Calabria Economia - n.4 2011

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B U S I N E S S

M A G A Z I N E

Periodico di informazione economica edito da Mediaservice Srl ANNO III

| NUMERO 4 | 2011 | 2,50 EURO

Lotta alla ’ndrangheta e una riflessione del pm Gratteri sul ritorno alla terra

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale -70% Aut: CBPA-SUD/NA/297/2009

Reti di Imprese: un’opportunità

Ponte

di Messina

Progetto definitivo

Giustizia e inadeguatezza dei mezzi: intervista al Procuratore aggiunto Borrelli



editoriale

Avviso ai naviganti

Bisogna rapidamente cambiare rotta, assumendo per tempo decisioni lucide e lungimiranti di

I

l nostro Paese sembra essersi avvitato in uno stato di perenne transizione verso un ignoto punto di approdo. In attesa di scoprire il suo centro di gravità permanente, tuttavia, le passate settimane ci hanno disvelato una realtà incontrovertibile, il Paese è fortemente condizionato da dinamiche sovranazionali. La prova è la recente manovra finanziaria cui siamo stati costretti per mantenere la necessaria credibilità finanziaria rispetto alla comunità internazionale. Una manovra da ultima spiaggia che ha obbligato entrambe le parti politiche ad approvarla in tempi rapidissimi. Un segnale inequivoco, un avviso ai naviganti, bisogna rapidamente cambiare rotta assumendo per tempo decisioni lucide e lungimiranti che difficilmente possono essere adottate sotto la pressione dell’emergenza. Ciò riguarda sia la politica che l’economia. La prima deve essere consapevole che con le recenti misure adottate è stato raschiato il fondo e che adesso non rimane altro che tagliare i costi della politica e gli sprechi, impegnando la spesa su misure di crescita e sviluppo. E’ evidente che bisogna procedere passo dopo passo, ma è necessario invertire da subito il moto inerziale tracciando un percorso virtuoso visibile a tutti. Riguardo l’economia è ormai chia-

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Aldo Ferrara*

ro a tutti che la crisi non è ciclica ma sistemica, che il mondo è cambiato e ci riserva un futuro strutturalmente più instabile. Bisogna riposizionare il sistema declinandolo nel globale. Per fare ciò dobbiamo cambiare la visione che abbiamo del mondo sapendo interpretare un ciclo sociale nuovo. Nel nuovo contesto globale i processi sono sempre più selettivi e non sono solo le imprese ad essere sfidate, ma i territori stessi che per evitare di impoverirsi devono necessariamente adottare un atteggiamento imprenditivo in tutte le sue componenti, lavoratori e pubblica amministrazione compresi. Il Sole 24 ore nel suo recente manifesto sui nove impegni per la crescita ha citato una celebre frase dell’ex Presidente del consiglio Giuliano Amato che durante la crisi finanziaria del 1992 dinanzi a misure di rigore adottate per far fronte alle emergenze si rivolse al Governatore della Banca D’Italia di allora Ciampi esclamando: «Vede Governatore». Le cose in Italia si possono fare solo quando la casa brucia. Ma adesso non è più tempo di attendere ma di reagire. ●

«È ormai chiaro a tutti che la crisi non è ciclica ma sistemica, che il mondo è cambiato e ci riserva un futuro strutturalmente più instabile»

* editore di “Calabria Economia”

editoriale

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editoriale

Disoccupazione giovanile al Sud: i dati statistici e la società reale di

I

stat, Svimez ed altri soggetti istituzionali che si occupano di elaborare dati statistici o letture dei fenomeni economici e sociali attraverso i numeri, ci hanno segnalato di recente, in maniera netta, quanto sia consistente il fenomeno della disoccupazione giovanile al Sud. Molto più della metà dei nostri giovani, soprattutto in Calabria, è senza un lavoro. E questa è, di sicuro, una verità. Diamo uno sguardo, però, alla vita reale del Mezzogiorno e della nostra regione, e chiediamoci quale enorme danno abbiamo compiuto ai danni di tante giovani generazioni, disorientandole e impedendo loro di avere un giusto approccio con il mondo che le circonda. A suon di clientele, raccomandazioni, spinte indebite e carriere tanto immeritate quanto lautamente retribuite, si è consolidata l'idea che il concetto di lavoro sia sinonimo di posto fisso, sicuro, garantito e alla portata di tutti purché ben "assistiti". Un’educazione, pubblica e privata, scarsamente improntata ai valori della meritocrazia, del sacrificio e della missione più o meno importante che ogni individuo deve darsi (valutando, con serietà e senza tanti lamenti o facili illusioni, le condizioni di partenza e le proprie attitudini), ha completato un quadro per nulla entusiasmante. Nella stragrande porzione del mon-

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Massimo Tigani Sava*

do occidentale i giovani che non sono impegnati, con profitto, negli studi, vanno a lavorare. Fanno qualsiasi cosa, si danno una mossa, tentano mille e una strade. All’inizio guadagnano senz’altro poco e male, ma sono soggetti attivi e determinati. A troppi nostri adolescenti e ragazzotti, invece, abbiamo prospettato ben altri modelli: l’attesa passiva o messianica, l'indolente ricerca del politico amico, il quasi assoluto scollamento fra traguardo prefissato e dura applicazione nel tentare di raggiungerlo. Non vogliamo certo generalizzare, o cadere nel facile errore di un’eccessiva semplificazione. C'è tanta gente capace, infatti, che si fa strada da sé. Ma una domanda è lecita, se non vogliamo tapparci gli occhi e far finta di non vedere, come troppo spesso fa una classe dirigente inadeguata e ipocrita: al Sud e in Calabria non c’è lavoro o, diciamoci la verità, non ci sono più i “posti” di una volta? Pensateci bene: quanti mestieri inventati e anche umili ci sono dietro le tante biografie di grandi personalità americane, inglesi, tedesche, francesi poi diventate famose e illustri? Perché da noi, al contrario, l’approccio al mondo del lavoro risente di una cultura bizantina e spagnolesca troppo attenta, fino a diventare soffocante, al concetto di status? Ci sono pochi dubbi, la cri-

si c’è ed è pesante, ed ogni strada percorribile è difficile e accidentata. Non confondiamo, però, il lavoro con i posti fissi, e talora improduttivi, di quella casta di intoccabili generata da una politica feudalmente bipartisan. Per tanti figli e parenti stretti la partita del lavoro è stata truccata. Questi cattivi esempi, che meriterebbero la stessa reazione che si ha quando si lotta contro il crimine organizzato, hanno devastato il tessuto sociale. Si potrebbe ricostruire la storia degli ultimi decenni chiedendosi dove sono i figli, piuttosto che ragionando su cosa hanno fatto i padri. Altro che aride statistiche! Per le ragioni appena descritte ci è piaciuta molto una riflessione del magistrato Gratteri (si veda l'articolo pubblicato in questo numero) su un concetto sintetizzabile con l'espressione "ritorno alla terra". Perché il sistema cambi, la lotta al crimine e alla corruzione deve essere accompagnata da un intervento rigeneratore sul tessuto economico e sociale, che riscopra la dignità del lavoro vero. ● *

direttore responsabile “CalabriaEconomia”

editoriale

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Sommario

www.calabriaeconomia.it

PRIMO PIANO

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business 66 I “calabresi” del Nord America: una opportunità economica per le nostre aziende

Il magistrato antimafia Gratteri e il positivo ritorno alla terra

7 Facciamo una riflessione sul "Sistema Calabria" 10

68 McDonald’s Italia “apre le porte” su qualità e sicurezza alimentare

MEZZI SPESSO CARENTI E INADEGUATI PER INDAGINI MOLTO COMPLESSE

Calabria deco/3 70 Il Pane di Cerchiara diventa De.C.O. e viene celebrato con la Gran festa del pane

12 Ponte sullo Stretto di Messina: approvato il progetto definitivo 16

Pizza e Pane surgelati: in visita alla Target Spa di Catanzaro

cultura 72

ATTUALITà 18 Legalità, infrastrutture e investimenti al Sud, un convegno con Maroni

74 Saie 2011, a Bologna Fiere: dal 5 all’8 ottobre si parlerà di futuro sostenibile delle costruzioni

24 Unioncamere Calabria: a Lamezia un seminario su “Marchio & design” 25

30 Francesco Cava al meeting Mezzogiorni d'Europa 34 Logistica e Trasporti: importante incontro con Deutsche Post Dhl 36 Presentato a Catanzaro un corso di alta formazione Manageriale per “Tecnico delle Costruzioni” 40 Ance Calabria e crisi dei costruttori: Cava presenta le priorità del settore edile 42

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Mediazione civile, una riflessione aperta

HI-TECH

80 lE NEWS DAL MONDO DELLA TECNOLOGIA

Editoriali 1 Avviso ai naviganti di Aldo Ferrara

3 Disoccupazione giovanile al Sud: i dati statistici e la società reale di Massimo Tigani Sava

Internazionalizzazione delle Aziende calabresi

44 Premio Fedeltà al Lavoro della Camera di Commercio di Catanzaro

In Copertina

48 Aeroporto internazionale di Lamezia Terme: record in luglio per numero di voli e di passeggeri

Ponte di Messina

FLASH NEWS 50

Economia 54 Economia calabrese: i dati ufficiali parlano di una regione in agonia 60 Reti di Imprese: opportunità imperdibile per gli imprenditori della nostra regione 64 Grande novità per l’estate 2011: "La Calabrese", la pizza che fa bene al palato e all’economia regionale

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l'esperto

Il Ministro Romano a Fattorie Aperte 2011 in Sila

26 Arpacal, insediato il nuovo Cda. E’ Marisa Fagà il presidente

Successo per il Premio Tropea

eventi

sommario

Progetto definitivo Nicola Gratteri

Lotta alla 'ndrangheta e una riflessione del pm sul ritorno alla terra

Giuseppe Borrelli

Giustizia e inadeguatezza dei mezzi: intervista al Procuratore aggiunto

numero 4 - 2011


Sommario

www.calabriaeconomia.it

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Legalità, infrastrutture e investimenti al Sud, un convegno con Maroni

Calabria Economia periodico di informazione economica Anno III - numero 4 - 2011 Editore

Aldo Ferrara

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Premio Fedeltà al Lavoro della Camera di Commercio di Catanzaro

Direttore responsabile

Massimo Tigani Sava Contatti Redazione via Caduti sul Lavoro, n. 9 88100 S. Maria di Catanzaro tel. 0961.781410 - fax 0961.789650 www.calabriaeconomia.it info@calabriaeconomia.it In redazione: Rita Macrì, Rosalba Paletta (Cooperativa Servizi editoriali) Catanzaro info@coopservizieditoriali.com

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Successo per il Premio Tropea

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Notizie economiche e politiche in tempo reale

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Leader nella regione per informazione e comunicazione

Progetto grafico Gianluca Muzzi Fotografie: Icaro fotocronache MediaService srl Cooperativa Servizi editoriali Stampa Stabilimento Tipografico De Rose Montalto Uffugo (CS)

Economia calabrese: i dati ufficiali parlano di una regione in agonia

Quotidiano Economico On-Line

Collaborazioni esterne saltuarie Andrea Ansani, Stefania Argirò, Maurizio Bonanno, Giacomo Carbone, Angela Caridà, Vittorio Daniele, Pasquale De Pietro, Eugenia Ferragina, Milena Galati, Davide Lamanna, Angela Latella, Enrico Mazza, Monia Melia, Mario Meliadò, Raffaele Nisticò, Paolo Orofino, Rosario Previtera, Luca Zema

Società Editrice Mediaservice Srl via Caduti sul Lavoro, n. 9 88100 S. Maria di Catanzaro www.mediaserviceagency.it info@mediaserviceagency.it Pubblicità tel. 0961.781410 - fax 0961.789650 Responsabile Marketing Biagio Muzzi info: 333.3686792 marketing@mediaserviceagency.it Pubblicazione mensile registrata presso il Tribunale di Catanzaro al n. 14 Reg. Stampa del 07/07/2008

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numero 4 - 2011

Inviato in tipografia: 3 agosto 2011

sommario

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primo piano

Quale assetto economico-sociale per la Calabria?

A proposito di un'interessante analisi emersa nel corso di un recente convegno sulla legalità ad Amantea

Il magistrato antimafia Gratteri e il positivo ritorno alla terra di

Paolo Orofino

U

n passaggio singolare del discorso di un magistrato calabrese in prima linea contro la mafia, ha incuriosito, e per certi versi sorpreso la platea di un convegno sulla “Legalità” organizzato dalla sezione Fidapa di Amantea. Il magistrato è Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, da anni impegnato a combattere la ‘ndrangheta nella parte più difficile della Calabria, la Locride, zona con uno dei più alti tassi di disoccupazione in Italia. È non è una coincidenza che il tasso mafioso, viaggi di pari passo con il tasso di disoccupazione di un’area geografica. Di ciò è convinto pure Gratteri. Questi, ad Amantea, durante il suo intervento a sostegno della legalità e dello sviluppo, strumenti per contrastare il fenomeno mafioso, ha aperto una parentesi dedicata alla scuola, all’università ed al lavoro. Una parentesi, forse inattesa, ma che poi è stata molto apprezzata dal pubblico presente al convegno, a cui hanno pre-

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primo piano

so parte anche il procuratore della Repubblica di Paola, Bruno Giordano, lo scrittore Antonio Nicaso, autore di numerosi libri sulla 'ndrangheta, il sindaco di Amantea, Francesco Tonnara e la presidentessa della sezione locale Fidapa, Anna Lorelli. Ad un certo punto Gratteri, dando l’impressione di deviare un po’ dal tema dell’incontro, ha cominciato a parlare degli studenti, della scuola e del “ritorno alla terra”. Ha sinteticamente, ma incisivamente, evidenziato alcune problematiche, ritenute dal magistrato, concause dei grandi mali che attanagliano la Calabria ed il Meridione in genere. «La scuola negli ultimi anni – ha detto Gratteri – pare che sia diventata un progettificio, con tutta una serie di lavori programmati, da concludere prima della fine dell’anno scolastico. E talvolta si tralasciano altri aspetti più importanti per la formazione e l’educazione dei giovani, che per l’impegno eccessivo sui progetti, poi stentano a scrivere bene in italiano, anche perché per gli insegnanti, che appaiono sempre più demotivati per una serie di ragioni, è difficile seguire classi che arrivano a 35 alunni. Sempre

Nicola Gratteri

più spesso, poi, tanti studenti rimangono all’università tantissimo tempo prima di laurearsi o prima di abbandonare gli studi senza conseguire la laurea. Ciò è un peccato e forse sarebbe meglio, che, ad un certo punto, uno si renda conto delle sue possibilità, guardandosi intorno, perché spesso le opportunità per lavorare, anche in Calabria, ci sono se vengono cercate. Per esempio, impostare un cammino per la produzione e la vendita delle nostre primizie, i meravigliosi frutti della nostra terra, sarebbe davvero un percorso interessante. Pensare a qualcosa del genere, anziché rimanere fermi in facoltà, per essere costretti poi a stare dietro le porte di un collettore di voti, di un galoppino, a chiedere, per anni, un posto che lui non può garantire nemmeno ai suoi figli. Sì, perché è l'unica arma di riscatto, ma se non avete la passione per lo studio – ha detto Gratteri – non iscrivetevi all'università per poi aspettare una raccomandazione che vi sistemi, piuttosto coltivate la terra per produrre le nostre primizie. Guardarsi intorno per costruirsi un futuro lavorativo e non aspettare la raccomandazione del politico, che poi

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primo piano dovrai votare al di là dei suoi meriti effettivi. Questo, senza dubbio, non è un percorso virtuoso e ci allontana dalla normalità e quindi, di contro, ci avvicina alle logiche mafiose, che si nutrono anche di queste situazioni». Le parole di Nicola Gratteri, all’inizio sono sembrate un po’ dure, condivisibili, ma non così facili da assumere, come una medicina amarissima che all’improvviso ti viene proposta per curare una malattia. La maggior parte dei partecipanti al convegno probabilmente era impreparata ad ascoltare questo tipo d’intervento, che tocca così da vicino anche le famiglie calabresi oneste. Sono, infatti, numerosissime le famiglie meridionali con figli “parcheggiati” all’università, senza più prospettive, senza più motivazioni. Questa è una realtà. E questa realtà non va accettata passivamente. Va affrontata a viso aperto e “curata”. In tale contesto il messaggio del “ritorno alla terra” di Gratteri, merita di esser preso in considerazione, poiché può essere senz’altro una delle alternative positive, rispetto all’attesa passiva, rispetto alle chimere. Per gli studenti, ma anche per i genitori che si sono sacrificati per mantenere i figli a scuola, non è semplice entrare in quest’ordine di idee. Oggi più di ieri, però, è necessario aprire gli occhi. In una terra come la Calabria si può puntare alla valorizzazione degli uliveti, dei vigneti, della cipolla rossa, del cedro, del bergamotto, del peperoncino, del pomodoro a cuore di bue, della rosamarina, dei fichi ricoperti al cioccolato, della salsiccia con finocchietto, della ’nduja, tutte eccellenze calabresi e l’elenco chissà quanto potrebbe continuare. E poi come non pensare all’interazione unica fra mari e monti, da noi così vicini. Sono tutte situazioni calabresi, della terra, cioè, in cui siamo nati e cresciuti. Molto meglio delle situazioni virtuali che ti illudono disorientandoti, dove solo uno su mille ce la fa. E gli altri 999 diventano terreno fertile per i “galoppini” e per la criminalità. •

Quale assetto economico-sociale per la Calabria?

Facciamo una riflessione sul "Sistema Calabria"

«Occorre rifondare un diverso rapporto con la statualità, uscendo dalle riserve e dagli equivoci del passato. Un nuovo contratto sociale, per intenderci, che non ci faccia più vedere la legalità e la statualità come nemici dichiarati, bensì come parte integrante di noi stessi»

Bruno Giordano

Pubblichiamo qui di seguito integralmente il discorso pronunciato nelle scorse settimane ad Amantea (Cosenza), nel corso di un interessante convegno sul tema della legalità connessa allo sviluppo, dal Procuratore di Paola (Cosenza), Bruno Giordano. Il convegno è stato seguito, per la nostra testata, dal giornalista Paolo Orofino. di Bruno Giordano*

N

ei mesi scorsi mi trovavo a Reggio ed ho notato che la città era tappezzata da grandi manifesti elettorali, con l’effige di un leader politico e accanto la dicitura “Oltre il precariato, c’è la forza del lavoro”. Poiché ho pochi capelli neri e quei pochi sono recessivi rispetto all’altro colore che incalza, sapendo tra l’altro che esiste uno studio di psicologia sociale dietro questo tipo messaggi, pur trovandolo sibillino come un oracolo di Delfi, ho tenuto per me ogni altra considerazione. Sennonché, incontrando un amico, che ha sempre fatto politica attiva, lo stesso additandomi uno di quei manifesti, mi chiedeva in vernacolo reggino: “Bruno l’hai letto quel manifesto, ma che cosa vuole dire…”. Non è il solo caso di messaggio di etichetta, che tende a colpire proprio per l’oscurità dei suoi contenuti.

D’altra parte, la storia insegna che in casi del genere le regole, lessicali, semantiche e sintattiche, siano sacrificate all’effetto complessivo del messaggio che si vuole diffondere. Ricordo, a tal proposito, i messaggi che l’imperatore Augusto, a detta di Svetonio, mandava ai propri generali: “Affrettatevi lentamente”, uno dei primi casi accertati di Ossimoro nella letteratura occidentale e, tra l’altro, densi di pericolose conseguenze dati i tempi e la qualità dei protagonisti. Altro caso legato al recente passato è quello del famoso comunicato Diaz, sulla vittoria nella prima guerra mondiale: “i resti di quello che fu… un esercito orgoglioso… risalgono sconfitti e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza…”. I resti avevano disceso le valli con orgogliosa sicurezza? È chiaro che anche in questo caso la sintassi sia ►

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primo piano

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Quale assetto economico-sociale per la Calabria?

Foto: ugaldew (www.sxc.hu)

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stata messa da parte. Ciononostante, il messaggio che doveva arrivare è arrivato in maniera chiara, dando la vivida percezione di una vittoria clamorosa per l’esercito italiano e di una sconfitta senza appello per quello austro-ungarico. Vi ho fatto sorridere ed ora vi farò ridere, perché mentre raggiungevo Amantea in macchina, e tentavo di organizzare mentalmente le cose da dire, ho riletto il tema del convegno: “Educare alla legalità, nel rispetto delle regole”. Per argumentum a contrario si desume che potrebbe esistere una forma di educazione alla legalità senza il rispetto delle regole e, a tal proposito, mi è ritornato alla memoria l’episodio di un sindaco aspromontano, che ogniqualvolta le riunioni di giunta debordavano ed i toni si facevano accesi, estraeva dalla cintola una pistola e la poggiava sul tavolo. Così lanciando un chiaro messaggio di ripristino delle regole. Forse è a questo che si fa riferimento per educare alla legalità con regole diverse? Comunque, anche in questo caso il messaggio è

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primo piano

arrivato. Occorre parlare di legalità. Ma occorre farlo bene senza interpretare il solito canovaccio di ipocrisia a servizio della nostra buona coscienza, mentre l’altra, la cattiva coscienza, sta sorniona come una gatta che tiene un occhio aperto attenta che non si invadano i suoi spazi. Innanzitutto ho detto parlare di legalità, perché non si educa alla legalità con le parole. Se fossero bastate le parole saremmo tutti educatissimi alla legalità, dal momento che negli ultimi 50 anni non si è fatto altro che parlare e discutere di legalità. Le parole non sono sufficienti e scorrono sulle coscienze come l’acqua del fiume sulla pietra che giace sul fondo; anzi questa si leviga col passare del tempo ed elimina anche quegli elementi di attrito che potrebbero dar peso all’acqua. Non si educa alla legalità con le parole così come, a dirla con Max Weber, 5000 anni di Bibbia e monoteismo non avevano reso buoni gli ebrei e 2000 anni di Cristianesimo, migliaia di chiese nella regione ed un’infinità di prediche non hanno garantito

che in Calabria si rispetti almeno uno dei fondamentali comandamenti: “Non uccidere”. Parlare di legalità, può invece essere utile sotto un diverso profilo: per espungere dalla nostra coscienza collettiva ed individuale, anche dal nostro inconscio, le ragioni della pratica dell’illegalità e così esorcizzarle e arrivare ad un nuovo contratto sociale, ad un diverso accordo con la legalità. Ci sono due modi di accostarsi alla legalità. Il primo, tecnico e formale, ci consente di ricondurre il sostantivo legalità all’insieme delle leggi che regolano un sistema statale. La produzione legislativa fa sempre capo allo Stato ed anche l’attività normativa degli enti territoriali minori avviene nell’ambito della cornice fissata dalle leggi dello Stato. Da un punto di vista passivo la legalità è qualcosa di più sostanziale perché esprime un processo di interiorizzazione delle regole, che è più forte in quelle realtà in qui una società si è fatta Stato, conferendo alle istituzioni un consenso a valori etnici, religiosi e culturali, che è ritornato indietro sotto forma di regole e garanzie. La logica di formazione dello Stato italiano, con l’occupazione militare, i massacri, le spoliazioni, ha invece fatto sì che dal 1861 la distinzione fra Stato e società pesi su questo paese come una maledizione. La legalità, come espressione di statualità, si è proposta nelle forme della tassa sul macinato, della abolizione degli usi civici, della coscrizione obbligatoria, determinando le condizioni di conflittualità e di distacco, che ancora oggi fanno avvertire i loro effetti. Cosa ha fatto la gente? Non appena ha potuto si è allontanata dal paese con l’emigrazione. E, si badi bene, il fenomeno non ha riguardato soltanto le regioni meridionali, bensì inizialmente anche quelle del nord, in particolare il Veneto ed il Friuli. Ed è indicativo che questa massa di milioni di persone,

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primo piano «L’Europa non può accettarci con i gravi limiti che attengono a un senso della legalità precario e approssimativo, ad una mancata identificazione di intere regioni al modello di riferimento rappresentato dal proprio ordinamento statale»

che ha abbandonato il paese andandosi a trasferire altrove, non abbia portato con sé nessuno schema istituzionale da trapiantare. In Argentina, per esempio, dove più della metà della popolazione è di origine italiana, a seguito dell’esodo dell’ultima parte del 1800, non vi è nulla di italiano, a parte i cognomi della gente, né nell’ordinamento giuridico e nelle istituzioni pubbliche, che sono di ispirazione francese, né nella lingua, che è lo spagnolo. Circostanza sintomatica che le masse di italiani arrivate in quel Paese, non avevano alcuna coscienza istituzionale da innestarvi. Esse avevano perso l’aggancio al precedente sistema statuale cui erano state soggette e non avevano interiorizzato nulla del nuovo, anzi, erano fuggite lontano da esso. Chi è rimasto in Italia, invece, cosa ha fatto? Si è organizzato consapevolmente o inconsapevolmente al di fuori del sistema legale, a parte la modica percentuale cui la legalità tornava del tutto comoda. Mi riferisco agli abitanti di quelle regioni, più beneficiarie

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Quale assetto economico-sociale per la Calabria?

dell’unità della nazione, perché punto di confluenza di tutti gli sforzi economici finalizzati all’industrializzazione. Per le altre regioni, quelle più vicine all’Europa che contava sono riuscite gradualmente a risollevarsi economicamente. Mentre per le altre, quelle più periferiche rispetto al mercato, si è aperta una lunga prospettiva di desolazione. In tale contesto non può apparire né strano, né illogico che, per effetto di un meccanismo di autodifesa, si siano formate situazioni aggregative alternative, rispetto a quelle legali, specie in Calabria dove le condizioni di isolamento geografico favorivano forme di autonomia in contrapposizione all’apparato centrale. Solo che tale fenomeno, sociologicamente comprensibile, soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, ha finito sempre più con il connotarsi come fenomeno di matrice e caratteristiche delinquenziali. E si è andato ulteriormente dilatando sotto il profilo del potere economico proponendosi come alternativa praticabile, a tutti gli effetti, rispetto a quella istituzionale e legale. Ecco perché in precedenza ho detto che non si educa con le parole alla legalità e che anche l’utilità di parlare di legalità è una categoria equivoca in quanto rischia di trovarsi di fronte la barriera insormontabile di un sistema che si è autonomamente strutturato al di fuori di essa o, quantomeno, che l’abbia piegata alle proprie finalità illecite. Addirittura si è arrivati, in questa regione, alla strutturazione di un vero e proprio sistema, quello che io chiamo il sistema Calabria, che rispecchia le caratteristiche della struttura in senso filosofico. Controlla, infatti, quasi la totalità delle situazioni, possiede meccanismi di assorbimento delle trasformazioni ed anche forme di autoregolamentazione. Una struttura che è stata in grado di esprimere controtendenze elettorali, rispetto alle tendenze politiche del Pa-

ese Italia. Per esempio, alle regionali di sei anni fa da noi vinse il centrosinistra, mentre tutta Italia si espresse in senso favorevole al centrodestra. Alle ultime amministrative, invece, la Calabria ha votato in prevalenza per il centrodestra, disattendendo anche in questo caso la tendenza nazionale. Questo non perché i calabresi fossero sostanzialmente più democratici degli altri italiani del primo caso o più reazionari nel secondo, ma semplicemente perché le dinamiche interne al “sistema Calabria” hanno operato autonomamente rispetto a quelle del resto della penisola. A questo punto perché può essere utile parlare di legalità, e mi richiamo all’introduzione di questo discorso, perché occorre rifondare un diverso rapporto con la statualità, uscendo dalle riserve e dagli equivoci del passato. Un nuovo contratto sociale, per intenderci, che non ci faccia più vedere la legalità e la statualità come nemici dichiarati, bensì come parte integrante di noi stessi. In fondo, l’emigrazione interna la circostanza che ognuno di noi abbia parenti ed amici che vivono nelle zone più ricche del Paese, e che quindi partecipano della sua crescita ed espansione, devono aiutarci a superare i vecchi schemi di lettura della realtà. L’Italia è di tutti e fuori dalla legalità questa affermazione sarebbe svuotata di ogni contenuto, specie oggi che la scomparsa delle frontiere in senso geografico e l’affermarsi di quelle virtuali, tra capitalismo e Islam, occidente e oriente, fanno si che la nostra nazione non abbia senso se non inserita nel contesto europeo. Ma l’Europa non può accettarci con i gravi limiti che attengono a un senso della legalità precario e approssimativo, ad una mancata identificazione di intere regioni al modello di riferimento rappresentato dal proprio ordinamento statale. • * Procuratore della Repubblica di Paola.

