B U S I N E S S
M A G A Z I N E
Periodico di informazione economica edito da Mediaservice Srl ANNO V | NUMERO 2 | 2013 | 2,50 EURO
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Da febbraio 2014 l’avvio della Sepa Ecco cosa cambia
Maurizio Talarico:
"Vi racconto il segreto delle mie cravatte"
Gianfranco Viesti
”La crisi vista dal Sud” Andrea Cuzzocrea e il nuovo protagonismo di Confindustria Reggio
Antonella Stasi spiega il suo impegno per la Calabria
Daniele Rossi alla guida degli industriali catanzaresi
editoriale
Expo2015, la Calabria deve trarne profitto di Aldo Ferrara*
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«A Milano arriveranno migliaia di operatori stranieri che visiteranno l’esposizione e ai quali dovremo illustrare le potenzialità e le bellezze di una terra che vive mille difficoltà ma che, allo stesso tempo, sa essere ospitale e ricca di opportunità»
n Italia e a Milano la macchina organizzava è in moto ormai da tempo. Del resto, per un evento come l’Expo che si terrà nel capoluogo Lombardo dal primo maggio al 31 ottobre 2015, occorre uno sforzo condiviso che non può essere demandato esclusivamente al territorio che lo ospita. L’Expo è un’occasione per il Paese, una vetrina internazionale che consentirà di far conoscere ben oltre i confini italiani i più importanti settori produttivi dei nostri territori. Dunque è una occasione irripetibile anche per la nostra regione per promuovere il “Made in Calabria”. E' però necessario accelerare sulla elaborazione di un progetto condiviso che veda protagonisti i rappresentanti della classe politica, dei sindacati, delle Università ,delle istituzioni locali, del mondo imprenditoriale. Bisognerà collaborare intensamente per arrivare alla manifestazione lombarda con una serie di proposte vincenti e un progetto unitario. Legate, certo, a quelli che sono i settori trainanti della nostra economia come l’agroalimentare e il turismo. Ma non solo. Ci potrà essere spazio per qualsiasi attività innovativa che possa rappresentare occasioni di sviluppo per la nostra regione. A Milano arriveranno migliaia di operatori stranieri che visiteranno l’esposizione e ai quali dovremo illustrare le potenzialità e le bellezze di una terra che vive mille
difficoltà ma che, allo stesso tempo, sa essere ospitale e ricca di opportunità. E poi sono previsti milioni di ospiti da tutto il mondo. E’ a loro che dovranno essere rivolte azioni di promozione capaci di esaltare le nostre peculiarità gastronomiche e geografiche con l'obiettivo di attrarre, anche durante lo svolgimento della manifestazione espositiva, consistenti flussi di visitatori. L’appuntamento che nei giorni scorsi si è tenuto nella sede di Confindustria Calabria alla presenza, fra gli altri, del delegato di Confindustria per la grande esposizione meneghina Giuseppe Oriana è servito proprio a gettare le basi per una presenza “studiata” della nostra regione nel capoluogo lombardo. Ma per trarne profitto occorre avviare da subito un percorso virtuoso. Dovremo essere in grado di saper lavorare in rete, evitare ogni forma di particolarismo e sviluppare progetti di ampio respiro capaci di produrre benefici di lunga durata. Perdere questa chance (irripetibile) potrebbe farci sprecare un’ulteriore occasione di crescita. E, francamente, non possiamo permettercelo. • * editore di "CalabriaEconomia"
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editoriale
“Gira e rigira”: la pubblicità e il pregiudizio di Davide Lamanna*
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«La nostra non sarà la regione meravigliosa restituita al grande pubblico in uno spot tv; ma nemmeno quella in cui tutto ci deve far vergognare. C’è gente che ogni giorno lotta, qui. Che ogni giorno si conquista il suo spazio grazie al lavoro, allo studio, alla fatica»
iamo contenti che la nuova campagna promozionale messa in piedi dalla Regione per la prossima stagione estiva abbia ottenuto il prestigioso premio Euromediterraneo 2013. L’attività di marketing è sempre importante per un territorio che ha necessità di farsi conoscere mostrando le sue doti migliori. Ma sappiamo bene come da sola non possa bastare. Per fare della nostra una terra a vocazione turistica non è sufficiente un claim, seppur seducente, come quello coniato quest’anno: “Gira e rigira: la Calabria ti stupisce sempre”. Occorre offrire al turista le condizioni migliori per essere competitivi con le tante altre mete del Mediterraneo (e non solo) che, in questi anni, nel rapporto qualitàprezzo, hanno davvero sbaragliato la concorrenza. E, soprattutto, è necessario offrire servizi turistici (integrati) che portino il vacanziere a essere il nostro primo sponsor. Servono idee chiare. Lo dicono anche, nelle interviste che vi proponiamo in questo numero, i due presidenti di Confindustria Reggio e Catanzaro, Andrea Cuzzocrea e Daniele Rossi (al quale vanno gli auguri di buon lavoro per l’elezione dello scorso mese di maggio): occorre definire quale turismo sia possibile in Calabria. Individuare il settore più spendibile sarebbe già un bel primo passo avanti. Il secondo, senza dubbio, è quello della formazione. Senza voler generalizzare, è però vero che l’assenza di molte figure professionali, in ogni campo del comparto, influenza l’offerta e rischia di acuire pecche che sono endemiche. E che potrebbero avvalorare tesi semplicistiche che sfociano nei soliti luoghi comuni, ossia di una Calabria in cui tutto è approssimazione. Che poi,
davvero, di stereotipi sulla nostra terra ne sentiamo già tanti. Per esempio, il caso della povera Fabiana, la ragazza di Corigliano uccisa dal fidanzato minorenne come lei, ha dato lo spunto a qualche penna forse in cerca di cinque minuti di fama, per raccontare di una donna calabrese che vive in un clima di oscurantismo. Per cui, nella nostra regione, quel drammatico episodio di femminicidio, quasi quasi poteva passare anche inosservato: «Un fatto atteso - hanno pensato - in una società abituata al padre-padrone». Non voglio far finta che non ci siano situazioni di degrado. Ma che quanto accaduto in provincia di Cosenza possa essere catalogato come violenza specifica di un territorio non è nemmeno commentabile. Lo faccio giusto perché ho provato rabbia nel leggere pensieri di chi non riesce ad affrancarsi dal pregiudizio. Come quei colleghi giornalisti che, dopo gli spari di Luigi Preiti davanti a Palazzo Chigi, si sono affannati a sottolineare l’origine calabrese di quell’uomo. Quasi a dire: «E di dove vi aspettavate che fosse uno che spara?». Insomma, “gira e rigira”, l’immagine della nostra terra continua a essere scalfita dal preconcetto. Davanti al quale non possiamo certo restare impassibili. Perché magari la nostra non sarà la regione meravigliosa restituita al grande pubblico in uno spot tv; ma nemmeno quella in cui tutto ci deve far vergognare. C’è gente che ogni giorno lotta, qui. Che ogni giorno si conquista il suo spazio grazie al lavoro, allo studio, alla fatica. Ricordiamolo a chi – e prendo in prestito il pensiero di una mia cara amica scrittrice, Vanessa Sacco – vuole far diventare il calabrese “un’improbabile (e disgraziata) categoria dell’essere”. • * direttore di "CalabriaEconomia"
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ANNO V | NUMERO 2 | 2013
In copertina B U S I N E S S
Gianfranco Viesti
M A G A Z I N E
”La crisi vista dal Sud”
Calabria Economia periodico di informazione economica Anno V - numero 2 - 2013
Luisa Zappone Maurizio Talarico
Direttore responsabile
Davide Lamanna
Contatti Redazione via Caduti sul Lavoro, n. 9 88100 S. Maria di Catanzaro tel. 0961.781410 - fax 0961.789650 www.calabriaeconomia.it info@calabriaeconomia.it Collaborazioni esterne saltuarie Danilo Colacino, Vittorio Daniele, Enrico Mazza, Monia Melia, Paolo Orofino, Maria Rita Galati, Eugenia Ferragina Progetto grafico Gianluca Muzzi
Andrea Cuzzocrea Antonella Stasi Daniele Rossi Editoriali Expo2015, la Calabria deve trarne profitto
Fotografie: Icaro fotocronache MediaService srl Antonio Raffaele
di Aldo Ferrara
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“Gira e rigira”: la pubblicità e il pregiudizio di Davide Lamanna 3
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sommario PRIMO PIANO 6 10
"Il Sud palla al piede? Teorema falso!" Fondi comunitari 2014-2020
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Il contratto di rete d’impresa per la competitività
54 Banca d’Italia spiega cosa cambia con la Sepa
attualità
turismo
12 Pmi, la sfida romana di Aldo Ferrara
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Turismo nella provincia di Catanzaro
"Puntiamo sulla legalità"
14 Catanzaro elegge Daniele Rossi 18 Andrea Cuzzocrea: “Le mie idee per lo sviluppo” 20 Crisi economica, austerità espansiva 24 Antonella Stasi e l’impegno per cambiare la Calabria 26
Se i rifiuti diventano opportunità
business 62 Se l’amore per i motori diventa attività di successo
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La Calabria ce la può fare
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Alla scoperta di CalabriaInnova
34 CI Materiali: un nuovo servizio per la competitività delle imprese calabresi
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Talarico, il “terrone” delle cravatte che ha conquistato il mondo
cultura 68 Con Travel Game le migliori scuole calabresi in “vetrina” 72 IV centenario della nascita di Mattia Preti 74 Catanzaro invasa dai libri 76 High school game
36 Bioedilizia ed efficientamento energetico 38 Mezzo secolo di storia per la Cassa Edile di Catanzaro-Crotone-Vibo 42
Net, il sogno di un mondo più verde è possibile
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Edilizia, la formazione prima di tutto
flash news 46
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economia 48
La diversificazione della proposta per vincere la crisi
Dai Pisl una mano per i borghi più belli
hi-tech 80
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primo piano
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enza il Sud, l’Italia sarebbe più ricca, e crescerebbe di più. Una ovvietà statistica: se si sottraggono dal conto le regioni a reddito più basso, la media cresce. Il Sud vive sulle spalle dell’Italia che produce, ne sono convinti molti italiani del Nord e del Centro, che magari sono nati a Sud, dove le regioni inghiottono senza frutto un fiume di risorse pubbliche. Soldi sprecati, sottratti all’Italia che produce ed è costretta a mantenere i meridionali. L’elenco dei pregiudizi potrebbe continuare: questi e molti altri luoghi comuni stanno alla base di un teorema che rappresenta di fatto una nuova “questione meridionale” all’insegna di pregiudizi che circolano sul Sud e sul suo mancato sviluppo. Come si imbocca la via della ripresa? Il professore Gianfranco Viesti, che insegna Economia ap-
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plicata all’Università di Bari e si occupa di economia internazionale, industriale e regionale e di politica economica, prova a rispondere ai dubbi, alle perplessità, a trasmettere con chiarezza e senza fronzoli le ragioni che consentono di liberare il Meridione da stereotipi e preconcetti, in un libro snello e chiaro, che rende tutto più semplice. A discuterne con Viesti, a Catanzaro, dopo l’introduzione di Armando Vitale, presidente di Fondazione Imes e Associazione Gutenberg, Wanda Ferro, commissario straordinario della Provincia, Sergio Abramo sindaco di Catanzaro, Giuseppe Speziali, presidente Confindustria Calabria, Michele Gravano, segretario CGIL Calabria, Sergio Bruni, economista Unical. «Lo scopo di questo libro – scrive Gianfranco Viesti – non è difendere il
Sud, giustificare, ammorbidire. Anzi, come si vedrà per tanti aspetti non c’è un Sud, ma al suo interno ci sono i ‘buoni’ e ci sono tanti ‘cattivi’: e questi ultimi vanno indicati e combattuti con energia. Né tantomeno lo scopo del libro è attaccare il resto d’Italia, con una misera partita doppia della corruzione e dello spreco, con uno squallido ping-pong di recriminazioni e accuse, del ‘noi’ e del ‘voi’». E si parte da qui visto che «abbiamo bisogno di capire cosa fare, anche perché siamo stanchi con il tempo dei lamenti, ma nello stesso tempo vogliamo sovvertire quanto abbiamo letto nei libri di Pino Aprile secondo il quale bisogna insorgere e reagire, quasi ci invitasse a costruire una Lega del Sud – afferma Vitale –. La posizione di Viesti, invece, è una iniezione di fiducia: «un Paese unificato può affrontare questo momento di crisi
primo piano
"Il Sud palla al piede? Teorema falso!" Ne è convinto Gianfranco Viesti, docente di Economia applicata all'Università di Bari di Maria Rita Galati con la speranza di uscirne. Pensare al Mezzogiorno significa pensare all’Italia». «Il Sud vive sulle spalle dell’Italia che produce. È una palla al piede. C’è bisogno di discuterne? C’è bisogno di portare prove a conforto di un fatto che è sotto gli occhi di tutti? Ne sono convinti moltissimi italiani del Centro e del Nord. Anche molti emigrati meridionali o figli di emigrati, che pure guardano al Sud con simpatia, condividono questa convinzione – afferma Viesti –. E la condividono anche molti meridionali, alla luce delle difficoltà che incontrano a trovare lavoro o delle deficienze dei servizi pubblici o dello stato delle infrastrutture. Quando le cose vanno male, è consolante sapere di chi è la colpa. E, come nei libri di Pennac, il Sud è il capro espiatorio ideale. Ideale perché in tutte le classifiche, in tutte le indagini, in tutte le inchieste, il Sud è sempre più indietro, il peggiore. Ideale perché così ci si può illudere che i problemi non siano in Italia, ma solo in
quel pezzo di paese. Litanie come quelle della Lega Nord sono un gradevole anestetico: la colpa è loro, degli altri. Se fossimo noi da soli, con il federalismo, con la secessione, tutto andrebbe magicamente a posto. Perché la colpa è del Mezzogiorno?
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Gianfranco Viesti
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primo piano
È presto detto; con facilità; tanto è ovvio. Senza il Sud l’Italia crescerebbe più velocemente, perché le regioni del Mezzogiorno rallentano lo sviluppo del Paese. Sono più indietro e vanno più piano. Eppure se confrontiamo gli stereotipi con la realtà scopriamo che il teorema meridionale è falso. Che è un velo che ci nasconde la realtà; che è un occhiale scuro che non ci consente di vedere quel che è davvero nero, quel che è grigio, quel che è bianco; che è un paravento che ci fa chiamare Mezzogiorno tutto ciò che non ci piace dell’Italia. Naturalmente, al posto dello stereotipo non scopriremo una foresta incantata. Ma la realtà di un pezzo d’Italia alle prese con problemi gravi; simili a quelli di tutto il paese, ma più intensi». E se il commissario straordinario della Provincia, Wanda Ferro, richiama al senso di responsabilità di una classe dirigente che deve “lavorare in squadra” per dimostrare la differenza che porta al saper fare, il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo riconosce un senso di responsabilità di quelle classi dirigenti che non hanno saputo fare. «Quello del professor
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Viesti è un libro che parla di pregiudizi – afferma il commissario straordinario della Provincia – quando sappiamo bene che il Nord è cresciuto sulle spalle dei meridionali costretti ad emigrare. La posizione della Lega Nord non fa bene al Paese perché lo sviluppo del Sud è un arricchimento anche per il Nord». Tante sono le occasioni sprecate che perdono di vista il rapporto tra Stato e territorio, e l’opportunità di un Sud che diventa opportunità per lo Stato, rimarca ancora Wanda Ferro richiamando alla necessità di poter contare su istituzioni – e politica – che fanno squadra. Secondo il sindaco di Catanzaro, Abramo, la classe dirigente ha sbagliato l’impostazione economica per aiutare questa fetta di Paese, riferendosi prima di tutto ai contributi a fondo perduto o alle leggi che invece di sostenere la produttività l’hanno affossata. «In Calabria avevamo l’energia alternativa, acqua in grande quantità, i rifiuti che potevano diventare un’opportunità di sviluppo invece non abbiamo saputo usarli», dice ancora Abramo incassando anche la proposta di Vitale di organizzare un dibattito
pubblico sulla sanità, che per Catanzaro è uno dei pilastri dell’economia cittadina, visto che nel corso del confronto si parla in più tornate di integrazione tra le aziende universitarie e ospedaliere. Perché non si colgono le occasioni? Prova a spiegarlo il presidente di Confindustria Speziali partendo dal presupposto che «è colpa di quelle micro sovranità che impediscono il ‘riallineamento’ dei Mezzogiorni che vivono nell’unico Mezzogiorno», dipinto come metafora della crisi più profonda che attraversa l’Italia. Sono le scelte politiche che impediscono di sfruttare le energie alternative, l’acqua, i rifiuti: «Bisogna avere la forza di andare tutti nella stessa direzione, ed essere ottimisti», conclude Speziali. Il segretario generale della Cgil Gravano, invece, parla di «un libro di orgoglio e dignità meridionale. Critico rispetto a quanto accaduto nel Mezzogiorno che ha creato guasti e problemi – dice ancora – ma il Nord non ha saputo fare meglio del Sud. Bisogna fare tesoro dell’errore e rovesciare il teorema, c’è bisogno di uno scatto di orgoglio». •
Tonno Callipo da 100 anni a vele spiegate
Navighiamo in mare aperto, a vele spiegate, verso orizzonti di Qualità e Trasparenza difendendo da 5 generazioni una tradizione che in Calabria è secolare. Noi Callipo produciamo i Filetti di Tonno completamente in Italia e li lavoriamo ancora oggi a mano, scegliendoli uno ad uno per offrirvi un prodotto gustoso ed inconfondibile. Continueremo ad ammirare la prua ed osserveremo i gabbiani per non perdere mai la rotta, perché i nostri 100 anni non sono solo un traguardo ma un nuovo obiettivo verso l’innovazione, lo sviluppo e la responsabilità.
Una storia che arriva dal mare
www.callipo100.it
primo piano di Danilo Colacino
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n incontro per approfondire il tema dei fondi comunitari 2014 – 2020 e del partenariato con il direttore dell’Area Mezzogiorno di Confindustria Massimo Sabatini, quello svoltosi nella sede catanzarese della Confederazione degli Industriali della Calabria alla presenza del presidente Giuseppe Speziali e del direttore Luigi Leone oltreché dei rappresentanti di Cisl, Cgil, Legacoop, Artigianato e Cna. Si è trattato di un atteso momento di confronto finalizzato a fare il punto della situazione, pianificando il lavoro da compiere nell’immediato futuro e valutare, così, le più immediate esigenze degli esponenti della prestigiosa organizzazione datoriale promotrice dell’evento nonché delle parti sociali. Ad aprire la discussione è stato il massimo rappresentante degli industriali calabresi Speziali: «È necessario condividere il metodo e gli obiettivi dei finanziamenti europei, altrimenti rischiamo la dispersione di queste ingenti e indispensabili risorse. Ragion per cui, in occasione della visita del collega Sabatini, abbiamo ritenuto opportuno riunire
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Fondi comunitari 2014-2020,
Massimo Sabatini spiega cosa toccherà al Sud Il direttore dell’Area Mezzogiorno è stato ospite di Confindustria Calabria: “21 milioni per 5 regioni”
primo piano i sindacati e altre riconosciute associazioni di categoria. Il dialogo fra le varie componenti è un elemento essenziale per procedere nella direzione da tutti auspicata e noi vogliamo partecipare anche al tavolo formato dal ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca, che si sta occupando dei delicati argomenti su cui stiamo ragionando in questa particolare fase». A seguire le considerazioni di Luigi Leone: «A prescindere dalla consueta e insostituibile interlocuzione con la Regione, sarebbe auspicabile che partecipassimo attivamente alle riunioni indette nei dicasteri competenti. È un modo per essere protagonisti non dovendosi uniformare passivamente agli effetti scaturiti da scelte nazionali, troppo spesso subìte. Dobbiamo monitorare le azioni in rapporto ai singoli bandi e attribuire funzioni diverse all’ufficio di partenariato, che bisogna tramutare in un organismo molto più funzionale rispetto ad adesso. Altro aspetto su cui soffermarsi è il tempestivo aggiornamento riguardo alla spesa comunitaria relativa al periodo 2007 – 2013, dal momento che è stata finora impiegata la ragguardevole somma di un miliardo e settecento milioni di euro. Una cifra che va spesa nel modo più giusto, potendo contribuire in maniera decisiva ad attivare processi di rilancio del tessuto economico-produttivo». A dare una serie di
risposte utili agli interlocutori e a fornire le ultime notizie in merito all’iter della tranche finale, riguardante il prossimo settennio, è stato il direttore Sabatini: «I fondi 2014 – 2020 impegneranno cospicue parti di bilancio dell’intera Unione europea e, di conseguenza, non sono ancora stati esattamente definiti. È la ragione per la quale è stata avviata una procedura di decisione condivisa con il Parlamento di Bruxelles, molto attento a non generare debito, da cui deriva anche un rinvio del varo del regolamento. L’ammontare complessivo della cifra da devolvere alla coesione territoriale sarà quasi di sicuro pari a 324 miliardi di euro circa indirizzati all’intera Europa, ma con importi di parecchio diversificati in base alle varie destinazioni, e l’attenzione rivolta pure alle singole città e alle zone interne. L’obiettivo degli aiuti è ormai di fatto unico, ovvero generare crescita e occupazione. Ma a dispetto di quello che sembra un cambiamento piuttosto radicale, almeno in termini formali, le proporzioni di ripartizione dei finanziamenti non dovrebbero subire sostanziali variazioni rispetto al passato. Ecco perché – ha aggiunto – a cinque regioni del Meridione, cosiddette in ritardo di sviluppo, come Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, dovrebbero essere complessivamente inviati 21 miliardi di euro. Per completezza d’informazione, aggiungo che alle altre del nostro
Paese, come dell’intera Unione, considerate in transizione ne toccheranno invece solo sette. C’è oltretutto da ricordare che il tasso di cofinanziamento dei programmi è stato innalzato da uno a tre. Corposo aumento sancito allo scopo di permettere ai vari enti di reggere il peso del patto di stabilità. La questione principale, però, resta la capacità di impiego delle risorse e in tale direzione rendo noto che a dicembre era stata superata la soglia del 33% della spesa complessiva sostenibile, seppur attraverso la riduzione del valore di tanti progetti. Purtroppo – ha concluso – a fronte di tutto ciò, l’economia reale fatica a ripartire frenata dal peso di una crisi che si fa sentire in pressoché tutti i settori della produzione. Ma i miliardi di euro che dovranno arrivare al Meridione sono fondamentali per riavviare i motori. Rappresenteranno un propellente prezioso, a patto però che i finanziamenti vengano gestiti secondo criteri di razionalità ed efficienza. Inutile ricordare, di conseguenza, quanto sia, oserei dire vitale, sfruttare le chance offerte da una somma di tali proporzioni. Gestirla male, sarebbe imperdonabile oltreché suicida. Le politiche di coesione hanno numerosi indicatori, peraltro certificati in Italia dall’Istat, e sono incentrate molto sulla qualità dei servizi pubblici essenziali, che soprattutto al Sud, area come noto purtroppo alle prese con alcune croniche tare, necessitano quasi ovunque di essere migliorati e implementati».•
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attualità
Pmi, la sfida romana di Aldo Ferrara L’imprenditore calabrese nella Giunta nazionale di Confindustria
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’ un incarico che mi dà una responsabilità in più e che affronto con grandi stimoli. Conosco a fondo, perché le vivo, le problematiche del nostro territorio e le porterò, per quanto di mia competenza, alla ribalta nazionale. Così come dovrò far capire, non soltanto al mondo confindustriale, quali sono le innumerevoli potenzialità della nostra regione». A ormai oltre un mese dalla sua doppia elezione – quella alla presidenza della Piccola Industria di Confindustria Calabria e quella di componente della Giunta nazionale di Confindustria – Aldo Ferrara ha metabolizzato l’importante riconoscimento che ha ottenuto. E, dopo aver risposto alle decine di messaggi augurali arrivati da ogni dove, come nel suo stile, è pronto a mettere in campo tutte le sue energie per svolgere bene il ruolo che gli è stato asse-
Aldo Ferrara
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gnato. Sa, Ferrara, qual è la funzione che le Pmi svolgono in Calabria e in Italia e delle stesse ne conosce pregi e difetti: «La realtà del nostro tessuto produttivo è caratterizzato da un piccola industria che, da un punto di vista strutturale, riproduce vizi e virtù di quelle del resto del Paese. Tuttavia la struttura prevalentemente a carattere familiare, che ha rappresentato una forte linea di resistenza alla crisi, nell'era della globalizzazione dei mercati deve affrontare e risolvere i problemi di sottocapitalizzazione e crescita dimensionale, intraprendendo adeguati processi di internazionalizzazione. A tal fine, però, risulta indispensabile la presenza di fattori di contesto adeguati come un efficiente mercato del credito e dei capitali, una forte semplificazione amministrativa, una burocrazia moderna ed efficiente al passo con i tempi dell'economia moderna, la diminuzione della pressione fiscale e del costo complessivo del lavoro». Temi che sono al centro, almeno a parole, nell’agenda di questo Governo di scopo. «Tutti vedono come strana la nascita di questo esecutivo. Del resto, come potrebbe essere differente se coalizioni che mai hanno dialogato, riescono oggi a sedere allo stesso tavolo? Tuttavia io sono moderatamente ottimista. Non tanto per le qualità della nostra politica, quanto perché quest’ultima, oggi, deve fare i conti con una situazione drammatica davanti alla quale i cittadini hanno chiaramente lanciato un messaggio nelle ultime consultazioni nazionali. Quindi, o si portano a compimento le riforme necessarie, quelle che riguardano fisco, lavoro, razionalizzazione dell’apparato burocratico, o ci sarà un altro siluramen-
