Magazine n4 2014

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editoriale

L’esempio di Confindustria in nome del cambiamento di Aldo Ferrara*

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«Il nuovo esecutivo dovrà vincere la sfida di non fallire lì dove lo hanno fatto – senza distinzione di colore politico – i predecessori»

on sarà certo la panacea di tutti i mali. La situazione economica italiana è compromessa da decenni in cui si è deciso di non decidere. Tuttavia ciò che prevede la Legge di stabilità – con la speranza che non venga stravolta in sede di approvazione – va nella direzione giusta, auspicata anche da Confindustria. «Ci sono provvedimenti che le imprese si aspettavano, quindi riteniamo sia una cosa molto positiva» ha affermato Giorgio Squinzi. Potrebbe essere, questo, l’inizio di un cambiamento vero? Speriamo di sì. Anche perché c’è chi, il cambiamento, lo ha concretizzato prima degli altri. Mi riferisco proprio a Confindustria la cui riforma non può essere certo considerata un banale maquillage. Si tratta infatti di una rivisitazione profonda del proprio sistema di rappresentanza che alleggerendo le strutture e snellendo l’attività, ha l’obiettivo di attualizzare e modernizzare il proprio apparato per renderlo più aderente ai cambiamenti che sono avvenuti in questi anni. Una strada, per certi versi, obbligata per poter partecipare, come corpo intermedio, allo sviluppo sociale del nostro paese e fornire servizi sempre più avanzati alle imprese. Ed è importante rilevare come questa “rivoluzione” partorita a livello nazionale, sia stata avviata – e completata – tra le prime regioni proprio in Calabria. Che

almeno in questa occasione si dimostra all’avanguardia nel Paese. L’auspicio è che questo esempio possa essere seguito anche dalla politica, in particolare da quella regionale che si appresta a vivere una nuova stagione elettorale con le solite aspettative di un popolo, quello calabrese, sfiduciato per promesse mai mantenute. Il nuovo esecutivo dovrà vincere la sfida di non fallire lì dove lo hanno fatto – senza distinzione di colore politico – i predecessori. I problemi, proprio per questo, sono sempre gli stessi e facilmente individuabili. C’è la sanità, che spesso funziona male e costa tanto; c’è il turismo che non decolla, c’è il lavoro... anzi non c’è; ci sono tutte le problematiche legate alla progettazione europea e alla spesa dei fondi. Saprà il nuovo esecutivo regionale dare risposte a questi problemi? Il mondo dell’impresa farà comunque, come sempre, la sua parte fornendo stimoli e proposte costruttive. Infine, questa breve riflessione non può che concludersi con il ricordo di un amico, un collega, uno stimato imprenditore, Adriano Marani. Il patron dell’Assitur ci ha lasciato, inaspettatamente, qualche settimana fa. Potrebbe apparire retorica qualsiasi considerazione sulla sua persona. Così mi limito solo a salutarlo dalle pagine di questa rivista che non mancava mai sulla sua scrivania e che lo ha visto protagonista più di una volta grazie a quel contributo di idee che certo non voleva far mancare. Idee di un imprenditore intelligente, serio e passionale. Ciao Adriano. • * editore di "CalabriaEconomia"

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editoriale

La Calabria al voto. Proviamo a essere ottimisti? di Davide Lamanna*

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«Vedremo cosa succederà dopo il 23 novembre e se il neo presidente avrà il coraggio di tagliare con le logiche del passato. In giro c’è sfiducia, è inutile negarlo»

’ottimismo è il profumo della vita. Lo diceva il poeta Tonino Guerra. Un aforisma che è stato più volte richiamato nei momenti bui, com’è quello che stiamo vivendo. Ci mancava anche il rapporto della Svimez a certificare la debolezza economica e sociale della Calabria, ultima regione in Italia in così tante classifiche che, ormai, nelle redazioni giornalistiche ci si domanda se fa ancora notizia pubblicare questo tipo di studi. Siamo assuefatti senza aver visto, negli ultimi anni (forse è meglio parlare di decenni) sostanziali cambiamenti di rotta. Sì che le promesse non sono mancate. Ma tra dire e fare… è prevalso il “tradire” le aspettative di un popolo che non ha trovato una classe politica capace di tramutare in realtà una speranza di crescita. E il fallimento è sotto gli occhi di tutto. Il più grave? L’incapacità di sfruttare le risorse – notevoli – arrivate dall’Unione Europea. Mi chiedo davvero se ha senso, in questi giorni che precedono la nuova tornata elettorale alla Regione, proporre ai candidati alla presidenza tavoli di discussione e di confronto sui grandi temi dello sviluppo. Francamente dovrebbero conoscere così a fondo i problemi da risolvere e i settori sui quali puntare, che le solite iniziative organizzate dai più

disparati comparti della società civile risulterebbero ripetitive. Così nemmeno da questo corsivo arriveranno sollecitazioni ai candidati. Per loro soltanto le indicazioni registrate all’atto di costituzione di Unindustria Calabria (che pubblichiamo nelle pagine successive), con la quale gli imprenditori nostrani hanno lanciato un chiaro messaggio di coesione, superando gli steccati territoriali che, più in generale, sono stati una iattura per la nostra regione. Vedremo cosa succederà dopo il 23 novembre e se il neo presidente avrà il coraggio di tagliare con le logiche del passato. In giro c’è sfiducia, è inutile negarlo. Ma, per ritornare al pensiero di Tonino Guerra, il pessimismo forse non possiamo nemmeno permettercelo. Proviamo, allora, a sperare nel miracolo. Del resto a noi piacerebbe soltanto una Calabria normale. E’ chiedere troppo? • * direttore di "CalabriaEconomia"

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ANNO VI | NUMERO 4 | 2014

In copertina B U S I N E S S

M A G A Z I N E

Michele Lucente

Calabria Economia periodico di informazione economica Anno VI - numero 4 - 2014

Nicola Gratteri

Direttore responsabile

Davide Lamanna

Maurizio Talarico

Contatti Redazione via Caduti sul Lavoro, n. 9 88100 S. Maria di Catanzaro tel. 0961.781410 - fax 0961.789650 www.calabriaeconomia.it info@calabriaeconomia.it Collaborazioni esterne saltuarie Danilo Colacino, Vittorio Daniele, Enrico Mazza, Monia Melia, Paolo Orofino, Maria Rita Galati, Eugenia Ferragina, Maurizio Bonanno, Rosalba Paletta

Salvatore Giordano

Editoriali La Calabria al voto. Proviamo a essere ottimisti?

L’esempio di Confindustria in nome del cambiamento

Fotografie: Icaro fotocronache MediaService srl Antonio Raffaele

di Aldo Ferrara

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di Davide Lamanna

Stampa Stabilimento Tipografico De Rose Montalto Uffugo (CS) Società Editrice Mediaservice Srl via Caduti sul Lavoro, n. 9 88100 S. Maria di Catanzaro www.mediaserviceagency.it info@mediaserviceagency.it

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numero 4 - 2014

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sommario PRIMO PIANO 6

Unindustria, insieme per crescere

8 Tre parole d’ordine: valori, efficienza, partecipazione

52 Borsa del Turismo di Catanzaro, buyer internazionali e italiani apprezzano il territorio 54

Ripensare il sistema turistico

della “Costa degli Dei”

attualità 10 "Noi all’avanguardia… "il testimone ora passa alla politica" 11 Rapporto Svimez, preoccupanti i numeri del Sud. Drammatici quelli calabresi 12 Crotone festeggia i 20 anni della sua Confindustria 56 Genesi di un nome. Ma i problemi sono altri 60 Chela, il granchio che dà le regole per rispettare il mare calabrese 62 Giornalisti minacciati, un fenomeno che preoccupa

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La corruzione avvelena l’economia

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A scuola di "export management"

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La Calabria prima regione d’Italia per incremento di Partite Iva

26 Garanzia Giovani: progetto per rilanciare il lavoro? 28 Agenzia delle Entrate Calabria, il bilancio 2013 è positivo 30 “La forma che si vuole in un soffio”: ecco la sfida imprenditoriale della ELMEG

o ov u N

Speciale inserto

33 RestartCalabria n.7

pag.

banca-impresa 64 Private Banking: per un Mezzogiorno che vuole crescere

economia 66

Orientamento, formazione, lavoro. In archivio la IV edizione di e-labora

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Si punta su innovazione e green economy

a cura di CalabriaInnova

16 pagine da staccare e conservare 72 Passione e know how per cravatte “da vertice” 74

Iva: un imposta in continua evoluzione

76 Energia: programmazione, pianificazione, progettazione, realizzazione 50 Patto Territoriale Agrolametino, approvata la proposta

EVENTI

di rimodulazione dei fondi

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Il vino calabrese arriva dal Papa

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primo piano

Unindustria, insieme per crescere

Da sinistra, Antonio Gentile, Giuseppe Speziali, Natale Mazzuca, Giorgio Squinzi, Daniele Rossi, Andrea Cuzzocrea e Michele Lucente

di Romana Monteverde

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ettersi insieme per crescere e diventare più forti: può essere racchiuso in queste poche parole in senso della nascita di “Unindustria Calabria”, il sistema confindustriale che da oggi mette insieme tutti gli industriali e le imprese di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria. Una sfida importante ma di certo non facile che Confindustria nazionale ad inizio di quest’anno aveva suggerito a tutte le varie confederazio-

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ni d’Italia è stata immediatamente colta dalla Calabria che come prima regione ha avviato il suo complessivo processo di aggregazione. Un percorso portato a battessimo dal numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, arrivato a Lemezia Terme per inaugurare quella che sarà la nuova immagine degli industriali calabresi. Niente più aggregazioni individualiste ma un sano e concreto gioco di squadra che permetterà non solo un risparmio generalizzato, toccasana in un periodo di forte congettura economica, ma soprattutto la creazione di una base solida su cui costruire sviluppo e crescita per il nostro Paese. Il progetto, possibile

grazie al grande lavoro svolto in questi mesi da parte di tutti i soggetti confindustriali coinvolti, è stato presentato ufficialmente presso l’aeroporto lametino, in una gremita sala conferenze che ha visto insieme, al tavolo, accanto al presidente Squinzi, i cinque presidenti territoriali: Daniele Rossi (Catanzaro), Natale Mazzuca (Cosenza), Michele Lucente (Crotone), Andrea Cuzzocrea (Reggio Calabria), Antonio Gentile (Vibo Valentia) e il componente della Giunta di Confindustria, Giuseppe Speziali. La riforma, ha spiegato il presidente Squinzi – «rappresenta una novità assoluta per il nostro paese. E’ la prima vol-


primo piano

Giorgio Squinzi:

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La riforma rappresenta una novità assoluta per il nostro paese. E’ la prima volta, in Italia, che viene realizzato un vero esempio di aggregazione contemporanea tra 5 diverse Associazioni di territorio con la costituzione di un unico soggetto associativo» ta, in Italia, che viene realizzato un vero esempio di aggregazione contemporanea tra 5 diverse Associazioni di territorio con la costituzione di un unico soggetto associativo». «L'approccio - così come Squinzi lo definisce ridisegna una griglia di servizi da mettere in comune e da erogare con le stesse modalità a tutte le imprese associate presenti nel territorio calabrese». In tal senso – «la costituzione di Unindustria Calabria può essere considerata a pieno titolo come un nuovo modello di sperimentazione di quel progetto di regionalizza-

zione dei servizi e della rappresentanza politico-organizzativa che il Documento di attuazione della Commissione Pesenti ha posto come obiettivo di medio termine». Un modello che permetterà all’intera regione di poter davvero puntare sullo sviluppo e sul cambiamento. «Le territorialità – ha infatti affermato il presidente Mazzuca – hanno abbandonato la loro supremazia, ora tocca nuovamente a tutti noi industriali lavorare sodo per rimettere in moto un territorio che ha tanto di buono da offrire al sistema paese». Mettersi insieme, non a caso, vuol dire esser pronti alle sfide che l’Italia e l’Europa impongono. «Noi – ha sottolineato il presidente Rossi – siamo stati i primi ad unificarci, dimostrando la maturità di una regione spesso esclusa dai processi di sviluppo,

ma fondamentale per l’economia dell’intera penisola e non solo». L’obiettivo, infatti, secondo il presidente Lucente è quella di mettere in risalto che – «la Calabria è la sesta tra le ragioni italiane ad avere il numero più alto di imprese; dati che devono far riflettere sulle grandi potenzialità che abbiamo». Il compito di Unindustria, quindi, - «dovrà essere quello di affiancare la politica per poter così portare a compimento progetti seri e concreti». La riforma Pesenti, non a caso, punta all’unificazione proprio per definire le finalità di un sistema che deve riportare le imprese al centro dell’economia del paese. «Chiederemo – ha infatti spiegato Speziali – che la Calabria ritorni ad essere una regione “normale”, una regione che sappia essere all’altezza dell’Europa che offre, attraverso i fondi comunitari, un’opportunità importante al nostro paese. In questo senso, la politica deve tornare ad essere ente programmatore e non soggetto d’intralcio al progresso». «Gli imprenditori – ha concluso – sono gli unici in grado a poter offrire soluzioni a problemi storici di cui, è arrivato il momento, di farsi carico per poter crescere senza più ostacoli». •

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primo piano

Tre parole d’ordine: valori, efficienza, partecipazione

di Monica Perri

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onfindustria si riorganizza e attraverso il coinvolgimento, il contributo di idee del sistema associativo e il confronto tra gli imprenditori ha varato una riforma che porta il nome del Presidente della Commissione che l'ha elaborata: la Riforma Pesenti. A maggio 2014 l'Assemblea straordinaria di Confindustria ha approvato il nuovo Statuto che ha reso operative le linee guida della Riforma stessa. Valori, efficienza e partecipazione le tre parole d'ordine della nuova Confindustria, l'organizzazione di rappresentanza degli imprenditori con piÚ di 100 anni di storia. Dal punto di vista organizzativo, la Riforma prefigura uno snellimento degli organismi di rappresentanza ed il sostanziale dimezzamento del numero delle associazioni, oggi 258, portando a compimento un percorso attraverso l’aggregazione e la razionalizzazione delle strutture, grazie a fusioni, patti federativi ed altre formule organizzative.

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primo piano Tra le prime regioni a lavorare sul riordino, attraverso le Associazioni territoriali di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia, la Calabria ha deciso di intraprendere un percorso di aggregazione partendo dalla messa in comune dei servizi, attraverso un modello organizzativo a rete, che ha saputo affinare prima e consolidare poi modalità e prassi operative secondo steps programmati e definiti, con l’obiettivo di conseguire significative economie di scala, mantenendo capillarità e prossimità alle imprese. Con queste finalità, le Associazioni degli Industriali di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia hanno individuato soluzioni immediatamente praticabili, in una logica di forte e piena sinergia di sistema, a tutti i livelli, che ha messo in atto da subito interventi coordinati per il miglioramento continuo della macchina organizzativa, ridisegnandone il profilo e sviluppandone le competenze, al fine di renderne più efficace ed efficiente l’offerta, ampliando la quantità e la qualità della stessa. Il progetto di rete ha dato vita a Unindustria Calabria, l'Unione degli Industriali e delle Imprese di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria", il cui Statuto è stato approvato dalle Assemblee delle Associazioni Industriali territoriali lo scorso

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Dal punto di vista organizzativo, la Riforma prefigura uno snellimento degli organismi di rappresentanza ed il sostanziale dimezzamento del numero delle associazioni, oggi 258, portando a compimento un percorso attraverso l’aggregazione e la razionalizzazione delle strutture»

23 ottobre. Il giorno dopo la Giunta di Confindustria Calabria ha deliberato lo scioglimento della stessa per esaurimento dei propri compiti e della mission, in ossequio alla riforma del sistema di Confindustria. Quali le tappe più importanti del futuro di Unindustria Calabria? Il dato di partenza è già una struttura a rete rinnovata, più efficiente ed in grado di garantire in ognuno dei “Presidi Territoriali” la stessa varietà offerta e lo stesso grado di efficacia nel sistema di erogazione e di interfaccia con le imprese associate, di pari passo con il riposizionamento dell’azione di rappresentanza e di interlocuzione istituzionale ai vari livelli. Il 3 novembre si è insediata la Commissione dei Saggi per l'individuazione del primo Presidente di Unindustria Calabria che verrà eletto nel corso di un'assemblea che sarà convocata per metà dicembre 2014. Il Presidente, che durerà in carica 4 anni, verrà individuato tra i cinque presidenti delle Associazioni territoriali; sarà affiancato da un vice Presidente e dagli altri colleghi Presidenti espressioni dei territori, cui verranno affidate specifiche deleghe. Il board dei Direttori, insieme al team costituito dai professionals delle associazioni, fornirà il necessario supporto al nuovo organismo di rappresentanza. Il progetto Unindustria Calabria nasce per rispondere con efficacia alle nuove esigenze delle imprese associate e ad un contesto socio-economico profondamente mutato entro il quale le Associazioni degli Industriali si propongono di essere il punto di riferimento per quanti hanno a cuore il rilancio del sistema imprenditoriale italiano e calabrese. L’attività che quotidianamente svolge il sistema confederale al servizio ed in rappresentanza delle imprese associate è destinata a crescere molto. In questo contesto, caratterizzato da muta-

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Il progetto Unindustria Calabria nasce per rispondere con efficacia alle nuove esigenze delle imprese associate e ad un contesto socio-economico profondamente mutato entro il quale le Associazioni degli Industriali si propongono di essere il punto di riferimento per quanti hanno a cuore il rilancio del sistema imprenditoriale italiano e calabrese» menti continui, imprenditori associati e mercato richiedono capacità di ascolto e di risposta qualificata e tempestiva alle proprie esigenze, attraverso efficaci azioni di rappresentanza, autorevole interfaccia legislativa, trasparente e riconosciuta rappresentanza degli interessi generali, ruolo attivo nella promozione della cultura d’impresa e di stimolo per progetti ed iniziative tese allo sviluppo ed alla crescita economica e sociale, offerta di assistenza mirata e servizi specialistici e qualificati su tutto il territorio regionale. Il sistema produttivo è chiamato ad affrontare sfide che, pur comportando ulteriori momenti di difficoltà, rappresentano uno stimolo ed una opportunità per introdurre elementi di innovazione e cambiamento. Confindustria ha espresso un vivo e convinto apprezzamento per l’accurata ed attenta opera di modernizzazione messa in atto dalle Associazioni in Calabria che attraverso Unindustria ha dato “vita ad un sistema innovativo che, partendo dai servizi, ha univocità, qualità ed omogeneità nei territori, in uno con una autonoma ed efficace azione di rappresentanza”. •

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attualità

"Noi all’avanguardia… il testimone ora passa alla politica" N on c’è stato un solo presidente che, nel suo intervento, non abbia fatto riferimento alla politica. Perché la prossima scadenza, quella del 26 novembre, che porterà i calabresi alle urne per scegliere il presidente della Regione, appare una nuova opportunità (l’ennesima) per cambiare il corso della storia. “Esempio” è stata la parola che hanno utilizzato un po’ tutti: ed è quello che hanno dato gli industriali calabresi, capaci di superare ogni divisione per dar vita, per primi in Italia, a un nuovo soggetto “caratterizzato da una struttura più snella, che ha ridotto i costi e garantirà maggiori servizi”. Parola di Andrea Cuzzocrea, presidente dell’Associazione di Reggio Calabria che, senza mezzi termini, si rivolge al “palazzo”: «Ora il testimone lo deve cogliere la politica. Occorre una svolta vera – ha detto – perché tutti gli indicatori economici dicono che siamo gli ultimi in Italia. La prima cosa che dovranno fare i prossimi amministratori regionali è quella di evitare le logiche clientelari e il consueto riempimento di caselle dettato dalla partitocrazia. Bisogna mettere nei ruoli chiave dei manager e dei dirigenti competenti ed

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elevare a sistema la meritocrazia: solo così – ha concluso – possono cambiare le cose». Dichiarazione condivisa dal collega di Cosenza, Natale Mazzuca: «C’è il bisogno di cambiare un modello fallimentare. Gli imprenditori hanno deciso di mettersi insieme per fare massa critica. Ora tocca alla politica puntare su quei settori - agroalimentare, turismo, edilizia sostenibile - che possono incentivare la nostra economia . Il prossimo presidente della Regione dovrà impegnarsi a fondo per far spendere nel miglior modo possibile i fondi comunitari: non possiamo rischiare di perdere un miliardo di euro, sarebbe la fine per la nostra regione. Per fare questo, occorre snellire e rendere semplice le procedure per gli imprenditori. Abbiamo bisogno di provvedimenti urgenti – ha aggiunto Mazzuca – che abbiano impatto sul mondo delle imprese». «Noi siamo una classe imprendito-

riale del fare – ha sostenuto Michele Lucente (Confindustria Crotone) – rappresentiamo l’economia di questo territorio ed è necessario proteggere le nostre aziende cercando di stimolare la politica a comprendere i problemi delle nostre imprese. La politica, oggi, vive in uno stato di confusione ed ha bisogno di progetti seri, quelli che Unindustria può produrre. L’importanza è che ci sia la volontà di ascoltarci». Rivedere il sistema della burocrazia: è questa la priorità sottolineata dal presidente di Confindustria Vibo Valentia Antonio Gentile, mentre per Daniele Rossi (Confindustria Catanzaro) si spera che la nuova classe politica che uscirà dalle urne sia in grado di dettare delle linee guida capaci di offrire un reale cambiamento. «Noi chiediamo di poter fare imprese in una regione normale, cioè in cui le cose si possono fare nei tempi giusti e con procedure trasparenti». Questo il pensiero di Giuseppe Speziali (Confindustria Calabria). «Chiediamo anche che la politica faccia un passo indietro nelle scelte strategiche: la Regione, come ente di programmazione, può fare tanto ma non tutto. Bisogna mettere al centro dell’azione l’impresa: solo così la Calabria potrà fare un salto qualitativo in tema di occupazione». •


attualità

Rapporto Svimez, preoccupanti i numeri del Sud. Drammatici quelli calabresi

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l rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno nel 2014 è impietoso. Una radiografia che certifica un Sud a rischio desertificazione umana e industriale, dove si continua a emigrare (116mila abitanti nel solo 2013) e a non fare figli. Un’area del Paese dove la popolazione continua a impoverirsi, con un aumento del 40% di famiglie povere nell'ultimo anno, perché manca il lavoro. Dire che il quadro sia drammatico è poco: l'industria continua a soffrire di più con -53% di investimenti in cinque anni di crisi, -20% gli addetti; i consumi delle famiglie crollano di quasi il 13% in cinque anni; gli occupati arrivano a 5,8 milioni, il valore più basso dal 1977 e la disoccupazione corretta sarebbe del 31,5% invece che il 19,7%.

Pil Sud 2014 -1,5%, settimo anno recessione

Svimez stima per il 2014 un Pil nazionale in calo dello 0,4%. Una previsione più pessimista di quanto stabilito dal Def (-0,3%). Il dato è il risultato di un Centro-Nord con crescita stabile (0%) e un Sud a -1,5%. Se queste stime saranno confermate, il 2014 sarebbe il settimo anno di recessione del Sud (nel 2013 il Pil del Mezzogiorno è crollato del 3,5% peggiorando la flessione dell'anno precedente del 3,2%), recessione che - secondo Svimez - dovrebbe confermarsi anche nel 2015 con un Pil meridionale

in calo dello 0,7. In risalita nel 2015 i consumi nel Centro-Nord (+0,4%), mentre flettono ancora al Sud (0,2%). Stessa dinamica per gli investimenti: +0,5% nel Centro-Nord, a fronte del -1,6% al Sud.

Lavoro al femminile, un disastro

Nel Mezzogiorno solo una giovane donna su cinque ha un lavoro ed in generale l'occupazione femminile si ferma al 33%. Appena il 21,6% delle donne sotto i 34 anni è occupata contro il 43,0% del centro Nord ed una media nazionale del 34,7%. Nulla a che vedere con il resto d’Europa dove le donne sotto il 34 anni che lavorano sono il 50,9%. Quadro analogo se si considera l'occupazione femminile complessiva: al Centro-Nord la percentuale di donne che lavorano non è lontana dalla media europea (59,2% contro il 62,6% dell'Ue) mentre al Sud l'occupazione femminile complessiva si ferma al 33,1%.

Calabria maglia nera

Secondo la classifica stilata nel rapporto, la Calabria è la regione più povera d’Italia con un Pil pro capite che nel 2013 si è fermato a 15.989 euro, meno della metà delle Regioni più benestanti come Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Lombardia. Nel Mezzogiorno la Regione con il Pil pro capite più elevato è l’Abruzzo (21.845 euro). Seguono il Molise (19.374 euro), la Sardegna (18.620 euro), la Ba-

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Secondo la classifica stilata nel rapporto, la Calabria è la regione più povera d’Italia con un Pil pro capite che nel 2013 si è fermato a 15.989 euro»

silicata (17.006 euro), la Puglia (16.512 euro), la Campania (16.291 euro), la Sicilia (16.152 euro).

