editoriale
Parola d’ordine: fare rete! di
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o fatto un semplice esperimento. Ho inserito nella stringa di “google” la frase “l’importanza di fare rete” e, come immaginavo, son venuti fuori migliaia di documenti. Certo, alcuni poco pertinenti rispetto al campo che ci interessa, ma nella maggior parte dei casi il riferimento era alla necessità che le imprese si uniscano. Per ridurre i rischi, limitare i costi, affrontare con decisione la sfida dell’internazionalizzazione. E’ il cosiddetto business cluster. Un’evoluzione dell’ormai superato concetto di “distretto” che, a dire il vero, poco aveva attecchito nella nostra regione. Oggi, vuoi a causa della crisi, vuoi grazie a un’evoluzione culturale dettata anche da un processo di globalizzazione sempre più evidente, la nozione di rete comincia ad affermarsi anche alle nostre latitudine. E riesce perché l’importanza l’ hanno compresa anche le istituzioni e, ancor più che nel passato, le associazioni di categoria. E’ il caso del progetto Itaca, di cui parliamo ampiamente in questo numero del magazine. Un progetto messo a punto per volontà di Confindustria, Camera di Commercio e Regione Calabria capaci loro, prima di tutto, di “fare rete” per fornire alle Pmi gli strumenti per “fare rete”. A tal proposito, mi piace sottolineare come la pubblica amministrazione, spesso indicata come il
Aldo Ferrara*
vero “tarpa-ali” delle imprese, questa volta abbia dimostrato di essere struttura a supporto, dedita ad agevolare la creazione di raggruppamenti finalizzati all’innovazione. Ed è questa un’altra parola chiave per le aziende del presente e del futuro. La capacità di essere sempre nuovi è fattore determinate non solo per restare in vita ma anche per crescere bene, espandendosi oltre i propri confini. Tutto ciò si può ottenere proprio grazie a quel lavoro di squadra che la rete impone.Si tratta, così, di un’occasione per un territorio in cui la diffidenza dello stare insieme non ha fatto, già in passato, cogliere qualche opportunità e che però non può permettersi il lusso di perdere quest’altro treno, considerate anche le agevolazioni previste dal contratto di rete. Un via obbligata per superare i limiti, inevitabili, di chi opera solo. Ma, come detto, è una via che si potrà intraprendere solo se saremo in grado di cambiare la mentalità degli imprenditori. A loro tocca superare lo schema classico della concorrenza con la consapevolezza che nel mercato è meglio trovare dei compagni di viaggio piuttosto che dei competitor. In pratica dei partner con cui condividere un percorso comune di crescita e di sviluppo. Perché non c’è dubbio che le alleanze strategiche saranno quelle che, nel breve periodo, daranno i maggiori risultati.●
«La nozione di rete comincia ad affermarsi anche alle nostre latitudine. E riesce perché l’importanza l’hanno compresa anche le istituzioni e, ancor più che nel passato, le associazioni di categoria»
* editore di “CalabriaEconomia"
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Quel sogno chiamato Cittadella Tutti gli uffici della Regione a Germaneto di Catanzaro Entro il 2013 si potrebbe tagliare il nastro
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l sogno si realizzerà forse entro quest’anno. La Cittadella regionale sta venendo su, giorno dopo giorno, nel quartiere Germaneto di Catanzaro. Il ritmo è accelerato, si viaggia a grandi passi verso la concretizzazione di un traguardo che si aspetta di tagliare dal 1970. L’ultimazione dei lavori è prevista il 14 novembre del 2013. Lo ha rivelato il presidente Scopelliti nel corso di una conferenza stampa convocata per spiegare ai giornalisti i progressi che si stanno facendo. «Abbiamo mantenuto fede all'impegno – ha dichiarato il Presidente – di recarci, a scadenza trimestrale, sui cantieri di questa grande realtà che sarà la nuova e unica sede degli uffici della Giunta regionale. Abbiamo trovato un edificio realizzato al 9 per cento e oggi – ha sottolineato il Presidente – l’avanzamento totale dei lavori è pari al 52 per cento. Ma la novità che voglio ufficializzare riguarda la realizzazione in open space degli uffici: una nuova forma di disposizione interna che consente
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non solo di ottimizzare lo spazio, ma soprattutto rappresenta la carta vincente per portare avanti l’idea di squadra attraverso l’interazione tra assessori, dirigenti e impiegati, allo scopo di rafforzare il senso di appartenenza e del raggiungimento degli obbiettivi comuni». «Vogliamo riuscire ad ottenere un risultato nei tempi previsti e magari anche ad anticipare. Sappiamo che non è facile quando si parla di opere pubbliche. Siamo fortemente determinati al perseguimento di questo obiettivo – ha affermato – e per noi questo dimostra che c’è una Giunta, e quindi un’amministrazione regionale che lavora. La Cittadella è un traguardo importante per dimostrare che anche in Calabria si può dare una svolta anche sul piano organizzativo». Scopelliti ha, poi, annunciato la prossima visita tra marzo e aprile «per seguire da vicino – ha spiegato il Presidente – l’evoluzione dei lavori». Rivolgendosi all’assessore regionale al Personale, Domenico Tallini, Scopelliti ha
voluto scherzosamente rimarcare: «Ci voleva un presidente di Regione reggino per ultimare i lavori della Cittadella regionale a Catanzaro». «Per me è stata un facile profezia – ha affermato Tallini – ho sempre avuto fiducia in Scopelliti. In campagna elettorale, qualcuno l’accusava di essere reggino centrico, invece ha dimostrato di mantenere fede agli impegni assunti. E l’esempio più eclatante è proprio la Cittadella regionale, un’opera monumentale che saprà cambiare il volto e la dimensione di una città. Scopelliti ha mantenuto tutti gli impegni assunti nei confronti di Catanzaro che sta assumendo le sembianze di un vero capoluogo di Regione. Ma questo lo affermiamo non per essere campanilisti: la Calabria deve darsi un assetto strategico dal punto di vista territoriale e istituzionale, dimostrarsi capace di gestire le risorse comunitarie come altre regioni, altrimenti rischia di perdersi. In questo momento abbiamo imboccato la via giusta». ●
primo piano
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Sommario
www.calabriaeconomia.it
PRIMO PIANO 3 Quel sogno chiamato Cittadella 6 Oltre la crisi il Paese può risorgere
attualità 12
Confindustria Calabria è preoccupata: "Si cambi marcia"
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L’unione fa la forza… Con Itaca ora anche in Calabria
20 Best Practices, la sfida dell'innovazione 24
LameziaEuropa. Riunita l’Assemblea degli Azionisti
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Al popolo calabrese si dica la verità
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“Winter University 2012” Adriano Marani inviato speciale
inchiesta 74
Navi dei veleni, il mistero non si svela
EVENTI 76
Arte Fiera Art First a Bologna
BUSINESS 78 All’estero con Internet: inquadramento e profili legali dell’E-Commerce
IL PUNTO 80
IL VERO SIGNIFICATO DEL VERBO "ROTTAMARE"
speciale pmi day 32
Industriamoci sul web
Editoriale
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Orientagiovani: progettare il lavoro del futuro in tempo di crisi
1 Parola d’ordine: fare rete!
37 Coinvolti 400 studenti dell'intera provincia
di Aldo Ferrara
39 alla scoperta delle imprese del gruppo Marrelli 40 ragazzi in quattro aziende. I “tecnici” apprezzano la Spi
flash news 42
economia Come cambia il mercato del lavoro
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50 Comitato Piccola Industria di Crotone, a tu per tu con Mario Spanò 54
La storia di Francesco Trebisonda
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Per una cultura giuridica d'impresa: è partito il progetto Dike
62 Patto per la Calabria, il punto di vista di Luigi Leone 66 Aiuti alle imprese, Fincalabra in prima linea 69
Cosa ci aspetta nel 2013
72 Check-up Mezzogiorno, il Sud è malato
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sommario
In Copertina Vincenzo Boccia
Oltre la crisi Che futuro ci aspetta?
Francesco Trebisonda Mario Spanò Giuseppe Speziali
numero 5 - 2012
Sommario
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Confindustria Calabria è preoccupata: "Si cambi marcia"
Calabria Economia periodico di informazione economica Anno IV - numero 5 - 2012 Editore
Aldo Ferrara Direttore responsabile
Davide Lamanna
Contatti Redazione via Caduti sul Lavoro, n. 9 88100 S. Maria di Catanzaro tel. 0961.781410 - fax 0961.789650 www.calabriaeconomia.it info@calabriaeconomia.it In redazione: Rita Macrì, Rosalba Paletta (Cooperativa Servizi editoriali) Catanzaro info@coopservizieditoriali.com
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Collaborazioni esterne saltuarie Andrea Ansani, Stefania Argirò, Maurizio Bonanno, Giacomo Carbone, Angela Caridà, Danilo Colacino, Vittorio Daniele, Pasquale De Pietro, Enrico Mazza, Monia Melia, Mario Meliadò, Paolo Orofino, Rosario Previtera,
Best Practices, la sfida dell'innovazione
Progetto grafico Gianluca Muzzi
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Come cambia il mercato del lavoro
Fotografie: Icaro fotocronache MediaService srl Cooperativa Servizi editoriali Antonio Raffaele Stampa Stabilimento Tipografico De Rose Montalto Uffugo (CS) Società Editrice Mediaservice Srl via Caduti sul Lavoro, n. 9 88100 S. Maria di Catanzaro www.mediaserviceagency.it info@mediaserviceagency.it
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Inviato in tipografia: dicembre 2012
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primo piano A Catanzaro, voluto da Confindustria, un partecipato convegno incentrato sul tema del credito
Oltre la crisi il Paese può risorgere
Si è discusso anche del ruolo dei Confidi. Boccia: "Non siamo pessimisti, ma..." di
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Maria Rita Galati
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n momento di riflessione e confronto in virtù dei nuovi scenari economici, una discussione sui modelli più idonei per interpretare i mercati del futuro a cominciare da un assetto evoluto del credito. E dell’accesso al credito, la “benzina” di un sistema produttivo che anela la crescita e che senza circolazione della liquidità rischi di bloccarsi precipitando in una crisi ancora più nera, quella – che secondo il presidente della Piccola Industria di Confindustria, Vincenzo Boccia – deve ancora arrivare, tra il terzo e il sesto semestre del 2013. Ma di questo gli imprenditori, soprattutto quelli meridionali, non sono spaventati, visto come sono abituati a convivere ed agire con la recessione. Ma anche perché gli imprenditori non
hanno paura, piuttosto consegnano al Paese un’idea di sviluppo finalizzata alla crescita che starà alla politica – perché c’è bisogno di politica, non di partiti – realizzare attraverso una politica economica che guardi alle tre “c”: consapevolezza, convergenza e competitività. Il seminario “Oltre la crisi: nuove strade per il credito, nuove sfide per l’economia reale” - organizzato da Confindustria Catanzaro, nella Sala Convegni “Guglielmo Papaleo”, in particolare dal presidente della Piccola industria di Confindustria, Catanzaro, Aldo Ferrara e dai sui consiglieri ha messo attorno al tavolo autorevoli esponenti del mondo dell’impresa e del credito, partendo da una buona notizia: dai primi di gennaio la Calabria potrà contare sulla fusione dei quattro
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Da sinistra, Pietro Mulatero, Giuseppe Speziali, Aldo Ferrara, Giuseppe Gatto, Vincenzo Boccia e Paolo Abramo
Confidi esistenti – i due di Cosenza, Catanzaro (che già comprende Vibo e Crotone) e quello di Reggio Calabria - “una unione che permetterà di avviare davvero un percorso nuovo”. Il supplemento di positività viene dato dal ruolo giocato dalla Regione che ha favorito l’accelerazione della fusione ponendosi come parte attiva di un processo che rappresenta un’occasione di sostegno importante per le piccole e medie imprese a caccia di una boccata di ossigeno, soprattutto nella prospettiva di procedere con gli investimenti. «I vari passaggi sono stati consumati e dai primi di gennaio potremo considerata conclusa la fusione di prima livello. In seguito avremo la possibilità di fare una seconda fusione – spiega ancora Ferrara – con i Confidi
Piemonte che ci consentirà di diventare Confidi di vigilanza». Una crisi che non è stata voluta da noi, dice ancora Ferrara, ma «rispetto alla quale ci siamo trovati impreparati perché abbiamo un Paese con un sistema di imprese deboli. Ecco perché la fusione dei Confidi e l’accesso al credito diventa determinate. Va bene se le banche hanno nel Confidi un interlocutore forte, però probabilmente la cultura finanziaria delle imprese deve anche migliorare», ha detto ancora Ferrara che ha posto ad ognuno dei suoi interlocutori centrate ed interessanti domande, alzando il livello del confronto. Il fatto di avere un Confidi forte non esclude, comunque, il problema che oggi avere accesso al credito resta un fatto tecnico: se bisogna fare un investimento, è fonda-
Aldo Ferrara:
«Il fatto di avere un Confidi forte non esclude, comunque, il problema che oggi avere accesso al credito resta un fatto tecnico: se bisogna fare un investimento, è fondamentale l’innesto in una buona linea di sviluppo»
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Il tavolo dei lavori
mentale l’innesto in una buona linea di sviluppo». Un altro dato su cui Ferrara ha posto l’accento nel corso del seminario è l’importanza del fattore “tempo” sia nel favorire l’accesso al credito sia nelle determinazioni della politica economica. «I tempi moderni sono caratterizzati dalla velocità, la capacità di poter introdurre una misura dall’oggi al domani diventa il discrimine della sua utilità – ha detto ancora –. In fase di decreto di attuazione probabilmente i fondi previsti potranno essere uti-
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lizzati tanto per nuovi investimenti quanto per cassa, ma magari la misura sarebbe servita più che per i nuovi investimenti per i consolidamenti. Non è un problema solo della politica ma anche dei processi burocratici e della normativa». Ad aprire i lavori, i saluti del presidente di Confindustria Catanzaro, Giuseppe Gatto, che parte da una constatazione-monito: «Il potere finanziario oggi sta condizionando l’evoluzione dell’economia reale. Una cosa che ci
ripetiamo tutti i giorni, e forse dobbiamo iniziare a gridarla al mondo». Il potere finanziario, come “dittatura bianca” per dirla come il ministro Tremonti. «Se non riduciamo il potere della finanza che condiziona in maniera totale lo sviluppo dell’economia – dice ancora Gatto – questo Paese, in Europa, non avrà dove andare. Ma la colpa di questa crisi non credo sia delle banche, la colpa di questa crisi è della politica, intesa nell’accezione più ampia, che probabilmente risale al 1999 quan-
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In primo piano il presidente di Confindustria Catanzaro Giuseppe Gatto
do, presidente Usa Bill Clinton, viene fatta una riforma che sconvolge quello che fino ad allora era stato il bancario del mondo, fondato sulla distinzione tra gli impegni delle banche e gli impegni finanziari». Insomma “il rating deve essere separato dal retail”, che tradotto significa: impedire alle banche di fare speculazione finanziaria. Il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Paolo Abramo, ama definirsi il “padre dei Confidi”, anticipando nelle intenzioni la fusione delle Unioni provinciali, «la realizzazione di un sogno. Si porta a compimento un lavoro di tanti anni condotto con la dedizione di uomini che sono passati da qui e hanno fatto gioco di squadra – afferma ancora – . Quanto è stato fatto non basta serve, anche la cultura del credito. La Camera di
Commercio ha saputo diventare super partes nei criteri di valutazione: ritenevamo che ci fosse la necessità di condividere i problemi. E lo abbiamo fatto investendo, anche nel 2012, con quasi tre milioni di euro”. Abramo chiude con un altro dato su cui riflettere: Gli imprenditori, negli ultimi anni, sono diventati un riferimento anche per le istituzioni». Ferrara ha posto anche una serie di quesiti al rappresentante dell’Abi Calabria, Antonio Riccio: si parla di disintermediazione finanziaria, di una eccessiva regolamentazione che penalizza soprattutto i Paesi che come l’Italia la rispettano. Ci vuole, in sostanza, chiarezza sul principio della certificazione dei crediti che le Regioni dovrebbero già aver acquisito. «Abbiamo passato anni di ubriacatura finanziario,
ci sono 250 miliardi di gap nei rapporti interbancari. Ci vuole quindi un diverso dialogo tra banca e impresa – afferma Riccio – ed é necessaria prima di tutto la liquidità del credito che è diventata materia prima rara, L’unione dei Confidi è una risposta alla necessità di un dialogo tra banche e imprese. Una delle altre problematiche è quella della certificazione dei crediti: i tempi lunghi della nostra regione per i pagamenti danneggiano le imprese e la nuova legge sulla certificazione dei crediti, per il pagamento entro trenta giorni, favorisce lo scambio di flussi tra tre soggetti». A portare la testimonianza del Confidi Piemonte, nonché presidente di Federconfidi – ne sono parte 47 di cui una ventina nel Sud, e al 31 dicembre 2011 i Confidi di Federconfidi avevano in essere qualcosa come undici miliardi di finanziamenti assicurati ai propri associati nei territori – Pietro Mulatero. «L’arma dei Confidi resta la conoscenza estremamente approfondita nel territorio – afferma il presidente di Federconfidi – una volta le banche prestavano più attenzione alle garanzie reali e non alle prospettive dei singoli. Il Confidi era in grado di cogliere le opportunità delle piccole e medie imprese. E questa è ancora la nostra forza. La prossimità dei Confidi ai suoi associati, è un valore aggiunto da cui non si può prescindere. L’approccio delle banche negli ultimi anni è cambiato radicalmente, ma una volta le ►
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Da sinistra, Giuseppe Gatto, Vincenzo Boccia presidente della Piccola Industria e Paolo Abramo presidente della Camera di Commercio di Catanzaro
banche prestavano più attenzione alle garanzie reali e non alle prospettive e alle potenzialità del singolo individuo. Il Confidi, per conoscenza personale, per ambito confindustriale in cui operava e viveva era, ripeto, in grado di apprezzare e cogliere opportunità della piccola e media impresa che dal sistema bancario o non erano conosciute o non venivano apprezzate nel giusto modo. Quindi, questo consentiva di poter supportare in maniera positiva la piccola e media impresa e consentire l’accesso la credito in condizioni in cui sarebbe stato penalizzante o penalizzato. E’ fuori discussione che questa sua prossimità, quindi, il territorio sia un valore aggiunto da cui il Confidi non
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può prescindere. Alla luce delle varie regole che hanno cambiato anche la capacità dei Confidi di fare credito, e rilasciare garanzie sulla base dei patrimoni che hanno, sta cambiando l’intero sistema». L’obiettivo del Confidi, comunque, ricorda Mulatero «non è prosperare ma facilitare il finanziamento delle imprese. I confidi sono nati per fare questo: tutti le risorse che prendono sono a servizio delle piccole e medie imprese». Secondo il presidente di Confindustria Calabria, Giuseppe Speziali, molto spesso il compito delle associazioni di categoria è quello di «trasmettere una cultura imprenditoriale tale che consenta alle aziende di capire
come devono affrontare la battaglia per il credito». Ma «i tempi della politica non possono essere quelli dell’impresa, nei tempi della politica le imprese sarebbero già morte. Anche per quanto riguarda l’aspetto regionale, seppure abbiamo avuto dall’Ente regionale questo grande supporto nel processo di fusione dei Confidi – afferma ancora il presidente di Confindustria –. Ma, ad esempio, a febbraio 2012 avevamo chiesto che si facesse riferimento al fondo messo a disposizione di Fincalabra, vale a dire 51 milioni di euro, visto che erano depositati ma non utilizzabili, perché se non ci sono i fondi della garanzia sono inutilizzabili. Anche i questo caso abbiamo ricevuto
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Vincenzo Boccia:
«L’unione dei Confidi di cui avete parlato, non è solo un bel segnale dal punto di vista pratico, ma è un importante messaggio di cosa sia il ruolo di un ceto responsabile. Perché il ruolo di un ceto responsabile è fare sistema»
sostegno dalla Regione attraverso la programmazione perché le proposte che abbiamo fatto e sono state accolte nel comitato di sorveglianza di giugno. Abbiamo chiesto che una parte dei fondi potesse essere usata per la garanzia ed un’altra a sostegno delle aziende: ma pur avendo accolto questa posizione, a distanza di sei mesi tutto ciò non è diventato realtà. Anche qui i tempi purtroppo non sono compatibili con i tempi dell’impresa perché fin quando si aspetta l’attuazione e l’erogazione del dovuto, le imprese muoiono. Il problema è mettersi d’accordo: se insieme si è convinti di fare delle cose, il problema è attuarle». Insomma, gli imprenditori sono troppo spesso alle prese con impedimenti burocratici: un problema, «che in generale in Italia è un problema e in Calabria è il problema». Speziali ha posto poi l’accento sulla questione delicata della difficoltà di acceso al credito per le imprese del settore edile, «dovrebbe esserci un altro ente che possa fare da banca
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di garanzia per garantire imprese che hanno sostenuto l’economia di questa regione, e la pluralità di soggetti non può che arricchire il panorama». «Qualche complimento, in questo momento di difficoltà, fa anche bene, e avere complimenti da Speziali non è facile – scherza l’assessore regionale alle Attività produttive, Antonio Caridi, prima di ringraziare Confindustria per il contributo che dà alla Regione -. Ogni giorno cerchiamo di mettere in atto e di velocizzare le misure che la Regione fa a favore degli imprenditori calabresi, in un contesto di crisi nazionale e internazionale. Come uscire dalla crisi?», si interroga Caridi: «Non c’è una ricetta soprattutto sul territorio calabrese, un territorio difficile e non soltanto per l’economia. Abbiamo stilato il piano triennale delle attività produttive, che è un piano costruito con le attività di categoria. La fusione dei Confidi è un risultato importante, proprio nell’interesse delle piccole e medie imprese, per recuperare gli errori del passato quando c’era un numero illimitato di Confidi che non serviva a nessuno, che sorgevano non per sostenere le imprese, ma solo per fini personali». E’ toccato, quindi, a Vincenzo Boccia – non solo presidente della Piccola Industria, ma anche presidente del Comitato crediti e finanze di Confindustria – tirare le somme del seminario, che oltre a risultato articolato e ricco di spunti, ha registrato una elevata presenza di rappresentanti imprese e addetti del settore. «Ci avviamo alla fase più acuta della crisi, che non è finita e arriverà nel primo trimestre, se non semestre del 2013 – sostiene Boccia – e abbiamo l’impressione che una parte del Paese non abbia consapevolezza della situazione d’emergenza che viviamo. Non mi riferisco alla politica, visto che in