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primo piano

Attività investigativa e disponibilità di strumenti idonei

Intervista al procuratore della Repubblica aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli

"Mezzi spesso carenti e inadeguati per indagini molto complesse" di

Paolo Orofino

G

iuseppe Borrelli, procuratore della Repubblica aggiunto del capoluogo calabrese, che ha competenza anche sui reati di mafia nelle province di Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia e Crotone, lancia una dura critica, perché nel suo ufficio mancano gli strumenti essenziali per poter lavorare a pieno ritmo, il che provoca ritardi nella conduzioni di delicate inchieste, con il rischio che l’attività investigativa venga irrimediabilmente compromessa. Ritardo, in un settore

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così importante e cruciale, non solo per il contrasto alla delinquenza, ma anche, di conseguenza, per lo sviluppo sociale ed economico di una regione come la Calabria che va liberata dalla morsa della criminalità organizzata, significa inefficacia, sterilità di un lavoro avviato e portato avanti da coraggiosi magistrati e dalle forze dell’ordine, che a causa di alcune carenze essenziali, spesso non riescono a raccogliere i frutti sperati e cercati per tanto tempo. Alla Procura di Catanzaro, manca la carta per fare le fotocopie, mancano gli addetti per la digitalizzazione dei fascicoli, in barba ai computer in dotazione, mandati dal

ministero della Giustizia, che rimangono imballati ed inutilizzati. E così si viaggia a venti all’ora, in una regione dove la macchina giudiziaria dovrebbe viaggiare a mille. Il procuratore Borrelli, che ha premesso di parlare a titolo personale e non a nome dell’ufficio in cui lavora, ha espresso il suo pensiero senza mezzi termini, esponendo una verità nuda e cruda. «Anzitutto – ci ha detto – la Procura di Catanzaro vive una condizione di estremo disagio proprio in relazione alla estrema complessità delle investigazioni che sono state sviluppate nel

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primo piano corso degli ultimi anni. È necessario, infatti, che vengano finalmente approfonditi e colpiti tutta una serie di legami fra la criminalità organizzata e la zona grigia della società calabrese, che hanno costituito il vero tappo dello sviluppo economico della vostra regione. Le indagini, da tempo, hanno evidenziato che interi settori che potrebbero essere trainanti dell’economia della Calabria, sono gestiti in regime di sostanziale monopolio della 'ndrangheta o in comproprietà con essa. Mi riferisco, senza entrare nel merito di inchieste ancora aperte, al settore del turismo, a quello delle energie alternative, a quello dei più importanti lavori per la costruzione delle grandi opere pubbliche». «Tutto ciò – puntualizza il procuratore aggiunto di Catanzaro – determina l’impossibilità dell’affer-

«Approfondire e colpire i legami tra criminalità organizzata e zona grigia della società calabrese: un vero tappo per lo sviluppo»

Attività investigativa e disponibilità di strumenti idonei

mazione di un’imprenditoria sana, sopraffatta dalla sleale concorrenza. Tutto questo, però, non è potuto avvenire senza l’accondiscendenza di larghi strati di quella parte della società calabrese che è presentabile e che è il tramite nell’intrattenere i rapporti e le relazioni che i singoli mafiosi non potrebbero permettersi. Credo che intervenire su questa striscia grigia, sia oggi una priorità assoluta. Per affrontare questo tipo di indagini è necessario poter usufruire delle migliori risorse investigative disponibili nel Paese. È necessario pure poter disporre di uomini e mezzi. Dal punto di vista quantitativo, per far capire lo stato di difficoltà in cui ci troviamo, basta dire che la Procura distrettuale di Catanzaro, che copre i due terzi del territorio calabrese e degli abitanti della regione, includendo anche le province di Cosenza, Vibo e Crotone, può usufruire al momento di sei sostituti procuratori, che rispetto alla complessità dei fenomeni che ho descritto, è un numero ridicolo. Soprattutto se si pensa che tali magistrati devono assicurare la presenza in udienze in otto tribunali, due corti d’assise e in un ufficio gip, in qualche caso dislocati a circa duecento chilometri dalla loro sede di lavoro». «Quanto alla strumentazione – evidenzia Borrelli – per affrontare una situazione di progressiva contrazione degli organici, ci sarebbe bisogno di una ottimizzazione dell’organizzazione del lavoro, che non può prescindere da una accentuata informatizzazione. Benché la Procura di Catanzaro abbia previsto modalità accelerate di definizione dei procedimenti, nonché abbia organizzato la digitalizzazione del dibattimento e sia in procinto di iniziare

la digitalizzazione dell’intero fascicolo processuale, senza, è bene sottolinearlo, aver ricevuto un solo euro dal ministero, siamo giunti ad un punto in cui è indispensabile quantomeno la creazione di infrastrutture, con la disponibilità di formazione e assistenza, che non possiamo chiedere a persone prive degli specifici requisiti professionali. Per intenderci facciamo un esempio: digitalizzazione significa racchiudere in un piccolo spazio virtuale dati che richiederebbero, per essere custoditi, spazi enormi, peraltro anche costosi; ma digitalizzare senza poter usufruire di una banda larga, per il trasferimento dei dati fino alla scrivanie dei pm, rallenta e non agevola il lavoro. Ottenere, dopo lunghissima attesa – conclude il procuratore aggiunto della Dda – diciotto computer dal ministero e tenerli bloccati in magazzino per l’assenza di personale qualificato in grado di configurali, equivale a non averli». •

Giuseppe Borrelli

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Infrastrutture e Mezzogiorno

Il Consiglio di Amministrazione della Società presieduta da Giuseppe Zamberletti, su proposta dell’Ad Pietro Ciucci, ha completato il lungo iter relativo alla grande infrastruttura

Ponte sullo Stretto di Messina: approvato il progetto definitivo I

l Consiglio di Amministrazione della Stretto di Messina, presieduto dall’Onorevole Giuseppe Zamberletti, su proposta dell’Amministratore delegato Pietro Ciucci, ha completato l’iter di approvazione - avviato a metà giugno scorso - del progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina e dei 40 chilometri di raccordi a terra stradali e ferroviari. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli ha dichiarato nell’occasione: «L’approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina è un’altra tappa importante verso la realizzazione del manufatto, opera unica al mondo per le sue caratteristiche tecniche e infrastrutturali, che il governo considera una priorità e per la quale ha riavviato le attività che erano state bloccate dal precedente governo. Ringrazio la società Stretto di Messina, il presidente Giuseppe Zamberletti, l’amministratore Pietro Ciucci, la società che progetta e realizza l’opera e quanti altri al Ministero che dirigo hanno speso il loro impegno con passione e dedizione per arrivare a questo risultato. Il Ponte è un’opera strategica che migliorerà il

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sistema dei trasporti e che darà impulso all’economia non solo di Sicilia e Calabria ma dell’intero Paese proiettandolo nel contesto mediterraneo con più forza. Grazie ad essa sarà possibile, secondo stime caute ma molto attendibili, creare ricadute importanti per l’occupazione, circa 40.000 unità lavorative-anno, che nell’area è una delle problematiche più pesanti. Auspico ora che le procedure successive di autorizzazione si attuino con solerzia per dare l’avvio ai lavori del manufatto nei tempi prestabiliti». Progetto Tecnico

Le numerose relazioni presentate sugli oltre 8.000 elaborati progettuali hanno permesso al Consiglio di verificare l’avvenuta conferma di tutte le impostazioni tecniche del progetto preliminare redatto dalla Stretto di Messina ed approvato nel 2003 dal Cipe. «La conferma delle impostazioni di ordine tecnico – ha commentato Pietro Ciucci – rappresenta un grande risultato e testimonia l’elevato livello della progettazione preliminare svolta dalla Stretto di Messina». Il progetto definitivo redatto dal Con-

traente generale Eurolink recepisce interamente le prescrizioni formulate dal Cipe con la delibera di approvazione del progetto preliminare, comprende nuove opere richieste degli Enti locali che migliorano l’integrazione fra il ponte ed il territorio, nonché gli adeguamenti alle sopravvenute norme tecniche e le ottimizzazioni progettuali. Il Cda ha preso atto dell’esito della complessa istruttoria tecnica predisposta dalla Stretto di Messina per la verifica e la validazione del progetto definitivo. «Si tratta – ha sottolineato il direttore generale della Stretto di Messina Giuseppe Fiammenghi – di una attività mai realizzata prima in Italia nell’ambito della progettazione delle opere pubbliche che ha coinvolto oltre l’Area tecnica della Stretto di Messina, il Project Management Consultant (Pmc) – Parsons, il Soggetto Validatore - Rina Check S.r.l. organismo di controllo tecnico indipendente, il Comitato Scientifico e l’Expert Panel composti dai massimi esperti del settore». Le nuove opere finalizzate ad una migliore integrazione del ponte con il territorio comprendono: - una variante ferroviaria sul Versante

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Sicilia, che prevede lo spostamento della nuova Stazione di Messina da Maregrosso a Gazzi ed il conseguente allungamento, per circa 3 km in galleria, dei collegamenti ferroviari. Tale opera consente la riqualificazione delle aree attualmente occupate dagli impianti ferroviari per il recupero di una importante area frontemare messinese; - tre fermate ferroviarie in sotterraneo per realizzare un sistema metropolitano interregionale tra Messina e Reggio Calabria. Si tratta della metropolitana a servizio degli oltre 400.000 abitanti dell’area dello Stretto di Messina; - lo spostamento a monte del tracciato autostradale lato Sicilia in corrispondenza degli impianti sportivi della città Universitaria in località Annunziata. - la nuova Area Direzionale (lato Calabria) progettata dall’architetto Libeskind, un intervento architettonico che apre nuovi scenari di assoluto rilievo non

Infrastrutture e Mezzogiorno

Il progetto definitivo del Ponte sullo stretto di Messina

solo per l’area polifunzionale del centro direzionale del ponte, destinata ad ospitare strutture espositive, commerciali, congressuali ed alberghiere, ma anche per il lungo mare di Villa San Giovanni. Piano economico finanziario

«Escludendo le nuove opere – ha affermato Ciucci – il costo aggiornato del progetto risulta sostanzialmente invariato rispetto a quanto stimato nel progetto preliminare. L’investimento complessivo previsto nel piano economico finanziario viene aggiornato da 6,3 a 8,5 mi-

liardi. I maggiori costi sono da mettere in relazione alle varianti rese necessarie dalle sopravvenute norme tecniche, alle varianti che hanno arricchito il progetto come la realizzazione del sistema metropolitano per l’intera area dello Stretto, il recupero di ampie aree fronte-mare e la realizzazione di un’area direzionale che con il progetto Libeskind diverrà un punto d’incontro di culture e di religioni al centro del Mediterraneo. Il piano economico finanziario approvato oggi dal Consiglio di Amministrazione, che ne ha verificato l’analisi di fattibilità finanzia►

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ria, conferma l’obiettivo di minimizzare i contributi statali ed assicurare al contempo il più ampio coinvolgimento dei privati nel progetto. A questo riguardo è stato confermato lo schema di finanziamento del progetto che prevede di raccogliere sui mercati finanziari oltre 4 miliardi di euro, così come previsto nel piano 2009. Nell’ambito del piano economico finanziario saranno individuate le risorse necessarie per la copertura dei maggiori fabbisogni graduati secondo l’avanzamento del progetto. Il piano è all’esame di consulenti finanziari, legali e per le analisi del traffico che hanno già espresso una prima valutazione positiva su presupposti e metodi». Ambiente e Territorio

Nell’ambito della presentazione al Consiglio di Amministrazione del progetto definitivo, l’Amministratore delegato ha posto grande rilievo sui temi legati all’ambiente e al paesaggio. Per quanto concerne lo straordinario piano di monitoraggio ambientale predisposto dalla Società, Ciucci ha ricordato che interessa un’area di 78 km2, ovvero circa 20 volte superiore a quella interessata dai lavori e copre 1.600 km2 di area marina. Si sviluppa attraverso una rete di circa 2000 stazioni (centraline monitoraggio dell’aria, pozzi, monitoraggio acque, sonde inclinometriche per

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controllo geomorfologico del territorio, ecc.) dedicate al monitoraggio costante di 14 componenti ambientali i cui risultati sono già a disposizione delle competenti autorità ed enti. E’ stato inoltre illustrato l’aggiornamento dello Studio di Impatto Ambientale (SIA) condotto mettendo a confronto il progetto preliminare e il definitivo. Dal confronto è emerso un complessivo miglioramento ambientale sia sotto l’aspetto progettuale (opere d’arte, varianti planimetriche, cantierizzazione) che quello più propriamente gestionale operativo (tecniche e tecnologie costruttive, sistema di gestione ambientale, progetto di monitoraggio) le cui impostazioni sono state condivise con la firma di Accordi con i Comuni interessati. Altro importante risultato deriva dallo Studio di Incidenza che ha risolto le problematiche legate all’estensione delle Zone Protezione Speciale (ZPS) avvenuta sul versante siciliano e sul versante calabrese nel 2005, dunque successivamente al SIA elaborato nel 2002. Dalla verifica degli effetti indotti dalla realizzazione dell’opera sulle ZPS e Siti di Interesse Comunitario (SIC) risulta che le ottimizzazioni del progetto definitivo e le misure di mitigazione e compensazione previste escludono il verificarsi di effetti significativi su tali siti e garantiscono il mantenimento degli obiettivi

per la conservazione della biodiversità e tutela di habitat nonché specie animali e vegetali rari e a rischio, in linea con il sistema definito dall’Unione Europea “Rete Natura”. Prossime tappe

Per quanto concerne le prossime tappe Ciucci ha precisato che: «Nei prossimi giorni, la Società inoltrerà la documentazione ai fini dell’apertura della Conferenza dei Servizi, tra gli altri, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio ed a quello per i Beni e le attività culturali, nonché alle Regioni Siciliana e Calabria ed agli Enti locali interessati, avviando così la procedura prevista dalla Legge Obiettivo che si concluderà con l’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipe». L’attuale timing per la realizzazione dell’opera prevede i seguenti passaggi: - dicembre 2011 completamento lavori dell’opera propedeutica ferroviaria a Cannitello; - febbraio 2012 approvazione del Cipe e contestuale avvio gara per il reperimento dei finanziamenti; - progettazione esecutiva e apertura dei cantieri principali a partire dalla metà del 2012; - completamento dei lavori a fine 2018. •

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Dati tecnici sul progetto Il progetto tecnico • 3.300 metri lunghezza della campata centrale • 3.666 metri lunghezza complessiva con campate laterali • 60,4 metri larghezza dell’impalcato • 399 metri altezza delle torri • 2 coppie di cavi per il sistema di sospensione • 5.320 metri lunghezza complessiva dei cavi • 1,26 metri diametro dei cavi di sospensione • 44.323 fili d’acciaio per ogni cavo di sospensione • 70/65 metri di altezza di canale navigabile centrale per il transito di grandi navi • 533.000 metri3 volume blocchi d’ancoraggio; impatto visivo minimo con solo il 17% costruito fuori terra La portata stradale e ferroviaria • 6 corsie stradali, 3 per ciascun senso di marcia (veloce, normale, emergenza) • 2 corsie stradali di servizio • 2 binari • 6.000 veicoli/ora • 200 treni/giorno Riduzione dei tempi di percorrenza • 1-1,5 ora per gli automezzi • 2 ore per i treni Tariffe Per i veicoli stradali (moto, autovetture, autocarri, autobus) le tariffe fissate sono in linea con quelle praticate attualmente dai servizi di traghettamento attraverso lo Stretto di Messina. E’ stata inoltre prevista l’applicazione di agevolazioni a favore del traffico stradale locale. Diversamente da quanto normalmente applicato per progetti con analoghe caratteristiche, le tariffe previste non considerano maggiorazioni a fronte dei benefici per gli utenti in termini di miglior livello di servizio e di minor tempo di attraversamento (circa un’ora) consentiti dalla realizzazione dell’Opera. Tariffa media per singolo attraversamento Tipo veicolo Tariffa (€) Moto 7,80 Autovetture locali 16,20 Autovetture lunga percorrenza 32,00 Autobus locali 30,00 Autobus lunga percorrenza 164,00 Autocarri locali 85,00 Autocarri lunga percorrenza 110,50

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A tu per tu con le aziende calabresi del settore agroalimentare

Pizza e Pane surgelati: in visita alla Target Spa di Catanzaro Particolare attenzione anche al consumo delle specialità tradizionali calabresi. Un modo intelligente per commercializzare prodotti di qualità e per generare economia nel territorio di riferimento

C

alabria Economia, facendo fede peraltro alla mission editoriale della testata, ha presentato spesso aziende agroalimentari che operano a livello regionale e che hanno anche avuto la capacità, con molta intraprendenza e spirito di sacrificio, di allargare i propri orizzonti al di là del Pollino o dello Stretto. L’attenzione che abbiamo costantemente rivolto ai settori enogastronomico ed agroalimentare è dovuta al ruolo strategico che gli stessi hanno per una Calabria che, storicamente, è rimasta ai margini dei grandi processi di industrializzazione. In effetti, oggigiorno, tenuta presente l’enorme attenzione che l’intero pianeta rivolge al Made in Italy e alla Dieta Mediterranea, l’aver ereditato da culture ultramillenarie un patrimonio di eccellenze ampio e variegato, co-

stituisce un’ottima base di partenza per generare sviluppo e occupazione sana. In questo numero del magazine presentiamo l’attività della Target Spa, una realtà produttiva che ha sede alle porte di Catanzaro e che rappresenta un punto di riferimento, in Calabria, per la produzione di pizze e pane surgelati. Un moderno impianto, dotato di macchinari all’avanguardia, nato nel 2005 e che si sviluppa su un’area di circa seimila metri quadrati, di cui 2.500 coperti che sono destinati sia alla produzione sia agli uffici amministrativi e commerciali. Sin dai suoi esordi la Target Spa ha voluto seguire un percorso di qualità, mettendo a punto un sistema di produzione che segue processi di panificazione tradizionali e artigianali, e che utilizza la tecnologia del freddo solo per la conservazione del prodotto. Si dà vita a vari tipi di pane destinati per buona parte alla grande distribuzione e quindi ai grandi centri commerciali e supermercati che sono in grado di soddisfare le più diverse esigenze dei consumatori. La capacità produttiva di questo grande panificio è di 100 quintali al giorno di prodotto finito che viene distribuito nei

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migliori punti vendita di Calabria, Sicilia, Campania e Lazio. Ma la Target Spa ha un’altra importante caratteristica, legata a un concetto che spesso abbiamo valorizzato nei nostri articoli: l’attenzione alle specialità locali e tipiche. Negli ultimi due anni, infatti, l’azienda si è dedicata attivamente alla realizzazione di una pizza surgelata che sapesse racchiudere in sé la duplice essenza dell’innovazione e della tradizione: la linea “Pizza Calabrisella”. Siamo di fronte, ovviamente, ad un prodotto di larghissimo consumo, sinonimo di italianità, diffusissimo sia nella ristorazione sia a livello casalingo. La Pizza Calabrisella, con una intensa connotazione di artigianalità, si identifica fortemente con il proprio territorio attraverso la valorizzazione di specialità calabresi d’eccellenza, alcune delle quali anche Dop o Igp, quali la Salsiccia di Calabria a Dop e la Cipolla Rossa di Tropea. Al di là degli aspetti culturali di questa scelta, che sono senz’altro da apprezzare perché rispondono alla primaria esigenza di valorizzare e promuovere il territorio in cui si opera, la decisione di lanciare la linea Pizza Ca-

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A tu per tu con le aziende calabresi del settore agroalimentare

labrisella è importante anche al fine di generare economia in ambito locale, perché si mette in moto il meccanismo della filiera produttiva. Un’amplificazione generalizzata di questa mentalità imprenditoriale potrebbe contribuire in modo decisivo alla crescita economica di una Calabria che ancora, purtroppo, presenta diverse emergenze, prima tra tutte quella occupazionale. Né è da trascurare un aspetto non secondario relativo alla presentazione di un prodotto buono e di facile uso, in quanto basta scongelarlo per qualche minuto in un qualsivoglia forno elettrico. Si risponde, così facendo, e senza nulla togliere ovviamente alla ritualità della pizza consumata nei locali ad hoc, che conserva integro il proprio ruolo e fascino, anche alle esigenze ed alle abitudini di un pubblico pienamente inserito nei ritmi della vita moderna. Le informazioni utilizzate per questo articolo sono state tratte da una chiacchierata con il responsabile della Target Spa, l’imprenditore catanzarese Antonio Serratore, che ci ha accompagnati in una piacevole visita all’interno dell’azienda. • (P.A.)

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Legalità, infrastrutture e investimenti al Sud, un convegno con Maroni Interessante confronto a Reggio. Una tavola rotonda molto qualificata. A tu per tu con Francesco Cava, presidente di Ance Calabria: l'handicap delle infrastrutture deve essere affrontato

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«

L

Rita Macrì

egalità, infrastrutture e investimenti al Meridione d’Italia. Rischi ed opportunità”. E’ stato questo il tema al centro del dibattito che si è svolto a Castello di Altafiumara–Scilla (RC) al quale ha preso parte il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Sono intervenuti alla tavola rotonda tra gli altri: Giuseppe Scopelliti, presidente Giunta regione Calabria; Giacomo Mancini, Assessore con delega Bilancio e Programmazione - Regione Calabria; Leopoldo Conforti, codirettore generale Anas Calabria; Mario Cortesi, responsabile Italia Divisione Mercato dei Capitali e Finanza Strutturata Societe Generale Corporate & Investment Banking; Giuseppe Pignatone, procuratore Capo - Procura della

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Repubblica - Reggio Calabria; Michele Prestipino Giarritta, Procuratore della Repubblica Aggiunto - Reggio Calabria; Domenico Aiello, Foro di Milano - esperto diritto Penale dell’Economia; Francesco Cava, presidente Ance Calabria. A margine dell’incontro il presidente degli industriali è stato disponibile a rispondere alle nostre domande. Presidente Cava negli ultimi venti anni tutte le Istituzioni internazionali di primo livello (Banca Mondiale, Ocse, Commissione europea) hanno evidenziato la stretta relazione che sussiste tra infrastrutture, competitività e crescita economica… Cosa ne pensa?

«Le infrastrutture, da tutte le Organizzazioni, sono considerate una ‘precondizione’ per lo sviluppo economico di un Paese o di una regione. Già nel 1994 la Banca Mondiale evidenziava come, all'aumentare del reddito, le infrastrutture devono adattarsi alle nuove esigenze

produttive del Paese, come ad esempio quelle per la produzione di energia elettrica, i trasporti e le telecomunicazioni». Quanto spende l’Italia in investimenti infrastrutturali?

«I dati dimostrano che l’Italia, nonostante abbia una delle incidenze della spesa pubblica sul PIL più elevate d’Europa, destina agli investimenti una parte

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modesta della spesa. Tale fattore influenza in modo negativo le prospettive di sviluppo economico del Paese. Infatti, le infrastrutture italiane ed in particolare quelle meridionali non sembrano essere in grado di soddisfare in modo adeguato le esigenze espresse dai vari settori economici, dai cittadini e dai flussi turistici. I numeri appena forniti dalla Banca d’Italia indicano che “l’incidenza della spesa per infrastrutture delle amministrazioni pubbliche sul PIL è scesa del 2,1% nel 2010 e la stima per il 2012 è ancora in calo dell’1,6%”. Complessivamente, fra il 2009 ed il 2011, gli investimenti dello Stato in infrastrutture, anche secondo le stime del nostro Centro Studi, sono calati del 33%. Alcuni specifici dati della Legge Obiettivo ci danno un quadro ancora più chiaro sull’attuale

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situazione. L’avanzamento delle opere per le infrastrutture di trasporto (che costituiscono il 95%della spesa complessiva) segna il passo: il 21,1% delle opere è stato realizzato (pari all’8,6% dei costi complessivi); l’11,1% è in cantiere o in gara (pari al 9,8% della spesa); il 16,9% delle opere ha superato la fase di progettazione definitiva; il 50,9% delle opere è ancora fermo alla progettazione preliminare o allo studio di fattibilità. La stessa ripartizione territoriale di queste opere evidenzia un altro dato: la priorità data al Nord le cui 74 opere rappresentano il 48,5% contro le 60 opere localizzate al Sud che corrispondono al 36,1% dei costi totali. Una differenza sensibile soprattutto in considerazione del livello infrastrutturale di partenza tra le due aree del Paese. Il capitolo più dolente è

Francesco Cava:

«Le infrastrutture

italiane ed in particolare quelle meridionali non sembrano essere in grado di soddisfare in modo adeguato le esigenze espresse dai vari settori economici, dai cittadini e dai flussi turistici» però quello dei fondi a disposizione. La spesa è calata tra il 25% ed il 32% fra il 2004 ed il 2011. Nel solo 2008 il calo è stato dell’8% che ha seguito il – 7% dell’anno precedente. Mancano perciò i soldi ai comuni che sono anche vincolati ►

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dal “Patto di stabilità” oltre che i trasferimenti pubblici all’ANAS che si sono pressoché azzerati. E’ utile sottolineare che ogni miliardo investito in opere infrastrutturali vale 25 mila posti di lavoro. Il Piano da 3,5 miliardi per le piccole opere varato dal CIPE, sulla falsariga dei maxi investimenti avviati con successo in Francia e Spagna, avanza a scartamento ridotto e solo con la metà dei fondi assegnati. I soldi, insomma, arrivano con il contagocce. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: i lavori, ad esempio, sull’A/3 partiti nel 1997 ad oggi registrano il completamento solo del 47% dell’opera. Complessivamente, come ha rilevato lo stesso Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, le nostre infrastrutture sono anche più care e più lunghe da costruire rispetto al resto dei Paesi Europei. Un progetto italiano va in porto nel doppio del tempo impiegato da qualunque altro Paese europeo e, mediamente, con un costo rialzato del 40% rispetto alle stime iniziali». La rete autostradale che in Italia, all’ini-

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zio degli anni ’70, era tra le più moderne e sviluppate d’Europa, risulta oggi tra le meno estese. Come intervenire?

«Nel 2006 le autostrade italiane misuravano complessivamente 6.554 km, ovvero circa la metà rispetto alla Germania (12.531 km) e alla Spagna (12.073 km). Secondo i dati Eurostat, dal 1970 al 2006 la rete autostradale in Spagna è 31 volte la dotazione iniziale, in Francia 7 e in Germania poco più di 2. In Italia, invece, la rete autostradale, risulta essere pari a poco più di una volta e mezza la dotazione iniziale. In Calabria, ad esempio - pur a fronte di un investimento di circa 5 miliardi di euro per i 33 lavori in corso (di cui 17 per nuove costruzioni) - la parola fine all’ammodernamento dell’A/3 sembra non poter mai essere scritta… ed i risultati sulla mobilità (merci/persone) oltre che per la sicurezza degli utenti è sotto gli occhi di tutti. Una situazione confermata dalla stessa relazione della Banca d’Italia sull’economia regionale che, pur segnalando un incremento dei lavori in corso sull’A/3 salita al 34%

della lunghezza totale (+ 10% rispetto al 2009) evidenzia, anche, la bassa percentuale di lavori completati. L’esigenza, non più rimandabile, di adeguare il sistema infrastrutturale alle nuove esigenze della società e dell’economia, impone un deciso sforzo per reperire le risorse e per concludere le opere! Uno sforzo che non potrà esentare anche la componente privata, che dovrà essere coinvolta in iniziative di partenariato pubblico-privato per la realizzazione degli investimenti. Significativa, negli ultimi 2 anni, è la quota che i privati hanno investito in infrastrutture (13,4 miliardi) tramite il project financing. Ma una cosa è certa. Anche prescindendo dalla natura, pubblica o privata, delle risorse che si renderanno disponibili per realizzare le moltissime infrastrutture necessarie, piccole e grandi, occorrerà garantire un utilizzo concreto e trasparente di tali fondi. In altre parole, dovremo far sì che i

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finanziamenti siano utilizzati al meglio per opere necessarie, con costi e tempi certi e, allo stesso tempo, dovremo evitare che le risorse finiscano per finanziare la criminalità organizzata». Quali i principali ostacoli che ogni giorno gli imprenditori devono affrontare? Esiste una relazione tra criminalità ed economia?

