Magazine n. 2 2014

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B U S I N E S S

M A G A Z I N E

Periodico di informazione economica edito da Mediaservice Srl ANNO VI | NUMERO 2 | 2014 | 2,50 EURO

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale -70% Aut: CBPA-SUD/NA/297/2009

Spagnuolo lancia l’allarme: “Troppa contraffazione nel settore alimentare”

Gravano (Cgil): “Il lavoro prima di tutto”

Ecco

l'Europa che vuole

Confindustria Ecco la nuova “squadra” del presidente Rossi

Michele Lico punta tutto sul Porto di Vibo

Rosario Branda racconta "la Calabria" attraverso il vino



editoriale

Dieci priorità per l’Europa. Ma serve anche altro di Aldo Ferrara*

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« L’Europa è sembrata imporre solo vincoli, dimostrandosi incapace di dare linfa alle politiche di sviluppo dei paesi membri»

eno del 60%. E’ questo il dato dell’affluenza alle urne, in Italia, per le elezioni europee che si sono svolte qualche settimana fa. Non intendo commentare qui l’esito del voto che pure ha dato una chiara indicazione su di chi, in questo momento, si fida la maggioranza degli italiani per cambiare passo. Ritengo invece utile suscitare una riflessione sul numero dei votanti. Non tantissimi, ma certamente una cifra superiore rispetto a quella della media europea (appena il 43,09%) forse perché questo esito lo si è caricato di altri significati tutti interni al sistema Italia. E, infatti, non credo che l’euroscetticismo si sia affievolito come dimostra il 6% delle preferenze andate alla Lega. E, direi, anche il 4% andato a Tsipras che sostiene la costruzione di “un’altra Europa”. Un euroscetticismo che, considerando anche l’esito del voto in Francia, riguarda non soltanto gli italiani ma anche una parte consistente degli abitanti nell’eurozona. Il perché è chiaro: da quando il processo di unificazione è diventato concreto, a partire da quello monetario, più che dare opportunità, l’Europa è sembrata imporre solo vincoli, dimostrandosi incapace di dare linfa alle politiche di sviluppo dei paesi membri. Ecco, allora, che il rinnovamento dei suoi organi è il momento utile per suggerire qualche indicazione su come operare affinché si vada aldilà del diffu-

so pessimismo. In tal senso, Confindustria ha sintetizzato in 10 punti le priorità che bisognerebbe seguire, «per risolvere in maniera costruttiva – ha detto Squinzi – le debolezze e le criticità della sua costruzione». E non può che essere condivisibile in toto l’introduzione che al documento ha fatto proprio il presidente di Confindustria, sostenendo che «per rispondere alla crisi e al sentimento di sfiducia, sia necessario integrare le politiche del rigore messe in campo finora con un’agenda incisiva e concreta volta al rilancio della crescita e della competitività delle imprese europee». Il problema resta però, poi, sempre quello legato agli uomini, agli amministratori locali. Sperando che davvero si possa operare seguendo la bussola dei dieci punti suggeriti da via dell’Astronomia, è a loro demandato il compito di saper sfruttare al meglio quanto l’Europa potrà offrire. Non dimentichiamoci, infatti, di come i fondi strutturali a disposizione della nostra Calabria siano stati gestiti in maniera inefficace usando poco e male il fiume di denaro che l’UE ha messo a disposizione. Per questo, l’inversione di tendenza deve avvenire a Bruxelles, certo. Ma anche “in periferia”. Con una classe dirigente capace di progettare un futuro da nazione (e regione) davvero europea. • * editore di "CalabriaEconomia"

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editoriale

Arrivano le navi da crociera: non perdiamo questa opportunità di Davide Lamanna*

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«E’ superfluo ribadire l’economia che i “croceristi” muovono. Non è invece superfluo sottolineare che occorre grande professionalità per saper gestire l’evento-sbarco»

l numero di Calabria Economia che state leggendo presenta, a mio avviso, una serie di temi che sono davvero centrali per il futuro della nostra regione. In realtà, quello relativo alle esigenze di un’Europa capace di incidere davvero sullo sviluppo dei territori, ha un rilevanza di carattere nazionale. Tanto è vero che i vertici di Confindustria nazionale hanno dettato le priorità che la politica dovrebbe affrontare e che noi riportiamo nelle pagine che seguono. Restando, invece, ai temi più squisitamente calabresi, non ci stancheremo di dire, come testata, che la nostra regione deve sfruttare il più possibile le sue potenzialità turistiche. Sotto questo punto di vista non si può che apprezzare il lavoro fatto dall’esecutivo regionale per ciò che riguarda l’approdo di diverse navi da crociera nei nostri più grandi porti. E’ superfluo ribadire l’economia che i “croceristi” muovono. Non è invece superfluo sottolineare che occorre grande professionalità per saper gestire l’evento-sbarco. Migliaia di turisti che si riversano per qualche ora nelle strade delle città d’attracco o nei centri limitrofi, prevedono una macchina organizzativa che funzioni alla perfezione e che niente sia lasciato al caso. Bene puntare sull’enogastronomia, sulle nostre tipicità. Ma che il tutto avvenga con la presenza di figure professionali che abbiano le giuste competen-

ze. Perché, come sempre, l’improvvisazione non paga. E se è vero – come racconta la vicepresidente Stasi – che il management delle grandi compagnie osserva l’organizzazione “a terra” nei minimi particolari, è chiaro che non si può perdere questa straordinaria opportunità sol perché, magari, non si vuol fare quel salto di qualità in termini di formazione. Troppo spesso, per esempio, si è puntato su corsi professionali che hanno prodotto figure non più spendibili sul mercato. Poco, a nostro avviso, si è fatto invece sul turismo, soprattutto per l’offerta di servizi di qualità. Non si tratta, infatti, soltanto della promozione del nostro territorio – e anche qui non è che brilliamo, anzi – ma di tutto ciò che è legato alle nuove forme di turismo e alle nuove modalità di gestione del business (in rete nel territorio e sulla rete). Occorrono organizzatori dell’offerta e dei network delle risorse turistiche, organizzatori di servizi culturali ed ambientali, procacciatori di risorse finanziarie, programmatori e organizzatori d'eventi, gestori di nuove forme ricettive, promotori di marketing e comunicazione di area e di network. Competenze prevalentemente manageriali che richiedono una formazione universitaria e post–universitaria. Questa è l’unica strada perché “l’industria che non c’è”, come spesso è stato definito il turismo in Calabria diventi, in realtà, la nostra più grande industria. Non è un processo che darà risultati in pochi mesi. Ci vorranno anni. Ma se non si inizia…• * direttore di "CalabriaEconomia"

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ANNO VI | NUMERO 2 | 2014

In copertina B U S I N E S S

M A G A Z I N E

Mario Spagnuolo

Calabria Economia periodico di informazione economica Anno VI - numero 2 - 2014

Daniele Rossi

Direttore responsabile

Davide Lamanna

Michele Lico

Contatti Redazione via Caduti sul Lavoro, n. 9 88100 S. Maria di Catanzaro tel. 0961.781410 - fax 0961.789650 www.calabriaeconomia.it info@calabriaeconomia.it Collaborazioni esterne saltuarie Danilo Colacino, Vittorio Daniele, Enrico Mazza, Monia Melia, Paolo Orofino, Maria Rita Galati, Eugenia Ferragina, Maurizio Bonanno, Rosalba Paletta

Rosario Branda

Editoriali Arrivano le navi da crociera: non perdiamo questa opportunità

Dieci priorità per l’Europa. Ma serve anche altro

Progetto grafico Gianluca Muzzi

di Aldo Ferrara

Fotografie: Icaro fotocronache MediaService srl Antonio Raffaele

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di Davide Lamanna

Stampa Stabilimento Tipografico De Rose Montalto Uffugo (CS) Società Editrice Mediaservice Srl via Caduti sul Lavoro, n. 9 88100 S. Maria di Catanzaro www.mediaserviceagency.it info@mediaserviceagency.it

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numero 2 - 2014

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sommario PRIMO PIANO 6

Europa? “Ecco le nostre priorità”

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IL PROGRAMMA DI Confindustria per un'Europa della crescita

46 Gravano (Cgil): “Senza una politica del lavoro non si va da nessuna parte” 48 Dal bergamotto un aiuto contro il colesterolo

attualità

50 Sana alimentazione, i consigli del professor NET

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Dal voto un chiaro messaggio

12 Conosciamo la nuova Giunta di Confindustria Catanzaro 14

Il Presidente e la sua squadra

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“Produciamo vini da 3000 anni”

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Il vino racconta la Calabria

Il Consorzio NET ha una nuova sede

54 E’ nato “Kalos”, il consorzio agroalimentare per l’internazionalizzazione 56

In nome di “Guglielmo Papaleo” Un premio all’imprenditoria femminile

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Latuaideadimpresa®: gli studenti cosentini si impongono in Italia

22 La contraffazione delle etichette danneggia le eccellenze agroalimentari 24

Le grandi navi da crociera nei porti calabresi

60 LameziaEuropa, approvato il bilancio 2013

banca-impresa 62

Restilyng per il Fondo di Garanzia Legge 662/96

economia 64 Un bando a sostegno del riequilibrio finanziario delle Pmi 26

Il Porto di Vibo avrà un nuovo look

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La sfida di Angelo Marra : “Cambiare è possibile”

32 Politiche per il Sud e politiche nazionali 34

All'UMG ci si interroga sul divario Nord/Sud

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pag.

Speciale inserto

RestartCalabria n.5 a cura di CalabriaInnova

8 pagine da staccare e conservare

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Misure per aiutare le imprese catanzaresi, siglato l'accordo tra Bnl e Confindustria

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Nuovo rapporto tra banche e imprese

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Statuti societari, ecco qualche regola per non sbagliare

70 Accesso al credito, l’opportunità del leasing 72 Siglato l’accordo tra Unindustria e Calpark 73 Circa 600 imprese chiuse e più di 4000 lavoratori in meno nel settore delle costruzioni

EVENTI 74 Casa ed edilizia: le novità passano da Edilexpo

flash 76

il personaggio 79

Giuseppe Muritano: l’imprenditore che pensa al sociale

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primo piano

Europa? “Ecco

le nostre priorità” Iniziativa di Confindustria Cosenza per una Unione che significhi crescita di Monica Perri

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ndare oltre l'austerità mettendo in campo efficaci politiche industriali, economiche e fiscali, realistiche e coerenti politiche energetiche, climatiche e ambientali. Puntare sulla ricerca ed innovazione. Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, "pensando in piccolo per fare in grande". Riportare il manifatturiero al centro della programmazione dei fondi strutturali, rafforzare il mercato unico per competere a livello globale, investire nelle reti per collegare merci, dati e consumatori e dare rapida attuazione all'agenda digitale. Realizzare una politica commerciale a sostegno del tessuto industriale europeo e pensare ad un'Europa in grado di giocare un ruolo decisivo nello sviluppo di un modello sociale moderno. Queste in sintesi le "Dieci priorità di Confindustria per un'Europa della crescita", contenute nel manifesto presentato in Confindustria Cosenza nel corso di un evento promosso dagli Industriali di Cosenza e Vibo Valentia.

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Nel corso della riunione, aperta a tutti i candidati calabresi al Parlamento Europeo, sono state presentate le proposte per ritrovare la crescita. «L'Europa costituisce una formidabile opportunità a condizione di saper cogliere i vantaggi ed incidere efficacemente sui suoi meccanismi decisionali», ha commentato il Direttore della Delegazione di Confindustria all'Unione Europea, Gianfranco Dell’Alba, presente a Cosenza per rimarcare l'attenzione che il sistema confindustriale pone ai territori in ritardo di sviluppo. «L'elenco di priorità che abbiamo indicato – ha continuato il Direttore Dell'Alba – desideriamo condividerlo con i futuri deputati europei e gli amministratori pubblici affinché vi sia diffusa consapevolezza dell'importanza che assume un approccio più attento alle questioni europee, perché è dall'Europa che passa il cammino della crescita e della lotta alla disoccupazione». Le relazioni di base dell'incontro sono state svolte dai Presidenti di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca e di Confindustria Vibo Valentia Antonio Gentile che hanno testimoniato la diffi-

Da sinistra, Aldo Ferrara e Natale Mazzuca

coltà del momento ed auspicato «un'inversione di tendenza con un'Europa più vicina al sistema delle imprese, che sappia operare con meno burocrazia, facendo cogliere in pieno tutte le opportunità di cui è portatrice». Alla presenza dei candidati Mario Maiolo e Mario Pirillo (gli unici ad aver accolto l'invito degli Industriali) e dei dirigenti calabresi del sistema Confindustria, il massimo rappresentante di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca ha dichiarato che «dopo il fiscal compact dobbiamo ottenere un industrial compact che metta al centro delle politiche l'industria. Essa deve raggiungere la quota del 20% del Pil europeo entro il 2020 ma l'attuale politica di rigore non lo permette, anzi ha ingessato tutti gli


primo piano

Da sinistra, Amarelli, Gentile, Mazzuca, Dell'Alba e Branda

investimenti. E' obbligatorio pensare ad una integrazione economica, finanziaria e politica che sia da stimolo alla crescita degli Stati membri. Ad oggi il total tax rate ha raggiunto il 65%, circa il 20% in più dei competitor europei e noi paghiamo il denaro il 5-10% in più. Insieme dobbiamo creare le condizioni affinché la nuova programmazione dei fondi comunitari, forse l'ultima, possa essere veramente funzionale alla rinascita di un nuovo tessuto economico e sociale, più di quanto lo siano state le precedenti». «Auspichiamo – ha sottolineato il Presidente di Confindustria Vibo Valentia Antonio Gentile – che i parlamentari eletti sappiano fare rete tra di

loro, al di là degli schieramenti politici di appartenenza, per dare risposte concrete ai territori. Dopo la politica di austerità serve un forte rilancio del manifatturiero ed un utilizzo ottimale dei fondi europei. E' in Europa che si tracciano le direttrici lungo le quali si muoverà lo sviluppo dei territori, dove si tutelano e si promuovono le vocazioni, le tradizioni, i giacimenti culturali e produttivi». Per il Presidente regionale della Piccola Industria Aldo Ferrara «la precedenza va data alle politiche economiche e fiscali per la crescita. Occorre andare oltre i parametri del Fiscal compact e realizzare prima possibile un'unione economica e monetaria autentica, assicurando la piena integrazione delle politiche economiche e fiscali che incidono sulla competitività». Nel moderare i lavori il Direttore degli Industriali cosentini Rosario Branda ha posto l'accento

sulla necessità di «subire meno i processi attraverso un atteggiamento più attivo e propositivo, in grado di far ottenere risultati migliori in termini di crescita ai sistemi economici territoriali». E' il numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi a farsi portavoce del sentimento europeista degli Industriali. Nella prefazione al documento sottolinea come «una scelta in favore dell'Europa non è tanto una scelta di fiducia ma è il riconoscimento di una necessità ineluttabile: l'Italia non può da sola contrastare una crisi globale e risolvere problemi per loro natura comuni. L'Europa deve trovare la forza per risolvere in maniera costruttiva le debolezze e le criticità della sua costituzione, puntando ad una maggiore integrazione ed ad una ripresa economica all'interno dello scenario europeo. Come Confindustria riteniamo che, per rispondere alla crisi ed al sentimento di sfiducia, sia necessario integrare le politiche del rigore messe in campo finora con un'agenda incisiva e concreta volta al rilancio della crescita e della competitività delle imprese europee». •

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primo piano

Il programma di Confindustria

per un'Europa della crescita 1

Oltre il dogma dell’austerità: politiche economiche e fiscali per la crescita

Oltre i parametri del Fiscal compact, da applicare con giudizio per evitare di rimettere in moto spinte centrifughe, occorre realizzare prima possibile un’unione economica e monetaria autentica, assicurando la piena integrazione delle politiche economiche e fiscali che incidono sulla competitività. Con particolare riferimento alle politiche fiscali, molto resta da fare per la rimozione delle barriere alle attività tran-

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sfrontaliere e per rafforzare iniziative coordinate di lotta alle frodi e all’evasione fiscale. Per quanto riguarda gli interventi per il rilancio dell’economia, occorre intavolare un negoziato affinché siano riconosciuti all’Italia, e ad altri Paesi nelle stesse condizioni che ne facessero richiesta, i margini di flessibilità concessi dal Patto di Stabilità, in cambio di un robusto programma di riforme strutturali.

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Partire dall’industria per rilanciare l’Unione Europea

Per ridare slancio al progetto europeo

bisogna partire proprio da ciò che lo ha reso possibile: l’industria. È necessario definire una nuova governance industriale, che assicuri un cambio di passo nel concepimento e nella definizione di tutte le politiche europee. Occorre un Patto europeo per l’industria, un vero e proprio Industrial Compact, che individui gli elementi di una politica industriale europea forte, ambiziosa ed efficace, in grado di sostenere il rilancio dell’economia e di puntare all’obiettivo del 20% del PIL come quota dell’industria entro il 2020.


primo piano

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Politiche energetiche, climatiche e ambientali realistiche, coerenti ed efficaci

Le politiche energetiche, climatiche e ambientali europee dovranno essere perseguite rimettendo al centro la competitività delle imprese europee. È necessario che siano accompagnate da attente valutazioni dei costi complessivi, solide analisi dei costi e dei benefici e da una considerazione approfondita dello scenario globale, evitando il più possibile iniziative unilaterali, penalizzanti per l’industria e il benessere e del tutto insufficienti a raggiungere obiettivi globali.

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R&I per la competitività delle imprese europee

La Ricerca e l’Innovazione devono essere il pilastro della politica economica e industriale, sia a livello dell’UE sia degli Stati membri. È essenziale integrare i Fondi nazionali ed europei con i Fondi regionali individuati attraverso le Smart Specialisation Strategies, intensificare la cooperazione tra università, centri di ricerca e imprese, incoraggiare il trasferimento al mercato dei risultati della ricerca, rafforzare la cooperazione transnazionale e promuovere una maggiore mobilità dei ricercatori tra il sistema pubblico e privato, valorizzando la figura del ricercatore industriale.

Riportare il manifatturiero al centro della programmazione dei Fondi strutturali significa puntare su progetti sostenibili e sulla qualità della spesa, garantire il credito alle imprese e realizzare opere pubbliche funzionali alle esigenze del tessuto produttivo con un piano di interventi di immediata attivazione sul territorio. In altre parole, occorre evitare la dispersione delle risorse e gli errori del passato.

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Rafforzare il mercato unico per competere a livello globale

Il potenziale del mercato interno in termini di crescita, di benessere e di creazione di posti di lavoro, è ancora lungi dall’essere sfruttato appieno: ostacoli di natura normativa o amministrativa, prassi consolidate, inadempienze da parte delle autorità di vigilanza ne limitano l’efficacia. Bisogna agire per rimuovere tutti questi ostacoli e garantire un’effettiva libera circolazione di beni, servizi, persone e capitali. È altresì necessario perseguire l’obiettivo dell’obbligatorie tà dell’indicazione di origine (Made in) sui prodotti di consumo.

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Investire nelle reti per collegare merci, dati e consumatori e dare rapida attuazione all’agenda digitale

Per promuovere la competitività delle PMI, l’UE deve continuare a porre in essere politiche coerenti con il criterio “Think Small First” e con i principi dello Small Business Act, agevolando l’accesso al credito e supportando le strategie di internazionalizzazione delle imprese.

La competitività del sistema industriale europeo passa attraverso la razionalizzazione e il potenziamento delle sue infrastrutture materiali e immateriali e dei suoi centri logistici. Per collegare in modo efficiente i mercati di produzione e i mercati dei consumatori, occorre realizzare connessioni migliori nel traffico merci e dati, realizzando le infrastrutture previste nel programma TEN-T e dando rapida attuazione all’Agenda Digitale.

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Pensare in piccolo per fare in grande

I fondi strutturali al servizio del rilancio industriale europeo

La politica commerciale a sostegno del tessuto indu-

striale europeo

La politica commerciale deve sostenere la competitività globale dell’Europa. Le priorità dovranno essere definite in modo da promuovere il suo solido e diversificato tessuto industriale. In questo contesto, la conclusione dei principali negoziati attualmente in corso, a partire da quello con gli Stati Uniti (TTIP), l’eliminazione delle barriere tariffarie e non, un migliore accesso ai mercati degli appalti pubblici,dei servizi e degli investimenti e l’armonizzazione degli standard normativi devono costituire obiettivi prioritari.

10 Un nuovo modello sociale europeo

L’Europa deve giocare un ruolo decisivo nello sviluppo di un modello sociale moderno attraverso un’organizzazione del lavoro più flessibile e dinamica, sistemi di formazione che accompagnino gli individui lungo tutto l’arco della vita lavorativa, servizi per l’impiego orientati all’occupabilità e un welfare equo, attivo e sostenibile. Nello scenario post crisi il tessuto imprenditoriale rappresenta un patrimonio cruciale, il vero motore della crescita, del benessere e dell’integrazione sociale, da difendere e da rilanciare attraverso regole chiare, semplici, coerenti e non onerose. Il 2014 sarà decisivo: abbiamo bisogno di una nuova visione per i cittadini e per le imprese, che ponga le basi per un’Europa più attenta alla crescita e all’occupazione. D’altronde le attuali difficoltà non sono il primo banco di prova del progetto europeo: la storia dell’integrazione è prima di tutto una storia di crisi superate. La costruzione dell’Europa ha un valore inestimabile per noi e per le generazioni future. Il cammino da percorrere è complesso, ma è una sfida alla quale non possiamo sottrarci. •

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attualità

Dal voto un chiaro messaggio Speziali: "Non si vuole abbandonare la casa comune" di Danilo Colacino

L

e urne sono ancora “calde”, considerato che la tornata elettorale per le Europee è andata in archivio da pochissimo tempo. Il risultato, molto sorprendente almeno nelle proporzioni, è noto a tutti. Gli italiani hanno incoronato il premier Matteo Renzi, legittimandolo alla guida del Governo e dandogli una sorta di golden share anche nei consessi di Strasburgo e Bruxelles in cui i parlamentari - soprattutto quelli del Pd - espressi dal Belpaese e chi, appunto, li ha in un certo senso sospinti potranno adesso avere un ruolo di primo piano alla pari dei loro colleghi tedeschi, spagnoli o inglesi, che molto spesso - più di pensare ad assecondare le logiche del Ppe, del Pse ovvero dell’Alde - fanno gli interessi, rispettivamente, della Germania, della Spagna oppure del Regno Unito. C’è poi un altro dato emerso con chiarezza dalle elezioni del 25 maggio scorso: la gente, almeno in una spiccata maggioranza, ha detto sì all’Europa e di conseguenza alla moneta unica (a differenza di quanto successo in molte potenti nazioni dell’Unione), mostran-

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dosi di contro non più incline a cedere alla tentazione di premiare il populismo di qualche Masaniello o di altri leader ormai in disarmo. Le parole d’ordine, dunque, sembrano essere fiducia e stabilità. Una condizione, con particolare riferimento all’equilibrio, a cui aspirano soprattutto quanti operano quotidianamente nel settore produttivo fra cui il presidente di Confindustria regionale, Giuseppe Speziali, che plaude al risultato elettorale non da partigiano di questo o quel soggetto politico, bensì da autorevole rappresentante di un comparto molto attento alle sorti delle istituzioni e del sistema democratico. Lo si evince dalla sua riflessione, affidata alle pagine di CalabriaEconomia proprio all’indomani delle elezioni: «Non entro nel merito di chi abbia vinto o perso. I cittadini hanno liberamente espresso le loro preferenze e io non commento, non facendo cenno nella veste che ricopro a simpatie personali. Non mi lascio però sfuggire l’occasione di dare un giudizio sul dato complessivo, che mi rassicura come imprenditore e rasserena ovviamente tutti

Giuseppe Speziali


attualità gli appartenenti alla mia categoria. E il perché è presto detto, a essere tranquilli fin dalle prime ore di lunedì 26 maggio sono i mercati. L’Italia che, di solito e in particolare di recente, è stata fonte di preoccupazione per le piazze d’affari di tutto il mondo, essendo costantemente sotto la lente d’ingrandimento delle maggiori agenzie di rating, stavolta ha mostrato di avere le idee chiare. Di non considerare il progetto di un’Europa unita e il tanto vituperato Euro una minaccia, pur al netto di difficoltà e insoddisfazioni palesi. Le persone, probabilmente, pur stigmatizzando gli aspetti che non vanno, e quindi da correggere, nella casa comune non la vogliono abbandonare». E lei naturalmente condivide quest’impostazione.

«Ci mancherebbe. Nessuno, tra i pifferai magici e i fornitori di ricette miracolistiche, ha spiegato in concreto come si esce dall’attuale sistema monetario. E sa perché? Il distacco si tradurrebbe nel tracollo economico del Paese. Le esportazioni, tanto per citare un esempio, subirebbero un colpo ferale. Ma davvero si può pensare che basti non pagare il debito per risolvere tutto. Per voltare pagina e buttarsi il problemi alle spalle, dimenticandosene per sempre?».

E allora qual è la strada giusta da seguire?

«Non tenti di trasformare il sottoscritto nel suggeritore illuminato. Assumere certe scelte spetta alla politica. Io, come chi fa parte della struttura confindustriale, sono un uomo d’azien-

«

L'Italia avrà ancora di più la responsabilità di imporre una nuova strategia politica in Europa che faccia ripensare ad alcuni vincoli che penalizzano la crescita»

da, un “pezzo” di classe dirigente che dice la sua in sede di confronto. Noi ci sediamo ai tavoli tecnici sulla base di esperienza e dati a suffragio delle tesi di cui siamo portatori. Qui finisce la funzione che esercitiamo». Ma almeno ci lasci con una previsione sull’immediato futuro?