questa fase abbiamo bisogno di più politica, con una maggiore attenzione complessiva. L’unione dei Confidi di cui avete parlato, non è solo un bel segnale dal punto di vista pratico, ma è un importante messaggio di cosa sia il ruolo di un ceto responsabile. Perché il ruolo di un ceto responsabile è fare sistema». Soprattutto in una Paese dove dall’inizio della crisi ad oggi si sono persi sei punti percentuale di Pil, «è come aver subito una guerra, subito un conflitto, solo che le macerie non le vediamo ma sono nel mondo dell’economia. Siamo consapevoli dell’emergenza in quelle che abbiamo chiamato le tre “c”: consapevolezza, convergenza e competitività. E’ un elemento determinante perché se siamo coscienti che viviamo una fase di emergenza l’idea di una comunità è di compattarsi, di convergere, non di avere un conflitto. Questo è un Paese che vive di confronti e vive di conflitti». «Se c’è qualcuno che non ha capito che viviamo un’emergenza continua in una logica di conflitto in un mondo in cui non deve dividere ricchezza ma creare le precondizioni per realizzarle, allora non abbiamo capito in quali condizioni stiamo vivendo – afferma ancora Boccia –. Questo non significa che siamo pessimisti, perché noi imprenditori siamo pessimisti nelle previsioni e ottimisti nelle aspettative, non ci fa paura niente». «Dobbiamo cominciare a far capire che le scelte di politica economica sono le scelte che riguardano il futuro del Paese, non solo le parti sociali e gli industriali – si è avviato alla conclusione Boccia –. E in questo io vedo anche il ruolo moderno di Confindustria, ponte tra gli interessi generali e gli interessi dell’impresa. Questa è la Confindustria che noi immaginiamo e su cui stiamo lavorando tutti insieme, che arriva in tempo, in un momento cui le forze reali prevalgono sulle forze ideali». ●
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Confindustria Calabria è preoccupata: "Si cambi marcia" Appello alla politica. Speziali: «Tavoli del partenariato elusi». Cava: «Le nostre aziende penalizzate» 12
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Da sinistra, Giuseppe Gatto, Natale Mazzuca, Michele Lucente, Giuseppe Speziali, Francesco Cava, Andrea Cuzzocrea e Antonio Gentile
di
Danilo Colacino
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l 9.7% contro il 7.4% della media nazionale di imprese fallite nel 2011; oltre 200 aziende già decotte nei primi nove mesi di quest’anno; un eccesso di mortalità dell’attività imprenditoriale, incrementatosi notevolmente nel 2012: con un saldo negativo rispetto alla natalità dopo un lunghissimo periodo di positività; la crisi dell’edilizia - settore maggiormente in crisi - nel quale chiudono o versano in una situazione di irrimediabile passivo
ben due imprese a settimana; la quantità di credito erogata alle aziende calabresi diminuita del 4.9%; il costo dei prestiti concessi nella regione superiore dell’1.8% rispetto al resto del Paese; il tasso di occupazione in Calabria pari al 42.5% contro il 57% della media nazionale e viceversa quello di disoccupazione che ammonta al 12.7% contro il 7.4% italiano; una percentuale di mancanza di lavoro fra i giovani del 40.4% a fronte del 29.1% del range italiano; un calo dell’occupazione in settori strategici quali l’edilizia che raggiunge il 14.7%; un ricorso agli ammortizzatori sociali, soprattutto in deroga, che toc-
ca ormai punte elevatissime (si tratta di milioni di ore) e oltre il 50% in meno di liquidazioni da parte delle casse edili calabresi versate agli operai delle imprese di costruzioni. È la fotografia di una situazione ai limiti del collasso o forse persino oltre la soglia massima del livello di guardia. Ma la Confindustria regionale, pur molto preoccupata per quanto potrebbe accadere, è convinta che si possa scongiurare il superamento del fatidico punto di non ritorno, a patto che le più alte figure istituzionali, ma non solo, intervengano al più presto con provvedimenti efficaci. È ciò che è stato detto, ►
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attualità
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Da sinistra, Michele Lucente e Giuseppe Speziali
in una conferenza stampa tenutasi nella sede della stessa Confederazione in via Lombardi a Catanzaro, alla presenza del presidente Giuseppe Speziali, del numero uno dell’Ance calabrese Francesco Cava e dei presidenti provinciali di Confindustria Catanzaro, Giuseppe Gatto; Reggio, Andrea Cuzzocrea; Crotone Michele Lucente e Vibo Antonio Gentile. Accanto a loro pure il vicepresidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca. Ad aprire i lavori il presidente Speziali, che si è affidato alla metafora cal-
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cistica per chiarire meglio le idee a tutti: «Vogliamo stringere un patto per la regione che coinvolga i corpi intermedi, la politica, le parti sociali, altri esponenti delle categorie datoriali e i sindacati. I dati testimoniano la drammaticità e l’emergenza del momento. Ma noi rilanciamo il concetto che sarebbe inopportuno aprire una fase conflittuale, essendo semmai più sensato collaborare e agire sinergicamente. Il Governatore Giuseppe Scopelliti asserisce che bisogna fare squadra e noi condividiamo. Siamo disponibili a militare in questa
compagine, magari con il ruolo di mediano di spinta. Un elemento che fa un lavoro oscuro, per poi passare la palla al centravanti a cui spetta il compito di andare in gol. La formazione schierata, però, non può vincere il campionato, ma deve essere consapevole di dover mirare alla salvezza, senza proclami di irraggiungibili successi. Noi, però, lamentiamo una generalizzata mancanza di confronto – ha aggiunto – e di conseguenza dobbiamo andare in ritiro. I tavoli del partenariato non possono essere elusi. Non si può delegare tutto
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Da sinistra, Francesco Cava, Andrea Cuzzocrea e Antonio Gentile
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Giuseppe Speziali:
Le previsioni econometriche spostano l’uscita dalla crisi nel 2015. Fino ad allora occorre resistere, anche evitando di essere fagocitati dal “fondo sovrano della ‘ndrangheta”. Una malefica entità che ci minaccia» alle procedure scritte, che mortificano il confronto con le parti sociali. Relativamente a determinati argomenti, come la gestione dei fondi europei, vanno messi in risalto tre profili fondamentali. La programmazione è iniziata nel 2007, in cui non c’erano i problemi attuali. Mi chiedo il motivo per cui non si sia riprogrammato, anche perché le aziende hanno bisogno di consolidare e salvarsi più che di pianificare nuovi progetti. È necessario cambiare marcia ed eliminare le pastoie burocratiche. Spiace invece constatare, per altro verso, che nel
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2010 la ragioneria della Regione abbia chiuso a settembre, nel 2012 a maggio, mentre per il 2013 si vocifera addirittura una serrata anticipata già a febbraio. Noi chiediamo un patto di stabilità orizzontale. Le previsioni econometriche – ha concluso – spostano l’uscita dalla crisi nel 2015. Fino ad allora occorre resistere, anche evitando di essere fagocitati dal “fondo sovrano della ‘ndrangheta”. Una malefica entità che ci minaccia». La chiusura è stata affidata alle parole del presidente Ance Calabria Fran-
cesco Cava: «Ovunque nel Paese l’Ance ha siglato un protocollo d’intesa con la Sace per l’anticipazione dei crediti. Ma qui non è stato possibile per le particolari condizioni della regione. Una mortificazione che testimonia come le aziende calabresi siano penalizzate. Eppure bisognerebbe ricordarsi che un miliardo di euro investito ne genera tre e assicura 17 mila posti di lavoro. Dopo la crisi – ha concluso – molte imprese saranno in default o a rischio dissesto. La zona grigia ne assorbirà parecchie, ma vanno salvate le restanti». ●
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L’unione fa la forza…
Con Itaca, ora anche in Calabria C
he in Calabria gli imprenditori abbiano difficoltà a mettersi insieme, progettando un percorso comune per rafforzarsi e, magari, valicare i confini del proprio raggio d’azione, è risaputo. Ecco perché il progetto Itaca, acronimo di Information and techical assistance actions for clusters creation, è stato pensato per superare quella forma di paura del condividere esperienze e conoscenze che, in altre aree del Paese, ha fatto la fortuna soprattutto di piccole e medie imprese. Il progetto, finanziato con i fondi Por Calabria 2007-2013, è portato avanti dalla Confindustria e dalla Camera di Commercio di Catanzaro e punta a creare rete tra gli imprenditori del settore del legno/ arredo. L’obiettivo è stato spiegato bene nel corso di una conferenza stampa moderata dal giornalista Massimo Tigani Sava in cui, attorno al tavolo, si sono trovati i soggetti attuatori. A cominciare da Paolo Abramo, presidente della camera di Commercio di
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Catanzaro. «Questo territorio sta dimostrando grande vivacità e capacità di progettare. Ciò che è importante – ha detto – è essere veloci, concretizzando le proposte più importanti per far sviluppare la Calabria». Abramo ha sottolineato come il nostro sia un territorio «caratterizzato dall'incapacità di condividere: oggi è mutato l'atteggiamento nei confronti del modello "rete". E questo anche perché la politica ha capito che bisognava cambiare. La rotta è stata invertita anche grazie alla Regione Calabria che ha approvato un bando in cui c’è chi si prende l'onere di favorire un sistema, quello della rete, che non c'era mai stato». Per Saverio Nisticò, vicepresidente di Confindustria Catanzaro (il presidente Giuseppe Gatto era assente per impegni personali, ndr) «Itaca cerca di colmare un gap che nella nostra regione è stato un problema: l'assenza dei distretti industriali. La rete ha, in pratica, sostituito quel modello. Si tratta di un tema centrale per le politiche di sviluppo dei
«
Il progetto, finanziato con i fondi Por Calabria 2007-2013, è portato avanti dalla Confindustria e dalla Camera di Commercio di Catanzaro e punta a creare rete tra gli imprenditori del settore del legno/arredo» prossimi anni». All’avocato Enrico Mazza (si veda l’intervista a pagina 18) è toccato spiegare i punti di forza del contratto di rete. E proprio sottolineando le difficoltà degli imprenditori locali a voler mettere in pratica il vecchio adagio “l’unione fa la forza”, Mazza ha spiegato che «quando
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Da sinistra, Paolo Abramo, Saverio Nisticò, Enrico Mazza ed Elena Console
il legislatore, nel 2009, ha scritto la norma sui contratti di rete, aveva in mente l’imprenditore calabrese che non guarda con grande entusiasmo alle varie forme di aggregazione (sia essa società, consorzi, distretti industriali, ati, ats, ecc), in quanto tutti strumenti che comportano chi più chi meno - una perdita di autonomia e sovranità». Ovviamente si tratta di una interpretazione volutamente forzata delle motivazioni che hanno spinto alla redazione, da parte del legislatore, del contratto di rete, ma che centra in pieno il problema della necessità di abbandonare l’individualismo per abbracciare nuove forme di aggregazione che possono offrire maggiori opportunità. Elena Console, presidente della sezione "Terziario avanzato e servizi alle imprese" di Confindustria ha presentato alla platea le iniziative messe in campo nell'ambito del progetto, ricordando che il settore del legno e dell'arredo è, in Calabria, storico: «Abbiamo le materie prime e abbiamo imparato a utilizzarle. In
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Calabria – ha proseguito – non ci sono esempi di distretti industriali ma si trovano grandi realtà come quella della sedia a Serrastretta. E' un settore molto vitale ma va favorita l'innovazione sui prodotti e dei processi produttivi. Bisogna, poi, ridurre i costi di produzione e contribuire ad aumentare le capacità commerciali». Il piano di lavoro di Itaca prevede un'indagine di campo rivolta a un campione rappresentativo di aziende appartenenti al settore del legno-arredo; l'organizzazione di incontri con gli imprenditori; la promozione e diffusione della rete; la creazione di un portale web ad hoc; l'attivazione di uno sportello informativo. E se l’obiettivo è quello di far lavorare, insieme, più soggetti, allora c’è da prendere come esempio il lavoro dei partner che hanno ideato il progetto. Così come ha sottolineato il direttore di Confindustria Dario Lamanna. «Il tutto – ha spiegato – è stato possibile grazie a un modello positivo di collaborazione istituzionale tra Confindustria
Catanzaro e Camera di Commercio». «Abbiamo colto l’opportunità offerta dalla Regione Calabria che ha avuto la lungimiranza, in questo momento storico, di pubblicare un bando relativo alle reti e ai cluster di impresa. L’obiettivo – ha proseguito il direttore – è di dare degli stimoli importanti alle aziende per crescere in termini di classe dimensionale e, quindi, sia di consolidarsi nel proprio mercato interno, sia di offrire una prospettiva di crescita anche sul piano internazionale. Confindustria Catanzaro era stata già lungimirante in questa direzione perché, in assenza di uno strumento tecnico e giuridico che disciplinasse tale ipotesi – ha concluso Dario Lamanna – aveva promosso il consorzio legno e arredo che si prefiggeva la stessa finalità». Alla conferenza stampa hanno partecipato anche due dirigenti del Dipartimento Attività Produttive della Regione Calabria, Francesco Marano e Antonio Carbone. ● ►
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Il contratto di rete sotto la lente di ingrandimento "Strumento snello ma poco utilizzato"
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l contratto di rete è stato definito dal legislatore da più di due anni. Il decreto legge n° 78 del 31 maggio 2010 è stato infatti convertito in legge il 30 luglio del 2010. Tuttavia è uno strumento che, in particolare nella nostra regione, è stato poco utilizzato, «forse perché – spiega l’avvocato Enrico Mazza, che lo ha studiato a fondo – non è ben conosciuto». Cosa differenzia questo contratto da quelli tradizionali?
«Intanto va detto che è un contratto come qualsiasi altro previsto nel nostro ordinamento giuridico: è come quello di locazione, di compravendita, di appalto, per citare qualche esempio. Il nostro legislatore, probabilmente anche alla luce delle deludenti esperienze aggregative possibili, ha immaginato uno strumento più agile, più snello e meno strutturato. Già costituirlo e variarlo, se fino a ieri era possibile solo con atto pubblico o scrittura privata autenticata, dall’ottobre 2012, grazie al cosiddetto “decreto sviluppo bis”, è possibile farlo anche con atto firmato digitalmente. Inoltre è un contratto con una struttura aperta, cioè caratterizzato dalla possibilità di entrare ed uscire».
Quali sono le peculiarità più evidenti?
«La prima caratteristica è che è uno strumento che mette insieme e che aggrega solo quando è opportuno o necessario, senza far perdere autonomia e sovranità ai soggetti che fanno rete. Poi c’è da dire che è un soggetto che non è un soggetto, che non ha una soggettività giuridica tipica, distinta e separata da quelli che la compongono. La cosa che a me piace di più è che finalmente consente di spostare
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l’attenzione dal soggetto al progetto industriale. Lo scopo, per gli imprenditori partecipanti, è di far accrescere - così recita fedelmente il legislatore - individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato. E’ uno strumento che aggrega le imprese solo e quando gli va di stare insieme, solo per raggiungere e perseguire alcuni obiettivi comuni. Magari si tratta di imprese non necessariamente dello stesso settore (come i consorzi) non necessariamente dello stesso territorio (come i distretti industriali) non necessariamente per il raggiungimento di un solo obiettivo (come ati / ats)». Ma quali imprese possono sfruttare il contratto di rete?
«Sia imprese tipiche, quelle con scopo di lucro, ma anche quelle no profit. Addirittura è sfruttabile anche da professionisti e, oserei dire, da enti pubblici attraverso le loro partecipate. Si avranno quindi reti omogenee e quelle miste, a secondo dei casi, senza alcun impedimento se tra loro collegate o controllate, senza distinzione di dimensione (piccola, media o grande impresa), o di contabilità, se ordinaria o semplificata».
Che problemi pone un contratto del genere in tema di governance? E relativamente al fondo comune?
«Pur non essendo obbligatorio, è possibile nominare un organo comune che può essere indifferentemente una persona fisica o una persona giuridica. E solo se lo si ritiene opportuno si può istituire un fondo patrimoniale comune, rappresentato non solo da conferimenti in denaro, ma anche da beni e servizi,
Enrico Mazza
purché suscettibili di valutazione economica. In questa materia interviene in maniera chiara il decreto legge 179/2012 sia perché introduce una responsabilità patrimoniale – per le obbligazioni assunte dall’organo comune in nome e per conto del contratto di rete – limitata al fondo comune, sia perché prevede l’obbligo della redazione di una situazione patrimoniale osservando – per quanto compatibili – le disposizioni relative al bilancio della s.p.a.». Dal punto di vista fiscale e tributario ci sono dei vantaggi?
«Intanto si tratta di un soggetto che può avere un codice fiscale ma non anche una partita iva con tutto quello che ne consegue, in quanto non vi sono riflessi fiscali, quindi non esiste una soggettività tributaria: non vi sono scadenze, dichiarazione dei redditi, iva, irap, 770, studi di settore, norme sulle società di comodo, ecc.. Si tratta di un soggetto che pur non essendo un soggetto passivo fiscale consente ai partecipanti di godere di agevolazioni. L’articolo 42 del dl 78/2010 ha introdotto una forma di defiscalizzazione degli utili per gli esercizi 2011 e 2012 alle imprese che investono/conferiscono in contratti di rete, fino a un milione di euro. In tema di finanza agevolata, poi, molti bandi nazionali e anche regionali, danno una maggiore premialità alle imprese che si aggregano in contratto di rete. Anche per ciò che riguarda la concessione del credito, le banche si sono attrezzate per redigere il rating del contratto di rete». ●
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attualità Presentato a Catanzaro il premio ideato da Confindustria Salerno
Best Practices,
la sfida dell'innovazione di
Maria Rita Galati
N
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on possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo”.
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Lo spirito del premio Best Practices per l’innovazione, nato per promuovere l’utilità dei processi innovativi al mercato, al pubblico e privato, sta tutto in queste parole, scritte nel 1930 da Albert Einstein, convinto assertore dell’utilità della crisi come motore propulsore di idee e rinnovamento. Parole che ritornano in più momenti assieme ai concetti di “innovazione e coesione” quali strumenti per sopravvivere alla crisi economica e sostenere il rilancio produttivo del Paese, nel corso della presentazione del progetto Itaca –, finanziato con i fondi del Por Calabria 20072013 – e di cui la Confindustria Catanzaro e la Camera di Commercio si sono fatte promotrici, e della settima edizione del premio Best Practices per l’Innovazione. Nella sala “Papaleo” di Confindustria provinciale in via Degli Eroi si sono ritrovati i rappresentanti dell’Università della California e dell’associazione Bridge to Italy, interessati ad avviare sinergie e a creare contatti tra imprese italiane e potenziali investitori americani. In questa logica di creazione di rete e valoriz-
zazione delle “buone idee”, come le definisce Elena Console, presidente della sezione Terziario avanzato Confindustria Catanzaro, il premio Best Practices si prefigge di presentare e premiare casi di successo e di far conoscere, attraverso la voce diretta delle imprese partecipanti, esempi reali di innovazione ai potenziali investitori e clienti. A raccontare come nasce l’iniziativa del Premio Best Practies, nata nel 2006 in Confindustria Salerno, è stato Giuseppe De Nicola, presidente del Gruppo servizi Innovativi Confindustria Salerno, dopo i saluti del presidente di Confindustria, Giuseppe Speziali e di Elena Console. Arrivano anche i saluti telefonici dell'assessore regionale alla Cultura, Mario Caligiuri, che si trova a Capodimonte per parlare di arte contemporanea e quindi innovazione e creatività. «Quello che sta succedendo a Catanzaro è molto importante – afferma Caligiuri – così come è importante parlare di innovazione, della ricerca vera, non quella che crea solo spreco e disastri. E’ importante che le buone idee possano andare avanti, le buone idee sono di tutti.
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Da sinistra, Rosalba Paletta, Francesco Tassone, Domenico Quaglio e Paul Brandano
Ne ha bisogno soprattutto il Sud». «L'unico modo di poter andare avanti in questo momento di crisi è la innovazione e coesione – ha affermato il presidente provinciale di Confindustria, Giuseppe Gatto –. Ci vogliono buone idee, noi le abbiamo trovate. In questi quattro anni della mia presidenza, capitata proprio nel periodo più duro della crisi, abbiamo resistito proprio stando vicino alle imprese. L'innovazione è l'unica speranza». Bisogna, insomma, capire che “l'industria non è più quella delle auto, ma quella della cultura. E’ l’unico modo di far crescere i consumi, e quindi la domanda. Se non crescono i consumi non andiamo da nessuna parte. Il sistema Paese – ha concluso Gatto – ha bisogno delle piccole e medie aziende». «Creiamo finalmente questa rete di innovatori – ha aggiunto Elena Console –. Questa è la prima tappa in Italia di presentazione del premio Best Practices e l'unica dove sono presenti i rappresentanti dell’Università della California
e dell’associazione Bridge to Italy. Con l'innovazione si fa rete, è il modo di uscire dai nostri confini e soprattutto genera sviluppo. Per uscire dalla crisi dobbiamo essere originali, essere diversi». Da dicembre 2012 ad aprile 2013, il premio Best Practices sarà promosso presso 12 confindustie nazionali, per raccogliere nuovi progetti e presentare le opportunità di partecipazione. «Da anni parliamo alle imprese che innovano, promuovendo una cultura del fare, che si oppone a quella degli annunci – ha esordito Giuseppe De Nicola –. Oltre cento imprenditori hanno deciso di venire a Salerno a raccontare idee che hanno trasformato in fatti. Dare voce a questo fare quotidiano deve diventare uno sforzo corale per creare concretezza ad un approccio che può rilanciare la “fabbrica Italia”, trasformandola in un luogo di creazione di valore aggiunto, capace di tornare sui mercati con quel plus che in questo Paese è più presente che altrove: la creatività. Questa è anche l’occasione per stimolare
la creazione della rete degli innovatori del Premio, network che intendiamo attivare per la promozione dei progetti presentati nel contesto socio-economico nazionale – ha detto ancora –. Noi non siamo quelli che parliamo di innovazione ma l'innovazione la facciamo». Un modo, insomma, per uscire dalla visione ristretta del mercato domestico. «Dobbiamo avere il coraggio gli allargare orizzonti – dice ancora De Nicola –. Abbiamo creato delle sinergie che mi permettono di affermate che la Calabria non è quella che leggo sui giornali, ma è una Calabria competitiva, capace di tirare fuori idee, ed è questa che vogliamo tirate fuori attraverso casi concreti, l'innovazione è la strada». A spiegare l’ambito territoriale di riferimento del progetto Itaca è stato il consulente d’impresa, Enrico Mazza. «Itaca è rivolto a tutte le imprese della regione, con particolare riferimento alla provincia di Catanzaro nella quale è presente il Consorzio Legno Arredo, nato in seno alla Confindustria di Catanzaro ►
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Da sinistra, Elena Console, Giuseppe De Nicola, Fabio Filacamo ed Enrico Mazza
– ha affermato –. In Calabria, a causa delle difficoltà endemiche presenti nel sistema economico e produttivo, non esistono distretti produttivi se non in forma embrionale. Il progetto Itaca, quindi, è finalizzato alla promozione delle reti e cluster di imprese come strumenti atti allo sviluppo delle produzioni locali ed al loro conseguente ingresso nel più ampio mercato nazionale ed internazionale ed intende fornire alle imprese interessate gli strumenti conoscitivi, tecnici e amministrativi per la costituzione di reti e cluster e per la presentazione di contratti di investimento. Il fenomeno delle reti e dei cluster di impresa ha raggiunto dimensioni importanti in molti ambiti – spiega ancora Mazza – le azioni a favore delle reti e dei cluster saranno rivolte a promuovere nuovi modelli di integrazione di filiera al fine di contribuire al miglioramento delle condizioni di competitività del comparto legno arredo, ma anche a favorire e rafforzare le prassi partenariali, sviluppando una maggiore propensione alla cooperazione, al dialogo e alla ricerca di soluzioni comuni». Uno sguardo particolare rivolto, quindi, alle piccole e medie imprese, quelle che hanno meno