«Purtroppo, quello che dovrebbe essere scontato, nella nostra esperienza non lo è. Viviamo e lavoriamo ostacolati da un sistema di norme confuso e spesso contraddittorio, di difficile lettura, che si presta a interpretazioni diverse a seconda delle amministrazioni coinvolte. Quello che appare però evidente è che i comportamenti dei singoli non possono produrre qualità se le regole stesse non sono di qualità. La distorsione più evidente della certezza delle regole è testimoniata dai ritardati pagamenti delle opere pubbliche da parte delle Amministrazioni alle imprese esecutrici. Fattore questo che mette in grande crisi tutto il sistema delle imprese di costruzioni, già in grande

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difficoltà come testimoniato dai dati del primo trimestre del 2011 della cassa integrazione aumentata del 14%. Come Ance siamo convinti che un mercato prospera e cresce solo nel rispetto di un sistema di regole chiaro e condiviso. Così come siamo consapevoli che i fenomeni corruttivi abbiano l’effetto diretto di comprimere le energie imprenditoriali che sono alla base dello sviluppo. Ma la corruzione, è bene dirlo, è anche figlia del processo autorizzativo e dei suoi eccessi. In taluni casi le autorizzazioni sono strumento per perpetuare l’egemonia di un sistema pubblico fatto di cattiva amministrazione. Basti pensare che l’iter per la realizzazione di una grande opera infrastrutturale necessita, in media, di 26 firme da 11 Enti diversi. Un vero e proprio percorso ad ostacoli! Eliminare, perciò, gli eccessi del sistema

autorizzativo intensificando i controlli a posteriori sull’efficacia, l’efficienza e la qualità delle opere è l’unico modo per incidere sulle vere cause della corruzione. E non va sottovalutato il grido d’allarme lanciato dal Procuratore Generale della Corte dei Conti quando, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, ha parlato di “assuefazione ad una vera e propria cultura della corruzione”. Di fronte a tale scenario va certamente sottolineato lo sforzo del Governo nell’aver proposto uno specifico disegno di legge che, però, dopo essere stato approvato dal Consiglio dei Ministri, il 10 marzo 2010, ha subito uno stop di oltre 15 mesi! Solo da pochi giorni il Senato ►

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riprendendo l’analisi del provvedimento lo ha approvato con una sostanziale modifica dell’art. 5 – che accogliamo con favore – e che definisce al meglio le attività d’impresa particolarmente a rischio. Uno sforzo che il Governo ha mostrato anche sul tema del contrasto alla infiltrazione delle organizzazioni malavitose nell’economia. E’ questa, infatti, l’altra grande minaccia alla legalità. Il settore delle costruzioni si presta, per sua natura, ad essere facilmente infiltrato dalle organizzazioni criminali, interessate sia agli aspetti finanziari degli investimenti, sia a quello che producono sul territorio in termini di attività economica indotta. Sotto il primo profilo, gli investimenti in costruzioni possono rappresentare un interessante obiettivo per gli ingenti capitali finanziari messi in moto dalle cosche criminali. In merito al secondo aspetto, quello delle relazioni economiche che ogni cantiere attiva sul territorio, l’interesse delle organizzazioni criminali si è sempre concentrato in quelle attività strutturalmente radicate sul territorio stesso, in grado di intercettare qualsiasi intervento, pubblico e privato, nelle specifiche zone di influenza, sia al Nord che al Sud. E’ anche in questo modo che viene attuato il controllo capillare del territorio

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con l’esercizio di specifiche attività economiche che caratterizza l’attività mafiosa, che lo stesso Ministro dell’Interno ha provveduto a identificare con la propria direttiva del 23 giugno 2010, tra i quali ricordo: l’esercizio di attività di cava; i noli a caldo; le forniture di calcestruzzo; la fornitura di bitume; lo smaltimento di rifiuti; i movimenti di terra verso terzi; le discariche. A questi settori, quindi, dovrebbe essere riservato l’unico strumento in grado di ostacolare l’attività della criminalità nell’economia, ovvero gli elenchi di imprese per le quali sia certificata l’esclusione del tentativo di infiltrazione mafiosa, White list, quindi, redatte ed aggiornate dalle Prefetture, dalle quali i costruttori possono attingere in sicurezza per le loro forniture. Ad oggi, i provvedimenti di legge nei quali questo strumento è previsto (ricostruzione Abruzzo, Expo 2015 e Piano carceri), non essendo l’iscrizione in tali elenchi obbligatoria, sono sostanzialmente inefficaci. Nel recente Decreto Sviluppo (DL 70/2011, attualmente in sede di conversione in Parlamento) è stato fatto un significativo passo avanti, con l’estensione delle white list a tutti gli appalti pubblici e su tutto il territorio italiano. Tuttavia la formulazione normativa rischia di risultare inefficace se l’iscrizione nelle liste per l’esercizio delle relativa attività non dovesse risultare obbligatoria. Auspichiamo che nella conversione definitiva del Decreto “sviluppo”, già approvato alla Camera, e del Disegno di legge “an-

ticorruzione”, si giunga ad una uniformità delle rispettive conclusioni, nel senso di circoscrivere gli elenchi alle attività più a rischio e rendendo obbligatoria l’iscrizione per chi in quei settori opera. Solo così sarà possibile “bonificare” una parte consistente del mercato e garantire le condizioni di base per un rapporto sano tra imprese e pubblica amministrazione». Quale deve essere il ruolo delle associazioni di categoria?

«Accanto alle evidenti esigenze di iniziativa pubblica nel campo delle infrastrutture e della legalità, è necessario anche un nuovo e più incisivo ruolo delle Associazioni di categoria. Per questo motivo, sollecitati anche dalle pregevoli iniziative delle Procure e delle Forze dell’ordine e delle brillanti operazioni degli ultimi tempi, l’Ance in Calabria ha avviato, già da qualche mese, un percorso molto forte di affiancamento a queste attività giudiziarie con una serie di iniziative volte a riportare maggiore trasparenza nell’esecuzione degli appalti pubblici. Attività interne rivolte alla sensibilizzazione dei propri associati con l’introduzione di nuove e più pregnanti regole di vita associativa (codice etico). Attività di rilevanza esterna e di sinergia con gli Enti ed Istituzioni preposte al contrasto alla criminalità attraverso la sottoscrizione di specifici protocolli con le Prefetture calabresi, i Sindacati ed Italcementi per la trasparenza delle attività nei più importanti cantieri attivi in regione e con la Stazione Unica Appaltante regionale relativamente alle opere pubbliche ed a tutti gli elementi ad esse connessi (dalla sicurezza nei cantieri alle procedure di gara, dall’offerta del massimo ribasso al prezzario regionale). Solo attraverso una stretta sinergia fra i vari attori dello sviluppo sarà possibile incidere positivamente sulla legalità prospettando un futuro meno complesso di quanto non sia quello attuale». •

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attualità

La crescita delle aziende

Unioncamere Calabria: a Lamezia un seminario su “Marchio & design”

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i è svolto alla fine dello scorso mese di giugno, presso la sede di Unioncamere Calabria a Lamezia Terme (Cz), il seminario dal titolo “Marchio & Design: quali strade per la loro protezione” promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico, Dipartimento per l’Impresa e l’Internazionalizzazione, Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione, Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, in stretta collaborazione con l'UAMI (Ufficio di Armonizzazione per il Mercato Interno), il Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza ed Unioncamere Calabria, Desk Enterprise Europe Network. «Il seminario ha inteso offrire una panoramica generale sulle modalità di registrazione dei marchi e dei disegni in ambito comunitario e nazionale – ha detto Giuseppe Gaglioti, Presidente di Unioncamere Calabria – perché siamo certi che la competitività delle nostre imprese debba necessariamente passare attraverso l’innovazione e il trasferimento tecnologico». «Innovare per superare la crisi e tutelare, attraverso la registrazione di marchi e disegni, i prodotti calabresi dal rischio di contraffazione sui mercati esteri – ha continuato Gaglioti – è il nostro obiettivo. La tutela è lo strumento utile per la valorizzazione del patrimonio produttivo e la conoscenza delle normative nazionali e comunitarie sono

guida necessaria per orientarsi con disinvoltura nei processi di registrazione». «Ringrazio il Ministero dello Sviluppo Economico, l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, l'UAMI e il Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza – ha concluso Gaglioti – per aver individuato nella collaborazione con la nostra Unioncamere il partner privilegiato per inaugurare il ciclo dei dieci seminari che a livello nazionale animeranno il dibattito tecnico sulle interessanti ed attuali tematiche affrontate oggi». Ai lavori del seminario, introdotti

dal Presidente di Unioncamere Calabria, Gaglioti, e coordinati dal Segretario Generale Donatella Romeo, hanno partecipato: Valentina Morelli, Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza; Emanuele Monteleone, avvocato, consulente in Proprietà Industriale (Lexico Srl) e Professore presso l’Università degli Studi di Perugia; Edoardo Fano, consulente in Proprietà Industriale e Arbitro in vertenze su nomi di dominio; Maurizio Borghese, avvocato presso lo Studio Legale Borghese di Napoli e Roma. ●

Giuseppe Gaglioti

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Agricoltura, sviluppo, territorio

Il Ministro Romano a Fattorie Aperte 2011 in Sila: soddisfazione di Mauro D’Acri, presidente Cia Calabria «

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a presenza del Ministro delle politiche agricole Francesco Saverio Romano alla nostra iniziativa è per la Cia motivo di orgoglio e soddisfazione. Quanto ha sostenuto il Ministro nel suo intervento aumenta la nostra fiducia per un futuro meno confuso del primo comparto del Mezzogiorno». E’ quanto ha dichiarato il Presidente regionale Cia, Mauro D’Acri, gran cerimoniere, nei primi giorni di luglio, di Fattorie Aperte in Sila, manifestazione giunta alla sua sesta edizione. «Anche i dati comunicati recentemente, sullo stato generale dell’economia calabrese, circa il valore aggiunto che ha innestato l’agricoltura, devono spingerci a credere – ha aggiunto il presidente D’Acri – che è possibile uscire dalla crisi, e rilanciare anche in termini di nuova occupazione le aree rurali della Calabria. Se c’è un comparto che può dare nuova linfa alle giovani generazioni, questo è proprio quello dell’agricoltura: produzioni di qualità, enogastronomia, agriturismo, riassetto idrogeologico, nuove fonti energetiche sono la chiave per rimanere in Europa. Il Sud ha tutto da guadagnarci, e con esso l’intero Paese. Ma il Governo deve avere una sua originale politica agricola nazionale, e le parole del Ministro Romano ci fanno ben sperare». Dal canto suo, il Ministro, raccogliendo la sfida lanciata dalla Cia con i massimi vertici nazionali dell’organizzazione presenti all’iniziativa, a comincia-

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Il presidente di Cia Calabria, Mauro D’Acri, assieme al ministro dell’Agricoltura, Francesco Saverio Romano

re dal suo “generale” Giuseppe Politi. ha affermato: «L’agricoltura ha grandi potenzialità ma anche grandi responsabilità: la si invoca giustamente per un problema globale di sicurezza alimentare, la si invoca per produrre nuove forme di energia, la si invoca perché è un settore capace di assorbire manodopera e creare occupazione. Questo vuol dire che sull’agricoltura bisogna scommettere e che il comparto può legittimamente assumersi l’impegno di contribuire a risollevare il Paese facendolo uscire dalla crisi. Il Governo – ha aggiunto il Ministro – è vicino alle fragilità delle nostre aziende agricole: 980mila sono le imprese del comparto in stato di crisi ed insolvenza, di cui 700mila nel Mezzogiorno;

per questo abbiamo fatto una norma che consente loro di sdebitarsi attraverso una procedura concorsuale e questo consentirà anche di attingere ai contributi dei fondi Pac che spesso vengono negati per lo stato di insolvenza». Lo strumento consiste nell’usufruire delle norme vigenti in materia di assistenza alle imprese, permettendo agli imprenditori agricoli in stato di crisi o di insolvenza, finora esclusi, di poter accedere agli accordi di ristrutturazione dei debiti e alla transazione. Il Ministro ha poi voluto ringraziare D’Acri per l’iniziativa: «E’ di straordinaria importanza aprire le fattorie alla gente, perché è un modo concreto di far conoscere il mondo dell’agricoltura». ●

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Nomine e incarichi

Arpacal, insediato il nuovo Cda. E’ Marisa Fagà il presidente Una nuova stagione per l'agenzia tecnica che in Calabria sorveglia e tutela le risorse ambientali. Parola d'ordine: produttività. Presente anche il presidente Talarico La conferenza stampa presso la sede Arpacal a Catanzaro. Al centro la neo Presidente del Cda, Marisa Fagà

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uesta Agenzia è ricca di professionalità ma va meglio organizzata, ed il nuovo Consiglio d’Amministrazione si è posto l’obiettivo di rendere l’Arpacal un ente produttivo, per essere il fiore all’occhiello della Calabria». E’ quanto dichiarato nelle scorse settimane dalla professoressa Marisa Fagà, presidente del Consiglio d’Amministrazione dell’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria (Arpacal), nel corso della conferenza stampa che si è tenuta a Catanzaro, nella sede centrale dell’ente, alla presenza del Presidente del Consiglio regionale della Calabria, On.le Francesco Talarico. «Vorrei ringraziare il presidente Talarico – ha detto Fagà – perché nell’individuare questo consiglio d’amministrazione, ha anticipato quanto il

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Parlamento ha legiferato proprio in questi giorni, dando lo spazio che merita il mondo femminile calabrese in ruoli di grande responsabilità; questo dimostra che il vento sta cambiando». «Lo slogan che coniamo per questa nuova avventura – ha continuato il neo Presidente del CdA Arpacal – è “diamoci una mano”, perché riteniamo che tutti gli enti competenti debbano contribuire a preservare l’ambiente. Anche perché, per missione morale ma anche per compito istituzionale, noi siamo chiamati a difendere il creato, al punto tale che, secondo me, chi fa violenza ambientale è peggiore dei malavitosi della mafia o della ndrangheta». «Dal momento del nostro insediamento – ha proseguito Fagà – abbiamo constatato il buon lavoro svolto dal Commissario Santagati che ci ha fatto trovare una realtà in cammino

sulla strada giusta. Il nostro metodo di lavoro sarà improntato sulla concertazione e condivisione, rinforzando quel concetto di lavoro a rete che coinvolgerà, attraverso un coordinamento, sia gli assessorati all’ambiente degli enti locali calabresi, e sia le associazioni ambientaliste operanti sul territorio. Il metodo che noi vogliamo realizzare con gli Enti locali è quello di fornire loro servizi che, rispetto al passato, siano remunerati. Abbiamo riscontrato, infatti, che questa struttura non sempre ha richiesto il pagamento per i servizi che ha erogato e, siccome siamo in un periodo di comuni ristrettezze economiche, è il caso che ciascuno sia chiamato a dare il suo contributo per evitare sofferenze». «Molte cose cambieranno – ha proseguito Fagà – cercheremo un dialogo con i Sindacati, premiando meritocrazia

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attualità e non l’appartenenza politica. Come CdA non consentiremo a nessuno che prevalga l’appartenenza, ma la produttività». Tra gli interventi immediati, ha esemplificato il Presidente del CdA Arpacal, «interverremo subito per garantire la giusta presenza Arpacal nella realtà del crotonese, dove c’è emergenza, ma al momento con poche unità di lavoro». «Occorre aumentare la sinergia con le Capitanerie di Porto – ha aggiunto il consigliere d’amministrazione dr. Mario Russo – attivando task-force per il controllo dei depuratori. Come CdA stiamo lavorando ad un progetto di legge che possa ampliare le attività di controllo sui camion autospurgo imponendo loro un sistema di telecontrollo. Tutto ciò per salvaguardare la costa ed il patrimonio marino. E lo faremo anche utilizzando le risorse comunitarie». «E’ certamente un segnale di cambio generazionale – ha aggiunto il consigliere d’amministrazione Dr.ssa Ida Cozza – e la nostra grande battaglia sarà quella di sradicare il concetto di emergenza ambientale, per troppo tempo sedimentato nella cultura del nostro territorio». «E’ un momento felice per l’Arpacal – ha aggiunto il commissario dr.ssa Sabrina Santagati – perché il commissariamento è finito e stiamo giungendo alla stabilizzazione di questo Ente, per renderlo allo stesso livello di tutte le Arpa italiane. E’ un’agenzia tecnica dalle grandi professionalità, ed il commissariamento è servito per migliorare l’organizzazione dell’ente; basti ricordare che nel luglio scorso si parlava di scioglimento dell’Agenzia, mentre ora possiamo dire che quei problemi sono risolti». «Abbiamo lavorato – ha proseguito Santagati – per ripianare la situazione finanziaria e rendere più operativa l’Agenzia. Abbiamo fatto scelte difficili, come quella di non rinnovare i

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Nomine e incarichi

contratti per settanta unità di lavoratori somministrati, ma le norme che impongono tagli alle spese ci hanno costretto a questa difficile scelta che ha creato non pochi contraccolpi nei servizi tecnici dell’Agenzia. Per questo ho chiesto che i dipartimenti rendessero prioritario soprattutto l’intervento sul territorio ed i compiti istituzionali. Tra le criticità che ho trovato, ho riscontrato laboratori che non avevano ancora attivato procedure di accreditamento, e proprio verso questa direzione ci siamo prodigati per raggiungerla in tempi ristretti». «L’Arpacal è un’agenzia importante e fondamentale per il futuro della Calabria, alla quale affidiamo la tutela dell’ambiente, nella consapevolezza che da ciò deriva la conseguente valorizzazione delle bellezze paesaggistiche e naturali della nostra regione». Lo ha dichiarato, a conclusione della conferenza stampa, il Presidente del Consiglio regionale della Calabria, On. le Francesco Talarico. «Difesa dell’ambiente, significa rispetto del territorio, ma anche prevenzione e controllo, tutti presupposti essenziali per uno sviluppo armonico e previdente dei nostri luoghi naturali e storici, che tenga conto dell’esigenza di tutelare la bellezza e la qualità ambien-

tale delle nostre campagne, delle nostre montagne e delle nostre coste. Sostenere lo sviluppo territoriale, difendendolo dalle aggressioni – ha detto Talarico – significa avere lo sguardo attento su un tema delicato come quello dell’ambiente, che ha delle naturali implicazioni sul sistema urbano e sociale. La Calabria ha nel suo patrimonio naturale la sua ricchezza più grande, il suo tesoro più spendibile e nel futuro sviluppo e territorio dovranno avere legami indissolubili e imprescindibili per una corretta espansione e per il miglioramento qualitativo del nostro ambiente». «Bisogna rendere produttivo questo Ente – ha concluso il presidente Talarico – perché sinora l’Arpacal si è contraddistinta, negli anni passati, per altre attività che non erano quelle esclusivamente istituzionali. Per quanto ci riguarda, punteremo molto sulle competenze dell’Arpacal e tutte le proposte che vorrete presentare al Consiglio regionale troveranno il giusto spazio e la più opportuna attenzione. Per quanto riguarda il Bilancio Arpacal, infine, penso che per le voci delle entrate si debba fare molto di più, perché per tutte le competenze che possiede questo Ente non si può rimanere ancorati solo ai vecchi stanziamenti». •

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Questione meridionale

Reti d’impresa, di filiera, di prodotto, mercato e ricerca per far ripartire l’economia del Mezzogiorno d’Italia

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eti d’impresa, di filiera, di prodotto, mercato e ricerca possono rappresentare una risposta vincente ai deficit di competitività aziendale del Mezzogiorno. In questo contesto l’agricoltura e l’agroindustria, i comparti del Made in Italy di alto contenuto creativo e qualitativo, il turismo e la cultura nonché le grandi potenzialità logistiche rappresentano i settori su cui puntare. Così Antonio Corvino, direttore dell'Osservatorio Banche Impresa, che ha aperto nelle scorse settimane a Sorrento la due giorni sul tema “Mezzogiorni d'Europa. Il caso Italia. Nodi gordiani e soluzioni alessandrine”. «La strada è ancora lunga se si considera che ad oggi solo l' 8,6% delle imprese meridionali accede alle reti, e tuttavia le prospettive non mancano se si pensa che oltre il 30% delle imprese meridionali ha in programma di avviare progetti di aggregazione e di rete – ha spiegato Corvino –. Purtroppo però il 90% delle

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imprese non conosce le leggi che hanno istituito il contratto di rete: la 99/2009 e la 122/2010. Inoltre il contratto di rete sconta l’assenza di normative premianti sul piano fiscale e degli incentivi, anche se un primo passo è stato fatto con la detassazione temporanea degli utili di impresa fino ad 1 milione di euro, se questi vengono reinvestiti per finanziare gli investimenti di imprese raggruppate in rete». Un altro aspetto fondamentale, è stato evidenziato, è sviluppare la capacità del sistema nel suo complesso di costruire un progetto di medio-lungo termine che proietti il Mezzogiorno quale autentica piattaforma logistico infrastrutturale nel Mediterraneo a servizio dei traffici provenienti dall’Estremo Oriente, sfruttando al meglio la sua favorevole collocazione geografica. Per Don Gaspar Zarrías, segretario di Stato per la Cooperazione territoriale del ministero della Politica Territoriale e della Pubblica amministrazione del governo spagnolo, altro nodo da affrontare è quello dalla decentralizzazione. «Quello spagnolo può essere un modello – ha spiegato – dal momento che l'autonomia di Regioni e Comuni, in materie come sanità e istruzione, conduce ad enormi benefici per una intera nazione».

Zarrìas ha poi sottolineato come la sfida dei Mezzogiorni d'Europa sia il rafforzamento delle relazioni tra i Paesi del Mediterraneo e lo sviluppo dell'area del Nord Africa, area chiave per tutto il Mediterraneo. Dagli interventi di Sorrento è emerso come la questione meridionale continui a essere dibattuta in Italia e percepita in Europa come un problema determinato dalla specificità del processo storico e politico italiano. Il problema del sottosviluppo, hanno evidenziato i relatori, non è specifico dell’Italia, ma di tutti quei Paesi che hanno sperimentato processi caratterizzati dalla mancata integrazione di parti del Paese al mercato nazionale, europeo e mondiale. Tali condizioni bloccano le potenzialità di questi territori, accrescendone la marginalità. L’esistenza in Europa di tre “Mezzogiorni” (Sud Italia, Polonia Orientale e Germania dell’Est) si accompagna alla presenza a macchia di leopardo in molteplici aree della Spagna e della Francia, ma anche in interi stati nazionali come la Grecia, l’Irlanda e lo stesso Portogallo. Ridefinire i rapporti con l’Europa ed il Mediterraneo è, pertanto, un passaggio obbligato per favorire il decollo dell’economia anche e soprattutto per il Sud d’Italia. Ad aprire la prima giornata di lavori i saluti del sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo; del vice prefetto di Napoli, Giovanni Lucchese; del vice presidente della Provincia di Napoli, Gennaro Ferrara; del consigliere dell'Obi, Gaetano Mastellone; e del presidente dell'Obi, Michele Matarrese, che ha reso noti il contenuto della lettera inviata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. All'evento, il capo dello Stato ha anche conferito una propria medaglia di rappresentanza: si tratta di una speciale opera in fusione di bronzo, di 80 millimetri di diametro, coniata per l'occasione dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. •

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Una via per lo sviluppo

Francesco Cava (Confindustria) al meeting Mezzogiorni d'Europa Criticità della Calabria L’immagine (indovinata) che di nodi gordiani si tratti e che sia necessario un deciso colpo di spada per scioglierli ci convince di

Rita Macrì

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e numerose analisi economiche e sociali sul Mezzogiorno d’Italia concordano da tempo sull’esistenza di numerosi vincoli allo sviluppo, che impediscono all’area di ridurre i divari di coesione con il resto del Paese nonostante l’adozione di politiche d’intervento straordinarie di origine nazionale e comunitaria. L’immagine (indovinata) che di nodi gordiani si tratti e che sia necessario un deciso colpo di spada per scioglierli ci convince ancora di più. Quale Presidente di una Associazione che rappresenta gli interessi dell’imprenditoria sul territorio oltre che imprenditore stesso, cercherò di mettere in evidenza quali siano, a mio parere, le criticità che vincolano la Calabria ed il Sud e quali le possi-

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Francesco Cava

bili soluzioni alessandrine». Con questa premessa il presidente di Confindustria Calabria, Francesco Cava, ha aperto il suo intervento alla convention che si è svolta nei giorni scorsi a Sorrento sul tema: “Mezzogiorni d'Europa - il caso Italia. Nodi gordiani e soluzioni alessandrine”, organizzato dall'Osservatorio banche-Imprese presieduto dal Cavaliere Michele Matarrese e diretto da Antonio Corvino. Nel corso del suo intervento Cava ha posto l'accento sui vari “nodi gordiani” che affliggono una regione in perenne crisi come la Calabria: «Il primo – ha sottolineato – è rappresentato dall’assenza di un vero e proprio 'Progetto Paese'. Pur essendo una parola abusata, non può essere trascurato il

fatto che le politiche a favore del Mezzogiorno hanno smesso da tempo di considerare il Sud quale macroarea di interesse strategico per lo sviluppo del Paese. L’idea originaria della necessità di risolvere l’antica “questione meridionale” attraverso un’unica regìa, la Cassa per il Mezzogiorno poi Agensud, aveva, senza dubbio, il merito di considerare unitariamente strategico lo sviluppo del Sud Italia. Il fallimento dell’attuazione di tale politica (non dell’idea), che aveva portato ad una parcellizzazione degli interventi di rottura nell’intero territorio meridionale, ha provocato una duplice negativa conseguenza: la scomparsa della questione meridionale dall’agenda delle priorità dell’Italia, complice anche l’affermazione di forze politiche net-

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attualità tamente contrarie alla prosecuzione di interventi straordinari; la destinazione di risorse ordinarie del bilancio statale verso investimenti lontani dalle esigenze di modernizzazione del Mezzogiorno, in considerazione della presenza di notevoli risorse comunitarie in loro sostituzione che, invece, avrebbero dovuto (e devono) avere una funzione aggiuntiva. I dati dimostrano che l’Italia, nonostante abbia una delle incidenze della spesa pubblica sul PIL più elevate d’Europa, destina agli investimenti una parte modesta della spesa. E' perciò necessaria una revisione delle priorità che dovrà garantire una concentrazione delle risorse – nazionali, regionali e comunitarie-verso pochi, raggiungibili, misurabili interventi finalizzati a risolvere in maniera definitiva i punti critici dell’area. Qualcosa si muove. La Banca del Sud – strumento ancora ignoto e dagli effetti dubbiosi – ha il merito di dimostrare che il dibattito sul Mezzogiorno è riaperto». «La Salerno-ReggioCalabria – ha proseguito Cava – è l’emblema del ritardo infrastrutturale del Mezzogiorno. 442,9 km. ancora in corso di costruzione dopo oltre dieci anni dall’avvio dei lavo-

«L'inefficienza della Pubblica Amministrazione unitamente alla carenza di infrastrutture che questa stessa ha prodotto negli anni è la principale causa del gap di competitività che separa il Mezzogiorno dal Centro Nord»

Una via per lo sviluppo

ri. Un’infrastruttura fondamentale per la movimentazione di milioni di persone e tonnellate di merci carente di copertura finanziaria, lenta nella realizzazione dei lotti, costosa in termini di soluzioni tecnologiche e di perizie di varianti. In Sicilia, manca un articolato e completo sistema autostradale ed il Ponte sullo Stretto sembra essere più uno slogan che un fatto concreto. Neanche la parte jonica è in migliori condizioni. A Taranto inizia la Strada Statale n. 106, detta anche la strada della morte. D’altra parte, Trenitalia ha programmato l’alta velocità fino a Napoli, ha soppresso numerosi treni a lunga percorrenza tra Nord e Sud, ha lasciato i treni in condizioni pessime, non intende investire sulle tratte regionali. Le autostrade del mare, considerate una interessante soluzione al trasporto terrestre, non si sono ancora sviluppate quale valida alternativa al trasporto su gomma. La Nuova Alitalia ha puntato sulle tratte più redditizie, riducendo le offerte negli aeroporti periferici. Il futuro infrastrutturale del Sud passa attraverso la realizzazione immediata di investimenti per lo sviluppo a tappeto della rete in fibra ottica per le

tlc in tutto il territorio meridionale. Lo sviluppo del Sud, superando di getto i vincoli delle infrastrutture fisiche, potrà passare attraverso le autostrade digitali che azzereranno il digital divide con il resto del mondo, miglioreranno la competitività del territorio grazie alla connettività e ai nuovi servizi garantiti alla Pubblica Amministrazione alle imprese e ai privati cittadini. Le periferie del Mezzogiorno cesseranno di essere tali e potranno mettere in rete le proprie risorse. L'inefficienza della Pubblica Amministrazione unitamente alla carenza di infrastrutture che questa stessa ha prodotto negli anni è la principale causa del gap di competitività che separa il Mezzogiorno dal Centro Nord. Questa è stata la risposta del 64,2% degli intervistati nell'ambito della ricerca condotta dal Censis presso circa 100 referenti del sistema Confindustria-Mezzogiorno, presentata nel febbraio 2010 in occasione del convegno organizzato a Bari per il centenario di Confindustria. Oltre il 90% degli intervistati giudicava insufficiente o scarso il funzionamento degli uffici pubblici sul proprio territorio, solo il 13% dava una valutazione ►

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attualità positiva del funzionamento della giustizia, e meno di un terzo degli intervistati giudicava sufficienti copertura e qualità dei servizi pubblici, soprattutto sul fronte dei servizi alle imprese, (come, ad esempio, la logistica e le aree attrezzate per le attività produttive. Il rapporto con la burocrazia è considerata la principale area di criticità, a causa delle lungaggini (il 71% degli intervistati lo considerava il problema amministrativo più grave) e dei maggiori costi (il 24% in più)». «L’eccesso di norme, di competenze e di pareri – ha spiegato ancora Francesco Cava – aggrava la situazione aumentando, di conseguenza, il livello di corruzione e di illegalità. Ridurre il peso della burocrazia è una priorità per il Sud oltre che per l’Italia. A causa dei vincoli derivanti da eccessi amministrativi, legislativi e regolamentari, il cittadino e l’impresa meridionale è costretto a sopportare un costo eccessivo in termini di tempo e denaro. Le diseconomie derivanti dai ritardi della Pubblica Amministrazione rallentano