to di chi siede tra gli scranni di Camera e Senato». Ma torniamo a parlare di imprese calabresi. E di proposte da portare ai tavoli romani. Da cosa partire? «Una idea che credo meriti di essere sostenuta è riconducibile al recente provvedimento con cui l'Europa ha archiviato la procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti del nostro Paese. Tale provvedimento ci consentirà, nel prossimo anno, di destinare risorse (diversi miliardi) per investimenti produttivi. L’esatta qualificazione di investimento produttivo sarà demandata all'interpretazione autentica della stessa Unione Europea. Tuttavia credo che se facciamo riferimento all' utilizzo dei fondi strutturali Europei, gli stessi vadano considerati per definizione produttivi. Pertanto, se si riuscisse a far qualificare come tale la destinazione della quota di cofinanziamento a nostro carico, si potrebbe contare su risorse aggiuntive da attribuire alle aree interessare da queste misure e quindi anche alla nostra regione. Ciò produrrebbe investimenti consistenti con ricadute positive sia sulla creazione di occupazione stabile che sulla relativa produttività». Prioritario resta il problema del credito, una delle principali criticità con cui le imprese devono misurarsi soprattutto in questa fase economica caratterizzata dal credit crunch. «In tal senso, ritengo importante le iniziative assunte dalla Regione e dal sistema Camerale tese al rafforzamento del sistema delle garanzie. A mio avviso è la migliore e più concreta misura per rispondere con rapidità ed efficacia all'esigenza di credito da parte delle Pmi». Infine, un augurio. E’ quello che rivolge ai suoi colleghi imprenditori. «a saper far rete, a non isolarsi, a sfruttare le opportunità che arrivano da altri mercati. E se so bene che la situazione è, in certi casi, drammatica, so anche che non possiamo assistere inermi a questo stato di cose. Fiducia dovrà essere la parola chiave per vincere una sfida difficile, certo, ma non impossibile». •
attualità
"Puntiamo sulla legalità" Confindustria Crotone apre uno sportello dedicato “
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a legalità conviene”: è questo lo slogan emerso dal seminario sul tema “Impresa e Stato, conosciamoci meglio, parliamo di più”, organizzato da Confindustria Crotone, nel corso del quale è stato presentato lo Sportello per la legalità e la prevenzione dei reati di impresa. L’iniziativa, fortemente voluta dal Presidente di Confindustria Crotone Michele Lucente, ha visto la partecipazione dei vertici delle Forze dell’Ordine, dell’Associazione antiracket Lamezia Terme e dell’Inail che si sono confrontati non solo sui costi sociali della illegalità, ma anche sulla necessità di rinsaldare la collaborazione tra le imprese ed i tutori dell’ordine pubblico e gli enti di controllo per rafforzare l’economia legale ed arginare quei fenomeni di devianza che turbano il mercato e penalizzano le imprese sane, i lavoratori ed i consumatori. Per affiancare l’impresa in questo percorso, Confindustria Crotone, in collaborazione con l'avvocato Francesco Verri, ha promosso la costituzione dello Sportello per la legalità e la prevenzione dei reati di impresa, attraverso il quale i soci di Confindustria Crotone accederanno ad una consulenza di base gratuita sui temi della sicurezza nei luoghi di lavoro, dei rischi e dei reati ambientali e dei rischi di infiltrazioni mafiose nelle attività d'impresa
e potranno partecipare a seminari periodici di approfondimento. L'iniziativa si inserisce nel solco del Protocollo di Legalità siglato da Confindustria ed il Ministero degli Interni nel maggio del 2010 e si prefigge sia l'obiettivo di migliorare e focalizzare le conoscenze e la consapevolezza degli imprenditori sui dispositivi normativi vigenti e sia di segnalare alle autorità competenti correttivi e aggiustamenti che ne facilitino l'applicazione. L’avvio dello Sportello per la legalità è stato tenuto a battesimo da Antonello Montante, Vice Presidente di Confindustria con delega per la legalità, che a conclusione del seminario ha indicato alcuni passaggi indispensabili per rafforzarne l’azione: una forte sinergia con le Organizzazioni sindacali e le Associazioni antiracket ed antiusura e la promozione del rating della Legalità. Proposto e sostenuto dallo stesso Montante, il rating della legalità consente alle aziende di ottenere una valutazione, da una a tre stelle, per dimostrare il proprio impegno verso la legalità, guadagnando un canale privilegiato con Banche e pubblica amministrazione. •
Nella foto da destra Antonello Montante, Michele Lucente, Antonella Stasi
Antonello Montante
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attualità di Maria Rita Galati
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lla testa dell’associazione degli imprenditori catanzaresi vuole portare il cuore. Emozioni che in questi anni difficili, in un crescendo di crisi che non accenna a diminuire, sono mancati: ma per individuare risposte concrete ai bisogni e alle istanze di un tessuto economico e sociale che arranca serve muoversi con lo spirito e i sentimenti se non proprio di una famiglia, almeno di una squadra unità. E ai valori degli affetti, il neo presidente di Confindustria Catanzaro, Daniele Rossi, eletto all’unanimità nella seduta del 13 maggio, impronta da subito il suo operato, impregnando di gratitudine e rispetto dovuto alla storia della propria famiglia le prime righe di una relazione letta non senza emozione. Cita il nonno, Guglielmo Papaleo, un pezzo importante di Confindustria Catanzaro che Daniele frequentava anche da bambino. «Mio nonno amava questa Associazione ed ancora più profondamente la nostra terra. Era uomo e imprenditore libero che mi ha insegnato a rispettare il lavoro, i dipendenti, i clienti, ma, soprattutto, mi ha insegnato ad essere persona umile, disposta ad ogni sacrificio per la salvaguardia della propria dignità». Famiglia, rispetto, intraprendenza, capacità di ascolto: Confindustria Style che il presidente vuole ripristinare «nell’Unione tra associati e organizzazioni territoriali. Questo è il primo passo. Con il nuovo direttivo e la nuova Giunta ci metteremo subito al lavoro per dare voce alle istanze e alle proposte che arrivano dal territorio. Dobbiamo anche pensare a riallacciare subito rapporti importanti con le organizzazioni nazionali. Insomma – incalza – è importante non piangersi addosso». Il neo presidente di ConfinDaniele Rossi
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attualità
Catanzaro elegge Daniele Rossi Il giovane imprenditore chiamato a guidare la Confindustria del capoluogo
dustria Catanzaro, quando pensa alla squadra da mettere insieme parte dal “patrimonio” di rapporti umani consolidati. A cominciare dal suo predecessore Giuseppe Gatto, «che – ha detto – ha saputo mantenere la guida autorevole e forte, nonché punto di riferimento costante e sicuro, non solo per gli associati,
ma per l’intera classe imprenditoriale e la comunità tutta». E’ la volta, quindi, dei “saggi” Past President (Noto, Zinzi e Giuseppe Speziali), «ai quali chiederò di fornirmi – ha proseguito – quei necessari consigli di esperienza che riterranno più opportuni». Nell’elenco dei ringraziamenti c’è posto anche per il presiden-
te dell’Ance Alessandro Caruso, per il neo presidente di Piccola industria di Confindustria Calabria Aldo Ferrara, per il presidente della CCIAA di Catanzaro, Paolo Abramo, per il presidente di Confindustria Calabria, Giuseppe Speziali, per i Giovani Imprenditori, in particolare i presidenti Marco Rubbettino ►
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attualità e Giovanni Pugliese, «ai quali riconosco – ha continuato – l’importanza del ruolo di severa e propositiva critica, ma che dovrà risultare coerente e in linea con il quadro programmatico e strategico che gli organismi direttivi di Confindustria Catanzaro elaboreranno sulla base di un complessivo percorso associativo comune e condiviso». Il finale di questa prima parte della relazione è per la sua famiglia. Nomina la moglie Nadia e i figli Matteo e Antonio per il sostegno che gli hanno garantito e che gli garantiranno in futuro. Sebbene Rossi parli di «graduale miglioramento della situazione sui mercati finanziari» è consapevole che questo non si è ancora «pienamente trasmesso all’economia reale». «Siamo al settimo trimestre che l’Italia è in recessione – afferma ancora –. In questo momento un prodotto di qualità calabrese può avere dei vantaggi nell’ambito del mercato estero. Nell’estremo oriente, ad esempio, è molto apprezzato il made in Italy e i prodotti calabresi». In giro per il mondo a diffondere il culto e la cultura della catanzaresità con il brand “Caffè Guglielmo”, Rossi ha approfondito la conoscenza di una crisi economica che la Calabria non ha mai perso di vista, ma nello stesso tempo ha imparato che «la qualità è sempre apprezzata. E per questo dobbiamo attrezzarci per aggredire mercati ancora inesplorati». Uno per tutti: quello coreano. Rossi anticipa una imminente visita di imprenditori coreani nella nostra regione, in linea con un principio che il neo presidente considera sacro: favorire la crescita di una rete di conoscenze perché solo i rapporti sani tra imprese aiutano ad affrontare le criticità, guardando al futuro con ottimismo. Non è facile, questo Rossi lo sa, soprattutto per le condizioni in cui le imprese si trovano ad operare: elevato costo del lavoro, eccessive difficoltà nell’accesso al credito, l’Europa intrap-
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polata nella recessione. «L’inasprimento delle condizioni di accesso al credito, accompagnato dall’effetto dell’ineludibile aggiustamento fiscale – ha detto – ha condizionato negativamente la domanda interna il cui contributo alla crescita del PIL è stato pari a -4,8 punti percentuali. La tenuta delle esportazioni, unitamente alla riduzione delle importazioni, ha prodotto invece un significativo contributo della domanda estera netta (3,0 punti percentuali). Nel 2012 la produzione in-
dustriale è caduta sensibilmente, in particolare nel comparto dei beni di consumo durevoli e intermedi. Gli investimenti in costruzioni hanno continuato a ridursi per il quinto anno consecutivo. Nei primi tre trimestri il reddito disponibile delle famiglie è risultato in calo del 4,1 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La persistente riduzione
del reddito disponibile reale, in atto dal 2008, ha inciso sulle decisioni di spesa delle famiglie. La contrazione dei consumi è risultata molto intensa (- 4,3 %) e ha interessato in particolare la componente dei beni durevoli e semidurevoli». E se fanno ben sperare le esportazioni con un +2,3%, «la debolezza della domanda interna si è riflessa in una marcata riduzione delle importazioni. La recessione ha avuto, inoltre, ripercussioni significative sul mercato del lavoro. L’occupazione misurata in unità standard di lavoro si è ridotta dell’1,1 %». Una situazione preoccupante a livello Paese, figurarsi in Calabria. «Alle difficoltà comuni, aggiungiamo, purtroppo, una contenuta capacità innovativa – ha spiegato Rossi – difficoltà di creare ricchezza, ruolo preponderante della P.A., difficoltà del mercato del lavoro, deficit infrastrutturale, modesta internazionalizzazione, difficile rapporto con il mondo delle banche». Una serie di problemi per le cui soluzioni non si ha certo la bacchetta magica. Ciò non significa che bisogna restare inermi. «Credo necessario cercare di intervenire – ha detto Daniele Rossi – concentrando le nostre azioni su poche priorità e puntando sulle cose positive del territorio, che sono molte, anche se, in diversi casi, inespresse, ragionando finalmente in maniera sistemica, nell’esclusivo interesse dell’intera comunità». La prima richiesta va alla Pubblica Amministrazione. Tre le parole chiave: efficienza, efficacia ed imparzialità. «Non possiamo più accettare iter burocratici interminabili ed azioni dilatorie. Vogliamo risposte e semplificazioni, nel pieno rispetto della legge, e le vogliamo in tempi certi e brevi». E la politica, insomma, deve fare la propria parte: «Deve aiutare e non fare ostruzionismo all’attività degli imprenditori; non chiediamo né vantaggi, né svantaggi, ma la creazione di un percorso comune che sia capace di dare spazio e incentivare le imprese per-
attualità
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Il territorio si aspetta da noi fatti concreti. Sarebbe colpevole non rivendicare con forza il ruolo centrale dell’impresa, assicurando, in tutti i tavoli istituzionali, il nostro consueto contributo di competenza ed esperienza “di campo”» ché è questo l’unico settore da cui possono arrivare i posti di lavoro. Servono sinergie valide e programmatiche». «Continueremo a dialogare ma senza sconti e rendite di posizioni. Sono terminati tutti i crediti ed il tempo è scaduto – dice ancora Rossi –. E’ necessario intervenire sulle emergenze. Ma è altrettanto inevitabile pretendere una politica lungimirante che progetti per gli anni a venire. Che ci dia una visione strategica, una prospettiva, un futuro, una speranza. Non accetteremo più compromessi. È l’intera tenuta di un sistema produttivo ad essere a rischio». Ma le responsabilità ricadono anche sul sistema impresa. E’ giusto chiedere, «ma il territorio si aspetta da noi fatti concreti. Sarebbe colpevole non rivendicare con forza il ruolo centrale dell’impresa, assicurando, in tutti i tavoli istituzionali, il nostro consueto contributo di competenza ed esperienza “di campo”». E allora quali sono le idee del neo presidente per incidere sull’economia locale? Per Daniele Rossi è necessario ritrovare una precisa idea di sviluppo che consideri le vocazioni del territorio, le strategie per sviluppare nuo-
ve potenzialità e attrarre nuovi investitori. Penso a un rilancio vero del turismo, dell’arte, dei beni culturali, riorganizzando le città, realizzando siti per lo smaltimento dei rifiuti e riutilizzo degli stessi, intervenendo per un vero miglioramento complessivo dei tessuti urbani e ammodernamento infrastrutturale. «Dobbiamo – ed è fondamentale che tutte le componenti "istituzionali" viaggino nella stessa direzione – porre le condizioni necessarie per una crescita culturale e dimensionale delle nostre aziende, utilizzando gli ultimi strumenti normativi, come il Contratto di Rete, che consentiranno di competere, con maggiori possibilità di successo, anche in un sistema globale, salvaguardando la propria individualità giuridica ma, contestualmente, condividendo esperienze ed eccellenze». Sul versante del credito, è necessario incidere più efficacemente in linea con il nuovo contesto. «Se da tempo ormai riconosciamo come vere e proprie imprese gli istituti bancari, quest’ultimi devono essere consapevoli della loro particolare funzione». Un appello Rossi lo lancia alle banche locali, ma anche alle “grandi”: «Non possiamo più accettare che il denaro da noi costi di più, rispetto al resto d’Italia, nonostante tutti i crac finanziari si siano verificati non al Sud; non possiamo più tollerare che i nostri risparmi servano per investimenti fuori dal nostro territorio e che vengano finanziati progetti senza alcuna ricaduta nel nostro territorio. Da parte nostra – ha aggiunto – continueremo nella nostra azione per trovare ulteriori strumenti di garanzia e controgaranzia. E in questa direzione, ben vengano i recenti risultati correlati, da un lato, alla razionalizzazione del sistema di garanzia che permetterà di avere un Confidi - Legge 107 con tutte le implicazioni positive e, dall’altro, alla rete di sostegno messa in campo dalla Camera di Commercio». Nella relazione di Rossi non manca l’attenzione per
i fondi comunitari - «c’è rammarico per quanto dichiarato, in sede ministeriale, sulla Calabria, laddove si riscontrano ritardi tanto negli impegni che nella spesa» – e per la legalità: «rafforzeremo anche e soprattutto sul piano culturale, ogni presidio di legalità e sicurezza e non abbandoneremo coloro che avranno il coraggio di denunciare ogni tentativo di influenza e di infiltrazione». Priorità, nel programma del nuovo presidente, sono anche le risorse umane «sia in termini di sicurezza sul lavoro che in termini di formazione e crescita culturale», la Scuola e l’Università, «con cui procederemo a una più proficua collaborazione». Uno sguardo particolare Rossi lo rivolge al turismo, non a caso è stato presidente della sezione turismo di Confindustria. «Il mare e le coste meravigliose non bastano più – afferma – dobbiamo fermarci e capire che tipo di turismo realizzare: di massa, d’élite, culturale, e attrezzarci di conseguenza. L’obiettivo deve essere aumentare la capacità attrattiva della regione. Garantire servizi di qualità, per questo sarebbe il caso di investire sulla formazione: specifiche scuole di formazione del turismo, un’opportunità per creare anche nuovi posti di lavoro». Una bella sfida, insomma, che Rossi coglie in tutte le sue sfaccettature, consapevole che il percorso deve essere condiviso con le organizzazioni sindacali dei lavoratori, con le altre associazioni di categoria, con Confindustria Nazionale e Regionale, con la Camera di Commercio. Si dice «consapevole della grande responsabilità», ma è sicuro che con il sostegno, la collaborazione e l’aiuto dei colleghi imprenditori saprà «con obiettività ed equilibrio, perseguire le tante priorità che l’Associazione si prefigge, cercando di raggiungere, sempre, al nostro interno, una visione quanto più possibile partecipata ed una progettualità condivisa» . •
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attualità
Confindustria Reggio,
Andrea Cuzzocrea: “Le mie idee per lo sviluppo”
E
’ stato eletto alla guida della Confindustria di Reggio da circa un anno. Andrea Cuzzocrea, 47 anni, è stato per lungo tempo presidente dell’Ance reggina. Di professione ingegnere, è titolare dell’azienda “Aet Costruzioni”, attiva nel settore dell’edilizia. E’ sposato, ha due figli, ed è animato da una forte passione civile che ispira il suo agire quotidiano e caratterizza la sua attività di imprenditore e di presidente degli industriali. Tra i suoi hobby, la lettura, i percorsi enogastronomici e i motori. Presidente, è possibile fare un primo bilancio della sua gestione?
«Non tocca a me esprimere giudizi sulla qualità del lavoro di Confindustria Reggio Calabria, ma alle aziende associate, ai giornalisti e ai cittadini. Personalmente, tuttavia, mi ritengo soddisfatto: la nostra associazione era pressoché morta, dopo gli sconquassi del passato e l’onta del commissariamento. Abbiamo recuperato credibilità e oggi siamo tornati a essere protagonisti della vita economica e politica della provincia di Reggio Calabria. Siamo diventati un punto di riferimento per tantissimi cittadini, specie in un momento di grave difficoltà politico-amministrativa».
Confindustria Reggio ha preso posizione relativamente alla costruzione del rigassificatore di Gioia Tauro: voi siete favorevoli. Quali sono le motivazioni del vostro sì e perché una parte
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A un anno della sua elezione, il presidente illustra le attività portate avanti. E sottolinea le criticità sulle quali bisogna intervenire significativa di quel territorio è, secondo lei, contraria?
«La questione della sicurezza dei cittadini è prioritaria. Per noi nulla è realizzabile senza adeguate garanzie sulla tutela del diritto alla salute delle comunità interessate alla realizzazione dell’opera. Tuttavia, l’approccio di Confindustria non può essere di aprioristico rifiuto. Lasciamo che siano i tecnici, sotto la supervisione dei competenti organi dello Stato, a dire se l’opera sia sicura o meno. Ciò premesso, è evidente che il rigassificatore rappresenti una grande opportunità non solo durante la fase del-
la sua realizzazione, ma anche a regime. Integrare questa struttura con il porto di Gioia Tauro e attivare la piastra del freddo garantirebbe sviluppo all’area del retroporto, con effetti benefici a cascata per tutta la regione». Resta sempre aperta la questione di Saline Joniche. Qual è il suo pensiero su quell’area industriale?
«Esiste un progetto concreto: quello per la realizzazione della centrale a carbone. Valgono le stesse argomentazioni di fondo che abbiamo fatto per il rigassificatore: in primo luogo la sicurezza, ma il “no” a ogni progetto non può diventare l’alibi per l’inerzia che fino a oggi ha condannato la Calabria al sottosviluppo. L’unica cosa certa è che su quell’area non può sorgere alcun insediamento turistico, perché i costi per la bonifica sarebbero di gran lunga superiori ai potenziali benefici».
Avete presentato lo sportello “Imprendi Reggio Calabria”. Quali sono i servizi che offrite ai giovani che hanno un’idea imprenditoriale e che magari non sanno come realizzarla?
«Diamo una bussola a chi ha una meta da raggiungere. Accompagniamo gli startupper in tutte le fasi: la
Cuzzocrea
attualità valutazione dell’idea, l’analisi di fattibilità del progetto, le forme di finanziamento possibili, assistenza legale e contabile, la possibilità di avere prezzi chiari e ridotti per la costituzione della società, l’iscrizione a condizioni particolari a Confindustria». Nella sua relazione di insediamento lei ha considerato, tra le priorità, la formazione. In tal senso che tipo di azione ha portato avanti Confindustria Reggio?
«Questa sua domanda mi offre l’opportunità di ricordare il protocollo d’intesa, assai importante, che abbiamo stipulato con l’Università Mediterranea di Reggio e che consentirà un primo contatto con il mondo del lavoro per i giovani che si accingono a completare gli studi. La formazione è fondamentale perché la nostra economia, oltre che sull’edilizia, è fondata sui servizi. Il valore aggiunto della competenza e della professionalità è l’unico strumento in grado di renderci competitivi». Quanto soffre l’imprenditoria reggina della “malaburocrazia”?
«Lo andiamo denunciando da tempo. Da anni. A fronte di qualche dirigente della pubblica amministrazione volenteroso e capace, gli imprenditori si scontrano in maniera pressoché quotidiana contro il muro di gomma dell’incompetenza e dell’approssimazione e, a volte, a fenomeni diversi che, a mio avviso, potrebbero anche essere attenzionati da parte della magistratura. Chi mi conosce, sa quanto sia critico nei confronti della politica. Ma se devo soppesare le responsabilità, ritengo che nella crisi economica attuale, ancora più accentuata in Calabria e a Reggio, le colpe della malaburocrazia siano di gran lunga maggiori. Ci fanno perdere opportunità, competitività, chance e ricchezza interna».
Avete incontrato il direttore della Dia di Reggio Calabria, avete parlato di legalità e soprattutto di sicurezza per le tante aziende sane che operano sul territorio. Come si fa a garantirle?
«La legalità è un tema delicato che va affrontato senza demagogia. I professionisti dell’antimafia non sono altro che costi della politica camuffati. Se lo Stato vuole contrastare la criminalità organizzata, deve sostenere le imprese con una politica economica intelligente, snellendo le procedure burocratiche e incentivando le assunzioni attraverso sgravi fiscali. Solo il lavoro sano priva di attrattività la criminalità organizzata con tutta la sua prospettiva del facile arricchimento. Però, su questo tema, è essenziale tener presente la lezione di Leonardo Sciascia: se tutto è mafia, niente è mafia. Attenzione alle generalizzazioni». Prima delle elezioni, avete lanciato un forum con i candidati dal titolo “Confindustria delle idee”, per stimolarli su temi ritenuti cruciali. Cosa si aspetta, lei, da questo governo di scopo? Riuscirà a dare risposte al mondo imprenditoriale?
«Sintetizzo tutto in due parole chiave: Mezzogiorno e crescita. Il Nord del Paese, la cui sofferenza è stata giustamente sottolineata dal presidente Squinzi, si è fermato e ha difficoltà a ripartire. Ma le regioni già sviluppate e industrializzate hanno margini di crescita che sono ovviamente ridotti rispetto a un Sud che oggi può ambire a diventare la nuova locomotiva del Paese, così come la Germania dell’Est, a cavallo del nuovo Millennio, ha contribuito in maniera decisiva alla creazione del colosso tedesco attuale. Sosteniamo dunque il Mezzogiorno con politiche chiare, semplici, serie».
L’azione della politica regionale, a suo avviso, ha permesso qualche cambiamento sostanziale o le strategie di sviluppo non sono state adeguate?
«Al netto dei comunicati stampa, sulla programmazione dei fondi comunitari siamo al palo e i documenti dimostrano che ci troviamo a un passo dal commissariamento. La Calabria è in assoluto la maglia nera del Paese in questo settore, l’unico che potrebbe
garantire sviluppo vero per l’economia. Credo che ciò basti per esprimere perplessità più che fondate». Il turismo, in Calabria, continua a essere “l’industria che non c’è”. Qual è la strada da percorrere per sfruttare un territorio dalle mille potenzialità sia paesaggistiche che artistico-culturali?
«Insomma, che turismo vogliamo fare in Calabria? Di massa? D’élite? Culturale? Balneare? Montano? Prima di tutto chiariamoci le idee, poi individuiamo una sola mission del turismo calabrese, e infine potremo metterci al lavoro per diventare una destinazione realmente attrattiva per i tour operator stranieri».
Che tipo di attività state portando avanti per favorire i processi di internazionalizzazione e quanto ci puntate?
«Alcuni nostri associati, soprattutto del settore edile, stanno promuovendo la creazione di rapporti commerciali con i Paesi del Nord Africa e del Brics. Il turismo e l’agroalimentare hanno una gamma di possibilità più ampia. Bisogna capire qual è il rapporto costi – benefici di questi processi. In tal senso, è inevitabile chiedere un sostegno a organismi istituzionali che consentano di fare rete e usufruire dei vantaggi delle economie di scala». Tra i settori più in difficoltà, a causa di questa crisi, c’è quello edilizio. Qual è la situazione delle imprese reggine?