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di 50 dipendenti e che sono oltre il 96 per cento. Tra gli interventi, non poteva mancare la testimonianza di Francesco Tassone, vincitore del premio Best Practices 2011, che si aggiunge al contributo del dirigente dell’Ufficio VI – Ricerca industriale della direzione generale Ricerca del Miur Fabio Filocamo, di Domenico Quaglio presidente della Bridge to Italy e di Paul Brandano, direttore esecutivo del programma Gap dell’Università della California. «La Calabria non ha un numero elevato di realtà imprenditoriali, ci sono centri di ricerca applicata ma mancano condizioni di mercato per la sopravvivenza del sistema imprenditoriale – ha affermato Filocamo – . Questo vento innovativo è positivo. La prima rete che ci vuole è quella tra le istituzioni, che dovrebbero mettere insieme anche l’Università e la Regione, sedendosi attorno ad un tavolo con peso specifico». Il sistema Personal Factory, vincitore del premio nel 2011, parte dalla considerazione che i materiali in polvere per l’edilizia sono costituiti da componenti minerali come sabbia, calce e cemento, per il 98 per cento. La produzione classica centralizza in grandi fabbriche l’intero
processo e distribuisce i materiali in tutto il mondo con camion e navi. Gli svantaggi non mancano, quindi: il produttore deve produrre grandi quantità senza la possibilità di personalizzazione e con costi elevati per il mantenimento del sistema, che trasporta molto materiale che potrebbe essere facilmente essere trovato localmente. Solo una percentuale variabile tra lo 0,2 per cento e il 7 per cento – spiega Francesco Tassone – è composto da un compound chimico complesso. Lo scopo del progetto vincitore della sesta edizione del Premio Best Practices è stato quello di trovare un sistema più efficiente per produrre tali materiali valorizzando materie prime e manodopera locale abbattendo contemporaneamente i costi. Per rendere implementabile il sistema, l’intero stabilimento produttivo è stato ridotto a 6 metri quadri. Sono stati sviluppati un’elettronica e un software di gestione estremamenti potenti: la società Matservice grazie alla piattaforma Origami 4 è riuscita ad aumentare il Mol sui prodotti per l’edilizia facendolo passare dal 15 per cento al 60 per cento, per un ritorno di investimento a sei mesi. Ed è solo l’inizio. ●
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LameziaEuropa. Riunita l’Assemblea degli azionisti: positivi i risultati raggiunti in 15 anni di attività
L'obiettivo è rilanciare la mission della società per superare la perdurante fase critica e creare nuove opportunità di sviluppo per il territorio lametino
P
resieduta da Marcello Gaglioti, presso la sede della società nell’area industriale ex Sir, si è riunita in seconda convocazione con la presenza del 77,67% del capitale sociale l’Assemblea Ordinaria degli Azionisti della LameziaEuropa. Ai lavori dell’Assemblea in rappresentanza degli azionisti hanno partecipato: per il Comune di Lamezia Terme il vicesindaco Francesco Cicione; per la Camera di Commercio di Catanzaro il presidente Paolo Abramo; per la
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Provincia di Catanzaro l’Assessore alle Politiche di Sviluppo Roberto Costanzo; per Fincalabra spa il consigliere Leonardo Molinari; per Confindustria Catanzaro il presidente Giuseppe Gatto ed il direttore Dario Lamanna; per la Cia il presidente Mario Maiorana; per la Sacal spa il direttore commerciale Eugenio Sonni e per il Comune di Platania Antonio Folino. Per Lameziaeuropa, oltre al presidente Gaglioti, erano presenti il vicepresidente Daniela Tolomeo ed i
consiglieri Eliseo Bevivino, Tommaso Stanizzi e Giovanni Talarico, per il Collegio Sindacale il presidente Mario Antonini ed i sindaci effettivi Gregorio Tassoni e Massimiliano Tavella, il dirigente Tullio Rispoli. Il Consiglio di Amministrazione ha convocato l’assemblea dei soci al fine di informare gli stessi sullo stato della società ed avviare un percorso condiviso di approfondimenti, verifiche e conseguenti decisioni e per valutare l’attività svolta, i risultati conseguiti e le criticità
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conseguenti al perdurare di fattori strutturali locali nonché alla situazione di crisi che sta interessando il Paese. ● Il presidente Marcello Gaglioti, nella sua introduzione ai lavori assembleari, ha evidenziato che il Consiglio di Amministrazione ha voluto confrontarsi con gli azionisti per capire come eventualmente ripensare il core-busi-
ness della società e rilanciare la mission nell’ambito di una strategia di sviluppo dell’area condivisa e già delineata con la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa del dicembre 2011, ripercorrendo, attraverso un documento elaborato dal consiglio ed illustrato all’assemblea dal consigliere Eliseo Bevivino già amministratore delegato della società, i tra-
guardi, non trascurabili, raggiunti in questi primi 15 anni di vita della società e riguardanti, in particolare, l’acquisizione delle aree sulla base dell’Accordo di Programma del 2000; l’avvio del rilancio produttivo dell’area industriale di Lamezia Terme; la definizione di Accordi di Governance per lo sviluppo integrato dell’area; la gestione positiva ►
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dei due Patti Territoriali; il mantenimento di un equilibrio economico e finanziario ottenuto attraverso una oculata politica gestionale in particolare per quanto riguarda i costi di struttura. Si sta inoltre operando per concretizzare in particolare le seguenti attività: la realizzazione dei contenuti del Protocollo d’Intesa del 21.12.2011; la definizione dell’Accordo di Programma nell’ambito del PSC del Comune di Lamezia Terme con la destinazione turistica di circa 200 ettari a servizio del waterfront; l’attrazione di nuovi investitori sull’area sulla base dell’attività di promozione avviata; la realizzazione del Centro Servizi per le Imprese dell’Area di Patto. Si pone quindi oggi il problema per la società di individuare in tempi ragionevoli percorsi atti a superare questa si-
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tuazione critica e, qualora non vi fosse una inversione di tendenza, di ipotizzare interventi tempestivi condivisi dai soci e mirati a salvaguardare i risultati raggiunti. ● Il presidente di Confindustria Catanzaro, Giuseppe Gatto, ha espresso apprezzamento per la convocazione di questa Assemblea che ha permesso di fare il punto sulla situazione societaria evidenziando che la stessa richiesta e` stata avanzata da Confindustria anche per altre società partecipate soprattutto in considerazione dei nuovi vincoli normativi che di fatto non permettono agli Enti pubblici di investire ulteriormente in queste società. Ha evidenziato inoltre che dal documento illustrato si evince che la società è caratterizzata da un sostanziale equilibrio economico e patrimoniale mentre è presente una tensione
finanziaria legata alla perdurante crisi. ● Il rappresentante del consiglio di amministrazione di Fincalabra spa, Leonardo Molinari, ha comunicato che entro l’anno verrà definito il riordino delle società partecipate e comunque per quanto riguarda LameziaEuropa vi è interesse da parte di Fincalabra a mantenere la partecipazione ed a sviluppare in maniera congiunta nuove iniziative a favore dello sviluppo delle imprese insediate nell’area. ● Il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Paolo Abramo, ha condiviso il metodo di lavoro del consiglio di amministrazione che ha portato alla convocazione di questa assemblea. Ciò ha permesso di prendere contezza della situazione in essere in un momento molto difficile e delicato in cui è molto facile sbagliare. «La società
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attualità – ha detto – deve continuare a svolgere il proprio ruolo, sulla base della storia di questi 15 anni che conosciamo in quanto li abbiamo vissuti insieme da protagonisti, apportando le opportune variabili legate all’attuale contesto economico ed istituzionale, in quanto siamo tutti Enti di sviluppo interessati all’area. Bisogna pertanto insieme trovare una impostazione politica condivisa finalizzata a continuare il lavoro in atto di valorizzazione dell’area per favorire lo sviluppo del territorio». Ha espresso infine apprezzamento per la scelta adottata a luglio di abbattere il prezzo di vendita al fine di cercare di rendere più attrattiva l’area. ● L’assessore alle politiche di sviluppo della Provincia di Catanzaro, Roberto Costanzo, ha evidenziato che nel giugno scorso il Consiglio provinciale di Catanzaro si è espresso positivamente per il mantenimento della partecipazione e che sulla base dell’indirizzo dato dai dirigenti si conferma la partecipazione della Provincia fino a quando non vi sarà la richiesta di immettere nuove risorse finanziarie, mentre per il futuro bisogna non solo vendere le aree ma sviluppare nuove attività per autofinanziare la società. ● Il vicesindaco del Comune di Lamezia Terme, Francesco Cicione ha dato atto dell’importante lavoro svolto dalla società in questi anni ai fini del rilancio dell’area e dell’intuizione positiva avuta all’epoca dai soggetti pubblici, in particolare il Comune di Lamezia Terme con il sindaco Doris Lo Moro e la Provincia di Catanzaro con il presidente Michele Traversa, che ha portato alla riacquisizione delle aree. Oggi è cambiato il contesto di riferimento in cui si opera e pertanto è opportuno ripensare la mission societaria, non azzerando l’esperienza, ma rilanciandola per il futuro. Per il futuro ci sono tre nodi da sciogliere che riguardano la visione strategica, la mission della società e la nuova governance. Per quanto riguarda
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la mission della società finora è stata importante, decisiva e preziosa per lo sviluppo dell’area, ma è arrivato il momento di innervare nuove opportunità di crescita che portino la società non solo a promuovere l’area, ma ad assumere un ruolo essa stessa da protagonista per lo sviluppo anche attraverso adeguati mezzi finanziari e strumenti di governo quali i contratti di sviluppo o fondi sovrani. Da soggetto attuatore dei Patti bisogna spendersi per assumere un ruolo attivo nella governance del nuovo POR 2014 – 2020. Al termine del dibattito, l’assemblea degli Azionisti di Lameziaeuropa, all’unanimità, ha condiviso e deliberato le seguenti conclusioni: si ritiene necessario un rilancio strategico della società attraverso una rivisitazione della mission che permetta di farle assumere un
ruolo di agenzia per lo sviluppo locale nell’ambito di un riposizionamento strategico dell’area in funzione dello sviluppo regionale. Viene richiesto, pertanto, al Consiglio di Amministrazione di continuare ad operare tenendo in debito conto i nuovi vincoli imposti dalla spending review, che non permettono ricapitalizzazioni da parte di Enti Pubblici; valutare ed affrontare tale difficile contesto economico anche attraverso l’attivazione di nuovi strumenti e politiche mirate all’autofinanziamento; ridefinire i rapporti con Biofata con l’obiettivo di concludere l’operazione di riacquisto delle aree per come previsto; valutare approfonditamente la richiesta di acquisizione di lotti di elevata estensione prevedendo anche margini di trattativa rispetto al corrente prezzo di vendita. ●
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attualità La storia dovrebbe insegnarci che da situazioni di crisi come quella che stiamo vivendo se ne uscirà molto lentamente, e a base di lacrime e sangue
Al popolo calabrese si dica la verità Quando tra Ottocento e Novecento emigrarono milioni di Italiani di
Massimo Tigani Sava
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irando in lungo e in largo la Calabria mi rendo conto che il livello di consapevolezza rispetto ai mutamenti di portata rivoluzionaria cui stiamo assistendo è ancora molto basso. Il fenomeno tocca un po’ tutti: semplici cittadini, padri e madri, studenti e figli, lavoratori dipendenti, imprenditori autonomi e, mi pare di capire, anche fette consistenti di establishment. Questa scarsa tendenza ad assimilare e metabolizzare i cambiamenti trova appiglio per un verso in una tara storica, riconducibile all’antico proverbio “piegati giunco che passa la piena”. Continua a persistere quel blend paralizzante fatto di attendismo messianico, assuefazione all’immobilismo, parassitismo amorale, indolenza frustrante da civiltà decaduta e consumata, che nei ceti più colti e abbienti significa anche gattopardismo. Per un altro verso è evidente una respon-
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sabilità, purtroppo gravissima, dei gruppi dirigenti: non si dice la verità, non si spiegano bene i problemi reali che sono sul tappeto, non si guarda a muso duro la realtà delle cose. Nel complesso, quindi, e tranne poche positive realtà, stiamo perdendo tantissimo tempo utile, stiamo subendo i mutamenti senza coglierne gli elementi utili e incassando, al contrario, tutte le negatività possibili. Le scelte radicali vengono rinviate, l’adeguamento ai tempi viene ritardato, si vivacchia senza decidere, ci si auto illude e si spacciano sicurezze inconsistenti ai creduloni più o meno vittime di un sistema che continua a fare acqua da tutte le parti. Ecco quindi che all’interno delle famiglie, delle tribù, delle aziende, delle amministrazioni pubbliche e di ogni altra dimensione collettiva si continua troppo spesso a far finta che la crisi prima o poi passerà e che tutto, o quasi, ritornerà come prima. Voglio provare, allora, a dirle alcune verità, con la chiarezza che nasce da letture ed esperienze di vita.
Il Museo di Ellis Island a New York, simbolo del fenomeno dell’emigrazione in America
Sarò schematico e procederò per punti. A) Il Mezzogiorno d’Italia ha già vissuto un momento analogo, all’indomani della compiuta Unità d’Italia. Il Brigantaggio, che era barbarie ma anche segno di profondi disagi sociali, venne affrontato con le armi. Invio dell’esercito, processi, carceri e fucilazioni di massa. La Destra Storica (quante similitudini con l’oggi) si pose il problema principe del pareggio di bilancio e del risanamento finanziario. Lo ottenne, imponendo anche l’odiatissima tassa sul macinato, è generò milioni e milioni di emigrati, a partire dalle Americhe. Si calcola che tra il 1876 e il 1915 lasciarono l’amata Patria ben 14 milioni di nostri connazionali, da Nord a Sud. Un esodo biblico, fatto di sofferenze immani, lacrime, sangue, tragedie, dolori, traumi. Una gita a Ellis Island, a New York, sarebbe istruttiva per molti.
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attualità B) Non voglio semplificare i dati storicadendo il contrario. Germania in testa, lo abbiamo distrutto con la corruzione e ci, che meritano sempre analisi articolasono tutti lì pronti a smantellare o cannicon la quasi assoluta mancanza di senso te, ma neanche usare giri di parole. C’è balizzare le nostre eccellenze produttive, civico. Il mercato lo stiamo affrontanqualcuno che immagina, in tutta onestà, a buttarci fuori dai mercati dell’ex Terzo do con i pochi settori rimasti in piedi: che ci salveremo tutti quanti dalla crisi Mondo, a relegarci al ruolo di potenza di Made in Italy, agroalimentare, in parte devastante che ci ha colpito? C’è qualche secondo o terzo livello. L’Italia è sempre turismo e cultura, quei comparti dell’insapientone in giro che vuole venderci la stata vittima, dalla caduta dell’Impero dustria che ancora non sono andati alla frottola del “volemose bene”? Io ritengo, Romano, delle ingerenze straniere. Rideriva. Abbiamo commesso tanti errori peraltro, che la crisi dell’oggi sia molto leggiamo Machiavelli e Guicciardini! e li pagheremo amaramente. E più ripiù strana, più grave, più disorientante Ma oggi lo si fa addirittura in modo sputarderemo a varare le profonde riforme delle altre vissute, perché è globale, è dorato, imponendo diktat, scegliendo necessarie, e più il prezzo da pagare sarà subdola. La cosiddetta modernità ha sochi ci deve governare, bocciando quanti salato. Dovremmo costruire un modello stituito le guerre fatte a colpi di cannone non sono ritenuti idonei. Devo confessadi convivenza in cui i pochi che hanno con quelle economiche che procedono re che in questa azione c’è, forse, anche filo da tessere vengano lasciati in pace, dritte e in silenzio, che causano morti qualcosa di positivo, nel senso che ci aiuper lavorare e produrre, e non soffocati dopo lunghe agonie, e che, si comprenda ta a selezionare meglio, a comprendere da tassazioni insopportabili o da buroquello che dico senza prestarsi crazie di stampo sovietico. Saa sciocche strumentalizzazioni, rebbe necessario premiare innon hanno neanche la funziotelligenze, competenze, merito ne rigeneratrice dei disastrosi e mandare a casa un bel po’ di conflitti mondiali. Si stanno immestieranti e furboni che ogni poverendo milioni e milioni di mese percepiscono stipendi che italiani, soprattutto meridionali. non meritano. Penso che l’ItaPerdono sicurezze, protezione lia abbia il record di soggetti sociale, posti di lavoro. Si preimproduttivi, inutili o dannosi carizzano, diventano carne da pagati con cifre spropositate. macello. L’emigrazione forzata E) Milioni di Italiani, di Meriè ripartita, ma oggi poggia su dionali e di Calabresi usciranno psicologie più fragili e più decon le ossa rotte da questa crisi. boli e non ha più a disposizione Le valige che nell’atrio del museo di Ellis Island ricordano le sofferenze Tante aziende saranno destinate territori vergini da ripopolare. di milioni di emigrati a chiudere. Intere generazioni Siamo di fronte a un’emigrazione selettiche per ottenere rispetto e salvaguardare non troveranno un lavoro soddisfacenva: cervelli, spiriti liberi, tecnici, giovani la nostra dignità dobbiamo saper seleziote e non riusciranno a realizzare quanto avventurosi, talenti. Non c’è spazio per nare meglio i capi che ci devono guidare. fatto da chi li ha preceduti. Milioni di masse pronte a offrire solo braccia o preD) La vittima principe della crisi monpensionati dei prossimi venti, trenta e stazioni non qualificate. C) Dalla Caduta diale è e sarà a lungo lo stato sociale: quaranta anni saranno dei poveracci. Le del Muro di Berlino la politica italiana scuole pubbliche, sanità pubblica, penscene di povertà e di assoluto degrado non ha saputo più fare sintesi ed elabosioni, assistenza ai soggetti svantaggiati, sociale viste nei film americani diventerare idee. E’ rimasta schiacciata da decacasse integrazioni varie. Non illudiamoci ranno attuali anche nel nostro Paese. Il dimento morale, da povertà culturale, da che la ricchezza verrà ridistribuita, che Sud continuerà a spopolarsi, e soprattutresidui ideologici superati e inadeguati, si toccheranno i grandi patrimoni. Qui to la Calabria. La ricchezza continuerà a da attaccamento a privilegi immeritati, ci vorranno almeno venti anni prima che concentrarsi in poche mani. E se non si da tatticismi finalizzati alla pura e semqualcuno ricominci ad avere il coraggio interverrà in tempo, con idonee misure plice difesa della casta. Non vogliamo di parlare di giustizia sociale. Quando incentivanti, molte attività produttive, generalizzare, ma neanche essere troppo Obama lo fa, timidamente, negli Stati così come accadde secoli fa sotto la opindulgenti. Qualcuno dica, per favore, a Uniti, rischia sempre la decisa reazione primente dominazione spagnola, scaptutti gli Italiani, che non c’è più nessuno dei poteri forti. Non siamo stati bravi peranno via dai confini nazionali per disposto a regalarci soldi, a finanziarci, come i tedeschi a costruire un’econocollocarsi in contesti più ospitali. Sono a mantenerci, ad aiutarci. Anzi, sta acmia sociale di mercato. Lo stato sociale pessimista? Io direi realista! ●
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“Winter University 2012”
Adriano Marani invitato speciale
L'incontro a Bolzano per parlare di Europa e Sviluppo di
Rita Macrì
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driano Marani, membro della giunta di Confindustria Calabria, ha partecipato a Bolzano il 17 e 18 ottobre, al Forum: “Winter University 2012” sul tema “Europa: work in progress”. Infrastrutture, sviluppo e Mezzogiorno sono stati i temi al centro di questo interessante dibattito al quale ha partecipato il ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca. Paolo Zegna, presidente del Comitato tecnico per l’internazionalizzazione, ha invitato con una lettera al collega Marani richiedendo la sua presenza. Nella stessa lettera Zegna sottolineava come «lo sviluppo di una forte e coesa identità europea è decisivo per il futuro della competitività del Paese e delle nostre imprese». «Sono quindi convinto – precisa Zegna – che a questi fini sia strategico animare un confronto di idee
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costruttive con opinion leader, economisti e policy maker di questa Europa in progress. A Bolzano rifletteremo su come un’Europa veramente unita può affrontare meglio la crisi mondiale e far sentire con forza la propria voce: garantendo un giusto equilibrio fra politiche monetarie e di bilancio, stimolando l’attività economica e le riforme strutturali, perseguendo flessibilità e competitività e, non ultimo, rimanendo un faro dei diritti civili e sociali. Indagheremo in che modo l’Unione Europea giusta, solidale e democratica può riacquistare centralità nello scacchiere mondiale e garantire ai propri cittadini sicurezza e sviluppo: con un’attenzione particolare ai giovani e alle donne, riducendo le distanze tra nord e sud». Nel corso di una breve intervista Adriano Marani è stato disponibile a rispondere alle nostre domande riguardo
il suo nuovo incarico nel comitato tecnico per l’internazionalizzazione. Perché ha ritienuto utile la sua partecipazione alla Winter University 2012”?
«Questo incontro è stato un’occasione valida per approfondire i temi della coesione nord- sud letta in chiave europea, i possibili sviluppi dell’integrazione europea e l’utilizzo delle risorse comunitarie…..».
Lei fa parte del comitato tecnico per l’internazionalizzazione. In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando crede che anche le piccole imprese calabresi possano trovare spazio in nuovi mercati?
«Il tema dell’internazionalizzazione è diventato, sempre più nel tempo, come noto, di grande importanza anche per le p.m.i. locali, l’apertura dei mercati ha, infatti, mutato lo scenario
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attualità globale con nuove sfide e nuove opportunità. Si rende necessario, pertanto, elaborare azioni e strategie adeguate per rispondere ai bisogni delle imprese. La vocazione internazionale delle imprese e l'ampliamento dei mercati oltre i tradizionali confini geografici, è fonte di ricchezza e porta inevitabili benefici, non solo alle singole imprese che operano all'estero, ma all'insieme della comunità. La creazione di un mercato mondiale, praticamente libero da ostacoli e barriere doganali è, perciò, una sfida importante anche per il nostro sistema economico-produttivo nel suo complesso, che le istituzioni devono sostenere in maniera adeguata. Tutto questo non può che significare una vera e concreta politica di sostegno all'internazionalizzazione, non come un insieme di interventi «spot», cioè estemporanei, legati alle esigenze del momento, bensì come una strategia di lungo periodo volta alla conquista stabile di tutte lo opportunità conseguenti.
delle piccole e medie imprese a eventi fieristici «lontani», che però offrono le migliori prospettive di sviluppo. Il secondo passo da compiere, per aiutare l'impresa che voglia penetrare nel mercato estero, è creare una efficace rete di contatti a tutti i livelli: politico-istituzionali, economici e sociali. Individuate, infine, le aree interessanti in previsione di un futuro insediamento produttivo, si dovrebbe procedere alla strutturazione dei contatti con istituzioni e operatori economici al fine
Quanto è importante partecipare alle Fiere? Cosa a suo avviso deve fare l’imprenditore per sbarcare all’estero?
