’offerta completa e trova subito ciò che cerca, in secondo luogo viene evidenziata la facilità d’acquisto immediata, senza il bisogno di parcheggiare l’auto per il consumatore. Il fatto che poi questi luoghi si situino sulle principali vie di transito è senza dubbio un beneficio in più. Per il futuro prevedo la possibilità di stazioni di servizio lungo gli assi di transito anche senza carburante. Un controsenso? No, se pensiamo che la mobilità in Svizzera sta aumentando in maniera netta (parliamo di 40 mila km annuali individuali percorsi) e questo fenomeno, correlato ai progressi tecnologici del settore dell’automobile (auto ibride ed elettriche) inciderà sui consumi di carburante. Per citare un esempio: noi riapriremo sul Ceneri un’ex stazione di servizio senza benzina, solo con uno shop ed una caffetteria entro fine anno”.

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Non sarebbe ora di una riforma generale della legge sul lavoro per adeguarla ai mutati stili di vita e bisogni della società? “Occorrerebbe procedere ad un riordino della situazione a livello generale. Una semplificazione che renda la vita più semplice al cittadino, data la confusione che regna. L’iniziativa deve essere centralizzata e partire dalla Berna federale. Una normativa snella che risponda in tutto alle esigenze dei consumatori. Se poi la parte sindacale dovesse porre problemi, esistono strumenti come i Contratti Collettivi di Lavoro per cercare di soddisfare le esigenze particolari delle parti in gioco. Prendendo spunto anche da altri settori in diversi Stati, vediamo come ci si possa muovere per andare incontro alle esigenze della società che cambia (i musei ad esempio)”. Se il voto di settembre dovesse avere un esito negativo, quali sarebbero le conseguenze per le stazioni di servizio? “A livello giuridico si andrebbe contro il diritto di iniziativa economica e della libertà di commercio, se l’esito fosse negativo. Questi due principi sono fondamenti dello Stato liberale, non si tratta solo della mera luganighetta citata nella campagna. Andiamo oltre: andando contro le due norme citate poc’anzi lo Stato si dimostrerebbe ingerente e metterebbe i bastoni tra le ruote a chi possiede spirito d’iniziativa imprenditoriale e investe nella distribuzione commerciale. Cerchiamo invece di essere lungimiranti offrendo ai consumatori tutti i comfort possibili, ne va del consumo, dell’imprenditoria e della società in genere”. Da imprenditore, ma anche da uomo politico, come vede il futuro del commercio in Ticino? “Io credo in un futuro positivo. Ma solo se riusciamo ad andare verso una maggiore libertà negli orari d’apertura dei negozi, e se non si tarpano le ali allo spirito imprenditoriale. Stiamo perdendo il treno per ciò che attiene competitività ed opportunità d’affari. Gli sviluppi socio economici ed i loro risvolti sarebbero consistenti, poiché l’evoluzione della società non si ferma di certo. Una maggiore libertà è richiesta, poiché è il consumatore che alla fine decide quando acquistare e di conseguenza le aperture del commercio stesso. Occorre superare la paura che alcuni piccoli commercianti hanno sulle aperture: una liberalizzazione non è sinonimo di giungla e di obbligo o vincoli di apertura. Una flessibilità maggiore permette di sfruttare meglio le risorse e, perché no, di creare qualche posto di lavoro in più”. Una volta ci si fermava al distributore per fare il pieno. Oggi anche per la spesa. Come spiega l’evoluzione di questo servizio e le variate necessità dei consumi? “Una naturale evoluzione dei consumi e del commercio socio economico. Sono cambiati tempi, modi e modalità con cui si consuma, è cambiata la gente, le priorità, le necessità, la società. Come ho già affermato nelle risposte precedenti, fino a 20 anni fa il cliente si fermava nelle stazioni di servizio per il pieno e gli si offriva tabacco, sigarette e cioccolata. Oggi è egli stesso che chiede maggiori prodotti. I viaggiatori che si fermano esigono anche altri articoli per soddisfare i loro bisogni immediati e tutte le loro esigenze, e gli shop annessi alle stazioni di servizio vanno ben incontro ai lavoratori che non riescono a fare la spesa durante il comune orario d’apertura dei negozi. Con una deregolamentazione degli orari d’apertura, verso una liberalizzazione nella normativa, nel sempre rispetto delle leggi, ognuno sarebbe libero di decidere come agire ed operare”.


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Ospite Intervista di Lisa Pantini con Marco Sofi, Business Unit Director – Energy, Emanuele Centonze SA, Balerna

Un no dalle urne potrebbe dare il «là» ad un’escalation di iniziative similari che paralizzerebbero ancor di più il settore Marco Sofi

In che misura ritiene veramente necessaria l’offerta commerciale proposta oggi dai distributori sui grandi assi di transito? “L’offerta commerciale proposta oggi nei negozi annessi a stazioni di servizio è il frutto di un’attenta analisi della domanda indigena e non. È evidente che sui grandi assi di transito il mix dei potenziali consumatori risulta più eterogeneo e pertanto l’assortimento offerto deve riflettere una domanda più «globale» , che spazia sulle 24 ore della giornata, considerando che i principali assi di transito sono frequentati dai viaggiatori in misura non trascurabile anche durante la fascia oraria notturna”.

Quali, secondo lei, le conseguenze di un eventuale voto negativo a settembre? “Un eventuale voto negativo a settembre rappresenterebbe innanzitutto una sconfitta del liberalismo economico, oltre che una manifestazione di miopia verso dei chiari trend di mercato: ritmi lavorativi e di vita sempre più frenetici ed irregolari hanno cambiato e cambieranno ancora la propensione all’acquisto del consumatore che si manifesta ormai 24 ore al giorno e 365 giorni l’anno. Il rischio concreto è che un eventuale voto negativo dia origine ad una escalation di iniziative similari che impongano ulteriori limiti o restrizioni ancor più drastiche con pesanti conseguenze in termini di occupazione”.

Che cosa rappresenta il voto di settembre per la vostra società che gestisce una grande area di sosta ticinese e svizzera? “Per la nostra azienda, che è concessionaria delle 2 aree di servizio autostradali di Coldrerio (delle quali una già aperta e a pieno regime) il voto di settembre rappresenta l’opportunità di poter scegliere l’assortimento che meglio soddisfi la domanda dei consumatori che frequentano l’area. Un’eventuale privazione di questa possibilità, oltre che dare origine ad un mancato utile economico, causerebbe un danno d’immagine in quanto le 2 aree menzionate si trovano a ridosso del confine con l’Italia su un asse di transito europeo ed il nostro intento di profilarci come «vetrina» del Ticino e della Svizzera verrebbe parzialmente compromesso”.

In termini di occupazione cosa può rappresentare lo shopping offerto dalle stazioni di servizio? “A fine 2012 sono stati censiti in Svizzera più di 1’300 negozi annessi a stazioni di servizio (fonte Unione Petrolifera) con orari di apertura differenti (da un presumibile minimo di 12 ore ad un massimo di 24 ore al giorno). In termine di occupazione si parla di diverse migliaia di addetti”.

Come mai non si riesce ad arrivare ad un dialogo costruttivo con i sindacati e le associazioni che hanno lanciato il referendum? “Presumibilmente perché le parti sono arroccate sulle rispettive posizioni ed in questi casi spesso si tende a non analizzare il tema da differenti prospettive”.

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Quali le prospettive economiche e occupazionali per questo settore? “Il settore è in crescita, pur essendo penalizzato in tutti i Cantoni di frontiera dal franco svizzero forte e conseguentemente dalla concorrenza di stazioni di servizio e retailer dell’UE. Lo shopping nelle stazioni di servizio si potrebbe definire un «easy & fast shopping» che coniuga per il cliente un’offerta basica ma completa a prezzi ragionevoli con facilitazioni quali tempi di attesa corti, orari di apertura flessibili, parcheggi siti a pochi metri dall’uscita del negozio. Un chiaro trend che si è manifestato negli ultimi anni è la diminuzione di shop annessi a stazioni di servizio con una superficie di vendita inferiore a 50 m2 ed un aumento dei negozi con superficie superiore ai 50 m2 che meglio soddisfano la domanda sempre più variegata del consumatore medio”.


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Il segreto del successo svizzero “Conoscere la Svizzera”, sottotitolo: “Il segreto di un successo”, dello storico François Garçon è rivolto soprattutto ad un pubblico francese, ma la sua lettura torna utile anche agli svizzeri. Soprattutto in tempi come quelli odierni in cui pare smarrito l’orgoglio patrio, inteso, ovviamente, non in senso nazionalistico, bensì come consapevolezza della vitalità di un modello politico, sociale ed economico sperimentato con secoli di vera, e invidiata, democrazia. Inevitabile, quindi, leggere il saggio di Garçon (edito da Dadò) con un sentimento di motivato autocompiacimento per la storia di un piccolo Stato che, privo di risorse e di materie prime, si è trasformato in una potenza economica mondiale. Nonostante fosse circondato da più grandi e aggressivi Paesi, ha sempre salvaguardato la sua indipendenza e risparmiato alla popolazione la tragedia di due guerre mondiali e anni di feroci dittature. Un Paese che ha saputo sperimentare e consolidare una democrazia che poteva essere un esempio per la stessa UE, defraudata dall’originario ideale federale e rimasta schiacciata da una visione centralistica e burocratica. “La democrazia svizzera è oggi fra quelle meno afflitte dai mali di cui soffrono quasi tutte le maggiori democrazie europee: demagogia, populismo, corruzione della classe politica e del mondo finanziario, crescente divario fra ricchezza e povertà, rabbia sociale” ricorda nella prefazione Sergio Romano, storico ed ex diplomatico italiano. Romano non manca, però, di sottolineare che il futuro della Confederazione resta comunque legato a quello dell’UE: “L’Unione Europea se supererà la crisi, sarà federale e la sua squadra avrà bisogno di un allenatore che conosca bene le regole del gioco. Quando mi guardo attorno vedo un solo candidato: la Svizzera”. Se questa è musica del futuro, Garçon si concentra invece sul presente del successo elvetico, indagandone le ragioni storico-istituzionali e contrapponendolo proprio al disastro economico e politico di molti gradi Paesi europei, Francia compresa. Un disastro la cui responsabilità non è solo dei loro governanti, ma riconducibile anche all’assenza di quel “civismo di massa” e al mancato controllo dei cittadini sui loro rappresentanti, qualità che invece fanno parte del DNA elvetico. Semplificando, come nota significativamente lo studioso francese: “Mai gli svizzeri avrebbero tollerato l’indecenza prolungata di un Berlusconi e delle sue scappatelle vergognose, né la puerilità di un Sarkozy che si sfoga pubblicamente sulle sue sventure coniugali, né la criminalità organizzata di tutta la classe politica greca”. Istituzioni politiche, istruzione, formazione, economia, fiscalità e integrazione sociale, Garçon ripercorre la storia del modello elvetico che in ottocento anni, passo dopo passo, è riuscito a perfezionare una forma compiuta di vero federalismo e di democrazia diretta, e a proiettare la Confederazione ai vertici delle classifiche mondiali per innovazione, competitività, ricchezza e benessere sociale. Una storia antica, ricorda lo studioso francese: “Mentre, e ancora per lunghi secoli, i popoli subivano i capricci del loro monarca, e potevano considerarsi ben fortunati quando questi arrivava a sottomettersi ad una carta fondamentale, i cittadini svizzeri votavano già le loro leggi alla

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maggioranza delle braccia alzate, con la spada al fianco”. Da qui si originano quella “democrazia di prossimità” (che è cosa ben diversa della democrazia di massa e delle sue successive degenerazioni) fondata sul senso di responsabilità individuale e alimentata dal federalismo, e quello Stato light che fa della Svizzera, un Paese unico al mondo già per il fatto di essere guidato da soli sette ministri, incluso il Presidente della Confederazione. Ecco quell’atavico senso elvetico di sobrietà, modestia e semplicità dei costumi politici che, unito al pragmatismo amministrativo, ha plasmato le istituzioni politiche, salvaguardando il patto fiduciario con i cittadini. Anche perché qui la prima e l’ultima parola spettano davvero al popolo. Nella storia rossocrociata non mancano i buchi neri, da taluni risvolti della neutralità, ancora non del tutto scandagliati dagli storici, alla triste vicenda dai fondi ebraici, dalle tensioni xenofobe sul finire degli anni Sessanta i cui rigurgiti che si avvertono ancora oggi, agli scandali finanziari che stavano addirittura per travolgere la più grande banca svizzera. Fatti e vicende che non bastano però ad inquinare il percorso di una democrazia che, grazie alle sue solide istituzioni, li ha saputi metabolizzare e superare. Dando con questo ancora tanti altri punti a molti Paesi. Certo, si può ironizzare sui ritardi con cui è stato concesso il voto alle donne, ma non bisognerebbe dimenticare che oggi la Confederazione, assieme alle democrazie del nord Europa, e lo stato dove è più marcata la presenza femminile nei posti di potere e dove le pari opportunità non sono rimaste uno slogan. Al sistema politico - istituzionale si possono apportare dei correttivi, nota Garçon, anche per dare più slancio alla presenza e al ruolo che la Svizzera merita sulla scena internazionale. Ma lo studioso francese, ricordando la crisi finanziaria che ha destabilizzato l’Europa, riporta le parole del Consigliere federale Didier Burkhalter: “Il nostro Paese ne ha conosciuto i contraccolpi, ma ne è uscito senza troppi danni, là dove altri crollano sotto il peso di debiti colossali che mettono in pericolo il loro sviluppo economico e il loro equilibrio sociale. Il nostro Paese, le sue istituzioni, le sue assicurazioni sociali, le sue scuole, le sue finanze, le sue leggi, la sua economia, i suoi sistemi di sicurezza e di sanità, tutto questo è stabile. Le fondamenta dello chalet svizzero sono solide, i muri sono sani, la carpenteria è resistente”.

Titolo: Conoscere la Svizzera

Autore: François Garçon

Editore: Armando Dadò


Si` al Risanamento S. Got tardo 0/0/0/30

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san gottardo: La creazione di un comitato nazionale

A fine agosto, su iniziativa delle associazioni economiche ticinesi ed urane, è stato costituito a Berna il comitato nazionale “Sì alla galleria di risanamento al San Gottardo”. Il comitato nazionale è co-presieduto da numerosi parlamentari di tutta la Svizzera tra cui pure i ticinesi Filippo Lombardi, Fabio Abate, Fabio Regazzi e Patrizia Pesenti. Scopo del comitato nazionale è di informare e di sensibilizzare in merito al necessario risanamento della galleria autostradale al San Gottardo, nonché di sostenere la variante proposta dal Consiglio federale, consistente nella realizzazione di una galleria di risanamento. Parallelamente il comitato nazionale si oppone categoricamente ad un risanamento mediante la chiusura della galleria per oltre 900 giorni accompagnata dal trasbordo di tutti i

veicoli a motore (pesanti e leggeri) su treni navetta durante l’intero periodo di chiusura; una cosiddetta strada viaggiante. Il sistema di trasbordo sarebbe infatti di impossibile gestione. In tal senso il comitato nazionale difende, come il Consiglio federale, la realizzazione di una galleria di risanamento, soluzione ponderata, sicura e sostenibile, senza aumento di capacità, opponendosi per contro alla variante della strada viaggiante trattandosi di un sistema di trasbordo rischioso, molto caro e che non assicura un collegamento costante tra il Nord ed il Sud delle Alpi. Nei prossimi numeri indicheremo nei dettagli i singoli argomenti a favore della galleria di risanamento.

Consultazione della LTS positiva Nel mese di aprile si è conclusa la consultazione della Legge federale concernente il transito stradale nella regione alpina (LTS), nella quale si propone il mantenimento di una sola corsia per senso di marcia anche qualora venisse realizzata la seconda canna della galleria stradale al San Gottardo. Il Consiglio federale è convinto che la realizzazione di un secondo tubo senza ampliamento delle capacità sia, a lungo termine, la soluzione più sensata. Oltre ai vantaggi in termini di oneri, costi e sicurezza, essa tiene conto dell’esigenza del Ticino di disporre anche durante i lavori di un buon collegamento stradale verso il Nord. L’articolo sulla protezione delle Alpi è tutelato: per ogni senso di marcia sarà infatti in servizio sempre una sola corsia. Per questo motivo il Consiglio federale ha deciso di sancire per legge questa limitazione presentando al Parlamento un progetto sottoponibile a referendum. I risultati della consultazione Hanno superato il centinaio i pareri pervenuti all’Ufficio federale delle strade (USTRA) – più precisamente sono state 111 posizioni provenienti da tutta la Svizzera – che

sono stati in seguito analizzati nel dettaglio alfine di poter presentare, nelle prossime settimane, un rapporto sui risultati al Consiglio federale insieme al relativo messaggio. L’adozione di quest’ultimo da parte del Governo è prevista per l’autunno quando il progetto approderà in aula per il dibattito parlamentare. In caso di referendum sarà sottoposto a votazione popolare. Delle 111 prese di posizione inviate, la maggioranza, ovvero 54, si è detta favorevole al risanamento della galleria al San Gottardo. Tra i sostenitori si contano in particolare 18 Cantoni e i principali partiti elvetici (UDC, PLR, PPD e il PBD). La maggioranza del mondo politico sembra quindi sostenere la proposta del Consiglio federale e, come anche molte altre associazioni, sosterrà il risanamento della galleria autostradale al San Gottardo. Sito Internet del comitato nazionale: www.risanamento-gottardo.ch Sito Internet del comitato ticinese: www.2tunnel.ch

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Attualita` di Angelo Geninazzi, Responsabile di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere

Svizzeri, un popolo di conservatori

Riproposto annualmente, il sonGrafico 1 – Punti di vista relativi al freno all’indebitamento daggio sulle preferenze dei cittadini svizzeri in merito alla politica Il freno 43 47 8 2 all’indebitamento finanziaria e fiscale non smentisce dev’essere mantenuto. i risultati già scaturiti negli ultimi Il freno anni: gli Svizzeri sono favorevoli ad 24 46 18 10 2 all’indebitamento è una politica finanziaria prudente e efficace. sostengono il freno all’indebitamenIl freno all’ind. non può 9 28 13 36 14 to. Come nell’inchiesta 2012, una impedire l’aumento dei maggioranza vorrebbe estendere debiti federali. questo strumento alle assicurazioni Il freno all’ 2 4 10 32 52 indebitamento sociali. dev’essere abolito. Il Monitor finanziario è un’inchiesta rappresentativa realizzata annualCompletamente d’accordo Piuttosto d’accordo Non sa/nessuna risposta mente dall’istituto gfs.bern. Esso riNon d’accordo Piuttosto non d’accordo assume il punto di vista dei cittadini sulle principali questioni di politica Fonte: gfs.bern, Monitor finanziario, Aprile/Maggio 2013 (N - ca. 1000) fiscale e finanziaria. Le domande poste e la metodologia utilizzata reGrafico 2 - Freno all’indebitamento applicato alle assicurazioni sociali; stano le stesse da un’inchiesta all’alvalutazione dei cittadini secondo i partiti tra, ciò che permette di estrapolare delle tendenze a lungo termine e di 4 Inutile 6 8 8 8 trarre conclusioni comparative. 20 14 10 13 Certamente la situazione econo17 25 5 7 mica in cui ci troviamo è particoPoco utile 18 19 10 lare. Negli ultimi anni, il debito di 10 numerosissimi Paesi attorno a noi 20 è drammaticamente aumentato: i Non sa/nessuna 49 67 42 risposta Governi non sono riusciti a conte42 48 nere le spese e numerosi Stati sono 23 ora confrontati con rigidissimi piani Piuttosto utile di austerità. Questo ha probabil26 23 mente fatto prendere ulteriormente 18 19 10 11 Molto utile coscienza ai cittadini elvetici degli strumenti ai quali possiamo riconPES PS PPD PLR UDC Nessun durre lo stato delle nostre finanze partito pubbliche. Tra questi vi è certamenFonte: gfs.bern, Monitor finanziario, Aprile/Maggio 2013 (N - ca. 1000) te il freno all’indebitamento, approvato in votazione popolare ormai 10 mettere di affrontare e risolvere in maniera ottimale i compiti. anni fa. Questo dispositivo legale di politica finanziaria continua di Per oltre i 4/5 degli interpellati, la Confederazione deve svolgere i conseguenza a beneficiare di un ampio sostegno nella popolaziopropri compiti con le risorse a disposizione. Aumenti d’imposta e ne: il 70% degli Svizzeri ritiene che esso abbia dimostrato la sua aumenti di spesa vengono categoricamente rifiutati. Anzi, il 66% efficacia e addirittura il 90% vuole mantenerlo anche in futuro. degli intervistati (+3 punti) è favorevole ad una diminuzione parallela e contemporanea delle imposte e delle spese. Al contrario, Estensione del freno all’indebitamento alle assicurazioni sociali il 72% non vuole che la Confederazione preveda nuovi compiti L’anno scorso una maggioranza (63%) si era pronunciata a favoaumentando parallelamente le imposte. re di un’estensione del freno all’indebitamento alle assicurazioni sociali. In precedenza i cittadini si erano sempre espressi contraI risultati possono sembrare sorprendenti, eppure non lo sono. ri a questa eventualità. Nell’edizione di quest’anno il 62% degli Ormai da diversi anni le posizioni sono consolidate. L’economia si intervistati, indipendentemente dall’appartenenza o meno ad un attende che questo tipo di inchieste fungano da bussola per chi partito politico, ha nuovamente manifestato la volontà di applicadefinisce le strategie finanziarie e fiscali della Confederazione. Di re il freno all’indebitamento anche alle assicurazioni sociali. Nei queste conclusioni si dovrà inoltre tenere conto anche a livello prossimi anni queste ultime saranno sempre più sotto pressione cantonale. A questo proposito è interessante rimarcare che i vaa causa degli sviluppi demografici. lori ticinesi, rispettivamente quelli dei cittadini svizzeri di lingua italiana, non si discostano significativamente da quelli svizzeri. E Strategie in materia di finanze pubbliche anche questo, a prima vista, potrebbe stupire. Gli Svizzeri sono convinti che le risorse disponibili devono per-

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At tualita` di Patrik Schellenbauer e Marco Salvi, Avenir Suisse

Un fantasma da 1’500 miliardi Le disparità di patrimonio non sono così ineguali come si sostiene

Di primo acchito i patrimoni in Svizzera, così come redditi e salari, sembrano ripartiti in modo molto disuguale. Tuttavia, una parte sostanziale dei patrimoni esistenti non viene conteggiata dalle statistiche. La percezione delle disuguaglianze ne risulta distorta. Ovunque nel mondo i patrimoni sono distribuiti in modo meno uniforme dei redditi. Ma non c’è nulla d’immorale, e men che meno riprovevole, a questo fatto. Semplicemente i risparmi dei singoli si accumulano nel corso della vita, in modo che la loro distribuzione risulta più diseguale rispetto a quella dei redditi correnti. Nella seconda metà della vita lavorativa il reddito e la propensione al risparmio aumentano e di conseguenza l’accumulo del patrimonio accelera – complici anche l’effetto degli interessi composti. In Occidente, dove la società tende a invecchiare sempre di più, la disuguaglianza dei patrimoni aumenta quindi anche per pure cause demografiche, non legate alle differenze salariali.

Distribuzione dei patrimoni «scandalosa»?

Nel dibattito pubblico tali effetti sono perlopiù logicamente ignorati. Si preferisce scandalizzarsi sulle palesi disuguaglianze di patrimonio in Svizzera. La statistica fiscale federale rafforza questi pregiudizi: il coefficiente di Gini del patrimonio netto (attivi meno passivi) presenta infatti un valore altissimo, 0,81 (più il coefficiente è elevato, più le disparità di patrimonio sono palesi). In confronto: la disuguaglianza dei redditi primari (cioè la somma di tutti i redditi di mercato) è di solo 0,41, ovvero la metà. Addirittura c’è chi sostiene che i patrimoni svizzeri siano distribuiti meno equamente di quelli statunitensi. Davvero?

