Magazine ce n5

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editoriale

Cautamente ottimisti per il 2015. Ma bisogna tagliare gli sprechi in Italia e in Calabria di Aldo Ferrara*

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n economia sono i numeri che contano. Ma a leggere l'altalena di dati diffusi sull’Italia c’è da restare disorientati. Basti pensare, come avviene da qualche tempo, al taglio delle stime di crescita del Pil rivisto al ribasso di circa mezzo punto sia da parte del Fondo Monetario Internazionale che da parte della Banca d'Italia. Seguito, qualche giorno dopo, all'annuncio del quantitative easing messo in campo da parte della BCE, dalle previsioni del centro Studi di Confindustria con la stima di una spinta al PIL dell'1,8% tra il 2015 e il 2016 derivante da minori tassi e cambio più debole. Ma giusto il tempo di fare qualche riflessione che l’esito delle elezioni parlamentari in Grecia, con il trionfo di Tsipras, produce il rimescolamento delle carte in tavola disegnando un contesto Europeo nuovamente ricco di incognite. Insomma, bisogna ammettere che , rispetto al passato, fare previsioni e tracciare traiettorie nell'economia globalizzata risulta estremamente difficile sia per la quantità che per la volatilità delle variabili in gioco . Dunque, qualunque tipo di aspettativa va presa con le pinze. Ma considerate tali circostanze che rendono bene l'idea delle turbolenze che caratterizzano il sistema economico attuale, bisogna ammettere che le valutazioni dei previsori sono utili per tracciare le dinamiche di fondo che governano gli scenari

futuri. Ecco, quindi, che con riferimento al nostro Paese risulta utile prendere come riferimento il bollettino economico della Banca d’Italia la quale prospetta una “ripresa moderata” per l’Italia, “non esente da significative incertezze”. Una prospettiva che suggerisce un sostanziale ristagno dell’attività ma che fa anche intravedere segnali favorevoli che devono essere sostenuti da provvedimenti di politica economica ed industriale. Da questo punto di vista, deboli segnali di inversione di tendenza possono essere rintracciati nei recenti provvedimenti assunti dal Governo. Che però va detto, sono comunque insufficienti e vanno interpretati come un tentativo di invertire la rotta. Insomma, delle buone intenzioni in attesa di un piano. Certo, per un paese la cui spesa pubblica sembra incomprimibile e il debito pubblico incontenibile, e dove ogni provvedimento a favore dello sviluppo viene adottato a saldi invariati o sottoposto alle clausole di salvaguardia, i tentativi di recuperare risorse per rimettere in moto l'economia risultano estremamente difficili. Ecco perché per rimettersi in carreggiata e percorrere la strada nella giusta direzione, più che inseguire la politica del vorrei ma non posso, è più utile tracciare un sentiero di sviluppo di medio lungo periodo e percorrerlo senza soste. Da questo punto di vista molto c’è da fare sia al di fuori del mondo delle imprese che al di dentro. Sui fattori di contesto è chiaro che bisogna continuare ad agire progressivamente ma implacabilmente sul fronte della burocrazia e sulla razionalizzazione del bilancio pubblico per reperire le risorse

necessarie a tagliare il costo del lavoro e il carico fiscale. Ciò al fine di incrementare anche gli investimenti in ricerca e sviluppo. Anche sul piano imprenditoriale le sfide sono enormi ed esigono profonde trasformazioni in direzione delle fabbriche intelligenti, l’industria 4.0. A tal proposito ogni ambito del perimetro aziendale sarà interessato e i driver fondamentali saranno sempre più l’internazionalizzazione e l’innovazione. Tale scenario caratterizzerà inevitabilmente anche la nostra regione producendo un ambiente competitivo più complesso ma anche più ricco di opportunità. Pertanto anche qui bisognerà agire sia sul fronte della macchina regionale che sul sistema imprenditoriale. Nel primo caso bisognerà innanzitutto garantire l’utilizzo proficuo dei fondi strutturali, facendo il possibile per non perdere quelli della programmazione precedente e mettendo a frutto anche quelli della programmazione corrente. Parallelamente occorre agire per esercitare una forte azione di contenimento della spesa , disboscando tutti quegli enti che creano burocrazia, che assorbono risorse e che creano sperperi di risorse che andrebbero dirottate verso utilizzi produttivi di ricchezza. Anche sul fronte del sistema produttivo regionale c’è molto da fare ma qui si è gia iniziato a cambiare verso. La nascita di Unindustria lo dimostra. Insomma per innestare un processo virtuoso che, nel futuro, potrà dare i suoi frutti agevolando, finalmente, un percorso di sviluppo per la regione, bisogna mettersi in cammino. Ma da subito e con passo veloce. • * editore di "CalabriaEconomia"

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editoriale

Expo 2015: sfrutteremo l’opportunità? di Davide Lamanna*

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«Il “peccato originale” della nostra regione? L’incapacità di fare rete, di ragionare in termini di filiera»

ualche settimana fa il collega Giampaolo Latella, conduttore di una trasmissione su una tv regionale di un programma dedicato a Expo 2015, mi ha chiesto di intervenire in diretta telefonica per scambiare due chiacchiere sull’evento meneghino. E, più nello specifico, delineare punti di forza e di debolezza per la partecipazione calabrese. Sono stato qualche minuto al telefono prima di prendere la parola e ho ascoltato l’analisi portata avanti, in studio, dai suoi ospiti imprenditori. Le mie considerazioni, a quel punto, potevano sembrare del tutto superflue perché coincidevano perfettamente con le loro. Il “peccato originale” della nostra regione? L’incapacità di fare rete, di ragionare in termini di filiera. Una mancanza che potrebbe essere determinante nel non sfruttare appieno le opportunità offerte da Expo 2015, oltre a un ritardo di programmazione che davvero non so se la task force messa in piedi dal presidente Oliverio riuscirà a superare. E sarebbe l’ennesima occasione buttata alle ortiche. Ma torniamo alla necessità di far rete. Ne sento parlare da anni. Nella mia attività giornalistica per vari media avrò “passato” non so quanti comunicati di “buone intenzioni”, di straordinari propositi. Eppure registriamo questa difficoltà a condividere progetti di sviluppo che anche molti bandi, ormai da tempo, incentivano. Il perché resta tutto da decifrare. E non voglio avventurarmi in analisi di natura più che altro sociologica. Tengo soltanto a evidenziare che, anche considera-

to un cambio generazionale del mondo imprenditoriale calabrese, bisognerebbe superare le diffidenze e accettare la sfida “dell’unione fa la forza” che economisti di chiara fama sollecitano ormai da tempo. Su Expo, ad esempio, ho letto qualche giorno fa un dossier messo a punto da Magda Antonioli Corigliano, direttore del Master in Economia e Turismo alla Bocconi di Milano. Considerato proprio il turismo - oltre all’ alimentazione - come settore che potrà ottenere i maggiori benefici, Antonioli Corigliano sottolineava come il turista, ormai, dedichi parecchio tempo a fare confronti su tutti gli aspetti che reputa importanti o interessanti per le proprie esigenze. La preferenza la dà a destinazioni che si segnalano per la loro capacità di offrire una scelta diversificata e, anche, strumenti di personalizzazione dinamica degli elementi del viaggio e del soggiorno. «In questo quadro – sottolinea nel suo studio – il singolo operatore ha poca voce in capitolo se isolato dal resto della destinazione e risulta meno attraente e competitivo di insiemi e gruppi ben organizzati». La struttura diventa, così, un elemento chiave. Detto questo, non so, a distanza di pochi mesi dal taglio del nastro (1 maggio), come la Calabria arriverà a Milano e se sarà capace di mettere su un’azione di marketing territoriale vincente. Purtroppo l’impressione è che non ci sia una progettazione, da parte delle istituzioni, ben definita. E che l’improvvisazione – che non paga mai – contraddistingua la nostra regione. Saremo smentiti? Mai come questa volta ce lo auguriamo. • * direttore di "CalabriaEconomia"

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ANNO VI | NUMERO 5 | 2014

In copertina B U S I N E S S

M A G A Z I N E

Natale Mazzuca

Calabria Economia periodico di informazione economica Anno VI - numero 5 - 2014

Paolo Abramo

Direttore responsabile

Davide Lamanna

Roberto Vitti

Contatti Redazione via Caduti sul Lavoro, n. 9 88100 S. Maria di Catanzaro tel. 0961.781410 - fax 0961.789650 www.calabriaeconomia.it info@calabriaeconomia.it Collaborazioni esterne saltuarie Danilo Colacino, Vittorio Daniele, Enrico Mazza, Maria Rita Galati, Eugenia Ferragina, Maurizio Bonanno, Rosalba Paletta, Monica Perri Tommaso Rotella

Mario Oliverio

Editoriali Cautamente ottimisti per il 2015. Ma bisogna tagliare gli sprechi in Italia e in Calabria

Fotografie: Icaro fotocronache MediaService srl Antonio Raffaele

di Aldo Ferrara

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Expo 2015: sfrutteremo l’opportunità? di Davide Lamanna

Stampa Stabilimento Tipografico De Rose Montalto Uffugo (CS) Società Editrice Mediaservice Srl via Caduti sul Lavoro, n. 9 88100 S. Maria di Catanzaro www.mediaserviceagency.it info@mediaserviceagency.it

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sommario PRIMO PIANO 8

economia

Mazzuca alla guida degli imprenditori calabresi

Arrivano finanziamenti per le imprese turistiche calabresi

58 Il ritardo del Sud e le responsabilità della politica

attualità 12

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Un disperato bisogno di crescere

16 Il neo Presidente ha le idee chiare: “Serve uno shock che faccia ripartire la crescita” 20 Mario Oliverio: “Io presidente per fare della Calabria una regione normale” 24 Catanzaro: c'è rischio paralisi Tribunali. E la ‘ndrangheta è emergenza nazionale

60 Edilizia, Ance: “Persi il 50% degli occupati” Mercato in crisi: occorre invertire la rotta 62 Economia in Calabria: Bankitalia traccia un quadro critico 64

Finalmente l`Unione Bancaria!

66 “Diventa imprenditore”… dal Leo Club un progetto-concorso rivolto ai giovani

banca-impresa 68 Banca Popolare del Mezzogiorno diventa BPER

intervista 70

Intervista a Francesco Trebisonda, branch manager di Aon nato in Calabria

business 28 P.A. e Riforme: tra vecchio e nuovo, si naviga a vista

72 La Hyundai Motor Company Italy sceglie l’eccellenza della concessionaria Ruga per il lancio della nuova i20 in Calabria

Speciale inserto

33 RestartCalabria n.8

pag.

a cura di CalabriaInnova

16 pagine da staccare e conservare

EVENTI 74 A Smau Calabria tutto il sistema dell’innovazione regionale 76 Innovazione tecnologica, arriva Dom-Ino

50 Giovani imprenditori cosentini a confronto con il presidente nazionale Marco Gay 52

Unità d’intenti e progetti condivisi per la crescita delle PMI reggine

turismo 54

Una piattaforma innovativa per viaggiare

78 “Mediterranea Food & Beverage”: la rassegna enogastronomica delle eccellenze calabresi

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primo piano

Mazzuca alla guida degli imprenditori calabresi L'elezione dopo aver illustrato le linee guida del suo programma 8

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primo piano

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on è apparso per nulla turbato. O, comunque, è riuscito bene a nascondere l’emozione per questa nuova carica che lo investe di una grande responsabilità: Natale Mazzuca è il primo presidente di Unindustria Calabria. Lo ha eletto l’assemblea dei soci che si è riunita nella sede di Catanzaro. A presiederla il presidente Daniele Rossi alla presenza dei vertici associativi: il presidente di Reggio Calabria, Andrea Cuzzocrea, di Crotone, Mario Lucente e di Vibo Valentia, Antonio Gentile. L'elezione di Mazzuca, già a capo di Confindustria Cosenza, giunge a compimento di un percorso durato poco più di un anno, condiviso dagli organismi direttivi delle cinque associazioni e messo in atto, per gli aspetti tecnici, dai direttori Rosario Branda, Francesca Cozzupoli, Dario Lamanna, Anselmo Pungitore e Daniela Ruperti, in piena

collaborazione con la Direzione di Confindustria e il Comitato di Implementazione della Riforma di cui è componente l’ex presidente di Confindustria Calabria Giuseppe Speziali. "Battezzato" con lode dal Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il progetto di aggregazione Unindustria Calabria si muove in una logica di forte e piena sinergia di sistema che ha consentito la nascita di una struttura a rete, in grado di rendere sempre più efficace ed efficiente l'assistenza alle imprese, mettendo in essere tutte le possibili economie di scala e lavorando per il riposizionamento dell’azione di rappresentanza e di interlocuzione istituzionale ai vari livelli. L’Assemblea dei soci è stata preceduta dalla benedizione della nuova targa di Unindustria Calabria da parte dell'Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, Monsignor Vincenzo Bertolone. Subito dopo si è aperta l’assemblea privata introdotta da Daniele Rossi il quale, ringraziati tutti i presenti, ha sottolineato come l’unico candidato designato fosse Natale Mazzuca e come, oltre al presidente, fosse necessario eleggere anche il collegio dei probivi-

ri e dei revisori. Dopodiché la parola è andata al presidente in pectore il quale, in una relazione pregna di contenuti, ha esposto i punti essenziali del suo programma. Evidenziando, sin da subito, che «questa è una giornata epocale» e che il «modello Calabria è stato portato in giro per l’Italia da Squinzi». «Vivo un mix di sentimenti: emozione, orgoglio, felicità… perché quello che abbiamo fatto è una cosa davvero straordinaria». Mazzuca ha ringraziato i presidenti delle altre associazioni territoriali e ha ricordato come questo cambiamento sia stato il frutto «di un duro lavoro, comunque esaltante perché mi ha consentito di conoscere imprenditori delle altre province: ben 3000 aziende che coinvolgono 60mila lavoratori». «Noi siamo un’eccellenza – ha proseguito – e devo ringraziare il presidente Giuseppe Speziali perché è stato parte integrante di questo cambiamento». Nella parte introduttiva del suo discorso Mazzuca ha sostenuto che «quello di presidente di Unindustria non è un mestiere ma una missione per sostenere la crescita delle imprese». «E se c’è chi ha detto che la nascita di questo nuovo organismo ha

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attualità tolto a qualcuno per dare ad altri – ha proseguito – rispondo che non è così: sarà data pari dignità alle imprese di tutta la regione». «Non sarà certo un compito facile così come non lo è quello dell’imprenditore in una regione come la nostra che è ultima in tutte le classifiche economiche. Ritengo, tuttavia, che ora sia davvero il momento di agire senza farsi contaminare dal virus dell’immobilismo». Meritocrazia, aggregazione tra imprese, riqualificazione del territorio, spesa corretta dei fondi comunitari. E, ancora, un rapporto chiaro con la classe politica che, proprio come le imprese associate a Unindustria, dovrà operare con trasparenza e legalità. Sono questi i punti snocciolati da Mazzuca ( e che approfondiamo nella successiva intervista) davanti a una sala stracolma di imprenditori. I quali, all’unanimità, hanno apprezzato il “manifesto” del neo presidente, votandolo senza riserve. L'Assemblea ha provveduto ad eleggere anche i probiviri Rosa Chiappalone, Gaetano Colombraro, Raffaele De Caira, Nicola Durante e Francesco Palma ed i revisori dei Conti Mario Antonini, Domenico Borello, Domenico Capozza, Francesco Caracciolo ed Edoardo Esposito. •

Assegnate le deleghe: Daniele Rossi alla vicepresidenza Nella prima riunione del Consiglio di Presidenza di Unindustria Calabria, su proposta del Presidente Mazzuca, è risultato eletto quale vice Presidente di Unindustria Calabria il Presidente di Confindustria Catanzaro, Daniele Rossi, al quale sono state assegnate, tra le altre, le deleghe al lavoro, formazione, ricerca, innovazione, internazionalizzazione ed export. Al Presidente di Confindustria Reggio Calabria, Andrea Cuzzocrea, Mazzuca ha affidato la delega alle attività produttive, logistica e portualità con particolare riferimento a Gioia Tauro. Delle politiche ambientali ed energetiche si occuperà il Presidente di Confindustria Vibo Valentia Antonio Gentile mentre sarà Michele Lucente, Presidente di Confindustria Crotone, ad occuparsi di cultura, università e filiera turistica. Le politiche relative ad urbanistica, infrastrutture, lavori pubblici e casa saranno seguite dal Presidente di Ance Calabria Francesco Berna, sarà lo stesso Presidente di Unindustria Calabria Natale Mazzuca a seguire quelle relative alla programmazione ed al credito. Confermato alla presidenza di Piccola Industria Calabria Aldo Ferrara e a quella dei Giovani imprenditori calabresi Mario Romano.

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Daniele Rossi



attualità

Un disperato bisogno di crescere

Dall’assemblea di Unindustria le indicazioni per invertire la rotta di Monica Perri

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al 2004 al 2013 la Calabria ha perso 93 mila posti di lavoro (-14%); solo nel 2013 se ne sono persi 39 mila (-7%). Nei primi due trimestri del 2014, la situazione regionale non ha mostrato alcun miglioramento: la perdita di posti di lavoro è continuata al ritmo del 2 per cento nel primo trimestre e del 4 per cento nel secondo, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Alla fine del terzo trimestre 2014 gli occupati calabresi sono 552 mila, a fronte di una popolazione di circa 2 milioni di abitanti. Sono solo alcuni dei preoccupanti dati del Rapporto sull’economia calabrese nel 2013 e primo trimestre 2014 di Unindustria Calabria, curato dall'economista Rosanna Nisticò, con prefazione di Rosario Branda.

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Il documento, dall’emblematico titolo “Senza lavoro”, è stato illustrato nel corso della prima assemblea pubblica di Unindustria Calabria, cui hanno partecipato esponenti del mondo dell’industria, dell’università e dell’economia. Nella sua relazione, il presidente Natale Mazzuca ha subito sottolineato quanto gli imprenditori vogliano «concorrere ad essere protagonisti della ripresa economica. I dati fotografano una situazione particolarmente difficile – ha continuato il Presidente di Unindustria Calabria – con un tasso di disoccupazione record, la Cassa Integrazione Guadagni in continua ascesa, la domanda estera dei prodotti calabresi in calo. Il tema fondamentale su cui non perdere neanche un minuto di più – ha concluso Mazzuca – è il lavoro: abbiamo una disoccupazione generale al 25% e quella dei giovani al 65 per cento. Ciò significa che c’è una Calabria che sta affondando». Per Rosanna Nisticò, professore associato di Politica economica all’Università della Calabria «le dinamiche


attualità

Natale Mazzuca:

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Abbiamo una disoccupazione generale al 25% e quella dei giovani al 65 per cento. Ciò significa che c’è una Calabria che sta affondando»

a livello economico si intrecciano con quelle di tipo sociale, interessate da un evidente sgretolamento del benessere e della qualità della vita delle persone. La perdita di occupazione e l’impennata della disoccupazione – ha sottolineato la docente – determinano la mortificazione civile sul piano individuale della mancata realizzazione di sé, del deteriorarsi del capitale umano e degli investimenti in conoscenza e in istruzione, della marginalità sociale». Per la

docente occorre «un’inversione di rotta, prima di tutto nelle politiche europee di austerity che non hanno finora dato i frutti sperati nel risanamento dei conti pubblici tantomeno nell’avvio della crescita economica. E’ attraverso la realizzazione di interventi mirati di politica pubblica ed anche sulla valorizzazione delle potenzialità di sviluppo dei territori, che il sistema economico e sociale calabrese può uscire dalla stagnazione della recessione in cui è sprofondato». L’Assemblea, svoltasi presso il Parco degli Enotri della Fondazione Carical, a Mendicino (Cosenza), dal tema “Un disperato bisogno di crescere”, organizzata con Ubi Banca Carime, è stata articolata in un due momenti, moderati dal direttore di Unindustria Calabria Rosario Branda: un focus sull’economia regionale e nazionale e un confronto sulle politiche da attivare per la crescita economica. Secondo Branda «ser-

vono visione lunga, nuove energie, programmi più snelli e pragmatici, meno proclami e più progetti, meno passerelle e più infrastrutture reali, meno acronimi e più risultati tangibili. Occorre un impegno straordinario per intensità e valore – ha detto ancora – occorre esprimere il massimo sforzo in termini di politiche capaci di creare ricchezza endogena e quindi lavoro e crescita sociale. A saperle ‘vedere’ esistono le condizioni per immaginare un futuro diverso. Occorre crederci e saperci investire». Molto applauditi gli interventi degli economisti Gianfranco Viesti e Giorgio Arfaras, ricchi di spunti e di proposte su misure per la crescita. Per il presidente di Ubi Banca Carime, Andrea Pisani Massamormile, «l’auspicio è quello di un Sud che creda fortemente in se stesso, che torni ad essere pienamente padrone del suo destino e della sua antica dignità, che dunque ►

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attualità

si impegni strenuamente in un percorso di riscatto sociale, prima ancora che economico». «Dopo essersi rimboccati le maniche – ha sottolineato il Direttore Generale di Ubi Banca Carime Raffaele Avantaggiato – bisogna trovare il coraggio della concretezza nel progettare rapidamente il futuro. Le dinamiche economiche locali e quelle del Paese risentono di un gap che è frutto di errori di impostazione nelle scelte legate ad una mancata visione prospettica del futuro in campo produttivo ed industriale». Per il Presidente della Regione, Mario Oliverio, che ha concluso i lavori, «il quadro che emerge dal documento

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di Unindustria è quello di una Calabria che vive una situazione difficile e il nostro compito è quello di assumere politiche mirate e finalizzate, tese, soprattutto, a costruire un rapporto nuovo con il governo del Paese e con l’Europa. La Regione deve cambiare passo, su questo non vi è dubbio e le politiche locali devono essere improntate all’utilizzazione piena delle risorse, cosa che in questi anni non è successa. Le risorse fin ora utilizzate non hanno inciso sulla crescita, né sull’occupazione. Bisogna ora lavorare in maniera sinergica su un progetto chiaro che punti a creare lavoro e a sostenere le imprese». Un primo grande passo verso la

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Mario Oliverio:

La Regione deve cambiare passo, su questo non vi è dubbio e le politiche locali devono essere improntate all’utilizzazione piena delle risorse, cosa che in questi anni non è successa»

semplificazione, chiesta a gran voce dal presidente Mazzuca, per quanto riguarda i rapporti tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione. La vice presidente di Confindustria e responsabile dell’organizzazione


attualità

Antonella Mansi ed il vice presidente e responsabile del Mezzogiorno e delle politiche regionali di Confindustria Alessandro Laterza hanno ribadito la volontà e l’impegno degli Industriali a lavorare in direzione della crescita economica. «Abbiamo bisogno di un Paese che faccia il tifo per le imprese – ha dichiarato la vice presidente Mansi – contribuendo ad eliminare le inefficienze ed a creare un terreno fertile per lo sviluppo delle imprese. Il recupero della fiducia è la ricetta principale insieme a politiche industriali ed economiche urgenti. Confindustria punta al costo del taglio del lavoro ed all’aumento degli inve-

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Antonella Mansi:

Abbiamo bisogno di un Paese che faccia il tifo per le imprese, contribuendo ad eliminare le inefficienze ed a creare un terreno fertile per lo sviluppo delle imprese»

stimenti pubblici, ma servono politiche espansive, occorre ripensare il fisco, diminuire i costi del fare impresa». Per la responsabile agli Interni di Confindustria «cambiare si può, basta volerlo.

Confindustria lo sta facendo. Siamo orgogliosi di quanto fatto in Calabria: uno sforzo di sintesi, il primo modello che ha colto per intero lo spirito della Riforma Pesenti, per essere più forti ed incisivi, in Calabria così come nel Paese». Il Vice Presidente di Confindustria con la delega al Mezzogiorno, Alessandro Laterza ha pronta una ricetta: all’Italia e in particolare alla Calabria «servono investimenti che riattivino i meccanismi economici e per farlo bisogna utilizzare presto e bene i fondi strutturali». All’assemblea, come ovvio, hanno partecipato tutti i presidenti delle territoriali. •

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attualità

Il neo Presidente ha le idee chiare:

“Serve uno shock che faccia ripartire la crescita” I

mprenditore edile, cinquant’anni, Natale Mazzuca guida Confindustria Cosenza dal 2013 ed è anche componente della Giunta nazionale dell’Ance. Nella qualità di Presidente di Unindustria Calabria diventa componente dell’organismo ristretto di Viale dell’Astronomia. Dopo l’elezione è difficile potergli strappare qualche battuta: strette di mano, abbracci, pacche sulle spalle. E’ cominciata una nuova era per gli industriali calabresi e lui ha il delicato compito di tracciare il cammino del nuovo organismo. Presidente alcuni hanno detto e scritto che la nascita di Unindustria penalizzerà alcuni territori della regione. Lei cosa risponde?