«La partecipazione alle fiere ed alle altre manifestazioni, convegni ed eventi che vengono periodicamente organizzati, si configura, indubbiamente, come un primo approccio dell'imprenditore al mercato estero. Dobbiamo rilevare, tuttavia, come la partecipazione a eventi fieristici da parte delle nostre piccole e medie imprese non è sempre agevole: ad esempio, in molti casi la partecipazione viene limitata alle tradizionali manifestazioni, organizzate in paesi «conosciuti» in cui però il mercato spesse volte è ormai saturo. Un'adeguata politica di sostegno all'internazionalizzazione dovrebbe offrire aiuti e incentivi per la partecipazione
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Adriano Marani
di promuovere la realizzazione di progetti duraturi di cooperazione commerciale, industriale e agricola, lo scambio continuo di informazioni relative alle opportunità di joint ventures e partnership, alla ricerca di nuovi soci, ecc. Tutto ciò premesso, rileviamo con stupore e rammarico, che tutte le attività relative alla programmazione fieristica regionale, non tengono in alcun conto né
di un'adeguata politica di internazionalizzazione a sostegno delle imprese né delle vitali esigenze di sviluppo del territorio. Continuiamo, infatti, ad assistere increduli al mancato coinvolgimento di imprese locali, d'indubbie e provate capacità e storia nell'ambito della filiera della logistica e dei trasporti, per la organizzazione e l'allestimento delle fiere. Non vengono, inoltre, valorizzate tutte quelle attività, quelle professionalità o l'indotto che una fiera produce. La partecipazione di nostre imprese, invece, potrebbe rappresentare un volano di sviluppo notevole per il territorio con un innegabile ritorno occupazionale, obiettivi che Codesta Istituzione non può non perseguire. Per quanto suddetto, riteniamo opportuno un immediato coinvolgimento delle imprese locali del settore che rappresento, al fine di creare favorevoli condizioni di crescita del mercato e per il rilancio competitivo delle imprese stesse, con l’obiettivo finale di mostrare la possibilità di uno sviluppo locale che sappia valorizzare le risorse presenti, rendendole autonome e capaci di resistere sul mercato. Crediamo essenziale la collaborazione e la massima concertazione fra gli attori protagonisti per l'elaborazione di una politica di adeguato sostegno all'internazionalizzazione delle imprese, centrata su una strategia di lungo corso in maniera tale che la penetrazione nel mercato straniero non si limiti a una temporanea delocalizzazione commerciale, ma acquisisca un carattere duraturo e stabile nel tempo, così da garantire alle imprese coinvolte, ad ogni livello ed in ogni settore interessato, l'accrescimento della loro partecipazione nelle economie dei paesi interessati, come punto di lancio per la conquista di nuovi mercati e, contestualmente, con un ritorno in termini produttivi ed occupazionali, per quanto suddetto, anche nel nostro territorio». ●
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Catanzaro
Industriamoci sul web di
Raffaele Nisticò
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l’Area industriale ex Sir a San Pietro uando si approssimava Lametino, sull’altro mare, il Tirreno. l’appuntamento con la TerNel 2011 avevano appreso tutto sulla za giornata nazionale della ristorazione collettiva soggiornando Piccola e Media Impresa (23 novembre per una mattina nelle cucine per comuin tutta Italia), nel Comitato apposito di Confindustria Catanzaro si è aperta la discussione su cosa mostrare, in epoca riconosciuta di crisi, a giovani studenti, prossimi a maggiore età anagrafica e maturità scolastica. Le due precedenti edizioni si erano svolte secondo i canoni tradizionali del tessuto produttivo occidentale: in piena ortodossia manifatturiera nel 2010 gli studenti avevano compiuto un tour coAldo Ferrara presidente di Piccola industria Catanzaro ast to coast visitando in rapida successione l’impianto nità della Siarc, gruppo Albano. di Guglielmo Caffè a Stalettì, sullo Aldo Ferrara, presidente di PicIonio, l’Abramo Printing a Caraffa, cola industria Catanzaro, voleva conell’Istmo mediano della Calabria, e munque che la giornata «servisse per
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lanciare un messaggio di consapevolezza del difficilissimo periodo che la nostra economia sta attraversando, periodo da cui i nostri sistemi economici usciranno stravolti, ma dal quale si possono attingere nuove opportunità, nuovi modi di fare impresa, nuove figure professionali». E’ bastato un rapido giro di opinioni nell’ambito dei giovani colleghi industriali per imbattersi nell’entusiasmo di Luciano Ricci, di “Innovazioni Tecnologiche”, brillante impresa della new economy che ha radici ben salde nel territorio catanzarese. Non è l’unica, e anzi, è sorprendente apprendere che esiste già in città, in provincia e in regione un ricco mondo di attività new tech con una esperienza tanto consolidata da poter essere raccontata. Con il sottofondo pratico di poter suggerire strade
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Catanzaro
Il tavolo dei lavori
non immaginifiche, ma concrete e reali, di sbocco occupazionale e professionale. E’ così che è nata la “versione alternativa” di “Industriamoci … sul web”. Un nuovo modo di fare impresa attraverso la rete e le sue articolazioni ultime, social network e web 2.0 è stato illustrato, con case history, a una quarantina di studenti che frequentano l’ultima classe dell’Istituto tecnico “Scalfaro”, accompagnati da due docenti di informatica, Bruno Dattilo e Domenico Costanzo, nella sede degli industriali di Catanzaro. In queste occasioni, il primo ostacolo da superare è lo scettico distacco che i ragazzi pongono come atteggiamento di prima scelta nei confronti di chiunque “osi” entrare in territori che ritengono di loro esclusiva competenza. E che siano competenti in fatto di google, facebook e twitter è difficilmente contestabile. Tutti insieme costituiscono la specie umana conosciu-
ta come “nativi digitali”, e così, con questa attribuzione di identità, a loro si sono spesso rivolti i relatori, che hanno, accortamente, dipanato sul filo del racconto i loro interventi. Prima cosa: suscitare l’attenzione. E oggi non c’è cosa che meglio possa fare aprire orecchi e occhi del fare intravedere possibilità di guadagno stabile e socialmente riconosciuto a giovani che si affacceranno a breve sul mercato del lavoro. Assecondando l’invito di Ferrara, è stato Luciano Ricci a fornire la cornice di base nella quale orientarsi in quella sorta di “foresta pluviale” che è la rete in cui possono nascere e crescere idee imprenditoriali impensabili solo dieci o venti anni fa. C’è una differenza enorme tra le start up di oggi e i passaggi complicati e dispendiosi che permettevano l’impianto di una nuova iniziativa, i cosiddetti costi di transizione. Oggi, con la possibilità di costituire una srl con 1 euro di capitale si aprono op-
portunità prima inimmaginabili. Soprattutto se fatte convergere sul moltiplicatore numerico degli ingressi e dei contatti nei motori di ricerca come google, nelle piattaforme più usuali di social network come facebook, e di microblogging come twitter. Sono numeri impressionanti, così come capita per i filmati lanciati su You Tube che nei casi più fortunati arrivano a superare le decine di milioni di contatti. Ricci ha citato il video “Kony 2012”. Testimonia del criminale di guerra ugandese che utilizza bambini per la sua sporca guerra. In due giorni il video ha avuto 50 milioni di visite. A metà novembre era arrivato a 94 milioni 700 mila. Questo è un caso di contenuto intelligente. Ma spesso il successo arride anche a video che di intelligente hanno ben poco. E’ su questo principio che, abbastanza spregiudicatamente ma in modo efficace, si basa il viral marketing, fondato su veri e propri tormentoni da internet indirizzati alla vendita on line. Per non parlare dell’ultima risorsa per imprenditori spericolati costituito dal crowd funding, il meccanismo semplice per cui su piattaforme come Eppela e Kickstarter si può richiedere il finanziamento anche minimo a una folla sconosciuta di sostenitori. Ci sono vere e proprie imprese di successo che sono nate così e il fenomeno è in crescita. Anche qui il richiamo a casi concreti è ►
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di più immediato interesse. C’è chi ha proposto un particolare tipo di orologio con la opzione di essere connesso costantemente a facebook. La proposta su Eppela è piaciuta. Il proponente aveva necessità di 100mila dollari per il lancio con una produzione limitata ai mille pezzi. Ha raccolto 2 milioni di dollari e adesso ha la fortunata disperazione di gestire la produzione di esemplari su scala milionaria. E ancora: si moltiplicano le vetrine organizzate per fare incontrare giovani con brillanti idee, investitori privati e consulenti di start up. Ricci ha citato Techcrunch Italy, manifestazione tenuta a Roma nel 2012. Un successo andato al di là di ogni più rosea previsione. Idee non del tutto originali, come i Glass Up, occhiali multimediali con particolari applicazioni migliorative di soluzioni precedenti, hanno avuto ottima accoglienza nei circuiti produttivi. Recita il manifesto di Kapipal, un altro portale di crowd funding: “i tuoi amici sono il tuo capitale; i tuoi amici realizzano i tuoi sogni; ogni contatto può dare un contributo; il tuo capitale dipende dalla fiducia; il tuo capitale aumenta col passaparola”. Il primo caso tipico di azienda informatica portato all’attenzione della platea, nasce in modo più tradizionale,
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Catanzaro
con un piccolo prestito bancario di 20 milioni da parte di un appena laureato che aveva il pallino degli internet point. Nel 1995 – è l’anno di cui parliamo – Fortunato Lodari – è l’imprenditore in oggetto – era un vero salto nel buio, poiché quasi nessuno sapeva cosa fosse un internet point. Oggi la sua “The Brain” è una delle aziende informatiche meglio piazzate in Calabria e non ha nulla da invidiare ad analoghe imprese italiane. Lodari ha fatto il ritratto del social networker, delle sue competenze, della grande richiesta attuale per questa nuova figura professionale, che serve ad aziende tradizionali a relazionarsi con il grande pubblico di internet e dei social network. Sono figure già oggi appetibili in un mercato del lavoro per il resto asfittico. «Se parliamo del contesto catanzarese – ha finito Lodari con una sorta di coup de theatre presso il giovane e interessato pubblico – una concessionaria di automobili, per istituire un servizio da social networker, in questo momento è disposta a spendere anche 5 mila euro. Significa che con 4 o 5 aziende potete guadagnare dai 20 ai 30 mila euro all’anno, divertendovi , lavorando su facebook». A cosa possa servire facebook o altri social a una azienda di tipo turistico, occorre chiedere a Caterina Froio,
titolare dell’Hotel Mirabeau, costa ionica catanzarese, fino a pochi anni fa ancorato al marketing tradizionale, con gli alti e bassi tipici delle stagioni turistiche calabresi. Caterina ha pensato di interfacciarsi con Google prima e poi con le altre piattaforme generaliste, ma anche con quelle più specializzate come Tripadvisor e Booking per avere riscontri immediati e una costante ascesa di prenotazioni. Certo, ci sono i pericoli legati allo spamming e alle recensioni artatamente negative, ma basta attrezzarsi. E’ da un paio di anni che si è affidata a un consulente di web marketing e le cose funzionano per il meglio. Tanto per esemplificare: nel 2010 ha pubblicizzato il suo veglione di capodanno con i media usuali, chiudendo le prenotazioni il 27 dicembre. L’anno scorso si è affidata a internet, e al 15 dicembre era già in overbook. Senza peraltro dimenticare il marketing tradizionale, fatto di manifesti, cataloghi, fiere ed esposizioni. Anzi, dalla giusta miscela dei mezzi nasce l’ultima campagna andata a buon fine unendo la visibilità dei manifesti 6 x 3 alla legittimazione internettiana degli “i like” su facebook. E’ un mondo, il web 2.0, che attira sempre di più. Tenta non solo gli internauti, ma anche imprenditori più legati alla tradizione. Come Camillo Crivaro che dalla sua azienda, affermata, che si occupa di logistica, la Cdl trasporti, ha dapprima diversificato andando verso le nuove energie, e adesso si interroga sul cosa fare per favorire il passaggio della Calabria da terra difficoltata a possibile emula della Silicon Valley. Insieme ai colleghi di PI Catanzaro, vuole costituire un incubatore di idee fatto in casa. Perché se global è bello e local non ne parliamo, glocal è meglio. ●
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Cosenza
Orientagiovani: progettare il lavoro del futuro in tempo di crisi P
mi day a Cosenza ha significato cercare di offrire ai giovani “le chiavi” per pensare al loro futuro. L'iniziativa “orientagiovani”, del resto, ha nel suo titolo ben spiegate le finalità. Sono stati 350 gli studenti che hanno riempito il Cinema Modernissimo per la giornata di orientamento organizzata da Confindustria Cosenza. “Mestieri e professioni in tempo di crisi” è stato il tema sviluppato da rappresentanti del modo produttivo e dell’Università, nel corso dell’iniziativa giunta alla diciannovesima edizione. Sono intervenuti il Presidente ed il Direttore di Confindustria Cosenza, Renato Pastore e Rosario Branda, i docenti dell’Università della Calabria, Domenico Cersosimo, Angela Costabile e Riccardo Barberi, la componente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Cosenza, Antonietta Bracone. Si è avuto modo di sottolineare la necessità e la volontà di rimettere in moto l’economia e favorire l’occupa-
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zione giovanile, riscoprendo quei mestieri e quelle professioni legate in principal modo all’alto artigianato o alle produzioni di nicchia che nella nostra epoca rischiano di scomparire. Del «piacere di fare impresa, dell’attenzione alla conoscenza intesa come proprio bagaglio culturale e non alle conoscenze come relazioni» ha parlato il massimo rappresentante degli Industriali della provincia, Pastore, che si è soffermato sulla «necessità di fare in proprio, di mettere a frutto la creatività che i giovani di età compresa tra i 18 ed i 28 anni hanno in misura maggiore e che deriva dall’avere maggiori neuroni nel cervello, di pensare ai vecchi mestieri che non vanno dispersi ma che possono essere interpretati con i codici e le tecnologie a disposizione oggi». Sulle conseguenze della crisi globale ha invece parlato l’economista Domenico Cersosimo, Ordinario di Economia Applicata all’Università della Calabria. «La crisi la pagano soprattutto i giovani, i precari che sono entrati
per ultimi nel mercato del lavoro e chi non riuscirà a trovare occupazione nei prossimi mesi. Ancora più preoccupante, però, è il fenomeno della generazione Neet, costituita da ragazzi che non studiano, non lavorano, non sono alla ricerca di un lavoro ed hanno rinunciato al futuro. Per costoro e per tutti gli altri vale un messaggio: studiare conviene, alla fine del gioco ci si guadagna sempre». Di operare una scelta consapevole da parte dei ragazzi ha parlato la delegata del Rettore dell’Università della Calabria all’orientamento Angela Costabile. «Autodeterminazione, autostima, attitudini, capacità, ma anche fattori esterni quali i condizionamenti dei familiari, il contesto socioeconomico nel quale si vive sono gli elementi in gioco quando si opera una scelta importante: continuare gli studi o cercare un lavoro. E’ importante focalizzarsi sulle proprie abilità ma anche cercare di capire quali sono le alternative a disposizione». ►
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speciale Pmi day Il delegato del Rettore dell’Unical al Trasferimento Tecnologico, Riccardo Barberi, ha spronato i ragazzi ad interessarsi alla cultura scientifica «quale componente importante della conoscenza in senso ampio, che dà piacere e ha la sua utilità se viene rimescolata, se viene ampliata grazie a nuove scoperte, se viene superata da nuova conoscenza». Rivolgendosi ai tantissimi ragazzi presenti in sala, il professore Barberi li ha definiti “la prima generazione di indigeni digitali”, capace di manipolare la conoscenza anche solo attraverso l’uso del cellulare, con bassissimi costi. Soffermandosi sulle scoperte degli scienziati che hanno ricevuto il Premio Nobel negli ultimi 15 anni, Barberi ha dimostrato come queste scoperte siano alla base delle tecnologie che quotidianamente vengono utilizzate: dal-
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le macchine fotografiche digitali alla macchina per la risonanza magnetica. «Con l’incubatore d’imprese dell’Università della Calabria, la gara per idee innovative Start Cap e tante altre valide iniziative si può imparare a lavorare ed a mettersi in gioco, a metter in pratica un’idea». Di valori guida che devono possedere gli studenti nella ricerca dell’occupazione hanno parlato Antonietta Bracone del Gruppo Giovani Imprenditori e il direttore di Confindustria Cosenza Rosario Branda. «Occorrono motivazione, determinazione, volontà, intraprendenza. Le imprese sono alla ricerca di persone che abbiano una professionalità, la volontà di continuare ad esser formate perché la formazione è essa stessa professionalizzante e dà valore aggiunto alla persona ed all’azienda».
Si sono aperte le porte della storica "Amarelli" In visita i ragazzi del Pitagora di Rende
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empre nell'ambito del Pmi Day, gli alunni del Liceo Scientifico Pitagora di Rende hanno visitato la fabbrica ed il Museo della storica azienda Amarelli di Rossano. Gli studenti hanno ascoltato la storia di un'azienda radicata sul territorio, che non si arrende alla crisi, hanno toccato con mano la passione e la competenza di imprenditori capaci, hanno scoperto quanto impegno, sacrificio e corag-
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Alle giovani generazioni vogliamo trasmettere la passione e la voglia di un futuro in cui essi siano protagonisti» gio vi siano dietro un prodotto. «Raccontiamo ai giovani chi siamo e quali sono i nostri valori – hanno sottolineato Fortunato e Pina Amarelli – per far capire che l'impresa non è solo produzione di beni e servizi ma è soprattutto espressione delle persone che la animano a tutti i livelli e che condividono impegno, sacrifici e successi. Alle giovani generazioni vogliamo trasmettere la passione e la voglia di un futuro in cui essi siano protagonisti». Per Confindustria Cosenza il Pmi Day «rappresenta un viaggio nell'economia reale e nei suoi fondamentali ed è un'occasione che ci rende ancora più orgogliosi di essere italiani. Nonostante i mille vincoli che frenano il nostro sviluppo riusciamo a restare competitivi e ad essere il secondo paese manifatturiero d'Europa. Questo risultato lo dobbiamo alle tante imprese innovatrici e agli uomini e le donne che le guidano, persone nate per reagire e non per resistere. Per loro e per il Paese occorre riconoscere che la questione industriale è la vera emergenza nazionale e dobbiamo attuare al più presto un piano organico di politica economica, che sciolga i nodi, valorizzi le potenzialità inespresse e accresca la competitività». «Obiettivo della giornata – ha sottolineato il Presidente di Confindustria Cosenza Pastore – è stato quello di far visitare luoghi in cui il concetto di società aperta è realtà, luoghi in cui merito, passione e talento si fondono per dare vita a quel Made in Italy che tutto il mondo ammira». ●
Renato Pastore
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Reggio Calabria
Coinvolti 400 studenti dell'intera provincia
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on è mancato nemmeno quest'anno l’impegno di Piccola Industria di Confindustria Reggio Calabria, guidata da Filippo Arecchi, nel Pmi day, la Giornata dell’orgoglio di essere Piccola e Media Impresa. Grazie a tale iniziativa, inserita nell’ambito della “XI Settimana della Cultura d’Impresa”, 12 aziende associa-
te a Confindustria Reggio Calabria hanno sventolato le bandiere con lo slogan “Industriamoci” e hanno aperto i propri cancelli, facendo vedere agli studenti come si produce. Ma non solo: hanno raccontato se stesse, aziende forti che non si arrendono alla crisi, mostrando agli studenti la passione e le competenze che appartengono al mondo produt-
tivo e diffondendo i valori della cultura imprenditoriale. Veri protagonisti sono stati i 400 alunni delle 6 scuole che hanno aderito all’iniziativa: a Reggio Calabria l’Istituto Tecnico “Raffaele Piria”, il Liceo Scientifico “A. Volta” e l’Istituto d’Istruzione Superiore “Preti/ Frangipane”; a Polistena l’Istituto Tecnico Industriale “Conte Milano” e l’Isti►
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Reggio Calabria
getti editoriali, dall’idea alla messa in vendita sul mercato. «Questa giornata afferma il presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Reggio Calabria, Filippo Arecchi – non è solo uno strumento per promuovere una corretta percezione del ruolo e dell’importanza dell’attività imprenditoriale e di quanto impegno, sacrificio e coraggio vi sono dietro un prodotto o un servizio ma ha una valenza intrinseca anche per noi imprenditori che abbiamo avuto la conferma di poter essere considerati protagonisti nella formazione dei nostri giovani stimolandoli a pensare in modo innovativo e abituandoli ad affrontare situazioni che richiedono consapevolezza del rischio e risposte immediate ai problemi». ●
tuto d’Istruzione Superiore “G. Renda”; a Gioia Tauro l’Istituto d’Istruzione Superiore “Severi/Guerrisi”. I ragazzi hanno avuto l’opportunità di conoscere le eccellenze del territorio reggino: dal settore agroalimentare, partecipando ad un affascinante percorso enogastronomico legato alla produzione dei sott’oli, del caffè e dell’olio visitando Attinà e Forti Specialità Gastronomiche, Caffè Mauro e l’Oleificio Capogreco, al settore dei trasporti via mare e della logistica
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visitando la Meridiano Lines, la Caronte & Tourist Logistic e la Medcenter Container Terminal. Altri ancora hanno integrato l’apprendimento teorico con la conoscenza pratica del settore meccanico e manifatturiero visitando le aziende Allera, Diano Cementi, Ecoplan, Policart, Progetto 5. Presso la Società Editrice Falzea, altri studenti, hanno conosciuto gli strumenti per la realizzazione dei pro-
Filippo Arecchi
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Crotone
Alla scoperta delle imprese del gruppo Marrelli A
nche a Crotone non è passato inosservato il Pmi day. Riconoscendo l'importanza di una iniziativa del genere, il presidente della Piccola Industria della città pitagorica, Mario Spanò, ha organizzato un incontro tra mondo della scuola e importanti aziende imprenditoriali. L’appuntamento si è tenuto anche nella cittadella del Gruppo Marrelli, il pool di aziende create da Massimo Marrelli, con capofila Calabrodental, la casa di cura odontoiatrica. Gli studenti dell’Istituto Donegani, accompagnati dai dirigenti del ‘Gruppo Marrelli’, Mario Napolitano, Vincenzo Panaia e Fabiola Marrelli, hanno visto come si costruisce un dente, quanta tecnologia vi sia dentro un laboratorio odontoiatrico, come si opera a Tecnologica e Dentalia, aziende che fanno parte del Gruppo dove si lavora con brevetti europei e si fa ricerca sulle cellule staminali. La visita si è poi conclusa negli studi televisivi di Esperia TV, l’ultima nata in casa Marrelli. Un modo originale per far comprendere alle generazioni del futuro che si può crescere anche nel nostro territorio,
senza bisogno di fare le valige e scappare via. «La prima considerazione che facciamo è che i giovani studenti sono rimasti stupiti dalla qualità di tecnologia che hanno trovato all’interno delle nostre aziende – ha dichiarato Mario Napolitano, responsabile di Tecnologica – ma abbiamo anche capito quanto sia difficile costruire un rapporto tra mondo del lavoro e formazione. Siamo scollegati – ha aggiunto – e a mio giudizio siamo proprio noi operatori economici che dobbiamo spingere verso questa direzione. Da parte nostra noi siamo disponibili a proseguire su questo percorso». Dello stesso avviso Vincenzo Panaia, direttore di Calabrodental, che ha tenuto una vera e propria lezione di marketing ai ragazzi intervenuti nella sala convegni del Gruppo. «E’ evidente che ci sono eccellenze in Calabria e anche a Crotone, a dimostrazione che possiamo invertire la rotta – ha detto Panaia – a condizione che vi sia metodo, determinazione e, mi sia consentito, anche passione e orgoglio». A chiudere l’amministratrice di Esperia TV, Fabiola Marrelli, che an-
Mario Napolitano:
«La prima considerazione che facciamo è che i giovani studenti sono rimasti stupiti dalla qualità di tecnologia che hanno trovato all’interno delle nostre aziende ma abbiamo anche capito quanto sia difficile costruire un rapporto tra mondo del lavoro e formazione»
che grazie alla sua giovane età ha dimostrato quanto sia importante credere in ciò che si fa. «Volevamo raccontare non le nostre aziende – ha sottolineato l’editore di Esperia – perché grazie a Dio sono conosciute di per sé, ma l’altra Calabria: quella che produce qualità e che andrebbe meglio promossa sul nostro territorio. Troppo spesso – ha concluso – della qualità calabrese sanno tutto fuori, mentre noi pensiamo di essere gli ultimi. E non sempre è così». ● ►
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Vibo Valentia
Ragazzi in quattro aziende. I “tecnici” apprezzano la Spi Q
uattro grandi aziende disposte a farsi meglio conoscere, sei istituti di scuola superiore coinvolti. Sono i numeri de Pmi day organizzato dalla Piccola Industria di Vibo Valentia di cui è presidente Domenico Calafati. Le imprese visitate dagli studenti sono state la Callipo Conserve Alimentari spa, il Frantoio Mafrica, la Idrotecnica e la Spi finestre spa. Proprio quest’ultima ha ospitato presso gli stabilimenti di Maierato due istituti superiori, il Tecnico Industriale E. Fermi e il G.Galilei di Vibo Valentia per un totale di 60 studenti. L’azienda ha organizzato la visita aziendale e ha fornito informazioni in modo da soddisfare le diverse aspettative ed esigenze degli studenti sulla base dello specifico indirizzo didattico: gli studenti del Tecnico Industriale hanno particolarmente apprezzato l’accesso ai locali deputati alla produzione delle varie linee di serramenti realizzati dall’azienda, per toccare con mano la qualità tutta italiana delle finestre SPI e ripercorrerne l’intero processo produtti-
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speciale Pmi day
vo guidati dagli ingegneri dell’azienda. Oltre a visitare gli stabilimenti, i ragazzi della Ragioneria Galilei sono stati affiancati dal team di Marketing e Comunicazione Spi spa che ha illustrato tutte le iniziative di marketing che supportano la notorietà del marchio a livello nazionale, tra le quali la sponsorizzazione del Milan.