L’AVS non è presa in considerazione, il patrimonio immobiliare lo è solo in parte

La risposta è no. Le statistiche sulla distribuzione del patrimonio in Svizzera non sono indicative, poiché alcuni elementi sostanziali del patrimonio degli Svizzeri sono soggetti solo parzialmente. Altri addirittura ne sono totalmente esenti. Cosa sfugge alle maglie della statistica sulla fiscalità? • I patrimoni della previdenza professionale (secondo pilastro) non appaiono nelle statistiche. Con un patrimonio sotto gestione dell’ordine di 750 miliardi di franchi (2011) questa «omissione» è di grande rilevanza. Mancano purtroppo dati ufficiali sulla distribuzione di questi patrimoni. Si può però supporre che i contributi al secondo pilastro sono distribuiti più o meno come i salari. • Neppure i patrimoni del terzo pilastro sono presenti nelle statistiche fiscali. Essi ammontano a 78 miliardi di franchi nel 2011, e aumentano ogni anno di circa cinque miliardi. Poiché la deducibilità dei contributi è limitata (6’749 franchi nel 2013 per i dipendenti), gli averi del terzo pilastro dovrebbero essere distribuiti in modo molto uniforme. Secondo la «Statistica sociale svizzera 2012» il ceto medio versa due terzi dei contributi. • Secondo stime della BNS Il valore imponibile degli immobili ammonterebbe soltanto al 60% del valore effettivo di mercato. Il patrimonio immobiliare è quindi fortemente sottovalutato, tanto più che il tasso di proprietari è aumentato negli ultimi 15 anni dal 30 al 40%. Una stima

approssimativa indica che circa 400 miliardi di franchi di patrimonio immobiliare non sono conteggiati nelle statistiche, e questi ultimi appartengono in gran parte al ceto medio. • Dal punto di vista economico si potrebbe sostenere che l’AVS fa parte del patrimonio, poiché le rendite sono simili al versamento di interessi di un capitale risparmio. La capitalizzazione delle rendite AVS pagate dal 2011 ammonterebbe a circa 350 miliardi di franchi. Al livello del singolo, il legame molto tenue tra i contributi versati e la rendita ricevuta fa sì che il patrimonio AVS sia distribuito in modo molto uniforme.

Sull’altro piatto della bilancia

Nelle statistiche fiscali, il patrimonio netto per il 2009 ammontava a 1’400 miliardi di franchi. Secondo una stima approssimativa si aggiungerebbero altri 1’500 miliardi, distribuiti in modo molto più egualitario. Con un patrimonio privato totale che si aggira attorno ai 2’800 miliardi (2011), la statistica della Banca nazionale svizzera (BNS) presenta valori molto simili a quelli da noi stimati. Nessuno però sa precisamente di quanto l’ineguaglianza del patrimonio venga sopravvalutata dalle statistiche ufficiali. Un nuovo studio in Germania – un Paese in cui l’ineguaglianza è simile alla nostra – suggerisce che l’effetto dovrebbe essere considerevole, soprattutto per la classe media. Il coefficiente di Gini scende da 0,8 a 0,6 non appena la rendita vecchiaia è inclusa nel calcolo.

Lo Stato sociale rimpiazza il risparmio privato

Bisogna infine notare che la Svezia conosce livelli di disuguaglianza patrimoniale simili alla Svizzera e alla Germania, con un coefficiente di Gini attorno allo 0,8. Ciò suggerisce che uno Stato sociale molto sviluppato indebolisce gli incentivi per il risparmio privato. Come spiegare altrimenti che i ciprioti abbiano un patrimonio medio più alto dei tedeschi, come osservato in un recente studio della Banca centrale europea. Questo è un altro argomento per tenere conto dell’assicurazione vecchiaia nell’analisi della distribuzione del patrimonio.

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e esterno (Istino un anno, si

di tirocinio

one un tassello uo insieme.

At tualita` di Stefania Hubmann, articolo apparso su Azione, n. 27, Settimanale della Cooperativa Migros Ticino, il 1° luglio 2013 (www.azione.ch)

ARAFticino ASSOCIAZIONE DELLA RETE DI AZIENDE FORMATRICI DEL CANTONE TICINO

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Formazione in rete, si può

Il ruolo guida e l’aiuto concreto di ARAF Ticino per aziende e apprendisti: una soluzione applicabile su più larga scala

Futuri apprendisti alla ricerca di un posto di lavoro, aziende al completo o che non formano nuove leve. È la realtà con la quale si confrontano famiglie e datori di lavoro in queste Promotori: settimane, realtà resa ancora più ardua dalla crisi economica. Nel settore degli impiegati di commercio esiste però uno spiraglio, una rete per sostenere leARAFticino ditte con potenzialità ASSOCIAZIONE DELLA RETE di formazione limitate, favorendo al contempo il percorso DI AZIENDE FORMATRICI DEL CANTONE professionaleaiti e scolastico dell’apprendista. L’Associazione della rete di aziende formatrici del Cantone Ticino (ARAF) è nata nel 2007 a seguito dell’entrata in vigore della nuova Legge sulla formazione professionale (1.1.2004). Promossa e sostenuta da Società degli impiegati del commercio sezione Ticino (SIC Ticino); Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino; Associazione delle industrie ticinesi e dal Cantone, l’associazione si avvale di un’istituzione guida – rappresentata dalla SIC Ticino – per affiancare le aziende nell’assicurare una formazione professionale in rete. Il concetto di rete è il fulcro di questa iniziativa che punta alla qualità, sia della formazione sia dei praticanti. Repubblica e Cantone Ticino

commercio Camera industria cantone Ticino artigianato

ASSOCIAZIONE INDUSTRIE TICINESI

Nel corso della recente assemblea è però emerso come questa possibilità di formazione sia ancora poco sfruttata dalle imprese. «Al momento fanno parte di ARAF Ticino 36 aziende che formano 20 apprendisti impiegati di commercio distribuiti in tutti i distretti del Cantone» spiega Remo Tamburlin, uno dei tre coordinatori del progetto, precisando che l’attività coinvolge sia ditte private sia il settore pubblico, in particolare i Comuni. «Il supporto offerto da ARAF è ideale per chi non ha mai formato apprendisti o per chi ha smesso di farlo magari a seguito di esperienze difficili. Assicurare una formazione adeguata è un compito diventato sempre più impegnativo soprattutto per le piccole e medie imprese che dispongono di poco personale. Anche le ditte specializzate sono spesso in difficoltà, perché non sono in grado di garantire una formazione completa sull’arco dei tre anni di apprendistato. Per tutti questi casi, come pure per chi non desidera assumersi un impegno triennale o non ha a disposizione un maestro di tirocinio, la formazione in rete è una valida alternativa». In pratica il coordinatore di ARAF ha il compito di selezionare l’apprendista e di seguirlo nel suo percorso. «Per un costo contenuto grazie al sostegno del Cantone – aggiunge al riguardo Remo Tamburlin – l’azienda beneficia di un’assistenza personalizzata ed è sgravata di numerosi compiti legati alla gestione dell’apprendista. Il suo impegno può inoltre limitarsi a un anno, poiché il giovane è assunto dall’associazione, garante di una formazione completa tramite la rete. Da rilevare, l’attenzione rivolta alla selezione dei candidati, basata sulle competenze scolastiche e sul risultato di un colloquio individuale. L’obiettivo è di sondare la motivazione dei futuri apprendisti ai quali sono pure proposti brevi stage nelle aziende». Per i giovani il modello in rete è sicuramente un’ottima opportunità per trovare un posto di tirocinio. Posto che negli ultimi anni nel

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settore commerciale si è assestato attorno alle 300 unità mentre negli anni Novanta erano il doppio. Seguito e assistito personalmente dall’istituzione guida (oltre che dall’ispettorato), il giovane in formazione sviluppa competenze in ambiti professionali diversi e contatti con più aziende a tutto vantaggio del suo futuro inserimento a pieno titolo nel mondo del lavoro. Un’altra sicurezza di cui beneficia è quella del posto di tirocinio. L’attività di ARAF si svolge in stretta collaborazione con le scuole professionali commerciali presenti sul territorio. Il progetto, considerati gli ottimi risultati ottenuti, potrebbe essere applicato anche ad altre formazioni, come già avviene in diversi Cantoni soprattutto nella Svizzera tedesca. A Basilea, ad esempio, le professioni coinvolte sono quasi una ventina. Remo Tamburlin: «Siamo in contatto con l’associazione degli albergatori ticinesi, che guarda con interesse alla formazione in rete per risolvere il problema delle chiusure stagionali. Altre associazioni professionali intenzionate a valutare il modello sono benvenute». Negli ultimi anni la professione d’impiegata/o di commercio si è notevolmente modificata, includendo attività legate al marketing, all’informatica e ad altri settori specifici. Un arricchimento non sempre facile da sperimentare in un unico posto di tirocinio. Dal garage agli istituti sociali, dallo studio legale all’ente turistico, le aziende entrate nella rete di ARAF rappresentano molteplici campi d’attività. Alcune rimangono qualche anno, altre proseguono l’esperienza come ad esempio Ticino Turismo, partner dal 2007. Alberto Monticelli, responsabile amministrativo, conferma l’importanza di potersi appoggiare a un ente esterno ben organizzato. «Abbiamo ripreso a formare apprendisti con il supporto dell’associazione ARAF che rende il nostro compito meno gravoso. La collaborazione, precisa e puntuale, favorisce il controllo interno riguardo alla preparazione che siamo in grado di offrire al giovane in formazione». Esperienza positiva anche per la società Autolinee Bleniesi, che da sola non riesce a garantire una formazione adeguata all’apprendista perché la struttura amministrativa è molto snella. Il direttore Stefano Malingamba apprezza in particolare «il ruolo guida e il sostegno pratico di ARAF, come pure la flessibilità che questa soluzione garantisce tramite contratti a termine. Alleggerita dei compiti amministrativi e scolastici, affidati ai coordinatori di ARAF, l’azienda può concentrarsi meglio sugli aspetti strettamente professionali». La formazione in rete, nata come sostegno e incentivo per le aziende, è in realtà un atout per tutte le parti interessate. Una soluzione che meriterebbe di essere applicata su più vasta scala ma che ovviamente comporta un costo a livello pubblico e privato. La campagna di ARAF per l’anno scolastico 2013-2014 è ancora in pieno svolgimento. Candidati alla formazione di impiegato di commercio, aziende e Comuni interessati al progetto in rete possono contattare ARAF Ticino (araf@sicticino.ch o Tel. +41 91 821 01 01). Informazioni anche sul sito www.araf.ch.


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Eventi

Save the date: i nostri prossimi eventi Una veloce e necessaria check list dei nostri appuntamenti già agendati per l’imminente autunno. Sarà una stagione calda di manifestazioni, ricca di stimoli, interessante per il networking. Avete già preso tra le mani la vostra agenda? Per tutti questi appuntamenti seguiranno maggiori dettagli, programmi, modalità di partecipazione ed iscrizione. Tenetevi aggiornati visitando regolarmente il nostro sito web www.cc-ti.ch!

96esima Assemblea generale ordinaria della Cc-Ti La nostra Assemblea annuale, giunta alla 96esima edizione, si terrà venerdì 18 ottobre 2013 dalle ore 16.30, presso il Cinema Teatro in via D. Alighieri 3b a Chiasso.

Le infrastrutture in Ticino Evento che si terrà il 24 settembre 2013 dalle ore 18.00 presso la sede della Rapelli in Via Laveggio a Stabio. Si discuterà della logistica e del potenziale delle infrastrutture.

Missione ticinese a Mosca La Cc-Ti, attraverso il suo International Desk, in collaborazione con la Camera di commercio russa di Mosca organizza per i prossimi 30 settembre – 1° ottobre 2013 una missione a Mosca. Sarà una due giorni che permetterà di sviluppare nuove opportunità di business, fare networking, esplorare potenziali collaborazioni ed ottenere informazioni sui nuovi trend di mercato russo, il tutto in una città affascinate come Mosca, toccando con mano ed incontrando di persona gli imprenditori russi. Per maggiori informazioni contattate il nostro International Desk e vistate il sito web www.cc-ti.ch

4Seasons Standing Lunch – edizioni autunnali Come anticipato sullo scorso numero, eccovi l’atteso aggiornamento sulle date dei prossimi 2 appuntamenti per gli standing lunch del 4 Seasons: • Giovedì 3 ottobre 2013, regione del Luganese Tema: “Relocation delle persone fisiche” • Martedì 12 novembre 2013, regione del Mendrisiotto Tema: “Relazioni transfrontaliere, novità per il 2014”

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Come vi accoglie la vostra banca? Da noi tutte le aziende sono benvenute. Ai clienti aziendali la Banca Migros offre una gamma completa di servizi, dal traffico pagamenti ai crediti d’esercizio, dai finanziamenti speciali alla regolamentazione della successione fino alle possibilità d’investimento. Noi puntiamo su parametri trasparenti per la concessione del credito, relazioni durature con i clienti e un’elaborazione senza lungaggini burocratiche. Ulteriori informazioni nel sito www.bancamigros.ch oppure chiamando la Service Line allo 0848 845 400.


Eventi di Lisa Pantini

La location ideale per l’innovazione: facciamo il punto sul Ticino Lo scorso 24 giugno si è tenuto il Business Breakfast della Cc-Ti presso l’Hotel Lugano Dante, ed è stata l’occasione per tornare a parlare di innovazione e del Cantone quale luogo ideale per l’insediamento di realtà innovative. Sono intervenuti Lorenzo Leoni, Direttore della Fondazione AGIRE, che ha illustrato le ultime novità legate al progetto del Tecnopolo Ticino. L’incontro è poi proseguito con la testimonianza di Carlo Fontana, Direttore dell’Hotel Lugano Dante, che ha parlato del progetto intrapreso all’interno della struttura che dirige, relativo alla gestione degli ospiti e della loro esperienza di soggiorno in hotel. In queste pagine due brevi interviste con i nostri relatori per un aggiornamento su queste tematiche di grande interesse

Il progetto Tecnopolo Ticino Intervista con Lorenzo Leoni

Lorenzo Leoni

Può presentarci i punti salienti del nuovo progetto sulla Casa dell’Innovazione, meglio nota come Tecnopolo Ticino? “Con il progetto Tecnopolo Ticino, fortemente voluto dal Dipartimento Finanze e Economia del Cantone, si vuole creare una serie di strutture distribuite sul territorio che possano ospitare aziende legate all’innovazione, andando ad offrire loro tutti quei contenuti che le possano aiutare nel loro sviluppo. Tecnopolo Ticino è un’iniziativa prettamente di contenuti volti al supporto delle aziende e alla massimizzazione dell’impatto positivo sul territorio. A livello nazionale, il progetto Tecnopolo Ticino si inserisce all’interno dell’iniziativa Swiss Innovation Parks, che si propone di creare una serie di parchi dell’ innovazione in Svizzera. L’obiettivo finale è quello di contribuire al primato svizzero in termini di innovazione e sviluppo di un’economia ad alto valore aggiunto, che ci permetta anche in futuro di rimanere competitivi a livello globale”. Che tipo di struttura si prevede e come si integra il Tecnopolo Ticino con le attività della Fondazione AGIRE? “La struttura prevista è quella di avere una sede centrale (hub), nel Luganese, che permetta di sfruttare al meglio le sinergie con USI e SUPSI e altri «generatori d’innovazione». All’interno della struttura verranno messi a disposizione spazi per uffici e vi troverà anche posto la Fondazione Agire. L’Hub metterà a disposizione una serie di contenuti comuni alle aziende che operano nell’innovazione e sarà affiancato da sedi distaccate (spokes), che andranno a sfruttare le competenze e le piattaforme tecnologiche già esistenti sul territorio. Già oggi siamo in discussione con la città di Chiasso per una sede legata alle tecnologie digitali, con il Cardiocentro Ticino una sede a Taverne legata alla medicina rigenerativa, con l’IRB, a Bellinzona, per una sede legata alle scienze della vita. Siamo aperti a valutare altre collaborazioni sul territorio, a condizione che ci siano delle

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forti competenze, e una forte motivazione. Nei suoi primi due anni di vita la Fondazione Agire, il cui compito e sostenere l’innovazione a 360 gradi nel Cantone, si è concentrata principalmente sullo sviluppo delle attività di transfer tecnologico e di investimento in progetti innovativi grazie al fondo di investimento Agire Invest. Di fatto Tecnopolo Ticino ci permette di chiudere il cerchio offrendo la possibilità di avere dei punti di aggregazione con l’obiettivo di creare un circolo virtuoso in cui si inseriscano, portando ognuno il proprio contributo, ricerca, economia e finanza”. Quali sono i punti focali sui quali operare per incrementare l’innovazione e la competitività delle aziende ticinesi? “Di fatto le idee innovative devono arrivare dalle aziende stesse o dai centri di ricerca. Quello che Fondazione Agire può fare è contribuire a creare le migliori condizioni quadro possibili perché queste idee possano essere tradotte in economia reale. Molto praticamente ciò significa: - creazione di sinergie tra aziende e centri di ricerca sia a livello locale che internazionale per lo scouting e lo sviluppo di nuove tecnologie; - finanziamenti diretti e mirati di progetti con potenziale di sviluppo importante e creazione di un network di potenziali investitori siano essi privati che istituzionali interessati a tali opportunità; - messa a disposizione di spazi e servizi che permettano alle aziende, soprattutto nella fase iniziale, di concentrarsi nello sviluppo delle proprie soluzioni, senza dover perdere troppo tempo nelle attività non core; - attività di coaching e mentoring che aiutino lo sviluppo puntuale dei progetti innovativi e quello più in generale della creazione di una mentalità imprenditoriale nel Cantone”.


Managing the guest experience: high tech or high touch? Intervista con Carlo Fontana Carlo Fontana Quale sono stati i motivi alla base della spinta innovatrice del vostro progetto «managing the guest experience» e in che modo si sono evoluti? “In qualsiasi azienda attiva nel settore dei servizi la centralità e l’importanza della «relazione» con il cliente è sempre più riconosciuta. Questo perché: • acquisire un nuovo cliente costa da 6 a 7 volte in più che mantenerne uno esistente; • aumentare la «customer retention» del 5% può far aumentare i profitti in un range compreso tra il 25% ed il 35% (Harvard Business Review 1990) • i clienti soddisfatti della relazione con l’azienda: o sono meno sensibili al prezzo o aumentano la frequenza di acquisto del servizio o portano nuovi clienti tramite il passaparola o passano meno alla concorrenza In particolare nel campo alberghiero, recenti studi hanno dato risposta alla seguente domanda: per quali ragioni un ospite sceglie un albergo? • Una buona Guest Experience: 51% • Ubicazione: 48% • Prezzo: 42% • Programmi di fidelizzazione: 18% • Promozioni: 8% • Servizi: 8 Risulta pertanto evidente come la relazione con l’ospite e la sua soddisfazione siano ancora più importanti dell’ubicazione e del prezzo pagato. Persino i programmi di fidelizzazione e le promozioni hanno un valore decisionale molto basso rispetto alla qualità dell’esperienza. La relazione con l’ospite avviene evidentemente tramite lo STAFF. E poiché il settore dell’ospitalità, ed in particolare la struttura alberghiera, è considerata oggi una delle aziende a maggior «intensità di lavoro», abbiamo deciso di dedicare allo STAFF - l’investimento / costo più importante per l’azienda – tutti gli strumenti possibili per offrire all’ospite un’esperienza unica ed indimenticabile. La nostra piattaforma Hoxell “Excellence in Hospitality” si rivolge pertanto ai due assets principali: 1. Ospite 2. Staff”. Quanto è difficile introdurre un’innovazione nel vostro settore? Avete funto da precursori di una nuova «era» per l’ospitalità? “La filosofia di «Guest Experience» alla base del progetto e le prime ricerche di piattaforme sul mercato internazionale nascono nel lontano 2007. Dopo una lunga - quanto vana - ricerca, abbiamo così deciso di sviluppare tutto internamente. Onestamente le difficoltà concettuali, tecniche ed operative e naturalmente economiche sono state innume-

revoli. Con tutta probabilità, se solo avessimo saputo all’inizio quali sfide avremmo incontrato lungo il cammino, forse non avremmo mai avuto il coraggio di iniziare. La tecnologia utilizzata dallo Staff nelle aziende alberghiere risale in pratica ancora a quanto introdotto agli inizi degli anni novanta: il PMS (Property management systems). Al quale si sono aggiunte nel tempo – in linea di principio - pochissime novità: tv interattive, minibar intelligenti, tessere magnetiche per le porte, collegamenti WiFi, ecc.. Ancora oggi si utilizza molta carta stampata e la qualità e struttura delle informazioni è considerata un grande punto di debolezza, rispettivamente una grande opportunità di miglioramento. Da quanto ci risulta, grazie anche a quanto riportato da una serie di casi di studio effettuati da numerose università internazionali (ad esempio la Harvard Business School), la nostra piattaforma sembra essere veramente innovativa. Non sappiamo quindi se possiamo essere veramente considerati dei precursori di una «nuova era per l’ospitalità», certamente siamo sotto una costante osservazione”. Come funziona (in pratica) la relazione con l’ospite e quella tra dipendenti della struttura? “La nostra piattaforma posiziona entrambi gli attori dell’ospitalità l’Ospite e lo Staff - al centro di tutti i processi aziendali, consentendo loro di interagire, in tempo reale ed in maniera trasversale, in ogni momento di contatto (customer touchpoints). L’ospite, immediatamente dopo aver effettuato la sua prima prenotazione, indipendentemente dal canale utilizzato, riceve una conferma via mail personalizzata con l’invito ad accedere – tramite un link securizzato - alla sua “Mypage”. Accedendo alla sua pagina personale potrà: o controllare la sua prenotazione ed effettuare le eventuali modifiche o cancellazioni; o “conoscere” tramite fotografia la persona che ha inserito la sua prenotazione; o compilare la scheda di Quick check-in per facilitare ed anticipare le operazioni di arrivo; o selezionare delle preferenze per personalizzare la sua camera: temperatura della camera, contenuto del frigobar, cuscino preferito, tipo di letto, asse da stiro, bollitore tè e caffè, frutta fresca, mazzo di fiori, e tanto altro ancora; o inviarci richieste di informazione, che poi rimarranno sempre tracciate all’interno della sua pagina con le risposte dei nostri collaboratori. Anche in questo caso, l’ospite potrà «vedere» chi gli ha fornito l’informazione e la risposta al suo quesito; di fatto l’ospite è in grado di «personalizzare» il suo soggiorno. La relazione con l’ospite continuerà anche durante e dopo il soggiorno, tramite delle e-mail dedicate (ben tornato a casa, ecc.) e la sua pagina personale, che resterà sempre attiva per spingere la «fidelizzazione». Allo stesso tempo i nostri collaboratori accedono tramite PC, IPAD oppure IPOD al sistema in tempo reale per acquisire o registrare, in modo semplice ed intuitivo, le informazioni giuste ed al momento giusto. Ogni reparto ha delle interfacce con funzionalità dedicate. Il principio è: l’informazione giusta, al momento giusto, al collaboratore giusto. Secondo la filosofia di Guest Experience, ogni attività svolta da un membro dello Staff deve poter creare ed offrire valore aggiunto all’ospite. La piattaforma ha chiaramente semplificato e reso meno impegnative ed «a rischio di errore» le innumerevoli attività giornaliere prestate a favore dell’ospite, facendo risparmiare del tempo prezioso che il collaboratore può così dedicare all’ospite. Per una grande accoglienza ed un sorriso sono sufficienti pochi decimi di secondi e si dice che: un sorriso non dura che un istante, ma il suo ricordo può essere eterno…”

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Eventi

Ghana e Nigeria: la porta d’entrata dell’Africa centrale Partner e sponsor dell’evento

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Lunedì 30 settembre 2013 dalle ore 16.30 alle ore 18.05; networking apero a seguire presso l’Hotel Parco Paradiso, Via Carona 27 a Lugano

Presentazione:

Gli eventi export dedicati ai Paesi potenzialmente interessanti per valutare nuove opportunità d’affari si spostano nell’Africa centrale ed in particolare in Nigeria e in Ghana. Due Nazioni diverse, sebbene geograficamente poco lontane, e al tempo stesso molto importanti. La Nigeria è il Paese più popoloso dell’Africa ed è ricca di risorse naturali, quali ad esempio il ferro, il carbone, il gas naturale e il petrolio. Ed è proprio sull’oro nero che si basa l’economia nazionale ottenendo circa il 90% dei proventi delle esportazioni. Il settore industriale contribuisce a circa il 41% del PIL, mentre è in calo il settore manifatturiero, in particolare quello dei tessili. I servizi tendono invece ad aumentare, soprattutto grazie al settore delle banche che si rileva molto dinamico. La Svizzera intrattiene ottimi rapporti con la Nigeria che, dopo i malintesi con la Libia, è diventata il quarto partner economico più importante in Africa per la fornitura di greggio. Membro dell’Unione Economica e Monetaria Ovest-Africana (UEMOA), la Nigeria è da oltre 10 anni in trattative per un accordo di libero scambio con l’Unione Europea. Purtroppo però, proprio il Paese africano, si oppone fortemente a questo trattato. Parallelamente, la libera circolazione delle persone – intesa come migrazione di lavoratori – funziona relativamente bene, con pochi ostacoli burocratici. Rispetto alla Nigeria, il Ghana è un Paese con un’economia più diversificata. L’agricoltura contribuisce al 26% del PIL nazionale, soprattutto con la coltivazione di cacao e la selvicoltura. Negli ultimi anni vi è stata anche una forte crescita nel settore finanziario e in quello delle telecomunicazioni. L’espansione maggiore è però data dalle miniere d’oro e dalla promozione del settore petrolifero e del gas. Per quanto riguarda il metallo prezioso, il Ghana ha costantemente aumentato le esportazioni raggiungendo il 16% del PIL. Grazie alle condizioni democratiche, alla stabilità del Governo e ad un ambiente attrattivo e sicuro, il Ghana è un Paese modello nell’Africa sub-sahariana. Secondo gli esperti, nei prossimi cinque anni vi saranno ulteriori crescite. La Svizzera acquista circa il 62% delle importazioni mondiali di semi di cacao dal Ghana e buona parte dei frutti tropicali come l’ananas. Per quanto riguarda la vendita invece, la nostra Confederazione esporta soprattutto prodotti farmaceutici, agricoli, macchinari e veicoli. In entrambi questi Paesi la crescita della classe media e il conseguente aumento del potere d’acquisto offrono molto potenziale di export in particolare per i beni di consumo. Durante questo incontro informativo, i partecipanti verranno sensibilizzati sulla situazione macroeconomica e sui prossimi sviluppi dei due Paesi, sulle opportunità d’affari nonché sulle problematiche commerciali più ricorrenti. Inoltre, grazie alla collaborazione con Switzerland Global Enterprise, vi è la possibilità di fissare dei colloqui individuali per una consulenza mirata durante la giornata.