«E’ vero, c’è chi ha detto che Unindustria Calabria toglie a qualcuno per dare ad altri. Io rispondo dicendo che il nuovo organismo darà ancora di più ed in maniera eccellente a tutte le imprese associate, con

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Natale Mazzuca

pari dignità ed importanza, offrendo un contributo alla crescita delle imprese e di tutti i calabresi. Confindustria è sempre stata la casa di tutti gli imprenditori veri. Fare il presidente di Confindustria non è un mestiere, non è una professione, non è un’ambizione ma è solo una missione. Lo deve essere per tutti noi che abbiamo cariche associative. E’ una missione a servizio del territorio, che ci ha dato tanto, ci ha fatto crescere. E’ giusto che ora siamo noi a dare validi contributi di idee, di proposte e di valori necessari per invertire questa spirale negativa. So che non è un compito facile, come non è facile fare l’imprenditore nel nostro Paese e soprattutto nella nostra regione. Il mondo è cambiato, la sfida è più complessiva, è una sfida tra sistemi che non interessa più le singole imprese, ma interi settori economici. Ecco perché questa unione non potrà che portare benefici. E’ insieme che ce la possiamo fare».


attualità re insieme che conviene perché crea veramente una catena di valore per lo sviluppo delle imprese e del territorio». Bisognerà però rimboccarsi le maniche… la nostra regione è ultima in tutte le classifiche economiche. Come agire?

Una parola chiave del suo programma, dunque, sembra essere aggregazione. E’ così?

«Certo. Dobbiamo crescere, le nostre imprese sono troppo piccole, dobbiamo spingere di più verso politiche di aggregazione, bisogna stare insieme facendo rete. Unindustria Calabria è un modello straordinario di rete tra le cinque associazioni, così come le altre reti costituite all’interno del nostro Sistema. Mi riferisco per esempio al Consorzio Assapori tra i ristoratori di eccellenza, a Brutium Energy per l’acquisto sul mercato libero dell’energia e del gas, a Kalos per l’internazionalizzazione delle imprese dell’agroalimentare, a rete Destinazione Sud per la promozione di un offerta turistica integrata, al progetto Itinerari che propone ai visitatori percorsi di riscoperta del territorio che mettono insieme turismo religioso, culturale sportivo ed enogastronomico. Tutti esempi virtuosi di uno sta-

«Unindustria Calabria è una risposta forte alle complessità del momento. Bisogna agire, non farci contaminare dal virus dell’immobilismo, del non decidere. Nessuno ci risolve i problemi, dobbiamo rimboccarci le maniche, dobbiamo essere noi i protagonisti del futuro e della ripresa. Certi rituali di finta concertazione, come quelli visti, appartengono al passato e non possono interessarci. Uno Stato, un’amministrazione pubblica che è vicina al fallimento dovrebbe essere gestita come un azienda. Bisogna scegliere individuando provvedimenti urgenti e cambiamenti radicali, se utili. Mai abbandonarsi ad un declino che non trova fine. E’ necessario uno shock che faccia ripartire la crescita. I microaggiustamenti non portano a niente. Come per le aziende in crisi, le opzioni strategiche sono importanti, ma devono andare di pari passo con la modifica del modello organizzativo interno. Non capisco perché quando i manager pubblici falliscono non bisogna mandarli a casa al pari delle aziende private. Nell’amministrazione pubblica abbiamo tanti altissimi dirigenti che hanno fallito ma che dominano ancora il processo amministrativo, piegandolo alle loro esigenze di casta».

Alla luce di ciò che ha detto cosa bisogna fare e cosa chiederà Unindustria?

«Bisogna introdurre una meritocrazia reale. Il più bravo deve andare avanti. C'è necessità di una classe dirigente efficace ed efficiente che sappia interpretare le esigenze ed i bisogni che emergono dai cambiamenti epocali in atto dando spazio alle competenze ed alle capacità.

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Unindustria Calabria è una risposta forte alle complessità del momento. Bisogna agire, non farci contaminare dal virus dell’immobilismo, del non decidere»

Non capisco perche in Italia chi lavora nel pubblico deve essere privilegiato rispetto a chi lavora nel privato. Senza recuperare efficienza della macchina pubblica ogni riforma sarà vanificata. Quindi l’attività riformatrice della pubblica amministrazione deve perseguire in maniera prioritaria gli obiettivi ormai ineludibili di efficacia ed efficienza attraverso una grande azione di trasparenza, semplificazione e tracciabilità dei processi. Per questo è necessario digitalizzare tutto. E va fatto subito. Non è possibile che ancora, a venti anni dalla rivoluzione informatica e tecnologica, siamo alle prese con le code agli sportelli a perdere ore per attendere un pezzo di carta, un vero e proprio calvario per i cittadini stretti nella morsa della mala burocrazia». E’ una coincidenza ma la sua elezione avviene quasi in contemporanea con quella di Mario Oliverio alla guida della giunta regionale. Cosa si sente di dire al Presidente?

«Al presidente Oliverio faccio gli auguri e dichiaro la nostra piena e massima disponibilità a collaborare e a condividere percorsi e processi che possono far uscire la regione da questa deriva inarrestabile e pericolosa per la coesione sociale.

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attualità

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Deve essere chiara una cosa però: noi vogliamo collaborare e condividere, con grande dignità, per quello che ci compete e per quello che rappresentiamo. Non chiediamo favoritismi, non chiediamo percorsi privilegiati, non chiediamo clientelismi, non chiediamo contributi a pioggia ma vogliamo offrire le nostre competenze, le nostre migliori prassi e la nostra rete per favorire forme di sviluppo integrato e durevole, per attrarre investimenti, per lavorare, per dare lavoro e creare benessere per i cittadini. E’ indispensabile un "lavoro di squadra" delle Istituzioni, pubbliche e private, delle associazioni d’impresa e dei sindacati dei lavoratori». Se dovesse indicare alla politica degli interventi prioritari, cosa inserirebbe da subito nell’agenda?

«Bisogna fare leva sull’enorme patrimonio paesaggistico, culturale ed archeologico connesso ad un comparto agroalimentare fatto di grandissime eccellenze. Una filiera, quella agroalimentare, che ha una spiccata tendenza all’internazionalizzazione e che se sostenuta e supportata potrebbe essere volano fondamentale del nostro export che purtroppo ancora è davvero invisibile e impercettibile: rappresenta solo lo 0,1 % delle esportazioni nazionali. E poi è necessario insistere sul por-

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to di Gioia Tauro, tra i primi sette in Europa ed il secondo nel Mediterraneo. E' necessario che lo scalo acquisisca le funzioni di gateway e logistica attraverso l’intermodalità ferroviaria, e che nell’area non si svolga solo attività di transhipment ma soprattutto attività di trasformazione e produzione. Per rilanciare lo sviluppo e migliorare quindi la competizione con i principali porti nord europei e mediterranei occorre fare dell’area del porto una zona economica speciale (ZES). Ma il vero cambio di passo sta nell’imparare a usare bene i fondi comunitari in maniera aggiuntiva. I fondi strutturali, fondamentali per lo sviluppo regionale e per colmare il divario socio-economico tra territori, purtroppo finora nella nostra regione hanno avuto un effetto fallimentare. La programmazione 2014-2020 è veramente l’ultima chiamata. Bisogna programmare non in maniera indeterminata, selezionare gli interventi evitando la frammentazione delle risorse a vantaggio di progetti che tengano conto soprattutto della vocazione e valenza dei territori». Nella sua relazione lei ha puntato molto anche su ripristino della legalità nella condotta della Pubblica Amministrazione. Crede che l’illegalità diffusa, a dir vero non solo legata al nostro territorio, pesi sullo sviluppo economico della regione?

«E’ fondamentale recuperare da parte della Pubblica Amministrazione la fiducia delle imprese e dei cittadini. La bassa reputazione del nostro territorio è purtroppo uno degli ostacoli veri alla

Vogliamo offrire le nostre competenze, le nostre migliori prassi e la nostra rete per favorire forme di sviluppo integrato e durevole, per attrarre investimenti, per lavorare, per dare lavoro e creare benessere per i cittadini» crescita e allo sviluppo e quindi all’innalzamento del benessere collettivo. La fiducia è l’elemento fondamentale del capitale sociale ed è capace di influenzare le performance economiche di un territorio. Il presupposto della fiducia è quindi indispensabile. Cosi come è necessario difendere i principi di tutela del mercato, mettendo in atto tutti gli strumenti necessari per combattere ogni forma di rendita di posizione e di monopolio. Il mercato, già soffocato dalla crisi, non può essere un’isola solo per pochi. A chi passa con il rosso deve essere ritirata la patente. Forse qualcuno di noi in passato ha avuto la tentazione di passare con il giallo, ma con il rosso mai. Siamo stanchi dei furbi. Da sempre come associazione siamo in prima linea a combattere e speriamo ad eliminare il rischio delle infiltrazioni mafiose nelle nostre imprese, ma non dobbiamo mai abbassare la guardia. L’attività della nostra associazione quindi è indirizzata all’etica della responsabilità e alla cultura della legalità e al dovere della denuncia dei reati. Unindustria Calabria deve rappresentare un marchio di qualità e di correttezza, una garanzia di trasparenza e rispetto delle regole. Chi non ci sta è fuori!». •


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attualità

Mario Oliverio:

“Io presidente per fare della Calabria una regione normale” di Maria Rita Galati

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a Calabria può rappresentare una risorsa immensa per tutto il Paese. Per esserlo, però, «dovremo avere le carte in regola, avanzare proposte concrete, dimostrare capacità e trasparenza nella spesa e rapidità di esecuzione nelle decisioni». Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria da un paio di mesi ha le idee chiare, anche in merito alla consapevolezza delle difficoltà che dovrà affrontare possa fare della nostra “una regione normale”. Oliverio in campo, «in prima persona ma solo per cinque anni», come ribadisce nel corso dell’insediamento a Palazzo Alemanni, con spirito sobrio e costruttivo perché «abbiamo bisogno di recuperare una dimensione etica alla funzione istituzionale e di rappresentanza». Presidente, in Calabria c’è la necessità di un cambio di passo radicale nella gestione della cosa pubblica. Su cosa si

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sente di prendere impegni da subito?

«Per troppo tempo la Calabria è stata mantenuta in una condizione di immobilismo e di arretratezza da una concezione quasi privatistica della gestione della cosa pubblica, tutta imperniata sulle clientele e sulla difesa di interessi particolari. La prima cosa da fare è rompere con il passato e cambiare decisamente passo, liberando da lacci e lacciuoli tutte le attività amministrative e burocratiche e mandando definitivamente in archivio i vecchi sistemi delle clientele e della mala gestione. La prima riforma da attuare, quindi, sarà quella di ricondurre la Regione alle sue funzioni originali, facendola diventare un ente di legiferazione e di programmazione e non di gestione. Essa dovrà diventare una “casa di vetro” in grado di recuperare la fiducia dei cittadini verso la politica e le istituzioni e di ricucire lo “strappo” sociale rappresentato dall'alta percentuale di

«

La prima cosa da fare è rompere con il passato e cambiare decisamente passo, liberando da lacci e lacciuoli tutte le attività amministrative e burocratiche e mandando definitivamente in archivio i vecchi sistemi delle clientele e della mala gestione» astensionismo che, in una regione come la nostra, schiacciata dalla presenza pervasiva della 'ndrangheta, è un dato davvero preoccupante. L’imperativo categorico dovrà essere quello di dimostrare al Paese, all’Europa e al mondo che anche in Calabria è possibile fare e costruire quello che è stato realizzato altrove. Il mio impegno, dunque, è quello di mettere subito mano a quelle che saranno le priorità della nostra azione di governo


attualità

e che riguardano la gestione dei rifiuti, la piena utilizzazione dei fondi europei, la riorganizzazione del sistema sanitario, la prevenzione e il contrasto del dissesto idrogeologico, la creazione di nuovi posti di lavoro soprattutto per quanto riguarda le nuove generazioni. Non sarà facile risalire la china, ma sono convinto che, con il contributo di tutti, riusciremo a rimettere il treno sul binario della crescita e dello sviluppo». Nella sua ultima visita in Calabria, il presidente del Consiglio Renzi ha affermato che la nostra regione è una grande risorsa su cui far leva per la crescita del Paese. Turismo, infrastrutture, rifiuti, cultura: da dove ripartire per essere davvero una leva di sviluppo?

«Renzi ha ragione. La Calabria può rappresentare una risorsa immensa per tutto il Paese. Per esserlo, però, dovremo avere le carte in regola, avanzare proposte concrete, dimostrare capacità

e trasparenza nella spesa e rapidità di esecuzione nelle decisioni. Quì esistono opportunità straordinarie che, se ben valorizzate e utilizzate, possono realmente contribuire alla ripresa economica dell’intero Paese. Penso all’istituzione della ZES (Zona Economica Speciale) a Gioia Tauro, che rappresenterebbe una straordinaria occasione per promuovere relazioni e scambi che consentano opportunità al sistema delle imprese, delle professioni e delle università e favoriscano l’intensificazione delle relazioni economiche, commerciali e culturali tra il nostro Paese, l’Europa ed i Paesi del sud del Mediterraneo, candidando definitivamente il porto e l’area della città della Piana a nodo strategico dell’intera area del Mediterraneo. In tal senso valuto assai positivamente il fatto che il premier abbia condiviso con entusiasmo la mia proposta di far svolgere entro il 2015 in Calabria una Conferenza dei Paesi del

Bacino del Mediterraneo. Penso ad un piano regionale per la messa in sicurezza e la infrastrutturazione del territorio su cui stiamo già lavorando e che potrebbe diventare la più grande opera pubblica da realizzare nel prossimo decennio. Penso, infine, alla programmazione e all’apertura di un grande “cantiere della Magna Grecia” per la conservazione e la valorizzazione dei beni archeologici e culturali che potrebbe rivelarsi un formidabile attrattore turistico capace di contribuire ad innescare virtuosi processi di crescita economica e sociale». Gli imprenditori si sono spesso lamentati dell’eccessiva burocrazia e lentezza della macchina regionale, soprattutto nei pagamenti. Come intende ‘alleggerire’ le procedure?

«La burocrazia non può continuare a distruggere la nostra economia. In questi anni troppe aziende hanno chiuso a causa dei mancati pagamenti dei crediti ►

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attualità regionale a Catanzaro. Qualcuno ha lamentato un po’ di disinteresse per il capoluogo, che lei, però in campagna elettorale ha detto di aver intenzione di valorizzare…

vantati nei confronti delle amministrazioni pubbliche e, in particolare, della Regione. La parola d’ordine, quindi, dovrà essere “sburocratizzare” al massimo, snellire il rapporto con i cittadini, ridurre i tempi delle procedure, introdurre forme di automatismo, pubblicare in rete i dati dell’amministrazione per affermare trasparenza e correttezza, favorire il controllo della spesa dei fondi e dei criteri di scelta degli incarichi; coinvolgere i cittadini e le associazioni nella programmazione degli interventi, nello sviluppo dei progetti e nella gestione dei servizi. I tempi del procedimento amministrativo dovranno essere rapidi e certi. Di ogni pratica si dovrà conoscere il responsabile del procedimento e il suo percorso amministrativo dovrà essere trasparente e tracciabile in ogni passaggio. Da ente burocratico e lontano, la Regione dovrà diventare un luogo amico delle imprese, capace di ascoltare, aperto, impegnato fattivamente nella risoluzione dei problemi quotidiani e teso a migliorare i servizi fondamentali, nella garanzia dei diritti individuali e collettivi, per la realizzazione di un progetto di crescita e di sviluppo». Recuperare risorse e ritardi per met-

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tere la Calabria al passo con i tempi. I Fondi comunitari sono le uniche risorse per creare sviluppo?

« I Fondi comunitari sono una risorsa fondamentale per creare sviluppo ed è per questo che non possiamo assolutamente permetterci di perdere o far ritornare indietro nemmeno un euro. Accanto ai fondi comunitari, però, ci sono altre risorse a cui è possibile attingere per determinare la crescita di questa regione. Bisognerà tagliare gli sprechi, abolire gli enti inutili, valorizzare l’agricoltura e il turismo, recuperare le politiche della montagna e della forestazione, investire nelle fonti energetiche rinnovabili, difendere i territori. Ma c’è una risorsa su cui, più di tutto, dovremo puntare se realmente vogliamo far decollare questa nostra terra. Essa è rappresentata dai giovani. La Calabria possiede un grande patrimonio di talenti, energie e capacità progettuali giovanili che deve essere messo immediatamente nelle condizioni di partecipare da protagonista alle dinamiche economiche, in termini di crescita e sviluppo».

Tra le opere che il presidente della Regione potrebbe inaugurare, finalmente, la casa dei calabresi, la Cittadella

«Finalmente, con l’inaugurazione della Cittadella regionale a Germaneto si realizzerà un sogno atteso da anni da tutti i calabresi. A prescindere da quanti oggi ne rivendicano propagandisticamente la primogenitura, anche la nostra regione avrà una struttura identitaria ed unitaria, in cui confluiranno circa 1800 dipendenti regionali. Ciò consentirà di concentrare tutta l’attività amministrativa in un’unica sede, di accelerare e rendere più agile il sistema delle procedure e le relazioni con le istituzioni locali, le forze sociali ed i territori e farà risparmiare alle casse regionali ben dieci milioni di euro che finora sono serviti per pagare gli affitti. E’, dunque, una realizzazione importante che può segnare il superamento di una frammentazione fisica del governo della Regione che ha posto in questi decenni e continua a porre non poche difficoltà al rapporto ed alle relazioni tra l’ente regionale ed il sistema istituzionale e territoriale della Calabria. Essa contribuirà senz’altro a restituire una funzione centrale alla città di Catanzaro che, come ho più volte ripetuto nel corso della campagna elettorale, dovrà riscoprire, valorizzare e rilanciare il suo ruolo di città capoluogo, riaffermando con forza la sua vocazione e la sua funzione politica ed istituzionale. Non è più tempo di dannose divisioni e di inutili campanilismi. Chi solleva polveroni evidentemente lo fa perché, alimentando divisioni e distinguo, ne può trarre un vantaggio personale o politico e, perciò, non merita alcuna risposta. Io sarò il presidente di tutti i calabresi e, come tale, lavorerò impegnando tutte le mie energie perché questa regione si rialzi in piedi con il contributo di tutti i calabresi e svolga un ruolo di primo piano nel Mezzogiorno e nel Paese». •



attualità

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a un lato i problemi relativi al personale, con una pianta organica definita palesemente inadeguata. Dall’altro l’escalation criminale con la ‘ndrangheta considerata “emergenza nazionale” da combattere mettendo in campo risorse economiche. E’ stata una relazione molto articolata quella del presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, Domenico Introcaso. Che nella sua disamina è partito proprio dalla carenze di uomini e mezzi. «Le piante organiche di tutti gli uffici del

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distretto (requirenti e giudicanti) sono inadeguate sia in relazione al numero dei magistrati che a quello del personale amministrativo. Le scoperture di organico sono ormai endemiche». «Registriamo un movimento costante in uscita, con entrate costituite da magistrati ordinari di prima destinazione che, per vincoli ordinamentali, non possono svolgere funzioni penali di maggior rilievo (monocratico per reati più gravi Gip/Gup) tanto da determinare la paralisi in alcuni uffici con ricorso ad applicazioni infradistrettuali, tali da pregiudicare la già carente efficienza degli uffici di provenienza. Il disagio trova espressione nel rischio di paralisi incombente sull'attività dei tribunali di Catanzaro, Paola e Vibo

Valentia, per i quali è stata inoltrata richiesta di applicazione extradistrettuale». «E' peraltro da rilevare – ha sostenuto Introcaso – che ormai da anni la Corte d'appello di Catanzaro è priva di magistrati distrettuali. Carenza che condiziona negativamente l'attività dell'intero distretto. Analoghe negative riflessioni si impongono per il personale amministrativo, per il quale si registra una percentuale di scopertura corrispondente al 19%».

Critica la situazione nel penale: i numeri

Nella relazione il Presidente ha evidenziato che «il settore penale della Corte presenta gravi profili di criticità sia sotto il profilo delle pendenze che negli indici di smaltimento e ricambio. Le pendenze penali individuate a giugno 2013 a quota 5.307 hanno subito un considerevole incremento, risultando, a luglio 2014, in numero di 6.631», mentre


attualità

Inaugurato l’Anno giudiziario

Catanzaro: c'è rischio paralisi Tribunali. E la ‘ndrangheta è emergenza nazionale «la produttività complessiva presenta un incremento del 9% circa, risultando definiti 1.850 processi (158 in più rispetto al periodo precedente). Presso la Corte d'assise erano pendenti 31 processi, ne sono pervenuti 30 e definiti 39. I tribunali del distretto registrano pendenze corrispondenti a 821 processi a trattazione collegiale, 26.354 monocratici e 15.029 processi (noti) pendenti davanti all'ufficio Gip. Il raffronto con il periodo precedente indica una lieve flessione dei processi pendenti davanti al collegio (-6,6%) e l'incremento del 10,5% e del 2,8% dei processi rispettivamente pendenti in monocratico penale davanti al Gip/Gup». Nel settore civile «i Tribunali del distretto – ha detto ancora il presidente Introcaso – presentano una pendenza di 144.985 processi civili, a fronte di 86.195 nuove iscrizioni e 86.564 definizioni. Il dato indica una sostanziale stabilità di rapporto sopravvenuti/eliminati,

valutazione che consentirebbe un giudizio finale favorevole».

Una ‘ndrangheta sprovincializzata che si insinua nella politica

«Emerge chiaro il rilievo, reiteratamente segnalato, di una sprovincializzazione della 'ndrangheta, che ha assunto le dimensioni di un fenomeno nazionale ed internazionale, acquisendo le peggiori connotazioni delle altre organizzazioni criminali. V'è una ragione in più, allora, per considerare l'emergenza mafiosa del territorio – ha proseguito Introcaso – come emergenza nazionale, alla quale fare fronte apprestando opportuni rimedi, con il potenziamento del settore investigativo e giudiziario cui non andrebbero lesinate le necessarie risorse economiche». «La progressione criminale della 'ndrangheta segue l'evoluzione economico-sociale delle collettività adeguandosi

a situazioni, dinamiche, modalità dirette a curvare anche l'economia 'sana' al crimine con indubbio e devastante effetto criminogeno. Già nel passato si era rilevata l'intensità dei collegamenti della 'ndrangheta con organizzazioni criminali operanti in altre parti del territorio nazionale e su scala internazionale, veicolati attraverso gli insediamenti di vaste colonie di calabresi nell'Italia centrale e settentrionale, i quali costituiscono fertile terreno per la proliferazione di comportamenti devianti, mediante la partecipazione, spesso in posizione di supremazia, alle associazioni mafiose operanti in altre regioni». «Si è accentuato – ha sostenuto ancora il presidente Introcaso – il fenomeno della penetrazione delle consorterie criminali nel nevralgico settore della formazione e dell'indirizzo del consenso elettorale, tale da sfociare nella elezione di candidati di immediata derivazione mafiosa». «Emergono segnali sempre più significativi di una tendenza alla centralizzazione delle famiglie 'ndranghetistiche che, da microcosmi a struttura familiare e localistica, assumono i caratteri di cellule interdipendenti e collegate al vertice da strutture sovraordinate». «Recenti acquisizioni investigative – ha aggiunto Introcaso – hanno evidenziato il progressivo venire meno del frazionismo delle organizzazioni criminali operanti ►

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attualità garantismo, sottoposta com'è ad un continuo riesame che si articola in tre e non di rado in più di tre gradi di giudizio, imbrigliata in meccanismi processuali che incoraggiano i tatticismi dilatori. La combinazione di questi fattori ha prodotto un arretrato impressionante, che è il vero nodo da sciogliere». nel distretto, essendo emersi fenomeni di concentrazione, il più significativo dei quali sembrerebbe quello, riferito da più collaboratori di giustizia, della costituzione di una “provincia” autonoma da quella di Reggio, di cui farebbero parte tutti i territori ricompresi nel distretto ad eccezione del solo circondario di Vibo, che rientrerebbe in quella di Reggio Calabria».

Usura ed estorsione: due piaghe che non diminuiscono

«Particolarmente significativi sono i segnali di pericolo che si colgono nel settore delle estorsioni alle imprese che si accingono alla costruzione di nuovi tratti autostradali nella regione». «Si mantiene su indici sempre assai elevati – ha aggiunto Introcaso – il numero di reati di estorsione e usura e desta particolare allarme sociale il fatto che alcuni di questi vengano commessi da appartenenti a consorterie criminali. E' peraltro da ritenere fondato, soprattutto in relazione ai delitti di usura, che i dati statistici non costituiscano uno specchio fedele della realtà: da diversi segnali si desume che il numero delle usure accertate è di gran lunga inferiore a quello effettivo, essendone assai difficile la scoperta a causa dell'omessa denuncia da parte delle vittime».

Poche denunce per il reato di riduzione in schiavitù

«Non sono molto numerose le denunce relative ai reati in materia di riduzione in schiavitù e tratta di esseri umani. E' tuttavia da ribadire che solo per difficoltà investigative, dovute esclusiva-

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mente al clima di omertà e di paura che regna negli ambienti in cui tali fatti maturano, non è possibile accertare che, in numerosi casi, si è in presenza di ipotesi di gravità ben maggiore di quelle a volte meramente convenzionali riscontrate in statistica». «Tali delitti – ha concluso il presidente Introcaso – sono espressione di sfruttamento anche di manodopera in agricoltura nella quale l'attività degli immigrati costituisce ormai significativa risorsa in termini economici. Significativo l'aumento registrato a Catanzaro e correlato a 11 processi, a fronte di nessuno nel periodo precedente».