Politica industriale nazionale per il Sud

Di fronte a questo scenario di desertificazione la Svimez (avanza alcune delle proposte di policy per cercare di invertire il trend. Tra queste: fiscalità di compensazione, rilancio degli investimenti, una politica industriale nazionale specifica per il Sud. Di fronte all'emergenza sociale con il crollo occupazionale (a 5,8 milioni, il livello più basso dal 1977) e a quella produttiva, con il rischio di desertificazione industriale, serve - afferma la Svimez - una strategia di sviluppo nazionale centrata sul Mezzogiorno con una «logica di sistema» e un'azione strutturale di medio-lungo periodo fondata su quattro direttive: rigenerazione urbana, rilancio delle aree interne, creazione di una rete logistica in un'ottica mediterranea, valorizzazione del patrimonio culturale. •

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attualità

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ent'anni di Confindustria Crotone. Vent'anni di un duro lavoro associativo nella città che era la più industrializzata della Calabria e che, nel corso del tempo, ha dovuto subire l'onta delle dismissioni di grandi colossi senza che quelle aree siano state mai del tutto bonificate e restituite alla città. Vent'anni - difficili - in cui gli industriali crotonesi hanno avuto al proprio fianco il sostegno di un'associazione che ha saputo dare risposte e che ha fatto da pungolo costante alle istituzioni per la crescita del territorio. Giusto, allora, festeggiare nel migliore dei modi un compleanno che ha visto arrivare nella città di Pitagora addirittura il presidente nazionale di Confindustria, Giorgio Squinzi. E' stato lui a trarre le conclusioni del forum “Noi ripartiamo. Sinergie dalla Magna Graecia”, «la prima iniziativa di respiro nazionale organizzata da Unindustria Calabria», ha sottolineato subito Rosario Branda, direttore di Confindustria Cosenza e moderatore delle due tavole

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rotonde che hanno caratterizzato l'iniziativa. La prima dal titolo “Progettare e innovare per il turismo” perché «si tratta di un tema trasversale a molti settori economici e perché è legato fortemente al territorio». Così, dopo l’introduzione del presidente di Confindustria Crotone, Mario Lucente (di cui riportiamo i passaggi più interessanti in un articolo apposito), il dibattito si è snodato grazie al contributo di Vincenzo Cesareo (Pre-

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Vent'anni di un duro lavoro associativo nella città che era la più industrializzata della Calabria e che, nel corso del tempo, ha dovuto subire l'onta delle dismissioni di grandi colossi»


attualità

Crotone festeggia i 20 anni della sua Confindustria

Iniziativa organizzata da Unindustria Calabria alla presenza del presidente Giorgio Squinzi sidente di Confindustria Taranto), Renato Di Rocco (Presidente Federazione ciclistica italiana), Alberto Mina (direttore relazioni esterne istituzionali - Padiglione Italia - Expo 2015), Luigi Rocchi (direttore di strategie tecnologiche Rai), Mario Romano (presidente dei giovani imprenditori di Confindustria Calabria) e Alessandro Vandelli (amministratore delegato Banca popolare Emilia Romagna Gruppo Bper). E’ toccato a Cesareo dare il via agli interventi. «Parlare di sistema, di “turismi”, è fondamentale perché dobbiamo valorizzare la risorsa mare, ma da soli non si può fare. La provincia di Taranto – ha detto – ha necessità di ricostruire il suo brand dopo i noti fatti dell’Ilva e ciò può avvenire soltanto attraverso una sinergia con enti e territori limitrofi. Ecco perché un progetto come "Itinerari" (si veda l’articolo sulla relazione del presidente Lucente) è utile e può consentire la destagionalizzazione del turismo». Sull’apporto che un colosso della comunicazione in Europa, com’è la Rai,

può dare per far ripartire il territorio, è intervenuto Luigi Rocchi. «La comunicazione è fondamentale. Porto l'esempio del caso Montalbano: la location dove si gira la fiction è diventata famosissima con la nascita, a Punta Secca, di moltissime strutture ricettive (una cinquantina). Addirittura dei tour operator inglesi hanno creato un “itinerario Montalbano”. Dal punto di vista delle tecnologie, poi, abbiamo alcune proposte, a partire dal 3D, che permettono di far conoscere i luoghi in modo molto più approfondito rispetto alle tecniche tradizionali. Inoltre, con l'espediente tecnologico e l'aiuto di bravi registi – ha concluso – abbiamo avuto modo di creare docu-fiction proprio per mettere in evidenza le bellezze del territorio viste con gli occhi dei suoi figli celebri». Tutti d’accordo, poi, con Mario Romano: «Non basta avere le bellezze naturali per fare turismo. Dobbiamo avere la consapevolezza che la situazione è cambiata. I Giovani imprenditori non stanno certo fermi a subire la crisi – ha

detto – ma si è attenti a proporre e a stimolare i percorsi di cambiamento. E’ chiaro che nell’era di Internet la comunicazione aiuta tanto. Non si tratta più di un valore aggiunto ma di un valore primario». E se un osservatore distratto poteva porsi dei dubbi sulla pertinenza, in una tavola rotonda dedicata al turismo, di Renato Di Rocco presidente Federazione ciclistica italiana, le sue dichiarazioni li hanno subito fugati. La sua testimonianza è servita infatti a sottolineare come lo sport possa aggredire ►

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attualità

un target particolare dal punto di vista turistico, un target che è tra l’altro in forte ascesa se si considerano i numeri. Si tratta, insomma, di un'opportunità così come, è stato detto, può essere quella fornita dal turismo religioso. Il contributo di Alberto Mina è servito a ricordare l’importanza dell’evento “Expo 2015”. Il direttore relazioni esterne istituzionali del Padiglione Italia ha snocciolato numeri che non hanno bisogno di commenti: la previsione è di almeno venti milioni di visitatori con un tema-guida, il cibo, che coinvolge tutti e che potrà garantire una straordinaria occasione di promozione di tutto il territorio italiano. “Muovere e collegare per il turismo”

è stato il titolo della seconda conversazione che ha visto confrontarsi Chiara Ravana, sales & marketing manager della Rayanair, Serafino Lo Piano, esponente del Consiglio direttivo “Federturismo”, Alessandro Forino, responsabile finanziario “Ustica Lines Spa”, Francesco Antonio Lucifero, presidente della banca popolare del Mezzogiorno e Giuseppe Speziali, presidente di Confindustria. Particolarmente apprezzato l’intervento di quest’ultimo per il quale «la Calabria già potrebbe dirsi soddisfatta ove fosse consentito sviluppare idee e competenze in una condizione di “normalità”. E normalità sta a significare avere un Nucleo Via (valutazione impatto ambientale) che funzioni e liberarsi dalla morsa della

La relazione del presidente Lucente: le parole chiave Credito

Una particolare attenzione la vogliamo rivolgere al mondo del credito. La presenza oggi del principale istituto di credito del territorio e del gruppo di cui fa parte ha un significato preciso. Chiediamo al Gruppo BPER ed alla Banca Popolare del Mezzogiorno di diventare il principale partner di un progetto di sviluppo territoriale, di condividerne la visione e gli obiettivi e di offrire soluzioni di accesso al credito alle nostre imprese che vogliono investire. Non possiamo

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più aspettare. I problemi e le richieste di aiuto che giungono tutti i giorni dai nostri associati ci hanno spinto verso idee e progetti in grado di incidere positivamente sulla nostra economia.

Statale 106

La strada Statale 106 è la nostra unica arteria di comunicazione. L’Anas ha previsto interventi sia di adeguamento e messa in sicurezza sia la realizzazione di nuovi tratti in variante a 4 corsie. Le comunità e le imprese che vivono sul versante ionico della Calabria hanno il

criminalità organizzata». E nel giorno della diffusione delle stime Ocse che collocano l’Italia in un’area negativa, il presidente Squinzi non ha potuto che evidenziare, con crudezza, i dati economici con «Pil regionale destinato a scemare di un ulteriore 1%, con un tasso d’occupazione di appena il 37,5 %». E neppure il quadro nazionale ci può confortare ove si consideri la tendenza ad un'ulteriore diminuzione degli investimenti (– 9,02 %) con punte davvero sconsolanti nell’Italia meridionale, il tutto a fronte di una spesa in crescita se non fuori controllo. Ecco perché in questo periodo di «crisi particolarmente acuta sul piano produttivo e occupazionale occorre un impegno serio e coeso per i prossimi due anni da parte di tutti nel rispetto dei propri ruoli. La cura contro la crisi non può essere che quella delle riforme e della semplificazione del Paese a tutti i livelli». «Bisogna poi ricreare – ha concluso Squinzi tra gli applausi dei presenti – la fiducia, in maniera che possano ripartire gli investimenti». •

diritto di vedere realizzata questa strada, di percorrere un tracciato vero non un percorso interpoderale pericoloso, come oggi avviene in alcuni tratti. Questo è un obiettivo di civiltà prima che economico a cui puntiamo perché non rinunciamo al diritto di muovere merci e persone in sicurezza.

Bonifica

Particolare attenzione rivolgiamo alla bonifica della nostra ex area industriale, censita dal Ministero tra i siti di interesse nazionale. Crotone merita di recuperare in totale sicurezza e di reinserire quest’area nello sviluppo della città. Mai come in questo momento, quell'area SIN potrebbe assumere un ruolo determinante per la ripresa economica dell'intera Calabria. Una bonifica attenta ed un program-


attualità rismo può essere declinato al plurale. I Turismi, appunto. Più chiavi di lettura e di scoperta del territorio, attraverso importanti segmenti quali: naturalistico, sportivo, religioso, dall’archeologico e culturale all’enogastronomico. Lo sviluppo attento e sinergico dei turismi è trasversale e coinvolge più settori produttivi.

Itinerari ma di riutilizzo cucito intorno alle vocazioni del territorio garantirebbe anni di commessa per l'intero sistema economico regionale e la nascita di posti di lavoro. Abbiamo urgentemente bisogno di definire un Accordo di Programma che, come prevede la legge, velocizzi i tempi di bonifica e di recupero produttivo dell’area, individui procedure e risorse, indichi i soggetti a vario titolo coinvolti in questo processo e le relative responsabilità. (…) si possa costituire, con urgenza, un tavolo operativo presso il Ministero dell'Ambiente, con il Ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza di tutti i soggetti interessati, in primis l'ENI, la cui Presidenza é affidata alla nostra Past President Emma Marcegaglia, che, forte della sua esperienza confindustriale, saprà sicuramente essere sensibile alla nostra richiesta.

Turismo

Il turismo è una possibile chiave di lettura del nostro futuro economico, non la sola ma sicuramente una di quelle possibili. Un’opportunità che deve essere espressione di un'attenta strategia di sviluppo che miri alla diversificazione e destagionalizzazione del prodotto turistico locale. Il territorio calabrese si presenta come una destinazione multiprodotto che "per le sue caratteristiche di base" potrebbe significativamente posizionarsi sul mercato turistico sempre più diversificato, con un numero crescente di

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Più chiavi di lettura e di scoperta del territorio, attraverso importanti segmenti quali: naturalistico, sportivo, religioso, dall’archeologico e culturale all’enogastronomico» nicchie che cercano nel turismo esperienze specializzate. Il turista vive il viaggio sempre più per provare emozioni, autenticità e soprattutto ricordi indelebili. E’ necessario superare la visione di destinazione come territorio per passare ad una visione di destinazione-motivazione. E’ necessario, quindi, valorizzare le risorse in modo tale che corrispondano ad una specifica tipologia turistica, trasformandole in prodotti esperienziali. Abbiamo bisogno di un grande impegno da parte del nostro Governo e delle Soprintendenze per la valorizzazione e reale fruizione dei siti archeologici legati alla Magna Grecia, così da assicurare la piena integrazione tra cultura e turismo che lo stesso Ministero dei beni culturali nelle settimane scorse ha voluto porre alla base per la propria riorganizzazione. Bisogna sviluppare il turismo culturale ma anche religioso, definito un’industria potente che vale in Italia circa 3,3 miliardi di euro all’anno, con un flusso annuale di pellegrini stimato intorno ai 21 milioni di persone. In Calabria il tu-

Con questo scenario in testa, circa un anno fa è stata costituita l'associazione "Itinerari", che vede tra i soci fondatori la Diocesi di Crotone e Santa Severina, Confindustria e Confcommercio Crotone, per organizzare una rete di soggetti attiva nella valorizzazione degli itinerari religiosi, storici e culturali. Un soggetto nuovo, forse l’unico caso in Italia, in cui, permettetemi la metafora, “sacro e profano” si uniscono in un progetto con l'unico ambizioso obiettivo di generare occupazione, economia, benessere per questa comunità ma anche cultura e storia che si rigenera attraverso la riscoperta delle proprie origini. Sono stati coinvolti tutti i soggetti Istituzionali ed Associativi, condividendo il bisogno vero ed urgente di incontrarsi e progettare insieme. Per migliorare la qualità dei servizi offerti, avvieremo costruttivi confronti tra tutti gli operatori economici della filiera turistica alla presenza di esperti della materia. Ma vogliamo anche che migliori la capacità delle nostre Amministrazioni locali nella gestione delle città e dei luoghi turistici. Su questo tema saremo un partner corretto ma molto deciso. Queste attività sono già partite e dobbiamo ringraziare le Amministrazioni comunali di Crotone, di Isola Capo Rizzuto e Cutro, l’Ente Parco della Sila e la Camera di Commercio di Crotone per aver investito in un progetto che l’ente camerale ha definito "il principale strumento di una nuova politica di Marketing". Voglio anche ringraziare Sua Eccellenza il Vescovo di Crotone, Mons. Graziani, per gli stimoli e la straordinaria ► numero 4 - 2014

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attualità ricchezza di contenuti che sta riversando in questo progetto. Particolare attenzione stiamo dedicando al turismo sportivo, importante segmento che può coniugare passione, cultura e promozione del territorio. Abbiamo voluto proporre al Presidente Nazionale del Coni, Giovanni Malagò, oggi rappresentato dal delegato regionale Mimmo Praticò, un protocollo di intesa per la realizzazione di eventi sportivi, con l’obiettivo di incrementare e destagionalizzare l'offerta turistica. Ad oggi ho il piacere di informare che ben 18 Federazioni Nazionali Sportive hanno dato disponibilità alla realizzazione di manifestazioni nel nostro territorio.

Infrastrutture

Porto ed aeroporto sono le principali chiavi di accesso al territorio e sono, quindi, fondamentali per la nostra ripresa economica. Circa un anno e mezzo fa, abbiamo partecipato insieme alle altre Associazioni di categoria ad una riunione organizzata dal Consiglio di Amministrazione dell’Aeroporto S. Anna di Crotone durante la quale è stato chiesto agli operatori economici di entrare a far parte della compagine societaria. Aziende aderenti a Confindustria Crotone, in un momento di grande difficoltà economica, hanno investito circa 400.000 euro nel capitale sociale dello scalo aeroportuale. Questo sacrificio è stato ripagato quando, qualche giorno fa, tutti insieme abbiamo festeggiato l’avvio dei voli Ryanair, importante traguardo frutto del lavoro del Consiglio di amministrazione e della Regione Calabria, che ne hanno perseguito l’obiettivo con determinazione. E’ arrivato il momento di reagire, dobbiamo difendere il lavoro fatto trasformando l’aeroporto da emergenza a risorsa. Per questo so di poter contare sulla sapiente collaborazione del Presidente e dei colleghi di Confindustria Cosenza

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affinché anche gli enti e le imprese del cosentino investano per sostenere economicamente lo scalo aeroportuale non di Crotone ma dell’alto Ionio. E’ arrivato il momento di trasformare la cosiddetta “area vasta” da titolo di innumerevoli convegni a motore che spingerà la macchina economica dell'intera fascia ionica calabrese, quella “Sinergia della Magna Grecia” che, se attuata, saprà ridare dignità e forza alle nostre aziende. Nei mesi scorsi ci siamo rivolti direttamente a Ferrovie dello Stato, chiedendo di valutare l’attivazione di una linea dedicata al trasporto passeggeri da e per l'aeroporto, attraverso la realizzazione di un "Trenino Food", una nuova strategia di marketing territoriale che offrirà alle nostre aziende la possibilità di vendere e promuovere prodotti che richiamano sapori e tradizioni di questa terra. Una grande attenzione la stiamo dedicando al sistema portuale. Per questo ci rivolgiamo alle istituzioni locali, affinché accelerino l'approvazione del Piano Regolatore portuale, così da permettere, da un lato, la realizzazione di un marina che sappia accogliere i tanti diportisti, che da anni si limitano solo a transitare nel nostro porto, offrendo loro una location unica e ben attrezzata, dall'altra, lo sviluppo del segmento crocieristico, che vede ogni anno aumentare il numero delle compagnie che scelgono Crotone come tappa da visitare. Partendo dall'interesse mostrato verso la città, consapevoli della grande opportunità che si offre alle aziende, chiediamo che il porto venga messo nelle condizioni tecniche per consentire l’accesso anche alle navi da crociera più grandi.

Expo 2015

Dobbiamo urgentemente preparare i nostri territori per Expo 2015, evidenziando una fascia ionica pronta ad accogliere i tanti turisti presenti all'evento,

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E’ arrivato il momento di reagire, dobbiamo difendere il lavoro fatto trasformando l’aeroporto da emergenza a risorsa» generando in loro voglia di ritornare ed investire. Agricoltura, Cultura, Territorio, Cibo e Nutrizione,Tradizione, Scienza e Innovazione: alcune delle parole chiave che individuano le molteplici declinazioni del tema di Expo 2015 “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”, il cui concept guida è il “Vivaio”. L’immagine del Vivaio in Calabria evoca la necessità di rendere il territorio adatto ed accogliente per la crescita delle sue peculiari produzioni e vocazioni, in un contesto alimentato da innovazione e tradizione. Confindustria Calabria sta svolgendo un ruolo propositivo molto importante nei confronti della Regione Calabria su Expo 2015, con proposte precise. Saremo protagonisti perché Expo 2015 non è l’evento milanese di sei mesi ma l’occasione per progettare i nostri turismi ed essere parte dell’Orgoglio Italia.

Legalità

Su questo tema Confindustria Crotone sta lavorando su due iniziative. Lo “Sportello Legalità” uno strumento con cui abbiamo avviato percorsi consulenziali gratuiti per le imprese associate sui rischi ed i reati ambientali e sulle infiltrazioni mafiose nelle attività di impresa ed il Rating Legalità. Fortemente voluto da Confindustria Nazionale, abbiamo evidenziato ai nostri associati l’importanza di uno strumento che, oltre a far emergere l’ immagine sana delle nostre aziende, apre nuovi scenari ed importanti opportunità di carattere economico. Sono contento di comunicare che anche a Crotone abbiamo le prime aziende che hanno ottenuto il rating di legalità, segnale importante di una economia pulita. •


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attualità

La corruzione avvelena l’economia Evento di Unindustria a Catanzaro alla presenza del procuratore Gratteri e del prefetto Cannizzaro

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i convegni, seminari e dibattiti sulla corruzione, di retorica sull’argomento con ricette più o meno buone dettate ai governi di questo o quel colore politico, è infarcita la cronaca dei giornali. Lo ha sottolineato subito il direttore del Corriere della Calabria, Paolo Pollichieni, introducendo la tavola rotonda organizzata da Unindustria Calabria a Catanzaro sul tema “La corruzione avvelena l'economia - La crescita delle imprese in un sistema competitivo sano per lo sviluppo del Paese”. Pollichieni ha parlato di un argomento soggetto a “ipertrofia della convegnistica”. Ma ha anche detto che la qualità dei relatori sarebbe stata garanzia «per andare dritti al cuore del problema perché si tratta di ospiti che hanno il dono della schiettezza». Seduti attorno allo stesso tavolo il prefetto del

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capoluogo di regione, Raffaele Cannizzaro, il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, il presidente di Confindustria Vicenza, Giuseppe Zigliotto, il vice presidente di Piccola Industria di Confindustria, Stefano Zapponini. A introdurre i lavori il padrone di casa, il presidente di Confindustria Catanzaro, Daniele Rossi, il quale ha prima ringraziato tutti i presenti, a cominciare dai Past president, entrando poi nel merito del convegno. «La corruzione è un ostacolo – ha detto – un freno alla ripresa economica del Paese. Sono consapevole che non basta urlare nei convegni per estirpare questa piaga». Rossi ha fatto riferimento al codice etico di Confindustria, affermando «che stiamo cercando di agire con fermezza, espellendo dall'associazione chi non ha seguito le nostre regole». «Il compor-

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tamento corruttivo – ha proseguito – deve essere considerato come terribile disvalore». E per superare quella che è diventata una vera piaga «è necessario abbattere le complicanze della burocrazia: pretendiamo trasparenza. Gli imprenditori vogliono essere cittadini


attualità

Daniele Rossi

con diritti e non sudditi». Poi alcuni messaggi. Iniziando dal Prefetto: «Occorre una maggiore presenza dello Stato; ai colleghi di Confindustria arrivati dal Nord chiedo di non guardare alla Calabria basandosi suisoliti luoghi comuni; al procuratore Gratteri va invece un ringraziamento per averci aiutato a conoscere più approfonditamente il sistema mafia-ndrangheta». La parola è poi andata proprio al procuratore Nicola Gratteri che, dopo aver illustrato nel dettaglio la legge anti corruzione (la 190 del 2012), ha ribadito che “la cosa pubblica” è occupata da pezzi della ‘ndrangheta: «il dato grave è che si tratta di soggetti incensurati che trattano la cosa pubblica come se fosse cosa propria. Il livello etico si è abbassato in modo spaventoso. Vedo cene tra 'ndranghetisti e persone di famiglie perbene, c'è commistione. Abbiamo bisogno che si incominci ad avere strumenti normativi seri: la 190 ha fatto passi in avanti ma dobbiamo “sturare” i tribunali che sono diventati dei veri lavandini otturati, dobbiamo applicare la tecnologia al codice di procedura penale». E anche in veste di presidente della Commissione per la revisione della normativa antimafia, Gratteri ha detto che si stanno pensando “mille modifiche per ridurre i tempi del processo”. Il procuratore

ha affermato che «necessita una rivoluzione dal punto di vista giudiziario. Dobbiamo cercare di creare un sistema che risponda al mondo del 2014. Nel contempo sappiamo che non ci sono soldi ma stiamo elaborando modifiche che abbattono gli sprechi. Ad esempio, possiamo abolire il Dap, il Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, o adottare il sistema delle videoconferenze per le udienze: risparmieranno 70 milioni di euro all'anno». Per il prefetto Raffaele Cannizzaro «il problema più grosso che si pone davanti a noi è trasformare questo Paese in maniera che vengano meno le tentazioni. Occorre che sia più forte il controllo soprattutto nella fase della prevenzione. E' necessario – ha proseguito – fare in modo che gli apparati dello Stato siano organizzati così da riconoscere subito i comportamenti corruttivi, arginandoli immediatamente. Devo dire, con estrema crudezza, che abbiamo trasformato l'Italia in un pulviscolo di centri di potere, frammentando i centri decisionali perché la politica voleva probabilmente questo. E più sono i centri decisionali, più aumenta la possibilità che si verifichino fenomeni corruttivi. Abbiamo bisogno della rivoluzione giudiziaria – ha sostenuto Cannizzaro rifacendosi all'intervento di Gratteri – ma occorre anche un'azione amministrativa da rivedere: pensiamo agli enti locali, ad esempio. Come si può pensare che un impiegato, un semplice vigile urbano o un geometra del Comune che sta lì da trent'anni, non cada in tentazione?». Per il Prefetto

c'è una grande necessità, quella di semplificare: «Non era necessario creare nuove prefetture, ad esempio. E dobbiamo avere il coraggio di demolire ciò che non serve». Critiche Cannizzaro le ha mosse anche al sistema regionalistico: «Il disegno costituzionale che le istituiva è stato tradito. Con questo apparato di Pubblica amministrazione possiamo solo tentare di combattere le cose ma se non le modifichiamo in termini organizzativi non avremo grandi risultati». Ha portato una testimonianza dal “profondo Nord” Giuseppe Zigliotto, presidente di Confindustria Vicenza: «Io arrivo da una provincia che è prima per PIL pro capite relativamente alle esportazioni. La nostra è una realtà molto diversa ma ciò non toglie che la lotta alla corruzione deve essere sostenuta a qualsiasi latitudine perché di casi riprovevoli ne abbiamo registrati anche noi. Ad esempio, quello dell’arresto di Enrico Maltauro, amministratore delegato della Maltauro Costruzioni, un colosso del settore nella nostra provincia è più in generale, dell’intera Italia: un fatto che ci ha sconvolto. A mio avviso ciò che occorre, una giustizia immediata». Le conclusioni sono toccate a Stefano Zapponini, vice presidente di Piccola Industria. «Quello della corruzione è un fenomeno nazionale e la sua drammaticità non esclude nessuno di noi». Zapponini ha quindi criticato, anche lui, il sistema delle Regioni («un bel progetto ma i guai sono cominciati proprio con la loro istituzione»), sottolineando che «i problemi non stanno nell'amministrazione centrale ma a livello degli enti locali: l'assenza del controllo nella spesa pubblica ha portato all'indebitamento dello Stato». La battaglia di Confindustria, ha ribadito, è tutta indirizzata a sconfiggere l'economia illegale. «Ma serve una vera e propria task force che coinvolga tutti: una grande mobilitazione per la legalità». E Zapponini, richiamando le parole di Aldo Ferrara ►

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attualità nel convegno di giugno a Copanello di Stalettì, ha confermato l'impegno della piccola Industria di stare vicino agli imprenditori del Sud: «Del resto, l'organizzazione di tre eventi nel Mezzogiorno (Ragusa, Catanzaro e Napoli prossimamente) dicono chiaramente che è da qui che dobbiamo ripartire». •

Rossi: "Non servono leggi ma moralità". E cita Tacito, Orazio e Balzac «

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orrei iniziare il mio breve intervento introduttivo, dal titolo di questo evento: “La corruzione avvelena l’economia” per rappresentare sin da subito il nostro fermissimo “no! ” ad ogni forma di ostacolo ad una civile convivenza sociale ed ad ogni tentativo di inquinamento del sistema competitivo. Tale questione, a mio modo di vedere, ha molto a che vedere con i temi del risanamento economico-finanziario e dello sviluppo pieno di un’economia sana. La corruzione, infatti, è un ostacolo, è una delle facce di quel sistema economico illegale che costituisce un freno alla ripresa economica del Paese, determinando anche quella distorsione di tutti i sistemi di prelievo, per cui evasione fiscale e corruzione sono due fenomeni tra di loro strettamente interconnessi. Inoltre,

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qui risiede la ragione della difficoltà di attrarre investimenti stranieri in Italia. E’ evidente, quindi, che parliamo di un aspetto che rientra pienamente nel tema dell’emergenza economico-finanziaria. “A cosa servono le leggi, vane senza un cambio di costumi” diceva Orazio nelle sue Odi, prefigurando la corruzione come una condotta che ostacola il ricambio delle classi dirigenti, frena lo sviluppo economico-sociale, impedisce il pluralismo e, dunque, in definitiva la stessa evoluzione democratica della società. Sono consapevole, tuttavia, che non basta urlare nei convegni per estirpare quello che rappresenta a tutti gli effetti una tassa occulta, che frena gli investimenti esteri, distorce i mercati, umilia il merito e calpesta la cittadinanza. Chi corrompe, infatti, fa male alla propria comunità e fa male al mercato, produce un grave danno

alla concorrenza e ai suoi colleghi”.

La sfida di Confindustria

«Queste persone non devono e non possono stare in Confindustria! Bene fa il nostro Presidente Squinzi ad affermare che non ci interessa se gli imprenditori che corrompono lo fanno perché obbligati o per vero e proprio spirito doloso, essi non possono stare tra noi. La nostra Associazione, da sempre, ha riaffermato quanto il rigoroso rispetto degli strumenti di verifica e di garanzia della legalità sia imprescindibile patrimonio del sistema. Il Codice etico e dei valori associativi, che tutte le imprese associate devono accettare e sottoscrivere è nato, infatti, per aggiornare, integrare e rafforzare il sistema etico-valoriale di Confindustria . (…) Mi chiedo e vi chiedo, quali altre


attualità associazioni private e/o pubbliche chiedono simili comportamenti ai propri associati? Ci siamo dati codici, abbiamo estromesso imprenditori che utilizzavano facili scorciatoie o, peggio, erano in relazione con la criminalità organizzata, siamo riusciti, in alcuni casi, a costituirci parte civile in alcuni processi di mafia. Dedicheremo altrettanto impegno nel costruire la cultura della trasparenza a tutti i livelli. Noi stiamo cercando di agire con fermezza, espellendo coloro che si sono resi responsabili di tenere comportamenti non aderenti allo spirito dei principi suddetti, come già fatto per le imprese che si sono macchiate di reati gravi, non soltanto, logicamente, per collusi con la criminalità organizzata».

La rivoluzione culturale

«Accettiamo, pertanto, con piacere la sfida che il Presidente di ANAC Cantone ha lanciato, precisando che abbiamo cominciato a combattere già da molti anni ormai! Tuttavia, siamo consapevoli che il percorso non è agevole, ma irto di difficoltà. Abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale e di un impegno senza precedenti da parte di tutti, della famiglia, della scuola, dell’università, della Politica e delle Istituzioni, per abbattere quel velo di opacità e far capire, come già aveva capito Honoré De Balzac, che “La corruzione è l'arma della mediocrità”. L’impresa è una sola delle componenti che può attuare questa azione. Non dovete lasciarci soli! Come imprenditori non ci tireremo di certo indietro, affinché la lotta contro la corruzione venga vista come valore, così come abbiamo fatto con altre battaglie contro la criminalità organizzata e la sicurezza sui luoghi di lavoro! Dovremmo arrivare al punto che un comportamento corruttivo venga considerato come terribile disvalore, non come semplice “furbizia”, da colpire con una sanzione sociale, oltre che con grande severità

dalla Giustizia. Siamo altrettanto consapevoli che attuare questa rivoluzione, se in Italia non è facile, nel nostro territorio è ancora più difficile. Un dato obiettivo facilmente accertabile, infatti, è che la corruzione è particolarmente diffusa laddove il potere legislativo o il potere giudiziario sono deboli, dove non vengono osservate le regole dello Stato di diritto, dove il clientelismo è diventato norma, dove l’amministrazione statale manca di indipendenza e di professionalità e dove la società civile è avvinta nella corruzione o non dispone di mezzi per esercitare pressione contro le varie forme di corruttela. (…) Sosteneva Tacito che la corruzione di una repubblica nasce dal proliferare delle leggi. Ed è qui, nei meandri della mala burocrazia, che prospera la corruzione. Allora, avviamo tutti insieme un virtuoso percorso di lotta alla corruzione».