Programma: 16.30 Introduzione e saluto di benvenuto Marco Passalia, Vice Direttore e Responsabile Servizio Export e Legalizzazioni, Cc-Ti 16.35 Situazione e prospettive economiche in Nigeria e Ghana Thorsten Vogl, Vice Presidente, SWISSCHAM AFRICA 16.55 Business opportunities in Nigeria and Ghana Suhail El Obeid, Consultant Middle East + Africa, Switzerland Global Enterprise 17.10 Evaluating chances and risks of trading in Nigeria and Ghana Marion Fuchs, Product Manager, Bisnode D&B Schweiz AG 17.30 Spedire, trasportare e relazionarsi con l’Africa Luigi Braconi, General Manager, SIMI Trasporti Roberta Cippà Cavadini, Titolare, Cippà Trasporti SA 17.55 La testimonianza di un commerciante di materie prime Mario Borsese, Commercial Director, DP Trade SA 18.05 La testimonianza di un’azienda di ingegneria nel settore energetico Daniel Pfammatter, President - Senior Engineer, Easy Energy Companies & Consulting SA Networking apero a seguire La manifestazione è aperta a tutti gli interessati. Entrata libera. Per iscrizioni prego rivolgersi alla Cc-Ti entro giovedì 26 settembre 2013, al numero di telefono +41 91 911 51 18, Fax +41 91 911 51 12, corsi@cc-ti.ch, www.cc-ti.ch

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L’allestimento di regolamenti aziendali in ambito RU Lugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-Ti Lunedì 7 ottobre 2013, dalle 9.00 alle 13.00

Programma • Impostazione strutturata dei documenti • Procedere ad una raccolta di regolamentazioni • Indicazioni per la messa in pratica di alcuni tipi di direttive • L’importanza e i vantaggi di una regolamentazione

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Programma – Modulo 2 • Delucidazione sulle differenze tra origine preferenziale, origine non preferenziale e Swiss made • I diversi criteri d’origine non preferenziali e la loro applicazione; esempi concreti • La compilazione corretta della domanda di attestazione e del certificato d’origine • Le prove documentali d’origine • I casi particolari di legalizzazione • Esempi con soluzioni

Programma • Cos’è l’assertività? • Quali sono i vantaggi della comunicazione assertiva? • Quali sono i requisiti per esprimersi in modo assertivo? • Come diventare assertivi?

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Programma • Lettura dello schema di un credito documentario • Campi principali di un MT700 • Analisi di un credito documentario all’esportazione • Controllo di set di documenti emessi a fronte di crediti documentari

Lugano, Sala dott. G. Papa, presso la Cc-Ti Mercoledì 2 ottobre 2013, dalle 14.00 alle 17.00

Lugano, Cc-Ti, Room dott. G. Papa October 4th 2013, from 13.45 to 17.00

Course contents • General information on international sanctions and their implementation in Switzerland • Restrictions on goods and services and financial sanctions against different countries (with focus on commodities and examples for critical situations) • Notification and/or authorization requirements related to sanctioned persons and entities as well as financial transactions Information about due diligence obligations for banking relationships • General information on the Goods Control Act • Types of export authorizations • Types of goods needing export authorization • What does “sensitive countries” mean and imply • “Catch-all” provisions for companies exporting their own goods • “Catch-all” provisions in relation to trading companies, especially when dealing with countries of concern, e.g. Iran, Syria, , Pakistan, North Korea.

Lugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-Ti Mercoledì 9 ottobre 2013, dalle 9.00 alle 13.00

CREDITI ED INCASSI DOCUMENTARI NEL COMMERCIO CON L’ESTERO

Lugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-Ti Giovedì 10 e 17 ottobre 2013, dalle 13.30 alle 17.30

MANAGEMENT BY OBJECTIVES (MbO)

Lugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-Ti Martedì 15 ottobre 2013, dalle 13.30 alle 17.30 Programma • Obiettivi annuali e KPI (Key Performance Indicators) • Il processo di Management by objectives (MbO) • Collegamento fra MbO e bonus aziendale • Conoscere i passi necessari per implementare con successo il processo MbO

Informazioni e iscrizioni: Cc-Ti, Tel. +41 91 911 51 18, corsi@cc-ti.ch, ww.cc-ti.ch

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Formazione di Lisa Pantini

Guida allo stile: perché spesso l’abito fa anche il monaco “La moda passa, lo stile resta”. (Coco Chanel) Già un’icona di stile del passato quale Coco Chanel, stilista, maestra di moda e d’immagine, teorizzava l’apparire con aforismi mai sbagliati e sempre in auge ancora oggi. Vi presentiamo uno dei nostri prossimi corsi. L’argomento trattato pare frivolo, ma è oggi più che mai attuale. Non si tratta solo dell’apparire, non è superficialità. È in buona parte la sostanza, la nostra essenza e il modo di rapportarci con gli altri, sia nei contesti più intimi, come pure in quelli più formali e business. Il seminario proposto dalla Cc-Ti, che vede quali relatrici due esperte in materia – Valeria Gilardi Vanzulli e Roberta Piemontesi –, si sviluppa su 4 moduli Un vecchio adagio recita “l’abito non fa il monaco”. Come quasi tutti noi abbiamo avuto modo di sperimentare, se non direttamente, per constatazione, il detto risulta vero… solo in parte. Quante volte abbiamo partecipato ad eventi personali o professionali, incontrato clienti, pranzato, ecc. ed abbiamo visto cose inimmaginabili? Persone con abiti fuori luogo, non consoni al momento, … o forse siamo stati proprio noi Roberta Piemontesi e “overdressed” in una Valeria Gilardi Vanzulli determinata occasione. Si sviluppa in questo caso un senso di inadeguatezza che non ci fa vivere bene e fino in fondo la totalità dell’evento, ci si può sentire giudicati, inappropriati, ecc.. D’altra parte se è vero che vestire corrisponde a descrivere sé stessi, e che si fa dell’abito, degli accessori, dell’apparire un forte veicolo di comunicazione del nostro essere, il nodo da sciogliere, forse, sta proprio nell’imparare ed allenare il gusto e lo stile. Ma il buon gusto si impara? O è innato? Secondo Garzantilinguistica.it, versione elettronica di uno dei vocabolari di lingua italiana più conosciuti ed utilizzati, lo stile è un “modo abituale di essere, di comportarsi, di esprimersi”. Non rientra dunque solo l’abbigliamento nello stile, ma l’insieme di come siamo, di come ci comportiamo, di come ci poniamo nei confronti degli altri.

Si dice che bastano 7 secondi per farsi un’impressione. L’importanza di una buona prima impressione è un fattore di successo, soprattutto nel mondo del lavoro. Un abito, un accessorio, un colore ed un tessuto comunicano qualcosa di noi, del nostro essere, del nostro “io”, di chi siamo e condizionano sia il nostro comportamento, come pure, tutto questo insieme, interagisce con chi e cosa ci sta attorno. È necessario trovare dei modelli di stile? A chi far riferimento? Sovrani delle differenti monarchie europee? Attori ed attrici? Politici? O basta semplicemente trovare, capire ed addestrare lo stile con esercizi semplici in una palestra del buon gusto? L’impressione è un fattore di successo nel nostro modo di porci, in tutti gli ambiti, soprattutto quello lavorativo. Trovare il proprio stile è una comunicazione personale che consente di descrivere sé stessi, di indossare e portare l’abito ideale nel momento giusto, valorizzando i nostri pregi, minimizzando i difetti, per un’immagine, non solo effimera, ma concreta in ogni contesto.

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Formazione di Lisa Pantini

Abbiamo il piacere di avere quali relatrici due esperte nel ramo dell’immagine e dello stile: Valeria Gilardi Vanzulli e Roberta Piemontesi, due coach nella consulenza. Vantano una lunga esperienza nel settore della moda e dell’insegnamento (presso la Scuola d’Arti e Mestieri della Sartoria – SAMS, la Scuola Superiore Specializzata di Tecnica dell’Abbigliamento e della Moda – STA, il Centro scolastico per le Industrie Artistiche – CSIA, i Corsi per adulti del Canton Ticino), collaborando con numerosi media ticinesi, con rubriche a tema. Propongono inoltre diverse attività, corsi, seminari per PMI e privati per valorizzare la potenza comunicativa dell’immagine personale. Il corso che propone la Cc-Ti per l’autunno 2013 cerca di condensare in 12 ore lezione (suddivise in 4 moduli da 3 ore con destinazioni specifiche differenti) degli esercizi di stile, sotto la guida delle esperte relatrici. Il programma dei 4 moduli si compone così: • Modulo 1: immagine e colore (destinato ad uomini e donne) si valutano i messaggi simbolici dei colori, gli abbinamenti cromatici, le caratteristiche per abbinare e scegliere i colori, l’armocromia

• Modulo 2: immagine e forme (destinato alle donne) vengono descritti e illustrati i messaggi simbolici delle forme personali e degli abiti/accessori/acconciature, cercando di individuare le proprie caratteristiche, puntando a come scegliere dimensioni e volumi di capi e accessori • Modulo 3: immagine e stile (destinato alle donne) saranno spiegati gli stili contemporanei, valutando i propri ruoli, attribuendo un’identità al proprio ruolo per essere appropriate in ogni occasione • Modulo 4: business dress (destinato ad uomini e donne) si valutano le regole di stile dei contesti formali ed al contempo le proprie caratteristiche fisiche alfine di creare e valorizzare al meglio sé stessi per l’occasione giusta I corsi si terranno i prossimi 27 settembre, 18 ottobre, 8 e 22 novembre dalle 14.00 alle 17.00 presso la Cc-Ti. Incuriositi? Attendiamo con piacere le vostre iscrizioni, e siamo a vostra disposizione per altre informazioni! Cc-Ti, Tel. +41 91 911 51 18, corsi@cc-ti.ch, ww.cc-ti.ch

Intervista con le relatrici Quali sono, secondo voi, le aspettative dei partecipanti dinnanzi ad un corso così strutturato? “Si potrebbe presupporre che il partecipante richieda regole da manualistica con soluzioni stilistiche, che purtroppo indirizzano spesso all’omologazione (rifugio per non sbagliare ed essere approvati). Se l’immagine in parte verbalizza la nostra essenza, è naturale intuire che c’è altro su cui lavorare...” Ma allora, quali sono gli obiettivi che vi siete prefissate? “Non vogliamo vincolare i partecipanti, ma elevarne individualità e personalità. Considerando che l’approccio di uomini e donne all’abbigliamento è molto diverso, proponiamo un percorso che asseconda questa peculiarità; un corso dal taglio più pratico e razionale per l’uomo, più sfumato per la donna, che oltre alla fisicità deve assecondare le proprie emozioni. Ad entrambi offriremo spunti per riflettere sulla propria esteriorità, conquistando sempre più consapevolezza e sicurezza, per mettere in atto il sottile gioco di compromessi, proprio dell’immagine di successo”. Perché ci si dovrebbe iscrivere? “Nell’era dell’immagine (professionale e privata), si è perso di vista il vero senso dello stile. Ridefiniamo insieme il concetto di eleganza contemporanea”.

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I tuoI clIentI corrono dIetro al busIness? regala loro una t-shIrt personalIzzata!

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Commercio estero Pagine a cura di Switzerland Global Enterprise

prossime GIORNATE DI CONSULENZA PAESE LUGANO, SETTEMBRE-NOVEMBRE 2013 • AFRICA CENTRALE: lunedì 30 settembre 2013 • RUSSIA: martedì 8 ottobre 2013 • MESSICO: venerdì 25 ottobre 2013 • CINA: giovedì 7 novembre 2013 • PAESI NORDICI: lunedì 18 novembre 2013 • BRASILE: martedì 19 novembre 2013 Nel corso delle giornate di consulenza proposte alle aziende, avrete l’occasione di fissare un incontro individuale gratuito con i consulenti di Switzerland Global Enterprise e con i collaboratori degli Swiss Business Hub all’estero. Le aziende intenzionate ad espandere le loro attività nei mercati sopra citati o che hanno esigenze concrete non esitino a mettersi in contatto con Switzerland Global Enterprise e a fissare un appuntamento con i suoi esperti! CONTATTATECI AL NO. TEL. +41 91 911 51 37 OPPURE TRAMITE E-MAIL ALL’INDIRIZZO info.lugano@switzerland-ge.com, SAREMO LIETI DI FISSARVI UN APPUNTAMENTO. Importazione semplificata in Russia di orologi svizzeri in metallo prezioso

Dal 2 agosto 2013 gli orologi svizzeri in metallo prezioso possono essere importati in Russia senza che siano punzonati e controllati ufficialmente dalle autorità russe. Da tale data è in vigore la convenzione bilaterale conclusa due anni fa tra Svizzera e Russia che disciplina il riconoscimento reciproco del marchio ufficiale, del marchio del fabbricante e delle indicazioni del titolo legale su lavori in oro, argento, platino e palladio dell’industria orologiera. Finora gli orologi svizzeri esportati in Russia erano controllati e punzonati prima in Svizzera e poi nuovamente dalle autorità russe. Inoltre, i fabbricanti dovevano registrare il loro marchio d’artefice nei due Stati. Questi doppioni sono decaduti con l’entrata in vigore della convenzione bilaterale. Segreteria di Stato dell’economia: Agevolazioni per il commercio di orologi in Russia www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msgid=49738

La dogana russa facilita l’importazione di merci da parte di produttori locali

I beni importati da aziende produttrici russe attraversano la dogana più velocemente. Per beneficiare dello sdoganamento semplificato, gli importatori devono tuttavia soddisfare determinate condizioni. In Russia, il 4 febbraio 2013 è stato approvato il “Regolamento sulla minimizzazione dei controlli per le merci trasportate da parte di persone aventi lo status di produttore”. Secondo un recente articolo pubblicato dalla Camera di Commercio estera russo-tedesca, il regolamento è già in vigore, ma nei primi mesi è stato utilizzato solo da una cerchia

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di ca. 150 aziende selezionate. Questa cerchia potrebbe presto essere estesa ulteriormente , perché l’ordinanza dà diritto a tutte le aziende produttrici di effettuare uno sdoganamento accelerato delle merci importate, purché siano adempiuti i seguenti criteri: • avere locali o immobili - di proprietà o in affitto - in Russia a fini produttivi • detenere un patrimonio netto di almeno 1 milione di RUR • disporre di un capitale sociale di almeno 10 milioni di RUR • essere principalmente attive nella produzione • avere almeno 50 dipendenti • operare con l’estero da almeno un anno • non usufruire di un regime fiscale semplificato. Le aziende che soddisfano queste condizioni hanno la possibilità di richiedere una procedura semplificata di importazione. Secondo il regolamento in oggetto, dopo l’approvazione della domanda i loro beni non devono più essere esaminati sulla base delle rigide regole di gestione dei rischi delle dogane russe, ma tramite una semplice procedura doganale - senza l’utilizzo di profili di rischio, – che semplifica e accelera sensibilmente lo sdoganamento. Camera di commercio estera russo-tedesca: Russischer Zoll vereinfacht Einfuhrverfahren für Produzenten (de) http://russland.ahk.de/news/single-view/artikel/russischerzoll-vereinfacht-einfuhrverfahren-fuer-produzenten/?cHash= 3d7eb03424e384eaa9f824b77cbeecaf

L’Arabia Saudita sposta il fine settimana a venerdì e sabato

L’Arabia Saudita cambia il fine settimana e dal tradizionale giovedì e venerdì lo sposta a venerdì e sabato. La nuova regolamentazione, in vigore dal 29 giugno 2013, dovrebbe


contribuire a facilitare ulteriormente le relazioni commerciali e d’affari internazionali, pur non avendo per il momento grandi impatti sul settore privato, che lavora di regola sei giorni la settimana ed è fermo solo il venerdì. L’estensione del weekend a due giorni è comunque in previsione. Dopo l’Oman, che ha ufficialmente spostato il fine settimana a venerdì/sabato il 1° maggio 2013, l’Arabia Saudita è l’ultimo paese del Consiglio di cooperazione del Golfo ad aver attuato il cambiamento. Arab News: It’s a Friday-Saturday weekend www.arabnews.com/news/455923

L’India apre nuove e migliori possibilità d’investimento alle imprese straniere

L’India ha allentato ulteriormente le disposizioni nazionali molto severe nei confronti degli investitori stranieri e alzato il limite massimo per le partecipazioni delle aziende estere in diversi rami. Ecco i settori in cui sono consentiti gli investimenti diretti esteri fino al 49% via la cosiddetta «automatic route», ossia senza dover richiedere prima un’autorizzazione dalla Reserve Bank of India oppure dal governo indiano: • telecomunicazione; • commercio al dettaglio; • petrolio/gas naturale; • borse merci e valori; • borsa per lo scambio di energia; • asset reconstruction (risanamento creditizio, incasso, società di gestione collettiva). Previa autorizzazione del Foreign Investment Promotion Board, le partecipazioni fino al 100% sono possibili nella telecomunicazione, nel commercio al dettaglio e nell’asset reconstruction nonché nel settore della difesa a patto che i progetti finanziati da aziende stranieri consentano l’accesso a nuove tecnologie. Gli investimenti esteri negli altri ambiti della difesa rimangono limitati al 26%. India Briefing: India Releases Extensive FDI Reforms for Foreign Investors www.india-briefing.com/news/india-releases-extensive-fdireforms-foreign-investors-6632.html/

Firmato l’accordo di libero scambio Svizzera-Cina: un’apertura per gli esportatori svizzeri

L’Accordo di libero scambio (ALS) tra la Svizzera e la Cina è stato firmato il 6 luglio a Pechino e la sua entrata in vigore è prevista per la seconda metà del 2014. Questo accordo è una pietra miliare nella storia della politica economica estera del nostro Paese e darà un forte stimolo al commercio bilaterale tra le due nazioni. L’ALS con la Svizzera, dopo quello appena siglato con l’Islanda, è il secondo concluso dalla Cina con un partner non asiatico. Vi sono sì negoziati con l’Unione europea, ma a causa degli attuali disaccordi commerciali questo ALS è ancora ben lontano dall’essere realtà. Gli esportatori svizzeri dispongono quindi attualmente di una lunghezza di vantaggio nei confronti dei concorrenti europei e in particolare di un accesso facilitato al mercato in esenzione dai dazi e di una migliore protezione della proprietà intellettuale. I punti chiavi dell’ALS (nell’ottica delle esportazioni svizzere e sulla base della scheda informativa dal DEFR e della SECO, cfr link sottostante) sono: • Riduzione dei dazi: con l’entrata in vigore dell’ALS, o in alcuni casi dopo un termine di transizione di 5, 10, 12 o 15 anni, la maggior parte dei prodotti svizzeri esportati in

Cina (95%) saranno esonerati totalmente o parzialmente dal pagamento dei dazi. Il 3% dei prodotti d’esportazione svizzeri beneficerà di una riduzione dei dazi pari al 60%, mentre il 5% non avrà diritto ad alcuna riduzione. Orologi, macchinari e prodotti chimico-farmaceutici non beneficiano immediatamente di riduzioni o di esonero dal pagamento dei dazi. La maggior parte dei prodotti agricoli trasformati, ad elevato potenziale di export, beneficiano invece di sgravi o di esenzione dai dazi. • Regole d’origine armonizzate: l’ALS definisce le disposizioni sulle prove dell’origine che consentono ai prodotti originari di beneficiare di agevolazioni doganali. • Ostacoli tecnici al commercio e standard sanitari e fitosanitari: è prevista una collaborazione più intensa tra le autorità nell’ottica di risolvere in maniera pragmatica questioni o problemi legati ai dispositivi di telecomunicazione, alla certificazione e all’accreditamento nonché agli standard sanitari e fitosanitari. In questi ambiti sono stati siglati accordi supplementari, già entrati in vigore. È altresì già entrato in vigore provvisoriamente un accordo sul riconoscimento reciproco dei risultati dei test per gli strumenti di misurazione. • Servizi: le disposizioni sullo scambio bilaterale di servizi si rifà all’«Accordo generale sul commercio dei servizi» dell’OMC e, ad esempio nell’ambito della sicurezza del diritto, prevedono obblighi in materia di trasparenza e di procedure di ammissione (principio di uguaglianza e di non discriminazione). Inoltre i prestatori di servizi svizzeri avranno a disposizione ulteriori opportunità d’affari in vari settori, quali: servizi ambientali (gestione idrica, servizi di depurazione dell’aria, protezione fonica), servizi finanziari (commercio dei titoli), servizi del traffico aereo (manutenzione e riparazione dei velivoli, servizi di assistenza al suolo), servizi di sdoganamento e servizi a tempo determinato (in particolare installatori e riparatori di macchine, architetti e ingegneri). • Protezione della proprietà intellettuale: le parti si impegnano ad applicare i severi standard internazionali (Accordo TRIPS), che vengono precisati o perfezionati in diversi ambiti. Ad esempio, l’elevato livello di protezione delle indicazioni geografiche (per vini e alcolici) viene esteso a tutti i prodotti. Sono inoltre previste ulteriori misure per la lotta contro la contraffazione e la pirateria o una migliore protezione dei risultati dei testi effettuati ai fini di una procedura d’autorizzazione. Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR): Il consigliere federale SchneiderAmmann firma l’accordo di libero scambio con la Cina www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msgid=49617 Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR): Scheda informativa «Accordo di libero scambio (ALS) Svizzera-Cina» w w w.new s .a dmin.ch / NSB Sub s crib e r/m e s s a ge /attachments/31347.pdf Comunicato stampa di Switzerland Global Enterprise: «L’Accordo di libero scambio con la Cina offre molte potenzialità per l’export» w w w.s wit ze rland - ge.c o m /site s /default / file s / MM _ China_06072013_i.pdf