«Le ripeto, io mi limito a commentare quanto è accaduto che mi fa essere cautamente ottimista sullo scenario dei prossimi mesi. Il nostro primo ministro ha ancora tanta strada da percorrere, tuttavia da qualche giorno gode di una forte investitura popolare con cui potrà recarsi anche ai vertici internazionali per rivendicare le esigenze e le prerogative dell’Italia. Il Paese ha bisogno di cambiare marcia. Le notizie e le immagini di piccoli industriali che, in ragione della terribile crisi in atto ormai da almeno un lustro, non soltanto hanno chiuso le ditte, fondate da loro

stessi o ereditate dai padri e dai nonni, ma si sono persino tolti la vita per la vergogna del fallimento, sono inaccettabili. Non si può assistere al suicidio di quanti non riescono a pagare i debiti di un’impresa o gli stipendi dei dipendenti. Ecco perché l'Italia avrà ancora di più la responsabilità di imporre una nuova strategia politica in Europa che faccia ripensare ad alcuni vincoli che penalizzano la crescita. Mi riferisco in particolare al parametro del 3% deficit/ Pil, alla mettizzazione delle spese in conto capitale rispetto allo stesso vincolo, all'armonizzazione dei sistemi fiscali nell'Europa dei ventisette e ad un sistema bancario con regole uniche.È necessario intervenire subito. Adesso, forse, si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel e non quella del treno che ti investe proprio quando credi di star venendo finalmente fuori da una lunga galleria». •

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attualità

Conosciamo la nuova Giunta di Confindustria Catanzaro

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otivati. Pronti a dare il loro contributo, ognuno per quelle che sono le proprie competenze. Disponibili a sacrificare, per il bene dell’associazione, il poco tempo che gli resta libero dopo tutto quello trascorso

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nelle loro aziende. La nuova squadra di Confindustria Catanzaro è già a lavoro. La nuova Giunta è stata eletta alla fine del mese di marzo con grande soddisfazione del presidente Daniele Rossi perché «ho riscontrato un grande entusiasmo – ha detto – nonostante ognuno degli imprenditori che ha accettato di farne parte, è impegnato a seguire, personalmente, le vicissitudini delle proprie imprese in un periodo difficile come questo. Il nuovo direttivo, eletto dopo le assemblee delle diverse sezioni merceologiche – ha

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attualità

proseguito Rossi - è nato valorizzando l’equilibrio territoriale e settoriale e registra un ulteriore significativo rinnovo generazionale, con l’ingresso di aziende importanti del territorio provinciale». Nella prima riunione, il Presidente ha evidenziato l’esigenza di condividere e promuovere le azioni e i programmi di rilancio per lo sviluppo dei vari comparti produttivi, nonché le concrete potenzialità per un presidio più incisivo dei vari settori e una conseguente maggiore e più forte rappresentanza della categoria. «Mi

piace ricordare – ha ancora affermato Rossi – quelle che sono le linee programmatiche di Confindustria Catanzaro, centrate su poche e chiare priorità, idonee a cogliere tutte le opportunità di crescita e di competitività, nella piena consapevolezza, comunque, delle difficoltà contingenti». Ampio ed approfondito è stato il dibattito che ha coinvolto i presenti e che ha fatto emergere la necessità di una maggiore attenzione nei riguardi della nuova programmazione comunitaria.

Tutti concordi sul principio che è da evitare la solita distribuzione di risorse fine a se stessa e incapace di innescare veri e propri processi di sviluppo e impatti positivi sul sistema economico. «Lo sviluppo – ha concluso Rossi – non può essere solo frutto della strategica combinazione dei fattori di produzione, ma anche e per certi versi, soprattutto della capacità di mettere in campo e a disposizione i servizi e i beni collettivi di un territorio (infrastrutture e quant’altro) rendendolo attrattivo e competitivo». • ►

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Il Presidente e la sua squadra Daniele Rossi presenta la nuova giunta di Confindustria Catanzaro di Danilo Colacino

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n presidente giovane e dinamico, anche nella scelta dei suoi più fidati collaboratori. Un profilo corrispondente alla figura di Daniele Rossi, che sta svolgendo al meglio l’impegnativo ruolo di massimo dirigente di Confindustria Catanzaro. Il programma di lavoro, varato all’inizio del mandato, non pare subire rallentamenti di sorta. Anzi, tutt’altro, perché viene svolto in maniera sempre più efficace. Rossi ha messo al centro dell’agenda l’impresa e alcuni uomini illuminati che la fanno, puntando fortemente sull’internazionalizzazione; il rapporto con il mondo bancario e la componente istituzionale; gli interventi riguardanti il comparto edile, messo particolarmente in difficoltà dalla dura crisi economica in atto ormai da tempo, e il coinvolgimento delle migliori risorse umane a disposizione. «Ogni sezione della mia Giunta – esordisce il numero uno degli industriali catanzaresi – vanta una presidenza di altissimo livello con colleghi che conoscono a fondo il settore di competenza. In vari casi sono esponenti di famiglie con un lusinghiero passato e una storia aziendale alle spalle. Basti pensare agli Albano e

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ai Rubbettino, solo per citarne alcuni. Si tratta di persone con cui è facile operare in modo proficuo e ottenere, di conseguenza, risultati positivi. Accanto a loro ci sono inoltre due soggetti di grosso spessore, scelti e designati dal sottoscritto, quali il dott. Massimo Colosimo (al vertice della Sacal, ndi) e l’ing. Domenico Angotti. Un valore aggiunto per una squadra già parecchio valida».

sidi. C’è poi da aggiungere che fra le cinque Confederazioni della Calabria c’è un rapporto ottimo, improntato alla massima collaborazione e dunque non sarà difficile individuare un coordinatore regionale a cui affidare la responsabilità di fungere da “raccordo” nel prossimo futuro. Ripeto che una sostanziale innovazione riguarderà soltanto la revisione e il conseguente contenimento delle spese».

Come procede il progetto della costituzione di Unindustria Calabria?

Soddisfatto di quanto fatto fin qui a capo della Confindustria di via Eroi?

In concreto, cosa cambia?

E con le altre componenti della classe dirigente e politica, prima fra tutte quella che guida i maggiori enti pubblici, come definirebbe il tenore dell’interlocuzione anche in termini di riscontri?

«Molto bene, anche se ancora manca un po’ di tempo per la sua realizzazione. Credo che l’attuale struttura subirà una trasformazione proprio in concomitanza dello scadere del mandato del presidente di Confindustria, Giuseppe Speziali, avviandosi successivamente la nuova fase all’insegna della trasformazione concepita da Carlo Pesenti (responsabile delle Riforme di Confindustria, ndr)». «Poco dal punto di vista pratico, considerato che il principale obiettivo di questo processo consiste in una razionalizzazione dei costi e della pesante macchina organizzativa finora in piedi. Succederà allora che le cosiddette Territoriali come la nostra confluiranno in un organismo unico. Ma gli associati possono stare tranquilli, poiché non spariranno di certo i vari pre-

«Sì. Soprattutto sotto il profilo dell’internazionalizzazione e nella direzione della risoluzione di un problema spinoso come gli ostacoli posti all’accesso al credito dalle banche che resta purtroppo un grosso scoglio da superare. Ma il continuo confronto con il mondo bancario ha dato e sta dando qualche esito, resta il fatto tuttavia che c’è ancora molta strada da percorrere».

«L’autorizzo a essere caustico nel riportare il mio giudizio, dal momento che la questione è parecchio delicata e io sono profondamente deluso da come vanno le cose a riguardo».


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18 Paolo Abramo Presidente Camera di Commercio di Catanzaro

Dario Lamanna Direttore

Daniele Rossi Presidente

Si spieghi meglio.

«È molto semplice. Non esiste un confronto. E non solo adesso che ci sono state le elezioni con la relativa campagna elettorale, da cui in tanti erano assorbiti. La situazione alla Regione è ben nota, mentre la Provincia è stata addirittura abolita. L’unico con cui ancora riusciamo a parlare è l’attivissimo sindaco Sergio Abramo (peraltro proprietario di un’importante azienda catanzarese, ndr) e quindi il Comune. È chiaro, però, che non basta. Che è troppo poco per poter dar corso a un’efficace sinergia».

Al di là del deficitario rapporto con le istituzioni regionali e provinciali, che come da lei stesso sottolineato attraversano una particolare situazione contingente, se dovesse indicare un provvedimento da adottare subito ad opera del Governo centrale su cosa punterebbe?

«Premesso che l’elenco degli atti da emanare il più presto possibile è lunghissimo, per esigenze di stringatezza opterei per uno su tutti. Mi riferisco a un netto calo delle imposte. La tassazione, infatti, resta su livelli pressoché insostenibili, mandando 29 28 in deficit centinaia di aziende che non ce la fanno a resistere». •

1 Raffaele Zinzi 2 Floriano Noto 3 Giuseppe Speziali 4 Giuseppe Gatto 5 Alessandro Caruso 6 Marco Rubettino 7 Camillo Crivaro 8 Saverio Nistico’ 9 Andrea Abramo 10 Marcello Gaglioti 11 Francesco Guzzo 12 Michele Francesco Mamone 13 Fernando Procopio 14 Giovanni Pugliese 15 Raffaella Zinzi 16 Simona Albano 17 Massimiliano Salvatori 18 Francesco Sirianni 19 Francesco Cusimano 20 Rosaria Valentino 21 Ernesto Cafasi 22 Antonia Abramo 23 Giuseppe Rubino 24 Enrico Mazza 25 Adriano Marani 26 Gianpiero Tauro 27 Fortunato Lodari 28 Domenico Angotti 29 Massimo Colosimo

Aldo Ferrara Pres. Comitato Reg.le Piccola Industria

Past President Past President Past President Past President Vice Pres. Vicario Vice Presidente Vice Presidente Vice Presidente Vice Presidente Componente Componente Componente Componente Componente Componente Pres. Agroalimentare Pres. Chimica ed Eco-ambientale Pres. Legno e Arredo Pres. Materiali da Costruzione Presidente Metalmeccanica Presidente Sanità Presidente Tecnologie Informatiche Pres. Terz. Av. e Serv.alle Imprese Componente Presidente Trasporti e Logistica Presidente Turismo e Spettacolo Presidente Industrie Varie Componente Componente

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Invitati Paolo Abramo Aldo Ferrara Rocco Aversa Pietro Carnuccio Gioacchino Carrozza

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Emilio Cataldi Elena Console Giovanni Forte Ernesto Gigliotti Maurizio Maradei

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Maurizio Mottola D’amato Francesco Odierno Tullio Rispoli Salvatore Santoro Domenico Totino

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“Produciamo vini da 3000 anni” La Calabria, al Vinitaly, ha sottolineato la sua vocazione per il settore enologico

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quei settentrionali che mettono in discussione la tradizione vitivinicola della Calabria, la nostra Regione risponde: “Produciamo vini da 3000 anni...”. Questo il claim che ha rimarcato la presenza calabrese al Vinitaly di Verona, sottolineando la vocazione del territorio per il settore vitivinicolo nel quale, negli anni, è sensibilmente aumentata la qualità delle produzioni. Il Vinitaly, che ogni anno attira decine di migliaia di visitatori, rappresenta la più importante manifestazione del panorama enologico mondiale. La Calabria, in questa importante occasione, ha presentato le sue migliori produzioni vitivinicole in un unico e ampio spazio espositivo. Una presenza ben strutturata, grazie alla sinergia tra gli assessorati all'Agricoltura, all'Internazionalizzazione e alle Attività Produttive ed Unioncamere. Presenti a Verona, gli assessori regionali all’Internazionalizzazione e all’Agricoltura, Luigi Fedele e Michele

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Trematerra; i presidenti delle Camere di Commercio di Catanzaro e Vibo Valentia, Paolo Abramo e Michele Lico; il direttore di Unioncamere Calabria, Antonio Palmieri; il presidente della Casa dei Vini Calabria, Gregorio Mungari e il dirigente generale dell’Agricoltura, Giuseppe Zimbalatt. Obiettivo, più volte evidenziato, è quello di supportare le aziende vitivini-

cole nei mercati nazionali ed internazionali. «La Calabria – ha dichiarato l’Assessore Fedele – è in grado di produrre un vino di ottima qualità grazie alla capacità delle aziende di innovarsi seguendo la tradizione. Il nostro scopo è quello di lanciare anche da questa importantissima manifestazione, qual è il Vinitaly, un messaggio importante: non più individualismi ma sinergia e condivisione. Occorre stringersi in rete per fare sistema e affrontare il mercato globale con più forza. Quest'anno, per la prima volta, abbiamo partecipato tutti uniti, senza divisioni di sorta. Dobbiamo continuare su questo percorso per far conoscere al meglio le nostre eccellenze». «In Calabria – ha ribadito l’Assessore Trematerra – esiste una realtà molto interessante fatta di aziende che hanno investito molto nelle proprie produzioni. In questo settore, infatti, sono stati fatti grandi passi in avanti rispetto al passato anche in termini di investi-


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menti. Una strada intrapresa sulla quale bisogna spingere con sempre maggiore incisività. La Calabria, grazie alle numerose potenzialità di cui dispone, può puntare ad ottenere risultati eccellenti in questo comparto e magari ad avere, nel prossimo futuro, un intero padiglione anche al Vinitaly». In un contesto internazionale come il Vinitaly, è stata tenuta a battesimo la Casa dei Vini di Calabria. Madrina dell’evento, Adua Villa, sommelier master class dalle origini abruzzesi e docente dei corsi di formazione dell’Asso-

ciazione italiana sommeliers. Il progetto mira a far conoscere e valorizzare i vini regionali anche oltre i confini nazionali, sostenendo iniziative di promozione e valorizzazione del territorio. «La Casa dei Vini di Calabria sarà, quindi, una vetrina per porre nella giusta luce una realtà ormai consolidata come il vino calabrese – ha dichiarato il presidente della stessa, Gregorio Mungari –. Uno scopo che potrà essere raggiunto solo grazie all'impegno di tutti gli attori coinvolti, primi fra tutti i produttori che sono il vero motore di questo progetto».

L'inaugurazione ufficiale delle sedi di Cirò e Lamezia Terme è prevista per il prossimo mese di giugno. La Casa dei vini di Calabria sarà anche il punto di partenza per la promozione e la valorizzazione di un'intera regione, come evidenzia la creazione della nuova App ad essa collegata, presentata a Verona, che offre al pubblico la possibilità di ricevere, direttamente sul proprio smartphone, tutte le informazioni sulle cantine regionali e su questo territorio prezioso, fatto di natura, storia, cultura ed enogastronomia. •

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ANDA BRDA RIOAN O BR RISA RO ROSA

VINVI INI BRIA DI CDAI LCAABLRAIA

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ini di Calabria. Storie (minime) di uomini, donne, luoghi e uve” è il titolo del libro scritto da Rosario Branda. Direttore di Confindustria Cosenza e del Consorzio di qualità della ristorazione calabrese Assapori, Accademico della Cucina Italiana, l'autore si occupa da sempre di temi legati allo sviluppo territoriale, concorrendo a realizzare esperienze di “concertazione dal basso” e di aggregazioni interregionali. Rosario Branda è curatore della rubrica settimanale “Dentro i calici” su Il Quotidiano della Calabria. Edito da Rubbettino, il volume si svolge attraverso un racconto originale della Calabria fatto intorno al vino, ai vignaioli, all’evoluzione dell’enologia, al rapporto stretto tra produttori e territorio. Una storia frutto di tante storie che si intrecciano in maniera naturale nelle

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racconta la Calabria In un libro di Rosario Branda la tradizione enologica della nostra terra pagine che presentano ben 114 diversi vini di Calabria, dalle quali emergono, splendidi, i vitigni autoctoni meritevoli di ancora maggiori riconoscimenti. Un differente angolo visuale attraverso il quale imparare a conoscere ed apprezzare una regione che ha voglia di riscatto guardando in maniera orgogliosa e consapevole nel meglio della propria tradizione millenaria. Una visione d’assieme di un sistema meritevole di essere conosciuto per qualità, eccellenza della produzione, varietà e completezza di offerta.

Perché i vini di Calabria?

«Poche cose sanno identificarsi in un territorio come il vino. Cultura, tradizioni, costumi, storia diventano un tutt’uno e, sorso dopo sorso, si aprono al racconto per chi è pronto ad ascoltare e a meditare, magari socchiudendo gli occhi. Una narrazione sempre diversa, secondo la sensibilità di ognuno, i luoghi, i cibi in abbinamento, gli orari, le stagioni, il tempo. Di questo sono testimoni i vini di Calabria, insieme all’impegno faticoso del contadino, alla passione del viticultore, alla mano attenta


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Presentazione del volume in libreria mondadori

dell’enologo e alle cure premurose in cantina fino al momento della maturazione». Cosa c’è nel libro?

«Nel libro sono raccontate le storie di tante cantine di Calabria che meritano di essere incontrate e conosciute. Un vero e proprio viaggio all’interno delle tradizioni ed alla riscoperta delle identità. Quello che emerge è un sistema dinamico, positivo, aperto verso le innovazioni ma con le radici ben pian-

tate nella cultura e nelle tradizioni che si sono tramandate nel tempo». Come si presenta il panorama enologico regionale?

«Ne è passato di tempo da quando era Enotria, il luogo dove si trovavano le vigne predilette dagli antichi greci e dalle quali poteva essere tratto il nettare degli Dei! Oggi il settore si presenta come uno dei più interessanti in assoluto in termini di capacità di ricerca e di possibilità di sviluppo delle potenzialità

dei vitigni autoctoni. Grazie alla riscoperta e valorizzazione di questi ultimi, l’enologia calabrese può ottenere grandi soddisfazioni ed il raggiungimento di traguardi internazionali altrimenti non immaginabili. Nel mercato globale vince chi riesce ad offrire qualcosa di diverso, meglio se è unico ed inimitabile. Dopo il Gravello di Librandi ed il Garrone di Odoardi, i primi ad avere raggiunto più volte i punteggi più alti nelle degustazioni specializzate a livello na-

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attualità

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La copertina del volume "Vini di Calabria"

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VINI DI CALABR

di e del Consorzio ndustria Cosenza a Direttore di Confi emico della Cucin Rosario Branda, Assapori, è Accad , imprese azione calabrese Cento pagine di storia di Comqualità della ristor tino. Cosen Il e e del volum Editore 2010 e autor Italiana, curatore Sipi , simo) me nico Cerso cosentina (insie e territorio (con Dome tà per l’economia po: scelte e priori ore della Collana petitività e svilup ni Klipper 2002. Curat da sempre dei a oCosenza), Edizio ad altri per Prom cosentina, si occup ti» dell’Assindustria «Studi&Documen riale. territo po temi legati allo svilup

ANDA BRDA RIOAN SABR RIO RO ROSA

ROSARIO BRANDA

vino. Cultura, traditerritorio come il identificarsi in un sorso, si aprono no e, sorso dopo Poche cose sanno diventano un tutt’u magari socchiuzioni, costumi, storia tare e a meditare, bilità è pronto ad ascol secondo la sensi a, divers al racconto per chi re Una narrazione semp ni, il tempo. In censtagio le dendo gli occhi. orari, gli può regalare un in abbinamento, a di quante cose di ognuno, i cibi tte una prima tracci i, i profumi della terra di cui è toquattordici etiche luogh dei le suggestioni i delle stagioni, i bicchiere di vino: a e in vigna, i color tante mani in cantin zarlo. frutto, il lavoro di concorso a realiz sogni di quanti hanno

Da sx Rubbettino, Trematerra, Branda, Oliverio e Cosenza Rubbettino

zionale ed inbbeottino Ruttin Rubbe ternazionale, nei tempi più recenti sono veramente tante le etichette e le cantine calabresi che ricevono premi e riconoscimenti importanti».

e 9,90

La rete è strategica anche in questo settore?

«Assolutamente sì, come ci insegna l’esperienza di EuVite. Nata nel 2008, è il primo modello nel Sud di associazio-

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ne fra produttori di dimensioni differenti aventi in comune un deciso orientamento alla valorizzazione piena del proprio terroir, a partire dall’opera di recupero dei vitigni autoctoni. Si potrebbe paragonare ad una prova di orchestra jazz, senza direttore né spartito ma con tanti protagonisti brillanti, virtuosi e talentuosi come il Magliocco, il Gaglioppo, il Greco (bianco e nero), il Mantonico, il Nerello, il Pe-

corello e la Guarnaccia, per citarne alcuni. In un tempo caratterizzato da tanti aspiranti "numeri primi", il mondo del vino calabrese propone una lezione interessante e significativa, i cui orizzonti spaziano ben oltre “la siepe” e “l’ermo colle” di leopardiana memoria. Le cantine Librandi di Cirò, Malaspina di Melito Porto Salvo, Poderi Marini di San Demetrio Corone, Serracavallo di Bisignano e Statti di Lamezia Terme, per “promuovere i frutti più pregiati della


attualità

Presente in tutte le librerie d'Italia, il volume “Vini di Calabria. Storie (minime) di uomini, donne, luoghi e uve” di Rosario Branda, edito da Rubbettino, è stato illustrato al Salone del Libro di Torino l'8 maggio, poi al Museo Archeologico di Reggio Calabria ed in altri appuntamenti in Calabria e fuori regione. Per la presentazione ufficiale, tenutasi presso la sede dell'Enoteca regionale della Provincia di Cosenza, oltre all’autore, erano presenti l’Editore Florindo Rubbettino, il Direttore de “Il Quotidiano della Calabria” Matteo Cosenza, l’Assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra, il Presidente della Provincia di Cosenza On. Mario Oliverio. «E’ un volume che non può mancare in biblioteca (Vini di Calabria di Sarino Branda) – ha sottolineato il Presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio – perché non solo racconta il patrimonio rappresentato dai nostri vini di Calabria, la qualità espressa, le caratteristiche proprie, ma introduce in un mondo affascinante, complesso, in cui più elementi si intrecciano. Un mondo che è sostenuto da una interessante e significativa storia, che aspettava di essere narrata e quindi conosciuta. E' uno strumento utile per la promozione del comparto. Tra le pubblicazioni già esistenti, infatti, mancava una che desse una visione d’assieme della produzione vitivinicola regionale». Per l’Assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra il libro di Branda è «una carta d’identità del territorio, una presa di coscienza del patrimonio che la Calabria ha in tema di vitivinicoltura, di ricchezza di esperienze positive che potrebbero dare valore aggiunto alla nostra terra. E’ necessario che ci sia sempre maggiore sinergia istituzionale, indirizzata alla valorizzazione delle eccellenze e delle tante piccole realtà che compongono il nostro patrimonio agroindustriale». Per il Direttore Matteo Cosenza, che da oltre due anni ospita le recensioni di vini calabresi di Rosario Branda ogni venerdì sul

vitivinicoltura calabrese”, hanno deciso di condividere esperienze, tradizioni e diversità». Iniziano ad arrivare i primi riconoscimenti?

«Sono quattro i vini calabresi che sono riusciti ad ottenere gli ambiti “tre bicchieri” nella guida 2014 del Gambero Rosso: il Duca San Felice di Librandi, il Grisara di Ceraudo, il Masino de iGreco, il Moscato di Saracena di Viola. Tutti ottenuti da vitigni autoctoni con

giornale «lo sguardo d'assieme che viene fuori dalle pagine del libro è una foto nitida e completa di quanto i calabresi di buona volontà e di passione genuina abbiano fatto e stiano facendo da qualche anno per valorizzare la loro terra onorando il dio per eccellenza, quello che ci regala un bel bicchiere di rosso o di bianco che soddisfa i nostri cinque sensi e ci rende felici, specie se lo beviamo in compagnia. E’ più di una guida. In uno spazio contenuto, Branda riesce sempre a mettere insieme storia, antropologia, territorio e tecnica. Chiude con poche righe, inappuntabili e sempre inebrianti, dedicate a quello che c'è nel bicchiere». L’Editore Florindo Rubbettino ha parlato di un libro originale. «Non è solo un saggio, non è solo una guida, non sono solo le note di un viaggiatore, ma un po’ tutte queste cose insieme. Un racconto che esalta il rapporto meraviglioso tra territorio e vini, che celebra la bellezza in sé delle vigne e dei nostri paesaggi». «È un libro-saggio accurato e documentato ma, soprattutto, un atto d’amore per il mondo del vino calabrese quello di Sarino Branda - scrive il giornalista enogastronomico Gianfranco Manfredi -. Scatta una nitida foto di gruppo a uno dei comparti più vivi e dinamici del Made in Calabria. Mette in luce la qualità raggiunta dall’enologia regionale e comunica agli stessi protagonisti la consapevolezza dei risultati conseguiti. Riesce a renderli partecipi del valore raggiunto dal patrimonio enologico regionale. Sarino Branda, con rara competenza e dedizione, racconta le bottiglie più semplici e quelle più prestigiose, il vino quotidiano e quello delle grandi occasioni. Ma la sua attenzione, oltre i calici, è rivolta alle storie degli imprenditori, uomini e donne del mondo del vino che con una scrittura scorrevole fa salire, per così dire, in passerella. Per confermare che il vino calabrese è cresciuto, e molto. E che ora devono arrivare tutti i riconoscimenti che merita». •

uve vinificate in purezza. Nell’ordine, Gaglioppo, Pecorello, Calabrese, Moscatello di Saracena, Guarnaccia e Malvasia bianca. Onore al merito di queste cantine e di Nicodemo Librandi, Roberto Ceraudo, i fratelli Greco e Luigi Viola che hanno avuto la visione lungimirante di puntare sui “figli del territorio” per far conoscere tradizioni, cultura e profondità della produzione vinicola di Calabria. Un bell’esempio per tutti, uno stimolo a fare bene. Consapevoli,

come diceva Edison, che “il successo per il 5% è dovuto all’inspiration, per il restante 95% alla transpiration». Quante cose può regalare un bicchiere di vino?

«Le suggestioni del territorio, il profumo della terra di cui è frutto, il lavoro di tante mani in cantina ed in vigna, i colori delle stagioni e la maturità che riesce a testimoniare, i sogni di quanti hanno concorso a realizzarlo a disposizione di chi li sa sognare». •

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La contraffazione delle etichette danneggia le eccellenze agroalimentari Spagnuolo: “Bisogna fare rete per combattere questo preoccupante fenomeno” “

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’illegalità di pochi finisce per colpire l’intero settore, con ripercussioni negative sull’immagine di un marchio dop, che perde di credibilità”. Parole dure contro la contraffazione delle etichette, pronunciate dal procuratore di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, di recente nomina nel comitato scientifico della Fondazione Osservatorio, sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare, iniziativa promossa da Coldiretti. Fondazione nata “per diffondere la conoscenza e la consapevolezza del patrimonio agroalimentare italiano, con l'obiettivo di creare un sistema coordinato e capillare di controlli idonei a smascherare i comportamenti che si pongono in contrasto con la legalità”.

