Calabria Economia - n.1 2013

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N U O

B U S I N E S S

M A G A Z I N E

Periodico di informazione economica edito da Mediaservice Srl ANNO V | NUMERO 1 | 2013 | 2,50 EURO

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale -70% Aut: CBPA-SUD/NA/297/2009

Unionfidi Calabria, "respiro finanziario per le imprese" Uscire dalla crisi occupazionale con l'autoimpiego

"Io punto sul Sud!"

Parola di Squinzi Infrastrutture, turismo, credito: le prioritĂ di Michele Lucente

Mazzuca è il neo presidente di Confindustria Cosenza

"Callipo", un successo imprenditoriale da cento anni



editoriale

Calabria Economia, Si sedes non is di Aldo Ferrara*

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«Calabria Economia, che con la propria rivista e il giornale on line racconta ogni giorno difficoltà e successi del nostro mondo imprenditoriale, ha pensato a un processo di rinnovamento del prodotto che state leggendo e anche di quello che consultate sul web»

n un periodo caratterizzato da profondi e continui mutamenti economici e sociali torna alla memoria un vecchio detto latino - palindromo - di un anonimo. Si tratta di “Si sedes non is”, che letto da sinistra a destra o al contrario ha, più o meno, lo stesso significato: “Se ti siedi non procedi” o “Se non ti siedi procedi”. Che calza benissimo per tutte le aziende, ed a maggior ragione per quelle editoriali che stanno attraversando le trasformazioni più profonde. Un settore in costante evoluzione in cui i sistemi editoriali vengono continuamente innovati. Per questo Calabria Economia, che con la propria rivista e il giornale on line racconta ogni giorno difficoltà e successi del nostro mondo imprenditoriale, ha pensato a un processo di rinnovamento del prodotto che state leggendo e anche di quello che consultate sul web. Per la rivista implementando approfondimenti, rubriche ed opinioni, per continuare a suscitare riflessioni sugli argomenti di attualità economica. Per il web, tempestività della trasmissione delle notizie e interattività con i lettori, per confezionare un giornale che incarni le peculiarità della rete. Per entrambi un accattivante restyling grafico, finalizzato a renderli ancora più leggibili, puntando molto anche sull’aspetto iconografico, sull’interazione e una maggiore multimedialità.

Il tutto mantenendo inalterato il modo serio ed autorevole di comunicare i contenuti, sulla scia di quanto fatto fino a qualche mese fa da Massimo Tigani Sava, a cui rivolgo il mio personale ringraziamento per i risultati conseguiti e lo scrupolo professionale con cui ha svolto la sua funzione per la crescita della testata. Infine lasciatemi rivolgere un forte apprezzamento per lo sforzo compiuto dai nostri collaboratori e dal nuovo direttore Davide Lamanna, che ringrazio per aver accettato, con entusiasmo, la nuova sfida. Sappiamo bene come il settore dell’editoria stia conoscendo, da un po’ di anni, forti cambiamenti e continue turbolenze. Ma proprio per questo bisogna accettare la legge dell'innovazione e concepire una organizzazione in continuo movimento che sappia interpretare il presente ma sia costantemente orientata al futuro. Allora “Si sedes non is” sarà d’ora in avanti il nostro mantra. Con l’ambizione di credere di poter radicare un sistema di informazione regionale quale voce al servizio di un sistema, quello imprenditoriale, indispensabile per la crescita del territorio. • * editore di "CalabriaEconomia"

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editoriale

Si può: Callipo docet! di Davide Lamanna*

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«Occorre la voglia di cominciare un percorso, certo non semplice e nemmeno breve, di conoscenza e di sviluppo del proprio business attraverso il sostegno di capacità professionali qualificate che siano in grado di sostenere le imprese in tutti i settori del mercato internazionale»

ento anni. Un secolo di storia aziendale è un traguardo di non poco conto se lo raggiungi in Calabria. Ma è anche una messaggio di speranza. La vicenda imprenditoriale della famiglia Callipo, cui dedichiamo ampio spazio in questo numero del magazine, dimostra che la serietà, la progettualità e soprattutto l’abnegazione consentono di farcela nonostante un territorio che vive problemi insoluti da tempo. E nonostante una crisi la cui via d’uscita sembra ancora lontana. Tuttavia continuare a piangersi addosso, sottolineando costantemente tutte le criticità dei dati congiunturali, non porta da nessuna parte. Meglio seguire l’esempio di chi, proprio come Callipo, ha pensato di diversificare la propria offerta sbarcando anche in mercati diversi da quello italiano. Avviandosi, cioè, a quel processo di internazionalizzazione che oggi sta salvando molte aziende. Un processo imprescindibile che va sostenuto. Ecco perché le iniziative intraprese da Confindustria Calabria nel sondare le opportunità che offrono paesi per molti versi ancora inesplorati come il Brasile e il Camerun possono risultare determinanti nel percorso di crescita delle nostre aziende. A patto che le stesse siano disposte a investire, soprattutto in termini di formazione, per garantirsi una presenza stabile sul mercato estero di proprio interesse. Nulla si può improvvisare, è chiaro. Non basta la partecipazione a un convegno per essere pronti a fare “il grande salto”. Occorre la voglia di cominciare un percorso, certo non sempli-

ce e nemmeno breve, di conoscenza e di sviluppo del proprio business attraverso il sostegno di capacità professionali qualificate che siano in grado di sostenere le imprese in tutti i settori del mercato internazionale. Uno sforzo iniziale che però ripaga. Oggi sono proprio le aziende che già da tempo battono questa nuova strada a soffrire di meno. Ecco perché è necessario che si diffonda capillarmente la cultura dell’internazionalizzazione nella nostra Calabria, ed ecco perché fa bene il presidente Speziali a insistere su questo punto su cui si gioca buona parte del futuro della nostra economia. Questi temi, come tanti altri, sono trattati nella nostra rivista che, come avrete modo di notare (e speriamo di apprezzare), si presenta con una veste grafica rinnovata. E anche la versione on line ha subito un profondo maquillage: ne spiega meglio le ragioni l’editore Aldo Ferarra. Qui mi limito a ringraziarlo per la fiducia che mia ha concesso. Assumo la direzione dopo che questo progetto è stato lanciato da un collega per il quale non servono presentazioni: Massimo Tigani Sava. Non è una eredità semplice. Ma grazie al suo lavoro, “conduco” una macchina già ben avviata. Che, spero, potrà proseguire la sua marcia anche attraverso il contributo che tutti voi lettori, semplici cittadini, imprenditori, professionisti, vorrete darci. Per fare di Calabria Economia uno strumento di confronto e, soprattutto, di proposta. • * direttore di "CalabriaEconomia"

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ANNO V | NUMERO 1 | 2013

In copertina B U S I N E S S

Giorgio Squinzi

M A G A Z I N E

presidente nazionale di Confindustria

Calabria Economia periodico di informazione economica Anno V - numero 1 - 2013 Direttore responsabile

Michele Lucente

Davide Lamanna

Contatti Redazione via Caduti sul Lavoro, n. 9 88100 S. Maria di Catanzaro tel. 0961.781410 - fax 0961.789650 www.calabriaeconomia.it info@calabriaeconomia.it Collaborazioni esterne saltuarie Danilo Colacino, Vittorio Daniele, Enrico Mazza, Monia Melia, Paolo Orofino, Maria Rita Galati Progetto grafico Gianluca Muzzi

Natale Mazzuca Pippo Callipo

Editoriali Calabria Economia, Si sedes non is

Fotografie: Icaro fotocronache MediaService srl Antonio Raffaele

di Aldo Ferrara

Si può: Callipo docet! 1

di Davide Lamanna

Stampa Stabilimento Tipografico De Rose Montalto Uffugo (CS) Società Editrice Mediaservice Srl via Caduti sul Lavoro, n. 9 88100 S. Maria di Catanzaro www.mediaserviceagency.it info@mediaserviceagency.it

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numero 1 - 2013

info@calabriaeconomia.it

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sommario PRIMO PIANO

flash news

6 "Io punto sul Sud!" Parola di Squinzi

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attualità 12

Brasile chiama Calabria… che risponde “presente”!

14 Mezzogiorno con tante ombre e poche luci 16 Unionfidi Calabria, "respiro finanziario per le imprese" 22

50 E se le opportunità arrivassero dal Camerun? 54

Uscire dalla crisi occupazionale con l'autoimpiego

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Anche in Belgio la Calabria può essere protagonista

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Finalmente si punta sulle reti di impresa

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L’apicoltura? Un’eccellenza calabrese

"Il Comalca? Diventi impianto poliedrico"

26 Infrastrutture, turismo, credito: le priorità di Michele Lucente 30

economia

Sacal, la sfida di Massimo Colosimo

business 64 "Callipo", un successo imprenditoriale da cento anni

32 Catanzaro ha (ri)scelto Sergio Abramo 36 Giustizia in Calabria: mancano magistrati 38

ADDIO SEGRETO BANCARIO!

40 Mazzuca è il neo presidente di Confindustria Cosenza

68 Trust ed operazioni immobiliari internazionali: una risorsa per le imprese 70

Dieci anni senza Don GUGLIELMO

72 “Brooke e Ridge” a Cosenza per l’apertura di un nuovo punto vendita Impero Couture 42

A.A.A. Innovatori cercasi

43 Sistema Bed & Breakfast, la Provincia di Catanzaro pubblica bando 44 Per i 25 anni dell’ Ifm, premiata una bella idea imprenditoriale 46 L'impresa chiama, l'arte risponde e diventa beneficenza

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Sanremo, la festa di Mengoni culmina con il premio di Michele Affidato

HI-TECH 80

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primo piano

segnali positivi: «le esportazioni , sono cresciute lo scorso anno del 6,7%, soprattutto verso l'area mediterranea, dove il Mezzogiorno è ormai il primo partner commerciale»

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di Maria Rita Galati

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er noi non esiste una questione Mezzogiorno, ma una questione Paese e vogliamo puntare su tutte le opportunità che ci verranno offerte”. Da problema a soluzione, il Mezzogiorno deve essere liberato dalle rappresentazioni stereotipate di un Sud come palla al piede della società settentrionale: l’Italia è un paese unitario e i risultati economici che si conseguono, al Nord e al Sud, dipendono dall’interazione e dalle complementarietà tra le due aree. Storicamente non esiste lo sviluppo del Nord senza il Sud.

L’assemblea di Confindustria Calabria, che ha segnato il passaggio di testimone tra Renato Pastore e Natale Mazzuca alla testa dell’organizzazione territoriale degli imprenditori cosentini, è diventata occasione per un confronto che produce un manifesto programmatico di fatto, da consegnare assieme alle buone intenzioni della classe imprenditoriale calabrese nelle mani del presidente nazionale, Giorgio Squinzi, venuto a dispensare speranza. «Quello del Mezzogiorno è un sistema economico che ha già perso, nel suo complesso, 24 miliardi di Pil dal 2007, oltre


primo piano

"Io punto sul Sud!"