Cina: nuove prescrizioni per l’importazione di latte e latticini

La Cina ha inasprito le disposizioni per l’importazione di latte e latticini. La nuova regolamentazione, in vigore dal 1°

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Commercio estero Pagine a cura di Switzerland Global Enterprise

maggio 2013, ha introdotto maggiori oneri ammnistrativi per produttori ed importatori e in particolare nuovi documenti, registrazioni e procedure di controllo. Lo Swiss Business Hub China ha analizzato le nuove prescrizioni d’importazione ed ha riassunto i punti principali in un documento di due pagine. Swiss Business Hub China: China – New Import Regulations for Dairy Products www.switzerland-ge.com/svizzera/export/it/filefield-private/ files/58348/field_blog_public_files/19904

Guida al distacco di lavoratori in Cina

Per assumere un collaboratore straniero in Cina occorre superare alcuni ostacoli. Lo Swiss Business Hub China illustra come ottenere nei tempi più brevi possibili i necessari visti, permessi di soggiorno e di lavoro nonché come soddisfare le esigenze in materia di sicurezza sociale. Swiss Business Hub China: Working in China – Visa and social insurance policy (278 KB) www.switzerland-ge.com/svizzera/export/it/blog/guida-aldistacco-di-lavoratori-cina

Cina: introdotte nuove tipologie di visti

Il 1° settembre 2013 in Cina entrano in vigore nuove disposizioni d’ingresso e soggiorno. La revisione del quadro normativo introduce quattro nuove tipologie di visti. Le due novità più importanti sono: • l’introduzione di una categoria di visto R per professionisti e specialisti stranieri, le cui esperienze e competenze sono richieste con urgenza in Cina; • la suddivisione della categoria di visto F in categoria F e categoria M: il visto F è rilasciato a cittadini stranieri in visita in Cina non per motivi di lavoro, ma per uno scambio culturale o a fini ispettivi; gli ospiti stranieri che desiderano entrare nel Paese per motivi di lavoro necessitano invece ora di un visto M. China-Briefing: China Releases Final Draft of New Visa and Residence Permit Regulations for Foreigners www.china-briefing.com/news/2013/07/25/china-releasesfinal-draft-of-new-visa-and-residence-permit-regulations-forforeigners.html

Prospettive cupe per l’industria MEM in Cina – Opportunità per produttori esteri

Sebbene la Cina sia il primo mercato mondiale per quanto concerne le macchine utensili, l’industria della subfornitura non segue il passo. Nel libro bianco «Assembled for Failure: The Machine Tool Component Sector in China» appena pubblicato, la società di consulenza InterChina Consulting evidenzia infatti che i subfornitori locali difficilmente riescono a soddisfare le elevate esigenze dei produttori e devono altresì far fronte alla concorrenza estera. Secondo gli esperti, l’industria MEM locale necessiterà ancora di una ventina d’anni per essere davvero competitiva per quanto riguarda il segmento high-end, che nel frattempo continuerà ad essere dominato da subfornitori e produttori occidentali. Assembled for Failure: The Machine Tool Component Sector in China www.switzerland-ge.com/svizzera/export/it/filefield-private/ files/58270/field_blog_public_files/19702

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Giappone: il formaggio piace sempre di più, ma i prodotti svizzeri non emergono

Il formaggio è sempre più presente anche sulla tavola dei giapponesi, ma i prodotti svizzeri vi compaiono raramente. I prodotti sono importati soprattutto da Australia e Nuova Zelanda, dominatori incontrastati del mercato lattiero-caseario giapponese. Per le aziende svizzere vi sono tuttavia buone opportunità nel mercato premium, in forte crescita. In Giappone, il consumo di formaggio ha segnato un incremento continuo negli anni attestandosi a quota 2,4 chili a persona nel 2012. Una quantità piuttosto modesta se confrontata con il consumo in Svizzera che, secondo la Federazione dei produttori svizzeri di latte, lo scorso anno era pari a 21,3 chili a persona. La popolazione giapponese è però 16 volte più numerosa di quella svizzera e nel 2012 il consumo totale di formaggio è stato superiore a 301’000 tonnellate (+6%), un dato del tutto rispettabile. L’80% del formaggio è importato, ma non – come è comune credere - dai paesi europei che dominano tradizionalmente il settore: è infatti l’Australia il maggior fornitore di formaggio al Giappone, con una quota pari al 41,5%, seguita dalla Nuova Zelanda (29,1%) e dagli Stati Uniti (11,8%). I Paesi europei seguono a distanza: Germania con il 4,2%, Italia con il 3,4%, Danimarca e Olanda con il 2,7%. E la Svizzera? Nelle statistiche della Cheese Importers’ Association (www. jic.gr.jp/data.html) non viene citata: le importazioni giapponesi di formaggio dal nostro Paese sono infatti marginali. E questo malgrado vi sia un Accordo di libero scambio, concluso nel 2009, con relativi vantaggi tariffari. Se il commercio di formaggi industriali per l’industria alimentare è nelle mani di grandi player provenienti dall’Oceania e dagli Stati Uniti, il consumatore è però alla continua ricerca di nuovi prodotti e, soprattutto per quanto concerne i prodotti alimentari, è disposto a pagare di più. E qui vi sono opportunità per le specialità svizzere di qualità. Più ampi ragguagli sono contenuti nello studio «The Japanese Cheese Market. Opportunities and Challenges» pubblicato dallo Swiss Business Hub Japan. Study Swiss Business Hub Japan: The Japanese Cheese Market. Opportunities and Challenges www.switzerland-ge.com/schweiz/export/de/blog/japanesecheese-market-opportunities-and-challenges-0

Ecco dove “Down Under” è al top

L’Australia non è forse la destinazione di export più vicina alla Svizzera, ma è comunque un paese che per molti aspetti si avvicina al nostro. Come la Svizzera, l’Australia figura infatti spesso ai primi posti delle classifiche economiche e vanta elevati standard di istruzione, una notevole forza innovativa e una promozione efficace della ricerca e dello sviluppo. Australia Trade Commission / Australia Unlimited: Australia Benchmark Report w w w. aus t r a de. g ov. au / Inve s t / Rep o r t s - Re s our c e s / Benchmark-Report

Prodotti destinati al mercato sanitario brasiliano: registrazione più facile

La registrazione di prodotti destinati al mercato sanitario brasiliano (farmaci, cosmetici, medtech) solitamente richiede molti mesi e tanta pazienza, ma una recente sentenza consente di abbreviarne i tempi. Lo Swiss Business Hub Brazil ha pubblicato una breve guida che illustra come pro-


cedere con la registrazione via questa “scorciatoia”. Swiss Business Hub Brazil: Judge orders ANVISA to temporarily accept foreign GMP certifications www.switzerland-ge.com/schweiz/export/de/filefield-private/ files/58527/field_blog_public_files/20135

Il Brasile riduce i dazi all’importazione su 100 prodotti

L’aumento dei dazi all’importazione, che riguarda un centinaio di prodotti ed è stato introdotto a settembre 2012 allo scopo di proteggere l’industria locale, è stato annullato. Da ottobre 2013 per i prodotti toccati da questa misura faranno quindi stato i dazi all’importazione in vigore prima di settembre 2012. Attualmente, la maggior parte di questi 100 prodotti ha un dazio pari al 25%, da ottobre questo dazio sarà riportato al valore originale, inferiore. Questa misura tocca principalmente l’industria dell’acciaio, l’industria chimico-farmaceutica e beni d’investimento, ma anche prodotti quali gli pneumatici, le patate, i mattoni o il vetro. Swiss Business Hub Brazil: Brazil Cuts Import Tax on 100 Products www.switzerland-ge.com/schweiz/export/de/filefield-private/ files/58710/field_blog_public_files/20311

Grecia: la convalescenza continua

Il male è stato diagnosticato, il farmaco somministrato. Il Paese stenta tuttavia a riprendersi ed è ancora in profonda recessione. Alcuni settori sono però ancora o di nuovo in pista, come ad esempio quello mercantile, in realtà mai toccato dalla crisi, o il turismo, che nel 2013 promette nuovamente risultati record. Switzerland Global Enterprise ha riunito le ultime notizie sulla Grecia nella sezione “Informazioni paese Grecia”. L’orizzonte si rischiara in materia di bilancio: inaspettatamente, il governo greco ha registrato nei primi sette mesi dell’anno un avanzo di bilancio primario di 2,6 miliardi di euro (senza tener conto degli interessi sul debito). Inizialmente, Atene aveva previsto un deficit di 3,1 miliardi di euro. Inoltre il prodotto interno lordo è diminuito solo del 4,6%: un successo relativo, visto che questo è il risultato migliore degli ultimi quattro anni. Il buono stato settore turistico fa sperare in un ulteriore contenimento della crescita negativa. Per il 2014, la Commissione europea e il Fondo monetario internazionale stimano che la Grecia ritroverà una crescita leggermente positiva. Informazioni paese Grecia (Switzerland Global Enterprise) www.switzerland-ge.com/svizzera/export/it/blog/informazioni-paese-grecia

Botswana e Namibia vogliono aumentare il loro potenziale

Botswana e Namibia sono sì ancora nell’ombra del Sudafrica, ma sono anche capaci di mettere sul piatto della bilancia i loro vantaggi concorrenziali: risorse naturali, opportunità economiche e potenziale logistico. La situazione economica dei due paesi è analizzata dallo Swiss Business Hub Southern Africa (rapporti redatti in lingua tedesca). Entrambi i paesi stanno attualmente concentrando i loro sforzi nell’ampliamento della loro infrastruttura industriale e viaria, in particolare per incrementare il valore aggiunto generato a livello locale dall’industria dell’estrazione e della lavorazione di materie prime minerali. I due paesi stanno anche lavorando congiuntamente. Ne è un esempio il pro-

getto di costruzione della linea ferroviaria Trans-Kalahari che collega Gaborone (capitale del Botswana) a Windhoek (capitale della Namibia) e al porto namibiano di Walvis Bay. Per entrambi i paesi questo progetto offre anche un potenziale in ambito turistico, non ancora sfruttato. Nel confronto regionale, il Botswana ha un’economia ben sviluppata: grazie alle sue ricche risorse naturali dispone di una forza finanziaria di tutto rispetto e vanta un reddito pro capite che aumenta di anno in anno. Fattori, questi, che rendono il paese un mercato attrattivo per beni di consumo e beni strumentali di qualità e costosi. La Namibia è attrattiva in quanto potenziale hub logistico regionale. La linea ferroviaria Trans-Kalahari terminerà a Walvis Bay, mentre il corridoio Trans-Oranje collegherà la provincia sudafricana di Northern Cape al porto di Lüderitz. Entrambi i porti hanno capacità di ampliamento e si trovano sulla costa atlantica del paese, garantendo così i collegamenti marittimi più brevi e veloci sia verso ovest (Sudamerica) sia verso nord (Nordamerica e Europa). Swiss Business Hub Southern Africa: Informazioni paese Botswana / Rapporto economico (de) www.switzerland-ge.com/svizzera/export/it/blog/informazioni-paese-botswana Swiss Business Hub Southern Africa: Informazioni paese Namibia / Rapporto economico (de) www.switzerland-ge.com/svizzera/export/it/blog/informazioni-paese-namibia

L’arbitrato internazionale spopola: più semplice e rapido e meno caro

Per la risoluzione di controversie transnazionali, oggigiorno le imprese preferiscono far capo a un tribunale arbitrale piuttosto che seguire la via giudiziaria ordinaria, ritenuta più lenta. È quanto emerge da un recente sondaggio sul ricorso all’arbitrato da parte delle aziende. Il 73% delle aziende intervistate considera l’arbitrato internazionale quale strumento ideale per la risoluzione delle controversie. In caso di litigi, il 52% delle imprese fa effettivamente capo all’arbitrato. Ci sono tuttavia differenze significative da un settore all’altro: nella costruzione questa percentuale aumenta al 68%, mentre nel settore energetico scende al 56%. Il settore finanziario registra invece un basso tasso del 23%. A detta delle aziende intervistate, i vantaggi del tribunale arbitrale rispetto ad un tribunale ordinario sono la neutralità, la discrezione e l’efficacia esecutiva del lodo, come pure la rapidità e i costi inferiori. School of International Arbitration/PricewaterhouseCoopers: International Arbitration Survey 2013 – Corporate choices in International Arbitration www.pwc.com/gx/en/arbitration-dispute-resolution/index. jhtml

Switzerland Global Enterprise Corso Elvezia 16 Casella postale 5399 – CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 35/37 Fax +41 91 911 51 39 info.lugano@switzerland-ge.com www.switzerland-ge.com

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Commercio estero di Monica Zurfluh, Responsabile Switzerland-GE per la Svizzera italiana e Marco Passalia, Responsabile Servizio Export Cc-Ti

Si aprono le porte della Cina

Monica Zurfluh

Marco Passalia

La Svizzera si fa sempre più largo tra le grandi potenze asiatiche: all’accordo di libero scambio bilaterale con il Giappone, dopo quasi due anni di trattative, lo scorso 6 luglio è seguito il trattato con la Cina. La Confederazione è il secondo Paese europeo (dopo l’Islanda) a firmare un concordato con la Repubblica cinese, seconda potenza economica a livello mondiale, con un PIL del 7,7% nel 2012 e un reddito nazionale medio pro-capite del 9,6%. Cifre queste che non possono non stupire, soprattutto se paragonate con l’Unione Europea (UE). Inutile dire che con la ratifica di siffatto accordo, gli esportatori elvetici si trovano avvantaggiati rispetto ai concorrenti di altri Paesi, soprattutto dell’UE o degli Stati Uniti (USA): l’ALS garantisce infatti un accesso semplificato a un mercato di circa 1,3 miliardi di persone, con una classe media in forte crescita che desidera avvalersi dei prodotti svizzeri, riconosciuti in tutto il mondo per la loro qualità.

Un partner commerciale fondamentale

La Cina rappresenta il principale sbocco asiatico per la Confederazione (il terzo a livello mondiale, dopo gli USA e l’UE) e le cifre lo dimostrano chiaramente: dal 1990, le esportazioni si sono moltiplicate per venti e il volume delle importazioni è 15 volte più importante rispetto a due decenni fa. Nel 2012 la Svizzera ha esportato merci per un valore di 7,8 miliardi di franchi (il 3,7% di tutte le esportazioni del nostro Paese), mentre le importazioni cinesi si sono attestate a 10,3 miliardi di franchi (il 5,5% di tutte le importazioni). Nel trattato sono state riprese le numerose disposizioni del GATT, il General Agreement on Tariffs and Trade dell’organizzazione mondiale del commercio (OMC) e, nel corso dei prossimi 10 anni, saranno eliminati parzialmente o totalmente i tributi doganali per il 95% delle merci e dei servizi esportati in Cina. I dazi doganali diminuiranno del 60% per il 3% circa delle posizioni tariffali. Naturalmente, sono state regolamentate anche le regole d’origine, le procedure doganali, le disposizioni sugli ostacoli tecnici al commercio nonché le misure sanitarie e fitosanitarie nel settore alimentare. L’intesa ingloba inoltre la protezione della proprietà intellettuale, la promozione degli investimenti, la concorrenza, la trasparenza negli appalti pubblici, la questione ambientale e quella del lavoro aventi ricadute sul commercio, la collaborazione in ambito economico e tecnico nonché disposizioni di carattere istituzionale.

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I vantaggi per le aziende svizzere

Inutile ribadire l’interesse elvetico: i vantaggi saranno numerosi, sia per i prodotti industriali, come per i tessili, le scarpe e i prodotti agricoli, che potranno accedere al mercato cinese in franchigia doganale. Altre merci invece, come ad esempio il prosciutto, sono state volutamente tralasciate, dato che la Svizzera ha voluto evitare la reciprocità. Malgrado alcuni escamotage politici, i prodotti farmaceutici, contenenti ad esempio vitamine o ormoni, ma anche ascensori, mobili per il settore medico/chirurgico – e sono solo alcuni esempi - potranno entrare nel mercato cinese liberamente, in franchigia doganale. I beni di lusso, come ad esempio gli orologi, finora sfavoriti dal mercato cinese perché sottoposti ad alti tassi doganali, beneficeranno della massima agevolazione all’importazione in Cina, ma solamente tra dieci anni, nel frattempo avranno dei dazi agevolati ridotti del 60%. Anche gli yoghurt svizzeri potranno accedere al mercato cinese senza pagare tributi doganali. Una piccola conquista che permetterà di ridurre il prezzo di vendita dei prodotti svizzeri, oggi tassati al 10% del loro valore. Malgrado una minima differenza di pochi centesimi su un singolo yoghurt, i prodotti lattieri fabbricati in Svizzera avranno comunque una marcia in più rispetto ai cugini europei che, da parte loro, dovranno continuare a pagare i dazi. La Victorinox ha fatto sapere che il famoso coltellino svizzero, potrà beneficiare – nei prossimi cinque anni – di un’eliminazione totale dei dazi, ottenendo così uno sconto di cinque franchi sul prezzo di vendita in Cina. Certamente un’evoluzione positiva, ma che inciderà solo parzialmente sul costo del prezioso utensile elvetico (da 55 franchi a 50), visto l’elevato tasso dell’IVA cinese (17%), non incluso nell’accordo di libero scambio.

La Cina in Svizzera?

Non è invece prevista un’invasione di prodotti, negozi o ristoranti cinesi in Svizzera, sia perché i controlli come pure i requisiti per passare la dogana ed entrare in commercio – continueranno ad essere rigidi; detto in altre parole dovranno essere sempre e comunque rispettate le normative elvetiche per avviare una qualsiasi attività economica. L’interesse elvetico ed in particolare le opportunità per le nostre aziende sono numerose. Ora non resta che attendere l’approvazione definitiva da parte delle Camere federali, così che l’economia elvetica possa cavalcare l’onda cinese e portare ulteriori benefici alle nostre aziende. L’entrata in vigore dell’accordo è prevista nel corso del 2014.


Fiere internazionali

Hannover Messe - Industrial Supply Hannover, 7 - 11 aprile 2014

Hannover Messe è costituita da sette saloni internazionali rilevanti (Industrial Automation, MobiliTec, Industrial Supply, Research & Technology, Energy, Digital Factory, IndustrialGreenTec), che presentano le tecnologie di domani e raggruppano gli ambiti di creazione di valore industriale in un solo luogo. Nata come la classica fiera settoriale, si è sviluppata in una piattaforma che presenta soluzioni complete, fino a diventare il maggiore evento tecnologico a livello mondiale. Vero tempio della sinergia tecnologica e industriale, all’ultima edizione ha attirato oltre 225’000 visitatori e 6’550 espositori provenienti da 62 nazioni. All’Industrial Supply sono presentati materiali, prodotti semilavorati, sistemi di approvvigionamento e assemblaggio, prodotti intermedi e completi nonché processi di fabbricazione ad ampio utilizzo industriale in diversi settori. Vi si possono commercializzare in modo mirato nuovi prodotti, esplorare rami alternativi in cui applicarli, scoprire le novità altrui, curare i contatti con i clienti esistenti e acquisirne nuovi. Lo SWISS Pavilion con il business center di Switzerland Global Enterprise offre una visibilità alta grazie all’ubicazione privilegiata nella Hall 4 e al marchio “Schweiz.”. Informazioni generali sulla fiera: www.hannovermesse.de Informazioni sullo SWISS Pavilion: I dettagli saranno pubblicati a breve su www.switzerland-ge.com/fiere.

Beautyworld Middle East Dubai, 27 - 29 maggio 2014

Organizzata per la prima volta nel 1996, Beautyworld è la maggior fiera annuale della profumeria, della cosmesi e del wellness nel Medio Oriente. Il pubblico target comprende importatori, esportatori, distributori, grossisti, grandi magazzini, profumerie, supermercati, negozi duty free, operatori in wellness e fitness, farmacisti, dottori, odontotecnici, produttori e acquirenti di cosmetici e di articoli per la profumeria. L’edizione 2013 di Beautyworld Middle East ha contato 1’096 espositori (2012: 828) provenienti da 52 nazioni (2011: 44). La fiera è stata visitata da oltre 25’000 persone (2012: 22’415) giunte da 100 paesi. Oltre che dagli Emirati Arabi Uniti, la maggioranza proveniva da Iran, Arabia Saudita, India, Pakistan e Kuwait. Infine, alla fiera sono stati allestiti 23 padiglioni internazionali, tra cui lo SWISS Pavilion curato da Switzerland Global Enterprise. Secondo Euromonitor International, il ramo beauty crescerà del 15,1% entro il 2014, raggiungendo vendite annuali di 1,88 miliardi di dollari (cosmetici: 578,5 milioni, profumi: 1,3 miliardi). I prodotti svizzeri, la cui alta qualità è nota e apprezzata anche in Medio Oriente, non possono mancare in questa importante fiera! Switzerland Global Enterprise organizza lo SWISS Pavilion a Beautyworld in collaborazione con l’Associazione svizzera dei cosmetici e dei detergenti (SKW), lo Swiss Business Hub GCC e lo Swiss Business Council Dubai. Informazioni generali sulla fiera: www.beautyworldme.com Informazioni sullo SWISS Pavilion: I dettagli saranno pubblicati a breve su www.switzerland-ge.com/fiere.

SWISS Pavilion, il padiglione ufficiale svizzero

SIAL Parigi, 19 - 23 ottobre 2014

I due principali saloni mondiali del settore alimentare, il SIAL di Parigi e l’Anuga di Colonia, si svolgono in alternanza ogni due anni. Nel 2014 si tiene il SIAL, che sarà allestito nel quartiere fieristico di Paris-Nord Villepinte. Questa vetrina internazionale e rappresentativa di tutti gli ambiti del mercato alimentare presenterà in cinque giorni le tendenze dell’alimentazione mondiale: infatti, il 76% degli espositori vi presentano prodotti nuovi. Il SIAL si contraddistingue per la varietà della sua offerta: suddiviso in settori chiaramente identificati, il salone offre agli espositori un’ubicazione adatta alla loro attività e ai loro mercati prioritari. I segmenti principali sono: bevande alcoliche e non, latticini, uova, pesce, frutti di mare, dolci, pasticceria, panetteria, frutta, verdura, carne, frattaglie, salsicce, pollame, specialità culinarie, prodotti dietetici, conserve, surgelati, bio, ingredienti, additivi, integratori alimentari, cibi prelibati e servizi. Il salone costituisce altresì una vetrina dell’innovazione in ambito alimentare. Le cifre della precedente edizione testimoniano dell’importanza della fiera: 5’890 espositori provenienti da 100 paesi su una superficie lorda di 370’000 di mq e ben 150’258 visitatori provenienti da 200 nazioni. Il salone ha altresì accolto 1’500 giornalisti giunti da 142 paesi e 150 delegazioni. Le conferenze e i dibattiti sono stati 250. Da oltre 25 anni Switzerland Global Enterprise vi allestisce il padiglione ufficiale SWISS Pavilion nel settore «National Pavilions & Regions of the World», in collaborazione con la Federazione delle Industrie Alimentari Svizzere (FIAL), Switzerland Cheese Marketing AG (SCM) e lo Swiss Business Hub France. Informazioni generali sulla fiera: www.sialparis.fr Informazioni sullo SWISS Pavilion: I dettagli saranno pubblicati a breve su www.switzerland-ge.com/fiere.