Reggio, Macrì: “Crisi giustizia legata alla lentezza dei tempi dei giudizi”

«La crisi della giustizia purtroppo non si risolve, né si attenua, anzi si aggrava, nella misura in cui tardano ad essere apprestati i necessari rimedi». Lo ha sostenuto il presidente della Corte d'Appello di Reggio Calabria, Giovanni Battista Macrì, aprendo la cerimonia d'inaugurazione dell'Anno giudiziario. «La crisi – ha aggiunto – ha un solo nome: la lentezza dei tempi di decisione dei giudizi, civili e penali, che mina la certezza delle situazioni giuridiche, ostacola lo sviluppo economico e gli investimenti di impresa ed elide l'effetto deterrente, della pena, alimentando la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni». Macrì ha sottolineato, inoltre, la presenza di «un apparato vetusto e pletorico, che sacrifica il valore della giustizia sull'altare di un esasperato

“Intervenire sul regime delle impugnazioni”

«Intervenire sul regime delle impugnazioni, escludendo, in caso di doppia decisione conforme, la possibilità di ulteriori impugnazioni deflazionando così la pendenza dei giudizi, assolutamente abnorme, di Cassazione». È uno degli interventi per modernizzare il sistema giudiziario indicati. Secondo il quale, «ridurre l'arretrato significa aumentare il numero dei giudici, adeguare le strutture di supporto burocratico, oppure percorrere la strada del riformismo straordinario, sostanziale processuale». Macrì ha parlato anche di «regolamentazione essenziale dei rapporti giuridici e di parallela semplificazione delle procedure di risoluzione dei conflitti, nonché dei molteplici riti vigenti, valorizzando al massimo il ricorso a strumenti alterativi di definizione, precontenziosi e non, pena il fallimento di qualsiasi altro progetto riformatore». Macrì ha anche sottolineato «la necessità di intervenire sul carattere rigidamente accusatorio del rito, imperniato sulla defatigante acquisizione della prova in dibattimento e che quindi procede stentatamente tra rinvii e rinnovazioni dibattimentali, recuperando forme di istruzione predibattimentale che evitino la dilatazione dei tempi del giudizio e la creazione dei pachidermi processuali, con il rischio della scadenza dei termini della custodia cautelare nei giudizi di criminalità organizzata». Secondo il presidente della Corte d'appello di Reggio, «occorre evitare la restrizione delle intercettazioni che depotenzi la lotta alla criminalità. È necessario


attualità pervenire ad un ragionevole equilibrio nel soddisfacimento delle istanze, a volte contrapposte, di difesa della collettività dagli attacchi criminali, di garanzia della riservatezza e della dignità della persona indagata e dei soggetti estranei». Sulla responsabilità civile dei giudici, Macrì, ha detto che "spesso è tema portato all'esame dell'opinione pubblica utilizzando tanto un argomento capziosamente inesatto quanto un argomento fuorviante e suggestivo. Quando si afferma che il giudice è esente da responsabilità civile lo si afferma inesattamente, giacchè il responsabile diretto, lo Stato, agisce in rivalsa del giudice. Si prospetta all'opinione pubblica l'attuale regime di responsabilità civile del giudice come un privilegio di casta, in palese violazione del principio di uguaglianza». Secondo il presidente Macrì, la situazione complessiva della giurisdizione nel Distretto di Reggio Calabria «non è migliorata. Le persistenti scoperture di organico dei vari uffici giudiziari e le consistenti mancanze di personale amministrativo che di anno in anno vengono ad aumentare, stante la mancanza di concorsi e di collocamenti a riposo per raggiunti limiti di età, rendono la situazione, in un territorio diffusamente pervaso dalla illegalità e dalla presenza della più pericolosa associazione mafiosa esistente in Italia, la ndrangheta, al limite della paralisi della giurisdizione».

ché nella provincia di Reggio non solo viene espresso 'il crimine', ma vi è il centro strategico e militare delle cosche che pure hanno altrove le loro proiezioni». Il Procuratore ha sottolineato anche la presenza sugli scenari internazionali della 'ndrangheta, «la più attiva in questo senso – ha detto – con riferimento al traffico di cocaina, mantenendo propaggini operative in Oceania, America, Europa, Medio ed Estremo Oriente ed Africa». Cafiero De Raho ha fatto anche un riferimento «alla capacità di infiltrazione e condizionamento della 'ndrangheta nella sfera politica ed istituzionale e di interferire sulle imprese e sul mercato, condizionando lo sviluppo locale. Ha una struttura economico-imprenditoriale fatta non solo di imprenditori collusi, ma anche di commercialisti, avvocati, professionisti, che la sostengono, l'agevolano, la consigliano, arricchendone così le casse ed assicurando un controllo capillare del territorio. La 'ndrangheta è in grado di agevolare la ricerca di servizi illegali, quali la dissuasione della concorrenza, il recupero crediti, l'agevolazione della penetrazione commerciale in un

determinato settore o ambito territoriale, il reclutamento di manodopera sottocosto o comunque con minore tutela sindacale e previdenziale, alterando le regole del mercato, con effetti devastanti ed irreversibili sull'economia legale. Quel che è peggio crea aree di consenso sociale e determina una sorta di condivisione di interessi che sembrano, in certi casi, rendere evanescente il confine tra mondo del crimine e società civile, stabilizzando una rete collusiva di rapporti ben diversi da quello, tradizionale, tra delinquenti e vittime del reato». Secondo Cafiero De Raho, «la 'ndrangheta, ormai, si è trasformata in collettore di voti, intercettando consenso elettorale, fornendo sostegno politico ad amministratori o partiti in cambio della gestione degli appalti. Oggi ha adottato la strategia della sommersione: non vuole apparire all'esterno come un fenomeno emergenziale, da combattere con urgenza, anche se i traffici illeciti dilagano e l'economia locale è sempre più inquinata e condizionata. Non si registrano, inoltre, conflitti, nemmeno interni alla stessa organizzazione criminale». • (Ansa)

De Raho, a Reggio "casa madre" 'ndrangheta

Il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, nel suo intervento ha confermato la «struttura unitaria della 'ndrangheta in cui mantengono importanza centrale le strutture-base, vale a dire i 'locali' e le relative famiglie che le compongono, ognuna delle quali rimane 'padrona' a casa propria». De Raho ha rilevato come le «cosche della 'ndrangheta di Reggio Calabria costituiscano la 'casa madre' cui tutte le altre fanno riferimento, per-

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attualità

P.A. e Riforme:

tra vecchio e nuovo, si naviga a vista di Rosalba Paletta

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ncertezza, incertezza e ancora incertezza. E’ questa la spiacevole sensazione che avverte chi, pur in ruoli apicali, si trova – suo malgrado – a navigare a vista nella conduzione di un Ente fra i più accreditati del panorama istituzionale nazionale. Una sensazione non familiare per chi, come il Presidente Paolo Abramo, da ormai quasi tre lustri conduce l’Ente Camerale catanzarese con rigore e benevolenza, facendone la struttura che oggi, elegante e sobria, guarda Corso Mazzini, cuore pulsante, benché sofferente, della Città dei Tre Colli, chiedendosi che fine farà tutto questo. La Camera di Commercio di Catanzaro è un Ente virtuoso, di servizio e di supporto per un territorio che, pur in presenza di performance positi-

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ve da parte di aziende che si sono fatte rispettare sui mercati anche in periodi di crisi, ha ancora bisogno di essere accompagnato nella sua strada verso lo sviluppo. Non che le imprese milanesi, torinesi o veneziane (solo per citare territori indiscutibilmente più avanzati de nostro) non abbiano anch’esse necessità di rappresentanza istituzionale e di servizi garantiti. Ma fingere che le differenze, fra i vari territori, non esistano, equivale a dire quanto meno delle mezze verità, per non definirle bugie. Pensiamo ad esempio all'internazionalizzazione: ridurre o addirittura azzerare i servizi a Catanzaro in questo ambito, è ben più grave che farlo in Lombardia, dove le imprese, mal che vada, hanno le spalle abbastanza forti per partire da sole. Tornando alle virtù di Catanzaro, viene fuori un identikit semplice e lineare dell’Ente presieduto da Paolo Abramo e diretto da Maurizio Ferrara, risultante dalla sua storia, passata e ancor più recente, fatta di scelte oculate e anche coraggiose,

tese a salvaguardare la stabilità economica delle casse di casa propria, pur con l’intenzione di sostenere le sfide e accompagnare i processi di emancipazione territoriale in maniera seria e affidabile. Tutto ciò, purtroppo, in tempi di guerra, “non fa curriculum” e non rende Palazzo Grimaldi Montuoro immune dalle raffiche di vento che spira dalle sedi di Governo. Vento di austerità

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La Camera di Commercio di Catanzaro è un Ente virtuoso, di servizio e di supporto per un territorio che, pur in presenza di performance positive da parte di aziende che si sono fatte rispettare sui mercati anche in periodi di crisi, ha ancora bisogno di essere accompagnato nella sua strada verso lo sviluppo»


attualità

che soffia da Roma verso nord, sud, ovest ed est, senza distinguo. A dettare legge una parola d’ordine, che è: ristrutturazione. A renderla operativa un decreto Legge, prima di tutto, il numero 90 del 2014, che ha disposto una riduzione del diritto annuale che le imprese corrispondono alle Camere di Commercio dando il primo colpo di grazia al sistema, essendo già operativo: -35% nel 2015; -40% nel 2016; -50% nel 2017. Il diritto annuale è la principale fonte di finanziamento delle Camere di Commercio in generale, e nello specifico che qui ci interessa della Camera di Catanzaro, pur non essendo, per ragioni evidenti, uno degli Enti più rappresentativi del Paese per numero di imprese attive sul territorio di competenza. In proporzione, però, il diritto annuale pesa moltissimo sui bilanci e viene restituito alle imprese maggiorato e potenziato, in termini di servizi che

difficilmente le stesse potrebbero autogarantirsi. Ma neppure questo “fa curriculum”. Al Senato è, inoltre, in discussione il disegno di Legge sulla riorganizzazione della Amministrazioni pubbliche, che prevede di rivedere ancora più pesantemente funzioni e sistemi di finanziamento del sistema camerale. Forse il peggio deve ancora venire? Tutto ciò incide sulle sorti dell’Ente, ma anche e soprattutto sui destini di ogni realtà che direttamente o indirettamente, si sia incrociata con l’operatività degli inquilini di via Menniti Ippo► Paolo Abramo numero 5 - 2014

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attualità

lito: sia essa realtà di natura prettamente economica, o produttiva, o culturale, o promozionale, o fieristica. L'Ente ha tappato buchi e dato risposte a molti interlocutori, perché promuovere il benessere economico e sociale di un territorio può tradursi in mille e un modo differente. Ma continuare a dare risposte ora è diventato impossibile. Già lo scorso anno il Consiglio Camerale aveva annunciato nel documento di programmazione approvato le difficoltà in un contesto economico caratterizzato da ampia instabilità, e a fronte di un assetto normativo spesso guidato da esigenze contingenti e non da logiche di programmazione almeno a medio termine, di assolvere alla propria missione istituzionale. Quest’anno gli accadimenti che mentre scriviamo sono in evoluzione a Roma, mettono ancora più fortemente in discussione proprio la “mission” delle Camere di Commercio, a cominciare da quello che negli ultimi venti anni è

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stato il caposaldo su cui è stato rifondato, negli anni 90, il sistema camerale tutto, ossia il Registro delle Imprese. Come in pochi altri casi, in questo emerge come non sempre l’austerità sia una buona medicina, anzi: talvolta, la pezza è peggio del buco. Come spiega il Presidente Abramo: «Nel caso del Registro delle Imprese, ad oggi tutti riconoscono come sia l’unica anagrafe in grado di assicurare un sistema certo di pubblicità legale e di offrire un quadro completo della situazione giuridica di ciascuna impresa e delle sue sedi sul territorio nazionale. Inoltre, per l’elevato grado di informatizzazione,viene riconosciuto come best pratics a livello Europeo. Infine, svolge una funzione fondamentale per la capacità di estrazione ed elaborazione dati, in termini di corretta informazione economica e strumento essenziale per le Forze dell’ordine per la lotta alla criminalità, fatto assolutamente non trascurabile in una logica di collaborazione inter-istituzio-

nale. Ma non parliamo soltanto di questo. Ho citato questo esempio – precisa Abramo – perché è forse il più rappresentativo e quello che avrà il più immediato effetto in termini di “disorganizzazione” istituzionale. Ma sotto più aspetti e profili l’attuazione del piano di azione della Camera di Commercio tracciato in passato per definire la sua operatività, trova e troverà ostacoli e impedimenti. Riceviamo segnali – spiega ancora il Presidente Abramo – in queste settimane, che sono sostanzialmente contraddittori; si infittiscono le disposizioni di contenimento della spesa e si mettono in atto politiche di ripresa che spesso coinvolgono il mondo camerale, pur impedendo, talvolta anche a fronte di una cospicua disponibilità finanziaria (è il lustro caso), di attivare adeguati investimenti, pure in termini di risorse umane. Per dirla chiaramente: abbiamo i soldi ma ci viene impedito di spenderli». «Da qui la difficoltà, sempre mag-


attualità

giore – prosegue il Presidente Abramo –, di dare risposta ad alcuni punti fondamentali della strategia camerale: da un lato la necessità di assicurare l’efficienza dell’azione amministrativa per garantire all’utente servizi di qualità, da cui deriva l’obbligo di investire nell’organizzazione interna per la semplificazione, l’ammodernamento e lo snellimento delle procedure. Dall’altro la necessità di sostenere ed accrescere la competitività del tessuto economicoproduttivo-imprenditoriale, con azioni in grado di contrastare il particolare momento congiunturale». Tutti obiettivi, interni ed esterni alla sede camerale, sui quali appare indispensabile una attenta riflessione di medio lungo periodo che sembra mancare a Roma, o per lo meno non è intellegibile. E ancora il Presidente Abramo si chiede: «Come sarà possibile, ad esempio, mantenere lo standard elevato di servizi offerti all’utenza? Come sarà possibile continuare a sostenere la competitività del territorio e delle imprese, favorendo lo sviluppo della qualità dell'offerta ricettiva? Come si continuerà a promuovere azioni che vadano a migliorare l'attrattività del territorio da un punto di vista turistico? Oppure come si potrà sostenere l'imprenditorialità delle imprese, in particolar modo

«

Nel caso del Registro delle Imprese, ad oggi tutti riconoscono come sia l’unica anagrafe in grado di assicurare un sistema certo di pubblicità legale e di offrire un quadro completo della situazione giuridica di ciascuna impresa e delle sue sedi sul territorio nazionale»

giovanili e femminili, per come ci si era prefissati di fare, e cioè agevolando l'accesso al credito ed incentivando forme di internazionalizzazione ed innovazione? Siamo chiamati ad un triste compito. Stilare un elenco di servizi e funzioni ai quali - per legge - non ci è possibile abdicare, e privilegiarli, anche quando ciò significhi sacrificare gli interventi “non obbligatori”, seppur molto spesso questi ultimi siano molto più qualificanti per l’Ente e per il territorio e la sua immagine, e ne costituiscano il vero valore aggiunto». «Già quest’anno – puntualizza Abra-

mo –, mentre parliamo e adesso mentre voi leggete, in soldoni, per mantenere l’attuale struttura, tra costi istituzionali, del personale e di funzionamento, occorre far ricorso agli avanzi patrimonializzati degli scorsi esercizi. Né la situazione migliorerebbe se si desse seguito all’accorpamento delle Camere, altro punto in questione che ancora, ad oggi, non ha assunto contorni precisi, ma solo abbozzati. Stesso discorso vale per l’Azienda Speciale, che già da quest’anno ci ha visti costretti ai primi tagli. Tutto questo in quale ottica? Siamo certi che tutto ciò porterà ad un miglioramento dell’efficienza amministrativa? Siamo certi di trovarci difronte ad una opportunità di cambiamento ben gestita, e di aver messo in campo le migliori risorse ed i migliori strumenti per governare questo innegabile bisogno di ristrutturazione? Quando avremo capito questo – conclude Abramo –, anche noi saremo felici di schiacciare l’acceleratore sul pedale del futuro. Ma solo quando sarà chiaro dove stiamo andando». •

numero 5 - 2014

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N.8 DICEMBRE

2014

Nuove tecnologie per l’abitare sostenibile Rocco Furfaro, il coraggio di essere imprenditore Mondo startup: 12 nuove imprese calabresi tra industrial ed e-commerce Chiude la prima edizione di Smau Calabria, il sistema dell’innovazione regionle a confronto Start Cup Calabria: le startup vincenti al Premio Nazionale per l’Innovazione


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EDITORIALE

Veniamo da lontano… ma il viaggio è infinito di Gioacchino Criaco È facile per chi è nato in Calabria crogiolarsi nel ricordo; rivangare un passato colmo di storia, cultura, personaggi illustri. E’ dolce accoccolarsi su uno qualunque dei promontori calabresi e immergere gli occhi nella distesa blu cobalto dello Ionio o in quella di velluto smeraldino del Tirreno; e portando lo sguardo ora all’uno e poi all’altro, dei due mari, riempirsi la vista con i lecceti dell’Aspromonte, le pinete delle Serre e le distese dei larici monumentali della Sila. Ed è estremamente semplice per chi scrive esaltare, guardando indietro, un mondo paesaggisticamente e culturalmente fatato. La Calabria, nel suo complesso, è un placido invito alla pausa, alla contemplazione. E tutti si sono fermati, convinti che questo volesse la terra, come una bella donna smaniosa di farsi ammirare. Ci si è adagiati, certi che non ci fosse altro da fare; ci si è arresi a un destino tracciato. Ma è tutto un fraintendimento; è il dinamismo di un popolo che ha portato ai giorni nostri un ambiente pressoché intonso; è il sudore della fatica che ha irrigato di vita una terra dura. Se il passato piace davvero, bisogna capirlo che è chi non si è arreso che ci ha costruito dietro storia e cultura, che ci ha creato un patrimonio di sapere perché andassimo avanti e non perché ci fermassimo a guardare. Le contemplazioni esaltano il passato e addolciscono il presente, ma se sono puramente consolatorie minano il futuro. Alla Calabria l’immobilismo non serve, è buono solo a trasformarla in una stazione di partenza per altri mondi. Ai calabresi la ricchezza del passato deve servire soprattutto per produrre ricchezza nel futuro. Lo faccio spesso l’elenco dei beni che il passato ci ha lasciato in dote; è una lista lunga che contiene prodotti, siti, risorse buone per proseguire una corsa millenaria. Ve lo riproporrò un’altra volta; per oggi vi porto al cinema, esco dalle chiacchere facili della letteratura ma vi dimostro che anch’essa può diventare pane. Non ve lo dico per andarlo a vedere, Anime Nere è già passato dalle sale. Al di là del suo valore artistico, il film tratto da un mio libro, e alla sceneggiatura del quale ho partecipato, ha lasciato molte cose in Calabria: un paio di milioni di euro, arrivati da fuori; lavoro per un centinaio di persone, anche solo per pochi mesi; e la consapevolezza che il patrimonio paesaggistico si può sfruttare senza che ci sia una sua compromissione. La certezza che la Calabria possiede luoghi cinematografici unici, utilizzabili in esterno per tutti i mesi dell’anno, cosa poco praticabile altrove. I costi ridotti per la logistica, le professionalità adatte. Io non scrivo per consolare; ho messo insieme fatiche, tragedia, storia, paesaggi, ho preso molto di ciò che mi era stato lasciato e l’ho fissato su carta. Di quel che è stato ne ho fatto un mestiere, per andare avanti, non per tornare indietro; per poter restare, se ne ho voglia, senza essere costretto a partire.

Gioacchino Criaco, scrittore e autore di Anime Nere

Indice DALLA RETE La prima edizione di Smau Calabria: tutto il sistema dell’innovazione calabrese a confronto

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STORIE D’INNOVAZIONE Il coraggio dell’imprenditore: per Rocco Furfaro è la sintesi di emozione e calcolo

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Diario di viaggio: le startup vincitrici della Start Cup Calabria 2014 al Premio Nazionale

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NUOVI MATERIALI Materiali a cambiamento di fase: la nuova frontiera dell'edificare efficiente

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SCENARI TECNOLOGICI L’acciaio materiale del futuro con oltre 1.800 depositi brevettuali

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MONDO STARTUP TalentLab-startup: le 12 nuove imprese calabresi tra industrial ed e-commerce

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VETRINA DELLA RICERCA Dagli atenei calabresi nuove soluzioni per aumentare la competitività delle aziende

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NEWS DA APRE

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IN AGENDA & CHANCE

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DALLA RETE

La prima edizione di Smau Calabria: tutto il sistema dell’innovazione calabrese a confronto Lo scorso novembre, presso la Fondazione Mediterranea Terina, si è svolta la prima edizione di Smau Calabria. L’evento, realizzato in collaborazione con Regione Calabria, Fincalabra e CalabriaInnova, è stata l’occasione per presentare in una cornice nazionale, l’offerta di startup e delle piccole e medie imprese innovative, frutto delle azioni di sistema della Rete Regionale dell’Innovazione. Un evento pilota che consente però di inserire la Regione Calabria per i prossimi quattro anni nel circuito nazionale di Smau, insieme a Regioni come la Lombardia, il Piemonte, la Toscana, la Campania e molte altre e che permette di dare continuità ai processi di innovazione e di valorizzazione dei risultati della ricerca regionale avviati da CalabriaInnova. Sette eccellenze premiate e 15 finalisti sul palco nei 2 riconoscimenti in programma, più di 40 startup che si sono alternate in brevi presentazioni da 90 secondi, 6 workshop tematici e 2 eventi principali hanno accolto oltre 1.000 tra imprenditori, esperti e visitatori provenienti da tutta la Regione. Nell’arco dei due giorni le startup calabresi più pronte per il mercato hanno avuto a disposizione un’area espositiva e numerosi eventi di networking per raccontare la propria impresa. Le giornate sono state l’occasione, inoltre, per accendere il dibattito su alcuni temi di rilevanza per le imprese come Expo 2015 e opportunità di business per le imprese sul territorio, Internazionalizzazione, tra export e innovazione, Webmarketing e social media, Internet degli oggetti e nuove frontiere della stampa 3D, E-Commerce, Big data e sicurezza delle informazioni. Durante l’evento inaugurale di Smau Calabria sono stati consegnati i due riconoscimenti: il Premio Innovazione ICT ai migliori progetti di utilizzo delle tecnologie digitali da parte delle imprese e il Premio Lamarck ai più innovativi progetti di impresa delle startup presenti. Il Premio Lamarck, realizzato in collaborazione con il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria, è un tributo alle 3 migliori startup per valorizzare le idee di business già pronte a supportare l’innovazione delle imprese mature. Le startup vincitrici di questa prima edizione di Smau Calabria sono state: Altrama Italia, azienda specializzata nella realizzazione di soluzioni multipiattaforma per la promozione turistica e la valorizzazione dei beni culturali, che ha lanciato il sistema Viaggiart, GiPStech – Geomagnetic indoor Positioning System technologies, startup che ha realizzato una soluzione di localizzazione in ambienti chiusi e Spitch, startup che ha implementato un riconoscitore vocale evoluto in grado di scomporre il parlato in elementi vocali che

Un'immagine dall'area espositiva di Smau Calabria 2014

corrispondano ad azioni atomiche all’interno di dispositivi quali smartphone, tablet o pc, e capace di funzionare anche in modalità offline. Gipstech, Spitch e Altrama Italia avranno l’occasione di presentare il proprio progetto di impresa a livello internazionale nell’edizione di Smau Berlino che si svolgerà in primavera. I vincitori, invece, della prima edizione del Premio Innovazione ICT Calabria sono: Fontana della Salute che ha realizzato un sistema di sensori gestiti da un’app per monitorare in ogni istante il comportamento delle singole sorgenti d’acqua presenti nel parco minerario dove sgorga l’acqua Sorbello; La mia energia, azienda che ha utilizzato la tecnologia led ad altissima efficienza per permettere alle torri faro della Rete Ferroviaria Italiana autonomia di illuminazione anche in caso di blackout; Parco Ludico Tecnologico ambientale di Ecolandia, che ha avviato un sistema innovativo di accesso, promozione e comunicazione per tutti i visitatori del parco reggino; Innovazione Tecnologica che ha realizzato il progetto Dom-ino un sistema di automazione e controllo degli oggetti domestici attraverso una rete di sensori e attuatori controllati da centraline low-cost basate su tecnologia open.