«Il Pmi day – hanno commentato i vertici dell’azienda – rappresenta un’occasione importante per presentare agli studenti delle scuole superiori una realtà sconosciuta nelle sue dinamiche interne e soprattutto per trasferire ai ragazzi un segnale di ottimismo attraverso un esempio positivo della Calabria industriosa e che produce». ●
numero 5 - 2012
Giornale delle IdentitĂ Territoriali
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flash news 37° Edizione della NIAF a Washington: lo
Studio Legale Internazionale Zagamilaw rappresentato dall’avvocato Paolo Zagami
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’avvocato Paolo Zagami, titolare dello “Studio Legale Internazionale Zagamilaw”, ha partecipato a Washington ad una serie di incontri professionali e commerciali realizzati in occasione del 37° anniversario della “National Italian American Foundation”, l'organizzazione guidata dal presidente Joseph Del Raso che rappresenta oltre 20 milioni di italo-americani negli Stati Uniti e che presiede la manifestazione istituzionale più importante dei rapporti tra Usa e Italia. Esperto in diritto internazionale privato con rappresentanze anche a Roma, Londra, New York e Toronto, l’avvocato Zagami ha affiancato la Fondazione dei Calabresi nel Mondo guidata dal Presidente On. Pino Galati nelle attività istituzionali organizzate per diffondere il marchio della Calabria e per creare nuove opportunità di business. «L’evento della NIAF – ha affermato l’avvocato Zagami – ha rappresentato un qualcosa di estremamente importante perché ha permesso di entrare in contatto con le esigenze e le aspirazioni di decine di migliaia di calabresi emigrati nel Nord-America. Si tratta di un patrimonio di risorse che non va disperso ed in questa ottica per fare rete bisognerà ad esempio puntare su Internet sfruttando tale fantastico strumento, con il fine ultimo di rendere quotidiani i rapporti commerciali con i nostri corregionali che vivono oltre oceano». La serata di Gala si è svolta nell’elegante cornice dell’Hilton Washington Hotel alla presenza di numerose personalità americane ed italiane tra cui il ministro degli Esteri Giulio Terzi e la presidente di Friends of San Patrignano Letizia Moratti. La missione calabrese – ospite d’onore della manifestazione – ha riscosso un grande successo e lo “Studio Legale Internazionale Zagamilaw” vi ha efficacemente contribuito supportando le molte aziende calabresi presenti ed, in particolare, ponendo le basi per la sottoscrizione di un rilevante protocollo di intesa tra la Fondazione dei Calabresi nel Mondo e la CIIM – Confederazione degli Imprenditori A sinistra, Paolo Zagami e Tomaso Italiani nel Mondo. ● Veneroso presidente della CIIM
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flash news
Presentato il bando riservato ai giovani laureati calabresi. Previsti 1600 nuovi posti di lavoro
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l Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e l’assessore al lavoro Francescantonio Stillitani hanno presentato il bando riservato ai giovani laureati calabresi. Per questa azione sono state impegnate risorse pari a 32 milioni di euro. Il bando prevede una dote occupazionale di 20.000 euro per ogni laureato con meno di 35 anni, utilizzabile come incentivo all’assunzione a tempo indeterminato. L’intervento ha l’obiettivo di favorire l’inserimento occupazionale dei giovani laureati calabresi e qualificare il settore imprenditoriale promuovendo la collocazione in azienda di figure professionali specializzate. Il bando prevede criteri ben precisi ed un punteggio finale che sarà formato attraverso il voto di laurea, la natura del titolo, la partecipazione a master, tirocini e stage. In tutto saranno 1600 i laureati che beneficeranno della dote, così ripartiti: a Cosenza previsti 550 occupati, a Reggio 450, a Catanzaro 300, a Vibo e Crotone 150. Praticamente la procedura di selezione sarà articolata in più fasi attraverso la pubblicazione di due avvisi, il primo rivolto ai giovani laureati per l’erogazione di doti occupazionali che verranno assegnate sulla base di criteri premiali e meritocratici. Il successivo avviso rivolto alle imprese, con unità produttiva nel territorio della Regione Calabria, che dovranno inviare manifestazioni di interesse rispetto ai propri fabbisogni occupazionali. Successivamente il bando prevede l’incrocio tra domanda ed offerta. «Sarà privilegiato il merito - ha dichiarato il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti - attraverso criteri chiari e ben definiti, dal voto di laurea alle esperienze». ●
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flash news Vibo, legalità e lotta alla criminalità: sottoscritto accordo
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afforzare il sistema di circolarità delle informazioni tra Pubbliche Amministrazioni per rendere sempre più puntuali ed efficaci le rispettive funzioni nell’azione di diffusione della legalità e di contrasto della criminalità, a tutela di cittadini e imprese. Con questo obiettivo nella sede della Camera di Commercio di Vibo Valentia è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra Ente camerale, Procura, Questura e Comando provinciale dei Carabinieri che semplifica, con l’utilizzo degli strumenti di e-government, la condivisione di dati e documenti nello svolgimento delle funzioni di interesse comune. L’intesa, suggellata dal presidente dell’Ente Camerale Michele Lico, dal procuratore Mario Spagnuolo, dal questore Angelo Carlutti e dal maggiore Vittorio Carrara per conto del comandante provinciale dei Carabinieri Daniele Scardecchia, consente una rapida e diretta interazione tra il Registro Imprese della Camera di Commercio da una parte - quale depositario ufficiale dell’anagrafe nazionale di tutti i soggetti che svolgono attività economica - e dall’altra Magistratura e Forze dell’Ordine che sovente hanno esigenza di ricorrere agli archivi camerali nello svolgimento delle rispettive funzioni. Di fatto vengono così semplificati accesso e consultazione degli archivi camerali e dunque la disponibilità di dati e documenti attendibili e sempre aggiornati. ●
Al via il protocollo d’intesa tra Agenzia delle Entrate e CONI Calabria
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ornire assistenza alle associazioni sportive dilettantistiche nell’interpretazione e nella corretta applicazione della normativa fiscale specifica. È questo il principale obiettivo del protocollo d’intesa siglato dalla Direzione Regionale della Calabria dell’Agenzia delle Entrate e dal CONI Comitato Regionale Calabria. L’accordo prevede la costituzione di un gruppo di lavoro misto che si occuperà di tematiche controverse o di particolare complessità e offrirà risposte univoche agli operatori del settore sulle questioni fiscali oggetto dei provvedimenti legislativi emanati negli ultimi anni. La Direzione Regionale delle Entrate, per agevolare l’utilizzo del servizio di assistenza fiscale, utilizzerà caselle di posta elettronica dedicate alle quali le società sportive dilettantistiche, per il tramite del CONI regionale, potranno rivolgersi per esporre le questioni che necessitano di chiarimenti e precisazioni interpretative. Il CONI regionale avrà il compito di raccogliere, filtrare e organizzare tali richieste, così da favorire una gestione efficace dello strumento informatico. Il protocollo d’intesa è stato siglato per l’Agenzia delle Entrate dal Direttore Regionale, Antonino Di Geronimo e per il CONI Calabria dal Presidente del Comitato Regionale Calabria, Demetrio Praticò. ●
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Inail: 1.161 eventi infortunistici denunciati in Calabria nel 2011
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illecentosessantuno eventi infortunistici. A tanto ammonta il numero degli infortuni denunciati in Calabria nel 2011: l’8,9% in meno rispetto agli eventi del 2010. In diminuzione - rivela l'Inail - anche gli infortuni mortali con un -20,7% rispetto al 2010 (- 6 eventi in valore assoluto). Sul totale complessivo di 23 casi, sette risultano essersi verificati con modalità “in itinere” e sei con modalità “circolazione stradale” in occasione di lavoro: complessivamente, quindi, solo 10 casi su 23, pari a circa il 43%, si sono verificati all’interno di ambienti di lavoro ordinari (fabbrica, cantiere, terreno agricolo etc.). I dati statistici disponibili negli archivi informatici dell’Istituto, relativamente agli indici di frequenza degli infortuni e sui rapporti di gravità, seppur riferibili a diverse aggregazioni temporali, confermano una sicura correlazione fra lavoro nero e assenze-carenze di misure di sicurezza sui luoghi di lavoro e mancata denuncia degli infortuni, in particolare per quelli di modesta entità. Solo in minima parte (1,6% per gli infortuni in generale e 1,4% per gli infortuni mortali) la riduzione è riconducibile, a livello nazionale, agli effetti della crisi economica. L’Istituto ha infatti stimato nel 5% per gli infortuni in generale e nel 4% per quelli mortali (rispetto ai complessivi valori nazionali del 6,6% e 5,4%), il calo “reale” degli infortuni sul lavoro al netto dell’effetto perdita di quantità di lavoro svolto. L'Inail Calabria ha intanto ritenuto di “sperimentare” una nuova modalità di approccio alla tematica della prevenzione sui luoghi di lavoro realizzando, dapprima, uno studio sulla “mappatura del rischio in Calabria” e, nel corrente anno, come suo naturale sviluppo, uno più mirato sulle informazioni relative al “dove”, “come” e “perché” accadono gli infortuni nonché sugli esiti clinici degli stessi, allo scopo di poter dare corso, per il tramite delle Associazioni di categoria, a un dialogo di tipo “consulenziale” con le realtà produttive interessate. ●
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flash news Con la ricetta elettronica oltre 1 milione di euro all’anno di risparmi sulla stampa dei ricettari P
assa anche attraverso l’innovazione la razionalizzazione della spesa sanitaria del Dipartimento regionale tutela della salute. Ha, infatti, raggiunto circa il 15% la percentuale dei medici di famiglia che trasmettono la ricetta in via telematica al Ministero dell’economia e delle finanze ed alla Sogei (Società generale di informatica), presupposto per la nascita delle “ricetta digitale” la quale, a regime, consentirà – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale - un risparmio potenziale in Calabria di oltre 1milione di euro all’anno per la sola stampa e consegna dei ricettari alle varie aziende. Una dimostrazione di come attraverso l’innovazione tecnologica si possa coniugare risparmio e miglioramento della qualità dei servizi in sanità. Quando il sistema sarà completo, la ricetta elettronica partirà dallo studio del medico che la compila ed arriverà online all’erogatore (farmacia o ambulatorio specialistico) e, contemporaneamente, giungerà alla Regione ed al Ministero, permettendo così un controllo diretto “in tempo reale” sulle prescrizioni e sulla spesa. Per la cittadinanza l’approccio non cambierà. L’utente si recherà presso il dispensario munito di tessera sanitaria e di un codice attribuito alla ricetta in modo che il farmacista oppure lo specialista ambulatoriale, collegandosi al sistema, possano leggere la prescrizione. A livello nazionale, secondo le stime del Ministero, l’adozione della ricetta elettronica garantirà un taglio del 30% della spesa farmaceutica, con un risparmio per la sanità attestabile attorno ai 2 miliardi di euro all’anno. ●
Sottoscritto dalla Regione e dalle FS una intesa per la gestione delle emergenze ferroviarie
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La Protezione civile regionale e le Ferrovie dello Stato (Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa che definisce le indicazioni per una corretta gestione dell’emergenza in ambito ferroviario. L’atto è stato firmato, per la Regione, dal sottosegretario alla Presidenza con delega alla Protezione civile Franco Torchia e dal dirigente di settore Salvatore Mazzeo, per le Ferrovie dello Stato dal dirigente Franco Fiumara. Con questa intesa la Regione Calabria e il Gruppo Ferrovie assicurano un ulteriore sviluppo nei rapporti di collaborazione già in essere, concordando modalità operative da attuare in caso di emergenza attraverso l’adozione di un modello d’intervento specifico in ambito ferroviario e definendo protocolli di interscambio di informazioni tra i rispettivi centri operativi, nonché programmi di attività formativa. «Questa intesa – ha affermato il sottosegretario Torchia – nasce sul modello del protocollo sottoscritto tra il Dipartimento nazionale di Protezione civile e Rete Ferroviaria Italiana nel 2008. La convenzione completa il quadro di riferimento della Protezione civile della Calabria, perché si aggiunge anche alla pianificazione messa in atto l’anno scorso, e suggella un rapporto di collaborazione attiva con il gruppo Fs per i casi di emergenza ferroviaria». Nello specifico il protocollo stabilisce che la Protezione civile dovrà svolgere attività di previsione, monitoraggio e sorveglianza del rischio nei territori di propria competenza, nonché di vigilanza non strumentale attraverso i diversi presidi territoriali laddove costituiti ed operativi e dovrà garantire l’intervento anche per le emergenze di carattere ferroviario. Inoltre, attraverso la sala operativa unificata permanente e le strutture operative periferiche di protezione civile dovrà fornire alla Sala Situazione Italia le informazioni in merito agli eventi in corso ed alle conseguenti risposte operative. Il gruppo Ferrovie a livello territoriale dovrà, invece, gestire l’emergenze ferroviarie, fornire gli elementi informativi ai fini dell’intervento da parte del sistema di Protezione civile per emergenze ferroviarie, nonché informare il livello centrale sull’andamento della gestione dell’emergenza. Tra le emergenze ferroviarie individuate nel protocollo che richiedono il coinvolgimento del sistema di Protezione civile regionale risultano le criticità ferroviarie per cause tecniche, per cause di forza maggiore, le emergenze causate da trasporti speciali (merci pericolose, manifestanti, ecc.) e gli incidenti ferroviari. Le emergenze che possono richiedere l'impiego del gruppo Ferrovie riguardano, invece, le calamità di origine naturale o antropica, le emergenze di carattere sanitario, il trasporto merci, le emergenze nazionali di terroristica, black-out, ecc. e grandi eventi che prevedono lo spostamento di grandi masse. Rientrano, inoltre, nelle finalità dell’intesa anche le attività di prevenzione come, ad esempio, le esercitazioni, comprese quelle che si svolgono in ambito ferroviario, e l’elaborazione di piani di emergenza. ●
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flash news ECONOMICO {QUOTIDIANO ON-LINE
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Nasce il Premio Speciale Start-up del Comitato Leonardo I
l Comitato Leonardo, di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Agenzia ICE, ha deciso per l’anno 2012 di promuovere un Premio Speciale Start-up, che va ad aggiungersi agli ambiti riconoscimenti già conferiti dal Comitato Leonardo: il Premio Leonardo, i Premi Leonardo Qualità Italia, il Premio Leonardo International ed il Premio alla Carriera. Ad essere premiata sarà una start-up innovativa italiana che si è particolarmente distinta per: (a) innovazione, intesa come avanzamento dello stato delle conoscenze; (b) successo, qualificato in termini di velocità di crescita dell’impresa e di ricadute positive anche sul resto del tessuto produttivo; (c) internazionalizzazione, intesa come capacità di raggiungere e offrire i propri prodotti o servizi sui mercati esteri; (d) occupazione, in particolare giovanile; ed (e) impatto sociale, inteso come contributo alla risoluzione di problemi di cittadini. Il Comitato Leonardo e il Ministero dello Sviluppo Economico hanno chiesto ad associazioni particolarmente rappresentative e significative per le startup innovative – l’Associazione italiana del private equity e venture capital (AIFI), l’associazione Italian Angels for Growth (IAG), l’Associazione parchi scientifici e tecnologici italiani (APSTI), l’Associazione degli incubatori e delle business plan competition accademiche italiane (PNICUBE), e l’associazione Italia Startup – di proporre per il premio due startup ciascuna, appartenenti a settori differenti. Le 10 startup candidate formeranno quindi una rosa di imprese finaliste, che sarà resa pubblica, e all’interno della quale sarà individuata la startup vincente della prima edizione del Premio Speciale Start-up. La scelta finale, ad opera del Comitato Leonardo, del Ministero dello Sviluppo Economico e dell’ICE, ricadrà sulla startup che, tra le 10, si sarà maggiormente distinta in termini di innovazione, di contributo alla costruzione di un’immagine dell’Italia nel mondo, e di ispirazione e testimonianza per le nuove generazioni. Il premio verrà conferito dal Presidente della Repubblica in occasione della Giornata della Qualità Italia, che si svolgerà in Quirinale ad inizio del prossimo anno. ●
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economia
Come cambia il mercato del lavoro I nostri giovani lo hanno capito grazie al forum e-Labòra
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uasi 900 giovani e meno giovani, accomunati da un unico desiderio: trovare lavoro. Sono stati loro i veri protagonisti dell'edizione 2012 del forum “e-Labòra”. Organizzato dal Settore Formazione della Provincia di Catanzaro, patrocinato dalla Regione Calabria e finanziato dal POR Calabria FSE 2007-2013, quest'anno si è svolto a Lamezia Terme dove tra seminari e laboratori, si è discusso di occupazione. Senza quella retorica che sul tema si spreca, ma con la convinzione che trovare lavoro è possibile. Anche negli anni della crisi. Anche a una latitudine, la nostra, in cui le difficoltà sono molto di più che altrove. Per comprendere l'importanza dell'iniziativa, basta leggere i report sull’attività di recruiting svolta dalle aziende nella due giorni: le offerte di lavoro pubblicizzate sono state 43, 257 i posti da coprire, poco più di 2500 i curricula inviati. In tutto, degli 890 candidati convocati, sono stati 570 quelli che hanno risposto alla chiamata. «Le aziende che hanno svolto i colloqui – ha spiegato
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Elisa Schiavon, marketing manager di “Monster.it”, tra i portali dedicati al cerco e offro lavoro più importanti d'Italia – sono rimaste molto soddisfatte dei candidati selezionati e, oltre ad inserire tutti i profili nel database aziendale, il 30% di loro verranno nuovamente contattati per una eventuale assunzione. Le aziende che cercano qualifiche non tecniche – ha detto ancora Schiavon – non hanno incontrato grosse difficoltà, mentre per le qualifiche più specifiche sono arrivate poche richieste, specie nel mondo delle nuove tecnologie e del web. Anche i giovani laureati hanno capito che oltre al titolo di studio è necessario specializzarsi in un determinato settore per personalizzare e rendere unico il curriculum vitae rispetto a tanti altri. Altro dato sul quale riflettere – ha commentato – è che a volte si fa fatica anche a trovare giovani disposti alla mobilità: non solo al Centro o al Nord d’Italia ma anche all’interno della regione stessa». Nel corso delle tavole rotonde con gli esperti del settore
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sono stati approfonditi i temi dell’evoluzione del mercato del lavoro e dell’orientamento, ed è stata evidenziata la necessità di indirizzare i giovani verso percorsi formativi realmente spendibili, perché se è vero che tanti non riescono a trovare occupazione, lascia riflettere il fatto che molte aziende offrono immediate opportunità di impiego ma non riescono ad individuare figure professionali con le competenze adatte. Occorre quindi che i giovani riescano a colmare quella distanza che separa le loro competenze dalle reali esigenze delle imprese. Investendo soprattutto sull’entusiasmo e sulla voglia di mettersi in gioco. Entusiasta l’assessore regionale al lavoro e alle politiche sociali Francescantonio Stillitani che si è complimentato per l’iniziativa e l’intera organizzazione capace di raggiungere dei “risultati davvero invidiabili”. «Questa è la dimostrazione – ►
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ha detto Stillitani – che le risorse pubbliche vengono spese zaro ha offerto ai giovani delle concrete opportunità di sbocbene. Per la portata dell’evento e degli obiettivi raggiunti è co occupazionale puntando, da un lato, sull’orientamento e certamente un evento non solo da ripetere ma, soprattutto, da sull’informazione rispetto alla scelta dei percorsi di crescita diffondere negli altri territori». formativa e professionale maggiormente spendibili sul mercaNel corso del convegno organizzato nell'ambito del Forum to; dall’altro, mettendoli a diretto contatto con le aziende che e dal titolo “I nuovi fondi per il lavoro in Calabria”, Stillitani ricercano particolari profili lavorativi. Il compito di un’istituha spiegato che «sono stati recuzione come la Provincia – ha spieperati 160 milioni di euro da una gato – è quello di favorire l’integrarimodulazione dei fondi Fse per zione tra i sistemi dell’istruzione, essere utilizzati per la pubblicadella formazione professionale e zione di dieci diversi bandi con del mondo imprenditoriale, per acl'obiettivo di creare 15 mila nuovi compagnare i giovani che muovono posti di lavoro. I bandi sono rivoli primi passi in un mercato del lati a categorie specifiche di lavoravoro che è profondamente cambiato tori: sul fondo di garanzia, per i rispetto al passato, così come sono giovani laureati, per i disabili; per cambiati i modelli organizzativi assunzione badanti per disabili ed e le professionalità richieste. Con anziani in famiglie bisognose e per e-Labòra vogliamo guidare questo l’incentivazione all’apprendistato». percorso, nel quale poi deve prevaMa la soddisfazione più granlere il merito, la voglia di mettersi de è stata quella palesata dal prein gioco, di rischiare, di emergere e sidente della Provincia Wanda di affermarsi, la capacità di mettere Ferro. «Con il forum e-Labora a frutto le proprie attitudini e le pro– ha detto – la Provincia di Catan- Il presidente della Provincia Wanda Ferro prie competenze».
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«La partecipazione di così tanti giovani ci fa ben sperare e ci spinge a puntare sull’attività di orientamento perché, come evidenziano anche i dati forniti dalla Fondazione Agnelli, molti giovani non rifarebbero lo stesso percorso formativo in quanto, spesso, le competenze acquisite non corrispondono a quelle effettivamente richieste dal mercato del lavoro». Filippo Pietropaolo: Il presidente della Provincia ha «e-Labòra quindi rivolto un è diventato ringraziamento ai anche “Job Day”, tanti partner che un momento hanno aderito a questa iniziativa: il nel quale toccare Comune di Lamecon mano la realtà zia che ha ospitato del mercato del l’evento, la Regione lavoro nell'attuale Calabria che attraverso il POR-FSE scenario ha consentito di reeconomico» alizzarlo, le aziende che hanno tenuto i colloqui di lavo-
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ro, le istituzioni scolastiche, le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria oltre, naturalmente, alla macchina organizzativa messa in campo dal Settore Lavoro della Provincia. A tal proposito fondamentale è stato il lavoro svolto dal dirigente Filippo Pietropaolo, secondo cui «l'edizione di quest’anno è stata davvero unica considerato che oltre ai laboratori di orientamento e formazione per gli studenti, “eLabòra” è diventato anche “Job Day”, un momento nel quale toccare con mano la realtà del mercato del lavoro nell'attuale scenario economico». Il Forum è stato molto apprezzato anche da Nicola Rossi, Country Manager di Monster Italia: «Il dialogo avviato da tempo con la pubblica amministrazione – ha spiegato – ci ha permesso di accreditarci presso le istituzioni come partner qualificato. Monster può mettere a disposizione della pubblica amministrazione soluzioni tecnologiche innovative per supportare le procedure di selezione, garantendo trasparenza, economicità e rapidità. Obiettivo finale è il miglioramento dell’efficacia delle politiche attive dei centri per l’impiego. Iniziative come quella dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro locale – ha concluso – sono un segnale importante in questo senso». ●
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Comitato Piccola Industria di Crotone,
a tu per tu con Mario Spanò «Nel nostro
territorio, così come in tutto il paese, ancora la piccola impresa è costretta ad operare in un ambiente non del tutto friendly»
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ario Spanò, da maggio alla guida del Comitato Piccola Industria di Confindustria Crotone, 50 anni, sposato e padre di tre figli, è, con il fratello Cesare, a capo del Gruppo Spanò, le cui aziende operano nei settori delle forniture industriali ed ospedaliere, in quello delle pulizie civili ed industriali e nel settore delle nuove tecnologie, nonché presidente di N.E.T. scarl, ente gestore del Polo Energia e Ambiente della Regione Calabria. Lo abbiamo incontrato nel suo ufficio e insieme a lui abbiamo scoperto la sua storia. Ecco cosa ha risposto alle nostre domande. Come è cominciata la sua avventura di imprenditore?
«Io e mio fratello abbiamo fondato le nostre aziende tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ‘90. Abbiamo iniziato con un piccolo ufficio ed un manipolo di collaboratori. Ora siamo una realtà significativa».
Come interpreta il suo ruolo di rappresentante della piccola industria del crotonese?
«Con molta umiltà e determinazione. Ho accettato di ricoprire il ruolo di Presidente del Comitato Pi perché sono fermamente convinto che nel nostro territorio, così come in
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economia tutto il paese, ancora la piccola impresa è costretta ad operare in un ambiente non del tutto “friendly” ma per certi versi ostile alla libera intrapresa. Il 26 novembre siamo stati impegnati anche a Crotone nella organizzazione della PMI day, l’iniziativa promossa dal Comitato nazionale PI: abbiamo portato gli studenti nelle nostre aziende per far capire che le imprese hanno bisogno del territorio così come il territorio ha bisogno delle imprese. È fondamentale dialogare con i ragazzi per far capire che le aziende sono una componente fondamentale dello sviluppo di un territorio e quindi un patrimonio da difendere. Durante il mio mandato ed insieme ai colleghi del direttivo intendo avviare tutte quelle azioni necessarie a livello locale a liberare le energie delle imprese e degli imprenditori che vogliono investire e crescere, nonostante le enormi difficoltà che la debolezza strutturale dell’area e la fase di recessione attuale ci stanno ponendo davanti. È un obiettivo molto ambizioso ma sento la responsabilità di fare la mia parte». Il territorio di Crotone è tra i più deboli economicamente e socialmente in un Mezzogiorno sempre fortemente provato.
«I dati economici ci consegnano un ritratto molto negativo del Mezzogior-
no, della Calabria e del crotonese. Nel 2010 il Pil meridionale è risultato inferiore di circa 19 miliardi di euro rispetto al 2007, gli investimenti di 7,5 miliardi, il fatturato complessivo delle imprese manifatturiere meridionali risultava nel 2010 di quasi 2 miliardi inferiore al 2007, l’export di 2,6 miliardi, mentre sul fronte occupazionale la perdita di posti di lavoro tra il 2007 e il 2010 è stata di oltre 300 mila unità. Il ricorso della Cassa Integrazione è stato massiccio, ed in aumento nel corso dell’anno: 159 milioni di ore di cassa integrazione in più nel 2011 (222 milioni) rispetto al 2007 (63 milioni). In questo contesto evidentemente anche l’andamento degli investimenti ha subito una diminuzione nelle costruzioni (-27,6%) e nell’industria in senso stretto (-23,7%)». La Calabria ha anche un record negativo sui tempi di pagamento della Pubblica amministrazione.
«Sì. La nostra regione ha registrato un aumento considerevole dei tempi medi di pagamento nei confronti delle aziende fornitrici, ma quest’annosa questione colpisce in maniera, più o meno dura, tutte le aziende che in Italia si relazionano con il buyer pubblico. Complessivamente le piccole aziende registrano un peggioramento delle condizioni di accesso a credito imputabile ad un aumento delle garanzie richieste e dei costi, per effetto della stretta imposta dalla normativa bancaria internazionale e dal peggioramento dei bilanci aziendali. In occasione del Convegno nazionale della Piccola di Confindustria, tenutosi a Lecce, alla presenza del Presidente Vincenzo Boccia, ho incontrato colleghi ed imprenditori di quasi tutte le regioni d’Italia accomunati dal problema dei pagamenti della PA e delle difficili condizioni per l’accesso al credito. E’ ormai una questione nazionale che è diventata una vera e propria emergenza».
Se parliamo di infrastrutture nel Mezzogiorno ed in Calabria in particolare, il “mal di pancia” aumenta.
«Dati Confindustria recenti evidenziano che il Mezzogiorno possiede un’estensione della rete stradale pari al doppio di quella di altre aree, sia per quanto riguarda le strade di interesse nazionale, sia per quelle di interesse locale. Anche in rapporto alla popolazione, il Mezzogiorno mantiene la prima posizione (con 3,7 Km ogni 1000 abitanti). Il problema è che risulta molto scarsa la dotazione di infrastrutture di qualità più elevata: il valore delle autostrade è inferiore ad 1/3 del totale. Mancano inoltre strutture intermodali e logistiche in grado di cogliere le opportunità legate alle interconnessioni tra le infrastrutture esistenti».
In questo scenario, nella graduatoria dell’indice sintetico di sviluppo provinciale Crotone ricopre la 105° posizione su 107. E’ una fotografia piuttosto sconfortante: da dove si può ricominciare?
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Mario Spanò
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economia «Nel programma della mia presidenza ho inserito tre punti che mi sembrano strategici: formazione, ricerca e innovazione, rapporto con le PPAA. Da imprenditore ho imparato che la strada del cambiamento è l’unica per affrontare l’andamento ciclico a cui l’economia globalizzata ci sta abituando. Dobbiamo cavalcare l’onda, altrimenti il rischio di colare a picco è alle porte. Le piccole imprese devono imparare ad entrare nella logica del cambiamento ed a gestirlo, diventandone protagonisti anziché succubi. Lo possiamo fare solo puntando seriamente sulla formazione, sulla ricerca e l’innovazione».
la fanno gli enti di ricerca e le università e non le imprese: in altri termini è l’offerta che genera spesa e non la domanda. Mi sembra un paradosso che dobbiamo invertire. Le Piccole imprese devono coraggiosamente intraprendere questa strada: il cambiamento, l’innovazione e la ricerca non sono appannaggio solo delle grandi aziende. Direi invece che perché il seme del cambiamento attecchisca profondamene nel terreno economico di un’area è necessario che venga coltivato proprio dalle piccole imprese che possono più agilmente generare un effetto moltiplicatore, soprattutto se condividendo gli obiettiParliamo di formazione. Il sistema Italia in realtà registra vi scelgono di investire in rete tra di loro. Dobbiamo inoltre performance ancora poco soddisfacenti soprattutto nelle dientrare nell’era digitale e pretendere che il Paese lo faccia in scipline tecnico-scientifiche. maniera seria. Recentemente abbiamo «Si. Devo però segnalare che dal promosso un seminario con Consip: il «Le piccole imprese mercato elettronico è una realtà che sta 2000 al 2008 si sono registrati dati positivi in Calabria per quanto riguarda i laucrescendo e diventerà sempre più presendevono imparare reati nelle discipline tecnico-scientifiche te. Le piccole imprese calabresi non sono ad entrare che sono sicuramente le più adeguate a quasi per nulla presenti sul mercato eletsostenere gli sforzi di sviluppo e di ditronico: devono invece agganciare al più nella logica mensionamento che le nostre piccole presto questa opportunità». imprese devono affrontare. È inoltre da Come anticipato, Lei da circa due anni è del cambiamento considerare che una fetta sempre magalla guida di Net, il Polo di innovazione ed a gestirlo, giore di giovani si trova nella condiziodella Calabria per l’energia e l’ambienne di non studiare, di non lavorare e di te. Che tipo di risposta hanno dato le diventandone non prendere parte a percorsi di qualifiaziende? protagonisti cazione professionale. Il dato peggiore «Molto positivo, soprattutto rispetto è proprio quello della Calabria. Questo alle nostre aspettative iniziali. Net oggi anziché succubi. significa che le nostre imprese, in una gestisce un’ATI a cui aderiscono circa 70 fase post crisi, avranno difficoltà a indi- Lo possiamo fare solo aziende, non solo calabresi. Abbiamo un viduare giovani qualificati e preparati. È ambizioso: essere un accelerapuntando seriamente progetto quindi urgente concentrare il massimo tore di innovazione per le PMI calabresi dello sforzo sul tema della formazione, rendendo possibile l’incontro tra domansulla formazione, qualificando la spesa dei fondi strutturada ed offerta ed offrendo servizi adeguati sulla ricerca li e concentrandola sulla formazione in alle esigenze non solo delle imprese ma Azienda, attraverso partenariati di alto di tutti gli stakeholders. Energia ed ame l’innovazione» profilo. Le università calabresi sono un biente sono ambiti strategici in cui c’è interlocutore indispensabile e qualificamolto da fare: dobbiamo stimolare la nato ma devono aprirsi senza riserve all’ascolto delle esigenze scita di una green economy made in Calabria che valorizzi le aziendali, svolgendo il loro ruolo con lo sguardo sul presente competenze e le professionalità che già esistono e che contrie sugli scenari futuri». buiremo a formare». Sul fronte della Ricerca e sviluppo cosa hanno da dire le Piccole imprese?