Il capo della procura vibonese, ha coordinato diverse inchieste tese a individuare e colpire contraffazioni del “Made in Italy” attuate per spacciare per italiani, prodotti provenienti dall’estero, quindi di qualità non certificata. «Fare rete – ha spiegato il procuratore Spagnuolo – è molto importante per combattere questo fenomeno. Associazioni di categoria, magistratura, istituzioni politiche, devono interagire per arginare il ruolo delle agromafie. Per questo è da apprezzare l’iniziativa di Coldiretti che ha istituito un osservatorio per monitorare costantemente il ciclo produttivo rendendolo maggiormente impermeabile rispetto a certe infiltrazioni, purtroppo in aumento negli ultimi anni. Oggi, per esempio, chi vorrebbe acquistare olio extravergine d’oliva calabrese, Mario Spagnuolo

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non si sente più garantito dall’etichetta. Troppe notizie di marche contraffatte turbano il mercato. Soprattutto all’estero, dove tanto sono apprezzati i cibi ed i prodotti tipici italiani, c’è purtroppo il sospetto che l’etichetta di genuinità italiana sia mendace. Dobbiamo fare in modo che il marchio dop, di meritevoli case produttrici, ritorni ad essere una garanzia assoluta per il consumatore». Il Comitato scientifico dell’Osservatorio, costituito nei mesi scorsi da Coldiretti, è guidato da un altro magistrato noto a livello nazionale per la sua dirompente attività inquirente. Si tratta di Gian Carlo Caselli, ex procuratore di Palermo, da poco in pensione. «La mafia e la ndrangheta – ha detto ancora Mario Spagnuolo – tentano di penetrare ovunque ci siano possibilità di ingenti, illeciti guadagni. E più stanno aumentando le quotazioni dei prodotti tipici italiani, più aumenta l’attenzione delle cosce al settore dell’agroalimentare».

Per comprendere meglio le parole del magistrato calabrese, basta dare uno sguardo all’ultimo rapporto della Coldiretti-Eurispes sulla problematica in esame. La mafia, secondo tale rapporto, nel settore agroalimentare italiano è arrivata nel 2013 a un volume d'affari di 14 miliardi di euro, con una crescita del 12% in due anni. Secondo la Direzione Investigativa antimafia di Roma, circa il 15% del fatturato in agricoltura è riconducibile ad organizzazioni e attività illecite. «La criminalità organizzata nel nostro Paese (mafia, camorra, ndrangheta) controlla, spesso attraverso dei prestanome, almeno 5000 tra bar e ristoranti e pizzerie, e in molte aree controlla la produzione e la distribuzione di latte, carne, mozzarella, caffè, zucchero, acqua minerale, farina, pane, burro, e soprattutto frutta e verdura, attraverso reati come l'usura, il racket estorsivo, i furti di attrezzature e mezzi agricoli, l'abigeato, le macellazioni clandestine,

il danneggiamento delle colture, la contraffazione e agropirateria, l'abusivismo edilizio, il saccheggio del patrimonio boschivo, il caporalato, le truffe ai danni dell'Unione europea». Un rapporto impietoso che dà l’idea di quali risultati positivi potrebbero essere raggiunti vigilando meglio e con maggiore rigore sulla filiera della distribuzione alimentare, partendo dal produttore fino alla messa in vendita. A fine aprile si è tenuta Roma la prima riunione del comitato scientifico presieduto da Caselli. «Nell’occasione – ha concluso il procuratore di Vibo Valentia – è stata evidenziata la rilevanza dei dati contenuti nel rapporto sulle agromafie, anche in prospettiva di nuove strategie di contrasto al fenomeno criminale. Sono fermamente convinto che l’incontro e lo scambio informativo fra componenti attive e sane della società non potrà che contribuire per una più efficace azione di tutela del marchio italiano di qualità». •

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Le grandi navi da crociera nei porti calabresi A Crotone ha attraccato la Thomson Majesty: soddisfatti i turisti

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se la Calabria diventasse davvero “porto” privilegiato delle grandi navi da crociera che solcano il Mediterraneo? L’economia regionale potrebbe trarre enormi benefici dall’arrivo – seppur per il tempo di una breve sosta – di migliaia di turisti, pronti a visitare le bellezze del nostro territorio. Il progetto si sta concretizzando grazie agli accordi che la Regione è riuscita a chiudere con alcune grandi compagnie le cui navi saranno accolte nelle strutture portuali di Crotone, Reggio e Corigliano. E i primi risultati cominciano a vedersi. Ad esempio qualche settimana fa, per la prima volta, una nave del gruppo Tui, la Thomson Majesty, è attraccata n in Calabria, nello specifico nel porto di Crotone. Così come sempre nella città pitagorica ha fatto scalo la Seabourn Sojour, prestigiosa imbarcazione della

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compagnia Seabourn Cruise Line. «Con soddisfazione – ha dichiarato la vicepresidente Antonella Stasi – possiamo dire che Crotone ha risposto bene. Abbiamo già raccolto notizie e riscontri positivi da parte della Thomson, della Seabourn e della Costa CroAntonella Stasi ciere e, dunque lo scalo, le bellezze del territorio e soprattutto l’organizzazione hanno avucalabresi». to la promozione a pieni voti». Stasi Anche gli aspetti tecnici portuaha ricordato l’impegno del presidente li sono stati più che soddisfacenti: «il Scopelliti «che sin dal suo insediamencomandante della nave, Leonidas Pato – ha detto – ha puntato su questo napoulos, durante l'incontro avuto – ha settore turistico che si sta dimostrando proseguito – mi ha spiegato che la nave, cruciale per lo sviluppo dei porti calacon l’aiuto e la puntuale collaborazione bresi e oggi, attraverso una meticolosa della capitaneria di porto, non ha avuattività di organizzazione e promozioto alcun problema nelle operazioni di ne, stiamo finalmente dando il giusto attracco. Questo è un primo gradino spazio alle grandi potenzialità dei porti nella scalata, ma le cose andranno si-


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La Thomson Majesty ha portato con se 1400 croceristi e 620 membri di equipaggio curamente sempre meglio anche perché da luglio, con il supporto dell’Autorità portuale, che ringrazio per la disponibilità, contiamo di avere un vero e proprio Terminal croceristico». La Thomson Majesty è una nave molto grande (207mt di lunghezza), ed ha portato con se 1400 croceristi e 620 membri di equipaggio. Da Malaga a Corfù, passando per Crotone, i croceristi inglesi hanno potuto ammirare

le bellezze del territorio crotonese visitando il centro cittadino, le aree storiche della città, alcuni anche Le Castella, altri Santa Severina e i territori circostanti. Ottimo il feedback giunto a fine serata, non solo per i questionari di soddisfazione rilasciati dai passeggeri ma anche perché nella stessa giornata lo scalo è stato super osservato. Infatti, a bordo della nave c’erano anche alcuni

importanti responsabili del società Tui, leader mondiale nel settore del turismo, che hanno scrutato e valutato attentamente l’organizzazione, l’animazione del territorio, la qualità e l’offerta turistica e culturale degli itinerari proposti. Inoltre erano presenti osservatori di un altro colosso della croceristica, la Costa Crociera che, in virtù degli scali già programmati proprio nel porto di Crotone, hanno seguito passo dopo passo lo svolgimento della giornata. I turisti hanno acquistato nei negozi del centro, avendo particolare attrazione per le degustazioni tipiche locali come quella dei covatelli crotonesi esposti sul corso cittadino. Hanno anche apprezzato i momenti musicali in piazza Municipio e la sagra del pesce azzurro a Le Castella. Alla riuscita della giornata hanno contribuito con una sinergica collaborazione la Regione Calabria, la Provincia e il Comune di Crotone e le associazioni di categoria. •

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a mattina del 7 marzo 2014, nella sede dell’Ente camerale di Vibo Valentia, è stato ufficialmente presentato l’interessante e articolato progetto di “Riqualificazione funzionale ed architettonica area muro paraonde Molo Generale MaltaBanchina Cortese del Porto di Vibo Marina, per escursionismo, turismo nautico e crocieristico”. Il progetto è stato elaborato dalla RTP Studio Nicoletti Associati, vincitore del Concorso internazionale di progettazione bandito proprio da Camera di Commercio e Aspo per acquisire, allo scopo, i migliori e più funzionali contributi di idee. A presenziare l’incontro il presi-

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dente della Camera di Commercio Michele Lico, l’Assessore regionale ai Trasporti Luigi Fedele, il Sindaco della Città Nicola D’Agostino; nonché i progettisti Luca Nicoletti, Alessandra Pescarin, Antonio Pelle, Antonio Sorrento. Presenti anche il Comandante della Capitaneria di Porto di Vibo Marina Paolo Marzio e i vertici di Vibo Sviluppo. In sala, ovviamente, anche il manager dell’Aspo, Maurizio Caruso Frezza. Il Progetto di riqualificazione è stato condiviso anche attraverso numerosi pannelli esplicativi dei suoi vari aspetti tecnici e scenografici, proprio per dare senso e prospettiva di azioni mirate a creare, in perfetta armonia con l’area istituzionale presente, spazi per il pubblico e locali idonei all’offerta di servizi nautici e turistici di qualità. I suggestivi pannelli erano esposti nei corridoi di accesso al salone della Camera, accompagnati da fotografie


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Il Porto di Vibo Marina

Lico: un progetto che parla di sviluppo La riqualificazione funzionale e architettonica del Molo Generale Malta e della Banchina Cortese. Un enorme potenziale turistico, e non solo aeree dell’area portuale interessata. Pubblichiamo qui di seguito integralmente l’intervento del presidente della Camera di Commercio di Vibo Valentia, Michele Lico, tenuto il 7 marzo 2014 nella sede istituzionale dell’Ente, per la menzionata presentazione del Progetto di Riqualificazione funzionale ed architettonica del Molo Generale Malta e della Banchina Cortese per turismo nautico, crocieristico ed escursionismo. La sua lettura integrale potrà offrire un quadro abbastanza chiaro circa il contesto, la realtà e le prospettive economicosociali dell’opera. Eccolo: «Oggi ancora una volta la Camera di Commercio di Vibo Valentia accende i riflettori sul Porto di Vibo Marina che da sempre considera tra gli elementi prioritari nella sua pianificazione di sviluppo in quanto risorsa strategica per l’economia provinciale e concorrente punto di forza nell’ambito

della portualità regionale. In questi anni la nostra attenzione verso questa infrastruttura è stata costante, con iniziative e risultati tangibili. Ad esempio, la riqualificazione dell’asse viario di Via Emilia, attività intenzionalmente propedeutica all’intervento che oggi proponiamo, e per la quale la Camera di Commercio, avviando un percorso di collaborazione istituzionale con l’Amministrazione Comunale, allora a guida Sammarco, ha portato in dotazione progettualità e finanziamento interagendo con Vibo Sviluppo. Questo evidenzia una corretta e mirata programmazione e pianificazione delle opere pubbliche per lo sviluppo. Oggi la Camera di Commercio di Vibo Valentia e la sua Aspo presentano, infatti, il Progetto di riqualificazione funzionale e architettonica area muro paraonde Molo generale Malta-Banchina Cortese, per escursioni-

smo, turismo nautico e crocieristico. Si tratta di un importante progetto infrastrutturale che mira a far emergere le potenzialità economiche del quadrante Nord-Est del porto, nell’ambito del quale si concentra, in particolare, la funzione turistico-nautica del Porto di Vibo Marina, che nell’attuale sistema di classificazione dei Porti vigenti in Italia (legge 84/1994) rientra nei Porti marittimi di rilevanza economica nazionale. Sotto il profilo della sicurezza portuale e commerciale è gestito direttamente dalla Capitaneria di Porto, che ha individuato 4 aree operative distinte in: area passeggeri; area commerciale e industriale; area petrolifera e area diportistica, individuata dalle Banchine di sopraflutto Cortese e Generale Malta dove sono localizzati i pontili che attualmente ospitano oltre 600 imbarcazioni. Sui tre pontili, poi, hanno il punto di imbarco una decina di charter nautici che

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fanno rotta verso le Eolie e vi è, inoltre, la sede del Circolo Velico Santa Venere, che rappresenta, per il settore, un punto di riferimento attivo e qualificato, coinvolgendo, tra l’altro nelle attività studenti e numerosi giovani. Pur garantendo alta qualità, i pontili, attualmente sono costretti ad erogare solo servizi logistici di base per i diportisti, mancando spazi adeguati per l’implementazione di un’offerta varia e completa, funzionale alle aspettative degli operatori economici e degli stessi diportisti, secondo standard ormai diffusi nei più efficienti approdi, in crescita e concorrenziali. Le caratteristiche strategiche del porto sono date dalla sua configurazione geografica, dalla sua polivalenza e dalla sua prossimità alla linea ferrata, al nodo autostradale, all’aeroporto di Lamezia Terme, elementi tutti che hanno consentito all’infrastruttura di creare economia, ma non di sviluppare appieno tutte quelle potenzialità, che adeguatamente valorizzate, possono, invece, determinare e moltiplicare condizioni di sviluppo reale e competitivo. Il Porto di Vibo Marina rappresenta l’infrastruttura economica più importan-

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te della provincia. Basta considerare che, nonostante una situazione operativa disarticolata, disorganizzata e una situazione costante di conflitti, è riuscito a produrre, nel triennio 2010/2012, importanti introiti: Accise sui prodotti petroliferi (quota Stato): 1.179.897.765 di euro; Accise sui prodotti petroliferi (quota Regione): 111.113.834 di euro; Tasse di ancoraggio: 41.344 euro; Tasse di imbarco e sbarco merci: 815.058 euro. Questi, però, sono introiti solo per Stato e Regione, nulla rimane al territorio. Intorno al sistema portuale, poi, ruota una vera e propria “economia del mare” costituita da oltre 700 imprese con circa 3.000 occupati. Questi significativi numeri testimoniano quanto questa infrastruttura sia effettivamente importante per la nostra provincia e, direi, anche evidentemente per la nostra regione. Ecco perché la Camera di Commercio di Vibo Valentia ormai da diversi anni sta investendo sul Porto di Vibo Marina che in realtà, non è un semplice porto, ma un sistema produttivo ampio e diversificato; diventa, dunque, fondamentale l’equilibrio di aspetti variegati, a volte apparentemente conflig-

genti, ma di fatto perfettamente integrati e interdipendenti in quella che rappresenta la vera ricchezza, e ancora la forte potenzialità di sviluppo del Porto: appunto la multisettorialità. Dai vari incontri tra Camera di Commercio, operatori economici, Consulta Economico portuale Santa Venere, promossi ripetutamente in questi anni, è emersa la necessità di un nuovo modello di governance unitaria capace di dar vita ad un progetto condiviso, coerente e compatibile con lo sviluppo armonico del porto e della città, e su cui far convergere le singole e qualificate energie per ottimizzare i risultati anche in termini di tempi e risorse economiche finalizzate. Per questo abbiamo istituito l’Aspo, Azienda Speciale per lo sviluppo del Porto di Vibo Marina, legittimata dalla legge 84 del 94 che, all’art. 14 comma 1, attribuisce competenze e un ruolo specifico per i compiti di programmazione, coordinamento e promozione, nonché nell’ambito della pianificazione delle opere portuali, della formulazione ed elaborazione di piani triennali da proporre al Ministero


attualità

Maurizio Caruso Frezza

dei Trasporti e della Navigazione. L’Aspo si è prontamente attivata producendo una positiva collaborazione con le diverse Istituzioni, ed in particolare con l’Amministrazione comunale di Vibo Valentia e con la Capitaneria di Porto, ma anche con la realtà imprenditoriale e le forze rappresentative del territorio, tra cui la Consulta Economica portuale Santa Venere, associazione che riunisce tutte le categorie di operatori del sistema portuale. Con questo metodo di confronto e condivisione, e grazie al Direttore operativo dr. Caruso, è stato strutturato il Piano di sviluppo Economico-Produttivo triennale previsto dalla Legge 84, in cui si inserisce l’intervento che oggi presentiamo. Siamo partiti da un concorso di progettazione finalizzato a stimolare una proposta progettuale funzionale a trasformare l’area del “Molo Generale MaltaBanchina Cortese”, attualmente degradata e disorganizzata, in un vero e proprio attrattore turistico, qualificandola con spazi e strutture armonici e idoneamente attrezzati per ospitare le attività economiche connesse ai settori della nautica da dipor-

to, del turismo, dei servizi ricreativi, sportivi e del commercio. L’apertura ai contributi professionali nazionali ed internazionali è stata premiante, per le diverse proposte di grande pregio che abbiamo ricevuto. Quello che è stato ritenuto più funzionale e più coerente con le nostre idee e con i nostri obiettivi è stato il progetto della RTP Studio Nicoletti Associati. Oggi, dunque, si dispone di un progetto in grado di dare nuova fisionomia al Porto proprio intervenendo con un’operazione di restyling sulla parte della banchina meno utilizzata e poco fruibile, con un “asse attrezzato direzionale, commerciale e ricreativo dotato di un elevato valore architettonico e paesaggistico, che senza andare ad interferire sulle destinazioni d’uso attuali, inserisce nel porto di Vibo Marina un elevato fattore di attrattività. In particolare il progetto prevede: La realizzazione di un camminamento attrezzato sopraelevato rispetto alla quota della banchina in corrispondenza al muro paraonde e per tutta la sua lunghezza di circa 500 m; L’utilizzo di un sistema di pennoni e di vele a parziale copertura della passeggiata sopraelevata; La realizzazione, con possibilità ulteriori di espansione, di locali per attività promozionali ed espositive, per servizi legati alla nautica; per circoli nautici, velici, bar, ristorazione ed in generale a tutte quelle attività connesse alla Blu Economy; La configurazione di un terminal per navi da crociera e per il charter nautico. Altro aspetto qualificante è l’anfiteatro, nella parte terminale della banchina, che nella nostra idea, e in quella dell’Amministrazione comunale, assolve ad una indubbia funzione scenica ma an-

che e soprattutto sociale, culturale ed economica, offrendo la possibilità di svolgere conferenze, incontri, seminari ed eventi culturali. Un progetto che scaturisce da un percorso ampiamente condiviso, anche nei Tavoli territoriali di partenariato, con Istituzioni, Associazioni di Categoria, operatori economici, Parti sociali, ed è perfettamente coerente: con le ipotesi di sviluppo indicate nel Piano strategico del Comune di Vibo Valentia ViboFutura2015 del 2008; con il Piano integrato di sviluppo del porto del 2009; con le destinazioni di uso previste dalla Capitaneria di Porto di Vibo Marina; con il Masterplan per lo sviluppo della portualità calabrese 2012 della Regione Calabria; con Piano di sviluppo economico-produttivo triennale 2012-2014 dell’Aspo. L’investimento finanziario per la realizzazione del progetto è preventivato in 8 milioni di euro di cui 6,5 milioni sostenuti da Vibo Sviluppo a valere sul patto Territoriale. Dunque, finalmente, un’importante opera pubblica sul nostro territorio e, come tale, strutturata e finalizzata esclusivamente per l’interesse collettivo e per il bene comune, sulla quale Camera di Commercio e Aspo hanno lavorato con impegno e dinamismo, in sinergia con l’Amministrazione Comunale, convinti che possa rappresentare l’inizio del concreto cambiamento per il Porto di Vibo Marina. Oggi, siamo convinti, con questo progetto, di aver offerto alla comunità sociale ed imprenditoriale di Vibo Marina, provinciale e anche a quella regionale - più che un’ottimistica speranza, una reale opportunità da cogliere con grande senso di responsabilità e impegno per rendere il Porto di Vibo Marina approdo sicuro e riferimento di reale sviluppo e competitività. Qualcuno ha definito questo progetto un sogno impossibile; penso invece, come diceva Walt Disney, che “se puoi sognarlo, puoi farlo”». •

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La sfida di Angelo Marra : “Cambiare è possibile” Il presidente dei GI di Reggio Calabria spiega cos'è necessario fare per cambiare rotta

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ono trascorsi poco più di tre anni da quando Angelo Marra è stato eletto alla guida dei Giovani Imprenditori di Confindustria Reggio Calabria. Da quel momento, ha coniugato il suo impegno professionale nel settore della comunicazione digitale a quello necessario per presiedere il gruppo dei GI reggini, mettendo in piedi una serie di iniziative a sostegno dei suoi colleghi e, più in generale, di tutti quei giovani che vogliono realizzare la loro idea imprenditoriale. Membro del Consiglio Centrale del Movimento dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Marra ha le idee chiare su quella che dovrebbe essere la strada da seguire in Calabria per regalare

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Angelo Marra

un futuro al territorio. E anche su quello che dovrebbero fare le nuove generazioni per raggiungere questo obiettivo. In una intervista su Panorama di qualche tempo fa lei ha detto che “i giovani calabresi hanno capito: non vogliono né scappare, né aspettare. Vogliono cambiare”. In cosa devono cambiare e chi deve aiutarli in questo percorso?

«Devono cambiare l'approccio mentale verso il lavoro, non si deve più at-

tendere che qualcuno faccia qualcosa per loro, ma devono essere proattivi, devono mettersi in gioco e cominciare a creare il loro futuro mettendo in campo le proprie capacità, competenze ma soprattutto la propria passione». Giovani e start-up, cosa consiglia a chi intende diventare imprenditore?

«Consiglio di credere nelle proprie capacità, di sapere che affronteranno sfide nuove e spesso non le vinceranno


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al primo tentativo, perseverare nel raggiungere gli obiettivi, mettere tutta la loro passione e non arrendersi ai primi problemi che potrebbero accadere». Cosa hanno messo in campo i GI di Reggio Calabria per sostenere chi decide di voler fare impresa?

«Uno sportello fisico e virtuale di assistenza per i giovani e non solo che vogliono sviluppare una idea di impresa innovativa. Per far questo abbiamo come Gruppo giovani imprenditori siglato una serie di accordi insieme a professionisti e docenti universitari. Inoltre durante il percorso, oltre l'assistenza tecnica per la definizione e sviluppo dell'idea di impresa è prevista anche una serie di incontri formativi e workshop per dare maggiori strumenti ai partecipanti per affrontare il "percorso di imprenditore"».

Innovazioni tecnologiche e internet: a che punto stiamo in Calabria?

«Come tante occasioni sfuggite alla Calabria anche la sfida dell'innovazione tecnologica è una partita che è stata giocata male. Però negli ultimi anni si vedono alcuni primi risultati positivi: best practices sia istituzionali, come il progetto Calabriainnova, l'incubatore d'impresa Tecnest dell'Unical o i tanti progetti sviluppati da associazioni o enti sui territori che hanno raggiunto risultati importanti e sono spesso presi ad esempio da altri territori. C'è comunque tanto da fare ancora. Mi auguro di poter riguardare indietro tra 10 anni e vedere un percorso ricco di successi che la Calabria avrà ottenuto in questo campo».

Ritiene che, in passato, ci siano state occasioni perse dalla politica per superare il digital divide e cosa si dovrebbe fare oggi?

«E' evidente a tutti che in passato sono state perse grandi occasioni. Il caso Telcal è l'emblema di una opportunità incredibile, che la politica non è riuscita a far diventare un successo rivoluzionario per tutta la nostra regione. Oggi l'uni-

ca possibilità che vedo è quella di concentrare le risorse in un unico soggetto amministrativo che governi e direzioni la scelta degli investimenti in questo settore. Sfortunatamente per molti, questo organo deve essere composto oltre che da politici, anche da tecnici qualificati e dai referenti delle associazioni di categoria, i primi perché possono aiutare nella scelta tecnologica, i secondi perché conoscono le esigenze che emergono dai territori. Ritengo inutile avere una quantità di enti locali, provinciali o regionali che progettano iniziative in questo settore, scollegate tra loro e spesso anche in sovrapposizione». E le imprese calabresi, quelle reggine in particolare, a suo avviso, hanno accettato la sfida dell’innovazione?

«Credo di sì, sono sempre di più le aziende che si innovano, accettano la sfida e investono, perché hanno capito che se vogliono sopravvivere nel nuovo mondo non possono usare gli strumenti che hanno utilizzato per tanti anni, semplicemente perché non sono più sufficienti per affrontare le nuove richieste del mercato, ormai globalizzato».

Parliamo di Città metropolitana: cosa vi aspettate come GI dalla sua concreta istituzione?

«Una nuova visione dei territori, una maggiore integrazione tra i comuni, meno campanilismi, maggiore sinergia tra gli imprenditori, progetti più grandi e importanti che coinvolgano una vasta area geografica. In realtà ci aspettiamo molto. In questo siamo sognatori, ma con i piedi saldi in terra».

Quanto il commissariamento di Reggio Calabria ha danneggiato, se l’ha fatto, l’economia reggina?

«Come spesso avviene con le iniziative di commissariamento di un ente, le persone incaricate a gestire le attività non sempre possono progettare il futuro o investire sul territorio, bensì si trova-

no a governare il contingente e risolvere problemi urgenti». Come giudica i primi passi del Governo Renzi ?

Sicuramente si nota una voglia forte di cambiamento, di riformare un sistema congelato da troppi veti, da troppo tempo. Mi auguro che dai buoni propositi si cominci a passare alle azioni concrete per dare risposte ai cittadini e alle imprese. Il tempo è poco, bisogno fare presto».

Che cosa le ha dato, in termini di crescita e confronto, l’esperienza quale membro del Consiglio nazionale dei GI di Confindustria?

«Sicuramente è stata una palestra incredibile, tantissime relazioni, tanti nuovi contatti, la possibilità di partecipare ad iniziative nazionali ed internazionali che mi hanno dato tanti insegnamenti, fatto scoprire nuovi scenari, fatto conoscere nuovi modelli di sviluppo. Il mio bagaglio culturale e di relazioni è sicuramente cresciuto molto».

Lei ha fondato iTraining, un’associazione specializzata in alta formazione manageriale. Quanto l’assenza di manager formati è causa del ritardo che vive la Calabria? Come superare questa situazione?