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STORIE D'INNOVAZIONE

Il coraggio dell’imprenditore: per Rocco Furfaro è la sintesi di emozione e calcolo di Valentina De Grazia Secondo John Byrne, autore per la rivista Fortune della classifica dei 12 migliori imprenditori dei nostri tempi, la caratteristica di personalità dell'imprenditore di successo è quella di essere “sognatore e concreto”. E se già nei primi del ‘900 Joseph Alois Schumpeter assegnava all’imprenditore il ruolo dell’innovatore nel momento in cui entra nel mercato, oggi questo ruolo è ancora più necessario. Nell'attuale scenario economico l’imprenditore per competere è sempre più chiamato a svolgere un ruolo di innovatore continuo. Così l'imprenditore deve avere la forza di esprimere una capacità di modificare le proprie intuizioni imprenditoriali rigenerando continuamente le attività produttive. Rocco Furfaro, ingegnere strutturista, riassume molto bene tutte queste caratteristiche. Fondatore di F.m.b. Tubes e manager di Cieffe, sa cosa significa assumersi ogni giorno il rischio d’impresa. Lo incontriamo a Polistena negli uffici di F.m.b. Tubes, dove coesistono il suo studio di progettazione e lo stabilimento di produzione. L’azienda, nata nel 1998, si occupa di carpenteria leggera, ovvero della progettazione, produzione e montaggio di strutture in acciaio. Quando ha iniziato la sua attività da imprenditore? Ci racconta com’è andata? Ho iniziato a lavorare nella carpenteria appena laureato, nel 1980. Facevo il progettista calcolatore come libero professionista, ma dopo uno dei miei primi lavori, il committente tardava a darmi quanto mi spettava. Aveva un’altra idea: mi propose di entrare in società. Anche se avevo un gran bisogno di quel mio primo compenso, mi lanciai in questa avventura che fin dall’inizio si rivelò un grande sacrificio economico e di lavoro. Nel 1998 ho poi fondato una nuova azienda, F.m.b. Tubes, con la quale ho voluto differenziare la produzione e la proposta: rispetto a Cieffe, ci occupiamo di carpenteria leggera. Nella fase iniziale il lavoro era tanto che non riuscivamo a soddisfare neanche la clientela locale. Con il passare del tempo siamo cresciuti molto. Abbiamo sempre reinvestito gli utili e diversificato la produzione: siamo passati dai capannoni industriali alle pensiline, dalle scale di sicurezza ai box prefabbricati, fino alle strutture per il fotovoltaico. Da poco abbiamo stu-

Rocco Furfaro, titolare di F.M.B. Tubes

diato My solar parking, una pensilina da parcheggio con fotovoltaico senza bisogno di fondamenta. I nostri prodotti sono molto apprezzati e il prezzo è concorrenziale. La passione che mettiamo, probabilmente, ci permette di vendere prodotti migliori. Anche se fare impresa è difficilissimo, soprattutto in questo periodo, noi riusciamo ogni anno ad aumentare il fatturato (nel 2013 intorno ai due milioni).


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Qual è il vostro valore aggiunto? Il nostro vantaggio è prevalentemente l’avere a disposizione un ufficio tecnico che si occupa della progettazione. Il nostro cliente non chiede mai un semplice preventivo, ci chiede soluzioni. Noi presentiamo un servizio che va dal progetto alla produzione, fino al montaggio e all’assistenza. Anche da una semplice idea o da uno schizzo, noi elaboriamo il progetto finito, restituiamo al cliente la visione di quella che sarà la struttura. Uno dei lavori più impegnativi e interessanti che state realizzando? Ogni progetto mi emoziona. Ogni lavoro è diverso dall’altro e spesso i problemi si risolvono pensandoci nei momenti più inusuali, ad esempio durante la notte. Attualmente stiamo realizzando un progetto importante ad Altilia, in provincia di Cosenza. Si tratta di un mega centro di distribuzione di una grande catena di supermercati: una commessa da un milione e mezzo di euro. Per noi che siamo una piccola azienda questo è un lavoro che dà tanta soddisfazione. Ma oggi l’impegno più importante lo stiamo rivolgendo verso l’edilizia residenziale innovativa. Partendo dai moduli mono-blocco, che generalmente realizziamo per i cantieri, vogliamo costruire dei moduli abitativi in collaborazione con l’architetto Nino Cogliandro. È un momento delicato e di grande fermento, ci stiamo aprendo a un mercato ancora diverso.

Il progetto del modulo abitativo di F.M.B. Tubes

5 Una scelta importante, come è nata l’idea? Da un insieme di elementi e di stimoli. Da un lato le richieste dei clienti: i box prefabbricati che solitamente vendiamo sono concepiti per le aree di cantiere, ma sempre più spesso ci vengono chiesti anche per un uso abitativo da privati, ad esempio per la campagna. Dall’altro lato c’è una grande convinzione sul cambiamento del mercato dell’edilizia. Il futuro è l’acciaio, l’acciaio e la prefabbricazione. Il cemento non esiste più. Durerà ancora per qualche tempo nel Meridione, ma poi scomparirà del tutto. Perché è un elemento molto pesante, ingombrante, difficile e costoso da smaltire. L’acciaio invece è antisismico, dà meno spreco di spazio ed è più sottile e leggero. Inoltre, il mercato va nella direzione del prefabbricato. Non ha senso costruire come si fa adesso, bisogna progettare prima, studiare le variabili e poi preparare tutto nello stabilimento. In questo modo si riescono a ottenere soluzioni migliori, più efficaci, sfruttando gli spazi al massimo e lavorando con materiali infinitamente smaltibili e rivendibili. I clienti sceglieranno la loro casa direttamente su internet e noi saremo in grado di consegnargliela già arredata. Partiamo da un modulo abitativo che va dai 15 fino ai 90 metri quadrati al piano, rialzabile anche su più piani. I moduli avranno caratteristiche importanti: la nuova casa sarà ecosostenibile ed energeticamente autosufficiente. Sarà altamente isolata rispetto all’esterno e non necessiterà di fondazioni.


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Il temporary shop realizzato per un evento di Reggina Calcio

Un'immagine dell'impianto di produzione dell'azienda

Consegneremo al cliente un’unità abitativa pronta all’uso senza alterare il terreno. Sarà modulabile e personalizzabile. Al momento stiamo realizzando il prototipo.

La sua azienda è riuscita negli anni a crescere sempre. Qual è il motivo del successo? Perché abbiamo sempre guardato al futuro. Siamo cresciuti di anno in anno, ci siamo sempre migliorati. Quando sono partito c’erano tante aziende molto più grandi di noi. Oggi le abbiamo superate, perché sono rimaste ferme. Noi abbiamo sempre investito gli utili, innovando gli strumenti, i processi di produzione e facendo formazione del personale: oggi abbiamo gli ingegneri strutturali tra i più preparati della Calabria.

Perché vi siete rivolti a CalabriaInnova? Dal punto di vista progettuale siamo specializzati, ma per realizzare un progetto così ambizioso ci mancavano delle competenze, soprattutto per ciò che riguarda l’autosufficienza energetica e i materiali innovativi sostenibili. CalabriaInnova ci è molto utile anche per avere una panoramica generale sul mercato e sulle nuove tecnologie relative all’edilizia sostenibile. Noi imprenditori possiamo avere le idee, speriamo buone, ma poi ci servono le competenze per realizzarle, altrimenti si resta indietro. Fermi non si può stare, si muore. Ci vuole innovazione in tutti i settori, soprattutto al Meridione e in Calabria, già troppo indietro rispetto al resto d’Italia.

Che tipo di coraggio occorre per fare l’imprenditore? Le paure sono tante. Prima tra tutte la paura di fallire, di non farcela. Poi c’è il timore dell’ambiente circostante. La paura è insita in ognuno di noi, ma si vince affrontando i problemi. Fare l’imprenditore è prevalentemente una sfida contro sé stessi, contro le proprie paure. Per superarle, per vincerle, bisogna credere fortemente nel lavoro che si fa e avere tanta passione. Quando ho iniziato, lasciavo uno stipendio certo per un’avventura. Neanche oggi posso dire di non aver paura, sarei un incosciente. Ma sono disponibile e disposto ad affrontare i problemi.


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NUOVI MATERIALI

Materiali a cambiamento di fase: la nuova frontiera dell'edificare efficiente Rubrica a cura del servizio CI Materiali – materiali@calabriainnova.it Dalla tecnologia aerospaziale all'edilizia, i nuovi materiali high-tech PCM, Phase Changing Materials, promettono performance superiori, grazie alla capacità di accumulare il calore latente. Tra i PCM spiccano gli intonaci termoregolanti, rivestimenti per pareti in grado di regolare la temperatura dell’ambiente. Questi prodotti, grazie a un’elevata concentrazione di microcapsule contenenti un materiale a cambiamento di fase, assorbono il calore in eccesso e lo rilasciano quando la temperatura si abbassa. Ciò è reso possibile dalle caratteristiche dei PCM che, passando dallo stato solido a quello liquido e viceversa, assorbono e rilasciano una grande quantità di calore, abbattendo i picchi termici e garantendo così una sensazione di benessere costante. L'utilizzo di questo materiale, anche in spessori minimi, comporta non solo un livello di comfort percepito molto elevato, ma anche un significativo risparmio energetico: infatti, grazie all’assorbimento e al rilascio graduale di calore, l’ambiente rimane più caldo o più fresco a lungo, riducendo il tempo di attività della caldaia o del condizionatore. La tipologia di materiali a cambiamento di fase impiegata in questi rivestimenti è settata per essere attiva tra i 20 °C e i 23 °C, valutato come l’intervallo di temperatura ottimale per il comfort abitativo. Si tratta, inoltre, di un rivestimento facile da applicare, lavabile ed eventualmente sovratinteggiabile. Per maggiori informazioni scopri il servizio CI Materiali di CalabriaInnova in collaborazione con MaTech® - PST Galileo Padova: www.calabriainnova.it

Intonaco termoregolante a cambiamento di fase

SCENARI TECNOLOGICI

L’acciaio materiale del futuro con oltre 1.800 depositi brevettuali Rubrica a cura del team Informazione Brevettuale e Documentale brevetti@calabriainnova.it Nel campo dell’edilizia l’acciaio è uno dei materiali più utilizzati: la produzione globale si aggira attorno agli 800 milioni di tonnellate annue, di cui circa 160 prodotte in Europa. Dotato di sorprendente versatilità, l’acciaio può essere facilmente forgiato, deformato, lavorato e assemblato, anche con materiali diversi. Le innovazioni legate all’uso dell’acciaio in edilizia hanno condotto negli ultimi dieci anni a oltre 1.800 depositi brevettuali: il paese con il numero più elevato d’invenzioni legate all’edilizia sostenibile è il Giappone, seguito dagli Stati Uniti. Queste nazioni sono, infatti, particolarmente attente alla ricerca di materiali e sistemi per la costruzione di edifici sicuri, capaci di fronteggiare gli eventi sismici. In Giappone (ma anche in California, Messico, Turchia, Nuova Zelanda) sono state sviluppate tecnologie d’avanguardia: come i cuscinetti antisismici da disporre alla base degli edifici che impiegano acciai molto più elastici del normale; la fibra di carbonio che avvolge i pilastri e li rende più resistenti alle fratture; apparecchi detti "dissipatori", simili a degli ammortizzatori, disposti tra un piano e l'altro degli edifici più a rischio. L’analisi brevettuale condotta sui primi 10 titolari di brevetti rivela che il detentore del maggior numero d’invenzioni è la Nippon Steel Corporation, che si occupa in particolare di singoli elementi per costruzione di edifici, come pavimenti e pannelli, costituiti da acciaio e altri materiali; segue la Taisei Corporation, che utilizza acciaio - anche riciclato - per la costruzione di edifici, con funzioni di isolamento termico ed acustico. L’analisi brevettuale effettuata sull’ultimo decennio rileva un crescente rilascio di brevetti dal 2000 al 2009, con un picco nel 2010, e l’inizio di una decrescita a partire proprio dal 2014. In Italia è stata istituita nel 2005 la Fondazione Promozione Acciaio che raggruppa i maggiori produttori italiani ed europei e le principali realtà della filiera dell’acciaio e delle costruzioni. La Fondazione si occupa di promuovere i vantaggi che le soluzioni in acciaio offrono in architettura, sia nella realizzazione di nuove costruzioni ed infrastrutture, sia negli interventi di consolidamento, restauro e recupero.


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TalentLab-startup: 12 nuove

MONDO STARTUP

De Bartolo

Age S.r.l.s.: l’olio d’oliva fatto in casa, la tua AGE è una startup agritech focalizzata nello sviluppo di una soluzione innovativa per la produzione di olio di oliva in ambiente domestico. O-LIFE permette di ottenere in qualsiasi momento dell’anno un prodotto fresco e personalizzato sui gusti del cliente. Perché è unico? L’uso di O-LIFe assicura la realizzazione di un prodotto fatto in casa, di alta qualità e non adulterato. Inoltre garantisce estrema freschezza, perché la qualità dell’olio dipende dal tempo tra la produzione ed il consumo. È possibile personalizzare il proprio olio con note aromatiche e intensità differenti.

Camiceria Catalano S.r.l.s.: il social commerce per la vendita di camicie su misura Camiceria Catalano offre a prezzi vantaggiosi camicie di alta qualità sartoriale. Attraverso una piattaforma di social commerce, che sfrutta il circuito ADS di Facebook, permette di acquistare camicie personalizzate e su misura. Inoltre propone un innovativo configuratore online per perfezionare il processo di acquisto. Promette di portare i clienti finali ad avere più fiducia nel commercio on-line e di ridurre la distanza tra produttore e consumatore.

De Bartolo S.r.l.s.: la caldaia pluricombustibile super efficiente La startup propone una caldaia innovativa a basso consumo di combustibile, altissimo rendimento a basse emissioni di CO2. Una soluzione che permette di abbattere i costi annui per riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria. Attraverso una complessa camera di combustione la caldaia sfrutta tutto il calore emesso. L’idea nasce dall’unione delle competenze di tecnici artigiani e dai risultati della ricerca scientifica. Un connubio che permette il raggiungimento di rendimenti pari al 94%, che comportano un risparmio in termini di consumo annuo del combustibile del 30-40%.

Team proponente:

Team proponente:

Team proponente:

Antonio Pagliaro

Francesco Torchia

Ernesto De Bartolo

Riferimenti:

Riferimenti:

Riferimenti:

a.pagliaro@hotmail.com

francesco.torchia_87@libero.it

ernestodbe@gmail.com

Easy Move S.r.l.s: la piattaforma web-based e mobile per il ticketing multimodale

Grab Light S.r.l.: per monitorare e ottimizzare i carichi dei consumi degli impianti elettrici

EASY-MOVE è la piattaforma di ricerca per pianificare i viaggi in autobus, che combina le tratte di diversi operatori in un unico viaggio. Grazie alla sua tecnologia, EASY-MOVE consente di trovare i percorsi più convenienti e rapidi, offrendo differenti soluzioni e consentendo il transfer anche dalle zone meno servite. Tramite EASY-MOVE gli operatori del settore potranno condividere i principali dati (fermate, tratte, orari, tariffe, offerte, etc.) collegati ai processi di movimentazione passeggeri, con l’obiettivo di espandere il proprio mercato e di allargare il loro bacino di utenza.

Un prodotto altamente tecnologico per la gestione e il controllo dei consumi di energia elettrica e telecontrollo dei sistemi di sicurezza, finalizzato al rendimento ottimale degli impianti e alla riduzione dei costi in edifici ed aree ad uso residenziale, commerciale o industriale. L’azienda offre un gestionale intelligente che consente all’utente di controllare l’intero ambiente o i singoli impianti, come ad esempio: accensione e spegnimento, rilevazione temperatura e umidità, regolazione della luminosità, controllo delle fughe di gas, sensori di movimento e presenza.

Team proponente:

Team proponente:

Hub-ita S.r.l.s.: il marketplace webbased del design Hub-ita è una startup innovativa che favorisce l'incontro tra le esigenze delle imprese, in materia di design di prodotto e servizio, e le competenze specifiche in grado di soddisfarle. L’azienda propone un luogo virtuale di collaborazione capace di ripensare le modalità di generazione e commercializzazione del design Made in Italy, attraverso l’incontro tra l’offerta di imprese artigiane e designer e la domanda dei clienti. Hub-ita è un sistema operativo che coordina e mette in comunicazione processi produttivi esistenti per dare forma a prodotti personalizzati.

Team proponente:

Salvatore Della Gala, Andrea Infusino

Antonio Gaetano, Pasquale Lombardo

Pierfranco Cavallo, Giovanni Bartolotta

Riferimenti:

Riferimenti:

Riferimenti:

www.easy-move.it; info@easy-move.it

ant.gaetano@gmail.com

www.hubitagroup.com; info@hubitagroup.com


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imprese calabresi tra industrial ed e-commerce

Macingo Technologies S.r.l.: il booking. com del trasporto merci MACINGO.COM è il primo marketplace italiano del trasporto merci che permette in tempo reale, e in maniera facile e veloce, l’incontro tra domanda e offerta di trasporto. Attraverso il sito web, chiunque può acquistare con pochi click un trasporto merci scegliendo tra numerose offerte, mentre i trasportatori possono intercettare una richiesta anche durante il percorso. Basterà fare una deviazione e riempire lo spazio a disposizione sul mezzo. I vantaggi sono notevoli: l’utente risparmia fino all’80%, il trasportatore ottimizza i consumi perché non viaggia mai a carico vuoto, l’ambiente ringrazia.

Team proponente: Daniele e Samuele Furfaro

Motherland Calabria International Food S.r.l.: vendita di prodotti di qualità certificata

Ness S.r.l.: la soluzione per l’accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili

La startup propone una piattaforma online di alimenti calabresi di alta qualità specifica per gli operatori del Food, canale Ho.Re.Ca, ma anche Shop Store, che impiegano o distribuiscono specialità regionali. Innovatività: ordini multi prodotto, e-commerce per aziende del settore, presenza di cibi vegani e bio, story telling dei prodotti, funzione FollowYourLot con cui visionare info sui lotti acquistati e ChooseYourShop utile all’end consumer per cercare lo shop o il ristorante più vicino.

La startup promette di risolvere efficacemente l’accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili. NESS offre una soluzione altamente innovativa basata su soluzioni di storage energetico e sullo sviluppo di servizi avanzati di controllo dell’energia. È un prodotto costituito da elementi passivi ed elementi attivi: un sistema efficace e fatto su misura, adattabile a qualsiasi tipo di impianto esistente. NESS, inoltre, risolve i problemi presenti sulla rete, rendendo possibile la stabilizzazione della tensione di uscita ed è in grado di effettuare compensazioni frequenziali.

Team proponente: Vittoria Grotteria, Giuseppe Benenati, Alessandro de Munda

Team proponente: Angelo Vaccaro, Antonio Lucchino

Riferimenti:

Riferimenti:

Riferimenti:

www.macingo.com - info@macingo.com

vikgrotteria@gmail.com

angelovaccaro@comiteltlc.it

Oddio S.r.l.s.: Officine Digitali Design Italiano Originale

Ph.A.R.I. S.r.l.s.: concentra la tua energia

Siinnova S.r.l.s: mai più sprechi per l’illuminazione delle aree urbane

Una micro fabbrica ad impatto zero, finalizzata alla produzione di object design e fashion accessories del brand omonimo. Un’officina creativa, un laboratorio digitale nel quale il team fa confluire sinergie e interessi professionali, per creare una propria linea di prodotti e di servizi innovativi, gioiosi ed eco-friendly, attraverso la fabbricazione digitale e l’apporto multitasking dei professionisti coinvolti.

L’azienda propone un’unità di cogenerazione solare di potenza complessiva di 15 kW. Phari, promette la transizione del sistema energetico dalle fonti fossili a quelle rinnovabili, attraverso la generazione di energia distribuita. Il target cui si rivolge è quello dei privati (residenziale, aziende), Enti pubblici (scuole, ospedali, caserme), associazioni sportive (palestre, piscine, centri polisportivi), villaggi rurali isolati. L’idea nasce dalla convinzione che la cogenerazione solare con tecnologia fotovoltaica ad alta concentrazione sia la risposta adeguata ai fabbisogni energetici del futuro.

La startup propone Smart Light Auditor, una soluzione semplice al problema degli sprechi energetici relativi all'illuminazione delle aree aperte. Il sistema è costituito da una componente hardware e da un software e permette, grazie ad un algoritmo innovativo, di effettuare un’analisi dei parametri di rete reali dell’impianto in test. In base alle caratteristiche dell’impianto in esame e delle aree da esso illuminate, offre una strategia di ottimizzazione dei consumi, proponendo delle soluzioni efficaci con relativo report dei vantaggi economici.

Team proponente:

Team proponente:

Team proponente:

Manuela Romanò

Bruno Brunori

Davide Santagada

Riferimenti:

Riferimenti:

Riferimenti:

www.oddiofficine.com

grenbk@gmail.com

davidesantagada@hotmail.com


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VETRINA DELLA RICERCA

Dagli atenei calabresi nuove soluzioni per aumentare la competitività delle aziende Rubrica a cura del team Valorizzazione della Ricerca – ricerca@calabriainnova.it

Risparmio energetico, intelligenza artificiale applicata ai social network, nuove frontiere della medicina sperimentale e clinica: ecco alcuni dei risultati della ricerca scientifica sviluppata negli atenei calabresi, che si trasformano in innovazioni capaci di aumentare la competitività delle aziende e incidere sulla vita delle persone.

UNIVERSITÀ MEDITERRANEA Edifici a energia quasi zero Il concetto di edificio a energia netta zero (Net zero energy building, NZEB) si sta progressivamente affermando nel panorama scientifico internazionale anche in riferimento ai contenuti della recente Direttiva 2010/31/EU, secondo cui dal 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione in Europa dovranno essere a “energia netta quasi zero”. È largamente condiviso che un NZEB debba avere un involucro caratterizzato da elevate prestazioni termofisiche ed essere in grado di produrre energia da fonti rinnovabili in modo da coprire i proprio consumi. È inoltre implicito il riferimento del termine “Net” a edifici connessi alla rete, in grado quindi di realizzare un bilancio netto nullo sulla base di un periodo di riferimento. Le ricerche, condotte dalla professoressa Marina Mistretta del Dipartimento Patrimonio, Architettura e Urbanistica (PAU) dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, sono focalizzate sullo sviluppo di un metodo innovativo per la valutazione dei bilanci energetici dei NZEB, basato su un approccio LCA-Life Cycle Assessment, che considera l’intero ciclo di vita dell’edificio, tramite una stima dell’energia incorporata (EE embodied energy) nei materiali da costruzione e negli impianti. Secondo quest’approccio la stima dell’energia richiesta dall’edificio dipende sia dai consumi energetici della fase d’uso, sia dall’energia necessaria per la produzione, il trasporto e la trasformazione delle risorse utilizzate per la fabbricazione dei materiali e per la costruzione degli elementi edilizi. Le ricerche condotte evidenziano che, per involucri edilizi dalle elevate prestazioni termofisiche, l’energia incorporata sia il contributo preponderante nel bilancio di energia di ciclo di vita; per

Edificio NZEB, caso studio della ricerca dell'Università Mediterranea

edifici “standard” è invece il contributo della fase d’uso a coprire una significativa parte del fabbisogno energetico di ciclo di vita. Appare quindi evidente come per edifici complessi in cui la fase di costruzione rappresenta lo “step” più impattante dal punto di vista energetico dell’intero ciclo di vita, sia opportuno valutare le prestazioni che compendino tutte le fasi del ciclo di vita dell’edificio stesso.


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UNIVERSITÀ MAGNA GRÆCIA La medicina sperimentale e clinica sotto la spinta dell’innovazione tecnologica Diagnostica avanzata, medicina rigenerativa, riabilitazione neurologica e ortopedica, cardiologia interventistica: sono le frontiere che l’Università Magna Graecia di Catanzaro, grazie a BioTecnoMed-Polo di Innovazione Tecnologie della Salute, approfondirà ulteriormente nei prossimi anni in termini di ricerca applicata e innovazione. Nel marzo 2011 il Polo ha delineato, infatti, uno studio di fattibilità per la creazione di un Distretto ad Alta Tecnologia, fondato su 4 progetti esecutivi che ricadono nelle tematiche di ricerca di eccellenza citate. Tra questi progetti, ce n’è uno dedicato alla medicina rigenerativa, denominato ICaRe-Infrastruttura Calabrese per la medicina Rigenerativa. Gli studi, condotti dai team dei professori Giovanni Morrone e Giovanni Cuda, riguarderanno la generazione di biobanche per la criopreservazione di cellule staminali umane e di tessuto osseo per uso clinico e design e lo sviluppo di bioscaffold innovativi. I gruppi coinvolti nel progetto hanno all’attivo linee di ricerca di spicco nell’ambito della medicina sperimentale e clinica. Una riguarda le cellule staminali, cellule indifferenziate capaci di autopropagarsi, che presentano un enorme potenziale per il trattamento di una varietà di disordini dovuti a malattie degenerative, ereditarie e neoplasie. Le cellule staminali vengono già trapiantate per il trattamento di patologie del sistema emo-linfopoietico, mentre sono ancora una delle grandi promesse nel campo delle malattie cardiovascolari e del sistema nervoso centrale. A questi studi si affiancano le ricerche condotte per l’identificazione di bersagli molecolari nelle patologie neoplastiche ereditarie e lo sviluppo di piattaforme nanostrutturate per la diagnosi precoce, la valutazione prognostica e la predittività di risposta farmacologia nel carcinoma mammario, con particolare riferimento alle forme eredo-familiari. Questo progetto rappresenta un esempio di come la ricerca calabrese si stia preparando per affrontare le grandi sfide che vedono le competenze universitarie al servizio del trasferimento tecnologico e delle aziende del territorio. UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA L’intelligenza artificiale: una sfida ancora aperta per gli informatici teorici Dal 1956, anno in cui lo studente di Princeton John McCarthy coniò la locuzione Intelligenza Artificiale, un numero sempre maggiore di ricercatori si è dedicato a sviluppare programmi informatici che, oltre al semplice calcolo numerico, fossero in grado di comprendere e apprendere il linguaggio naturale, riconoscere le

forme, pianificare e prendere decisioni. In breve, algoritmi che avvicinassero le macchine alle funzioni della mente umana. Le branche dell’IA sin qui esplorate sono numerose: dalla rappresentazione della conoscenza, all’apprendimento automatico; dal clustering (che consente di selezionare e raggruppare elementi omogenei in un insieme di dati), alle regole di associazione, fino alle reti neurali, agli algoritmi genetici o evolutivi, alla visione artificiale etc. Quest’ambito di ricerca è oggetto da molti anni di brillanti studi condotti presso l’Università della Calabria. Nel luglio scorso, infatti, Gianluigi Greco, professore associato presso il Dipartimento di Matematica e Informatica, è stato insignito di un prestigioso riconoscimento, il Kurt Godel Research Prize. Il premio, oltre a dare lustro al giovane professore iscrivendolo negli annali dei più noti studiosi di logica matematica, finanzierà una borsa di studio biennale. Greco, insieme al proprio gruppo, conduce studi sull’intelligenza artificiale accoppiandoli alle tecnologie che riguardano le basi di dati e la gestione della conoscenza. Alla base degli studi condotti dal team vi sono le tecniche di modellazione logica e di ragionamento sui sistemi complessi. I risultati ottenuti nello sviluppo di modelli e algoritmi che consentano di applicare l’intelligenza artificiale al dominio dei social network, rappresentano la base da cui evolverà il progetto di ricerca finanziato dalla fondazione austriaca Godel. L’obiettivo sarà lo sviluppo di applicazioni e algoritmi che renderanno le macchine capaci di analizzare e condizionare gli andamenti dei social network, orientandoli verso occasioni di collaborazione mirate.