«Semplicemente disastrosa. Alla crisi generale si è aggiunta la drammatica questione del Comune di Reggio Calabria, che nella sostanza è a un passo dal dissesto, non dichiarato solo per evitare conseguenze pesantissime sul sistema economico e sociale cittadino. I commissari prefettizi, in questo senso, sono sempre stati chiarissimi. Attendiamo l’arrivo di finanziamenti statali in grado di soddisfare almeno una parte dei crediti delle aziende. Ma l’unico strumento per salvare l’economia a Reggio Calabria è il Decreto Reggio, con la cantierizzazione di opere che darebbero lavoro e “ossigeno” alle nostre aziende». •
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attualità
Crisi economica, S austerità espansiva
di Vittorio Daniele
e i numeri (sbagliati) di Reinhart e Rogoff «In nuce, la tesi afferma che consolidamenti fiscali, diretti a stabilizzare o abbassare il rapporto debito pubblico/Pil e realizzati attraverso tagli alla spesa pubblica, possano stimolare consumi e investimenti privati. Si tratta di un effetto controintuitivo, significativamente definito “non-keynesiano”» Vittorio Daniele
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e c’è un effetto positivo delle grandi crisi economiche, è certamente quello sulle idee e sulle teorie. Era già accaduto nel ’29 con la Grande depressione, e le sue drammatiche conseguenze sulle vite di milioni di persone, quando i presupposti della visione macroeconomica del tempo rivelarono la loro fallacia. Fu, poi, John Maynard Keynes, con la sua Teoria generale, a offrire un paradigma nuovo per interpretare le crisi economiche e strumenti macroeconomici per affrontarle. Qualcosa di analogo è accaduto anche stavolta, con la crisi finanziaria del 2007 e la Grande recessione che ne è seguita. Anche questi eventi hanno costituito una sorta di “banco di prova” per la macroeconomia. E anche stavolta, alcune idee e teorie non hanno retto alla prova dei fatti. È il caso dell’austerità espansiva, una tesi affermatasi negli anni Novanta del secolo scorso, sulla base di alcune ricerche empiriche, e incorporata nell’approccio economico dominante. In nuce, la tesi afferma che consolidamenti fiscali, diretti a stabilizzare o abbassare il rapporto debito pubblico/Pil e realizzati attraverso tagli alla spesa pubblica, possano stimolare consumi e investimenti privati. Si tratta di un effetto controintuitivo, significativamente definito “non-keynesiano”. Gli effetti espansivi delle politiche di austerità si giocano tutti, o quasi, sul ruolo delle aspettative. Se i tagli di spesa vengono percepiti come segnali di un futuro abbassamento delle imposte, i consumatori si aspetteranno un più ele-
attualità vato reddito permanente (reddito futuro atteso), per cui tenderanno ad aumentare i consumi correnti. Effetti analoghi, secondo alcuni economisti, si avrebbero anche in seguito a consolidamenti fiscali attuati attraverso aumenti delle imposte1. La storia è nota. Nel 2009, per cause diverse, Grecia, Portogallo, Spagna e Italia entrano in recessione. A causa degli elevati debiti pubblici e dei vincoli europei, i governi non possono usare la politica fiscale per stimolare l’economia; la politica monetaria, centralizzata a livello europeo, non dipende dai singoli paesi. Di fatto, i governi si trovano ad affrontare la recessione senza una politica macroeconomica di stabilizzazione. Quale via per uscire dalla crisi? La tesi dell’austerità espansiva offre un’incoraggiante prospettiva. Se il consolidamento fiscale – un eufemismo
sione fiscale. Obiettivi: ridurre o azzerare i disavanzi; ricondurre il rapporto debito-Pil in un sentiero di sostenibilità; aumentare la competitività. I risultati sono, ahimè, noti: contrazione del prodotto reale; aumento del debito pubblico sia in rapporto al Pil, sia in valori assoluti; crescita della disoccupazione; diminuzione del tenore di vita e dei livelli medi di consumo. Si vedano le Tabelle 1 e 2 che riportano i principali indicatori macroeconomici dei quattro paesi. Dietro i dati, naturalmente, la vita di decine di milioni di persone. Per via di esemplificazione: la rabbia dei giovani indignados; il pensionato greco che, a causa dei tagli al sistema sanitario nazionale, non può più curarsi; l’impiegato portoghese licenziato e in fila alla mensa dei poveri; il disoccupato italiano che, in preda alla disperazione, minaccia di togliersi la vita2. Delle aspettati-
per designare i tagli di spesa e gli aumenti delle imposte – può avere effetti espansivi, la via per uscire dalla crisi è già tracciata. Nella logica dell’austerità espansiva, forti riduzioni della spesa pubblica, riequilibrio dei conti e ripresa economica appaiono, infatti, obiettivi conciliabili. Fondo monetario internazionale (FMI), Commissione UE e BCE indicano le condizioni per la concessione degli aiuti ai paesi in difficoltà: Portogallo e Grecia sottoscrivono i Memorandum of understanding. La medesima ricetta si applica, ma con differenti posologie, date le differenti condizioni, a tutti i paesi in recessione. La sequenza è la stessa: un combinato disposto di tagli e inasprimenti fiscali - con alcune misure essenziali, mai perseguite con sufficiente determinazione dai governi, come la riduzione della patologica eva-
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Tab. 1. Andamento del Pil e dei consumi delle famiglie – variazioni % 2009-2012
2009
PIL 2010
2011
2012
2009
Grecia
-3.1
-4.9
-7.1
-6.4
-1.9
-6.4
-7.9
Spagna
-3.7
-0.3
0.4
-1.4
-3.9
0.6
-0.8
Italia
Portogallo
-5.5
-2.9
1.7
1.9
0.4
-2.4
-1.6
-3.2
Consumi delle famiglie 2010 2011
-1.6
1.5
-2.4
2.6
2012
0.1
-4.3 -9.1
-3.8
-5.6 -
Nota: Pil ai prezzi di mercato e spesa per consumi finali delle famiglie (volumi). Fonte: Eurostat, retrieved 02 May 2013. Tab. 2. Rapporto debito- Pil e tassi di disoccupazione (%) Debito/Pil % 2009
2013*
129,7
175,6
Italia
116,4
Portogallo
83,2
Grecia
Spagna
53,9
128,1 123,9 95,8
Fonte: AMECO Database: retrieved 02 May 2013; * stime.
Tassi di disoccupazione %
2009 7,8
2013* 11,6
9,5
27
10,6
17,3
18
26,9
1 Si veda per esempio M. McKee, M. Karanikolos, P. Belcher, D. Stuckler, Austerity: a failed experiment on the people of Europe, Clinical Medicine 2012, vol. 12. N. 4: 346-350. 2 O. Blanchard, D. Leigh, Growth Forecast Errors and Fiscal Multipliers, International Monetary Fund, WP 13/1, 2013.
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attualità ve crescenti e progressive sull’aumento del reddito permanente atteso neanche l’ombra. Come prevedibile, nessun effetto espansivo sui consumi o sugli investimenti. I fatti dimostrano la fallacia delle tesi. Lo stesso FMI ne prende atto, e in uno studio del 2013 rileva come i moltiplicatori fiscali durante la recessione siano stati maggiori di quelli stimati per il periodo pre-crisi: 1,5 invece che 0,5. Semplicemente: una contrazione fiscale di 1 euro ha avuto un impatto recessivo di 1,5 euro, invece che di 0,5, come precedentemente stimato dagli stessi teorici dell’austerità espansiva3. In breve, ci si è accorti che l’austerità è recessiva. A onor del vero, già nel 2010, in uno studio del FMI, si poteva leggere: “L’idea che l’austerità fiscale possa stimolare la crescita nel breve periodo trova poca conferma nei dati. I consolidamenti fiscali, tipicamente, hanno effetti recessivi nel breve termine sull’attività economica, portando a minore output e maggiore disoccupazione”4.
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Nonostante ciò, il mito dell’austerità come via per uscire dalla crisi ha resistito. Dopo aver suscitato un ampio dibattito, ed aver fornito sostegno empirico alle tesi pro-austerity di economisti e politici, anche il citatissimo lavoro di due importanti studiosi dell’Università Harvard, Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff, in cui si mostrava che i paesi con elevati debiti pubblici – cioè con debiti oltre il 90% del Pil – avessero avuto storicamente tassi di crescita negativi, ha subito una secca smentita. Lo studio, intitolato Growth in a time of debt5, pubblicato nel 2010 sulla prestigiosa American Economic Review, non è stato smentito da sofisticate applicazioni econometriche ma, come nella favola di Andersen I vestiti nuovi dell’imperatore, da Thomas Herndon, uno studente di dottorato dell’Università del Massachusetts Amherst che, utilizzando i dati di Reinahrt e Rogoff per un’esercitazione, si è accorto che qualcosa non quadrava nelle stime dei due economisti. Con il supporto di due suoi professori, Michael Ash e Robert Pollin, Herndon ha mostrato come i risultati precedenti fossero erronei, in quanto inficiati da problemi metodologici, omissioni di dati ed errori di calcolo. La conclusione è che i tassi di crescita medi dei paesi ad elevato debito non sono stati del -0,1%, come indicato da Reinhart e Rogoff, bensì del +2,2%5. Una differenza notevole! È chiaro: errori nelle procedure di calcolo sono incidenti spiacevoli ma scusabili; non
così eventuali manipolazioni dei dati. Il punto, però, è un altro. E cioè che lo studio di Reinhart e Rogoff ha avuto un impatto mediatico enorme, con citazioni sui principali giornali (dal Financial Times, al The Economist al Wall Street Journal) e canali televisivi mondiali. I suoi risultati sono stati, poi, presi a sostegno delle misure di austerità. Growth in a time of debt è, per esempio, l’unico lavoro citato da Paul Ryan, politico conservatore americano, nella sua risoluzione, significativamente intitolata The Path to Prosperity, presentata alla House of Representatives del Congresso degli Stati Uniti, e da Olli Rehn,Vice Presidente della Commissione Europea, per sostenere le politiche di austerità europee. Per ironia della sorte, lo stesso Olli Rehn, appena qualche giorno prima della pubblicazione dello studio che mostrava gli errori nei calcoli di Reinhart e Rogoff, in una lettera indirizzata ai Ministri economici e finanziari della UE, al FMI e alla BCE, scriveva: “È largamente riconosciuto, sulla base di una seria ricerca accademica, che quando i livelli del debito pubblico superano il 90%, tendono ad avere un impatto negativo sull’andamento dell’economia, che si traduce in bassa crescita per molti anni”7. •
3 Cfr. International Monetary Fund, World Economic Outlook 2010, Recovery, Risk, and Rebalancing. IMF, 2010, p. 113. 4 C. Reinhart, K. Rogoff, Growth in a Time of Debt, American Economic Review: Papers & Proceedings 2010, 100:2, 1–9. http:// www.ycsg.yale.edu/center/forms/growth-debt.pdf 5 T. Herndon, M. Ash, R. Pollin, Does High Public Debt Consistently Stifle Economic Growth? A Critique of Reinhart and Rogoff. PERI Working paper n. 322, http://www.peri.umass.edu/236/hash/31 e2ff374b6377b2ddec04deaa6388b1/publication/566. 6 Olli Rehn - Brussels, 13.02.2013, ARES (2013) 185796. 7 In uno studio si può leggere: “But, in contrast with the usual argument, the non-Keynesian effects of a large fiscal contraction are accentuated when it consists primarily in raising taxes.” F. Giavazzi, T. Jappelli, M. Pagano (1999), Searching for Non-Keynesian Effects of Fiscal Policy, CSEF Working Paper, No. 16, Centre for Studies in Economics and Finance, February, p. 17. •
attualità
Antonella Stasi e l’impegno per cambiare la Calabria La vice presidente della Giunta regionale traccia un bilancio della sua attività di Maria Rita Galati
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n prima linea. Delegata dal governatore per vertenze calde come quelle relative al Porto di di Gioia Tauro, del rigassificatore che dovrebbe sorgere nella Piana, chiamata a rappresentare la Calabria nella conferenza Stato-Regioni, la vice presidente della Giunta regionale, Antonella Stasi, si siede ai tavoli delle trattative armata di un sorriso che l’ha sempre contraddistinta, e con la dolce fermezza di chi sa di essere dalla parte giusta. Abbiamo tentato di tirare le somme di questi tre anni di lavoro: è inutile
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dire che quello che è stato fatto ancora non basta per risollevare le sorti della regione, ma i risultati non sono mancati. La Regione Calabria sta supportando la promozione di Crotone – da lei attenzionato anche per la struttura aeroportuale – e di altri tre porti calabresi tramite un piano di marketing che vede coinvolte tra le altre istituzioni anche l’Autorità Portuale di Gioia Tauro. Quali sono le prospettive concrete per sviluppare questo segmento turistico e del turismo crocieristico su cui si è concentrata l’azione regionale?
«La Regione ha deciso di essere presente in modo incisivo in un settore turistico particolare, quello crocieristico, che per anni è stato trascurato, non valorizzato e di conseguenza la Calabria, pur avendo circa 800 km di costa e numerosi porti importanti, non è mai stata presa in considerazione dalle compagnie croceristiche. Grazie al lavoro portato avanti dal Presidente Scopelliti e dalla Giunta, quest’anno possiamo contare su ben 15 navi da crociere presenti nei quattro porti individuati nel masterplan della portualità regionale come ‘poli croceristici’. Dieci di queste navi saranno presenti nel porto di Crotone. A fine 2012 è stato siglato un ‘Protocollo sulla croceristica’ con l’Au-
Antonella Stasi
torità Portuale, le Capitanerie di Porto, i Sindaci, le Provincie e le Camere di Commercio al fine di creare un’azione di coordinamento anche sui territori e realizzare una serie di pacchetti prima e dopo crociera capaci di offrire un carnet di offerte a prezzi eccezionali messo assieme grazie agli albergatori ed agli operatori turistici. Obiettivo della Regione sarà quello di raggiungere 50.000 presenze di passeggeri croceristici entro il 2015». Incaricata dal Presidente Scopelliti, ha convocato e coordinato riunioni e confronti relativi alla realizzazione dell'impianto di rigassificazione nell’area di Gioia Tauro-San Ferdinando-Rosarno. Così come si è occupata spesso della situazione del porto di Gioia Tauro. Qual è la situazione, anche alluce del recente bando per gli
attualità incentivi alle imprese per nuovi investimenti all'interno del polo logistico?
«Gioia Tauro è il più grande porto di transhipment del Mediterraneo, ma ancora ad oggi non ha avuto la possibilità di essere utilizzato appieno delle sue potenzialità. Tante le occasioni che oggi ci sono grazie ad un’attenzione ed un lavoro continuo e costante portato avanti come regione Calabria. Primo fra tutti la realizzazione di tutti gli interventi previsti nell’importante APQ di 459milioni, ma anche la realizzazione del rigassificatore e la possibilità di poter realizzare una “vera” Zona franca, definita ZES (Zona Economica Speciale), creeranno condizioni uniche da un lato per il rilancio del porto, ma soprattutto, finalmente, anche per realizzare un vero polo logistico dove le imprese sono aiutate ed hanno facilitazioni per insediarsi e radicarsi nell’area del retro porto. Far crescere e sviluppare Gioia Tauro darà un contributo determinante allo sviluppo economico dell’intera Calabria».
Qual è la sua esperienza nella Conferenza Stato-Regioni, e come è cambiato il ruolo della Calabria dall’insediamento della Giunta Scopelliti?
«Un’esperienza positiva, ricca di momenti intensi, fatta di soddisfazioni ma anche di arrabbiature. La presenza della Regione Calabria all’interno della Conferenza è assidua, e le relazioni intraprese con le altre Regioni, soprattutto del Sud Italia, hanno consentito di ottenere dei piccoli risultati in più rispetto al passato. Autorevolezza, capacità di relazione ma anche competenza hanno contraddistinto in questi tre anni il lavoro portato avanti ai tavoli nazionali dove il risultato raggiunto è stato visibile e misurabile. Certo c’è ancora tanta strada da fare, ma è anche vero che siamo una classe politica giovane e vorremmo continuare a lavorare anche oltre il 2015».
Molto spesso è intervenuta per “difendere” la politica sanitaria della Giunta Scopelliti come il giorno dopo l’ultima inchiesta di “Report” andata in onda su Rai 3 quando ha ribadito che: “La Regione Calabria da circa 3 anni ha intrapreso un processo di riforma in sanità che partendo dal controllo della spesa, e dunque dalla necessità di un piano di rientro che obbligava a razionalizzare i servizi, ha riorganizzato tutto il sistema di offerte di cure sanitarie”. Qual è il prossimo passo per razionalizzare e rendere ancora più tangibile la riorganizzazione sanitaria in Calabria?
«Tanto è stato fatto nel comparto della sanità ma molto c’è ancora da fare. I conti della sanità per la Regione Calabria stanno per tornare ad essere a posto. Il deficit regionale si è ridotto drasticamente, e se quest’anno il Governo riuscirà a non fare tagli, ma piuttosto a garantire un piccolo incremento di risorse per la nostra regione, allora potremmo aspirare ad un azzeramento già per il prossimo anno e proseguire con un programma operativo controllato nel periodo 2013-2015 che consenta di consolidare l'equilibrio di bilancio raggiunto e cominciare finalmente ad investire in nuovi servizi sanitari. Ora bisogna rafforzare i servizi sui territori, e per far questo servono risorse per gli investimenti e lo sblocco del turnover per poter arruolare nuove professionalità. L’auspicio è di arrivare presto alla condivisione del nuovo patto della salute tra Governo e Regioni che possa, questa volta, garantire pari condizione di assistenza per tutti i cittadini ovunque essi risiedano, attivare i costi standard: come dimostrato nella verifica effettuata dal commissario Bondi, la Calabria per gli anni 2011 e 2012, risulta essere tra le più virtuose. Parimenti è indispensabile rendere possibili e anche l’attivazione di servizi sanitari standard, al nord come al sud». •
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End of Waste
Dall’emergenza rifiuti a opportunità di sviluppo
di Danilo Colacino
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di Danilo Colacino
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l coraggio di essere impopolari e compiere scelte difficili, non usando l’inquinamento ambientale alla stregua di un’arma di “preoccupazione di massa”. È stato questo il messaggio che l’ex ministro dell’Ambiente Clini - intervenuto a “End of Waste, dall’emergenza rifiuti a opportunità di sviluppo”, tavola rotonda promossa da Confindustria Calabria - ha lanciato alla classe dirigente della regione. L’evento ha suscitato l’interesse di imprenditori, uomini politici, professionisti, giornalisti e liberi cittadini sensibili a un tema tanto delicato. Tra i partecipanti il governatore Giuseppe Scopelliti, il presidente degli industriali calabresi Giuseppe Speziali, il leader di Alleanza ecologica (partner di Confindustria nell’organizzazione dell’iniziativa) Diego Tommasi, i dg dell’Arpacal Sabrina Santagati e del dipartimento regionale all’Ambiente Bruno Gualtieri, il presidente del consorzio Ecocarbon Camillo Piazza, l’Environ-
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Corrado Clini
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Se i rifiuti diventano opportunità Ambiente, l’ex Ministro Clini ospite di Confindustria mental manager di Aitec Daniele Gizzi, il consigliere delegato della stessa Associazione italiana tecnico economica del cemento Giuseppe Schlitzer, il consulente di Integra Srl Antonello Borrello e la climate change & Environment della Rina S.p.A. Rita Valoroso. Fra i presenti anche il senatore Antonio Caridi, il prefetto di Catanzaro Antonio Reppucci, il presidente del consiglio regionale Francesco Talarico, l’assessore ai Trasporti della Giunta Scopelliti Luigi Fedele, la neoconsigliera regionale Gabriella Albano, il segretario generale della Cgil calabrese Michele Gravano, il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, il presidente di Confindustria Catanzaro Giuseppe Gatto e il direttore di Legambiente Calabria Francesco Falcone. Accanto a loro i vertici regionali e provinciali della Polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri
e della Guardia di Finanza. Eloquenti le considerazioni dell' ex ministro sulla realtà calabrese, relativamente alla priorità dello smaltimento dei rifiuti: «Se il termovalorizzatore di Gioia Tauro viene utilizzato soltanto al 15% del suo potenziale, c’è molto da rivedere. Altrimenti allungheremo la lista delle incompiute e degli sprechi. Più in generale, la questione rifiuti deve uscire dalla gestione amministrativa ed entrare in un circuito industriale. I tre lustri di commissariamento hanno prodotto qui una spesa che ammonta a oltre 1 miliardo di euro con risultati pessimi. Un altro aspetto importante riguarda la gente comune, che va abituata a fare la differenziata. È il passo più importante per azionare un circuito virtuoso che si completa con la raccolta, curata da aziende specializzate, e il recupero della frazione umida da tramutare in compost di qualità. Un
«Se il termovalorizzatore di Gioia Tauro viene utilizzato soltanto al 15% del suo potenziale, c’è molto da rivedere. Altrimenti allungheremo la lista delle incompiute e degli sprechi»
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elemento di valore, che ha un mercato amplissimo. Sarebbe di conseguenza una risorsa anche per voi, se venisse valorizzato e commercializzato nel modo migliore. Ma l’unica maniera per farlo è attivare una filiera industriale che consenta di affrancarsi dalla schiavitù della discarica, peraltro eliminando attività lucrose per la criminalità organizzata. Le mafie – ha concluso – che approfittano di ogni business possibile, proliferando anche grazie all’inerzia di una politica troppo
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spesso miope e distratta ovvero incapace di assumere decisioni. Senza dimenticare che da taluni materiali di scarto si può ricavare energia, come fanno altri Paesi europei in grado di trattare in un certo modo i rifiuti. Germania e Olanda, ad esempio, ci spillano moltissimi quattrini incamerando i nostri prodotti di scarto con cui poi ottengono corrente elettrica da rivendere sempre all’Italia. Una sorta di circolo vizioso messo in piedi ai danni del Paese, ma sorprendentemente con il
nostro implicito consenso». Come sempre efficaci le riflessioni del leader degli industriali Speziali: «Il mio auspicio è che si arrivi presto al diffuso impiego del combustibile solido secondario, Css, per alimentare i cementifici. Significherebbe porre fine all’emissione di una sostanza dannosa come il derivato del petrolio, cosiddetto pet coke. Dovrebbe essere un fatto scontato e mi sorprende che si palesino ancora tante strumentali resistenze. Posizioni di cui prendo atto con rammarico e che, detto con franchezza, faccio fatica a comprendere». Il presidente Tommasi, sulla base della sua ultraventennale esperienza sul tema, ha telegraficamente sostenuto: «È indispensabile approntare un piano straordinario per la differenziata, allo scopo di raggiungere almeno il 35% di raccolta a livello regionale. Devono partire gli Ato provinciali. È determinate anche la sinergia istituzionale e il confronto con i privati, anche se un sistema integrato funziona esclusivamente se gli imprenditori vengono poi regolarmente pagati dalla P.A.». Molto attese le parole del governatore Scopelliti: «La lunga fase dell’emergenza, durata 15 anni, ha avuto come
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sbocco il varo di una serie di commissariamenti che non ci hanno permesso di elaborare un’efficace strategia per uscire dalla precaria situazione in cui ci troviamo tuttora. Il sistema dei rifiuti non è decollato perché Cosenza e Vibo non lo supportano. Oggi sborsiamo tantissimo per portare fuori regione tonnellate di rifiuti, fondi che dobbiamo stornare da un bilancio nel quale poi restano solo 5 milioni di euro per il sociale. Ma io mi batto affinché tutto ciò finisca». •
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La Calabria ce la può fare
L’innovazione è l’antidoto giusto di Danilo Colacino
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na speranza per tanti giovani laureati calabresi, che dalla classe politica e dirigente regionale si aspettano risposte concrete in termini di occupazione e sviluppo. Uno strumento per non tradire tali legittime attese potrebbe essere CalabriaInnova, la rete regionale dell’innovazione, promotrice di un confronto e a una tavola rotonda fra tutti i protagonisti impegnati nella costituzione di modelli di eccellenza da impiegare nel sistema della crescita e del potenziamento economico del territorio. All’evento, svoltosi in una nota struttura ricettiva situata nei pressi del capoluogo di regione, hanno preso parte, tra gli altri, i componenti della direzione di CalabriaInnova Danilo Farinelli e Antonio Mazzei, il direttore generale del dipartimento Ricerca della Regione Massimiliano Ferrara, il capo dell’agenzia danese per la Tecnologia e l’Istruzione Superiore (organismo del
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ministero della Scienza dello stesso Paese scandinavo) Thomas Alslev Christensen, e la dirigente di Aster Marina Silverii. Relatori del seminario, che ha dato il via ai lavori, i quali hanno “passato la staffetta” agli illustri ospiti del dibattito - moderato dal direttore del magazine Innov’Azione Emil Abirascid - previsto subito dopo. Un parterre di personalità di assoluto prestigio,
che rispondevano al nome del rettore dell’Unical di Cosenza Giovanni Latorre, del massimo esponente degli industriali della Calabria Giuseppe Speziali, del direttore del Servizio trasferimento tecnologico Area Science Park di Trieste Stephen Taylor, del presidente regionale di Unioncamere Lucio Dattola, e dei professori Giuseppe Vignetto e Felice Arena rispettivamente in rappre-
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«L’unico “antidoto” cui fare ricorso è quello di mettere in moto processi virtuosi favoriti dall’innovazione, una delle chiavi per consolidarsi sui mercati interni ed esteri con la possibilità di creare nuovi posti di lavoro» sentanza dell’Ateneo Magna Graecia di Catanzaro e dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio. Dalle loro riflessioni, basate su indicatori precisi, è emerso un quadro meno desolante, rispetto a quanto si possa pensare, del futuro del tessuto produttivo calabrese che però subisce il freno di elementi esogeni (la negativa congiuntura globale in atto ormai da troppo tempo) ed endogeni (tare ereditarie, i cui negativi effetti si riverberano sul contesto locale) con i quali bisogna fare i conti. L’unico “antidoto” cui fare ricorso è quello di mettere in moto processi virtuosi favoriti dall’innovazione, una delle chiavi per consolidarsi sui mercati interni ed esteri con la possibilità di creare nuovi posti di lavoro. Soprattutto per le fervide intelligenze, che altrimenti rischiamo di perdere a vantaggio di altre realtà italiane e soprattutto internazionali. Il progetto CalabriaInnova, come premesso, è un’occasione e quanti siano interessati ad approfondire le conoscenze su tale
programma possono fare riferimento agli appositi sportelli informativi, costituiti nelle varie sedi della Confindustria e della Camera di Commercio. Qualche utile spunto è tuttavia venuto dalla discussione precedente alla tavola rotonda. Un ragionamento avviato da Mazzei: «Nell’ambito del programma varato da CalabriaInnova, un pezzo del Por Calabria Fesr relativo alla ricerca, abbiamo costituito dei servizi di base per offrire delle consulenze che garantiscano un valido supporto tecnicoscientifico rispetto a una delle ipotesi al nostro vaglio, ovvero l’erogazione di un bando con incentivi da erogare direttamente alle imprese». Molto apprezzato, seppur arrivato attraverso un collegamento video, l’intervento dell’assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri, il quale ha peraltro lodato il progetto. «La presenza di esponenti di prim’ordine delle nostre Università e delle maggiori imprese attive sul territorio – ha affermato – testi-
monia la volontà di riunire e far confrontare tutti i protagonisti di un tema fondamentale come l’innovazione. Abbiamo individuato sei aree prioritarie e altre due di rilievo per i poli di innovazione, cui destinare ingenti risorse determinanti per farli decollare. La Regione ha promosso la costituzione di questa struttura. Adesso, però, bisogna far fruttare gli investimenti prodotti. In altre parole è doveroso creare i presupposti per avviare i processi che stanno alla base dei metodi produttivi. Le prospettive sono buone. Abbiamo selezionato, tanto per citare un esempio, 24 giovani laureati calabresi, alcuni dei quali tornati anche dall’estero. Relativamente al settore della ricerca, va detto – ha concluso – che ci sono le risorse da spendere, ma vanno utilizzate nella maniera giusta. In Calabria vogliamo avviare un’interlocuzione con tutti i soggetti interessati, anche in vista della programmazione per i Fondi Por 2014-2020. È un modo per voltare pagina». Christensen ha infine illustrato la realtà del suo Paese, la Danimarca: «Con la vostra regione abbiamo parecchie cose in comune, anche se capisco che non si direbbe. È una considerazione che riguarda comparti come l’agricoltura, l’alimentare e il turismo. Tanto da noi, quanto da voi, ci sono aziende purtroppo poco innovative. E potrei continuare ricordando che dal ’96 in entrambi questi luoghi si registrano i più bassi tassi medi di crescita. In Danimarca, oltretutto, fa tanto freddo, si parla una lingua difficile e si pagano tasse molto alte, ma noi abbiamo la mission di aumentare la competitività delle imprese attraverso la ricerca».•
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Alla scoperta
di CalabriaInnova C
’è una nuova opportunità per gli imprenditori che hanno un progetto di innovazione da realizzare. Si tratta dei servizi promossi da CalabriaInnova e dalla Regione Calabria, cui si accede attraverso una manifestazione d’interesse appena pubblicata. I servizi offerti da CalabriaInnova riguardano la valutazione del potenziale innovativo, le informazioni su brevetti e marchi, l’analisi degli scenari tecnologici ed economici strategici per l’azienda, la ricerca di tecnologie e materiali innovativi, l’individuazione di competenze tecnico scientifiche e di partner industriali, la definizione e gestione del piano di innovazione. Servizi innovativi, anche nel metodo: i broker tecnologici di CalabriaInnova si recano direttamente in azienda per fornire assistenza e affiancamento nella definizione di progetti di innovazione, successivamente finanziabili attraverso un bando in corso di pubblicazione. Un meccanismo di sostegno importante, che ha lo scopo di individuare le esigenze tecnologiche delle aziende e di incoraggiarle all’avvio di innovazioni di prodotto e di processo. Queste nuove figure, i broker tecnologici, sono specialisti e ricercatori di estrazione tecnica, che, grazie anche all’accesso a banche dati internazionali
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L’obiettivo è di sostenere i processi di innovazione delle imprese calabresi
altamente specialistiche, identificano e progettano percorsi sostenibili e su misura, definendo scenari e opportunità di sviluppo e individuando le competenze tecniche più adatte a soddisfarli, grazie alla stretta vicinanza con gli attori della Ricerca pubblica e privata. “Nella prima fase sperimentale – spiega Antonio Mazzei della direzione di CalabriaInnova – si è proceduto a mappare i fabbisogni di innovazione tecnologica delle imprese calabresi. I nostri broker hanno visitato oltre 150 aziende in tutte e 5 le provincie, appartenenti ai più diversi settori produttivi. Durante questa attività esplorativa, abbiamo riscontrato una particolare soddisfazione da parte delle aziende anche rispetto al metodo di intervento. Abbiamo infatti raccolto numerose esigenze concrete di innovazione, che si trasformeranno in progetti di sviluppo attraverso la manifestazione d’interesse appena pubblicata. Conclusa questa fase, e grazie agli accordi di rete con Confindustria e Unioncamere, potre-
mo concretizzare nei prossimi anni una presenza capillare al servizio di tutte le imprese calabresi». Il percorso parte da una richiesta di visita dell’azienda. Per partecipare va inviata la manifestazione di interesse disponibile sul sito di CalabriaInnova. Per maggiori informazioni consultare il sito www.calabriainnova.it, telefonare al numero 0968 289512 – 289548 o scrivere a imprese@calabriainnova.it. •
Antonio Mazzei:
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Abbiamo raccolto numerose esigenze concrete di innovazione, che si trasformeranno in progetti di sviluppo attraverso la manifestazione d’interesse appena pubblicata»
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CalabriaInnova è un’iniziativa della Regione Calabria, Assessorato alla Cultura, Ricerca e Innovazione tecnologica, che nasce dalla collaborazione tra Fincalabra S.p.A., finanziaria regionale, e AREA Science Park, principale parco scientifico e tecnologico italiano con sede a Trieste, al fine di promuovere la Rete Regionale dell’Innovazione a sostegno degli attori della conoscenza e dell’innovazione già attivi in regione. L’obiettivo di CalabriaInnova è di sostenere i processi di innovazione delle imprese calabresi, favorendo il trasferimento di tecnologie e conoscenze sviluppate dal sistema della Ricerca al mondo imprenditoriale. Antonio Mazzei
Trasforma esigenze e idee in un percorso di innovazione Il percorso Presentazione della domanda: scarica tutti i documenti presenti nella pagina dedicata sul sito web di CalabriaInnova, compila e invia la Domanda di Partecipazione e i documenti richiesti; Valutazione della domanda: entro 5 giorni il personale di CalabriaInnova procederà alla valutazione d’ammissibilità in ordine cronologico di ricezione; Visita aziendale: entro 2 giorni dalla valutazione e in base all’ordine cronologico d’arrivo, le imprese ammissibili saranno contattate per fissare un incontro di approfondimento dell’esigenza di innovazione, direttamente in azienda; Valutazione per accesso a servizi: entro 5 giorni dalla visita si procederà alla valutazione delle informazioni raccolte e alla richiesta di eventuale altra documentazione. I criteri di valutazione sono definiti nell’Avviso pubblico; Definizione del programma di lavoro: entro 10 giorni dalla valutazione, sarà notificato l’esito via posta elettronica. Le imprese ammesse saranno contattate per condividere e formalizzare un piano di lavoro che comprenderà il preventivo rispetto al “de minimis”; Accesso a servizi: l’erogazione dei servizi partirà entro 3 giorni dall’accettazione da parte delle aziende del programma di lavoro.