Informazioni sugli “Swiss Pavilion”: WWW.switzerland-ge.com/FIERE

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Vita dei Soci

Helsana Business Health

Ankica Brdar

Al giorno d’oggi il mondo del lavoro si manifesta sempre più esigente nei confronti delle aziende e dei loro dipendenti. Non tutte le persone reagiscono a queste pressioni allo stesso modo. Le assenze aumentano, provocando ulteriori carichi di lavoro e costi. Helsana Business Health, con la collaborazione attiva dei quadri aziendali, aiuta a ridurre in modo mirato la pressione sul posto di lavoro sostenendo e rafforzando il comportamento positivo verso la salute, aumentando così la motivazione, le prestazioni e la produttività. Nello stesso tempo, a beneficio di tutti, diminuiscono i costi aziendali, grazie alla riduzione delle assenze e all’atteggiamento favorevole verso il lavoro e l’impresa. Questo servizio viene adeguato alle esigenze della rispettiva azienda. I nostri manager sanitari consigliano le aziende personalmente. Per mantenere la salute dei collaboratori e prevenire l’assenteismo l’azienda dovrebbe ottimizzare l’ambiente e i processi di lavoro. Ciò è possibile fare in maniera professionale attraverso un management sanitario. Si tratta di un compito dirigenziale e richiede dunque un chiaro impegno da parte della direzione aziendale. In una prima fase analizzano lo status quo dell’azienda. Dopodiché, insieme ai superiori e ai collaboratori, si appura come ridurre o addirittura evitare i carichi. Sono molti i fattori che contribuiscono al mantenimento della salute dei collaboratori. Molto

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importanti sono la fiducia e il rispetto reciproci tra superiori e collaboratori. Il superiore stesso deve dimostrare motivazione e buona volontà e deve impegnarsi a favore di un buon clima di lavoro all’interno del team. Il provvedimento più importante per prevenire l’assenteismo è anzitutto il colloquio tra il superiore e il collaboratore dopo un’assenza. In questo modo si instaura un rapporto di fiducia. Un tale colloquio dovrebbe essere svolto in maniera professionale e efficiente. La corretta conduzione del colloquio può essere appresa. I nostri manager sanitari offrono a questo riguardo corsi speciali sotto forma di workshop. Indirizzo di contatto: Helsana Assicurazioni SA Anna Brdar Resp. Health management regione Svizzera italiana Viale Portone 2 6500 Bellinzona Tel. +41 43 340 80 22 ankica.brdar@helsana.ch


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Vita dei Soci Intervista di Lisa Pantini a Roberto Caldiroli, Titolare Edef Sagl, Chiasso

L’oro blu a disposizione di tutti Ecco i prodotti targati Natural Water

Sul numero di giugno di Ticino Business abbiamo potuto leggere la presentazione dell’attività della sua azienda, con i prodotti Natural Water, così come alcuni dei numerosi clienti che già hanno adottato il sistema da voi proposto. Può spiegarci in che cosa consiste un sistema di «purificazione dell’acqua» e come funziona in pratica?

“Ogni anno, nel mondo, si consumano 81 milioni di litri di petrolio e 600 miliardi di litri di acqua (necessari per la lavorazione della plastica) per produrre 154 miliardi di acqua minerale in bottiglia. E questo alimenta un favoloso business che oggi ha raggiunto i 100 miliardi di dollari all’anno e che continua a crescere, visto che dal 1978 ad oggi è aumentato del 2’000%. In questo modo si producono quantità enormi di rifiuti di plastica con tutte le conseguenze dello smaltimento degli stessi ed inquinamento ambientale di vario tipo. L’acqua del rubinetto ha molti vantaggi: costa pochissimo al metro cubo, è acqua corrente. Scorre, è viva; non bisogna trasportarla fino a casa e non manca mai, non avremo bottiglie di plastica per la casa e negli uffici; è più economica ed energicamente efficiente, e comporta meno inquinamento per tutti. In sé però l’acqua può anche avere degli svantaggi: all’interno della nostra acqua di rubinetto troviamo particolato (sedimenti, sporco, ruggine, incrostazioni), disinfettanti (Cloro, Ipoclorito di Sodio), sostanze organiche (COV Composti organici volatili), un alto contenuto di nitriti e nitrati (cancerogeni per il corpo). Le tubazioni dell’acqua sono a volte vecchie e piene di ruggine, nelle acque di fiumi e laghi sono presenti farmaci che consumiamo e che stanno danneggiando l’ecosistema, che ritornano a noi nelle acque che beviamo, non si sa con quali conseguenze. Dopo queste riflessioni noi proponiamo le nostre soluzioni per ottenere acqua di ottima qualità, naturale temperatura ambiente, naturale fredda, gasata fredda e calda per te e tisane”.

Sul territorio però non può essere garantita l’omogeneità delle imprese: ognuna ha esigenze diverse, soprattutto per dimensioni. I vostri prodotti possono andare incontro ai differenti bisogni delle ditte ticinesi?

“Assolutamente sì, i nostri prodotti e soluzioni sono studiate appositamente per piccoli privati, ristorazione e grandi aziende che vogliono eliminare tutto l’inquinamento della plastica”.

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Come vi state muovendo per acquisire nuovi clienti e proporvi sul mercato?

“Attualmente abbiamo lanciando la campagna «TEST IT», dove diamo la possibilità di testare i nostri erogatori per 4 settimane in maniera completamente gratuita”.

I prodotti della Edef Sagl sono certificati SVGW-SSIGE (Società Svizzera dell’industria del Gas e delle Acque SSIGA). Quanto conta questa attestazione nel vostro approccio con i clienti?

“Molti enti comunali richiedono questa preziosa certificazione e grazie alla collaborazione creata con BWT – Best Water Technology, abbiamo la possibilità di rivendere prodotti certificati come Aquadrink 4, che permette di avere acqua sempre igienicamente pura e della migliore qualità per tutti i gusti, grazie a un affinamento mediante AQUAdrink – La migliore arte perfiltro berea l'acqua carbone attivo in due fasi e alla tecnologia UV. Questa certificazione è richiesta per il controllo qualità che viene testato sui nostri prodotti, dando Viziate i vostri ospiti, clienti, collaboratori e conoscenti con il vantaggio di preservare la migliore bevanda refrigerante: della sempliceogni acquatipo pura.di problematica che può nascere all’interno di ogni impianto con il L’erogatore fisso collegato direttamente di acqua passarealla delretetempo”. potabile AQUAdrink vi consente di bere in qualsiasi momento

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Vita dei Soci di Simona Mazzuchelli, Senior Consultant Luisoni Consulenze SA

Mentire al colloquio...? Una scelta perdente

Simona Mazzuchelli

Il mercato del lavoro sta vivendo una situazione di competizione sempre più agguerrita e l’attuale contesto di crisi si riflette in un numero di candidature sempre più elevato per ogni singolo posto di lavoro messo a concorso. I candidati che sono invitati a un colloquio vivono quindi un momento di particolare sfida e la tentazione di abbellire la propria immagine è grande.

Quali sono le varie strategie adottate dai candidati durante un colloquio?

Un candidato che non vuole rispondere a una domanda imbarazzante durante un’intervista può essere portato a utilizzare vari metodi, che spaziano dall’omissione fino alla menzogna. Tra le omissioni più frequenti si riscontra per esempio il fatto che le persone in questione dimenticano di dire apertamente che stanno cercando un posto a tempo parziale, in quanto sanno perfettamente che una tale affermazione ridurrebbe le loro opportunità di successo. Un’altra classica “amnesia” è quando il candidato evita di parlare di un eventuale licenziamento subito o che tenta di dissimulare un periodo di inattività nel proprio percorso professionale. Generalmente, i metodi utilizzati dai candidati per valorizzarsi durante un colloquio possono essere suddivisi in cinque livelli. Il primo livello è quello della promozione della propria persona, dove il candidato si descrive in termini positivi ponendo l’accento sulle proprie qualità. Il secondo livello è invece quello dell’aggiustamento della propria immagine, dove il candidato tenta di migliorare l’immagine che trasmette al responsabile reclutamento. Un esempio potrebbe essere dato dal fatto di giustificarsi con l’intento di evitare un’impressione negativa. Il terzo livello consiste nel fatto di difendere e di proteggere la propria immagine. In questo caso il candidato si avvale della strategia di omettere determinati punti deboli o di non rivelare le sue vere motivazioni. Ad esempio potrebbe distanziarsi da determinati errori commessi, attribuendo le rispettive responsabilità ad altri colleghi. Il quarto livello è quello che induce il candidato ad abbellire leggermente la propria immagine associando determinate esperienze del passato oppure esagerando le proprie competenze. Il quinto livello rappresenta palesemente una menzogna, in quanto il candidato dichiara di possedere delle competenze che in realtà non ha, oppure inventa esperienze che non ha mai vissuto.

Quali strumenti ha a disposizione la persona addetta al reclutamento?

I due strumenti principali di cui può avvalersi il Recruiter per identificare eventuali discordanze, sono l’osservazione e l’ascolto. Quando una persona tenta di nascondere qualcosa, il linguaggio del corpo non sarà in grado di dissimulare la realtà e alcuni gesti tradiranno la sua intenzione. Basta quindi osservare le sue emozioni, la comunicazione verbale e quella inconscia. Alcuni segnali di autoprotezione, quali il coprirsi la bocca con la mano, grattarsi il naso o allentare il colletto della camicia, sono in contraddizione con quanto affermato nel discorso. Anche gli occhi riflettono chiaramente il nostro pensiero. Il fatto che siano sfuggevoli potrebbe per esempio indicare che non si voglia ri-

spondere alla domanda. Se la persona sta inventando, sarà attivato il suo emisfero sinistro (per un destrimano) ma la persona sarà portata, suo malgrado, a dirigere il suo sguardo verso destra. Viceversa, quando sta cercando un’informazione nella sua memoria, sollecita il suo emisfero destro, e i suoi occhi si dirigeranno automaticamente verso sinistra. Sul piano della comunicazione verbale è pure fondamentale il fatto di analizzare i cambiamenti di soggetto nel discorso, oppure il grado di dettaglio delle risposte. Infatti, più l’individuo si mostra evasivo più è lecito nutrire dei dubbi riguardo alla sua sincerità. Viceversa, un’esposizione dettagliata della propria esperienza dà credibilità al discorso del nostro interlocutore. Inoltre, può anche essere utile prestare attenzione alle ripetizioni e ai momenti di silenzio, potrebbero significare che la persona ha bisogno di guadagnare tempo per preparare una risposta.

Assumete un atteggiamento attivo e dirigete la conversazione

Una volta che avete scoperto delle incoerenze, dovrete dar prova di tatto e diplomazia nel formulare domande più precise senza comunque offendere o giudicare il vostro interlocutore. Le vostre domande vi permetteranno di portare alla luce le emozioni del candidato, e potrete quindi continuare ad osservare il suo comportamento allo scopo di smentire o di confermare i vostri dubbi. Qualora riscontriate che il candidato tende a eludere un determinato soggetto, potete porre le stesse domande sotto angolazioni diverse, oppure potete affrontarlo in modo più diretto dicendo chiaramente che non ha risposto alla domanda. Anche le allusioni permettono di analizzare le reazioni del proprio interlocutore. Il confronto diretto è certamente il metodo più efficace, ma rischia di compromettere i rapporti futuri oppure di innescare il meccanismo contrario portando il candidato ad alzare un muro. Non dimentichiamo che l’obiettivo principale di un colloquio è quello di acquisire più informazioni possibili, nell’ottica di un’ottimale selezione. Prendete le redini della conversazione e chiedete delle precisazioni. Non tollerate risposte vaghe e obbligate il vostro interlocutore a ripetere facendo finta di non aver capito bene. Attenzione, però, alle conclusioni troppo affrettate. Non dobbiamo dimenticare che i candidati impegnati in un colloquio possono sentirsi stressati, e che gli elementi non devono essere interpretati singolarmente. Dobbiamo tenere in considerazione tutto l’insieme dei gesti e della comunicazione verbale, e anche il comportamento abituale. Infatti, una persona di indole timida e introversa tenderà per natura a fornire risposte brevi, ma ciò non significa che nasconda qualcosa. D’altro canto, una persona di natura loquace che risponde semplicemente con dei sì e dei no denota chiaramente di non aver intenzione di dilungarsi su un determinato argomento, e questo può dare adito a sospetti. In generale, partite dal presupposto che il candidato è sincero, a meno che tutti i segnali non vi indichino il contrario... Luisoni Consulenze SA Via Balestra 9, 6900 Lugano Tel. +41 91 911 30 00, Fax +41 91 923 55 43

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Vita dei Soci

Il futuro comincia qui Quali sono i vostri obiettivi e desideri? Cosa vi serve per realizzarli? Forse vorreste andare in pensione anticipatamente oppure ridurre l’onere di lavoro. O al contrario, desiderate lavorare oltre l’età di pensionamento ordinaria. Oppure state accarezzando l’idea di acquistare una casa o di lasciare definitivamente la Svizzera

La vita è piena di svolte

Qualunque siano le vostre attuali priorità: desideriamo affiancarvi nella realizzazione dei vostri obiettivi e desideri e darvi sicurezza. Per noi i vostri desideri e obiettivi sono individuali, come individuale è la vostra personalità – questo è certo. Su questo ci basiamo nel valutare insieme a voi, in tutte le parti che la compongono, la vostra situazione previdenziale e finanziaria. Il vostro futuro finanziario, infatti, è sfaccettato come la vita stessa.

previdenza? Che importanza riveste per voi la sicurezza? Desiderate lasciare qualcosa della vostra previdenza ai vostri cari? È fondamentale chiarire questi punti in un colloquio personale di pianificazione del pensionamento che mette a fuoco le implicazioni finanziarie delle varie scelte. Siamo lieti di affiancarvi verso un futuro finanziario sicuro.

La consulenza globale di Swiss Life

Partiamo dalla vostra situazione e dai vostri progetti, per accompagnarvi verso un futuro finanziario sicuro Insieme cerchiamo le risposte a domande come: • A quanto ammonta il mio reddito in caso d’incapacità di guadagno? • La mia previdenza per la terza età è adeguata? • Quali possibilità ho di risparmiare sulle imposte? • Sono assicurata/o in modo corretto? Posso risparmiare ancora a livello di cassa malati? • Posso permettermi la casa dei miei sogni? • Costituire e incrementare il patrimonio. Qual è l’investimento giusto per me? • Lavorare fino ai 65 anni o andare in pensione prima? • A chi lasciare i miei beni?

Tutto inizia con la pianificazione del pensionamento

Un futuro al riparo da preoccupazioni inizia con una pianificazione finanziaria del pensionamento ad ampio raggio. Prima cominciate, meglio è. Pianificare il pensionamento significa, infatti, gettare le basi per raggiungere l’obiettivo desiderato. Prima vi dedicate all’argomento, maggiore sarà il margine di manovra. Tra l’altro chi risparmia ai fini della previdenza beneficia, già in fase di pianificazione, di vantaggi. Per esempio a livello fiscale.

Elementi dell’analisi previdenziale e finanziaria di Swiss Life: • Copertura incapacità di guadagno / Decesso • Previdenza per la vecchiaia • Ottimizzazione delle imposte (previdenza) • Assicurazioni di cose / Cassa malati • Abitazione propria / Ipoteche • Costituzione di patrimonio / Incremento di patrimonio • Eredità

Il futuro comincia qui. Non esitate a contattarci: Agenzia generale Lugano Agenzia generale Locarno Roberto Russi Enzo Parianotti Via Nassa 5 Via Ciseri 13a 6900 Lugano 6600 Locarno Tel. +41 91 911 99 11 Tel. +41 91 821 22 00 ag.lugano@swisslife.ch ag.locarno@swisslife.ch

La domanda cruciale: capitale o rendita?

Nella pianificazione previdenziale completa viene dato particolare risalto alla questione del capitale della cassa pensioni, che può essere percepito sotto forma di rendita oppure di capitale. Non esiste alcuna regola generale al riguardo. La decisione si basa sempre sulla situazione individuale. Alcuni punti da considerare: quali esigenze, in termini di flessibilità, avete nei confronti della

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Roberto Russi

Enzo Parianotti


Vita dei Soci

VOICE MANAGEMENT CLOUD La piattaforma di Unified Communication che integra tutti i processi di comunicazione aziendale

Mario Cesaroni, Amministratore Unico

Voice Management Cloud è l’innovativa e rivoluzionaria soluzione ideata da Workablecom, software house svizzera con sede a Lugano da oltre 10 anni. La mission di Workablecom è quella di offrire soluzioni tecnologiche avanzate per rispondere alle esigenze di piccole, medie, grandi imprese e pubbliche amministrazioni avvalendosi di uno staff di alto livello con dipartimenti qualificati. È infatti da anni partner tecnologico dell’università Supsi di Lugano.

Alcuni tra gli innumerevoli vantaggi: • È un Centralino virtuale • Consente di ampliare o diminuire il numero delle linee con estrema flessibilità • Integra più sedi dislocate nel mondo e permette di comunicare tra i vari interni – di diverse sedi – in modo semplice digitando l’interno desiderato • Grazie alle funzionalità di video conference, e-learning e desktop sharing aiuta le organizzazioni ad essere flessibili e a ridurre i costi di trasporti e di gestione • Permette di abbattere notevolmente i costi di: hardware, energia, logistica, assistenza, spazio storage, chiamate nazionali verso cellulari e internazionali fino al 100% • Permette di aumentare la sicurezza dei contenuti e dei dati grazie a piattaforme di back up, strutture di rete ad alta affidabilità e controlli sugli accessi • Scaricando la relativa App su Smartphone o Tablet, questi diventano un interno del centralino ovunque sfruttando la connessione internet. Questo consente di azzerare i costi di comunicazione anche dall’estero con la sicurezza di una piattaforma proprietaria

Voice Management Cloud è la piattaforma di unified communication nata per supportare le organizzazioni che devono adattarsi e rispondere rapidamente alle richieste del mercato. È totalmente sviluppata in cloud computing ed integra le funzioni di centralino, video conference, e-learning, desktop sharing, sms, chat, fax, rubrica, posta elettronica, musica e immagini in unico portale. Non solo, la piattaforma si integra anche con il CRM di Workablecom (SmartPlanner) e con i CRM più diffusi ed ha al suo interno anche un’area cloud dedicata alla condivisione dei documenti.

Workablecom SA via G. Marconi 4 6900 Lugano Tel. +41 91 922 51 01 Fax +41 91 922 51 04 customercare@workablecom.ch www.workablecom.ch

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

Ticinomoda al Montebello Festival… un incanto

Si è svolta lo scorso 11 luglio nella suggestiva cornice del castello di mezzo a Bellinzona, il Castello di Montebello, la serata dell’omonimo Festival dedicato alla musica da camera, patrocinata da Ticinomoda. Alla presenza di 120 invitati fra soci dell’Associazione, autorità, amici e ospiti, i convenuti hanno potuto trascorrere alcune ore nella corte dell’imponente fortezza che sorge a Est del nucleo urbano di Bellinzona, edificato nel XIII secolo, allietati dalla musica proposta da Roberto Prosseda, al pianoforte e Girolamo Bottiglieri al violino, e degustando poi un dinner nella corte interna del castello. Roberto Prosseda ha dapprima eseguito una parte di spettacolo in solitario, con estratti da Ludus tonalis di Paul Hindemith ed estratti da Il clavicembalo ben temperato (vol. I) di Johann Sebastian Bach. Insieme a Girolamo Bottiglieri, hanno proposto alla platea la Sonata per violino e pianoforte no. 1 in Sol M op. 78 Johannes Brahms.

Moda che incontra la cultura e la raffinatezza dunque, per un connubio prodigioso. Attualmente Ticinomoda conta 38 soci, raggruppando le principali industrie attive nei settori del tessile, dell’abbigliamento o in rami affini, di cui una parte ha una propria collezione e marchi di qualità conosciuti sia in Europa che oltre oceano, mentre l’altra parte è costituita da aziende che lavorano per conto di terzi, soprattutto in ateliers. Sono infatti diverse le realtà imprenditoriali sparse sul territorio cantonale che si occupano del settore tessile e dell’abbigliamento anche per grandi firme internazionali e griffes di alta moda. Il Ticino per questo settore è divenuto un’importante piazza economica cha ha saputo attrarre con interessanti vantaggi competitivi grandi aziende, divenendo così in breve tempo un polo di competenze per attività produttive e logistiche di famose case d’abbigliamento. Una vera e propria “Fashion Valley” a tutti gli effetti. Attualmente il Comitato di Ticinomoda è composto da: • Presidente: Franco Cavadini • Vice Presidente: Giorgio Delpiano • Segretario: Luca Albertoni • Membri di Comitato: Maurizio Binelli, Michele Buttazzoni, Davide Corniolo, Rino Fasol, Marco Ferretti, Peter Kriemler, Giuseppe Marsocci, Marina Masoni, Fiorenzo Peduzzi, Marco Tini, Karl Heinz Salzburger e Alessandro Vincenzi. Per maggiori informazioni Ticinomoda Associazione Fabbricanti e operatori Ramo Abbigliamento del Cantone Ticino c/o Cc-Ti Corso Elvezia 16 6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 13 Fax +41 91 911 51 12 www.ticinomoda.ch

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

Arvi apre le porte all’arte e ad Artrust SA

Si presenta con una grande mostra che sarà organizzata negli spazi aziendali in Via Pedemonte a Melano. Un inizio ed un’introduzione con il botto per Artrust SA, “consorella” di Arvi, la nota società di Melano che si occupa di commercio di vini rari e pregiati, leader sul mercato mondiale quale banca dei vini rari. Ma andiamo con ordine… Artrust si occupa di arte ed antiquariato, e si presenta sul mercato quale commerciante svizzera dell’arte e, per l’appunto, dell’antiquariato. Con una collezione iniziata 15 anni fa, l’attività è cresciuta progressivamente: in origine tutte le opere erano legate al mondo del vino, nel tempo si sono poi diversificate ed hanno abbracciato diversi artisti, sia svizzeri che ticinesi, come pure grandi maestri internazionali.

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© Collection Galerie Roussard

Con una mostra che verrà inaugurata il prossimo 17 ottobre, Arvi, con la sua consorella Artrust, ci fa scoprire un artista francese poliedrico e spesso dimenticato: Gen Paul

Gen Paul


L’esposizione sarà visitabile a Melano in Via Pedemonte, presso la sede della società, e seguirà un percorso studiato nei dettagli all’interno delle sale espositive per avvicinare il visitatore all’arte di Gen Paul e spiegare questo artista dalle mille sfaccettature. Verrà presentato un catalogo, che ripercorre la vita dell’artista. La mostra verrà inaugurata giovedì 17 ottobre e sarà aperta dal 18 ottobre al 3 novembre, aperta ogni giorno dalle 10.00 alle 18.00. L’entrata è gratuita, con l’opportunità di usufruire di una visita guidata in lingua italiana, inglese o francese. Per chi lo volesse, segnaliamo anche la possibilità di acquistare le opere esposte. Seguiranno anche eventi collaterali, come ad esempio delle cene dedicate all’arte e vino, o dei percorsi didattici dedicati ai ragazzi (l’azienda è già in contatto con scuole pubbliche locali e scuole private internazionali per offrire ai bambini tra gli 8 e 12 anni una visita guidata pensata appositamente per loro sia nel linguaggio sia nel percorso). Questo specifico programma è in fase di definizione. Per maggiori informazioni vi preghiamo di contattare Artrust SA, chiamando il numero +41 91 649 33 36 o inviando un’e-mail a info@artrust.ch.