La proposta

«Aboliamo la miriade di norme inutili, snelliamo le procedure di autorizzazione, abroghiamo licenze e riduciamo tasse e dazi eccessivi. Le procedure farraginose con oneri a carico dei cittadini costituiscono, infatti, spesso e volentieri, l'opportunità per il pubblico ufficiale di vendere a caro prezzo la propria firma e il proprio timbro in cambio di un risparmio di tempo e di denaro. Abbattiamo il muro della complicazione, tutte le norme e le procedure debbono essere accessibili e comprensibili per ogni cittadino, agiamo e decidiamo in tempi normali, non dilatati ad arte. Limitiamo l’arbitrio della burocrazia e smantelliamo l’ampia discrezionalità della Pubblica Amministrazione. Pretendiamo, senza adagiarci, trasparenza. Gli imprenditori vogliono essere cittadini con diritti e non sudditi in cerca di favori! È necessaria, inoltre, una fervida collaborazione tra coloro che formulano le leggi e coloro che le applicano (Par-

lamento, Governo e Magistratura), dovremmo avere garanzia ed efficacia nei controlli, la corruzione trova terreno fertile quando il controllo manca del tutto, viene trascurato, oppure, è insufficiente. Vorremo trovare corrispondenza in una giustizia che abbia un volto severo, ma giusto, da rispettare, non da temere, e che decida con certezza ed in tempi celeri. Occorre uno sforzo congiunto di prevenzione del malaffare. L’intervento quando il danno è fatto alla pubblica amministrazione, alle imprese, ai contribuenti, è indispensabile, ma non cura il male alla sua radice. Occorre un’azione incessante di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle ripercussioni dirette ed indirette della corruzione. Tutti devono sapere quali sono gli effetti della corruzione, perché solo una cittadinanza bene informata può esercitare una pressione sufficiente per combatterla e creare un sostegno civile e politico alle iniziative di anticorruzione. Soltanto una società civile forte è in grado di creare un clima propizio alla lotta contro la corruzione. Sul punto è fondamentale la libertà e l'imparzialità dei mass-media di riferire in modo responsabile sui casi di corruzione. Ed infine, abbiamo il dovere, come società, di non far rientrare in alcun modo corrotti e corruttori».

Non servono leggi speciali ma uno scatto morale

«Per quanto sin qui esposto, per combattere e sradicare la corruzione, non credo che possano bastare leggi speciali e poteri straordinari. Dal punto di vista legislativo, in questo ambito siamo all’avanguardia, basta applicare le norme esistenti. Occorre uno scatto morale, nostro in primo luogo, per difendere la nostra casa dai corruttori che ci danneggiano, poi del Paese tutto, se vogliamo liberarci finalmente dall’alleanza perversa tra complicazione e corruzione». •

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attualità

A scuola di "export management" P

rosegue l'azione di Confindustria Cosenza sul fronte dell'assistenza alle imprese per l'internazionalizzazione. "Export management: come affrontare i mercati internazionali" è il tema del seminario tecnico organizzato con l'ICE, che si è appena concluso nella sede dell'Associazione degli Industriali della provincia. Ottimo il riscontro in termini di partecipazione e di interesse manifestato da parte dei circa 60 imprenditori che hanno preso parte al percorso formativo, in rappresentanza di 41 aziende operanti in Calabria in diversi settori: agroalimentare, energia, ricerca ed alta tacnologia, dispositivi medici, costruzioni, consulenza. «L’obiettivo del corso – sottolinea il Presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca – è stato quello di individuare le metodologie più adeguate per strutturare i processi di internazionalizzazione. Il seminario, infatti, è stato focalizzato sia sugli aspetti strategici che tecnici di una operazione commerciale con l’estero. Si è discusso degli scenari attuali e delle prospettive future del commercio internazionale e della catena logistica dell’export: dall’accor-

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Natale Mazzuca

do contrattuale all’incasso della fornitura. Tutti aspetti fondamentali da affrontare per avere successo sui mercati esteri». Docente del corso è stato Domenico Del Sorbo, esperto di internazionalizzazione della Faculty dell’ICE e specialista degli strumenti di trade fi-

nance, crediti documentari e garanzie bancarie internazionali. Del Sorbo si è particolarmente soffermato sugli «incoterms® 2010", ovverosia ogni diritto e dovere competente ai vari soggetti giuridici coinvolti in una operazione di trasferimento di beni da una nazione ad un'altra ed ha approfondito i temi della


attualità

dilazione di pagamento come strumento per creare valore per il cliente, della gestione del rischio di credito e del nuovo strumento di regolamento nel commercio estero, definito "bank payment obligation». «Molto interessanti – aggiunge il Presidente degli Industriali cosentini Natale Mazzuca – sono risultati i colloqui individuali di check-up per la verifica delle potenzialità di export a cui hanno partecipato oltre 20 aziende. Oltre alla formazione sul marketing internazionale e sulle tecniche delle operazioni commerciali con l’estero, risulta fondamentale per l'imprenditore conoscere più da vicino i paesi in cui poter realizzare nuovi business e poter entrare in contatto con partner con cui accedere ai mercati transnazionali in forma aggregata. In più occasioni

– conclude Mazzuca – ho sottolineato quanto sia importante fare rete per superare i fattori che limitano lo sviluppo e la crescita dimensionale delle nostre imprese. In questa direzione convergono gli sforzi dell'Associazione che ho l'onore di presiedere e che mirano a fornire un supporto concreto a chi si impegna a creare sviluppo sul territorio». I lavori del seminario tecnico–formativo sull'export management sono stati introdotti dal Responsabile di Confindustria Cosenza per la fiscalità e diritto d'impresa Maurizio Bozzo e conclusi dal Presidente della Sezione Agroalimentare di Confindustria Cosenza Fortunato Amarelli, anche nella sua veste di Presidente del Consorzio Kalos per l'internazionalizzazione delle aziende agroalimentari calabresi. Organizzato dall'ICE, Agenzia per la

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Si è discusso degli scenari attuali e delle prospettive future del commercio internazionale e della catena logistica dell’export: dall’accordo contrattuale all’incasso della fornitura» promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, in attuazione del Piano Export Sud, è stato realizzato con Confindustria Cosenza ed il patrocinio di Unindustria Calabria per le micro e piccole aziende manifatturiere e di servizi, start-up, consorzi, reti di impresa e poli tecnologici calabresi. •

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attualità

La Calabria prima regione d’Italia per incremento di Partite Iva di Enrico Mazza

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embra che la prima srl ad 1 euro d’Italia costituita in Calabria - e precisamente a Catanzaro presso la Camera di Commercio - stia portando i suoi frutti. In questo articolo tenteremo di analizzare la nascita delle nuove Partite IVA in Italia. Dall’Osservatorio Partite IVA del Dipartimento delle Finanze del luglio 2014, scopriamo che sono state aperte oltre 42 mila nuove Partite IVA. In crescita, eccezionalmente, soprattutto le società di capitali, probabilmente anche grazie al boom delle srl semplificate, ma la sorpresa più interessante è rappresentata dal fatto che i primi posti sono conquistati da Calabria e Campania. Nello specifico, della nostra analisi, è opportuno evidenziare che aumentano le aperture di Partite IVA in Italia (+1,1% a luglio, su base annua), sopratutto tra

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le società di capitali (+16,7%) anche se a farla da padrone restano sempre le persone fisiche (70% del totale). L’osservatorio mensile del Ministero delle Finanze conferma il trend iniziato nel 2012, quando si è registrata l’inversione di tendenza tra nuovi professionisti a Partita IVA (in calo del 2,3%), società di persone (-7,9%) e società di capitali (in ascesa). Non vi è dubbio, a mio avviso, che l’effetto è stato causato da due norme entrate in vigore negli ultimi tre anni: la Riforma del Lavoro, che ha irrigidito le regole per contrastare il fenomeno delle “false Partite IVA”; ma soprattutto l’introduzione delle Srl semplificate a un euro. Queste ultime - disciplinate dal neo art. 2463 bis c.c. - hanno consentito l’introduzione nel nostro panorama legislativo delle cosiddetta società “low cost”, ossia l’opportunità per gli imprenditori di costituire società a responsabilità limitata con capitale di 1 euro, senza

costi notarili, bolli e diritti di segreteria. A cui si devono aggiungere anche le agevolazioni parallele previste per le start-up innovative. Da un’analisi più attenta ed approfondita scopriamo che il popolo delle Partite IVA è tornato a essere formato da professionisti e imprese, non da lavoratori dipendenti mascherati da consulenti. Continua, inoltre, a registrarsi il buon successo del cosiddetto Regime dei Minimi. Regime riservato alle sole ditte individuali con oltre 11mila adesioni (il 26,4% del totale), detto regime fiscale super agevolato, consente per i primi cinque anni di attività di pagare un’imposta sostitutiva del solo 5%, senza IVA né IRAP, ma soprattutto l’esenzione, sempre per cinque anni, dagli studi di settore che tante preoccupazioni in questi anni hanno comportato ai professionisti ed imprenditori italiani. Ancora più interessante sarebbe a mio avviso, come già scritto in altri miei articoli pre-


attualità

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Un piccolo boom nel Mezzogiorno, con progressi a due cifre in particolare: Calabria (+13%), Campania (+10%) e Sicilia con oltre il 2%»

cedenti, sposare le regole delle srl con quelle del regime dei minimi, ovvero immaginare un legislatore innovativo e moderno che preoccupato dalla crisi, puntando sulla crescita, riservi un trattamento tributario privilegiato, per i primi anni di attività, non solo alle neo Partite IVA rappresentate da ditte individuali ma anche alle società a responsabilità limitata semplificata. Torniamo alla nostra analisi per scoprire quali sono i settori più coinvolti. Si conferma il Commercio come attività di riferimento delle Partite IVA (il 24% del totale), seguito dalle attività professionali (12,8%). Un dato che emerge, e che merita una particolare attenzione, è rappresentato dal dato che rispetto al 2013 si è verificato un boom nel settore della Sanità, raggiungendo un +44%. L’analisi più interessante che ci riguarda di più è rappresentata sicuramente dall’area geografica protagonista di detto incremento delle Partite IVA, in quanto

mentre nelle regioni del Nord il numero delle Partite IVA è sostanzialmente stabile (come in Piemonte o Lombardia), o in alcuni casi in netto calo (Val d’Aosta, Trento, Bolzano) con l’unica eccezione del Veneto (+1%), c’è un piccolo boom nel Mezzogiorno, con progressi a due cifre in particolare: Calabria (+13%), Campania (+10%) e Sicilia con oltre il 2%. E’ indubbio che questi risultati sono il frutto di interventi legislativi che consento ai neo-imprenditori e neo-professionisti di poter intraprendere le loro rispettive attività riducendo al minimo i costi di costituzione e per le persone fisiche godere anche di interessanti agevolazioni fiscali. Non si capisce, senza alcuna nota polemica, come ancora alcuni studi notarili persistano a fare ostruzionismo, non consentendo la costituzione di società a responsabilità limitata. Ancora oggi, dopo oltre 2 anni dalla loro nascita, vi

sono studi notarili che, per vari motivi, non costituiscono srl s, negando di fatto questa opportunità fornita dal nostro legislatore. Se è vero che la srl s per alcune attività potrebbe rappresentare una scelta non idonea è altrettanto vero che impedirne la costituzione, imponendo solo la costituzione di quelle a capitale ridotto o quelle ordinarie, rappresenta un comportamento sleale. Possiamo concludere questo breve contributo affermando che oggi ancor di più le società a responsabilità limitata semplificate rappresentano, senza dubbio, un’interessante opportunità per gli imprenditori ed in particolare per quelli calabresi, spesso non dotati di grosse risorse finanziarie che vedono questa formula societaria come valida alternativa alla classica ditta individuale con la rilevante differenza di beneficiare delle responsabilità limitata, anche se, come più volte già dichiarato in altre occasioni, a mio avviso diventa opportuno analizzare caso per caso. •

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Si conferma il Commercio come attività di riferimento delle Partite IVA (il 24% del totale), seguito dalle attività professionali (12,8%)»

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attualità

Garanzia Giovani:

progetto per rilanciare il lavoro? di Tommaso Rotella

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giovani al primo posto, in Europa e in Italia. Questa la missione di Garanzia Giovani, il Piano europeo con cui lo Stato e le Regioni offrono ai giovani un’opportunità di inserimento nel mondo del lavoro, perfezionando le loro attitudini e il loro background professionale/formativo. Il progetto, avviato in Italia il primo maggio 2014, intrapreso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali assieme alle Regioni, offre ai giovani tra 15 e i 29 anni, residenti in Italia cittadini comunitari o stranieri extra UE, regolarmente soggiornanti non impegnati in un’attività lavorativa né inseriti in un corso scolastico o formativo, un'occasione di lavoro, entro 4 mesi dall'inizio della disoccupazione o dall'uscita dal sistema di istruzione formale. Anche a fronte dei

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dati forniti dall’Istat, che registrano un record storico di disoccupazione giovanile, Garanzia Giovani si pone l’obiettivo di formare una nuova generazione più preparata e competente e, quindi, potenzialmente occupabile. C’è tempo fino al 31 maggio 2015 per aderire all’iniziativa collegandosi al sito web nazionale www.garanziagiovani.gov.it o ai siti attivati dalle Regioni. Con l’adesione, i giovani potranno scegliere la Regione in cui vogliono lavorare. La Regione scelta prenderà in carico la persona attraverso i Servizi per l'Impiego o le Agenzie private accreditate per la registrazione al programma e le fasi successive di orientamento. In base al profilo e alle disponibilità territoriali, i giovani stipuleranno con gli operatori competenti un Patto di servizio e, entro i quattro mesi successivi, riceveranno una o più opportunità tra inserimento al lavoro, apprendistato, tirocinio,

istruzione e formazione, autoimprenditorialità e servizio civile. I protagonisti di questo progetto, insieme ai giovani, sono le imprese, che avranno quindi un'occasione per formare professionisti per diventare più competitivi, utilizzando bonus economici per le nuove assunzioni e incentivi per tirocinio e apprendistato. Per finanziare la Youth Guarantee, ovvero il Piano Europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile, sono stati previsti dei finanziamenti per i Paesi Membri con tassi di disoccupazione superiori

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I giovani potranno scegliere la Regione in cui vogliono lavorare. La Regione scelta prenderà in carico la persona attraverso i Servizi per l'Impiego o le Agenzie private accreditate»


attualità

al 25%, che saranno utilizzati in politiche attive di orientamento, istruzione e formazione e inserimento al lavoro, a sostegno dei giovani che non sono impegnati in un’attività lavorativa, né inseriti in un percorso scolastico o formativo (Neet – Not in Education, Employment or Training). Si parla di oltre 1,5 miliardi di euro nel biennio 2014-2015: è questo il Piano Nazionale Garanzia Giovani, messo in atto dal governo per garantire ai ragazzi tra i 15 e i 29 anni, disoccupati o Neet, un’offerta di lavoro, istruzione, apprendistato e tirocinio, comprese autoimprenditorialità e servizio civile. Il progetto Garanzia Giovani sarebbe dovuto partire già a marzo, ma i ritardi delle Regioni si sono fatti sentire. Le aziende coinvolte finora sono pochissime. Sono state le Regioni, infatti, a dilatare i tempi per la firma del-

le convenzioni. In Calabria, ancora, c’è solo uno sportello Garanzia Giovani a disposizione degli utenti, per questo motivo è stata attivata una pagina web nella quale sono a disposizione riferimenti normativi, circolari e il manuale, (www. regione.calabria.it/formazionelavoro). I dati del report ufficiale pubblicati a giugno parlano di una situazione ancora in stallo. In altri paesi, tipo la Francia, il piano è stato realizzato prima su scala locale, per sperimentare funzionalità e rischi. In Italia, il programma Garanzia Giovani è partito direttamente su piano nazionale, assumendoci il rischio dell’eventuale fallimento. La Garanzia giovani sperimenta notevoli difficoltà per una ragione molto semplice: se il lavoro in Calabria non c’è, non sono certo i soldi dell’iniziativa a crearlo. Al massimo i finanziamenti europei possono attenuare la disoccupazione cosiddetta da mismatch, ovvero quella dovuta al fatto che i giovani non sanno dove si trovano le occasioni di lavoro oppure non hanno le adeguate competenze per essere occupati dalle imprese. In questi casi, i centri per l’impiego indirizzano il giovane oppure gli forniscono un breve corso di formazione mirata, cosicché troverà prima e meglio

un posto di lavoro. Tuttavia, la disoccupazione da mismatch, benché sia parte importante del totale, non è tutto. Oggi si tende a pensare che la maggior parte della disoccupazione sia dovuta alla bassa domanda delle imprese e al loro timore dell’incertezza. È per questo che alcuni sostengono che forse sarebbe stato meglio avere gli stessi soldi della Garanzia Giovani sotto forma di riduzione del cuneo fiscale e contributivo, almeno si aveva una certezza di aumentare la domanda di lavoro. Ma ormai il dato è tratto, la Garanzia Giovani è una politica europea e bisogna sfruttarne al meglio le opportunità. Tuttavia, poiché non è stata avviata una seria riforma dei centri per l’impiego e delle politiche attive e in attesa dei decreti attuativi del disegno legge n. 1428/2014, corriamo seriamente il rischio che la Garanzia Giovani non serva neppure a ridurre la disoccupazione da mismatch. Il programma è in mano alle Regioni che procederanno con sistemi distinti e privi di un vero coordinamento e controllo. L’unica nota indubbiamente positiva è che è prevista la mobilità regionale, cioè la possibilità per i giovani residenti in una Regione di riferirsi ai servizi di un’altra. •

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attualità

Agenzia delle Entrate Calabria, il bilancio 2013 è positivo L

a direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate della Calabria, guidata da Antonino Di Geronimo, ha di recente parlato di bilancio positivo del lavoro svolto nel 2013 alla luce dei servizi erogati in ambito calabrese che sono pari a 280 mila servizi prestati e a oltre 72 milioni di euro rimborsati ai contribuenti nell’arco dei dodici mesi. Questi i dati riassuntivi del consuntivo delle attività portate a compimento dalle strutture operative dell’ente nella regione con cui, accanto a migliaia di privati cittadini, si confrontano quotidianamente centinaia di imprenditori e dirigenti d’azienda che operano nel territorio. Nello specifico, le prestazioni garantite durante l’anno precedente a quello in corso ammontano esattamen-

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te a 280.472 con un incremento del 4.64% rispetto a quanto realizzato nel 2012 (251.196). Ampia e diversificata la gamma di ciò che è stato offerto all’utenza: si va dall’attribuzione del codice fiscale e della partita Iva alla compilazione e invio della dichiarazione dei redditi e dalla registrazione dei contratti di locazione sino all’assistenza sulle agevolazioni in materia tributaria. Secondo la stessa “scomposizione in capitoli” operata dalla struttura di vertice dell’Agenzia regionale, emergono tutti i numeri e le percentuali raccolti nel breve report di cui l’ultima parte è esclusivamente dedicata proprio a famiglie e imprese con il prospetto relativo a quanto da loro recuperato dal Fisco. Ma, come premesso, il rapporto è diviso in tre minisezioni, a cominciare dalla prima:


attualità Tra i principali servizi erogati

La quota più importante delle operazioni di front-office riguarda l’area di business dedicata ad “assistenza ed informazione”, in cui viene registrata una percentuale di circa il 26% del lavoro svolto complessivamente. Seguono le richieste inerenti al rilascio del codice fiscale e della partita Iva, che assorbono un ulteriore 17% dell’attività totale con oltre 4 mila domande per ottenere la partita Iva e quasi 44 mila istanze di attribuzione, variazione e duplicato del codice fiscale e della tessera sanitaria. Le istanze relative alla registrazione di atti e documenti rappresentano, invece, oltre il 22% dei servizi erogati, essendo pervenute negli uffici territoriali ben 49 mila istanze di registrazione di atti privati (quali contratti di locazione, comodati, preliminari, scritture private e altro ancora). A queste, si aggiunge la trattazione di 38 mila comunicazioni riferite a dichiarazioni dei redditi irregolari o incomplete.

Il decollo del canale telematico

Si tratta di un metodo innovativo che sta prendendo sempre più piede grazie a numerose iniziative e programmi mirati di sensibilizzazione verso l’utilizzo di questo mezzo. In virtù dei tanti protocolli d’intesa siglati a livello regionale con ordini professionali e associazioni di categoria, oltreché ai convegni ad hoc organizzati nelle passate annualità, e ai periodici incontri effettuati dall’osservatorio calabrese, il 2013 ha peraltro rappresentato un ulteriore momento di affermazione dei servizi telematici. Soprattutto del canale Civis, che consente di ottenere via web assistenza su comunicazioni di irregolarità e cartelle di pagamento senza doversi spostare da casa o dal proprio studio o impresa, evitando così poco gradite code e attese agli sportelli. Un notevole e prezioso risparmio di tempo, insomma.

Le richieste di assistenza pervenute nel 2013 mediante tale strumento sono state quasi 22 mila e di queste ben il 97% è stato lavorato e risolto entro soli tre giorni dalla ricezione, in modo da fornire una risposta nella maggiore celerità possibile. Un grosso passo in avanti rispetto all’anno precedente, quando le istanze rivolte tramite Civis e definite sono state quasi la metà (all’incirca 13 mila). Buono anche l’andamento per la registrazione telematica delle locazioni. Dei 30 mila contratti presentati nel 2013, infatti, circa il 12% è stato protocollato on-line con un sensibile miglioramento del precedente risultato pari al 10%.

I rimborsi a famiglie e imprese

Significative anche le cifre registrate su tale importante fronte. L’attività di lavorazione e liquidazione delle istanze presentate dai contribuenti calabresi ha consentito la restituzione di una cifra pari a 72 milioni di euro, a favore di ben 52.590 soggetti. Di questa somma, 41.5 milioni di euro sono stati destinati ai rimborsi Iva - ripartiti tra 932 professionisti e imprese. Una cifra che da sola rappresenta il 57% del totale dei rimborsi erogati. Sono invece 15 i contribuenti beneficiari della quota relativa ai rimborsi Ires (Imposta sul reddito delle società), che ammonta a oltre 2 milioni di euro. Molto rilevanti anche i dati inerenti all’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive). Basti pensare che sono state circa 1.700 le persone a cui sono andati 741 mila euro per i rimborsi derivati dalla deducibilità. Mentre relativamente all’Irpef (Imposta sul

Antonino Di Geronimo

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Le richieste di assistenza pervenute nel 2013 mediante tale strumento sono state quasi 22 mila e di queste ben il 97% è stato lavorato e risolto entro soli tre giorni» reddito delle persone fisiche), il dato si attesta su oltre 27 milioni di euro destinati a più di 49 mila contribuenti. Ci sono infine i 619 mila euro, riguardanti le cosiddette tasse minori (registro e concessioni governative, per citare qualche esempio), che rappresentano una quota residuale di tutti i rimborsi di cui hanno comunque fruito 487 contribuenti in totale. •

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attualità

“La forma che si vuole in un soffio”: ecco la sfida imprenditoriale della ELMEG L’azienda piemontese è nata dall’intuizione dello spirito calabro di Salvatore Giordano di Maria Teresa Rotundo

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ompetenza, tecnologia e qualità”, è questo il motto della ELMEG srl, l’innovativa azienda piemontese operante nel settore della produzione di articoli tecnici in materiale plastico che affonda le sue radici in un audace spirito calabro. Sì, perché a capo della ELMEG c’è Salvatore Giordano, un calabrese trapiantato al Nord, che grazie alle spiccate doti imprenditoriali ha permesso alla sua azienda di affermarsi e crescere specializzandosi nella tecnica del soffiaggio di materiale plastico e di avere un ruolo competitivo non solo sul piano nazionale. Lo abbiamo intervistato per conoscere la sfida imprenditoriale di un calabrese purosangue. Come e quando è nata l’idea che ha permesso alla ELMEG di intraprendere questo percorso virtuoso?

«É nata più di 30 anni fa. Esattamente nel maggio del 1982. Nel mio percorso lavorativo ho avuto l’opportunità di partecipare alle prime fasi dello sviluppo

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del soffiaggio tecnico delle materie plastiche in Italia e analizzandone le peculiarità ho intravisto un potenziale sviluppo nel settore tecnico. Ho così scelto di raccogliere una sfida assecondando il dna imprenditoriale che poi mi ha accompagnato per tutta la carriera». La sua è stata una grande intuizione imprenditoriale, un’idea d’impresa in grado di percorrere una strada in salita, qual è la mission che da sempre accompagna la ELMEG in questo cammino?

«Ritengo che la mission di ogni azienda, e quindi anche della mia, debba essere innanzitutto di svolgere un ruolo sociale nella misura in cui però è considerata dalla collettività e dalle istituzioni un patrimonio da tutelare e salvaguardare. La mia azienda è nata con lo scopo di produrre oggetti in materiale plastico soffiato destinato principalmente al settore automotive, operando in una regione, il Piemonte, che rappresentava una locomotiva per la crescita e il progresso dell’Italia. L’obiettivo era ed è soddisfare le esigenze dei clienti che li assemblano e offrire agli utilizzatori finali, con la ricerca di un miglioramento continuo,

Salvatore Giordano

sempre più alti livelli di affidabilità. Il motto che ci accompagna fin dal 1982 è: Competenza, Tecnologia, Qualità!». Come ha sottolineato, la sua azienda è presente sul mercato da oltre 30 anni. Guardando indietro quali sono state le scelte che le hanno permesso di affermarsi e crescere?

«Più che di scelte, parlerei di spinta motivazionale quotidiana data dal fattore antropologico relativo alla testardaggine che caratterizza i calabresi e dal fatto che, in quanto calabrese, ogni giorno


attualità dovevo smentire con i fatti le dicerie sui luoghi comuni riguardanti i meridionali. Il segreto, se c'è, è stato quello di non accontentarsi mai, di voler fare sempre meglio, ma soprattutto la scelta strategica di perseguire innovazioni di processo che permettessero di poter trovare soluzioni ai problemi dei nostri clienti a costi competitivi. Non trascurerei una forte dedizione alla flessibilità che sono tipiche della piccola e media impresa del nostro paese e che sono un valore aggiunto da coltivare e non dimenticare mai. La scelta principale che mi ha permesso di esprimermi al meglio è stato però il mio matrimonio con una donna piemontese eccezionale. Il suo amore, la sua comprensione e la sua vicinanza nei momenti di difficoltà sono stati l’arma vincente. Quello che ho realizzato è stato possibile grazie a mia moglie Mariella. Per far crescere la Elmeg, invece, decisiva è stata la scelta di mio figlio Gianluca che, 6 anni fa, ha voluto dare seguito alla mia mission imprenditoriale con un approccio più manageriale teso a raggiungere, anche oltre i confini nazionali, prestigiosi traguardi. Al momento, grazie al buon lavoro di Gianluca, siamo orgogliosi di annoverare tra i nostri clienti una primaria azienda automobilistica tedesca oltre ad aver avviato da oltre un anno un’unità produttiva in Serbia per approcciare da lì nuovi mercati». Per le sue produzioni si avvale della Blow Moulding Technology, in che cosa consiste esattamente?

«Pensate agli artigiani di Murano! Il soffiaggio trae infatti le sue radici dall'antica lavorazione del vetro e serve a realizzare corpi cavi. La materia prima è plastica in granuli che viene portata ad alta temperatura in specifici impianti “soffiatrici”, successivamente estrusa in forma cilindrica tra una trafila e racchiusa all'interno di uno stampo dove, per mezzo di aria compressa, che viene insufflata all’interno, aderisce alle pareti dello stampo e raffreddandosi prende la

forma desiderata. E' cosi possibile realizzare serbatoi, corpi cavi, tubazioni, contenitori, sedie, tavoli e pensiamo che si possano ancora raggiungere nuove applicazioni con nuovi materiali». Una storia imprenditoriale incentrata su intuizione, audacia e passione. Uno spirito il suo che, negli anni, ha saputo guardare lontano dando fiducia al progresso e ad un nuovo approccio manageriale, in un settore che, come ha più volte ribadito, non può fare a meno di innovarsi. A tal proposito, come pensa possano essere superate le sfide che impone il settore in cui opera?