Le agevolazioni Ciascuna impresa può usufruire di servizi corrispondenti a un’agevolazione massima di € 30.000, il cui valore sarà quantificato a costi reali nell’ambito del regime di de minimis.
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CI Materiali: un nuovo servizio per la competitività delle imprese calabresi U Danilo Farinelli
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n nuovo materiale può cambiare la vita di un prodotto e ridurre i costi e i tempi per realizzarlo. Ma avere informazioni tempestive e complete sui materiali di nuova generazione disponibili sul mercato non è sempre semplice. Per questo motivo, CalabriaInnova sta lanciando un nuovo servizio: si chiama CI Materiali e nasce dalla partnership con i due maggiori player italiani nel campo dei materiali innovativi - MaTech e Material Connexion - e dalla collaborazione con Nuove Materie - Polo d'Innovazione sulle Tecnologie
dei Materiali e della Produzione. Questo nuovo servizio viene promosso nel contesto delle attività di sviluppo della Rete Regionale dell’Innovazione, un modello di lavoro che sfrutta la sinergia tra tutti gli attori dell’innovazione attivi in Calabria: università, poli di innovazione, Confindustria e Unioncamere. CI Materiali opera contemporaneamente su due sedi: a Lamezia Terme è allestito il Material Point Calabria, mentre a Rende presso il polo Nuove Materie, realtà partecipata da 32 imprese che vede CalPark - Parco Scientifico e Tecnologico della Calabria in qualità di soggetto gestore, è operativo il MaTech Point Calabria. Nei due centri imprese e professionisti possono ottenere informazioni, assistenza e supporto tecnico, per individuare e scegliere materiali innovativi per le loro produzioni. CI Materiali dispone di banche dati specialistiche, aggiornate con le ultime novità mondiali, due centri espositivi con campioni visionabili e da toccare con mano, uno staff tecnico capace di suggerire i materiali più rispondenti ai requisiti richiesti, approfondire le caratteristiche tecniche, economiche e produttive, assistendo il percorso di sviluppo tecnologico, dalla fase di concept alla sperimentazione del prodotto. «L’idea di offrire questo servizio – afferma Danilo Farinelli della Direzione di CalabriaInnova – muove dalla consapevolezza che le aziende, per assecondare i cambiamenti del mercato e i gusti dei consumatori, devono non solo comprenderne le esigenze, ma tradurle in nuove soluzioni che puntino alla realizzazione di prodotti funzionali, performanti, caratterizzati da innovazione progettuale e dall’attenzione al risparmio energetico, nonché rispondenti a criteri quali la qualità, il valore percepito, la durata, l’affidabilità e sostenibilità. Questo si può realizzare grazie ai materiali innovativi, ma non solo. Molte soluzioni già consolidate e disponibili sul mercato
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per alcuni settori diventano innovative se trasferite in altri o applicate ad altre tipologie di prodotto». Per far conoscere agli imprenditori tutte le opportunità, il servizio CI Materiali è stato presentato il 18 e 19 giugno scorsi con una due giorni di seminari tematici, confronti e approfondimenti con gli esperti e visite alle materioteche, le esposizioni con materiali da toccare e da cui lasciarsi ispirare. •
Per informazioni: CI Materiali CalabriaInnova, Area Industriale Benedetto XVI, ex-Sir pad. F3, Lamezia Terme (CZ) Tel. 0968/289538-46-53, imprese@calabriainnova.it www.calabriainnova.it
Lasciarsi ispirare dai materiali: l'esperienza di Gerardo Sacco La Gerardo Sacco & c. srl nasce come laboratorio orafo nel 1969, per poi ingrandirsi fino a diventare un’azienda strutturata e specializzata nella creazione di gioielli, monili e argenti. L’azienda si distingue per l’utilizzo di tecniche progettuali innovative, la ricerca stilistica e la lavorazione artigianale dei manufatti. “Per essere sempre al passo con i gusti dei consumatori e le tendenze di un mercato particolarmente attento alle novità, la nostra azienda è sempre alla ricerca di materiali innovativi per sviluppare nuove collezioni di gioielleria. - afferma Viviana Sacco, amministratore dell’azienda. - CalabriaInnova ha dato un notevole contributo al nostro lavoro, impegnandosi in un’approfondita ricerca sui nuovi materiali da utilizzare in oreficeria. I risultati di questa ricerca ci hanno suggerito nuove possibilità creative e realizzative.”
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Bioedilizia
ed efficientamento energetico di Gianpaolo Bevilacqua*
L
’energia impiegata nel settore residenziale e terziario rappresenta oltre il 40% del consumo finale di energia della comunità. Essendo questi settori in espansione, i loro consumi di energia e quindi le emissioni di biossido di carbonio sono destinati ad aumentare. Circa il 50% degli utilizzi energetici nelle strutture abitative sono destinate al controllo del microclima interno, attraverso l’illuminazione, il riscaldamento, la ventilazione ed il condizionamento. Studi effettuati indicano che l’utilizzo delle moderne tecniche e tecnologie può ridurre fino al 60% i consumi energetici di riscaldamento e condizionamento e fino al 50% quelli di illuminazione. Tra le voci di spesa, stanno inoltre aumentando i costi energetici per condizionamento, dovuto all’innalzamento delle temperature. Va quindi accordata priorità alle strategie che contribuiscono a migliorare il rendimento termico degli edifici sia nel periodo invernale che nel periodo estivo, sviluppando maggiormente le tecniche solari passive. Determinate strategie costruttive, riconducibili alla progettazione ecosostenibi-
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le ed alla bioarchitettura rincorrono gli obiettivi di tutela ambientale rappresentati dall’utilizzo razionale delle risorse energetiche, garantiscono i più alti livelli di comfort e qualità negli ambienti interni, di relazioni sociali nel tessuto urbano, e sono sempre più economicamente vantaggiose. La progettazione sostenibile, intesa come soddisfazione dei nostri bisogni senza precludere alle generazioni future la possibilità di soddisfare alle proprie necessità (dalla “Carta di Aalborg”), e intesa come vivere in salute (“La salute è uno stato di completo benessere fisico, sociale e mentale, non semplicemente assenza di malattia” Organizzazione Mondiale della Sanità), richiede di orientare il settore edilizio verso l’adozione di nuove prassi e norme volte ad concretizzare il concetto di sostenibilità. In questi termini il Centro Tipologico Nazionale ha svolto attività di gestione proget-
tuale incentivando lo sviluppo di realtà eco-sostenibili sul territorio calabrese. Tale pubblicazione ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica verso i problemi reali dell’ecosistema Terra, riguardo all’utilizzo di materiali ecosostenibili e di nuova generazione e l’utilizzo di energie alternative a basso impatto ambientale. • *Direttore generale facente funzioni Centro Tipologico Nazionale
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ull’invito per celebrare i cinquant’anni di attività della Cassa Edile di Catanzaro, Crotone e Vibo, i tre simboli delle province che raggruppa: il Viadotto Bisantis; Capo Colonna; il Castello di Pizzo. La ricorrenza non poteva certo passare inosservata. Cinquant’anni sono un traguardo importante, anche per tracciare un bilancio ma, soprattutto, per porsi degli obiettivi in un periodo in cui il settore è quello a pagare, forse più degli altri, le conseguenze della crisi. Così nelle eleganti sale del “Popilia resort”, ci si è posti su una domanda facile e complessa nello stesso tempo: “Quale futuro per l’edilizia nelle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia?”. Una tavola rotonda molto partecipata, preceduta da una articolata relazione del presidente Giovanni Forte il quale, prima di tutto, ha ricordato le tappe più importanti che hanno fatto la storia dell’ente bilaterale interprovinciale. A cominciare da una data, il 13 marzo 1962, quando tra i rappresentanti delle parti sociali (Sezione Costruttori Edili della provincia di Catanzaro, da un lato, Organizzazioni sindacali, dall’altra), si sottoscrisse l’accordo con il quale si costituì la Cassa Edile di mutualità e assistenza della provincia di Catanzaro. Nella sua relazione, forte ha spiegato che quell’accordo «traeva motivazione e fondamento dal contratto collettivo nazionale di lavoro del 24 luglio 1959 che prevedeva la costituzione di “Casse e Scuole da amministrarsi in forma paritetica con la partecipazione dei rappresentanti delle Associazioni territoriali aderenti alle Organizzazioni nazionali interessate». «Inizialmente – ha spiegato – erano enti di mutualità ed assistenza agli operai, mere erogatrici di prestazioni economiche. Tuttavia in questi cinquant’anni le parti sociali e il legislatore, hanno affidato loro compiti e ruoli
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Mezzo secolo di storia
per la Cassa Edile di Catanzaro-Crotone-Vibo Il presidente Giovanni Forte: «Siamo cresciuti. Ora occorre una strategia comune per salvare il settore dalla crisi» Giovanni Forte
sempre più importanti. Alle origini si è pensato di affidare agli Enti bilaterali l’erogazione di prestazioni economiche agli operai e rimborsi alle imprese con il vantaggio della mutualità collettiva: tutte le imprese versano una contribuzione in percentuale sulle retribuzioni e gli iscritti ottengono uguali assistenze indipendentemente dalle dimensioni aziendali. I risultati sono più apprezzabili perché frutto della quantità e del negoziato provinciale, anziché aziendale». Poi i numeri. Forte ha sottolineato come in mezzo secolo ci sia stata una
crescita costante di iscrizioni, passando dalle 553 del 1962 alle 2112 di oggi. Rilevante, da un punto di vista storico, la tripartizione della provincia di Catanzaro, nel 1995: «in quella occasione – ha detto all’assemblea – furono acquistate le sedi di Vibo Valentia, in via Aloe, e di Crotone, in via Giovanni Paolo II». Anno chiave, per l’attività delle Casse edili è stato però il 2004 “perché, a seguito della legge 266 del 2002 ed il decreto legislativo 276 del 2003, viene sottoscritta la convenzione Casse EdiliInps-Inail che istituisce l’operatività dello Sportello Unico Previdenziale,
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Le Casse Edili non sono più soltanto enti di mutualità che erogano prestazioni economiche agli iscritti, ma enti certificatori esclusivi della regolarità contributiva in edilizia per le imprese con operai»
riconoscendo al sistema delle Casse Edili il compito di rilasciare alle imprese edili il Documento Unico di Regolarità, meglio conosciuto con l’acronimo DURC”. Un passaggio che Forte non ha difficoltà a definire epocale: «Le Casse Edili, così, non sono più soltanto enti di mutualità che erogano prestazioni economiche agli iscritti, ma enti certificatori esclusivi della regolarità contributiva in edilizia per le imprese con operai. Il nostro sistema – ha proseguito il presidente – è riconosciuto come valido ed efficace strumento di garanzia della
legalità contributiva ed assicurativa, in collaborazione con INPS e INAIL». Venendo agli anni più recenti, Forte ha ricordato che dal luglio 2011 è stato presentato Siceweb, un efficiente sistema di consultazione su internet «per fornire servizi sempre più innovativi a imprese e lavoratori. Tra breve, inoltre, sarà rilasciata anche una applicazione per gli smartphone e i palmari». Dallo scorso anno è stata attivata la Denuncia Nuovi Lavori in modalità telematica consentendo la verifica della congruità. «Personalmente – ha prosegui►
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Nella nostra provincia, dal 2008 al 2012, le imprese si sono ridotte del 23%; gli operai del 38%; le ore lavorate del 36%; la massa salari del 28%» to Forte – ritengo che il controllo di congruità che le Casse Edili dovranno attuare nel corso dell’anno, imposto dall’art. 118 D.Lgs 163/2006 cosiddetto “Codice dei contratti pubblici”, ed il cui esito positivo sarà condizione essenziale per rilasciare il DURC, potrà anche essere uno strumento utile al contrasto del sommerso. Sulla congruità possiamo sostenere che la nostra Cassa Edile è tra quelle poche Casse italiane veramente all’avanguardia, pienamente operativa». Ma per interfacciarsi sempre più con i committenti pubblici e privati, sarà necessario dotarsi ancora di un ulteriore strumento informatico: «E’ un dispositivo che consente di presentare le notifiche preliminari dei cantieri, obbligatorie per legge, alla Direzione Territoriale del lavoro e all’ASL usando la comunicazione internet e la relativa posta elettronica certificata, anziché dover spedire lettere raccomandate». Fin qui le attività istituzionali della Cassa Edile. Ma il presidente non ha certo voluto sottrarsi a una valutazione sullo stato di salute del settore, in un periodo che, per molte imprese, non è esagerato definire drammatico. «In questo contesto di crisi, l’edilizia, oltre alle difficoltà dal comparto privati per carenza di risorse, si vede profondamente colpita sui lavori pubblici perché, pur essendoci addirittura la disponibilità di cassa, Comuni e Province non possono spendere a causa del patto di stabilità. Le priorità devono essere: crescita economica e occupazione, non il rigore e la riduzione della spesa. Solo in questo
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modo è realistico pensare di ripianare il debito pubblico e rilanciare il Paese». Quindi, ancora numeri. «Nella nostra provincia, dal 2008 al 2012, le imprese si sono ridotte del 23%; gli operai del 38%; le ore lavorate del 36%; la massa salari del 28%». E non c’è ottimismo per il futuro prossimo: «I report degli ultimi tre mesi segnano ancora un trend negativo, con una riduzione in qualche mese anche del 12% rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente». Accorciare i tempi burocratici delle procedure di appalto e delle concessioni edilizie; trovare forme di finanziamento ancorate all’investimento immobiliare da girarsi all’acquirente; avere, una strategia comune che possa fare da volano all’economia. Sono le richieste che Forte rivolge a tutti gli interlocutori territoriali, in particolare alle pubbliche amministrazioni e alle banche: «E’ necessario che facciano quanto è nel loro potere per agire favorevolmente verso il settore edile, consapevoli dell’importanza che riveste come traino dell’economia, generatore di un diffuso indotto, ma consentitemi di rivolgere loro un accorato invito a pensare, ogni giorno, ciascuno nel suo lavoro, a tutti i livelli pubblici e privati, a cosa fare sempre di più e sempre meglio per una vera e propria rinascita». L’evento si è concluso con la consegna degli attestati di fedeltà alle imprese più anziane, in regola coi i requisiti alla data di “compleanno” della Cassa Edile e con quella degli attestati ai lavoratori professionalmente più anziani ed attivi nel 2012 e che hanno aderito alla giornata. •
attualità
Net, il sogno
di un mondo più verde è possibile Mario Spanò illustra il progetto Natura Energia Territorio
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escrivere la vita e l’opera di un imprenditore non è mai cosa facile, maggiormente difficile il compito diventa quando si tratta di un imprenditore del Sud del belpaese: si rischia la piaggeria! Ma non è sicuramente il caso della storia di Mario Spanò, anche grazie all’affabilità ed alla passione che fluisce in ogni suo intervento e al progetto Net che lo ha fatto assurgere a uomo green del comprensorio crotonese e, perché no, dell’intera Regione. Si è scritto dell’affabilità che il professor Spanò manifesta in ogni occasione, ma soprattutto ci preme sottolineare la passione che guida il suo operato nel progetto Net (Natura Energia Territorio) Scarl, ente gestore del polo sulle energie rinnovabili e l’efficienza ener-
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getica di cui è presidente e che rientra nel più ampio progetto sui Poli di Innovazione voluto dalla Regione Calabria. In un territorio devastato dalla carenza di infrastrutture che mina il rilancio del volano economico e lavorativo, la presenza di una realtà operativa che consorzia 19 soggetti, ha sottoscritto una Ats con altre 65 tra imprese, università e centri di ricerche e che cresce grazie allo sforzo quotidiano e all’amore per il territorio che Mario Spanò manifesta in ogni attività, testimonia la tenacia del voler fare per crescere grazie alla sinergia tra imprese, Università e istituzioni con progetti di ricerca ed innovazione nel settore ambientale. Il Parco scientifico e tecnologico di Crotone supporta le attività della Net per la gestione della comunicazione,
promozione e networking della Net. Frutto di questa sinergia, sono i convegni, le realizzazione di brochures e di campagne a diffusione locale e nazionale, l’effettiva realizzazione di progetti che abbiano ricaduta sul territorio locale e regionale. «L’Ats – dice lo stesso Spanò, incontrato presso la sede di Crotone del polo Net – crea sinergia con imprese anche di oltre regione, imprese che lavorano in ambiti diversificati: componentistica hardware e software, servizi di ingegneria integrata, analisi chimiche per il monitoraggio ambientale, promozione e comunicazione, grafica, agro-alimentare, servizi di igiene ambientale, formazione. Per la concretizzazione di ogni progetto, la Net opera al fine di incentivare lo scambio di
attualità
Il sogno di un mondo più verde, ossia più sensibile alle pratiche di sostenibilità ambientale, può essere raggiunto grazie allo sviluppo di tecnologie cosiddette “bio”; ma necessarie risultano essere anche le coscienze dei cittadini, ovvero la diffusione alla massa di un pensiero di ecosostenibilità che rispetti l’ambiente in cui viviamo e strizzi l’occhio alla vivibilità delle generazioni future.