«E’ necessario che le imprese del Mezzogiorno agiscano sui mercati esteri all’interno di un’unica cornice nazionale, un’entità che concentri sia la capacità di supporto tecnico all’impresa esportatrice sia la credibilità e la titolarità di interlocutore credibile a livello di sistemi paese e di grandi competitor internazionali»

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Una via per lo sviluppo

la realizzazione delle opere pubbliche, dell’iniziativa privata, dell’avvio di nuovi investimenti. La prima radicale soluzione è la completa quanto drastica revisione delle competenze degli Enti locali e l’eliminazione degli enti inutili, tra cui ricomprendere le province e le comunità montane. In ottica federalista, le Regioni dovranno avere sempre più la funzione di programmare gli interventi e controllarne gli esiti; gli enti locali (comuni) avranno l’onere di gestire gli interventi e verificarne l’efficacia. Il superamento delle province dovrà spingere verso la soluzione delle Unioni di Comuni, attraverso le quali verranno messi a fattor comune le competenze e le funzioni specifiche, oggi troppo parcellizzate. Una forte spinta al Mezzogiorno dovrà venire dall’accelerazione di processi di rito civile. Sulla base dei dati forniti dal ministero della Giustizia (scrive Banca d’Italia) la durata stimata dei procedimenti nei distretti del Mezzogiorno nel 2006, era di 1.209 giorni per la cognizione normale e 1.031 giorni per le cause in materia di lavoro, previdenza e assistenza; al Centro-Nord i valori si attestavano rispettivamente a 842 e 521 giorni». «Le imprese del Mezzogiorno – ha aggiunto Cava – sono di piccolissima dimensione, hanno scarsa capacità produttiva, non attuano processi di ricerca e innovazione, producono essenzialmente per il mercato interno. Con queste caratteristiche, le capacità del sistema imprenditoriale calabrese e meridionale ad affrontare i mercati stranieri si riduce a mercati di nicchia e, conseguentemente, ha uno scarso impatto sulla struttura economica ed occupazionale regionale e meridionale. Di contro, il sistema pubblico di supporto all’internazionalizzazione è caratterizzato da una situazione singolare: abbiamo un ampio ventaglio di misure potenziali che però faticano a tradursi in interventi effettivi. Faticano

a trovare risorse finanziarie per renderle attive e mantenerle tali con continuità. Un ampia pletora di enti opera per supportare le imprese in campo internazionale, ognuno con le proprie priorità e le proprie risorse: Camere di Commercio; Enti Locali e Amministrazioni Provinciali; Patti territoriali, Gruppi di Azione Locale; Regioni; Ministeri; ICE; Simest; Sace. Sono alcuni tra gli enti che offrono finanziamenti, supporto, assistenza tecnica, contributi e partecipazioni a fiere ed eventi in Italia. Una dispersione di risorse e di priorità che confonde ed impedisce la concentrazione verso le vere opportunità esistenti nei mercati stranieri. E’ necessario che le imprese del Mezzogiorno agiscano sui mercati esteri all’interno di un’unica cornice nazionale, un’entità che concentri sia la capacità di supporto tecnico all’impresa esportatrice sia la credibilità e la titolarità di interlocutore credibile a livello di sistemi paese e di grandi competitor internazionali». Il presidente Cava ha salutato la platea di Sorrento con una domanda provocatoria: «I 4 nodi gordiani e le 4 soluzioni di Alessandro sono da considerare – ha concluso il presidente di Confindustria Calabria – precondizioni allo sviluppo virtuoso delle regioni meridionali e della Calabria in particolare. Attivandole, ne conseguiranno effetti vantaggiosi a livello di sistema meridionale. Le economie esterne derivanti dalla soluzione dei vincoli strutturali citati potranno risolvere ulteriori vincoli che oggi caratterizzano negativamente la Calabria ed il Sud in genere: la crescita dimensionale delle imprese; il correlato aumento del tasso di occupazione; la ripresa della produttività; l’abbattimento del costo del denaro grazie agli accresciuti livelli di competitività a livello micro e macro. Rimane una risposta da dare: esiste un Alessandro in grado di recidere i nodi?». •

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Vita delle Aziende

Logistica e Trasporti: importante incontro con Deutsche Post Dhl Massimo Polettini, vice presidente di Deutsche Post Dhl, ha incontrato a Catanzaro la C.T.C., presieduta da Adriano Marani; Riccardo Amitrano di C.a.m. srl, e Gianpaolo Amitrano, di La Freccia Trasporti di

Rosalba Paletta

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ell’era della globalizzazione dei mercati la logistica è un fattore determinante. Riuscire, nel più breve tempo possibile, a fare arrivare dall’altro capo del mondo merci delle più svariate specie, che vanno dall’agroalimentare all’abbigliamento, è fondamentale. Inutile produrre senza avere la certezza di vendere, e altrettanto dannoso è vendere senza avere certezza di riuscire a recapitare il prodotto al cliente nei tempi pattuiti e nel rispetto delle normative vigenti. La concorrenza nel settore è spietata, e la crisi non ha reso più semplici le cose. L’obiettivo da centrare per garantire sbocchi commerciali a chi produce e aggredire mercati è specializzarsi sempre di più, accrescere le reti territoriali, offrire servizi maggiori e migliori. In questo contesto si è svolto lo scorso 8 giugno a Catanzaro un importante incontro fra Massimo Polettini, vice presidente di Deutsche Post Dhl, con sede operativa a Verona, e uno degli operatori di logistica e trasporti più

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noti della regione, la C.T.C., con sede nel Capoluogo di Regione, presieduta da Adriano Marani; Riccardo Amitrano, amministratore di C.a.m. srl, con sede a Sestu (Cagliari); Gianpaolo Amitrano, amministratore di La Freccia Trasporti, anch’essa operativa a Sestu. L’incontro, tenuto presso la sede di Assitur, è servito per delineare la strategia di una collaborazione fra queste società specializzate nel settore della logistica e dei trasporti sul territorio europeo e internazionale. Le due società operative in Calabria e Sardegna, rappresentate rispettivamente da Marani e Amitrano, rappresentano punti di riferimento di indiscutibile valore per chi, come la Deutsche Post Dhl, opera a livello internazionale con i trasporti e necessita di riferimenti capillari sui territori, specializzati nei servizi, in contatto con le aziende del luogo, e capaci di reperire prodotti e mezzi da smistare sui traffici internazionali in tempi brevi e sicuri. Come ha spiegato lo stesso vice presidente Polettini nel corso dell’incon-

Adriano Marani

tro: «La nostra azienda è specializzata in traffici commerciali e logistica su ruote e rotaie con l’Europa, il Medio Oriente, i Paesi del Mediterraneo, la Russia. Avere in Calabria un operatore specializzato come la C.T.C. e un interlocutore come Marani, come in Sardegna Amitrano, significa aprire nuovi canali commerciali con queste regioni, in un’ottica di espansione che sempre ci guida, soprattutto in periodi di crisi economica. E’ in momenti come questo – ha sottolineato Polettini – che gli investimenti e gli accordi de-

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vono essere improntati alla massima specializzazione. Non ci si può permettere di sbagliare. La C.T.C. ci garantisce una rete capillare e altamente professionalizzata nel settore in Calabria, e la definizione di un partenariato rappresenta per noi un’importante occasione di ulteriore crescita». A spiegare la rilevanza che la rete dei trasporti e della logistica rappresenta per lo sviluppo di una regione, tanto più se isolana, come la Sardegna, è stato Gianpaolo Amitrano, a partire da un settore, quello agroalimentare, che presenta numerose similitudini con quello calabrese per eccellenza prodotta, ma anche per cultura d’impresa: «La nostra regione – ha detto – è specializzata nella produzione di ricotte, molto apprezzate e diffuse in tutto il Paese, ma la caratteristica principale di questo prodotto è ovviamente la freschezza. Abbiamo impiegato molti sforzi per riuscire a trovare il modo giusto di trasportarle, perché i sacchetti pieni di siero non resistono alla pressione atmosferica in volo. Ci siamo attrezzati e ora siamo in grado di offrire la massima qualità alle aziende che si rivolgono a noi per organizzare i loro trasporti. Questo – ha aggiunto Armitrano – ha permesso alle aziende di accrescere la loro produttività, rispondendo ai numeri

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Vita delle Aziende

dettati dalle quote latte. Molto spesso ci troviamo in difficoltà anche con le stesse aziende produttrici – ha poi spiegato il manager Sardo – a far comprendere quanto sia centrale questo anello della catena commerciale, ossia quello dei trasporti: il mercato interno non può da solo assorbire le produzioni di aziende che abbiano reali prospettive di crescita. La crescita, di un’azienda e, quindi, dell’economia di una regione, è possibile solo quando i canali commerciali sono attivi, logisticamente garantiti e sicuri. Per far sì che questo accada i trasporti sono fondamentali». A chiudere l’incontro il padrone di casa, presidente di C.T.C., Marani: «Sono lieto innanzitutto di aver ospitato in Calabria questo incontro fra vertici di importanti aziende italiane, leader nel settore della logistica – ha affermato –. Solitamente siamo noi a spostarci per raggiungere altre sedi, con orgoglio stavolta accogliamo i dottori Polettini e Amitrano nella nostra regione. Voglio sottolineare alcuni aspetti emersi nel corso della mattinata: innanzitutto il fatto che un’azienda del calibro di Deutsche Post Dhl, che nella sua strategia pone al primo posto la specializzazione dei servizi e la scelta dei partner, scelga in Calabria la C.T.C, e per la Sardegna C.A.M. Ciò significa che

lo standard qualitativo dei servizi da noi offerti è in grado di soddisfare le più alte esigenze dei mercati. Voglio poi ribadire – ha proseguito Marani – l’importanza della logistica, anello strategico dell’internazionalizzazione: la nostra è una regione che punta molto sull’apertura dei mercati, avendo una popolazione interna di soli due milioni di abitanti, e potendo vantare, d’altro canto, produzioni che, soprattutto nel comparto agroalimentare, sono molto apprezzate all’estero e si fanno sempre più spazio. Per questo ci stiamo specializzando in questo settore, che ha sempre fatto da traino, puntando su eventi e fiere, oltre che sui trasporti intesi in maniera tradizionale. Siamo in grado di offrire servizi altamente specializzati, dalle dogane, al servizio di interpretariato alla tempistica. Molte volte i produttori si rivolgono a noi per sapere, a seconda delle destinazioni, quali leggi vigono nei diversi Paesi. In questo senso – ha detto ancora Marani – il settore dell’internazionalizzazione è molto complesso, e lo diventa sempre di più. Alcuni Paesi in particolare sono davvero difficili da penetrare, soprattutto per alcune tipologie di prodotti, come il vino in alcune regioni del Canada. Noi siamo specializzati nei trasporti con l’Europa e la Russia, dove le produzioni calabresi non solo sono molto apprezzate, ma è anche relativamente semplice entrare, per via di legislazioni e costi che permettono procedure davvero concorrenziali. Comprendere l’importanza del settore della logistica – ha concluso Marani – significa saper tenere in considerazione le problematiche che essa può comportare anche quando si effettua una scelta sia privata sia istituzionale, di indirizzo dei propri canali commerciali, quando si individua una fiera alla quale partecipare, un buyer con cui interloquire. Noi siamo qui per orientare merci e produttori, e l’accordo di cui abbiamo discusso oggi non potrà che aumentare la specializzazione che siamo in grado di offrire». •

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Ance Catanzaro

Presentato a Catanzaro un corso di alta formazione Manageriale per “Tecnico delle Costruzioni” Si tratta di un'iniziativa promossa dal Gruppo Giovani Imprenditori Edili di Ance Catanzaro in collaborazione con l’Associazione di Formazione Manageriale di

Rita Macrì

«

S

commettere sulla formazione per scommettere su sé stessi. Non è più tempo di improvvisazione e di pressappochismo: è il mercato che ce lo chiede, anzi ce lo impone». E’ questo il messaggio lanciato da Giovanni Pugliese, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Edili di Ance Catanzaro, in occasione della presentazione del Corso di Alta Formazione Manageriale per “Tecnico delle Costruzioni” organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori Edili di Ance Catanzaro in collaborazione con l’Associazione di Formazione Manageriale (Afm Edilizia). «L'iniziativa nasce, non oggi, da un confronto che noi giovani imprenditori edili – ha spiegato Pugliese – ci siamo trovati a fare più volte; ovvero la visione delle nostre aziende, percepita dagli occhi della nuova generazione, è quella che le stesse sono

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‘frenate’ da una gestione sempre troppo accentratrice da parte dei titolari tuttofare. Ma se da un lato ciò dipende dal carattere e dalla formazione dei nostri padri, dall'altra dipende dal fatto che nelle nostre aziende non esistono figure in grado di sostituirsi con capacità ai titolari stessi. Pertanto è nata spontaneamente l'esigenza di mettere in piedi un corso di alta formazione che, soprattutto in questo momento storico di riallineamento, possa consentirci di recuperare lo svantaggio formativo in cui ci troviamo. Ne consegue che l'iniziativa è rivolta a tutti

gli addetti del settore edile, in primis ai nostri associati, che intendano specializzarsi su una materia così interessante. Proprio ora che tutto sembra fermo proviamo a non perder tempo prezioso ed investiamolo su noi stessi». Il Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Edili di Ance Catanzaro si è inoltre soffermato sull'importanza della formazione che «rappresenta oggi l'unica via d'uscita che hanno le piccole imprese (ovvero la maggior parte delle imprese del tessuto imprenditoriale locale) per provare a riemergere da un momento nerissimo che ci vede tra i maggiori protagonisti. In una materia complessa come l'appalto, così intrisa si di aspetti tecnici ma anche di risvolti giuridico-legali, essere supportati da una alta formazione può voler dire, spesso, essere vincenti». «Occorre che i giovani non si scoraggino e riprendano in mano le redini della situazione attuando un cambiamento di cultura e mentalità che porti al superamento

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di tale stagnazione. E’ il momento giusto – ha concluso Giovanni Pugliese – per puntare sulla professionalità, sul merito e per strutturarsi nel migliore dei modi in vista dell’inevitabile ripresa. Pertanto, vorrei invitare tutti loro ad una maggiore partecipazione ai momenti associativi; ritengo strategico far loro comprendere quanto sia importante fare rete e puntare sull’unione e sull’aggregazione». Hanno affollato l’aula numerosi imprenditori. Presente, tra gli altri, in rappresentanza della Sua l’architetto Fernando Pelaggi ed alcuni rappresentanti della AFM Edilizia, l’Associazione per la Formazione Manageriale fondata dall'ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), al servizio del sistema delle costruzioni dal 1985 che progetta, promuove e gestisce interventi di formazione, di ricerca e di consulenza per gli imprenditori, i dirigenti ed i quadri delle imprese di costruzioni. Molto interessante l'intervento del presidente di Ance Catanzaro Marcello Gaglioti il quale ha precisato: «Il Corso di Alta Formazione Manageriale per “Tecnico delle Costruzioni” è rivolto ai titolari, rappresentanti e, comunque, a figure apicali della struttura organizzativa delle aziende ed ha l’obiettivo di fornire ai partecipanti le necessarie competenze a valenza interfunzionali tali da coprire

Ance Catanzaro

l’intero ciclo di vita della commessaappalto, dalla valutazione della proposta alla fase finale del collaudo. Le innumerevoli trasformazioni che stanno, ormai da tempo, interessando il settore delle costruzioni, anche per quanto concerne la fascia delle imprese con una soglia dimensionale medio-piccola, richiedono, infatti, la gestione sistematica delle decisioni e delle risorse ed un coordinamento globale delle attività, al fine di garantire la qualità tecnica, economica e temporale del processo di costruzione. In tale direzione è stato ipotizzato il programma di formazione, che per contenuti, metodologie e caratteristiche dei docenti, assicura il giusto equilibrio tra le conoscenze teoriche dei numerosi istituti coinvolti e le indispensabili indicazioni di carattere tecnico-operativo». Per il presidente Gaglioti «la formazione scolastica vera e propria a volte è troppo teorica e distante dall’evoluzione delle metodologie costruttive e, sopratutto, normative; è legata, da un lato, alla costante innovazione tecnologica dei materiali e dei processi costruttivi, dall’altro all’evoluzione normativa che, dopo “tangentopoli”, prolifera, a mio avviso a dismisura, nel tentativo di dare ordine ad un settore strategico come

quello delle costruzioni. Dal ‘94 ad oggi abbiamo assistito a due leggi quadro ed a sei decreti attuativi, per altro soggetti di continue modifiche. L’ultimo decreto di rettifica risale a qualche giorno fa. Il paradosso è che tale decreto, oltre a modificare parzialmente la legge quadro, modifica anche un decreto attuativo non ancora entrato in vigore. In questo confuso e schizofrenico quadro normativo, occorre supportare tutti gli operatori del settore e quindi bene ha fatto il gruppo giovani di Ance Catanzaro nell’organizzare questo momento di approfondimento. Sicuramente nel corso delle sue lezioni l’ing. Barbieri affronterà anche l’impatto che tale ultima modifica all’attuale legge quadro avrà sulle nostre imprese. Oggi non è più tempo per poter fare impresa con il “cuore in mano”, come hanno fatto i nostri padri, ma bisogna puntare sull’organizzazione e sopratutto sulle competenze di tutti i collaboratori affinché si possa affrontare con tranquillità le sfide del mercato delle costruzioni. Cioè bisogna aiutare le imprese a passare dallo status di “Fabbrica-

tori', dove chi conduce è normalmente il titolare 'padre padrone', a quello di 'Industriali delle Costruzioni” dove tutto è demandato ad un’organizzazione capace di ►

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Ettore Barbieri:

«Il nostro obiettivo è quello di dare agli imprenditori ed ai tecnici gli strumenti adeguati ed aggiornati per gestire al meglio le proprie commesse e conseguire il miglior risultato possibile sia tecnico che economico»

affrontare con competenza le svariate tematiche legate alla gestione dei contratti d’appalto. Purtroppo in questo settore le professionalità si tramandano, gravando come costo, sugli operatori, in quanto, come già detto, non vi sono strutture di formazione pubbliche specifiche. Poter, quindi, fruire di momenti di formazione come quello organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori Edili di Ance Catanzaro in collaborazione con l’Associa-

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Ance Catanzaro

zione di Formazione Manageriale (Afm Edilizia) consente di attenuare i lunghi e costosi momenti di formazioni in azienda. Ammiro e quindi plauso all’entusiasmo e la vivacità dei giovani della nostra organizzazione a cui, per altro, è specificatamente demandata la materia della formazione anche nella logica di aiutare il cosiddetto passaggio generazionale». E’ intervenuto inoltre Giovanni Forte, presidente della Cassa Edile di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia il quale ha dichiarato: «Non siamo voluti mancare a questo appuntamento poiché riteniamo che il tema trattato sia di notevole rilevanza per i costruttori trattandosi di problematiche che quotidianamente si incontrano nelle varie amministrazioni pubbliche di bandi ed aggiudicazioni di opere pubbliche». La prima lezione del Corso di Alta Formazione Manageriale per “Tecnico delle Costruzioni” si è svolta lo scorso venerdì 20 maggio presso la sala Convegni di Confindustria Catanzaro, tenuta

dall’ing. Ettore Barbieri, esperto del Consiglio Superiore dei lavori pubblici sul tema: “La gestione dell’appalto di opere pubbliche”. Nel corso del suo intervento il docente ha inquadrato l’ambito normativo al quale i costruttori devono fare riferimento. «Il percorso si propone di orientare e preparare i partecipanti – ha spiegato – all’analisi di progetti al fine di svilupparne l’ingegnerizzazione sotto il profilo delle problematiche esecutive e gestionali sia durante la fase di design che nelle successive fasi di progettazione del cantiere e di realizzazione in regime di qualità e sicurezza. Lo scopo è pertanto quello di approfondire le tematiche relative alla progettazione ed alla programmazione operativa degli interventi, alla organizzazione della produzione nonché gli aspetti connessi alla progettazione e programmazione di un appalto». «Il nostro obiettivo – ha continuato Ettore Barbieri – è quello di dare agli imprenditori ed ai tecnici gli strumenti adeguati ed aggiornati per gestire al meglio le proprie commesse e conseguire il miglior risultato possibile sia tecnico che economico».

«E’ strategico frequentare questo corso – ha concluso Barbieri – che si svilupperà in più lezioni durante tutto l’anno 2011 e terminerà l’anno prossimo. Invito tutti a partecipare: per rimanere sul mercato, specialmente le piccole e medie imprese, dovranno puntare sulla formazione e

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Congiuntura regionale

Ance Calabria e crisi dei costruttori: Cava presenta

le priorità del settore edile di

Rosalba Paletta

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roseguono le attività e l’impegno di Ance Calabria a sostegno del settore costruzioni. Una fase non facile, quella delle imprese edili, che fra crisi congiunturale, criticità programmatiche e difficoltà di contesto continuano a vivere mesi duri, a livello nazionale, ma anche, e soprattutto, a livello regionale. A discuterne nel mese di giugno nel corso di un incontro presso la sede catanzarese i vertici regionali dei costruttori presieduti da Francesco Cava. Le singole territoriali erano invece rappresentate da: Luigi D’Alessandro (Kr), Pietro Nervoso (Cs), Fausto Marino (VV), Andrea Cuzzocrea (Rc). In una lunga conversazione con Calabria Economia il Presidente Ance Calabria, Francesco Cava, ha riassunto le priorità affrontate. Tiene banco ancora il tema dell’housing sociale: due le ragioni che contribuiscono a fare di questa tematica una delle principali. La prima è che riguarda le famiglie appartenenti alle fasce medio-basse della popolazione e la possibilità che, grazie appunto ai fondi previsti per l’edilizia sociale, possano realizzare il sogno di avere una casa. La seconda motivazione riguarda l’iniezione di liquidità per le imprese edili calabresi, che rappresentano, per il numero

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di lavoratori impegnati, uno dei settori più importanti dell’economia locale. «La sentenza – ha spiegato il Presidente Cava – del Tar che abbiamo atteso per mesi ha annullato il ricorso: questo significa che si è perso tempo. Non vogliamo entrare nella questione politica, ci limitiamo a dire, però, che sono rimasti bloccati 110 milioni previsti per l’edilizia sociale per via di questo intoppo giudiziario». Anche il settore dell’edilizia privata impegna i costruttori in un costante dialogo con le istituzioni, essendo allo stesso modo trainante per quanto riguarda l’iniezione di liquidità che dovrebbe comportare. «Siamo in contatto con l’assessore Pino Gentile e la Cassa depositi e Prestiti – ha spiegato ancora Cava –. A fare la differenza, rispetto al passato, è la questione della qualità degli interventi. Con gli assessorati alle attività Produttive e Lavori Pubblici della Regione Calabria stiamo lavorando sul

concetto di edilizia sostenibile, convinti come siamo che le aziende sane, che lavorano in trasparenza e contribuiscono con il loro operato a migliorare i contesti urbani in cui viviamo, debbano essere supportate a livello istituzionale. Per una regione come la nostra, che punta sul Turismo, l’impatto ambientale è importante in un settore come quello edilizio, e in passato non si è lavorato abbastanza in questo senso. Oggi – ha proseguito il Presidente dei costruttori calabresi – abbiamo intrapreso un dialogo in tale direzione con l’assessore regionale all’Urbanistica, Pietro Aiello, per il recupero dei fabbricati dismessi e il loro cambio di destinazione d’uso. Lavorare, come succede altrove, ad esempio in Inghilterra, su una chiara programmazione dell’uso dei fabbricati esistenti nei nostri centri urbani, ma inutilizzati, considerando la possibilità di una rottamazione totale di ciò che è vecchio, e non antico, ovvia-

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mente le due cose vanno chiaramente distinte – ha precisato Cava –, in chiave di edilizia sostenibile, è una scelta che può contribuire decisamente a migliorare lo stato di salute delle nostre imprese, ma anche il volto delle nostre città, rendendole più moderne, funzionali e vivibili». Anche il Piano Casa continua a destare qualche preoccupazione «perché – ha spiegato ancora il Presidente Cava – fin quando non sarà reso attuativo dall’apposito regolamento, i Comuni non avranno la possibilità di attuarlo e di operare secondo le direttive in esso stabilite, che avrebbero dato una significativa boccata d’ossigeno alle imprese, realizzando così uno degli intenti primari del legislatore che aveva concepito l’impianto normativo». Altra nota dolente sulla tastiera dei costruttori è quella della burocrazia. Su questo tema Cava ha affermato: «Continua a rimanere prioritario per noi lo snellimento burocratico: il Inghilterra, come citavo prima, la legislazione permette, una volta individuati gli edifici da riqualificare, di abbatterli e ricostruirli in un anno secondo una prestabilita logica di abitare sostenibile e bioedilizia. In questo l’importanza ricade ancora una volta sull’importanza, imprescindibile, della programmazione. Stiamo lavorando, in questa direzione, ad una sinergia operativa con l’Istituto regionale di Bioarchitettura». L’ultimo, purtroppo non per importanza, degli aspetti che impegnano Ance Calabria in un costante dialogo istituzionale è quello dei tempi di pagamento alle imprese. «Stiamo lavorando – ha spiegato infine il Presidente Cava – ad un protocollo d’intesa con l’assessorato alle Attività Produttive guidato dall’on. Antonio Caridi, che preveda la costituzione di un fondo per le imprese che subiscano i ritardi nei pagamenti dei lavori, in attesa che entri in vigore la normativa europea». •

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Quali mercati per la Calabria?

Internazionalizzazione delle Aziende calabresi: a Washington l’assessore Capua ricevuto dall’ambasciatore Terzi di Sant’Agata

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a Regione, in collaborazione con Unioncamere Calabria, ha concluso con grande successo il Fancy Food a Washington dove ha sostenuto la partecipazione di 14 aziende di eccellenza nel campo dell’Agroalimentare. Le imprese calabresi partecipanti – informa una nota dell’ufficio stampa della giunta regionale – hanno manifestato soddisfazione al termine dell’evento che le ha viste protagoniste attive sulla scena internazionale. Il Fancy Food rappresenta ancora oggi, infatti, una delle fiere internazionali più importanti nel mondo per il settore agroalimentare e costituisce un punto di forza per la Calabria e le aziende dell’intero territorio regionale. La aziende sono state accompagnate dall’Assessore Capua il quale ha contestualmente preso parte ad una serie di incontri istituzionali. Durante la manifestazione, la Regione ha organizzato una cena con tutte le aziende presenti al Fancy Food, a cui ha preso parte anche il Direttore dell’ICE di New York, Aniello Musella e l’Assessore alle Attività Produttive della Regione Abruzzo. L’Assessore calabrese all'internazionalizzazione, Fabrizio Capua è stato ricevuto dall’Ambasciatore italiano a Washington, Giulio Terzi di Sant’Agata, nella sede dell’Ambasciata italiana.

