2018 06 29 forma e composizione brochure definitiva

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Cosa sta cambiando in noi? Ogni giorno, da 31 anni, l’artista e fotografo Karl Baden, scatta una foto del suo viso. Sempre di mattina, attento a rispettare la medesima inquadratura e le stesse caratteristiche di illuminazione. Il suo progetto, iniziato il 23 febbraio del 1987, terminerà solo quando lui non sarà più fisicamente in grado di proseguirlo. Raramente Baden confronta gli scatti del passato con quelli del presente; non lo preoccupano gli effetti che il tempo lascia sul suo volto, piuttosto è interessato alla registrazione visiva di cosa accada, di cosa stia cambiando. Cosa sta cambiando in noi? Lentamente, impercettibilmente ma in modo inesorabile, dal momento in cui fissiamo la nostra immagine attraverso una fotografia, un dipinto o un’azione fatta sulla materia viva del nostro organismo, fino a quando non decidiamo di tracciare un nuovo benchmark che azzeri ciò che eravamo prima? Le opere di Carlo Alberto Cozzani e Carlo Bacci sono scatti in divenire che fissano momenti, anche casuali, nei quali i due decidono di fermarsi e osservare a che punto sia arrivata la loro metamorfosi. Forme che cambiano dal pesce all’uomo acciuga, ma si consolidano nella materia, come fotogrammi di una storia lunga 25 anni per Bacci; Composizioni che non riescono a coagularsi in una logica figurativa, quelle di Cozzani, ma che si confrontano in un prima e dopo essere state compromesse o corrotte dalla vita stessa. Un processo che gli autori non possono controllare ma solo registrare e fissare nello spazio, come accadeva per le Muffe di Alberto Burri (1941), che continuavano a mutare il disegno tracciato dall’artista sulla tela, anche dopo che l’azione del maestro di Città di Castello era terminata. I corpi di Cozzani e Bacci diventano testimoni di un’impossibilità: quella del controllo del nostro futuro, proprio perché come sistemi genetici complessi, non sappiamo a cosa corrisponderà un’azione compiuta su una parte dell’organismo, rispetto al tutto. Come il corpo di Marina Abramovich resta inerme alla mercé degli spettatori-torturatori della galleria Morra di Napoli nel 1974, che per 6 ore ininterrotte possono agire su di lei spogliandola, tagliandola e persino, puntandole contro una pistola automatica, così Sindone e For_ma, sono corpi a disposizione dell’ambiente che abitano, pronti a subire altri strappi e piegature, distorsioni e metamorfosi. Mentre Carlo Alberto e Carlo continuano a scattare ritratti neutri ma per niente neutrali.

massimiliano giberti

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carlo bacci

Pittore, scultore, Carlo Bacci nasce a Villa Lubbock a Fiascherino, Lerici, (sp) e da subito ha avuto davanti agli occhi l’azzurro del mare e il color ruggine degli scogli su cui, nelle giornate di libeccio, sbatte con furia selvaggia. È stata questa visione, forse, a segnarne il destino. Oggi nei suoi quadri c’è ancora traccia di quel mare infinito e nelle sue installazioni in ferro, dove la ruggine ha lasciato la sua patina antica, c’è il colore degli scogli”. Nel 1980 si Diploma presso Liceo Artistico “Artemisia Gentileschi” di Carrara (MS). Racconta di sé l’artista:“.... vengo da Tellaro, ho sviluppato nel tempo interessi diversi in ambito artistico, e ho anche vissuto e lavorato a Parma”. Ma è l’inizio degli anni ’90 a segnare un passaggio definitivo. “Ho sentito il bisogno di troncare col passato, mi sono trovato di fronte a un bivio – spiega – sono allora partito per la Spagna e lì, a Las Negras, in provincia di Almeria, in un paese di pescatori, dove la strada finisce in riva al mare, ho cominciato a scolpire la pietra seguendone le forme. Un mondo diverso, in cui c’è rispetto per l’artista e per quello che fa. Così ho preso coraggio e dopo un anno e mezzo sono tornato in Italia con le idee più chiare. Ho cominciato allora a dipingere”. Tornando nei suoi luoghi d’origine Carlo Bacci ha saputo vedere, leggere ed ascoltare il territorio a cui apparteneva con grande sensibilità. Sono nati così quadri e sculture di grande forza ma al tempo stesso lievi. Usa pietre, ferro, legno, cartoni, compensati, tavole, tele grezze e raffinatissime; parte dagli oggetti logorati dal tempo, sfrutta le proprietà dei materiali; “quando trovo le cose che mi interessano le prendo e poi le compongo”, quasi a ricordarci che ogni cosa è precaria ma, prima del punto di rottura, c’è la possibilità di un ritorno alla vita. La sua arte, nelle for_me essenziali, riflette simbolicamente i luoghi e il carattere dei suoi abitanti, testimoniano il legame significativo e duraturo con il paesaggio, punti di riferimento senza i quali l’uomo “perde l’anima” ovvero la capacità di ricondursi alle origini e alle sue memorie.