Parola di Squinzi Il presidente di Confindustria, a Cosenza, sottolinea il ruolo determinate del Mezzogiorno per la ripresa del Paese 300 mila occupati, ed in cui il saldo tra imprese attive e quelle cessate si è ridotto di oltre 16 mila unità – afferma il presidente di Confindustria Giorgio dal pulpito del Parco degli Enotri a Mendicino –. E’ come se una regione di medie dimensioni nel giro di qualche anno fosse stata spazzata via dalla carta geografica. A questo sistema economico, già fortemente provato, sta lentamente mancando l'ossigeno. Il raddoppio delle ore di Cassa integrazione nell'ultimo anno nelle regioni del Sud ci racconta il lento ma inesorabile trasferimento di queste difficoltà sulla vita delle imprese

e dei lavoratori. Detto questo però – ha proseguito Squinzi – perfino nel terribile 2012, non sono mancati timidi segnali positivi. Ne voglio citare tre, tutti e tre significativi: le esportazioni, cresciute lo scorso anno del 6,7%, soprattutto verso l'area mediterranea, dove il Mezzogiorno è ormai il primo partner commerciale; la propensione all'impresa dei giovani meridionali, se è vero che tra le prime dieci province per ►

Giorgio Squinzi

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primo piano

E' stata molto partecipata l'assemblea di Confindustria Cosenza che ha visto la presenza del presidente Giorgio Squinzi. L'industriale ha detto di puntare sul Mezzogiorno che potrà essere il vero traino per l'intero Paese

nascita di nuove imprese giovanili ce ne sono sei del Sud e l'aumento delle società di capitali pur in presenza di una riduzione del numero totale di imprese, segnale di un tentativo di irrobustimento del tessuto produttivo meridionale. Nel Sud il numero delle società protestate è aumentato, solo nell'ultimo anno, del 12%, superando quota 18 mila – ha proseguito Squinzi –. Parallelamente si

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stanno dilatando i tempi di pagamento delle fatture: nel Mezzogiorno le imprese che hanno accumulato oltre 2 mesi di ritardo sono ormai arrivate all'11%. Sul versante del credito, le sofferenze nel Mezzogiorno hanno superato i 28 miliardi di euro, raggiungendo ormai il 10% degli impieghi, contribuendo al consolidamento dell'atteggiamento difensivo delle banche, che hanno paura

di erodere il loro capitale – ha proseguito il presidente – e restringono ulteriormente il credito alle famiglie e alle imprese». Patto di stabilità troppo stretto, critiche al governo tecnico più politico dei politici: sono poi questi alcuni degli argomenti emersi dal dibattito alimentato dai giornalisti che hanno sostituito la politica, interrogando Squinzi che è stato “circondato” da Filippo Veltri, Paolo Pollichieni, Attilio Sabato, Arcangelo Badolati e Adriano Mollo. Ad aprire i lavori dell’assemblea pubblica è stato il direttore di Confindustria Cosenza, Rosario Branda. E non poteva che partire dal ringraziamento a Squinzi per la sua presenza lanciando un messaggio chiaro rimbalzato nel corso della serata: il “Mezzogiorno non vuole essere la palla al piede del Paese ma un’opportunità”. Dopo i saluti delle istituzione (tra gli altri il vice sindaco di Cosenza Katia Gentile, il presidente della Fondazione Carical Mario Bozzo, il presidente della Camera di Commercio di Cosenza Giuseppe Gaglioti), è toccato al presidente di Confindustria Calabria Giuseppe Speziali salutare


primo piano

Squinzi che – ha detto Speziali – va ringraziato per l’attenzione dimostrata al nostro territorio. Speziali ha chiesto allo Stato un impegno normale (una burocrazia efficiente) per far uscire il Sud e la Calabria dalla situazione difficile che vive tornando sul ruolo di “pungolo” svolto da Confindustria Calabria e lanciando ancora una volta l’allarme per le difficoltà che le imprese riscontrano

nell’accesso al credito, e dalla “nemica burocrazia” che rallenta ogni tipo di prospettiva operativa. La parola è, quindi, passata al past president, Renato Pastore che, con un po’ di emozione, ha lodato l’organizzazione confindustriale di Cosenza, «capace di farci raggiungere obiettivi importanti. C'è sempre il problema della burocrazia: e qui la politica dovrebbe intervenire – ha detto

ancora Pastore –. Abbiamo ottenuto un buon risultato unendo i Confini confindustriali, e questo grazie anche i 5milioni dati dalla Regione. Il sistema di garanzia e contro garanzia è l’unico modo per tirare fuori i soldi dalle banche. E’ necessario fare una squadra come è stato fatto in questa provincia e come stiamo facendo con le altre territoriali». Il neo presidente di Confindustria ►

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primo piano

Cosenza Natale Mazzuca, analizzando la situazione del sud, ha ricordato che il Mezzogiorno ha enormi potenzialità. «Dispone di risorse naturali e culturali inestimabili, di un patrimonio imprenditoriale apprezzabile, di un bacino di lavoratori giovani e professionalizzati.

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Per poter mette a frutto le sue potenzialità ha bisogno – ha proseguito – di buone politiche pubbliche». Mazzuca si è soffermato anche sul problema dei pagamenti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, e ha detto che la PA deve al più presto saldare i debiti. «Il ritardo medio è ormai sopra gli otto mesi con punte di oltre tre anni. Sono più di 70 miliardi i debiti nei confronti del sistema delle imprese. Quello che serve – ha proseguito – è definire un piano effettivo di smaltimento dei debiti pregressi della PA per i lavori già eseguiti». Più in generale Mazzuca ha parlato anche della necessità di una vasta e capillare azione di manutenzione del patrimonio edilizio; della riduzione del carico fiscale sul lavoro e sulle imprese; di stimolare la nascita di migliaia di piccole imprese verso produzioni di niccchia, offrendo servizi ancora carenti per il mercato. «Se staremo uniti, ritorneremo ad avere un'Italia e un Mezzogiorno migliori e più forti – ha concluso Mazzuca. Noi ce la metteremo tutta. Con convinzione, entusiasmo e determinazione». Il problema dei problemi, comunque, sembra sia come incidere sul contesto per rilanciare l’economia della Calabria e, soprattutto, le infrastrutture, come evidenzia Gianfranco Viesti, professore ordinario di Economia applicata dell’Universita di Bari. Mirare alle

imprese con attenzione senza regalare sussidi lavorando sulla natalità delle imprese, sulle dimensioni e quindi sulla internazionalizzazione, un grande piano di piccole opere per rilanciare l'edilizia e più semplice l'assunzione dei giovani: questi suggerimenti possono bastare. L’assemblea pubblica di Confindustria diventa occasione anche per dare voce alla politica ma senza bagarre. Infatti, il presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, e il governatore Peppe Scopelliti, seduti a pochi passi l’uno dall’altro, non trovano spazio per rintuzzarsi presentandosi stranamente pacificati. «Credo che la così inedita crisi che stiamo vivendo richieda non solo consapevolezza ma uno sforzo per andare oltre le tradizionali risposte – ha detto Oliverio –. Abbiamo bisogno di un progetto che veda l'Europa protagonista che deve confrontarsi con le questioni sociali. C'è bisogno anche di politiche nazionali che mettano in campo le riforme necessarie. Ecco perché spero che si arrivi alla formazione di un governo che dia il La a queste riforme». «Il nostro è un Paese allo sbando – gli fa eco Scopelliti –. Abbiamo delegato il futuro dell’Italia, in questi anni, alle aspirazioni di due - tre persone. Credo che gli appelli per un governo forte e condiviso sia l'unica soluzione possibile». •


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attualità

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’idea? Creare un link tra l’Italia (anzi la Calabria) e il Brasile, ovvero una delle nazioni in maggiore espansione a livello economico che peraltro si appresta a ospitare nel prossimo biennio le maggiori competizioni sportive del mondo. Un ulteriore volano di crescita e sviluppo. Al lavoro, per materializzare questo collegamento allo scopo di offrire nuove opportunità alle sue aziende, Confindustria Calabria, nella cui sede si è tenuto un importante appuntamento in cui sono intervenuti il presidente della stessa organizzazione Giuseppe Speziali, l’assessore regionale con delega all’Internazionalizzazione Luigi Fedele, l’avvocato Ana Amelia de Campos e il direttore di Simest Sud Paolo Di Marco. Ad aprire i lavori è stato Speziali: «Il Brasile è ormai una grande potenza, facendo parte del cosiddetto Birc insieme all’India, alla Russia, e alla Cina. Nello Stato dell’America Latina ci sono fette di mercato da conquistare, anche per gli operatori economici calabresi. Noi abbiamo le figure imprenditoriali e le aziende in grado di affermarsi Oltreoceano, promuovendo progetti di ampio respiro. Senza contare, infine, che a San Paolo ci sono più italiani di quanti se ne trovino a Milano. Un dato che deve ulteriormente spingerci a battere questa strada». L’assessore Fedele, subito dopo, ha messo in risalto che «è necessario creare le condizioni per lanciare le nostre imprese anche all’estero, ma al momento soltanto poche sembrano purtroppo attrezzate per il salto. Ecco perché non dobbiamo valorizzare soltanto la filiera agroalimentare, che resta comunque un’eccellenza, ma pure altri settori come la nautica, le costruzioni e così via. È in tale ottica che la Regione ha

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Da sinistra, Ana Amelia de Campos, Giuseppe Speziali, Luigi Fedele

Brasile chiama Calabria… che risponde “presente”!

Il Paese sudamericano è in grande espansione. Un’opportunità per le nostre imprese. E Confindustria lo sa ritenuto opportuno creare un assessorato ad hoc. Resta fondamentale, però, pure il supporto che Unioncamere può dare insieme a sodalizi come il vostro. Per quanto mi riguarda vi preannuncio che stiamo varando un programma incentrato proprio sul Brasile e per questa

ragione organizzeremo un workshop finalizzato a far conoscere, per poi esportare, i prodotti locali». Ana Amelia de Campos, consulente di molte aziende autoctone per conto dello studio legale paulista in cui lavora, ha affermato che il suo Paese «è il


attualità Luigi Fedele:

«È necessario creare le condizioni per lanciare le nostre imprese anche all’estero, ma al momento soltanto poche sembrano purtroppo attrezzate per il salto»

maggiore produttore di petrolio estratto in profondità e si piazza al secondo posto nella fabbricazione delle scarpe e al terzo per la costruzione degli aerei. Ci sono numeri molto significativi sui quali riflettere. Ma bisognerebbe anche soffermarsi sul fatto che dal 2014 in poi, all’indomani dell’organizzazione dei campionati mondiali di calcio e in vista delle Olimpiadi, il Governo vorrà investire oltre 400 miliardi di dollari in infrastrutture, trasporti e navigazione. Saranno pure stanziati 200 miliardi di dollari per sviluppare la rete idrica e altri 100 circa per avviare una corretta gestione dei rifiuti solidi urbani. Da tutto ciò scaturirà – ha aggiunto – che verranno avviate delle partnership allo

scopo di rendere il Brasile una nazione all’altezza della sua esponenziale crescita economica. Una potenza a livello planetario non può continuare ad avere certe lacune. Ecco perché dico agli imprenditori italiani, e calabresi in particolare, di non stare alla finestra ed esportare i propri prodotti e il know how tecnico di cui dispongono, anche nell’edilizia e nella meccanica. L’unico tallone d’Achille, facendo un discorso a 360 gradi, sono i dazi doganali e più in generale un sistema fiscale rigido, che prevede un’aliquota del 4% su tutte le esportazioni». In conclusione l’intervento di Di Marco: «Prima di addentrarmi in un ragionamento più specifico, vorrei constatare che i supermercati brasiliani sono pieni di roba con bandierine italiane ma affatto originali. Basterebbe tale banalissima considerazione a considerarlo un mercato da conquistare. Non si tratta di alimenti Doc, bensì di scadenti imitazioni. Al di là di tale spicciola considerazione, veniamo allo scopo precipuo della Sismet. La società, pur essendo una sorta di finanziaria dello Stato, non ha una struttura “pesante” e burocratizzata. È un socio di capitale che può finanziare un