«Credo che la formazione sia la base per affrontare il cambiamento in cui siamo immersi, servono nuove conoscenze, gli imprenditori devono migliorare la propria formazione, a volte devono ri-formarsi completamente. Sicuramente l'assenza dei manager nella stragrande maggioranza delle aziende calabresi, dovuta a diverse cause, non ha facilitato molte imprese nel processo di crescita. Credo che una prima possibilità per accelerare la soluzione a questo gap possa essere quella di assumere i temporary manager che insieme all'imprenditore possano iniziare un percorso di ristrutturazione concettuale dell'impresa prima di tutto». •

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Politiche per il Sud e politiche nazionali di Vittorio Daniele

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nevitabilmente, con la crisi economica, il problema del ritardo del Sud è passato in secondo piano. Eppure, i dati mostrano come sia stata proprio la parte meno sviluppata dal paese a subire maggiormente gli effetti della recessione. In soli cinque anni, dal 2008 al 2012, il Pil del Mezzogiorno si è ridotto del 10 per cento, a fronte del 5,8 del Centro-Nord. Il crollo della produzione si è accompagnato a quello degli investimenti. La già gracile base produttiva del Meridione uscirà fortemente ridimensionata dalla recessione. Disoccupazione, precarietà e povertà sono cresciute in tutto il paese, ma al Sud in proporzione assai maggiore che al Nord. Le prospettive non sono incoraggianti. Salvo shock positivi, l’Italia sembra avviarsi verso una fase di crescita strutturalmente debole, in cui ogni obiettivo di politica economica è subordinato al rispetto degli impegni di bilan-

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cio. E come mostra la storia, nelle fasi di crescita lenta il divario Nord-Sud generalmente non si riduce, semmai aumenta. In uno scenario che ricorda quello stato stazionario “triste e malinconico” descritto da David Ricardo nel XIX secolo, sembra velleitario pensare che, nei prossimi anni, le risorse per lo sviluppo del Mezzogiorno possano aumentare. Del resto, ormai da qualche anno, gli interventi per lo sviluppo sono finanziati, quasi integralmente, dai fondi strutturali europei. Risorse che, piuttosto che sostituire, dovrebbero aggiungersi a quelle ordinarie. È bene ricordare, tuttavia, che i fondi europei sono, in realtà, risorse nazionali. L’Italia, infatti, è un contributore

netto al bilancio europeo. I fondi strutturali sono, in altre parole, risorse italiane che, in parte, vengono restituite al nostro paese attraverso la politica di coesione della UE. Stranamente, si parla spesso della capacità delle Regioni di spendere i fondi europei e assai meno dei risultati conseguiti. Certo, il rischio che una parte (esigua) dei fondi non venga spesa esiste. Ma sono in realtà i risultati, più che la spesa, a essere modesti. Le regioni arretrate continuano a rimanere tali, i divari economici e sociali restano ampi mentre la convergenza con le regioni più avanzate (l’obiettivo principale della programmazione comunitaria) è ancora lungi dal realizzarsi.


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«

Si può chiedere efficienza europea nella spesa se, in Italia, per realizzare un’opera pubblica di importo superiore a 100 milioni di euro si impiegano, in media, 11 anni di cui quasi cinque per la progettazione?» Considerato che, nei prossimi anni, le risorse saranno sempre più scarse, si dovrebbe puntare ad aumentare l’efficienza della politica strutturale. Tanto più in questa fase, in cui si stanno approntando i programmi per il prossimo ciclo di programmazione 2014-2020. La materia non manca. Le esperienze fatte negli anni (in Italia, a partire dal 1989) e il confronto con quanto avvenuto in altri paesi, mostrano come i risultati delle politiche strutturali dipendano sia da fattori locali, sia (e forse soprattutto) da fattori nazionali. Quelli locali sono ben noti: inefficienza burocratica, frammentazione degli interventi e, forse, anche mancanza di “domanda” per alcune tipologie di interventi particolarmente innovativi che richiedono competenze e progettazione avanzate. Ma non sono solo questi i vincoli. A pesare è anche il quadro nazionale. I fondi strutturali vanno spesi secondo le regole e le (spesso bizantine) procedure europee è vero, ma, poiché si spendono in Italia, a queste si sommano le norme e le pastoie derivanti dalle procedure nazionali. Si può chiedere efficienza europea nella spesa se, in Italia, per realizzare un’opera pubblica di importo superiore a 100 milioni di euro si impiegano, in media, 11 anni di cui quasi cinque per la progettazione? Se ciò accade ordinariamente, non stupisce che i fondi strutturali vengano, in larga misura, destinati a progetti “coerenti”,

cioè a progetti normalmente finanziati con risorse nazionali che, per accelerare il processo di spesa, vengono poi attribuiti ai fondi comunitari e pagati con essi. Così facendo, i livelli di spesa sono garantiti; ma si perde ciò che davvero conta, ovverosia il carattere addizionale degli interventi. Non sono solo barocche burocrazie regionali e nazionali a rallentare gli interventi. A pesare sono anche i vincoli del patto di stabilità interno e i tempi necessari per ottenere pareri, approvazioni e visti da parte delle amministrazioni interessate. Se si vuole avere una controprova di quanto tali vincoli contino si guardi, per esempio, ai Paesi dell’est Europa, che ancora non hanno adottato l’euro, destinatari di quasi il 50 per cento della dotazione dei fondi strutturali, in cui l’assenza di vincoli di bilancio e norme certo assai meno farraginose delle nostre consentono un utilizzo rapido e incisivo delle risorse. In sostanza, al netto delle (non poche) inefficienze locali, i risultati dei fondi strutturali dipendono dall’efficacia delle politiche ordinarie. In altri termini, lo sviluppo delle regioni arretrate non può essere considerato come indipendente da quello del Paese nel suo complesso. Si può pensare di sostenere l’industria al Sud se non c’è un disegno complessivo

di politica industriale? E lo sviluppo dei porti e della logistica non richiedono, forse, una programmazione complessiva? I porti di Gioia Tauro o Napoli sono questioni locali o non, invece, parte di un sistema nazionale? Le inefficienze burocratiche riguardano, poi, solo le amministrazioni locali? Se così fosse, il problema sarebbe, tutto sommato, circoscritto. Se non fosse che sono innumerevoli norme nazionali – tra cui, stranamente, continua a trovare spazio la discrezionalità dei burocrati – a soffocare gli investimenti interni e a scoraggiare quelli esteri. In breve: la politica per il Mezzogiorno necessita di buone politiche nazionali. Come si legge nel resoconto di un’indagine conoscitiva promossa dal Senato nel 2009, i modesti risultati delle politiche di coesione sono anche dovuti alla “riduzione dell’afflato meridionalista del dopoguerra nella politica nazionale, tanto che viene da condivid ere la pur paradossale affermazione che i fondi strutturali europei, più che promuovere lo sviluppo del Mezzogiorno, hanno contribuito, liberando fondi nazionali, al risanamento dei conti pubblici italiani, di cui, peraltro, ha beneficiato implicitamente anche lo stesso Mezzogiorno”. E, aggiungeremmo, soprattutto il Nord. • Articolo pubblicato da "Il Mattino" del 22/4/2014

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di Danilo Colacino

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ord e Sud, divari di sviluppo e politiche economiche”. È stato questo il titolo scelto dagli organizzatori del convegno, tenutosi nelle settimane scorse nell’Università Magna Graecia, promosso dalla Facoltà di Economia aziendale della stessa Umg (con il patrocinio della Banca di Credito Cooperativo del Centro Calabria) per dar luogo a un confronto pubblico sul tema dello sviluppo economico nazionale, con particolare riferimento a quello del Mezzogiorno e della Calabria, ma anche per interrogarsi sul divario fra Nord “

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e Sud che è purtroppo una costante. Nel corso dei decenni sono, come noto, state numerose, e spesso contraddittorie quando non addirittura “scandalose”, le interpretazioni sulle cause del ritardo del Meridione. All’importante seminario sono intervenuti o hanno comunque aderito i vertici e alcuni eminenti professori dell’ateneo cittadino oltreché il presidente di un’agenzia nazionale come la Smivez e alcune personalità del mondo bancario e della politica locale. Il riferimento è al rettore Aldo Quattrone, al direttore del dipartimento di Scienze Giuridiche, Storiche, Economiche e Sociali, Luigi Ventura, ai docenti Nicola Ostuni, Paolo Malanima, Vittorio Daniele, Paolo Sestito e Giuseppe Soriero, al massimo

esponente della Svimez Adriano Giannolla, all’on. Ernesto Magorno (segretario regionale del Pd), al direttore della filiale della Banca d’Italia di Catanzaro Luisa Zappone e al presidente della Bcc del Centro Calabria Giuseppe Spagnuolo. In avvio dei lavori, il preside Ventura ha brevemente affrontato il tema della sperequazione tra Settentrione e Meridione - anche relativamente alle nazioni dell’Ue - citando le teorie del Premio Nobel per l’Economia Paul Krugman e le politiche keynesiane come possibile soluzione per alcuni dei maggiori problemi economici nel nostro Paese. «Anche se – ha aggiunto – il nostro Governo ha approvato il pareggio di bilancio che va in una direzione contraria». Sulle motivazioni che hanno spinto a concepire il


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All'UMG ci si interroga sul divario Nord/Sud convegno si è viceversa soffermato Spagnuolo: «Tutto ha preso le mosse dalla pubblicazione del libro dell’accademico Emanuele Felice: “Perché il sud è rimasto indietro?”. Vorremmo infatti comprendere meglio se la sua tesi sia sbagliata o meno, ovvero se si debba parlare di questione meridionale o sia più corretto riferirsi al sistema Italia nel suo complesso. Ma per quanto riguarda la Calabria, in particolare, sarebbe opportuno ricevere dalle rassicurazioni. Una speranza che si traduca successivamente in certezza di investimenti, all’insegna di un’immagine pulita e legale». Il deputato Magorno, rivolgendosi ai tantissimi giovani studenti presenti, ha affermato: «Abbiamo il dovere di investire su di voi, perché rappresentate una garanzia per il futuro qualunque cosa vogliate o sogniate di fare. Sembra quasi un’utopia, ma sono sicuro che, impegnandoci a fondo, ce la possiamo fare». A seguire il professore Daniele è sceso sul piano prettamente tecnico: «Bisogna prendere in esame una serie di indicatori indiretti per inquadrare meglio la questione su cui stiamo ragionando. Si tratta della speranza di vita alla nascita

per regione, della mortalità infantile, del tasso di alfabetismo, del prodotto agricolo procapite e della situazione socioeconomica. Fattori da cui ricaviamo dati certi che si possono tuttavia mettere in discussione. La crescita dell’Italia moderna, durante l’industrializzazione, è avvenuta con il passaggio da una società contadina a una industriale che però prevale al Nord. È da quella fase che si è originato uno squilibrio insanabile. Lo sviluppo, infatti, in ogni Paese segue l’inadeguatezza di una qualunque realtà territoriale come una curva a U rovesciata, in cui nella parte discendente l’industrializzazione si diffonde e il tenore di vita converge a livelli simili. Devo anche far cenno, però, alla teoria dell’antropologo e criminologo Cesare Lombroso – ha proseguito – secondo cui, noi del Sud, siamo geneticamente meno intelligenti. Inutile dire cosa ne pensi a riguardo. Resta il fatto che c’è pure da fare i conti con un retaggio storico, che non pesa nei geni ma nei comportamenti. Si può fare appello a un diverso ethos. Un elemento che contraddistingue tutte le nazioni non sviluppate è infatti la carenza nel capitale umano e la disuguaglianza civile nel

Vittorio Daniele:

«

La crescita dell’Italia moderna, durante l’industrializzazione, è avvenuta con il passaggio da una società contadina a una industriale che però prevale al Nord. È da quella fase che si è originato uno squilibrio insanabile» lavoro, nella sanità, nei servizi sociali e nella giustizia. Ragion per cui chiudo con una riflessione sulla condizione dell’infanzia in relazione alle strutture e agenzie educative deputate, al di là della famiglia, alla crescita dei bambini. Mi chiedo retoricamente quale sia la condizione sotto quest’aspetto qui da noi. Se, ad esempio, il numero di asili nido comunali è rispondente alle reali esigenze. E a fronte di una risposta negativa, siamo obbligati a tenerne conto perché le capacità cognitive di un individuo si sviluppano nei primissimi anni di vita». •

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365 giorni di Rete Regionale dell’Innovazione

EDITORIALE

Europa chiama Calabria

Indice

di Diassina Di Maggio*

La Calabria ha subito negli ultimi anni, complice la crisi economica globale, un ulteriore distacco dai processi di sviluppo, con un aumento della disoccupazione ed un allontanamento progressivo dagli ambienti tecnologici e culturali europei maggiormente attivi. Come riagganciare un processo di sviluppo virtuoso? Attraverso l'avvicinamento alla cultura europea e approfittando delle opportunità messe a disposizione dalle sue istituzioni. Nuove possibilità di sviluppo vengono fornite dal programma per la ricerca e l'innovazione della Commissione Europea per il periodo 2014-2020, recentemente varato: Horizon 2020 mira al raggiungimento di una maggiore competitività europea, generando progressi scientifici e tecnologici legati alla risoluzione delle più importanti sfide

DALLA RETE

sociali del nostro tempo (ambiente, energia, inclusione sociale etc.). Nel programma ampio sostegno è riservato alla partecipazione delle piccole e medie imprese, attraverso un innovativo schema di finanziamento ad hoc, che permette un supporto lungo tutto il processo di produzione dell'innovazione: dall'analisi di fattibilità fino all'immissione sul mercato, passando per le fasi di pilotaggio e collaudo, sino alla commercializzazione. Questo strumento potrà rappresentare un'opportunità anche per tutte le piccole realtà che costituiscono il tessuto innovativo della Calabria. Un importante canale di sostegno per dare linfa alla creatività e alla progettualità imprenditoriale calabrese. *Direttore APRE, Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea

La Calabria che cresce: un anno di Rete Regionale dell’Innovazione

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STORIE D’INNOVAZIONE Ritratto di famiglia, da padre in figlio guardando al futuro

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Postreet, il social network dei messaggi vocali

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VETRINA DELLA RICERCA L’e-nose, il naso elettronico che certifica l’autenticità degli alimenti

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IN AGENDA

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CHANCE

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RestartCalabria N.5

DALLA RETE

La Calabria che cresce: un anno di Rete Regionale dell’Innovazione di Giada Cadei

A sfogliare l’Innovation Scoreboard 2014, la classifica europea che misura il polso alla capacità d’innovazione e alla competitività delle regioni europee, ci si imbatte in un’inattesa sorpresa: se l’Italia rimane indietro sul fronte dell’innovazione, ben distaccata dagli altri Paesi Ue membri del G7, il Mezzogiorno dà segni di reazione, tanto da far affermare al Commissario agli Affari Regionali Johannes Hahn «Il Sud sta progredendo». In questo contesto la Calabria registra il suo personale successo, conquistando il passaggio da modest a moderate innovator e lasciandosi così alle spalle il gruppo delle regioni più arretrate d’Europa. Creare un ecosistema favorevole all’innovazione è stato uno dei primi obiet-

tivi sui quali CalabriaInnova ha posto l’accento, avviando la Rete Regionale dell’Innovazione: un network operativo tra tutti i promotori dell’innovazione calabrese - poli d'innovazione, università, sistema confindustriale a camerale - per spingere sul collegamento tra domanda e ricerca di innovazione e permettere di ridurre i tempi del time to market dell’innovazione tecnologica. A poco più di un anno dall’avvio dei servizi a favore di imprese, ricercatori e aspiranti imprenditori, è ora possibile tracciare un primo bilancio dei risultati di questo percorso. Sul territorio regionale si contano a oggi 16 Contact Point, sportelli attivi presso ciascun partner della Rete, nei quali è possibile accedere direttamente ai ser-

vizi per il trasferimento tecnologico e l’innovazione: 3 sono situati presso le università e dialogano con i ricercatori, per portare al mercato quanto di eccellente viene messo a punto nei dipartimenti calabresi e accompagnare queste scoperte verso la creazione di imprese spin-off; 5 presso le camere di commercio provinciali forniscono informazioni e servizi nel campo dei brevetti e dei marchi; altrettanti presso le sedi di Confindustria analizzano i fabbisogni di innovazione e offrono supporto per ottimizzare prodotti e processi produttivi delle aziende calabresi; 2 sportelli si sono specializzati nel fornire informazioni e assistenza


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nel campo dei materiali innovativi, permettendo l’accesso alle migliori banche dati mondiali sul tema; 1 sportello "APRE Calabria" fornisce, invece, informazione e assistenza sui programmi europei di ricerca e cooperazione internazionale, per far cogliere in anteprima tutte le opportunità collegate ai bandi europei, che vantano una dotazione di 80 miliardi di euro per il settennato 2014-2020. Ad essi si è affiancato un lavoro di tipo ‘push’ sul territorio da parte degli specialisti dell’innovazione di CalabriaInnova. Dal lato produttivo, i broker tecnologici, esperti con competenze tecnico-gestionali, hanno sin qui visitato più di 400 aziende e fornito il primo supporto necessario all’avvio di oltre 100 progetti d’innovazione.

Quest’opera di sensibilizzazione ha contribuito a dare ulteriore impulso alla ‘voglia di innovazione’ delle imprese calabresi: in ben 160 hanno risposto all’avviso pubblico della Regione Calabria e di CalabriaInnova che prevede la concessione di incentivi per 7,5 milioni di euro per sviluppare e rendere concreti i propri progetti di innovazione tramite l’acquisizione di servizi. Sul versante della ricerca, 160 ricercatori hanno fornito indicazioni sugli sviluppi delle loro attività, sui filoni più promettenti e sulle strumentazioni a disposizione. Questa operazione ha permesso di avvicinare al mercato un'offerta di competenze specialistiche cui le aziende potranno attingere e ha consentito di individuare 70 nuove idee di impresa, potenzialmente trasformabili in

aziende spin-off della ricerca. Vivace anche il fermento nel campo delle startup: sono state raccolte e analizzate più di 230 proposte di microimprese ad alto tasso di innovazione presentate da giovani laureati calabresi. Dopo i TalentLab di CalabriaInnova, percorsi di formazione e accompagnamento della durata di tre mesi, i progetti più innovativi e promettenti saranno sostenuti con incentivi finanziari per il lancio effettivo sul mercato. Una ventata di idee e progetti, sostenuta da un’intensa attività di networking con partner nazionali di rilievo, per fornire continui stimoli e progettualità all’ecosistema dell’innovazione calabrese ormai stabilmente avviato e pienamente operativo.


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STORIE D’INNOVAZIONE

Ritratto di famiglia, da padre in figlio guardando al futuro di Valentina De Grazia

Il made in Italy è quasi esclusivamente un affare di famiglia. Il sistema imprenditoriale italiano, infatti, poggia sulle aziende familiari che sembrano aver risposto meglio ai primi segnali di ripresa, registrando una crescita del 7%, superiore all’insieme degli altri tipi di aziende. Secondo l’Osservatorio AUB 2013, sulle imprese familiari, la sfida che oggi queste imprese devono affrontare riguarda il ricambio generazionale. Le aziende familiari italiane, infatti, appaiono ancora piuttosto resistenti al “cambio di guida”, mentre i dati confermano come i leader giovani conseguano risultati superiori alla media, sia in termini di crescita che di redditività. Il ricambio generazionale rappresenta quindi un reale motore per la ripresa e forse addirittura una speranza af- Antonio Cimino, giovane manager Cimino & Ioppoli nel suo ufficio a Crotone finché possa avvenire realmente. Probabilmente è proprio in virtù della capacità di gestire la e creare nuovi prodotti, come scamorza, mozzarella per pizza, fase del passaggio di testimone da padre in figlio che l’azienda provole più piccole. Quando poi siamo entrati in Esselunga, Cimino & Ioppoli di Crotone continua a crescere, guardando abbiamo avuto un’evoluzione importante che ci ha consenal futuro, come da tradizione. Partita come un’azienda di artito di conquistare anche in altri clienti e di affermarci come tigianato alimentare, oggi la Cimino & Ioppoli è un’industria un’azienda di carattere nazionale. Sono aumentati i fatturati casearia che vende i propri prodotti in tutta Italia, grazie anche e i dipendenti. Però c’è sempre un rapporto più familiare che a clienti della grande distribuzione come Esselunga. Un’impremanageriale. Insomma, la nostra famiglia si è allargata… sa dinamica che ha sperimentato in circa trent’anni un importante percorso di crescita. Ci racconta com’è andata Antonio Siete un’azienda familiare con una forte spinta al camCimino, giovane manager da poco alla guida della società. biamento. Che rapporto avete con l’innovazione? La nostra è un’impresa naturalmente portata all’innovazioCome è nata la sua azienda e quali sono stati i momenti più ne. Per nostra cultura, infatti, nei cambi generazionali non importanti? abbiamo mai avuto resistenze dalle precedenti gestioni, anzi Mio nonno è stato uno dei pionieri di questo prodotto in Cautilizziamo la “successione” per specializzare di più il managelabria, la sua attività nel settore caseario risale agli anni ’50. ment: oggi mio padre si occupa esclusivamente dei fornitori. Come industria vera e propria, invece, siamo nati circa trenta Da noi c’è sempre stata una mentalità aperta al futuro e al anni fa. Quando siamo partiti insieme al nostro socio, la famicambio di guida non traumatico, ma naturale. Da mio nonno glia Ioppoli, siamo andati a cercare i nostri clienti al nord Italia: a mio padre e adesso da mio padre a me. La stessa cosa è un lavoro intenso che ci ha permesso di aprirci e di confronsuccessa al mio socio con suo padre. Una rarità per le aziende tarci con mercati diversi e più ampi. Per incontrare i gusti e gli familiari. Mio padre ha vissuto il mercato degli anni '80, che usi dei nuovi clienti abbiamo, infatti, dovuto migliorare i servizi era completamente diverso: i cambiamenti erano più lenti.


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Oggi, invece, dobbiamo inventarci altre cose, è necessario migliorare continuamente i prodotti, ci sono nuove esigenze. E la nuova generazione è quella più indicata per affrontarle, apporta sempre un’impronta innovativa. Per noi fare ricerca e sviluppo non vuol dire generare costi, ma investire sul futuro. A proposito di ricerca, quali sono state le vostre più recenti evoluzioni? Abbiamo realizzato in collaborazione con il professor Poiana dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria una vasca per la salamoia delle provole che, in base alla velocità di getto dell’acqua dagli augelli, sala i prodotti. La macchina viene facilmente tarata sul tipo di formaggio che si sta realizzando in quel momento. Questo serve a garantire la continuità del ciclo produttivo. Con lo stesso obiettivo stiamo sviluppando un nuovo progetto con CalabriaInnova per ottimizzare la fase di incordatura delle provole. Questa lavorazione viene oggi eseguita a mano, richiedendo una forza lavoro molto consistente. Per industrializzare e velocizzare questa fase ci siamo rivolti prima all’Università della Calabria e poi siamo andati alla ricerca di grandi aziende di produzione casearia fuori regione, per verificare se qualcosa di già esistente si poteva riadattare al nostro impianto. Ma il nostro è un prodotto tipico, quindi nessuna macchina in uso in altri contesti poteva funzionare, sia per la differente pezzatura, sia per la consistenza della pasta. Ora con CalabriaInnova e il contributo del professor Danieli dell’Università della Calabria stiamo realizzando una macchina ad hoc per i nostri prodotti che ci consentirà di ottimizzare il processo di produzione.

La fase dell'incordatura a mano che l'azienda vuole automatizzare

Come siete entrati in contatto con CalabriaInnova e che vantaggi vi aspettate dal progetto di innovazione che state portando avanti? Generalmente noi non partecipiamo ai bandi, abbiamo sempre fatto ricerca investendo parte degli utili. Ma, in periodi come questo, se non ci fosse stato uno strumento di sostegno come “Attiva l’Innovazione”, sarebbe stato più difficile. Avevo sentito parlare di CalabriaInnova, ma non avevo approfondito la conoscenza. Abbiamo intrapreso il rapporto grazie alla prima telefonata di contatto. Poi tutto è andato speditamente, c’è stata da subito una grande intesa. La cosa più apprezzabile del metodo di lavoro di CalabriaInnova è la disponibilità a venire da noi e a visitare Alcuni prodotti della Cimino & Ioppoli gli impianti. La vicinanza all’azienda durante l'assistenza è necessaria per poter inquadrare il problema e le eventuali zione che CalabriaInnova sta portando avanti sia importansoluzioni: i broker tecnologici ci hanno seguiti costantemente. tissima. Investire in innovazione e ricerca deve diventare una Grazie al progetto che stiamo realizzando potremo automatendenza più diffusa nella cultura imprenditoriale calabrese. tizzare tutto il processo, così si potranno spingere le macchine al massimo e aumentare la quantità giornaliera di produzione. Come vede il futuro della sua azienda? Se tutto andrà bene il personale al momento impegnato in Che domanda, vogliamo diventare la Galbani! (ride) Puntiamo quella fase sarà trasferito al confezionamento, dove prevediaa crescere sempre di più, a conquistare nuovi mercati: adesso mo un incremento del fabbisogno. guardiamo all’Europa. Infine, credo che la sensibilizzazione del territorio all’innova-


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STORIE D’INNOVAZIONE

Postreet, il social network dei messaggi vocali di Francesco Rende

“Non ho fallito: ho solo trovato dieci mila modi che non funzionano”: probabilmente si sono ispirati a questa frase di Thomas Edison i ragazzi di Postreet, l’app sviluppata da un gruppo di studenti e laureati dell'Università della Calabria che non superò l’ultima fase della Start Cup Calabria lo scorso anno, fermandosi ad un passo dalla finale. Da lì, il cambio di nome, una serie di migliorie sul prodotto e il lancio dell'applicazione in fase beta con una caccia al tesoro musicale in occasione del concerto di Brunori Sas. Tutto questo è Postreet, un social network audio che permette di lasciare messaggi vocali geolocalizzati in giro per le città d’Italia e di condividere emozioni, pensieri e opinioni rendendoli ascoltabili a chiunque, “anche se stiamo lavorando per far sì che i messaggi siano sempre più profilati”, spiega il Ceo Francesco La Regina. Com’è composto il team di Postreet? La struttura del team è stata piuttosto liquida. Il grosso dello sviluppo è stato realizzato da ingegneri informatici laureati all'Unical: io, Lorenzo e Alessandro Galasso, Luigi Bruno, Alessandro Ruffolo, Bruno Bonacci. Poi c'è stato l'apporto prezioso sul marketing di Elena La Regina, Massimo Celani e Vincenzo Rovella. Adesso il team è più stabile, con un gruppo che prosegue su Postreet e un altro che compie i primi passi per lo sviluppo di uno spin-off del sistema. Da On my wave a Postreet: quanto ha influito il percorso della Start Cup Calabria dello scorso anno sul perfezionamento dell’idea iniziale? Molto. Abbiamo partecipato avendo già a disposizione un prototipo funzionante. Ma tutto il resto era in lavorazione, mancava soprattutto un approccio al business ben definito. Lo staff di CalabriaInnova ci ha aiutato a lavorare sugli aspetti per noi più ostici, come l'analisi dei brevetti esistenti. Abbiamo imparato molto, soprattutto durante la TechWeek: l'idea originale era immatura e, solo approfondendola con persone diverse è stato possibile osservarla da altri punti di vista e scoprire punti di forza o di debolezza. La cosa interessante è che abbiamo imparato a spiegare Postreet, tarando il racconto sull'interlocutore e a usare i dubbi e le curiosità degli altri per capire cosa migliorare. Come funziona Postreet? L'app funziona in modo molto semplice. Basta cliccare “Start listening” mentre si passeggia per ascoltare i messaggi che gli altri utenti hanno lasciato. Il sistema non è invasivo, quando si

Il team di Postreet con Dario Brunori durante il lancio dell'applicazione

è in ascolto, infatti, si può semplicemente rimettere il telefono in tasca o continuare a usare altre app. Si può ad esempio tenere acceso Postreet e contemporaneamente ascoltare musica con le cuffiette. Se Postreet trova un messaggio, abbassa il volume della musica, riproduce il messaggio e poi riporta la musica al volume iniziale. Per usare la seconda funzionalità basta scegliere “Post Up”, registrare un messaggio e lasciarlo nel punto in cui ci si trova; solo chi passerà di lì potrà ascoltarlo. Da un punto di vista tecnico invece, il sistema è piuttosto complesso. Com’è andata la fase di lancio e quali sono i messaggi più strani lasciati finora? L'app è stata lanciata ufficialmente da più di un mese e pubblicizzata solo a Cosenza e dintorni per testarla e verificare che fosse funzionale e gradita al pubblico. La risposta iniziale è stata positiva. In meno di 30 giorni, abbiamo superato i 600 utenti registrati, di cui 300 attivi; finora sono stati lasciati in giro per la città circa 200 messaggi. Ho trovato interessante un saluto ai viaggiatori lasciato sull'autostrada. Un’amica invece ha reinventato la capsula del tempo. Mi scrive: "sai che pensavo? Adesso me ne vado in giro per Zurigo a lasciare messaggi, poi fra un anno ripasserò da lì, riascolterò i messaggi e sarà come rivivere quei momenti. Non è un modo bellissimo per tenere traccia anche dei ricordi?”.