esperienze tra le imprese consorziate, favorendo l’accesso a partenariati di ricerca e supportando la nascita di imprese start-up: solo facendo rete le imprese potranno far parte di un sistema aggregativo, un sistema vincente per competere e presentarsi in modo più efficiente dinnanzi alla sfida per la realizzazione di un mondo più green». Il sogno di un mondo più verde, ossia più sensibile alle pratiche di sostenibilità ambientale, può essere raggiunto grazie allo sviluppo di tecnologie cosiddette “bio” (si pensi alla bioedilizia, all’approvvigionamento energetico attraverso biomasse e biogas); ma necessarie risultano essere anche le coscienze dei cittadini, ovvero la diffusione alla massa di un pensiero di ecosostenibilità che rispetti l’ambiente in cui viviamo
e strizzi l’occhio alla vivibilità delle generazioni future. Ecco perché Net si occupa anche della redazione e diffusione del messaggio green; innanzitutto ha elaborato un decalogo di semplici regole che si compongono di comportamenti facili da realizzare, ma che si pongono un obiettivo più nobile quello, cioè, della cultura della sostenibilità ambientale. La campagna “Green office” rappresenta un’occasione privilegiata per valorizzare l’impegno nel ridurre l’impatto dell’uomo sull’ambiente e promuovere la cultura della sostenibilità, ed ha coinvolto le pubbliche amministrazioni con distribuzione di poster e brochure negli uffici simbolo delle istituzioni (Ufficio Territoriale del Governo, uffici dell’Amministrazione Provinciale, Questura, Palazzo del Comune etc…). Non meno “verde” è lo scopo prefissato dalla Net nella realizzazione del progetto “A lezione di sana alimentazione” con la divulgazione di pieghevoli inerenti la campagna di sensibilizzazione alla sana alimentazione. In particolare l’attenzione è stata posta sulla la promozione di comportamenti consapevoli e responsabili a tavola, sulla illustrazione del valore educativo del cibo, sul rispetto e la conoscenza del proprio corpo e sul consequenziale rispetto dell’ambiente. Anche il progetto “Io, cittadino virtuoso”, si pone l’obiettivo di dare consigli utili in tema di risparmio energetico, comportamenti virtuosi, a partire dalla propria abitazione con diversi e piccoli suggerimenti sull’acquisto e sull’utilizzo degli elettrodomestici al massimo delle loro prestazioni con miglior risparmio di energia (es. classe A++ piuttosto che classe A, ecc…); oppure sul come e perché usare le lampadine a risparmio energetico ed altri
Mario Spanò
accorgimenti che se seguiti possono concorrere a migliorare l’ambiente in cui si vive. Nel concludere questo breve incontro con Mario Spanò ci preme ricordare che, a sottolineare quanto sia necessario supportare ogni iniziativa che tende a rafforzare il comune sentimento ambientale, i progetti “Green Office” ed “Io, cittadino virtuoso” hanno riscontrato l’interesse del Ministero dell’Ambiente, e soprattutto il patrocinio gratuito, grazie all’alto significato culturale, sociale ed economico espresso: un altro esempio, questo, della capacità e della volontà di chi su questo territorio ha puntato. •
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attualità
Edilizia,
la formazione prima di tutto Iniziative di Ance Catanzaro
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revenire è meglio che curare, recitava un vecchio spot. Traslando lo spirito del messaggio: formare significa intervenire attraverso la ricerca in settori strategici per l’edilizia che nel caso del risanamento strutturale diventa sinonimo di sicurezza. E’ stato questo l’obiettivo dei seminari organizzato da Ance Catanzaro, con il Patrocinio della Regione Calabria, della Provincia di Catanzaro, del Comune di Catanzaro, dell’Ordine degli Ingegneri, degli Architetti e del Collegio dei Geometri di Catanzaro, che si sono svolti nell’ultimo periodo. Il primo, nella sede di Confindustria in via degli Eroi, dedicato nello specifico a “Risanamento, Impermeabilizzazioni Speciali e Sistemi Compositi per il recupero statico di strutture esistenti”; il secondo, nell’area convegni della Fiera Edilexpo, dal titolo ““Isolamento Sismico e Protezione di Edifici Nuovi o Esistenti”.” «Siamo sempre molto attenti alla formazione, così come siamo attenti al tema della ricerca – ha affermato Alessandro Caruso, presidente Ance Catanzaro, aprendo i lavori del primo conve-
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gno – per questo l’argomento di oggi ci permettere di introdurre un’importante riflessione sulle opportunità che l’attività di prevenzione sismica offre alle imprese e ai professionisti del settore. Dal recupero dell'esistente possono derivare opportunità di rilancio del settore edilizio e in questa fase ce n'è veramente bisogno». Caruso ha quindi passato la parola agli altri relatori: Enrico Gastaldo, della Pentron, che ha relazionato su “Risanamento e ripristino delle strutture in c.a. a conduzione idraulica esistenti”. La Penetron International LtD è un’azienda statunitense lader nel mercato dell’impermeabilizzazione e protezione del calcestruzzo è al servizio delle compagnie internazionali di costruzione sin dagli anni ’70. La tecnologia del sistema Penetron, con oltre trent’anni di esperienza, è stata utilizzata in condizioni ambientali severe. Alessandro Farneti della Carbon Composit ha parlato del "Consolidamento Statico e Sismico di strutture esistenti". I materiali compositi possono essere più resistenti e specialmente nel caso dei compositi a fibra di carbonio più rigidi dei materiali
attualità
Alessandro Caruso
da costruzione tradizionali. Conseguentemente, per uno specifico progetto, il peso della struttura diventa rilevante, i compositi possono risultare molto vantaggiosi grazie alla loro minore densità. La versatilità e l’efficacia del “Sistema Penetron” è stata dimostrata grazie ad un’ampia varietà di applicazioni critiche internazionali, incluse strutture di reattori nucleari, dighe, depuratori, depositi di agenti chimici, aeroporti, opere marittime e tunnel di alto transito. Prodotti venduti in più di 60 paesi nel mondo, tramite una rete consolidata di distributori esclusivi ed applicatori di fiducia altamente professionali che provvedono all’informazione specifica e all’assistenza tecnica necessaria allo sviluppo dei progetti: è il “know how” su cui potete contare. Infine, la parola è passata a Enrico Gadioli della Azichem che ha relazionato su "Arresto immediato delle infiltrazioni d’acqua". La Azichem è inserita in un gruppo industriale, il “Gruppo Pattarini”, operante nel settore delle costruzioni edili dal 1956, articolato con attività nell’ambito della estrazione e lavorazione dei materiali lapidei e nell’ambito del calcestruzzo preconfezionato e dei pavimenti industriali. Azichem è oggi annoverata fra i più importanti produttori
italiani di materiali speciali e di tecnologie innovative per l'edilizia e la bioedilizia che Gadioli ha illustrato alla platea degli imprenditori presenti: malte preconfezionate per il recupero delle opere e strutture in calcestruzzo; malte, boiacche fluide consolidanti e leganti speciali per il recupero degli edifici in muratura; impermeabilizzanti e protettivi contro l'acqua e l'umidità in genere; intonaci termoisolanti a cappotto; finiture murali e protettive per interni ed esterni; prodotti speciali per infrastrutture e costruzioni in sotterraneo; acceleranti per spritz-beton (shotcrete); additivi, liquidi ed in polvere, per calcestruzzi, malte e intonaci; trattamenti consolidanti, antipolvere di pavimenti in calcestruzzo; adesivi per pavimenti e rivestimenti in ceramica e pietre naturali; riempitivi per fughe e sigillanti elastici; waterstop in bentonite sodica e in pvc. Una relazione, quella di Gadioli, esaustiva che, assieme a quella degli altri ospiti, ha dato interessanti indicazioni ai presenti. Tutti soddisfatti, a testimonianza della bontà della iniziativa. Così come soddisfatti sono stati coloro che hanno assistito al secondo seminario sul tema “Isolamento Sismico e Protezione di Edifici Nuovi o Esistenti”. Ad aprire i lavori è intervenuto il Consigliere di Ance Catanzaro, Francesco Guzzo, il quale ha voluto evidenziare la pericolosità e l’attualità del fenomeno sismico. Il territorio italiano è caratterizzato da un forte rischio naturale. «Le aree a elevato rischio sismico sono circa il 44% della superficie nazionale (131 mila kmq) e interessano il 36% dei comuni (2.893)». «In Calabria – ha detto – la situazione è tragica, tutti i Comuni sono a rischio sismico elevato e sono coinvolte 1,2 milioni di abitazioni. Oltre al rischio naturale per la conformazione del territorio, a preoccupare è la vetustà del patrimonio edilizio italiano. In Italia, 7 milioni di edifici, essendo stati costruiti prima dell’entrata in vigore delle norme antisismiche, non sono sicuri. Ciò vale – ha continuato Francesco Guzzo - anche e
soprattutto per gli edifici pubblici, quelli che dovrebbero garantire maggiormente la sicurezza dei cittadini. In Italia, ad esempio, la metà degli edifici scolastici (oltre 30.000) sorge in aree ad alto rischio sismico ed idrogeologico ed una scuola su dieci è stata costruita prima del 1919». Sulla tematica, diversi gli aspetti toccati dagli altri relatori: Pasquale Gidaro, dirigente del Dipartimento Infrastrutture e LLpp della Regione Calabria, ha illustrato l’attuale normativa nazionale e regionale in materia antisismica, soffermandosi, inoltre, sulle procedure di deposito dei progetti presso l’ex Genio Civile. I rappresentanti di Alga spa, Pietro Marioni, amministratore Delegato e Marco Banfi, dell’Ufficio Tecnico, invece, dopo una breve presentazione dell’azienda che è leader nella protezione antisismica, hanno approfondito le tecnologie ed i prodotti, spesso protetti da brevetti, che la società detiene, commercializza e propone. Cristina Cantagallo dell’Università “G.D’Annunzio” di Chieti-Pescara, ha chiarito, dal punto di vista teorico, diverse ipotesi progettuali. Guzzo, nel ringraziare tutti i relatori - tra questi il presidente degli Ingegneri Salvatore Saccà, degli Architetti Biagio Cantisani e dei Geometri, Nicola Santopolo, per il saluto che hanno voluto portare ai partecipanti - ha concluso i lavori con un forte monito e un auspicio, dichiarando che «il risanamento idrogeologico del territorio e la messa in sicurezza del patrimonio sono questioni prioritarie per il Paese. È necessario, pertanto, che da parte delle Istituzioni e della Politica, nazionale e locale, si inizi a pensare alla sicurezza prima che gli eventi si verifichino. Le risorse finanziarie ci sarebbero, tra fondi Cipe, Fas e Strutturali, sono stati già finanziati 5000 progetti per la messa in sicurezza delle scuole e del territorio. Risorse che aspettano solo di essere spese. È doveroso, finalmente – ha concluso – che si comprenda che la manutenzione del territorio è la più grande infrastruttura della nostra nazione». •
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Un nuovo terminal passeggeri per il porto di Crotone Il porto di Crotone cambia veste e si rinnova per accogliere al meglio i 5 mila crocieristi in arrivo nelle sue banchine. L'Autorità portuale di Gioia Tauro, guidata dall'ing. Giovanni Grimaldi, realizzerà un nuovo terminal passeggeri che abbia la capacità di accogliere i numerosi turisti in viaggio nelle dieci navi che, nel corso di questo anno, faranno scalo a Crotone. L'obiettivo è quello di aumentare i servizi offerti dal porto crotonese che si presenta, così, al mondo dello shipping con le carte in regola per essere inserito, a pieno titolo e in modo costante, nei circuiti internazionali delle crociere. Il progetto preliminare, redatto dall'Ufficio tecnico dell'Ente, prevede i "Lavori di fornitura e posa di una tensostruttura con struttura ad arco in legno lamellare". Complessivamente, la superficie da coprire per la realizzazione del progetto, da sistemare sul molo del porto, avrà un'estensione di circa 600 metri quadrati da destinare all'accoglienza dei turisti in arrivo a Crotone e nei suoi dintorni. L'aggiudicazione dell'appalto sarà definito a breve vista la necessità di dotare lo scalo, nel più breve tempo possibile, di nuovo Terminal passeggeri. Dopo l'aggiudicazione della gara, l'opera dovrà essere realizzata entro 50 giorni dalla consegna, il tempo massimo ritenuto necessario per la fornitura e il relativo montaggio della struttura. I lavori a base d'asta saranno finanziati dall'Autorità Portuale di Gioia Tauro per un importo complessivo pari a 268 mila euro. Nello specifico, il nuovo Terminal passeggeri sarà dotato di una struttura ad arco con elementi portanti in legno lamellare e di una chiusura con pareti in acciaio che potranno essere, anche, in vetro per offrire la visibilità panoramica dell'area portuale. A completare i servizi offerti dallo scalo portuale di Crotone, nel progetto è stata, altresì, prevista, all'interno della tensostruttura, la realizzazione di due corpi da destinare ai servizi igienici. La realizzazione del Terminal passeggeri si inserisce nel percorso tracciato dall'Autorità portuale di Gioia Tauro che, in accordo con la Regione Calabria, dopo aver sottoscritto uno specifico protocollo d'intesa "Attivazione di un sistema portuale calabrese a sostegno dell'attività crocieristica", ha puntato a dotare lo scalo crotonese di infrastrutture idonee a migliorare il servizio di accoglienza. L'obiettivo è quello di inserire lo scalo tra le mete scelte dal settore delle crociere internazionali caratterizzato da una tipologia di turisti che richiedono alta specializzazione. La realizzazione di questo nuovo terminal risponde, quindi, all'esigenza di dotare lo scalo di una serie di servizi di qualità capaci di attrarre l'attenzione di compagnie interessate a mettere radici a Crotone.
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Confindustria Cosenza e Cgil, Cisl e Uil firmano accordo per tassazione agevolata Anche per il periodo d’imposta 2013 i lavoratori delle imprese associate a Confindustria Cosenza potranno beneficiare di una tassazione agevolata al 10 per cento, da applicare a tutte le voci retributive collegate ad “incrementi della produttività, qualità, redditività, innovazione ed efficienza organizzativa”. E’ quanto sancisce l’accordo territoriale siglato tra Confindustria Cosenza e le Segreterie provinciali di CGIL, CISL e UIL che fa riferimento alle misure prorogate per il 2013 dalla Legge di Stabilità e definite dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 gennaio 2013 che consentono di sottrarre, al prelievo fiscale ordinario, quelle quote di reddito riconosciute ai lavoratori a fronte di “incrementi di produttività”. All’agevolazione possono accedere i lavoratori che nel 2012 non abbiano superato un reddito da lavoro dipendente di 40 mila euro. Lo stanziamento complessivo per il 2013 è pari a 950 milioni di euro. L’Accordo sulla produttività valorizza l’importanza della partecipazione e sposta il baricentro della contrattazione a livello locale. Il Direttore di Confindustria Cosenza Rosario Branda con il Responsabile delle Relazioni Industriali Pierpaolo Mottola, ed i Segretari provinciali Giovanni Donato (CGIL Cosenza), Angelo Sposato (CGIL Comprensorio Sibari Pollino Tirreno), Antonio Russo (CISL), Antonio De Gregorio (UIL), hanno così dato attuazione all’accordo quadro definito in sede nazionale ad aprile 2013, realizzando il presupposto per l’applicazione dei benefici fiscali, fattore di oggettivo interesse per lavoratori e datori di lavoro. «Si tratta di una misura concreta – sottolinea Confindustria Cosenza - che restituisce potere d’acquisto ai lavoratori, senza alcun onere per le imprese. L’accordo va nella direzione di ridurre il cuneo fiscale per un Paese che continua a registrare un costo del lavoro tra i più alti d’Europa a fronte di retribuzioni medie più basse. Stimiamo che in busta paga si registrino aumenti che, seppur in piccola misura, contribuiscono a rimettere liquidità in tasca a lavoratori e imprese». «Il lavoratore si sente responsabile del buon andamento della propria azienda – riferiscono i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Uil – ed è felice di concorrere a determinare buone performance. Le imprese potranno applicare le agevolazioni fiscali a tutti i loro dipendenti, anche se occupati presso sedi o stabilimenti situati al di fuori della provincia di Cosenza». Continua così l’impegno delle parti sociali, imprese e sindacato, per favorire lo sviluppo, la crescita e l’occupazione. Grazie all’intesa provinciale, i dipendenti delle aziende associate a Confindustria Cosenza, potranno operare le agevolazioni fiscali su tutti gli istituti retributivi, disciplinati nei contratti collettivi applicati, in relazione a risultati riferibili all'andamento economico, agli utili dell'impresa o ad ogni altro elemento rilevante ai fini del miglioramento della competitività aziendale, ad esempio al lavoro supplementare, straordinario, notturno, in turni, festivo e domenicale.
La nostra regione e la Campania maglia nera per la disoccupazione Secondo Eurostat, l'agenzia di statistica dell'Ue nel 2012, il tasso medio di disoccupazione per i giovani fra i 15 e i 24 anni nei 27 Paesi dell'Unione europea e' stato del 22.9%. E le differenze sono sempre più marcate: le percentuali più basse si rilevano in Germania, col 4,2% nella regione di Oberbayern, seguita da Tubingen (4,5%) e Friburgo (4,8%). In Italia il primato negativo per la mancanza di lavoro per la fascia di età tra i 15 ed i 34 anni, spetta a Calabria (53,5%), Sicilia (51,3%) e Basilicata (49,5%). Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione complessivo, 25 regioni Ue su 270 hanno un dato superiore al 20,8%, il doppio di quello dei 27: undici regioni in Spagna, dieci regioni in Grecia e quattro nei dipartimenti francesi d'Oltremare. Le donne senza lavoro nei 27 Stati membri sono di piu' degli uomini (10,5% contro il 10,4%) e l'anno scorso il tasso della disoccupazione femminile e' variato dal 2,7% nella regione di Friburgo in Germania al 49,4% nella regione di Ceuta in Spagna e al 36,8% in quella di Dytiki Makedonia. La disoccupazione maschile invece nel 2012 e' stata del 2,3% a Salisburgo e Tirolo in Austria, contro il 33,6% dell'Andalusia in Spagna. In Italia, complessivamente si e' passati da un tasso medio di disoccupazione dell'8,4% del 2011 al 10,7% del 2012. Le regioni del sud sono quelle che soffrono di piu', passate da una media del 13,3% al 16,9%. Maglia nera sono Campania e Calabria (entrambe al 19,3%), seguite da Sicilia (18,6%) e Sardegna (15,5%). La provincia di Bolzano registra invece la percentuale piu' bassa 4,1%, seguita da Trento 6,1% e Veneto 6,6%. Le regioni dove le donne lavorano di meno sono Campania (22,3%); Calabria (21,2%); e Sicilia (20,6%).
flash news
Crollano vendite nei negozi tradizionali e volano quelle nei discount Crollano le vendite nei negozi tradizionali (-2,2 per cento) e volano quelle nei discount alimentari con un +4,8% per cento, ma crescono soprattutto gli acquisti nei mercatini e nelle bancarelle con 17mila nuove aperture negli ultimi 3 anni. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati sul commercio al dettaglio relativi al marzo 2013 divulgati dall’Istat. Sono le conseguenze del fatto che - sottolinea la Coldiretti - ci sono oltre sei famiglie su dieci (62,3 per cento) che hanno tagliato quantità e qualità degli alimenti privilegiando nell’acquisto di prodotti low cost. Gli acquisti di frutta per esempio nel primo trimestre del 2013 sono diminuiti in Italia del 4,8 per cento ma – continua la Coldiretti - si registra un aumento solo nei discount (+2,2 per cento) e degli ambulanti (+2 per cento) di fronte al crollo dei supermercati (-8,4 per cento). In Italia ci sono 180mila bancarelle e sono ben 21 milioni gli italiani che nell’ultimo anno - conclude la Coldiretti - hanno fatto la spesa dagli agricoltori dei quali 7 regolarmente e altri 14 lo hanno fatto almeno una volta.
Agroalimentare Confindustria Cosenza, Fortunato Amarelli è il nuovo presidente Fortunato Amarelli è il nuovo Presidente della Sezione Agroalimentare di Confindustria Cosenza. Lo ha eletto l’Assemblea dei soci della Sezione riunitasi presso la sede sociale.Laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Siena e specializzatosi presso la SDA Bocconi di Milano e la Loyola University di Chicago, Fortunato Amarelli dal 2003 ricopre il ruolo di Amministratore Delegato della Amarelli Fabbrica Liquirizia di Rossano, l’antica azienda di famiglia leader nella produzione della liquirizia, che può vantare al suo interno il Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”, attualmente al secondo posto tra i musei d'impresa più visitati d'Italia. Dal 2008 al 2012 è stato Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Cosenza. Nel corso degli anni ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il prestigioso premio “Di padre in figlio: il gusto di fare impresa”, per la categoria “Storia e tradizione”, consegnato lo scorso novembre, presso la Borsa Italiana di Milano a Fortunato Amarelli che, “dopo quattordici generazioni (l’azienda è nata nel 1731, ndr), con la sorella Margherita e gli zii Franco e Pina, continua a lavorare con fantasia e innovazione la radice di liquirizia". L’Assemblea della Sezione ha provveduto, inoltre, ad eleggere quali Consiglieri gli imprenditori Guerino Aiello (Aiello Caffè), Luigi Angotti (Pastangotti), Natale Braile (Cantina Sociale del Pollino), Mario Brogna (Oleificio Gabro), Maurizio Caligiuri (Salumificio Menotti), Gerardo Colavolpe (Colavolpe Nicola & C.), Paola Dodaro (Salumificio Sila I.L.C.A.), Filomena Greco (Fattorie Greco), Stefania Rota (San Vincenzo di Fernando Rota), Ippolito Spadafora (Cantine Spadafora) ed un rappresentante del Consorzio Olivicolo Terre di Calabria.L’imprenditore Arturo Crispino (Calabria Food) è stato eletto Delegato per la Piccola Industria. “Sono lusingato – dichiara il Presidente Amarelli - dalla possibilità offertami di mettere la mia esperienza al servizio di Confindustria Cosenza in qualità di Presidente della Sezione Agroalimentare, perché credo che le associazioni di categoria possono e devono fare la differenza nella sfida per internazionalizzare le nostre imprese. Di questi tempi, con il perdurare della crisi, con l’aumento continuo del numero di competitors, ma anche con l’apertura di nuovi vastissimi mercati, l'internazionalizzazione non è solo un opportunità ma una necessità per la sopravvivenza delle nostre aziende. Una sfida che può essere vinta - continua il Presidente Amarelli - solo con prodotti a grande valore aggiunto, meglio se legati al territorio, e con la creazione di reti di imprese. Sono sicuro che con l'aiuto del Presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca questa sezione saprà dare il suo contributo al raggiungimento di questo strategico obiettivo”.
Il Gruppo Assitur a supporto dei nuovi mercati "Gli sbocchi internazionali sono diventati ghiotte opportunità per lo sviluppo, la crescita e il superamento delle difficoltà del nostro mercato interno ormai saturo. Le aziende calabresi hanno compreso l'importanza di concentrare le loro azioni di sviluppo, oltre che nel rafforzamento dei mercati già esplorati dove il "Made in Italy" è sinonimo di qualità (Europa, Stati Uniti, Canada, Australia) anche e soprattutto nei mercati emergenti con elevate potenzialità di crescita (Emirati Arabi, Brasile, Argentina, Nigeria)". E' quanto affermato dal presidente del gruppo Assitur,Adriano Marani, intervenuto in un incontro tenutosi a Bruxelles con i partner multinazionali del settore "Corriere espresso e Logistica". "La Calabria si conferma Regione importante per l'export, la distanza dai centri di potere e commerciale viene sopperita dalla capacità di penetrazione nei nuovi mercati grazie alle abilità e competenze dei piccoli e grandi imprenditori” ha affermato ancora Marani. “Lo dimostrano gli studi fatti che rilevano un aumento del volume di spedizione del 57% nel 2012 e del 78% nel primo trimestre del 2013. Il nostro impegno è volto ad assistere le aziende calabresi e del Sud nelle attività di export ed import, creando per loro nuovi collegamenti con tutto il mondo per ogni tipo di esigenza e di prodotto che sia merce agroalimentare, vino, olio, abbigliamento o macchinari industriali con trasporto via terra, via mare e via aerea. Una costante presenza sul territorio della divisione commerciale e marketing, l'assistenza di un personale qualificato ed un'esperienza trentennale fanno del Gruppo Assitur un punto di riferimento per le aziende esportatrici calabresi. Siamo orgogliosi - conclude Marani - di questo risultato e siamo convinti che in sinergia con i vari attori del sistema export in Calabria vinceremo la sfida del lungo periodo di crisi in corso".
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economia
La diversificazione della proposta per vincere la crisi Intervista con l'imprenditore Demetrio Metallo presidente di Piccola Industria Cosenza di Paolo Orofino
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entro i problemi di chi vive i problemi per capire e risolvere i problemi, di un’economia sempre più in bilico. Sembra uno scioglilingua, ma non lo è. La frase racchiude l’obiettivo di un’intervista ad un rappresentante della Piccola e Media impresa calabrese, titolare di un’azienda multisettoriale nel Comune di Amantea, costretto tutti i giorni ad affrontare personalmente il difficile momento per “tirare avanti”. Si tratta di Demetrio Metallo, amministratore unico della “Cav. Metallo Srl”, che opera nei settori del turismo e dei prodotti petroliferi. La pluralità e diversità delle attività economiche gestite consente all’imprenditore di avere un migliore e più ampio punto di vista sul complicato momento di crisi, con prospettiva visuale sia interna, che esterna al problema economico generale. Dottor Metallo, qual è la situazione economica in Calabria?
«Bisogna partire da un assunto importante. L’economia italiana è imper-
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complessità di motivi, viene meno il vulnus, ed il sistema si inceppa irrimediabilmente». Per questo soffrono le imprese?
Demetrio Metallo
niata sulle piccole e medie imprese, che rappresentano il motore pulsante di tutto il sistema imprenditoriale. Nel momento in cui le Pmi soffrono per una
«Per questo, ma non solo. Abbiamo diversi motivi. Da una parte, burocrazia e soprattutto alcuni burocrati ottusi, rallentano e insabbiano i procedimenti amministrativi e, conseguentemente, imbavagliano le imprese. Dall’altra, alcune banche che non concedono il credito necessario al sostentamento delle imprese, creando, di fatto, la chiusura ed il fallimento delle stesse, perché pretendono garanzie al di sopra delle possibilità. Questo status quo, causa inevitabilmente una congiuntura a catena. Se poi aggiungiamo anche la pressione fiscale, che ad oggi risulta essere la più alta d’Europa, alla domanda seguono una molteplicità di risposte che sono tutte collegate tra di loro».
Quindi, secondo lei, le imprese sono “vittime” sacrificali del sistema?
«Assolutamente no. Non dico questo. Mi riferisco solo a quelle imprese,
economia che ancora riescono a “stare in piedi” con le proprie forze. Quelle aziende che operano da decine di anni e che, paradossalmente, sono costrette a fungere da banca verso i propri clienti, concedendo credito commerciale senza avere nessuna garanzia in cambio. Questo, però, è un sistema che sta scricchiolando e che tra non molto sarà la causa principale del tracollo economico e sociale, se i governi centrale e periferici non prenderanno i giusti provvedimenti. Di sicuro, per riagganciarmi alla sua domanda, non tutte le imprese sono vittime di tale situazione. Esistono, infatti, imprenditori che sono avventurieri, che a volte fanno investimenti che mirano a massimizzare il profitto attraverso l’utilizzo di incentivi europei e quindi pubblici. Parlo di molte imprese che hanno scelto di investire in Calabria, costruendo vere e proprie “Cattedrali nel deserto”. La Calabria è una Regione che da sempre vive di turismo e di agricoltura con i tanti indotti che queste risorse riescono a determinare. L’industria, dov’è si è tentato di farla nascere, ha creato solo diseconomia. Nella gran parte dei casi sono nate industrie che non hanno prodotto nessun ritorno occupazionale per la nostra terra. Una Regione come la nostra, deve imparare a saper vendere ciò che ha: turismo e agricoltura, che può essere anche industrializzata. Turismo e agricoltura possono essere sinergiche?
«Vede, come spesso accade nel Mezzogiorno in particolare, si cammina a compartimenti stagno, nel senso che ognuno va per conto proprio. Non si può immaginare uno sviluppo turistico, senza l’esaltazione delle tipicità dei territori. Mettiamo in evidenza le nostre specialità enogastronomiche, la nostra cultura dell’accoglienza, la specificità dei nostri prodotti tipici. Mettiamo insieme le nostre forze imprenditoriali senza
contrapposizioni. Partecipiamo alla promozione dei luoghi promuovendo pacchetti integrati non a parole, ma con i fatti». Per andare al concreto, a suo parere, quali sono gli elementi ed i provvedimenti per la crescita di questa Regione?