Paolo Di Marco

progetto fino ad assumere una quota del 49%. Tuttavia – ha detto ancora – non porta avanti un’azione diretta, né operativa né di garanzia, nel piano d’affari sostenuto, assicurando invece una linea di credito al costo irrisorio dello 0,5%. A noi, di conseguenza, preme offrire un supporto alle buone idee, non realizzare profitti. In altre parole, diamo la possibilità di accedere a fondi pubblici a condizioni estremamente vantaggiose rispetto a quelle di una qualsiasi banca privata. È chiaro, però, che il caposaldo resta la qualità del business plan proposto, anche perché nel caso in cui non si sia in presenza di un interlocutore molto consolidato è necessario fornire una fideiussione bancaria a garanzia del prestito. È la forza dell’imprenditore, di conseguenza, a fare la differenza. Noi ci lasciamo convincere, per così dire, dai programmi che alla fine risultano vincenti. Un altro presupposto fondamentale – ha concluso – è costituito dalla massima trasparenza delle operazioni condotte. A noi tocca anche fornire consulenze per operazioni perfezionate in contesti molto particolari come quello cinese, in cui oggi costituire ex novo una società porta a lungaggini di oltre sei mesi». •

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attualità di Danilo Colacino

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a luce fuori dal tunnel, il presidente dell’Associazione per lo Sviluppo del Mezzogiorno Adriano Giannola fatica a intravederla. La sua è una disamina realistica e di conseguenza molto dura. In altre parole una fotografia impietosa, che ritrae un Sud sempre più depresso sotto il profilo finanziario. Dato emerso con chiarezza in occasione del convegno organizzato dalla Svimez, tenutosi a Palazzo De Nobili di Catanzaro alla presenza delle massime autorità civili e militari. “Una buona politica per far crescere l’Italia, valorizzando le risorse della Calabria e del Mezzogiorno”. Questo il tema su cui si è incentrata la tavola rotonda, moderata dal membro dell’ufficio di presidenza della Svimez Giuseppe Soriero. Ospite d’eccezione il presidente del medesimo organismo, professor Giannola, tornato nel Comune di Catanzaro dopo due anni esatti, il quale a inizio 2011 aveva partecipato a un interessante seminario indetto nell’ambito delle manifestazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Nella tavola rotonda dell’inizio 2013, in maniera ancor più particolareggiata, si è soffermato sul quadro economico della regione e dell’intero Meridione. Ma ad aprire i lavori, come premesso, è stato l’on. Soriero: «La situazione di sofferenza del Mezzogiorno, con un ampliamento del divario rispetto al Nord del Paese, è sotto gli occhi di tutti. Nel tempo si è accumulato un malessere profondo, che rischia di esplodere in forme di protesta anche veementi. Ecco perché a tutta la classe dirigente, non soltanto a quella politica, è demandato il compito di intervenire. Taluni provvedimenti non possono più essere procrastinati, altrimenti le ricadute sul tessuto sociale ed economico rischiano di aggravare ulteriormente una situazione di per sé già ai limiti del sostenibile. I vari indicatori, ma ancor prima la percezio-

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Mezzogiorno con tante ombre e poche luci ne della gente che vive la quotidianità con fatica, rivelano una serie di deficit difficilmente colmabili nel breve periodo. Bisognerà ancora stringere i denti e fare di necessità virtù poiché nessuno è in grado di risolvere i problemi a colpi di bacchetta magica, ma è necessario che quanti sono o saranno investiti di determinate responsabilità si rimbocchino le maniche e creino le condizioni per una netta inversione di tendenza. Solo così – ha concluso – ci potranno essere confortanti prospettive per ripartire non appena le condizioni generali permetteranno una risalita». A seguire le considerazioni dell’assessore al Bilancio Filippo Mancuso che, in rappresentanza del sindaco Sergio Abramo allontanatosi per concomitanti impegni istituzionali dopo aver

Giuseppe Soriero:

«La situazione di sofferenza del Mezzogiorno, con un ampliamento del divario rispetto al Nord del Paese, è sotto gli occhi di tutti» incontrato il presidente Giannola, ha affermato: «Il rilevatore che mi sorprende di più è relativo alla crescita della disoccupazione e, di contro, al drastico decremento degli investimenti, diminuiti nel decennio 2001-2011 del 35%. È allarmante. Le aziende sono in crisi profonda e coloro che hanno cariche pubbliche e istituzionali devono fare un po’


attualità

"Una buona politica per far crescere l’Italia, valorizzando le risorse della Calabria e del Mezzogiorno"

Il rapporto Svimez evidenzia le difficoltà del Sud del Paese di autocritica. Le amministrazioni locali sono vincolate al patto di stabilità, un altro fattore che aggrava la crisi considerata l’impossibilità di programmare interventi e creare i presupposti minimi per un recupero». Giannola ha spiegato: «Rischiamo di dover attendere troppo a lungo, prima di intravedere concreti segnali di ripresa. Non c’è una percezione adeguata della realtà, tanto a livello nazionale quanto meridionale. Bisogna tramutare le criticità in opportunità. Lo slogan con cui sintetizzare il documento è che i tecnici al Governo negli ultimi 12 mesi hanno parlato di crescita, senza far riferimento al concetto preliminare di sviluppo. L’Italia non è più una nazione ricca e neppure il Settentrione è l’area con le maggiori potenzialità in Europa.

È partendo da tale considerazione che le forze Padane hanno formulato la proposta, l’ennesima illusione, di trattenere nella loro zona il 75% dei tributi pagati allo Stato. Una trovata propagandistica, che se anche venisse attuata non basterebbe a risolvere i problemi. Il Paese può e deve rimettersi in linea di galleggiamento nella sua interezza. Questo non significa – ha sostenuto infine – che ci sarà assoluta uniformità a livello finanziario e produttivo fra le varie aree, ma nessuna parte, seppur ottimamente strutturata, riuscirà ad andare avanti al meglio in assoluta autonomia». A seguire le riflessioni dell’imprenditore Daniele Rossi: «Sono un ottimista malgrado nelle aziende del Sud, comprese quelle che fanno capo al mio gruppo, quando si chiude il bilancio si

patisce sempre l’enorme pressione fiscale. Un danno che non ci permette di competere con gli altri Paesi comunitari e con le nazioni poste al di fuori della Comunità europea. Peccato, perché è un gap di cui si risente molto e che non ci permette di affermarci per come vorremmo su scala internazionale. Ma, per fortuna, abbiamo tanti punti di forza come l’assoluta qualità di prodotti e servizi». In conclusione, fra gli altri, gli interventi del deputato Roberto Occhiuto, del commissario del Pd calabrese Alfredo D’Attorre, del rettore dell’Unical Giovanni Latorre, del preside di Giurisprudenza dell’Umg Luigi Ventura, del prefetto di Catanzaro Antonio Reppucci e della presidente di “Finalmente Sud” Calabria Chiara Macrì. •

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attualità

Renato Pastore

di Maria Rita Galati

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asce dalla fusione delle strutture di emanazione confindustriale - Magna Grecia e Confindustria Cosenza Fidi di Cosenza, Confidi Calabria di Catanzaro e Confidi di Reggio - Unionfidi Calabria, il Confidi regionale che diventa uno strumento per implementare in maniera efficace il ruolo di sostegno alle piccole e medie imprese nell’accesso al credito, uno dei principali problemi con i quali gli imprenditori devono confrontarsi quotidianamente. Alla carica di Presidente del nuovo organismo è stato nominato l’imprenditore Renato Pastore, già presidente del Confidi Magna Grecia e di Confindustria Cosenza, componente del Consiglio direttivo nazionale di RetImpresa, è a capo di un gruppo di aziende operante nel settore del softwa-

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Unionfidi Calabria, "respiro finanziario per le imprese" Il presidente Renato Pastore spiega i punti di forza della fusione dei quattro Confidi re e dei servizi informatici. «Il nostro impegno – ha dichiarato nel momento successivo alla nomina il Presidente di Uniofidi Calabria– sarà quello di implementare in maniera efficace il ruolo di sostegno alle piccole e medie imprese nell'accesso al credito, uno dei principali problemi con i quali gli imprenditori devono confrontarsi quotidianamente. L’unione dei confidi industriali calabresi in uno, con l’utilizzo delle risorse messe a disposizione dalla Regione Calabria con apposito bando

dell’Assessorato alle Attività Produttive, consente di avviare una nuova stagione di confronto con il sistema del credito, forti delle competenze consolidate nel tempo e di un consistente fondo rischi che permetterà di assistere le imprese con operazioni di garanzia e controgaranzia». Il Consiglio direttivo di Unionfidi Calabria è composto, anche da Aldo Ferrara (nominato vice presidente), Valerio Berti, Andrea Di Donna, Antonio Gagliardi, Eugenio Gaudio ed Antonio Miglietti. Il diret-


attualità tore della struttura tecnica è Giuseppe Zappa. Unionfidi Calabria avrà una sede operativa nelle città di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria. Al presidente Pastore, abbiamo rivolto qualche domanda in merito a questo storico risultato. Nasce Unionfidi, un giorno importante per le imprese calabresi...

«La fusione dei quattro Confidi calabresi è una mossa strategica per le imprese in particolar modo nell'aspetto dell'accesso al credito: senza garanzie particolari potranno avere un po' di respiro finanziario. Il fatto che quattro realtà territoriali abbiano dato vita ad un unico organismo regionale, sicuramente più forte, fa aumentare la capacità di assistenza richiesta dalle aziende calabresi». Qual è lo scopo dell'Unione dei confidi industriali?

«L’Unione dei confidi industriali

calabresi permetterà l'assistenza alle imprese con operazioni di garanzia e controgaranzia. Questo si aggiunge all’utilizzo delle risorse messe a disposizione dalla Regione con apposito bando dell’assessorato alle Attività produttive, che consente di avviare una nuova stagione di confronto con il sistema del credito. Il nostro impegno sarà quello di implementare in maniera efficace il ruolo di sostegno alle piccole e medie imprese nell’accesso al credito, uno dei principali problemi con i quali gli imprenditori devono confrontarsi quotidianamente. La nostra forza viene anche dalle competenze consolidate nel tempo e di un consistente fondo rischi. Un patrimonio consolidato dall'unione dei confidi significa aumentare il livello delle garanzie e, quindi, una maggiore disponibilità delle banche a dare spazio e credibilità alle imprese, un accontonamento più basso signifi-

Giuseppe Zappa (Unionfidi)

ca infatti la possibilità di concedere un maggior numero di fidi». Sarà un valido supporto economico alle imprese in questo momento di crisi?