Biobanca per la criopreservazione di cellule staminali


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NEWS DA APRE

Rubrica a cura dello Sportello APRE Calabria – aprecalabria@calabriainnova.it

Le imprese: una spinta propulsiva dell’economia europea Sono molteplici le opportunità per l’innovazione delle piccole e medie imprese offerte dall’Europa e dal Ministero dello Sviluppo Economico: si va dai fondi di investimento, ai voucher per la digitalizzazione dei processi aziendali, fino ai concorsi per stimolare l’innovazione delle imprese e migliorare la vita dei cittadini europei. Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici Il Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (FEIS). Il fondo è un piano di investimenti da 315 miliardi di euro lanciato dalla Commissione Europea con l’obiettivo di favorire lo sviluppo in termini di crescita dell’occupazione. Il piano, istituito in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti (BEI), dovrebbe essere operativo entro la metà del 2015. Per maggiori informazioni: www.horizon2020news.it

Fondo per la Crescita Sostenibile Per le aziende che operano nel campo delle biotecnologie sarà stanziato un budget di 4 milioni di euro sul fondo FCS (Fondo per la Crescita Sostenibile), per supportare progetti transazionali nel campo delle biotecnologie. Il bando ha l’obiettivo di supportare progetti di sviluppo sperimentale e ricerca industriale realizzati da imprese italiane, in collaborazione con altre imprese europee. Nell’ambito dell’iniziativa EuroTransBio, richiede la collaborazione almeno tra 2 imprese di nazionalità diversa, tra cui Austria, Finlandia, Germania, e nelle Regioni delle Fiandre e della Vallonia (Belgio), dell’Alsazia (Francia), dei Paesi Baschi (Spagna) e nella Federazione russa. Info su: www.sviluppoeconomico.gov.it

Voucher dal MISE Il MISE stanzia voucher da 10mila euro a beneficio delle micro, piccole e medie imprese per l’adozione di interventi di digitalizzazione dei processi aziendali e di ammodernamento tecnologico. I contributi sono a fondo perduto e dovranno essere impiegati per l’acquisto di software, hardware o servizi che consentano il miglioramento dell’efficienza aziendale (la modernizzazione dell’organizzazione del lavoro, tale da favorire l’utilizzo di strumenti tecnologici e forme di flessibilità, tra cui il telelavoro), lo sviluppo di sistemi di e-commerce, la connettività a banda larga e ultralarga. I termini dell’apertura dello sportello per le domande saranno fissati prossimamente. Info su: www.sviluppoeconomico.gov.it


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Horizon prizes! Una ricompensa economica a chi vince la sfida, questo è Horizon prizes! L’obiettivo degli Horizon prizes è quello di stimolare l’innovazione e trovare soluzioni a problemi che sono importanti per i cittadini europei. I Premi di Horizon funzionano per diversi step: prima viene definita una sfida tecnologica o sociale, per la quale nessuna soluzione è ancora stata trovata; viene poi stanziato un premio per la soluzione innovativa fornita; i criteri di aggiudicazione danno informazioni su ciò che la soluzione deve essere in grado di dimostrare; i mezzi per raggiungere la soluzione non sono prescritti, lasciando i candidati totalmente liberi di trovare la soluzione più promettente ed efficace. Le tematiche in cui candidarsi saranno: Better use of antibiotics, premio da 1 milione di euro (il concorso sarà lanciato a febbraio 2015); Breaking the optical transmission barriers, da 500.000 euro (lancio a partire dalla seconda metà del 2015); Clean Air, da 3 milioni di euro (il lancio è previsto nel primo trimestre del 2015); Collaborative spectrum sharing, premio di € 500.000 (dicembre 2014); Food Scanner da 1 milione (il concorso sarà lanciato all’inizio del 2015). Maggiori informazioni su: www.horizon2020news.it

Le sezioni dell'Horizon Prizes!


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STORIE D'INNOVAZIONE

Diario di viaggio: le startup vincitrici della Start Cup Calabria 2014 al Premio Nazionale di Giada Cadei Tutto in 48 ore: partire, attraversare l'Italia, salire su un palco, emozionarsi e vincere. Non è la trama di un film, ma il racconto della finalissima del Premio Nazionale per l'Innovazione che si è svolta il 4 e 5 dicembre scorso a Sassari, evento vissuto in diretta dai giovani innovatori che quest'anno hanno rappresentato la Calabria. Il PNI è la competizione tra progetti d'impresa ad alto contenuto tecnologico coordinata da PNICube, associazione degli atenei italiani e degli incubatori accademici, cui concorrono ogni anno i progetti vincitori delle 15 Business Plan Competition regionali, con il coinvolgimento di circa 50 università italiane, del CNR e dell'ENEA. I 3 progetti calabresi avevano già saputo entusiasmare la giuria della Start Cup Calabria 2014, porta d'accesso regionale alla finale nazionale: parliamo di Gel-Oil, un gruppo di 10 determinatissime ricercatrici che hanno creato un condimento in gel a base di olio extravergine di oliva, arricchito e funzionalizzato con gli aromi tipici del Mediterraneo; di Lady Care Hair, che offre alle aziende cosmetiche la possibilità di veicolare molecole attive a livello follicolare in modo sicuro e diretto, per contrastare efficacemente le calvizie e di DriveBetter, un sistema automatico per la misurazione di parametri legati alla guida

I team dei vincitori della Start Cup Calabria 2014 a Sassari per il Premio Nazionale dell'Innovazione

delle auto, che attraverso l’uso di un tracker, permette di monitorare la guida e lo stato del guidatore, aumentando i livelli di sicurezza. A Sassari si sono confrontati nella cornice dell'Expo dell'Innovazione con altri 55 progetti provenienti da ogni angolo del paese: il meglio del potenziale creativo e imprenditoriale italiano. Con il loro pitch pubblico (breve presentazione) e uno stand dedicato hanno potuto spiegare il valore aggiunto delle loro idee a un fiume di visitatori, addetti ai lavori e potenziali finanziatori, pronti ad ascoltare, incuriositi e affascinati. Gli abbiamo chiesto: cosa vi rimarrà impresso di questa esperienza? “L'esperienza del PNI è stata importante perché ci ha fatto confrontare con altre startup. Anche se il nostro gruppo è unito, compatto e determinato, abbiamo capito che siamo ancora molto giovani. Conoscere gruppi ben avviati ci ha fatto comprendere che dobbiamo lavorare per avere ancora più identità, per essere ancora più integrate in questo contesto competitivo", spiega Valentina Mancina, in rappresentanza di Gel-Oil. Le fa eco Francesco Prochilo del team di DriveBetter: "L'aspetto più interessante della manifestazione è stato il confronto continuo con


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Gel-Oil vince il Premio Speciale Fondazione Bacchiddu, del valore di 2.500 euro, come una delle idee più votate sulla pagina Facebook del PNI

Un particolare dell'area espositiva del PNI 2014

persone interessate, dai professionisti del settore agli studenti affascinati dalla tecnologia. Le numerose domande che ci hanno posto ci hanno aiutato a capire meglio chi siamo. Come in un brainstorming costante, è stato utile per comprendere meglio i punti di debolezza e di forza della nostra proposta; la varietà delle opinioni emerse sarà sicuramente indicativa per una futura evoluzione di DriveBetter". Quali sono state le reazioni al vostro progetto? Quali i contatti più interessanti che avete avviato? "La proposta più curiosa che abbiamo ricevuto è stata quella di inserire il gel-oil in un kit easy italian food, per preparare in tutto il mondo le specialità tipiche italiane, avendo a disposizione solo ingredienti rigorosamente Made in Italy – continua Valentina – Abbiamo vinto il Premio Speciale Fondazione Onlus Gabriele Bacchiddu, del valore di 2.500 euro, come una delle idee più votate sulla pagina Facebook del PNI. Dietro questo premio c'è stata l'indescrivibile emozione di stringere la mano alla madre di Gabriele, giovane agronomo strappato alla vita, emozionata almeno quanto noi, di rivedere nel nostro volto e nelle nostre attese quelle di suo figlio. E così, in un attimo, il business si è trasformato in vita, in emozioni, in valori importanti, quelli che se mantenuti vivi guidano sulla giusta strada i grandi progetti". Come CalabriaInnova ha contribuito alla vostra crescita, dal percorso della Start Cup Calabria 2014, passando per SMAU Calabria fino alla finale nazionale del PNI? "Durante il percorso di formazione imprenditoriale della SCC2014 – spiega Felisa Cilurzo del team Lady Care Hair – abbiamo appreso quanto sia assolutamente importante portare la propria innovazione alla portata di tutti e quanto difficile sia farlo. Per dirla in un tweet, ci hanno smontato e rimontato idee e convinzioni. Senza scienza e innovazione non si va da nessuna parte, ma d'altro canto, senza impresa, finanza e marketing non si raggiungono i grandi numeri necessari a portare l'innovazione fuori dalle mura del laboratorio". "Spero che il lavoro di CalabriaInnova continui, perché la Calabria ha davvero bisogno di promuovere al meglio i propri talenti – afferma Francesco – L'evento di Sassari ci ha messo in contatto con gente di tutta Italia, tra questi anche numerosi giornalisti di settore. Quanto di

buono c'è in Calabria spesso non traspare oltre i confini della regione, eppure altre regioni del Meridione hanno ben altro impatto”. Come può ripartire la Calabria dei giovani e delle buone idee? "Può ripartire se si comincia a pensare che nulla è dovuto – afferma Felisa – La nostra terra ci ha dato tanto, ma ogni tanto toglie pure. Ci siamo mai chiesti, invece, cosa possiamo dare noi alla nostra terra? Ripartiamo da qui. Mai arrendersi e, soprattutto, rischiare! Chi crede nelle proprie idee deve difenderle, a costo di dover ripartire sempre da zero". "I giovani calabresi possono ripartire cercando di combattere gli elementi che ostacolano la crescita collettiva, collaborando tra loro, creando una rete di conoscenze produttive – ribatte Francesco - Solo attraverso la condivisione delle idee, lo scambio di opinioni e l'interazione è possibile sperare in un processo di crescita a tutti i livelli all'interno della regione”. "La Calabria ha risorse enormi, un aiuto da parte di esperti può essere l'inizio di realtà lavorative concrete, giovani e forti, capaci di lanciare nuove sfide e vincerle e di avviare lo sviluppo della nostra terra - conclude Valentina del gruppo di Gel-Oil - Solo se ci sarà la contemporanea presenza di giovani in grado di mettersi in gioco e di chi crederà e investirà nella loro crescita, la Calabria potrà realmente ripartire".

Un momento dell'evento di premiazione del PNI 2014


CHANCE

IN AGENDA

di Alessia Salamone EQUITY INVESTMENT: LA NUOVA OPPORTUNITÀ PER LE STARTUP INNOVATIVE Equity Investment è il nuovo strumento finanziario con il quale Fincalabra intende partecipare al capitale delle startup con l’obiettivo di sostenere le loro strategie di sviluppo e di investimento. L’ammontare delle risorse destinate al finanziamento dei Programmi di Investimento mediante partecipazione al capitale delle imprese innovative è di 3.000.000 milioni di euro. Possono partecipare tutte le PMI con un’unità produttiva nella Regione Calabria. Le imprese, inoltre, devono essere costituite nella forma giuridica di società di capitali e devono avere (o si impegnano a farlo) un organo di controllo interno. Le imprese devono, inoltre, essere incluse in una delle seguenti categorie: Startup innovative; Piccole e Medie Imprese (PMI) innovative; Nuove imprese innovative (NewCo). La domanda di partecipazione va compilata e presentata tramite la piattaforma online. Fino a esaurimento delle risorse. Per partecipare: www.fincalabra.it/fondounico/Equity.html FRONTIERCities, IL BANDO PER GLI SVILUPPATORI WEB FrontierCities, uno tra i sedici acceleratori nati grazie al FI-PPP (Future InternetPublic Private Partnership), Ë un'iniziativa finanziata del Settimo Programma Quadro dell'Unione Europea. Il 20 novembre scorso FrontierCities ha lanciato ufficialmente il bando di finanziamento a fondo perduto per sviluppatori-web, startup e PMI che intendano sviluppare soluzioni innovative nell'ambito dell'ICT. Per informazioni: www.fi-frontiercities.eu CORPORATE, I NUOVI FINANZIAMENTI PER LE IMPRESE Le imprese italiane possono candidarsi a Corporate, l’agevolazione finanziaria riservata alle imprese già esistenti da almeno 3 anni. Si tratta di un finanziamento agevolato per progetti di sviluppo aziendale di almeno 1 milione di euro complessivi. L’agevolazione gratuita consiste nel rilascio della garanzia dell’80% tramite il fondo di garanzia statale MCC e ISMEA e un mutuo del 100% a tassi convenzionati. Per partecipare è necessario che la situazione aziendale di bilancio sia sana e che il business plan dimostri validità economico-finanziaria con prospettive di sviluppo per il territorio. Per altre informazioni e per compilare il form online: http://adobe.ly/1nrFRe5

10-11 febbraio 2015 – Stoccarda ECO-GREEN: STARTUP E IMPRESE SCENDONO IN CAMPO The Green Innovation e Investment Forum è l'evento pan-europeo in programma nel Baden-Württemberg di Stoccarda che ha come scopo di sostenere i ricercatori, le startup e le idee di business intelligenti del settore ‘innovazione tecnologica’ ed ‘eco-green’ di tutto il continente. L’evento di matchmaking è organizzato in collaborazione con la KIC Inno-Eneergy. Circa 20 startup e imprenditori presenteranno le loro idee di business innovative per investitori e partner europei al forum del 10 e 11 febbraio 2015. Il tema dell’evento sarà Smart Green Industry. www.green-inno-forum.eu/about 10 marzo 2015 - Milano STARTUP INSIGHTS #1 Lancia un ciclo di incontri a tema startup e innovazione. Prossimo appuntamento il 10 marzo con il convegno dal titolo "Innovare con le startup per le Corporate". Ogni incontro ha la durata di 2 ore circa e la partecipazione Ë libera. Presso OPEN more than books in Viale Monte Nero a Milano. Per prenotarsi: bit.ly/startupsinaction 14-19 aprile 2015 – Milano TUTTO PRONTO PER LA MILANO DESIGN WEEK 2015 Architetti e designer italiani avranno la possibilità di promuovere le proprie attività e i propri prodotti al FuoriSalone 2015, all’interno del primo villaggio dedicato all’innovazione. Dopo il successo della prima edizione, infatti, il Materials Village di Material ConneXion torna a Superstudio Più, il grande polo espositivo in zona Tortona, da anni la location più visitata al FuoriSalone. La fiera aprirà i battenti il prossimo 14 aprile. www.materialsvillage.com

POI-ENERGIA, L'AVVISO DEL CSE Nell'ambito delle azioni previste dal POI Energia 2007-2013, il Ministero dello Sviluppo Economico ha adottato l'avviso CSE - Comuni per la Sostenibilit‡ e líEfficienza Energetica, finalizzato al finanziamento di iniziative riguardanti la realizzazione di interventi di efficientamento energetico e di produzione di energia da fonti rinnovabili a servizio di edifici di Amministrazioni comunali delle Regioni Convergenza: Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, attraverso líacquisto e líapprovvigionamento di beni e servizi tramite il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MePA). Per ulteriori informazioni: www.sviluppoeconomico.gov.it CON CULTURABILITY 360.000 EURO PER L’INNOVAZIONE SOCIALE E CULTURALE Ammontano a 360.000 euro le risorse destinate al nuovo bando Culturability di Fondazione Unipolis che premierà progetti realizzati da organizzazioni no-profit composte in prevalenza da giovani. Obiettivo del bando è quello di promuove e sostenere organizzazioni no-profit e altri soggetti associativi, composti in prevalenza da under 35, impegnati nella realizzazione di iniziative volte a riqualificare aree e luoghi degradati. Il bando è aperto alle organizzazioni senza scopi di lucro regolarmente iscritte presso i registri e gli albi competenti. Scade il 28 febbraio 2015. Per saperne di più: www.finanziamentinews.it

Restart Calabria, Idee e persone che cambiano il futuro, è lo speciale di CalabriaInnova. CalabriaInnova è un Progetto Integrato di Sviluppo Regionale finalizzato a sostenere i processi di innovazione delle imprese calabresi, favorendo il trasferimento di tecnologie e conoscenze sviluppate dal sistema della Ricerca al mondo imprenditoriale. Restart Calabria è a cura del Team Comunicazione & Networking di CalabriaInnova In Redazione: Francesco Bartoletta, Giada Cadei, Valentina De Grazia, Alessia Salamone Hanno collaborato a questo numero: Monica Filice, Sonia Garieri, Maria Adelaide Scarfone, Teresa Granato, Luciana Milazzo, Teresa Scopelliti Per segnalazioni e info su Restart Calabria: comunicazione@calabriainnova.it

Area Industriale Benedetto XVI (Ex-Sir), Comparto 15, Padiglione F3 - 88046 Lamezia Terme (CZ) CalabriaInnova è una iniziativa di: Regione Calabria, Fincalabra S.p.A, AREA Science Park - Trieste



attualità

Giovani imprenditori cosentini a confronto

con il presidente nazionale Marco Gay di Monica Perri

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'innovazione come parola d'ordine, come atteggiamento, come carta vincente per anticipare il cambiamento. In questo credono i giovani imprenditori di Unindustria Calabria, riunitisi nella sede territoriale di Confindustria Cosenza per un incontro presieduto dal Presidente nazionale del movimento Marco Gay. «L'obiettivo di questo incontro – ha sottolineato la Presidente dei giovani Industriali cosentini Marella Burza, che ha moderato l'incontro – è stato centrato. Ci siamo ritrovati in tanti, giovani e meno giovani, occupati e non, startupper e faci-

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litatori d'impresa per una discussione serena su come sia importante fare rete per trovare nuove occasioni di lavoro». E se da un lato il numero uno degli industriali calabresi Natale Mazzuca ha spronato i giovani a «coniugare la manifattura con le nuove tecnologie affinché ricerca ed innovazione vadano di pari passo con le produzioni di qualità del Made in Italy», dall'altro il Presidente dei giovani Imprenditori calabresi Mario Romano ha fatto il punto sulla necessità di fare rete. «I tempi sono faticosi ma rinchiudersi in se stessi renderebbe tutto ancora più difficile. Come sistema di rappresentanza del mondo imprenditoriale – ha concluso Romano – siamo aperti al dialogo e rite-

niamo che non esista divario imprenditoriale tra Nord e Sud del Paese ma che ci sia un differenziale di competenze ovunque, a qualsiasi latitudine». Di sinergie con tutte le realtà presenti sul territorio ha parlato la cofondatrice del Talent Garden di Cosenza, Lucia Moretti, che si è soffermata sulle difficoltà ad emergere per le nuove e piccolissime aziende. Molto interessanti le testimonianze che hanno arricchito la tavola rotonda, in particolare di Giuseppe Naccarato di Viaggiart, l’azienda cosentina che ha avuto il riconoscimento di migliore startup italiana del settore turistico del 2014, di Massimo Audia di What’s Up Today, l’applicazione “cala-


attualità

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Marco Gay:

Come giovani dobbiamo armarci di entusiasmo e competenze per affrontare con successo le sfide di un mercato sempre più globale ed in veloce cambiamento e per continuare a crescere anche in momenti sfavorevoli» brese” per tablet e telefonini che dà informazioni sulle attività presenti in zona e sulle offerte esclusive riservate ai suoi fruitori, e di Valeria Greco di Gel Oil, il

progetto dell’Unical che si è classificato primo tra le idee più innovative in occasione della finale di Start Cup 2014. Nelle conclusioni, il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Marco Gay si è detto convinto che «non esiste un sistema economico senza una

rete di rapporti per confrontarsi e trovare soluzioni. Come giovani dobbiamo armarci di entusiasmo e competenze per affrontare con successo le sfide di un mercato sempre più globale ed in veloce cambiamento e per continuare a crescere anche in momenti sfavorevoli». •

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attualità

Unità d’intenti e progetti condivisi per la crescita delle PMI reggine La parola a Ninni Tramontana nuovo presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Reggio Calabria di Maria Teresa Rotundo

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' Ninni Tramontana il nuovo presidente del Comitato Piccola Industria di Reggio Calabria. Eletto lo scorso novembre, l’imprenditore reggino di quinta generazione, amministratore unico dell’azienda vinicola “Tramontana”, sarà a capo dell’organo per il biennio 2014/2016 con l’obiettivo di delineare un percorso di crescita virtuosa per le piccole e medie imprese operanti nel territorio reggino, puntando così ad un rilancio dell’economia locale. Un impegno necessario che il neoeletto vuole raggiungere attraverso progetti di crescita e interventi condivisi con tutti gli associati. Il Comitato Piccola Industria di Confindustria Reggio Calabria ha deciso di eleggerla come suo presidente, cosa ha significato ricevere la fiducia dei suoi colleghi?

«Senza dubbio per me è stato un grande onore raccogliere il testimone

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di Filippo Arecchi, al quale va dato atto di aver rappresentato con competenza e autorevolezza il ruolo economico e sociale che le piccole e medie imprese rivestono sul nostro territorio. Ricevere la fiducia dei colleghi rappresenta il miglior viatico per iniziare un incarico di responsabilità, che cercherò di portare avanti promuovendo sempre unità d’intenti e spirito di condivisione progettuale. I problemi e le criticità che attraversano in questa fase il tessuto produttivo delle piccole e medie imprese richiedono un confronto costante fra tutti gli attori coinvolti e una rinnovata capacità di intervento, in grado di sostenere azioni e politiche per il rilancio dell’economia che guardino ad uno sviluppo sano e ordinato di tutte le nostre realtà imprenditoriali».

«Quello che è appena iniziato è un biennio di lavoro molto impegnativo. Abbiamo davanti un orizzonte ben preciso da raggiungere, quello al cui interno dovrà delinearsi una seria e concreta prospettiva di crescita per le piccole e medie imprese reggine. In questo contesto, sarà fondamentale rafforzare innanzitutto la componente identitaria che lega il nostro tessuto produttivo al territorio, per centrare questo primo obiettivo bisognerà rilanciare il ruolo operativo e la capacità di proposta fra le varie componenti dell’associazione. Sotto questo profilo posso dirmi però piuttosto tranquillo, perché ho la fortuna di poter contare sulle competenze e sull’esperienza di tutti i componenti del Comitato, per me questo è un valore aggiunto di fondamentale importanza».

Quali sono gli obiettivi che sotto la sua direzione il Comitato si impegnerà a raggiungere, quali le tematiche che vorrà affrontare?

In Calabria ci sono imprese che come la sua affondano le proprie radici nella tradizione e imprese di nuova generazione, quali sono le sfide che entrambe


attualità

suto produttivo possa tornare a incidere sulla ripresa dei livelli occupazionali è indispensabile che si mettano in atto misure e politiche incisive, sotto il profilo burocratico e infrastrutturale, che consentano, soprattutto alle piccole e medie imprese, che poi sono anche la vera ossatura della nostra economia, di innescare un circuito virtuoso di ripresa e sviluppo dell’occupazione».

si trovano ad affrontare? E’ possibile vincerle con una strategia comune?

«Assolutamente sì e la risposta sta proprio in quel fattore identitario di cui ho già parlato. La capacità di affrontare le nuove sfide imposte dal mercato, e con esse di cogliere le opportunità legate all’internazionalizzazione, sono traguardi raggiungibili solo partendo dalla consapevolezza di ciò che si è stati e dell’insieme di valori che un’azienda rappresenta. E’ difficile, per un’impresa, pensare di poter compiere uno slancio innovativo cancellando di colpo le proprie origini. In altre parole non ci può essere futuro senza una presenza forte e di spessore anche del passato e quindi dei principi legati alla tradizione. Spesso, specie nel nostro contesto, è proprio la mancanza del giusto equilibrio fra tradizione e innovazione a determinare il destino di tante imprese. Emerge in molti casi la tendenza a rimanere troppo rigidamente ancorati ad una visione a volte superata delle dinamiche e dei processi produttivi oppure, di contro, a pensare che la modernità implichi necessariamente l’abbandono, tout court, di qualsiasi influenza del passato. In realtà occorre guardare ai modelli virtuosi di gestione aziendale e alla cultura d’impresa che nel tempo sono stati trasmessi, di generazione in generazione, evolvendosi e adeguan-

dosi al cambiamento dei tempi. A ciò, naturalmente, è necessario integrare il giusto tasso di competenza, innovazione e know how, indispensabili per affrontare i mercati più esigenti». Crede che la crescita dell’occupazione in Calabria possa ripartire dall’impresa? Perché?