Gen Paul a Melano

Artrust propone una retrospettiva dedicata ad un artista francese eclettico e caleidoscopico, che visse appieno la Parigi di Montmartre. Maestro dalle differenti correnti, nella sua vita si possono riconoscere 4 fasi ben distinte, riconoscibili da influenze e caratteri stilistici specifici (realista, espressionista, celiniano, calligrafico). Leitmotif esistenziale della vita di Gen Paul è la musica, elemento che emerge dai soggetti (musicisti e cavalli in primis) e che contraddistingue la voglia di libertà e l’inquietudine che hanno segnato tutta la sua esistenza. Gen Paul (Eugène Paul) nacque a Parigi nel 1898 e visse nel quartiere poliedrico e artistico, culla dell’arte parigi-

na, di Montmartre fino alla morte nel 1975. Arruolatosi nell’esercito francese durante la prima guerra mondiale, fu poi congedato per la perdita di una gamba, a causa di una ferita. Fatto questo che ha segnato tutta la sua carriera, il modo in cui vive il suo rapporto con l’arte e la sua essenza. Un maestro autodidatta, che benché non si istruì mai con una formazione artistica, cominciò a dipingere e disegnare fin da bambino, possedendo un’innata padronanza dei mezzi tecnici, tratto che si rivela in tutte le sue opere. Un forte dinamismo, un tratto deciso che si riconosce in tutte le sue opere, una pennellata incisiva: Gen Paul è considerato il precursore dell’espressionismo astratto.

Ecco perché occorre visitare la mostra su Gen Paul

Entrare in contatto con l’arte spesso risulta difficile perché crediamo sia un mondo complesso e non evidente da capire ed interpretare. Artrust crede fortemente che si debba condividere l’arte e cercare di avvicinare le persone con quanto c’è di bello, di interessante e affascinante nell’arte stessa, nella vita degli artisti, nei loro lavori e nelle loro opere. Conoscere, condividere emozioni e cultura non dev’essere un privilegio di pochi ma un’opportunità non preclusa a nessuno. Una mostra all’interno di una realtà aziendale? Ebbene sì. Interessante e coraggioso. Permette di acquisire sapere, emozionarsi, e conoscere al contempo due realtà ticinesi serie (Arvi SA, Artrust SA) che lavorano con dinamismo e passione. Artrust SA Via Pedemonte, 6818 Melano Tel. +41 91 649 33 36, Fax +41 91 648 33 75 info@artrust.ch www.artrust.ch

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

“Abbiamo un CCL per capello”

Mauro Andrioletti

Nell’intervista con Mauro Andrioletti, Presidente Coiffure Suisse Sezione Ticino, ripercorriamo le ultime novità in merito alle modifiche del Contratto Collettivo di Lavoro per i parrucchieri, e vediamo le proposte del Presidente ticinese per un comparto più competitivo

coiffureSUISSE SEZI

TICIN

NE

Presidente, lo scorso 26 maggio a Zurigo, la vostra Assemblea dei delegati ha votato, accettandole, delle modifiche agli articoli sui salari base e sulla regolamentazione delle vacanze presenti nel vostro CCL, rendendolo sicuramente molto attrattivo. Può darci qualche informazione supplementare in merito? “Sì, sono due modifiche estremamente importanti, soprattutto quella sui salari, che vedranno un importante aumento nel corso dei prossimi tre anni. I salari base delle parrucchiere e dei parrucchieri diplomati verranno aumentati da Fr. 3’400.- a Fr. 3’800.-. L’aumento a Fr. 3’600.- verrà effettuato dopo il conferimento di carattere obbligatorio generale da parte del Consiglio Federale, al più presto dal 1° settembre 2013. Dal 1° settembre 2014 entrerà in vigore un salario base di Fr. 3’700.- e di Fr. 3’800.- dal 1° settembre 2015. Se nei primi 12 mesi dopo il tirocinio oppure anche nel secondo anno professionale non verrà raggiunto il minimo di fatturato previsto dal CCL, si potrà stabilire un salario ridotto di Fr. 400.- risp. Fr. 200.-. Sono delle condizioni salariali eccezionali, se pensiamo alla giungla attuale, che fanno fare un bel balzo avanti agli stipendi. Questo passo renderà la professione da un lato più attrattiva per i giovani che la intraprenderanno, e dall’altro si può certamente affermare che un CCL tutela sempre un settore, qualsiasi esso sia. Ai salari si aggiunge anche la nuova regolamentazione

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delle vacanze: per i dipendenti che, dopo aver portato a termine la formazione, avranno lavorato per 5 anni nello stesso salone, avranno in futuro diritto a 5 settimane di vacanze pagate. Quando il Consiglio Federale si esprimerà sull’obbligatorietà, metteremo in ordine il comparto nel quale operiamo, dove negli ultimi anni, ahinoi, nonostante il nostro immane lavoro quale associazione, regna un po’ il caos. L’adesione a Coiffure Suisse per i saloni non è obbligatoria. Si può immaginare la situazione in Ticino: esistono circa 760 saloni, di cui solo un quarto sono effettivamente nostri affiliati. Questa novità dell’obbligatorietà del CCL farà un po’ di chiarezza e disciplinerà, poiché vi sono molti saloni che non rispettano le regole, sia per salario, come pure per le condizioni minime di lavoro che, va precisato,


valgono anche per i lavoratori frontalieri. Crediamo in un atto di responsabilità generale, ed attendiamo settembre per la regolarizzazione ufficiale”. Auspichiamo che la situazione divenga più chiara allora con l’obbligatorietà del CCL. In che modo siete organizzati e come sono i rapporti tra la Sezione Ticino e l’organizzazione centrale? “I rapporti sono buoni, cerchiamo di lavorare insieme per il prosperare del settore. Quale Coiffuresuisse Sezione Ticino abbiamo riorganizzato il Comitato, attribuendo ad ogni persona uno specifico ruolo e responsabilità. Oggi siamo così composti: il sottoscritto è Presidente e in quanto tale sovraintende a tutte le attività della nostra organizzazione, siede in due commissioni federali, oltre a ciò dirige e coordina le attività dell’Academy; Walter Tesolat, Vicepresidente, è responsabile dei corsi interaziendali, del centro professionale e dell’amministrazione generale; Danilo Tomasini, si occupa quale Resp. dei giovani in formazione, degli esami, e dell’informatica; Miriana Lussana, responsabile e diretta collaboratrice del Presidente riguardo l’allestimento dei programmi dell’Academy; Davide Bianco, è responsabile delle manifestazioni professionali; Eugenio Capocasale, membro e Rossella Meyer, che gestisce il segretariato. Sotto la mia presidenza ho così cercato di rendere «esecutivo» un organigramma. Con questa nuova struttura più snella operiamo per i nostri soci cercando di offrire servizi puntuali, consulenze e valorizzare la formazione professionale. Abbiamo, da un paio d’anni, fondato una specifica Academy per la formazione, per dare anche alla formazione a tutti i livelli (creativa per gli apprendisti, continua per i dipendenti e con corsi specifici sulla gestione dei saloni per i proprietari/direttori) un «nuovo look». È così nata la Ticino Coiffure Academy by Coiffure Suisse Ticino, che offre percorsi formativi, nel rispetto di un ciclo di verifica della qualità che deriva dallo standard di certificazione EduQua SCEF 052. Per quanto concerne i rapporti con la Sezione centrale, essi sono ottimi. Credo però che il tutto si possa ancora migliorare. In occasione dell’Assemblea dei delegati che lei citava prima, mi sono permesso di presentare un paio di proposte sulla struttura ed i compiti della nostra associazione mantello, che condivido anche con lei: in primis andrebbe valorizzata meglio la figura del Presidente cantonale, quasi a farne una figura professionale a tutti gli effetti. Siamo spesso chiamati in causa e ritengo

che sia un profilo chiave per la coesione sul territorio nazionale! Penso sia giunto il momento di riflettere su come possa una persona impegnata nel proprio salone al 100% trovare il tempo necessario per svolgere al meglio il suo mandato. In secondo luogo sarebbe opportuno istituire conferenza dei Presidenti cantonali con più poteri e peso, affinché le venga attribuito un compito più preciso come fosse un Parlamento; con una sua struttura (ufficio presidenziale e segretariato indipendente). Così da formare una sorta di sistema bicamerale con il comitato centrale”. Quali sono le problematiche legali più ricorrenti con le quali siete confrontati? “Sicuramente il lavoro nero è uno dei fenomeni che dà più problemi. Oltre a ciò vi è sempre l’annosa questione dell’affitto delle sedie, che è ci preoccupa in quanto spesso siamo confrontati con la domanda dei passi da intraprendere per affittare una sedia del proprio salone. Senza dilungarmi troppo nei tecnicismi giuridici, benché l’attrattiva di un’attività indipendente sia interessante, dico che è illegale, e crea solo problemi inutili sia al titolare del salone come pure agli affittuari, che subiscono le ripercussioni dall’illegalità della situazione. Quale associazione mantello ci battiamo anche per informare e offrire delle consulenze in questo senso ai soci ed ai potenziali affiliati”. Coiffure Suisse Sezione Ticino Via Ferriere 11, 6512 Giubiasco info@coiffuresuisseticino.ch

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Vita dei Soci

Ticino Impiantistica, la biennale dell’impiantistica termoidraulica e delle energie rinnovabili, vi aspetta il 3-4-5 ottobre 2013 a Giubiasco Fabio Sacchi, organizzatore dell’evento

Manca ormai poco all’appuntamento con la mostra dell’impiantistica termoidraulica e delle energie rinnovabili. A garanzia della qualità della manifestazione, si segnalano i patrocinatori principali della rassegna: le associazioni ATTS, suissetec, USTSR e il Dipartimento del territorio che ha posto particolare attenzione alla formazione, elemento fondamentale per la crescita di operatori e, conseguentemente, del Cantone. Il settore dell’impiantistica idrotermosanitaria e quello delle energie rinnovabili si trovano in relazione sempre più stretta, accomunati dal fine ultimo del miglioramento dell’efficienza energetica. La politica cantonale è chiara e definisce le condizioni quadro atte a favorire l’utilizzo razionale e parsimonioso dell’energia e l’impiego delle energie rinnovabili nell’edilizia. Anche il PEC (Piano energetico cantonale) presentato dal Cantone si baserà sui principi riguardanti efficienza energetica, sostenibilità, coerenza e riduzione dei consumi; così in Ticino i consumi potranno essere ridotti dal 15 al 20% entro il 2020 e dal 20 al 30% nel 2050. La percentuale di energia “fossile” necessaria alla copertura del fabbisogno cantonale passerà dall’attuale 66 al 55% nel 2035 e al 43% nel 2050. Una sfida importante che accomuna tutta la filiera della sostenibilità

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energetica, dalla progettazione all’installazione e realizzazione, dalla grande committenza pubblica e privata alla gestione e certificazione energetica. La manifestazione giunta alla sua 7a edizione è a pieno titolo un “provider” d’informazione e formazione tecnologica, in grado di soddisfare il crescente interesse dei professionisti del settore, come quello della committenza pubblica e privata. L’evento tratta esaustivamente le principali tematiche focalizzate su caldaie, climatizzatori, pompe di calore, ventilazione, termoregolazione, trattamento acque, tubi/raccordi/valvole, pompe, attrezzature e utensili, fotovoltaico, solare termico, geotermia... Una settantina gli espositori che presentano le principali tecnologie di ultima generazione e potranno focalizzare il visitatore sulle modalità di realizzazione, nel minor tempo possibile, di impianti a norma e ad alta efficienza. Ticino Impiantistica è oramai collaudato luogo di aggregazione e incontro per coloro che intendono approfondire la conoscenza di una determinata tematica che ha come obiettivo quello dell’efficienza energetica. Un centinaio i tecnici esperti e professionisti del settore che si possono incontrare e che potranno dare utili informazioni di prima mano per qualsiasi esigenza. Accanto al Dipartimento del territorio con “Risanare conviene”, ci sarà un team di specialisti pronti a illustrare agli interessati le procedure per l’ottenimento di sussidi economici in caso di nuova costruzione o ristrutturazione di un immobile. Presente anche WWF Svizzera italiana, da anni sul fronte a difesa dell’ambiente. Ticino Impiantistica c/o Pubblicità Sacchi CP 558, 6928 Manno Tel. +41 91 600 20 70, Fax +41 91 600 20 74 info@ticinoimpiantistica.com www.ticinoimpiantistica.com 3-4-5 ottobre 2013 – Mercato Coperto di Giubiasco Giovedì 3 e venerdì 4 ottobre dalle ore 17.00 alle 22.00 Sabato 5 ottobre dalle ore 13.30 alle 19.00


Vita dei Soci

La “Vita dei Soci” su Ticino Business L’opportunità di promozione gratuita per tutti i nostri soci! Un nuovo prodotto? La recente apertura di una nuova filiale? Un traguardo importante come i 25, 50 o 100 anni di attività? O più semplicemente una presentazione della vostra attività sulle pagine del periodico ufficiale della Cc-Ti? La rubrica “Vita dei Soci” su Ticino Business, è pronta ad accogliere e pubblicare eventi, ricorrenze, presentazioni e promozioni!

Si tratta di una promozione gratuita che iscrive nell’insieme dei mezzi di comunicazione che la Cc-Ti utilizza per informare e rafforzare i rapporti con il tessuto culturale ed economico. Ticino Business contiene articoli d’attualità mirati sull’evoluzione dell’economia, della politica economica e delle normative in genere. Interventi, opinioni e riflessioni a 360° su argomenti di attualità cantonale, svizzera e internazionale. Prese di posizione, dibattiti, argomentazioni, casi pratici, opinioni autorevoli.

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Vita dei Soci

3° WORLD FORUM sui diritti alla pace, all’acqua e al cibo; dal 19 al 21 ottobre al Palazzo dei Congressi di Lugano

Ritorna con tante novità il 3° World Forum “Generazioni nel cuore della pace: Dal Ticino per il Mondo” organizzato dalla MaffeisNetwork e promosso dall’associazione Culture Ticino Network con sede a Lugano: un’associazione no profit, apolitica e aconfessionale, fondata nel 2011 e tuttora presieduta da Margherita Maffeis, per promuovere la cultura della pace, la giustizia sociale, il benessere della persona e dell’ambiente con varie iniziative e attività. Tra i suoi obiettivi vi è quello di creare un network di interazione tra le altre associazioni, fondazioni, scuole, università, istituzioni pubbliche e private, aziende e tutta la popolazione. Inoltre sostiene le giovani generazioni offrendo opportunità di stage e workshop nelle scuole sui temi del World Forum e opera concretamente raccogliendo fondi per i più bisognosi del Ticino e del Mondo sostenendo il progetto di un centro idrico in Africa, borse di studio per il Conservatorio della Svizzera Italiana, e progetti a favore dei più poveri in Ticino. Con lo slogan “con la solidarietà la pace si può fare” si propone in questa edizione un progetto concreto sul tema del Cibo e della Povertà. In collaborazione con il Prof. Edoardo Malagigi, dell’Accademia delle Belle Arti di Firenze, sarà creata un’installazione artistica fatta con pacchi di riso del peso totale di 1,5 tonnellate. L’arte è un linguaggio universale e per questo motivo si è deciso di racchiudere in lei il progetto di punta del World Forum dando la possibilità ad ogni partecipante di contribuire alla creazione dell’opera acquistando uno o più pacchi di riso che andranno a comporre l’installazione. Lunedì 21 ottobre 2013, in occasione della giornata dedicata alle scuole ticinesi, l’opera sarà scomposta e i pacchi di riso verranno donati “attraverso le mani delle nuove generazioni”, alle associazioni Il Tavolino Magico e Pro Senegal. Fra le tante novità di quest’anno vi è la “pedalata per la pace” a cura della Pro Velo Ticino e del Ecovel Club, “l’Open Rapid di scacchi della solidarietà” a cura del Circolo scacchistico luganese e dell’Amateur Chess Club, i Flash Mob per la pace, organizzati da Susy Boogie, e il Premio Spyri, un’onorificenza che sarà consegnata dall’Associazione Culture Ticino Network, creato per premiare un giovane o un gruppo che sia/ siano distinti in attività benefiche o di volontariato. Le candidature per partecipare al Premio Spyri sono aperte fino all’11 ottobre 2013.

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Qui di seguito alcuni assaggi di cosa troverete durante le 3 giornate del World Forum: • arrivo di rinomati ospiti internazionali e nazionali; tra cui Fodé Seck, ambasciatore del Senegal presso le Nazioni Unite di Ginevra, scolaresche insubriche, autorità politiche e rappresentanti di organizzazioni umanitarie; • ricostruzione di un tipico villaggio africano, ad opera dell’Associazione Pro Senegal e del suo rappresentante Abdou Lahat Mbaye; • reportage fotografico sul Senegal e sull’acqua, proposto dal fotografo Fulvio Pettinato; • stand e laboratori sull’acqua a cura dell’Ecologia Ticino di Chiasso; • mostra del Museo delle Culture di Lugano con animazione per bambini;


• s tand delle associazioni Svizzera Israele, sezione Ticino, Donne per la Pace, ATKYE, OLPC Ondalivre, Il Tavolino Magico e altri; • mostra fotografica “No Women no Peace” a cura dell’Associazione Peace Women Across the Globe; • visite di auto elettriche, auto storiche, biciclette e altro a cura del Pro Velo Club Ticino, Ecovel Club, Top Club Ticino, Maggiolino Club e Corvette Club. Inoltre, l’associazione Culture Ticino Network sarà presente con uno stand ricco di intrattenimenti e divertimenti per tutte le età (giochi di società, giochi per bambini e tante sorprese). Allo stand interverranno durante le 3 giornate i testimonial dell’Associazione Julie Arlin, presentatrice RSI; Maristella Patuzzi, violinista; e Beatrix Becker, musicista di fama internazionale; e molti altri ospiti. Vi segnaliamo poi alcuni appuntamenti di grande interesse oltre a 3 momenti di raccolta fondi, il cui ricavato sarà devoluto per finanziare i progetti di Culture Ticino Network, ossia:

Sabato 19 ottobre 2013:

Dalle ore 14.00, festa di apertura e intrattenimento musicale della Swiss Percussion School con saluti ufficiali in presenza di Fodé Seck, ambasciatore del Senegal, e autorità politiche locali ed internazionali. Seguirà la tavola rotonda “Costruiamo insieme la pace” con la partecipazione di Don Mazzi, fondatore Exodus, Cècile Mukarubuga, Direttrice regionale per L’Africa Centraleoccidentale dell’UNIFEM, e Lucia DeSigis, Responsabile di programma per il Nord Africa, Direzione dello Sviluppo e Cooperazione (DSC), Dipartimento Generale degli Affari Esteri. Alle ore 17.00, alcune riflessioni su un’equa distribuzione del cibo a cura di Fra Martino Dotta, associazione Il Tavolino Magico, e presentazione di un interessante documentario storico-culturale dedicato a Maestro Martino, gastronomo del XV secolo, a cura di Marta Lenzi, nota gourmet, Michelangelo Gandolfi, regista RSI, e Federico Jolli, produttore RSI.

Lunedì 21 ottobre 2013:

Giornata dedicata interamente alle scuole con workshop e interazione con gli espositori presenti sui temi del World Forum e consegna del Premio Spyri con ospiti e autorità. La valenza sociale-culturale della giornata è stata riconosciuta anche dal DECS.

Per maggiori informazioni e per scaricare il programma dettagliato del World Forum, vi invitiamo a consultare il sito internet: www.generazioninelcuoredellapace.ch oppure di inviare una e-mail a info@maffeisnetwork.ch

Foto di Fulvio Pettinato

Dalle ore 18.30, “Aperitivo medievale” e “Cena della solidarietà”: due momenti di solidarietà interconnessi tra loro per la raccolta fondi in favore di alcuni progetti intrapresi dall’Associazione. In tale circostanza saranno esibite e gustate pietanze custodite nel celebre Libro de Arte Coquinaria di Maestro Martino da Como, cuoco e gastronomo del XV secolo. Ad allietare l’originale banchetto vi sarà il Conservatorio della Svizzera Italiana con un duo di chitarristi. Dalle ore 19.00 invece, le dolci e raffinate melodie al pianoforte dell’artista internazionale Beatrix Becker, la Smart Academy di Balerna e la sua musica, ed infine la presenza dell’esperta gourmet Marta Lenzi ed il sommelier Davide Comoli, intratterranno i commensali illustrando loro le particolarità dei cibi e vini offerti durante la serata. Il costo di adesione è di CHF 120.00 a persona.

saranno presenti nel piazzale antistante il Palazzo dei Congressi, diversi Club automobilistici con le loro spettacolari autovetture. Dalle ore 12.30 alle ore 14.30 “Brunch della solidarietà” in compagnia di musica, canti, danze folkloristiche ed animazione. Il costo di adesione è di 30 CHF per adulti e CHF 15 per bambini. Dalle ore 13.30 vi saranno Gimkane per i bambini, Flash Mob per la pace a cura di Susy Boogie e tante altre sorprese. Alle ore 16.30, non perdete il concerto-spettacolo di solidarietà “Regala un sorriso” con la straordinaria partecipazione di Flavio Oreglio, noto comico di Zelig; i Karma Krew con musica hip hop; diversi Special Guest a sorpresa; fino ad arrivare a Simone Tomassini, cantante di fama internazionale, che per l’occasione scriverà una canzone sulla pace. Il tutto sarà presentato e animato dalla splendida Julie Arlin, presentatrice RSI e testimonial dell’Associazione. Acquisto biglietti presso Manor, FFS e l’Associazione Culture Ticino Network. Durante il World Forum in loco.