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Nel corso dell’incontro l’Assessore ha illustrato la nuova politica internazionale della Regione Calabria sottolineando l’importanza che rivestiranno gli Stati Uniti nella strategia regionale di penetrazione commerciale dei mercati esteri, così come l’appoggio e la collaborazione delle Ambasciate italiane nel mondo in tutte le missioni di sistema che verranno organizzate. L’Ambasciatore si è complimentato con l’Assessore Capua per il lavoro fin qui svolto e per l’importanza riconosciuta alla programmazione di lungo periodo che permette di compiere azioni sinergiche volte al raggiungimento di un obiettivo economico solido ed in grado di far crescere una regione fino ad oggi poco attenta alla scena internazionale e non in grado di cogliere le reali possibilità che un’apertura verso l’estero costituisce per l’intero territorio. •

Da sinistra: Giulio Terzi di Sant’Agata e Fabrizio Capua

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Camere di Commercio e realtà produttive

Aziende protagoniste Il Premio Fedeltà al Lavoro della Camera di Commercio di Catanzaro

di Raffaele Nisticò

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iunto alla XIV edizione, il Premio “Fedeltà della Fedeltà al Lavoro e del Progresso Economico” indetto dopo regolare bando dalla Camera di Commercio di Catanzaro si è svolto per il 2011 nella cornice del Villaggio Guglielmo di Copanello. Il Premio, che non ha cadenza an-

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nuale, ha una storia ormai pluridecennale, essendo stato affidato al Sistema camerale su diretto impulso del Ministero dell’Industria negli anni 50. La Camera di Commercio di Catanzaro, nel contesto degli interventi di promozione e sostegno delle attività economiche, con il Premio intende dare pubblico riconoscimento di stima e gratitudine a quanti hanno contribuito e contribuiscono al progresso civile ed economico della provincia attraverso

il lavoro e la manifestazione operativa della imprenditorialità. Il Premio è suddiviso in due settori. Facendo riferimento alla “Fedeltà al Lavoro” , il rinascimento va a lavoratori che abbiano prestato ininterrottamente lodevole servizio per un periodo di almeno 25 anni per gli uomini e 20 per le donne, e a imprese industriali, commerciali, artigiane e agricole che abbiano almeno 25 anni di ininterrotta attività. Il settore “Progresso Economico”è

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Camere di Commercio e realtà produttive

Graduatoria per settore e sezioni dei vincitori del premio “Fedeltà al Lavoro e del Progresso Economico” – Anno 2011

PREMIO “FEDELTA’ AL LAVORO” SEZIONE I LAVORATORI DIPENDENTI Iolanda Carmeli, Pietro Rotundo, Mario Militano, Stella Critelli, Francesco Sgrenci, Antonio Francesco Pascuzzi, Mario Luigi Colistra, Eleonora Fontana, Concetta Armone

SEZIONE III IMPRESE INDUSTRIALI Fratelli Borelli snc di Borelli Michele & C., premio consegnato a Michele Borelli - Rubettino s.r.l., premio consegnato a Florindo Rubettino - Calabria Distribuzione Logistica s.r.l., premio consegnato a Camillo Crivaro - Essefarma s.a.s. di Spagnuolo Michele & C., premio consegnato a Michele Spagnuolo

SEZIONE IV IMPRESE COMMERCIALI Raffaele Bruno, Ieso Rao, Silvestro Pastina, Rosa De Caro, Sud Contact s.r.l., premio consegnato a Pietro Monteverde, Amedeo Procopio, Fiorelli & C. s.a.s. di Fiorino Macchione, Guzzo Rappresentanze di Rosario Guzzo & C. s.r.l. premio consegnato a Rosario Guzzo

SEZIONE V IMPRESE ARTIGIANE Giuseppe Ruga, Antonio Lucia, Mario Perri, Antonio Falbo, Pietro Caligiurim, Angelo Antonio Paonessa

PREMIO “PROGRESSO ECONOMICO” SEZIONE I Cablely Company s.r.l., premio consegnato a Teresa Tomaselli, Redim s.r.l., premio consegnato a Salvatore Mantella

PREMIO “PROGRESSO ECONOMICO” SEZIONE II Seal Marine s.r.l., premio consegnato a Rosario Alcaro

PREMIO “ESPORTATORI BENEMERITI” Muraca s.r.l., premio consegnato a Antonio Muraca

PREMIO SPECIALE “IMPRESA PIU’ LONGEVA E DI SUCCESSO” Salvatori s.r.l. - Neon Calabria, premio consegnato a Massimiliano Salvatori Gatto costruzioni s.p.a., premio consegnato a Giuseppe Gatto

PREMIO SPECIALE “GIOVANE IMPRESA INNOVATIVA” Ekocel s.r.l., premio consegnato a Salvatore Griffo

PREMIO SPECIALE Bar “Il Cavatore di Nicola Merante” premio consegnato a Nicola Merante

slegato dal criterio temporale e viene riservato alla aziende che abbiano conseguito particolari risultati nell’applicazione dei moderni suggerimenti del progresso tecnico, che abbiano effettuato notevoli investimenti e raggiunto apprezzabili livelli di redditività con incremento di fatturato e occupazione, che abbiano raggiunto livelli rilevabili di competitività anche dal punto di vista organizzativo o di impostazione commerciale.

PREMIO ALLA MEMORIA “FRANCO SCAVO” Maria Oieni, ritira il premio la nipote Tirana Minniti Giuseppe Albano, ritira il premio la figlia Simona Albano Mariano Lombardi, ritira il premio la moglie Graziella Muzzi Lombardi Umberto Fiorita, ritira il premio il figlio Antonio Fiorita Valeria Silvia Mellace, ritira il premio il papà Ivo Mellace Armando Raffaele, ritira il premio la moglie Eugenia Rizzo

DIPENDENTI CAMERALI

Francesco Campisano, Antonio Masi

DIPENDENTI CAMERALI COLLOCATI A RIPOSO Leonardo Chiarella, Achille Muraca

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attualità Una sezione del Premio è riservata ai dipendenti camerali in attività o collocati a riposo, mentre particolare attenzione merita la sezione denominata “Franco Scavo - Alla Memoria” riservato a personalità illustri della provincia che abbiano contribuito in vita al suo sviluppo sociale, economico e culturale. La cerimonia di consegna dell’attestato e della originale statuina ricordo si è svolta in una atmosfera di cordiale partecipazione emotiva da parte dei premiati, del numeroso pubblico e delle autorità presenti che, insieme al presidente Paolo Abramo, si sono alternati in essa. Presenti tra gli altri il prefetto Antonio Reppucci, il questore Vincenzo Roca, il direttore di Confindustria Da-

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Camere di Commercio e realtà produttive

rio Lamanna, l’assessore provinciale al Bilancio Giovanni Merante, il segretario di Confartigianato Raffaele Mostaccioli oltre al segretario generale dell’ente camerale Maurizio Ferrara. Il presidente Abramo, nell’introdurre la serata, ricordando il valore del lavoro come diritto basilare che determina la dignità della persona ha elogiato «il sistema produttivo locale impegnato a risalire la china della produttività, della modernizzazione e della internazionalizzazione. Il sistema camerale nel suo complesso – ha sostenuto – contribuisce programmando e aggregando opportunità di sviluppo che devono necessariamente trovare fondamento nei valori che riconosciamo alla base dei premi che consegniamo questa sera».

In rappresentanza del governo regionale sono intervenuti l’assessore all’Urbanistica Piero Aiello: «Siamo dalla parte dei giovani nel sostenere le nuove idee in campo imprenditoriale» - e l’assessore alle Attività Produttive Antonio Caridi: «Predisponiamo azioni di sostegno in sinergia con le associazioni di categoria, non ultima quella rivolta al mondo della ristorazione e legata alla valorizzazione del made in Calabria». •

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Sistema dei trasporti in Calabria

Aeroporto internazionale di Lamezia Terme: record in luglio per numero di voli e di passeggeri Grande soddisfazione del presidente della Sacal, Vincenzo Speziali

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rosegue a ritmo incalzante, seppur in un contesto di generale crisi economica a livello internazionale, la crescita dell’Aeroporto di Lamezia Terme. Il weekend del 2224 luglio 2011 è stato contrassegnato da risultati record. I passeggeri in arrivo e in partenza sono stati circa 30.000, con una punta massima di circa 12.000 registrata domenica 24 luglio. Si tratta, in quest’ultimo caso, di un vero e proprio record assoluto, a testimonianza di un trend positivo che non si arresta. Le previsioni del traffico di luglio 2011, confrontate con il dato consolidato dello stesso periodo 2010, segnalano una crescita, in termini di voli, pari al 21,09%: più 186 in valori assoluti. L’impennata dei voli va di pari passo con l’incremento notevole dei passeggeri: più 20,49%. In totale, tra arrivi e partenze, l’aumento di passeggeri è, in valori assoluti, pari a 47.149 unità: 277.226 a luglio 2011 rispetto alle 230.077 di luglio 2010. «Sono davvero orgoglioso – ha commentato il presidente della Sacal, ing. Vincenzo Speziali – per questi nuovi importanti risultati conseguiti

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dall’aeroscalo lametino. Gli incrementi, di voli e passeggeri, maturati in questo mese di luglio, vanno al di là delle più rosee aspettative e sono la risposta più seria e diretta alla notevole mole di lavoro, sul piano della programmazione, dell’organizzazione e degli investimenti, che abbiamo portato avanti quest’anno». «Voglio ringraziare – ha aggiunto il presidente Speziali – tutto il gruppo dirigente e il personale dell’aeroscalo per aver contribuito al raggiungimento di questi traguardi prestigiosi che ci aiutano a pretendere sempre maggiore attenzione, da parte delle Istituzioni, nei confronti dell’aeroporto di Lamezia Terme. Dirigenti e personale della Sacal hanno saputo affrontare con straordinario senso del dovere e professionalità un aumento tanto consistente di traffico, riuscendo a garantire sempre servizi con standard elevati». «I numeri e i fatti – ha concluso l’ing. Speziali – contano più delle sterili polemiche. Sarei contento se anche la dialettica politica si concentrasse su risultati, obbiettivi e questioni legate allo sviluppo dell’aeroporto, con proposte concrete e manifestando in maniera

Vincenzo Speziali

unanime sostegno fattivo a una realtà produttiva che, in una Calabria ancora carica di emergenze irrisolte, cresce a due cifre. Non è con lamenti o con atteggiamenti strumentali che si costruiscono successi e posti di lavoro. Mentre registriamo con grande soddisfazione i record di luglio, stiamo lavorando con estrema attenzione per un mese di agosto tradizionalmente caratterizzato da traffico intenso». •

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{ Contatti Redazione via Caduti sul Lavoro, 9 88100 S. Maria di Catanzaro italy Tel. +39 0961 781410

Inviare comunicati stampa, testi e foto a:

info@calabriaeconomia.it

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flash news Confindustria Vibo Valentia, Maurizio Bonanno presidente della sezione Comunicazione e grafiche

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aurizio Bonanno, amministratore delegato de Il Cristallo, società di servizi per la comunicazione e casa editrice, è il nuovo Presidente della sezione Comunicazione e Grafiche di Confindustria Vibo Valentia. Giornalista professionista, volto noto del panorama televisivo calabrese, già autore di numerose pubblicazioni, Maurizio Bonanno – si legge in una nota stampa di Confindustria Vibo Valentia - è stato eletto all’unanimità dall’assemblea degli associati ed assume l’incarico dopo che nella stessa Confindustria aveva già ricoperto il ruolo di componente il Collegio dei Probiviri. Nel suo nuovo incarico, sarà affiancato dai due vice presidenti Domenico Maduli (Pubbliemme) e Matteo Pietroniro (Archiged). Nel suo primo discorso di insediamento, il neo presidente della sezione Comunicazione e Grafiche ha evidenziato l’impegno che intende profondere, considerato il ruolo, sempre più significativo, che va assumendo la Comunicazione: «Proprio per questo – ha affermato – la nostra sezione Maurizio Bonanno dovrà diventare l’elemento di costante stimolo per l’intero comparto Confindustriale vibonese, per il quale intenderà assumere un ruolo propositivo e di rilancio a livello di immagine e di diffusione di quello spirito imprenditoriale che deve pervadere una società proiettata allo sviluppo ed alla crescita sociale». «Composta essenzialmente da aziende giovani che, per propria caratteristica, guardano alle innovazioni tecnologiche che costantemente incalzano la società – ha aggiunto il neo presidente Maurizio Bonanno – questa Sezione intende fare da catalizzatore per un mondo, quello imprenditoriale, che deve saper essere protagonista dello sviluppo sociale, oltre che economico, di un territorio che ha vitale necessità di essere stimolato per non rimanere impantanato in una pericolosa condizione di assuefazione al regresso socio-economico al quale sembra essere destinato a causa di un’antica maledizione». ●

Confindustria Vibo Valentia: Angelo Sabatino è il neo presidente della sezione Trasporti «

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nire e sostenere il sistema industriale calabrese per renderlo più forte e maggiormente presente su tutti i mercati nazionali ed internazionali. Con questo obiettivo – si legge in una nota stampa di Confindustria Vibo Valentia – l’Assemblea della Sezione Trasporti e Logistica ha voluto rinnovare il Consiglio Direttivo che ha successivamente proceduto all’elezione del Presidente Angelo Sabatino (Fr.lli Cortese Trasporti Srl), che rappresenta una apprezzata riconferma che vuole premiare l’ impegno profuso dal giovanissimo professionista». Il rinnovato Consiglio Direttivo della Sezione Trasporti e Logistica di Confindustria, ha confermato dunque Angelo Sabatino all’unanimità – si legge ancora nella nota stampa – la fiducia ed il pieno sostegno al presidente Sabatino, che dopo aver incassato nel corso del suo mandato importanti obiettivi si appresta, assistito dai sui due Vice Presidenti, Rosario Carbone (Sercar Srl) e Domenico Prestanicola (Prestanicola Srl) e dai Consiglieri: Vincenzo Manca (Autotrasporti Emme Elle Snc) e Antonio Runco (Autotrasporti Runco Srl) ad una nuova stagione piena di impegni ed attività». Prima di tutto – ha affermato il neo eletto presidente – bisognerà lavorare concretamente per la creazione di una Piattaforma logistica intermodale che sia di supporto a tutte le imprese vibonesi. In tal senso ci adopereremo per realizzare, in sinergia con le Istituzioni, una vera e propria area attrezzata di interscambio che possa valorizzare le produzioni vibonesi e migliorare l’accesso alle principali vie di sbocco sui mercati nazionali ed esteri». «La lontananza dai mercati rappresenta infatti – ha aggiunto Sabatino - uno dei principali vincoli alla crescita del fatturato delle nostre imprese manifatturiere. Su questo punto l’intero Consiglio Direttivo della Sezione ha già elaborato una prima bozza di piano per l’internazionalizzazione delle produzioni locali e nelle prossime settimane avvierà il confronto con Enti ed Istituzioni». Tra gli altri impegni della nuova squadra di presidenza – precisa Confindustria Vibo – la stesura di un Accordo Quadro sul Trasporto delle Merci con le Organizzazioni sindacali di categoria per migliorare la competitività delle imprese di trasporto e sostenere i livelli occupazionali di un settore che funge da sostegno a tutte le attività presenti nella nostra provincia. «Infine - ha affermato il presidente Sabatino - sarà realizzato un piano di comunicazione teso a far conoscere la qualità e l’efficienza del Settore Trasporti e Logistica di Confindustria Vibo Valentia che annovera tra i propri soci le più importanti imprese del settore». ●

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flash news Confindustria Vibo Valentia: Saverio Cutrullà eletto presidente della sezione Metalmeccanica

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’elezione degli organi direttivi della Sezione Metalmeccanica e Installazione, ha concluso la stagione dei rinnovi delle cariche associative di Confindustria Vibo Valentia, che ora si appresta ad avviare le procedure per l’elezione del Presidente della Territoriale Vibonese che subentrerà a Domenico Arena, Presidente uscente. Saverio Cutrullà (Vibo Elevators srl) è stato riconfermato per il secondo mandato consecutivo alla guida della Sezione Saverio Cutrullà Metalmeccanica e Installazione e sarà affiancato da: Antonino La Gamba (La Gamba Serramenti) e Domenico Colloca (Briga Maria) che saranno i Vice Presidenti, mentre a completare il Consiglio Direttivo sono stati eletti Consiglieri i Signori: Salvatore Sinatra (Edil Tecnica Impianti) e Costantino Foti (Sud Edilferro). Il Presidente Cutrullà, dopo aver ringraziato i convenuti per la fiducia accordatagli, ha tracciato un breve bilancio delle attività perseguite nei primi due anni del suo mandato ed illustrato quelle che saranno le priorità programmatiche da portare avanti. «Sono circa una trentina – ha dichiarato Cutrullà – le aziende che compongono la Sezione Metalmeccanica che, da un punto di vista qualitativo e quantitativo, riveste sul nostro territorio un ruolo importante, sia in termini di occupazione che di valore aggiunto. Abbiamo modo di ritenere che questo settore ricopre un ruolo sempre più incisivo nell’economia vibonese che, per mantenere elevati i livelli di competitività dell’intero comparto, si affida in larga misura alla capacità dell’imprenditoria locale, capace di crescere e di rinnovarsi, perseguendo correttamente la politica dell’innovazione». «Tuttavia – ha aggiunto il presidente della sezione Metalmeccanica – tutto ciò a volte non basta, nel senso che non è sufficiente ad attenuare le varie problematiche che investono in genere l’economia produttiva della provincia. I problemi che riscontrano le imprese nel loro percorso di crescita sono sempre quelli, atavici, che affliggono la nostra terra, che vanno dalla burocrazia al credito, alla criminalità. Come imprenditori abbiamo una naturale vocazione al rischio, ponderato e pianificato, che è credo, un dato oggettivo ed inconfutabile, ma spesso non viene adeguatamente “apprezzato”, costringendoci spesso a varcare i confini della Regione per avere le soddisfazioni che sappiamo possiamo avere e che soprattutto possiamo costruirci». «Siamo altresì convinti – ha concluso il Numero Uno della sezione Metalmeccanica vibonese – che spetta a noi predisporre una rete di proposte in grado di dare segnali forti in direzione del cambiamento e dello sviluppo. Soprattutto, spetta a noi in quanto Associazione, il compito di affiancare le aziende e di tutelarle nel “modo di fare impresa”, mettendole in condizioni di poter competere sul mercato ed è questo quello che speriamo di poter realizzare nei prossimi anni del mio mandato». ●

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Confindustria Vibo Valentia: Rocco Colacchio confermato presidente della sezione Alimentare

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occo Colacchio (della Colacchio Food di San Costantino Calabro), è stato riconfermato Presidente della Sezione Alimentare di Confindustria Vibo Valentia, che nei giorni scorsi, nel corso dell’Assemblea generale, ha provveduto ad eleggere anche i componenti del Consiglio Direttivo che formeranno la squadra del Presidente per i prossimi Rocco Colacchio 2 anni: Vice Presidente, Domenico Francesco Penna (Gelateria Enrico); Vice Presidente Domenico Monardo (Dolciaria Monardo); consiglieri: Nuccio Caffo (Distilleria F.lli Caffo); Giacinto Callipo (Callipo Conserve Alimentari); Luigi Caccamo (L’artigiano della ‘ndujia); Leo Muzzupappa (Frantoio Mafrica); Vincenzo Vinci (Mediolat); Giuseppe Piluso (Frigel). Il Presidente Colacchio, dopo le operazioni di voto, ha voluto «ringraziare i presenti per la fiducia accordatagli ed ha brevemente tracciato quelle che saranno le linee guida della Sezione per il prossimo biennio». «Nel mio primo mandato – ha affermato Rocco Colacchio – abbiamo fatto molto, perseguendo iniziative ed attività che hanno contribuito a dare una immagine positiva della Sezione, non solo in ambito locale e regionale, ma anche nazionale ed estero, basti pensare alla campagna di comunicazione “Gusta vibonese” che ha avuto un enorme successo, o alla promozione di serate a tema organizzate in collaborazione con la Provincia di Vibo Valentia, per citarne alcune. Tuttavia, abbiamo modo di ritenere che bisogna perseguire con maggiore attenzione e dinamismo la promozione dei nostri prodotti, attraverso un marketing aziendale che punti sulla qualità come vetrina d’eccezione, realizzando attività che siano stabili per la creazione di un solido posizionamento sul mercato delle nostre aziende». «È necessario – ha continuato Colacchio – attivarsi per far conoscere il marchio “Made in Vibo” in modo diverso dai classici stereotipi, attraverso innovazione e creatività, con capacità ed attenzione, costruendo eventi dedicati come momenti di confronto ed attrazione alla cultura del luogo. Molte sfide dunque ci attendono, dichiara ancora il Presidente, che cercheremo di affrontare con il massimo impegno e con il coinvolgimento di tutti, implementando le attività che ci hanno visto protagonisti anche nel rapporto con le Istituzioni che, bisogna riconoscerlo, sono state vicine ai nostri problemi ed hanno più volte collaborato positivamente con noi». Uno sguardo attento infine, il presidente, lo ha dedicato al progetto sulle Reti di Impresa, «che rappresentano – ha spiegato – uno strumento fondamentale per accrescere la competitività delle aziende e dell’economia, garantendo l’accesso a nuovi mercati e più ampi scambi commerciali, tutti fattori che possono notevolmente contribuire allo sviluppo ed alla crescita del settore». ●

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flash news La Calabria premia i suoi figli più illustri: Salvatore Lento

Bevande: gli Italiani spendono più in acqua minerale che in vino

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Da sinistra: Maurizio Gasparri, Salvatore Lento, Laura Chimenti

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ella sala Protomoteca del Campidoglio, si è svolta nello scorso mese di giugno la XX edizione del premio internazionale, “La Calabria nel mondo” con i patrocini di Regione Calabria, Provincia di Roma, Comune di Roma, Regione Lazio, Senato della Repubblica e La Presidenza del Consiglio dei Ministri, organizzata da C3 International. A presiedere la tavola rotonda l’On. Peppino Accroglianò, applaudito e commosso. Presenti: il Presidente della regione Calabria, Giuseppe Scopelliti; il Presidente del consiglio regionale Francesco Talarico; il Presidente della Corte Costituzionale Alfonso Quaranta; il Dottor Antonio Catricalà Presidente dell’Antitrust; l’On. Marco Siclari. Presenti anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno ed il parlamentare Maurizio Gasparri, moderatrice Laura Chimenti, giornalista del TG1. Diversi gli spunti ed i temi affrontati. La sala era affollata, la gente interessata, la discussione talvolta stuzzicante con alcuni picchi più coinvolgenti. Alla fine del pomeriggio sono stati as-

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segnati i premi (una creazione d'argento che rappresenta l’antico Codex purpureus rossanensis), destinati ai calabresi più meritevoli, tra questi Salvatore Lento con la seguente motivazione: «... Nel corso degli anni ha fortemente incrementato l’attività produttiva qualificandola sia con il recupero della tradizione e dei vitigni autoctoni che con l’innovazione delle tecniche di lavorazione, nonché correlando alla politica di qualità un marketing di alto profilo per l’inserimento dei propri vini in un mercato globale sempre più competitivo ed esigente. La profonda conoscenza della cultura enoica lo ha indotto a realizzare il centro aziendale in un complesso architettonico, un tempo residenza baronale, inserito in un contesto ambientale con caratteristiche paesaggistiche uniche in Italia come osservatorio dei Due Mari, Ionio e Tirreno. Salvatore Lento è a capo di una delle realtà più interessanti del Sud Italia, ha ottenuto numerosi riconoscimenti sia personali che aziendali grazie alla sua capacità di portare il proprio marchio in tutto il mondo». ●

on 19,71 euro mensili per famiglia, l’acquisto dell’ acqua minerale è diventato la prima voce di spesa del bilancio familiare per le bevande alle quali vengono destinati complessivamente 41,06 euro tra analcolici ed alcolici. E’ quanto emerge da elaborazioni della Coldiretti sulla base di dati Istat da cui si evidenzia l’avvenuto sorpasso nei confronti del vino per il quale la spesa media familiare mensile è stimata pari a 12 euro. La spesa media delle famiglie per l'acquisto di acqua minerale - sottolinea la Coldiretti nazionale - varia lungo la penisola da un massimo di 20,34 euro nel Nord a un minimo di 18,75 nel Mezzogiorno. Parallelamente all’aumento della spesa per la minerale, negli ultimi 30 anni in Italia – sostiene la Coldiretti - si è praticamente dimezzato il consumo procapite di vino che è sceso a circa 40 litri a persona per un totale di circa 20 milioni di ettolitri. Il forte calo nelle quantità di vino acquistate dagli italiani, che ha avuto una accelerazione negli ultimi dieci anni, in cui si è verificato un calo del 20 per cento, è stato accompagnato - conclude la Coldiretti - da un atteggiamento piu’ responsabile di consumo e da una maggiore attenzione alla qualità. Per il vino, pertanto, la strada della qualità e delle nicchie di eccellenza sembra essere ormai obbligata. Tale ragionamento vale, ovviamente, ancor di più per la Calabria che in termini di produzione di vino rappresenta una piccola percentuale nel Paese. ●

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flash news Cia: «L’agricoltura è vitale. Cresciuti del 4,5% gli occupati al Sud»

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’agricoltura dimostra di essere un comparto ancora vivo e vitale. Nonostante tutti i problemi che condizionano la competitività delle aziende (come i costi produttivi record, i prezzi sui campi non remunerativi e una burocrazia lenta e inefficiente) il settore primario continua a mettere a segno risultati importanti, crescendo nel Pil e nell’occupazione. Lo afferma la Cia, Confederazione italiana agricoltori. Nel primo trimestre 2011 infatti – spiega la Cia – aumentano dell’1,2 per cento i lavoratori in agricoltura, a fronte di un rialzo generale dell’occupazione fermo allo 0,5 per cento. Si tratta di un dato incoraggiante, che fa il paio con l’incremento del valore aggiunto del settore, che tra gennaio e marzo è cresciuto del 2,3 per cento contro lo 0,1 per cento di industria e servizi». «Più in dettaglio – continua la Cia analizzando il rapporto diffuso nei giorni scorsi dall’Istat – l’incremento dell’occupazione nei campi è pari a 10mila unità. L’incremento riguarda le regioni del Nord (più 2,5 per cento) ma soprattutto il Mezzogiorno (più 4,5 per cento) e interessa in particolare il lavoro dipendente (più 6 per cento) e quello autonomo (meno 2 per cento). Dopo anni si registra, dunque, un ritorno al lavoro in agricoltura – sottolinea la Cia –. Un’inversione di marcia cominciata nel 2010, quando il settore ha chiuso con una crescita dell’occupazione pari all’1,9 per cento, e un segnale di “rinascita” che la politica non può più ignorare. Ecco perché ora chiediamo al governo di investire davvero sull’agricoltura, dopo averla lasciata nell’angolo per anni e anni, e dare vita a una vera politica di sviluppo del comparto che oggi non c’è». «In questa prospettiva – conclude la Cia – riteniamo importante la proposta del ministro Romano sugli Stati generali dell’agricoltura, che noi avevamo sollecitato fin dal 2004 con la Conferenza nazionale. Si tratta dell’occasione giusta per pianificare non solo un’azione condivisa sulla Pac post 2013, ma per realizzare una nuova politica agraria nazionale». ●

Sos da Confagricoltura: 980mila aziende agricole a rischio chiusura

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e famiglie, per far fronte alle esigenze, stanno intaccando i risparmi, assediati da tariffe e bollette; gli aumenti maggiori, a cui devono far fronte, riguardano i generi alimentari, oltre che benzina, parcheggi, spese scolastiche e cure mediche. E’ quanto emerge dall’indagine Censis-Confcommercio. Confagricoltura nazionale sottolinea che la situazione economica in atto è una tenaglia micidiale anche per gli imprenditori agricoli, che vedono i prezzi dei loro prodotti diminuire del 20% per la frutta, del 22% per ortaggi e legumi, mentre il carovita aumenta. C’è poi il problema della volatilità dei prezzi delle commodity, come i cereali di cui il nostro Paese è deficitario, che si riflette sulle tasche dei consumatori ma anche degli agricoltori. “Il ministero – commenta Confagricoltura - ha calcolato che sono 980 mila le aziende agricole a rischio di chiusura”. •

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Vini: nuova affermazione per il Puntalice di Senatore

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l Cirò Puntalice delle Cantine Senatore Vini di Cirò Marina (Kr) trionfa all’I Drink Pink 2011. Oltre cento i rosati italiani in concorso sulle terrazze capitoline della rassegna “Città del gusto”. Ennesimo, prestigioso riconoscimento per l’azienda vitivinicola dell’Unicorno. Che continua a riscuotere consensi e successi nell’esigente e qualificato ambiente dell’enologia italiana ed europea, promuovendo il brand della Calabria produttiva di qualità. Il premio assoluto, in categoria unica, è stato assegnato la notte del 7 luglio scorso nel corso della cerimonia conclusiva della kermesse enogastronomica promossa da “Gambero Rosso”, svoltasi nella Capitale. Il suggestivo panorama della terrazza di “Città del gusto” che, dal Tevere, affaccia su tutta Roma, la musica suggestiva e gli assaggi gourmet, hanno accompagnato i veri protagonisti della serata: i migliori rosati d'Italia. “I Drink Pink” di Gambero Rosso, protrattasi dal 20 giugno al 7 luglio 2011, ha registrato, anche quest’anno, la presenza dei migliori specialisti del vino, chef e maître, ma anche di tanti cittadini e appassionati del settore provenienti dall’intera penisola e da più parti d’Europa. E sono stati proprio loro, a scegliere il rosato migliore: il Puntalice Senatore del terroir cirotano. «Siamo soddisfatti – dichiara Raffaele Senatore – per quest’ultimo risultato, soprattutto perché tappa di un percorso complessivo di attenzione, duplice, sia alla qualità del prodotto, sia all’abbinata valorizzazione del nostro territorio. Il buon vino – continua Senatore – resta, infatti, una delle leve più efficaci per la promozione del terroir e dunque della storia e della cultura dei luoghi di produzione». Medaglia d'argento per l’Ehos Igt Calabria rosso al 9° Concorso Enologico Internazionale 2010 “La Selezione del Sindaco”; Berebene Low Cost 2010 Edizione Gambero Rosso per il Cirò Rosso classico Arcano 2007; diploma di Gran Menzione per il Calabria Igt bianco Alikia 2009 al Concorso Enologico Internazionale dal 29 Marzo al 2 Aprile al Vinitaly; diploma di merito al vino Calabria Igt bianco Silò 2009 all’11° Selezione Nazionale “Vini da pesce” ad Ancona dal 12 al 14 Maggio; medaglia d'argento Calabria Igt rosso Nerello 2007al 17° International Weinpramierung Zurich 2010; “Cento per Cento rosso”, riconoscimento assegnato all’Arcano Riserva 2005 dalla rivista specialistica di settore AcquaBuona. Un palmares aziendale di tutto rispetto, che premia ed promuove anche gli sforzi e gli investimenti per la qualità di tutti prodotti enogastronomici e dell’identità calabrese, e che viene impreziosito con la conferma per Puntalice di quest’ultimo ambito e prestigioso riconoscimento. ●