«Anzitutto, facilitare l’accesso al credito, agevolando soprattutto il micro credito. Le banche, devono rendersi conto che l’analisi di un’impresa, non si fa soltanto guardando in maniera asettica al bilancio di esercizio depositato presso la Camera di Commercio. Fino a qualche anno fa, un direttore di banca era bravo quando riusciva a vivere il territorio e nel territorio. Mi spiego meglio. All’atto della richiesta di credito, l’istituto bancario, in genere chiede una serie di documenti che riguardano i dati fiscali (bilancio dell’anno precedente, situazione dei singoli soci, ecc.). A mio avviso, oltre alle informazioni sulla società dal punto di vista fiscale, bisognerebbe anche vedere la moralità di un’azienda, la sua storicità e la sua radicalizzazione nel territorio, e i numeri ed il ruolo socio-economico che è riuscita a garantire nel corso degli anni. In poche parole, non si può applicare “Basilea” alla lettera, rispettando radicalmente i parametri prescritti dall’accordo europeo. Ci sono poi i problemi legati alla disoccupazione giovanile. Non si può pensare di creare false illusioni in tanti giovani, emanando una legge che permette di costituire un’impresa con capitale sociale di un euro, perché quando chiederà un prestito o un fido in banca per cominciare ad operare, incontrerà immediatamente le prime difficoltà per le garanzie che l’istituto di credito andrà a pretendere».
Dalle sue considerazioni, sembra evincersi che le maggiori colpe della crisi siano attribuibili alle banche. È così?
«
Occorre ridurre drasticamente il carico fiscale e gli oneri contributivi. Non si possono pagare tasse inventate dai governi di turno che servono soltanto a mettere toppe ai buchi del bilancio dello Stato» «Le banche, effettivamente, hanno grandi responsabilità perché non riescono a recepire e capire le richieste delle imprese. Credo, però, che le maggiori responsabilità della crisi in atto, siano della politica in generale. Occorrono interventi mirati alla crescita sociale ed economica. Occorre ridurre drasticamente il carico fiscale e gli oneri contributivi. Non si possono pagare tasse inventate dai governi di turno che servono soltanto a mettere toppe ai buchi del bilancio dello Stato. L’economia reale, è quella che vive ogni giorno il singolo cittadino che non riesce ad avere un mutuo per la casa, perché occorrono giustamente garanzie, che non possono essere prodotte. Le faccio un esempio. La legge Fornero sul riordino del mercato del lavoro, ha prodotto soltanto danni che stanno diventando irreparabili ed irreversibili: l’ex Ministro, ha dichiarato che i giovani non possono e non devono più aspirare al “posto fisso” e alla sede di lavoro sotto casa. Benissimo. Vorrei chiedere, però, come potrà fare un giovane a dare garanzie per il mutuo casa, nel momento in cui gli verrà richiesta la busta paga e non è assunto a tempo indeterminato! Allora accade che la casa non può essere acquistata, che ►
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il costruttore non potrà costruire, che l’edilizia si ferma, che tutto il sistema si ferma! Questo significa che le scelte che vengono prese a tavolino, da burocrati che non vivono i problemi della gente sono distanti anni luce dall’economia reale». Dato che lei amministra una società multisettoriale, può farmi un esempio concreto di economia reale?
«Soprattutto nel settore petrolifero extra rete, la situazione è davvero grave. Il credito alle imprese, in questo caso, rappresenta l’unica possibilità per poter sopravvivere. Nella maggior parte dei casi, il maggior danno è causato dal ritardo biblico della pubblica amministrazione nei pagamenti. Le imprese che hanno subappalti, non riescono ad onorare a loro volta i pagamenti, e quindi si innesca inesorabilmente una spirale senza fine. Il costo del gasolio ha raggiunto ormai numeri davvero fuori limite a causa di accise che rappresentano la quasi totalità della filiera del prezzo (paghiamo ancora accise per eventi di 30 anni addietro), mentre il margine operativo lordo è invariato. Le compagnie petrolifere che ormai agiscono quasi in regime di monopolio e decidono a tavolino come vendere e quanto vendere,
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non lasciano spazio a nessun margine di trattativa con il grossista, che si trova a fronteggiare da solo l’emergenza economica».
invece è mancato a chi è stato eletto in Parlamento. Sembra una banalità, ma basterebbe già dare il buon esempio per ridare fiducia ai cittadini e alle imprese».
In tale contesto, che ruolo hanno le associazioni di categoria? Risponda dal suo punto di vista, visto che lei ha scelto di far parte anche di Confindutria.
Un ultima domanda. Nonostante la crisi che attanaglia soprattutto il nostro Sud, lei resterà ad operare in Calabria?
«Credo fermamente che l’associazionismo vero, e Confindustria in particolare, abbia un ruolo fondamentale. Anzitutto funge da stimolo per gli imprenditori, che non si sentono soli, ma hanno la possibilità di confrontarsi con altre realtà, altrimenti sconosciute. Far parte di un’associazione significa anche incidere decisamente nelle decisioni legislative in difesa non solo delle imprese, ma anche degli stessi lavoratori. In questo nostro Paese non si è ancora capito che le contrapposizioni non portano nessun beneficio. Dice bene il Presidente Squinzi, quando nella fase in cui non si riusciva a formare un Governo, ha invitato energicamente tutte le sigle sindacali a sedersi ad un tavolo per trovare soluzioni alla crisi. Bene, nel vuoto creatosi dopo le ultime elezioni politiche, Confindustria e molte altre sigle hanno dimostrato davvero il senso dello Stato e il senso della responsabilità che
«Sono stato sempre una persona testarda, calabrese nel sangue, e che ha sempre visto questa terra perdere colpi e annaspare. Malgrado tutto, finora non mi è mai balenata l’idea di “gettare la spugna”. Il problema non sono io, o quelli come me che da più generazioni hanno costruito l’economia di questa Regione. Sono i nostri figli che cominciano a perdere l’entusiasmo di continuare a fare gli imprenditori in un contesto socio-economico dove quando ti svegli al mattino non sai se sarai leone o gazzella. Questo è il vero dramma! Credo che l’unica possibilità che esista per fare in modo che questa Regione possa riemergere, sia valorizzare la cultura, la scuola e soprattutto ridare entusiasmo ai tanti giovani validi che sono costretti ad emigrare verso altre Regioni Europee o intercontinentali dove il riconoscimento dei propri valori prescinde dal ceto sociale di provenienza. Solo così si può continuare a credere!». •
economia
Il contratto di rete d’impresa come strumento di aggregazione per la competitività
di Danilo Colacino
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erso Itaca, nel caso di specie non l’isola cara ad Ulisse ma “Il contratto di rete d’impresa come strumento di aggregazione per la competitività”. Si tratta di uno strumento flessibile che potrebbe rappresentare la terra promessa per alcuni imprenditori del territorio che come l’eroe omerico hanno patito tribolazioni di ogni genere, soprattutto in epoca recente. Un periodo, ci si rifà all’ultimo lustro, dominato da una crisi che imperversa e morde al polpaccio degli operatori economici e non solo. Il “mezzo tecnico” messo a punto da Confindustria e dalla Camera di Commercio di Catanzaro permette, tra l’altro, di rafforzare la competitività delle aziende aderenti, favorendone la crescita e l’internazionalizzazione anche con vantaggiosi profili inerenti
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alla defiscalizzazione, in un contesto di trasformazione economico-finanziaria e istituzionale. Ecco perché la partnership tra la Confederazione degli Industriali e l’ente camerale (con la collaborazione dell’Agenzia delle Entrate della Calabria) ha favorito la costituzione per questa prima rete di imprese, aziende al momento attive nel comparto dell’arredo legno e dell’artigianato. Ma con almeno un altro paio di contratti della stessa natura, già previsti per altri settori chiave. Del varo del progetto si è parlato durante un seminario tenutosi nella Sala Conferenze della Camera di Commercio di via Menniti Ippolito. Molto qualificato il tavolo dei relatori, coordinato dalla giornalista Rosalba Paletta, composto dall’avv. Enrico Mazza di Confindustria Catanzaro, che ha spiegato “Cos’è una rete di imprese e quali sono i vantaggi di aggregarsi”; dal professore della “Magna Graecia” Aldo Laudonio, soffermatosi su “I profili civilistici del contratto di rete”; dall’espo-
nente del Gruppo Intesa San Paolo – Mediocredito italiano SpA Francesco Stella, il quale ha approfondito il tema “Agevolazioni finanziarie e creditizie: il rating alla rete di imprese nel Mezzogiorno”; dal dirigente dell’Area Politiche Fiscali di Confindustria Francesca Mariotti, incentratasi sui “Profili tributari relativi alla gestione ordinaria della rete di imprese” e dal direttore di Retimpresa di Confindustria Fulvio D’Alvia, che ha concluso i lavori parlando di “proposte e prospettive”. Nelle vesti di padrone di casa Paolo Abramo, che ha affermato: «I miei colleghi soffrono di nanismo e sono quasi sempre miopi. L’auspicio è che la mentalità cambi alla svelta. Vorrei vedere, ad esempio, una netta apertura alla coesione. Ecco perché la mia dichiarazione istituzionale è molto semplice, quasi banale direi: la rete di imprese è una chance irripetibile per un territorio tutt’altro che florido, sotto il profilo finanziario, quale il nostro. Rete-impresa offre una ghiotta opportunità a micro e piccole aziende
economia
di entrare a far parte di un network, uscendo così da una dimensione localistica per giunta con una serie di ulteriori vantaggi. Mi preme ringraziare persone come il direttore di Confindustria Catanzaro Dario Lamanna e ricordarne il ruolo determinante per l’elaborazione di Itaca (programma dietro cui c’è anche il lavoro prezioso del dott. Filippo Cipparrone, ndr)”. Tra i partecipanti all’importante evento anche il direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate Antonino Di Geronimo: «Ci stiamo impegnando
per abbattere il numero degli adempimenti amministrativi per tutti gli atti, compresi quelli intermedi. Così come ci stiamo spendendo per la velocizzazione dei rimborsi fiscali fra cui l’Iva». Ad aprire il giro degli interventi tecnici è stato l’avv. Mazza: «Unirsi è sempre più necessario, in particolare in una delicata fase quale quella attuale. Bisogna oltretutto considerare che la maggioranza delle nostre aziende conta meno di 50 dipendenti. Rendo noto che nella rete di imprese non ci sono limiti in termini di settore, territorio, dimensioni e contabilità. Possono partecipare attività con, o senza, fine di lucro. Ci saranno agevolazioni fiscali per quanti aderiscono al contratto. Abbiamo sportelli informativi nelle sedi di Confindustria». Subito dopo il prof. Laudonio: «Il legislatore con tale strumento ci lascia lo spaAntonino Di Geronimo
zio per varie formule societarie, associative e cooperative. Ha predisposto elementi di favore per la rete di imprese che prevede una pluralità di imprenditori, gli unici soggetti legittimati a dar vita a questo contratto con un programma e delle finalità ampie ma determinate sulla base di specifici presupposti previsti dalla legge». Il dott. Stella ha parlato del percorso condiviso dalle banche con le imprese che decidono di aggregarsi. «Una scelta – ha sostenuto – che consente a queste realtà produttive, nella stragrande maggioranza dei casi molto operose ma di dimensioni alquanto ridotte, di ottenere agevolazioni finanziarie e creditizie, altrimenti impossibili da conseguire. Fatto che si traduce, di conseguenza, in un più facile accesso al credito. Senza contare gli aspetti che ineriscono alla grande versatilità dello strumento, nel quale sono previste modalità di recesso abbastanza immediate». A trarre le conclusioni è stato il dott. D’Alvia di Confindustria: «Le imprese hanno assoluta necessità di costituirsi in un network. Spiace che la Calabria sia nelle ultime posizioni per i contratti di rete, appena 27. Ma il trend è destinato a cambiare grazie all’affiancamento alle aziende degli enti pubblici». •
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attualità
Banca d’Italia
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n progetto pervasivo, che riguarda un po’ tutti. Così Luisa Zappone, direttore della filiale di Catanzaro della Banca d’Italia, ha definito la Single Euro Payments Area, meglio conosciuta con l’acronimo Sepa. Lo ha fatto nel corso di un convegno organizzato nel capoluogo di regione per meglio spiegare a tecnici e semplici cittadini cosa cambierà con l’avvio definitivo del sistema Sepa (dal primo febbraio 2014), così come previsto dal regolamento europeo del 14 marzo 2012, sulla cui regolare applicazione, nel nostro Paese, dovrà vigilare proprio la Banca d’Italia. «Si tratta di un'area nella quale gli utilizzatori degli strumenti di pagamento - cittadini, imprese, pubbliche amministrazioni e gli altri operatori economici - indipendentemente dalla loro residenza, possono effettuare e ricevere pagamenti in euro non in contanti sia all'interno dei confini nazionali che fra paesi diversi, alle stesse condizioni e con gli stessi diritti e obblighi. In termini numerici – ha spiegato – la Sepa riguarda 32 paesi (tutti i paesi dell'Unione Europea più l'Islanda, la Norvegia, il Liechtenstein, la Svizzera e il Principato di Monaco) per un totale di 513 milioni di cittadini e circa 9.200 istituzioni finanziarie». E da questi numeri si comprende perché si può davvero parlare di “progetto pervasivo”, avviato oltre 10 anni fa affinché si arrivi alla definizione di standard comuni per bonifici e addebiti diretti, i due principali servizi di pagamento al dettaglio in euro diversi dal contante. L'adozione dei bonifici e
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spiega cosa cambia con la Sepa
Dal primo febbraio 2014 l’avvio definitivo della Single Euro Payments Area degli addebiti diretti Sepa determinerà l'eliminazione dei servizi corrispondenti, il bonifico nazionale e il Rid. Inoltre sono state anche definite alcune regole comuni per i servizi basati su carte di pagamento (ad esempio l'adozione del microchip). In prospettiva, le attività si estenderanno a servizi innovativi come i pagamenti tramite telefono cellulare o su internet. «La Banca d'Italia – ha spiegato Luisa Zappone – è impegnata nella realizzazione del progetto Sepa, fin dal suo avvio, per promuovere e facilitare la migrazione sia nel contesto del Sistema Europeo di Banche Centrali sia in ambito nazionale dove presiede, insieme all'Associazione Bancaria Italiana, il Comitato Nazionale per la Migrazione alla Sepa». E’ toccato a Massimo Doria e Gue-
rino Ardizzi, entrambi del servizio “Supervisione sui mercati e sul sistema dei pagamenti” della Banca d’Italia, tracciare le novità più rilevanti dell’introduzione della Sepa e anche quelli che saranno i vantaggi. A cominciare da quelli per i consumatori. Il sistema consente di eseguire le operazioni di pagamento in euro verso altri paesi dell'area a partire da un unico conto con la stessa facilità e alle stesse condizioni previste per le operazioni di pagamento nazionali. Coloro che vivono, lavorano o studiano al di fuori del paese d'origine non avranno più la necessità di aprire altri conti. Anche per le imprese il vantaggio principale risiede nella possibilità di ricevere ed effettuare pagamenti da e verso altri Paesi dell'UE con le stesse modalità e tempi dei pagamenti nazionali a valere di un
attualità
unico conto. I vantaggi più evidenti riguarderanno le imprese che operano su più paesi europei e che, così, potranno accentrare la gestione dei pagamenti e della liquidità senza dover detenere più conti nei paesi nei quali si intrattengono a vario titolo rapporti commerciali. Ulteriori benefici possono derivare; anche per le imprese che operano in ambito esclusivamente nazionale; dall'adozione di un unico standard di trasmissione e ricezione degli ordini di pagamento nel colloquio con le banche, che potrà essere integrato con più avanzate procedure di gestione aziendale e di fatturazione elettronica. Per le banche e gli altri prestatori di servizi di pagamento, la Sepa fornisce la possibilità di estendere la propria attività nel settore dei pagamenti al dettaglio su scala europea, poiché saranno in gra-
do di offrire servizi di pagamento armonizzati a una platea che supera i confini nazionali, più facilmente raggiungibile attraverso sistemi di regolamento che operano a livello europeo; ciò fornisce impulso all'integrazione e all'efficienza del mercato europeo dei servizi di pagamento. Dopo l'investimento iniziale, la razionalizzazione delle procedure di trasmissione/ricezione dei pagamenti, nonché la maggiore integrazione delle infrastrutture interbancarie consentirà di ridurre i costi operativi di offerta dei servizi di pagamento. Nel corso del convegno, al quale hanno partecipato anche il direttore generale della Banca Popolare del Mezzogiorno Roberto Vitti, Aldo Ferrara, in rappresentanza di Confindustria Calabria, Massimo Battistella per l’Associazione italiana tesorieri di impresa, è stato specificato
che alcuni strumenti di pagamento non cambieranno. Il Regolamento 260/2012 non riguarda le carte, le rimesse e la moneta elettronica. Anche gli assegni sono esclusi dal progetto Sepa. All'interno del contesto nazionale restano operativi altri strumenti di pagamento come le RIBA, i MAV, i RAV, i bollettini postali e bancari. Ma quale sarà l'impatto sugli utenti del passaggio ai nuovi bonifici e addebiti diretti? Per i consumatori il cambiamento più importante si è avuto con il passaggio all'IBAN per identificare il conto di pagamento, passaggio che in Italia è già avvenuto. Le nuove regole della Sepa prevedono, inoltre, una diversa modalità per gestire gli addebiti diretti sul proprio conto: i consumatori debitori possono dare istruzioni alla propria ►
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economia banca (o altro intermediario) di bloccare tutte le richieste di addebito diretto sul proprio conto o redigere liste di creditori indesiderati (liste negative) o di creditori da cui accettare richieste di addebito (liste positive), fissando anche importi massimi o specifiche periodicità per l'incasso degli addebiti. Per le imprese, soprattutto per quelle di medie e di grandi dimensioni, il passaggio a Sepa comporta la revisione dei
sistemi di back office soprattutto nell'invio e ricezione di bonifici e addebiti diretti in forma raggruppata. Per essi è infatti previsto l'utilizzo dello standard Iso 20022 xml anche nella tratta fra impresa e banca e viceversa (obbligatorio in Italia a partire dal 1° febbraio 2016). Il passaggio agli addebiti diretti Sepa per le aziende creditrici rappresenta la principale difficoltà della migrazione per la diversa gestione del processo incasso.
La pubblica amministrazione deve adeguare le proprie procedure di pagamento alle regole e agli standard della Sepa. Per la pubblica amministrazione centrale è stato costituito un gruppo di lavoro fra Banca d'Italia, Associazione bancaria italiana e Mef per seguire l'impegnativo processo di migrazione. Per le amministrazioni locali, un ruolo fondamentale nella promozione degli adeguamenti necessari è svolto dalle banche tesoriere. •
Quali sono le scadenze della SEPA? Il Regolamento UE 260/2012 ha previsto che, entro il 1° febbraio 2014, le banche eseguano i bonifici e gli addebiti diretti secondo gli standard e le regole stabilite nello stesso Regolamento; l'utilizzo di questi standard renderà possibile l'invio di pagamenti verso utenti insediati in qualunque paese dell'Unione. Sul fronte della ricezione, è previsto l'obbligo per tutte le banche che offrono servizi di pagamento di essere raggiungibili per i bonifici e gli addebiti diretti iniziati da un pagatore presso qualunque altro paese dell'Unione europea (obbligo già in vigore). Mentre i servizi di bonifico e di addebito diretto in uso nei diversi Paesi dovranno essere "sostituiti" con i nuovi strumenti SEPA, per i pagamenti tramite carta è stata adottata una strategia di "adeguamento" dei circuiti di carte a un nuovo insieme di standard e processi operativi e tecnici i cui lavori sono tuttora in corso. Importanti traguardi sono stati già ottenuti con l'adozione generalizzata per le carte della tecnologia del microcircuito (standard EMV) che garantisce una maggiore sicurezza di questi strumenti.
Cosa cambia in concreto il 1° febbraio 2014? I bonifici nazionali e gli addebiti diretti dovranno essere eseguiti secondo le regole e gli standard fissati dal Regolamento europeo 260/2012. In particolare, l'utilizzo dello standard di messaggistica ISO-20022 XML costituisce la base per comporre i nuovi messaggi di pagamento che le banche e gli altri intermediari si scambieranno tra loro; tale linguaggio dovrà essere utilizzato per la trasmissione e la ricezione di bonifici e addebiti diretti da parte di quegli utenti (che non sono consumatori o microimprese) che inviano e ricevono dai prestatori di servizi di pagamento ingenti quantità di bonifici e addebiti diretti in forma raggruppata. L'unico codice identificativo del conto di pagamento sarà l'IBAN che in Italia è stato ormai da tempo adottato. Per quel che riguarda il codice di indirizzamento dei pagamenti, il BIC, esso non potrà più essere richiesto alla clientela dal 1° febbraio 2014 per i pagamenti nazionali e dal 1° febbraio 2016 per quelli transfrontalieri.
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Giornale delle IdentitĂ Territoriali
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economia
Turismo
nella provincia di Catanzaro Presentato l'osservatorio realizzato da Camera di Commercio e Isnart
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uante volte avete sentito affermare, in contesti istituzionali e dunque decisionali, ma non solo, che la vera risorsa inespressa della Calabria è il turismo? Crediamo, verosimilmente, più di una. Del resto abbiamo mare e spiagge, montagne, campagna incontaminata, parchi naturali, aree marine protette, aree archeologiche, storia e tradizioni
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di Rosalba Paletta ultramillenarie, gastronomia, strutture ricettive e grande spirito di ospitalità. Ciò che sentiamo affermare sta a significare, quanto meno, che ci troviamo difronte ad una opinione diffusa; che ci sono ragionevoli fondi di verità a legittimare questa credenza e, soprattutto, che per tradurre in atto questa autentica potenzialità dobbiamo ancora lavorare molto, a diversi livelli. Lo ha compreso bene la Camera di Commercio di Catanzaro che, mettendo a frutto la mission istituzionale di indi-
turismo rizzo e orientamento dei diversi attori del territorio presenti sulla scena, ha da poco pubblicato, in collaborazione con Isnart, un interessantissimo rapporto sullo stato del Turismo nel nostro territorio, intitolato: "Osservatorio Turistico della Provincia di Catanzaro". Molteplici gli aspetti analizzati nella ricerca, presentata presso l'Ente camerale alla presenza del Presidente Paolo Abramo, del Segretario Generale Maurizio Ferrara, della dirigente della Provincia di Catanzaro Anna Perani, dell'assessore comunale al Turismo Rita Cavallaro, e della ricercatrice Isnart Lucrezia Balducci. Partendo dalle evidenti necessità, gli obiettivi cui tende lo studio sono molteplici, come ha spiegato la stessa Balducci: «Occorre valorizzare i territori promuovendo la qualificazione delle produzioni di eccellenza, anche tramite il consolidamento della tracciabilità e delle produzioni tipiche; fornire nuovi strumenti di commercializzazione e di messa in efficenza dei mercati, mediante più accurate e mirate campagne promozionali; dotare gli operatori di strumenti operativi di facile applicazione per sostenere la competitività del Made in Italy, come ad esempio una più massiccia attività di promozione, anche sul web, a vasto raggio; sviluppare la comunicazione e la promozione del ruolo del Sistema Camerale a sostegno della competitività delle imprese». Nello studio sono state prese in esame: ● le imprese della filiera turistica ed il legame con il territorio e le sue produzioni. ● l'ospitalità del territorio, mediante un monitoraggio delle performance di vendita, della clientela interessata e del legame con le produzioni locali. ● la fruizione e la soddisfazione delle manifestazioni culturali del luogo, con particolare riferimento alla "Tarantella Power" di Badolato.