«L’innovazione, ma non solo nel nostro settore, è fondamentale. Essere innovativi serve per poter restare competitivi ed entrare in mercati in cui ancora non

ci sono state applicazioni di una tecnologia che ha dei limiti, non si possono fare, per esempio, paratie interne ai corpi cavi, ma ha però molti pregi, dare la forma che si vuole… in un soffio! I limiti si possono superare con la ricerca di nuovi materiali, di innovazioni processuali e di prodotto che creino valore aggiunto per i clienti o migliorino la competitività dell'impresa. L'elemento di novità non può essere separato dall'utilità per parlare di vera creatività ed innovazione». •

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Alimenti funzionali, nuove prospettive per il food Amarelli, pi첫 di due secoli tra innovazione e tradizione

foto http://www.fastcompany.com/most-innovative-companies/2014/harvest-power

Mondo startup: le nuove 12 imprese spin-off calabresi Droni e sensori, le ultime tecnologie per il monitoraggio ambientale Vetrina della ricerca: dai tre atenei tante soluzioni per le imprese


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EDITORIALE

Un capitale da mettere al lavoro: le competenze digitali dei giovani di Giuseppe Roma Accanto alle consuete riflessioni sulle trasformazioni che le tecnologie digitali stanno imponendo nella vita quotidiana delle persone e nella vita produttiva delle aziende, bisogna fare attenzione a un fenomeno in particolare. La velocità con cui i più giovani hanno acquisito dimestichezza con i nuovi strumenti di comunicazione e le capacità che si sono create in maniera informale, spesso inconsapevole e fuori dai percorsi scolastici, rappresentano una risorsa a cui guardare con attenzione. Soprattutto in una regione come la Calabria che si percepisce e viene percepita come isolata e povera di opportunità all’interno dei suoi confini. C’è un’occasione unica da cogliere: chi è nato alla fine degli anni Novanta si è trovato “naturalmente” a interfacciarsi con computer e internet. Lo ha fatto giocando, comunicando con gli amici e assimilando modalità e linguaggi che le generazioni adulte faticano a utilizzare. Ha così accumulato un “saper fare digitale” che proprio per il suo carattere trasversale rappresenta una competenza viva, immediatamente utilizzabile, che si arricchisce continuamente. È per queste ragioni che il Censis, insieme all’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria, ha avviato un percorso di ricerca che, dopo aver sondato nel 2012 comportamenti e opinioni dei “nativi digitali” con un’indagine che ha coinvolto oltre 2000 studenti delle scuole medie e superiori calabresi, ha cercato di dare sostanza e visibilità ad aspirazioni e propensioni lavorative che hanno come sbocco potenziale, anche in Calabria, il web e le competenze digitali. La ricerca in questo caso ha riguardato oltre 800 studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori e, nello stesso tempo, ha analizzato in profondità dieci storie di successo di start up calabresi, facendo emergere la reale fattibilità di nuove iniziative imprenditoriali e anche una grande passione che aiuta a vincere le difficoltà che oggettivamente caratterizzano il territorio regionale. Gli studenti confermano che la rete è oggi un grande spazio di opportunità anche lavorative; uno studente su cinque fra quelli intervistati è intenzionato a fare della rete il luogo prescelto del lavoro futuro e fra questi quasi la metà è disposto a seguire la propria aspirazione anche rischiando in proprio. Ed è per questo che occorre intercettare e supportare questo patrimonio di competenze e questa voglia di iniziativa da parte dei giovani, facendo tesoro dell’esperienza delle startup innovative che abbiamo incontrato nel corso della ricerca. I giovani imprenditori del web, che hanno radici in Calabria, ma testa e idee di business che travalicano i confini regionali e nazionali, hanno puntato sulla dimensione micro e su idee innovative, ma hanno anche sviluppato una forte integrazione e collaborazione fra imprese, università e strutture di supporto all’attività d’impresa come CalabriaInnova, con immediate ricedute sul contesto locale. Forse è proprio questa la novità che fa dire a oltre il 50% degli studenti intervistati che, se l’idea è valida, anche in Calabria può emergere un Mark Zuckerberg.

Giuseppe Roma, Direttore Generale del Censis

Indice DALLA RETE Dallo Stretto a Cosenza, in Calabria crescono le reti e i servizi per gli innovatori

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STORIE D’INNOVAZIONE Amarelli, alle radici dell’innovazione

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Innovazione continua: il caso di Applicon

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NUOVI MATERIALI Timestrip, l'etichetta intelligente che comunica la scadenza dei prodotti

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SCENARI TECNOLOGICI Alimenti funzionali: nuove prospettive del settore alimentare

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MONDO STARTUP TalentLab-spin-off: ecco le 12 nuove imprese spin-off calabresi

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VETRINA DELLA RICERCA Proprietà industriale: dai tre atenei regionali nuove soluzioni per le imprese

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NEWS DA APRE

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IN AGENDA & CHANCE

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DALLA RETE

Dallo Stretto a Cosenza, in Calabria crescono le reti e i servizi dedicati agli innovatori Spazio coworking: nasce il TAG Cosenza Il 27 settembre ha aperto ufficialmente i battenti Talent Garden Cosenza, uno spazio di coworking dedicato a tutti coloro che lavorano e sperimentano nuove idee nel settore dell’innovazione tecnologica, della creatività digitale, della comunicazione e del marketing attraverso i new media. Un luogo pensato anche per ospitare eventi e workshop finalizzati a far incontrare e confrontare innovatori di tutte le età e sviluppare progetti e idee di impresa in ambito tecnologico. Il Talent Garden di Cosenza fa parte del network italiano dei Talent Garden (TAG), che aggrega più di 500 talentuosi in otto città italiane: Genova, Padova, Torino, Bergamo, Pisa, Milano, Brescia e Cosenza. I fondatori del nodo calabrese sono sei trentenni con un background di competenze ed esperienze nei settori della tecnologia digitale, della comunicazione, della formazione e del project management che hanno l’ambizione d’innescare il cambiamento culturale e sociale in Calabria attraverso la diffusione della cultura dell’innovazione: Anna Laura Orrico, Antonio Guerrieri, Francesco Vadicamo, Lucia Moretti, Salvatore Aquila e Raffaele Gravina. Ma il TAG non è soltanto uno spazio di condivisione per professionisti e startup, è un ecosistema al quale possono accedere anche importanti partner aziendali e istituzionali. Tra le conferme più rilevanti per TAG Cosenza, la partnership con Epson, che ha scelto la sede calabrese in esclusiva: gli abitanti dello space potranno godere di una serie di benefit offerti dalla multinazionale. Per saperne di più: http://cosenza.talentgarden.org

I fondatori del TAG Cosenza durante l'evento di inaugurazione

Networking: i risultati dello Sportello Imprendi Reggio Calabria Dopo un anno e mezzo dal lancio, il Gruppo Giovani Imprenditori di Reggio Calabria ha organizzato il 26 settembre scorso un incontro per presentare i risultati delle attività dello Sportello Imprendi Reggio Calabria. L’evento dal titolo “Mediterraneo culla di nuove imprese” è parte integrante di uno specifico programma di lavoro portato avanti dal Gruppo Giovani Imprenditori, guidato da Angelo Marra, che ha come obiettivo lo sviluppo di una rete per la diffusione di nuove proposte imprenditoriali e il confronto fra le diverse esperienze in atto. Durante la giornata si sono avvicendati numerosi interventi e testimonianze di operatori dell’innovazione, startupper, docenti universitari, professionisti ed esperti del settore finanziario. “Quello che abbiamo fatto fin qui – ha affermato Marra – è solo l’inizio. Abbiamo piantato un seme, e se continueremo su questa scia di collaborazione umana, sinergia istituzionale e di voglia viscerale di creare qualcosa, allora questo seme crescerà e darà buoni frutti. Confindustria e le persone che hanno lavorato all’interno del laboratorio di startup hanno dato la possibilità a molti di essere ascoltati, di poter esporre il proprio progetto a professionisti ed esperti del mondo accademico e imprenditoriale. Questo - ha concluso Marra – è un punto di partenza da tutelare, la sua importanza ha ricadute esponenziali a lungo termine”. In chiusura, Angelo Marra, Giuseppe Oppedisano e Cosmano Lombardo hanno lanciato un approfondimento sul tema “Visioni future: idee per supportare i processi di innovazione”, nel quale sono state tracciate le linee per la creazione di un luogo di condivisione, formazione e coworking, che trasformi l’importante rete di innovatori ed esperti costruita intorno alle attività dello Sportello, in uno spazio fisico a beneficio di tutto il territorio dell’area dello Stretto. Un momento dell'evento dello Sportello Imprendi Per maggiori info:

Reggio Calabria


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STORIE D'INNOVAZIONE

Amarelli, alle radici dell’innovazione di Valentina De Grazia

Tra l’altopiano della Sila e la costa ionica alta, raggiungere Rossano non è così facile. E già il percorso che si snoda tra vasti campi e lievi colline riporta a qualcosa di antico, originario. Proprio alle porte del paese c’è la fabbrica e il museo di Amarelli, lì dov’era già più di due secoli fà. La dimora della famiglia del 1400 ora adibita a museo aziendale e di fronte l’antica fabbrica Amarelli dove ancora si estrae il succo dalle radici di una pianta, la Glycyrrhiza glabra o liquirizia, che cresce rigogliosa e spontanea sulle coste calabresi. Incontriamo Fortunato Amarelli, amministratore delegato dell’azienda, proprio negli uffici all’interno della vecchia casa di famiglia. Amarelli ha una storia importante e antichissima, nasce nel 1731 e fa parte delle 30 aziende dell’associazione Les Henokiens, il club internazionale più esclusivo al mondo che raccoglie quelle imprese che possono vantare una storia più lunga di due secoli con a capo la stessa famiglia. La longevità di Amarelli, la sua presenza sul mercato da più di due secoli, non può che essere motivata da una naturale tendenza al rinnovamento e all’innovazione. Come fa a sposare la sua storia e l’importanza della tradizione con l’innovazione? Qualsiasi azienda, che sia antica o una giovane startup, ha un naturale bisogno di innovazione. Il mercato è sempre in continuo mutamento: tocca all’impresa trasformare i propri prodotti, le strategie di comunicazione e i modelli di business per adattarli alle nuove esigenze. La flessibilità e l’adattabilità sono caratteristiche che non devono mai mancare, l’innovazione però non deve mai disperdere quanto di buono si è fatto in passato. Quali sono stati i momenti più rilevanti che hanno dato una svolta all’azienda? Nel 1980 fu trasformato il processo produttivo, la modifica interessò la totalità degli impianti, dal taglio della radice alle linee di confezionamento, ad eccezione di due macchine, i cuocitori a cielo aperto del 1907 che rendono la liquirizia nera in modo naturale. Sono tuttora in funzione. Negli stessi anni, anche la reintroduzione delle scatole metalliche fu un momento di grande innovazione: mentre i nostri competitor puntavano a ridurre i costi del packaging, noi lanciavamo una più costosa scatolina in metallo che ci ha permesso di distinguerci sul mercato. Sempre negli anni ’80, un altro momento importante è stato quando abbiamo modificato la tecnologia di estrazione. Il nuovo sistema a corrente di vapore ci ha consentito di estrarre una liquirizia con le

Fortunato Amarelli, AD di Amarelli Fabbrica di Liquirizia SAS

L'antica fabbrica Amarelli ancora in funzione


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medesime qualità organolettiche, ma con una resa maggiore e in tempi ridotti. Le altre aziende utilizzano prevalentemente il sistema di estrazione per macerazione. Infine, un altro momento di svolta è stato nel 2001 con l’istituzione del museo d’impresa. Vincitore del premio Guggenheim, è il secondo museo d’impresa per visite in Italia, subito dopo Galleria Ferrari e immediatamente prima del museo della Perugina.

confetti abruzzesi e dalla liquirizia calabrese. Di questo grande distretto industriale noi siamo gli unici rimasti, avevamo la responsabilità di raccontare questa magnifica storia. Ma il museo d’impresa è anche uno straordinario mezzo di comunicazione. I nostri 600 mila visitatori hanno osservato il ciclo produttivo e conosciuto la nostra storia: tutto questo serve a stimolare un consumo più consapevole.

Perché un museo d’impresa? La sua istituzione nasce soprattutto da una necessità: come ultimi depositari di una storia che inizia nel 1700 e che riguarda tutta la Calabria, avevamo il dovere di raccontarla. È la storia di un’invenzione tutta calabrese. Già nel 1400 le radici venivano esportate da Rossano verso i mercati europei, dove erano utilizzate prevalentemente per scopi farmaceutici. I calabresi a un certo punto intuiscono che per trasportala era più economico farne l’estrazione: nasce così il succo di liquerizia che a metà del 1800 comincia a essere impiegato anche in altri settori, primo fra tutti quello dolciario. Dietro questa grande innovazione fiorì un vero e proprio comparto produttivo, un distretto industriale ante litteram, composto da circa 80 produttori. Per far comprendere le dimensioni di questo mercato basti pensare che nell’ottocento l’intero comparto dolciario era composto solo dai

Amarelli ha partecipato al bando Attiva l’Innovazione della Regione Calabria e di CalabriaInnova. Quali sono i progetti di sviluppo futuri? Partecipare ad Attiva l’Innovazione mi ha fatto riflettere: le agevolazioni alle quali in passato ci siamo candidati non erano poi così ‘agevoli’, data la mole di documenti e informazioni che bisognava raccogliere e inviare. Attiva l’Innovazione è stato un bando estremamente semplice, come serve alle aziende. Sui progetti presentati, per motivi di riservatezza, non posso dire tanto… Abbiamo richiesto una serie di attività di consulenza: un audit energetico che servirà ad indicarci gli interventi necessari per migliorare l’efficienza del nostro impianto, una revisione del nostro modello organizzativo, grazie alla consulenza del professor Martinez dell’Università Federico II di Napoli ed, infine, studieremo un prodotto completamente nuovo con la consulenza di

Una stanza del Museo d'impresa Amarelli istituito nel 2001


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La lavorazione della pasta di liquirizia

un noto istituto di ricerca nazionale. Inoltre stiamo pensando a un progetto ancora più innovativo sul prodotto, del quale dobbiamo verificare e testare la realizzabilità. Sperimenta l’Innovazione, la nuova iniziativa di CalabriaInnova finalizzata in particolare alla sperimentazione di nuove soluzioni, ci sembra ancora una volta lo strumento più idoneo a tale fabbisogno. Qual è la sua esperienza con CalabriaInnova? Ha trovato utili i nostri servizi? Il progresso tecnologico ha innescato nel mercato una forte domanda di prodotti nuovi, anche nel settore agroalimentare. I consumatori vogliono prodotti alimentari più funzionali, non solo buoni ma anche utili: dallo yogurt con l’omega3, ai succhi che conservano i principi attivi di una arancia appena spremuta. Gli investimenti in ricerca però sono molto costosi e soprattutto non danno la certezza del risultato. Questo scoraggia il piccolo imprenditore. In questo contesto, CalabriaInnova può svolgere un ruolo molto importante: come tramite tra le aziende e la Regione, può far maturare la consapevolezza tra gli imprenditori affinché capiscano che oggi fare innovazione è semplice, anche per le piccole aziende. Amarelli è una piccola impresa, eppure è conosciuta in tutto il mondo. Qual è il segreto che l’ha portata, da una generazione all’altra, al successo internazionale? Difficile dirlo. Con mia sorella Margherita continuiamo il lavoro di chi ci ha preceduto, alla quattordicesima generazione siamo solo un ele-

mento della catena: il nostro compito non è più solo quello di creare profitto per i soci, ma piuttosto quello di trasmettere l’azienda alla generazione successiva. Ma c’è una cosa che è comune a tutte le generazioni e che è alla base dei nostri risultati: l’aver sempre creduto, fino in fondo, che questa azienda potesse avere un respiro internazionale. Non abbiamo mai percepito il territorio o le nostre dimensioni come limiti al nostro successo. Se si guarda il panorama delle nuove tecnologie i grandi colossi sono nati pochi anni fa e da piccole aziende, come Google o Facebook. Se non si pensa in grande, si rimarrà sempre piccoli…

Particolare delle radici di Glycyrrhiza glabra o liquirizia


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NUOVI MATERIALI

SCENARI TECNOLOGICI

Timestrip, l'etichetta intelligente che comunica la scadenza dei prodotti

Alimenti funzionali: nuove prospettive del settore alimentare

Rubrica a cura del servizio CI Materiali – materiali@calabriainnova.it

Rubrica a cura del team Informazione Brevettuale e Documentale brevetti@calabriainnova.it

Si chiama Timestrip l’etichetta intelligente per imballaggi che, se applicata sulla confezione di un prodotto deperibile alimentare o farmaceutico, è in grado di monitorare il tempo che rimane prima della data di scadenza del prodotto. All’interno dell’etichetta è presente, infatti, un olio colorato commestibile (di mais o di soia) che migra per capillarità attraverso una membrana polimerica micro-porosa a velocità costante in un arco di tempo variabile da un giorno a sei mesi. L’etichetta comincia a misurare il passare del tempo quando la confezione viene aperta, oppure può essere attivata attraverso la pressione di una piccola bolla sulla superficie. Timestrip è utile soprattutto nel caso di prodotti, quali ad esempio i cosmetici, che riportano sulla confezione, oltre alla data di scadenza, l’indicazione del tempo massimo di utilizzo dopo l’apertura. Con l’etichetta intelligente possiamo così avere un countdown a nostro servizio che agevola la gestione della shelf life di beni di uso comune e farmaci di vario genere. Le dimensioni standard sono di 20 x 40 mm (0.79 x 1.58 in), ma possono essere realizzate dimensioni e forme diverse in caso di ordini superiori ai due milioni di unità. L’etichetta proviene dal Regno Unito e può essere utilizzata per imballaggi di prodotti alimentari, medicine, unguenti, merci deteriorabili.

Nel comparto del food, i funzionali sono quella categoria di alimenti che possiedono proprietà capaci di influenzare positivamente specifiche funzioni dell'organismo, contribuendo a mantenere o migliorare lo stato di salute e benessere e riducendo il rischio di patologie. Si considerano funzionali, ad esempio, gli alimenti integrali, quelli in cui vi sia stata l'aggiunta o la rimozione di un particolare componente (es. probiotici), quelli in cui vi sia stata la modifica chimica di un nutriente (per esempio proteine idrolizzate nelle formule per ridurre i rischi di allergie nei cibi per l'infanzia). Visto l’interesse crescente dei consumatori per il rapporto tra alimentazione e salute, nel corso degli ultimi anni è notevolmente cresciuto anche il numero di domande di brevetto destinate alla tutela di questi prodotti e alle relative tecniche di produzione e trasformazione: gli USA detengono il primato delle domande di brevetto sugli alimenti funzionali con una quota pari al 23,6%, seguiti da Giappone e Paesi Bassi. Uno dei maggiori player industriali del settore alimentare, in termini di famiglie di brevetti afferenti la classe tecnologica Food & Food stuff, è il Gruppo Nestlè che ha fatto dell’attività di Ricerca & Sviluppo la sua principale fonte di vantaggio competitivo: nel corso dell’ultimo anno ha depositato 68 domande di brevetto, circa 210 pubblicazioni e 223 contratti scientifici esterni. Proprio nel 2009 Nestlé è risultata nell’elenco dei primi 100 innovatori pubblicato dal WIPO e prima fra le imprese del settore. Mediamente la multinazionale deposita 250 brevetti l’anno e gestisce un portafoglio di circa 20.000 brevetti. In Europa, tra il 1999 e il 2008, l'Ufficio Europeo Brevetti - EPO, ha pubblicato 6.457 domande di brevetto, con una variazione media annua del + 6,5%, che testimonia un trend costante di crescita del settore. In Italia il mercato non raggiunge le dimensioni degli altri paesi europei a causa soprattutto della "dieta mediterranea" che ha limitato la diffusione di patologie legate a un'errata alimentazione e a scorretti stili di vita. Tuttavia negli ultimi anni si è registrato un crescente consumo di prodotti rientranti nella categoria dei funzionali, soprattutto latticini. Per il nostro paese, sempre nel periodo 1999-2008, l'EPO ha pubblicato 185 domande di brevetto con richiedente nazionale. Il NordOvest risulta la macro area maggiormente attiva. Fra le principali imprese italiane titolari compaiono Sigma-Tau Healthscience, Indena, Biosalts, Hunza & C., Giuliani, Barilla, Ferrero, Sitia-Yomo.

Per maggiori informazioni scopri il servizio CI Materiali di CalabriaInnova in collaborazione con Material ConneXion Italia: www.calabriainnova.it


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MONDO STARTUP

TalentLab-spin-off: ecco le

GiPStech srl: localizzazione indoor basata sul campo geomagnetico

Tech4sea srl: : soluzioni per la meccatronica subacquea

Dtok Lab srl - Scalable Data Analytics: Soluzioni Cloud per l'analisi di big data

GiPStech rivoluziona il settore dell’indoor positioning e tutte le tecnologie collegate. Si tratta di un sistema di localizzazione indoor basato sul campo geomagnetico, preciso (ad 1 metro), economico (non necessita di alcuna infrastruttura) e affidabile (usa un segnale naturalmente presente negli edifici).

Tech4sea mira alla progettazione, sviluppo e commercializzazione di soluzioni innovative legate al mondo della meccatronica subacquea con particolare riferimento allo sviluppo di bracci manipolatori per il settore della robotica sottomarina e di elettroutensili per il settore degli OTS (Operatori Tecnici Subacquei).

Dtok Lab propone un sistema innovativo ad alte prestazioni per l’analisi di Big Data nel settore business, in grado di analizzare grandi quantità di dati e informazioni in modo efficiente utilizzando tecnologie Cloud. L’innovazione principale del sistema è un algoritmo scalabile per parallelizzare applicazioni di data analysis espresse come workflow complessi.

Ateneo:

Ateneo:

Ateneo:

Spin-off dell’Università della Calabria (Cs)

Spin-off dell’Università della Calabria (Cs)

Spin-off dell’Università della Calabria (Cs)

Team proponente:

Team proponente:

Team proponente:

Gaetano D’Aquila, Giuseppe Fedele, Giuseppe Cutrì, Matteo Faggin

Maurizio Muzzupappa, Loris Barbieri, Fabio Bruno, Alessandro Gallo, Francesco Spadafora, Daniele Galati

Paolo Trunfio, Fabrizio Marozzo, Eugenio Cesario, Domenico Talia

Info:

Info:

Info:

www.gipstech.com - info@gipstech.com

www.tech4sea.it - info@tech4sea.it

www.dtoklab.com - info@dtoklab.com

GreenDEA srls: sistema computazionale distribuito

Research New Technologies - DNMP srl: energia rinnovabile per tutti

GreenDEA si propone di rispondere alle esigenze di coloro che hanno bisogno di grandi risorse computazionali per svolgere le proprie attività (ad es. grafici o architetti). L’idea di base è quella di creare una rete peer to peer in cui, grazie alla cooperazione tra utenti, si possa ottenere un notevole risparmio di tempi, costi ed energia.

L’obiettivo di Research New Technologies – DNMP è l’ideazione di sistemi di generazione di energia da fonti rinnovabili alla portata di tutti. In particolare si occupa di applicare agli usi domestici le migliori tecnologie di recupero e generazione energetica.

GalaScreen srl: vicini ad ogni donna che diventa mamma GalaScreen offre prodotti e servizi per le mamme in allattamento tesi al miglioramento della qualità della vita e al potenziamento dell’efficacia dei sistemi sanitari e di prevenzione antitumorale. Attraverso alcuni dispositivi medicali sarà possibile analizzare il latte materno per individuare l’insorgenza della montata lattea, migliorare la nutrizione neonatale e tutelare la salute del bambino e della mamma.

Ateneo:

Ateneo:

Ateneo:

Spin-off dell’Università della Calabria (Cs)

Spin-off dell’Università della Calabria (Cs)

Spin-off dell’Università della Calabria (Cs)

Team proponente:

Team proponente:

Team proponente:

Elio Masciari, Nunziato Cassavia, Marianna Pulice, Sergio Flesca

Clara Nino, Antonino Morabito, Luigi De Napoli, Andrea Perrone

Erika Cione, Roberto Cannataro, Maria Cristina Caroleo, Mariarita Perri, Ida Francesca De Luca

Info:

Info:

Info:

www.greendea.net - masciari@greendea.net

clara-nino@hotmail.it

erika.cione@unical.it


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12 nuove imprese spin-off calabresi Devices

Nanosilical devices srls: produzione di sistemi multifunzionali nanostrutturati

PhytoCal srl: processi di estrazione e formulazioni originali da piante officinali

Smarts srl - Smart Agent: nuove frontiere per le telecomunicazioni

Nanosilical Devices propone dispositivi innovativi nanotecnologici a supporto delle terapie oncologiche. Lo spin-off sviluppa nuovi veicoli utilizzabili nella terapia oncologica mirata, finalizzati a minimizzare l'esposizione dei tessuti sani ai farmaci antineoplastici, rilasciando il chemioterapico direttamente all’interno delle cellule tumorali.

PhytoCal opera nell’ambito della ricerca, sviluppo e produzione di derivati naturali di alta qualità, applicando le più recenti innovazioni tecnologiche all’estrazione dei principi attivi da piante officinali autoctone e di rilevante interesse economico per la regione Calabria.

Smarts opera nel campo della telefonia mobile al fine di ridurre i costi di utilizzo e di gestione della rete. Attraverso lo sviluppo di un’app che misura i KPI (Key Performance Indicator) di rete si potranno individuare eventuali disservizi e localizzarli geograficamente.

Ateneo:

Ateneo:

Ateneo:

Spin-off dell’Università della Calabria (Cs)

Spin-off dell’Università della Calabria (Cs)

Spin-off dell’Università Mediterranea (Rc)

Team proponente:

Team proponente:

Team proponente:

Luigi Pasqua, Antonella Leggio, Catia Morelli

Michele Crudo, Filomena Conforti, Maria Valentina Martino

Silverio Carlo Spinella, Stefano Yuri Paratore, Giuseppe Araniti, Antonio Iera, Antonella Molinaro, Giuseppe Ruggieri, Silverio Carlo Spinella

Info:

Info:

Info:

l.pasqua@unical.it

michelecrudo@virgilio.it

silverio.spinella@gmail.com

HWA srl - SenSea: piattaforma di prototipazione elettronica

Reclife srl – MyCultuREC: nuove forme di esperienza per i beni culturali

Beautiful Mind srl: tecnologie per l’apprendimento nella disabilità

Una rivoluzione nel campo dell’elettronica è Nanosense: una piattaforma hardware/software riconfigurabile che permette ai non-sviluppatori di creare sistemi elettronici e automazioni in modo facile e veloce anche senza avere competenze specifiche in elettronica o in linguaggi di programmazione.

Reclife rivoluzionerà l’attuale gestione degli spazi culturali, sia per i gestori sia che per i visitatori. Si tratta di un sistema che interagisce con una rete hardware-software e una piattaforma web che consentirà di creare una banca dati multifunzionale, in grado attivare più servizi utili alla gestione degli spazi museali e all'organizzazione dell'offerta culturale.

Beautiful Mind ha l’obiettivo di mettere a disposizione dell’universo disabilità le risorse offerte dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Grazie alla rimozione delle barriere comunicative, i ragazzi disabili, le loro famiglie, gli educatori, i medici i terapisti collaboreranno con facilità fra di loro e con l’ambiente che li circonda.

Ateneo:

Ateneo:

Ateneo:

Spin-off dell’Università Mediterranea (Rc)

Spin-off dell’Università Mediterranea (Rc)

Spin-off dell’Università della Calabria (Cs)

Team proponente:

Team proponente:

Team proponente:

Massimo Merenda, Antonella Macheda, Francesco Della Corte, Francesco Iero

Gianluca Lipari, Claudio De Capua, Domenico Ursino, Maria Carla Lugarà, Domenico Rositano

Vincenzo Corvello, Adamo Bosco, Simona Bruno, Valentina Caputi, Emilia Mannarino

Info:

Info:

Info:

www.senseame.com - info@senseame.com

www.myculturec.com - info@myculturec.com

vincenzo.corvello@unical.it


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VETRINA DELLA RICERCA

Proprietà industriale: dai tre atenei regionali nuove soluzioni per le imprese Rubrica a cura del team Valorizzazione della Ricerca – ricerca@calabriainnova.it

Il processo di valorizzazione dei risultati dell'attività di ricerca scientifica si articola anche attraverso la tutela della proprietà industriale. Il brevetto consente, infatti, di focalizzare il risultato di una ricerca scientifica e di presentarlo sul mercato di riferimento. Di seguito sono presentati tre dei molti risultati della ricerca sviluppati negli atenei calabresi e valorizzati sotto forma di brevetto. Tre storie differenti per tre campi di applicazione diversi. Tre scoperte che descrivono soluzioni innovative in grado di risolvere specifici problemi nei campi dei materiali, della biomedicina e delle energie rinnovabili.

UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA

Nuove frontiere del solare termodinamico Gli impianti solari termodinamici convertono l’energia delle radiazioni solari in energia elettrica, attraverso tecniche di concentrazione. In particolare in questi impianti alla fase di captazione dell’energia solare viene aggiunto un ciclo termodinamico per la trasformazione dell’energia termica in elettrica, tramite un gruppo turbina a vapore più alternatore. Di recente l’Università della Calabria ha espresso le proprie competenze in questo settore, depositando una domanda di brevetto per un impianto solare termodinamico a collettori parabolici lineari, che utilizza l’aria atmosferica come fluido termovettore. Proprio quest’ultimo aspetto rappresenta l’innovatività del sistema ideato rispetto agli impianti solari termodinamici già esistenti. Questi, infatti, necessitano di olio o miscele di sali fusi come fluido termovettore ed utilizzano il ciclo Rankine per far funzionare una turbina a vapore e produrre elettricità. Il sistema proposto dai ricercatori dell’Università della Calabria, invece, si basa sull’utilizzo del ciclo Joule-Brayton per produrre energia elettrica e sull’uso dell’aria come fluido termovettore: prelevata direttamente dall’ambiente, l'aria viene inviata ad un compressore e quindi al campo di collettori per il suo riscaldamento ad opera della radiazione solare. Il brevetto rappresenta dunque un notevole avanzamento per la tecnologia degli specchi parabolici lineari SEGS (Solar Eletric Generating System), riguarda le energie rinnovabili derivanti da tecnologie a media e alta temperatura e si basa su sistemi a concentrazione parabolici lineari o puntuali. I SEGS vengono usati per focalizzare i raggi solari su un lungo tubo ricevente posizionato lungo la linea dei concentratori e trasferire l’energia del sole a un fluido portatore di calore che nella fattispecie è l’aria.


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Il brevetto dell’Università della Calabria, che vede come inventori il professor Valerio Marinelli e il ricercatore Vittorio Ferraro, mette in luce le competenze di eccellenza sviluppate dal DIMEG-Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale. In particolare, il gruppo di ricercatori ha all’attivo una serie di linee di ricerca di base e applicata nel campo energetico che riguardano i settori dell’analisi termodinamica dei processi energetici e del loro impatto ambientale, dell’energetica, della conversione, dell’utilizzo e della gestione dell’energia, delle fonti energetiche rinnovabili e non, delle proprietà termofisiche dei materiali, della trasmissione del calore e della termo-fluidodinamica applicata a misure e regolazioni. UNIVERSITÀ MAGNA GRÆCIA

Biomedicale: la sfida dei sensori innovativi intelligenti Nel campo medicale, il mercato dei nano-processori biocompatibili è di fronte a una grande sfida: prolungare la vita dei dispositivi utilizzati per gli impianti. Infatti, il mercato globale delle tecnologie di sensori per la medicina aumenta proporzionalmente all’insorgere di malattie croniche e all’aumento della vita media della popolazione. Per questo motivo sono sempre più richiesti sensori impiantabili in grado di ripristinare funzioni vitali, fare diagnosi precise e somministrare farmaci ad hoc. In particolare per un corretto funzionamento dei sensori integrati è necessario realizzare architetture in grado di interagire con i sistemi biologici. All’Università Magna Græcia di Catanzaro il gruppo di ricerca del professore Antonino Fiorillo lavora nel campo dello sviluppo di sensori per l'acquisizione e l'elaborazione di segnali di interesse biomedico. Negli ultimi anni ha sviluppato una nuova metodologia capace di ampliare le potenzialità dei sensori, pur mantenendo le funzionalità e aumentando le prestazioni. Il brevetto è focalizzato sull’utilizzo delle zeoliti (materiale nano-poroso) per trasformare l’energia meccanica e termica in energia elettrica per il funzionamento di un sistema biologico. Nonostante in letteratura siano presenti molteplici tecniche di deposizione delle zeolite, è ancora difficile realizzare strati uniformi in modo semplice, rapido, a basso costo e, soprattutto, compatibile con la tecnologia di produzione di circuiti microelettronici integrati. Il metodo di deposizione proposto nel brevetto, avviene attraverso il coinvolgimento di un veicolo organico (olio vegetale) che garantisce la coesione tra i materiali, senza modificare le proprietà della zeolite né interferire con il corretto funzionamento dei sensori integrati. Il rivestimento diventa in questo modo “attivabile” in funzione delle applicazioni del dispositivo elettronico finale.

UNIVERSITÀ MEDITERRANEA

Metodi innovativi per la produzione di materiali inorganici Le aziende del settore chimico hanno a disposizione un metodo innovativo ed economico per produrre materiali inorganici di sintesi. Grazie infatti alle ricerche condotte dalla ricercatrice Patrizia Frontera del Dipartimento di Ingegneria Civile, Energia, Ambiente e Materiali (DICEAM) dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, è stato possibile sviluppare un metodo innovativo di sintesi di un materiale a base silicica, la zeolite ZSM-5. Le zeoliti, minerali cristallini costituiti da tetraedri di silicio e alluminio, furono scoperte dallo studioso svedese Cronstedt che coniò il termine zeolite “pietra che bolle”, poiché riscaldandole sembravano bollire per effetto dell’evaporazione dell’acqua contenuta nei pori. L’elenco delle possibili applicazioni delle zeoliti è lungo e vario. Ad esempio: possono essere adoperate in letti adsorbenti per il controllo dell’inquinamento di aria o acqua, o come catalizzatori in reattori chimici, o ancora come scambiatori cationici nei detersivi per l’abbattimento della durezza dell’acqua. Sono inoltre utilizzate per la produzione di fertilizzanti, nelle marmitte catalitiche per migliorarne il potere disinquinante, come trasportatori di farmaci e come additivi nel confezionamento dei cementi. Il metodo sviluppato dall’ingegnere Frontera, insieme al Prof. Fortunato Crea dell'Università della Calabria è stato tutelato da un brevetto internazionale e prevede l’uso di reagenti a basso costo e condizioni di sintesi blande (pressione atmosferica o autogenerata in autoclave e temperatura non oltre i 200°C). Tale aspetto è estremamente importante per le multinazionali produttrici di materiali inorganici di sintesi che processano volumi di reagenti dell’ordine delle centinaia di tonnellate all’anno.

Zeolite naturale


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NEWS DA APRE

Rubrica a cura dello Sportello APRE Calabria – Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea - aprecalabria@calabriainnova.it

Lo SME Instrument, una nuova opportunità per le imprese italiane Ambiente, Energia, Trasporti, materiali, ICT, biotecnologie, nanotenologie, infrastrutture, sicurezza alimentare: questi tutti i settori di interesse europeo per potenziare la crescita delle nostre imprese. Dall’Unione Europea, infatti, arriva una grande opportunità per le piccole e medie imprese: lo SME Instrument, uno strumento che sostiene l’innovazione di prodotto delle PMI europee. Le nostre aziende possono mettersi in gioco presentando progetti di innovazione tecnologica che siano di forte impatto e ben contestualizzati nei mercati europei. È costituito da tre fasi che seguono l’intero ciclo innovativo di un progetto: dalla valutazione della fattibilità allo sviluppo del prototipo, fino alla fase della commercializzazione. La prima fase è rivolta alla valutazione del potenziale economico-commerciale dell’idea progettuale, la seconda è rivolta alla realizzazione del progetto: dalla realizzazione dell’idea progettuale allo sviluppo di nuovi prodotti, servizi o tecnologie innovative, pronti per essere commercializzati. La terza fase prevede un sostegno per facilitare l’immissione sul mercato del prodotto o processo innovativo. Le call (bandi) dello SME sono in genere organizzate con quattro scadenze per anno. La Commissione Europea periodicamente pubblica la lista delle aziende che otterranno il finanziamento per la fase 1 dello strumento. Ad oggi sono state presentate 4.610 proposte con il coinvolgimento di imprese provenienti da 21 paesi. La call con scadenza a giugno 2014 ha già finanziato 155 imprese, mentre le proposte inviate con scadenza al 24 settembre sono ancora in fase di valutazione. Per migliorare l’efficacia delle proposte la UE segnala le maggiori criticità riscontrate nelle candidature: spesso le proposte presentate non spiegano adeguatamente il potenziale innovativo rispetto allo stato dell’arte, così come non sono ben esplicitati gli obiettivi target che si intendono raggiungere. Inoltre, in molte delle proposte rigettate, gli obiettivi richiesti dal topic non sono adeguatamente sviluppati e si tralascia l’impatto in scala europea in termini di risultati e benefici. La prossima scadenza per la Fase 1 dello SME Instrument è prevista per il 17 Dicembre 2014. Le aziende calabresi che vogliono partecipare possono fare riferimento allo Sportello APRE Calabria e richiedere maggiori informazioni. La lista dei beneficiari è disponibile sul sito dell’EASME al seguente link: http://ec.europa. eu/easme/sme/beneficiaries_en.htm Distribuzione per Stato dei progetti presentati alla prima fase dello SME (giugno 2014)


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La nuova squadra alla guida dell’Europa "Creazione di posti di lavoro, protezione sociale, confini sicuri e sicurezza energetica: non solo aspettative ma bisogni da soddisfare in tutti gli stati membri d’Europa". Con queste parole Jean-Claude Juncker presenta la sua squadra vincente costituita da sette Vicepresidenti, una commissione che serve per affrontare le sfide che l’Europa ha di fronte. Si parte dall’olandese Frans Timmermann che ricopre il ruolo di vicepresidente e di responsabile per la qualità della legislazione, le relazioni inter-istituzionali, lo Stato di diritto e la carta dei diritti fondamentali. Il Bilancio e le risorse umane saranno gestiti dalla bulgara Kristalina Georieva; l’estone Andrus Ansip sarà il Vicepresidente per il Mercato unico del digitale; la slovena Alenka Bratusek sarà Vicepresidente per l’Unione dell’energia; il finlandese Jyrki Katainen Vicepresidente per l’Oc- Jean-Claude Juncker, nuovo Presidente della Commisione Europea cupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività. L’euro e il dialogo sociale saranno gestiti dalla Vicepresidenza del lettone Valdis Dombrovskis, mentre l'Alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza sarà l’italiana Federica Mogherini. In seguito all'approvazione del Parlamento, la Commissione verrà ufficialmente nominata dal Consiglio europeo secondo l'art. 17, paragrafo 7 del Trattato dell’Unione Europea e si insedierà ufficialmente.

Agenda Europa In occasione del semestre europeo della Presidenza italiana sono molteplici gli eventi in svolgimento. Di seguito alcuni di quelli previsti per il mese di dicembre. 9-11 Dicembre 2014, Genova CPEXPO e Security Research Event 2014 La Regione Liguria promuove l’organizzazione dell’evento CPExpo 2014 finalizzato alla promozione delle tecnologie e delle imprese operanti nel settore della “Secure Society”. L’evento sarà ospitato negli spazi espositivi dei Magazzini del Cotone presso il Porto Antico di Genova. L’evento è promosso dalla Regione Liguria in collaborazione con il Ministero della Difesa ed il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Ministero degli Interni, il Distretto tecnologico SIIT, l’Università di Genova, il CNR ed il Distretto Tecnologico DLTM. Maggiori informazioni sul sito www.cpexpo.it. 10-11 Dicembre 2014, Roma SET-Plan Conference Dal 10 all’11 dicembre Roma ospiterà la conferenza annuale sull'European Strategic Energy Technology Plan. L’evento, organizzato da ENEA, si terrà presso l’Auditorium Antonianum e sarà l’occasione per fare il punto sui progressi che l’Europa sta facendo nello sviluppo e nel lancio sul mercato delle tecnologie energetiche a bassa emissione di carbonio. La registrazione online è disponibile sul sito www.setplan2014.it 11-13 Dicembre 2014, Roma Sixth International Conference on Regenerative Surgery L’evento è organizzato da ART e Università di Roma Tor Vergata, con il patrocinio di APRE. Il programma e i dettagli al seguente link www.regenerativesurgery.it. Partecipazione della Svizzera come paese partner in Horizon 2020 Lo status di partecipazione della Svizzera a Horizon 2020 è stato aggiornato. La firma del contratto è prevista per la fine di dicembre 2014 e si applica retroattivamente a proposte presentate a partire dal 15 settembre 2014. IRAP costo eleggibile in Horizon 2020? La UE ha riesaminato l'eleggibilità dell'IRAP ai fini della determinazione dei costi del personale, confermando la non eleggibilità dell'Imposta sul Reddito per le Attività Produttive anche in Horizon 2020.


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STORIE D'INNOVAZIONE

Innovazione continua: il caso di Applicon di Giada Cadei

Fin dalla sua nascita CalabriaInnova si è posta l’obiettivo di creare in regione un ecosistema favorevole alla nascita e allo sviluppo delle imprese, all’insegna dell’innovazione tecnologica. Giunti verso la conclusione di un primo ciclo di attività, era doveroso chiedersi quanto quest’affermazione si fosse tradotta in realtà, partendo dal riscontro di quanti hanno sin qui beneficiato dei servizi offerti: imprenditori, startupper, inventori e ricercatori, target d’elezione del progetto. Il caso di AppliCon srl, spin-off dell’Università della Calabria, e del rapporto creato con CalabriaInnova nel tempo si rivela in questo senso interessante. Incontriamo l’ingegnere Marco Lupia, uno dei quattro soci dell’azienda, collaboratore presso il Dipartimento di Ingegneria Informatica, Modellistica, Elettronica dell’Università della Calabria che, assieme al professore Alessandro Casavola e agli ingegneri Gianni Cario e Gianfranco Gagliardi, ha creato questa piccola ma dinamica realtà. Qual è il core business della vostra azienda? AppliCon è una società di engineering che si dedica alla progettazione e allo sviluppo hardware/software di sistemi embedded a microprocessore per esigenze di comunicazione, monitoraggio e controllo remoto, con particolare riguardo alle applicazioni in ambiente sottomarino. Abbiamo recentemente sviluppato e stiamo commercializzando SeaModem, il primo modem acustico interamente italiano, che consente la comunicazione digitale fra due o più veicoli sottomarini o subacquei e la barca d’appoggio. Il nostro prodotto è stato acquisito e utilizzato per scopi di ricerca scientifica da varie università, tra cui quelle di Firenze e di Tallinn (Estonia) e dal Centro di Ricerche Marine della NATO di La Spezia. Quali sono state le vostre esperienze con CalabriaInnova? Il primo intervento ci ha consentito di sostenere lo sviluppo di un brevetto di cui siamo inventori: si tratta di un sistema di sicurezza “anti-pallonata” che, inserito nei normali giubbotti gonfiabili dei subacquei evita le risalite incontrollate, riducendo quindi il rischio di embolie polmonari. Grazie al bando Attiva l’Innovazione ci siamo potuti concentrare sulla pre-industrializzazione e lo sviluppo del prototipo, utilizzando le competenze di uno spin-off dell’Università di Firenze,

Il team di Applicon

SeaModem, modem per applicazioni sottomarine sviluppato da Applicon


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specializzato nella progettazione meccanica. Con questo tipo di sostegno abbiamo potuto lavorare a una linea di business che altrimenti sarebbe progredita molto più lentamente. Sempre tramite Attiva l’Innovazione ci siamo proposti come fornitori di servizi e consulenza per un’importante azienda calabrese del settore delle acque minerali che imbottiglia l'Acqua Minerale Sorbello. Per loro stiamo realizzando un sistema di monitoraggio continuo delle sorgenti, misurando in tempo reale alcune proprietà dell’acqua. L'azienda pone molta attenzione alla qualità del prodotto e ci ha chiesto di realizzare un sistema di controllo da remoto che, mediante una rete di sensori, ne analizzerà le caratteristiche durante l’intero percorso (dalle sorgenti naturali, attraverso le condotte, sino all'imbottigliamento) e in qualunque periodo dell'anno, anche solo consultando i parametri dal telefono cellulare. Questo assicurerà costantemente la migliore qualità del prodotto.

le imprese che cercano competenze specialistiche, alla consulenza per l’avvio di startup. Inoltre, ha saputo affiancare ai propri servizi degli strumenti di sostegno finanziario adeguati e di facile accesso. Un’ottima realtà che ci ha aiutato a entrare in contatto con un’importante impresa che altrimenti non avremmo conosciuto e un vantaggio per l’impresa la stessa, che altrimenti si sarebbe rivolta fuori regione, alla ricerca di quanto esisteva proprio vicino a casa sua. Il sostegno fornito ad AppliCon rappresenta alcune delle potenzialità di CalabriaInnova. L’augurio è di poterle esprimere tutte compiutamente e di continuare a far evolvere l’ecosistema dell’innovazione calabrese, sostenendo le competenze, i talenti e le passioni con servizi e strumenti a valore aggiunto, che generino ricchezza e ricadute per il territorio.

Quale invece la vostra esperienza con i Talent Lab, i laboratori per lo sviluppo d’imprese innovative, e il servizio CI-Materiali? Con una compagine leggermente diversa e un’idea nuova abbiamo partecipato alla prima fase del TalentLab - startup: un ciclo didattico di assistenza, consulenza one-toone e formazione sulla cultura d’impresa, l’acquisizione di finanziamenti, la proprietà brevettuale. Abbiamo così approfondito e messo a fuoco vantaggi e limiti della nostra proposta imprenditoriale. Sul fronte dei materiali innovativi, invece, abbiamo attivato i servizi di CalabriaInnova alla ricerca di ceramiche piezoelettriche, in grado di migliorare le performance del nostro modem acustico per trasmissione digitale sottomarina. Quali sono i principali vantaggi che avete ricavato dal rapporto con CalabriaInnova? CalabriaInnova dispone di personale specializzato in diversi settori di attività, davvero utili a chi vuole innovare i propri prodotti: dai servizi sulla brevettazione, a quelli sui materiali innovativi, al raccordo con

FeelHippo il robot subacqueo dell'Università di Firenze equipaggiato con il SeaModem di Applicon


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di Alessia Salamone PROGRAMMA FIXO: ASSUNZIONI PER I DOTTORI DI RICERCA TRA I 30 E I 35 ANNI Un’interessante opportunità per i dottori di ricerca di età compresa tra i 30 e i 35 anni. Nell’ambito delle misure di intervento previste dal programma FIxO Scuola&Università, infatti, è stato lanciato un avviso pubblico che ha l’obiettivo di incentivare l’assunzione di dottori di ricerca attraverso l’erogazione di contributi alle imprese che decideranno di stipulare contratti di lavoro subordinato a tempo determinato o a tempo indeterminato. La domanda di contributo potrà essere presentata unicamente attraverso la piattaforma dedicata al progetto fino al 31 dicembre 2014. Per saperne di più: http://bit.ly/1nA7Dtp DAL MISE 34 MILIONI DI EURO PER IL SETTORE ENERGIA Il MISE ha pubblicato il bando per l’assegnazione di risorse pari a 34 milioni di euro destinato ai migliori progetti di ricerca finalizzati all’innovazione tecnica e tecnologica nel settore elettrico nazionale ed energetico. Possono presentare proposte di progetto ed essere ammessi a beneficiare dei contributi le gradi imprese e le PMI, gli organismi di ricerca, i raggruppamenti temporanei e i consorzi ordinari. Le domande dovranno essere presentate entro il 17 novembre 2014. Per maggiori informazioni: www.finanziamentinews.it MATERIAL CONNEXION ITALIA, PARTE LA II EDIZIONE DI MCI CONTEST Material ConneXion Italia e Wired presentano la seconda edizione di MCI Contest, il concorso aperto a studenti e professionisti incentrato sull’innovazione materiale negli ambiti del design, dell’ingegneria, dell’architettura e della moda. L’oggetto del contest è: concept e idee per l’applicazione di materiali innovativi e sostenibili. I partecipanti dovranno sviluppare un progetto inedito che preveda l’applicazione di uno o più materiali tra quelli selezionati da Material ConneXion Italia. C’è tempo fino al 15 dicembre 2014 per presentare i progetti. Per partecipare: www.mcicontest.it CORPORATE, I NUOVI FINANZIAMENTI PER LE IMPRESE Le imprese italiane possono candidarsi a Corporate, l’agevolazione finanziaria riservata alle imprese già esistenti da almeno 3 anni. Si tratta di un finanziamento agevolato per progetti di sviluppo aziendale di almeno 1 milione di euro complessivi. L’agevolazione gratuita consiste nel rilascio della garanzia dell’80% tramite il fondo di garanzia statale MCC e ISMEA e un mutuo del 100% a tassi convenzionati. Per partecipare è necessario che la situazione aziendale di bilancio sia sana e che il business plan dimostri validità economico-finanziaria con prospettive di sviluppo per il territorio. Per altre informazioni e per compilare il form online: http://adobe.ly/1nrFRe5 FAST UP, IL PROGETTO CHE PREMIA LE MICROIMPRESE INNOVATIVE Sei un artista, uno scrittore, un designer, un innovatore e hai un’idea geniale per una startup? Allora puoi rivolgerti a Eppela, il portale di crowdfunding tutto italiano che permette di creare un progetto, condividerlo con il proprio network e ottenere un finanziamento per realizzarlo. Per partecipare c’è tempo fino al 31 dicembre 2014. Per informazioni e iscrizioni: www.finanziamentinews.it

4-6 novembre 2014 – Dublino A DUBLINO IL WEB SUMMIT Web Summit è il contest inglese dedicato al mondo delle microimprese innovative. Quest’anno porterà a Dublino startup provenienti da tutto il mondo. Gli aspiranti imprenditori, infatti, sfileranno sul palco a suon di pitch alla ricerca di investitori e business angel che possano investire sui loro progetti innovativi. http://bit.ly/WJMWRY 5-8 novembre 2014 – Rimini A ECOMONDO SI PARLA DI GREEN ECONOMY La Fiera di Rimini ospiterà l’ottava edizione di EcoMondo, il grande appuntamento fieristico dedicato alle principali strategie europee e internazionali sull’eco-innovazione e la trasformazione dei rifiuti in risorse. La green economy è diventata un motore capace di incentivare il superamento dell’attuale fase economica ed EcoMondo contribuisce proprio ad approfondire le principali problematiche tecniche annesse alla gestione dei rifiuti nei settori industriali prioritari, la protezione e il ripristino ambientale, il trasporto sostenibile e le priorità tecnologiche delle smart cities. www.ecomondo.com 26-28 novembre 2014, Mestre NanotechItaly 2014 NanotechItaly 2014 esplora il ruolo trasversale e sinergico delle «Key Enabling Technologies - KETs» (nanotecnologie, micro-nanoelettronica, biotecnologie industriali, fotonica, materiali e sistemi avanzati di produzione) per lo sviluppo industriale. Rivolta a ricercatori, imprenditori, industrie, enti di ricerca, è la più importante conferenza sulle tecnologie abilitanti in Italia. www.nanotechitaly.it 27 novembre 2014 – Vicenza PREMIO MARZOTTO, VERSO LA FINALE Ultime battute per l’organizzazione della finale del Premio Marzotto, promosso e ideato dall’Associazione Progetto Marzotto volto a creare una piattaforma dedicata all’innovazione e fondata sul virtuoso connnubio tra capacità imprenditoriale e visione sociale. Una giuria di imprenditori composta da nomi importanti tra cui: Alberto Baban, Riccardo Illy e Gaetano Marzotto proclamerà il vincitore. Al migliore verrà consegnato un grant da 300.000 mila euro. www.premiogaetanomarzotto.it

Restart Calabria, Idee e persone che cambiano il futuro, è lo speciale di CalabriaInnova. CalabriaInnova è un Progetto Integrato di Sviluppo Regionale finalizzato a sostenere i processi di innovazione delle imprese calabresi, favorendo il trasferimento di tecnologie e conoscenze sviluppate dal sistema della Ricerca al mondo imprenditoriale. Restart Calabria è a cura del Team Comunicazione & Networking di CalabriaInnova In Redazione: Francesco Bartoletta, Giada Cadei, Valentina De Grazia, Alessia Salamone Hanno collaborato a questo numero: Monica Filice, Sonia Garieri, Teresa Granato, Luciana Milazzo, Teresa Scopelliti Per segnalazioni e info su Restart Calabria: comunicazione@calabriainnova.it

Area Industriale Benedetto XVI (Ex-Sir), Comparto 15, Padiglione F3 - 88046 Lamezia Terme (CZ) CalabriaInnova è una iniziativa di: Regione Calabria, Fincalabra S.p.A, AREA Science Park - Trieste


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attualità

Patto Territoriale Agrolametino, approvata la proposta di rimodulazione dei fondi: 1,7 milioni di euro per la realizzazione dell’Area Attrezzata Entro il 30 novembre 2014 il progetto al MISE per l’istruttoria finale

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onvocata dalla società Lameziaeuropa Spa, in qualità di Soggetto Responsabile del Patto Territoriale Agrolametino, si è svolta la riunione del Comitato Ristretto dei Soggetti Promotori del Patto Territoriale Agrolametino per discutere e deliberare sulla definizione della proposta di rimodulazione da trasmettere al Ministero dello Sviluppo Economico entro il 30 novembre 2014 ai sensi del Decreto del MISE n° 2397 del 25/6/2014 di autorizzazione alla rimodulazione delle risorse pari ad 1,7 milioni di euro rivenienti da rinunce e revoche del Patto Agrolametino. Il Presidente di Lameziaeuropa Marcello Gaglioti ed il dirigente Tullio Rispoli ad apertura dei lavori hanno illustrato il Documento di lavoro per il progetto di rimodulazione dei

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fondi del Patto Territoriale Agrolametino che riassume le determinazioni in merito assunte dai Soggetti Promotori per l’utilizzo delle risorse in occasione degli incontri del 31 luglio e del 6 agosto 2014 e l’esito degli incontri molto positivi e proficui realizzati il 25 ed il 30 settembre 2014 con Enti ed Associazioni che operano sul territorio lametino nel settore agroalimentare a cui hanno partecipato Fondazione Terina - Polo di Innovazione Filiere Agroalimentari di Qualità - Distretto Agroindustriale Nanofood - Distretto Agroalimentare di Qualità Lamezia - Distretto Rurale del Reventino - Casa dei Vini di Calabria - Associazione Città del Vino - Associazione Ave Lavoro - Parco Agricolo Calabria - Condotta Slow Food Lamezia. A conclusione dei lavori, il Comitato Ristretto dei Soggetti Promotori

del Patto Territoriale Agrolametino, all’unanimità, ha approvato la proposta illustrata da Lameziaeuropa di utilizzare le somme rivenienti da rinunce e revoche per un importo di Euro 1.736.026,09 già autorizzate per la rimodulazione dal Ministero dello Sviluppo Economico con Decreto n° 2397 del 25.06.2014, concentrando le stesse su un unico intervento infrastrutturale finalizzato alla realizzazione di un’Area Attrezzata Polifunzionale all’aperto con annessi spazi coperti da utilizzare in maniera integrata e coordinata insieme ad Enti e Soggetti che operano nel settore agroalimentare sul territorio lametino per la promozione di attività ed iniziative mirate alla valorizzazione dei prodotti agroalimentari e per l’erogazione attraverso piattaforme tecnologiche di servizi immateriali alle imprese del settore operanti


attualità

nell’Area del Patto Territoriale Agrolametino, ubicata all’interno dell’area Ex Sir di Lamezia Terme, location baricentrica rispetto a tutta l’area del Patto e strategica per lo sviluppo della Regione Calabria, su circa 50.000 mq immediatamente disponibili allo scopo di proprietà della Lameziaeuropa. E’ stato dato inoltre mandato alla società Lameziaeuropa spa, in qualità di soggetto responsabile del Patto Territoriale Agrolametino e quindi di Soggetto Proponente della proposta di rimodulazione, di predisporre tutta la documentazione tecnica necessaria per la presentazione del progetto infrastrutturale di rimodulazione al MISE entro il 30 novembre 2014, ai fini dell’avvio della fase di istruttoria ministeriale sulla base di quanto previsto dalla Circolare MISE del 28.12.2012 e di trasmettere alla Regione Calabria, Dipartimento Attività Produttive, le determinazioni assunte dal Comitato Ristretto dei Soggetti Promotori del Patto Territoriale Agrolametino riguardanti la proposta di rimodulazione dei fondi ai

fini della acquisizione del previsto parere favorevole della Regione Calabria da inviare al MISE. Il Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Catanzaro è stato scelto per il ruolo di Soggetto Attuatore dell’intervento infrastrutturale previsto. Ai lavori hanno partecipato per la Regione Calabria il consigliere regionale Mario Magno ed il dirigente del Dipartimento Ricerca ed Innovazione Emilio Mastroianni, per il Comune di Lamezia Terme gli Assessori Milena Liotta e Pino Zaffina, per la Camera di Commercio di Catanzaro il Vicepresidente Antonello Mauri che ha portato i saluti del Presidente Paolo Abramo impossibilitato a partecipare ai lavori, per Fincalabra spa il consigliere di amministrazione Marcello Martino, per l’Asicat il direttore generale Fabrizio