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Struttura e congiuntura in Calabria

Economia calabrese: i dati ufficiali parlano di una regione in agonia Importante giornata di confronto a Lamezia Terme, nella sede di Unioncamere. La relazione del presidente Gaglioti. Permangono gravi ritardi in tutti i settori della vita produttiva

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i è tenuta nei primi giorni di luglio, nella sede di Unioncamere a Lamezia Terme, la Giornata dell’Economia Regionale. «La presentazione del rapporto economico regionale – ha spiegato Unioncamere Calabria – ha rappresentato un viaggio nei numeri più rappresentativi dell’economia calabrese per approfondire le strategie economiche ed il ruolo che può essere svolto dal sistema camerale attraverso un confronto tra istituzioni locali, esperti ed imprenditori». Dopo il saluto introduttivo del sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, e l’intervento introduttivo a cura del presidente dell’Associazione che rappresenta le cinque Camere di Commercio di Calabria, Giuseppe Gaglioti, è stato dato spazio alle due relazioni a cura di Marco Pini (L’economia reale dal punto di osservazione delle Camere di Commercio: il Rapporto Unioncamere 2011), e Donatella Romeo, segretario generale di Unioncamere Calabria (Osservatorio economico regionale: presentazione dei principali indicatori socio-economici). E’ seguito un dibattito, moderato dal giornalista Vinicio Leonetti, al quale hanno preso parte: Giacomo Mancini, assessore regionale al Bilancio; Umberto De Rose, presidente di Fincalabra; Giovanni Latorre, Rettore dell’Università della Calabria; Giuseppe Lombardi, presidente Commissione regionale Abi Calabria. “Calabria Economia” ritiene utile proporre ai propri lettori la relazione integrale proposta dal presidente di Unioncamere Calabria, Giuseppe Gaglioti: «Anche quest’anno la presentazione dell’Osservatorio economico regionale, perfettamente in linea con quanto normato dalla riforma della legge 580, vede questa Unione regionale

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delle Camere di Commercio protagonista della storia economica di questo territorio. Siamo oggi (5 luglio 2011, ndr) qui per tastare il polso dell’economia calabrese e comprenderne appieno lo stato di salute, lo facciamo perché lo prevede la legge ma lo facciamo soprattutto perché siamo soggetto attuatore delle politiche strategiche perché possiamo individuare e programmare quali terapie di mantenimento o d’urto occorre attivare per sostenere lo stato di benessere economico complessivo. L’Ossevatorio economico di Unioncamere Calabria è offerto come strumento di analisi da cui imprese e policy makers possono partire per identificare un percorso di sviluppo ovvero verificare, con il supporto dei numeri, la propria strategia di crescita. Le informazioni riportate fanno riferimento alla dimensione regionale, con un approfondimento sulle singole pro-

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Struttura e congiuntura in Calabria

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Gaglioti:

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Giuseppe Gaglioti

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Struttura e congiuntura in Calabria

Il tavolo degli intervenuti: De Rose, Latorre, Gaglioti, Mancini, Lombardi, Leonetti

vince in modo da effettuare anche dei benchmark tra le diverse economie locali. I dati sono organizzati in macro categorie di argomenti: - il contesto sociale con la presentazione delle informazioni relative alla demografia della popolazione, ai livelli di istruzione e formazione, al mercato del lavoro, ai consumi delle famiglie includendo i dati su reddito, patrimonio, qualità dell'ambiente e le implicazioni dell'inflazione; - il contesto economico con la presentazione dei dati sulla competitività del territorio (pil e valore aggiunto), sulla situazione infrastrutturale, sul mercato del credito; - il sistema imprenditoriale con le informazioni relative alla demografia ed ai bilanci delle imprese; - i motori della crescita con la situazione delle spese in innovazione e R&S, sul posizionamento sui mercati internazionali e sull'attrattività turistica del territorio; - infine gli scenari di previsione al 2013. Una esposizione, scevra da considerazioni politiche, della quale emergono le grandi difficoltà della Regione ma anche le molte ricchezze. Il rapporto che presentiamo traccia certamente le coordinate di una realtà economica calabrese segnata da una serie di ritardi,

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rispetto ad altre regioni italiane, in termini di valore aggiunto e ricchezza prodotta. Gli stessi deficit strutturali e infrastrutturali e il difficile accesso al credito, inaspriti dal generalizzato contesto di crisi internazionale, non determinano vantaggi economici a carico delle imprese, non supportano gli investimenti esterni e penalizzano, in ultima analisi, la competitività complessiva regionale. Minore risulta la produttività degli investimenti regionali a causa principalmente dei maggiori oneri finanziari, dei costi di gestione e della relativa maggiore incidenza del costo del lavoro che erodono i profitti delle imprese determinando, nell'ultimo periodo, una flessione drastica del ROE ( rendimento del capitale conferito dell'imprenditore) - 118,36 % e del ROA ( redditività della gestione operativa) - 0,48 esponendo le imprese regionali ad un maggior rischio di default nonché inducendo di fatto ad un maggior ricorso al lavoro non regolare. L’incidenza del lavoro non regolare (22,3 % in Calabria contro il 10,2 % dell'Italia) contribuisce a mantenere ancora elevati i consumi con un incidenza dei beni di prima necessità sulla spesa totale sostanzialmente stabile negli ultimi anni ( 22% consumi alimentari) ma comunque distanti dalla media

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Struttura e congiuntura in Calabria

La giornata dell'economia regionale presso la sede di Unioncamere a Lamezia

nazionale (17,3% consumi alimentari). A tale riguardo Unioncamere Calabria, in virtù della legge 448 del 1998, figura anche tra i componenti della Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare alla quale offre ospitalità e supporto tecnico. Di fatto, i dati presentati nel rapporto dalla nostra Unione regionale e rilevati da tale Commissione collimano perfettamente pertanto tra le due organizzazioni sussiste una reale intesa che a breve si concretizzerà nella formalizzazione di un protocollo di collaborazione per lo scambio di dati e rilevazioni utili ai fini della realizzazione dell’Osservatorio sul lavoro sommerso. In questo scenario economico non mancano tratti di maggiore slancio: la grande natalità imprenditoriale, il livello di scolarizzazione e la conseguente offerta di elevata professionalità sono le leve su cui impostare strategie di sviluppo per rafforzare la base imprenditoriale regionale. Tuttavia l'elevato tasso di mortalità (6%) assorbe quasi per intero la natalità imprenditoriale (6,7%) testimoniando da la grande voglia di fare impresa anche come risposta ad una carenza significativa di opportunità lavorative. Un ruolo fondamentale è quello svolto dall'ambiente e dalla dotazione di infrastrutture per la mobilità che influiscono di-

rettamente sulla qualità della vita, sull'attrattività del territorio. E poi ancora due concetti chiave: internazionalizzazione e innovazione. Ancora oggi oltre 300 milioni di euro l'anno finiscono all'estero quale deficit della bilancia commerciale cui bisogna aggiungere tutto l'import dalle regioni italiane e gli altri rilevanti trasferimenti finanziari. Una somma enorme che comporta, secondo stime di importanti economisti , una perdita netta annua di ricchezza pari al 25%. Dunque le imprese devono internazionalizzare ma in maniera coerente, pianificata e sistemica non occasionale, in Calabria sono circa un migliaio le imprese che esportano e di queste solo il 10% lo fa stabilmente. Appare evidente, in questo scenario le sfide politiche in carico alle istituzioni parlano chiaramente di debito pubblico, disoccupazione, identità economica. Considerato ciò, per contribuire al rilancio economico di questa regione, Unioncamere Calabria non può agire da sola e riconosce nella rete e in una governance unica e condivisa il modus operandi imprescindibile alla base di ogni singola azione. Indispensabile diventa il confronto continuo e costruttivo con il Governo regionale e tutte le istituzioni locali per tradurre i segnali e le indicazioni che vengono dal mondo produttivo in ►

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Struttura e congiuntura in Calabria

Gianni Speranza

Giovanni Latorre

Umberto De Rose

politiche realmente utili e di sostegno per il soddisfacimento delle loro esigenze. Proprio a tale riguardo e con tale finalità questa Unione regionale ha avviato con il Governo Scopelliti la sottoscrizione di un accordo di programma quadro, che ad oggi risulta ancora in fase di definizione, con lo scopo di avviare un percorso sinergico per la realizzazione di azioni concrete in favore delle imprese. La sinergia e la forza della rete sono state ritrovate innanzitutto all’interno del sistema camerale calabrese che unito e coeso oggi è pronto a mettere insieme le proprie risorse per rispondere in modo efficace ai bisogni diversificati espressi dai singoli territori nel rispetto delle peculiari vocazioni. Unioncamere ha guadagnato in questi anni un premiale vantaggio competitivo migliorando la propria efficienza grazie alle professionalità diversificate espresse dalla struttura organica dei dipendenti e dai collaboratori della Rete Enterprise istituita dalla Commissione Europea nel 2008 e che ha, presso Unioncamere regionale, un’”antenna”, per la realizzazione di tutte le attività di supporto alla competitività delle PMI locali. Gli sforzi fatti nella direzione del miglioramento continuo troveranno nella programmazione del prossimo triennio la loro naturale prosecuzione oltre che l’apoteosi di un processo di

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consolidamento dei servizi offerti. Detto ciò, non mi resta che augurare a questa regione di essere protagonista della propria storia economica e sociale e di diventare un’area di eccellenza nell’economia dell’intero Paese, una terra delle opportunità. Proprio con questo auspicio, Unioncamere Calabria pubblica oggi i principali indicatori economici locali rinnovando la “sfida della competitività”, sfida ardua almeno quanto esaltante, con la consapevolezza che per leggere e governare uno scenario politico ed economico in continuo mutamento classe politica e dirigente necessariamente operare flessibili e dinamiche e che oggi si segna solo la tappa di un percorso che potrebbe anche ripartire verso nuove direzioni. Infatti, la lente di ingrandimento dell'osservatorio economico regionale consente di mettere in luce anche i tanti elementi su cui concentrare l'attenzione e gli investimenti. Cominciamo dai giovani: la grande natalità imprenditoriale, il livello di scolarizzazione e la conseguente offerta di elevata professionalità sono le leve su cui impostare strategie di sviluppo per rafforzare la base imprenditoriale regionale. Le politiche economiche degli ultimi anni sono state orientate a finanziare le nuove imprese. Tuttavia l'elevato tasso di mortalità (6%) as-

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Struttura e congiuntura in Calabria

Paolo Abramo

Donatella Romeo

Roberto Costanzo

sorbe quasi per intero la natalità imprenditoriale (6,7%) testimoniando da un lato la grande voglia di fare impresa, anche come risposta ad una carenza importante del mondo del lavoro, ma dall'altro, la grande improvvisazione di tanti giovani che rischiano di compromettere anche quel poco che hanno se non vengono adeguatamente formati e supportati. In questo senso occorre porre in essere politiche atte ad aumentare il capitale intellettuale e sviluppare la capacità degli studenti di trasformare le loro conoscenze in competenze concrete spendibili nel mondo del lavoro. In questa direzione si segnalano gli importanti progetti di alternanza scuola-lavoro e università-lavoro messi in campo negli ultimi mesi che stanno già fornendo i primi importanti risultati. Un ruolo fondamentale è quello svolto dall'ambiente e dalla dotazione di infrastrutture per la mobilità che influiscono direttamente sulla qualità della vita, sull'attrattività del territorio. Salvaguardare il mare, le montagne, combattere l'abusivismo, sviluppare le fonti di energia rinnovabili, investire nella vita culturale e nella cura urbana della città, migliorare ed interconnettere porti, aeroporti, ferrovie e investire nelle reti di fibbra ottica porta inevitabilmente al miglioramento del patrimonio sociale e ad una maggiore attrattività del territorio, evitando

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contemporaneamente il grande spreco connesso alla fuga di molti giovani. Importante è la politica di incentivazione delle spese l'innovazione delle imprese. I dati confermano che la maggior parte della spesa è attribuibile al settore pubblico e strettamente connessa alle politiche di finanziamento. Il ruolo delle università è ancora poco incisivo e si corre il rischio che la grande mole di finanziamento della nuova programmazione comunitaria non sia assorbibile da un mercato scarsamente ricettivo. Occorre dunque una grande spinta economica per contesti socio-economici su cui impiantare il seme dell'innovazione. La visione complessiva della fotografia offerta dall'osservatorio dimostra, a nostro avviso, che ciò di cui c'è bisogno in Calabria è fare in modo che gli investimenti per le imprese passano attraverso forme di fiscalità di vantaggio che rendano attrattivo il territorio allontanando i tanti "prenditori" di fondi che in questi anni sono passati per la Regione vendendo l'aria fritta di attività misteriosamente scomparse allo scadere dei finanziamenti. Perché la Calabria non ha bisogno di interventi straordinari ma di un ritorno alla normalità». •

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Strumenti per lo sviluppo

Reti di Imprese: opportunità imperdibile per gli imprenditori della nostra regione Le novità per chi fa economia in Calabria, anche alla luce delle nuove disposizioni dell’Agenzia delle Entrate, in un faccia a faccia con l'avvocato Enrico Mazza di

Rosalba Paletta

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’unione fa la forza, oltre che un noto motto, è, o deve diventare, anche una certezza per chi fa impresa oggi in Calabria. Fare rete è la strada da percorrere per superare difficoltà ataviche del tessuto economico-imprenditoriale, in particolare nella nostra regione, e in generale nell'intero Paese. Lo affermiamo per convinzione, anche alla luce delle recenti notizie diffuse dall’Agenzia delle Entrate in merito alle agevolazioni fiscali che si concedono alle imprese in rete, pur consapevoli delle resistenze che tali posizioni trovano nel nostro tessuto imprenditoriale. E lo affermiamo supportati dal parere tecnico di uno specialista della materia, l’avvocato Enrico Mazza, Amministratore Delegato della M.I.A. Mondo Impresa Azienda, società specializzata nella consulenza ed assistenza alle imprese; responsabile della sezione aiuti alle imprese del portale “Calabria Economia”, nonché Assistente alla cattedra di diritto commerciale della facoltà di Economia Aziendale dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e Componente del Comitato tecnico Fisco e Corporate Governance di Confindustria nazionale. Alla luce delle novità introdotte da parte dell’Agenzia delle Entrate (provvedimento direttoriale del 13 giugno 2011 protocollo 2011/81521) , abbiamo intervistato

l’avvocato Mazza, che ci ha spiegato nel dettaglio come, quella della costituzione delle reti d’impresa, sia un’opportunità imperdibile per le aziende calabresi: finalmente, con l’istituzione di questo contratto, gli imprenditori, soprattutto i più piccoli, che hanno sempre resistito all’idea di mettersi insieme, si trovano di fronte un’opportunità che non possono permettersi il lusso di perdere. Riuscire a reggere la pressione competitiva globale e aggredire nuovi mercati, specie nei settori ad alto valore aggiunto, rappresenta la sfida più importante che attende il tessuto produttivo calabrese. Una sfida difficile che l’impresa locale, specie la piccola e la micro, non può pensare di affrontare in solitudine. Avvocato Mazza quale percorso si propone alle aziende calabresi con le Reti d’Impresa?

«Quella proposta da questo contratto è una strada, a mio avviso, percorribile perché aggrega imprese che perseguono obiettivi comuni, non necessariamente dello stesso settore (come per i consorzi) e/o dello stesso territorio (come per i distretti industriali), che anche solo per mero scambio di informazioni o di prestazioni industriali, accrescono la loro competitività sia nei mercati interni che in quelli esteri, senza che gli stessi siano costretti a rinunciare alle loro rispettive autonomie». Enrico Mazza

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Strumenti per lo sviluppo

Come devono agire le imprese interessate?

«E’ bene subito precisare che non viene costituito un nuovo soggetto - malgrado sia necessario un atto pubblico o una scrittura privata autenticata da iscriversi al registro delle imprese ma un nuovo strumento per coordinare e migliorare le rispettive capacità produttive e quindi la competitività. Strumento aggregativo riconosciuto dai terzi, siano essi Pubblica Amministrazione, banche, fornitori, clienti ecc.».

Anche il rapporto con le Banche risulterà dunque facilitato da questo nuovo tipo di strumento aggregativo?

«Sì, sul fronte delle banche già alcuni istituti di credito hanno adottato modelli di rating che tengono conto della presenza dell’azienda all’interno della rete, e sempre di più la tendenza del mondo del credito sarà quello di guardare con più attenzione se l’impresa aderisce o meno a formule aggregative. Ancora: il mondo della finanza agevolata premia chi si mette in rete, da una ricognizione delle principali misure locali o nazionali risulta che conviene – anche nella determinazione del punteggio - fare rete. Non da ultimo il bando nazionale che eroga contributi per le aggregazioni delle imprese di trasporti».

Non si sa ancora molto relativamente a questi strumenti, ma non c’è dubbio che vale la pena per le imprese approfondire il tema?

«Assolutamente sì, capirne di più, anche solo per curiosità, diventa utile; altrettanto utile è conoscere come funziona una rete di imprese».

I nostri lettori apprezzeranno senz’altro un quadro tecnico che, a livello generale, vorrà fornirci per far conoscere e comprendere questo nuovo strumento che va ad aggiungersi nella cassetta degli attrezzi degli imprenditori. Andiamo con ordine e partiamo dalla legislazione.

«Bene: con l’art. 42, comma 2-bis del d.l. n. 78 del 2010 per come convertito in legge, si sostituisce in toto il comma 4-ter dell’art. 3 del d.l. 10 febbraio, n. 5, convertito con modificazioni dalla l. 9 aprile 2009, n. 33 viene regolamentato il contratto di rete. Il rinnovato schema di base della rete è quello di un contratto plurilaterale di collaborazione commerciale dove più imprenditori, anche individuali, intendono accrescere, mediante la rete, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la competitività sul mercato, non solo attraverso l’esercizio in comune di una o più attività economiche – come accadeva in precedenza – ma anche mediante forme di collabo-

razione in ambiti predeterminati e lo scambio di informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica». Quali sono i contenuti di questo contratto?

«In quanto ai suoi contenuti detto contratto, soggetto ad adempimenti pubblicitari, può prevedere, ma non è obbligatorio, l’istituzione di un fondo comune cui si applicano le disposizioni del fondo consortile di cui agli artt. 2614 e 2615 c.c., possono essere apportati anche patrimoni destinati ex art. 2447bis, lett. a) c.c.».

Veniamo all’aspetto fiscale: l’Agenzia delle Entrate lo scorso 14 aprile ha pubblicato quanto necessario per far accedere alle agevolazioni le imprese appartenenti a “Reti imprese” e il 13 giugno ha fissato la quota di sconto per le imprese che fanno squadra …

«Ebbene sì, quanto mancava in termini di modulistica, istruzioni, protocolli, circolari, termini e modalità di richieste, il 14 aprile è stato pubblicato dall’Agenzia delle Entrate, quindi le imprese, dal 2 al 23 maggio sono state nelle condizioni di allestire la domanda da presentare telematicamente utilizzando l’apposito software “AGEVOLAZIONIRETI”, per ottenere le agevolazioni fiscali spettanti alle imprese appartenenti a reti di imprese. Ma facciamo un passo indietro: la norma prevede che se una quota di utili di esercizio, accantonati ad apposita riserva, viene destinata dall’impresa che aderisce ad un contratto di rete al fondo patrimoniale comune, questo consente la defiscalizzazione degli stessi utili fino al limite di un milione di euro. Detto beneficio fiscale sarà applicato fino al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2012. Sembra che se lo strumento della rete funzionerà, il Ministro Tremonti si sia già impegnato sia a prorogare questo beneficio, sia ad aumentare i fondi disponibili. Anche su questo aspetto, vale la pena fare almeno due precisazioni. Una prima, che trattasi di sospensione di imposta, in quanto detto beneficio decadrà o quando la riserva è utilizzata per scopi diversi, ovvero quando viene meno, da parte dell’impresa, l’adesione al contratto di rete. Una seconda, che fino a pochi giorni fa non si conosceva se detto beneficio fiscale potesse considerarsi o meno aiuto di Stato per cui si attendeva la decisione della Commissione Europea. Non da ultimo va segnalato il provvedimento direttoriale del 13 giugno scorso dell’Agenzia delle Entrate (prot. 2011/81521) con il ►

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Strumenti per lo sviluppo

quale è stata fissata la quota di sconto di imposta per le imprese che si sono costituite in rete: in particolare queste beneficeranno, per il periodo di imposta 2010, di un risparmio di imposta pari al 75,3733%. Detto sconto è stato calcolato in rapporto al limite degli stanziamenti per il 2011, che la norma introduttiva dell’agevolazione fissava in 20 milioni di euro (comma 2-quinquies, articolo 42, Dl 78/2010)». All’inizio dell’anno è arrivata anche dall’Unione Europea una buona notizia?

«Esattamente: il 26 gennaio di quest’anno, la Commissione Europea ha dato il via libera alle suddette agevolazioni fiscali introdotte dall’Italia per incentivare la costituzione di reti di imprese, dopo un approfondito esame da parte dei servizi del Commissario alla Concorrenza Joaquin Almunia, è stato accertato che il provvedimento varato in Italia non rappresenta un aiuto di Stato».

Si tratta di un provvedimento di grande rilevanza…

«A mio avviso siamo di fronte ad un passaggio cruciale, che rende ancora più appetibile detto contratto, in quanto la norma italiana era stata congelata in attesa delle valutazioni di competenza europea, praticamente la decisione di Bruxelles consente ora al Ministero dell’Economia e delle Finanze di rendere operative le agevolazioni, attraverso l’emanazione di decreti attuativi».

Altro significativo elemento dello strumento di aggregazione di imprese viene dalla rappresentanza della rete, vero?

«Vero. Se nella versione originale vi era un organo in senso tecnico, cui ciascuna impresa prendeva parte, nella nuova disposizione il ruolo di organo comune è svolto da una delle imprese partecipanti al contratto, la quale, salvo disposizione diversa, agisce in rappresentanza di tutte le altre, sia sul piano amministrativo che ai fini delle procedure dirette all’ottenimento di garanzie per l’accesso al credito, nonché per tutte le altre materie attribuite. Per le decisioni che non rientrino nei poteri attribuiti a tale “organo”, il contratto dovrà prevedere le regole per l’assunzione delle decisioni, nonché le modalità procedurali per assumere la decisione di modificare il programma del contratto di rete».

Qual è in sintesi, da specialista della materia, la sua opinione sul contratto di rete?

«Non posso trattenermi dal considerare che questo strumento aggregativo rappresenta la formula più agile e snella che abbiamo nel nostro panorama legislativo. Non v’è dubbio che questa rappresentanza, quest’organo amministrativo, mi fa pensare più al tipo previsto nell’associazione temporanea di imprese (ove è presente l’impresa capofila) che ad un consorzio (ove è previsto un organo amministrativo strutturato), con la differenza che l’ATI nasce è muore con un solo affare. Novità

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di minore rilievo è rappresentata dalla riformulazione dell’art. 3 comma 4-quater, che oggi, oltre a comportare l’iscrizione del contratto di rete nella sezione del registro delle imprese presso cui è iscritto ciascun partecipante, prevede che il contratto produca effetto a decorrere dall’ultima iscrizione. Certamente, benché nel il nostro ordinamento l’aggregazione non sia un fatto nuovo – basti pensare ai distretti industriali, associazioni temporanee, associazioni di scopo o ai consorzi di imprese – è pacifico che l’imprenditore italiano, e ancor di più il calabrese, è per sua natura restio ai “matrimoni stretti”, anche se a mio avviso prima o poi saranno costretti a rompere gli indugi». Uscire nel mare magnum della competizione internazionale in solitudine, insomma, è sempre meno consigliabile per le nostre imprese?

«Assolutamente sì. Condivido in pieno, in tal senso, quanto dichiarato dal Presidente di Retimprese Aldo Bonomi, quando afferma che “la competizione internazionale richiede inevitabilmente una certa massa critica, velocità e flessibilità nelle decisioni, un forte grado di innovazione tecnologica, nonché la capacità di raggiungere anche i mercati lontani. Tutto ciò è complicato da soli, ma l’essere insieme non deve far perdere l’agilità del singolo giocatore».

Ha riscontrato dei punti di debolezza in questo nuovo strumento?