«Le previsioni economiche ad oggi disponibili ci descrivono difficoltà crescenti, soprattutto per i prossimi nove mesi dell’anno appena iniziato. Se l’accesso al credito ha sempre costituito un problema per la nostra economia, in un momento così difficile lo è ancora di più. In tal senso l’azione dei Confidi è determinante ed il fatto che 4 realtà territoriali abbiano dato vita ad un unico organismo regionale, sicuramente più forte, fa aumentare la capacità di assistenza richiesta dalle aziende calabresi. L’auspicio è che altri enti pubblici possano prevedere azioni di sostegno analoghe a quelle messe in campo dall’assessorato regionale alle Attività Produttive per sostenere efficacemente l’azione dei Confidi». •

di Banca Carime e Unionfidi Calabria), ma nella sua attuale funzione può contare su un bagaglio di conoscenze e competenze maturate fin dall’ormai lontano 1989. Quasi un quarto di secolo passato nella stanza dei bottoni di una struttura che si prefigge lo scopo di agevolare, assistere e tutelare, le aziende nella concessione dei prestiti. Una vexata quaestio, quella dell’accesso al credito, che Zappa rifiuta però di definire «il problema dei problemi del sistema economico calabrese, globalmente inteso». Preferisce argomentare in maniera diversa, meno lapidaria e soprattutto caustica: «Ottenere dei finanziamenti dagli istituti bancari non è

“Il problema credito c’è, ma è più grave l’insolvenza nei pagamenti della PA”

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n tecnico, esperto e preparato, quale Giuseppe Zappa nel ruolo di direttore generale di Unionfidi Calabria (organismo - presieduto dall’imprenditore Renato Pastore, fino a qualche settimana fa al vertice di Con-

findustria Cosenza - nato dalla fusione dei quattro Confidi attivi nel territorio regionale prima della recentissima unificazione). Il commercialista, che compirà 50 anni il prossimo 24 giugno, è peraltro amministratore delegato della Magna Graecia Servizi (un partecipata

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attualità semplice adesso, e mai lo è stato, ma è innegabile che la crisi ha aggravato di parecchio la situazione. Nella fase contingente, i quattrini sono per così dire diventati merce molto rara e da affidare soltanto a chi offre ampie garanzie di poterli restituire. L’aspetto su cui mi soffermerei di più, tuttavia, è l’eccessiva dilazione o addirittura l’insolvenza nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Una iattura per un tessuto produttivo che ha come caposaldo la committenza pubblica. È alla luce di tale constatazione che le difficoltà di ordine finanziario degli enti, sempre più evidenti, si sono ripercosse negativamente sulla capacità delle nostre imprese di non andare in sofferenza. In altri termini alcuni non hanno retto all’impatto con il drastico cambiamento in atto, fermandosi in ragione del fatto che è repentinamente mancato, o è diventato asfittico, il carburante con il quale si alimentava il motore dell’economia locale». Lo stesso dg definisce molto soddisfacente la partenza di Unionfidi, anche se spiega che bisogna aspettare la fine di una fisiologica fase di start up:

«Quanti dirigono un’azienda hanno capito che non si può più pensare di mantenere un approccio superato e inefficace con gli istituti di credito pronti ad alzare barriere nei confronti di un cliente privo dei requisiti essenziali per essere finanziati»

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«Intorno a questo nuovo organismo consortile si sono legittimamente create grandi aspettative. Gli imprenditori desiderano ottenere risposte convincenti e noi stiamo lavorando con assiduità per fornirle loro. Attualmente, però, ci sono dei passaggi burocratici da compiere. Pastoie che in alcuni casi ci hanno rallentato, ma non certo bloccato. È chiaro, però, che è presto per tracciare un primo bilancio, anche perché talune convenzioni con le banche, sottoscritte in passato, necessitano di una rivisitazione. Ribadisco comunque che presto potremo fare discorsi diversi, iniziando a snocciolare dati significativi». L’ottimismo di Zappa è suffragato anche dal corretto rapporto con la classe politica, un confronto all’insegna della collaborazione reciproca per nulla alterato dal momento parecchio delicato e dal susseguirsi di elezioni: «Abbiamo stretto dei patti con il governo regionale nel periodo precedente all’avvio della campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento. Le varie questioni legate al voto non hanno in alcun modo influito sull’iter che abbiamo proficuamente avviato. In Regione sanno quanto le aziende abbiano bisogno di liquidità e, di conseguenza, di fondi per poter investire nel potenziamento e nelle attività da svolgere». Il giudizio sugli operatori economici della Calabria del dg di Unionfidi è più che positivo: «Uomini e donne capaci e pragmatici, quotidianamente impegnati a produrre ricchezza per sé e per gli altri, sanno adattarsi ai cambiamenti. Quanti dirigono un’azienda hanno capito che non si può più pensare di mantenere un approccio superato e inefficace con gli istituti

di credito pronti ad alzare barriere nei confronti di un cliente privo dei requisiti essenziali per essere finanziati. È indispensabile rinnovarsi e operare un salto di qualità, anche in tale direzione. Ritengo che chi non lo abbia fatto non disponesse dei mezzi per imboccare la strada migliore, l’unica possibile del resto, anziché scontare il difetto di voler restare ancorato alle vecchie logiche. Malgrado ciò rientra nelle tante prerogative di Unionfidi cercare di imporre una buona cultura di fare impresa. Non offriamo solo consulenze, bensì accompagniamo chi si rivolge a noi per ricevere un sostegno». Sull’immediato futuro di Unionfidi ha già il quadro della situazione, sebbene preferisca non sbilanciarsi: «Ho premesso che i presupposti per un ottimo lavoro ci sono tutti. Ereditiamo l’esperienza dei Confidi prima esistenti e abbiamo regole e un’organizzazione interna assimilabile a quella di una banca. Di conseguenza, ci interfacciamo con i nostri principali interlocutori in maniera paritetica. È un aspetto determinante. Dobbiamo, tuttavia, ancora entrare a pieno regime e lo faremo soltanto nel momento in cui avremo espletato tutte le formalità connesse alla fusione, che come è noto è datata alla fine del gennaio scorso. Pochissimi mesi non possono bastare, ma insisto nel ribadire che siamo partiti al meglio e i risultati positivi non tarderanno ad arrivare. Ne sono più che sicuro».•


attualità

Confidi unico, l’analisi di Marina Pecoraro

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arina Pecoraro svolge a Catanzaro, dal 1991, la professione di dottore commercialista e revisore legale, aree prevalenti societario e bilanci. Si è sempre molto occupata di confidi. In particolare, ha ricoperto dal 1994, la carica di sindaco del Confidi Calabria, con ruolo di presidente dal 2010. Attualmente, è componente effettivo del collegio sindacale di Unionfidi Calabria, confidi regionale del sistema Confindustria risultante dal processo di fusione dei confidi provinciali e presidente del collegio sindacale di Fidimpresa, confidi regionale intercategoriale promosso da Confindustria . Di seguito una sua riflessione sulla nascita di Unionfidi Calabria. A vent’anni dall’inizio dell’opera professionale negli organismi di garanzia fidi del sistema confindustriale della provincia catanzarese, oggi integrati in quello regionale calabrese (Unionfidi Calabria e Fidimpresa), qualche riflessione è d’obbligo . Quello degli organismi di garanzia è un punto di osservazione privilegiato perché è là che si snoda la vita associativa verso i punti più nevralgici del sistema imprenditoriale ed è là che è messa a dura prova la classe dirigente, proiettata nelle fila dei consigli direttivi e dei co-

mitati tecnici . L’accesso al credito costituisce linfa vitale per il sistema produttivo, con benefici effetti a catena quando è stato giustamente indirizzato verso investimenti vincenti o anche quando consente di preservare un’azienda sana, per resistere ad andamenti finanziari avversi. L’impresa che ricerca credito bancario è normalmente distante da motivazioni speculative perché il danaro ha un costo, anche molto alto. In molti casi, l’accesso al credito con la garanzia di un organismo di matrice associativa corrisponde alla ricerca di un sostegno alla crescita o,in periodi di crisi come l’attuale, alla sopravvivenza. Partico-

larmente delicata la fase dei passaggi generazionali che spesso impattano con meccanismi consolidati di gestione, introducendo percorsi espansionistici che necessitano di fiducia, anche sotto il profilo delle risorse aggiuntive. Le aspettative sono sempre comunque particolarmente alte e le risposte negative portano sempre con sé lo spettro della delusione, come anche, d’altra parte, la responsabilità di non avere sostenuto un progetto meritevole, un’impresa in difficoltà. Le abilità manageriali nella capacità di valutazione tecnico finanziaria degli amministratori devono compenetrarsi con una mutualità di azione verso ►

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i colleghi imprenditori associati, con la capacità di inquadramento complessivo delle questioni e la reale padronanza di dati ed esperienza nei vari comparti produttivi del proprio territorio. La responsabilità è altissima e inversamente proporzionale al margine di

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errore consentito, davvero minimo. Poche pratiche “sbagliate” e può essere il default dell’organismo, sia dal punto di vista patrimoniale sia, al contrario - ma non meno grave, di quello della capacità di operare, con rischio di dannoso e improduttivo immobilismo per l’intero sistema associativo. Una linea costante nel tempo, nella scala di valori e priorità ha caratterizzato la gestione del Confidi nella sua sede in Confindustria Catanzaro. A differenza di quanto spesso avviene, i passaggi di consegne tra un direttivo e l’altro hanno sempre teso allo sviluppo, ma fondandolo sul lavoro svolto dai predecessori, abilmente tesaurizzato e sfruttato come trampolino di lancio per ulteriori evoluzioni quali-quantitative. Un lavoro prezioso, solidale e coerente che, fuori da ogni logica d’interesse (le cariche sono sempre state rigorosamente gratuite) da Borelli a Ferrara, passando per Abramo e Speziali ha consentito di conquistare un prezioso segmento di operatività in un sistema più complesso, extraterritoriale, in linea con le nuove regole di mercato e meglio attrezzato per far fronte alle esigenze delle imprese associate. La fase più difficile della gestione del Confidi Calabria (Catanzaro) è stata proprio l’ultima tra il 2009 e il 2012, contraddistinta da criticità ad ogni livello : dalla necessità strategica di darsi un diverso assetto in linea alla novellata normativa di settore e regolamentazione Bankitalia, all’appiattimento della contribuzione pubblica ai fondi rischi, alle negatività congiunturali che, spinte verso l’estremo, hanno finito con il compromettere sotto più profili la stessa domanda di credito. L’individuazione della linea strategica di reazione alla crisi della gestione Speziali, recepita e ultimata dalla gestione di Aldo Ferrara - oggi vicepresidente in Unionfidi Calabria -, è stata quella di