D’Agostino, per la CISL il Segretario Territoriale Catanzaro – Crotone – Vibo Valentia Domenico Zannino, per la CIA il presidente provinciale Mario Maiorana con delega anche del presidente regionale di Confagricoltura Alberto Statti impossibilitato a partecipare ai lavori, per la CNA il presidente territoriale di Lamezia Terme Fortunato Palmieri, per Lameziaeuropa spa oltre al presidente Gaglioti, il vicepresidente Daniela Tolomeo ed il dirigente Tullio Rispoli. •

Marcello Gaglioti

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attualità

Borsa del Turismo di Catanzaro, buyer internazionali e italiani apprezzano il territorio L

a terza edizione della Borsa del Turismo, in provincia di Catanzaro, ha confermato il successo riscosso negli anni passati. Il nuovo gruppo di buyer internazionali e italiani, specializzati nei settori più diversificati che compongono il mondo della ricettività (enogastronomia, agriturismo, turismo nei centri storici, balneare, montano, sportivo) hanno apprezzato la proposta catanzarese. Tante le esigenze e le domande, altrettante le qualificate risposte che il nostro territorio è stato in grado di offrire. Anche quest'anno alberghi, ristoranti, agriturismo, villaggi, musei, chiese, realtà produttive della provincia di Catanzaro, sono stati visitati e apprezzati dagli operatori turistici ospitati dal nostro Ente e provenienti da Russia, Germania, Olanda, Repubblica Ceca e Svizzera, ol-

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tre che dal nostro stesso Belpaese. L’obiettivo che la Camera di Commercio di Catanzaro (in collaborazione con l’Azienda Speciale PromoCatanzaro, TTG Italia e con il partenariato di Trenitalia Spa) si pone è di svelare le bellezze del nostro territorio a questi validi intermediari e, per loro tramite, raggiungere nutriti flussi di viaggiatori interessati a vivere esperienze nuove e autentiche, quali la nostra provincia è in grado di offrire. Lo scopo finale dell'operazione è di contribuire a incrementare l'economia locale, a partire proprio dal turismo e dal suo indotto, “semplicemente” valorizzando la nostra identità. Ad accogliere il nutrito gruppo di

professionisti del settore, nell’ambito di un incontro riservato agli operatori turistici locali che hanno aderito all’iniziativa e agli operatori dell’informazione, sono stati il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Paolo Abramo; il segretario generale dell’Ente, Maurizio Ferrara; il presidente di Promo Catanzaro, Raffaele Mostaccioli; la referente di TTG Italia Adriana Miori; la responsabile comunicazione dell’Ente camerale, Rosalba Paletta. «Abbiamo proposto – ha affermato il presidente Abramo a margine dell’incontro – un ulteriore, qualificato momen-


attualità to di vivacizzazione del nostro tessuto imprenditoriale con la Terza Edizione della Borsa del Turismo. Dalla ricettività, ai servizi, al commercio, all’agroalimentare, sono diversificati e molteplici i settori chiamati in causa da operazioni complesse come questa che, per il terzo anno consecutivo, poniamo in essere, certi che le occasioni di crescita e sviluppo per incrementare l'economia locale vadano ricercate e costruite in maniera accurata e seria, valorizzando non solo la domanda interna, ma anche quella internazionale. Questa iniziativa – ha proseguito Abramo – rientra in un più ampio quadro di attività di taglio promozionale che da più di dodici anni poniamo in essere, nel tentativo di costruire “occasioni” che ci auguriamo vengano sempre più concretamente colte e sfruttate dai protagonisti del tessuto economico provinciale. Le parole d’ordine restano sempre qualità, impegno, professionalità; senza tutto questo non c’è risultato che possa dirsi soddisfacente. Dico questo da istituzione, ma anche da imprenditore. Con queste premesse faccio il mio più sentito augurio di buon lavoro alle nostre realtà ricettiPaolo Abramo:

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Le parole d’ordine restano sempre qualità, impegno, professionalità; senza tutto questo non c’è risultato che possa dirsi soddisfacente»

ve – ha concluso il presidente dell’Ente Camerale – , nella speranza che possano costruire relazioni commerciali proficue in un quadro internazionale sempre più competitivo, esigente ed attento». Anche il segretario generale dell’Ente camerale Maurizio Ferrara ha commentato l’iniziativa affermando che «dopo diversi mesi di lavoro, che hanno impegnato gli Uffici camerali in una minuziosa attività organizzativa, abbiamo proposto alle imprese del territorio una iniziativa che ci auguriamo possa dare nei mesi a venire i frutti attesi in fatto di crescita e sviluppo. Questa Terza edizione della Borsa – ha precisato Ferrara – mostra come, per ottenere un risultato apprezzabile e tangibile, bisogna perseverare con impegno nella direzione prescelta, che per noi, in questo caso, è quella di aiutare le nostre imprese ad aprirsi al mercato internazionale, crescendo in professionalità. A guidarci è una certezza – ha concluso Ferrara –: i risultati potranno toccarsi con mano grazie ad una strategia pubblico-privata sempre più coesa». Il Presidente dell’Azienda Speciale PromoCatanzaro Raffaele Mostaccioli ha inoltre commentato: «Siamo soddisfatti di questo nuovo e ulteriore tassello,

posto nel mosaico al quale lavoriamo da tempo, che vorremmo disegnasse alla fine un territorio più forte e maturo, convinto delle sue potenzialità e capacità, consapevole dei propri limiti, ma volenteroso e attrezzato per superarli. Lo scorso anno abbiamo avuto un riscontro encomiabile, basti citare l’esempio di una struttura che da 70 presenze in un dato periodo è passata l’anno successivo, nello stesso periodo, a oltre 5000, proprio grazie ad un contatto commerciale stabilito e poi sviluppato nel corso della seconda edizione della Borsa del Turismo. Quest’anno, a Borsa appena conclusa, possiamo già dire che una struttura della costa catanzarese ha chiuso un contratto per il prossimo imminente autunno per ospitare 150 turisti russi. Sono numeri che per un’economia sofferente come la nostra non possono che significare una boccata di ossigeno. Speriamo si possa continuare sulla strada intrapresa – ha concluso Mostaccioli – e ottenere sempre migliori risultati per il nostro territorio». I buyer, dal canto loro, pur sottolineando le oggettive difficoltà logistiche, legate ai trasporti e alla carenza di adeguate infrastrutture che alcuni di loro si sono trovati ad affrontare, hanno mostrato grande interesse per l’itinerario proposto, che ha compreso: il mare e la montagna, l’enogastronomia ed il paesaggio, il nostro inaspettato patrimonio artistico e soprattutto i nostri centri storici, di cui non si stancano di sottolineare il grande valore antropologico, autentico e ancora integro, da cui ogni anno rimangono rapiti. •

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Ripensare il sistema turistico della “Costa degli Dei” Il Consiglio direttivo della Sezione Turismo di Confindustria Vibo Valentia ragiona su come aggredire le criticità di Maurizio Bonanno

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aciata dalla natura, che le ha regalato bellezze straordinarie, baciata dalla storia, che le ha lasciato in eredità beni eccezionali, la Provincia di Vibo Valentia possiede un tesoro unico che può trasformarsi in ricchezza e sviluppo per l'intero territorio. Proprio per questo, abbiamo il dovere di ripensare il sistema turistico della “Costa degli Dei”, in una contingenza economica difficile come quella attuale. Con questo obiettivo il Consiglio Direttivo della Sezione Turismo di Confindustria Vibo Valentia, ha avviato una sessione di lavoro con l’intento di individuare e successivamente aggredire le

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criticità che emergono dall’analisi della situazione in cui versa il tratto di costa vibonese. Tra gli elementi negativi - è stato quindi evidenziato - emergono la generale riduzione delle tariffe di soggiorno che diventano quasi non remunerative; la riduzione del numero di visitatori e della durata media di soggiorno; l’indice di gradimento che si concretizza in bassa e media stagione ed, infine, l’abbassamento della qualità media del visitatore. Secondo i componenti il direttivo della sezione Turismo, “tali criticità sono da un canto il frutto di una pluriennale dissennata incapacità politica

di elaborare efficaci strategie di promozione e commercializzazione del “prodotto Calabria”, dall’altro sono provocate dalla protratta incuria prestata agli attrattori turistici che hanno fatto della permanenza in Calabria una suggestiva quanto emozionante esperienza per un target assai ampio di viaggiatori. Il Consiglio Direttivo ha perciò ritenuto che, anche se fossero in ottime condizioni (ed è sotto gli occhi di tutti che non è così), risulterebbero comunque inefficaci le sole potenzialità espresse dagli attrattori storici della nostra costa, ovvero la fruizione delle bellezze naturalistiche, paesaggistiche e soprattutto della risorsa mare. «È tempo di destinare gli sforzi collettivi – ha dichiarato il presidente della sezione turismo di Confindustria Vibo Valentia, Giuseppe Macrì – nell’individuazione di nuovi attrattori che tengano conto principalmente della valorizzazione degli “asset” storici, basti pensare all’ottenimento di “vele” o “bandiere” che significherebbe di fatto risanare il tratto di costa vibonese ren-


attualità dendolo realmente godibile alla balneazione, all’individuazione ed al riconoscimento di “siti di interesse” attraverso la valorizzazione del patrimonio storico/culturale con il supporto ed il coinvolgimento del FAI e di Italia Nostra, la creazione di un circuito di qualità della ricettività che preveda l’adozione di una carta dei servizi al turista (certificata da marchi di qualità o attestazioni espresse da valutatori indipendenti internazionali) e l’integrazione dei differenti prodotti turistici di cui dispone il territorio (gastronomia, benessere, cultura, religione, sport, ecc.)». «Diviene imperativo – aggiunge – lavorare concretamente ad una pianificazione strategica complessiva, capace di utilizzare strumenti operativi efficaci, quali la sottoscrizione di partenariati tra pubblico e privato per il migliore utilizzo delle risorse europee; la pianificazione concordata dei tributi locali destinati al miglioramento complessivo dell’attrattività del sistema turistico e la costituzione di reti d’imprese. Crediamo che tutto ciò debba avvenire mettendo a sistema i contributi che possono provenire sia dai soggetti istituzionali, in primis i sindaci dei Comuni ad alta intensità turistica, che invitiamo ad adottare, in sinergia con gli operatori turistici, Piani Turistici d’Area Sovracomunali, sia dal coinvolgimento fattivo di partners privilegiati quali Diocesi, CONI, Slow Food, AIAB ed associazioni ambientaliste». «Ripensare la Costa degli Dei – conclude il presidente Macrì – significa rendere forte, identificabile e concorrenziale la nostra offerta turistica in un panorama internazionale, dove la dura competizione tra località/emozioni/ esperienze turistiche, rischia di vedere soccombere la pluriennale popolarità che ha reso, fino a pochi anni addietro, questo tratto di costa calabrese una tra le mete turistiche più ambite». Un appello ad unire le forze, quello

del presidente della sezione Turismo, che è stato accolto con favore non solo dagli addetti ai lavori, quanto soprattutto da quei raggruppamenti ed associazioni il cui coinvolgimento rappresenta la vera novità. «Piace l'idea di Confindustria Vibo Valentia che punta a rilanciare il brand Costa degli Dei coinvolgendo anche e soprattutto quanti in maniera volontaristica si impegnano a valorizzare le bellezze del nostro territorio», è stata, ad esempio, la risposta, come si suol dire a stretto giro di posta, data dalla delegazione FAI di Vibo Valentia. Altri semplici cittadini hanno con-

cordato con l’idea di Confindustria specificando quanto, a loro dire, dovrebbe essere fatto nell’immediato: «Depurazione delle acque, raccolta differenziata dei rifiuti, potatura, obbligatoria ed a carico dei proprietari, delle siepi lungo le strade provinciali e rifacimento della segnaletica stradale». Ed ancora: «Pulizia delle spiagge, rivisitazione delle concessioni demaniali a lidi e strutture per una migliore e più efficace riorganizzazione dei servizi da offrire ai turisti». Queste alcune della proposte rilanciate: è arrivato, per la Costa degli Dei, il momento della svolta? •

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attualità

Genesi di un nome. Ma i problemi sono altri S di Maurizio Bonanno

e l’idea di Confindustria piace trovando tutti concordi, tale sintonia unanime si spezza a proposito proprio del nome: Costa degli Dei. In effetti, si tratta di una denominazione abbastanza recente, tra l’altro non a tutti gradita; soprattutto un gruppo di cosiddetti “intellettuali” che qualche tempo fa, attraverso i quotidiani locali, lanciarono una polemica, pretestuosa quanto accademica, ma comunque pericolosa per il rischio, nascosto ma possibile, di innescare una sciocca guerra di bieco campanilismo. Questo gruppo, in verità assai ristretto di persone, autodefinitisi “intellettuali”, ha cominciato a chiedersi per colpa (o merito) di chi, come, quando e perché fosse stato coniato il nome “Costa degli Dei”: penso di avere il dovere di fare una ricostruzione storica di questo concepimento, essendone in qualche modo corresponsabile. C’è un antefatto che, per meglio comprendere la genesi di questo nome, deve essere raccontato: è una vicenda personale che avevo conservato tra i miei più intimi ricordi, ma che ora devo necessariamente rivelare. Ero un semplice studente liceale, quando, nell’aprile del 1976, nella stesu-

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attualità ra di una tesina sullo sviluppo turistico del Vibonese, i compagni di classe individuarono nel “più faccia tosta” la persona che avrebbe dovuto raccogliere i pensieri di un famosissimo personaggio che si era reso per questo disponibile. Quella al grande scrittore Giuseppe Berto nella sua casa di Capo Vaticano, fu, dunque, involontariamente, inconsapevolmente, la mia prima intervista, fatta quando ancora in me non c’era proprio l’idea di diventare giornalista. Fu un’esperienza straordinaria per un ragazzo di appena 16 anni, durante la quale il grande scrittore si lasciò andare con passione al suo amore verso questa terra che lo aveva conquistato, un misto eccezionale di amorevole attrazione e rabbia furiosa: amore verso questi luoghi e rabbia verso chi li stava deturpando. Lo stesso Giuseppe Berto colse un limite – come dire? – linguistico a tanta bellezza: come mettere insieme posti splendidi come Pizzo, Tropea, Capo Vaticano (la sua amata) e l’intera costa? Bisognava trovare un nome che racchiudesse tutte queste bellezze. Me ne parlò, in quella intervista, il cui audio (ahimè, ormai perso) volle avere l’allora direttore di Radio Calabria, il compianto Totò Preta, per trasmetterlo integralmente (un successo personale che mi inorgoglì profondamente, considerato che in quegli anni le cosiddette “radio libere” erano ascoltatissime!). C’è da aggiungere, infatti, che il timore reverenziale verso cotanto personaggio mi aveva consigliato di portare un registratore in modo da trascrivere scrupolosamente quel “mitico” incontro di un piccolo liceale col grande scrittore. Giuseppe Berto si preoccupò anche di questo aspetto: provò a suggerire qualche nome in grado di unire l’intera costa. A lui era venuto in mente “Costabella”. Certo, non fu quella modestissima intervista a svegliare l’ardore del grande Berto, fatto sta che circa un anno dopo, questi suoi pensieri furono raccolti

in un pamphlet, intitolato “Intorno alla Calabria”, che lo stesso scrittore tramite amici comuni mi fece avere e che, ovviamente, conservo gelosamente immaginando che avermelo voluto donare significasse qualcosa. Circa vent’anni dopo questa esperienza, divenuto nel frattempo giornalista di mestiere, un vecchio amico dai tempi degli Scout, Enzo Romeo, eletto Presidente della neonata Provincia di Vibo Valentia, mi chiese se volevo affiancarlo in questa straordinaria esperienza, nel ruolo di addetto stampa: c’era da costruire un ente sin dalle fondamenta! Non volendo interpretare questo incarico come quello di comodo portavoce del presidente, ottenni da Enzo Romeo il più articolato compito di «studiare per questa realtà nascente una strategia per darle un’immagine, un nome, in grado di essere riconosciuta in quanto tale non solo in Calabria ma anche, e soprattutto, nel resto d’Italia e fuori dai confini nazionali». Fu allora che mi ritornò come un tormentone quello “sfogo” di Giuseppe Berto, quella sua volontà di battezzare con un unico nome l’intera costa da lui amata. Ma, come fare? Che nome trovare? Con che valore e significato? Domande non semplici avendo questa costa la fortuna di possedere luoghi incantevoli, conosciuti ed apprezzati internazionalmente. Un primo modello di riferimento fu la Liguria. In quella regione, anch’essa a forte vocazione turistica, pur avendo luoghi straordinari e noti in tutto il mondo come Portofino, Rapallo, Santa Margherita, da molti anni si è pensato di racchiuderli in un'unica denominazione, il Tigullio, nome che raggruppa queste località ma non ne annulla il singolo valore, la singola forza promozionale e turistica. Ed ancora, eguale forza unificatrice possiedono nomi come “Riviera Romagnola”, che certo non sminuisce il valore di

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“Costa degli Dei”! Fu un’esclamazione quasi spontanea, per contenere in un sol nome Pizzo e Briatico, Parghelia e Zambrone, Joppolo e Nicotera; soprattutto, Tropea e Capo Vaticano»

luoghi come Rimini o Riccione; oppure “Costa Smeralda” in Sardegna; ed ancora, la “Versilia” che racchiude nomi che hanno fatto la storia del turismo nazionale: Forte dei Marmi, Viareggio, Camaiore. Dunque, perché non tentare una simile operazione anche in provincia di Vibo Valentia? Ed ecco ritornare alla mente i tanti miti e le tante leggende legate ai nostri splendidi luoghi, che hanno visto passare da qui leggendari eroi dell’antica Grecia (Ulisse, come racconta Omero, Ercole), o ancora i tanti che hanno segnato la gloriosa storia dell’antica Roma. E poi, non era stato proprio Berto a ricordare (a ricordarmi in quella fantastica intervista) com’era nato il nome dello scoglio Mantineo (dal greco manteuo: comunicare la volontà divina)? E raccontare da dove nasceva il nome della sua amata Capo Vaticano (da vaticinuum, perché, alla stessa maniera che su quel colle di Roma, sacerdoti e indovini andavano a scrutare il futuro). Ed ancora, che dire delle leggende legate allo scoglio della Galea di Sant’Irene, al fascino della Baia di Riaci ed alla leggenda di Donna Canfora o di Santa Venere che ha dato il nome al porto che oggi è detto di Vibo Marina, o ancora la storia di Napete fondatore di quella Napitia poi divenuta Pizzo? “Costa degli Dei”! Fu un’esclamazione quasi spontanea, per contenere in ►

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attualità

un sol nome Pizzo e Briatico, Parghelia e Zambrone, Joppolo (con Coccorino e Coccorinello) e Nicotera; soprattutto, Tropea e Capo Vaticano. Un unico nome per includere località che singolarmente avrebbero potuto mantenere il loro fascino e la loro potenza turistica, così com’è successo nel Tigullio, nella Costiera Romagnola, in Costa Azzurra e nella Costiera Amalfitana, là dove non si è perduto il fascino di posti unici come Maiori o Positano. Quindici anni dopo, queste riflessioni, tramutatesi in un marchio di fatto, vengono prese di mira da un gruppetto di “pensatori” aprendo una discussione per contestare una denominazione che poi, in tutta evidenza, se da “fastidio” a qualcuno vuol dire che la sua forza evocatrice se l’è conquistata. Proprio questi, chiedendosi con studiati interrogativi retorici “chi” ha osato attribuire a tutta la costa vibonese questo nome, rischiano di fomentare una sciocca e pericolosa “guerra di campanile” tra chi immagina di prediligere il nome di Tropea a quello di Capo Vaticano finendo comunque con il mettere in secondo piano tutte le altre splendide località della costa vibonese. Siamo seri: il turismo deve essere rilanciato con idee originali e brillanti, con la valorizzazione della storia e delle tradizioni, attualizzandone contenuti e proposte, senza rimanere nostalgicamente ancorati al passato; ed ancora, con la

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sublimazione delle straordinarie bellezze naturali e la lotta alla speculazione edilizia che sta distruggendo la costa (una denuncia che Giuseppe Berto fece oltre trentacinque anni fa in quella intervista per me indimenticabile), con il coraggio dell’azione e la forza di idee visionarie. Certe disquisizioni intellettualoidi sono solo specchietti per allodole, diversivi per coprire l’assenza di queste qualità, le uniche buone a “salvare il salvabile” in questa nostra provincia. E poi… Fa tenerezza pensare che qualcuno, che ama definirsi “intellettuale” e pure “di sinistra”, debba rimanere aggrappato ad uno scrittore come Giuseppe Berto. Lo dico rispettosamente ricordando uno dei tanti scritti di Berto, come, ad esempio, quello che intitolò “Le angosce di un anarchico di destra”, un pezzo coraggioso già nel titolo avendolo scritto in un periodo in cui se non eri di sinistra non eri un artista, un intellettuale, un pensatore… nulla che potesse accreditarti nei salotti dell’intellighenzia nazionale. Berto, a quel tempo, pagava un conto doppio: il suo passato di “avanguardista” e di capo manipolo della “Gioventù Italiana del Littorio”, il suo presente di grande scrittore pubblicamente lodato da Hemingway, intervistato da Montale e vincitore, malgrado tutto, dei premi letterari più prestigiosi (Premio Firenze con “Il cielo è rosso”, Viareggio e Campiello con “Il male

oscuro”, di nuovo il Campiello con “La gloria”). Capo Vaticano era per Berto un rifugio, il rifugio che lo teneva lontano dai saccenti intellettuali autoreferenziali (“di sinistra”) che lo avevano etichettato e per questo condannato all’ostracismo. Certo, un rifugio splendido del quale lo scrittore veneto se ne innamorò profondamente, con quell’intensità che solo i non calabresi provano per questa martoriata Calabria, non amata invece dai calabresi di nascita. Ma pensare che l’essere fortuitamente “vicini di casa” - e per questo frequentarlo tra un bicchiere e l’altro del “suo buon vino veneto che stappava sistematicamente” - possa essere scambiato per “affinità elettive” se non addirittura ideologiche, appare un azzardo: ingenuo, affettuoso, ma forzato. Il problema è il nome? No. La questione del nome è l’alibi per nascondere il niente che impera sulla Costa degli Dei. Il vuoto di operatori improvvisati che badano a spennare il turista che arriva e che poi, proprio per questo, non ritorna vanificando il lavoro di imprenditori turistici seri e capaci, che pure ci sono anche nel Vibonese, anche sulla Costa degli Dei. Ed ancora, il vuoto di amministratori incapaci ed in malafede che cementificano e distruggono provocando una drammatica erosione costiera. Eppure, baste-



attualità

Chela, il granchio che dà le regole per rispettare il mare calabrese I

l mare di Calabria non va in vacanza”: questo è stato il “cinguettio” dell’estate calabrese, iniziativa realizzata dal Polo Energia e Ambiente della Regione Calabria e sostenuta dall'Assessorato alle Politiche dell'Ambiente. Una campagna di sensibilizzazione, fortemente condivisa dall’Assessore Regionale Franco Pugliano, che ha ricevuto anche il patrocinio del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Mare e del Territorio, il cui obiettivo è stato quello di promuovere, attraverso un’adeguata campagna di sensibilizzazione, la riscoperta di un forte legame con il mare, non tanto quale strumento ludico-ricreativo, ma soprattutto quale risorsa da preservare e valorizzare. L’idea narrante è stata la composizione di un decalogo di buone pratiche e comportamenti responsabili, nel rapporto con il mare, per gestire in maniera eco-sostenibile il patrimonio ambientale e produttivo del mare, con indicazio“

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ni utili a contrastare ogni forma di incultura, abusivismo ed illegalità, quali l'indiscriminato prelievo di organismi a rischio estinzione come stelle e cavallucci marini, promuovendo gesti semplici, da cui dipende, però, la tutela di un patrimonio naturale ed ambientale di inestimabile valore. Significativo il titolo della iniziativa “il mare di Calabria non va in vacanza”. La testimonial d’eccezione è stata una granchietta, Chela, voce narrante di un vademecum destinato ai fruitori del mare. Chela parla in prima persona e con un linguaggio semplice e diretto, cerca di arrivare al cuore dei visitatori del mare di Calabria, ricordando loro poche ma semplici regole che, se rispettate, potrebbero migliorare lo stato di salute del mare. «Il nostro impegno – sottolinea Franco Pugliano – punta a risvegliare e radicare l'educazione e la cultura del mare fra i cittadini, specie nelle nuove generazioni. Bisogna ridare centralità

al mare nelle politiche di sviluppo della Calabria, per il ruolo determinante che ha avuto nella storia e nella cultura della nostra regione. In questa occasione abbiamo svolto tale politica con Net, ente gestore del Polo Energia e Ambiente della Regione Calabria». «La strategia della campagna – aggiunge il Presidente del Polo Net Mario Spanò –, è stata un ventaglio di iniziative: al fine di raggiungere un gran numero di utenti ha utilizzato il marketing virale: ossia la diffusione della campagna attraverso i Social Network che facilitano l’interazione e lo scambio di informazioni e raggiungono soprattutto i giovani. Al contempo abbiamo inviato il decalogo ad un numero consistente di comuni calabresi, chiedendo di ospitarlo sui siti istituzionali, abbiamo realizzato uno spot radiofonico, ma la campagna ha visto anche attività di affissione e distribuzione del materiale cartaceo. La nostra simpatica Chela è stata inviata


attualità veicolato il messaggio della granchietta, ma soprattutto dal tam tam che l’ha visto protagonista sui social. Chela è diventata la mascotte dell’estate calabrese, la sua immagine ha suscitato la curiosità della gente che ha condiviso e reso possibile il successo del decalogo. Ma la campagna di comunicazione non si ferma qui. Chela non sarà la testimonial d’eccezione solo dell’estate calabrese 2014 poiché verrà riprodotta su una vela per optmist della squadra agonistica della Lega Navale di Crotone, continuerà quindi a varcare i mari di tutta Italia, ricordando che il Mare di Calabria non va in vacanza. • come testimonial d’eccezione a Reggio di Calabria, Crotone, Condofuri, Tropea, Locri, Torre Melissa, Trebisacce, Cutro, Isola di Capo Rizzuto, Le Castella, Soverato, Roccella Ionica e distribuita presso alcuni villaggi turistici calabresi». «Certo – ha aggiunto Pugliano – le azioni di comunicazione e sensibilizzazione sono fondamentali per instaurare e consolidare un rapporto rispettoso ed affettuoso nei confronti del mare, risorsa preziosa per lo sviluppo della Calabria. Gli ingredienti della campagna sono stati la Chela, il mare e la fantasia, che prendono vita e illustrano poche regole ai vacanzieri ma anche a coloro che abitano il mare di Calabria. Una campagna di comunicazione integrata e capillare, che si è avvalsa di una pluralità di azioni e strumenti, sinergicamente collegati tra loro e con il territorio regionale, che è riuscita ad arrivare nel cuore e nelle menti della gente. Il successo dell'iniziativa è testimoniato dalle tantissime richieste delle amministrazioni comunali del materiale comunicazionale e dall’interesse suscitato dai media che hanno amplificato e