«Abbiamo molta strada da fare, non solo in Calabria ma in tutto il paese. Siamo lontani dalla media UE a 27 di incidenza della spesa in Ricerca e Sviluppo sul Pil (2,01%) e dal target del 3% stabilito dalla Strategia di Lisbona prima e da “Europa 2020”. Nel Mezzogiorno poi la Calabria è fanalino di coda. E’ poi da sottolineare che nel Mezzogiorno la spesa in ricerca
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In che modo vede il futuro?
«Ognuno è artefice del proprio destino, diceva una massima latina. Credo che ognuno di noi sia chiamato a fare la sua parte. Io ogni giorno metto grande impegno e tutta la dedizione necessaria affinché si possa trarre sempre il massimo profitto dal lavoro svolto. Chiuderei dicendo che il segreto di tutto risiede nel principio, che mi accompagna quotidianamente, “Vivere con semplicità ma pensare con grandezza!”». ●
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La storia di Francesco Trebisonda calabrese testardo e manager di successo È dirigente del gruppo AON, la multinazionale americana che si occupa di brocheraggio assicurativo
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' una bella storia Calabrese quella di Francesco Trebisonda. Nato a Corigliano Calabro, quarantasei anni, sposato, due figli, manager, proveniente da una antica famiglia di imprenditori locali operanti in diversi settori. Nel 2000 inizia la sua collaborazione con il colosso multinazionale americano AON attraverso un modesto contratto di segnalatore di clienti, trasformatosi nel corso degli anni in rapporto di Consulenza, CoCoCo, CoCoPro fino a diventarne dirigente e branch manager di area. Il Gruppo AON è leader mondiale nei servizi di risk management, di intermediazione assicurativa e riassicurativa e nella consulenza aziendale e per le risorse umane. Quotata al mercato azionario americano con oltre 61.000 dipendenti e 600 uffici in 120 paesi del Mondo. AON in Italia è leader nella consulenza per la gestione dei rischi e nel brokeraggio assicurativo, presente sul territorio nazionale con 36 uffici e si avvale di 1.100 dipendenti. In Calabria Aon è leader incontrastata nel settore del brokeraggio assicurativo, presente sull'intero territorio con due Francesco Trebisonda
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economia uffici (Corigliano Calabro e Reggio Calabria), annovera tra i suoi clienti l'Amministrazione Regionale, le Provincie e i Comuni più importanti, Enti e Società pubbliche, nonché le maggiori Aziende e Gruppi industriali privati. Come è nato il rapporto con la società n.1 al mondo del brokeraggio assicurativo?
«Un mio caro amico che opera in questo settore mi segnalò, quasi per scherzo, l'interesse di AON di strutturarsi in Calabria. E quindi mi sono immediatamente proposto».
Quindi interesse o fortuna?
«L'uno e l'altro. "Carpe diem" (..cogli l'attimo..!!)»
E poi una carriera così in forte ascesa, come è possibile per quasi un neofita del settore?
«Una forza di volontà indomabile, molti sacrifici, grande passione, tanto lavoro e la testardaggine tipica di noi calabresi».
tualità e nella parola data. Le dico di più, personalmente sono fortemente convinto, anche da cattolico credente e praticante che, oggi più di ieri, senza il rispetto delle più elementari norme di etica morale e civile non si contribuisce al cambiamento». Cosa è per lei la vera ricchezza?
«In Calabria occorre dare priorità alle principali fonti naturali di cui disponiamo: Turismo e Agricoltura. Certo, viviamo un momento economico senza precedenti che di certo non agevola il percorso»
«Sordina e profilo basso sì. Ma da soli, nella vita come nel lavoro, non si va da nessuna parte. Per vincere occorre praticare il famoso "gioco di squadra" con persone serie e intelligenti. Il "team" come dicono gli Americani».
«Le rispondo con le parole del Country Manager di Aon, Carlo Clavarino, un uomo straordinario e brillante che è in pratica il vero deus ex machina di Aon. Egli a questa domanda dice: "la vera ricchezza è non avere il problema di dover contare i danari"».
I suoi compagni di squadra chi sono?
Esiste un'altra ricchezza a parte quella materiale?
Tutto da solo e in sordina?
«Ovviamente i miei colleghi di Aon che attraverso la loro alta competenza e professionalità hanno contribuito a rendermi credibile in un territorio difficile e complicato come quello calabrese, in una professione, quella del broker assicurativo, che è sconosciuta ai più. Naturalmente, vi sono stati alcuni di essi che, rivestendo ruoli dirigenziali e di alta rappresentanza, più di altri, hanno creduto da subito nella mia persona offrendomi stima e fiducia».
Squadra solo interna in AON quindi?
«Assolutamente no. Guardi nel mio lavoro sono determinanti le relazioni e i rapporti interpersonali. Per essere apprezzato professionalmente ci deve essere qualcuno prima che te ne dia la possibilità di farlo. In questo mi ha aiutato la mia naturale predisposizione e il mio carattere , ma è stata determinante l'eredità, forse quella più importante che ho ricevuto da mio padre. E cioè di avere un numero elevato di persone amiche che ti stimano e ti vogliono bene, alcuni di essi anche autorevoli e prestigiosi, ai quali devo moltissimo per avermi, in qualche modo, scoperto, e hanno avuto il coraggio di appoggiarmi e credere in me in un tempo che pochi l'avrebbero fatto. Ho ricambiato con amicizia e affetto».
Quindi nel mondo "duro" e "spregiudicato" dei business ci può essere spazio anche per i veri valori della vita, come l'amicizia, l'affetto, la riconoscenza?
«Certamente sì. Per la mia modesta esperienza è stato proprio così. Quotidianamente constato che le persone più importanti sono umili, gentili, rispettosi, rigorosi nella pun-
«Anche su questo mi piace rispondere con le parole del dottor Clavarino che, con le dovute proporzioni, sono perfettamente confacenti alla mia modesta persona e alla mia esperienza in Aon. Egli a questa domanda in una recente intervista, ha detto: «Sì, esiste un'altra ricchezza che è il rispetto. Per molti anni sono stato giudicato un superficiale, un incapace. Oggi so di essere rispettato dalla mia famiglia, dai miei amici e dal mio ambito professionale. Ho iniziato a percepirlo chiaramente da quando mi hanno incominciato a chiedere suggerimenti e favori».
Per un giovane calabrese la sua storia può essere un esempio, un modello da imitare?
«Non ambisco a tanto e mi pare molto esagerato il mio raffronto personale. Anche se ho scoperto, con sincero orgoglio, d' essere attualmente tra i primissimi manager di multinazionali presenti oggi in Calabria. Però ad un giovane calabrese posso dire, con cognizione di causa e per la dimensione Nazionale che oggi ho la fortuna di vivere, che non sono da meno a nessuno. Devono smetterla di piangersi addosso, di inseguire il posto di lavoro fisso che nessuno mai ci potrà più dare. Non devono continuare a chiedere, con il cappello in mano, al politico e al potente di turno, ma devono invece credere in se stessi e nelle proprie capacità, consapevoli che il futuro è solo nelle proprie mani e mai nessuno gli potrà regalare nulla. Devono ingegnarsi qualcosa di nuovo, andare all'estero per conoscere iniziative nuove da replicare in Calabria. Devono creare, attraverso un intelligente e leale lavoro di gruppo, nuo►
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economia ve iniziative imprenditoriali serie e credibili, piccole o grandi che siano, capaci di intercettare anche finanziamenti pubblici provenienti, per esempio, dalla Comunità Europea che, ahimè, nella maggior parte dei casi vengono restituiti perchè inutilizzati». Ma in quali attività un giovane Calabrese può dedicarsi oggi, proprio in questo momento di grande crisi economica?
«In Calabria occorre dare priorità alle principali fonti naturali di cui disponiamo: turismo e agricoltura. Certo, viviamo un momento economico senza precedenti che di certo non agevola il percorso. Ed è proprio per questo che occorre imparare a vivere con le difficoltà quotidiane ma senza perdere mai la speranza. D'altronde quello che tutti desiderano è assicurare un futuro ai figli e fare di più per non avere crisi di coscienza».
Qualche altro consiglio per i giovani?
«Senza dubbio, un buon percorso scolastico e quindi una buona base culturale, privilegiando la conoscenza della lingua inglese e dell'informatica, sono indispensabili per imporsi in questa che è l’era della globalizzazione».
Che cosa ne pensa dell'attuale difficile momento politico. Anzi dell'antipolitica?
«Penso che sia giunto il momento che ognuno di noi deve fare politica, nel senso di interessarsi della "res" pubblica».
Come? Lei, per esempio, che deve fare?
«Partendo proprio dalla politica. In pratica offrendo competenze, progetti "chiavi in mano" e uomini esperti per aiutare la politica a fare le cose e bene. Infatti, se il compito della politica, della buona politica, è dare indirizzi e realizzarli, perché questo accada c'e bisogno anche in Calabria dell'apporto della cultura e del modello manageriale, di chi professionalmente si occupa di far accadere le cose nei tempi e nei costi prestabiliti. Fare politica non significa guadagnare con la politica».
Ma torniamo ad AON e ai suoi programmi in Calabria che lei segue in prima persona.
«Guardi la Calabria è divenuta per la mia società una delle aree di maggiore interesse sulla quale stiamo gradualmente investendo, e la presenza di ben due uffici, ne è la dimostrazione tangibile. Infatti all'Amministrazione Regionale Calabrese, che ovviamente è il cliente più importante che oggi possediamo, abbiamo offerto, senza oneri aggiuntivi, un complesso progetto di risk management che individui i criteri e le modalità da adottare per la messa in rete di tutte le aziende sanitarie e ospedaliere, con l'indicazione di possibili soluzioni atte a ridurre i rischi comuni e, ove possibile e conveniente, definire l'impostazione di un unico programma assicurativo tramite l'unificazione delle polizze attualmente in essere per singola azienda. Imitando in parte il modello della Regione
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Lombardia che da anni gestiamo con riconosciuto successo». Un lavoro difficile, che la Calabria è pronta a recepire?
«E' un progetto ambizioso e sotto certi aspetti anche "rivoluzionario", ma assolutamente necessario. E' una risposta concreta alle pressanti richieste e iniziative messe in atto dal Governo centrale per il contenimento della spesa in Sanità e la spending review».
In tutto il mondo e in Italia, le piu' grandi aziende private (IBM, Ferrero, Fiat, ENI, Montedison, Telecom, Barilla, Pirelli), sono affezionati clienti AON, e in Calabria?
«E' da pochi mesi che ci stiamo occupando anche di aziende private. E con soddisfazione siamo riusciti ad acquisire come broker unico le principali realtà imprenditoriali calabresi come ad esempio il Gruppo Calme-Speziali e parte del Gruppo Gatto-Despar».
Ma tutto questo riesce a seguirlo da solo?
«Anche se lavoro non meno di 15 ore al giorno, non sarebbe umanamente possibile. Ho con me validi collaboratori, tutti calabresi e buona parte sono donne».
Un altro suo segreto quindi; collaboratrici donne?
«Lavorano con me molti uomini capaci e volenterosi. Ma apprezzo tantissimo il lavoro delle donne che hanno una sagacia e una sensibilità straordinaria». Chi è il suo più stretto collaboratore?
«Senza dubbio, le confesso, che il mio vero segreto e' proprio una donna: mia moglie Veronica. Infatti, anche se non lavora come me in azienda, e' la mia prima insostituibile collaboratrice. Senza la quale non sarei riuscito a realizzare nulla di quel poco di buono che ho creato nella vita e nella professione. Iniziando dalla cosa più importante, la sana gestione della famiglia e della crescita dei miei due eccezionali figli Piero e Mariachiara». ●
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Da sinistra, Lucio Dattola, Sebastiano Caffo e Aldo Ferrara
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l nome della dea che nell’antica Grecia personificava la giustizia, la Dike, è stato scelto per identificare anche il progetto varato da Confindustria Calabria e finanziato dalla Regione, da Unioncamere e dall’Unione europea attraverso i fondi Fse. Un programma, finalizzato alla promozione della cultura giuridica d’impresa nel territorio calabrese, che è stato articolato in quarantott’ore di lezione suddivise in dieci moduli. All’iniziativa, su cui la Confederazione degli Industriali regionale ha investito tanto, è stato dato ampio risalto, anche attraverso un incontro e una conferenza stampa a scopo divulgativo. Fra le personalità del mondo imprenditoriale della Calabria che hanno presentato il corso i presidenti di Unioncame-
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re Lucio Dattola, di Confidi Aldo Ferrara e dei Giovani di Confindustria Sebastiano Caffo. Nell’occasione, collegato in videoconferenza da Milano con gli iscritti al seminario, anche l’avvocato Ermanno Cappa. Il noto legale, con un lusinghiero background professionale alle spalle, è intervenuto in rappresentanza dello studio meneghino La Scala, di cui è associato, che curerà il percorso formativo. Nella veste di docenti, oltre al citato Cappa, anche i suoi colleghi Riccardo Bovino, Federico Strada, Emiliano Russo, Carlo Sinatra, Antonio Bianchi, Giovanni Cerruti, Daniela De Pasquale, Elena Farina e Giuseppe La Scala. Fiducioso nella buona riuscita del progetto Caffo: «Vogliamo contribuire in maniera incisiva al processo di cresci-
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Per una cultura giuridica d'impresa: è partito il progetto Dike di
Danilo Colacino
ta della nuova classe imprenditoriale regionale e Dike si inquadra in quest’ottica. Ecco perché abbiamo ritenuto opportuno coinvolgere professionisti di primissimo livello, ai quali affidare la docenza, e realizzare un sito internet ad hoc di cui si è occupato il nostro socio Angelo Marra». È toccato di conseguenza allo stesso Marra parlare del portale: «È uno strumento molto veloce e intuitivo, in cui la navigazione è stata parecchio facilitata. All’interno è postato il curriculum degli insegnanti e altre utili informazioni che potranno servire a tutti i corsisti e non solo». Ferrara si è invece soffermato sugli aspet-
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Angelo Marra
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ti più pregnanti del seminario, rivolgendo pure «un apprezzamento agli imprenditori delle nuove generazioni, i quali hanno permesso la piena riuscita del programma a cui hanno aderito oltre 100 imprese. È un numero ragguardevole, di cui essere soddisfatti. Lo stesso dicasi per la proficua sinergia con Unioncamere, che ci ha consentito di spendere al meglio i fondi a disposizione. L’importanza dell’iniziativa è nella sua capacità di legare e tenere insieme passato, presente e futuro. Faccio cenno – ha proseguito – ai passaggi generazionali e ai contratti di rete, ma pure ai discorsi riguardanti la tutela della privacy e le immancabili pastoie burocratiche con cui tutti noi siamo purtroppo costretti a fare i conti. Nel
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2012, che volge ormai al termine, si sono addirittura persi 32 miliardi di euro di plafond, una cifra enorme, destinate alla piccola e media impresa. Con questi chiari di luna bisogna fare di necessità virtù e imparare a ottimizzare i fondi di cui si dispone, anche se sono esigui in rapporto agli investimenti da fare». Sul rischio d’impresa ha incentrato l’attenzione Cappa: «Un operatore economico è quasi sempre costretto a osare, a compiere degli azzardi nella continua ricerca di centrare gli obiettivi. Uno dei maggiori pericoli si annida proprio in ambito legale. Il denaro riciclato in Italia è pari al 10% del Pil e analogamente ingente è il volume di sommerso e di
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Ermanno Cappa:
«Un operatore economico è quasi sempre costretto a osare, a compiere degli azzardi nella continua ricerca di centrare gli obiettivi. Uno dei maggiori pericoli si annida proprio in ambito legale»
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nero. È l’ampia sfera degli affari sporchi la trappola in cui si può cadere quando ad esempio si commercia un prodotto su larga scala, magari anche con altri Paesi. Ragion per cui bisogna essere scafati e soprattutto attenti a non sbagliare, perché le conseguenze di un errore del genere potrebbero essere molto gravi e minare irreparabil-
mente il futuro dell’azienda e anche dei suoi titolari». Dattola ha riferito che «in Calabria sono attive 190 mila imprese, di cui l’87% micro ovvero formate da meno di tre persone. Del 13% residuo, il 5% partecipa invece ad export molto rilevanti. Ma le aziende virtuose, capaci di aderire ai processi di internazionalizzazione, sono ahimè un’esigua minoranza e per giunta tutte concentrate nel settore agroalimentare e manifatturiero. Filiere che qui hanno retto e sopportano tuttora, discretamente bene, l’impatto della pesantissima crisi contingente. Fra le eccezioni da mettere in rilievo ci sarebbe la chimica a Reggio, ma che comunque passa attraverso la produzione di filtri molecolari da parte di una grossa multinazionale anglosassone la quale non realizza utili, e meno ancora ricchezza, per il territorio in cui lavora e ottiene profitti. L’età media delle nostre aziende – ha concluso – è di 12.6 anni, non bassa tuttavia se si considera che quella nazionale è appena di 13». •
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Patto per la Calabria, il punto di vista di Luigi Leone U
n patto per la Calabria per rimettere in moto l’economia in ginocchio a causa della crisi, sostenendo le imprese e con esse l’intera regione. All’appello lanciato proprio qualche settimana fa da Confindustria è seguito un confronto con i vertici della Regione, chiamata a dire la propria sulla riprogrammazione dei fondi strutturali, importante strumento di intervento per la realizzazione concreta di misure capaci di dare sollievo alle imprese a corto di liquidità che cercano di galleggiare nel mercato. A dimostrazione del fatto che la realizzazione di interventi concreti e sostanziosi passa da una concertazione reale con associazioni di categoria e parti sociali, espressione di un territorio che soffre e ha bisogno di buone pratiche. Si arriva, quindi, ad una riprogrammazione dei fondi strutturali: all’atto pratico 205 milioni di euro che vanno incontro proprio alle richieste concrete di Confindustria finalizzate a misure anticicliche importanti in grado di sostenere le imprese sul mercato. A parlarne è Luigi Leone, direttore generale di Confindustria Calabria.
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Dopo la presentazione del patto per la Calabria, sull’utilizzo dei fondi strutturali, è stata chiamata in causa la Regione soprattutto alla luce della recente riprogrammazione. Nel merito e nel metodo…
«E’ un’iniziativa che si è resa necessaria perché una rimodulazione di risorse così importanti, quasi 400 milioni di euro, con uno spostamento sulle varie linee di intervento, quindi con una modificazione anche degli obiettivi, forse avrebbe meritato un approfondimento per rideterminare scelte e strategie. La critica mossa dai presidenti di Confindustria, prima ancora che nel merito delle misure previste dalla riprogrammazione è stata nel metodo perché Confindustria, così come le altre associazioni del tavolo dell’Economia, ritengono di poter dare un contributo se convocati direttamente e se è possibile confrontarsi nel merito delle questioni, nei tempi dovuti e nei modi dovuti. Un contributo che è utile non soltanto alle imprese che rappresentiamo, ma probabilmente anche all’amministrazione regionale. Aver tagliato questa fase di discussione
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economia è un problema perché magari l’amministrazione non riesce a cogliere quelle che sono le specificità degli imprenditori. Quello che, ancora, è stato criticato dai presidenti – sembra un fatto tecnico ma poi diventa un fatto politico – è l’eccessivo utilizzo nella procedura scritta nella concertazione». Cosa si intende per “procedura scritta”?
«I fondi comunitari obbligano la Regione a fare la concertazione con le forze economiche e sociali, questo confronto può avvenire in due modi: si convocano le forze politiche e sociali, oppure si utilizza tecnicamente una procedura che dovrebbe essere d’urgenza, utilizzata quando ci sono tempi molto ristretti, che è la procedura scritta. Questa è una procedura prevista dai regolamenti, quindi ammessa: in un determinato periodo di tempi, cinque giorni, possono essere espresse le proprie osservazioni. E basti pensare che, ad esempio, l’ultima riprogrammazione è qualche centinaia di pagine, quindi diventa difficile leggerla e produrre osservazioni in così poco tempo. Questo, inoltre, bypassa il confronto. Bisogna tenere conto del fatto che solo nel 2012 sono state fatte 13 procedure scritte che sono più del doppio delle riunioni dirette che sono state realizzate. Ovviamente la cosa non riguarda direttamente il Dipartimento Programmazione comunitaria: quando facciamo questo ragionamento lo facciamo su tutti i dipartimenti, e quindi riguardano tutta l’attività dell’ammini-
strazione regionale con l’unica eccezione del Dipartimento delle Attività produttive con cui il tavolo dell’Economia funziona bene, perché su ogni cosa veniamo convocati». Quindi è sempre un problema di concertazione reale…
«La procedura scritta di fatto mortifica il confronto, ed essendo una procedura d’urgenza, se c’è una scadenza immediata si può anche capire, ma ci sembra sia diventata una regola. Anche perché dal confronto nasce un contributo anche per l’amministrazione regionale che può meglio calibrare gli interventi».
E con una concertazione reale, i rappresentanti degli imprenditori possono meglio indirizzare l’uso delle misure e l’eventuale rimodulazione dei fondi in modo da guardare alle esigenze specifiche…
«Abbiamo avuto modo di evidenziare che il programma comunitario, essendo stato scritto nel 2007, rifletteva una situazione economica diversa da quella di oggi. Quindi, era necessario che questo programma venisse adeguato al mutato contesto economico, tenendo conto soprattutto dell’incalzare della crisi. E da qualche tempo che stiamo chiedendo misure che intervengano direttamente sul capitale delle imprese che consentano di stare sul mercato, non di fare investimenti. Il programma, invece, consente solo di fare investimenti. Il rischio è che spesso le imprese possano utilizzare questa tipologia di bandi “camuffando”, in senso buono, le esigenze di liquidità, per cui fanno investimenti che in quel momento non servono. Ma è l’unico modo per ottenere risorse. Mentre capitale circolante e ristrutturazione finanziaria sono i due pilastri di cui purtroppo oggi ci si dovrebbe occupare. Nel merito della riprogrammazione – con soddisfazione – abbiamo discusso e ci siamo confrontati sia con le Attività produttive che con la Programmazione comunitaria, e una serie di misure che noi chiedevamo a gran voce sono state recepite». Come si sta procedendo?
«Si sta predisponendo un piano di rimodulazione sulla base del quale - attraverso una serie di risorse comunitarie, o sul piano di azione e coesione del ministro Barca - sarà possibile soddisfare le esigenze di liquidità delle imprese perché sono previsti interventi significativi sia sul capitale circolante (il che significa fornitori, personale, ►
Luigi Leone
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economia ordini, scorte) e la riorganizzazione o ristrutturazione finanziaria che significa il consolidamento del debito). Essendo la parte di esercizio coperta dal capitale circolante, questo consolidamento del debito significa di fatto il consolidamento del debito bancario; che è l’altro grande problema: l’esposizione delle imprese nei confronti del sistema bancario. In questo modo si danno risposte, assieme a tutto il filone della garanzia, alle esigenze che da più mesi noi stavamo evidenziando. E’ una grossa battaglia che sia Confindustria che Ance hanno fatto, industriali e costruttori viaggiano insieme, e bisogna dare atto alla Regione che ha recepito le nostre istanze. Noi giudichiamo sugli atti nell’interesse delle imprese e nell’interesse della Calabria: oggi non si possono scindere gli interessi dei singoli. Fino a poco tempo fa potevamo parlare di rappresentazione delle esigenze, oggi dobbiamo parlare di bisogni che accomunano molto le imprese e i cittadini. Per spiegare come sono legati i destini delle imprese e dei cittadini, pensiamo proprio alla situazione dell’edilizia che rappresenta un terzo delle imprese ed è stata trainante nella nostra regione: oggi è bloccata, anche quella privata. Oltre al fatto che gli appalti nei lavori pubblici sono ridotti all’osso, l’edilizia privata è ferma e questo è un danno non solo per le imprese che non costruiscono o non vendono, ma per i cittadini che non possono acquistare perché non possono avere i mutui, con doppio danno economico e sociale. Per questo deve essere fatto un doppio sforzo comune. Io la chiamo cooperazione interistituzionale di tutti i soggetti interessati allo sviluppo della Calabria, non solo delle imprese». Come nascono le richieste specifiche relative alla rimodulazione dei fondi comunitari?
«Abbiamo fatto un’analisi sulla base di due fattori: lo stato di avanzamento del programma comunitario ad oggi, e la riprogrammazione. Per quanto riguarda lo stato di avanzamento dei fondi comunitari, anche grazie ad una serie di incontri che ci sono stati con l’Autorità di gestione del Fesr – il programma che si occupa di infrastrutture, imprese, città e inclusione sociale – abbiamo potuto vedere che c’è un avanzamento degli impegni significativo, quasi un miliardo e mezzo di euro, a cui però corrisponde una spesa molto bassa. La rendicontazione all’Unione europea si fa proprio sulla base degli impegni giuridicamente vincolanti che sono quelli che derivano
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dall’emissione di un bando, dalla stipula di una convenzione, a questa fase poi segue la spesa. Gli impegni lasciano abbastanza tranquilli rispetto alla rendicontazione che poi va fatta entro l’anno, nel raggiungimento di un certo target di spesa. Se non si raggiunge questo target di spesa si perdono risorse, ma sul raggiungimento di questo siamo abbastanza tranquilli. Sulla spesa la situazione è un po’ più preoccupante, poi la spesa va rendicontata entro la chiusura del programma, e siamo ad un terzo degli impegni. Questo potrebbe essere un problema che non ci si propone oggi ma a chiusura dell’annualità». Chi ha le responsabilità di questi ritardi nella rendicontazione della spesa?