«Credo proprio sì, d’altra parte la lunga e del resto, infruttuosa, stagione degli aiuti dall’alto è ormai andata in archivio. La Calabria che guarda al futuro deve trovare la forza di puntare, come mai è stato fatto prima d’ora, sulla valorizzazione delle tante risorse che già possiede. Gli ultimi dati sull’occupazione fotografano uno scenario drammatico a cui si può far fronte solo creando le giuste condizioni per lo sviluppo di nuova impresa e per favorire l’avvio di nuovi progetti a trazione giovanile. Il mondo dell’impresa in Calabria e nella nostra provincia in particolare, da tempo, sta portando avanti un percorso teso a invogliare i giovani a scommettere su se stessi e sulle proprie idee sotto il profilo lavorativo. Bisogna dunque partire prima di tutto dalla cultura d’impresa, diffondendone i principi cardine già all’interno delle scuole, facendo comprendere che può esistere un futuro nella terra d’origine investendo sulle proprie competenze e capacità. Naturalmente affinché il tes-

Sono dunque necessarie azioni in grado di innescare una crescita occupazionale e produttiva virtuosa, a questo proposito, quali sono gli impegni nazionali che dovrebbero essere portati a termine per incentivare le PMI?

«L’ultimo convegno biennale di Piccola Industria ha indicato, chiaramente, quale deve essere la rotta da seguire. L’emergenza economica e sociale richiede azioni immediate e interventi mirati, specie per aree particolarmente depresse come il Mezzogiorno, in cui gli effetti della crisi hanno portato quasi al collasso interi segmenti del tessuto produttivo. E’ necessaria una vera e propria terapia d’urto che incida profondamente su quelle voci che ancora oggi impediscono agli imprenditori di rendersi protagonisti di una decisa inversione di tendenza. Le piccole e medie imprese attendono risposte concrete sul fronte della riduzione della pressione fiscale, attraverso la riduzione del costo del lavoro, dell’accesso al credito, dell’immissione di nuova liquidità nel circuito economico anche mediante il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, del rilancio degli investimenti, sia di natura pubblica che privata e, non ultimo, della semplificazione delle procedure burocratiche. Le piccole e medie imprese rappresentano la quasi totalità dell’universo imprenditoriale italiano. Favorirne la ripresa significa, di fatto, risollevare le sorti economiche dell’intero Paese». •

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turismo

Nasce Viaggidelia.it, il portale che organizza la tua vacanza

Una piattaforma innovativa per viaggiare B

astano pochi click, ormai, per organizzare un viaggio. Di portali che mettono a disposizione servizi un tempo proposti dalle tradizionali agenzie, sul web, se ne trovano diversi. Ma quanti di questi sono affidabili? E quanti permettono di avere una consulenza costante non delegata a un “freddo” centralino elettronico? In realtà davvero pochi. Tra questi, da qualche settimana, c’è quello messo a punto da una storica agenzia di viaggi di Catanzaro, la Viaggi D’Elia, che certo non abbandona la sua tipica offerta di rapporto diretto con la clientela, ma per stare al passo coi tempi ha messo su una piattaforma innovativa, completa e conveniente per coloro che hanno da organizzare un viaggio in qualsiasi parte del mondo.

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«E’ stato un lavoro duro – spiega Gianpiero Tauro, titolare dell’agenzia – che ha coinvolto tre aziende dedite ai servizi turistici che operano sul territorio nazionale (Milano, Roma e Catanzaro, ndr). Per oltre un anno ne abbiamo testato il funzionamento e solo da qualche settimana abbiamo verificato la sua piena funzionalità anche sui dispositivi mobili come tablet e smartphone. A questo punto – aggiunge – possiamo dire di aver ricongiunto lo strappo che si era creato tra l’agenzia classica e quella on line». Con grande vantaggio per gli utenti che ora, cliccando su www.viaggidelia.it, potranno acquistare servizi integrati a prezzi molto più vantaggiosi rispetto ad altre offerte rintracciabili sul web stesso. «Questo anche perché – afferma

Gianpiero Tauro

ancora Tauro – abbiamo siglato un accordo di parity rate con i fornitori, così abbiamo la possibilità di segnalare e adeguare le tariffe al prezzo più basso». Ma ciò che fa differire questa nuova piattaforma dalle tante sbarcate in rete negli ultimi anni, è la garanzia di un’assistenza costante, quella che sul sito viene definita “attenzione persona-


turismo

«

Con grande vantaggio per gli utenti che ora, cliccando su www.viaggidelia.it, potranno acquistare servizi integrati a prezzi molto più vantaggiosi rispetto ad altre offerte rintracciabili sul web stesso» lizzata” . Non ci sono sabato e domenica. Né Natale, Pasqua e Ferragosto. Se il cliente ha un problema potrà sempre contattare il centralino ed essere certo che, anche di notte, qualcuno dall’altra parte risponderà, risolvendo

eventuali problemi insorti. «Si tratta di un numero dedicato – continua Tauro – che è garanzia di sicurezza per chi acquista un pacchetto viaggio on line. Spesso i centralini rispondono in orari precisi e non in tutti i giorni della settimana. La peculiarità di questo servizio sta proprio nella sua efficienza». Spulciando il portale sviluppato con il marketing manager Nicola Tauro, si possono trovare tante altre curiosità che consentono di poter organizzare un viaggio in tutta tranquillità. C’è, ad esempio, una vasta gamma di prodotti assicurativi specifici per ogni esigenza. O, ancora, la possibilità di stampare le guide turistiche delle principali città del mondo. Noleggiare le auto, prenotare i

tour, trovare pacchetti per i fine settimana e i last minute: tutto questo consultando un unico portale. E per il futuro? «Stiamo lavorando a un’evoluzione di questa piattaforma – conclude Gianpiero Tauro – per il Business travel dedicato alle aziende, offrendo la possibilità di inserire nel circuito le strutture richiedenti per la vendita on line». Così non resta che decidere la meta e digitare www.viaggidelia.it. Dopodiché… buona vacanza a tutti! •

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economia

Arrivano finanziamenti per le imprese turistiche calabresi E

' stato pubblicato sul BURC n. 64 del 31.12.2014 l’avviso pubblico per la selezione e il finanziamento di azioni per il potenziamento delle reti di servizi per la promozione e l’erogazione dei prodotti-servizi delle destinazioni turistiche regionali. In questa intervista il nostro esperto, avvocato Enrico Mazza, ne illustra i punti più interessanti. Chi sono i beneficiari, i settori e le aree finanziabili ?

«A beneficiare di queste misure saranno le piccole e medie imprese operanti nel settore turistico e comunque rientranti nei settori tassativamente previsti dall’art. 3 del bando, costituite (o costituende) in forma individuale, societaria e cooperativa o in forma consortile, che intendano realizzare uno o più piani di sviluppo aziendali, di segui-

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to specificati, e comunque nell’ambito di unità produttive localizzate e aventi sede nei comuni facenti parte degli ambiti dei PISL . Per individuare i settori tassativamente ammessi, nonché i Comuni facenti parte degli ambiti partenariali dei PISL è possibile consultare la pagina facebook di Mondo Impresa Azienda (nota di riferimento n. 14), o contattare uno dei tecnici esperti della M.I.A. Mondo Impresa Azienda di Catanzaro (0961.777029) così da recuperare informazioni non solo in merito ai codici attività ammessi ma anche alle aree finanziabili».

Vale la pena sin da subito precisare che la realizzazione di un solo piano specifico è consentita solo se lo stesso è funzionale, organico e idoneo a perseguire gli obiettivi produttivi ed economici prestabiliti dall’impresa. Bisogna inoltre sottolineare che per accedere a tale misura, le imprese operanti devono essere in regola con le disposizioni vigenti in materia del lavoro, della prevenzione di infortuni e obblighi contributivi. Altresì diventa essenziale disporre di una capacità economico/ finanziaria patrimoniale tale da supportare la parte dell’investimento non coperto all’incentivo, la copertura finanziaria può essere attestata attraverso finanziamento bancario e/o apporto di mezzi propri. E’ necessario inoltre avere la piena disponibilità degli immobili, anche in forma di locazione, comodato o altro diritto reale di godimento, purché rilevabile da copia di atti o contratti anche se in forma preliminare. Dette imprese, infine, devono trovarsi nel pieno e libero esercizio dei propri diritti civili, non essere in liquidazione volontaria e non essere sottoposte a procedure concorsuali, nonché trovarsi e/o optare in regime di contabilità ordinaria». Ci può illustrare nel dettaglio le finalità e le forme di aiuto per i singoli piani di sviluppo aziendale?

«Gli aiuti previsti dall’Avviso sono differenti a secondo del piano aziendale, in particolare:

Quali sono i piani di sviluppo aziendale ?

«I piani di sviluppo aziendale previsti dall’ Avviso Pubblico sono due: a) Il Piano degli investimenti produttivi; b) Il Piano integrato di servizi reali.

Enrico Mazza


economia

«

È concesso un contributo in conto capitale fino al 50% dell’investimento. Le spese ammissibili non dovranno essere comunque inferiori a € 25.000,00. Il totale delle spese ammissibili del piano di sviluppo aziendale deve essere di importo pari o inferiore ad € 307.693,00» a) Piano investimenti produttivi: può riguardare solo un’unità produttiva, per quanto riguarda le forme di aiuto, è concesso un contributo in conto capitale in misura massima del 75% della spesa complessiva ammissibile. Tale piano non dovrà essere inferiore a € 50.00,00; b) Piano integrato di servizi reali: tale piano deve essere finalizzato a supportare lo start up di nuove iniziative produttive, accrescere la competitività e sostenere lo sviluppo delle imprese esistenti, favorire le imprese che intendano proporsi o rafforzarsi sui mercati fuori regione. Per quanto riguarda le forme di aiuto è concesso un contributo in conto capitale fino al 50% dell’investimento. Le spese ammissibili non dovranno essere comunque inferiori a € 25.000,00. Il totale delle spese ammissibili del piano di sviluppo aziendale deve essere di importo pari o inferiore ad € 307.693,00». Individuate le percentuali, quali sono le spese ammissibili?

«Per quanto riguarda il primo piano di sviluppo, occorre differenziare le imprese già operanti da quelle di nuova costituzione. Per le prime, le spese ammissibili possono riguardare l’acquisto di macchinari, attrezzature, impianti e know how. Nel caso invece di nuove imprese, sono ammissibili le spese

inerenti alla progettazione, studi di fattibilità e valutazione di impatto aziendale. Le spese di acquisto e sistemazione del suolo aziendale nel limite del 10% dell’investimento complessivo, le opere murarie ed assimilate comprensive di progettazione ingegneristiche, direzione lavori, concessioni edilizie e collaudi. Le spese per l’acquisto di infrastrutture specifiche rientrando, fra queste, anche l’acquisto di programmi informatici, brevetti, know-how, macchinari impianti ed attrezzature purché nuovi di fabbrica. Nel piano dei servizi reali sono ammesse a finanziamento le spese riguardanti l’assistenza all’internalizzazione e all’esportazione, la certificazione nonché le spese di marketing e vendite».

degli allegati e di quant’altro richiesto deve essere effettuata utilizzando i format predisposti senza apportare alcuna modifica. Le concessione delle agevolazioni prevede il raggiungimento di un punteggio compreso tra il valore minimo di 61 ed il valore massimo di 100. Il punteggio totale è determinato come somma dei punteggi pesati attribuiti a ciascun piano specifico, calcolati sulla base dei criteri di selezione riportati sul bando». •

Quali sono le modalità di presentazione delle domande e la loro valutazione?

«La domanda di agevolazione deve essere compilata, pena l’inammissibilità, utilizzando rigorosamente la modulistica messa a disposizione dalla Regione Calabria, allegando tutta la documentazione richiesta. Documentazione elencata analiticamente nella nota 12 della pagina face book di Mondo Impresa Azienda. Il tutto deve essere acquisito dalla Regione Calabria (Dipartimento 12 Turismo) entro e non oltre le 14,00 del 60° giorno dalla pubblicazione del bando sul BURC a mezzo raccomandata A.R. L’invio, oltre che in forma cartacea, deve essere effettuato anche su supporto elettronico. E’ importante sottolineare che non farà fede il timbro postale di spedizione, pertanto le domande pervenute dopo il termine sopra indicato non saranno considerate ammissibili. E’ inutile, puntualizzare che la predisposizione del progetto rappresenta la fase più delicata, in quanto il mancato rispetto di termini, modi e modulistica previsti dal bando comporta l’inammissibilità dello stesso; pertanto la compilazione della domanda, del formulario,

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economia

Il ritardo del Sud e le responsabilità della politica di Vittorio Daniele

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i sente spesso ripetere che il ritardo economico del Sud è dovuto alle sue classi dirigenti. Se queste, e in particolare quella politica, fossero state più capaci, più efficienti, oggi le regioni meridionali sarebbero più sviluppate. Logico corollario di quest’argomentazione è che il futuro del Mezzogiorno dipende, in ultima analisi, dal ceto politico meridionale e, di conseguenza, dalle scelte dei cittadini. Ma è davvero così? Davvero lo sviluppo economico - quello basato sugli investimenti produttivi, non quello effimero e assistito, basato sui sussidi - dipende dalla politica regionale o locale? Queste domande potrebbero sembrare provocatorie. Ma, prima di rispondere, si allarghi lo sguardo al di fuori dell’Italia e si confronti la situazione

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del Mezzogiorno con quella di altre aree d’Europa. Nell’Unione Europea vi sono 272 regioni. Se le si ordina secondo il loro livello di sviluppo (misurato dal Pil pro capite), si osserva come le regioni meridionali si collochino nella parte bassa della graduatoria, cioè tra quelle meno sviluppate. Per esempio, la Basilicata si trova alla posizione 209, la Puglia al 219esimo posto, la Calabria al 226esimo, la Campania al 231esimo posto. Curiosamente, in questa graduatoria dello sviluppo, la Calabria si trova accanto a due regioni del Regno Unito, la Cornovaglia e il Galles dell’Ovest. Un’altra regione della Gran Bretagna, il Lincolnshire, è a poche posizioni dalla Basilicata, allo stesso livello di sviluppo di regioni della Slovacchia, della Grecia, del Portogallo e della Repubblica Ceca. È difficile credere che in tutte queste regioni la causa del ritardo economico sia la qualità delle classi dirigenti locali. Le cause, probabilmente, sono altre. Negli ultimi quindici anni, tra le regioni europee che sono cresciute di più vi sono quelle dell’Est. Regioni arretra-

te della Polonia, della Romania, della Lituania hanno intrapreso un percorso di convergenza economica rispetto a quelle più avanzate. Negli ultimi anni, migliaia di imprese italiane hanno delocalizzato la produzione nei paesi dell’Est creando decine di migliaia di posti di lavoro. Secondo Confindustria Balcani, nella sola Romania sono attive circa 16.000 imprese italiane, con 800.000 occupati. Negli anni scorsi, la Fiat ha realizzato grandi stabilimenti in Serbia e Polonia. Quali le ragioni? Perché queste imprese non hanno investito nel nostro Mezzogiorno? Forse a causa della modesta qualità dei politici calabresi, pugliesi o siciliani? Più prosaicamente, in Polonia, la tassazione sui redditi d’impresa è del 19 per cento, in Romania del 16, in Serbia del 15, in Bulgaria del 10 per cento. In Italia, di contro, la tassazione d’impresa è del 31,4 per cento. E ancora, il costo orario del lavoro (oneri inclusi) è di 8,8 euro in Croazia, di 7,5 euro in Polonia, di 6 euro in Lituania e di soli 4,5 euro in Romania. In Italia, il costo orario del lavoro è di 28 euro. Nei paesi dell’Est,


economia Figura 1. Tassazione sui redditi d’impresa (%), anno 2014

Nota: Corporate tax rate., aliquota ufficiale, esclusi casi particolari. Fonte: KPMG. Figura 2. Costo orario del lavoro (euro), anno 2013

Nota: costo totale del lavoro (esclusi agricoltura e pubblica amministrazione). Fonte: Eurostat.

normative snelle e scarse tutele per i lavoratori rendono assai competitivo il sistema economico. Si tratta di fattori che nulla hanno a che fare con la politica locale. Si potrebbe obiettare che l’Italia è un paese avanzato e che, dunque, il confronto con quelle nazioni è improprio. Non si può certo ridurre il salario degli operai italiani del 3-400 per cento, né eliminare (come alcuni vorrebbero) le

tutele dei lavoratori. Ma è con la Polonia, con la Romania, con la Croazia che oggi l’Italia (e in particolare il Meridione) si trova, di fatto, a competere. Certo, un paese sviluppato come il nostro dovrebbe puntare su ricerca e innovazione per crescere. Ma l’Italia, si sa, quanto a investimenti in ricerca è indietro, per responsabilità che riguardano più gli imprenditori che i politici.

Nello sviluppo economico contano molti fattori. Tra questi, il livello della tassazione, le caratteristiche del mercato del lavoro, la qualità della regolamentazione, la localizzazione geografica rispetto ai grandi mercati, continuano ad avere un grande peso, certo assai superiore a quello che può avere il ceto politico locale. Se al Sud il livello della tassazione fosse quello della Serbia (per non dire del Lussemburgo e dell’Irlanda), gli investimenti esteri affluirebbero, a prescindere dagli inquilini dei palazzi regionali. Con tutto ciò non si vuole sostenere che la politica regionale o locale non abbia responsabilità o non conti affatto. Ma non bisogna dimenticare che lo sviluppo economico dipende, innanzitutto, da fattori economici, di mercato, per cui è ragionevole che le politiche nazionali, che influenzano la competitività di un paese, siano assai più importanti di quelle regionali o locali. La politica locale ha, invece, un ruolo cruciale per il buon funzionamento di molti servizi fondamentali che influenzano la qualità della vita dei cittadini. La buona politica locale serve per avere una sanità affidabile ed efficiente. Per non avere città sommerse da montagne d’immondizia. Per scegliere dirigenti pubblici capaci, selezionati per merito e non unicamente per appartenenza politica o famigliare. Serve per utilizzare in maniera efficiente le risorse pubbliche, evitando che fiumi di quattrini vengano dilapidati in insopportabili e ingiustificabili privilegi, o per alimentare reti clientelari e piccole e grandi rendite. È su queste cose, su ciò che davvero la politica può fare e non fa, che andrebbero valutate le responsabilità. Quelle di buona parte del ceto politico meridionale apparirebbero, senza dubbio, assai gravi. •

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Edilizia,Ance: “Persi il 50% degli occupati” Mercato in crisi: occorre invertire la rotta di Danilo Colacino

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na pioggia di numeri, che convergono tutti in un’unica direzione: quella del baratro se non si inverte la tendenza. E alla svelta. Questa la secca conclusione che si trae, dando un’occhiata al report stilato da Ance riferito alla Calabria. Una fotografia che rivela come dal 2008 al 2012, ad esempio, le aziende del settore uscite dal mercato siano nientedimeno state 1.446, scendendo da 14.320 a 12.874. Diminuite di molto anche le istanze di permesso a costruire, passate dalle 8.390 del 2008 alle 3.536 del 2012 con il picco negativo di tre anni orsono in cui si è registrata l’esigua quota di appena 2.793 autorizzazioni. In netto calo anche le compravendite di unità immobiliari a uso abitativo, come si evince dal raffronto fra

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le 18.726 case vendute nel 2008 e le 10.991 del 2013. Una manciata appena di segnali che però bastano a raffigurare la slavina abbattutasi su un comparto fondamentale per il Pil calabrese, in grado di garantire occupazione al 46% dell’intera forza lavoro impiegata nell’industria. L’edilizia regionale ha perso anche il 50% dei suoi occupati, “vittime sacrificali” di un mercato in crisi profonda in cui si è passati dai 508 milioni di euro erogati dagli istituti di credito sotto forma di mutui per investimenti nell’acquisto di abitazioni del 2007 ai 45 milioni concessi invece nel primo semestre 2014. Tali dati, come premesso, destano un forte allarme. E il neopresidente del collegio regionale di Ance Calabria Francesco Berna lo ha messo in rilievo nel corso di una recente conferenza stampa in

«

Una fotografia rivela come dal 2008 al 2012, le aziende del settore uscite dal mercato siano state 1.446, scendendo da 14.320 a 12.874» cui è stato affiancato dall'allora dg della Confindustria calabrese Luigi Leone e dai massimi dirigenti delle Territoriali dell’Associazione dei Costruttori di Catanzaro, Alessandro Caruso; di Reggio, Francesco Siclari, e di Crotone Massimo Villirillo. Il maggiorente dell’Ance Berna ha anche fatto riferimento all’imminente scadenza (fissata per il prossimo 31 dicembre) del Piano Casa e di tutti i piani regolatori comunali, viceversa in scadenza alla fine del 2015, invocando una proroga da parte delle istituzioni preposte. In particolare alla Regione è stata inoltre chiesta una rivisitazione


economia

«

Francesco Berna:

complessiva della legge Urbanistica e soprattutto l’impiego delle risorse a disposizione non solo per competenza, ma anche per cassa, al fine di accelerare i pagamenti alle imprese che hanno ricevuto una committenza dalla P.A. Corresponsioni per cui – ha spiegato il presidente Berna – «le imprese in credito attendono in media dai 9 ai 12 mesi, che diventano addirittura 24 nel caso dei procedimenti da definire. Ma un altro aspetto da mettere in risalto è relativo al fatto che tra bandi vecchi e nuovi in Calabria vi sono ancora da spendere circa 240 milioni di euro. Basterebbe sbloccarli per generare investimenti pari a 800 milioni di euro. Quasi quattro volte la somma impiegata». «E proprio a riguardo – ha aggiunto – si dovrebbe programmare, mediante l’uso di strumenti nazionali e regionali, un pacchetto di iniziative e interventi inerenti al social housing. Senza contare che per la nostra regione, di cui è neogovernatore Mario Oliverio al quale gli imprenditori edili chiedono peraltro di tradurre alla svelta in atti concreti le promesse fatte in campagna elettorale, potrebbe rivelarsi risolutiva l’attivazione del “Fondo Abitare” gestito dalla

Cassa Depositi e Prestiti. Si tratta del fondo istituito nell’ottobre del 2009, con una dotazione di oltre 2 miliardi di euro vale a dire una cifra ragguardevole, che finanzia progetti di investimento territoriale in edilizia sociale. Al di là di ogni considerazione, dunque, basta fare banali valutazioni, neppure essendo addetti ai lavori, per rendersi conto di come sia necessario lanciare l’allarme, auspicando che il primo ad ascoltarlo sia l’Esecutivo di Palazzo Alemanni ma non solo». «Tutte le istituzioni preposte e con poteri d’intervento – ha concluso – dovrebbero infatti recepire subito le nostre istanze. Altrimenti l’avvenire di questa terra sarà segnato». In scia con chi li ha preceduti i presidenti delle Associazioni provinciali, a iniziare da Siclari: «Andrebbe immediatamente fatto un approfondimento sui ritardi nei pagamenti dovuti alla burocrazia delle ditte che hanno eseguito lavori pubblici. Ci vuole trasparenza. Serve anche la tracciabilità dei passaggi operati nelle varie strutture. Non si possono far fallire le aziende perché le pratiche e i relativi mandati restano tantissimo tempo in giacenza. È inaccettabile».

Le imprese in credito attendono in media dai 9 ai 12 mesi, che diventano addirittura 24 nel caso dei procedimenti da definire»

Caruso - pur d’accordo con i colleghi, naturalmente - si è però soffermato in particolare sulla questione, purtroppo di stretta attualità, del dissesto idrogeologico: «C’è un accordo di programma tra Regione e ministero dell’Ambiente per mitigare tale serio rischio. Ma da quando è stato sottoscritto si è messo mano alla questione in maniera molto ridotta. Il governatore Oliverio prenderà il posto del commissario ad acta Maurizio Croce e noi, tanto per cominciare, ci aspetteremmo l’istituzione di un Albo regionale dei Territori al fine di valorizzare le aziende calabresi che possono eseguire determinati interventi». A chiudere il crotonese Villirillo: «In raccordo a quanto detto da Alessandro, approfitto per rendere noto che ad oggi sono ferme ben 219 autorizzazioni ambientali con parecchie domande che risalgono al 2010. Un’anomalia che va velocemente eliminata, altrimenti si fanno solo inutili chiacchiere». •

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economia

Economia in Calabria:

Bankitalia traccia un quadro critico

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on ci sono segnali di ripresa. Lo certifica Bankitalia nell'aggiornamento congiunturale sull'economia calabrese, presentato a Catanzaro. Lo ha detto subito, nel suo intervento, il direttore Luisa Zappone: "Purtroppo, nei primi sei mesi del 2014, si è segnalata una riduzione veramente molto significativa rispetto ai dati del 2013, quando pensavamo di avere toccato il punto più basso e allarmante. In soli sei mesi abbiamo registrato un calo ulteriore, con un tasso più basso anche rispetto a tutte le altre regioni meridionali". E, infatti, è del 37,6% il tasso di occupazione nella nostra regione che si attesta su un dato inferiore di 18 punti rispetto alla media nazionale. I lievi segnali di stabilizzazione, registrati tra la fine del 2013 e gli inizi dell’anno in corso, si sono rivelati effimeri e la situazione, anzi, è ulte-

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riormente peggiorata. Dall’indagine emerge, inoltre, che il calo del tasso di occupazione riguarda maggiormente la componente femminile (-4%) rispetto a quella maschile (-2,4%), con una flessione concentrata soprattutto sui lavoratori autonomi, mentre il dato dei lavoratori dipendenti è rimasto pressoché invariato. A risentire di più delle perdite di posti di lavoro sono i settori dei servizi e delle costruzioni. Lieve recupero, invece, nell’industria in senso stretto.