«Poche pratiche “sbagliate” e può essere il default dell’organismo, sia dal punto di vista patrimoniale sia, al contrario - ma non meno grave, di quello della capacità di operare, con rischio di dannoso e improduttivo immobilismo per l’intero sistema associativo»

proiettare l’organismo verso postazioni più complesse nel mercato, superando sterili logiche campanilistiche e giochi di potere, con il concreto obiettivo, oggi raggiunto, di salvaguardia del patrimonio di credibilità e di know how costruito con sacrificio e dedizione da tutti gli amministratori che si sono susseguiti, della struttura e dei posti di lavoro, del mantenimento e del rafforzamento di un riferimento tecnico solido e importante rispetto alla domanda di garanzia, nella consapevolezza che, nell’attesa risalita dall’attuale crisi, toccherà i livelli non solo più alti, ma anche più interessanti sul piano qualitativo e dello sviluppo del territorio, come avviene ciclicamente, in ogni fase di ripresa e di reazione alla congiuntura. Siamo stati distanti anni luce dalla fantapolitica e dalle proteste di piazza. Abbiamo vissuto e viviamo nei fatti, non nelle parole. •



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"Il Comalca? Diventi impianto poliedrico" Daniele Rossi, presidente del Cda, delinea gli obiettivi a 10 anni della nascita del mercato agro alimentare della Calabria di Danilo Colacino

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l nome Daniele Rossi è perfetto per chiunque si trovasse nella condizione di dover associare la figura di una persona fisica all’identikit di un imprenditore giovane e dinamico, che pur avendo appena 36 anni ha maturato una lunga esperienza nella conduzione delle sue aziende. Il riferimento è a un professionista, molto preparato e competente, che ha preso il timone di notissime ditte, e relativi marchi, come la Caffè Guglielmo SpA (ormai leader nel proprio settore) e, partendo da Catanzaro, è riuscito (in collaborazione con gli altri componenti della famiglia) a esportarle in tutta Italia e nel resto del mondo, fin nelle piazze commerciali in grandissima espansione del Sud-Est asiatico. Rossi ha creato e consolidato un brand, esaltando il valore di prodotti che l’illuminato nonno

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(il compianto cav. Guglielmo Papaleo) aveva imposto nel gusto dei consumatori per l’eccezionale rapporto tra l’estrema qualità e il prezzo assolutamente concorrenziale. I numerosi corsi seguiti nella prestigiosa Università meneghina “Luigi Bocconi” e i successi maturati in ambito aziendale hanno fatto di Rossi il candidato ideale anche per la presidenza del consiglio di amministrazione del Comalca (il mercato Agroalimentare della Calabria - che peraltro garantisce stabile occupazione a sei dipendenti interni - il cui Cda è composto da sette membri, dei quali cinque di diritto e i restanti due di nomina assembleare), carica che ricopre dal 2011 con una serie di risultati positivi. Il Comalca è una società consortile a responsabilità limitata, costituita nel lontano 1980 affinché favorisse l’edificazione di un nuovo Centro del ca-


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poluogo calabrese rientrante nel Piano Nazionale dei Mercati. La compagine societaria è a prevalente capitale pubblico (avendo come socio di riferimento la Camera di Commercio presieduta da Paolo Abramo, oltre ad altri soci istituzionali quali la Regione e il Comune di Catanzaro. Senza dimenticare la forte rappresentanza privata di alcuni importanti aziende locali: la stessa Guglielmo SpA e l’Igea Calabra, tanto per citarne qualcune). Nel parlare della struttura, il giovane imprenditore catanzarese esordisce così: «Il mercato non ha soltanto una valenza strategica in ambito regionale, bensì in tutto il Meridione. È un impianto di notevolissime dimensioni frequentato quotidianamente da circa 3 mila persone, già a partire dalle primissime ore di quasi ogni mattina. Come premesso, nell’in-

tero Mezzogiorno gli esempi analoghi, uno dei quali lo si rinviene in Sicilia, sono più unici che rari». Rossi non glissa sulle criticità, ma per forma mentis preferisce concentrarsi sulle enormi potenzialità del Centro: «Abbiamo dovuto fronteggiare qualche problema sotto il profilo gestionale e logistico. Aggiungerei anche, con un certo rammarico, che non sono in molti a conoscere il lavoro di altissimo livello giornalmente svolto all’interno del mercato. È un deficit di comunicazione che va colmato al più presto. L’indotto prodotto ammonta a oltre 100 milioni di euro. Ecco perché noi abbiamo profuso il massimo impegno per valorizzare e sfruttare al meglio le opportunità commerciali che una struttura del genere può offrire al territorio circostante e alle realtà limitrofe. Abbiamo raggiunto il pareggio di bilancio, che

«Noi abbiamo profuso il massimo impegno per valorizzare e sfruttare al meglio le opportunità commerciali che una struttura del genere può offrire al territorio circostante e alle realtà limitrofe»

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dovrebbe essere ratificato dall’imminente assemblea in programma nel mese corrente. Ci siamo riusciti, abbattendo i costi e aumentando i ricavi nell’ottica del giusto equilibrio fra spese ed entrate. Siamo anche stati in grado di abbonare alcune mensilità ai 32 operatori economici che utilizzano il mercato. L’auspicio – ha proseguito – è che il numero di tali imprenditori cresca sempre di più, facendo di conseguenza lievitare la quota dei contratti di locazione commerciale sottoscritti. Noi possiamo affittare molti spazi ed efficientissime celle frigorifere e stiamo pure pensando a creare un laboratorio analisi all’avanguardia. Ma approfitto della circostanza per dire che abbiamo reso l’intero ambiente più confortevole per quanti ogni giorno operano al suo interno, attrezzando un bar con ogni genere di conforto. Un locale che resta aperto per tutte le ore in cui si fa attività». Rossi loda pure la lungimiranza degli enti che hanno deciso di investire in una partecipata come il Comalca. Un’azienda mista che ha una tangibile

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attualità

«Dal momento che ricorrono i dieci anni dall’inaugurazione della struttura e alla luce di quanto rappresenta per la Calabria, è doveroso riconoscere l’ottima intuizione della Camera di Commercio e le capacità del suo presidente Abramo»

utilità, non essendo al contrario una sorta di Pozzo di San Patrizio di risorse pubbliche al pari di molte altre società compartecipate. «Dal momento che ricorrono i dieci anni dall’inaugurazione della struttura – spiega – e alla luce di quanto rappresenta per la Calabria, è doveroso riconoscere l’ottima intuizione della Camera di Commercio e le capacità del suo presidente Abramo. Ma non bisogna scordare gli ulteriori partner pubblici come la Regione e il Comune. Ingenti gli sforzi compiuti da questi organismi politici, che hanno puntato su una zona strategica quale Germaneto ovvero uno snodo cruciale della Calabria in ragione di una posizione geografica centralissima e per giunta nei pressi di organismi di assoluta rilevanza nel contesto regionale. Motivo per il quale l’ottimo spunto di una classe dirigente virtuosa non deve essere vanificato. Sarebbe grave e noi faremo di tutto per favorire la creazione di una rete. Una filiera che comprenda anche l’esposizione e la pro-

duzione al banco, la vendita specializzata e l’implementazione del commercio al dettaglio. Ma si punta pure, e non potrebbe essere altrimenti, sulla grande distribuzione e lo smercio di prodotti su vasta scala. Un Centro d’eccellenza come il nostro può e deve divenire un impianto poliedrico. Sotto tale profilo – afferma – ritengo sarebbe opportuno aprire alla convegnistica e alla cultura. Disponiamo di una sala conferenze immensa, che poco prima del Natale scorso ha ospitato al meglio la cerimonia per il trentennale della prestigiosa associazione “Calabresi nel Mondo”. Una manifestazione che ha richiamato la presenza di alcune tra le maggiori autorità civili, militari e religiose della regione. Evento perfettamente riuscito, anche grazie alla location in cui è stata peraltro organizzata un’apprezzata parentesi conviviale a dimostrazione dei molteplici servizi che il Comalca può offrire ai suoi frequentatori. Non solo a quelli che hanno finalità strettamente commerciali». • numero 1 - 2013

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attualità

Infrastrutture, turismo, credito: le priorità di

in attesa di ricevere le prime risposte. Ci auguriamo che anche le banche diano un positivo riscontro a tutte quelle richieste che saranno accompagnate da una garanzia confidi».

Michele Lucente Intervista con il presidente di Confindustria Crotone a un anno dalla sua elezione

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a quando, circa un anno fa, è stato eletto alla guida di Confindustria Crotone, non ha smesso un attimo di lavorare. Perché le priorità sono tante e, in un periodo come questo, dar risposte non è semplice. Dalla sua Michele Lucente, 38 anni, ha l’entusiasmo e la voglia di incidere in un territorio dalle mille potenzialità ancora inespresse. Qual è lo stato di salute dell’imprenditoria crotonese e, soprattutto, quanto le Pmi locali hanno sofferto questa crisi economica?

«Quando si opera all'interno di una situazione economica così complicata come la nostra, non si può dire certamente di stare proprio in "salute". Però,

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se consideriamo il grande sforzo che è stato fatto da una classe imprenditoriale, che dopo la chiusura delle grandi aziende, si è dovuta riorganizzare creandosi nicchie di mercato, beh, mi permetta di non parlare di "salute dell'imprenditoria crotonese" ma di evidenziare la presenza di un'ottima classe imprenditoriale...Naturalmente la grande crisi economica ha colpito anche la nostra realtà generando forti cali di fatturato oltre ad aumentare la domanda agli ammortizzatori sociali». Il problema dei problemi resta sempre il credito. A tal proposito avete aperto, da poco, uno sportello operativo Confidi. Qual è stata la risposta delle imprese crotonesi fino adesso?

«Sin dall'inizio del mio mandato ho cercato di avviare un forte dialogo con le banche al fine di poter sostenere le aziende nella concessione del credito. Abbiamo predisposto, ed è alla firma, una convenzione con la Banca Popolare del Mezzogiorno che prevede un plafond di circa 20 milioni per le aziende aderenti a Confindustria Crotone da erogare a tassi agevolati. Naturalmente, sin da subito è emersa la necessità di affiancare alla richiesta aziendale la presenza di un Consorzio Fidi, abbiamo da poco iniziato una collaborazione con il sistema dei Confidi e ad oggi sono state presentate un buon numero di pratiche; naturalmente siamo

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Molto si sta discutendo, in Calabria, della necessità di costituire reti di impresa. A suo avviso si è pronti, nel territorio di sua competenza, a questa opportunità che appare essere fondamentale per garantire un futuro a molte aziende?

«Assolutamente sì, anche se la nostra mentalità non sempre nel passato ci ha aiutato nella formazione di aggregazione di imprese. Oggi, questa crisi ci sta aiutando a capire come la costituzione di reti di impresa non solo rafforza la presenza delle aziende nel mondo della concorrenza, ma prepara il territorio ad una maggiore collaborazione necessaria al superamento di straordinari eventi come questo che stiamo vivendo». Ha incontrato il ministro all’Ambiente, Clini, per parlare della bonifica dell’ex area industriale di Crotone. Si è discusso di un accordo di programma per il recupero produttivo dell’area. Con il nuovo Governo ritiene che si potrà portare avanti questo discorso, risolvendo una vicenda che si trascina da anni?