Domenica 20 ottobre 2013:

Dalle ore 10.00 adesioni e inizio della “pedalata della pace” a cura della Pro Velo Ticino con vari intrattenimenti. Dalle ore 11.00, tavola rotonda “Dal Dire al Fare: Azioni per la Pace”, in compagnia di ospiti internazioni ed eccellenze culturali come il Prof. Franco Zambelloni, filosofo, Adriano Fabris, Professore di filosofia morale all’Università di Pisa, e l’ex giornalista RSI Maristella Polli. Durante la giornata,

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Vita dei Soci di Diego Gilardoni, Asia Managing Partner, Financial Technologies SA, Shanghai

Cina: un mercato inevitabile

Diego Gilardoni

A meno di sorprese dell’ultima ora, quest’anno la Svizzera diventerà il primo Paese europeo a sottoscrivere un accordo di libero scambio con la Cina. Per l’economia elvetica si tratta certamente di una buona notizia. Tuttavia, per chi ha spirito d’iniziativa e capacità di adattarsi ai cambiamenti che stanno scombussolando l’ordine economico mondiale, esistono già grandi opportunità, che la conclusione di un FTA (Free Trade Agreement) non farebbe che incentivare e stimolare. La Cina oggi è la seconda potenza economica mondiale e la sua influenza si estende ormai ad ogni angolo del pianeta, traducendosi anche in un fenomeno relativamente recente e con enormi potenziali di sviluppo. Mi riferisco agli investimenti diretti all’estero, i cosiddetti Overseas Direct Investments (ODI). Se negli ultimi decenni la Cina è stata uno dei principali beneficiari di investimenti diretti dall’estero (FDI – Foreign Direct Investments), e continua ad esserlo, ora la situazione si sta progressivamente invertendo. Gli ODI cinesi hanno iniziato a crescere in modo costante dieci anni fa, ma hanno registrato una vera e propria impennata solo a partire dal 2008. Essendo partita da un livello bassissimo, la quota cinese di investimenti diretti è ancora inversamente proporzionale al peso economico del Paese ed è quindi destinata ad aumentare in modo considerevole. Nel 2012 gli investimenti cinesi non finanziari all’estero hanno superato i 77 miliardi di dollari, registrando un aumento di quasi il 30 per cento rispetto all’anno precedente. Secondo il governo cinese, anche quest’anno gli ODI sono destinati a crescere allo stesso ritmo, mentre, stando all’Economist Intelligence Unit, nel 2017 gli ODI supereranno gli FDI e la Cina diventerà un investitore netto e il secondo investitore globale dopo gli Stati Uniti. Quanto alle prospettive più sul lungo termine, uno studio della società di consulenza americana Rhodium Group stima che, entro il 2020, gli investimenti cinesi all’estero potrebbero addirittura raggiungere i 2000 miliardi di dollari. Per quanto riguarda le destinazioni degli investimenti cinesi, negli ultimi due anni l’Europa è diventata una delle mete preferite, rappresentando circa un terzo del totale delle operazioni di fusioni e acquisizioni. In questo contesto la Svizzera ha tutte le carte in regola per ambire a diventare un hub per gli investimenti cinesi in Europa. Il nostro Paese può infatti offrire un’eccel-

lente piattaforma di servizi alle imprese cinesi interessate ad investire nel vecchio continente. Affidandosi alla rete di contatti imprenditoriali internazionali delle banche svizzere e ai servizi di consulenti in corporate finance e M&A abituati ad operare a livello europeo, un investitore cinese sarebbe in grado di identificare il suo target ideale a partire dalla Svizzera. Tuttavia, non si può aspettare che i cinesi si rendano conto da soli di questa opportunità. Così come non basta un FTA per scoprire l’Eldorado. Per cogliere il grande potenziale espresso dalla Cina bisogna esserci, presidiando direttamente il mercato. È quello che Financial Technologies SA ha fatto, aprendo un ufficio a Shanghai. E i risultati si vedono. Recentemente abbiamo avuto l’occasione di presentare un ampio ventaglio di imprese europee a un gruppo di aziende e fondi cinesi; non solo il feedback è stato positivo, ma gli imprenditori presenti hanno capito che, affidandosi ai servizi di una società svizzera, possono avere accesso a opportunità di investimento in tutta Europa. Lo stesso discorso vale per un’impresa svizzera, italiana o europea che voglia entrare nel mercato cinese alla ricerca di investitori o di partner strategici. Recarsi in Cina un paio di volte all’anno non basta. E’ fondamentale avere qualcuno sul posto. E non per nulla sono sempre di più le imprese che ci chiedono di rappresentarli, aiutandoli a conoscere il mercato e a sviluppare le loro attività. In conclusione, la firma dell’accordo di libero scambio con la Cina rappresenta una grande occasione per la Svizzera. Ma aspettare che le opportunità arrivino da sole sull’onda della liberalizzazione degli scambi non basta. Da una parte bisogna dar prova di visione e spirito d’iniziativa, adeguando le proprie strategie alla nuova realtà e anticipando le grandi tendenze del futuro. Dall’altra, il fatto che la Cina sia ora più vicina ci impone un vero sforzo di comprensione, impossibile senza una presenza costante e strutturata sul mercato e indispensabile se si vuole tradurre le opportunità in risultati concreti. Financial Technologies SA Via Pretorio 20 – Via Bossi 2 – 83 Fumin Road 6900 Lugano 6830 Chiasso Shanghai, Cina www.fintechnologies.com

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

Do you like colors?

Imprenditori ed aziende sanno molto bene quanto sia importante avere una chiara e definita strategia di comunicazione che delinei la propria corporate image. Per la creazione degli strumenti utili a dare visibilità ad un’azienda, è fondamentale affidarsi ad un professionista. Un partner con una pluriennale esperienza nella fabbricazione di insegne luminose (e non solo), presente in tutto il territorio ticinese, è Publineon Sagl, che affianca i suoi clienti dando loro consigli utili per qualsiasi necessità, in ambito pubblicitario e grafico. La società, fondata nel 1996 dall’imprenditore Giuseppe Matarazzo, ha continuato l’attività svolta in precedenza da Neon Frontini, azienda presente sul mercato ticinese da oltre 40 anni. Il dinamico team creato dal Signor Matarazzo, ha proseguito l’opera, ampliando il raggio d’azione e la versatilità, attraverso nuovi prodotti, nuove tecnologie e servizi all’avanguardia. Oggi, Publineon, il cui nome richiama la vocazione dell’azienda precedente, creando quindi continuità e presentandosi sul mercato quale partner delle imprese ticinesi, è l’unica fabbrica in Ticino che progetta, costruisce ed installa, dal piccolo adesivo alla grande insegna. La struttura, che vede occupati ben 16 dipendenti, è ubicata in una posizione strategica sulla Strada Regina di Agno: un punto di transito facilmente accessibile dai clienti e comoda base di partenza per raggiungere chi, da qualsiasi parte del Cantone, decide di affidarsi ad un esperto d’insegne. La verità, è che non esistono sfide impossibili per Publineon. Un’alta specializzazione nel proprio settore e la professionalità del servizio, ne fanno un’azienda vincente. Lettere scatolate o piane, totem, cassonetti, cartelli, teli, decorazioni adesive, targhe, illuminazione al neon o LED e molto altro ancora, di qualsiasi forma, dimensione o colore. Dopo una consulenza specialistica ed un sopralluogo tecnico, si procede all’offerta per il cliente. Pari passo alla progettazione di un’insegna, quando necessario, viene avviata anche l’istanza di autorizzazione al Municipio, il tutto seguito nei minimi dettagli dal team Publineon. L’installazione, ultimo tassello dell’iter, viene effettuata da addetti ai lavori specializzati ed esperti: l’azienda infatti, può fregiarsi dell’autorizzazione dell’Ispettorato Federale per impianti a corrente forte, che le permette di effettuare lavori speciali. La società inoltre propone anche un servizio di manutenzione periodica, con interventi su misura alla propria insegna.

Anche per il futuro, la continuità sarà garantita dal figlio di Giuseppe, Mirko Matarazzo, già attivo in azienda con un ruolo dirigenziale. C’è quindi una costanza, premiata dalla fiducia instaurata tra tutti i clienti e Publineon, che acquisisce sempre più mandati e che si presenta sul mercato in maniera attiva, attraverso una comunicazione vivace, sia sul web, che sul territorio ticinese con una cartellonistica decisamente accattivante. Società e servizi offerti, sono diventati sinonimo di qualità e di garanzia, come dimostrano i numerosi clienti affezionati. Publineon Sagl Strada Regina 120 6892 Agno Tel +41 91 605 11 01 Fax +41 91 605 65 60 info@publineon.com www.publineon.com

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Vita dei Soci Intervista a Stefano Airoldi, Docente e Responsabile di SMSchool

SMSchool organizza il corso preparatorio per ottenere l’Attestato Professionale Federale di Specialista in Marketing

Quali sono i benefici concreti per chi ottiene l’Attestato Professionale Federale di Specialista in Marketing?

“La carta vincente è la possibilità di essere immediatamente inseribili nel mondo del lavoro, con una specifica competenza e capacità operativa. La formazione è di tipo duale, caratteristica della formazione professionale in Svizzera. Ciò permette di orientare sistematicamente il programma alle reali necessità del mondo professionale, e si basa sull’acquisizione delle conoscenze ma soprattutto sulla capacità di saperle utilizzare in pratica, quindi il «saper fare». Per i futuri datori di lavoro questo significa poter essere disporre di collaboratori attivi da subito, e non dover far fare ulteriori periodi di stage pratici, come per la maggior parte degli studenti con Bachelor o Master”.

Qual è il candidato ideale per seguire i vostri corsi?

“Chi ha conseguito un Attestato Federale di Capacità o un titolo superiore e che, dopo almeno due anni di pratica professionale, vuole ampliare le proprie conoscenze nell’ambito del marketing o ambisce ad una posizione gerarchica superiore. Imprenditori indipendenti hanno la possibilità di scoprire un nuovo approccio al mercato e approfittare delle opportunità che lo stesso offre”.

Cosa differenzia la vostra formazione dalla numerosa offerta di Bachelor o Master?

“Ultimamente, il Dr. Peter Petrin ha rilasciato una dichiarazione, che qui riportiamo: «Gli esperti di formazione in Svizzera e oltre confine ritengono che la nostra formazione duale rappresenti un grosso punto di forza. È anche grazie ad essa che la percentuale di disoccupati in Svizzera è molto più bassa rispetto a quella di altri Paesi, che invece si limitano a proporre esclusivamente lauree Bachelor e Master. In molti di questi Paesi non è raro incontrare laureati costretti a svolgere la professione di tassista, cameriera o a fare lavori occasionali. È evidente che il titolo accademico conseguito non ha portato loro quello che si aspettavano. Questo destino non spetta tuttavia né ai nostri specialisti di Marketing APF o a diplomati Marketing Manager SSS. Il perché risiede

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nella struttura della formazione, che non si basa solo su numerose conoscenze teoriche, bensì anche pratiche, importantissime per il mondo del lavoro».”

I datori di lavoro conoscono questo titolo?

“Fino al 2009 si chiamava «Tecnico di Marketing», poi si sono riorganizzati i titoli ed ora si chiama «Specialista di Marketing con Attestato Professionale Federale». È circa 30 anni che le associazioni professionali organizzano questo esame che, per chi volesse iniziare un’attività nel settore Marketing, è considerata una tappa essenziale. La possibilità data in Svizzera di migliorare le proprie conoscenze e la propria posizione professionale a chi ha conseguito un APF o una scuola di base come la commercio, è apprezzata sia da chi segue i corsi che dai datori di lavoro. Il fatto stesso di rimettersi sui banchi di scuola dopo un’esperienza lavorativa è indice di passione e di impegno, doti ricercate da tutti i responsabili delle Risorse Umane”.

Che tipo di impegno comporta seguire questa formazione?

“Nel corso di un colloquio preliminare, rendiamo noto a tutti i candidati che il corso è impegnativo, e se non lo fosse il titolo di «Specialista di Marketing con APF» non sarebbe così apprezzato. Materie come Contabilità e Statistica sono importanti, e quindi consigliamo di rivedere prima del corso le nozioni scolastiche acquisite e magari dimenticate. Le altre materie sono da considerarsi per tutti nuove (o quasi) e quindi con le lezioni diamo le basi per il «Sapere», con gli esercizi consolidiamo il «Saper fare» e prepariamo al «Fare». Aggiungo che, nel corso degli ultimi anni, più di 270 ticinesi hanno superato questo esame, quindi, con un po’ di impegno e di attenzione, è da considerarsi fattibile”.

Come si caratterizza l’approccio di SMSchool all’insegnamento?

“Prima di tutto abbiamo acquisito l’esperienza di 27 anni di insegnamento nell’ambito del Marketing, in quanto proseguiamo quanto fatto in passato, in modo molto professionale, dallo Swiss Marketing Club Ticino. I docenti


sono tutti professionisti attivi nell’ambito delle materie che insegnano, e questo permette di aggiornare costantemente i programmi e portare in aula non solo quanto scritto sui libri di testo, ma anche delle esperienze personali. Gli esempi pratici sono fondamentali, e abbiniamo le lezioni con delle esperienze pratiche e delle visite presso i partner più importanti, quali Publisuisse, Publicitas e SGA Affissioni. Inoltre SMSchool fa parte delle scuole affiliate a Swiss Marketing Education, e questo ci permette anche di avere incontri con gli specialisti di materia e ottenere materiale per esercitazioni pratiche”.

Esiste una parificazione del titolo a livello europeo?

“Con una procedura semplice oggi si può far parificare lo Specialista in Marketing APF con il titolo europeo di «Junior Marketing Manager».”

Per ottenere informazioni più dettagliate cosa consiglia?

“Inviando una e-mail a info@sms-edu.ch o telefonando allo +41 91 743 03 40 si può chiedere un appuntamento e verificare personalmente la possibilità di seguire i corsi”.

Quando inizia il prossimo corso?

“Il 22 ottobre 2013 inizia il corso, che porterà ad un primo esame denominato MARKOM nell’agosto 2014, agli esami scritti per lo Specialista di Marketing nel gennaio 2015 e agli orali nell’aprile 2015”.

SMSchool si occupa anche di altre formazioni?

“Le competenze di SMSchool si sono focalizzate nei settori del Marketing, Management, Comunicazione e Vendita. Organizziamo dei seminari da un giorno a 5 giorni. I partecipanti sono imprenditori, dirigenti e capi responsabili”.

Ci dà un esempio di seminario?

“Il Management e lo sviluppo dei talenti – La gestione del tempo – Identificare e gestire i conflitti – Le tecniche di vendita e l’arte della negoziazione – La comunicazione empatica e la gestione delle riunioni. Il programma con le date si trova su www.sms-edu.ch”.

Siamo al vostro fianco dalla fondazione alla crescita internazionale. Business Software PMI. Per dare successo alle vostre idee.

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

Bic your world today Chi non ha mai utilizzato un prodotto targato BIC nel corso della propria vita? Articoli per la cartoleria e la cancelleria (la mitica BIC Cristal, chi non la conosce?), accendini (che quest’anno festeggiano il 40° anniversario del loro lancio sul mercato) e rasoi, fanno di questa marca un leader di mercato mondiale

In origine fu una penna…

È nel dicembre del 1950 che Marcel Bich lancia la penna a sfera Cristal in Francia, la prima di alta qualità presentata sul mercato con un prezzo accessibile per il largo consumo. Ed è anche la prima volta che fa il suo ingresso sul mercato il marchio BIC con questo nome, una versione ridotta e semplificata del nome del fondatore Marcel Bich. Il successo è immediato, inaspettato forse, costante per affermazione dei prodotti, popolarità, reputazione e notorietà sia della marca, come pure dei prodotti, a livello planetario. Oggi l’azienda è presieduta da Bruno Bich, Presidente del CdA e diretta da Mario Guevara, CEO. L’espansione geografica è progressiva e si allarga fino ad abbracciare tutte le Nazioni. Ad oggi sono davvero esigui gli Stati dove BIC non è presente. Parallelamente all’espansione geografica, avviene nei 63 anni di storia dell’azienda anche una grande diversificazione degli articoli (dalla prima originale BIC Cristal al Tipp-Ex, alla mitica 4 colori, agli accendini, ai rasoi, …) tutti concepiti con il leitmotif di rendere la vita più semplice al consumatore, rispondendo ai suoi bisogni quotidiani. Affidabilità, essenzialità, universalità, conditi con inventiva e dinamismo. Tutto quanto è targato BIC offre soluzioni intelligenti per rispondere alle esigenze dei consumatori moderni. Un’ingegnosità tecnica in ogni processo per ottimizzare la performance caratterizza la ricerca e sviluppo della società a livello globale: il consumatore deve godere appieno della qualità d’uso per ognuno ovunque. La soddisfazione del cliente finale è dunque un atout irrinunciabile per questo colosso francese che offre prodotti per tutti i gusti: per chi scrive, colora, sottolinea, disegna, corregge, accende o si rade. Il consumatore sa di poter contare sull’esperienza BIC nel trovare ciò che cerca ad un prezzo accessibile, in uno dei 3,2 milioni punti vendita al dettaglio, dallo stand mobile all’aperto fino ai supermercati e ad altre grandi superfici. Per la Svizzera, la sede di BIC è ubicata in Ticino, a Cadempino, dove opera la Société BIC Suisse SA. Con un team di 13 collaboratori, essa assicura l’operatività e la presenza sul mercato elvetico, dove BIC si conferma uno tra i principali key player.

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Ricorrono proprio quest’anno i 40 anni dell’entrata sul mercato degli accendini BIC. BIC Suisse SA ha voluto sottolineare questo anniversario con un evento organizzato in Ticino per i partner ed i fornitori della sede svizzera, che è avvenuto nel mese di luglio.

Dati impressionanti

Si stima che ogni giorno i consumatori nel mondo scelgano di acquistare: • 25 milioni di prodotti di cancelleria BIC • 6 milioni di accendini BIC • 11 milioni di rasoi BIC • 5 milioni di articoli promozionali e pubblicitari BIC. Il 79% della produzione avviene nelle 83 fabbriche di proprietà sparse per il mondo.

BIC si conferma mondialmente leader nei propri mercati di riferimento, sia per quote di mercato che per leadership e notorietà del marchio. Dietro ad un colosso di queste dimensioni vi sono accurati processi produttivi innovativi e tecnologicamente all’avanguardia ed un incessante lavoro di ricerca e sviluppo. Una comunicazione accattivante e sempre in linea con le aspettative del consumatore fanno di BIC un’azienda dinamica, con un marketing agguerrito e sempre sulla breccia dell’onda, che sa catturare, entusiasmare ed emozionare il cliente.


Quando la Tradizione

incontra la Tecnologia Un occhio attento anche all’ambiente ed alla responsabilità sociale

Nell’ideazione e nello sviluppo dei suoi prodotti, BIC lavora mantenendo, oltre alla qualità elevata degli standard produttivi, un riguardo peculiare all’ambiente ed all’ecologia. Per alcuni prodotti la società è riuscita a ridurre l’impatto ambientale di ben oltre il 50%, diminuendo l’uso di materie prime, privilegiando materiali di origine “alternativa” ed “allungandone” la durata. Nel 2011 viene lanciato in Europa (Svizzera inclusa) il primo programma di raccolta e riciclo di materiale da scrittura usato, destinato a scuole ed uffici. Il programma gestito da Terracycle prevede la raccolta di articoli di scrittura e correzione esauriti di qualsiasi marca, affinchè vengano riciclati e trasformati in nuovi prodotti ecologici. Per ogni prodotto ricevuto BIC dona 2 centesimi ad un’organizzazione non-profit.

Société BIC Suisse SA Via al Mulino 22a 6814 Cadempino Tel. +41 91 985 11 11 Fax +41 91 985 11 10 infosuisse@bicworld.com www.bicworld.com

Penna a sfera con tecnologia capacitiva per touch screen

Novità 2013: BIC Cristal Stylus – un incontro di tradizione e tecnologia La novità del 2013 è la versione Stylus del più classico dei prodotti BIC, la Cristal: la mitica penna a sfera lanciata da Marcel Bich nel 1950. Questo prodotto cult è stato infatti riproposto da poche settimane sul mercato svizzero e mondiale, aggiornato alle moderne necessità del quotidiano: una combinazione perfetta tra tradizione (la penna a sfera, per scrivere su carta), e tecnologia (grazie al sensore capacitivo, posto ad un’estremità, in grado di muoversi perfettamente su qualsiasi device dotato di tecnologia touch screen, quali tablet, iPhones, iPad, smartphones, ecc..) Per maggiori informazioni siete pregati di contattare Société BIC Suisse SA a Cadempino.

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Solo noi abbiamo le riviste professionali per far crescere la vostra azienda

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L’equilibrio psichico rientra nelle competenze del superiore Troppa pressione sul lavoro può far ammalare e causare assenze. Il gruppo Helsana accompagna le aziende in modo professionale con parole e fatti nella prevenzione e nel riconoscimento dello stress psichico sul lavoro. I datori di lavoro fanno bene a creare strutture sane. A dirigenti adeguatamente istruiti si richiede che riconoscano i segnali di sovraccarico psichico. La casa di cura e per anziani Frenkenbündten a Liestal (BL) assiste persone anziane e bisognose di cure. I collaboratori sono confrontati con un grande onere quotidiano. La promozione della salute in ambiente di lavoro rientra nella strategia aziendale. Coinvolgere i collaboratori Con il suo servizio Helsana Business Health, Helsana sostiene l’istituto a pianificare sistematicamente provvedimenti esistenti e futuri. Un sondaggio interno ha fornito un quadro degli oneri e delle risorse. In due serie di workshop, condotte da Helsana, i collaboratori hanno sviluppato insieme al datore di lavoro proposte concrete per migliorare la situazione lavorativa. Oggi la casa di cura e per anziani Frenkenbündten ha defi nito i provvedimenti per il management sanitario aziendale fi no al 2015. Tra questi vi sono ad esempio corsi per quadri dirigenti, coaching per team, corsi sulla comunicazione, autoassistenza e consulenza sociale privata. Il direttore Bernhard Fringeli è soddisfatto. «Con Helsana abbiamo un partner competente in questo progetto complesso», sostiene. Un nuovo sondaggio fra i collaboratori a metà del 2013 mostrerà quali frutti hanno dato le offerte e dove sussiste ancora necessità di intervento. Già ora il riscontro dei collaboratori è positivo. Essi apprezzano il fatto di poter contribuire attivamente al progresso.

Nella casa di cura e per anziani Frenkenbündten, il direttore Bernhard Fringeli e il suo team collaborano strettamente con Helsana a favore di strutture sane e una comunicazione aperta.

Helsana Business Health Con 1,9 milioni di assicurati, il gruppo Helsana è l’assicuratore malattia leader in Svizzera. Con il suo servizio Helsana Business Health, Helsana aiuta le aziende a introdurre un management sanitario aziendale. I manager sanitari di Helsana mostrano come ridurre gli oneri e prevenire le assenze attraverso provvedimenti professionali. Con il corso per dirigenti «Salute psichica sul posto di lavoro» Helsana off re inoltre un nuovo servizio. I dirigenti apprendono a riconoscere e sostenere i collaboratori sotto stress. Desiderate saperne di più? Siamo nelle vostre vicinanze e vi consigliamo volentieri personalmente.

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DIVENTARE PROPRIETARIO DI UN IMMOBILE ANZICHÉ INQUILINO

Ezio Catucci, Fondatore

Dopo svariati anni dedicati allo sviluppo, innovazione e ricerca continua nel settore delle compravendite immobiliari possiamo asserire che, in presenza dei presupposti finanziari da parte del potenziale acquirente quali mezzi propri a titolo di anticipo / acconto e sostenibilità dell’onere finanziario in relazione al reddito individuale, diventare proprietario di un immobile, anziché inquilino, è la scelta migliore sotto ogni punto di vista. Nel Canton Ticino negli ultimi 10/15 anni gli immobili hanno registrato una rivalutazione su base annua che va dal 3% al 5%, con picchi del 7% per alcuni casi rari e particolari prevalentemente di fascia “alto standing”. Per il 20% - 25% di capitale proprio versato si ottiene quindi una rivalutazione in media del 4% (3% + 5% : 2 = 4% media). Per esempio: CHF 130’000 (20%) a titolo di acconto, dopo il primo anno in caso di vendita, con la rivalutazione dell’immobile diventano CHF 135’200, al secondo anno CHF 140’608, al terzo anno CHF 146’232, al quarto anno CHF 152’081, al quinto anno CHF 158’164 … e così via. Lo stesso effetto di capitalizzazione lo si ottiene sulla quota di capitale da rimborsare alla banca che si destina all’ammortamento. Molto improbabile che un altro investimento di tipo puramente finanziario, generi lo stesso rendimento e quindi si riveli un buon investimento, salvo prodotti che hanno, nella maggior parte dei casi, componenti ad alto rischio di perdita del capitale investito. Alcune considerazioni e punti di vista comuni:

Le spese accessorie ordinarie da sostenere?

“Ci sono, ma ci sarebbero anche quando si è inquilini con acconto spese e conguaglio di fine anno”.

In caso di guasti o avarie?

“Se si è inquilini in caso di guasti ci pensa il proprietario, da un punto di vista questo rasserena gli inquilini. Se si è proprietari le spese in caso di guasto sono a carico proprio ma, riflettendoci, quante volte nell’arco di 10 anni capita un guasto di costo elevato? Anzi se l’immobile acquistato è di nuova costruzione e di buona qualità non dovrebbero esserci problemi di grossa entità per almeno 15 anni. In ogni caso il denaro investito in questi interventi servirà a mantenere costante la rivalutazione dell’immobile e sarebbe recuperato integralmente in caso di vendita”.

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Se si perde il posto di lavoro?