In calo l'export: male l'agroalimentare

Inoltre, nei primi sei mesi del 2014, in Calabria, si è registrato un calo dell’export pari al 7,5% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. La riduzione del comparto, che vale l’1% del pil regionale, ha riguardato sia le vendite verso i Paesi dell’Unione Europea, sia quelle verso il resto

del Mondo. Brutte notizie, in questo ambito, per uno dei comparti più rilevanti per l’export regionale: quello dei prodotti alimentari, che ha subito una flessione del 10,6%, dopo essere cresciuto significativamente l’anno scorso. Recupero, invece, per le esportazioni di prodotti chimici e macchinari. Diminuite dell’8,6%, nello stesso periodo, le importazioni.

Segno meno per l'edilizia. Rallenta Gioia Tauro

Ed è ancora negativo il quadro congiunturale nel settore delle costruzioni in Calabria. Il 56% per cento delle aziende ha dichiarato che il valore della produzione del 2014 sarà inferiore a quello dell’anno precedente, contro il 12% che ha segnalato un aumento. In calo anche il saldo degli operatori del terziario privato: -6,9% rispetto al periodo corrispondente del 2013 e


economia -5,1 nel primo trimestre. Più pesante il bilancio per le imprese della piccola e media distribuzione. Sembrerebbe essersi arrestata la flessione delle immatricolazioni di automobili: il numero di vetture tra gennaio e settembre del 2014 è diminuito dello 0,3% in confronto allo stesso periodo dell’anno precedente, un andamento tuttavia in controtendenza rispetto al lieve aumento registrato nel resto del Paese (1,3% nel Mezzogiorno e 3,6 in Italia). Ed è anche diminuita del 2,6% la movimentazione dei container nel porto di Gioia Tauro tra gennaio e settembre 2014. Nei primi nove mesi dell’anno la movimentazione complessiva è stata infatti pari a circa 2,3 milioni di Teus (Twenty feet Equivalent Units), in riduzione rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

Turismo:bene l'aeroporto di Lamezia

E veniamo al turismo: nei primi otto mesi del 2014, i pernottamenti di viaggiatori stranieri in Calabria sarebbero diminuiti del 2,3 per cento in confronto al medesimo periodo del 2013, mentre sarebbero aumentati nel resto del Mezzogiorno e rimasti pressoché stabili a livello nazionale(rispettivamente 8,0 e -0,1 per cento). Sempre dall’indagine della filiale calabrese di Bankitalia, che cita dati Assoaeroporti, da gennaio a settembre 2014 il transito di passeggeri su voli commerciali negli aeroporti calabresi è aumentato del 5,7 per cento rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente; in particolare, il numero di passeggeri è cresciuto sui voli nazionali (7,8 per cento), mentre è calato sui voli internazionali (-4,1 per cento). La dinamica positiva osservata a livello regionale è riconducibile all’andamento dello scalo di Lamezia Terme (10,0 per cento), a fronte di una riduzione del traffico a Reggio Calabria (-5,6 per cento) e dell’inattività, durante i mesi considerati, dell’aeroporto di Crotone.

Credito, ancora in calo i prestiti

E non si allenta l’effetto negativo della crisi economica anche sul mercato del credito in Calabria: a giugno i prestiti bancari erogati al settore privato non finanziario in Calabria sono diminuiti dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un dato in linea con quello dei trimestri precedenti e lievemente più contenuto rispetto alla media nazionale. Per i primi 5 gruppi bancari nazionali il calo dei prestiti è stato più accentuato rispetto a quello delle altre banche (rispettivamente -2,2 e -1,5% a giugno). Inoltre, la riduzione ha interessato sia le famiglie consumatrici (-1,7%) sia, in maniera leggermente più marcata, le imprese (-2,1%). Sempre più proibitivo, secondo quanto emerge dall’indagine, il costo dei finanziamenti a breve termine alle imprese, che è salito a giugno di 5 decimi di punto rispetto al mese di dicembre, portandosi al 9,3% malgrado la lieve riduzione a livello nazionale. L’aumento dei tassi è stato più accentuato per le imprese medie e grandi e, tra le principali branche di attività, per quelle delle costruzioni. I tassi di interesse applicati ai prestiti a più lungo termine sono scesi, di contro, di un punto percentuale (al 5,2%) rispetto al dato della fine del 2013. In giugno, i prestiti erogati alle famiglie consumatrici da banche e società finanziarie sono diminuiti del 2,7 per cento: erano in diminuzione del 3,0 per cento a dicembre 2013. Il credito al consumo ha registrato un calo del 4,5%, in linea con il dato della fine dello scorso anno. La componente erogata dalle finanziarie, in calo a partire da settembre 2013, è stata interessata da un’ulteriore flessione, più intensa rispetto a quella riconducibile alle banche (rispettivamente -5,8 e -3,15%). E crescono, in Calabria, le sofferenze bancarie: nei dodici mesi terminanti a giugno 2014 il flusso di nuove

sofferenze in rapporto ai prestiti è stato pari al 4,6% (4,3 alla fine del 2013), un valore superiore di circa due punti percentuali alla media nazionale.

Il rapporto in sintesi

Nella prima parte del 2014 è proseguita la fase congiunturale negativa.

Nella prima parte del 2014 è proseguita la fase negativa dell'economia regionale, caratterizzata dalla debolezza della domandae dalla limitata propensione a investire delle imprese. A fronte di alcuni lievi segnali di stabilizzazione osservati tra la fine del 2013 e gli inizi dell’anno in corso, è tornata successivamente a prevalere l’incertezza sui tempi della ripresa. Secondo il nostro sondaggio congiunturale, le imprese delle costruzioni e quelle dei servizi hanno registrato in media i risultati peggiori in termini di fatturato.

L'occupazione resta in calo.

Nel mercato del lavoro, si è confermata la dinamica particolarmente negativa registrata nell’ultimo biennio. Il numero degli occupati si è ancora ridotto, in linea con il quadro congiunturale. Nel complesso, la situazione occupazionale continua a risentire della fase sfavorevole più che nel resto del Paese.

Il credito all'economia si è ancora ridotto.

È continuata la contrazione dei prestiti, più accentuata per le imprese. Su tale andamento hanno inciso sia una domanda ancora debole sia le perduranti rigidità nell’offerta. La rischiosità del credito si è mantenuta su livelli elevati: i passaggi a sofferenza sono aumentati per le imprese, rimanendo invece stabili tra le famiglie consumatrici. I depositi bancari sono cresciuti per le famiglie, a fronte di un calo per le imprese. Tra i titoli in custodia presso le banche, che nel complesso hanno registrato un andamento stazionario, è proseguita la crescita dei fondi comuni. •

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economia

Finalmente

l`Unione Bancaria! di Tommaso Rotella

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al 4 novembre, entra in piena funzione il primo pilastro dell’Unione Bancaria. Le 130 maggiori banche europee facenti parte della zona Euro, saranno da quella data in poi assoggettate alla vigilanza diretta della Banca Centrale Europea e sottratte alle valutazioni delle autorità di vigilanza nazionali. Il controllo che si effettuerà in ogni caso con la cooperazione delle autorità nazionali, in via indiretta si estenderà anche sulle banche più piccole, attraverso il Meccanismo Unico di Vigilanza, in virtù del quale tutte le banche europee avranno regole uniche e controllore unico.

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A inizio e a metà del 2015 entreranno in vigore anche gli altri due pilastri previsti, ovvero un apparato unico di vigilanza sull’applicazione di regole stringenti e comuni a tutte le banche dei paesi della zona Euro, guidato dalla BCE. Quindi, un meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie guidato da un autorità unica europea in grado peraltro, di attingere ad un fondo sovvenzionato ex ante dalle banche e un modello di sostegno dei depositi che

in caso di fallimento di una banca, sarà il sistema attraverso il quale i depositanti si vedranno restituire fino a 100.000 Euro in sette giorni tramite un altro fondo finanziato ex ante dalle banche. L’equazione maggiori regole non deve trarre in inganno, ciò infatti non significa in ogni caso maggior sicurezza e indennizzo dalle situazioni di default. L’iper regolamentazione, determinerà piuttosto una concentrazione attraverso fusioni e incorporamenti di banche, a scapito delle piccole casse rurali territoriali. Per giungere a questo risultato, che dopo l’avvento della moneta unica risulta essere il più grande traguardo di collaborazione mai raggiunto a livello europeo, si è svolta un attenta e diligente analisi sullo stato di salute delle 130 banche che dal 4 novembre la BCE vigila direttamente.


economia

Si è trattato di un lavoro che è durato circa un anno, ripartito in un check up dei bilanci delle banche e nelle check simulate della tenuta degli istituti bancari in situazioni di stress dei mercati. Sono stati sotto analisi 131 gruppi bancari dell’Eurozona, tra cui quindici gruppi italiani. Con gli stress test la Bce ha giudicato in modo trasparente lo stato di salute del sistema bancario, in modo che la fiducia dei mercati potesse crescere e in caso di necessità, chiedere alle banche meno sane un consolidamento patrimoniale. Quindi, la Bce ha eseguito una valutazione globale, ovvero un esame mirato a testare la qualità e la solidità dei gruppi bancari. L’esame è strutturato in due parti: una consiste nell’analisi della qualità degli attivi delle banche (Aqr, asset quality review) mentre l’altra si concretizza con gli stress test, con i quali, grazie alla collaborazione dell’Autorità bancaria europea, si prova la resistenza

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Con gli stress test la Bce ha giudicato in modo trasparente lo stato di salute del sistema bancario, in modo che la fiducia dei mercati potesse crescere e in caso di necessità, chiedere alle banche meno sane un consolidamento patrimoniale»

delle banche fino al 2016 in uno scenario di base e in condizioni negative. Le banche che negli esami hanno evidenziato un deficit di capitale dovranno stendere un piano di capitale in grado di colmare il deficit con un aumento di capitale oppure impiegando altre misure come l’emissione di stru-

menti ibridi o la vendita di attivi. Nonostante le speculazioni e le critiche molto fondate contro qualche trattamento di favore agli istituti di alcuni paesi durante gli stress test, la vigilanza unica europea è di per sè una buona notizia, compiuta peraltro in tempi brevi. Ma c’è il rischio che la situazione non venga letta in modo univoco, il risultato riguarda lo stato delle banche al termine dello scorso anno, quindi manca un dato che chiarisca la situazione attuale di tutte le banche. La Banca d’Italia fornirà queste informazioni per le banche del nostro Paese, ma non si può avere la certezza che anche negli altri Stati della zona Euro ci saranno comunicazioni dello stesso tipo. Da oggi, la BCE potrà essere un giusto controllore e soprattutto tempestivo negli interventi e garanzia di maggiore stabilità per l’intero settore bancario europeo e per l’economia della zona Euro. •

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economia

“Diventa

imprenditore”…

dal Leo Club un progettoconcorso rivolto ai giovani

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l Leo Club Catanzaro “Rupe Ventosa” ha organizzato presso l’Università “Magna Graecia” un seminario incentrato sulle “Recenti discipline societarie per favorire la nascita di imprese: tormenti di un (apprendista) legislatore” tenuto dal professor Laudonio e dall’avvocato Manno. Convegno che ha trovato spazio all’interno dell’ambizioso progetto “Diventa Imprenditore” grazie al quale è stato emanato un bando che vuole aiutare i più giovani ad avviare una propria azienda. In questa intervista Maria Bitonte, responsabile del progetto e Antonio Mazza, presidente del Leo Club Catanzaro Rupe Ventosa, illustrano meglio l’idea e come poter partecipare. Tra le tante attività del Lions club come nasce l’idea di un bando per aspiranti imprenditori?

Maria Bitonte:

«Fra tutte le altre attività lionistiche, si è voluto dare vita anche ad un

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Progetto-Concorso, rivolto ai nostri giovani Leo e a tutti quei giovani studenti che volessero affacciarsi al mondo dell'imprenditoria, in quanto si è, purtroppo, preso atto di come è diventato difficile per ogni singolo giovane poter programmare il proprio futuro e come è, altresì, esposto ad un ulteriore peggioramento delle sue chance occupazionali. Ecco, allora, come attraverso il bando di concorso "Diventa Imprenditore", abbiam cercato di dare loro un'opportunità occupazionale». Aldilà del bando avete organizzato un seminario, a fine novembre, per i giovani dell’Università “Magna Graecia”: perché avete sentito l’esigenza di diffondere, tra gli studenti, la cultura d’impresa?

Antonio Mazza:

«Quale miglior luogo, se non l'Università, è quello per diffondere il punto di vista di imprenditori, manager, legislatori e addetti ai lavori e far co-

noscere, soprattutto ai giovani, i valori fondativi di una cultura imprenditoriale e manageriale fatta di responsabilità, sostenibilità, merito, innovazione, valorizzazione e rispetto per le persone? Non si poteva scegliere luogo migliore! Molti studenti si limitano spesso ad apprendere di ogni materia solo quanto scritto sui libri, senza mai riuscire, prima di approdare nel mondo del lavoro, ad applicare praticamente quanto studiato. Lo sviluppo dello spirito imprenditoriale attraverso l’attivazione di un esperienza pratica di apprendimento, come il seminario "Recenti discipline societarie per favorire la nascita di imprese: tormenti di un (apprendista) legislatore" è ciò che avevamo pensato fin dal momento in cui abbiamo recepito il bando. Tra l'altro, come associazione attiva anche in ambito universitario, puntiamo a proseguire il nostro lavoro su questa strada. Abbiamo pensato di offrire gratuitamente agli studenti la possibili-


economia tà di partecipare ad un business game. In questo modo, gli studenti che avranno intenzione di accrescere la propria cultura d'impresa, divisi in squadre, in seguito ad una mirata formazione, simuleranno un progetto di impresa partendo da un’idea imprenditoriale ben precisa. Alla fine di tale percorso, le squadre coinvolte si confronteranno tra loro attraverso lo svolgimento di una gara, nel corso della quale verrà premiato il progetto d’impresa migliore. Siamo un club di servizio e crediamo che il servizio passi anche dalla formazione universitaria e non dal semplice convegno che, tante volte, rimane fine a se stesso, anche perchè tra gli studenti di oggi ci saranno sicuramente gli imprenditori, i manager ed i professionisti di domani. Che sensazioni avete colto: i giovani calabresi sono scoraggiati o credono nel futuro? E, soprattutto, quanto credono di poter essere protagonisti del loro domani?

Antonio Mazza:

«Nelle giornate di sensibilizzazione svolte sia nelle scuole ma sopratutto all'interno dell'Università, i giovani calabresi hanno risposto benissimo. C'è sempre stato un fermento di idee nelle aule in cui abbiamo avuto il piacere di presentare il nostro bando. Gli studenti, ma anche persone esterne al mondo universitario, si informano, fanno molte domande sulle possibilità di avere accesso al credito e ascoltano con attenzione le testimonianze di chi, prima di loro, ha intrapreso questo percorso. Si evince che c'è voglia di provare, c'è la curiosità di scoprire un mondo reputato occulto per via dei molteplici aggiornamenti normativi che si sono susseguiti negli ultimi anni

e la voglia mettersi in gioco. Quanto è stata apprezzata l’idea di questo bando da Confindustria?

Maria Bitonte:

«L'idea del Bando è stata accolta da Confindustria e dagli altri partner con entusiasmo ed apprezzamento. Molto fiducioso il Presidente della Camera di Commercio di Catanzaro,tanto da erogare un cospicuo finanziamento». Ci può dare qualche dettaglio in più su ciò che prevede il bando?

Maria Bitonte:

«Il Bando si rivolge ai Leo, ma anche a tutti i giovani che frequentano le Istituzioni Scolastiche ed Universitarie e che hanno un'età compresa tra i diciotto ed i ventinove anni e l'obiettivo precipuo è quello di consentire ad ognuno di loro di arricchire il proprio bagaglio conoscitivo sulla cultura d'impresa. Il Distretto Lions 108YA (Campania, Basilicata, Calabria),rappresentato dal suo Governatore, Liliana Caruso, insieme ai partner di progetto, ossia l'A.N.D.U.C.(Associaz.Naz. Docenti Universitari con Alta Qualificaz.Scientifica e Professionale), la Confindustria, le Camere di Commercio ed il Banco

di Napoli,si sono impegnati a mettere a disposizione servizi reali e competenze professionali per la realizzazione delle idee progettuali». Quali sono i criteri per scegliere l’idea vincente?

Maria Bitonte:

« I gruppi verranno individuati attraverso una selezione basata su precisi criteri,quali l'impegno profuso dai proponenti nel periodo di precostituzione; le potenzialità di mercato, di cedibilità e di percorribilità dell'idea;l'innovazione e la fattibilità in coerenza con il mercato prescelto; la correttezza e la congruità della redazione del piano di impresa». Come gli studenti e gli operatori del settore possono mettersi in contatto con voi?

«Per mettersi in contatto con noi e ricevere maggiori informazioni riguardo il bando è possibile visitare il sito web del Distretto Lions 108 Ya al seguente indirizzo: http://www.lionsclubs108ya.it/». Per tutte le altre attività, per capire meglio il mondo Leo e Lions basta comsultare i social network cercando Leo Club Catanzaro Rupe Ventosa, oppure utilizzare i nostri recapiti telefonici: Maria Bitonte 3381112382, Antonio Mazza - 3890922030. •

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banca-impresa

Banca Popolare del Mezzogiorno diventa BPER Il Direttore Territoriale Roberto Vitti: «Un nuovo modo di essere Banca del territorio»

D

allo scorso 24 Novembre è operativa la fusione per incorporazione di Banca Popolare del Mezzogiorno in BPER (Banca popolare dell’Emilia Romagna). A seguito di questa riorganizzazione è nata la Direzione Territoriale Mezzogiorno, cui è affidato il compito di presidiare, con ampia autonomia gestionale, il territorio e l’operatività in ambito commerciale e creditizio. La DT Mezzogiorno, con sede a Crotone, è suddivisa in cinque Aree (Puglia, Basilicata, Calabria Nord, Calabria Sud e Sicilia) e ha in totale 112 filiali. La Banca Popolare del Mezzogiorno faceva parte del Gruppo BPER da diversi anni e ne condivide i valori di

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fondo: in primo luogo l’attenzione al territorio, la qualità della relazione con la clientela e una profonda integrazione con le comunità locali. Questi principi continueranno a ispirare l’attività della futura Direzione Territoriale Mezzogiorno, rafforzati da una più importante sinergia operativa. L’impegno della nuova BPER è quello di offrire a tutti i clienti competenze, prodotti e servizi sempre più efficienti, che consentano di migliorare ulteriormente la qualità della relazione con i territori. La nuova articolazione organizzativa va incontro, infatti, all’esigenza di razionalizzare la struttura distributiva e di semplificare i processi di autorizzazione e delibera, ma è anche ispirata a logiche di coerenza geografica e terri-

Roberto Vitti


banca-impresa

toriale, destinate a migliorare ulteriormente sinergie, efficienza e flessibilità. Questa importante evoluzione si pone l’obiettivo di perseguire i migliori risultati di efficienza gestionale grazie a un ulteriore processo di semplificazione. Il nuovo modello organizzativo prevede un’ampia autonomia operativa delle Direzioni Territoriali, il potenziamento dell’attività dell’area affari e il ridisegno della filiera di delibera del credito, per attivare procedure di erogazione in grado di rispondere con sempre maggiore rapidità ed efficacia alle richieste della clientela. Efficienza operativa, innovazione tecnologica e attività qualificate di consulenza sono i capisaldi di un’operazione che vede comunque in primo piano le persone, con le loro competenze e i loro valori profondamente radicati nelle comunità locali.

«Nasce un nuovo modo di essere banca del territorio – dichiara il neo Direttore Territoriale Roberto Vitti. La fusione in BPER conclude un percorso di avvicinamento iniziato da tempo, che vedrà confermati i valori di Banca popolare a cui da sempre facciamo riferimento. Le sfide del futuro che ci attendono richiedono maggiore efficienza, tecnologie adeguate, formazione altamente professionale. Tali aspetti sono i capisaldi di questa riorganizzazione. L’incorporazione in BPER rappresenta per il nostro territorio una evoluzione dal punto di vista della qualità dei processi. In primis, il mondo del credito avrà una filiera basata sulla scientificità e programmazione delle analisi. Il tutto, però, sarà supportato della forza di un Istituto Nazionale, che ci consentirà essere in linea con le aspettative che il mercato attuale richiede. La nostra evoluzione, dal punto di vista dell’azienda e delle preziose risorse umane che ne fanno parte, non può prescindere dai

«

L’impegno della nuova BPER è quello di offrire a tutti i clienti competenze, prodotti e servizi sempre più efficienti, che consentano di migliorare ulteriormente la qualità della relazione con i territori» nostri valori. Pertanto i clienti continueranno a vedere le stesse persone nelle filiali e al contempo assisteranno alla nascita di un nuovo modo modello territoriale, al passo con i tempi». •

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intervista

Intervista a Francesco Trebisonda, branch manager di Aon nato in Calabria Il dirigente spiega perché la multinazionale americana ha deciso di investire nel territorio calabrese. E illustra l’impegno per Expo 2015

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di Maria Teresa Rotundo

i chiama Francesco Trebisonda il branch manager calabrese di Aon, la multinazionale americana specializzata, in Italia e nel mondo, nel brokeraggio assicurativo e riassicurativo e nel consulting delle Risorse Umane. Nato a Corigliano Calabro, quarantotto anni, Francesco Trebisonda in questi anni è riuscito, attraverso le sue doti manageriali e la sua incessante forza di volontà, a crescere professionalmente e, in linea con le politiche aziendali del gruppo, a dare un valido contributo alle aziende presenti sul territorio calabrese operanti in diversi settori. Nel 2000 ha iniziato a collaborare in Aon ed oggi ne è branch manager di area. Guardandosi indietro quali crede siano state le qualità che hanno spinto questa grande multinazionale a darle fiducia?

«Credo un pizzico di talento, buon senso, educazione e umiltà che sono alla base del fare impresa più che complicate teorie e tecniche di management».

Forza di volontà o esperienza? Cosa le ha permesso di ricoprire in così breve tempo un ruolo di dirigenza?

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«Con la forza di volontà si va avanti e quindi si forma l’esperienza. Sicuramente il ruolo dirigenziale che oggi ricopro l’ho conquistato sul campo, partendo dal basso, con il frutto del mio lavoro, tanti sacrifici e graduali risultati raggiunti nell’acquisire la fiducia e la stima di importanti clienti pubblici e privati in Calabria e in Italia». La sua è una personalità forte e audace, a testimoniarlo è la sua storia di rapida crescita professionale. Nella sua brillante carriera, c’è stato un momento in cui ha pensato di non farcela? Cosa l’ha spinta a non mollare?

«In un momento storico così difficile e complicato per l’economia del nostro Paese, purtroppo, è quotidiana l’ansia e la preoccupazione di non potercela fare. Tale stato d’animo si accentua notevolmente quando chi, come me, che ha la fortuna di lavorare con una società multinazionale americana, deve anche prendere atto che questa società è costretta a guardare l’Italia come un sorvegliato speciale. Ma é proprio per questo che non dobbiamo perdere mai la speranza e non mollare, nella ferma consapevolezza che abbiamo il dovere di assicurare un futuro ai nostri figli e alle nuove generazioni».

Aon è presente in Italia in oltre 120 paesi del Mondo. Cosa l’ha spinta ad investire e crescere anche in Calabria?

«Perché non essere in Calabria? Visto che un elemento fondante del nostro successo è dato proprio dal fatto di servire moltissime medie aziende, grazie alla capillarità della nostra rete degli uffici distribuiti in trenta città italiane, rendendo questa società quella con la maggiore forza contrattuale. Il bello è proprio sentirsi parte di una grande famiglia, sapere che in ogni paese c’è un collega che ti ascolta e ti fa sentire locale. La conoscenza dei mercati locali e il coordinamento a livello internazionale si è rilevato un fattore molto stimolante per noi che ci lavoriamo e molto utile per i clienti che serviamo. E poi, perché la Calabria è una terra bella e ricca di enormi potenzialità e intelligen-


intervista ze che pochi possiedono al mondo. Certo per colpa di pochi, molto spesso, facciamo sì che le positività vengano sopraffatte dalle negatività inducendo chi, anche facendo business, vorrebbe contribuire a farla progredire e, invece, finisce per abbandonarla al suo amaro e triste destino». Una regione, la Calabria, ricca di buone energie e intelligenze, di aziende che possono fare tanto e che grazie alle politiche aziendali di Aon hanno ricevuto le consulenze necessarie al loro sviluppo…

«Attraverso team di specialisti, siamo in grado di ottenere le migliori condizioni economiche e normative dai principali mercati assicurativi e riassicurativi da proporre alle aziende calabresi. Infatti oltre alle tradizionali coperture assicurative proponiamo quelle prettamente economiche, come il rischio sui crediti o la responsabilità civile dei consiglieri d’amministrazione, ed ancora le polizze più diverse, come quelle sui danni dalle catastrofi ambientali o dei crimini informatici, dalle cauzioni e fideiussioni alle coperture delle opere d’arte, dai rischi in agricoltura e la pesca al turismo. Poi come leader italiano e mondiale per le coperture di RC Professionale, avendo investito considerevoli risorse, in personale e tecnologie, ed essendo i broker di numerose Casse e Ordini Professionali, come avvocati, notai, commercialisti, geometri, agronomi, ingegneri, medici, affianchiamo i singoli professionisti nell’elaborazione di schemi assicurativi adeguati agli obblighi imposti dalle recenti normative».