«La ringrazio per la domanda, che mi dà la possibilità di esprimere una considerazione in merito ad alcune lacune legislative. Se per un verso ribadisco, per l’ennesima volta, che siamo di fronte ad uno strumento aggregativo innovativo per il nostro ordinamento giuridico, è altrettanto vero che la dottrina, la giurisprudenza e gli operatori economici dovranno affrontare una serie di questioni che il legislatore, non so se per volontà, ovvero per fretta nel legiferare per ben tre volte in due anni, non ha trattato. Concludiamo questa breve opinione tecnica con una comunicazione di servizio, per qualsiasi chiarimento e/o delucidazione, oltre a consultare il portale www.calabriaeconomia.it, dove avvieremo tutta una serie di aggiornamenti su questa materia magari affrontando e rispondendo alle domande più frequenti, sono disponibili c/o la M.I.A. Mondo Impresa Azienda di Catanzaro (telefax 0961777029) tecnici specializzati a fornire informazioni utili e necessarie per capirne di più. Proprio dette specializzazioni hanno portato l’Università Magna Graecia di Catanzaro - Facoltà di Economia Aziendale - a selezionare la M.I.A tra le imprese che ospiteranno tirocini formativi del nuovo programma FIXO 2, programma voluto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali gestito tramite Italia Lavoro, nella fattispecie è stato selezionato, tra i migliori laureati in Economia Aziendale il Dott. Vesperi Walter che verrà formato per diventare Manager di Reti di Impresa. •

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Consuma e Spendi Calabrese

Grande novità per l’estate 2011: "La Calabrese", la pizza che fa bene al palato e all’economia regionale Al Castello Ruffo di Scilla presentata l’iniziativa dell’associazione Consuma e spendi calabrese e del Consorzio di tutela dei salumi D.O.P. di Calabria di

Rosalba Paletta

C

'è una grande e gustosissima novità per l'estate 2011 re sul territorio i soldi che spendiamo e di produrre benessere sulle tavole delle nostre pizzerie (ma presto anche interno. E’ per questo che la collaborazione si è concretizzata nel resto d’ Italia): è "La Calabrese", la pizza ai 4 con un consorzio, che simboleggia l’importanza dell’agire in Salumi D.O.P. di Calabria, salsiccia, soppressata, capicollo rete, della filiera, dell’indotto, dell’economia locale. In epoca di e pancetta. Una delle più antiche tradizioni della nostra regiocrisi economica e di federalismo alle porte bisogna che ciascuno ne, quella salumiera, incontra l’attualità di un messaggio come si attivi, continuando a chiedere, certamente, che le istituzioni quello che invita a consumare e spendere calabrese, per risponfacciano il loro dovere; ma interrogandoci anche con maggiore dere alle sfide del federalismo, pur lontani da logiche di autoresponsabilità su che cosa possiamo fare singolarmente per misufficienza e autarchia. Si tratta di un progetto di comunicaziogliorare le condizioni di vita dei nostri territori: il meccanismo ne integrata nato dalla è semplice, non richiede collaborazione fra l'asgrandi investimenti, è sociazione “Consuma immediatamente operae spendi calabrese”, di tivo e capace di genecui è portavoce Massirare fatturato, sviluppo mo Tigani Sava, e il e, quindi, lavoro. Le Consorzio di tutela pizzerie che aderiranno dei salumi D.O.P. di all’iniziativa avranno la Calabria, presieduto possibilità di proporre da Ernesto Madeo. E una specialità fortemenchi pensa che la novità te radicata nella storia e sia buona solo per il panella cultura calabrese lato, sbaglia: a goderne molto ricercata peraltro sarà sì, il gusto, di tutti dai turisti; e i salumifiquei consumatori che ci si gioveranno della vorranno preferire un Castello Ruffo si Scilla: Marra, Caffo, Romano, Caridi, Tigani Sava progressiva costruzione prodotto tipico della tradizione abbinato ad un alimento comue implementazione di un mercato interno fondamentale sopratne e diffusissimo, qual è la pizza. Ma a beneficiarne saranno tutto in una congiuntura economica negativa. Nessuna forma soprattutto la realtà economica calabrese; l'immagine che daredi intermediazione commerciale da parte dell’associazione, mo delle nostre tipicità a chi siede a tavola in vacanza; la filiera quindi, ma solo azioni volte a far prevalere la positiva filosofia corta che, dall’allevamento dei suini alla commercializzazione del "Consuma e Spendi Calabrese". Scegliamo di consumare e delle carni trasformate in pregiati salumi, permette di mantenespendere calabrese anche quando andiamo a mangiare la pizza

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Consuma e Spendi Calabrese

Il pubblico al Castello di Scilla

e cerchiamo, fra i locali che hanno aderito all’iniziativa, “La Calabrese” (l'elenco sarà consultabile sul sito www.consumaespendicalabrese.it). A nostro piacimento potremo poi scegliere di accompagnarla con un buon bicchiere di vino rosso, magari di una delle tante e qualificate cantine calabresi (il discorso è lo stesso!), oppure una buona birra realizzata dai nostri Mastri birrai. Avremo solo l’imbarazzo della scelta e il circuito virtuoso che si innescherà ci vedrà protagonisti, trasformandoci da buone forchette (quali siamo, proverbialmente, la maggior parte dei calabresi), in consumatori responsabili e attori di sviluppo. Concetti, questi, che il progetto culturale "Consuma e spendi calabrese", diffonde da tempo, con l'obiettivo di creare una maggiore consapevolezza del ruolo che tutti - ristoratori, consumatori, produttori, rivenditori - possiamo avere nel promuovere uno sviluppo economico autentico e sano della nostra regione e del suo tessuto produttivo a partire dal basso. L'iniziativa "La Calabrese", che si inserisce nel filone di sinergie inaugurato la scorsa estate con i 6x3 affissi in tutta la regione che invitavano a “consumare e spendere calabrese”, è stata presentata alcuni mesi fa in anteprima assoluta nel corso della Fiera Mediterranea Food e Beverage a Catanzaro, alla presenza di ospiti qualificati, intervenuti nel corso del partecipato incontro con specialisti del settore, giornalisti e aziende agroalimentari. Recentemente, nella splendida location del Castello Ruffo di Scilla, l’iniziativa è stata nuovamente al centro di una manifestazione voluta dai Giovani Imprenditori di Confindustria Reggio Calabria, presieduti da Angelo Marra. Nell’ambito della Prima Fiera Tipica calabrese (Scilla, 2425 e 26 giugno scorsi), realizzata con il patrocinio della Regione Calabria, del Comune di Scilla, della Provincia di Reggio Calabria, della Camera di Commercio di Reggio Calabria, dell’assessorato alle Attività Produttive della Regione Calabria, guidato dall’on. Antonio Caridi, e del Coser, un convegno è stato dedicato interamente alla presentazione del progetto e alla

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discussione delle ricadute positive che la sua capillare diffusione a livello regionale, ma non solo, produce. Convinti sostenitori dell’iniziativa sono stati: l’on. Antonio Caridi; il Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Calabria, Nuccio Caffo; il Presidente dei G.I. di Confindustria Reggio Calabria, Angelo Marra; il Presidente dei G.I. di Confindustria Vibo Valentia, Mario Romano. Moderati da Massimo Tigani Sava hanno tutti insistito, dopo aver prestato i loro volti la scorsa estate alla campagna di comunicazione integrata lanciata con i 6x3, sulla rivoluzione socio-economica che ciascuno di noi può generare sostenendo il mercato interno. «Questa iniziativa – ha affermato l’assessore Caridi – coglie l’essenza dell’operato che stiamo portando avanti anche come Regione Calabria, e, in particolare, con il mio assessorato: puntare sul fare rete, sulla promozione del Made in Calabria, sul coinvolgimento dei giovani questo il nostro cavallo di battaglia. Per questo stiamo producendo bandi ad hoc, uno ad esempio andrà a sostenere quei ristoratori che scelgono di utilizzare prodotti calabresi nei loro locali». «Possiamo crescere facendo crescere i nostri marchi – ha affermato Caffo –: rafforziamoli nella nostra regione, diamo loro la possibilità di affacciarsi sui mercati nazionali e internazionali forti del consolidato consenso interno, il beneficio sarà per le nostre imprese, per la nostra occupazione, per la nostra economia». «Abbiamo già fatto nostro e sostenuto esattamente un anno fa il messaggio “Consuma e spendi calabrese” – ha spiegato Romano – perché riteniamo che sia un modo concreto e immediatamente efficace di dimostrare quanto ci stia a cuore la nostra terra e quanto siamo disposti a fare per risollevarne le sorti». «Come G.I. reggini – ha affermato Angelo Marra – abbiamo sposato e scelto di presentare qui il progetto de “La Calabrese” perché riteniamo, come per l’intero progetto denominato “Consuma e spendi calabrese”, che sia un modo concreto per promuovere i punti di forza della nostra regione: qualità, territorio, tradizioni. Puntiamo su ciò che ci rappresenta al meglio e promuoviamolo». «Le proposte reali di sviluppo economico nascono dalle sinergie, dall'elaborazione intellettuale, dalla capacità di mettere assieme il lavoro delle aziende, la volontà degli imprenditori e le tecniche professionali della comunicazione integrata – ha spiegato Tigani Sava – . Partendo da questi presupposti è stato lanciato questo progetto, unico nel suo genere nella nostra regione, e comunque di rilevanza strategica anche a livello meridionale. Ciascuno faccia proprio il motto di consumare e spendere calabrese anche quando va a mangiare la pizza e comprenda che l’obiettivo è comune: migliorare le condizioni di vita della nostra terra». ●

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Parla l'esperto

I “calabresi” del Nord America: una opportunità economica per le nostre aziende di

Paolo Zagami*

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’ notorio che nel Nord America risiedono stabilmente numerose comunità di calabresi di seconda e terza generazione, molti dei quali occupano ruoli di vertice e sono considerevolmente integrati nel tessuto socioeconomico dei relativi paesi. Per dare una idea del fenomeno è sufficiente prendere in considerazione le due principali città del Nord America, e cioè New York e Toronto, dove secondo una stima ufficiosa dell’AIRE (l’Anagrafe degli Italiani residenti all’estero) vivono più di 80.000 cittadini di origine calabrese. Si tratta di persone che mantengono solidissimi legami con la loro terra d’origine e che sempre sono alla ricerca di un “qualcosa” che rinsaldi queste relazioni e che ricordi le loro radici familiari. L’aspetto culturale relativo alle ragioni di questa presenza così massiccia risulta indubbiamente molto interessante; tuttavia, al di là del lato folcloristico, il dato di cui sopra deve opportunamente indurre le aziende calabresi a “sfruttare” questa risorsa ed in particolare ad intraprendere una attività economica di esportazione delle “qualità” calabresi in mercati dove vivono migliaia e migliaia di consumatori potenzialmente molto interessati. Al riguardo, è sicuramente comprensibile una certa paura ad inviare i propri prodotti in nazioni così lontane e più in generale a trattare e negoziare con interloPaolo Zagami cutori così distanti. Tuttavia questo

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gap può essere colmato attraverso l’intrattenimento di contatti specifici e concreti con gli importatori locali e la redazione di contratti commerciali internazionali che disciplinino legalmente il rapporto, il tutto secondo la formula americana “make business by contacts and contracts”. Con riferimento in particolare al primo punto le istituzioni calabresi stanno svolgendo un lavoro fantastico ed hanno un ruolo determinante nella promozione dell’immagine della Calabria all’estero e nell’apertura verso quei mercati dove il prodotto calabrese parte con una marcia in più per i motivi di cui sopra. Attraverso la partecipazione eventi fieristici è certamente possibile presentare i prodotti ma la fiera da sola non può peraltro apportare alcun concreto vantaggio economico al singolo imprenditore se non è accompagnata da una costante penetrazione del marchio “Calabria” all’estero tra coloro che saranno poi i distributori del prodotto. Oltre alla partecipazione a fiere internazionali sarebbe infatti opportuno se il lavoro fosse poi proseguito mediante l’intrattenimento di rapporti costanti e frequenti con le Camere di Commercio italiane all’estero, organismi che specie a New York e Toronto funzionano benissimo perché hanno nel loro database miglia di potenziali distributori e consumatori finali interessati al prodotto calabrese doc. In questo processo di promozione delle eccellenze calabresi e di intrattenimento di contatti e contratti con l’estero – oltre alla necessità di una assistenza legale che permetta l’ingresso nei mercati stranieri senza alcuna sorpresa – si rende chiaramente necessario il supporto di istituzioni ed associazioni e dunque, se l’obiettivo finale è quello di rilanciare il marchio

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Parla l'esperto

“Calabria” facendo vendere all’estero i prodotti calabresi, sarà ad esempio opportuno organizzare con la loro cooperazione degli incontri “be to be” o “door to door” con i singoli distributori potenzialmente interessati: è questa infatti la tecnica che ad oggi nelle pratiche del commercio internazionale garantisce più facilmente la sottoscrizione di contratti di “import-export”. Al riguardo, e così passando al secondo punto, la redazione di contratti commerciali o “commercial agreements” servirà proprio a colmare quei vuoti di regolamentazione che potrebbero creare controversie nella fase patologica del rapporto commerciale tra l’esportatore calabrese e l’importatore americano e/o canadese. Si tratterà in generale di negoziare e redigere complessi contratti di commercio internazionale che necessariamente devono essere corredati da numerose clausole – scritte in doppia lingua inglese ed italiana - finalizzate in particolare a garantire l’esportatore nel caso di cattiva riuscita dell’affare e prevedendo tutto ciò che è necessario per limitare i rischi e massimizzare gli utili. Più esattamente, bisognerà considerare i rischi connessi ai pagamenti internazionali ed in questa prospettiva sarà necessario prevedere una serie di garanzie bancarie tipiche del commercio internazionale le quali, ancora più della semplice fideiussione, dovranno valorizzare le c.d. garanzie autonome a prima richiesta. Sarà anche opportuno prevedere il ricorso a perizie di organismi indipendenti per il caso di controversie sulla qualità della merce o sulla sua presunta non conformità a determinati standard qualitativi o ancora per i casi di perdite o avarie dei prodotti esportati e bisognerà altresì prevedere una assicurazione per i danni materiali e diretti alle merci trasportate; il tutto precisando nel contratto in modo inequivocabile la legge applicabile, le modalità di risoluzione di eventuali controversie ed il regime di tassazione applicabile. Peraltro, per commercializzare con l’estero bisognerà però avere anche i necessari strumenti operativi ed in particolare sarà indispensabile conoscere

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il sistema doganale e la sua struttura, regole ed adempimenti. Il contratto commerciale dovrà infatti “coprire” l’imprenditore lungo tutto il cammino oltrefrontiera, dalla conclusione del contratto di compravendita alla consegna della merce passando per la organizzazione e gestione della complessa attività logistica tra cui naturalmente assume rilievo essenziale il trasferimento fisico delle merci. Sulla base di quanto sopra riportato, la Calabria e le istituzioni che la rappresentano possono e devono vivere il rapporto con i suoi emigrati nord-americani non solo nell’ottica di uno scambio culturale ma devono necessariamente far si che venga creata una fitta rete internazionale di commercializzazione di prodotti tipici (tra i quali naturalmente quelli agro-alimentari saranno i principali): tale rete commerciale potrà apportare evidentemente grossi vantaggi all’imprenditoria calabrese. Si ritiene insomma che – a maggior ragione di questi tempi quando tanto si parla di “Internazionalizzazione” della Calabria - il “mercato” dei “calabro-americani” e dei “calabro-canadesi” deve essere valutato come una grande risorsa ed una opportunità da sfruttare in una ottica imprenditoriale, attraverso non solo la commercializzazione fisica dei prodotti attraverso le varie dogane ma anche ad esempio tramite la loro distribuzione attraverso canali di vendita on line. Bisogna dunque porre in una situazione di ribalta i prodotti tipici calabresi consentendo allo stesso tempo la conoscenza del mercato calabrese in questi mercati solo all’apparenza così lontani. I flussi finanziari positivi ed i benefici economici e di diffusione del marchio “Calabria” sin dalla prima fase saranno certamente notevoli tanto da attivare un processo di sviluppo su larga scala anche delle piccole e medie aziende calabresi. •

* Avvocato Studio Legale Internazionale Zagamilaw

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business Per tutto l’anno 2011 McDonald’s offre la possibilità di osservare e conoscere in prima persona gli standard di qualità e sicurezza alimentare applicati nelle cucine dei propri ristoranti

McDonald’s Italia “apre le porte” su qualità e sicurezza alimentare LA SICUREZZA ALIMENTARE McDONALD’S La tracciabilità Per garantire l’origine, la storia e la qualità di ogni singolo ingrediente alimentare, McDonald’s richiede un sistema di tracciabilità, attraverso il quale ogni fornitura e fase produttiva è totalmente documentata. Questo sistema, sviluppato e gestito in collaborazione con i fornitori, garantisce la possibilità di intervenire in tempo reale su ogni eventuale emergenza. Il sistema di tracciabilità McDonald’s consente di risalire a ritroso la filiera produttiva e distributiva per tutti gli ingredienti utilizzati. In sole tre ore, i nostri partner sono in grado di ricostruire l'intera storia di un prodotto, ovvero tutte le fasi di produzione percorse fino al momento della consegna. Per ogni lotto di prodotto si può risalire con esattezza a provenienza, allevamento e controlli sanitari del bestiame. Stessa cosa per frutta e verdura. E' possibile sapere rapidamente: appezzamento di terra in cui sono state coltivate, sementi e concimi utilizzati. Tutti i nostri allevatori rispettano le linee guida indicate a livello internazionale come Good Animal Welfare Practices mentre tutti i nostri agricoltori si adeguano agli standard stabiliti a livello europeo come Buone Pratiche Agricole. Questo significa che gli animali sono nutriti a base di mangimi vegetali NON OGM e allevati nel massimo rispetto delle loro esigenze naturali, sia in termini di alimentazione sia di spazio, e che si coltiva preservando l'ambiente con l'obiettivo di migliorare costantemente e ottenere prodotti sempre più sicuri per la salute. I nostri fornitori sono tenuti a documentare ogni pas-

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saggio, a trasmetterci informazioni complete su tutti i processi e ad accettare visite di ispezione, pianificate o meno, sia da parte nostra che di enti certificatori esterni accreditati. I controlli vengono effettuati sia in fase di valutazione di un nuovo fornitore che successivamente, con frequenza annuale, per confermarlo. Possono comprendere anche test sporadici per verificare l'effettiva efficienza del sistema di tracciabilità. Il monitoraggio prosegue, poi, anche lungo tutta la fase logistica fino al momento in cui gli articoli arrivano nei nostri ristoranti contrassegnati da un codice di tracciabilità e una data di scadenza che rispettiamo fedelmente grazie a controlli quotidiani. Haccp (Hazard Analysis And Critical Control Point) McDonald’s, nel quadro delle iniziative volte a garantire la qualità e la sicurezza dei propri prodotti, ha reso operativo, in tutti i suoi ristoranti, il programma HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Point). Il programma prevede l’analisi dei rischi e il controllo dei punti critici della catena produttiva, con verifica quotidiana dell’intera filiera, dal ricevimento della merce alla vendita. L’attuazione del piano permette di avere sempre un controllo totale del ciclo produttivo, garantendo al cliente un prodotto controllato. Come previsto dalla legge, il programma HACCP è applicato anche da tutti i fornitori McDonald’s coinvolti nei cicli produttivi e dal Centro di Distribuzione. Ciò consente il monitoraggio completo della catena: preparazione, lavorazione, confezionamento, deposito, trasporto, distribuzione, preparazione nei ristoranti e vendita.

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business McDONALD’S PARTNER DELLA FILIERA ALIMENTARE

È TUTTA UN’ALTR A STORIA,

TUTTA ITALIANA. info

e. puramente dimostrativ

www.persapernedipiu.

© 2011 McDonald’s. Immagini

Entrata in Italia nel 1985, McDonald’s nella scelta dei propri fornitori conferma la tendenza ad essere un marchio “locale”. In Italia significa privilegiare il territorio e l’imprenditoria nazionale: circa l’80% dei prodotti e dei servizi provengono da aziende italiane.

QUANDO MANGI LA NOSTRA CARNE

O DEL RISTORANTE IZZ IR I Ristoranti ND L’I N CO E AR IZZ AL ON RS Catanzaro: Le Fontane SS 19 bis, c/o Le Fontane CZ; SPAZIO DA PE

La qualità degli ingredienti McDonald’s McDonald’s si occupa di ristorazione, quindi non produce alcun ingrediente o alimento, ma poiché sa che la qualità comincia dagli ingredienti, seleziona solo le migliori materie prime rivolgendosi alle più importanti aziende italiane, cui chiede che le sue esigenze siano rispettate a tutti i livelli di produzione: dalla scelta delle materie prime alla trasformazione, stoccaggio, trasporto e consegna nei ristoranti. Essere fornitore McDonald's significa, soprattutto, soddisfare rigidi standard di qualità e sicurezza considerati come i più elevati del settore della ristorazione. er.indd 1

M_1840_4x3_Hamburg

Carne bovina 100% italiana Gli hamburger di McDonald’s sono al 100% carne bovina proveniente da 15.000 allevamenti italiani. La qualità e la sicurezza della materia prima sono verificate e controllate nella fase di distribuzione e conservazione da Havi Logistics, centro di logistica e distribuzione, mentre sono gli stessi ristoranti a verificarne e controllarne le fasi di cottura e conservazione. La qualità della carne è controllata attraverso oltre 35.000 controlli a partire dalle fasi di produzione effettuati ogni anno e da rigidi standard di igiene e sicurezza applicati lungo tutte le fasi di produzione. Dal 1996 McDonald’s si affida a Inalca, società del Gruppo Cremonini, principale produttore italiano di hamburger e partner selezionato per la lunga esperienza nella produzione di carne, la competenza e l’italianità. I fornitori McDonald’s Solo i fornitori più rigorosi, diventano partner e lavorano con McDonald’s per garantire un prodotto eccellente. La carne arriva da Castelvetro (Modena). Il Gruppo Cremonini, che per McDonald’s seleziona solo bovini nati ed allevati in Italia, garantisce la tracciabilità della filiera dal 1996, ben prima che diventasse obbligatoria per legge.

28/06/11 14.46

Montepaone: C.C. Le Vele - Via Nausica - loc. Casinello Sanguinario Montepaone Lido CZ; Siderno: S.S. 106 - km 106,400 Siderno Marina RC

Inalca, nel 2009, ha fornito a McDonald’s 14.000 tonnellate di hamburger. Gran parte delle ricette a base di pollo, sono fornite da Amadori, azienda leader nella produzione di carni avicole, con sede a San Vittore di Cesena, in Romagna, che collabora con McDonald’s dal 1996. Il gruppo Amadori garantisce un prodotto sicuro, controllato e certificato lungo tutte le fasi produttive, poiché gestisce l'intera filiera integrata. Il pane proviene da Bomporto in provincia di Modena, dalla East Balt Italia, un panificio in provincia di Modena che può sfornare un milione di panini al giorno sfruttando tecnologie e macchinari molto avanzati che permettono di controllare sia la qualità delle materie prime che la conformità dei prodotti finiti agli standard da noi richiesti. Cipolle, vari tipi di insalata delle migliori qualità, insieme a pomodori e cetrioli, sono scelti accuratamente da Eisberg Italia di Campogalliano (Modena). La frutta fresca proviene da Macè con sede nei pressi di Ferrara, prima azienda italiana ad aver scelto di dedicarsi totalmente ai prodotti di quarta gamma, ovvero a prodotti ortofrutticoli tagliati pronti da mangiare. Macè garantisce la massima qualità e costanza dei prodotti, con grande attenzione alla tracciabilità. Per consegnare tutto questo nei ristoranti esiste un centro logistico che lavora in esclusiva per McDonald’s Italia, Havi Logistics, che ogni giorno raggiunge i ristoranti sul territorio nazionale rispettando la catena del freddo e controllando la qualità ad ogni carico. ● Per approfondire vai su www.persapernedipiu.info (redazionale)

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Calabria Deco /3

Economia rurale e settore agroalimentare

Panificatori e amministrazione comunale insieme contro i “falsi”

Il Pane di Cerchiara diventa De.C.O. e viene celebrato con la Gran festa del pane di

Rosario Previtera*

I

l pane è definibile come un’opera d’arte. Esso è come se già esistesse: quasi come una manufatto che l’artista deve tirare fuori dall’argilla. Il panificatore con i suoi riti quotidiani, i suoi segreti, con un faticoso “corpo a corpo” modella l’impasto di farina ed acqua e lo vede “nascere” e “vivere” ovvero crescere grazie al lievito il quale rende il pane una creatura vivente vera e propria, di cui il fornaio è orgoglioso. Possiamo dire che alla base della produzione del pane vi sono la terra, il fuoco, l’aria, l’acqua, il lievito, il tempo e la manualità: elementi naturali e gesti che quasi come un rito quotidiano hanno accompagnato la storia dell’uomo e certamente caratterizzano la vita delle generazioni di panificatori. Orgoglio e tradizione che si trasmettono di padre in figlio e, per il pane domestico, trasmessi da madre a figlia tramite quelle ricette orali e quei segreti che si svelavano durante gli incontri delle donne per “fare il pane della festa”: momenti di allegria, di condivisione di informazioni, di racconti, di fatti e rivelazioni. La produzione del pane “fatto in casa” costituiva (e costituisce) elemento di socializzazione dal

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Calabria Deco

quale emergeva chiaramente quella simbologia popolare che si concretizzava poi nelle più disparate tipologie di cottura o di forme “magiche” dai nomi più vari, magari con funzione decorativa per le festività religiose o per i matrimoni: pani tondi o oblunghi, alti o bassi, forati, intrecciati, merlettati, con figure umane o di animali, decorati, conditi, e così via. Creatività domestica che nel tempo si è trasferita in quei “laboratori” che oggi chiamiamo panifici. Anche il pane così come gli altri prodotti a Denominazione Comunale di Origine (De.c.o) diventa emblema di un territorio e di un Comune, essendone spesso prodotto identitario ovvero identificandosi con esso. Ed è quanto ha voluto affermare con forza il sindaco di Cerchiara di Calabria (CS) Antonio Carlomagno il quale con la sua amministrazione comunale ed insieme ad alcuni panificatori locali, ha intrapreso importante percorso di valorizzazione e di tutela del rinomato Pane di Cerchiara, tramite la formulazione di un piano di marketing territoriale nell’ambito del quale è prevista la “Gran Festa del Pane di Cerchiara” e tramite l’attribuzione del marchio De.c.o. Si perché è stato scoperto che spesso viene commercializzato fuori dai confini comunali anche quel “falso” Pane di Cerchiara che non proviene dai forni

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Calabria Deco /3

Il momento della "scanatura" sulla pala

Economia rurale e settore agroalimentare

La cottura lenta del Pane di Cerchiara

presenti all’interno del territorio comunale, a discapito dunque di quei panificatori che con fatica, mantengono intatta la tradizione del “pane scanato”. Un pane che può pesare da 2 a 12 kg e che assume una forma particolare grazie alla “scanatura” che si effettua, con mani sapienti, durante la lavorazione e che determina la “resella” o “sella” sulla pagnotta; una pagnotta la cui conformazione gobbosa ricorda proprio Monte Sèllaro che dal Parco Nazionale del Pollino domina sull’antica Cerchiara di Calabria, borgo di origini bizantine e definito “paese dalle sette meraviglie”: i monumenti e le chiese del centro storico, le gole del Caldanello, la grotta delle Ninfe con la sorgente di acqua sulfurea, le grotte di Serra del Gufo, l’Abisso del Bifurto, il santuario della Madonna delle Armi, il parco comunale della Cessuta. Il pane è certamente l’ottava meraviglia di Cerchiara ed è un pane “al femminile”, visto che sono proprio le donne ad

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La fase della spazzolatura

essere le titolari dei panifici attivi e ad essere le depositarie della singolarità del “loro” pane: la pasta acida, la cui specificità deriva sia dalla bontà dell’acqua locale sia dalla attenta selezione delle farine, viene fatta lievitare con “lievito madre” e poi cotta nel forno a legna la cui base è costituita da mattoni tradizionali, i quali cedono gradualmente il calore durante le quattro ore di cottura lenta; il pane conserverà a lungo la fragranza e si potrà consumare anche dopo molti giorni. Cerchiara è anche “Città dell’olio” oltre ad essere “Città del pane” ed ospita il Museo del Pino loricato e naturalmente il Museo del Pane, nel quale è possibile scoprire l’antica tradizione di un pane prezioso dalle antiche origini, che spesso quando viene tagliato longitudinalmente assume la forma di cuore; è il caso di dire “un cuore di pane”. ● * agronomo

Calabria Deco

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cultura

Manifestazioni letterarie in Calabria

Successo per il Premio Tropea: “Mia madre è un fiume” di Di Pietrantonio vince la Quinta edizione La Perla del Tirreno calabrese sommersa dai libri: è l’immagine di un Paese che c’è e vuole farsi sentire di

Rosalba Paletta

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ella splendida cornice del Porto di Tropea “Mia madre è un fiume” di Donatella Di Pietrantonio (Elliot) ha vinto la quinta edizione del Premio Tropea. La triade di finalisti composta, assieme a lei, dal “magistrato-scrittore” Giancarlo De Cataldo (autore de I traditori, Einaudi), classificatosi al secondo posto, e dalla scrittrice Marta Morazzoni (autrice de La nota segreta, Longanesi), giunta terza, è stata così valutata dalla Giuria composta dai 409 sindaci di tutta la Calabria, col voto combinato di una giuria popolare, composta a sua volta da 43 persone tra accademici (Accademia degli affaticati), studenti e cittadini della bella località turistica. La composizione della Giuria è tra gli elementi più innovativi e “democratici” del Premio, promosso dall’Accademia degli Affaticati. Elemento questo, che, assieme alla scoperta di nuovi talenti ed alla capacità di intercettare tematiche di attualità (quest’anno la donna, ma anche l’ambiente e gli scempi edilizi del nostro Paese e del nostro Sud in particolare affrontati con Gian Antonio Stella e Mauro Francesco Minervino), contribuisce a qualificare sempre più l’atteso appuntamento…fra le righe. L’instancabile ideatore della ormai consolidata kermesse culturale, Pasqualino Pandullo, supportato da Maria Faragò, ha condotto,

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cultura

Signorini e Di Pietrantonio

assieme a Livia Blasi, anche questa quinta edizione con grande passione. Ad animare il padrone di casa un immenso attaccamento per la sua città, un forte senso di responsabilità sociale e la capacità di intravedere con lucidità e determinazione nel binomio cultura-turismo un modo per qualificare l’offerta estiva della Perla del Tirreno calabrese, ma non solo. E’ cresciuta, assieme alla notorietà del Premio che supera i confini provinciali, la cura dei dettagli che hanno reso le tre serate nell’arena del Porto davvero suggestive: nella nuova e azzeccata location (come si ricorderà le precedenti edizioni si erano svolte nel centro storico di Tropea), l’intensa voce di Marco Falaguasta, noto attore di diverse fiction tra cui “Paura d’amare” (Rai 1), ha guidato gli spettatori tra le pagine dei libri in concorso, con la lettura di alcuni brani, accompagnato al pianoforte dal direttore musicale del premio Sergio Coniglio. Una sapiente commistione di linguaggi ha dato vita, poi, a tre corti, ispirati ai tre libri finalisti, che hanno concesso nel corso della seconda serata un ulteriore assaggio delle trame proposte. Al termine il verdetto, come dicevamo, che ha visto premiata la storia di un rapporto difficile, nato storto, fra una madre ed una figlia, riscoperto in occasione di una malattia. A consegnare il Premio il vincitore dell’ultima edizione, Mattia Signorini, rivelazione dello scorso anno con

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cultura

Manifestazioni letterarie in Calabria

“La sinfonia del tempo breve” (Salani). L'atmosfera elegante delle serate ha dato a tutti la possibilità di riflettere su come la cultura possa migliorare e qualificare l’offerta turistica dei nostri luoghi, vocati, almeno questo sembra essere certo, più che ad una vacanza di massa, ad un’offerta suggestiva e di qualità, che i tramonti mozzafiato sullo Stromboli, le Eolie, lo Stretto, illuminano, come si trattasse della via maestra da seguire.