carlo alberto cozzani

Nasce a La Spezia il 28 aprile 1967, si diploma nel 1986 all’Istituto per geometri “Cardarelli della Spezia” e dopo varie esperienze lavorative si iscrive alla facoltà di architettura di Genova nel 1992 laureandosi nel 1998 con una tesi sugli spazi aperti. Master sulla progettazione degli spazi pubblici, varie esperienze di workshop internazionali e collaborazioni in importanti atelier di architettura, ne hanno determinato il dna. Decide di iniziare la sua professione di architetto nella città di origine, continuando a rimanere nell’ambito universitario e della ricerca della sua città di adozione, Genova, dove insieme ai soci dello studio apre un altra sede. L’ambiente della ricerca e didattica universitaria e la professione, restano un punto fermo della sua vita. Ha molte callaborazioni scentifiche nell’ambito della composizione architettonica, progettazione urbana e paesaggio. Dal 2009 è professore a contratto, presso la già facoltà di archiettura di Genova oggi Scuola Politecnica, in progettazione architettonica. Titolare di ricerche scentifiche e pubblicazioni, insieme ad altri colleghi del dipartimento di Archiettura e Design, non ha mai smesso di alimentare la sua passione per lo spazio pubblico inteso nel senso più ampio, quelle parti della città che generano complessità per il loro intrecci di flussi, visioni, culture che sono l’essenza dello spazio aggregativo. Una viscerale passione per l’arte, il disegno, la manualità del fare, hanno fatto in modo che non abbandonasse mai la necessità di fermare, con la sua pittura, le sensazioni interne di visioni, metamorfosi, distorsioni che ogni giorno vede, percepisce proprio anche per la professione che è parte integrante della sua vita. Le sue opere sono un insieme di elementi dati dall’attacamento, quasi morboso, per il proprio territorio, dove sente tutte le vibrazioni che trasmette. Una sovrapposizioni di elementi, sempre peresenti anche nei suoi progetti, dati proprio da stratificazioni che ogni giorno il territorio ligure rilascia, fatto di colori, linee, forme, odori, il tutto racchuso tra il blu del mare ed il verde_grigio delle sue montagne.

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composizione_opera_sindone questa serie di opere ha come tema la composizione nel senso più completo, vista come un insieme che collega il tutto, il modo in cui sono distribuiti, organizzati e messi in luce i vari elementi.

la figura umana è una composizione che danno la forma a ciò che oggi è l’uomo, raffigurandolo con tutte le sue contraddizioni, specificità, visioni, pensieri. ecco la scelta di ricercare, la rappresentazione umana intesa nel suo senso più ampio come uomo_città, in quanto noi siamo l’unità di misura per la formazione della polis. le sovrapposizioni che subiamo dopo la nostra genesi avvengono durante la variabile tempo. è il corso della nostra vita, della società, della cultura, delle nostre esperienze che fa di noi ciò che siamo oggi. da qui l’idea di lavorare al contrario. fermare la “nascita” con un’istantanea. una sindone della purezza e genuinità che ci contraddistingue appenna arrivati nel mondo.