E per il settore pubblico invece? Quali progetti avete portato a termine?

«In questi anni in Calabria abbiamo puntato molta della nostra attenzione nell’assistere enti e aziende pubbliche ed in prevalenza l’Amministrazione Regionale con un focus particolare sulla sanità pubblica. Per quest’ultima abbiamo predisposto, senza oneri aggiuntivi, un importante progetto di riskmanagement denominato “Progetto Integrato di Gestione del Rischio in Sanità”, che si

è posto come primo obiettivo quello di mettere in rete tutte le aziende sanitarie ed ospedaliere con l’impostazione di un unico programma assicurativo sfociato poi in una gara centralizzata regionale. Un lavoro lungo e farraginoso che parte dal 2005 e che, nonostante diverse “insidie” che ha incontrato nel suo cammino, ha ricevuto apprezzamenti dai tavoli ministeriali perché in linea con il contenimento della spesa sanitaria e la spending review. Iniziativa presentata di recente anche nel corso di un importante Convegno all’Università Bocconi di Milano come esempio positivo da imitare per le altre Regioni italiane nelle politiche di gestione e finanziamento dei rischi di responsabilità civile verso terzi (RCTO) e per l’impatto economico che questa scelta porta sul bilancio dell’ente». La crisi economica si è fatta sentire in tutti i settori, pensa che ci siano state conseguenze negative anche nel settore del brokeraggio?

«Certo la contrazione delle vendite e la crisi economica fa sì che le aziende, nostre clienti, ci chiedano soprattutto di farli risparmiare, perché il risparmio nelle assicurazioni va ad utile: siamo una voce di costo su cui l’azienda è particolarmente sensibile. Ma Aon in Italia è riuscita, grazie all’opera di competenti colleghi coordinati da un management brillante e dinamico, a crescere ogni anno. Infatti nell'anno 2013 abbiamo avuto ricavi netti per 175 milioni, intermediato premi per 2,3 milioni di euro, una crescita dei premi del 5%, ottenendo un utile netto di 15,7 milioni di euro e un margine operativo lordo del 28,4%, assumendo nuovi giovani laureati incrementando il proprio organico formato da circa 1200 persone». Come anche i risultati dell'anno 2014, appena conclusosi, ci dicono che tutti i nostri indicatori sono in evidente miglioramento rispetto all'anno precedente.

Aon continuerà ad investire in Calabria?

«Sicuramente la Calabria è divenuta per Aon una delle regioni dove ha ottenuto risultati migliori. Aon vuole continuare ad investire qui da noi per rendere partecipe la Calabria di questo straordinario network globale. Speriamo che le “insidie” irresponsabili, schiocche, miopi sempre in agguato la smettano di ostacolare questo cammino positivo». Ed ora, visto la positiva prospettiva di ulteriore crescita che il settore in cui opera ha nella sua terra, quali sono le sfide che dovranno vincere i giovani calabresi che decideranno di operare in questo settore?

«E’ necessario motivare i nostri giovani verso le eccellenze. Per essere pratico e realista dico che il responsabile mondiale di Aon Corporation dell’importante e strategico ufficio finanza - controllo e analisi, con ufficio nel grattacielo Aon a Chicago, stretto collaboratore del numero uno al mondo della nostra società, è un mio amico calabrese, è di Soverato, ha trentasei anni e si chiama Agostino Fulciniti».

Infine, un ultima domanda, per quanto riguarda l’evento Expo 2015 quale sarà l’apporto di Aon?

«Siamo al fianco di Expo dal Marzo del 2012, in qualità̀ di broker esclusivo a seguito dell’aggiudicazione di apposita gara europea, per l’analisi dei rischi e l’identificazione del corretto mix di soluzioni per la gestione delle esposizioni. Una manifestazione di grande rilevanza Internazionale e di notevole importanza per l’Italia che, per quando mi riguarda, ci vede con orgoglio impegnati ad assistere, oltre l’Amministrazione Regionale, anche Imprese Calabresi che direttamente o indirettamente sono coinvolte nell’Esposizione Universale permettendo loro di lavorare con serenità alla costruzione e all’organizzazione dell’evento; oltre che adeguate coperture, durante i sei mesi della manifestazione, per far vivere ai 20 milioni di visitatori attesi un’esperienza davvero straordinaria, in completa sicurezza”. •

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business

La Hyundai Motor Company Italy sceglie l’eccellenza della concessionaria Ruga

per il lancio della nuova i20 in Calabria

Intervista al pubblic relation manager di Hyundai Carlo Sabbatini presente all’evento di Maria Teresa Rotundo

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er il lancio in Calabria della nuova i20 la Hyundai Motor Company Italy ha scelto la concessionaria Ruga di Catanzaro. E non poteva essere altrimenti, visto che la realtà aziendale della famiglia Ruga rappresenta un’eccellenza italiana che ha creduto nelle straordinarie potenzialità del colosso coreano, sviluppando una mission aziendale che, negli anni, è riuscita ad ottenere eccellenti risultati nelle performance di vendita ed assistenza, nonché della customer satisfaction. Quest'anno è stato riconosciuto, il premio "Customer Satisfaction PostVendita", alla dealer Convention 2015 a Sciacca, rientrando tra le prime due Concessionarie d'Italia. A certificare questo percorso di crescita aziendale ci sono i riconoscimenti a livello nazionale ed europeo che la Hyundai ha riservato alla concessionaria Ruga, tra gli ultimi quello di “Challenger Dealer” all’interno del programma europeo denominato “Dealer Challenger Program” ideato da Hyundai Motor Europe.

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L’occasione del lancio della seconda generazione di Hyundai i20 è stato così un momento per presentare alla clientela la rinnovata utility car e ribadire il grande lavoro svolto dallo staff della virtuosa concessionaria catanzarese insieme a Carlo Sabbatini, public relation manager di Hyundai Motor Company Italy s.r.l., che ha saputo illustrare i risultati raggiunti dall’azienda calabrese e le potenzialità di crescita di quest’ultima in accordo con i nuovi obiettivi che la Hyundai sa di poter raggiungere non solo all’interno del mercato italiano. La Hyundai è stata in grado di imporsi nel mercato mondiale delle auto attraverso proposte in grado di soddisfare anche le esigenze della clientela europea, a questo ha anche contribuito il lavoro svolto da concessionarie come quella della famiglia Ruga.

Dottor Sabbatini, quali sono i risultati raggiunti dal colosso coreano nel 2014 e con quali proposte?

«Noi siamo presenti in Italia come filiale diretta dal 2008 e con la concessionaria della famiglia Ruga abbiamo un rapporto più che trentennale. L’azienda rappresenta, infatti, una tra le migliori concessionarie nazionali e un’eccellenza calabrese certificata dai concreti risultati delle vendite e dalla soddisfazione dei clienti. Il percorso di Hyundai dal 2008 ad oggi è stato di crescita notevole. Nel 2014 la i10 è stata la vettura straniera, facente parte del segmento A, più venduta ai privati. L’ix35 è, da 5 anni, fra i suv più


economia venduti in Italia. La ix20 è sul podio delle vetture più vendute. Insomma, abbiamo una gamma molto articolata di vetture che riesce a colpire un po’ tutti i mercati. C’è poi la Veloster, una macchina particolarmente originale con una portiera sul lato sinistro e due sul lato destro, ideata dunque con particolare riguardo alla sicurezza, perché permette ai passeggeri di scendere dalla vettura dal solo lato del marciapiede e a tal proposito preciso che tutte le nostre auto, in base ai crash test effettuati, hanno ottenuto 5 stelle di sicurezza. Siamo un gruppo veramente globale, si consideri che la Hyundai, la più giovane azienda automobilistica mondiale, nata nel 67’, già nel 2000 era al decimo posto mondiale, nel 2005 è arrivata al settimo posto, dal 2010 ha raggiunto il quinto posto mondiale sia come gruppo che come singolo marchio». E nel 2015, quali obiettivi vuole raggiungere Hyundai?

«Ci apprestiamo a crescere ulteriormente e ora puntiamo sul lancio della nuova i20. Con questa vettura eravamo al quindicesimo posto nella classifica delle vetture più vendute del segmento B, ora vorremmo entrare nella top ten, ci piacerebbe e riteniamo che ci possano essere le condizioni per farlo. Oltretutto, e questo vale anche per la i10 e la ix35, la i20 è un prodotto ideato, progettato, sviluppato, testato e prodotto in Europa per i clienti italiani ed europei. Poi voglio aggiungere che la ix35 è stata disegnata da Nicola Danza un designer italiano».

Quindi è nell’attenzione al cliente che si concentrano le forze delle proposte di Hyundai?

«I veicoli sono pensati in base ai gusti degli europei. La differenza rispetto a tante altre case è che noi cerchiamo di produrre dov’è il mercato, così facciamo delle analisi accurate per capire le esi-

Hyundai ha fatto proprio da tempo, facendo così sperare nel concretizzarsi del sogno dell’auto che non inquina. E’ effettivamente così?

genze dei mercati in cui ci poniamo. Prima ho parlato dell’italiano Nicola Danza, che ha frequentato l’Istituto Europeo di Design (IED) che a Torino ha una sede di Trasportation design. Quest’anno per la prima volta la Hyundai ha dato una borsa di studio e ha promosso in collaborazione con lo IED un’iniziativa attraverso cui presentare progetti per la realizzazione di una vettura sportiva di segmento B, visto che l’Italia ha una tradizione per quanto riguarda vetture piccole e sportive. Tra i progetti presentati è stato scelto quello vincitore. Alla sua realizzazione hanno partecipato ragazzi di età compresa tra i 20 e i 22 anni che hanno così realizzato la PassoCorto, una vettura sportiva due posti. Il ragazzo vincitore del progetto ora lavora al centro ricerche Hyundai in Germania». In Italia, dunque, il lavoro di Hyundai è stato intenso e costante, misurabile con dati alla mano…

«Nel 2014 l’Italia è stata eletta migliore filiale mondiale dalla Hyundai Motor Company, una delle aziende principe della Corea del Sud, presente in tutto il mondo con 160 filiali mondiali e oltre 100 mila dipendenti. Il fatto che una piccola azienda di 120 concessionarie come la Hyundai in Italia, che realizza quasi 40 mila macchine all’anno in un mercato auto che si è dimezzato, rende visibile a tutti i nostri risultati».

«Siamo la prima azienda al mondo che ha prodotto di serie una vettura ad idrogeno con zero emissioni. Ne abbiamo già venduti 10 esemplari all’Istituto Tecnologico di Bolzano. A Trento e a Bolzano ci sono infatti due distributori di idrogeno. L’Istituto Tecnologico insieme alla regione ha acquistato queste vetture per darle alle multinazionali presenti nel proprio territorio. La ix35 ad idrogeno ha delle prestazioni compatibili con la normale vettura a gasolio. Fa 160km/h, ha 600 km di autonomia, da 0 a 100 in 11 secondi, viaggia in assoluto silenzio e per fare il pieno occorrono solamente 3 minuti, come un normale self - service. Il concetto alla base di questa vettura è semplicissimo. L’idrogeno viene utilizzato come combustibile delle celle che sono intere alla vettura, senza pregiudicarne il vano di carico, queste trasformano l’idrogeno in energia elettrica che fa muovere le due ruote anteriori della vettura. C’è da dire che come la Hyundai tante altre case stanno lavorando sull’idrogeno, noi, però, siamo i primi ad aver prodotto una vettura di serie». •

Si sente spesso parlare di mobilità sostenibile, un concetto che

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eventi

A Smau Calabria

tutto il sistema dell’innovazione regionale Q

uaranta start up, 6 workshop tematici, 1.000 tra imprenditori, esperti e visitatori provenienti da tutta la Regione. Sono i numeri della prima edizione di Smau Calabria che, come ha commentato Pierantonio Macola, Amministratore Delegato di Smau «ha confermato la ricchezza di questo territorio in termini di innovazione». E, infatti, «la Calabria – ha proseguito – è al primo posto come crescita di startup nell’ultimo anno, un risultato ottenuto grazie all’attività della Regione e a tutti coloro che stanno svolgendo un compito importantissimo di creazione e valorizzazione delle eccellenze innovative sul territorio». La prima edizione di Smau Calabria è stato un progetto pilota. Ma proprio grazie all'ottimo risultato ottenuto, già si pensa a un nuovo appuntamento entro il primo semestre del 2015. E nei prossimi mesi, inoltre, l’attività di Smau - volta a favorire l’incontro con l’offerta di innovazione della Calabria - proseguirà con le edizioni di Smau che si terranno in contemporanea ad Expo 2015 «in cui faremo incontrare – spiega Macola – le startup calabresi con le delegazioni B2B di Expo e con

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la prima edizione di Smau Berlino». E qui che avranno l’occasione di presentare il proprio progetto di impresa le startup Gipstech, Spitch e Altrama Italia. L’obiettivo sarà da un lato quello di favorire lo sviluppo della startup favorendo l’incontro con il mercato europeo, dall’altro quello di dare una rappresentazione della capacità di innovazione in Calabria. La due giorni è stata anche l’occasione per accendere il dibattito su

alcuni temi di rilevanza per il mondo imprenditoriale come Expo 2015 e le opportunità di business per le imprese sul territorio, internazionalizzazione, export e innovazione, webmarketing e social media, internet degli oggetti e nuove frontiere della stampa 3D, eCommerce, Big data e sicurezza delle informazioni. Ed è proprio dalle parole dei relatori dei workshop che emerge quanto tali tematiche siano rilevanti per le imprese


attualità

e le pubbliche amministrazioni. Pierluigi Mazzuca, Direttore Customer & Partner Experience di Microsoft ha spiegato che «il tema dei big data è fondamentale, così come è altrettanto fondamentale il valore dei dati che vengono analizzati e delle informazioni che si riescono a processare, l’importante è che sia semplice riuscire ad analizzarli e visualizzarli con tecnologie familiari, così come deve essere semplice poterli utilizzare facendo leva, ad esempio, su tecnologie come il cloud computing che rendono più elastica sia la capacità di storage di questi dati sia la capacità di calcolo necessario per avere il livello di analisi sofisticato richiesto dai big data. In questo modo i big data possono essere di grande supporto a favore delle Pubbliche Amministrazioni e della gran parte delle Aziende». Sul tema dei social media è intervenuto Francesco Frinchillucci, Sales Manager Development & Territory di SAS. «Social, Media, Analytics e Cloud - Smac sono le tecnologie che stanno condizionando e avendo un ruolo sempre più importante nella nostra vita quotidiana, in particolare i social, il web e il mobile producono una quantità di informazioni e di dati che tracciano il nostro comportamen-

to e che consentono quindi alle aziende di interagire con i propri consumatori in modo evoluto. Queste informazioni – ha detto – che chiamiamo Big Data rappresentano una sfida che le nostre aziende clienti devono affrontare. Oggi vi sono soluzioni di visual analytics che permettono anche alle piccole e medie imprese di accedere in modo facile e graduale, che permettono di democratizzare queste tecnologie e di renderle facilmente accessibili». In tema Internazionalizzazione è intervenuto, tra gli altri, Nicola Todisco, Responsabile sede Napoli e Responsabile del Centro Sud per il canale di Zucchetti il quale ha affermato che “l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo sono elementi fondamentali per supportare l’internazionalizzazione delle imprese. Le startup presenti oggi sono una grande risorsa per le imprese per anticipare il mercato e hanno grandi potenzialità per varcare i confini nazionali. In loro supporto hanno a disposizione tecnologie innovative che facilitano le possibilità che le loro idee si trasformino in business maturi. L’augurio è che possano intraprendere un

percorso simile a quello della nostra azienda che da startup si è trasformata in multinazionale, presente in numerosi Paesi del mondo. Infine, in tema di e-Commerce, Andrea Spedale, presidente di Aicel, nel sottolineare come «in Italia l’e-commerce non è ancora ben sviluppato», ha sottolineato che certamente questa arretratezza ha conseguenze di tipo economico sulla crescita dei business aziendali in termini di mancate possibilità di espansione e guadagno. Questo, in parte, è dovuto ad un alone di insicurezza che circonda le attività di vendita on-line. Alone dovuto fondamentalmente ad una scarsa conoscenza del settore e dei meccanismi che lo guidano. L’obiettivo di incontri come questo – ha concluso – è proprio quello di evidenziare alle imprese i vantaggi dell’e-commerce per presentarsi al meglio sui mercati internazionali, anche in prospettiva di Expo 2015». • ►

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eventi

Innovazione tecnologica,

arriva Dom-Ino

T

ra le quattro imprese premiate nell’ambito di Smau Calabria, e unica dell’ICT, c’è l’azienda catanzarese “Innovazione Tecnologica srl”, che ha presentato il progetto Dom-Ino con l’obiettivo di realizzare un sistema di automazione e controllo degli oggetti domestici attraverso una rete di sensori e attuatori controllati da centraline low-cost basate su tecnologia open, senza alcun impianto invasivo e utilizzando protocolli su onde convogliate che viaggiano sul cablaggio

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elettrico o su sistemi wireless. Per saperne di più abbiamo fatto qualche domanda al suo direttore generale, Luciano Ricci. In cosa consiste il vostro progetto ?

«L’idea è quella di realizzare un sistema di automazione di ambienti domestici (domotico) che possa essere ospitato in qualsiasi casa senza alcun impianto invasivo. Il sistema denominato DomIno potrà essere utilizzato anche outdoor per la gestione di parcheggi, aree verdi, aree attrezzate, rifiuti, veicoli. Inoltre po-

trà essere facilmente implementato per il controllo dei consumi (elettrico, riscaldamento) e per favorire interventi per la loro riduzione nonché per fornire servizi alla persona, di telesoccorso e teleassistenza». Può dirci qualcosa di più su Dom-Ino ed in cosa consiste l’innovazione ?

«Dom-Ino: gli oggetti della tua casa e del tuo mondo reale connessi attraverso Arduino” è lo slogan del nostro progetto. La filosofia open e il costo decisamente ridotto rispetto alle centraline per do-


attualità

motica oggi presenti sul mercato sono caratteristiche decisamente innovative. Inoltre Dom-Ino risponde ad esigenze di automazione indoor e outdoor senza necessitare di infrastrutture fisiche invasive; è fornito per l’autoinstallazione da parte dell’utente anche non particolarmente esperto, ed è affidabile e scalabile per meglio rispondere alle nuove esigenze dell’utenza. Dom-Ino è in grado di dialogare e integrare tutti i dispositivi normalmente presenti in una casa: scaldabagno, forno, frigorifero, congelatore, lavatrice, asciugatrice, lavastoviglie, gestione accessi, tapparelle, climatizzatore e stufe, protezione antintrusione, antifurto, antirapina, perimetrale, videocontrollo ambientale locale e a distanza, protezione antincendio, antiallagamento, da fumo o fughe di gas, telesoccorso e teleassistenza di persone sole, anziane, disabili o ammalate,

integrandosi con ogni forma di comunicazione presente: telefono, segreteria telefonica, citofono/videocitofono, fax, comunicazioni interne tra i locali, connessione internet, controllo remoto (internet, sms), diffusione audio/video di ogni tipo». Quindi l’I.O.T. (Internet of things) ed il M2M (machine-to-machine) sono oramai una realtà. Può spiegare ai nostri lettori di cosa si tratta ?

«Come Internet ed il web hanno cambiato profondamente il mondo, il prossimo sviluppo rivoluzionario sarà l'IoT ed il M2M, in cui la maggior parte del traffico internet sarà generato da "cose". Questo 'Internet delle cose' (IoT), o 'Machine to Machine' (M2M), è già una realtà visto che diversi tipi di microprocessori si trovano oramai in ogni sorta di 'cose': elettrodomestici, automobili, carte di credito, passaporto, animali

domestici, telecamere a circuito chiuso, ascensori e molti altri. The Internet of Things è uno scenario in cui oggetti, animali o persone sono dotati di identificatori univoci avendo la capacità di trasferire automaticamente i dati su una rete senza richiedere l'interazione uomouomo o uomo-computer. L'Economist, in una intelligence unit pubblicata nel 2013, stima nel 75% delle aziende americane dell'ICT la quota di quelle che stanno pensando o già realizzando soluzioni per l'IoT e ritiene letteralmente esplosivo questo mercato nei prossimi 3/5 anni. L'internet degli oggetti conta un sempre più grande numero di connessioni: 1,9 miliardi di dispositivi oggi, e 9 miliardi entro il 2018. Vishakha Radia, direttore Consulting Services di Cisco ha detto che la sua azienda stima il mercato dell'IOT in 14.400 miliardi dollari. Il futuro è chiaro: Possiamo vedere chiaramente l'Internet of Everything come la prossima grande transizione del mercato». Per saperne di più si può consultare il sito www.domoticalowcost.it. •

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eventi

“Mediterranea Food & Beverage”: la rassegna

enogastronomica delle eccellenze calabresi

Concepita come un grande polo culturale è stata un appuntamento irrinunciabile per i professionisti del settore

di Maria Teresa Rotundo

L

’eccellenza della produzione enogastronomica calabrese è tornata a far parlare di sé e lo ha fatto, ancora una volta, a Catanzaro in occasione della fiera del gusto “Mediterranea Food & Beverage”. Giunta alla sua quinta edizione, la rassegna enogastronomica del Made in Calabria, dal 13 al 16 novembre, ha rappresentato un momento strategico per uno dei settori più importanti dell’economia calabra. Non una semplice esposizione, dunque, ma molto di più. Perché il progetto, messo a punto da Catanzaro Fiere SpA e Oceania Srl in collaborazione con Unioncamere Calabria, ha saputo concepire la rassegna enogastronomica come un grande polo culturale. «La fiera negli anni si è sempre posta in un’ottica di miglioramento sia per quanto riguarda la parte espositiva che per la parte dedicata agli appuntamenti – ha sottolineato Rosanna Mancuso, curatrice degli eventi della rassegna –

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anche quest’anno a darci fiducia sono state le eccellenze della produzione calabrese, esponendo i propri prodotti e partecipando ai numerosi eventi di approfondimento dedicati all’intera filiera enogastronomica». “Mediterranea Food & Beverage” è stata così una grande vetrina per le aziende che hanno scelto di promuovere le proprie produzioni all’interno del territorio calabrese, interfac-

ciandosi con i tantissimi visitatori che hanno affollato i padiglioni, come ha infatti precisato Rosanna Mancuso, «la bontà dell’offerta di tantissimi produttori era già nota ai visitatori che si sono recati in fiera per acquistare, riuscendo poi a degustare le novità delle produzioni confezionate con ingredienti genuini, proprio come vuole la tradizione». E allora l’appuntamento per i pro-


eventi

fessionisti del settore è stato irrinunciabile. Chef, studenti e imprenditori a capo di tutti i settori della filiera hanno avuto modo di mettersi in discussione, farsi conoscere ed ampliare il proprio sapere. Tre sono stati i concorsi che si sono succeduti: i ragazzi degli Istituti Alberghieri hanno partecipato al Concorso “Mediterranea Chef e Sapori – la Calabria tra Talento e Tradizione” grazie alla collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale e di Pandolea, i produttori d’olio extravergine di oliva si sono contesi il titolo di “Miglior Olio Extravergine di Oliva” con il Concorso Regionale “Mediterranea Oro”, mentre i maestri pizzaioli hanno potuto esprimere tutte le loro abilità nel Campionato Internazionale di Pizza “EATALIAN”. Presentazioni di progetti, convegni, lezioni e degustazioni di sapori tradizionali hanno saputo introdurre in modo originale e pratico le novità del settore enogastronomico, focalizzando poi l’attenzione sull’importanza della Dieta Mediterranea, considerata patrimonio dell’UNESCO, e sui suoi elementi base prodotti proprio all’interno del territorio calabro, discutendo delle difficoltà che il mercato enogastronomico di nicchia, quello in cui

interagiscono la maggior parte dei produttori calabresi, si trova ad affrontare nel mondo dell’economia globalizzata. Tanti ospiti hanno contribuito all’ottima riuscita della rassegna come la giornalista Rai Marzia Roncacci, che ha condotto un forum televisivo con i migliori chef calabresi che andrà in onda sulla seconda rete nazionale, Alessandro Circiello dal programma “Ricette per ragazzi” di Rai Gulp e la diva partenopea Marisa Laurito che in occasione

della gara tra i maestri pizzaioli ha sfornato una pizza preparata ad arte. Il risultato finale di “Mediterranea Food & Beverage” è stato allora il tentativo, ben riuscito, di dare spazio ad un settore che può certamente contribuire a modificare l’assetto economico calabrese. Un settore che trova nella tradizione la spinta per intraprendere strade di crescita virtuosa, perché è chiaro che non sa rinunciare alla genuinità e all’autenticità del Made in Calabria. •

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Giornale delle IdentitĂ Territoriali

www.localgenius.eu

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