● i comportamenti dei turisti durante il soggiorno e l'influenza delle produzioni locali. Le risposte sono di estremo interesse. Il mare, ad esempio, continua ad essere un attrattore di grande impatto, ma risulta in recessione, poiché altre mete possono essere su questo stesso fronte più competitive di noi, anche per via di fattori endogeni (vedi vie di comunicazione). Ciò determina che al nostro mare bisognerà dare un valore aggiunto
Paolo Abramo
per renderlo più appetibile, originale e unico nell'offerta globale. Su questo fronte, vengono in aiuto la gastronomia e la tipicità delle produzioni agroalimentari. Per troppo tempo scarsamente valorizzate, queste produzioni rappresentano oggi un vero voláno di sviluppo, e contribuiscono a lasciare sul territorio, dopo la ripartenza, una cospicua quota di liquidità. Lo studio, infatti, attesta che il turista pur non scegliendo la Calabria esclusivamente per la sua offerta agro-
alimentare al momento della decisione della meta, una volta sul posto spende in questo segmento più che in tutti gli altri, dimostrando di apprezzare moltissimo i tesori enogastronomici sia in loco, sia da portar via, come souvenir di viaggio. Questo corrisponde, d'altra parte, ad una forte consapevolezza da parte degli operatori, che vedono nell'identità gastronomica un punto di forza su cui puntare e da valorizzare. Il dato, rispetto al modus operandi del passato, merita di essere sottolineato, perché si sono fatti in tal senso significativi passi in avanti. Dall'analisi condotta fra i diversi attori della filiera turistica, emerge poi una consapevolezza di fondo sull'importanza di qualificare l'offerta ricettiva mediante meccanismi di certificazione, molto apprezzati dai visitatori. In questo senso va da tempo, ad esempio, il Marchio di Qualità Ospitalità Italiana, promosso dal sistema camerale. Come pure è teoricamente chiaro a tutti gli operatori turistici (con particolare riferimento agli albergatori) che la valorizzazione del territorio e delle sue attrazioni culturali, ambientali e paesaggistiche, è la carta vincente per creare un'offerta competitiva, originale ed inimitabile. Ma la stessa consapevolezza non si ritrova poi nella effettiva capacità degli stessi di costruire pacchetti integrati, in grado di fare scoprire nei suoi aspetti più autentici ai visitatori il luogo in cui soggiornano e ciò che esso offre. Ciò è dovuto, sempre secondo la ricerca, alla debolezza della rete di servizi: ad esempio è difficile trovare disponibili nei pressi delle strutture alberghiere biciclette per inoltrarsi nei percorsi ciclabili, che a loro volta sono pochi e/o mal tenuti. Questi elementi di criticità vanno a comporre la difficoltà più generale ed estesa di fare rete fra imprese di vario tipo e natura, nell'ottica di interscambio di servizi tesi a migliorare e completare ►
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turismo
al massimo la permanenza del turista. Risulta, come aspetto positivo, che la presenza sul web ė importante, più alta rispetto alla media nazionale, ma ancora migliorabile, con particolare riferimento alla divulgazione di manifestazioni in programma nel corso dell'estate. Una sezione particolare dello studio, infatti, è stata dedicata alla Tarantella Power, da anni ormai evento di punta della costa jonica catanzarese (alla presentazione dei dati nella sede camerale era presente anche l'organizzatore, professore Danilo Gatto). Il bacino di utenza della vivace manifestazione che si svolge a Badolato è di molto cresciuto, come pure sono cresciuti i visitatori locali e il numero di chi sceglie di pernottare dopo la manifestazione. Sarebbe da potenziare, però, l'offerta sul web, per una maggiore visibilità, come anche sarebbe da implementare l'offerta di iniziative e occasioni di permanenza nei giorni immediatamente precedenti e successivi ai concerti, per permettere a chi partecipa di poter trascorrere anche una intera settimana sul posto, incrementando ulteriormente l'indotto. Torna, come noterete, il problema
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della rete dei servizi. Se compreso, questo discorso, porterebbe grande beneficio per tutto il sistema turistico, poiché risulta dallo studio che nei giorni della manifestazione cresce di molto il consumo nei bar, nei musei, nei locali e luoghi di pernottamento. I social network, visto il bacino di utenza sopratutto giovanile, potranno dare grande impulso alla manifestazione per le prossime edizioni (quella 2013 è in programma come sempre a Badolato per il 13 e 14 agosto prossimi, ndr). Per quanto riguarda l'identikit del turista che viene a visitare la nostra provincia, non solo d'estate, lo studio svela che è per la maggior parte di provenienza italiana, famiglie e coppie, giovani, adulti e anche bambini, e giunge tramite l'intermediazione organizzata (molto forte, 6 imprese su 10 si affidano a questo canale fra luglio e settembre). In molti dormono in famiglia, perché spesso si tratta di turisti di ritorno, ma sono comunque da considerarsi a
tutti gli effetti turisti perché comprano, sono alla ricerca di eventi, sono attratti da bellezze paesaggistiche e occasioni di conoscenza e svago di vario tipo. Chi non dorme in casa, sceglie B&B, hotel e agriturismo, va al mare e fa shopping, e soprattutto, come dicevamo, dedica il doppio del tempo e del denaro (40% contro la media del 20% nazionale) alla degustazione e all'acquisto di prodotti tipici enogastronomici. Il presidente Abramo, presentando i dati ha affermato: «La Camera di Commercio sente il dovere di fornire questi studi per affrontare il deficit di sviluppo turistico che ancora, pur fra molte positività, permane nel territorio. Non siamo responsabili della loro applicazione, ma lavoriamo per produrre input che potrebbero essere molto utili ai colleghi delle istituzioni a programmare con metodo e capacità di visione strategica il da farsi. Vorrei sottolineare – ha affermato Abramo – almeno due aspetti emersi dal rapporto, che ritengo importanti: il primo, positivo, è dato dall'im-
turismo portanza della valorizzazione dei prodotti agroalimentari, su cui è opportuno continuare a concentrare i nostri sforzi. Il secondo, negativo, è dato dalla mancanza di capacità di offrire in maniera competitiva e organizzata servizi in grado di soddisfare le esigenze di un viaggiatore. Trovo che sia grave da parte di chi fa turismo non pensare di offrire il meglio al proprio ospite, andando ben oltre il mero posto letto. Questi aspetti purtroppo evidenziano – ha rimarcato ancora Abramo – come spesso le difficoltà non siano dovute al sistema istituzionale, che indubbiamente avrà le sue lacune, come ci dicono i dati infrastrutturali, ad esempio. Ma sulla capacità di organizzare, per esempio, gite in barca, percorsi in bicicletta, serate culturali, cartelloni di spettacoli, degustazioni e tutto ciò che contribuisce a costruire una rete di servizi efficienti, capace di rendere indimenticabile un luogo, credo che l'imprenditore turistico debba fare qualche riflessione in più». Una sottolineatura sull'importanza
di continuare a lavorare sulla qualità, proseguendo con la politica dell'Ente camerale dei marchi, e facendone meglio conoscere il valore sia agli imprenditori, sia ai fruitori, è venuta dal Segretario Generale Ferrara, che ha rimarcato «il forte legame esistente fra turismo e crescita economica del territorio» e ha ribadito «l'intenzione della Camera di
Commercio di proseguire con il lavoro già avviato sul fronte della promozione e del marketing territoriale. Dopo il successo dello scorso anno – ha detto Ferrara –, nel prossimo mese di settembre proporremo la seconda edizione della Borsa del Turismo, nella speranza che dia buoni contributi per la crescita dell'intero sistema». •
Primo premio Euromediterraneo 2013 a “Gira e rigira” La campagna di comunicazione della regione Calabria, che si sviluppa sul concept "Gira e rigira", ha vinto il Premio Euromediterraneo 2013. Il Dipartimento Turismo della Regione Calabria si è aggiudicato l'Euromediterraneo 2013 per la categoria "iniziative turistiche" grazie alla campagna di comunicazione integrata, realizzata dall'Agenzia Pomilio Blumm, finalizzata alla promozione del sistema turistico ed al rafforzamento dell'immagine della regione per il 2012-2013 con la seguente motivazione "Al ritorno dei Bronzi si innesta un sistema circolare e multimediale della comunicazione che fa della campagna 'Gira e Rigira' l'esempio più originale della comunicazione istituzionale turistica italiana di questa stagione". Tutta la soddisfazione nelle parole del Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e il Dirigente generale reggente del Dipartimento Turismo Pasquale Anastasi: "E' stato premiato lo sforzo dell'amministrazione che, grazie all'Agenzia Pomilio Blumm, è riuscita a ritrarre una Calabria fatta di bellezze naturali e culturali che merita di essere scoperta e valorizzata. Questo Premio non è un traguardo, ma un incentivo nel proseguire il percorso intrapreso". La consegna si è avuta nell'ambito del Forum "Euromediterraneo 2013" dal titolo "Cloud Communication, comunicare nell'Euromediterraneo: oltre i confini culturali dei singoli paesi" organizzato da Confindustria Assafrica & Mediterraneo in collaborazione con l'Associazione Italiana della, Comunicazione Pubblica e Istituzionale. Durante la cerimonia, ospitata a Roma nella sede dell'Associazione della Stampa Estera in Italia, sono stati consegnati premi ai progetti di comunicazione istituzionale che si sono contraddistinti come quelli che hanno saputo maggiormente esaltare il mondo dell'imprenditoria e in generale si sono distinti, nel panorama europeo e internazionale, per le caratteristiche progettuali grafiche e di innovazione.
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business
Se l’amore per i motori diventa attività di successo La storia di Giuseppe Ruga, concessionario Hyundai di Danilo Colacino
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alla vendita della “mitica” Pony a inizio anni Ottanta a quella delle modernissime Ix35 (tanto per citarne una) ai giorni d’oggi, la storia del concessionario della Hyundai Giuseppe Ruga (che orgogliosamente afferma di essere uno dei primissimi della nota casa coreana in Italia e addirittura nel Vecchio Continente) abbraccia un trentennio di duro lavoro ricco di soddisfazioni e riconoscimenti. Sei lustri in cui un giovane e intraprendente
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meccanico della Renault di Catanzaro ha inizialmente creato, e successivamente consolidato, un’azienda che è il fiore all’occhiello del settore in città e non solo. Una realtà di successo, tirata su a prezzo di enormi sacrifici (persino trascurando la salute e rinunciando molto spesso a un po’ di meritato riposo) grazie a una volontà di ferro e all’aiuto prima della cara moglie Angela Giglio, poi anche degli adorati figli Francesco e Sonia, e infine del genero Daniele Beretta. Ruga (peraltro membro dei Lions) è un imprenditore moderno, pragmatico quanto basta, che però si porta dietro un “modo antico” di effettuare ogni singola
transazione e più in generale di trattare con centinaia di clienti. Nel corso della sua pluridecennale attività ha fatto incetta di premi - conseguiti in Francia e Germania, oltreché in patria - come l’ingresso nel prestigioso Club Dealer Frontier e ha centrato una serie di lusinghieri traguardi quali le “nozze d’argento” con la fabbrica della Corea del Sud. Di recente ha addirittura ricevuto la visita del presidente della filiale italiana della motor company dell’Estremo Oriente Seong Nam Kim, che in arrivo dalla Sicilia ha voluto a tutti i costi far tappa nel capoluogo calabrese per trascorrere qualche ora nella sede
business
La sede della Hyundai, realizzata interamente da Ruga che vi ha allocato gli uffici, la sala espositiva, l’officina, il magazzino dei ricambi e un grande parcheggio per i mezzi.
di via dei Conti Falluc (lungo la strada che congiunge Lucrezia della Valle al quartiere di Santa Maria), realizzata interamente da Ruga che vi ha allocato gli uffici, la sala espositiva, l’officina, il magazzino dei ricambi e un grande parcheggio per i mezzi. Un luogo che è di fatto il regno di questo operatore economico illuminato, il quale mostra a quanti lo vanno a trovare con orgoglio la sua creatura a cominciare dai saloni dedicati all’esposizione dei veicoli. Anche se ci tiene a precisare che il centro per le riparazioni delle vetture è il luogo preferito. «Anche se ho parecchio da fare –
racconta – dedicandomi alla commercializzazione delle auto e a una lunga serie di attività connesse, appena ho un po’ di tempo a disposizione tolgo la cravatta e vado in officina. È lì che ho il piacere di assecondare la sconfinata passione per i motori. Ecco perché ho concepito un ambiente funzionale e agibile con una struttura attigua, munita di ponte per elevare le macchine, una volta rimesse a posto, nell’area di sosta situata al piano superiore della concessionaria. Un’operazione che, quando posso, curo personalmente. Sono a capo, anzi coordino un gruppo molto affiatato formato da tredici persone tra cui i miei
Francesco e Sonia, con suo marito Daniele, e altri collaboratori, alcuni dei quali conosco da una vita. Siamo sempre stati in perfetta sintonia e li ringrazio tantissimo per aver contribuito alla mia ascesa. Anche se, senza una straordinaria compagna come Angela, non sarei andato lontano. Basti pensare che, tuttora, viene a darmi una mano. Ricordo ancora gli inizi con la Hyundai. Era il 6 febbraio del 1982 – prosegue con un pizzico di malcelata commozione – quando decisi di scommettere su me stesso, prendendo in carico quattro modelli di questa eccezionale casa asiatica. Il primo lo vendetti a una cugina, Cate►
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business rina Giglio, purtroppo scomparsa nelle gratuliamo per le sue performance. Siasettimane scorse, ma anche gli altri anmo onorati di avvalerci di professionisti darono a dei parenti che ebbero la bontà come lei. Il club di cui è divenuto memdi sostenermi, ma credendo giustamenbro è riservato ai nostri maggiori partte nella qualità della macchina. Da alner in Europa e permette loro di avere lora non mi sono più fermato, andando un rapporto privilegiato con la Motor avanti passo dopo passo con oculatezza Company continentale. Non vediamo ma anche con grande coraggio. Eppul’ora di incontrarla nel meeting di Franre, al di là della terribile crisi in atto da coforte». Ma il tour dell’azienda di via anni, i momenti complicati non sono dei Conti Falluc è un’esperienza non mancati. Ciclicamente ci sono stati seri certo ordinaria, scandita dal trasporto problemi da fronteggiare con assolucon cui il “padre fondatore” ne parla. ta attenzione». La dedizione al lavoro di Ruga è encomiabile, costituendo la ricetta del suo enorme successo, tanto da meritarsi la stima del progettista della Hyundai Nicola Danza, il quale dal momento in cui si sono conosciuti lo omaggia ogni Natale con un quadro realizzato dallo stesso tecnico recante la raffigurazione dei prototipi che ha in mente di mettere a punto. «Tra di noi si è instaurato un fee- Giuseppe Ruga e la figlia Sonia ling immediato sin dal giorno in cui – ci svela l’imprenCapita, di conseguenza, di salire nella ditore catanzarese con un’espressione spaziosa (per usare un eufemismo) stansorniona e divertita – si offrì di farmi za del brillante operatore economico, da interprete a una convention internache rivela anche una dei suoi tanti hobzionale tenutasi all’estero. Non sapevo by ovvero collezionare cimeli. Si resta chi fosse e neppure che avesse origini sbalorditi dalle macchine fotografiche e meridionali (è nato a Bari, ndr), ma la dal proiettore della fine del diciannovesimpatia per lui è stata immediata». simo secolo a cui si aggiungono telefoni L’ammirazione per Ruga in Hyundai è e macchine da scrivere come le famose conclamata, basti leggere la lettera con Remington, d’epoca. Ma non mancano cui gli hanno comunicato - nel marzo altri oggetti quali radio e orologi acquiscorso - l’ingresso nel Dealer Frontier stati dal poliedrico Ruga. C’è tuttavia nella quale peraltro si legge: «Ci conanche un’altra sezione, se così la si può
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definire, riservata ai trofei vinti dalle squadre che ha presieduto. E sì, perché chi pensasse che un uomo tanto impegnato non abbia tempo e soprattutto voglia per seguire da vicino lo sport si sbaglierebbe di grosso. L’imprenditore è stato il patron del Santa Maria, una sorta di piccolo Chievo in salsa calabrese, capace di giungere fino alla massima categoria dilettantistica regionale, l’Eccellenza. A riguardo il vulcanico Ruga dice: «La coppa che esibisco con maggiore orgoglio è quella Disciplina. I risultati calcistici, pur di prestigio, sono importanti ma passano. La signorilità e la correttezza, in campo e fuori, restano. E i miei giocatori di allora, peraltro considerati giovani troppo acerbi per il campionato dall’allenatore che poi dovette darmi ragione per la decisone di rinnovare completamente i ranghi, assimilarono questo concetto basilare, regalandomi il titolo più ambito». Come se non bastasse, è doveroso infine ricordare che Ruga è stato anche responsabile del settore giovanile dell’Uesse (nel periodo di riferimento Effeccì) Catanzaro dal 2008 al 2010. Una carica che gli ha permesso di inculcare determinati valori, nei quali crede fortemente, ad atleti per cui è stato un esempio di stile, serietà e compostezza.•
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Talarico, il “terrone” delle cravatte che ha conquistato il mondo L’imprenditore catanzarese si racconta: “Quella volta che mi chiamò Cossiga…”
E
’ cresciuto con il culto della cravatta. Morbida, elegante, talvolta sgargiante ma sempre di classe. Anche da bambino la indossava nelle occasioni importanti. Senza questo accessorio sapientemente annodato al collo, non avrebbe potuto nemmeno presenziare ai pranzi ufficiali della nonna paterna. Lui è Maurizio Talarico, 44 anni, “terrone doc” come ama definirsi. Un passato in politica e un presente da imprenditore.
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Sua è l’azienda cravatte sartoriali Talarico, fondata nel 1999. Dal laboratorio calabrese escono manufatti curati in ogni dettaglio: dai tessuti jacquard al twill, dalla famosa cucitura ad “x” - segno di sartorialità - alle “sette pieghe”. In pochi anni le cravatte Talarico hanno fatto almeno una volta il giro del mondo - Giappone, Stati Uniti, Corea del sud - e centinaia di giri al collo di personaggi famosi. Dal presidente Bush, che ha dichiarato di apprezzare dell’Italia il
Brunello e le cravatte celesti e bordò di Talarico, a Igor Ivanov, ministro degli esteri Russo che ama regalarle a Putin e a Re Juan Carlos. Dai giornalisti di casa nostra Bruno Vespa, Maurizio Maffei, Francesco Giorgino, ai politici Prodi, Bertinotti, Casini, Berlusconi e Monti. Ai capi di Stato Esteri come Barzani del Kurdistan al palestinese Abu Mazen, al presidente della “sua Calabria” Giuseppe Scopelliti. Agli amministratori delegati Paolo Scaroni
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di Eni, Giuseppe Bono di Fincantieri, Alessandro Panza di Finmeccanica, solo per citarne alcuni. Ma Talarico va fiero per aver soddisfatto un capriccio di Francesco Cossiga, ex Presidente emerito della Repubblica. “Un giorno, tanti anni fa – racconta – mi telefonò personalmente perché aveva ricevuto in regalo una mia cravatta. Gli era piaciuta e voleva che visitassi casa sua. Con sorpresa, lo vidi tirar fuori dall’armadio due cravatte di quando era ragazzo e frequentava l’Oriel collegge in Inghilterra. «Ci sono molto affezionato ma sono diventate vecchie e non posso più metterle». Il presidente era dispiaciuto. Io mi impegnai a ricercare il tessuto scoprendo che all’epoca lo produceva la società Vanner. Così il presidente ebbe di nuovo al suo collo l’amata cravatta. Talarico ammette di custodire nel suo guardaroba oltre 500 cravatte, tra cui quelle amate e ricercate di suo padre. E ama indossare disegni francesi, blu tinta unita e regimental. A proposito di regimental, cosa gli chiese Cossiga?
«Di far combaciare la riga della fodera con quella del tessuto esterno. Un’ impresa ardua, ma io che sono un perseverante, ci sono riuscito».
Cravatta sempre?
«E’ un segno inconfondibile di eleganza. Ne faccio a meno nel week end.
Sono uno sportivo, amo la moto e il mare e durante le pause che mi ritaglio dagli impegni, mi “stacco” anche dalle mie cravatte. La moto è una vera passione. Alcune volte, per scaricare l’adrenalina, vado a correre in pista. Con la barca amo solcare il mare di Calabria. Una terra stupenda, mistica. E poi c’è la musica. Jazz, leggera italiana. Da qualche anno sono appassionato di taranta. Sono nato a Catanzaro, vado spesso nella mia città ma al mare, preferisco vivere nella “mia” Pizzo Calabro. Un posto stupendo, dove oltre alla bellezza dei posti, amo mangiare del buon pesce per finire con un ottimo tartufo. E poi amo, da buon terrone, tutte le persone che mi amano, in modo particolare mia madre, i miei figli». Un suo difetto? «Pretendo dagli altri quello che faccio io, quindi impegno costante, perseveranza quasi maniacale». Oltre alla sua azienda in Calabria, ha uno show room a Roma, in via Dei Coronari 51. Facile intendere qual è il posto della sua azienda in cui preferisce stare.
«Dove mi inebrio di più dell’odore della seta e a guardare mani sapienti che realizzano il prodotto: quindi in laboratorio».
La firma è solo sulle cravatte?
«No. Sono uno cui piace coltivare anche il gusto femminile: quindi foulard e pochette da taschino rigorosamente di lino. Mentre per i tessuti prediligo la Francia e l’Inghilterra per il twill e lo jacquards, rigorosamente comasco. Per le lane solo tessuti Loro Piana e E. Zegna, e il raffinato Irish Linen».
Perché ha abbandonato la politica?
«A me piacevano i grandi della prima Repubblica e poi volevo fare l’imprenditore».
Ma il laboratorio di cravatte non è un eredità di famiglia?
«Sono un self made man, orgoglioso di esserlo». Il suo motto? «Mi comporto come se andassi tutti i giorni in palestra, ne esco forte e tonico».
Molti la chiamano il “marinella di Roma” anche se a lei non fa molto piacere. Ma come mai si ama definire terrone?
«Si tratta di una parola che una volta era un offesa. Per me terrone, invece, significa che vengo da un antico popolo del sud e questa parola racchiude in sé tradizione e valori antichi». •
In quanto tempo si crea una cravatta Talarico?
«Dai 35 ai 45 minuti. E’ una produzione limitata di tre esemplari a disegno: la mia forza sta nel produrre migliaia di disegni all’anno».
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cultura
Gli studenti del Liceo Scientifico “P. Mazzone” Roccella – Gioiosa Jonica"
Con Travel Game le migliori scuole calabresi in “vetrina” al salone internazionale del libro di Torino Mille studenti invadono lo stand della Regione Calabria
di Rita Macrì 68
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cultura Gli studenti del Liceo classico Pitagora di Crotone
D
a i dati ufficiali di Coldiretti è emerso che quest’anno la crisi è entrata anche tra i banchi di scuola colpendo il settore del turismo didattico: neanche uno studente su tre ha partecipato alle cosiddette “gite scolastiche”. Per effetto delle difficoltà economiche delle famiglie e della riduzione dei fondi per la scuola si stima che quest'anno ci sarà un calo di almeno il 20 per cento rispetto ai 930mila studenti delle scuole superiori che nell'anno scolastico 2011/2012 hanno partecipato a una gita scolastica, secondo l' osservatorio sul turismo scolastico del Touring Club Italiano. Noi siamo qui per raccontarvi di un’eccezione, un viaggio denominato Travel game: “le scuole calabresi in vetrina al Salone internazionale del libro di Torino” che ha registrato uno straordinario successo; si tratta di un progetto didattico ideato dall’associazione La Movida e realizzato in collaborazione con la Planet Multimedia e la Keluar tour operator. Tale iniziativa ha coinvolto oltre 1000 studenti calabresi provenienti da ogni angolo della Calabria protagonisti di una grande sfida culturale che ha saputo pienamente centrare l’obiettivo che si era prefisso: valutare e stimolare l’apprendimento attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie e stru-
le nostre tante eccellenze culturali che menti formativi per rappresentano la natura vera della no“imparare divertenstra terra». dosi” in occasione I ragazzi hanno partecipato ad indi un importante apcontri con autori molto famosi e preso puntamento come il parte a convegni e dibattiti. Salone internazionale I Licei e gli Istituti superiori di sedel libro. condo grado presenti hanno partecipato «La Calabria ad un quiz game con domande inerenospite d’onore non ti il tema “Lettura” realizzati dai loro poteva essere medocenti. Sul gradino più alto del podio glio rappresentata: le sono saliti gli studenti Maria Loresue scuole erano tutte dana Petrolo, Enrica Gallo, Andrea in prima linea. E alSergi, Maria Alì del Liceo Scientifico lora basta parlare di “P. Mazzone” Roccella – Gioiosa JoniCalabria – ha dichiarato la presidente ca” diretto da Giuliana Fiaschè, sensidell’associazione La Movida parlando bilmente emozionata al momento della alle scuole – legata alla ‘ndrangheta e al consegna del quadro del maestro orafo malaffare; è ora di scrivere sulle pagine Michele Affidato e dei soggiorni per i dei giornali che la nostra regione è stata “suoi primi della classe” offerti da Aig. rappresentata dai suoi tesori, le giovani Ai secondi classificati, la squadra del ligenerazioni che non si sono scoraggiati ceo classico Pitagora di Crotone diretto di fronte ad un viaggio di 17 ore in bus dal dirigente Sabatino Naso, i gioielli per raggiungere la meta, ma a testa alta offerti dal maestro orafo crotonese della hanno mostrato una Calabria che merita loro città; infine ai terzi classificati gli di stare in prima pagina, in vetrina». studenti del liceo classico P. Galluppi I 1000 ragazzi accompagnati da diretto da Elena De Filippis di Catanzadocenti e dirigenti hanno visitato gli ro, i libri di Rubbettino Editore, i dolincantevoli musei di Torino e partecici di Monardo, i vini della cantina di pato all’incontro con l’assessore alla Cirò Senatore, dei biglietti del cinema cultura Mario Caligiuri, affollando The Space, dei gadget offerti da Local lo stand della Regione Calabria, ospiti Genius. d’onore del Salone. «La lettura è una ► priorità politica regionale – ha detto l’assessore Caligiuri agli studenti che ha incontrato a Torino –. Se in Italia, come in Calabria, la crescita economica dovrebbe ripartire dalla cultura, occorre per forza iniziare dalla lettura. Quella di quest’anno per noi intende essere un’occasione straordinaria per aumentare il numero dei lettori e per mettere in mostra L'assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri e Rita Macrì, presidente La Movida
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Mario Caligiuri e Rita Macrì, con gli studenti del liceo scientifico Berto di VV
Istituto di Istruzione Superiore Colosimo-Bruno di Corigliano Calabro (Cs)
Liceo Tommaso Campanella di Belvedere Marittimo (Cs)
Gli studenti del liceo classico P. Galluppi di CZ
Istituto Magistrale Corrado Alvaro di Palmi (RC) A sinistra: gli studenti del liceo scientifico Volta di Reggio Calabria
Da sinistra, Gilberto Floriani, la dirigente Caterina Calabrese con il professore Raffaele Gaetano del Liceo scientifico Galileo Galilei di Lamezia Terme
Foto di gruppo del Liceo classico “Gioacchino Da Fiore” di Rende (CS), l'istituto “IPSIA- ITI “E. Aletti Adriana di Trebisacce (CS) e l'I.T.C. “Raffaele Piria” di RC, IIS di Tropea (VV)
A sinistra: Il gruppo del Gioacchino da Fiore di Rende con Carmine Abate
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Gli studenti del liceo scientifico Fermi di CS
Gli studenti dell' IS “F.sco La Cava” di Bovalino, RC
I professori dell' I.m. “G. Rechichi” di Polistena (RC) I professori del Liceo scientifico Filolao di Crotone
L’I.T.S. “G. FILANGIERI” di Trebisacce (CS)
Il Travel game è un particolare format di viaggio d’istruzione che mantiene bassi i prezzi e offre dei servizi qualitativamente migliori rispetto alla “gita scolastica” con assistenza in loco
Prof. Zaccaro “Aletti” di Trebisacce
Intervista al dirigente Barillà del Piria di Reggio Calabria
e attività specifiche incluse, un travel game è sinonimo di viaggio culturale che unisce l’utile al dilettevole. Per tutte le scuole presenti è stato previsto un attestato di partecipazione al progetto Travel game: si tratta del Liceo scientifico Fermi di Cosenza, IIS di Tropea (VV), il Liceo Tommaso Campanella di Belvedere Marittimo (Cs), Liceo classico Pitagora di Crotone, il Liceo classico “Gioacchino Da Fiore” di Rende (Cs), il Liceo Scientifico “P. Mazzone” Roccella – Gioiosa Jonica” (Rc), Liceo classico P.