Franco Pugliano e Mario Spanò

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attualità

C

alabria maglia nera d’Italia, ancora una volta purtroppo. Stavolta nella speciale classifica dei giornalisti minacciati in vario modo: con i violenti metodi della criminalità organizzata o i più subdoli mezzi dei soliti potentati, fino alle consuete querele per diffamazione ovvero alle richieste per risarcimento danni, in taluni casi faraoniche, per le casse di società editrici spesso tutt’altro che multimilionarie. A certificare “lo stato di pericolo” dell’informazione calabrese è stato l’istituto italiano di ricerca Demoskopika, presieduto da Raffaele Rio, che, in un report assemblato in un arco di tempo compreso fra il 2011 e lo scorso 29 luglio, ha fatto emergere dati inquietanti. Sono, infatti, 89 i giornalisti minacciati su 2.651 (più nello specifico, 34 ogni mille) iscritti all’Albo professionale nella regione - cifra fluttuante in base al numero delle periodiche cancellazioni e dei nuovi ingressi - anche se bisogna dire che in termini assoluti la testa della poco ambita graduatoria

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spetterebbe alle quasi insospettabili Lombardia e Lazio, ma in rapporto a una “popolazione giornalistica” molto più corposa di quella calabrese. Le sorprese, però, non finiscono qui, perché adottando il criterio della mera densità degli operatori della comunicazione sarebbe la Basilicata a prevalere, per così dire, con i suoi 39 episodi intimidatori su appena 855 iscritti. Come premesso, tuttavia, la situazione più preoccupante si registra in Calabria e va ben oltre al recente caso di cronaca che ha coinvolto il giornalista de Il Quotidiano del Sud, Michele Albanese, improvvisamente costretto a vivere sotto scorta e a viaggiare a bordo di un’auto blindata per essere finito nel mirino degli efferati clan della ‘ndrangheta, su cui ha condotto una serie di delicate inchieste. L’allarme per gli esponenti della categoria nell’intero territorio calabrese è rosso, o quasi, ma si distribuisce non uniformante nelle cinque province. La riprova è nel picco di Cosenza (37.2%) e Reggio (36%), con l’intermedio 18% di Catanzaro e, per concludere,

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La situazione più preoccupante si registra in Calabria e va ben oltre del recente caso di cronaca che ha coinvolto il giornalista de Il Quotidiano del Sud, Michele Albanese, improvvisamente costretto a vivere sotto scorta»

i più bassi 5.5% di Vibo Valentia e 3.3% di Crotone. Ma le intimidazioni sono una costante in tutto il Paese e sono state suddivise in cinque macrocategorie da Demoskopika. Il riferimento è agli avvertimenti (33.7%) mandati attraverso l’invio di lettere contenenti proiettili e bossoli già esplosi o ancora effettuati tramite pedinamenti e stalking; alle aggressioni fisiche (24.7%), quali spari o attentati; alle denunce e azioni legali (20.2%), fra cui onerose richieste di


Giornalisti minacciati,

attualità

un fenomeno che preoccupa

risarcimento con conseguenti lunghi processi; ai danneggiamenti (15.7%) ovvero incendi e furti nonché agli ostacoli all’informazione (5.6%), vale a dire diffide di vario genere e sollecitazioni a non pubblicare talune notizie o in alternativa a farlo in un modo gradito ai diretti interessati. Ecco perché nel momento della presentazione del documento - avvenuta qualche giorno fa nella sede di Catanzaro dell’Ordine della Calabria alla presenza del presidente Giuseppe Soluri - lo stesso economista Rio ha sciorinato i suoi dati sulla stampa calabrese, definendola, senza mezzi termini, “sotto assedio”. Una condizione pesante da sopportare che ha fatto emergere in modo lampante la difficoltà di quanti devono lavorare con l’oppressione della pesante cappa di essere sottoposti al rischio addirittura della propria incolumità fisica o comunque dell’offesa, del dileggio, del discredito e di svariate altre forme di pressione e condizionamento.

Un fenomeno deprecabile, monitorato e analizzato nell’arco di un triennio da Demoskopika, che si estende dalle Alpi alla Sicilia. A essere bersagliati - nella maggior parte degli episodi registrati - sono soprattutto i cronisti della carta stampata con un macroscopico 84.3%, a cui corrisponde un molto più contenuto 12.4% per quelli di tv e radio e un esiguo 3.3% relativo a chi scrive sui siti internet che però sono ancora in via di espansione e quindi un po’ meno sotto la luce dei riflettori. Se la Calabria piange, il resto d’Italia, dunque, non ride. In un Paese che non brilla di certo per essere in vetta al ranking stilato da "World Press Freedom Index", anzi in particolare negli ultimi anni attestatosi molto al di là o di poco al di qua dell’imbarazzante soglia del cinquantesimo posto, nell’evenienza in cui i giornalisti non si riescano ad ammansire li si intimidisce. Spicca, ricorrente consuetudine che ormai non stupisce, il Sud in cui Sicilia e Campa-

nia, dietro a Calabria e Lucania, fanno segnare rispettivamente 29 e 24 casi di minaccia ogni mille appartenenti alla categoria. Sempre in base a questa standardizzazione in base al numero degli iscritti, la restante parte delle regioni presenta valori parecchio al di sotto di quelli inerenti alle realtà citate, anche se tali da suscitare quantomeno indignazione. Si tratta dei 13 episodi dell’Abruzzo; dei 12 di Lazio, Molise, Puglia (realtà meridionale che sfugge alla logica della fortissima opera di dissuasione esercitata nel Mezzogiorno nei confronti degli operatori dell’informazione); degli 8 di Liguria, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana (32 episodi a fronte, però, di ben 41 mila giornalisti in attività tra professionisti e pubblicisti); dei 7 di Friuli Venezia Giulia e Sardegna (altra sorpresa, unica positiva); dei 6 del Piemonte; dei 5 di Marche e Umbria; dei 2 del Trentino Alto Adige e, infine, dell’unico intimidito della Valle d’Aosta. •

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banca-impresa

Private Banking:

per un Mezzogiorno che vuole crescere É

il desiderio di ogni risparmiatore avere al proprio fianco qualcuno che lo consigli su come investire il proprio denaro, proteggendo e facendo fruttare al meglio il suo patrimonio. Questo, in breve, è il Private banking, un servizio di consulenza specialistica che i principali Istituti di credito forniscono in Italia sin dagli anni ’90, con volumi in continua crescita. Il servizio è molto cambiato in questi ultimi anni: si è passati dalla gestione dei portafogli finanziari alla gestione delle complessità del patrimonio familiare. Si tratta di una consulenza a 360° legata a vari aspetti quali la pianificazione successoria ed il ricambio generazionale, le macro problematiche fiscali, il mondo della protezione della ricchezza e del benessere della famiglia del cliente e, naturalmente, la consulenza finanziaria relativa al portafoglio mobiliare basata sul controllo dei rischi e sulla pianificazione patrimoniale. Il controllo dei rischi viene gestito utilizzando applicativi che consentono di misurare il rischio del portafoglio attuale, ma anche di impostare simulazioni e pianificazioni di progetti che fanno percepire con immediatezza al cliente il legame esistente tra rischio

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e rendimento, oltre che apprezzare il contributo della diversificazione. In sintesi si può puntare, a parità di rendimento, a diminuire l’esposizione al rischio oppure, a parità di rischio, ad aumentare il rendimento atteso. La Banca Popolare del Mezzogiorno, grazie anche alla presenza di 7 professionisti specializzati nel settore, offre un esclusivo servizio Private, attraverso il quale si propone ai propri clienti come consulente fidato per la tutela, la valorizzazione e la gestione globale dei patrimoni personali e familiari. Inoltre, la Banca Popolare del Mezzogiorno appartiene al Gruppo BPER, ed entro la fine dell’anno sarà incorporata con la Capogruppo, Banca popolare dell’Emilia Romagna. L’appartenenza ad un Gruppo bancario, che attualmente è il 6° Gruppo bancario italiano, le consente di offrire un servizio in linea con i più alti standard del settore. Il Gruppo BPER è presente in 18 Regioni e opera in tutti i segmenti di mercato: nel corporate & investment banking, nel wealth manage-

Pietro Castelliti

ment & insurance, nel leasing, nel factoring, nel credito al consumo. I clienti della Banca Popolare dell’Emilia Romagna sono circa 2 milioni. La società è, inoltre, quotata in borsa dal settembre 2011 ed inserita nel FTSE Mib. Recentemente è risultata essere, dall’indagine “Report Italy Banking Rep Trak” condotta dal Reputation Institute di New York, l’istituto bancario italiano con il più elevato livello di reputazione, che cioè sintetizza il più alto livello di soddisfazione della clientela. Il team di professionisti Private della BPMezz si propone di offrire la soluzione più adeguata alla gestione di un grande patrimonio, assicurando una relazione continuativa basata su serietà, fiducia,


banca-impresa Pluralità di portafogli:

competenza e trasparenza. La clientela che chiede alle banche un servizio di Private banking è composta da imprenditori e professionisti e, più generalmente, ha un patrimonio di almeno 400-500 mila euro da investire e pretende una consulenza altamente evoluta ed in linea con le proprie esigenze. In Italia le famiglie hanno patrimoni private per circa 1.000 miliardi di euro; di queste, meno della metà sono seguite da Private Bankers, poco meno del 10% è seguita da promotori finanziari e la parte rimanente dalle strutture retail delle banche tradizionali. Secondo Pietro Castelliti, Responsabile della rete Private Banking della Banca Popolare del Mezzogiorno, il futuro del Private Banking è sintetizzabile nei seguenti ambiti di interesse:

Consulenza a 360°:

«Il cliente si rivolge al Private Banker spiegandogli le sue esigenze, i suoi progetti, la capacità di sopportare i rischi, la situazione familiare, le necessità future ed il banker costruisce con lui la migliore allocazione del capitale, stimolando il cliente a seguire una logica per i vari progetti. Ad esempio? Un imprenditore ha due figli in età scolare e vuole garantire il loro mantenimento fino al conseguimento della laurea? Bene, si può destinare una parte del patrimonio mobiliare per il raggiungimento dello scopo, costruendo un portafoglio adatto. Oppure: un altro imprenditore ha comprato una barca ed ha necessità di pianificare un flusso di cassa per pagare il leasing? Anche in questo caso può essere aiutato costruendo un portafoglio adatto a tale scopo».

«Seguendo la logica della personalizzazione del servizio, il cliente potrà avere la possibilità di avere più portafogli, anzi tale scelta lo aiuterà non solo a diversificare i rischi, ma anche a seguire meglio i progetti che intende portare a termine nel medio e lungo periodo».

Diversificazione, anche nel settore immobiliare:

«L’attenzione nella diversificazione del patrimonio arriverà a breve anche sugli assets immobiliari. Il cliente Private ha mediamente due terzi del suo patrimonio complessivo costituito da immobili, sui quali si tende spesso a sottovalutare i rischi. Su questa parte del patrimonio sarà possibile fornire consulenza relativa sia alla possibilità di diversificazione geografica che alla gestione e manutenzione degli immobili stessi. Un servizio completo che aiuta il cliente a risolvere anche gli aspetti burocratici e la messa a reddito, problematiche di rilievo specie per gli immobili detenuti all’estero. Riteniamo sia preferibile avere qualche immobile di meno nel luogo di residenza a favore di proprietà in altre parti d’Italia o all’estero, specie dove il mercato immobiliare è più attivo, come ad esempio Londra, Parigi, Costa Azzurra, New York, Miami».

Polizze e coperture assicurative su misura:

«Abbiamo polizze che consentono di tutelare lo stile di vita, definite TCM. Una famiglia, vive grazie al reddito ed alle capacita del capofamiglia imprenditore e questi viene a mancare? La polizza protegge la famiglia da questo rischio, garantendo agli eredi un patrimonio aggiuntivo. Un altro esempio sono le coperture assicurative multi-rischi sugli immobili, quali furto ed incendio, danni derivanti da alcuni eventi atmosferici,

responsabilità civile del fabbricato, della conduzione e vita privata, terremoto, e contratti di assicurazione delle spese sanitarie e polizze sugli infortuni. Infine, con le polizze Key Men c’è anche la possibilità di coprire il danno economico che un’azienda subisce in seguito alla perdita, per premorienza, di un socio o di un collaboratore di importanza rilevante».

Attenzione alla soddisfazione del cliente:

«La relazione che si instaura con la clientela Private parte dalla massima attenzione che il cliente si aspetta dal proprio private banker, dall’ascolto dei suoi bisogni. Si costruisce il portafoglio insieme al cliente puntando non alla vendita dei singoli prodotti, ma alla soddisfazione del cliente. Secondo quanto si legge dai dati nazionali, la metà della clientela con patrimoni rilevanti non conosce il mondo del private banking. Addirittura tale percentuale è ben più alta nelle regioni del sud. E’ a tale clientela che rivolgo l’invito di andare a verificare le opportunità offerte dal servizio di Private Banking. Troveranno persone qualificate ed un catalogo di prodotti, in architettura aperta, in grado di andare incontro alle loro esigenze. Inoltre saranno interlocutori che generalmente avranno più tempo da dedicare al cliente, visto che seguono mediamente 70-80 famiglie, mentre il consulente di filiale in media segue 3-400 clienti». •

La carriera Pietro Castelliti dal settembre 2011 è il responsabile dell’Ufficio Private Banking della Banca Popolare del Mezzogiorno. Laureato inizia nel ’81 nel Credito Italiano. Dal 1990 ha lavorato in Banca Popolare di Crotone, ricoprendo il ruolo di Responsabile Finanza anche nella Banca Popolare del Mezzogiorno (nata dalla fusione tra Banca Popolare di Crotone e Banca Popolare del Materano). numero 4 - 2014

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economia

Orientamento, formazione, lavoro. In archivio la IV edizione di e-labora S

tudenti, giovani laureati e senior, tutti a caccia di un’opportunità: avvicinarsi al mondo del lavoro per cogliere le potenzialità a disposizione, partendo dalla necessità di puntare sulla formazione. Sono stati oltre 929 i colloqui di lavoro effettuati dalle aziende che hanno aderito alla quarta edizione del Forum “e-LABŌRA - Laboratori per l’orientamento, la formazione e il lavoro” - promosso dall’Amministrazione provinciale di Catanzaro e organizzata dal Settore Lavoro della Provincia in collaborazione con “Monster Italia” - negli stand allestiti dal 25 al 27 settembre nel Parco della Biodiversità Mediterranea, a Catanzaro. «E’ sempre più evidente – ha commentato il commissario straordinario della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro al termine della tre giorni - che si debba colmare quella distanza che esiste tra le opportunità lavorative offerte

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dalle aziende, e la mancanza di figure professionali adeguatamente formate. Puntare sull’orientamento diventa una sfida prioritaria, soprattutto in un mercato del lavoro in continua evoluzione, che richiede professionalità e attitudini sempre diverse. Occorre per questo rafforzare la sinergia con le Università, con il mondo dell’istruzione e della formazione, con le realtà imprenditoriali. Anche la formazione deve puntare, come chiede l’Unione Europea, su settori che diano reali opportunità occupazionali, come l’agroalimentare, il turismo, la green economy». «Grazie ad e-Labora, su cui anche quest’anno c’è stato il grandissimo impegno del settore Lavoro diretto da Filippo Pietropaolo – ha proseguito Wanda Ferro –, siamo riusciti a dare a tantissimi giovani provenienti da tutto il Sud Italia una concreta possibilità di trovare

un lavoro, grazie anche alla proficua collaborazione con "Monster Italia". Credo che l’esperienza sia stata preziosa anche per i giovani che non sono riusciti a superare le selezioni, perché, ad esempio, hanno avuto la possibilità di comprendere come meglio approcciarsi ad un colloquio di lavoro o hanno avuto suggerimenti su come compilare un curriculum o su come muoversi su internet alla ricerca di opportunità. Inoltre grazie ai tanti seminari e ai laboratori abbiamo dato a centinaia di studenti informazioni utili ad orientare le scelte verso percorsi formativi realmente spendibili sul mercato del lavoro, e sui settori che offrono maggiori opportunità di trovare occupazione o di intrapren-


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Sono stati oltre 929 i colloqui di lavoro effettuati dalle aziende che hanno aderito alla quarta edizione del Forum “e-labōra Laboratori per l’orientamento, la formazione e il lavoro”»

dere con successo un’attività di impresa. Alle istituzioni il compito di creare le opportunità, ai giovani l’impegno di studiare e formarsi per acquisire le necessarie competenze, per essere competitivi e diventare davvero protagonisti del proprio futuro». I risultati del Forum sono stati illustrati da Filippo Pietropaolo, dirigente del settore Lavoro della Provincia di Catanzaro, e da Alessandra Lupinacci di “Monster Italia”, la multinazionale leader mondiale nel favorire l’incontro tra persone e opportunità di lavoro che ha contribuito alla realizzazione del “Job Day”, cuore pulsante dell’intera iniziativa, al termine del terzo laboratorio organizzato nell’ambito del Forum. «Sono stati affrontati dei temi che speriamo siano stati apprezzati anche dai ragazzi, abbiamo volutamente scelto di dare ai lavori un taglio molto pratico – ha esordito Pietropaolo –. Forse il dato più eclatante che emerge è il gap tra la necessità e le esigenze del mondo del lavoro e la formazione. Abbiamo avuto molte persone che si sono accreditate per tempo alle vacancies offerte dalle 36 aziende che hanno partecipato all’attività gestita da "Monster" e dai nostri Centri per l’impiego». Molti di questi ragazzi,

però, non avevano i requisiti richiesti dalle aziende, e dei 1.700 candidati invitati a partecipare nei tre giorni di colloquio hanno preso parte all’attività di recruiting circa mille persone. «Si tratta di un buon risultato, sia dal punto di vista degli studenti che hanno partecipato ai laboratori che da quello delle persone che hanno partecipato ai colloqui con le aziende – afferma ancora Pietropaolo –. Però bisogna guardare anche l’altra faccia della me-

daglia: le mille persone che non avevano i requisiti, e le 500 persone che non hanno ritenuto di venire a svolgere i colloqui, ci portano a chiederci con quale spirito si sono approcciati ai colloqui: o non hanno capito le competenze richieste dalle aziende, oppure le competenze richieste non le hanno. Questa discrasia è da colmare. Le istituzioni, l’Università e la scuola devono puntare ad una programmazione in termini

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di formazione, altrimenti dovremo assumerci la responsabilità del fatto che ci sono molti ragazzi che non troveranno lavoro né qui né altrove». «Quello che abbiamo potuto cogliere nel corso dei colloqui – ha spiegato Alessandra Lupinacci – è l’accentuata disponibilità alla mobilità specie nei ragazzi giovani, e la pecca della conoscenza delle lingue, che ormai è indispensabile. L’approccio al web e la predisposizione ad utilizzare internet per ricerca di lavoro è ancora in divenire. Cercare un lavoro è un lavoro: chi si approccia alle aziende dovrebbe partire dal presupposto che è importante conoscere le aziende e le figure professionali ricercate. Il termine usato dai responsabili delle aziende che hanno effettuato i colloqui è “disorientamento”, ci sono stati candidati che non si sono proposti bene. Ma ci sono molte aziende che porteranno avanti la selezione, andando oltre i colloqui conoscitivi, e altre che hanno già proceduto all’assunzione». Sono stati 79 gli annunci di lavoro pubblicati, 2.635 le candidature complessive ricevute, 1780 i candidati idonei, oltre 25 mila le visualizzazioni raggiunte sul web, mentre 301 sono i profili ricercati dalle 36 aziende presenti, vale a dire: Sadal Italia srl, Seat Pagine Gialle, Green Power, Sintesi Spa, NTE Italia New techonoly Engi-

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neering, Lidl srl, McDonald’s, Park Hotel Tyrrenian, Gdl Italia srl, H&M, Studio Rubino& Partners, Sir Meccanica, GenArt srl, Aubay Italia Spa, Griffe&Stock Multistore srl, Gruppo Scai, Spezzano Trasporti, Anmic riabilitazione, Matribbart, Gipstech srl, Posytron, Meg Service srl, Primi sui Motori, Altran, D-link, Esprinet, Errebian, Costa Crociere, Ergo, Conte.it, Mondo Convenienza, Dooc, Prisma engineering.

I LABORATORI

Tra i più interessanti, quello che ha affrontato il tema “Turismo culturale per il rilancio dell’economia”. Si può fare un buon turismo solo in un ambiente competitivo e con una dotazione di infrastrutture e di servizi notevoli. L’ambiente è il filo conduttore dei laboratori che si sono tenuti nell’ambito della quarta edizione di e-LABŌRA e che si sono occupati di trasmettere informazioni sui tre settori individuati come fondamentali per lo sviluppo della Calabria: l’Agroalimentare, la Green economy e l’innovazione, e il turismo culturale. Romano Benini, giornalista economico e scrittore, ha moderato il confronto introdotto dagli “scenari futuri” di Fabrizio Coccetti di K_Shift, società specializzata in analisi, progettazione e servizi per il mercato del lavoro, con l’ausilio grafico di Fabrizio De Monaco. «La convinzione è che quella del turismo culturale sia la più grande industria al mondo, ma soprattutto in Calabria, la cultura deve coniugarsi con la qualità – ha affermato Benini –. Si possono creare tante opportunità che però non hanno a che fare solo con il territorio ma anche con l’identità di questa regione. Il sistema del turismo

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Sono stati 79 gli annunci di lavoro pubblicati, 2.635 le candidature complessive ricevute, 1780 i candidati idonei, oltre 25 mila le visualizzazioni raggiunte sul web, mentre 301 sono i profili ricercati dalle 36 aziende presenti»

culturale è una nicchia all’interno del sistema turistico in generale». «La Calabria ha dei valori molto importanti da questo punto di vista, ma a fronte di questo – afferma Coccetti – non ha un numero di arrivi e di offerta coerenti con la ricchezza di questa destinazione. E’ un settore in crescita in tutto il mondo. L’Italia è la nazione che ha l’85 per cento delle risorse culturali al mondo, siamo un museo a cielo aperto. C’è la tendenza alla specializzazione del turismo culturale: dalle forme tradizionali, come le visite ai musei e la partecipazione ad eventi, stanno emergendo forme di turismo culturale più innovative». Innovazione e tradizione, cultura alta e cultura locale, insomma, si coniugano disegnando la figura di un consumatore culturale maggiormente attento e protagonista, grazie al web dove si informa e riesce anche a costruire itinerari. «Il consumatore del turismo culturale – spiega ancora Coccetti – da ‘visitatore’ diventa ‘visit-attore’ e ‘visita-autore’. Una componente importante di questo tipo di turismo ce l’ha anche l’ambiente rurale: sta nascendo un turismo cultururale. Gli scenari sono aperti. La Calabria, la Provincia di Catanzaro, con le sue competenze potrebbe puntare a costruire uno di questi scenari».


economia

Secondo i dati illustrati da Coccetti, nella nostra provincia si registrano 259 mila arrivi, il 90 per cento sono di natura balneare. Tra questi si stimano circa 67 mila arrivi di natura culturale. Si può fare ancora molto in termini di numeri ed incrementare il valore aggiunto che arriva dal settore che oggi si ferma solo al 5,5%, con la finalità principale di creare occupazione. Manca una classe imprenditoriale “formata” a lavorare nel settore dei beni culturali: le giovani generazioni devono prendere in mano il ricco patrimonio culturale a disposizione della Calabria e trasformarlo in opportunità di impresa. Il sistema universitario gioca un ruolo importante nel processo di avvicinamento al mondo delle imprese, tanto che l’Ateneo “Magna Graecia” di Catanzaro ha istituito un master in “Management” del turismo. «Una nuova sfida – spiega il professor Rocco Reina – che punta sul concetto di integrazione tra gli operatori, andando oltre il luogo comune che il manager serve all’impresa mentre l’integrazione serve al territorio». Di “visione di insieme” parla anche Andrea Perrotta,

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Il sistema universitario gioca un ruolo importante nel processo di avvicinamento al mondo delle imprese, tanto che l’Ateneo “Magna Graecia” di Catanzaro ha istituito un master in “Management” del turismo» project manager del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo. «La concertazione è una cosa complessa, negli ultimi anni tutte le azioni della Regione hanno cercato di concordarsi con il Ministero – esordisce Perrotta –. Ma il quadro che abbiamo davanti è ancora sconfortante, basta analizzare l’esito di un recente bando pubblicato in Calabria per la valorizzazione dei beni culturali, del valore di 8 milioni di euro: su un totale di 80 partecipanti solo 28 domande sono state ammesse, e solo il 10 per cento arriva da operatori professionali, negli altri casi si tratta di start up».

Secondo Elena Console, della T.E.A. s.a.s, che da anni porta avanti un programma di ricerca che mira a perfezionare le tecnologie di diagnostica non invasiva e restauro virtuale dei Beni Culturali, «bisogna essere imprenditori dentro, ci vuole una grande capacità di programmare e pianificare. Questo perché fare impresa in una regione come la nostra molto spesso significa trovarsi di fronte alla necessità di superare ostacoli». Ma «deve essere l’innovazione la spinta propulsiva di chiunque si trovi a fare impresa». Secondo Antonio Blandi, dell’Officina delle idee, invece, «imprenditori non si nasce ma si diventa. Chiunque può diventare imprenditore culturale, l’elemento focale per il turismo culturale è l’aspetto antropologico, cioè legare i luoghi alle tradizioni. Abbiamo bisogno di progetti di sistema e non di singole imprese. Non abbiamo bisogno di grandi finanziamenti – dice ancora Blandi – il turismo culturale è un turismo di emozioni, ma anche turismo di prossimità: la Calabria che deve attirare prima di tutto i flussi locali». Da Antonio Cortese della Komedia, azienda che si occupa dello sviluppo di progetti e applicazioni multimediali a carattere interattivo, arriva un monito: «La tecnologia molto spesso non è accompagnata da contenuti che hanno un certo valore, si parla sempre di innovazione però si fa poco riferimento, per esempio, al contenuto antropologico che è tra i più importanti». Ritorna ancora una volta nelle parole di Emilia Mazzatesta, presidente Federcultura e turismo di Confcooperative, la necessità di «puntare sulla formazione». «La Calabria ha delle grosse potenzialità e peculiarità legate alla diversa conformazione morfologica. Abbiamo il territorio – afferma ancora – ma non abbiamo una mentalità imprenditoriale: è questo che i giovani dovrebbero riuscire a tirare fuori». •

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Si punta su innovazione e green economy “

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nnovare nel Mezzogiorno: Itc & Green economy” è il tema del laboratorio che ha aperto la seconda giornata del Forum “e-LABŌRA - Laboratori per l’orientamento, la formazione e il lavoro”, promosso dall’Amministrazione provinciale guidata dal Commissario straordinario Wanda Ferro, e ospitato, per la sua quarta edizione, all’interno del Parco della Biodiversità Mediterranea fino al 27 settembre. Negli stand, appositamente allestiti, i candidati continuano a sostenere i colloqui di lavoro direttamente con le aziende. Moderati dal giornalista economico e scrittore, Romano Benini, i relatori del laboratorio, tra riflessioni prospettiche e testimonianze, si sono confrontati sul futuro dei sistemi ICT e Green. A portare il proprio contributo: Anna Mazzei, direzione Calabria Innova; Ferdinando Verardi, presidente Agci Calabria; Giuseppe Fedele, Gipstech Srl; Paolo Trunfio, Dtok Lab srl; Clara Nino, Research tecnologies – Dnmp srl; Francesco Volpintesta, Project Life Calabria. Ad introdurre il quadro degli scenari

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futuri, Matteo Paradisi che ha spiegato, con l’ausilio delle rappresentazioni grafiche di Fabrizio De Monaco, la combinazione delle variabili che in questi importanti sistemi possono pervadere tutti i settori fino a cambiarli radicalmente. Si pensi a Internet, che sta modificando completamente il rapporto tra l’uomo e le “cose che usa”, all’innovazione guidata dai valori green che sta rigenerando le premesse del manifatturiero, alla rivoluzione energetica con le fonti rinnovabili. Agli ospiti sono stati presentati scenari futuri plausibili relativi a ciascuno dei due sistemi con le relative implicazioni in termini di fabbisogni di competenze emergenti. Alcuni scenari futuri con-

templano un incremento della domanda di lavoro, altri una diminuzione; in ogni caso, la crescita del fabbisogno di competenze sarà selettiva: stanno scomparendo forme di qualificazione intermedia, il mercato del lavoro va verso una polarizzazione tra alta qualificazione e bassa qualificazione. L’esplorazione del futuro è utile per illuminare le decisioni di oggi, quelle dei policy maker, delle aziende ma anche delle persone che desiderano inserirsi nel mercato del lavoro. In questa fase in cui si stanno ridefinendo le strategie per il periodo 2014-2020, questa proposta di lavoro intende contribuire a delineare le rotte in linea con il futuro emergente.