un immagine priva ancora di tutte le aggiunte, modifiche, apposizioni che danno luogo a quelle mutazioni naturali o forzate, la sindone di quello che eravamo.

l’opposto dell’uso che si è fatto della sindone, quel lenzuolo che raffigurava il fisico di un uomo subito dopo la sua morte a seguito di un calco dato dall’essere stato avvolto intorno al corpo.

ognuno guarderà contemporaneamente le due opere, la composizione e la sua sindone, ed a seconda del suo stato d’animo, momento, pensiero, si sentirà all’interno di una o dell’altra. una ricerca che vuole mettere in scena la liquidità estrema in cui oggi la nostra società è immersa.

una visione misantropa dell’uomo di oggi, della città di oggi, che necessità di una sindone al momento della genesi. carlo alberto cozzani

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composizione #01_tecnica mista su mdf_100x70 cm_aprile 2018 forma_composizione

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for_ma for_ma è la sintesi materiale del rapporto tra Carlo ed il suo territorio di appartenenza. Severa, eretta ed asciutta, non lascia niente al superfluo, puntando dritta al potere evocativo del suo contenuto.

Sempre diversa ma sempre fedele a sé stessa, for_ma si muove nel tempo e nello spazio, da più di venti anni, crescendo ed evolvendo con Carlo.

Un lavoro in divenire nata come pesce, poi uomo-acciuga ed infine for_ma, parla attraverso sculture, tele ed installazioni, sperimentando sempre nuovi contesti e nuovi materiali. Ha un respiro verticale, a testimonianza degli spazi angusti offerti da un territorio in cui i cromatismi creati dal mare, dalla sua linea di costa e dal loro fondersi, ne hanno fatto un luogo magico, così tanto amato da scrittori e poeti.

Il maschile ed il femminile si alternano, si incastrano oppure danzano insieme fondendosi in un’unica anima.

for_ma si contrappone a tutte le altre opere di Carlo, è la sua parte più intima e pura, un processo creativo che ne custodisce l’essenza mutando con lui. ab

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cremo_tecnica mista su tela_120x60 cm_2018

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for_ma_scultura in ferro_77x30 cm.

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for_ma_tecnica mista su tela_140x65 cm_2018

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for_ma mutante_scultura in legno_66x27 cm.

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for_ma_tecnica mista su tela_120x50 cm_2018

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for_ma_scultura in ferro_93x29 cm

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for_ma_tecnica mista su tela_60x50 cm_2018

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for_ma_scultura in ferro_57x28 cm

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for_ma_tecnica mista su tela_148x70 cm_2018

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for_ma mutante_scultura in legno_64x23 cm

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for_ma_tecnica mista su tela_50x70 cm_2018

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for_ma_scultura in ferro_75x27 cm

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for_ma_tecnica mista su carta_27x33 cm_2018

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for_ma mutante_scultura in legno_67x25 cm

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for_ma_tecnica mista su carta_27x14,5 cm_2018

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for_ma mutante_scultura in ferro_77x29 cm

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carlo bacci

via Fiascherino 19032 Tellaro_Lerici (sp) carlobacci@gmail.com https://it-it.facebook.com/public/Carlo-Bacci https://it-it.facebook.com/Carlo-Bacci-Artista-529945063877863 https://it-it.facebook.com/carlo.bacci.35 +39 338 4995576

carlo alberto cozzani

via giovato, 12 19021_arcola (sp) cac@carloalbertocozzani.it www.carloalbertocozzani.it https://www.facebook.com/carloalbertocozzani67 https://www.instagram.com/carloalbertocozzani +39 348 8211894



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