Pmi live n. 18

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L’innovazione è nell’intrinseca natura del marinaio

INTERVISTA AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA MARINA AMMIRAGLIO LUIGI BINELLI MANTELLI In quali principali attività è impegnata attualmente la Marina Militare Italiana? “Le caratteristiche della Marina Militare la rendono, oggi giorno, particolarmente idonea a operare nell’attuale complesso scenario strategico internazionale, le cui attuali e prevedibili aree di crisi si trovano prevalentemente in prossimità del mare o sono comunque vicine ad esso. Nel recente passato la Marina, grazie alle sue caratteristiche di elevata prontezza, mobilità, efficacia e ridotta “footprint”, è intervenuta con successo prima in Libano e poi in Libia, con grande rapidità ed efficacia. Le capacità dimostrate hanno pienamente confermato i concetti d’impiego del nostro dispositivo di proiezione di forze dal mare, basato sul gruppo Portaerei e sulle Unità anfibie, sulla sorveglianza sopra e sotto la superficie. Oggi, la Marina Militare continua, con immutato impegno, la sorveglianza marittima nel Mediterraneo, ivi compreso il concorso al controllo dei flussi migratori ed il monitoraggio di tutte le attività che si svolgono in mare. Siamo anche impegnati nel Corno d’Africa, sia con assetti navali che con personale di staff, nelle operazioni antipirateria denominate “ATALANTA” (sotto egida UE) e “OCEAN SHIELD” (sotto egida NATO). Attualmente in ATALANTA è impegnata la Nave SAN GIUSTO e il Comando del Gruppo UE, a guida italiana, su di essa imbarcato, che conduce l’operazione. Per quanto attiene ad OCEAN SHIELD, la partecipazione è al momento sospesa, in attesa dell’invio in area della Nave anfibia SAN MARCO, che, sulla base di un piano recentemente approvato dal Ministro della Difesa, opererà in qualità di flagship, da dicembre a giugno 2013. Anche in questo caso l’Italia assumerà il comando del dispositivo navale internazionale (Task Force 508). Sempre nell’ambito del contrasto della pirateria, la Marina rende disponibili, per la tutela dei mercantili nazionali nelle aree a rischio, anche i Nuclei Militari di Protezione, composti dal personale del Reggimento San Marco. Il tutto, a seguito del disposto di legge 130 del 02 agosto 2011 e della discendente firma del protocollo d’intesa tra il Ministero della Difesa/Marina Militare e Confitarma in data 11 ottobre 2011. A partire da tale data gli NMP hanno condotto, ad oggi, 114 attività di protezione, soddisfacendo oltre il 75% delle richieste nonostante le difficoltà dei transiti di personale armato nei paesi costieri. L’impegno della Forza Armata nei confronti della NATO si concretizza, altresì, nella costante disponibilità di assetti aeronavali e personale nei due gruppi navali delle Forze