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Siete partiti con una caccia al tesoro musicale e in molti stanno scegliendo di affidarsi a Postreet per il lancio di spettacoli e concerti: quali saranno le prossime iniziative? Il prossimo obiettivo è allargare il raggio d'azione in ambito nazionale. Stiamo lavorando per riproporre giochi simili che siano legati a eventi nazionali, come un intero tour o la promozione di un disco. Inoltre, una parte del gruppo si sta concentrando sullo sviluppo di uno spin-off di Postreet: un nuovo progetto per fornire servizi turistici sotto forma ludica. Avete spesso detto che saranno gli utenti a decidere l’uso di Postreet: in questi primi mesi che idea vi siete fatti? Quale sarà l’utilizzo predominante? La tendenza principale di utilizzo dell'app da parte degli utenti finali sembra essere finalizzata ad attività ludiche. Come prevedibile, per lasciare messaggi d'amore o scherzi, ma anche per rendere il luogo stesso protagonista: la voce di Brancaleone che incita "traversate lo cavalcone senza tema, miei prodi!" lasciata sul ponte di Catanzaro ne è un ottimo esempio. Non mancano gli usi turistici e le recensioni, ma finora quello più interessante è legato a forme di marketing alternativo. Oltre alla caccia al tesoro, c'è chi propone messaggi di benvenuto o di servizio agli ingressi delle grandi fiere o alla partenza di manifestazioni sportive, o chi promuove campagne di sconti per i clienti dei negozi. Insomma le possibilità sono illimitate come anche il nostro business, lasceremo ampio spazio alla fantasia degli utenti.

Uno screenshot dell'applizazione

VETRINA DELLA RICERCA

L’e-nose, il naso elettronico che certifica l’autenticità degli alimenti di Alessia Salamone

La cipolla non è quella di Tropea? Te lo dice il naso elettronico, lo strumento che, grazie alla sua unicità nel riconoscere e selezionare i prodotti, rappresenta la frontiera per la salvaguardia di tipicità e sicurezza alimentare. L’e-nose (naso elettronico, appunto) è un sistema efficiente e oggettivo per l’analisi olfattiva completa ed esauriente degli alimenti. In fase di studio da alcuni anni, trova applicazione tanto nell’agroalimentare quanto nella medicina, nell’antidroga e nell’industria. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Reggio Calabria e della Fondazione Mediterranea Terina, coordinato dalla professoressa Mariateresa Russo, sta lavorando da anni sulle possibili applicazioni di questa tecnologia nella lotta alla contraffazione alimentare. Lo studio si basa sull’impiego dello strumento per autenticare uno dei prodotti di punta delle eccellenze alimentari calabresi e anche uno dei più imitati: la cipolla rossa di Tropea. Le potenzialità del naso elettronico per le applicazioni nel settore alimentare

sono già dimostrate e comprendono, soprattutto, la valutazione della qualità di diversi tipi di cibi attraverso l'esame degli odori o il controllo dei processi di cottura. Il lavoro del gruppo di ricerca è stato talmente apprezzato da essere stato pubblicato sulla rivista americana Analytical Scientist. Il progetto ha coinvolto anche ricercatori del CNR, delle Università di Salerno e Messina e aziende del comparto alimentare calabrese. “I danni causati dal falso made in Italy – spiegano i ricercatori – mettono in seria difficoltà la sopravvivenza delle nostre imprese sui mercati internazionali. Questo testimonia ancora di più l’importanza del nostro progetto”. La ricerca in questo ambito può apportare notevoli sviluppi: si può aprire la strada a robot dotati di senso del gusto e dell’olfatto e ad assaggiatori elettronici in grado di assistere l’industria alimentare nel valutare la qualità dei prodotti.


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IN AGENDA

CHANCE

A cura di Alessia Salamone

NUOVE OPPORTUNITÀ PER I RICERCATORI Sei un ricercatore? Possiedi almeno 4 anni di esperienza full time in campo universitario o in un centro di ricerca? Vuoi crescere professionalmente? Scopri le opportunità offerte dalle borse individuali (IF – Individual Fellowships) per ricercatori post-dottorato. I bandi individuali supportano la formazione avanzata basata sulla mobilità internazionale e possibilmente intersettoriale. Per maggiori informazioni: http://goo.gl/kmslvs

27 maggio 2014 WEBINAR EUROPEI SULLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE Nasce l’European IPR Helpdesk, un servizio di prima informazione sulla proprietà intellettuale a iniziativa della Commissione Europea, volto a fornire ragguagli e consigli di natura professionale e gratuita. Il prossimo corso interattivo online, della durata di un’ora, è fissato per il 27 maggio alle 10.30. Per accedere alla lezione basta collegarsi al sito: www.iprhelpdesk.eu 4-5 giugno 2014 – Bologna INNOVAT&MATCH, QUANDO IMPRESE E RICERCA SI INCONTRANO Il 4 e 5 giugno si terrà a Bologna la VI edizione di Innovat&Match, due giorni di incontri bilaterali tra imprese, centri di ricerca e università che avranno luogo nell'ambito di R2B-Research to Business 2014, il Salone Internazionale della Ricerca Industriale. Se un’impresa ha bisogno di tecnologie innovative, se nei laboratori si stanno progettando nuove tecnologie o prodotti e nuove applicazioni, Innovat&Match è l'appuntamento a cui ricercatori e imprenditori non possono mancare. www.b2match.eu 13 giugno 2014 – Istanbul REW 2014: TUTTO PRONTO PER LA FIERA INTERNAZIONALE SUL RICICLO Nell’ambito della Fiera REW (Recycling, Environmental technologies and Waste management) di Istanbul, AREA Science Park organizza un evento di brokeraggio al TUYAP Fair and Congress Center. L’obiettivo dell’evento è di favorire incontri bilaterali tra imprese, università e centri di ricerca provenienti dall’Europa e dal Medio Oriente che si occupano di tecnologie per il recycling, waste, energy ed environment. La partecipazione all’evento è gratuita. org www.een-b2b. 15-18 giugno 2014 – Irlanda IN IRLANDA LA SUMMER ACADEMY PER RICERCATORI E STUDENTI Il prossimo 15 e 18 giugno a Tralee, cittadina irlandese nel Kerry, si terrà una Summer Academy con l'obiettivo di fornire a studenti e manager della ricerca conoscenze e competenze per sviluppare lo spirito imprenditoriale e innovativo. La Summer Academy è aperta ad un numero limitato di partecipanti europei: 25 ricercatori nel settore alimentare e 5 manager di centri di ricerca. www.tradeitnetwork.eu Fino al 30 giugno 2014 - Napoli HALL OF FAME, I BREVETTI CHE CAMBIANO LA VITA Con la scoperta di nuove invenzioni, la nostra qualità di vita migliora e diventa più confortevole. Senza inventori non esisterebbero, infatti, schermi touch-screen, smartphone, auto elettriche, e così via. Proprio con questo spirito è stata organizzata la mostra dal titolo Hall of Fame, in allestimento fino al 30 giugno 2014 presso la Galleria del Polo tecnologico della Città della Scienza, a Napoli, che ha come tema le invenzioni e i brevetti. L’esposizione racconta le storie, caratterizzate da grandi idee, di sette scienziati ed ingegneri provenienti da tutto il mondo. www.cittadellascienza.it 4 luglio 2014 - Lione LIONE, UN BROKERAGE EVENT SU SALUTE E DINTORNI Tutto pronto per il brokerage event europeo, sul tema “salute”, organizzato dai punti di contatto nazionali francesi, da Lyonbiopole, dalla Camera di Commercio e dell'Industria di Lione e i membri dell’Enterprise Europe Network, in programma il 4 luglio 2014 a Lione. L’evento è rivolto a team di ricerca accademici, PMI, medici, grandi gruppi industriali, associazioni di pazienti e policy makers provenienti da tutta Europa. Per informazioni: www.b2match.eu

100 MILIONI DI EURO PER CHI SVILUPPA APP INNOVATIVE SU FI-WARE Qualcuno la definisce la più grande scommessa tecnologica della Commissione Europea: si chiama Fi-Ware ed è un open project che aspira a diventare un punto di riferimento sia per l’ecosistema pubblico sia per quello privato, stimolando la crescita economica attraverso idee innovative. A chi è rivolto? Alle piccole e medie imprese e alle startup interessate a sviluppare un’app per questa piattaforma; a questi soggetti l’Ue destinerà direttamente almeno l’80% di un finanziamento di 100 milioni di euro. Per maggiori informazioni: www.fi-ware.org HORIZON 2020, È IL MOMENTO DELLE PMI Far ripartire l’economia attraverso il rilancio delle piccole e medie imprese sul territorio europeo. È questo l’obiettivo delle call dedicate alle PMI di Horizon 2020. Le piccole e medie imprese potranno presentare progetti di innovazione nei campi della Industrial Leadership e nel campo delle Societal Challenges. La scadenza per accedere alla prima fase è stata fissata al 18 giugno 2014. Per informazioni: www.apre.it PREMIO MUSTO, UN MIX TRA SAPERE UMANISTICO E RICERCA SCIENTIFICA L’edizione 2014 del premio Renato Musto si propone di creare un mix vincente tra sapere umanistico, sociale e artistico e ricerca scientifica. Il premio è assegnato ogni anno a un ambito disciplinare caro a Renato Musto: dalle neuroscienze alla fisica, dalla musica alla politica e sarà assegnato ad un giovane ricercatore o scienziato che si è contraddistinto per i suoi lavori e per le sue pubblicazioni internazionali. Quest’anno sarà dedicato agli studi sullo sviluppo del sistema nervoso con cellule e/o approcci di biologia molecolare o sulle interazioni cervello-musica. È necessario presentare le domande entro il 20 luglio 2014. Per informazioni: www.puntoorg.net SVILUPPO E SPERIMENTAZIONE DI SOLUZIONI ICT Il programma AAL, Active and Assisted Living Programme, lancia una nuova sfida: la call 2014 che mira a finanziare lo sviluppo e la sperimentazione di soluzioni basate sulle ICT nella vita reale che consentano e supportino modelli di cura sostenibili per gli anziani. I candidati dovranno considerare: soluzioni per l'aumento della domanda con risorse limitate; soluzioni che incrementano e facilitano la fornitura di assistenza formale e informale agli anziani; opzioni per ridurre la domanda di assistenza attraverso la prevenzione e l'autogestione e il passaggio verso una migliore assistenza a casa e in comunità. Il termine per la presentazione delle proposte è il 26 giugno 2014. Per maggiori informazioni: www.aal-europe.eu Restart Calabria, Idee e persone che cambiano il futuro, è lo speciale di CalabriaInnova. CalabriaInnova è un Progetto Integrato di Sviluppo Regionale finalizzato a sostenere i processi di innovazione delle imprese calabresi, favorendo il trasferimento di tecnologie e conoscenze sviluppate dal sistema della Ricerca al mondo imprenditoriale. Restart Calabria è a cura del Team Comunicazione & Networking di CalabriaInnova In Redazione: Francesco Bartoletta, Giada Cadei, Valentina De Grazia, Alessia Salamone, Francesco Rende Hanno collaborato a questo numero: Mariacarmela Passarelli e Luciana Milazzo Per segnalazioni e info su Restart Calabria: comunicazione@calabriainnova.it

Area Industriale Benedetto XVI (Ex-Sir), Comparto 15, Padiglione F3 - 88046 Lamezia Terme (CZ) CalabriaInnova è una iniziativa di: Regione Calabria, Fincalabra S.p.A, AREA Science Park - Trieste



attualità

Gravano (Cgil): “Senza una politica del lavoro non si va da nessuna parte” S

econdo gli ultimi dati registrati da Eurostat, con il 22,2 per cento, registrato nel 2013, la Calabria presenta il tasso di disoccupazione più alto d'Italia, contro una media Ue del 10,8% e nazionale del 12,2%. Primato in negativo, per la regione, anche per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, che si pone al 56,1%, contro una media europea del 23,4%, e del 40% italiana. La Calabria, come tasso di disoccupazione precede Campania 21,5%, Sicilia 21%, Puglia 19,8% e Sardegna 17,5%. Lavoratori di pubblica utilità, socialmente utili, percettori di ammortizzatori in deroga, edili, operatori di call center e chi più ne ha... I sindacati scendono in piazza quotidianamente al fianco di precari, disoccupati, giovani, ‘maturi’, donne in un crescendo

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di vertenze che tendono al drammatico. Lo sa bene il segretario regionale della Cgil, Michele Gravano, in prima fila nelle mobilitazioni che, sindacalmente, diventano sempre più unitarie.

re, sia per il dramma occupazionale sia per il dramma sociale dei lavoratori che hanno perso la propria occupazione. E su questo cercheremo di fare la nostra parte ogni giorno».

La Cgil sta scendendo in piazza al fianco delle più disparate categorie di lavoratori, anche sostenendo mobilitazioni unitarie che sottolineano la drammaticità del momento…

Un Sud che ci sembra a tratti un po’ assente dall’agenda del governo nazionale…

«Siamo fortemente preoccupati:è superfluo ribadire che c’è la necessità di creare una politica per il lavoro. Anche i timidi segnali di ripresa che si manifestano non avranno effetti sull’occupazione. Ma quello che manca ancora è una chiara strategia per il Sud, e come il Sud può contribuire alla ripresa del Paese e, quindi, anche alla ripresa dell’occupazione. Nel Meridione è necessario interveni-

«Un po’ assente anche il Sud dal farsi sentire perché vive una profonda incertezza, non ha chiare le trasformazioni

«

Michele Gravano:

Quello che manca ancora è una chiara strategia per il Sud, e come il Sud può contribuire alla ripresa del Paese e, quindi, anche alla ripresa dell’occupazione»


attualità

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La Calabria, come tasso di disoccupazione precede Campania 21,5%, Sicilia 21%, Puglia 19,8% e Sardegna 17,5%»

politiche che sono in atto e quali collocazioni queste possano avere; è un po’ spaesato rispetto alle novità e mancano le voci critiche e propositive che siano capaci di determinare i cambiamenti nelle politiche per il Sud». Ci troviamo di fronte ad una Giunta regionale depotenziata dalle dimissioni del governatore in carica. Un Esecutivo rispetto a cui nemmeno Confindustria è stata troppo tenera. E’ mancato un fronte comune per un’azione di stimolo incisiva. Come mai?

«La fine di Scopelliti da un punto di vista politico è la fine anche di una illusione che non si basava sul modello Reggio, di cui era una componente il buon governo. C’era l’idea di fondo che questa Regione stava organicamente nel blocco di interessi di Berlusconi, con un

rapporto con il Nord e con la Lombardia. Le quattro condizioni sulle quali era stato ipotizzato lo sviluppo e la modernizzazione della Calabria erano: il ponte sullo Stretto, l’idea di quattro nuovi grandi ospedali per la connessione, il controllo della sanità e il controllo dei fondi comunitari. Ma questo dentro ad un modello di sviluppo che era sostanzialmente esaurito. Quando è crollato Berlusconi, il centrodestra si è frantumato, sono venute meno le condizioni di fondo che avevano animato il disegno di Scopelliti. Gli aspetti giudiziari sono profondamente connessi all’esaurirsi e alla sconfitta di un disegno politico, economico e di affari. Adesso il re è nudo. La Calabria sta vivendo drammaticamente la fine di queste illusioni e deve inventarsi una strada nuova sia sul terre-

no della modernizzazione, sia sul terreno della crescita economica per settori nuovi. Penso ad esempio alla Green economy, e anche di crescita occupazionale qualificata, per questo, però, serve anche una regolamentazione politica capace di interloquire in un rapporto diverso anche con il Governo. E’ una sfida aperta e impegnativa, su questo si giocherà la partita nei prossimi mesi». E ne ha discusso anche al congresso nazionale del sindacato guidato da Susanna Camusso…

«Il congresso è stata un’occasione per rinsaldare l’unità della Cgil e rilanciare il sindacato per dare una speranza a chi è in difficoltà a causa della crisi e uno spunto a quelli che vogliono cambiare in positivo la situazione sociale ed economica del Paese». •

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attualità

Dal bergamotto un aiuto contro il colesterolo E’ nato un integratore tutto “made in Calabria”

di Antonia Opipari

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desso facciamo un gioco: terminate di leggere queste parole, chiudete gli occhi e pensate alle peculiarità di questa Calabria. Fatto? Cosa vi è venuto in mente? Ok, stereotipi a parte (mafia, corruzione, cattiva politica, malasanità etc. tutte cose che esistono anche altrove, solo che magari non ce le racconta nessuno), forse avrete pensato all’ottima cucina, la cordialità della gente, il sole, il mare, l’odore dei fiori. Ora pensate che tutte queste cose insieme possono addirittura trovarsi racchiuse in un frutto dal

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sapore acre e dalle straordinarie qualità medicamentose. Di cosa si parla? Del bergamotto. Sì, proprio del bergamotto: è scoperta recente il fatto che i derivati di due flavonoidi contenuti nel succo del bergamotto (esperetina e naringenina), possedendo una struttura simile al substrato dell’enzima coinvolto nella sintesi del colesterolo (HMG – CoA) lo inibiscono funzionando come delle statine; lo stesso vale per il prodotto glicosidico della naringenina, la naringina. Vien da sé che una bella spremuta di bergamotto potrebbe contribuire a ridurre i livelli di colesterolo totale, come le arance per il raffreddore! Però si sa, una semplice limonata non basta, ecco perché dalla BergaCal arriva il primo integratore alimentare naturale a base di succo concentrato di bergamotto e riso rosso fermentato, BergaCal Colesterolo, appunto. Un fitoterapico nella prevenzione della patologia cardiovascolare è un’innovazione assoluta. Se a questo si aggiunge che il ritrovato è interamente “made in Calabria”, la materia prima è calabrese, il marchio pure, lo sono persino le boccettine che lo contengono, la carta per imballaggio e la grafica, BergaCal Colesterolo – così come il distillato di bergamotto da cui origina il brand – l’azienda rappresenta un gran bell’esempio di imprenditorialità per questa regione. Il prodotto nasce dall’incontro fisico

Aldo Viscomi

e casuale tra Aldo Viscomi proprietario del marchio BergaCal ed i giovani titolari di Rima Laboratori (stabilimento di produzione di Fitoterapici) di Sellia Marina (Cz), il dottor Antonio Ricciardi e la dottoressa Giusy Mangone. Sono loro i primi e finora gli unici autorizzati dal Ministero della Salute in Calabria ad aver intuito che «oltre alle trecentosessanta sostanze riconosciute dalla farmacopea mondiale e contenute per lo più nella sua buccia, il “citrus bergamia” possiede un succo ricco di flavonoidi dalle proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, vasoprotettive, ipolipemizzanti e ipoglicemizzanti come in questo caso, capaci di coadiuvare nel trattamento di molteplici patologie metaboliche. Dopo molti studi abbiamo deciso di mettere sul


attualità mercato BergaCal Colesterolo, ma stiamo già sviluppando altro» svelano i due con una punta d’orgoglio. Ma cominciamo dall’inizio. Un giorno vi siete trovati davanti la boccettina di distillato e subito avete pensato di farci delle capsule contro il colesterolo?

«Beh, non è andata proprio così! Eravamo già a conoscenza del fatto che in entrambi gli atenei calabresi erano stati effettuati degli studi circa le proprietà anticolesteroliche del succo di bergamotto, ci abbiamo pensato un po’ e abbiamo deciso di approfondire la cosa».

Come funziona concretamente il BergaCal Colesterolo?

«Cominciamo con lo specificare che non si tratta in alcun modo di un farmaco, bensì di un integratore in grado di bloccare la sintesi del colesterolo unitamente ad un forte potere antiossidante. Insomma, il colesterolo è una sostanza endogena che diventa pericolosa se supera determinati limiti perché si può assemblare e creare dei “tappi” che possono provocare disfunzioni cardiovascolari. Il problema sta nella formazione di questo “tappo” che avviene nel momento in cui il colesterolo inizia ad ossidarsi - se questo paradossalmente non avvenisse non ci si dovrebbe preoccupare del colesterolo in eccesso - ed è qui che entrano in gioco l’esperetina e la naringenina: limitano la sintesi endogena del colesterolo - cioè ne produciamo di meno - e quello che il nostro organismo produce nasce “già protetto” dagli antiossidanti. In poche parole queste pastiglie di bergamotto svolgono un’azione sinergica inibendo la sintesi del colesterolo e rendendolo meno patogeno. Ecco perché si può cominciare con l’assumere quest’integratore già quando si riscontrano dei livelli di ipercolesterolemia alti ma non abbastanza da giustificare una cura a base di statina».

A breve presenterete qualche altro prodotto?