Pandullo: “Stringiamoci attorno alla cultura, ha bisogno del sostegno di tutti!” Il Presidente dell’Accademia degli Affaticati, Pasqualino Pandullo, ha riassunto in una immagine davvero evocativa il significato del Premio Tropea. «Quella che si vede in questa arena è l’immagine di un Paese che c’è e vuole farsi sentire». «Un Paese che chiede cultura, un pubblico che vuole spettacoli di qualità, e noi abbiamo il dovere di darglieli», ha rimarcato una vivacissima Rosanna Cancellieri, presente fra i numerosi giornalisti provenienti da tutta Italia che hanno seguito le tre serate. «Questa nuova ed impegnativa edizione – ci ha raccontato a margine dell’evento Pandullo – ci ha dato grande soddisfazione, l'alto livello dei partecipanti, ancora una volta per lo spessore della Giuria e per l’attesa che l’ha accompagnata: si respirava nell’aria, e la partecipazione di pubblico che ne è seguita ha confermato l’iniziale interesse dimostrato, a Tropea ma non solo». «La risposta forte è venuta dalla presenza in queste tre serate: un pubblico che è venuto anche da lontano, a riempire non un luogo di passeggio o di passaggio, ma adibito esclusivamente ad area di cultura. Credo che il Premio sia diventato un attrattore turistico per tutta la Calabria – ha commentato ancora Pandullo –, superando e di molto i confini cittadini, provinciali e, grazie ai media che ci hanno seguito con interesse, anche regionali. E’ un Premio legato a Tropea, ma che fa onore a tutta la Regione». Soddisfazione, dunque, per l’esito di questa quinta edizione, come sempre accompagnata da una Giuria tecnico scientifica di alto profilo, presieduta da Isabella Bossi Fedrigotti. «E’ sempre possibile fare meglio – ha concluso Pandullo – , anche e soprattutto considerando che la crisi economica si sente anche in questo comparto, quest’anno in maniera particolare. Non c'è niente di più sbagliato che smettere di investire in cultura. L’organizzazione di un Premio è un fatto complesso, ci sono infinite implicazioni e complicazioni. Ci avvantaggia il trovarci in un luogo così caro ai turisti, ma non basta. Le Istituzioni, i privati, i cittadini, noi operatori dell’informazione, della comunicazione e della cultura possiamo fare di più. E dobbiamo farlo per una ragione suprema: la ricaduta sociale che determina il fare cultura genera un circuito virtuoso di cui beneficia la collettività; un circuito che, in taluni casi, non si chiude. Per stringere questo cerchio tutti possiamo fare di più». ●

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Il momento della premiazione al teatro del Porto di Tropea

La giuria tecnico-scientifica e quella Popolare e dei 409 Sindaci calabresi La giuria del Premio è stata costituita da autorevoli nomi del panorama editoriale italiano che hanno selezionato i tre testi finalisti. Oltre a Isabella Bossi Fedrigotti, firma autorevole del Corriere della Sera e Presidente della Giuria, scrittrice (Premio Campiello 1991), e già Presidente, dal 2005, del “Bagutta” il più antico premio letterario italiano, si sottolinea la presenza di Giuliano Vigini, uno tra i maggiori esperti di editoria in Italia. Gli altri giurati sono: Corrado Calabrò, Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni; Pierfranco Bruni, scrittore e Vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani; Francesco Saverio Costanzo, Magnifico Rettore dell’Università Magna Grecia di Catanzaro; Massimo Giovannini, Magnifico Rettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria; Giovanni Latorre, Magnifico Rettore dell’Università della Calabria di Arcavacata di Rende; Gilberto Floriani, Direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese; Michele Daniele, giornalista e Vicepresidente dell’Accademia degli Affaticati; Giuseppe Meligrana, editore e Segretario dell’Accademia degli Affaticati; Pasqualino Pandullo, giornalista Rai e Presidente dell’Accademia degli Affaticati. La terna di opere selezionate è stata poi diffusa sull’intero territorio regionale grazie al coinvolgimento dei 409 sindaci dei comuni calabresi invitati alla lettura delle opere e alla giuria popolare composta da giovani studenti tropeani e membri dell’“Accademia degli Affaticati”. I loro voti congiunti hanno decretato il libro vincitore.

cultura

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eventi

Eventi fieristici internazionali

Saie 2011, a Bologna Fiere: dal 5 all’8 ottobre si parlerà di futuro sostenibile delle costruzioni Un punto di riferimento internazionale per il mondo dell’edilizia professionale. Ampia proposta espositiva e diverse novità

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olo Bologna offre una piattaforma espositiva che dà l’opportunità di conoscere le più innovative soluzioni proposte dalle aziende presenti, di analizzare i trend e gli sviluppi futuri del mercato e di attivare importanti occasioni di business. Un’unicità che nasce da un know-how di quasi mezzo secolo e che accredita Saie quale punto di riferimento internazionale per il mondo delle costruzioni. In quarantasette anni di attività Saie ha costruito un rapporto privilegiato con le categorie professionali e con le principali associazioni di categoria che gli consente di individuare e sviluppare iniziative finalizzate alle esigenze delle aziende, degli operatori e dei professionisti del settore. Un rapporto sinergico che ha consentito a Saie di diventare la principale fiera specializzata per l’edilizia e le costruzioni, che si esprime attraverso un’ampia proposta espositiva di novità, prodotti, tecnologie, sistemi e un importante programma di iniziative organizzate con le principali associazioni di categoria: Acai, Andil, Ance, Anfia, Anit, Aist, Assodimi, Assolterm, Assosolare, Atecap, Confindustria Ceramica, Conpaviper, GBCItalia e Unacea. Saie 2011 mette al centro del dibattito il futuro del mondo delle costruzioni, sviluppando tre macro aree espositive

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eventi

Eventi fieristici internazionali

dedicate a: Energia e Sostenibilità; Cantiere & Produzione; Saieservizi per progettare e costruire. Sostenibilità, green building, integrazione edificio-impianto (con particolare riferimento ai materiali e ai dispositivi innovativi di produzione energetica di edificio), riqualificazione urbana e recupero, sono solo alcune delle tematiche che Saie svilupperà da tutti i punti di vista. Lavorare con i player del mercato, questa è la filosofia di Saie che da sempre mantiene un confronto strettissimo con le principali associazioni di categoria del settore. Importante, in questo ambito, l’accordo di collaborazione siglato da BolognaFiere/Saie e Ance, Associazione nazionale costruttori edili, finalizzato alla diffusione del “saper costruire” e a sostegno del settore. L’accordo dà origine ad una serie di iniziative che affronteranno temi legati all’attualità (dalla situazione congiunturale del settore delle costruzioni legata alla finanza pubblica e/o partenariato pubblico/privato allo snellimento burocratico fino alla riqualificazione dell’ambiente urbano). Saie ha recentemente siglato anche il rinnovo – fino al 2015 – dell’accordo con ATECAP, Associazione tecnico economica del Calcestruzzo preconfezionato che consente ai due protagonisti di sviluppare un percorso di più ampio respiro, finalizzato alla crescita industriale dal calcestruzzo e alla valorizzazione dell’intera filiera. Costruire un futuro sostenibile è il pay-off che sintetizza il contributo che Saie intende fornire al mondo delle costruzioni attraverso Saienergia e Sostenibilità e una serie di iniziative declinate al “costruire sostenibile”. La proposta di Saienergia e Sostenibilità si articola in un’ampia panoramica di prodotti, materiali e tecnologie, in un programma di convegni e in rapporti/osservatori di analisi del mercato. Fra i momenti di dibattito, assolutamente da ricordare, nell’ambito di Saienergia e Sostenibilità, il convegno Riqualificazione dell’ambiente e sostenibilità, in programma venerdì 7 ottobre. Il convegno sarà l’occasione per presentare e discutere le politiche, le scelte, i progetti che caratterizzano l’esperienza italiana, guar-

dando ad alcune importanti esperienze internazionali. Il tema della sostenibilità e dell’efficienza energetica nel settore delle costruzioni è un tema molto sentito e posto tra le priorità sia della comunità internazionale che della Comunità Europea, poiché sostenibilità ed efficienza energetica sono gli elementi chiave per la riqualificazione dell’ambiente urbano oltre che di rilancio dell’edilizia in chiave greeneconomy. Il convegno vede, nelle differenti sessioni, i contributi di Altero Matteoli (Ministro delle Infrastrutture e Trasporti), di Paolo Buzzetti (presidente ANCE), di Vasco Errani (Presidente della Giunta Regionale dell’Emilia Romagna, di Gian Carlo Muzzarelli (Assessore alle Attività Produttive della Regione Emilia Romagna) e dei sindaci di Bologna, Torino e L’Aquila. Il Rapporto Saienergia offre un’analisi approfondita dello scenario energetico italiano delle potenzialità di intervento a livello di riqualificazione edilizia, in un contesto - quello delle costruzioni - dove il termine "energia" e tutte le sue numerose implicazioni non sono più né una rarità né un’opzione. Il lavoro di ricerca si focalizza anche sulla valutazione del potenziale dei diversi settori di mercato interessati delle attività di costruzione dell'edilizia residenziale. Il grande dibattito in corso sull’energia sta muovendo un cambiamento anche nel settore edilizio. In quale direzione sta andando questa innovazione? Come contribuisce il cambiamento sul modo di progettare e costruire? L'Osservatorio nazionale sui regolamenti edilizi per il risparmio energetico (ON-RE), promosso da CRESME e Legambiente in collaborazione con Regione Emilia-Romagna e Saienergia è nato proprio con l'obiettivo di rispondere a queste domande, proponendo come punto di osservazione per guardare ai processi in corso i Regolamenti Edilizi Comunali. Il mondo del calcestruzzo troverà in Saie 2011 un ambito espositivo e di discussione estremamente articolato e specializzato. Nel 2011 viene, infatti riproposto Saieconcrete, il salone specializzato (biennale) dedicato alla filiera del calce►

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Eventi fieristici internazionali

struzzo e del calcestruzzo armato, organizzato in collaborazione con la Consulta del Calcestruzzo. Le iniziative organizzate nell’ambito di Saieconcrete, coinvolgono gli operatori attorno a grandi temi, quali la sostenibilità, la qualificazione del settore, la sicurezza nei luoghi di lavoro e nei cantieri e la formazione manageriale, tecnica e professionale. I sistemi, le attrezzature e le macchine per la prefabbricazione hanno a Saie 2011 un’occasione di valorizzazione, anche nell’ottica di una loro rivalutazione nei moderni processi produttivi per la loro importanza nel controllo e riduzione dei costi… Una delle novità di Saie 2011 in questo ambito è la cooperazione strategica attivata con ICCX International Concrete Conference & Exhibition (evento organizzato da CPI Concrete Plant International Trade Journals in tutto il mondo). L’accordo SAIE-ICCX, consente la realizzazione di una serie di seminari che coinvolgeranno delegazioni estere provenienti da Polonia, Russia, USA, Brasile, Australia/Nuova Zelanda e Cina. Si ripropone anche nella prossima edizione Saie New Stone Age Design, l’iniziativa nata dalla collaborazione di Saie, Confindustria Marmomacchine e Pietra Autentica, che ha l’obiettivo di aprire il settore della pietra autenticamente naturale a nuovi mercati, guardando al mondo dell'architettura e del design, offrendo le potenzialità tecniche e produttive proprie del settore del marmo a progettisti e imprenditori che ogni giorno cercano nuovi prodotti e nuovi sistemi per arricchire, arredare e dare personalità ai propri edifici. Confindustria Ceramica e Andil parteciperanno attraverso la loro comune Federazione Confindustria Ceramica Laterizi al Saie 2011 dando via ad uno stand informativo, di 1.000 metri quadrati, sull’eccellenza di questi due materiali “made in Italy”, il cui utilizzo diviene strategico in un’ottica di sostenibilità, risparmio energetico, utilizzo delle materie prime e ottimizzazione dei processi produttivi. Fra i protagonisti di Saie 2011 anche la formazione tecnica sulle macchine e le attrezzature per il movimento terra. Il

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Duccio Campagnoli, presidente BolognaFiere

Formoter, i corsi di operatori per macchine movimento terra, organizzati da Saie in collaborazione con Unacea, saranno dedicati all’utilizzo delle attrezzature. In apertura di manifestazione – il 5 ottobre – si svolgerà anche il primo Construction equipment day; un’intera giornata, organizzata da Unacea in collaborazione con Saie e altri organismi attivi nel comparto, dedicata alle macchine per costruzioni. Fra le novità dell’edizione 2011 l’attenzione rivolta a un mondo, quello dell’amministrazione del condominio, come attività professionale di rilevante valore economico. Dal 5 all’8 ottobre, Saie propone in collaborazione con il Consorzio Convalido, un’area interamente dedicata ai prodotti e servizi abitualmente acquistati/gestiti dagli amministratori di condominio. Tre fra le più importanti associazioni della categoria degli amministratori di condominio hanno garantito il loro supporto a Saiecondominio e nei giorni della manifestazione svolgeranno a Saie un intenso programma di incontri professionali La ripresa dell’attività espositiva di BolognaFiere, vede l’attivazione di un grande focus dedicato alla sostenibilità e alla green economy collegata al mondo delle costruzioni. Fra la fine di settembre e gli inizi di ottobre si concentrano due eventi leader nei rispettivi ambiti che guardano ai temi della sostenibilità in chiave di rispetto dell’ambiente e di opportunità di mercato. Il quartiere fieristico di Bologna ospita, infatti: Cersaie – Salone internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno (promosso da Confindustria Ceramica), dal 20 al 24 settembre Saie, Salone internazionale dell’edilizia (organizzato da BolognaFiere) dal 5 all’8 ottobre. I due saloni offrono complessivamente un unicum che assicura la proposta espositiva di oltre 2.000 aziende e la presenza di oltre 250.000 operatori professionali. •

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l'esperto

Legislazione e opportunità

Mediazione civile, una riflessione aperta Manlio Clericò: «Ritengo che l’istituto sia da migliorare partendo dalla disciplina attuale, senza però stravolgerne il contenuto ed il significato» Il tema della mediazione civile è sempre più attuale e importante. Pubblichiamo qui di seguito una lettera aperta a firma del dottor Manlio Clericò, esperto della materia:

C

«

ari colleghi, queste mie parole non vogliono essere una critica o una lamentela in merito a tutte le dichiarazioni che si sono avvicendate fin ora su questo nuovo istituto giuridico, ma una semplice e leggera quanto personale e soggettiva riflessione. Sono completamente concorde con tutti coloro che affermano la necessità di miglioramento ovvero di completamento della disciplina che, riferendosi ad un nuovissimo istituto, è molto lacunosa e bisognosa di integrazioni. Per tale motivo, preferisco non approfondire questo aspetto in tale sede, ma non di meno tengo ad esternare tutto il mio apprezzamento per lo sforzo fatto fin ora nella realizzazione di tale normativa. Ritengo infatti che l’istituto sia da migliorare partendo dalla disciplina attuale, senza però stravolgerne il contenuto ed il significato. Ed inoltre, ritengo giusto che solo coloro che hanno a cuore il miglioramento di tale istituto abbiano il diritto di partecipare a questo processo di sviluppo. Coloro che non condividono questo nuovo istituto dovrebbero aver il buon senso e la coerenza di astenersi dal partecipare all’evoluzione dello stesso: - evitando di privilegiare interessi di categorie professionali in aperta contestazione con tale istituto; - mantenendo una posizione di astensione da tale processo di sviluppo e di critica coerente con la propria opinione, ma comunque rispettosa dell’altrui attività. Entrando nel merito di questa mia riflessione, mi permetto di riportare di seguito alcune affermazioni apparse sui vari siti internet in questo periodo e contenenti le critiche (rectius perplessità) avanzate dai "nemici della mediazione civile" nei confronti di tale istituto; ciò affinché io possa, insieme con voi, analizzarle e capire nel migliore dei modi quale è la verità, e quale è davvero, e se esiste in realtà, il nemico di tutti… Le fattispecie maggiormente richiamate e criticate sono le seguenti: 1 - obbligatorietà della “composizione della lite”; 2 - mancata previsione dell'assistenza dell'avvocato; 3 - costi aggiuntivi che si impongono a chi vuole accedere alla giustizia; 4 - ostacoli che si frappongono al cittadino che voglia adire il giudice naturale;

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Dott. Manlio Clericò Responsabile dell'Organismo di mediazione ADR MediaCon iscritto al n.417 del "Registro degli Organismi di mediazione" presso il Ministero della Giustizia

5 - sanzioni a cui sono sottoposte le parti e gli avvocati nelle circostanze previste; 6 - insufficiente qualificazione dei conciliatori; 7 - sostanziale preventiva allocazione delle cause ad operatori privati. Ritengo che per poter bene analizzare il nuovo istituto della mediazione civile, tralasciando in questa sede l’analisi delle singole disposizioni normative contenute negli ormai famosi e conosciuti da tutti D.lgs 28/2010 e D.M. 180/2010, ci si debba interrogare sulla natura giuridica di tale istituto. Partendo dalla considerazione che questo istituto vuole essere un metodo alternativo (rectius stragiudiziale) di composizione delle dispute ed anche alla luce dell’ambito giuridico in cui agisce, credo che possiamo essere tutti d’accordo nel riconoscergli natura negoziale piuttosto che giudiziale. Ciò vuol dire che i principi che ispirano l’istituto sono innanzitutto quelli negoziali più che quelli giudiziali. Ed infatti, sicuramente tutti noi abbiamo sentito parlare almeno una volta della fantomatica "autonomia negoziale". In realtà cosa vorrà mai significare questa locuzione? Bene, il principio di “autonomia negoziale” altro non vuole indicare che il potere dei singoli soggetti di diritto, persone fisiche o giuridiche che siano, di agire, nel rispetto della normativa vigente, per autoregolamentare, tutelare e realizzare i propri interessi. La mediazione civile non è forse un metodo alternativo al giudizio per regolamentare, tutelare, prevenire e/o risolvere controversie relative a diritti disponibili? Concorderete con me che l’essere strumento alternativo al giudizio vuol dire agire su un piano diverso, e cioè non giudiziale, ma negoziale. Alla luce di ciò, voi credete che tale principio sia rispettato nel momento in cui un soggetto per poter tutelare un proprio interesse leso debba farsi assistere in ambito negoziale, e quindi di autonomia, da un avvocato? Perché questo vuol dire prevedere l’assistenza obbligatoria dell’avvocato durante un procedimento di mediazione, e cioè: impedire che ciascun soggetto possa liberamente agire negozialmente per tutelare i propri interessi senza la presenza di un soggetto terzo.

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l'esperto

Legislazione e opportunità

Converrete con me, quindi, che la presenza degli avvocati in mediazione sia utile, ma non necessaria; perciò è assolutamente giusto lasciare alle parti la libertà di scegliere se farsi assistere o meno dal proprio legale durante un procedimento di mediazione. Inoltre, tengo a precisare, enfatizzare e chiarire che non vi è alcuna obbligatorietà nella composizione della lite, bensì nella mediazione della lite, e cioè: non è obbligatorio trovare un accordo, ma è obbligatorio tentare di trovarlo! E dirò di più, il mediatore non è un soggetto super partes (cioè al di sopra delle parti), ma può essere assimilato ad un soggetto primus inter pares (cioè un soggetto che, posto sullo stesso piano delle parti, essendo terzo rispetto alla controversia, può mediare tra le stesse al fine di trovare una soluzione soddisfacente per entrambe) e quindi non ha alcun potere di imporre alcunché alle parti. Sono le stesse parti, e quindi i soggetti interessati, ad essere autori dell’eventuale accordo. Le parti sono libere di interrompere la mediazione in qualunque momento senza che da ciò derivi alcuna sanzione o conseguenza negativa, purché tale loro comportamento sia giustificato ed adeguatamente motivato. Dunque, alla luce di ciò, dove si potrebbe individuare la violazione del diritto di difesa? Nel procedimento di mediazione civile, proprio perché ci si trova in ambito negoziale e non giudiziale, nessuno accusa e nessuno deve difendersi! Credo sia da condividere l’obbligatorietà della mediazione civile, soprattutto in un Paese come il nostro in cui si ricorre all’Autorità Giudiziaria anche per fattispecie futili e banali. L’obbligatorietà abituerà tutti noi ad utilizzare e sfruttare nel migliore dei modi i rimedi previsti dall’Ordinamento giuridico per tutelare i nostri interessi. Naturalmente dopo tale periodo di “adattamento” potrà anche essere valutata l’esclusione della stessa. Inoltre l’aver esperito il tentativo di conciliazione non è condizione di ammissibilità della domanda giudiziale, bensì condizione di procedibilità della stessa. Ciò vuol dire che nessuno impedisce ai singoli soggetti di adire l’Autorità Giudiziaria per ottenere giustizia. Ed infatti, lo svolgimento del procedimento di mediazione non preclude in ogni caso la concessione dei provvedimenti urgenti e cautelari, né la trascrizione della domanda giudiziale. L’istituto della mediazione civile, proprio per non essere di ostacolo all’accesso dei singoli all’Autorità Giudiziaria, non si applica a: - i procedimenti per ingiunzione, inclusa l'opposizione, fino alla pronuncia sulle istanze di concessione e sospensione della provvisoria esecuzione; - i procedimenti per convalida di licenza o sfratto, fino al mutamento di rito di cui all'art. 667 c.p.c.; - i procedimenti possessori, fino alla pronuncia dei provvedimenti di cui all'art. 703 c.p.c., comma 3, c.p.c.; - i procedimenti in camera di consiglio; - l'azione civile esercitata nel processo penale. Per quanto riguarda la qualificazione dei mediatori credo che: - la preparazione dei mediatori debba avere necessariamente solide basi giuridiche, ma ciò non equivale a dire che i mediatori debbano essere necessariamente avvocati. Credo che non sia pienamente condivisibile la scelta effettuata nel D.M. 180/2010 in cui è stata estesa la possibilità di conseguire il titolo di mediatore a tutti i laureati nelle più svariate discipline senza prevedere alcun limite (come ad esempio prevedere che tutti i soggetti in possesso di una specifica competenza possano svolgere l’attività di mediatore solo in quel determinato ambito). Tengo a precisare, però, che alla luce delle disposizioni contenute nella nuova disciplina riguardante l’istituto della mediazione civile, la competenza giuridica del mediatore non è necessaria per la composizione della disputa (per cercare di trovare un accordo soddisfacente

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per entrambe le parti non è necessario essere esperti giuristi, basta avere un pizzico di equilibro, ciò che spesso manca ai diretti interessati che conservano una visione della situazione concreta parziale ed alterata dal proprio stato d’animo e dai propri sentimenti) , ma solo poiché il verbale redatto dallo stesso mediatore acquista efficacia giuridica e quindi è necessario che colui che lo redige abbia un’adeguata formazione. Capisco, comunque, che la scelta effettuata nel su citato D.M. è stata dettata soprattutto dalla imminente entrata in vigore della normativa e quindi dalla necessità di avere già un adeguato numero di mediatori formati così come previsto dalla specifica disciplina, piuttosto che da altre valutazioni e considerazioni. - non sia comprensibile come i “nemici della mediazione civile” possano accusare i mediatori di avere una non adeguata preparazione quando oltre la metà dei soggetti muniti del titolo di mediatore è formata da avvocati! In concreto, i “nemici della mediazione civile” accusano non solo i mediatori, ma gli stessi avvocati di impreparazione ed incompetenza! Riguardo gli organismi privati, ritengo che non vi sia altro da aggiungere se non che, ricordando la affermata natura negoziale dell’istituto, non riesco a capire quale ostacolo vi sia a designare tali organismi come validi luoghi in cui risolvere le dispute, soprattutto alla luce degli stringenti requisiti richiesti e dei controlli previsti dalla normativa in vigore che non lasciano scampo a soggetti inidonei a svolgere tale attività con adeguata professionalità. Ed ancora, per quale motivo i "nemici della mediazione civile" si preoccupano degli interessi della categoria professionale (a dir loro dei cittadini!) ostacolando così tanto un istituto che la maggior parte (potremmo anche dire tutte) delle associazioni delle più disparate categorie professionali e non, tra le quali anche e soprattutto quelle che tutelano i diritti dei cittadini/consumatori, considerano una valida alternativa per la tutela celere ed economica delle dispute??? Perché i "nemici della mediazione civile" attaccando l’istituto della mediazione civile, additandolo come un ennesimo strumento dispendioso che grava sulle tasche dei cittadini/consumatori, propongono come soluzione di tale problema, l’imposizione dell’assistenza obbligatoria degli avvocati nei procedimenti di mediazione?...forse gli avvocati svolgeranno la loro attività gratuitamente? La loro parcella graverà su quali tasche? Perché questo non viene evidenziato da nessuno? Concludendo, converrete con me che questa nuova disciplina rappresenti un equo compromesso tra le varie ed opposte esigenze attuali e che, naturalmente, necessita di vari miglioramenti ed integrazioni. Ciò, però, deve essere frutto di concertazione tra i vari soggetti senza che inclinazioni politiche ed interessi individuali e/o di categoria modifichino e devino lo scopo dell’intero istituto. Coloro che parteciperanno a tale progetto devono preliminarmente fare una scelta di fondo: - essere a favore della mediazione civile, collaborando affinché questo istituto possa crescere e migliorare; - essere contro la mediazione civile ed in aperta contestazione con la stessa. Non è ammissibile che noti soggetti, precedentemente individuati come i "nemici della mediazione", diffondano notizie false e negative sulla mediazione civile (addirittura modificandone il nome, come ad esempio "media conciliazione") al fine di creare confusione, malcontento ed insoddisfazione nei confronti della stessa e contemporaneamente lavorino al cambiamento (non miglioramento!) di questa normativa portando avanti solamente interessi individuali e di categoria per conquistare e rendere anche questo nuovo istituto di propria ed esclusiva competenza!». •

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hi-tech

Le News dal mondo della tecnologia

Asus

Specifiche tecniche Eee Pad Transformer

L’Asus EeePad Transformer è un nuovo tablet Android Honeycomb 3.0 con chip Nvidia Tegra 2 e display da 10.1 pollici. Il Tab può essere abbinato ad una dock station con tastiera e altri interfaccie che aumenta le capacità del dispositivio e soprattutto l’autonomia. L’autonomia della batteria da 24.4Wh ai polimeri di litio è stimata intorno alle 9.5 ore in riproduzione video a 720p e 16 ore con la dock station. www.asus.it

Logitech

Wireless Solar Keyboard K750

Con questa tastiera senza fili alimentata a energia solare, comoda ed elegante, le batterie saranno un ricordo del passato Tastiera alimentata dalla luce Non potrebbe essere più facile: questa tastiera si ricarica ogni volta che viene esposta alla luce e rimane carica per almeno tre mesi in condizioni di buio totale; potrai dire addio alle batterie da sostituire! Spessore di soli 8 mm Questa tastiera dalla linea elegante e dal profilo sottile aggiunge un tocco di stile a qualsiasi spazio di lavoro, per computer laptop e desktop. Tecnologia wireless avanzata a 2,4 GHz Lavora e gioca dove vuoi, anche dal comfort del divano di casa: la connessione wireless con ampio raggio d'azione elimina i ritardi, le interruzioni e le interferenze. Per la felicità delle mani Fai felici le tue mani grazie ai tasti ultracomodi per una digitazione confortevole, fluida e silenziosissima. Ricevitore Logitech Unifying Il minuscolo ricevitore rimane sempre inserito nel laptop. Inoltre, puoi aggiungere con facilità mouse o tastiere senza fili compatibili, eliminando la necessità di utilizzare più ricevitori USB.

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Finepix X100

La scelta dei Professionisti

Innamorati della fotografia ancora una volta Ispirandosi alle forme e alla bellezza delle fotocamere classiche del passato, la FinePix X100 unisce tutte le più recenti innovazioni tecniche del digitale con uno stupendo e tradizionale corpo macchina che trasuda classe e prestigio. Il massimo della qualità dell'immagine FUJIFILM ha personalizzato un sensore CMOS da 12.3 megapixel e dimensioni APS-C appositamente per la FinePix X100; il risultato è una combinazione perfetta tra le prestazioni dell'ottica F2 da 23mm e il nuovo processore EXR. Fusione perfetta tra un mirino ottico ed uno elettronico Il mirino Ibrido unisce la "cornice luminosa" tipicamente presente nelle fotocamere a pellicola di alto livello, come anche nelle fotocamere medio-formato, al mirino elettronico solitamente presente nelle fotocamere digitali mirrorless o con ottica fissa.

www.logitech.com

80

hi-tech

numero 4 - 2011

Le notizie e le immagini sono state estratte dai siti di riferimento

Eee Pad Transformer


Taranto

Melilli (SR)

Marcellinara (CZ)

Orciano Pisano (PI)

Non tutto va male in Calabria La Cal.Me Cementi SpA, società del gruppo Speziali ringrazia i suoi 250 collaboratori per l’insostituibile contributo che nel corso degli anni ha permesso il raggiungimento di risultati sempre crescenti. Evoluzione tecnologica, ricerca ed eccellenza sono da sempre i punti cardine della “mission” aziendale. Importanti società impegnate nella realizzazione delle grandi opere, come il tratto autostradale A3 Salerno-Reggio Calabria, hanno mostrato vivo apprezzamento per la proficua collaborazione avuta con i tecnici Cal.Me SpA. Ciò ha consentito la produzione di calcestruzzi di straordinaria qualità. Nella consapevolezza dell’assoluto valore del capitale umano, la Cal.Me SpA affronta il futuro forte della solidità e compatezza della propria struttura societaria. Perché in fondo…. “C’E’ UNA CALABRIA CHE PRODUCE”

www.calme.it



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