«Nel mese di luglio ho voluto personalmente incontrare il ministro dell'ambiente Clini per capire quali fossero gli ostacoli


attualità per l'avvio dell'unico strumento che a mio avviso può risolvere definitivamente la questione della bonifica del sito di Crotone: l'accordo di programma. Dall'incontro è emersa la grande disponibilità da parte del ministero per l'avvio di questo percorso. Naturalmente un ruolo fondamentale lo rivestono gli enti e la regione oltre alla diretta interessata che è Sindyal. Stiamo seguendo con grande attenzione la questione che sarà riproposta da parte nostra al nuovo ministro cercando di accelerare la definizione di un problema che da troppi anni blocca lo sviluppo di una zona importante della nostra città». Lei ha molto a cuore le sorti dell’aeroporto di Crotone. Quanto è possibile, concretamente, lo sviluppo di questo scalo e cosa è necessario che facciano le istituzioni, in particolare quelle territoriali?

«Non esiste sviluppo senza vie di comunicazione. Se consideriamo che la ferrovia è ferma, la strada statale è quella che tutti conosciamo, allora l’unica infrastruttura da salvare è l’ aeroporto. Nel mese di ottobre ho guidato 15 aziende aderenti al nostro sistema nell’acquisto del 26% delle quote messe in vendita dalla Camera di Commercio. Un’operazione di grande sacrificio, considerato il momento, ecco perché non finirò mai di ringraziare queste aziende. Lo sviluppo dello scalo non è solo possibile, ma è diventata una realtà. Basti pensare ai dati pubblicati da Assoaeroporti che lo scorso mese di giugno ha registrato per il nostro scalo un incremento del 46 % su media nazionale. Naturalmente per il mantenimento dello stesso non bastano i privati, ma è necessaria una programmazione da parte degli enti locali su base triennale che garantisca allo scalo le risorse necessarie».

Aeroporto significa turismo. Anche in questo caso le potenzialità sono innumerevoli. Cosa prevede il suo programma in questo settore e cosa si dovrebbe fare dal punto di vista anche

della formazione di figure professionali spendibili?

«Il turismo è una priorità del mio mandato. In una città con un clima mite 10 mesi all’anno, rappresenta una carta vincente per la nostra Provincia. Ma anche questa opportunità deve essere espressione di una più attenta strategia di sviluppo che miri ad una diversificazione del prodotto Città di Crotone. Bisogna offrire il segmento balneare, ma si dovranno anche potenziare nuovi segmenti inespressi, come quello storico/ culturale ed agroalimentare. Per il Turismo Religioso abbiamo sottoscritto un accordo con l’Arcidiocesi di Crotone e Santa Severina per la diffusione e l'uso del patrimonio culturale; un progetto ambizioso che pensiamo di poter presentare entro la prossima estate. Naturalmente tutto questo dovrà essere svolto da soggetti con una forte esperienza nel campo turistico e non sarebbe male poter costituire una scuola di specializzazione per manager turistici».

E Crotone può contare anche su un porto importante. Ritiene che si possano stipulare nuovi accordi con grandi compagnie per avere una maggiore presenza di navi all’interno della struttura, movimentando certamente l’economia cittadina e dell’intera provincia?

«Il porto di Crotone è, tra quelli inseriti da Ucina, tra i luoghi più interessanti per lo sviluppo di nuovi approdi per il diporto, ma nell'ultimo anno abbiamo iniziato a sviluppare un nuovo turismo, quello croceristico. Tutto questo è stato possibile grazie alle caratteristiche del nostro porto che per dimensioni e fondali può puntare certamente a questo segmento. Naturalmente il tutto dovrà essere accompagnato da un'attenta ed operativa rete di servizi. Questa è una grande opportunità di sviluppo per la nostra provincia che non possiamo permetterci di perdere». Lei ha 38 anni. Senza dubbio “un giovane” per il ruolo che ricopre. Almeno per quella che è la situazione italiana. Come

ha vissuto questa elezione e quanto la responsabilizza questo incarico?

«É inutile nascondere la mia meraviglia quando mi è stato detto che le aziende in fase di consultazione avevano fatto il mio nome come probabile candidato alla guida dell'associazione. Ho vissuto con grande entusiasmo i giorni fino all'assemblea che mi ha proclamato all'unanimità presidente. Da quel momento, ho preso coscienza dell'importanza e della responsabilità del ruolo che mi era stato affidato e di fatto tutte le paure si sono trasformate in una forte determinazione a rappresentare una associazione che sappia, sì dare voce ai problemi delle aziende, ma che sia anche propositiva di iniziative e progetti». A distanza di quasi un anno dalla sua elezione, può tracciare un bilancio del lavoro fin qui svolto?

«Naturalmente un giudizio sul mio primo hanno di Presidenza andrebbe chiesto agli associati, io mi limito solo ad evidenziare che tutto l'agire di questa presidenza è fatto nel pieno interesse delle aziende con trasparenza e condivisione».

L’incarico lo ha assunto qualche mese prima dell’inaugurazione della “nuova casa” degli imprenditori crotonesi, ovvero la nuova sede di Confindustria. Cosa rappresenta per gli industriali crotonesi questa nuova e importante struttura?

«In un momento di così grande difficoltà economica, dove le aziende tagliano tutti i costi, naturalmente anche quelli associativi, Confindustria sentiva la necessità di affiancare alla professionalità ed alla serietà con cui offre quotidianamente i suoi servizi una nuova sede che fosse ancor più vicina alla vita quotidiana degli associati. Ecco perché abbiamo spostato la struttura nel cuore del business crotonese dove alle aziende offriamo non solo un luogo per le attività associative ma anche un punto strategico dove poter svolgere riunioni di rappresentanza aziendale». •

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attualità

L’economia c’è. La strada no Tra Nocera e Campora la provinciale è interrotta da sette anni di Paolo Orofino

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ncentivazione per i prodotti tipici di eccellenza, tutela del marchi doc, dopo e igp, ecc, ecc. Ma di che cosa stiamo parlando? Viene spontaneo chiedersi guardando ciò che accade nella vallata del fiume Savuto, al confine delle province di Cosenza e Catanzaro, area dove si produce un ottimo e rinomato vino, un eccellente olio extravergine di oliva, una squisita e ricercata cipolla rossa. La zona così ricca di questi e altri prodotti enogastronomici (non dimentichiamo la presenza di note aziende dedite all’apicoltura e la coltivazione del famoso pomodoro di Belmonte Calabro, paese limitrofo) rischia seriamente di rimanere isolata a causa della viabilità compromessa. La realizzazione del porto turistico a Campora San Giovanni, inaugurato nel 2001, ha determinato a Sud dell’opera una prevedibile erosione costiera, che oggi minaccia il rialzato della statale 18, strada oggi percorribile solo a senso unico alternato dopo l’ultima mareggiata di marzo, che ha “sbriciolato” la corsia lato spiaggia. A ciò si aggiunge che, nello stesso fazzoletto di territorio, è interrotta da sette anni la strada provinciale che collega Campora San Giovanni a Nocera Terinese, unico percorso alternativo rispetto alla superstrada, per il crollo del ponte sul fiume Savuto avvenuto, si badi bene, nel marzo del 2006. Solo in questi ultimi mesi si sta parlando insistentemente della ricostruzione del ponte, con la protesta dei cittadini e degli imprenditori agricoli

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del posto, che adesso temono di rimanere senza strade di collegamento, con la statale tirrenica semidistrutta. Anche gli albergatori sono giustamente sul piede di guerra, soprattutto quelli vicini al porticciolo di Campora, già da diversi anni rimasti senza spiaggia e che ora rischiano di rimanere pure senza via d’accesso. Questa è la situazione in cui sono costretti a lavorare, agricoltori e imprenditori. Le potenzialità e le peculiarità dell’area geografica sono di fatto ridimensionate da scelte sbagliate, da inerzia politica, da mancati interventi a scapito di servizi essenziali, come la viabilità. Il riconoscimento del marchio dop o igp a cosa serve o cosa deve valorizzare, se questo è il contesto generale in diverse parti della Calabria. È come vestire con un abito firmato una donna malnutrita. C’è bisogno di una maggiore attenzione e sensibilità, da porre a fondamento delle politiche di sviluppo economico. Per edificare prima bisogna gettare le basi, che nella nostra regione sono evidentemente carenti. •

Natale Mazzuca scrive all’assessore Gentile “A rischio la tenuta sociale del territorio” “Caro Assessore Gentile, desidero sottoporre alla Tua personale e sensibile attenzione la situazione drammatica che sta vivendo tutto il comprensorio della città di Amantea a causa del crollo della strada statale 18. Una eventualità colpevolmente sottovalutata, considerato che il rischio era purtroppo già noto da molto. Non c’è tempo da perdere. Servono interventi urgenti e tempestivi perché è a rischio la stessa tenuta sociale di quel territorio già provato e fiaccato dalla crisi e che rischia, in caso di mancata risoluzione del problema, la disdetta di tutti i contratti con le agenzie di viaggio e i tour operator, senza tacere gli aspetti legati all’impatto ambientale e quelli connessi alle emergenze sanitarie. Ci viene segnalato che è stato predisposto un progetto di protezione approvato dalla relativa conferenza dei servizi il 29 maggio 2012 che, prevedendo la costruzione di barriere a mare e di ulteriori opere connesse, potrebbe utilmente affrontare e risolvere la questione in tempi rapidi ed in maniera definitiva. Si potrebbe ricostituire, così, la capacità attrattiva del territorio recuperando la competitività dell’offerta economica complessiva, restituendo la necessaria tranquillità alla popolazione residente azzerando i disagi a carico di tutti gli utenti. Conoscendo la Tua notevole capacità operativa, sono certo che vorrai disporre tutto quanto in tuo potere per la più celere risoluzione del problema. Nel restare a disposizione per quanto possa essere utile, mi è gradita l’occasione per confermarTi i sensi della mia stima uniti al saluto più cordiale”. Natale Mazzuca Presidente Confindustria Cosenza



attualità

Sacal, la sfida di Massimo Colosimo N

on ha bisogno di molte presentazioni. Perché Massimo Colosimo, in Calabria ma non solo, lo conoscono un po’ tutti. Le sue doti di imprenditore-manager sono note ed è per questo che la sua nomina alla direzione della Sacal, la società di gestione dell’aeroporto di Lamezia Terme, ha suscitato apprezzamenti da più parti. Su di lui grava però il peso del futuro dello scalo che, pur avendo aumentato servizi e numero di passeggeri, vive difficoltà di natura economica che è necessario superare. Lei si è appellato al gioco di squadra per risolvere i problemi. Che risposte ha avuto finora?

Positive naturalmente. Grande entusiasmo e spirito di collaborazione dichiarato da tutti. Già dal giorno della mia nomina ho incontrato i collaboratori più stretti e successivamente i sindacati e i dipendenti, ho chiesto loro di serrare le fila, di ritrovare il senso di appartenenza, di ricostruire insieme l’identità dell’azienda. In un momento difficile, reso ancora più duro dalla situazione di crisi del Paese, è necessario affrontare le priorità con energia e concretezza.

Qual è la sua idea per il rilancio dell’aeroporto e quali servizi di handling, a suo avviso, sarà necessario migliore o attivare?