«In realtà non sappiamo bene quando. Però stiamo studiando qualcosa in più circa la funzione antiossidante

dell’agrume… pare favorisca anche la protezione neuronale». Per Aldo Viscomi, poi, l’incontro con Giusy e Antonio è stato una sorta di colpo di fulmine. Lui sempre così attento e voglioso di fare qualcosa in Calabria e per la Calabria - «la nostra è una regione che, se solo venisse sfruttata a pieno e con un po’ di cervello, per le immense potenzialità che ha non avrebbe bisogno né di politici inetti né di stupidi assistenzialismi per progredire culturalmente e economicamente» dice senza troppi peli sulla lingua – ha trovato in loro la preparazione e l’energia che serve per fare di questo frutto della terra un grande prodotto. L’obiettivo è partire dalla Calabria per creare lavoro a sé stessi e agli altri. Certo, a poco meno di due mesi dalla prima commercializzazione e con una previsione di vendita di mille pezzi a quadrimestre, di strada da fare ce n’è e anche tanta. Ma a questi tre la volontà non manca. Nemmeno la testardaggine, quella terrona! •

Il bergamotto è un agrume classificato come Citrus Bergamia Risso, appartiene alla famiglia delle Rutacee, sottofamiglia Mesperidee, genere Citrus. Il frutto ha forma sferica con peso medio intorno ai 200 gr., il colore a maturazione è giallo. La fioritura da Novembre a Marzo. il suo Habitat più idoneo ed esclusivo è costituito dalla sottile striscia di terra, lunga poco più di cento chilometri, ovvero tra Villa San Giovanni e Monasterace, compresa tra le propaggini estreme dell'Aspromonte e i mari Jonio e Tirreno, in provincia di Reggio Calabria. La pianta di bergamotto nelle sue varietà Castagnaro, Femminiello, Fantastico, cresce con rami irregolari, foglie di colore verde scuro. Il fiore molto profumato è chiamato zagara (dall’arabo zahara, fiore). La fioritura avviene a fine marzo nei terreni più soleggiati in prossimità del mare, in aprile nei bergamotteti situati nelle zone più interne. La coltivazione e la produzione e commercializzazione della sua essenza, hanno costituito per oltre 50 anni, fino ai nostri giorni, un raro momento di imprenditorialità agricola di respiro internazionale per la Calabria. Oltre gli aspetti culturali, sono rilevanti gli aspetti della commercializzazione dell'essenza che addirittura producono fermenti economici che ancora hanno grande importanza nell'industria profumiera di tutto il mondo. Oltre la valenza economica, la straordinaria ed esclusiva ambientazione del bergamotto nella fascia costiera reggina rende questa coltura una realtà di enorme prestigio per l'intera Calabria. L' origine del bergamotto è incerta. I più ritengono che esso derivi da mutazione da altra specie. Per quanto attiene la provenienza, si ipotizza: Cina, Spagna, Canarie; tuttavia l'unico luogo dove il bergamotto fruttifica ottimamente è la breve zona descritta del territorio calabrese. L'etimologia più attendibile è Berg-armudi, ovvero "pero del Signore" in turco, per la somiglianza che il bergamotto ha con la pera bergamotta. Il primo bergamotto di cui si ha notizia venne impiantato nelle vicinanze di Reggio Calabria da Nicola Parisi; nel feudo "Giunchi" nell'anno 1750. A quei tempi l'essenza veniva estratta per pressione manuale dalla scorza del frutto e fatta assorbire da spugne naturali collocate su recipienti appositi. Oggi viene ricavata per abrasione, mediante un sistema di grattugge e nelle apposite "pelatrici" dalla parte superficiale dei frutti. numero 2 - 2014

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attualità

Sana alimentazione, i consigli del professor NET Il presidente del Polo Innovazione Energia ed Ambiente ha incontrato alcuni piccoli alunni di Crotone

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n’interessante iniziativa, promossa dal consorzio NET (Natura Energia e Territorio), ha visto protagonista un numeroso gruppo di alunni dell’Istituto Comprensivo “A.Rosmini”. Gli alunni, nell’aula magna del proprio Istituto, hanno ricevuto la visita del professor NET ossia di Mario Spanò, Presidente del Polo Innovazione Energia ed Ambiente della Regione Calabria). Obiettivo primario dell’incontro è stato quello di promuovere comportamenti consapevoli e responsabili sulle nostre tavole, dando priorità al rispetto del nostro corpo e dell’ambiente che ci circonda e che ci offre tanti prodotti altamente nutritivi, importanti per la sana crescita delle nuove generazioni. Il professor NET durante la breve conferenza stampa, ha sottolineato l’importanza della

Mario Spanò

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nutrizione salutare, accompagnata da attività fisica che mira essenzialmente ad avere conoscenza e rispetto del proprio corpo, strizzando l’occhio alla tutela dell’ambiente ed al rispetto delle tradizioni, preferendo di gran lunga un mangiare sano, di produzione locale che guardi alla sostenibilità ambientale, al risparmio economico ed alla protezione della salute. Durante i lavori il professor NET ha inoltre svelato agli ascoltatori, il vero segreto della sana alimentazione: «Cinque pasti al giorno: prima colazione, spuntino a metà mattina, pranzo, merenda e cena: è l’unica strategia per non arrivare affamati al pranzo o alla cena: il che evita di abbuffarsi». Trasformatosi in un vero e proprio Master Chef, il presidente Spanò, ha spiegato l’importanza e le qualità dei prodotti a KM zero, il valore dell’utilizzo dei nostri prodotti tipici (pane ed olio) per il bene dell’economia locale e per la salvaguardia della salute, ma ha anche catturato l’attenzione di 100 bambini che non si sono persi una virgola della sua ricetta: «Prendete una fetta di pane, ottimo è


attualità

«

E se la marmellata fosse biodinamica? Vuol dire marmellata prodotta con alimenti coltivati in terreni con concimazioni e trattamenti naturali; i frutti biodinamici hanno sapori e aromi dimenticati, capacità nutrizionali ed energetiche integre» il pane di Cutro che è fatto per l’80% di grano duro, forno a legna, e segno sulla calotta. Poi versate dell’olio extravergine d’oliva, che è l’unico olio vegetale ottenuto con la sola pressione senza manipolazioni o additivi chimici ….e poi buona merenda» Ma il nostro professore è anche e

soprattutto green e non ha dimenticato di trasferire pensierini verdi ai piccoli interlocutori: «E se la marmellata fosse biodinamica? Vuol dire, bambini, marmellata prodotta con alimenti coltivati in terreni con concimazioni e trattamenti naturali; i frutti biodinamici hanno sapori e aromi dimenticati, capacità nutrizionali ed energetiche integre». L’idea è che i bambini possono essere all’interno delle loro famiglie “portatori sani e verdi di informazioni” ed è per questo che sono stati inseriti una serie di consigli sul concetto di riciclo nell’opuscolo che verrà distribuito nelle scuole di Crotone e Reggio Calabria. Tali dettagliate informazioni sono state divulgate a mezzo di una simpatica e colorata brochure, dalla grafica accattivante, distribuita ai presenti.

Ma a raccontare di ambiente e sana alimentazione il prof Net non era da solo; seduti al tavolo dei relatori erano presenti: Ida Sisca Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo “Rosmini Anna Franck” di Crotone, la quale ha rimarcato il ruolo fondamentale della scuola e dei genitori per la formazione e lo sviluppo della cultura dell’alimentazione; Giovanni Capocasale, Assessore alla Cultura della Provincia di Crotone, che ha sottolineato il rischio di obesità per i più piccoli; i lavori si sono conclusi con il saluto del vice sindaco di Crotone Anna Curatola la quale ha affermato: «Partendo dall’educazione dei nostri figli al rispetto di piccole regole di sana alimentazione e tutela dell’ambiente, potremo dar vita ad un futuro più roseo per quelli che sono i prossimi utilizzatori di questo pianeta». •

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attualità

Il Consorzio NET ha una nuova sede Il comune di Crotone ha concesso in comodato d'uso gratuito i locali dell'ente fiera inutilizzati da tempo

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concetti di innovazione, di ricerca, di proiezione verso il futuro – come antidoti per uscire dalla crisi – sono stati il leit-motiv della festosa inaugurazione della nuova sede crotonese del Consorzio Net (Natura, Energia, Territorio). Una struttura – la nuova sede – che racchiude in sé tanti significati ed intende offrire alle imprese una opportunità per creare occupazione nel territorio investendo nell’innovazione e nello sviluppo sostenibile. Il presidente Mario Spanò che ha fortemente voluto che il Polo si dotasse di una sede operativa nel nostro territorio afferma: «Aver realizzato una sede confortevole, e su misura delle esigenze che il Polo si è dato, vuol dire aver lavorato tutti con solerzia, impegno e maestria e con grande concordia fra tutti i soggetti istituzionali che hanno operato

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assieme». Come ha affermato il presidente: «i tempi che viviamo ci portano a scegliere la via della reazione alla crisi, utilizzando sinergicamente tutte le conoscenze e le ricchezze presenti sul territorio al fine di creare le giuste opportunità lavorative». Un esempio della sinergia tra il consorzio ed il Comune di Crotone è stato

quello della cessione in comodato d’uso gratuito dei locali dell’Ente Fiera siti in via Avogadro che, dopo anni di inutilizzo, possono finalmente rivivere di nuova luce ed in poco tempo, come dichiarato dal direttore del consorzio, Pietro Milasi, «sono stati adeguati alle nostre esigenze». Così si ritrova una palazzina che ospita gli uffici ed entro i prossimi sei mesi si potrà ammirare il capannone al cui interno saranno ricavati, secondo una ripartizione in quattro settori polifunzionali, «uno spazio per la formazione e per la organizzazione di convegni, un'area espositiva per i soci del consorzio, un'ampia zona riservata ai laboratori ed, infine, un’area dedicata ad ospita-


attualità Mario Spanò:

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I tempi che viviamo ci portano a scegliere la via della reazione alla crisi, utilizzando sinergicamente tutte le conoscenze e le ricchezze presenti sul territorio al fine di creare le giuste opportunità lavorative» re start up di imprese». Nella giornata di inaugurazione, intanto, il capannone è stato allestito come una sorta di vetrina per i consorziati che hanno esposto per i visitatori (studenti di alcuni istituti superiori crotonesi, come il “Sandro Pertini” ed il Liceo “Pitagora”, ma anche rappresentanti delle istituzioni civili e militari, oltre ad alcuni operatori del settore tecnologico ed alcuni comuni cittadini) prodotti tecnologici frutto di lavorazioni pulite e rinnovabili, prodotti dell’automazione industriale, kit didattici per strumenti di misura ed analisi termografica. Il tour degli studenti, che saranno, a detta di Spanò, “i primi a poter fruire della piattaforma tecnologica e della struttura, è continuato all’esterno del padiglione dove il responsabile del settore Energia di NET, l’ingegnere Giancarlo Giaquinta, ha mostrato la stazione ecologica, alimentata da una pensilina di ricarica con mini impianto fotovoltaico ed eolico da 3Kw con colonnine di ricarica per biciclette a pedalata assistita e city car elettrica di proprietà della NET che viene utilizzata per gli spostamenti dalla sede alla città. Proprio sulla produzione di velocipedi a trazione elettrica si impernia un progetto operativo di NET che punta a dar vita alla prima bicicletta a pedalata assistita “made in Crotone”: si tratta di veicoli progettati ed assemblati nella città pitagorica uti-

lizzando parti provenienti dal mercato mondiale. Per tornare al discorso della necessaria sinergia tra enti locali, istituzioni e mondo imprenditoriale, Spanò ha sottolineato che dalla collaborazione con le Università di Roma La Sapienza, l'UniCal e grazie al supporto del CNR, «i nostri studenti seguiranno sul territorio un percorso privilegiato che li affacci al mondo del lavoro». Al taglio del nastro ed alla benedizione impartita da don Stefano Cava, parroco della parrocchia della BVM del Monte Carmelo in Crotone, è seguito l'intervento del presidente Spanò, il quale, rimarcando la bontà di iniziative del genere nel territorio crotonese, ha concluso il proprio intervento riba-

dendo la necessità di introdurre idee innovative nel settore imprenditoriale calabro e sottolineando che “un imprenditore è tale solo se crede in quello che fa”. In conclusione si potrebbe definire la giornata di inaugurazione del polo NET come una data da ricordare per diversi motivi: innanzitutto perché l’apertura di questo centro operativo nella città pitagorica ci ricorda i fasti della colonia magno greca, nuovamente epicentro per uno sviluppo culturale e tecnologico del nuovo millennio; in secondo luogo perché la volontà di imprenditori di far decollare dal territorio nuove start up sembra essere il segno positivo per Crotone ma in generale per la Calabria. •

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attualità

E’ nato “Kalos”,

il consorzio agroalimentare per l’internazionalizzazione

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rogettare, organizzare e svolgere attività riguardanti l'internazionalizzazione delle imprese consorziate; sviluppare attività promozionali e di marketing relative alle tipicità calabresi, in particolare delle aziende operanti nel settore agroalimentare. Sono gli obiettivi di “Kalos”, il Consorzio Agroalimentare per l'Internazionalizzazione delle Imprese Calabresi promosso da Unindustria Calabria e costituito in Confindustria Cosenza. Alla presidenza del Consorzio è stato indicato Fortunato Amarelli, titolare dell'azienda di liquirizia rossanese, vice presidente di Confindustria Cosenza e presidente della Sezione Agroalimentare. Compongono il consiglio d'amministrazione i consiglieri Arturo Crispino, Carmine Liotti, Stefania Rota e Antonino Tramontana. “Kalos”, che riunisce diciassette note imprese calabresi, nasce con l'obiettivo di aumentare la competitività del settore agroalimentare calabrese, rafforzando la promozione e la visibilità delle produzioni del territorio regionale sul mercato nazionale ed internazionale, rafforzando al tempo stesso l'immagine e la conoscenza dei prodotti agroalimentari calabresi presso i consumatori e gli operatori commerciali in Italia e all'estero, contribuendo ad affermare un'identità riconoscibile delle produzioni tipiche. «Valorizzare il patrimonio agricolo ed

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agroindustriale della nostra regione – ha dichiarato il presidente Amarelli – attraverso azioni sinergiche con tutto il sistema agroalimentare, che si muove dal Pollino all'Aspromonte, significa non solo offrire alle aziende nuove opportunità di competere sui mercati nazionali ed esteri, attraverso attività promozionali e di marketing territoriale, ma anche contribuire al rafforzamento delle politiche di sostegno nel settore in generale. E' nostra intenzione elaborare e presentare proposte e progetti per la valorizzazione delle produzioni calabresi da sottoporre agli stakeholders ed agli operatori che si occupano di export, per favorire la penetrazione in nuovi mercati,

lanciando l'immagine di una regione produttrice di beni e servizi di qualità certificata, che strizzano l'occhio alla sostenibilità ambientale ed ai valori positivi e legali del fare impresa». «La nascita di un nuovo soggetto economico che punta a valorizzare i risultati di un impegno quotidiano di tanti imprenditori che sono punte avanzate del nostro sistema economico. Vedere lavorare insieme tanti bravi ed apprezzati imprenditori fa ben sperare per il futuro del nostro territorio». Lo ha dichiarato l'Assessore regionale all'Agricoltura Michele Trematerra, presente alla costituzione del Consorzio, il cui atto è stato redatto dal Notaio Stefania Lanzillotti. •


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attualità

In nome di “Guglielmo Papaleo”

Un premio all’imprenditoria femminile U

n premio in memoria di un grande uomo, prima che di un grande imprenditore. Nella sede di Confindustria Catanzaro si è tenuta la prima edizione del Memorial “Guglielmo Papaleo”, organizzato dall'Ande (Associazione nazionale donne elettrici) e promossa in collaborazione con l’Associazione industriali del capoluogo. Una cerimonia che si è basata sul ricordo di chi ha lavorato sodo per mettere su un’azienda che è da anni fiore all’occhiello del tessuto produttivo catanzarese. «Uomo dalla grande umanità e serietà – ha rammentato il nipote e attuale presidente di Confindustria Catanzaro Daniele Rossi – sono state proprio queste doti a caratterizzare il percorso di vita di Papaleo sia all’interno della sua famiglia che nella gestione aziendale». Il Presidente ha ringraziato i numerosi presenti in sala per l’affetto con cui hanno preso parte all'iniziativa, alla

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quale ha partecipato, tra gli altri, anche il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro Paolo Abramo. La parola è quindi andata a Luciana Cricelli, Presidente ANDE Catanzaro, che ha illustrato l’origine del premio:

«Dobbiamo ricordare e far conoscere, a undici anni dalla sua morte, la figura di Papaleo che rappresenta un esempio ed un modello di riferimento per tutti noi. Il Premio Théano richiama alla memoria la donna illuminata di scuola


attualità pitagorica e rappresenta un riconoscimento che ogni anno sarà attribuito ad un’imprenditrice che, con il suo lavoro e le sue capacità, ha saputo contribuire alla diffusione di un'immagine positiva della Calabria». A ricordare più a fondo la figura di Papaleo è stato poi l'avvocato e storico Gianni Bruni. «E’ stato un uomo – ha detto – che ha costruito la sua avventura con sguardo lungimirante su un territorio all’epoca povero di opportunità. Innamorato della sua città, è stato anche vicino alla squadra di calcio e sponsor principale della società dal 1989 al 1997 trasmettendo sempre il suo innato senso di fiducia e ottimismo». Bruni ha anche annunciato che in qualità di relatore nella Commissione toponomastica, è stata proposta l’intitolazione a Papaleo di una strada del quartiere Lido proprio «sulle rive dello Jonio dove costruì il suo amato villaggio». Un ricordo commesso è stato poi quello del cavaliere del lavoro Giovanni Colosimo, il quale ha sottolineato come fin dagli anni ’60, il rapporto con Papaleo è stato caratterizzato da momenti esaltanti e da altri più difficili, e «comunque combattendo sempre per il bene della nostra Calabria». Per la Presidente Onoraria ANDE Catanzaro, Marisa Fagà, «Papaleo ha avuto un cuore grande e una straordinaria capacità di realizzare i suoi progetti. Una storia che ha bisogno di essere condivisa e scritta attraverso le testimonianze dei suoi amici e colleghi per valorizzare al meglio il grande patrimonio lasciato in eredità». Il Premio Théano è andato all’imprenditrice italo-canadese Barbara Ferri che ha fatto del “Borgo Ferri” di S. Caterina dello Jonio, proprietà terriera familiare, un villaggio incantevole ed esclusivo capace di accogliere

ogni anno tanti ospiti internazionali. E l’insignita, dal canto suo, visibilmente emozionata ha raccontato come sia vissuta per tanti anni all’estero, crescendo con un profondo senso di nostalgia. «Dal 1994 – ha spiegato – ho deci-

so di dare vita, insieme con mio marito Alfred Lenarciak, a un progetto particolarmente legato alla natura calabrese dimostrando, grazie alla grande eredità ricevuta dalla mia famiglia, che investire in Calabria si può». •

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attualità

Latuaideadimpresa : gli studenti cosentini si impongono in Italia ®

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tiamo aggiungendo una pagina all'ideale libro della Calabria positiva. E' scritta da imprenditori, manager, docenti e studenti che hanno lavorato per mesi a progetti d'impresa, nell'ambito del concorso "latuaideadimpresa®". Ora ne raccolgono i frutti e divulgano i brillanti risultati ottenuti, portando alta la bandiera della nostra regione nel Paese». Con queste parole il Direttore di Confindustria Cosenza Rosario Branda ha dato il via alla premiazione dei progetti d'impresa, presentati dagli studenti di 4 scuole superiori della provincia, che si sono misurati con 6.000 studenti di 99 istituti scolastici italiani.

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Dei 111 progetti d'impresa ammessi al concorso, due del Cosentino hanno ottenuto riconoscimenti nazionali: l'idea "Interpet" dell'Itis "Monaco" di Cosenza, classificatasi al primo posto nella selezione provinciale, ha vinto il terzo posto del Premio nazionale "Innovazione" ed il progetto "The Kitchen" dell’IPSSAR “San Francesco” di Paola ha vinto il Premio nazionale della Giuria Popolare. I ragazzi, accompagnati dai docenti e dai dirigenti di Confindustria Cosenza, hanno poi preso parte alla premiazione nazionale organizzata da Sistemi Formativi Confindustria presso il Teatro Carlo Goldoni in Venezia. Premiati in Confindustria Cosenza

anche gli studenti dell'’ITIS “Fermi” di Castrovillari e dell’IIS “Guarasci” di Rogliano per essersi classificati al secondo ed al terzo posto nella selezione territoriale. Dinanzi ad una platea attenta e molto motivata di giovani sono intervenuti, per Confindustria Cosenza il Presidente Natale Mazzuca, la Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Marella Burza e la Responsabile del progetto Monica Perri che ha illustrato il lavoro svolto in questi mesi e presentato le idee in campo. Di come sia fondamentale lavorare sul percorso scuola-università-impresa ha parlato il numero uno degli Industriali della provincia di Cosenza Natale Mazzuca. «Abbiamo il compito di motivare i


attualità

nostri ragazzi a fare bene e a valorizzare i loro talenti. Se tra 6 mila ragazzi di tutta Italia, i nostri alunni si sono fatti valere al punto da vincere importanti premi, e non è il primo anno che ciò accade, significa che il loro potenziale è enorme e se investiamo su di loro significa investire sul territorio e sulla classe dirigente del domani. Gli alunni degli Istituti tecnici hanno lavorato molto bene al progetto, dando prova di conoscere bene le tecnologie messe a loro disposizione». Il Direttore Generale di Ubi Banca Carime Raffaele Avantaggiato si è soffermato sulle qualità che deve avere un imprenditore. «Coraggio e fiducia sono essenziali per poter intraprendere. Credere nei propri mezzi ed essere ottimisti aiuta moltissimo, però occorre rimboccarsi le maniche e dare il meglio di se stessi per potere avere chance. Siate generosi e non pensate a cosa possono fare gli altri, ma a quello che vi fa piacere fare ed a come potete farlo nel migliore dei modi». Per gli studenti delle due scuole andati a Venezia, Confindustria Cosenza e Banca Carime hanno messo a disposizione un significativo contributo alle spese

di trasferta, mentre per gli altri due Istituti hanno donato una macchina fotografica digitale. Per 5 allievi dell'Itis "Monaco" anche la possibilità di partecipare all'Innovation Camp presso l'incubatore d'imprese Luiss EnLabs. «Si tratta di due giorni di formazione innovativa - ha sottolineato Nicola Parascandolo dell'Ufficio Orientamento Luiss - riservata ai migliori studenti dove approfondire gli elementi fondamentali per comprendere il potenziale di mercato di un progetto innovativo, come lavorare per far diventare un’idea imprenditoriale una startup e come presentarla in modo efficace ad investitori e fondi di venture capital». Nel concludere i lavori dell'incontro, la Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Marella Burza ha posto l'accento sugli obiettivi del progetto nazionale, voluto da Sistemi Formativi Confindustria e patrocinato del Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, perché «si muovono sulla strada da noi tracciata per la diffusione dei valori positivi dell'impresa e perché coinvolge studenti, insegnanti ed imprenditori nella creazione di una rete nazionale tra scuola e impresa, fatta di dialogo, interazione,

formazione sulle professionalità necessarie per accedere al mondo del lavoro». L'idea imprenditoriale sviluppata dagli studenti dell'ITIS "Monaco" di Cosenza riguarda la produzione e la vendita di un distributore di cibo per piccoli animali domestici, comandato in remoto tramite internet e dotato di telecamera, con connessione audio-video; quella dell'ITIS “Fermi” di Castrovillari concerne l'utilizzo di materiali di scarto della lavorazione del pomodoro per produrre bioplastica compostabile. Gli alunni dell'IIS “Guarasci” di Rogliano hanno pensato alla produzione e commercializzazione di estratti naturali derivanti dai fondi di caffè, ricchi di polifenoli e di un residuo inerte utilizzabile in campo energetico o per la depurazione delle acque abbracciando il settore della ricerca ed innovazione. Passando al settore dei servizi l'idea dei ragazzi dell'IPSSAR “San Francesco” di Paola è quella di un ristorante dove il cliente diventa protagonista della cucina insieme allo chef, preparando i piatti del giorno in isole di cottura, prelevando gli ingredienti dai banchi in sala, ed ottenendo uno sconto sui piatti preparati insieme. •

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attualità

LameziaEuropa, approvato il bilancio 2013 P

resieduta da Marcello Gaglioti, si è riunita l’Assemblea Ordinaria degli Azionisti della LameziaEuropa che, dopo aver ringraziato sia il Consiglio di Amministrazione che il Collegio Sindacale per il lavoro svolto ed espresso apprezzamento per i risultati conseguiti e le attività promosse dalla società in un contesto economico molto difficile, ha approvato il bilancio al 31 dicembre 2013. Il presidente Gaglioti ha evidenziato che si è raggiunto l’obiettivo di una drastica riduzione della perdita di esercizio rispetto al 2012 (95 mila euro rispetto a 356 mila del 2012) ponendo le basi per un possibile pareggio di bilancio nel 2014 in caso di ripresa della fase economica. E’stata inoltre sottolineata la positiva operazione di vendita dei lotti nel corso del 2013 al prezzo promozionale di 10 euro al mq che ha permesso l’alienazione di 5 lotti per circa 54.000 anche mediante dilazioni pluriennali assistite da riservato dominio. Dal 2001 al 2013 si è comunque realizzato l’obiettivo di una rigenerazione produttiva dell’area

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Da sinistra, Marcello Gaglioti, Paolo Abramo e Tullio Rispoli

con l’insediamento di 76 nuove PMI e sono stati alienati lotti per complessivi 970 mila mq. Il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro Paolo Abramo nel corso dei lavori ha lanciato un accorato appello agli altri principali azionisti a supportare concretamente e con celerità, ognuno per le proprie competenze,

le iniziative portate avanti dalla società. Nella Relazione sulla Gestione sono state illustrate le attività promosse dalla società nel corso del 2013 e nel primo trimestre 2014 e finalizzate a superare le attuali criticità congiunturali, a rilanciare la mission istituzionale, a diversificare le attività operative, a cogliere nuove opportunità di investimenti nell’area da


attualità Costituiti il Cluster energetico dell’area industriale di Lamezia Terme

parte di gruppi imprenditoriali che operano a livello nazionale ed internazionale, a creare reti d’impresa mediante la promozione di progetti innovativi a valere su risorse nazionali e comunitarie. Tra gli obiettivi raggiunti nel corso del 2013, il presidente Gaglioti ha evidenziato il riconoscimento formale della società quale agenzia di sviluppo locale mediante legge regionale n° 42 del 2 agosto 2013; l’approvazione da parte del MISE del progetto del Centro Servizi per le Imprese grazie alla fattiva collaborazione del Comune di Lamezia Terme soggetto attuatore dell’intervento; il riconoscimento dal MISE di altri 1,7 milioni da utilizzare per la rimodulazione del Patto Agrolametino; la costituzione del Cluster energetico d’Imprese con 24 aziende insediate in collaborazione con Unioncamere Calabria; l’avvio, a breve, del Distretto Matelios con 11 milioni di finanziamenti per progetti di ricerca assegnati dal Miur e dalla Regione Calabria; l’avvio del Tour pastorale del Vescovo tra le imprese insediate nell’area e del Progetto alternanza scuola lavoro selezionato da Unioncamere Calabria e Camera di Commercio di Catanzaro e realizzato

dall’istituto “Chimirri” di Catanzaro insieme a 13 imprese dell’area. Si sta inoltre operando su altre tematiche quali il Progetto POI Energia, su cui ci può essere la possibilità di un cofinanziamento importante da parte del Ministero dell’Ambiente, a seguito della definizione dello studio di fattibilità con l’avvio di rapporti con il Comune di Lamezia Terme per la sua concreta realizzazione attraverso la costituzione di una impresa sociale mirata alla sua gestione; la realizzazione dei contenuti del Protocollo d’Intesa del 21.12.2011 attraverso il POR 2014 - 2020; l’attivazione di finanziamenti diretti della Comunità Europea su Smart Cities, Ecoquartieri, Efficienza Energetica, Sviluppo Turistico; l’approvazione dell’Accordo di Programma nell’ambito del PSC del Comune di Lamezia Terme con la destinazione turistica di circa 200 ettari a servizio del waterfront; l’attrazione di nuovi investitori sull’area sulla base dell’attività di promozione avviata e della programmata partecipazione ad Eire Milano 2014 in cui verrà presentato il nuovo masterplan del progetto Waterfront definito da Lameziaeuropa insieme a Progetto Turismo. •