«Tra le procedure che la Regione ha avviato, esattamente 139 procedure di selezione, 65 di queste sono a titolarità regionale, vale a dire è la Regione che fa i bandi, ed è direttamente responsabile, ma ben 73 sono le procedure di selezione che sono a regia regionale ma la gestione è degli enti locali, questi ultimi sono quelli che hanno i maggiori ritardi. Per cui è anche facile prendersela con la Regione, che spesso ha responsabilità dirette, quando poi i maggiori ritardi nella spesa e negli impegni si verificano sui bandi che sono a gestione degli enti locali, lì diventa un problema serio. Basti pensare che di queste 73 di procedure di competenze degli enti locali, 24 non hanno nemmeno impegni giuridicamente vincolanti. Si capisce che più che un problema generale – la Regione non spende – c’è un problema specifico che riguarda i bandi a regia regionale ma di competenza locale».
Confindustria cosa propone?
«La gestione di un bando non è una cosa semplicissima se non si hanno le competenze adatte. Da un lato sicuramente si registra questo dato, ma dall’altro ci sono le pastoie burocratiche, i vari passaggi su cui si perde molto tempo. Tant’è che noi abbiamo proposto una task force, ma non che sostituisca l’autorità di gestione. La cabina di regia che abbiamo proposto come Confindustria mette a disposizione una serie di competenze professionali che affianchino soprattutto gli enti locali per supportarli».
Quindi, da un lato abbiamo lo stato di attuazione del programma, e dall’altro la gestione della spesa…
«Proprio sulla base dello stato di attuazione e delle criticità dello stato di attuazione è stata formulata questa riprogrammazione dei fondi strutturali che rappresenta una sorta di adesione al piano di azione e coesione che il governo nazionale ha fatto e che si riconduce all’azione del ministro Barca. Questo Piano era un menù di interventi di carattere generale e misure anticicliche, misure per le imprese, poi la Regione sceglie le sue priorità. Noi abbiamo apprezzato il fatto che alcune risposte ci sono all’interno della nuova programmazione perché
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vengono riprogrammati 173 milioni di «Ci sono 205 euro. Ci sono 205 milioni di euro che milioni di euro che rappresentano nuorappresentano nuovi vi strumenti per imstrumenti per imprese prese e lavoro e 168 e lavoro e 168 milioni milioni sono la salvaguardia di progetti sono la salvaguardia ritenuti strategici ma di progetti ritenuti che hanno un chiaro strategici ma che ritardo nella propria hanno un chiaro attuazione e quindi rischiano di non essere ritardo nella propria rendicontabili entro attuazione e quindi il termine. Pensiamo rischiano di non alla partita dei Pisu essere rendicontabili su cui tutti i Comuni sono in ritardo tant’è entro il termine» che tutte le risorse destinate ai Pisu sono state riprogrammate e dei 141 milioni previsti sono stati riprogrammati proprio perché si rischiava di perderli. Si è proceduto ad una valutazione di quello che si poteva realizzate, per poi procedere alla reimpostazione e oggi sono 101 i milioni di euro riprogrammati. Alcuni fondi sono stati tagliati, ma di fatto c’è anche la salvaguardia di un progetto che viene considerato strategico e che diversamente non sarebbe andato in porto. Quello che apprezziamo è che, in merito ai 205 milioni di euro di misure, si tiene conto delle nostre richieste perché noi abbiamo 56 milioni di agevolazioni fiscali, per micro e piccole aziende nelle zone svantaggiate, con elevato disagio socio economico che in Calabria sono sette (le zone franche urbane, Lamezia, Rossano, Crotone alle quali si aggiungono già riconosciute come zone franche urbane ma non ammesse a finanziamento, Cosenza,Vibo, Reggio e Corigliano), e poi ci sono circa 20 milioni di euro che vengono messi per ammortizzatori sociali, molto importanti per un programma nelle misure anticiclica. A questo si aggiunge anche il potenziamento dell’istruzione tecnica e professionale, la promozione e lo sviluppo turistico e poi nuovi strumenti per le imprese, sia di investimento e il consolidamento delle passività a breve. Quindi 205 milioni di euro finalizzati a misure anti cicliche importanti che si dovrebbe riuscire a realizzare entro un anno. Nel merito, insomma, vi è la possibilità di poter sostenere le imprese in questo momento di grande difficoltà per resistere e stare sul mercato». •
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Aiuti alle imprese, Fincalabra in prima linea Vi illustriamo gli interventi che possono dare ossigeno alle aziende
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a crisi rischia di mettere in ginocchio soprattutto il mondo delle Piccole e medie imprese. E’ per questo che occorrono strumenti finanziari capaci di venire incontro alle esigenze delle Pmi, soprattutto in tema di credito. Fincalabra ha presentato nella sede di Confindustria Calabria, condensandole in una trentina di slide, quelli messi a punto anche nella nostra regione e che possono davvero essere vitali per le aziende calabresi. Gli interventi per le imprese sono tre: il Fondo Mezzarino (25 milioni), il Fondo rotativo di Garanzia per l’occupazione (25 milioni), l’Accordo Carime (200 milioni). Cominciamo dal primo. Il Mezzanine financing rappresenta uno strumento finanziario innovativo rivolto esclusivamente ad imprese in possesso di ottimali parametri economico-finanziari, caratterizzate da una stabilità nella generazione prospettiva di flussi di cassa generati dal capitale operativo (free cash flows), la cui capienza e dinamica devono garantire al soggetto finanziatore tanto il rimborso del capitale quanto la sua remunerazione alle condizioni richieste. L’accesso al finanziamento è riservato a PMI costituite nella forma di S.p.a, S.a.p.a. o S.r.l., operanti nei settori specificamente ammessi, costituite da alme-
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no tre anni, che abbiano approvato i bilanci relativi agli ultimi tre esercizi sociali, ed in possesso dei parametri di bilancio e degli altri requisiti di ammissibilità previsti dall’Avviso pubblico. L’intervento finanziario per singola impresa, fissato in un importo minimo di € 150.000 ed un importo massimo di € 750.000, è concedibile a fronte di investimenti materiali e immateriali da realizzarsi sul territorio regionale, e comunque in misura massima del 70 % delle spese complessive ritenute ammissibili. Tra queste ci sono la realizzazione di investimenti produttivi (nuovi impianti, ampliamento di unità produttive esistenti, ammodernamenti di unità produttive esistenti), di servizi e attività di ricerca industriale legati sempre all'investimento produttivo. La durata del finanziamento è compresa tra un minimo di 36 ed un massimo di 96 mesi, oltre un periodo di preammortamento della durata massima di 24 mesi, mentre la remunerazione è determinata applicando un tasso di interesse fisso, parametrato all’Euribor 3 mesi, maggiorato di uno spread pari a 200 basis points (2 punti percentuali). Il Mezzanine financing, per sua stessa peculiarità e caratteristica tecnica, non è assistito da garanzie reali. Tuttavia, a so-
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economia Il Fondo Mezzanino
Il Fondo di Garanzia per l’Occupazione
Importo e caratteristiche del finanziamento • Finanziamento tra 36 e 96 mesi con max 24 mesi di preammortamento • Tasso di interesse fisso: Euribor a 3 mesi + 200 punti di spread • 30% risorse proprie o mezzi di terzi.
Finalità 1) Concessione di Garanzia bancaria per il finanziamento dei costi derivanti dall’assunzione di soggetti svantaggiati pari all’ 80% dei costi salariali - 12 mesi lavoratore svantaggiato - 24 mesi per lavoratore molto svantaggiato - 36 mesi per soggetto disabile 2) Concessione di contributo in conto interessi pari al 100% interessi passivi 3) Concessione di contributo a fondo perduto (max 3.000 € per lavoratore assunto) per: - miglioramento degli ambienti e dei luoghi di lavoro; - sistema organizzativo delle risorse umane e dotazioni per l’innovazione di processo; - sistema delle certificazioni di qualità e responsabilità sociale
Investimenti ammissibili A) Realizzazioni investimenti produttivi Nuovi impianti Ampliamento di unità produttive esistenti Ammodernamenti di unità produttive esistenti B) Servizi reali strettamente correlati al punto A) C) Ricerca industriale e sviluppo sperimentale correlati al punto A) Modalità di erogazione Max tre tranches 1) 30% a titolo di anticipazione 2) 40% a fronte di rendicontazione del 60% delle spese ammissibili 3) Saldo a conclusione del progetto Rimborso con rate trimestrali o semestrali Le spese si intendono sostenute anche se non quietanzate (al saldo quietanze per il 60%)
stegno e garanzia dell’operazione di finanziamento è richiesto, in fase contrattuale, il rilascio di fideiussioni personali da parte di tutti i soci dell’impresa beneficiaria. Infine la modalità di erogazione. Sono previste al massimo tre tranche: il 30% a titolo di anticipazione; il 40% a fronte di rendicontazione del 60% delle spese ammissibili; il saldo a conclusione del progetto. La domanda di finanziamento, la cui modalità di valutazione è a sportello, dovrà essere inoltrata a Fincalabra S.p.A. Per quanto riguarda il Fondo rotativo di Garanzia per l’occupazione, la Regione Calabria ha emanato un avviso che ha come oggetto, in primis, "la concessione di Garanzia bancaria per favorire l’accesso al credito al fine di sostenere l’occupazione, di soggetti svantaggiati residenti nella Regione Calabria al momento della pubblicazione del bando, con una intensità di aiuto per ogni destinatario assunto, in termini di garanzia, corrispondente all’ 80% dei costi salariali durante un periodo massimo di 12 mesi successivi all’assunzione, ovvero 24 mesi nel caso di lavoratore molto svantaggiato, ovvero 36 mesi nel caso di Lavoratore Disabile". Il bando prevede inoltre l’erogazione di un contributo in conto interesse, nella misura del 100% degli
Condizione - In caso di licenziamento o dimissioni Obbligo di sostituzione o di restituzione dell’aiuto - Esclusione dei soggetti che hanno licenziato nei 12 mesi precedenti, tranne nel caso di: • Dimissioni volontarie • Pensionamento • Licenziamento per giusta causa • Riduzioni volontarie di orario di lavoro - No legami di parentela entro il I grado
interessi passivi maturati in relazione al prestito acceso presso l’istituto di credito convenzionato; l’erogazione di un contributo una tantum, nella misura del 50% delle spese sostenute (fino ad un massimo di € 3.000,00 per ogni singolo lavoratore svantaggiato assunto) per il miglioramento degli ambienti e dei luoghi di lavoro; il sistema organizzativo delle risorse umane e dotazioni per l’innovazione di processo; il sistema delle certificazioni di qualità e responsabilità sociale. Infine l’erogazione di servizi di accompagnamento e assistenza territoriale ai soggetti beneficiari nonché al monitoraggio ed alla valutazione dei risultati. L'ultimo intervento a favore delle imprese è quello relativo all'accordo tra Fincalabra e Banca Carime, sottoscritto lo scorso 19 giugno. L'accordo valorizza le liquidità che Fincalabra ha depositato in Carime quale provvista di funding utile a finanziare le aziende regionali. Il valore dell'accordo vale circa 200milioni. L'obiettivo è quello di offrire un servizio integrato alle Pmi, normalmente disponibile solo per le aziende di maggiore ►
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economia Accordo Carime Obiettivi dell’accordo • Offrire un servizio integrato alle PMI, normalmente disponibile solo per le aziende di maggiore dimensione; • Unico interlocutore qualificato per l’accesso ad affidamenti bancari a breve e medio-lungo termine; • Valutazione condivisa nelle richieste di finanziamento. Modalità operative Fincalabra: 1) Informa e raccoglie le informazioni delle aziende interessate all’accordo 2) Individua le aziende meritevoli di assistenza finanziaria (con il supporto delle associazioni); 3) Effettua una valutazione di merito strategico 4) Propone una lettera di presentazione quale supporto alla richiesta di affidamento Carime: 1) Registra le pratiche segnalate da Fincalabra 2) Verifica le informazioni relative all’azienda interessata 3) Effettua le valutazioni di merito creditizio 4) Comunica gli esiti delle deliberazioni assunte 5) Applica condizioni di favore alle aziende ammesse
dimensione ma anche quello di avere un unico interlocutore qualificato per l'accesso ad affidamenti bancari a breve-mediolungo termine. Il tutto ottenendo una valutazione condivisa nelle richieste di finanziamento. Fincalabra è responsabile della promozione presso le imprese, provvede al coordinamento dell'attuazione dell'accordo, attua le misure idonee al perseguimento delle finalità programmate e accompagna le aziende nella fase di analisi e nella definizione del fabbisogno finanziario. Carime ha invece la responsabilità delle valutazioni creditizie, amministrative e finanziarie dell'intervento. In più effettua la fase istruttoria finanziaria, deliberando e perfezionando gli affidamenti concessi. In questo accordo il ruolo dei Confidi è quello di assistere gli affidamenti concessi attraverso garanzie rilasciate proprio dai Consorzi Fidi. Per quanto riguarda le modalità di concessione, l'impresa accede allo sportello informativo di Fincalabra ed elabora una prima richiesta di supporto. Dopo una valutazione preventiva della stessa Fincalabra, in caso di esito positivo, l'azienda presenta la documentazione utile per la valutazione strategica operativa. A questo punto l'azienda richiedente presenta alla Banca la copia della domanda di affidamento, corredandola di tutta la documentazione utile. Sarà compito della banca curare l'istruttoria e, alla fine, comunicarne all'impresa e a Fincalabra l'esito. •
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Cosa ci aspetta nel 2013 Non sarà un anno “leggero” per i contribuenti calabresi di
Enrico Mazza
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on la pubblicazione della legge di stabilità e la conversione del decreto sviluppo bis, per i contribuenti calabresi il 2013 si preannuncia pesante almeno tre nuove tasse al debutto, maggiorazioni di imposte, bolli sui conti corrente, aumento dell’IVA, riduzioni di deduzioni. Tra i pochi aspetti positivi ricordiamo i maggiori sconti per i figli, e una sorta di mini condono per le cartelle con ruoli al 31/12/2009 di importo fino a € 2.000,00. Questo piccolo contributo tenterà di riepilogarle. Andiamo ad analizzarle singolarmente. Addizionali IRPEF. Le regioni potranno applicarla maggiorazione dell’addizionale comunale anche ai redditi bassi. Slitta al 2014 il quoziente familiare per l’aliquota Irpef regionale. Auto Aziendale. la deducibilità per le auto aziendali scende dal 27,50% al 20%. Affitti. Si riduce dal 15 al 5% la deduzione forfettaria sui redditi delle locazioni ai fini Irpef. ►
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economia Bonus IRAP. L’aumento dello sconto riconosciuto alle società per ciascun dipendente e quello previsto per i “piccoli” salta al 2014. Bollo sul conto corrente. Non pagheranno i cittadini con depositi sotto i 7.500, per gli altri l’imposta è di 34,2 euro per le persone fisiche e di 100 euro per le società. Coop sociali. Rinviato al 2014 l’aumento dal 4% al 10% dell’Iva su alcune prestazioni assistenziali svolte dalle cooperative sociali. Detrazioni figli. Lo sconto nominale sale fino a 950 euro per i figli sopra i 3 anni e di 1.200 per gli under-3. Salgono a 400 euro le detrazioni per i figli disabili. Per i contribuenti con più di 3 figli a carico la detrazione è aumentata di 200 euro per ciascun figlio a partire dal primo. Donazioni Religioni. Sarà possibile destinare l’8 per mille dell’Irpef ma dedurre dal reddito deduzioni fino a 1.032,91 euro anche per la Chiesa apostolica in Italia e per la Sacra Arcidiocesi ortodossa d’Italia ed Esarcato per l’Europa Meridionale. Non ci sarà la tassazione delle pensioni di guerra e di quelle di reversibilità, inizialmente prevista dalla Legge di Stabilità. IMU. E’ fissata al 4 febbraio la scadenza per la dichiarazione IMU sugli immobili che godono di agevolazioni e che hanno registrato variazioni di imponibile (per acquisto). Da quest’anno l’imposta va tutta ai comuni, tranne quella sugli opifici e altri immobili industriali. IVA. Le novità scattano dal primo luglio. Resta invariata l’aliquota intermedia dell’Iva (10%), mentre quella del 21% sale al 22%. Lotta evasione, redditometro. debutterà a fine gennaio il nuovo redditometro. Consentirà di risalire al reddito del contribuente usando 100 diversi indicatori, e l’accertamento scatterà qualora la discordanza
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tra le spese sostenute e il reddito dichiarato è superiore al 20%. Nuove Attività, Start Up. La legge per lo Sviluppo prevede una detrazione per il 2013, 2014 e il 2015 è pari al 19% della somma investita (25% per quelle in ambito energetico). L’importo massimo detraibile non può superare i 500 euro e deve essere mantenuto per alcuni due anni, per queste nuove società agevolazioni anche in merito alla costituzione e alle assunzioni (minori costi) magari anche su questo argomento dedicheremo un’ulteriore approfondimento. Ottantenni. Scompare per i contribuenti di età non inferiore a 75 e 80 anni la possibilità di ripartire la detrazione sulle ristrutturazione rispettivamente in 5 e 3 quote annuali. Produttività. Per detassare il salario legato alla maggior produttività delle aziende arrivano in tutto 2,1 miliardi tra 2013-2015. RC Auto. Il contributo del premio assicurativo di responsabilità civile per i veicoli al Servizio Sanitario Nazionale può essere portato in detrazione soltanto per la parte che eccede i 40 euro. TARES. Debutta da gennaio la nuova tassa sui rifiuti. Mandata in pensione la Tarsu, la Tares assorbirà anche la Tassa di Igene Ambientale. La pagherà non il proprietario ma il residente. TOBIN TAX. Arriva la nuova tassa sulle transazioni finanziarie a partire dal primo marzo sui trasferimenti di azioni e titoli partecipativi. Nel 2013 sarà pari allo 0,22%. Vecchie Cartelle. Le vecchie cartelle, con ruoli resi esecutivi fino al 31 dicembre 1999, se hanno un importo non superiore a 2.000 euro sono annullate. Zero Sconto IRPEF. E’ saltata la previsione di riduzione delle aliquote Irpef, inizialmente prevista dal governo nella legge di stabilità. Possiamo concludere questo breve contributo affermando che senza dubbio anche il 2013 non sarà un anno facile, i contribuenti calabresi dovranno fare i conti con tutte queste novità sperando che nel corso dell’anno non vengano presi altri provvedimenti ancora più restrittivi. Tuttavia diventa a mio avviso opportuno iniziare a valutare come convivere con queste innovazioni legislative, e certamente come sempre è necessario analizzare caso per caso. Ragion per cui la M.I.A. Mondo Impresa Azienda (0961777029 e-mail miapscrl@tiscali.it ), con tecnici esperti, è disponibile a fornire informazioni utili, assistenze e/o consulenze necessarie per capire quanto e come incideranno nelle singole famiglie calabresi queste novità. •
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economia AMBITO
INTERVENTO
ENTRATA IN VIGORE
Tobin tax
Introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie sui mercati regolamentati e non, nonché sul trading ad alta frequenza
Dal 1° marzo 2013 per titoli e azioni Dal 1° luglio 2013 per i derivati
Tares
Arriva la nuova tassa sui rifiuti e servizi, in sostituzione di Tarsu e Tia
Dal 2013 (pagamento della prima rata ad aprile)
Annullamento mini-ruoli
Cancellazione automatica dei debiti fino a 2 mila euro iscritti a ruolo fino al 31 dicembre 1999 e non ancora riscossi
L’annullamento scatta il 1° luglio 2013
Aumento Iva
Incremento dell’aliquota ordinaria Iva dal 21 al 22%
Dal 1° luglio 2013
Contratti di produttività
Proroga della detassazione dei contratti di produttività
Dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2014
Detrazioni carichi di famiglia
Aumento delle detrazioni Irpef per i figli a carico
Dall’anno 2013 (dichiarazioni redditi 2014)
Deducibilità Irap
Incremento delle detrazioni forfetarie per i lavoratori assunti a tempo indeterminato e incremento delle deduzioni per i soggetti con valore della produzione fino a 181 mila euro
A decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2013 (quindi esercizio 2014 per i soggetti “solari”)
Certificati penali
Introduzione dell’imposta di bollo sui certificati penali
Dal 1° gennaio 2013
Accise carburanti
Messa a regime delle attuali aliquote di accisa su benzina e gasolio fissate dalle Dogane il 9 agosto 2012
Dal 1° gennaio 2013
Coop assistenziali
Variazione al regime Iva agevolato per le cooperative assistenziali
Le novità si applicano alle operazioni effettuate sulla base di contributi stipulati dopo il 31 dicembre 2013
Mini- patrimoniale depositi e titoli
Previsione di un tetto di 4.500 euro sull’imposta di bollo dovuta dai soggetti diversi dalle persone fisiche
Dall’anno 2013
Auto aziendali
Riduzione dal 27,5% al 20% della deducibilità delle spese auto nell’esercizio di impresa, arti e professioni
Dal periodo d’imposta 2013
Riallineamento ex dl n. 185/2008 e dl n. 201/2011
Differimento di cinque anni degli effetti del regime delle imposte sostitutive
Gli effetti decorreranno rispettivamente dal periodo d’imposta succesiovo a quello in corso al 31 dicembre 2017 (invece che 2012): per i soggetti “solari”, quindi gli effetti decorrono dal 2018 in luogo del 2013
Assicurazioni
Aumento dell’imposta dovuta sulle riserve matematiche dei rami vita
Aumento dell’attuale 0,35% allo 0,5% per il 2012 (in deroga allo Statuto del contribuente); Aumento dell’attuale 0,35% allo 0,45% dal 2013 in avanti
Reddito dominicale e agrario
Rivalutazione del 15% degli importi ai fini delle imposte su redditi (5% per gli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola)
Applicazione per i periodi d’imposta 2013, 2014 e 2015.
Ivie e Ivafe
Rinvio del primo anno di applicazione delle imposte sui beni immobiliari e mobiliari detenuti all’esterno
Applicazione dall’anno 2012 (non più 2011): i versamenti già effettuati quest’anno per il 2011 saranno considerati come acconti per l’Ivie/Ivafe 2012
Gestione individuali di portafoglio
Stop all’esenzione Iva. Applicazione dell’imposta con aliquota ordinaria sulle commissioni
L’iva si applicherà alle operazioni effettuate a partire dal 1° gennaio 2013
Detrazione soggetti non residenti
Proroga delle detrazioni per familiari a carico
Agevolazione applicabile anche per l’anno 2013
Cartelle pazze
Autotutela più forte per i contribuenti raggiunti da cartelle sbagliate. Annullamento di diritto in caso di inerzia di Equitalia o dell’ente creditore
Dal 1° gennaio 2013
Riscossione modesti importi
Semplificata a favore del fisco la procedura di riscossione. Stop automatico delle ganasce fiscali per i debiti fino a 1.000 euro (non più 2 mila euro).
Dal 1° gennaio 2013
“garante” per la riscossione
Nascita di un Comitato di indirizzo e verifica dell’attività del gruppo Equitalia.