Galluppi di Catanzaro, I.T.C. “Raffaele Piria” di (Rc); I.m. “G. Rechichi” di Polistena (Rc); Istituto Magistrale Corrado Alvaro di Palmi (Rc); IS “F.sco La Cava” di Bovalino (Rc), l’I.T.S. “G. Filangieri” di Trebisacce (Cs), IIS “IPSIA- ITI “E. Aletti Adriana di Trebisacce (Cs), Liceo scientifico Filolao di Crotone, Istituto di Istruzione Superiore Colosimo-Bruno di Corigliano Calabro (Cs); IIS “IPSIA- ITI di Cariati (Cs), Liceo scientifico A. Volta di Rc, Liceo scientifico Galileo Galilei di Lamezia Terme, Liceo scientifico Berto di VV. Tutti si sono dati appuntamento alla prossima edizione sempre con Travel game per mettersi in vetrina al Salone internazionale del libro di Torino. Tutte le foto saranno pubblicate sul sito www.travelgame.it scaricabili gratuitamente dalle scuole. •
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IV centenario della nascita di Mattia Preti La Calabria al centro della cultura mondiale
Mattia Preti, autoritratto
di Eugenia Ferragina
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suoi dipinti sono sparsi per ogni dove, dalle lontane Americhe (dove oggi John Spike, studioso tra i più attenti dei suoi esegeti, lo eterna), fino all'intera Italia (da Palermo a Siena, da Napoli a Firenze, da Roma a Milano). Partendo dalla natìa Taverna, fu acclamato da prìncipi e cardinali, prima a Napoli, poi a Roma, e infine a Malta, dove morì e fu sepolto, lasciando oltre 400 testimonianze della sua irripetibile arte. Parliamo di Mattia Preti, il Cavaliere Calabrese. Il 2013 è un anno importantissimo in quanto ricorre il IV centenario della nascita dell’artista caravaggesco. Gli eventi organizzativi sono partiti da molto lontano. Negli Stati Uniti, infatti, il 2013 è l’Anno della Cultura italiana e la Calabria sta avendo un posto di primo piano in questo mega appuntamento, che si propone di promuovere la cultura del bel Paese negli States. Il 9 febbraio è
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stata inaugurata, a Washington, la mostra A brush with Passion: Mattia Preti, con opere provenienti da collezioni del Nord America. Il 24 febbraio, data di nascita del Cavaliere Calabrese, sono iniziati i festeggiamenti nel comune di Taverna, coordinati dal sindaco, Eugenio Canino, e dal direttore del Museo Civico, Giuseppe Valentino. Il 2 marzo è stata inaugurata la mostra “Della Fede e Umanità”, alla presenza del noto critico d’arte, Vittorio Sgarbi, curatore delle celebrazioni pretiane. «E' impossibile trovare un quadro di Leonardo da Vinci o un Caravaggio a Caravaggio, mentre a Taverna i Mattia Preti sono tanti», ha affermato energicamente Vittorio Sgarbi. «Dalla Calabria, abbiamo acceso il faro della cultura mondiale, per l’operazione culturale più importante mai fatta nella storia dell’arte. Grazie al genio del Cavaliere Calabrese avvertiamo ancora l'anima di una terra ricca di passato e
di futuro, investita dai venti d'Oriente e d'Occidente», ha dichiarato l’assessore alla Cultura della Regione Calabria, Mario Caligiuri. La mostra “Lux Fides – Della Fede e Umanità” si è conclusa il 21 aprile: un gran successo che ha invaso Taverna e le zone limitrofe, con grane soddisfazione da parte del sindaco della città calabrese, Eugenio Canino. Cosa ha significato per il comune di Taverna il IV centenario di Mattia Preti?
«Un omaggio alla straordinaria e profonda parabola artistica di uno dei maggiori esponenti dell’arte del ‘600 italiano ma, ancor di più, l’enucleazione della volontà di una cittadina di ricambiare quell’amore corrisposto con l’artista attraverso un senso di reciproca e profonda riconoscenza. Nulla, a mio avviso, poteva essere più celebrativo, per il quarto centenario della nascita, che poter ammirare, nella città natale del pittore, i suoi capolavori custoditi nei musei più prestigiosi d’Eu-
cultura ropa, dal Louvre di Parigi, all’El Prado di Madrid, dalla Galleria degli Uffizi al Brera di Milano, passando per molte città italiane: Roma, Palermo Catania, Napoli, Venezia, Genova, L’Aquila: il tutto all’interno un’intensa e proficua collaborazione istituzionale con la Repubblica di Malta, seconda patria dell’artista, in un binomio culturale, finalmente orgoglio della nostra splendida e fiera terra bruzia». Per organizzare un evento come la mostra “Lux Fides”, che lavoro c’è stato dietro?
«L’amministrazione comunale ha profuso uno sforzo straordinario, fatto di impegni economici ma, anche e soprattutto, di programmazione e di organizzazione: dalle opere infrastrutturali come il collegamento verticale del museo che ha consentito un percorso univoco all’interno della mostra, la realizzazione di tutti gli impianti, necessari e propedeutici all’ospitalità delle opere all’interno dello stesso museo, il rifacimento di tutto il chiostro e della piazza antistante il complesso di San Domenico, con il riutilizzo di ambienti ormai abbandonati da troppo tempo. E ancora, un’attività di recupero del patrimonio artistico, come il restauro della pala d’altare del San Giovanni Battista; l’acquisto di nuove opere d’arte come il bozzetto del San Girolamo oggi fruibile all’interno del percorso museale. Il tutto a fare da contorno ad una straordinaria attività di programmazione artistica, punto nodale di questo ormai più che ventennale percorso culturale che lega Taverna a Malta, con lo scopo principale di valorizzare e divulgare nel mondo la formidabile parabola umana e creativa del “Cavaliere di Grazia”, attraverso l’approfondimento delle ricerche storiche e archivistiche, l’ampliamento degli studi scientifici, l’approntamento di maggiori interventi di tutela, conservazione e valorizzazione sul corpus dei dipinti pretiani esistenti a Taverna e Malta».
Qualche numero della mostra…
«La mostra ha registrato 17000 paganti per un incasso di quasi 80000 euro. Hanno lavorato all’interno del percorso museale 5 guide, 6 operatori per l’assistenza ai visitatori e per i servizi Bookshop e souvenir, a cui si sono aggiunti 3 addetti alla sorveglianza. Oltre, ovviamente, a tutti i componenti della macchina organizzativa dell’Amministrazione comunale, agli amministratori e ai dirigenti, agli straordinari lavoratori in mobilità presso il comune e ai volontari che con autentico spirito di servizio hanno contribuito alle realizzazione dell’evento». La maggior parte dei visitatori è stata calabrese o sono arrivati anche turisti provenienti da fuori regione?
«La maggior parte dei visitatori è arrivata dalla Calabria: frotte di persone provenienti da tutte le provincie della nostra regione sono venuti appositamente per omaggiare il più grande artista calabrese di tutti i tempi. Le presenze di visitatori fuori regione si è registrata ma, in piccola parte». Il movimento creato da questo evento ha avuto anche delle ricadute importanti per tutta la zona?
«Un paese abituato ad ospitare 4000 presenze in un anno, si è visto letteralmente invaso da quasi 17000 persone in poco meno di 2 mesi e per di più in un periodo invernale. Credo che la tipologia di turismo abbia generato una ricaduta importante per attività ristorative, bar e per gli esercizi commerciali, testimoniato dalla continua richiesta da parte degli stessi operatori a continuare su questa strada».
La riuscita di questo evento è stata la prova che la gente ama la cultura e gli appuntamenti di spessore; in più, testimonia come la cultura, per la Calabria, possa essere una buona spinta per l’economia.
«Ai visitatori è stato chiesto un commento sulla mostra, la risposta è stata sempre la stessa: “Non sembra di essere in Calabria”. Niente di più sbagliato! La
Calabria è una terra che riesce ad esportare cultura e le recenti manifestazioni del Salone del libro e della Mostra di Palazzo Venaria a Torino (“Mattia Preti, il Cavaliere Calabrese. Un artista tra Caravaggio e Luca Giordano”, a cura di Vittorio Sgarbi), ne sono una netta dimostrazione. Su questa strada occorre continuare ed il IV centenario deve rappresentare un punto di partenza dal quale rafforzare quel ponte culturale soprattutto con la Repubblica di Malta, per aprire le porte della nostra Regione verso il Mediterraneo, continuando quel piano di marketing territoriale messo in piedi a dimostrazione che la cultura rappresenta una formidabile chiave cogenerativa di sviluppo e di economia». Anche se la più importante mostra su Mattia Preti si è conclusa, i festeggiamenti per il IV centenario de Il Cavaliere Calabrese non sono terminati. Cosa accadrà nei prossimi mesi?
«L’evento di per sé ha lasciato un grande patrimonio: un Museo all'avanguardia, capace di ospitare imponenti mostre, un centro storico all'altezza, ma soprattutto, senza falsa modestia, rimarrà in tutti noi, la consapevolezza di avere fatto qualcosa destinato ad un ricordo indelebile, sicuramente l'evento più importante mai realizzato a Taverna e di sicuro l'evento dell'anno in Calabria. Abbiamo lavorato per mesi e continueremo a farlo perché la città natale del Preti diventi un punto fermo nei circuiti culturali internazionali. Da oggi in poi, Taverna non sarà più un piccolo paese di Provincia con un grande patrimonio artistico, ma un grande borgo, culturalmente molto importante, autentico vanto dell'intero territorio regionale. Ci sono tante iniziative già programmate, dalla rappresentazione teatrale della vita di Mattia Preti, all’aggiudicazione del concorso artistico “Mattia Preti”, dalla presentazione degli studi scientifici all’Atlante Pretiano e molte altre sorprese che si aggiungeranno a quanto di storico fatto fino a questo momento».•
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Catanzaro invasa dai libri Bookhouse al Marca di Eugenia Ferragina
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re elementi rendono il libro speciale: il profumo delle sue pagine, il gesto dello sfogliare e… la sua forma. "Bookhouse, la forma del libro" è una mostra che rende omaggio al libro come scultura, scrigno della memoria. Questo magico strumento, custode di tesori ed emozioni, viene presentato non come opera dell’artista ma, come opera d’arte che riempie, crea ed arreda spazi. Cinquanta gli artisti coinvolti, provenienti da tutta Europa, che si confrontano sulle percezioni e sensazioni sprigionate dal libro. Un’unica forma per tante chiavi di lettura. E’ così che il visitatore viene accolto da una cascata di libri ideata dall’artista spagnola Alicia Martín; seguita da “Idiom”, un’installazione dello slovacco Matej Krén, alta quattro metri e composta da 8 mila libri messi gentilmente a disposizione da Rubbettino Editore. Una spirale che si espande verso l’infinito grazie ad un gioco di specchi. Bookhouse è un viaggio sorprendente e variegato: il cavallo-libreria di Mimmo Paladino che contiene i volumi dell’Ulysses di James Joyce illustrati dallo stesso Paladino; il libro danzante immerso in una soluzione di 800 litri d’acqua del coreano Kibong Rhee; la camera da letto interamente sviluppata intorno ai libri ideata dallo svizzero Peter Wüthrich… A spiegare meglio la filosofia che sottonde l'itinerario che offre la mostra, Alberto Fiz, direttore artistico del Museo Marca, ideatore e curatore dell'esposizione. Da dove nasce l’idea di realizzare una mostra dedicata al Libro?
«Bookhouse è il frutto della consapevolezza che il libro è oggi una sorta di memoria della nostra coscienza. Nonostante l’invasione delle tecnologie, è un elemento preminente della nostra socie-
tà. L’evento espositivo si concentra sulla forma del libro che prevarica, quasi, il suo contenuto. Questa forma, che non può essere sostituita, rappresenta per gli artisti uno stimolo per creare opere. La mostra si sofferma e affronta questo tema in modo molto ampio, rispecchiando quello che è realmente la scena dell’arte contemporanea». In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, non è semplice realizzare degli eventi del genere e suscitare anche l’interesse della gente.
«Stuzzicare la curiosità delle persone: questo è il nostro obiettivo. Abbiamo centrato uno degli argomenti cardini della società contemporanea: il libro, come elemento della nostra cultura e del nostro Dna. I libri fanno parte del nostro patrimonio e manterranno sempre il loro fascino. Difficilmente le nuove tecnologie potranno sostituire il rapporto intimo che si crea fra il libro e il lettore. La prova è il grande successo che la mostra sta riscuotendo». Sicuramente, occorre ringraziare la Provincia di Catanzaro che con il suo contributo ha reso possibile la realizzazione della mostra Bookhouse. In un momento di crisi abbiamo un’istituzione che ha creduto nella cultura e nell’arte».
Il Museo Marca, il Parco Archeologico di Scolacium e il Parco Internazionale delle Sculture…
«Sono tre realtà della provincia di Catanzaro che fanno parlare di sé in tutto il territorio internazionale e sono un forte richiamo turistico. Tre identità che hanno modificato il tessuto della città. Hanno dimostrato la bellezza e l’importanza dell’arte. Abbiamo coinvolto grandi artisti: Tony Cragg, Antony Gormley, Dennis Oppenheim, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, solo per citarne alcuni. Abbiamo fatto tutto questo senza dimenticare il territorio, anzi, valorizzandolo. E abbiamo lavorato molto anche con i giovani che
rappresentano il nostro futuro e ai quali è importante diffondere il messaggio positivo che trasmette l’arte. La mostra durerà sino al 6 ottobre. Sono previste delle iniziative collaterali?
«In occasione della mostra, si sta svolgendo in questo periodo al Museo Marca, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro e Rai Educational, un progetto dal titolo “Divergenze Parallele, Tracce d’arte in TV” che ha lo scopo di percorrere un itinerario inusuale nell’ambito dell’arte contemporanea, attraverso documentari e tracciati filmici che sviluppano dialoghi inediti e trasversali. In più, si svolgeranno incontri con artisti e scrittori».
Riprendendo il discorso del legame intimo che si crea con il libro. Lei che rapporto ha al riguardo? Ha un libro particolare che tiene nel cassetto?
«Sono legato a molti libri, in particolare, il Museo dell’innocenza di Orhan Pamuk, un romanzo emotivo, malinconico e travolgente. A casa, ho creato una vera e propria biblioteca, una sorta di scrigno che documenta l’arte del Novecento: potrebbe essere un’opera della Bookhouse!». •
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cultura
High school game
L'istituto Colosimo-Bruno di Corigliano, secondo classificato, ricorda Fabiana e condanna gli episodi di violenza Il concorso è nato da un’idea della Planet Multimedia, azienda leader nei sistemi di didattica interattiva per far si che docenti e studenti potessero conoscere l’innovativa tecnologia Ars Power
I prof. di Corigliano, Miceli e Esposito e i conduttori di High school game Alessandro Greco e Antonella Salvucci
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cultura di Rita Macrì
Gli studenti dell'Istituto Colosimo-Bruno di Corigliano, Giovanni Battista Filomena, Pierluigi Ferri, Alessia De Lio e Alessandra Piluso classificati al secondo posto
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i è svolta a Civitavecchia a bordo della Cruise Roma di Grimaldi Lines la finale del concorso High school game ideato da Planet Multimedia che ha visto la partecipazione di tantissime scuole superiori di secondo grado provenienti da ogni angolo d’Italia. Tra i numerosi istituti in gara l'istituto Colosimo-Bruno di Corigliano, vincitore della prima edizione del Travel game on board 2013 con 4 studenti delle quinte classi: Giovanni Battista Filomena, Pierluigi Ferri, Alessia De Lio e Alessandra Piluso i quali si sono classificati al secondo posto. Sono partiti da Corigliano Calabro (Cs) – ci hanno raccontato – per rappresentare al Concorso nazionale High school game la propria regione e in particolare sono stati fieri di parlare della propria scuola e della loro città purtroppo in questi giorni teatro di un gravissimo episodio di violenza che ha visti protagonisti dei ragazzi della loro età. «Siamo molto contenti di esserci classificati al secondo posto e aver valorizzato la nostra scuola ed il nostro paese perché io e i miei compagni possiamo essere fieri di farne parte. Ringrazio il dirigente Maradei – ha precisato Giovanni Filomena – che ci ha dato la possibilità di partecipare e vivere questa meravigliosa esperienza, i miei professori per averci accompagnato e sostenuto e tutto lo staff che ha organizzato questo evento unico per le scuole». La finale nazionale è stata condotta da Alessandro Greco e Antonella Salvucci che nel corso della manifestazione hanno ricordato ai giovani l’importanza della socializzazione chiedendo ai presenti di alzarsi e dedicare
un minuto di silenzio in memoria della giovane Fabiana e per condannare gli episodi di violenza contro le donne purtroppo in forte aumento: «Siamo vicini alla famiglia di Fabiana – hanno dichiarato i docenti di Corigliano, Esposito e Miceli –. Ferma condanna alla violenza di ogni tipo». Il Dirigente Scolastico dell'istituto Colosimo-Bruno di Corigliano, Pietro Antonio Maradei a tal proposito ha dichiarato: «La problematica della violenza sulle donne è diventata ormai un’emergenza nazionale. Compito della scuola è, in questa direzione, contribuire a sradicare mentalità arretrate e retrograde e a svolgere u ruolo propulsivo nell’implementazione e nella diffusione di una cultura della legalità e di una piena consapevolezza della parità di genere. Una comunità, nel suo complesso sana, civile e democratica, viene ancora una volta intaccata da un avvenimento estraneo alla sua storia e alla sua cultura. Il fatto che ancora una volta gli alunni del nostro istituto si sono fatti onore a livello nazionale e fanno continuamente registrare risultati estremamente positivi ne è una ulteriore dimostrazione». Il concorso è nato da un’idea del-
la Planet Multimedia, azienda leader nei sistemi di didattica interattiva per far si che docenti e studenti potessero conoscere l’innovativa tecnologia Ars Power che non si sostituisce alla didattica tradizionale ma la affianca consentendo di effettuare test di verifica immediati. Partner nazionali di questa prima edizione sono la Grimaldi Lines, la Fondazione Idis-Città della Scienza di Napoli e l'Università Internazionale Telematica Uninettuno. L'Oreal è special partner. Tante le novità in cantiere per il prossimo anno, tra queste una social app che i ragazzi potranno scaricare sul loro telefonino, gratuitamente, e che li aiuterà ad allenarsi in vista della prossima edizione di “High School Game”, interagendo con i loro professori ed anche con alunni di altri istituti, in Italia e non solo. Vincitori di questa prima edizione sono: il liceo Foscolo di Teano (Caserta) e il liceo “Amaldi” di Santa Maria Capua Vetere. Tra le altre scuole calabresi in gara: l'IISS Polo di Cutro (Kr), l'istituto G. De Nobili di Catanzaro; Istituto Tecnico A. Calabretta - Soverato (CZ); l'Istituto tecnico agrario Vittorio Emanuele secondo di Catanzaro. •
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cultura
Dai Pisl una mano per i borghi più belli
Quarantadue milioni di euro per combattere lo spopolamento
di Paolo Orofino
L
’assessore regionale al Bilancio, Giacomo Mancini, in questi ultimi mesi in più occasioni, ha parlato dei piccoli borghi calabresi “risorsa da rivitalizzare” anche con misure atte a contrastare “lo spopolamento” a cui sono soggetti. È questo l’obiettivo dei cosiddetti finanziamenti Pisl, destinati ai paesi con meno di 1500 abitanti. L’assessore regionale ben conosce le bellezze e le potenzialità dei piccoli borghi, come li conosceva il nonno Giacomo, originario di Malito paese di mille abitanti nel cosentino. Borghi da patrocinare e proteggere, non solo a tutela della cultura e della tradizione, ma anche all’insegna di un investimento che guarda lontano. Mantenere vivi i piccoli paesi, i loro suggestivi centri storici, è una politica di sviluppo che va incontro alle nuove esigenze di un turismo sempre più variegato e che guarda al vario. L’intervento anti-spopolamento è un importante punto di partenza di un progetto lungimirante. «Nei mesi scorsi – ha detto l’assessore Mancini – abbiamo concluso le stipule degli accordi di programmazione negoziata con i partenariati di progetto dei Pisl ammessi a finanziamento. At-
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traverso questa firma tutti i soggetti che compongono il partenariato hanno assunto congiuntamente, precisi obblighi rispetto all’utilizzo delle risorse e alla realizzazione di interventi che favoriscano l’azione di contrasto allo spopolamento. I Pisl sono una componente importante, sia in termini strategici, sia in termini finanziari. La loro attuazione ha implicato e implica una cooperazione istituzionale sia verticale (tra Regione, Provincia e Comuni) sia orizzontale (tra le istituzioni locali) e ha consentito di concertare a livello locale gli interventi in diversi settori strategici: Sistemi di mobilità intercomunale, realizzazione di Servizi intercomunali per la qualità della vita, realizzazione di Sistemi turistici locali, realizzazione di Sistemi produttivi locali, distretti agroalimentari e distretti rurali, interventi di contrasto allo spopolamento dei territori in declino. È un risultato importante raggiunto dalla giunta guidata da Scopelliti aver sbloccato procedure così complesse che languivano immobilizzate da anni, ma così impor-
tanti per lo sviluppo del territorio regionale. In tempi rapidi abbiamo messo nelle mani dei comuni calabresi, raggruppati in partenariati di progetto, nuovi investimenti del valore complessivo di circa 406 milioni di euro che incideranno positivamente sui piccoli paesi della Calabria. In particolare per quanto riguarda lo “spopolamento” i Comuni con meno di 1500 abitanti e, quindi, a rischio in Calabria sono complessivamente 99. I fondi a loro destinati sono 42 milioni di euro da ripartire in rapporto alla popolazione residente. In questi paesi grazie alle risorse europee verranno riqualificati immobili, aree e infrastrutture degradate o sotto utilizzate, realizzati centri sociali e ricreativi, volti alla
cultura
Cleto (Cosenza)
diffusione della cultura dell’inclusione, al sostegno agli anziani, di accoglienza delle donne disagiate e interventi utili a sostenere lo sviluppo imprenditoriale locale e a recuperare gli antichi mestieri. Credo che i progetti approvati possano incidere in maniera essenziale ed efficace nella vita delle nostre comunità più emarginate dal punto di vista territoriale, e quindi a rischio spopolamento, favorendo il recupero e il rilancio di aree che rappresentano in molti casi pezzi importanti della storia e della civiltà calabrese. L’idea di forza – ha aggiunto l’assessore regionale
– è quella di puntare sull’identità, l’accoglienza, la qualità ambientale che caratterizzano questi paesi affinché migliori la qualità della vita dei cittadini e accresca l’attrattività di questi luoghi. Non si tratta solo di finanziamenti, quindi, ma di strumenti fondamentali per la crescita del territorio. Lo scopo di tali contribuiti economici è quello di dare risposte serie, prima di tutto, ai cittadini. Ribadisco la disponibilità al dialogo con gli amministratori locali indipendentemente dai colori politici, perché puntiamo alla crescita non di singoli comuni ma di ambiti territoriali, per lasciarci alle spalle i contributi clientelari “a pioggia” che non hanno mai portato sviluppo e favorire la cultura di un nuovo regionalismo che elimini i campanilismi. Stiamo vivendo un momento di gravi difficoltà acuite da scelte economiche discutibili da parte
delle istituzioni nazionali e comunitarie. Si predica, infatti la necessità del rigore, ma si pratica senza nessuna equità. A pagare il conto sono sempre le fasce più deboli dal punto di vista sociale, ma anche da quello istituzionale. La Calabria attraverso le misure a favore dei piccoli comuni va in controtendenza. Con i Pisl contro lo spopolamento infatti la giunta Scopelliti ha dato risposte in termini di infrastrutture e servizi a comunità che erano sempre state dimenticate. Una scelta riformatrice che offre opportunità nuove a chi non le ha mai avute. In questo – ha concluso Mancini, ricordando le origini della sua famiglia – mi sento di onorare quegli ideali che nel Savuto, a Cosenza e in Calabria hanno radici molto profonde». •
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hi-tech
La nuova generazione di monitor LED con pannello IPS
Best Photo Monitor
LG 27EA83 MONITOR 27'' FORMATO 16:9 RISOLUZIONE ULTRA FULL HD E PANNELLO CON TECNOLOGIA IPS Premio come miglior monitor per fotografia ed immagine al TIPA Awards 2013 Adobe RGB 99%: ColorPrime Monitor ha il 99% di copertura del RGB Adobe e più del 99% di copertura del sRGB 10-bit Colore: Il 10-bit colori è 64 volte più ricco di un display a 8 bit a colori; ricrea i colori dolcemente e naturalmente senza bande di colore. Super Risoluzione: La tecnologia WQHD (Super HD 4) garantisce una risoluzione quattro volte superiore a un tradizionale HD. Le immagini risultano nitide e quasi tangibili anche se viste da molto vicino Colori come l'originale: Resa colore perfetta, colori uguali all'originale: con i Monitor LG IPS potrai godere di immagini uguali alle originali grazie alla calibrazione dei colori su 6 assi e alle minori variazione di temperatura di colore. Super angolo di visuale: A differenza dei monitor tradizionali che bisogna guardare da una posizione frontale per godere di immagini realistiche, grazie al super angolo di visuale di questo monitor potrai guardare film, giochi e tutto ciò che vuoi anche da sdraiato senza alcuna distorsione dell'immagine: immagini realistiche da qualsiasi angolazione grazie al super angolo di visuale 178/178. Pivot: La funzione Pivot permette la visualizzazione di documenti in verticale.
GoPro Hero 3
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SONY
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Le notizie e le immagini sono state estratte dai siti di riferimento
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