Definire una strategia comune mirata a realizzare una Smart Area ad alta efficienza energetica, garantire nel tempo l’autonomia energetica dell’area industriale di Lamezia Terme, promuovere interventi ed azioni condivise al fine di abbattere i costi energetici per le imprese, favorire ed incentivare lo sviluppo sostenibile dell’area mediante la riduzione dei consumi energetici, l’efficientamento energetico nei processi organizzativi e produttivi delle imprese insediate e l’utilizzazione di energia pulita prodotta da fonti rinnovabili. Sono questi gli obiettivi strategici condivisi da LameziaEuropa e da 24 società che, al termine della prima fase del progetto “Creare e rafforzare Reti e Cluster d’Impresa in Calabria” avviato nel novembre 2013 in collaborazione con Unioncamere Calabria e con il supporto tecnico della Dintec società di riferimento per l’innovazione tecnologica del sistema camerale nazionale, ha portato nei giorni scorsi alla costituzione del Cluster Energetico dell’Area Industriale di Lamezia Terme. Oltre a LameziaEuropa spa hanno già aderito al Cluster le seguenti società: Distretto Matelios, Gatim srl, Petrone Logistica srl, Forgest srl, Mercuri srl, Deca srl, Eolosolare srl, Econet srl, Ecosistem srl, Paradiso Depositi srl, Multidrink srl, Cofer srl, Mantella srl, Francesco Arpaia srl, Omniabus spa, Cooperativa Ciarapani, Oro di Calabria sas, Rotoplastic srl, Axil Cucina srl, AIDI Associazioni Italiana di Illuminazione, Silagum srl, Eurobed srl, Meca spa, Stiltrasporti srl. •

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Banca - Impresa: per un Mezzogiorno che vuole crescere

Restilyng per il Fondo di Garanzia Legge 662/96

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seguito della pubblicazione del Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze del 27 dicembre 2013 (cosiddetto Decreto Fare) sulla Gazzetta Ufficiale del 8 marzo 2014, sono entrate in vigore (a partire dal 10 marzo 2014) le nuove Disposizioni Operative del Fondo di Garanzia per le PMI (L.662/96). Lo strumento di garanzia diventa ancora più interessante soprattutto in una fase in cui le PMI italiane hanno bisogno di essere sostenute dal sistema bancario per consentire la ripresa economica di cui tanto necessita il nostro paese. Eppure, uno strumento così utile, proprio in una Regione come la Calabria, dove il tema del credito è un tema di costante attualità, è scarsamente utilizzato rispetto alle altre Regioni del meridione. Ma andiamo con ordine, ripartiamo dalle caratteristiche principali del Fondo di Garanzia; Il fondo di garanzia dello stato è uno

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strumento di facilitazione all’accesso al credito poiché abbatte il rischio sull’importo garantito. Lo strumento di garanzia è destinato alle piccole e medie imprese di ogni settore per qualunque operazione finanziaria nell’ambito dell’attività imprenditoriale. L’intervento del Fondo assistito dalla garanzia dello Stato come detto, abbatte il rischio per la banca erogatrice ed in tal modo rende più facile l’accesso al credito per le aziende beneficiarie. La garanzia del Fondo è una agevolazione del Ministero dello sviluppo economico che può essere attivata solo a fronte di finanziamenti concessi da banche, società di leasing e altri intermediari finanziari a favore delle PMI. Per le Regioni del mezzogiorno, con esclusione delle operazioni di consolidamento e delle operazioni sul capitale di rischio, la garanzia è rilasciata senza alcun costo da parte dell’ente gestore. Al fine di poter essere ammessa all’agevolazione, l’impresa deve essere considerata dalla banca economicamente e finanziariamente sana ovvero

Morano Attilio

in grado di rimborsare il finanziamento garantito. La valutazione aziendale viene effettuata sulla base di appositi modelli di valutazione che utilizzano i dati di bilancio (o delle dichiarazioni fiscali) degli ultimi due esercizi. Le start up sono invece valutate sulla base di piani previsionali. Sono proprio questi parametri di valutazione che hanno trovato una rivisitazione con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 27/12/2013 che ha rivisto in senso “espansivo”, per


Banca - Impresa: per un Mezzogiorno che vuole crescere come si dirà, i parametri di valutazione. ovvero il 30% (ex 20%) nel caso di opeAl fine di accedere al Fondo di Garazioni fino a 36 mesi. ranzia, l’impresa deve rivolgersi a una Infine, resta fondamentale il ruolo banca per richiedere il finanziamento degli intermediari finanziari a cui vene, contestualmente, richiedere che sul gono affidati nuovi adempimenti per finanziamento sia acquisita la garanzia attivare la procedura semplificata quadiretta. Sarà la banca stessa ad occuparli la verifica 1) della presenza di eventi si della domanda. pregiudizievoli (pignoramenti e proteIn particolare la capillare presenza sti) sia a carico della società richiedente delle filiali della Banca Popolare del che, limitatamente alle società di perMezzogiorno sul territorio regionale ha sone, anche a carico dei soci amminida sempre consentito un grande supporstratori; 2) presenza in Centrale Rischi, to nella predisposizione delle richieste limitatamente ai rapporti con la Banca al fondo di garanzia. Richiedente, di crediti scaduti da più di Veniamo ora alle principali novità 180 gg e classificazione tra la clientela introdotte dal cosiddetto Decreto Fare ad incaglio o sofferenza. che ha dato vita alle nuove Disposizioni Lo strumento di garanzia messo a Operative a partire dal 10 marzo 2014. disposizione dalla 662 cambia dunque In primis, vengono modificati i critepelle ma resta fermo il fatto che un magri di valutazione economico-finanziaria, giore utilizzo dell’agevolazione messa con l’introduzione di nuovi modelli di in campo dal Ministero dello Sviluppo scoring e di nuovi parametri. In particoEconomico potrebbe generare notevoli lare la valutazione viene maggiormente benefici per tutti i soggetti coinvolti. influenzata dall’indicatore che esprime L’utilizzo della 662 nella Regione la marginalità dell’attività caratteristiCalabria appare ancora modesto rispetca aziendale (Margine Operativo Lorto ad altre Regioni del meridione. Anado). In sostanza si pone maggiormente lizzando i dati delle domande accolte importanza alla capacita aziendale di dal Fondo di Garanzia durante l’anno generare reddito dalla propria attività 2013, la Calabria ha visto l’ammissione caratteristica. di 1.433 domande complessive rispetto Altra novità è costituita dalla rimoad un totale nazionale di 77.243 domandulazione delle percentuali massime di de ammesse dello stesso periodo. copertura. I parametri di copertura variano al 30% Domande accolte dal 01/01/2013 Numero Operazioni all’80% in base alla caratteristica dell’impresa ed al al 31/12/2013 (fonte sito MCC) tipo di operazione. 1.433 Calabria Ancora, sono introdotti 21.370 Totale Sud specifici criteri di valuta77.234 Totale Nazionale zione per l’ammissione delle imprese e cooperative sociali mentre viene esteso l’ammissibilità al fondo ai liberi Il dato è sicuramente suscettibile di professionisti, purché iscritti agli Ordini notevole miglioramento con il coinvolprofessionali. Maggiore spazio viene lagimento di tutti gli operatori interessati sciato per l’ammissione alla procedura a questa tematica, nella direzione sinersemplificata: importo dell’operazione ≤ gica rivolta allo sviluppo economico 40% (ex 30%) del fatturato dell’impresa territoriale della nostra Regione. Per

tale motivo, la Banca Popolare del Mezzogiorno, con una struttura dedicata alle Aziende, mette in campo quotidianamente il supporto consulenziale finanziario utile e necessario alla diffusione di strumenti quali il fondo di garanzia 662/96. Occorre una maggiore sinergia tra banca ed impresa. Da parte dell’impresa è necessario uno sviluppo maggiore della funzione finanziaria di impresa che, al pari di altre funzioni aziendali, genera valore. Da parte dei consulenti aziendali occorre una maggiore attenzione ai strumenti di finanza agevolata come per le associazioni di categoria che svolgono un ruolo rilevante. Da parte delle Banche è auspicabile la creazione di strutture dedicate capaci di indirizzare il mondo delle aziende, ed essere partner finanziario per lo sviluppo economico territoriale, unico elemento comune di appartenenza che lega gli attori coinvolti e ne determina il benessere complessivo. L'avvio di una vera e propria ripresa economica viene costantemente invocato, ma non sembra, per il momento, manifestarsi concretamente. In questo contesto accresce la nostra responsabilità verso i territori e le comunità che quotidianamente serviamo. •

% 1,9% 27,7%

*Morano Attilio Banca Popolare del Mezzogiorno Resp. Ufficio Corporate Area Calabria Nord Per avere maggiori informazioni sugli argomenti trattati: puntoimpresa@bpmezzogiorno.it

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economia

Un bando a sostegno del riequilibrio finanziario delle Pmi L

’assessore alle attività produttive Demetrio Arena ha presentato un bando finalizzato a concedere incentivi alle piccole e media imprese, microimprese ed imprese artigiane regionali a sostegno del riequilibrio finanziario. L’avviso, il cui ammontare complessivo è di 8 milioni di euro, ha come fine la rinegoziazione dei debiti contratti con le banche, con il sostegno in conto interessi della Regione, in pratica la trasformazione dei debiti bancari a breve termine in finanziamenti a medio/lungo termine, il riposizionamento finanziario di mutui a medio/lungo termine, accompagnati da servizi utili a riequilibrare finanziariamente le imprese. Presupposto per l’accesso alle agevolazioni è l’ottenimento, da parte delle imprese beneficiarie, di un finanziamento bancario a medio/lungo termine la cui delibera dovrà essere successiva alla data di pubblicazione dell’avviso. Ciascuna impresa può accedere a più operazioni di consolidamento dei debiti e/o riscadenzamento dei mutui. E’ consentito quindi presentare più domande riguardanti la stessa impresa. «Si tratta di uno strumento importante – sottolineato l’assessore Arena – perché dopo anni di crisi internazionale e di stretta creditizia da parte degli istituti bancari, è necessario aiutare le imprese

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a stare sul mercato prima ancora che a svilupparsi. Il rischio è quelli di utilizzare i fondi comunitari per costruire ottimi bandi ai quali, però, la maggior parte delle imprese calabresi non potrà accedere». «Altra importante particolarità di questo fondo, nel quale impieghiamo ben 8 milioni di euro, è che la gestione sarà a sportello. Questo vuol dire che ogni impresa presenta, attraverso la propria banca, la domanda e, ultimati i controlli di rito, si accederà alle agevolazioni. Sono contento della massiccia partecipazione di imprenditori, consulenti e categorie interessate. Quello di oggi è il primo di una serie di incontro che terremo nelle altre province calabresi». «Siamo impegnati in questa ultima fase della legislatura – ha concluso Arena – a mettere nelle condizioni le imprese

«

Un bando finalizzato a concedere incentivi alle piccole e media imprese, microimprese ed imprese artigiane regionali a sostegno del riequilibrio finanziario» di ottenere la disponibilità delle ingenti risorse finanziarie messe a disposizione negli ultimi anni e contestualmente avvieremo strumenti, come quello presentato oggi, utili per rilanciare l’economia calabrese, creare sviluppo reale e quindi anche nuovi posti di lavoro». •


Giornale delle IdentitĂ Territoriali

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Misure per aiutare le imprese catanzaresi, siglato l'accordo tra Bnl e Confindustria

E

' stato sottoscritto il Protocollo di Intesa fra Confindustria Catanzaro e la Banca Nazionale del Lavoro. La convenzione era stata presentata alle aziende associate nel mese di febbraio ed è stata integrata tenendo conto delle esigenze riscontate nel corso di successivi confronti. Già in quella occasione il presidente Daniele Rossi aveva apprezzato il fatto che per la prima volta una banca decideva di sedere attorno ad un tavolo con i potenziali clienti a discutere di accesso al credito. Alla firma del protocollo, nella sede di Confindustria Catanzaro, hanno preso parte oltre al presidente Daniele Rossi, il direttore di Confindustria Catanzaro, Dario Lamanna, mentre per la Banca Nazionale del Lavoro sono intervenuti il Direttore Commerciale Imprese Direzione Territoriale Sud Stefano Stefanoni e Rita Mercurio, Direttore del Centro Imprese. «Tale accordo, nell’attuale e difficile fase congiunturale – ha ribadito il presidente di Confindustria Catanzaro, Daniele Rossi – rappresenta un’ulteriore opportunità che Confindustria Catanzaro offre per il miglioramento della capacità

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produttiva, della efficienza e della competitività delle imprese associate attraverso investimenti in immobilizzazioni sia materiali che immateriali, nonché per il mantenimento degli equilibri finanziari ed il soddisfacimento delle esigenze di finanziamento». L’intesa punta sul fabbisogno finanziario di gestione, investimento, sviluppo e reintegro circolante, internazionalizzazione quali capisaldi per favorire il rafforzamento e lo sviluppo delle imprese associate a Confindustria Catanzaro, anche facilitandone l’accesso al credito alle migliori condizioni di mercato. La Bnl ha manifestato la più ampia disponibilità a collaborare al perseguimento del sostegno alle imprese articolato nella convenzione, attraverso l’offerta di prodotti di finanziamento riservati alle aziende con fatturato fino a dieci milioni di euro ed idonei al soddisfacimento delle esigenze degli imprenditori. «Bnl Paribas è presente in oltre 80 Paesi al mondo con 21 milioni di clienti e

oltre 250 collaboratori – hanno spiegato i vertici della Banca –. Ha solidi radici in Europa, grazie ai suoi 4 mercato domestici. Tutto questo abbinato alla tradizione di Bnl, una banca storica con oltre 150 mila clienti tra professionisti e imprese, è garanzia di solidità, affidabilità e soluzioni sempre all’avanguardia nate anche dal confronto con altri mercati al servizio di tutti i progetti imprenditoriali e personali». Uno degli aspetti maggiormente apprezzati è quello della internazionalizzazione: l’intesa, infatti, offre finanziamenti e anticipi a breve termine, in euro o valuta estera, per supportare la necessità di gestione di rapporti commerciali con l’estero, credito verso l’estero o future esportazioni di merci, importazione di beni e servizi dall’estero. Confindustria Catanzaro agevolerà il contatto tra i propri associati e Bnl. Beneficiari del protocollo sono aziende appartenenti a tutte le categorie merceologiche, con esclusione del settore armamenti, con fatturato annuo fino a dieci milioni di euro. •


economia

Nuovo rapporto tra banche e imprese Da sinistra De Sio, Passoni, Berti, Mazzuca e Branda

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l rating, le forme alternative di investimento come i minibond, il sostegno alle aziende o ai consorzi di imprese nell'internazionalizzazione. Queste le tematiche trattate nel corso del seminario “Come ottenere credito in tempo di crisi”, organizzato da Confindustria Cosenza e Banca Carime presso Villa Rendano, nel centro storico di Cosenza. I lavori, introdotti dal Presidente Confindustria Cosenza, Natale Mazzuca, hanno registrato gli interventi, per Banca Carime, del Direttore Territoriale Calabria Nord, Vittorio De Sio, del Direttore dell'Area Crediti di Banca Carime, Nunzio Berti e del Responsabile Global Transaction e Operations del Gruppo Ubi Banca, Sergio Passoni. Ha moderato il seminario il Direttore di Confindustria Cosenza, Rosario Branda. Per il Presidente degli Industriali cosentini Natale Mazzuca «la possibilità di ottenere credito da parte delle imprese è

da sempre uno dei fattori di competitività per ogni strategia di successo. In tempo di crisi perdurante aumenta di peso, importanza e valenza. Le banche hanno le loro ragioni ma ancora di più le hanno le imprese che producono e generano ricchezza ed occupazione! Come Confindustria siamo impegnati nella composizione degli interessi perché possa ripartire l'economia, motore trainante dello sviluppo in senso ampio». «L’obiettivo dell’incontro – ha spiegato il Direttore Territoriale Calabria Nord di Banca Carime, Vittorio De Sio, – è la creazione di nuovi legami di collaborazione tra i soggetti in prima linea nell’economia del Mezzogiorno, in modo da sviluppare sinergie volte a concrete possibilità di sviluppo e crescita territoriale. In questo periodo è fondamentale tracciare nuove strade, risollevarci dalla pressione che il difficile contesto economico mondiale sta imponendo, avere spirito di cooperazione al fine di riaccendere la forza motrice del

fare impresa competitiva». «Il monitoraggio e la qualità del credito, inteso come porta d’accesso per l’impresa nel fare sviluppo e generare ricchezza sul territorio – ha sottolineato il Direttore dell'Area Crediti di Banca Carime Nunzio Berti – non può prescindere dal generare nuove sinergie tra i soggetti che poi rappresentano le economie locali, coloro che hanno il vero polso della situazione. Per uscire dalla crisi e tornare a crescere, sostenere le aziende diventa uno degli obiettivi primari anche per le banche, in quanto il legame tra credito e sviluppo è troppo forte e rilevante per non essere incentivato con nuove forme di collaborazione». «Il Gruppo Ubi Banca – ha dichiarato il Responsabile Global Transaction e Operations del Gruppo Ubi Banca, Sergio Passoni – da tempo sostiene le iniziative finalizzate a realizzare incontri di business mirati tra imprese, con il supporto e la consulenza finanziaria del Gruppo e con l’obiettivo comune di mettere a disposizione degli imprenditori partecipanti la più completa offerta di servizi e consulenze necessari al processo di internazionalizzazione d’impresa. La consolidata sinergia tra il Gruppo Ubi Banca e Confindustria Cosenza ha già generato benefici per le imprese, partendo dalla condivisione nell’individuazione dei mercati più interessanti sui quali concentrare gli sforzi, per arrivare alla ricerca mirata di fruttuosi partner, alla completa organizzazione logistica e assistenza nella definizione di nuove opportunità commerciali». •

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economia

Statuti societari, ecco qualche regola per non sbagliare di Marina Pecoraro

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arà proprio vero che lo statuto deve essere confezionato come un abito su misura? Questo prezioso documento andrebbe ritagliato con precisione sui contorni della particolare situazione di fatto in cui la società si accinge ad operare (assetto della compagine societaria, condizioni specifiche del comparto produttivo, vincoli e/o obiettivi contingenti)? Quando si tratta di società commerciali, è bene non dimenticare che scopo essenziale della loro costituzione e funzionamento è l’esercizio di un'impresa.

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L’impresa è una realtà dinamica che fonda la sua capacità di sopravvivenza e sviluppo anche e soprattutto sulle possibilità di mutamento e di adattamento. Il sistema di regole interne del soggetto che la esercita avrà bene assolto alla sua funzione se sarà stato idoneo a creare un ambito di azione assolutamente elastico, flessibile rispetto ad esigenze d’azione bisognose di tempestivo realizzo, senza ingessamenti burocratici di autogenesi come, appunto, quelli potenzialmente indotti anche dai propri statuti. Non puntare troppo e soltanto sullo statuto come fondamento del successo nella gestione dei rapporti commerciali e/o intercompany è un più consapevole approccio al tema. Lo stile di redazione può essere solenne o essenziale e questo dipende dal diverso contesto culturale, basti confrontare uno statuto piemontese con uno calabrese per comprenderlo. Lo statuto sociale di Fiat Automobiles s.p.a. con sede in Torino si compone

di dieci fogli contro i ventiquattro di (…) Automobili s.r.l. con sede in Reggio Calabria. Tuttavia, il concetto che si vuol centrare è quello dell’utilità di scrivere qualcosa oppuro no.Volendo schematizzare il discorso, potremmo suddividere le regole statutarie in tre macrocategorie: previsioni inserite per dare al documento una compiutezza espositiva ma che non si fondano su discrezionalità o particolari strategie, in quanto ripetitive di norme inderogabili; previsioni inserite per precisare regimi particolari tra cui è possibile selezionare quello ritenuto più congruo alla propria situazione anche per usufrire di particolari vantaggi. Al pari di queste, si pongono quelle previsioni che favoriscono il mutamento in rapporto a manifestazioni di volontà degli organi sociali ove, tuttavia, la mancata precisazione delle proprie preferenze non impedisce l’omologazione del documento, restando comunque codificato il


economia attualità

regime che vige in assenza di specifica scelta; infine, previsioni frutto di discrezionalità e corrispondenti alla strategia comportamentale dell’epoca di redazione. In realtà, queste ultime, in rapporto alla maggiore discrezionalità consentita, costituiscono il vero “taglio su misura” che può essere arma vincente o trappola procedurale in base all’evolversi delle situazioni di partenza. Primo passo è dunque capire su cosa concentrarsi cercando di comprendere come condizionare il testo alla propria strategia e tenuto presente che scrivere poco è già di per sé una strategia. La tematica riveste importanza considerati due elementi fondamentali: - Il primo, concernente gli oneri procedurali e le spese reative alle modifiche; - Il secondo - ancora più importante - la tempestività e la concreta possibilità di apportarle in assenza di orientamento favorevole della prevista maggioranza, con rischio ingessamento. Interessantissimo, in proposito, lo studio del Consiglio Nazionale del notariato sui quorum assembleari e loro derogabilità ove viene focalizzato, tra le altre cose, il fenomeno del deadlock.

In caso di partecipazioni societarie paritetiche, infatti, lo stallo decisionale che consegue alla paralisi dell’assemblea dei soci è una situazione ben conosciuta e molto spesso sperimentata anche per le tematiche di responsabilità che si rivelano non di poco conto in capo all’organo di amministrazione, ivi inclusa l’esposizione della stessa società a pretese risarcitorie di terzi. In tale situazione diremmo “patologica”, è facile scivolare, ad esempio, tutte le volte in cui nella redazione dei patti sociali, ci si è orientati in modo preponderante a garantire una posizione decisionale di pari livello e valore, inserendo quorum deliberativi che possono raggiungersi, di fatto, solo a partire dall’accordo unanime dei soci sui diversi temi deliberativi. A quel punto, l’irreversibilità dei percorsi decisionali e l’impossibilità di ridare una corretta dinamica ai processi societari trova sbocchi risolutivi di natura drastica che spaziano dalla rilevazione da parte di uno solo dei soci del pacchetto posseduto dall’altro alla liquidazione della stessa società. Le ripercussioni nella conduzione dell’impresa possono essere gravi sfociando, come accennato, in pretese di danni ed esponendo ampiamente gli amministratori.

E’ quindi opportuno riflettere sul rischio di conformare troppo rigidamente lo schema statutario alle volontà, interessi e andamenti economici del momento, tenuto conto che gli stessi possono mutare, così come possono mutare tutta una serie di fattori esterni, non controllabili. Appare quindi tanto semplicistico quanto pericoloso instaurare un regime di imprescindibile e totale allineamento nelle scelte. Accordi paralleli di natura commerciale potrebbero in alcuni casi sortire migliori effetti facendo convergere le volontà sulla scorta di logiche economiche complementari e sinergiche rispetto al comune percorso societario intrapreso. Significativa anche l’interazione dei patti parasociali, per le tematiche ad essi proprie, in quanto funzionali a garantire la governabilità, con specifico riferimento all’esercizio del voto in assemblea del quale mirano a precostituire la convergenza su alcuni temi deliberativi importanti, tra i quali la scelta degli amministratori. Il sapiente impiego di tutti gli strumenti messi a disposizione dovrebbe tendere a creare organismi societari essi stessi strumento e non problema rispetto alla già complessa attività di conduzione d’impresa. •

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Accesso al credito, l’opportunità del leasing di Danilo Colacino

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na tavola rotonda per interrogarsi sui vantaggi derivanti agli appartenenti alla Piccola e Media Impresa italiana (Pmi) dalla nuova disciplina fiscale del leasing. Un convegno, promosso da Confindustria Catanzaro in collaborazione con Assilea e moderato dal numero uno di Pmi Calabria Aldo Ferrara, che ha richiamato la presenza nelle settimane scorse nella sala conferenze “Guglielmo Papaleo”, dello stesso sodalizio di molti associati, i quali hanno avuto l’opportunità di saperne di più sul quadro normativo delineatosi dopo le recenti innovazioni sul leasing in un terra in cui non è di certo facile operare anche in virtù della cosiddetta stretta creditizia messa in atto dalle banche. Fra quanti han-

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no preso la parola - oltre a Ferrara - il presidente di Confindustria Catanzaro Daniele Rossi, intervenuto anche nelle vesti di “padrone di casa”, il direttore generale Mps Leasing & Factoring Luigi Macchiola, il dg dell’Associazione Italiana Leasing (Assilea) Gianluca De Candia e il presidente dell’Ordine dei Commercialisti ed Esperti contabili del capoluogo di regione Francesco Muraca. A spiegare le finalità dell’incontro è stato in avvio Ferrara: «Lo scopo dell’iniziativa è di formare e soprattutto informare sulla delicata questione dell’accesso al credito per accrescere la cultura finanziaria dell’imprenditore in una fase di profondi cambiamenti, a cui bisogna adeguarsi alla svelta, nel rapporto con gli istituti bancari. Ecco perché il leasing diventa uno strumento interessante e appetibile, utile ad aiutare le aziende attive nel nostro territorio sia sotto il profilo delle politiche del ri-

posizionamento finanziario del bilancio che del rilancio degli investimenti». A seguire Rossi, che ha ribadito la centralità dell’accesso al credito e di riflesso delle relazioni fra imprenditori e banche aggiungendo: «A noi tocca fornire agli iscritti tutti i mezzi per garantire la sopravvivenze delle loro aziende in questo particolare momento storico». Nel prosieguo sono state proposte la relazione di De Candia - incentrata sulla nuova fiscalità del leasing e la presentazione del modello di convenienza fiscale di tale mutuo - e di Muraca, imperniata sulle innovazioni introdotte nella tassazione immobiliare. Anche se la discussione che ha monopolizzato l’appuntamento è stata quella inerente alle importanti modifiche, entrate in vigore nel gennaio scorso e contenute nella Legge di Stabilità, relative alla disciplina della deduzione dei canoni di


economia

Daniele Rossi:

«

A noi tocca fornire agli iscritti tutti i mezzi per garantire la sopravvivenze delle loro aziende in questo particolare momento storico» leasing dal reddito d’impresa e di lavoro autonomo. Al di là di ogni considerazione, è stata in un certo senso sancita la bontà dell’attuale fiscalità del leasing in grado di generare un effetto di leva tributaria per gli investimenti. E il perché è presto detto: «Si riducono i tempi di deduzione dei canoni e si può così generare liquidità a servizio dell’impresa. Nel breve periodo saranno in particolare le aziende più solide e produttive a giovarsi di tali positive ricadute, ma con il passare del tempo l’intero comparto delle Pmi avrà la chance di coglierne appieno i vantaggi». De Candia

ha poi precisato: «Le variazioni normative di cui si sta parlando non necessitano di decreti di attuazione o chiarimenti interpretativi. Sono in vigore e quindi a disposizione delle aziende e dai lavoratori autonomi per i futuri investimenti». Mentre Muraca ha sostenuto: «Le piccole e medie imprese potranno avere un doppio beneficio da queste novità legislative, vale a dire tanto dal punto di vista fiscale, dal momento che si registrerà un risparmio d’imposta per gli anni di durata del leasing, quanto da quello finanziario, in considerazione dell’opportunità di avere un bene in leasing anziché chiedere prestiti alle banche in un frangente in cui ottenerlo, soprattutto a buone condizioni, non è una cosa semplice. Anzi, tutt’altro». La parte conclusiva del breve seminario si è focalizzata, su invito del “padrone di casa” Rossi rivolto ai rappresentanti di Assilea, sulle percentuali di

investimenti effettuati dagli imprenditori catanzaresi attraverso lo strumento del leasing. Ed ecco allora il riepilogo finale dei dati: «Nel 2013, il leasing in Calabria ha registrato uno stipulato pari a 129 milioni di euro. Si tratta di un coefficiente superiore al 20% del valore di tutte le operazioni che si sono concentrate nella provincia di Catanzaro, in cui gli investimenti posti in essere attraverso il leasing hanno superato i 26 milioni di euro. C’è poi parecchia attesa dei liberi professionisti relativamente al nuovo regime del leasing immobiliare, compreso il lease back. Fino al 2013, infatti, non si è potuto dedurre – è stato ancora detto – né in caso di leasing né in caso d’acquisto mentre dal primo gennaio di quest’anno, come confermato dalla relazione tecnica fatta sulla Legge di Stabilità, riguardo ai neocontratti si possono dedurre in 12 anni i canoni di leasing immobiliare». •

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Imprese e innovazione: c’è un’opportunità in più

Siglato l’accordo tra Unindustria e Calpark

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uove opportunità per le imprese sul fronte del trasferimento tecnologico e dell'innovazione. E' quanto prevede l’accordo stipulato tra Unindustria Calabria e Calpark, il Parco Scientifico e Tecnologico della Calabria che, attraverso la messa in rete di risorse e competenze, sosterranno insieme le piccole e medie aziende in materia di innovazione tecnico-organizzaGiovanni Latorre e Natale Mazzuca tiva, trasferimento tecnoloservizi e nuovi metodi per produrli, digico, formazione di base e specialistica, stribuirli ed usarli. «Quello che ci sta a tutela della proprietà intellettuale, ricerca cuore – ha dichiarato il Presidente Natale di nuovi mercati. A firmare il protocollo Mazzuca per Unindustria Calabria – è la il presidente del Consiglio di Amminicrescita del tessuto imprenditoriale nel strazione di Calpark Giovanni Latorre quale operiamo, che è caratterizzato da e il numero uno di Confindustria Cosensignificative potenzialità di sviluppo e za Natale Mazzuca, in rappresentanza da singolarità di indiscutibile eccellenza. anche dei Presidenti delle Associazioni Ma che necessita di supporti adeguati degli Industriali di Catanzaro, Crotone, per l'attuazione di interventi di trasferiReggio Calabria e Vibo Valentia, ademento tecnologico, per far sì che vi sia renti al progetto Unindustria. L'accordo ricerca applicata e che di fatto si possano è finalizzato ad instaurare un proficuo e abbassare le barriere all’innovazione. Se stabile rapporto di collaborazione tra il le nostre piccole e medie imprese saranmondo delle imprese e il sistema della no messe nelle condizioni di utilizzare ricerca avanzata per dare vita ad attivii servizi per l’innovazione tecnologica tà di stimolo, affiancamento e sostegno e gestionale, sarà l'intero tessuto ecoalle aziende sulle tematiche del trasfenomico a beneficiarne». Il presidente di rimento tecnologico, per introdurre nel Calpark Giovanni Latorre ha espresso sistema economico nuovi prodotti e

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grande apprezzamento per l’impegno e l’attenzione costanti del sistema Confindustria sui temi dell’innovazione e delle opportunità che da essa possono derivare per il sistema industriale calabrese. «Sono soddisfatto per l’accordo di collaborazione siglato perché costituisce una conferma, particolarmente importante e significativa, del ruolo del Parco Scientifico come punto di raccordo tra il sistema della ricerca calabrese, che compone gran parte della sua compagine societaria, ed il sistema delle imprese. Per Calpark questo è un ulteriore stimolo per continuare a impegnarsi, di concerto con Unindustria Calabria, per la messa a punto di servizi che favoriscano lo sviluppo di processi d’innovazione nelle imprese e contribuiscano a determinare condizioni di maggiore competitività». Unindustria Calabria e Calpark organizzeranno eventi tematici sulle opportunità progettuali, di innovazione tecnologica e organizzativa, di trasferimento tecnologico e di supporto e accompagnamento all’internazionalizzazione di imprese, anche attraverso l’utilizzo dei fondi previsti da programmi regionali, nazionali e comunitari. •


economia

Circa 600 imprese chiuse e più di 4000 lavoratori in meno nel settore delle costruzioni Sono i dati diffusi dalla cassa Edile delle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, diffusi dal presidente dell'Ance della provincia di Catanzaro, Alessandro Caruso

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irca 600 imprese chiuse e più di 4000 lavoratori in meno nel settore delle costruzioni. Sono i dati diffusi dalla cassa Edile delle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, diffusi del presidente dell' Ance della provincia di Catanzaro, Alessandro Caruso. «Perdura, infatti, – si legge in una nota – il trend negativo, il settore delle costruzioni si contrae ancora, le difficolta' sono trasversali a chi lavora per la clientela privata e per la committenza pubblica. I macro-dati, sono eloquenti, dal nostro osservatorio privilegiato della Cassa Edile di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia constatiamo, infatti, la perdita, dal 2011, di circa 600 imprese chiuse e più di 4000 lavoratori. Non sono solo le aziende a chiudere e gli operai a restare a casa, con l'incom-

bente drammatico problema – aggiunge – dell'esaurimento delle risorse per la cassa integrazione in deroga, ma tutte le figure professionali legate al cantiere: in un anno i liberi professionisti (come architetti, ingegneri, etc.) sono notevolmente diminuiti e quei pochi rimasti vedono ridursi, quando non proprio azzerarsi, il proprio fatturato. Le prospettive dell'intero comparto, pertanto, sono funeste, ne' si intravedono segnali di inversione di rotta. Quello che spaventa maggiormente, tuttavia, – osserva – è il persistere di gravi problemi: dai ritardati pagamenti, all'accesso al credito a famiglie e imprese, alla mancanza di risposte "eccezionali" ad una crisi "straordinaria" di una politica sorda ad avviare misure anticicliche che consentano agli enti pubblici di ricominciare ad investire. Edifici, scuole,

Alessandro Caruso

strade... le piccole e medie imprese vivono di questo, oltretutto, parliamo di opere a beneficio della collettività. La sensazione, però, è che a livello nazionale manchi questa consapevolezza. Il grido d'allarme è esplicito: il settore edile non ce la fa più e l'anno della svolta, in positivo o in negativo, è comunque il 2014. Se non vi saranno adeguate politiche per il rilancio del settore, il declino continuera' irreversibilmente». •

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eventi

Casa ed edilizia: le novità passano da Edilexpo Calato il sipario sulla Terza Edizione della Fiera dell’Edilizia e dell’Arredamento

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i è conclusa con il pieno di visitatori della giornata del Primo Maggio la sette giorni espositiva di Edilexpo Calabria 2014, in cui 120 aziende provenienti dalle 5 province della Calabria hanno presentato al pubblico i prodotti, il modus operandi, gli ultimi ritrovati tecnologici dei settori connessi al mondo dell’edilizia e dell’arredamento. Quindici eventi, tra convegni, seminari e dimostrazioni pratiche tenute dalle aziende stesse che hanno animato la Sala Eventi della fiera: il tutto all’interno della solita, elegante tensostruttura che i visitatori delle manifestazioni di Oceania sono abituati ad apprezzare, allestita, su 4000 mq di superficie, presso il Parco Commerciale Le Fontane di Catanzaro Lido. Sette

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salotti televisivi che dall’interno dei locali della fiera hanno dato modo di portare la manifestazione stessa nelle case dei calabresi tutti e che hanno visto succedersi tecnici, titolari di aziende, professionisti del settore e personalità istituzionali, Presidenti di Ordini Professionali e Associazioni di Categoria che anche quest’anno hanno appoggiato l’evento. Il tutto alla presenza di decine di migliaia di visitatori, ingegneri, architetti, geometri, operatori di settore, ma soprattutto tanti utenti finali in arrivo da tutta la Calabria, giovani coppie e persone interessate alla costruzione o alla ristrutturazione della propria casa, che hanno colto al volo la possibilità di conoscere, in un’unica giornata, una moltitudine di soluzioni che altrimenti comporterebbe un lungo e faticoso tour

itinerante della regione. Incontro: è proprio questa la parola d’ordine delle fiere; è questo il concetto che nelle prime tre edizioni Edilexpo Calabria ha voluto portare avanti per rilanciare il settore dell’edilizia, quello più in crisi e quello dalla cui ripresa dipendono più direttamente le sorti di un’economia moderna. E quale migliore punto d’incontro se non quello di una manifestazione in cui per giorni si trovano sotto lo “stesso tetto” tutte le parti interessate, aziende, Enti ed Associazioni, Ordini professionali ed utenti finali. Informazione: perché Edilexpo propone ogni anno l’eccellenza delle aziende calabresi, che scelgono la manifestazione di Oceania per presentare al pubblico le novità del settore, costituendo, oltre che un momento mera-


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mente commerciale, uno più propriamente divulgativo, per far avvicinare la gente comune a nuove soluzioni che spesso appaiono più distanti, sia a livello concettuale che economico, di quello che in realtà non siano. Diversificazione: perché ad Edilexpo non si trovano solo i costruttori e i mobilieri, ma il fior fiore dell’ingegno e dell’operatività calabrese, che si è espressa in fiera nelle più svariate categorie commerciali connesse al mondo della casa e dell’edilizia: arredo interni e giardini, materiali per l’elettronica e per l’edilizia, energie rinnovabili, smaltimento rifiuti, sistemi di sicurezza, software e domotica, progetti e servizi ingegneristici e macchine da lavoro per l’edilizia. Infine, in un’unica parola, che racchiuda questa Terza Edizione dell’evento: qualità. Degli allestimenti, delle aziende partecipanti, degli eventi, di tutta la macchina organizzativa di una manifestazione ormai affermata che vuole continuare a crescere per rilanciare, con il coinvolgimento di tutti, l’economia di una regione che se lo merita e ne ha bisogno. •

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AntoniaAbramo tra i membri del Consiglio Nazionale under 40 di Confindustria

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' "innovazione" la parola chiave della presidenza dei giovani imprenditori di Confindustria per il triennio 2014-2017, alla quale si uniscono altre sei indicazioni da parte del nuovo Presidente dei Giovani di Confindustria, Marco Gay, eletto dal Consiglio Nazionale degli under 40 di Viale dell'Astronomia: «giovani, competenza, responsabilità, cambiamento, merito, futuro: contribuire al miglioramento del presente per costruire un futuro più forte per le nostre imprese e le nostre famiglie». Insieme a lui, per i prossimi tre anni, guideranno i giovani di Confindustria tre vice presidenti e una squadra di 15 membri, tra cui Antonia Abramo. «E' una grande soddisfazione per l'intero territorio - ha commentato il Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Catanzaro, Marco Rubettino esprimere una nostra rappresentante a un organo tanto prestigioso. Sono certo - continua Rubettino - che Antonia Abramo, forte dell'esperienza associativa maturata e delle sue indubbie capacita' imprenditoriali, saprà dare il proprio contributo con competenza e professionalità». •

Rocco Colacchio eletto nel Consiglio Centrale del Gruppo Giovani di Confindustria Nazionale

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l Presidente del Gruppo Giovani di Confindustria Vibo Valentia Rocco Colacchio, è stato eletto Componente del Consiglio Centrale del Gruppo Giovani di Confindustria Nazionale. Il neo eletto Consigliere, ha evidenziato l’importanza ed il ruolo che i Giovani Imprenditori rivestono in un così difficile momento per l’economia del territorio e di tutto il Paese in genere. «Sono convinto che negli ultimi anni – ha detto Colacchio - abbiamo esercitato un ruolo sociale ed economico che ci colloca in un panorama istituzionale vibonese e regionale, come autorevole punto di riferimento. Dobbiamo cercare di perseguire la stessa strada anche in un contesto più ampio che può essere quello nazionale, affinché si possano affrontare e programmare tutte quelle azioni prioritarie, per far sì che vi sia un decollo definitivo della produzione e dell’economia». «Mi trovo in tal senso – ha cluso Rocco Colacchio - in piena sintonia con il mio Presidente Marco Gay, quando sostiene che è assolutamente necessario analizzare i punti di forza ed i punti di debolezza dell’economia italiana, perché solo così possiamo avviarci verso un percorso di rinnovato e stabile sviluppo, dando ampio spazio all’innovazione con grande senso di responsabilità e con determinazione, poiché abbiamo le competenze per farlo e farlo bene». •

Rosario Branda insignito dell'onorificenza di maestro del lavoro

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’è anche Rosario Branda, Direttore di Confindustria Cosenza, tra i 28 insigniti dell'onorificenza di Maestro del Lavoro per il 2014 in Calabria. La cerimonia di consegna delle distinzioni, svoltasi presso il Palazzo di Governo del capoluogo di regione, ha registrato gli interventi del prefetto di Catanzaro Raffaele Cannizzaro, del Direttore dell'Ufficio del Lavoro per la Calabria Giuseppe Patania e del Console regionale della Federazione dei Maestri del Lavoro Giuseppe Mario Lombardo. La consegna del riconoscimento al Direttore Branda da parte di Cannizzaro, alla presenza del vice prefetto di Cosenza Massimo Mariani e del presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca, è stata accompagnata dalla lettura della motivazione che ha determinato il conferimento dell'onorificenza: «Ha iniziato la sua brillante professione alle di-

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pendenze del Banco di Napoli per transitare nel 1996 in Confindustria Calabria con l'incarico di Direttore ed, in seguito, alla Confindustria di Cosenza, dove tutt'ora presta servizio in qualità di Direttore. Coordina la struttura tecnica con estrema competenza, rilevante determinazione ed abilità, riuscendo a garantire funzionalità ai molteplici progetti che l'Associazione applica a sostegno delle aziende associate e del sistema economico del territorio. Persona di speciale autorità morale, gode di particolare stima e prestigio per le sue notevolissime capacità di conciliatore che gli hanno consentito di acquisire poteri mediatori ed arbitrali nei confronti di altri Entri ed Istituzioni. Ha partecipato a svariati corsi di formazione ed approfondimento in Italia e all'estero, anche in qualità di relatore in numerosi convegni ai quali partecipa una vasta platea invitata a recepire interessanti informazioni di pianifica-

zione produttiva ed imprenditoriale». Soddisfazione è stata espressa dal presidente degli Industriali Cosentini Mazzuca che, in rappresentanza degli imprenditori e, quindi, dei datori di lavoro, ha sottolineato «l'importanza di momenti come questi che rendono merito all'impegno serio e costante di lavoratori che si distinguono per laboriosità, perizia e condotta morale, come il nostro Direttore Branda. Le risorse umane rappresentano il più importante patrimonio delle imprese ed il sistema produttivo costituisce la base dello sviluppo delle società perché crea e distribuisce ricchezza nei territori. E' giusto avere preoccupazione per la crisi occupazionale che stiamo registrando perché è portatrice di angosce, paure ed incertezze che tendono a minare la stessa dignità delle persone. Il primo punto di qualunque agenda ed impegno politico non può che essere focalizzato a creare lavoro». •


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ZFU, chiuso il bando per la concessione di agevolazioni

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i è chiuso il bando per la concessione delle agevolazioni, di natura fiscale e contributiva, in favore delle micro e piccole imprese localizzate nelle Zone franche urbane (ZFU) della Regione Calabria. Secondo i dati forniti dal MiSE si è registrata una significativa partecipazione anche grazie all'iniziativa della Giunta regionale che ha stanziato 55 milioni di euro a valere sul POR Calabria FESR 2007/2013. Per tale iniziativa sono state presentate 2038 istanze (nello specifico Reggio Calabria 359, Corigliano 78, Cosenza 197, Crotone 686, Lamezia Terme 307, Rossano 137, Vibo Valentia 27). «Siamo in contatto – ha affermato l’assessore alle Attività Produttive Demetrio Arena – con il Ministero per lo Sviluppo Economico per poter acquisire i dati definitivi con la ripartizione, per ciascuna Zona Franca Urbana ricadente nel territorio regionale calabrese, delle aziende ammesse alle agevolazioni e dell’ammontare del Credito di Imposta accordato al fine di darne pronta divulgazione nei prossimi giorni». «L’ampia partecipazione – continua l’Assessore Arena – è il frutto della proficua sinergia instaurata tra le Istituzione interessate, ovvero Ministero per lo Sviluppo Economico, Regione Calabria

e Comuni interessati, oltre che dell’intensa attività di promozione messa in campo dall’Assessorato alle Attività Produttive». «Per ottenere i risultati raggiunti in Francia, la prima Nazione ad adottare tali misure alla fine degli anni 90 e con buoni risultati a livello di crescita economica, occorre che provvedimenti come questo non abbiano carattere occasionale e, soprattutto, che le Amministrazioni locali e le Regioni armonizzino le politiche di incentivazione fiscale con politiche attive locali in materia urbanistica, sociale ed ambientale. Solo così si potranno veramente colmare quei fattori di criticità che sono stati alla base dell’individuazione delle Zone Franche Urbane. La vicepresidente della Regione Antonella Stasi – conclude l’Assessore alle Attività Produttive Demetrio Arena – si è attivata contattando i Presidenti delle altre Regioni, per verificare se ricorrono le condizioni per poter utilizzare eventuali risorse regionali residue, al fine di riproporre la misura agevolativa». •

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il personaggio

Giuseppe Muritano: l’imprenditore che pensa al sociale L

’ingegnere Giuseppe Muritano è il direttore dell’impianto UOP Reggio Calabria di Honeywell, una delle più importanti aziende multinazionali statunitensi, che opera in diversi settori, fra cui controllo e automazione nel settore industriale o domestico, componenti per il settore aeronautico e automobilistico, materiali speciali ad elevate prestazioni (fluorocarburi, pellicole speciali, fibre ad elevate prestazioni, reagenti e sostanze chimiche di laboratorio, materiali elettronici ad elevata purezza). Muritano ha un interessante profilo accademico e lavorativo, ma sopratutto è molto attivo nella vita sociale e culturale della città di Reggio Calabria. In questi anni ha portato avanti numerosi progetti di volontariato a beneficio della popolazione a livello locale e globale. Queste ►

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il personaggio iniziative includono, ma non si limitano alla messa in opera di un progetto per l’integrazione di alcune comunità d’immigrati, la donazione di 10 televisori al reparto pediatrico dell’ospedale di Reggio, raccolte fondi per finanziare l’eradicazione della poliomelite nel mondo, ed altre. Perché? Perché fare bene agli altri significa “lasciare il segno”. Un segno sul cuore. Lei è il direttore dell’impianto UOP Reggio Calabria di Honeywell, ci può approfondire i principali aspetti del suo lavoro?

«Dopo essermi laureato all’accademia navale, sono stato assunto alla Honeywell. Ho percorso le tappe lavorando in tutti i reparti per poi diventare direttore il 1 gennaio del 2007. Da allora dirigo questo stabilimento che esiste dal 1974, ha vissuto qualche periodo di crisi negli ultimi anni 80, ma da allora va bene: è il secondo stabilimento al mondo nella produzione di setacci molecolari. Il prodotto che produciamo quasi tutto viene esportato fuori dall’Italia. L’Italia rappresenta uno dei principali mercati europei di Honeywell. È presente sul territorio nazionale con i suoi quattro business. A partire dal 1964, anno del suo insediamento in Italia, Honeywell soddisfa le esigenze della sua clientela con le più sofisticate tecnologie, attraverso una rete di 1500 dipendenti distribuiti su 3 stabilimenti e 35 sedi operative, uniformemente dislocati sul territorio nazionale».

La sua è una bella storia di impegno civico. Tra i progetti condotto a beneficio della popolazione, quali sono quelli a cui è maggiormente legato che e che ritiene abbia favorito un passo in avanti nel contesto in cui è stato sviluppato?

«Ciascuno di noi dovrebbe sempre preoccuparsi di fare qualcosa per gli altri. Non è facile: tutti chiedono sostegno economico per fare “cose buone”. Ma ci si può fidare? Spesso vengono chiesti

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fondi che poi non vengono utilizzati per fini umanitari. Ho cercato di occuparmi degli altri prima di tutto attraverso il ruolo che occupo in questa azienda, preoccupandomi di 150 dipendenti e delle loro famiglie. E poi faccio volontariato anche grazie alla mia appartenenza al Rotary, un club service ormai ultracentenario, che non ha bisogno di referenze. Ne faccio parte dal 1978 e durante quest’anno ne sono presidente. Ho organizzato una serie di raccolte fondi, progetti che hanno dato come risultato interventi sul territorio tra i più importanti. Il progetto di cui vado particolarmente fiero della donazione di un pullmino all’associazione sportiva Kleos un pulmino. Grazie a questo progetto, la prima squadra di pallacanestro

su carrozzina della Regione Calabria, ancora ai suoi primi passi, ha a disposizione un mezzo proprio, per recarsi a giocare le partite fuori casa. Si tratta di un progetto che incide concretamente sui problemi della disabilità e lo fa sul nostro territorio. Questo progetto ha dimostrato come facendo squadra e lavorando si può contribuire alla realizzazione di obiettivi importanti: permettere ad una squadra di basket di disabili di poter disputare un campionato di basket è solo uno dei tanti realizzati. Tra le altre iniziative c’è da ricordare il Concerto al Comunale organizzato nel 2013 hanno partecipato oltre mille persone e con le donazioni raccolte abbiamo fatto

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Ciascuno di noi dovrebbe sempre preoccuparsi di fare qualcosa per gli altri. Non è facile: tutti chiedono sostegno economico per fare “cose buone”. Ma ci si può fidare? Spesso vengono chiesti fondi che poi non vengono utilizzati per fini umanitari»

la nostra parte nel progetto che il Rotary porta avanti a livello mondiale, vale a dire quello relativo alla vaccinazione per la poliomelite. Ho partecipato anche ad altri progetti, ad esempio a quello finalizzato all’acquisto di un muletto che la Caritas di Rosarno utilizza per gestire le derrate alimentari destinate ai migranti. E sempre nel settore dell’immigrazione, ho sostenuto un progetto relativo all’insegnamento della lingua italiana a Reggio intitolato proprio “Imparare, lavorare conoscere”, grazie finanziamento fatto da noi e dall’Università per stranieri. Tra le raccolte fondi cito anche quella per l’acquisto di televisori da destinare al reparto pediatrico degli ospedali di Reggio Calabria, ed un altro progetto che con il sostegno della Honeywell ci ha permesso di regalare un’aula informatica ad una scuola di San Leo, quartiere di Reggio dove si trova lo stabilimento. Mi piace fare le cose che lascino il segno». Ha mai pensato di fare il salto di qualità, dal volontariato alla politica?

«Non ho mai pensato alla politica, devo dire la verità. Non mi sento la persona giusta o forse non ho il coraggio. La mia decisione è stata sempre quella di starci alla larga. Anche perché ho sempre pensato che fare politica per promuovere onestà e cose positive significa mettersi contro tutti». •


Taranto

Melilli (SR)

Marcellinara (CZ)

Orciano Pisano (PI)

Non tutto va male in Calabria La Cal.Me Cementi SpA, società del gruppo Speziali ringrazia i suoi 250 collaboratori per l’insostituibile contributo che nel corso degli anni ha permesso il raggiungimento di risultati sempre crescenti. Evoluzione tecnologica, ricerca ed eccellenza sono da sempre i punti cardine della “mission” aziendale. Importanti società impegnate nella realizzazione delle grandi opere, come il tratto autostradale A3 Salerno-Reggio Calabria, hanno mostrato vivo apprezzamento per la proficua collaborazione avuta con i tecnici Cal.Me SpA. Ciò ha consentito la produzione di calcestruzzi di straordinaria qualità. Nella consapevolezza dell’assoluto valore del capitale umano, la Cal.Me SpA affronta il futuro forte della solidità e compatezza della propria struttura societaria. Perché in fondo…. “C’E’ UNA CALABRIA CHE PRODUCE”

www.calme.it


Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Per tutte le condizioni contrattuali si rinvia ai fogli informativi a disposizione presso ogni filiale della Banca o sul sito internet www.bpmezzogiorno.it. L’approvazione del finanziamento è soggetta alle ordinarie valutazioni fiduciarie.

e s e r p m i e l r e p z BPMez ezzogiorno: del M garantito impeuegfinnano arantiti . g i t n e m a zi , innovare

D , , crescere e o territorio r u a s t l r e d o ri p o s it per e li imprend , studiati per oraggia g

ne e inc u misura pre sostie oluzioni s s m e e s i iende. c a a d ic z ff z izi e lle loro az BPMe rv e e d s a o it d c n s e il 10%, i cre pon ort supera p e lo fa pro celerare i processi d x e to ttivo ra ttu ac anno lʼobie h in cui il fa e io h c risolvere e c n , a E il C b on un ranzia SA imprese c nti con Ga e m ia z n Oggi, alle a titi ziende. n po delle a ropone i fi menti assis ia z n a n fi i BPMezz p il processo di svilup ropone llo Stato re , BPMezz p ), garantiti quindi da e c e di sostene v in , e pres /96 e Medie Im bblica (ex legge 662 resa. u Alle Piccole P ʼi na ti dell mp ranzia n a e G i m d ti ovarci in u s o e tr d v a in e li it g n a e dal Fon àe mpia per voi, v ti allʼattivit lʼintera e a , nto che fa e re m ta e finalizza ia lu z a n v a e el fin cere zione usufruire d otrete anche conos ellʼinternazionalizza p Per potere d e o v e filiali, do i a sostegn rese. delle nostr anziamenti e serviz elle imp fin sviluppo d o ll e gamma di d e te corren dellʼattività ! mo Vi aspettia


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