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L’imprenditore catanzarese alla guida della società che gestisce lo scalo di Lamezia

La sua domanda impone due risposte distinte. Sacal, oltre a essere gestore aeroportuale, svolge anche l’attività di handler, si occupa cioè dell’assistenza a terra del vettore. Offre quindi tutta una gamma di servizi che appartengono all’handling: che va dal check in, all’imbarco e sbarco passeggeri e bagagli, alle pulizie di bordo. Piuttosto che di attivare quindi parlerei solo di migliorare, puntando sulla qualità dei servizi offerti, in modo da diventare competitivi. Ci sono poi settori da riattivare, parlo per esempio del potenziamento del marketing non aviation, o del Cargo, cioè del trasporto aereo delle merci che, su base nazionale, così come da dati forniti da Assaeroporti, ha registrato un calo del -4,9% al quale siamo allineati, ma che è necessario riportare a livelli positivi. La posizione strategica e baricentrica dell’aeroporto, la sua vicinanza al Porto

di Gioia Tauro, alla Stazione Ferroviaria di S.Eufemia, allo snodo autostradale, facilita la sua mission di catalizzatore e mezzo di diffusione dell’economia calabrese. Parliamo di passeggeri e nuove tratte aeree. E’ indubitabile che l’offerta, negli anni, sia notevolmente migliorata. E’ altresì indubitabile che, ancora, Lamezia resta esclusa da alcune tratte e che i costi di alcuni voli siano poco competitivi rispetto al resto del Paese. Ha una ricetta per migliorare il tutto?

L’ufficio Marketing aviation è costantemente impegnato nella ricerca di compagnie in grado di garantire nuove destinazioni a prezzi contenuti. Attualmente, lo scalo di Lamezia è collegato con voli nazionali giornalieri per Roma, Milano Linate, Malpensa e Bergamo e ancora Pisa, Bologna, Torino, e Vene-


attualità

deliberando che non promuoverà nessuna istanza di modifica di titolazione all’ENAC, unico soggetto deputato ad assumere decisioni sull’argomento. Ha incontrato i sindacati qualche giorno fa. Ha parlato di meritocrazia e di tutela del patrimonio dei dipendenti. Che impressione ha avuto da questo confronto e che grado di professionalità ha trovato?

Massimo Colosimo

zia, e con voli di linea internazionali per Londra, Bruxelles (Charleroi), Parigi, Dusseldorf, Francoforte, solo per citare alcune delle rotte già attive. Presto con la stagione estiva l’offerta dei voli sarà ampliata. Proprio in questi giorni è stato raggiunto l’accordo con Germanwings, compagnia low cost, che offrirà voli di linea e charter per Colonia, Stoccarda e Hannover a prezzi competitivi. Molto si sta discutendo di assegnare un nuovo nome allo scalo. Qual è il suo punto di vista e non crede che sia un argomento marginale rispetto alle tante problematiche che è necessario affrontare?

Il CdA Sacal si è già espresso in merito alla notizia dell’intitolazione dello scalo a San Francesco di Paola,

È stato un colloquio molto cordiale. Le mie dichiarazioni di intenti sono state molto chiare: apertura al dialogo e massima collaborazione tra le parti. Disponibilità a collaborare è stata espressa da tutti i rappresentanti delle organizzazioni sindacali che, dichiarandosi comunque sempre vigili e attenti al rispetto delle regole, hanno dimostrato particolare apprezzamento per questo mio approccio, soprattutto per la volontà manifesta di garantire un confronto leale e incentrato sulla salvaguardia dell’interesse collettivo e non sui particolarismi. In Sacal ho avuto modo di riscontrare professionalità ed entusiasmo in molte risorse, condizioni determinanti ed essenziali per il raggiungimento dei delicati obiettivi che la mission dell’azienda oggi ci richiede di raggiungere.

Cosa si aspetta dalla politica. O meglio: che politiche vorrebbe che si mettessero in campo per sostenere lo sviluppo dell’aeroporto, facendo diminuire così

le distanze tra la Calabria e il resto del mondo?

Dalla politica mi aspetto un supporto, un lavoro in sinergia, per la crescita e lo sviluppo dell’aeroporto quale volano dell’economia Calabrese, non certo vincoli e condizioni pretestuose. E’ stato eletto anche il nuovo direttore generale che è Pierluigi Mancuso. Che tipo di apporto spera di avere da questa figura professionale?

Nel nuovo direttore generale riponiamo fiducia per un forte e concreto contributo di continua, costante e proficua interazione con gli Enti Pubblici, partner essenziali per il superamento delle attuali criticità.

A proposito di questa elezione, lei ha detto che tutto si è svolto in un clima cordiale. E’ anche vero che la rappresentanza del Comune di Lamezia ha votato contro e che, comunque, è sempre stato un socio abbastanza critico. Ritiene che i rapporti resteranno comunque sereni?

I presupposti per un’azione competente e compatta del Consiglio di Amministrazione ci sono tutti, oggi più che mai, grazie anche alla presenza preziosa e indispensabile del Comune di Lamezia Terme che ha assicurato una rappresentanza in seno al Consiglio valida e puntuale nella persona del dott. D’Ambrosio, che ha già alimentato un confronto tecnico di estremo spessore. •

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Catanzaro ha (ri)scelto Sergio Abramo «Tre mesi persi ma ho le idee chiare per il rilancio del capoluogo»

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ver vinto, aumentando i consensi, anche nell'appendice delle consultazioni elettorali, a causa della decisione del Tar di far tornare al voto i cittadini catanzaresi di otto sezioni, è stata certo una soddisfazione. Che, tuttavia, non cancella il dispiacere per quanto accaduto. Considerando soprattutto il fatto che abbiamo perso tre mesi di tempo per portare avanti il nostro programma e ci vorrà tempo per recuperare il terreno perduto». Sergio Abramo è ritornato al suo posto. Palazzo De Nobili, sede del municipio di Catanzaro, ha ritrovato il suo primo inquilino, il sindaco. Dopo una vacatio imposta dal tribunale amministrativo che aveva riscontrato anomalie nelle operazioni di voto del maggio 2012, la città gli ha ridato fiducia e non ha perso un minuto per far ripartire la macchina comunale. Anche perché il capoluogo soffre di moltissimi

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problemi: dal calo demografico alla crisi del commercio; dalla "desertificazione" del suo centro storico alle criticità legate alla raccolta dei rifiuti. Certo, resta l'amarezza . «Mi ha addolorato – spiega – l’immagine che in Italia è stata data di Catanzaro, come città dei brogli. Non c’è catanzarese che non sia rimasto colpito da giudizi così taglienti e ingiusti». Ma archiviata la vicenda, si pensa al futuro. A partire dal centro storico che, con il quartiere Lido e il polo direzionale del Corace, «costituisce – afferma – uno dei tre pilastri per la rinascita di Catanzaro». Occorre riportare la gente in centro. Ma come?

«Occorre una strategia complessiva che migliori l’accessibilità e la sosta, che restituisca dignità al patrimonio storicoarchitettonico, che favorisca l’afflusso di giovani per attività culturali. Intanto, abbiamo avviato un’importante opera di riqualificazione di piazza Matteotti che

comprende anche la ricostruzione del muraglione del San Giovanni. Presto partirà anche la riqualificazione dell’edificio ex Stac. Stiamo lavorando alla ristrutturazione funzionale del parcheggio del Politeama, oggi chiuso, mentre abbiamo in mente un concorso di idee per l’isola pedonale permanente». Tra gli obiettivi, c’è anche quello, auspicato da anni, di portare qualche “costola” dell’Università “Magna Graecia” in centro?

«Ho avviato un proficuo confronto con il rettore Quattrone che ha già portato a fissare precisi impegni. Al San Giovanni troverà posto la sede del Rettorato, del Senato Accademico e delle Presidenze di Facoltà. Ma ciò a cui puntiamo è la localizzazione in centro delle facoltà di Sociologia e Scienze Motorie. La soluzione più ambita è l’ex ospedale militare che stiamo cercando di acquisire dall’Agenzia del Territorio. Quella


attualità Dopo una vacatio imposta dal tribunale amministrativo che aveva riscontrato anomalie nelle operazioni di voto del maggio 2012, la città gli ha ridato fiducia e non ha perso un minuto per far ripartire la macchina comunale

dell’Università sarà sicuramente la presenza destinata a rilanciare la funzione del centro storico». Molti contenitori culturali, come il Politeama, sono stati realizzati sotto le precedenti sue amministrazioni. Dopo primi anni di grande attività, non è che le strutture oggi offrano una grande vitalità. Catanzaro città della cultura può continuarlo a essere o è tutto più complicato dalla particolare situazione economica?

«La crisi economica ha colpito, come spesso accade, un settore a torto considerato non fondamentale come la cultura. Il Politeama, che pure si era ritagliato uno spazio importante in Calabria, attraversa una fase delicata che stiamo cercando di superare. E’ stato importante garantire la continuità della sua attività con il concorso dei promoter che hanno proposto eventi di grande richiamo. Sono convinto che il Politeama ripren-

derà il suo cammino, aprendosi alle nuove realtà culturali della città. Non a caso, siamo riusciti ad ottenere le residenze teatrali per tre anni, con un finanziamento di 210mila euro che ci consentirà di svolgere qualificate attività con giovani attori e registi». Catanzaro è urbanisticamente "scucita" con i residenti dei quartieri che spesso si sentono poco appartenenti alla città. Lei ritiene che questo sia dovuto a una questione prettamente culturale o a una scarsa considerazione per i quartieri da parte delle precedenti amministrazioni?

«È un discorso lungo perché l’attuale situazione urbanistica della città è figlia di scelte fatte dal Dopoguerra ad oggi. Sappiamo tutti che è mancata una visione d’insieme e si è preferito assecondare la crescita senza programmazione. Catanzaro è una città difficile, che si stende lungo quasi 20 chilometri, dalla Presila

al mare, con una superficie che è uguale a quella di Napoli. Ai quartieri, che io ho sempre prediletto nella mia azione amministrativa, deve essere riconosciuta pari dignità del centro storico e di Lido. La ricucitura può avvenire solo assicurando ai cittadini dei vari quartieri una qualità della vita dignitosa e migliorando le occasioni di scambio con il centro, attraverso un potenziamento della mobilità. La metropolitana potrà svolgere un ruolo fondamentale in questo senso». Il quartiere Lido aspetta da tempo interventi che in qualche modo possano valorizzare la sua vocazione turistica. Di concreto cosa si devono aspettare i catanzaresi per la loro marina?

«Lido è diventata, quasi naturalmente, l’area più dinamica della città, poiché si pone al centro di un vasto tratto di costa da Botricello a Soverato, ma soprattutto costituisce uno sbocco per il Polo direzionale del Corace che è a ►

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attualità

Il lungomare di Catanzaro Lido

pochi minuti di auto. Ho voluto concentrare su Catanzaro Lido i finanziamenti dei PISU che permetteranno di realizzare opere come il parco nell’ex Gaslini, la riqualificazione dell’area Teti, il prolungamento del lungomare. E’ in corso il lavoro di riqualificazione estetica del lungomare che sarà completato prima dell’estate con i mosaici di Mendini. Ma la sfida più importante è il porto. Abbiamo già appaltato i primi lavori per cinque milioni di euro e siamo a buon punto per la progettazione del completamento per 20 milioni di euro. Finora a Lido si è fatto un turismo essenzialmente di seconde case, legato alla breve stagione balneare. Dobbiamo avere la capacità di sfruttare non solo la potenzialità mare-monti, ma anche la vicinanza con il parco Scolacium. Anche in questo caso, diventa fondamentale il ruolo del porto che, non appena completati i lavori già appaltati, potrà aprire la sua parte destinata alla diportistica, con quasi 300 posti barca. Sarà l’unico approdo tra Crotone e Roccella Jonica. Registro con piacere che alcuni imprenditori hanno voluto investire nel settore alberghiero, come dimostra l’inaugurazione recente di una bella struttura sul lungomare». Che intende fare per l'area “Magna Graecia”?