“In caso di affitto ci sarebbe comunque lo stesso problema di solvibilità e rispetto delle scadenze. Tra l’altro con i tassi ipotecari in vigore ai minimi storici, la rata ipotecaria sarebbe molto più bassa da sostenere rispetto ai canoni di locazione attuali. Importante: A) Vendendo il proprio immobile si recupera il capitale investito, se si è inquilini no! B) Si può affittare il proprio immobile e andare personalmente in un’altra abitazione con una locazione meno costosa e ricevere comunque un reddito tale da poter affrontare al meglio il credito ipotecario dell’immobile originario e il costo dell’affitto dell’immobile provvisorio. Queste sono alcune dinamiche decisamente vantaggiose legate all’acquisto piuttosto che all’affitto di una proprietà immobiliare”.

Perché aspettare a diventare proprietari?

“Qualora ci siano le condizioni per poter compiere questo passo, dati i tassi ipotecari attualmente favorevoli, l’ideale è agire in direzione dell’acquisto al più presto. Se invece si preferisce pagare l’affitto, capitalizzando il nulla o quasi, a voi la scelta”. Dimensione Immobiliare SA è da diversi anni un punto di riferimento nel settore immobiliare per coloro che desiderano investire e abitare nel territorio ticinese. Consiglia e segue i clienti che hanno saggiamente deciso di compiere il passo dell’acquisto verso l’immobile dei propri sogni. Crea e propone immobili di pregio a prezzi equilibrati e competitivi grazie ad una profonda analisi tecnicocommerciale che permette di studiare soluzioni in grado di migliorare fortemente la vita di chi le adotta. DIMENSIONE IMMOBILIARE SA Viale Franscini 17 6900 Lugano Tel. +41 91 922 74 00 Fax +41 91 922 74 02 www.dimensioneimmobiliare.ch info@dimensioneimmobiliare.ch


Vita dei Soci

Tyco in Svizzera con un nuovo nome L’azienda leader del settore della sicurezza e della protezione antincendio della Svizzera si chiama ora: Tyco Integrated Fire & Security (Svizzera) SA

Dal 14 giugno 2013 Tyco, una delle maggiori aziende al mondo nel settore Fire and Security, si presenta in Svizzera con il nome Tyco Integrated Fire & Security (Svizzera) SA. Con questo cambiamento di nome, l’azienda iscritta in precedenza come Tyco Fire & Integrated Solutions SA completa così l’ultimo passo nell’ambito del consolidamento dell’immagine e del cambiamento a livello organizzativo di Tyco nell’Europa continentale. Sotto il marchio ombrello “Tyco Integrated Fire & Security”, Tyco riunisce ora in modo ancora più stretto le grandi prestazioni della sua azienda della sicurezza e protezione antincendio in Europa. Anche in Svizzera, i clienti beneficiano così del portafoglio unitario e completo di Tyco in ambito della protezione antincendio e della sicurezza. Il nuovo nome Tyco Integrated Fire & Security (Svizzera) SA è sinonimo di un più elevato livello di integrazione di tutti i servizi orientati al cliente e al mercato. “Il nuovo nome aziendale «Tyco Integrated Fire & Security» rispecchia in maniera perfetta la nostra direzione strategica verso soluzioni di sistema integrate” sottolinea Horst Weltner, Amministratore delegato di Tyco Integrated Fire & Security Svizzera. “Sotto lo stesso marchio ombrello possiamo sfruttare in modo ancora più mirato le risorse della società madre Tyco e quindi tenere conto ancora più coerentemente dei requisiti specifici del mercato e delle sfide future dei nostri clienti. La nostra offerta completa di soluzioni e servizi, focalizzata sulla protezione antincendio e sulla sicurezza, ci mette così in condizione di portare avanti la nostra attività in Svizzera all’insegna della stabilità e di una crescita a lungo termine”.

cio al dettaglio, sicurezza domestica, trasporti nonché commercio e industria. Per ulteriori informazioni consulti www.tyco.com.

Tyco Svizzera

Tyco Integrated Fire & Security con sede principale a Näfels, azienda parte del secondo maggiore gruppo al mondo specializzato in sicurezza Tyco International Ltd., offre soluzioni e sistemi nei settori dei sistemi di segnalazione effrazione e sistemi di rilevazione incendio, sistemi di estinzione, videosorveglianza, sistemi di segnalazione luminosa e di comunicazione, illuminazione di sicurezza/segnalazione vie di fuga, controllo degli accessi, sistemi di evacuazione e sonorizzazione, sistemi di allarme e di sicurezza fino a dispositivi antitaccheggio. La gamma delle nostre prestazioni è completata dal nostro ampio servizio, che spazia dalla consulenza, pianificazione, scelta della tecnologia fino all’installazione e anche alla manutenzione duratura degli impianti. L’azienda impiega circa 350 collaboratori e dispone in Svizzera di una fitta rete di filiali e uffici vendita. Per ulteriori informazioni consulti www.tyco.ch.

In accordo con la separazione secondo le quote di mercato, il 1° ottobre 2012 Tyco è diventata la più grande azienda al mondo per la protezione antincendio e per la sicurezza con oltre tre milioni di clienti e 69’000 impiegati dislocati in oltre 1’000 filiali in 50 Paesi. ADT Continental Europe, che è compresa in questa transazione quale parte del gruppo Tyco, viene oggi gestita con il nome Tyco Integrated Fire & Security. Con questo passo Tyco rafforza la propria posizione quale azienda tra i leader in Europa con specializzazione nella sicurezza e nella protezione antincendio. Tyco Integrated Fire & Security in Svizzera è parte dell’organizzazione Continental Europe e offre ampie soluzioni e prodotti a clienti attivi in diversi mercati, tra i quali ritroviamo gestione d’impianti, grandi aziende commerciali, istituti sanitari, commercio al dettaglio, industria petrolifera e del e gas naturale, traffico e logistica, immobili abitativi e piccole imprese.

Tyco nel mondo

Tyco (NYSE: TYC) è la più grande azienda a livello globale, specializzata esclusivamente in protezione antincendio e sicurezza. Tyco rifornisce oltre tre milioni di clienti in tutto il mondo con i più moderni prodotti e servizi nel settore della protezione antincendio e della sicurezza. L’azienda da oltre 10 miliardi di dollari ha più di 69’000 dipendenti in oltre 1’000 ubicazioni in 50 Paesi ed è attiva in alcuni dei settori più impegnativi al mondo, fra cui banche e servizi finanziari, stazioni petrolifere e di estrazione gas naturale, trasporti marittimi, enti governativi e sanitari, commer-

Per informazioni: Tyco Integrated Fire & Security (Svizzera) SA Sig.ra Sandra Parpan Marketing Manager Svizzera Industriestrasse 4 8752 Näfels Tel. +41 58 445 43 00 Fax +41 58 445 40 01 sparpan@tycoint.com

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Pubbliredazionale

Lavorare bene è importante... farlo sapere è determinante! Un buon Ufficio Stampa è capace di valorizzare l’evento, il personaggio, il prodotto, l’idea, trasformandola in notizia, per poi diffonderla nel momento più appropriato e con il giusto linguaggio

Per un’azienda è molto importante far conoscere i prodotti e i servizi che offre, nel modo più allettante possibile. E di questo si occuperanno il reparto comunicazione e marketing. Ma per un’azienda è altrettanto importante comunicare la propria immagine e di questo si occuperà invece l’Ufficio Stampa, che dovrà diffondere le informazioni all’interno e all’esterno dell’azienda stessa. Molto spesso il ruolo dell’Ufficio Stampa passa in secondo piano o viene affrontato in maniera poco professionale perché ritenuto non importante. Ma è un errore. Una comunicazione ben studiata è infatti fondamentale perché consente di mettere in luce diversi aspetti del profilo aziendale. Il lavoro dell’Ufficio Stampa è talmente importante che non solo le imprese private lo devono curare con particolare attenzione, ma sempre più spesso anche gli enti pubblici si strutturano con uno staff interno dedicato. Dopo questa premessa entriamo nel dettaglio di quali siano i ruoli e i compiti dell’Ufficio Stampa. L’obiettivo di un Ufficio Stampa è diffondere il più possibile un’immagine positiva dell’azienda che rappresenta. Per fare questo serve pianificare una solida strategia di comunicazione che tenga presente il brief e le necessità aziendali. Sulla base di un efficace piano di comunicazione, l’Ufficio Stampa deve essere quindi in grado di gestire il budget per le inserzioni pubblicitarie e consigliare l’azienda in una pianificazione media attenta agli obiettivi prefissati. Sempre l’Ufficio Stampa è incaricato di scrivere i comunicati e organizzare le conferenze stampa, selezionare i media in relazione alla notizia che si vuole far pubblicare, individuare i responsabili delle diverse redazioni e conoscere i tempi e gli orari redazionali. Sempre più spesso a questi compiti, si aggiunge anche il costante aggiornamento del sito e delle pagine social o eventuali blog dell’azienda. Tutti gli articoli pubblicati devono poi essere raccolti e organizzati nella rassegna stampa che potrà essere stampata mensilmente o caricata nell’apposita pagina del sito. Ultima cosa ma non meno importante, un buon Ufficio Stampa deve essere in grado di fornire periodicamente l’analisi dei risultati delle proprie azioni di comunicazione. Questo è fondamentale, per poter verificare costante-

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mente non solo l’operato dell’Ufficio Stampa, ma anche monitorare come l’azienda viene percepita all’esterno da clienti, fornitori e consumatori e all’interno da dipendenti e collaboratori. Sembrerà scontato, ma è importante sottolineare come, in tutte queste attività, Internet assuma sempre più importanza. Come è facile intuire infatti sfruttare il web e le sue potenzialità è indispensabile per avere ampia e immediata visibilità e per la divulgazione delle notizie in tempo reale. Hooray Group è in grado di offrire tutto questo. Essendo un’agenzia di comunicazione e marketing completa possiamo seguire i nostri clienti in tutte le fasi del progetto: dall’organizzazione degli eventi allo studio dell’immagine coordinata, dal servizio fotografico all’ufficio stampa. Sarà più semplice per il cliente avere un unico referente che, raccolto il brief, sia in grado di studiare in totale autonomia una efficace strategia di comunicazione e sappia decidere gli strumenti professionali più adatti per arrivare all’obiettivo concordato. Per maggiori informazioni e un preventivo personalizzato in base alle vostre necessità non esitate a contattarci. Hooray Group SA Via al Mulino 22, CP 566 6814 Cadempino Tel. +41 91 966 80 50 Fax +41 91 961 21 20 www.hooraygroup.ch


Vita dei Soci di Lorenza Bernasconi, Marketing Manager di Gruppo Sicurezza

La Sicurezza di Vedere Oltre

Lorenza Bernasconi

Dimenticati i tempi in cui si poteva lasciare la porta di casa aperta o le chiavi nell’automobile. Gli ultimi decenni hanno visto un incremento costante dei rischi legati alla sicurezza. L’aumento del benessere, un maggiore sbilanciamento delle fasce di reddito e una situazione internazionale che ha delineato poche - ma facilmente identificabili - isole economicamente felici, hanno fatto della Svizzera, secondo le statistiche comparative dei crimini dell’United Nation Office, la nazione che registra il tasso più elevato di furti nelle abitazioni rispetto alle nazioni confinanti (ref: CdT,11.07.2013)

La sicurezza, sia in termini di misure attuative che di percezione, si è sviluppata partendo da un ambito prettamente privato, abitazioni, piccole e medie imprese, confinato entro limiti ben precisi. Da un po’ di tempo questi limiti stanno assumendo confini molto più ampi spostandosi verso contesti pubblici. In altre parole, il bisogno di sicurezza è oramai un requisito imprescindibile sia tra le mura domestiche che al di fuori delle stesse. Se da un lato il singolo provvede ai propri bisogni di sicurezza, dall’altro le istituzioni e i grossi centri di aggregazione, come centri commerciali e centri di attività dedicate al tempo libero, stanno provvedendo alla sorveglianza e alla protezione di massa. I cittadini chiedono, soprattutto al di fuori dell’ambito privato, un certo livello di tutela e sicuramente l’ambito pubblico sta rispondendo a questa crescente richiesta. Se da un lato è vero che la sofisticazione dei sistemi di videosorveglianza rende facilmente riconoscibile ogni persona, è anche vero che la stessa sofisticazione è in grado, per esempio, di mascherare i volti delle persone riprese da una videocamera. Solo in caso di analisi delle immagini, a seguito di un evento delittuoso, è possibile rendere riconoscibile il volto di una persona. Questo garantisce l’anonimato delle persone in un contesto di comportamento normale, ma garantisce anche la certezza di poter verificare fatti, situazioni e persone qualora l’evento stesso lo richieda. Scaduti i termini temporali, i dati sono automaticamente cancellati. In queste situazioni, giocano un ruolo fondamentale la professionalità e la competenza dell’azienda che propone e vende questo tipo di servizio; professionalità e competenza che devono tenere conto sia dell’aspetto tecnico, materiali e tecnologie per esempio, sia dell’aspetto normativo sapendo consigliare e guidare il cliente. Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con Internet si rende conto che la videosorveglianza può anche assumere la caratteristica di un’attività hobbistica. Pertanto, vagliando soluzioni “fai da te” c’è il rischio di violare le più elementari norme legate alla privacy, spesso inconsapevolmente, assistendo a controversie di natura personale. Crediamo comunque che, dato l’incremento della delinquenza, in nome della sicurezza di tutti, la sfera privata ha sicuramente un alto valore, ma la protezione e la certezza di prendere e punire i delinquenti sia un controvalore altrettanto importante. Partendo dal presupposto che la videosorveglianza è, per definizione, la tecnologia di punta nell’ambito della sicurezza, è altresì vero che in questi ultimi anni tale tecnologia si è evoluta, presentando soluzioni e servizi ad elevato valore aggiunto in tutti i settori. L’utilizzo della videosorveglianza permette dunque di vigilare e sorvegliare ampi e limitati spazi senza intralciare la libertà

di movimento. Gli utenti autorizzati possono, ovunque si trovino, consultare lo stato del loro sistema di videosorveglianza tramite una semplice connessione Web. Qui di seguito riportiamo alcuni esempi di implementazioni atte a soddisfare esigenze più diverse ma che rispondono sempre alla stessa necessità: incrementare la sicurezza negli spazi pubblici e privati: videosorveglianza di centri logistici dislocati nel territorio, di siti petroliferi, di centri urbani quali Locarno, Ascona, Lugano, riconoscimento targhe per centri raccolta rifiuti, videosorveglianza bancaria e di centri commerciali, industrie, abitazioni, uffici e condomini, con soluzioni ad hoc per soddisfare le più svariate richieste. Per rendere tale prodotto efficace è necessario renderlo attivo per segnalare in tempo reale eventi non conformi. Nasce un servizio con la particolarità di essere costantemente connesso alla centrale operativa. Tutti i dati sono gestiti in modo confidenziale e la centrale operativa interviene prontamente 24h/24h permettendo di identificare in tempo reale eventi anomali, coordinando un pronto intervento con i mezzi più idonei. Tale sistema è modulabile ed espandibile in funzione delle esigenze, della vastità degli spazi da proteggere e del concetto di sicurezza che si definisce con gli utenti. È un servizio che garantisce inoltre una connessione costante con il luogo sorvegliato e la soppressione delle immagini dopo un tempo prestabilito. La videosorveglianza diventa servizio 24h/24h atto a garantire la gestione proattiva degli allarmi video dalla Centrale Operativa, l’intervento di agenti preparati a svolgere delicate missioni. Il tutto tramite la sottoscrizione di un unico abbonamento mensile non più oneroso di CHF. 1.50 al giorno. Servizio riconosciuto dalla costante crescita di richieste e di confortanti testimonianze da parte dell’utenza che ha la certezza di non dover fare più nulla per la sua sicurezza, se non quella di vivere serenamente. Una risposta valida e performante all’attuale congiuntura– in riferimento alla criminalità maggiormente presente nel settore privato – che verte principalmente all’attacco dei beni che hanno però anche un valore di tipo affettivo. Con il nostro Gruppo si ha la certezza di Sentirsi Sicuri. Gruppo Sicurezza SA Via Cantonale 20 6942 Savosa Tel. +41 91 935 90 50 Fax +41 91 935 90 59 info@grupposicurezza.ch www.grupposicurezza.ch

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3-4-5 ottobre 2013 Mercato Coperto - Giubiasco

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ParCom Ticino sulla strada del successo Più di un anno fa, ParCom Systems AG e VitCom SA hanno concordato la fusione delle due ditte. Si realizza così l’entrata nel mercato come unico fornitore di servizi di comunicazione. Ecco due progetti che ParCom è riuscita a realizzare per conto di rinomate aziende

Argor-Heraeus: una collaborazione di vecchia data Un rapporto di collaborazione basato sulla fiducia vale oro: Argor-Heraeus lavora infatti da ormai 25 anni con lo stesso partner per lo sviluppo delle proprie soluzioni di telefonia. La Argor-Heraeus è leader mondiale nel settore della produzione e della lavorazione di metalli preziosi. Fondata nel 1951 a Chiasso, ma con sede a Mendrisio dal 1988, negli ultimi 25 anni Argor-Heraeus ha creato, da sola, 210 nuovi posti di lavoro. Nonostante il suo orientamento internazionale, essa si identifica al meglio con la piazza economica svizzera. Nel 2012 l’azienda ha sottolineato questa sua propensione costruendo un edificio complementare per 30.5 milioni di CHF, alla cui realizzazione hanno partecipato oltre il 90% delle aziende locali. La costruzione di questo nuovo edificio è stata l’occasione per rinnovare totalmente le soluzioni di telefonia ormai consolidate e tuttavia datate. Sostituzione del sistema fuori orario La nuova soluzione di comunicazione è stata ordinata all’inizio del 2012 e stata messa in funzione nel mese di luglio. Per ridurre al minimo i tempi di interruzione del servizio, i tecnici della ParCom hanno sostituito il vecchio sistema e installato il nuovo, procedendo in due fasi, operando dopo la chiusura degli uffici e nel fine settimana. La prima fase è stata preparata minuziosamente nello stabile già esistente e l’attivazione è seguita durante le ore notturne. In un secondo momento è stato installato l’apparecchio nel nuovo edificio e messo in funzione durante il fine settimana. «Grazie agli straordinari sforzi com-

piuti da ParCom al di fuori degli orari di lavoro, siamo riusciti a mettere in funzione il nuovo sistema praticamente senza interrompere la produzione e gli impianti di sicurezza. I nostri clienti non si sono assolutamente accorti di questa sostituzione», dichiara Erhard Oberli, elogiando il team ParCom.

Michele Piatti

Un alto livello di prestazioni Argor-Heraeus dispone oggi di una soluzione di comunicazione ultra moderna con 200 collegamenti fissi, 100 apparecchi DECT e un Alarm Server integrato che garantisce la complessa procedura di assegnazione al picchetto in caso di allarme tecnico. Inoltre, grazie a un contratto di manutenzione, la sicurezza è garantita. «ParCom ci offre un’assistenza competente in ogni momento», assicura Michele Piatti. «I tempi di risposta del servizio di supporto sono sorprendenti e anche le parti di ricambio vengono consegnate in tempi brevissimi. Molto utile è anche il servizio di assistenza remota che consente di risolvere i problemi rapidamente». La volontà di

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offrire sempre il meglio è il marchio di fabbrica dei sistemi ParCom e il motivo per cui i clienti come ArgorHeraeus si affidano da anni a un’azienda relativamente piccola per questo settore. Residenza Rivabella: soluzioni di telefonia e sistemi di telesoccorso di ParCom Ticino Nella residenza Rivabella, gli anziani possono godersi pienamente i loro ultimi anni di vita. La residenza per anziani offre tutti i comfort di un hotel a cinque stelle, compresa una moderna infrastruttura tecnica. Nella residenza privata per anziani A destra, il direttore della Residenza Rivabella, Alexandre Aleman Rivabella trovano accoglienza tutte le persone che, sul finire della propria vita, necessitano di un’assistenza premurosa e attivi. Ciò significa che gli anziani portano sempre professionale e che desiderano vivere in un luogo con loro un piccolo trasmettitore, il cosiddetto «meameno nel pieno rispetto della propria sfera privata. daglione», con il quale possono attivare autonomaDa sette anni, Alexandre Aleman è Direttore di quemente l’allarme nelle situazioni di emergenza. Il sesta struttura splendidamente ubicata sulle rive del gnale di allarme viene trasmesso ai telefoni cordless Lago Ceresio. Nato a Friburgo, poliglotta e ticinese DECT, ai cellulari, ai ricevitori radio locali definiti per scelta, Aleman conosce bene le esigenze degli in precedenza, nonché al sistema di segnalazione e anziani di oggi: «Per quanto possibile, gli anziani visualizzazione dell’orario. Il personale d’infermeria bisognosi di assistenza vogliono continuare a vivere legge sul display la sede dell’ospite e l’ultimo luogo la stessa vita di un tempo. Per esempio vogliono di soggiorno, in modo da prestare subito soccorso. continuare a curare i propri hobby e a tutelare la loro sfera privata. Presso la Residenza Rivabella teniaIl servizio fa la differenza mo conto di questa esigenza, offrendo soggiorni di La centrale telefonica e il telesoccorso forniscono alto standard, assistenza e cure individuali, nonché insieme una soluzione di comunicazione ultramoderun servizio di gastronomia di prima qualità. I nostri na, di cui Alexandre Aleman è molto soddisfatto. «Il ospiti che necessitano di cure particolari alloggiano nostro sistema è estremamente stabile e questo è nelle 50 splendide camere di cui è composto l’edifimolto importante per noi, perché i telefoni e sopratcio principale, costruito nel 1985; dal 2010 ci sono tutto i sistemi di telesoccorso devono essere funzioa disposizione dei nostri ospiti più autosufficienti nanti al 100%. Nel caso sorga un problema, ParCom otto lussuosi appartamenti all’interno di uno stabiTicino ci garantisce un servizio di supporto attivo 24 le di nuova costruzione, situato sulle rive del Lago ore su 24, 7 giorni su 7, grazie al nostro contratto Ceresio». di manutenzione. Dal punto di vista imprenditoriale, Soluzioni personalizzate Il sistema di telesoccorso GETS è costituito da componenti standard via cavo o senza fili per la sicurezza personale. I singoli componenti possono essere programmati liberamente e si adattano alle specifiche esigenze. Poiché alla Residenza Rivabella si fa molta attenzione a tutelare la libertà di movimento degli anziani, pur garantendo loro la massima sicurezza, la maggior parte degli elementi di attivazione del sistema via cavo sono programmati come trasmettitori

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trovo molto utili le funzioni di report. Grazie a queste precise valutazioni, siamo in grado di documentare esattamente ogni secondo di ciascuna chiamata, dal momento in cui viene attivato l’allarme fino all’arrivo del personale infermieristico. Tutto questo serve a garantire gli elevati standard di assistenza sanitaria da noi richiesti e a documentarli ai familiari». Per i prossimi anni, la residenza per anziani Rivabella è dotata delle migliori soluzioni di comunicazione e per molto tempo potrà contare sulla collaborazione di un partner affidabile.


Residenza Rivabella: serenità e benessere Per continuare a vivere bene La Residenza Rivabella di Magliaso, immersa in uno splendido parco naturale che si affaccia sul lago di Lugano, è anzitutto un “luogo dove si continua a vivere bene”, dove è possibile trascorrere periodi di riposo, convalescenza e cura usufruendo di servizi alberghieri e medico-sanitari di altissimo livello, che hanno quale unico obiettivo il benessere degli ospiti.

Dir. Alexandre Aleman: “Alla Rivabella gli ospiti si trovano come a casa loro. Le statistiche, la medicina e l’esperienza ci confermano che anche persone avanti con gli anni possono continuare a vivere in modo attivo e responsabile”.

Residenza Rivabella, Via Ressiga 17, CH-6983 Magliaso (TI) Tel. +41 91 612 96 96 Fax +41 91 606 60 55 residenza@rivabella.ch www.rivabella.ch


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