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L’intervista

d’intervento rapido (Immediate Response Forces) costituiti da Unità d’altura e da cacciamine. Non meno importante il contributo periodico all’operazione ACTIVE ENDEAVOUR, unica operazione NATO Article 5 per il contrasto al terrorismo, traffico d’armi ed in generale per la sicurezza della navigazione. Infine le quotidiane attività di Vigilanza Pesca, di concorso alla ricerca e soccorso in mare, e, last but not least, la nostra presenza navale nella penisola del Sinai con i Pattugliatori inseriti nella Multinational Force of Observers (MFO). In estrema sintesi, un complesso di mezzi e uomini permanentemente dispiegati in mare al servizio del Paese e della comunità internazionale pari a circa il 20% del personale complessivo della Forza Armata, senza dimenticare che dietro di loro opera un complesso supporto logistico operativo”. Quali sono le nuove sfide che la Forza Armata che Lei rappresenta deve e dovrà affrontare? “E’ noto a tutti che lo strumento militare, così come lo abbiamo pensato sino ad oggi, non è più sostenibile a fronte delle risorse che il Paese può dedicare alla funzione difesa. In questo quadro di riferimento s’inserisce, dunque, la principale sfida che stiamo affrontando in questo momento: continuare ad operare con la professionalità che ci è riconosciuta anche a livello internazionale ed al tempo stesso trasformare la nostra struttura rendendola più efficace, sostenibile ed equilibrata anche sotto il profilo finanziario. Dopo il razionale e snello assetto conferito alla componente operativa è, pertanto, in corso una profonda e concreta rivisitazione di tutto l’apparato operativo, territoriale ed organizzativo che, accelerando il naturale processo di ammodernamento e ristrutturazione della Forza Armata, prevede un significativo ridimensionamento delle strutture centrali e periferiche, una contrazione delle linee operative e una concentrazione dello Strumento nei tre poli aeronavali principali (La Spezia, Taranto ed Augusta), perseguendo un progetto innovativo e coraggioso. Quindi meno reparti, meno piattaforme, a fronte di una loro maggiore possibilità di utilizzo, maggiore disponibilità all’impiego, capacità ancora più interoperabili, sia in ambito interforze che multinazionale, una struttura di supporto più snella e coerentemente una sostenibile contrazione degli organici, anche funzionale ad un generale miglioramento della qualità della vita del personale. In sostanza una Marina in grado di assicurare la protezione del territorio, dei cittadini e degli interessi nazionali non-

ché di contribuire in maniera concreta allo sforzo internazionale di pacificazione dei conflitti, di risoluzione delle crisi e di prevenzione dell’instabilità in un quadro geostrategico caratterizzato da sfide e minacce in continua evoluzione. Innovazione, dunque, quale elemento cardine dell’evoluzione della Marina nel rispetto della tradizione, quindi un adeguamento della struttura mantenendo fermi spirito e valori fondanti. Nuove tecnologie, nuove metodologie di lavoro operativo capaci di coniugare l’esigenza di contenere le spese e le risorse umane con quella di garantire l’efficienza e l’efficacia dello strumento marittimo a supporto della politica di difesa e sicurezza nazionale e delle organizzazioni internazionali di cui il Paese è parte. La Marina Militare Italiana è riconosciuta nel mondo per la grande qualità del suo sistema formativo. Il punto di forza è la convivenza tra aggiornamento e tradizione? “La formazione del personale della Marina Militare poggia sui nostri tradizionali valori etici, militari e professionali come la disciplina, il coraggio, l’onore, l’impegno, la leadership e infine la corretta pratica dell’arte marinaresca in tutte le sue declinazioni. Oggigiorno, tuttavia, lo sviluppo tecnologico dei mezzi navali e di supporto, l’evoluzione geo-politica negli scenari d’impiego della Marina Militare ed il nostro accresciuto coinvolgimento nel contesto internazionale non soltanto richiedono una solida preparazione tecnico-professionale, ma anche una più ampia preparazione umanistica tale da permettere al nostro personale di comprendere a pieno il contesto politico, giuridico e sociale dell’area dove l’intervento militare ha luogo. Per questo il sistema formativo della Forza Armata si prefigge di integrare i requisiti tradizionali con nuovi requisiti, che possiamo in sintesi considerare come un mix tra capacità di leadership, di management, di conoscenza del contesto multinazionale e una mente aperta a riempire il nuovo”. Che importanza attribuisce allo sviluppo di nuove tecnologie in ambito militare ed in particolare in quello di sua competenza? “Come per tutte le imprese anche per la Marina Militare è strategico pensare al futuro dell’organizzazione. Ciò comporta un processo di trasformazione e di rinnovamento continuo che incide su tutti gli ambiti della Forza Armata e in modo particolare sul suo elemento più qualificante: lo Strumento Aeronavale. L’obiettivo ricercato è di poter disporre di una flotta adeguata per le missioni


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