L’insediamento avverrà con decreto attuativo del Mef (da emanarsi entro il 30 giugno 2013)
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Check-up Mezzogiorno, il Sud è malato Calano gli occupati. E in molti cercano fortuna altrove
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offre il Mezzogiorno, soffre la sua economia. E i principali indicatori sono ancora ben al di sotto dei livelli pre-crisi. Secondo i dati del Check-up Mezzogiorno pubblicato da Confindustria e Studi e Ricerche per il Mezzogiorno e disponibile sui rispettivi siti online, tra il 2007 e il 2011 il Pil del Mezzogiorno, in termini reali, ha subito una riduzione di quasi 24 miliardi di euro (-6,8%); più di 16 mila imprese hanno cessato di esistere (0,9 % del totale imprese del Sud) sebbene siano aumentate le società di capitali (+7.400 solo nell'ultimo anno). Il numero di occupati si è ridotto di circa 330 mila unità (quasi la metà della riduzione ha interessato la sola Campania) e il tasso medio di disoccupazione dei primi due trimestri nel 2012 è salito al 17,4% rispetto al 13,6% registrato nello stesso periodo del 2011, anche per effetto dell'aumento delle persone in cerca di lavoro. Il principale segnale positivo viene dall'export, l'unica variabile che è tornata al di sopra dei valori pre-crisi: dal primo semestre 2011 al secondo semestre 2012 le esportazioni nel Mezzogiorno sono aumentate del 7%, il doppio del CentroNord. Il persistere della crisi è causa e effetto del forte calo degli investimenti pubblici e privati. La spesa in conto capi-
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tale si e' ridotta, dal 2007 al 2011 di circa 7 miliardi di euro. Nello stesso periodo, gli Investimenti Fissi Lordi nel 2011 sono diminuiti di 8 miliardi di euro (-11,5%) e particolarmente rilevante è stata la caduta degli investimenti nelle costruzioni (- 42,5%) e nell'industria in senso stretto (- 27,8%). La quota di imprese manifatturiere che hanno investito e' andata progressivamente calando, dal 37,4% nel 2008 al 23,6% nel 2011. Il calo dell'occupazione e le crescenti difficoltà economiche delle famiglie stanno determinando una vera "emorragia di capitale umano". Sono sempre di più, infatti, quelli che decidono di lasciare il Mezzogiorno per andare a vivere nel Centro-Nord o all'estero ( 110 mila nel solo 2010). Peraltro il Mezzogiorno non utilizza gran parte del capitale umano che resta sul territorio: i giovani con età compresa tra 15 e 24 anni che non studiano o non lavorano nel Mezzogiorno rappresentano il 33% del totale, contro il 25% registrato in Italia. Questi dati, spiega Confindustria, indicano che è necessario non disperdere risorse e concentrare gli interventi per il Sud su tre direttrici: in primo luogo l'impresa, per favorire la ripresa degli investimenti, il superamento del limite dimensionale, l'export, e l'innovazione; in secondo luogo il lavoro, con
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economia l'adozione di misure urgenti per frenare l'emorragia di capitale umano; e in terzo luogo, le condizioni di vita dei cittadini del Mezzogiorno. La ripresa passa necessariamente dalla costruzione delle condizioni affinché nel Mezzogiorno si possa restare e vivere bene. In quest'ottica il pieno utilizzo delle risorse europee è decisivo. Con il Piano d'Azione Coesione è stata posta una base importante per migliorare l'efficacia degli interventi, ed e' fondamentale che tali risorse entrino al più presto nel circuito economico per sostenere investimenti e occupazione. La ripresa dell'intero Paese - conclude Confindustria - è legata a doppio filo alla capacità di reazione del Sud. •
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Navi dei veleni, il mistero non si svela di
Paolo Orofino
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e navi dei veleni rimangono e forse rimarranno per sempre un mistero, una storia che non sarà mai completamente chiarita, perché sarà difficilissimo, per non dire quasi impossibile, trovare o recuperare i presunti corpi del reato nelle profondità marine. Tale difficoltà pressoché insuperabile contribuisce alla resistenza del mistero, che di tanto in tanto si arricchisce di ulteriori puntate. Nel precedente numero di Calabria Economia, ci eravamo occupati della relazione dell’Ispra, che aveva ridimensionato i sospetti sull’ipotizzato interramento di rifiuti nocivi nella vallata del fiume Oliva, che scorre in una zona di confine fra i comuni di Amantea, Aiello Calabro, Serra d’Aiello e San Pietro in Amantea. L’Ispra che ha diretto le operazioni di carotaggio nell’area messa sotto la lente dalla procura di Paola, nell’ambito dell’inchiesta sull’ipotizzato traffico e smaltimento illecito di rifiuti pericolosi sulla fascia del Tirreno cosentino, ha escluso la presenza di fusti o scorie radioattive clandestinamente interrate nei pressi dell’alveo del fiume Oliva. Questa notizia diffusa l’anno scorso, legata ad un’altra notizia del 2009, relativa all’accertamento sull’imbarcazione nei fondali al largo di Cetraro, che non è la famosa nave dei veleni Cunsky, come in un primo tempo gli inquirenti ave-
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vano creduto, bensì il piroscafo Catania, affondato nel 1917 – ha ridotto l’allarme e la paura sul pericolo scorie radioattive in Calabria. Preoccupazioni e timori, però, sono ritornati col finire del 2012. Altre due notizie, ma di segno opposto alle precedenti, hanno fatto ripiombare Amantea e Cetraro in un clima di allerta e mistero. Procediamo per ordine. Pochi giorni prima di Natale la commissione parlamentare sul ciclo rifiuti, indice e disdice in ventiquattro ore una conferenza stampa convocata a Roma, per parlare della morte di Natale De Grazia, il capitano di corvetta che, nel dicembre del 1995, ha improvvisamente cessato di vivere a Nocera Inferiore, mentre viaggiava in auto alla volta di La Spezia, per investigare sul misterioso spiaggiamento della motonave Jolly Rosso, avvenuto cinque anni sulla costa di Amantea. La procura nocerina, che ha indagato sulla morte di De Grazia ha finito per archiviare il caso, sostenendo, sulla base di due successivi esami autoptici, che il capitano di corvetta fosse morto per un comune infarto dopo cena. A distanza di 17 anni dal fatto, una terza consulenza medico-legale richiesta dalla commissione parlamentare, ripropone nuovamente i dubbi sulle cause che hanno determinato il decesso di Natale De Grazia. Dubbi che purtroppo – come ha ammesso lo stesso medico legale autore della terza perizia – non potranno mai più essere fugati. Dubbi, che secondo l’esperto di
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medicina legale incaricato dalla commissione parlamentare, potevano essere risolti solo dalla prima autopsia che, però, sarebbe stata eseguita con superficialità su alcuni aspetti fondamentali. Il consulente della commissione ipotizza la presenza di sostanze tossiche nell’organismo dell’investigatore, che lavorava per contro della procura di Reggio Calabria. «Il Capitano De Grazia non è morto di morte improvvisa mancando qualsivoglia elemento che possa in qualche modo rappresentare fattore di rischio per il verificarsi di tale evento» riferisce il medico legale dell’Università di Roma. «Sembrerebbe – aggiunge – più trattarsi di morte cardiaca secondaria a insufficienza respiratoria da depressione del sistema nervoso centrale, come suggestivamente depone il quadro di edema polmonare così massivo, incompatibile quasi con un arresto cardiaco improvviso del tutto asintomatico; come suggestivamente depongono le manifestazioni sintomatologiche riferite da chi ha potuto osservare il sonno precoce, il russare rumoroso, quasi un brontolio, la risposta allo stimolo come in dormiveglia, il vomito; tutte manifestazioni queste che, anche se non atognomoniche, ben si accordano con una progressiva depressione delle funzioni del sistema nervoso centrale». In sintesi «si può riconoscere – afferma il consulente medicolegale – solo la causa tossica». Ma «quale essa potrà essere stata – conclude – non lo si potrà più accertare».
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Le navi dei veleni rimangono e forse rimarranno per sempre un mistero, una storia che non sarà mai completamente chiarita, perché sarà difficilissimo, per non dire quasi impossibile, trovare o recuperare i presunti corpi del reato nelle profondità marine»
L’improvvisa morte di Natale De Grazia, quindi, rimarrà per sempre un mistero. Come, molto probabilmente rimarrà per sempre un mistero, la fine che ha fatto la nave Cunsky, che il pentito di ndrangheta Francesco Fonti, recentemente deceduto, ha detto di aver affondato al largo di Cetraro, con tutti il suo carico di rifiuti nocivi. Questa sua affermazione che, nell’estate del 2009, sembrava aver trovato conferma è stata smentita soprattutto da una certificazione pervenuta nel 2010 alla Dda di Catanzaro, competente sulle ricerche nel mare di Cetraro, attestante che la Cunsky fosse stata demolita nel porto indiano di Alang nel 1991. Ma tale informazione “ufficiale” fornita dalla Marina militare italiana, è stata clamorosamente smentita da una comunicazione delle autorità indiane, giunta prima alla commissione parlamentare sulle ecomafie e poi, nei primi giorni di dicembre, alla procura distrettuale catanzarese. Comunicazione che nega l’avvenuta demolizione della Cunsky nel porto di Alang. Ciò ha indotto il procuratore di Catanzaro, Vincenzo Lombardo a dichiarare che «informazioni che dovrebbero combaciare, invece non collimano» e che «ora bisognerà capire il perché». Non c’è più certezza, dunque, su che fine abbia fatto la Cunsky: se è vero che il relitto di Cetraro è il piroscafo Catania, è pur vero che la Cunsky non è stata smantellata in India. Anche in questo caso il mistero continua… •
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Arte Fiera Art First a Bologna: dal 25 al 28 gennaio 2013
Molte le novità programmate. La manifestazione allargherà gli orizzonti anche all’arte moderna. Una posizione di leadership sul piano nazionale di
Massimo Tigani Sava
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’ stata presentata in conferenza stampa a BolognaFiere la prossima edizione di Arte Fiera Art First, che si svolgerà a Bologna da venerdì 25 gennaio a lunedì 28 gennaio 2013. Durante la conferenza sono state anticipate le novità della prossima edizione che assicureranno alla prima manifestazione fieristica dedicata all’Arte in Italia di mantenere la sua leadership nazionale e internazionale. Innanzitutto la nomina dei due nuovi direttori artistici Giorgio Verzotti, che si occuperà della sezione di arte contemporanea e Claudio Spadoni, responsabile della sezione di Arte Moderna. Giorgio Verzotti, critico d’arte, è stato Curatore capo presso il Castello di Rivoli, Torino, e presso il M.A.R.T. di Rovereto. Claudio Spadoni, storico dell’arte, è direttore scientifico del MAR di Ravenna ed è stato curatore di molte mostre per Musei e gallerie pubbliche in Italia. La collaborazione dei due professionisti di comprovato spessore – si legge in una nota stampa di BolognaFiere – realizzerà un progetto concentrato sulla qualità delle gallerie selezionate accentuando il ruolo che Arte Fiera ha sempre rivestito, quello di essere la
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“prima fiera d’arte italiana”. Inoltre alla luce dell’ingresso e della suddivisione delle competenze dei due nuovi direttori la manifestazione allargherà gli orizzonti anche all’arte moderna, ricomprendendo al suo interno e nell’offerta delle gallerie oltre all’arte contemporanea anche un intero secolo di grande arte italiana, la stessa che dai primi del ‘900 ha invaso i musei e le gallerie di tutto il Mondo recuperando artisti altrimenti esclusi dalla formula originaria. Per il Presidente di BolognaFiere Duccio Campagnoli la scelta della nuova organizzazione è finalizzata a confermare in Italia e all’estero l’importanza e il ruolo strategico per lo scambio di opere d’Arte che Artefiera ha tradizionalmente ricoperto. L’obiettivo di consolidare ArteFiera come “la più grande fiera di arte italiana” si ritrova anche nelle parole di Giorgio Verzotti, che curerà la parte dedicata all’esposizione di opere di arte contemporanea della manifestazione. «Con l’allargamento al Moderno oltre che al contemporaneo – ha spiegato Verzotti – e con una maggiore apertura alle proposte delle giovani gallerie, così come con una maggiore attenzione alle gallerie estere di particolare pregio, la nuova Artefiera punta a un rilancio della sua immagine e del suo posiziona-
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mento all’interno del circuito di fiere internazionali dedicate all’Arte. Artefiera ha una grande storia eun grande futuro davanti, proprio affermando la sua leadership come principale fiera dell’arte italiana. Il progetto a cui lavoreremo anche con il Comitato Tecnico che valuterà le proposte giunte dalle varie gallerie è quello di caratterizzare su dei progetti concreti il Dna della manifestazione, attuare una selezione veramente rigorosa sul concept del progetto presentato, e puntare su un’esposizione che sia davvero unica nel suo genere e renda onore alla sua fama internazionale». Dell’allargamento alla prima parte del ‘900 si occuperà Claudio Spadoni, che vede questo incarico «come una grande possibilità per ridare spazio a quei grandi artisti italiani che ora sono spesso ingiustamente ignorati dalle gallerie e dal grande pubblico mentre invece rappresentano un patrimonio storico e artistico imperdibile per il nostro paese. Da questo punto di vista ArteFiera ospitando gli artisti della prima metà del Novecento potrà confermare la sua posizione di leadership all’interno del panorama nazionale e aumentarla nel panorama delle grandi mostre internazionali attirando ancora un maggior numero di collezionisti anche e soprattutto dall’estero».
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Intorno al nuovo progetto anche la città e le istituzioni artistiche bolognesi si stringono in un gioco di squadra volto a consolidare l’esperienza di successo degli eventi di Arte Fiera off e quelli in particolare della Notte Bianca dell’Arte che ogni anno richiama a Bologna durante il week end di gennaio in cui ArteFiera si svolge decine di migliaia di persone in un rinnovato quanto episodico interesse per l’Arte. Proprio per questo motivo l’allargamento al ‘900 italiano consentirà ad altre istituzioni museali bolognesi, come nel caso del museo Morandi interamente dedicato al grande artista bolognese, di avere un ruolo da protagonista secondo il direttore artistico del Mambo Gianfranco Maraniello che sarà incaricato del coordinamento degli eventi in città: «Per la città sarà un’occasione per mostrare e recuperare quei luoghi consacrati all’arte che sono stati dimenticati finora e che nella nuova formula di ArteFiera avranno invece molto da dire. Penso naturalmente al Museo Morandi ma anche a tutti quei musei e quei luoghi d’Arte di cui Bologna è ricca e che ospiteranno eventi e iniziative di Art White Night durante i giorni di manifestazione trasformando Bologna e il suo centro in un unico grande museo aperto a tutti i visitatori e i cittadini». ●
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L'angolo dell'esperto
All’estero con Internet: inquadramento e profili legali dell’E-Commerce
di
Paolo Zagami*
L
’enorme e recente sviluppo del World Wide Web come ambiente commerciale ha determinato il manifestarsi di una nuova rilevante modalità di internazionalizzazione, alla portata di imprese anche di dimensioni minori o con risorse limitate. Oggi giorno, infatti, una qualsiasi impresa può comunicare e collocare la propria offerta a potenziali compratori in tutto il mondo e gestire direttamente le proprie transazioni commerciali con clienti residenti in Paesi anche molto lontani dal proprio. Il riferimento è al commercio elettronico o c.d. “e-commerce” che – specie nel settore dei beni di consumo - sta divenendo sempre di più un elemento strategico per la penetrazione commerciale di determinati mercati. Esso è generalmente definito come lo svolgimento di attività commerciali per via elettronica basate sulla elaborazione e trasmissione di informazioni digitalizzate (inclusi suoni,
testi ed immagine) ed abbraccia, oltre alla semplice conclusione della transazione, anche altre fasi quali quella di ricerca ed individuazione dell’interlocutore/partner, quella di trattativa e negoziazione, quella dei pagamenti e della consegna fisica o elettronica del bene/servizio acquistato o venduto. Dal punto di vista operativo, con riferimento alle operazioni di scambio di beni o servizi on-line, l’e-commerce si distingue in quattro aree fondamentali: a) il commercio elettronico tra una impresa ed altre imprese o organizzazioni, che viene indicato come “business-to-business” o anche come B2B; b) il commercio elettronico tra imprese e consumatori finali, indicato come “business-to-consumer” o anche B2C; c) il commercio elettronico tra gli Enti Pubblici ed i cittadini, chiamato come “business public administration to citizens” o anche BPA2C; d) il commercio elettronico tra persone private non imprenditori qualificato come “business person to person” o BP2P. I vantaggi dell’e-commerce, se ben interpretato, sono notevoli poiché trattasi di un veicolo di commercializzazione internazionale realmente efficace: infatti, permette di entrare direttamente in contatto con il consumatore finale evitando la tradizionale filiera distributiva del prodotto, comporta una più rapida possibilità di adeguare la produzione alla domanda del mercato, determina una rilevante riduzione dei costi di comunicazione e della struttura commerciale e consente di trasmettere
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L'angolo dell'esperto
in tempo reale la propria filosofia aziendale e l’immagine dei prodotti offerti. Il ricorso a tale modalità è, tuttavia, esposto ad una serie di problematiche tra cui la limitata informatizzazione delle famiglie e delle imprese in molti paesi del mondo, la poca diffusione delle carte di credito e il rischio di un loro utilizzo fraudolento nonchè l’incertezza del diritto applicabile sulle attività on-line. In questa prospettiva, occorre superare una serie di ostacoli di natura tecnologica, giuridica, organizzativa e promozionale ed assicurare la fiducia nel sistema da parte di tutti gli operatori e la sicurezza delle transazioni, ovvero la capacità di evitare truffe o di identificarle e neutralizzarle. Ma il problema principale che sorge nelle fattispecie di commercio on-line deriva, in particolare, dalla assenza di limiti spaziali delle reti telematiche, che rende difficile la ricerca della disciplina nazionale applicabile e dunque la concreta possibilità di applicare le sanzioni in caso di comportamenti illegittimi. Bisogna fare molta attenzione alla formazione dei contratti “on line” ed alle trattative nei rapporti telematici e dunque il contratto di commercio elettronico dovrebbe essere puntualmente specificato in tutte le sue clausole. Al riguardo, la Comunità Europea ha emanato varie direttive in materia; inoltre, vi sono numerose normative nazionali in tema di “vendita per corrispondenza, televisione o altri sistemi di comunicazione”, di protezione dei consumatori nelle vendite a distanza e di contratti negoziati fuori dei locali commerciali. Tutte si affiancano - ed a volte si sovrappongono - alle norme del codice civile italiano applicabili ad esempio con riferimento ai vizi della volontà ed alla efficacia di proposta ed accettazione. In generale, è da precisare che la vendita “on line” è una specie del genus vendita internazionale, con tutte le conseguenze che ne derivano in tema di normative applicabili; inoltre, le imprese dovranno ricordare che la normativa è di regola sbilanciata in favore dei consumatori e che esse sono altresì tenute al rispetto delle disposizioni riguardanti la riservatezza, la raccolta e il trattamento di dati personali oltre a quelle in tema di concorrenza contenute nel codice civile italiano, nella c.d. legge “antitrust”, nel Trattato delle Comunità europee e nel regolamento comunitario sulle concentrazioni. Limitandosi a citare nello specifico i profili legali che si ritengono più interessanti, iniziando dalle norme in tema di clausole vessatorie queste valgono anche per la contrattazione in rete, dove è normale che l’impresa venditrice predisponga dei modelli quali il consumatore deve aderire. Con riferimento poi al diritto di recesso, per tutelare il consumatore che acquista un bene a distanza e non ha quindi la possibilità di verificare le caratteristiche e la corrispondenza del bene alle proprie esigenze ed aspettative, per gli acquisiti “on line” è previsto che tale diritto possa essere esercitato senza alcuna penalità e senza
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doverne specificare il motivo. Ancora, il consumatore gode delle stesse garanzie previste per le compravendite tradizionali, in particolare la garanzia di conformità prestata dal venditore (che in tutti i paesi della Unione Europea vale per due anni dalla consegna del bene e può essere fatta valere entro due mesi dalla scoperta del problema) e la garanzia di buon funzionamento prestata dal produttore. Riguardo al sistema di consegna della merce e alla necessità di gestire un magazzino sul territorio straniero, si raccomanda tra l’altro particolare attenzione alle clausole contrattuali relative alla possibilità dell’acquirente di restituire la merce fornita per non conformità all’ordine. Infine, per le controversie inerenti il commercio online in cui è presente un consumatore, la competenza territoriale inderogabile è del giudice del luogo di residenza o di domicilio del consumatore, se ubicato nel territorio dello Stato. Ad ogni modo, nel realizzare un sito per l’”e-commerce” si devono rispettare specifici vincoli giuridici e compiere vari passi, qualora si intenda in particolare vendere beni o prestare servizi on line in modo continuativo ed imprenditoriale: tra di essi vanno evidenziati l’acquisto di un dominio web, l’apertura di un conto corrente bancario dedicato alla attività telematica e la dichiarazione di inizio attività produttive dalla quale deve risultare i dati identificativi dell’internet service provider. Inoltre, si sottolinea come la Corte di Giustizia Europea abbia stabilito che chi fa commercio elettronico deve mettere a disposizione un contatto fisico con i consumatori, nel senso che il consumatore deve sempre avere la possibilità di chiedere chiarimenti o comunque prendere contatti col venditore, anche prima della stipula del contratto. Nel rispetto dei limiti sopra evidenziati, è auspicabile che il commercio elettronico assuma un’importanza decisiva nei processi di internazionalizzazione, aprendo le frontiere dell’interscambio con l’estero ad un numero sempre maggiore di imprese e contribuendo in modo significativo all’affermazione del “Made in Italy” nel mondo, il tutto anche grazie anche alle nuove forme di pagamento telematico che si stanno affermando. In questa prospettiva, l’e-commerce rappresenta di fatto uno dei settori economici con le maggiori prospettive di espansione poiché consentirà agli imprenditori di rivolgersi tramite Internet a un mercato internazionale di grandi dimensioni, senza limiti di spazio e di tempo, con conseguente abbattimento dei costi. In particolare, dal punto di vista legale, l'obiettivo sarà garantire un elevato livello di integrazione giuridica necessario per instaurare un vero e proprio spazio europeo senza frontiere anche per la rete Internet e dunque di armonizzare il più possibile le varie normative nazionali con le finalità ultime di favorire lo sviluppo del commercio telematico, di diffondere la cultura informatica e di sviluppare la competitività per le piccole e medie imprese. • * Avvocato Studio Legale Internazionale Zagamilaw
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Il vero significato del verbo “rottamare” di
P
ur avendo perso le primarie, c’è sicuramente un primato, se così lo si può definire, che nessuno potrà mai togliere a Matteo Renzi. Lo “certifica” anche l’aggiornatissimo dizionario Treccani. Il primo ad aver utilizzato metaforicamente il verbo rottamare in politica, infatti, è stato lui, nel 2010. Tant’è che per antonomasia, con il termine dalla valenza ironica “rottamatore” si indica proprio il Sindaco di Firenze. Da quel momento, tuttavia, a me è sembrato che il significato più profondo di quel verbo, ossia la messa in liquidazione del gruppo dirigente - ritenuto obsoleto - del Partito Democratico, abbia perso pian piano la sua forza semantica. Non per colpa di Renzi che, onestamente, quell’obiettivo l’ha cercato di perseguire fino alla fine. Ma per l’abuso inappropriato che altri ne hanno fatto. Mi spiego. Alla stregua del verbo “rinnovare”, “rottamare” voleva essere davvero una speranza di cambiamento nel panorama della politica italiana. Voleva far sì che dalle poltrone si schiodassero coloro che, non solo per età anagrafica, hanno fatto il loro tempo, avendo perso – se mai li abbiano avuti – stimoli ed entusiasmo per guidare un Paese in profonda crisi. Parlamentari e senatori, che da
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Dario Lamanna
decenni occupano gli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama - senza escludere gli Amministratori di Enti Locali - del tutto incapaci di domandarsi, criticamente, cosa abbiano fatto di concreto per l’Italia. Quale presente – o meglio – quale futuro abbiano consegnato alle nuove generazioni. Qualcuno, invece, ha pensato che bastasse dare un nuovo nome al proprio partito - o crearne uno di sana pianta ma con le stesse facce e la stessa filosofia - per proporre agli italiani un’alternativa (?) valida alla guida della nazione. Questo spiega, inevitabilmente, come la sfiducia nei confronti della politica tocca percentuali record ed il movimento di Beppe Grillo riesce a intercettare così tanti consensi. Ma devo dire che gli eventuali tentativi di “riciclarsi” sotto una nuova etichetta li considero un ulteriore “schiaffo” all’intelligenza degli italiani. Operazioni che rispondono soltanto alle esigenze di qualcuno di restare a galla dopo le “tempeste” che ci hanno investito e per le quali ci sarebbe da assumersi tutte le responsabilità. L’esigenza, così, non è quella di lanciare sulla scena nuovi simboli con slogan accattivanti. Ne abbiamo già visti e sentiti tanti. Il problema non è legato al contenitore-partito ma ciò che conta è chi ci sta dentro.
Contano le idee, i progetti di rinascita. Conta la volontà di mettere sul campo quelle riforme che, orami da anni, si annunciano ma non si realizzano. E se a farlo dovesse essere un novantenne dotato di buona volontà, ben venga. Il che significa, ancora, che quello della carta di identità è un falso problema. Un ricambio generazionale è auspicabile ma solo a patto che i giovani siano davvero giovani, capaci di perseguire la strada dell’innovazione, senza farsi coinvolgere nelle consuete e vetuste logiche della politica. Che, ahinoi, sembrano ineluttabili. Vedremo cosa ci riserverà la prossima campagna elettorale ormai alle porte. Vedremo se davvero ci saranno novità da sposare – o comunque da apprezzare – o se quello che ci proporranno sarà la solita minestra riscaldata, di cui l’Italia, lo sappiamo, non ha proprio bisogno. E, certamente, il ritorno di Berlusconi, “uomo nuovo nel lontano 1994”, dopo tanto governare di incidenti diplomatici ed istituzionali, varie gaffe e danni per il Paese, non fa certo ben sperare!!! ●
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Taranto
Melilli (SR)
Marcellinara (CZ)
Orciano Pisano (PI)
Non tutto va male in Calabria La Cal.Me Cementi SpA, società del gruppo Speziali ringrazia i suoi 250 collaboratori per l’insostituibile contributo che nel corso degli anni ha permesso il raggiungimento di risultati sempre crescenti. Evoluzione tecnologica, ricerca ed eccellenza sono da sempre i punti cardine della “mission” aziendale. Importanti società impegnate nella realizzazione delle grandi opere, come il tratto autostradale A3 Salerno-Reggio Calabria, hanno mostrato vivo apprezzamento per la proficua collaborazione avuta con i tecnici Cal.Me SpA. Ciò ha consentito la produzione di calcestruzzi di straordinaria qualità. Nella consapevolezza dell’assoluto valore del capitale umano, la Cal.Me SpA affronta il futuro forte della solidità e compatezza della propria struttura societaria. Perché in fondo…. “C’E’ UNA CALABRIA CHE PRODUCE”
www.calme.it