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Innovare significa creare valore aggiunto, afferma Benini: «Solo se si crea qualcosa di nuovo si apre uno spazio di mercato in cui ci si può inserire, altrimenti ci si può solo adattare. Ci sono settori che hanno a che vedere con innovazione più di altri, basti pensare proprio alla Green economy. Le difficoltà di essere incisivi dipendono in particolare da due motivi: il funzionamento del mercato del lavoro e la capacità di intervento sull’innovazione, che significa anche spingere i giovani all’attività d’impresa creando nuovi mercati». «La Regione parte dall’osservazione che, da un lato, c’è un sistema economico imprenditoriale fatto da micro-imprese, anche a conduzione familiare, dove il tema dell’innovazione diventa occasione di crescita – afferma Anna Mazzei –. Anche le piccole imprese hanno bisogno di muoversi in un’ottica globale e di utilizzo delle tecnologie informatiche. A fronte di questo estremo frazionamento del tessuto economico vi sono comunque tre Atenei con delle specializzazioni e delle peculiarità, che hanno tanti studenti, professori e ricercatori che accumulano competenze. Ma quello che manca

– dice ancora Anna Mazzei – è l’incontro tra la domanda e l’offerta». La difficoltà, quindi, è quella di far incontrare le necessità delle piccole imprese con le competenze esistenti. Questa è una delle mission di CalabriaInnova, spiega Mazzei, il Progetto Integrato di Sviluppo Regionale (PISR) finalizzato a sostenere i processi di innovazione delle imprese calabresi, favorendo il trasferimento di tecnologie e conoscenze sviluppate dal sistema della Ricerca al mondo imprenditoriale. «CalabriaInnova promuove la creazione della Rete Regionale dell’Innovazione a sostegno degli attori della conoscenza e dell’innovazione già attivi in regione, per moltiplicare l’efficacia della loro azione a beneficio dell’intero sistema territoriale – ha affermato Anna Mazzei –. Nel corso degli anni siamo riusciti a promuovere e sostenere questa rete attraverso un modello di collaborazione che metta in rete gli attori locali in un unico sistema organizzato, per favorire lo sviluppo e il rafforzamento dell’innovazione tecnologica in Calabria». A partire dall’Università, come

dimostrano le testimonianze dei ricercatori, dei giovani professionisti che hanno colto le occasioni offerte dalla partecipazione a Talent Lab – spin-off, il nuovo modello di CalabriaInnova finalizzato a sostenere la creazione di iniziative imprenditoriali di tipo spin-off da parte di operatori della ricerca, per realizzare le proprie idee. Dall’esperienza di Clara Nino, ingegnere gestionale che con altri colleghi è riuscita a sviluppare un’idea capace di rispondere alla richiesta crescente dell’uso domestico delle fonti energetiche rinnovabili, a Giuseppe Fedele, ricercatore dell’Università della Calabria che ha elaborato, assieme ad altri tre colleghi, una tecnologia per la navigazione in ambienti chiusi, utilizzando il campo magnetico terrestre, emerge la necessità della creazione di una rete, non solo istituzionale, per il sostegno alle idee. E’ importante recepire, insomma, che «non esistono settori economici chiusi – rimarca Benini – oggi anche le istituzioni devono concentrarsi sulla necessità di fare sinergia». Il “fare rete” richiama il modello della cooperazione che in Calabria «deve essere perseguito con maggiore convinzione», afferma Francesco Verardi, presidente di Agci Calabria, «soprattutto per sostenere il lavoro giovanile, in team e nel settore dell’innovazione». Lo dimostra l’esperienza di Francesco Volpintesta della Project Life Calabria, che nel 2001 ha creato una cooperativa nel settore della formazione, innovando non gli strumenti ma le metodologie. «Da tre anni lavoriamo soprattutto all’estero – spiega – e in questo momento con il fondo sociale rumeno, ci occupiamo di formazione puntando soprattutto su simulazioni che permettono ai nostri allievi di confrontarsi con la realtà». •

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Passione e know how per cravatte “da vertice” Le cravatte sartoriali di Maurizio Talarico scelte come cadeau per Capi di Stato e ministri in occasione della Presidenza Italiana del Semestre Europeo 2014

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aurizio Talarico, 46 anni, imprenditore di origini calabresi ma di adozione romana e fondatore nel 1999 della “Talarico Cravatte”, con sede a Roma in Via dei Coronari, oggi rappresenta, grazie alla Presidenza Italiana del Semestre Europeo 2014, il Made in Italy nel mondo. L’azienda, infatti, è stata scelta come fornitrice dei cadeau consegnati in ottobre ai 56 capi di Stato e ai 600 ministri presenti al vertice. Una scelta che accresce il prestigio del marchio e riempie di orgoglio il suo fondatore. Come si sente per essere stato scelto,

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fra molti artigiani e produttori di cravatte, per questo importante evento ?

«Non posso non sentirmi onorato che la Presidenza della Repubblica abbia scelto le mie cravatte e i foulards come “presenti” verso i Ministri e Capi di Sato per questo importante vertice. Mi fa piacere che oggi la mia gavetta, il mio impegno e i miei sacrifici, uniti a quelli di chi con me ogni giorno si impegna a migliorare i nostri manufatti, vengono premiati con un riconoscimento simile».

Come sono composti questi cadeaux?

«La delegazione del MAE ha scelto come cadeau per i ministri una cravatta

Maurizio Talarico numero 4 - 2014


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“Talarico standard” in 22 motivi diversi e in esclusiva. Il tipo di seta è un twill di 36 once, proveniente da una delle migliori tessiture italiane, la Tes di Como, con fodera uguale al disegno, cucita interamente a mano con la cucitura a “x”, ormai segno inconfondibile delle mie cravatte. L’omaggio è racchiuso in un’elegante confezione fermata da un nastro tricolore. Per i ministri donna è stato scelto un foulards 90x90 con uguale foulards pochette 30x30, sempre racchiuso in una splendida confezione. I foulards sono composti da un unico disegno geometrico diviso in 5 varianti e orlati interamente a mano. Per i Capi di Stato, il cadeaux è formato da una confezione importante che contiene tre cravatte in disegni diversi da quelli scelti per i ministri, pur mantenendo le stesse caratteristiche. Tutti gli articoli sono stati personalizzati con un’etichetta speciale che riporta i logo del semestre di Presidenza italiana». E oggi a quale progetto sta lavorando?

«Questo è per noi un periodo cruciale. Fra pochi giorni presenteremo la nuova collezione 2014/2015 sia ai nostri clienti privati sia ai clienti corporate. Questi ultimi rappresentano un importante veicolo di promozione delle no-

stre cravatte: oggi sono molti gli Ad di aziende note che serviamo (Fincantieri, Finmeccanica, Eni, Enel, Telecom solo per citarne alcuni) e i professionisti che si rivolgono a noi non soltanto per scegliere cravatte di grande qualità per sé ma anche per farne cadeaux aziendali, contando sull’iconica eleganza di un accessorio che nel tempo non ha perso il suo fascino». Dove si possono acquistare le sue cravatte?

«Le nostre cravatte vengono realizzate in un massimo di tre esemplari per le cravatte twill e di quattro per le sete pesanti. Questa produzione, volutamente limitata per poter garantire l’alta qualità artigianale che la caratterizza, non ci permette di fornire molti negozi - anche esclusivi - che ce lo richiedono. Le nostre cravatte si trovano, dunque, solo nel nostro show room. Questo anche perché un prodotto così pregiato non può essere semplicemente esposto e venduto ma ha bisogno di essere presentato all’intenditore che lo acquista nella giusta maniera, perché possa capire il valore del lavoro e della cura di cui ogni cravatta è l’eccellente risultato».

Proprio l’eccellenza dei suoi prodotti, come dicevamo, le ha permesso di avere fra i suoi clienti grandi nomi della politica e dell’imprenditoria. Ce n’è qualcuno che ricorda con particolare simpatia?

«Potrei citarne diversi… molti ma-

nager “tutti d’un pezzo” che, in negozio, nello scegliere tessuti e disegni, rivelano un’inaspettata simpatia. Per non fare torto a nessuno di loro, basterà ricordare una persona che ora non c’è’ più: il Presidente Francesco Cossiga, un uomo non soltanto dotato di acume e simpatia ma che, per il suo spessore umano e la sua eleganza, ha rappresentato un punto di riferimento per la qualità nella mia attività». •

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Iva: un imposta in continua evoluzione

Rivoluzione in atto per le imprese di e-commerce di Maria Teresa Rotundo

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’interessante sperimentazione cui l’Italia sta assistendo in relazione alla disciplina che detta le regole in materia di Iva nell’ambito dell’e-commerce ha dato il via ad una stagione di grandi cambiamenti che, tra ottobre 2014 e gennaio 2015, anticiperanno il futuro assetto del mercato unico europeo. Lo ha spiegato in maniera dettagliata Renato Portale, Dottore Commercialista, Esperto Tributario, Pubblicista, nonché uno tra i più autorevoli esperti in materia d’Iva del panorama internazionale, durante il seminario di aggiornamento dal titolo “Iva, novità tra fine 2014 e inizio 2015”, organizzato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Catanzaro in collaborazione con Giuffrè – Fiscopiù. I recenti provvedimenti introdotti per l’Imposta sul valore aggiunto, re-

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lativi alle imprese che forniscono servizi elettronici, di telecomunicazione e radiodiffusione, si inseriscono all’interno dell’ampio contesto dell’Unione Europea, che presto detterà nuove regole non solo in materia di Iva ma per tutta una serie di istituti rilevanti in ogni stato membro. «L’Imposta sul valore aggiunto, essendo in continua evoluzione, ha aperto la strada ad un sistema giuridico basato sul common low – ha sottolineato il dott. Portale – fondato sui precedenti giurisprudenziali, tale modello sarà in grado di sostituirsi al civil law, caratterizzato da leggi e atti normativi emanati dai singoli stati europei spesso in disaccordo tra loro». Secondo Portale, è proprio grazie all’Iva che si sta determinando, all’interno dell’UE, un nuovo assetto normativo che, superando quello dei singoli ordinamenti, condurrà all’integrazione comunitaria piena, mettendo fine ai contrasti tra i differenti codici civili grazie alle sentenze della Corte Europea, in grado di produrre vincoli legislativi per gli stati aderenti alla comunità.

Gli operatori del settore stanno assistendo così ad un regime transitorio obbligato: avviato in Italia nel gennaio 2013 con l’introduzione della fattura europea, giunto oggi alla creazione dello “Sportello unico iva” (“Mini one stop shop”), disponibile sul sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate a partire da ottobre 2014, il prossimo gennaio permetterà alle imprese che vendono servizi di e-commerce, telecomunicazione e radiodiffusione a privati consumatori (il così detto business to consumer) di offrire i propri servizi intra-UE, senza aprire una posizione Iva negli altri stati membri. Un nuovo regime fiscale, un cambiamento non indifferente perché, come ha sottolineato il dott. Portale, «ci sarà una sola dichiarazione in cui saranno riepilogate tutte le operazioni di vendita fatte con i vari paesi, un approccio diverso dall’ordinario, un’anticipazione di quello che accadrà tra il 2020 e il 2025, quando entrerà il regime definitivo dell’Iva comunitaria piena». E’dunque, dal nuovo modo di concepire le regole dell’Imposta sul valore aggiunto nel mercato globale che si riconfigurano i confini degli stati appartenenti all’UE, dove alla libera circolazione di beni, servizi, persone e capitali si affianca un nuovo processo di integrazione basato su un comune regime d’imposta. Come è stato più volte ribadito durante la lectio magistralis, l’auspicio è che tali provvedimenti possano di fatto limitare le truffe e snellire molte procedure. La Commissione Europea ha già dettato delle direttive importanti che dovranno essere recepite dai singoli paesi per l’affermazione di un sistema di tassazione innovativo basato su procedure telematiche semplificate e puntando di fatto a soluzioni comuni ed efficienti. •


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Energia:

programmazione, pianificazione, progettazione, realizzazione Il Polo Regionale di innovazione per l'Energia e l'Ambiente lavora per lo sviluppo del settore in Calabria

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l Polo di Innovazione per l'Energia e l'Ambiente, con le sue due sedi a Crotone e a Reggio Calabria, gestito dal Consorzio NET (Natura Energia Territorio), rappresenta sicuramente un'importante realtà per aziende, professionisti, amministrazioni che vogliono essere protagonisti delle opportunità che questo settore offre e offrirà nel prossimo decennio. Opportunità che bisogna essere pronti a recepire e capitalizzare con idonei strumenti tecnici ed economici, e con adeguata professionalità. E' questo il messaggio che,

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nell'affollatissimo seminario svoltosi al Best Western di Crotone, è emerso chiaramente nelle oltre tre ore di relazioni di tecnici e interventi di amministratori e imprenditori. Molto soddisfatto il Prof. Mario Spanò presidente, sin dalla costituzione, di questo Consorzio che associa aziende private, società a maggioranza pubblica, dipartimenti universitari, centri di ricerca, parchi scientifici per un totale di oltre sessantacinque soggetti che operano in questo settore strategico. Quali sono le principali traiettorie tecnologiche e azioni operative che il Polo

sta sviluppando in questi due anni dalla costituzione?

“Tra le traiettorie tecnologiche intraprese” – il Presidente Spanò indica – «la produzione e gestione di energia da fonti rinnovabili, la salvaguardia dell'ambiente naturale e gestione dei rifiuti, la governance sostenibile del territorio, le costruzioni sostenibili e l'efficienza energetica. Molto più complesse le azioni operative che si sono individuate per raggiungere i diversi obiettivi; queste vanno dall'attività di stimolare e recepire la domanda di innovazione delle imprese del settore, alla realizzazione e condivisione di attrezzature, impianti e laboratori, fornendo servizi ad alto valore aggiunto. Ma il Polo sostiene anche la diffusione dei risultati dell'innovazione realizzata dalle imprese, favorisce la diffusione delle informazioni per sviluppare la conoscenza sull'energia, l'accesso a partenariati di ricerca e supporta la nascita di start up». Il Polo gestito dal Consorzio NET è l'unico con due sedi, una a Crotone l'altra a Reggio Calabria: quali sono i punti di forza e di debolezza di questo sistema bipolare?

«La sede di Crotone, nella zona industriale, con il suo Centro direzionale e il suo edificio servizi, concessi in comodato d'uso dall'Amministrazione Comunale, rappresenta, certamente, un presidio tecnico scientifico importante per studiare, elaborare, realizzare processi tecnologici nel settore dell'energia e dell'ambiente. La sede di Reggio Calabria all'interno del Parco Ecolandia, oasi ambientale che si estende per oltre 10 ettari, con i locali operativi posti all'interno del Forte Umbertino, pregevole costruzione fortificata di fine 800, è il luogo ideale per sperimentare e formare le nuove generazioni tramite kit didattici e impianti sperimentali, che vengono illustrati da tecnologi specificatamente formati per ottimizzare i processi comunicativi. Ma oltre le due sedi, il Polo ha costituito i “Punti NET” all'interno delle Università, di laboratori sperimentali, di sedi azien-


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Mario Spanò

dali, che portano avanti, ognuno in uno specifico settore, le traiettorie poste alla base del progetto che si sta realizzando. Un “Punto NET” si trova presso il laboratorio Noel, sul lungomare di Reggio Calabria, dove è possibile osservare un impianto di conversione dell'energia dalle onde, impianto realizzato dal Polo in sinergia con l'Università Mediterranea di Reggio Calabria per monitorare in tempo reale come i parametri metereologici influenzano la produzione di energia. Altri “Punti NET” sono dislocati in tutta la Regione con attrezzature e professionalità di alto livello. Quindi, più di un sistema bipolare, NET ha cercato di creare un modello satellitare dove ogni "Punto" descrive un'orbita di conoscenza, e il cui insieme può rappresentare sicuramente un riferimento tecnico e scientifico di eccellenza nel settore dell'energia e dell'ambiente». Quanto è difficile fare innovazione?

«Chi innova ha molti ostacoli. Lo ostacolano fortemente quelli che ritengono di avere buone rendite acquisite, e non lo difendono adeguatamente quelli che potrebbero godere dell’innovazione, perché ancora non sono certi di ciò. Ma per quanto ognuno di noi può spingere verso l’ipercompetizione, negli ultimi anni è sempre più venuta meno la sostenibilità nel tempo del vantaggio competitivo, che si annulla senza un’adeguata innovazione. L’innovazione deve essere considerata come il principale motore per aumentare la performance delle aziende e rafforzare la loro posizione competitiva. Ciò non vuol dire che ogni

azienda deve necessariamente avere una sezione di “ricerca e sviluppo”, basta che inneschi una sinergia con chi offre innovazione e realizzino insieme un progetto organico. Vi sono vantaggi per entrambi, le opportunità si moltiplicano determinando un significativo volano di crescita o di mantenimento della competitività per le imprese, con una riduzione dei costi e condivisione dei rischi». Quali sono i più importanti progetti che sono stati posti in essere a tutt'oggi?

«I progetti avviati sono veramente tanti, dal laboratorio prototipale, per la coltivazione delle alghe provenienti da diversi ceppi che sono così caratterizzati ed è possibile valutarne i valori di resa ai fini energetici, al Centro di sviluppo, progettazione e produzione di allestimenti funzionali alla mobilità sostenibile. Importanti anche gli impianti per biomasse e biogas che permettono di valutare, con parametri oggettivi, le caratteristiche delle diverse materie prime e quindi la potenziale produzione energetica».

Quali i progetti per il futuro?

«Probabilmente già nei primi giorni di settembre dovrebbero essere finanziati dalla Regione una serie di progetti che riguardano: soluzioni innovative di cogenerazione per il recupero di biomasse dai distretti agricoli, modelli di gestione integrata per la realizzazione di infrastrutture portuali ad energia zero, soluzioni

tecnologiche per la costruzione di edifici ecosostenibili, sistemi di monitoraggio delle emissioni da discariche, ottimizzazione della produzione fotovoltaica tramite sistemi di inseguimento del picco di massima potenza dell'impianto, prodotti per l'ingegneria civile realizzati in chiave di sostenibilità ambientale, e tanti altri che le aziende del Polo a breve saranno chiamati a realizzare». Ma il Polo Regionale per l'Energia e l'Ambiente opera anche a fianco degli Enti Pubblici in numerosi progetti. L'Ing. Salvatore Leto, Direttore Tecnico del Consorzio NET, indica Quali sono i principali progetti per le pubbliche amministrazioni che il Consorzio ha realizzato?

«Il Consorzio NET, in una visione ampia della propria attività di gestione del Polo di Innovazione per l'Energia e l'Ambiente, ha pensato di affiancare la pubblica amministrazione in diversi progetti. Sicuramente il principale è stato quello del Catasto Energetico Territoriale (CET) per la Regione Calabria: un data warehouse tramite cui tutti i professionisti possono inserire le Attestazioni di Prestazione Energetica in tempo reale, senza spedizioni cartacee e con sistemi di controllo che permetteranno la correzione immediata degli errori più comuni; da remoto, chiunque, avente diritto e regolarmente registrato, con un

La sala gremita prima dell'inizio del seminario

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Salvatore Leto, direttore tecnico Consorzio NET

semplice clic può richiamare dati semplici e aggregati secondo le proprie necessità. Tale sistema, peraltro da istituire obbligatoriamente dalle regioni ai sensi del DPR 75/2013, con i caratteri di innovazione introdotti, rappresenta un'utility ad elevato valore aggiunto per l'Ente Regionale che ha così a disposizione tutti i dati aggiornati per realizzare statistiche e controlli incrociati, ma è importante anche per i Comuni che possono così monitorare le prestazioni energetiche degli edifici del proprio territorio. In sintesi, un vero processo di dematerializzazione dei documenti cartacei e informatizzazione dei dati, argomento spesso discusso in convegni e seminari, ma che in Calabria ha pochi esempi realizzati. Tale sistema, pronto e funzionante, aspetta solo l'espletamento degli adempimenti amministrativi da parte dei dipartimenti preposti della Regione per l'implementazione». Nel seminario del 28 luglio si è parlato anche del progetto "NET per gli Enti locali", di cosa si tratta?

«E' un progetto mirato essenzialmente ai Comuni e si sviluppa secondo tre assi: efficienza energetica ed energie rinnovabili, ciclo delle acque e qualità ambientale; ad ognuno di tali assi corrispondono una serie di azioni. Ad esempio, per quanto riguarda l'asse dell'efficienza

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energetica e le energie rinnovabili il Polo interviene in modo efficace tramite: monitoraggi dei consumi degli edifici e degli impianti di proprietà degli Enti Locali, diagnosi energetica di edifici pubblici che presentano caratteristiche tipologiche specifiche da poter essere replicate; redazione di regolamenti energetici-ambientali, piani per regolare l’efficienza e i consumi degli impianti di pubblica illuminazione, consulenza per il rilascio di permessi per costruire/SCIA, ecc. ai fini energetico-ambientali; formazione del personale tecnico dell’Amministrazione e promozione delle azioni volte al risparmio energetico presso i cittadini, realizzazione e mantenimento di banche dati relativi agli audit energetici, tramite una piattaforma web-GIS, supporto agli acquisti verdi. Più specificatamente il Polo dopo aver sottoscritto un accordo con diversi comuni calabresi, ha effettuato: un audit energetico su tutto il territorio comunale, uno “Studio energetico comunale con proposta di azioni per la sostenibilità ambientale”, la diagnosi energetica di un edificio pubblico per ogni comune andando ad individuare gli interventi maggiormente sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico; si è arrivati così a realizzare per ogni comune una “progettazione matura” per eventuali bandi o finanziamenti. Tale opportunità si è subito concretizzata con l'avviso nel mese di giugno del Ministero dello Sviluppo Economico che, attraverso il POI Energia, ha dato la possibilità, ai comuni che avevano una diagnosi energetica già realizzata, di accedere a finanziamenti da 40.000 fino a 207.000 euro a totale carico del Programma Operativo Interregionale. Si è, inoltre, realizzato uno studio specifico sulla Pubblica Illuminazione, una metodologia che potrebbe portare alla realizzazione nei comuni calabresi dei Piani Regolatori della Pubblica Illuminazione con notevoli vantaggi in termini economici e ambientali». Quali gli altri interlocutori pubblici del

Polo di innovazione per l'energia e l'ambiente e quali i futuri progetti?

«Il Polo ha realizzato, ad esempio, nell'ambito del progetto “NET per il sociale”, con la Provincia di Crotone e alcune associazioni, un'attività di sviluppo e progettazione di un'infrastruttura di ricarica pubblica a supporto della mobilità elettrica per anziani e disabili, di cui nei prossimi mesi verrà realizzato e installato un prototipo. Ma anche con l'ARPACAL il Polo sta svolgendo una attività di elaborazione e diffusione dei dati su una piattaforma informativa territoriale fruibile da internet, così con altri Enti e Centri di Ricerca Pubblici. Tra i progetti futuri vi è la realizzazione del Catasto Termico Territoriale, che il DPR 74/2013 obbliga le Regioni a realizzare, per avere un monitoraggio puntuale delle centrali termiche installate sul territorio, le revisioni effettuate, i manutentori e addetti al settore autorizzati. Tale progetto, già totalmente definito, è in attesa di essere condiviso con il Dipartimento regionale per l'implementazione entro non più di tre mesi, senza alcun onere per il bilancio regionale, risultando così tra le prime regioni ad adempiere a tale dispositivo legislativo». Al seminario del 28 luglio è intervenuto telefonicamente anche l'Assessore Regionale Mario Caligiuri, da sempre impegnato sui temi dell'innovazione, che, dopo aver apprezzato l'intensa attività svolta dal Consorzio NET, che sta gestendo nel migliore dei modi il progetto di innovazione nel campo dell'energia e dell'ambiente, ha indicato, in modo specifico, le possibilità che nei prossimi anni vi sono in questo settore ritenuto strategico sia a livello nazionale che europeo. La programmazione comunitaria 2014 -2020, il programma del sistema di finanziamento integrato Horizon 20-20, i progetti delle macroregioni adriaticoioniche, sono stati indicati come solo esempi delle enormi possibilità che ci saranno in questo settore fondamentale. •


Giornale delle IdentitĂ Territoriali

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eventi

Il vino calabrese arriva dal Papa Il "Cassiodoro" di Senatore in Vaticano

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all'antica Enotria alla Città Eterna, dalla Calabria, terra di papi, a San Pietro, riferimento universale della spiritualità cristiana, la tradizione millenaria del vino e dello spirito dei luoghi che questo prodotto principe del territorio interpreta arriva in Vaticano. Il Cassiodoro della Senatore Vini è stato direttamente consegnato nelle mani del Pontefice in occasione di un’udienza generale a San Pietro, a fine settembre. Cassiodoro, come il nome dell’Associazione culturale di Squillace con la quale una delegazione del management della Senatore vini, guidata da Raffaele Senatore, ha partecipato allo speciale ed emozionante incontro con Bergoglio. Insieme a Raffaele, Antonio e Vito Senatore, infatti, c’era il gruppo dei membri accompagnato dal Presidente del sodalizio socioculturale Don Antonio Tarzia, fondatore e direttore di "Je-

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sus", rivista di cultura e attualità religiosa, edita dai Periodici San Paolo, nota per la pubblicazione di Famiglia Cristiana. Ad impreziosire la partecipazione all’evento dell’Associazione c’erano anche i Vescovi di Oppido-Palmi Francesco Milito e di Mileto-Nicotera-Tropea, Luigi Renzo, destinatari, entrambi, insieme a Senatore, quest’estate, del Premio Cassiodoro. Emozione come solo la vicinanza di un Papa come Francesco può provocare. È il sentimento di chi, al di là delle transenne, ha potuto beneficiare della sua stretta di mano, e della possibilità di fargli omaggio dei propri doni, ottenendo in cambio parole di stima e ringraziamento. Al Papa, al suo primo incontro con i fedeli dopo il viaggio apostolico in Albania, la delegazione calabrese ha donato, oltre al prezioso cofanetto contenente il Cassiodoro Senator, un vino dal colore rosso intenso, con sentori di frutta ma-

tura e note speziate di caffè, cioccolato e pepe nero, intenso e persistente, anche un quadro raffigurante l’abbraccio tra i due Papa Francesco e Benedetto XVI, e la medaglia dei soci dell’Associazione che nasce con lo scopo di diffondere la cultura su e di Cassiodoro, per ritornare ai valori di questo uomo che era stato allora tra gli uomini più influenti d’Europa. • Servizio a cura della MONTESANTO SAS Comunicazione & Lobbying


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