«L’idea sulla quale stiamo concretamente lavorando è quella di destinare l’area Magna Graecia al Polo Fieristico che assicurerà eventi in grado di attirare molti visitatori lungo il corso dell’anno. Utilizzeremo i cinque milioni di euro che sembravano essere stati persi, realizzando una struttura polifunzionale che consenti-

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rà anche di ospitare spettacoli e concerti». Il sindaco non ha competenze in materia, ma pensa a politiche che in qualche modo possano aiutare il sistema, fragile, delle pmi cittadine?

«Non abbiamo competenze dirette, è vero, ma è indubbio che una città che funziona, che è attraente, che ha dei buoni servizi può favorire la nascita di nuove attività produttive. Noi dobbiamo indirizzare la scelta verso comparti emergenti, che hanno un futuro, legati alle tecnologie e ai servizi».

Che ne pensa del progetto della Metropolitana di superficie? Lo perseguirà e a che punto siamo?

«La considero una infrastruttura fondamentale perché collega direttamente il centro storico da un lato al Polo direzionale del Corace e dall’altro con i quartieri fino a Lido. La Regione si appresta a trasmettere il progetto alla SUA per procedere all’appalto. Il soggetto attuatore è Ferrovie della Calabria. Noi possiamo solo vigilare sull’iter della pratica, cosa che ho fatto incessantemente in questi mesi».

Quanto punta sull’area di Germaneto?

«L’area di Germaneto era l’unica disponibile per ospitare i grandi poli direzionali. Al campus universitario sta per aggiungersi la Cittadella regionale e , in prospettiva, lì sarà realizzato il nuovo ospedale. Un Capoluogo che vuole rappresentare tutta la Calabria non può non avere un Polo direzionale facilmente accessibile da tutto il territorio regionale. La nostra capacità dovrà essere quella di spandere su tutto il territorio, e in particolare nel centro storico e a Lido, i vantaggi della presenza quotidiana a

Germaneto di circa 20mila utenti». E il Parco Romani? Vedrà mai la luce? «Su questa vicenda ribadisco per l’ennesima volta la mia posizione. Io sono per il completamento e l’apertura di questa struttura in cui hanno creduto decine di investitori, ma debbo necessariamente prendere le distanze da scelte operate dall’Amministrazione di sinistra relative all’acquisto di una porzione del parco». Resta sempre di attualità il problema rifiuti. Quando potrà tornare tutto alla normalità e soprattutto cosa occorre fare, a suo avviso, affinché non si viva più quello che si è vissuto nei mesi scorsi?

«Il problema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti è in testa ai miei pensieri. Me ne sono occupato anche negli scorsi mesi, da semplice candidato, perché non potevo assistere allo spettacolo indecoroso delle montagne di spazzatura nelle strade. E’ una questione complessa, anche se cominciamo a registrare visibili miglioramenti. Il problema non è tanto il sistema di raccolta, quanto la destinazione finale dei rifiuti che non sempre, per le continue crisi degli impianti di Alli e Pianopoli, è assicurata. Ad Alli la situazione dovrebbe migliorare con il completamento dei lavori di ampliamento, ma sappiamo tutti che per assicurare una lunga prospettiva alla città bisogna pensare ad un impianto tecnologico di trasformazione. Quanto alla differenziata, fondamentale per ridurre i quantitativi di RSU, presto ripartirà il servizio che ci auguriamo, con la collaborazione dei cittadini, di portare a percentuali dignitose». •



attualità

N Giustizia in Calabria: mancano magistrati Situazione difficile con la riduzione della pianta organica di Paolo Orofino

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ella nostra regione il problema non è la riduzione dei tribunali, intendendo dire la chiusura di alcune sedi, di alcuni palazzi di giustizia da mantenere aperti. Il problema reale è la riduzione di magistrati nella pianta organica complessiva nei singoli distretti. Per esempio, nell’accorpamento dei tribunali di Rossano e Castrovillari si perde un posto di pubblico ministero. Un magistrato inquirente in meno, nella vasta area del Pollino e dello Ionio calabrese, in cui si muovono potenti clan della ndrangheta, come quello detto degli “zingari” e altri gruppi criminali minori continuamente attivi. La procura della Repubblica di Castrovillari negli ultimi anni ha già lavorato con un pm in meno, rispetto al numero previsto dal ministero. Il che ha determinato un rallentamento nella definizione dei fascicoli e quindi un accumulo degli stessi, che rimangono pendenti negli armadi degli uffici giudiziari.


attualità Ora, la situazione di certo non migliorerà perché, come accennato, a seguito della stabilita unione dei tribunali di Castrovillari e Rossano, con la chiusura di quest’ultima sede, vi sarà un sostituto procuratore in meno, in quanto saranno nove i pm nel nuovo organico, anziché dieci, come avrebbe dovuto essere, se l’accorpamento avesse seguito la giusta regola della somma aritmetica dei magistrati inquirenti finora in servizio nei due tribunali. Prevedibilmente, dunque, vi saranno ulteriori ritardi nello svolgimento dei procedimenti penali. Un problema annoso, questo, soprattutto nel meridione d’Italia, che anziché essere risolto, o ridotto, sembra essere “assecondato” da certe scelte governative, all’insegna della spending-review. Ma con la Giustizia non si risparmia. E se si tenta di economizzare riducendo il numero di giudici e procuratori, alla fine il prezzo effettivo che ricadrà sui cittadini onesti, quindi sullo Stato, sarà senz’altro maggiore della spesa che si voleva risparmiare. Ne sono convinti diversi magistrati calabresi che hanno il polso della situazione. Due mesi fa, durante la seduta di inaugurazione dell’anno giudiziario, il procuratore generale di Catanzaro, Santi Consolo, senza mezzi termini ha manifestato il suo «profondo dissenso per la proposta ministeriale della riforma delle piante organiche dei tribunali». «La 'ndrangheta – ha detto – non è un problema locale ma nazionale ma è sempre in Calabria che trova i suoi collegamenti perché è qui che ci sono i legami di sangue. È per questo motivo che è necessario garantire un adeguato numero di magistrati. Incredulità è sgomento sono oggi i nostri sentimenti – ha proseguito il procuratore generale – rispetto alla soppressione del tribunale e della procura di Rossano, a cui si aggiunge la riduzione degli organici degli uffici accorpanti di Castrovillari. Per di più negli uffici giudiziari super-

stiti è prevista una riduzione ulteriore di ben quattordici unità. Tutti sappiamo quanto siano in questo settore fallaci i criteri meramente matematici o le omologazioni di macro aree geografiche che accorpano realtà profondamente disomogenee». Per regioni come la Calabria, quindi, sarebbe giusto pensare ad un aumento di pm e non certo ad una diminuzione. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, Gianfranco Migliaccio, nella stessa occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Il presidente della Corte d’Appello ha evidenziano come di fronte ad un aumento dei re-

Un problema annoso, questo, soprattutto nel meridione d’Italia, che anziché essere risolto, o ridotto, sembra essere “assecondato” da certe scelte governative, all’insegna della spending-review ati e delle attività criminali in diverse zone critiche della Calabria, vi siano negli uffici giudiziari piante organiche già “inadeguate”. Altro che riduzioni di magistrati! C’è da dire che la proposta del governo, per il momento è stata “congelata” per cui c’è ancora la speranza che alcuni rilievi migliorativi, mossi dai rappresentanti della magistratura, passino per buoni. La macchina Giustizia in Calabria è sempre più in affanno per una serie di motivi concomitanti. Certamente c’è bisogno di una riorganizzazione del sistema giudiziario, di un’ottimizzazione della spesa e di un controllo su eventuali sprechi. Ma se

tale necessità è vera, è pur vero che non si arriva al risparmio previsto e all’efficienza auspicata con un taglio degli organici inquirenti. Il procuratore di Castrovillari, Francesco Giacomantonio, già pensa al prossimo 13 settembre, giorno in cui sarà in vigore a tutti gli effetti l’accorpamento con la procura di Rossano. «In questi anni – ha dichiarato il procuratore Giacomantonio – nell’ufficio di procura da me diretto, abbiamo lavorato con una pianta organica ridotta, per un posto di pubblico ministero rimasto vacante. Questo ha determinato un aumento di lavoro per i colleghi in servizio. Chiaramente più lievitano i fascicoli da gestire e più si allungano i periodi di definizione delle inchieste». In altre parole, per un pubblico ministero un conto è gestire ottocento fascicoli, cifra che rientra nella media nazionale; un conto è gestirne milleseicento, vale a dire il doppio, come, purtroppo, sta accadendo a Castrovillari. Ed i rallentamenti molto spesso vanno ad incidere sul buon esito di un’indagine e di riflesso sui diritti dei cittadini. •

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attualità

ADDIO SEGRETO

BANCARIO!

di Enrico Mazza*

Prepariamoci : l’anagrafe tributaria fa il pieno dei dati

E

’ di pochi giorni il provvedimento che fissa le regole sui dati che le banche e gli altri intermediari dovranno inviare alla Anagrafe dell’Agenzia delle Entrate di tutti gli intestatari di conto corrente, e non solo, detto provvedimento, prevede altresì l’invio di molte informazioni della vita bancaria dei contribuenti. In questo articolo andremo ad analizzare gli aspetti più significativi ed a mio avviso più rilevanti di questo provvedimento. Innanzitutto, ad essere inviato sarà l’utilizzo del plafond di spesa a fine anno precedente e quello della spesa di fine anno, ancora l’ indicazione relativa all’importo totale degli acquisti effettuati nell’anno. Per quanto concerne invece le cassette di sicurezza non sarà necessario indicare le evidenze patrimoniali all’interno delle stesse ma gli intermediari dovranno registrare e trasmettere il numero totale degli accessi effettuati nell’anno. La finalità dell’invio delle suddette indicazioni, si legge nel provvedimento, è per la valutazione della capacità contributiva nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali dei contribuenti: a questo scopo i dati e le notizie che pervengono all’Anagrafe Tributaria sono raccolti e riordinati su scala nazionale.

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Tipi di rapporti

Saranno ben oltre 25 le tipologie di rapporti da inviare, ancora non è chiaro il destino dei rapporti cosiddetti scudati, ricordo che trattasi di rapporti speciali ai quali per espressa disposizione di legge (350/2001) sono beneficiari di particolare regime sul piano giuridico fiscale e di N° riservatezza, qualcuno già 1 afferma che potrebbero ri2 entrare nella categoria dei 3 cosiddetti “altri rapporti”, 4 in quanto per questi tipi 5 di rapporti l’Agenzia delle 6 Entrate escluderebbe l’ob7 bligo di comunicare le mo8 vimentazioni contabili e i 9 saldi che invece vengono 10 richiesti per i conto cor11 renti ordinari ovvero non 12 scudato. 13 Tale dottrina consenti14 rebbe, forse, di mantenere 15 un regime di segregazio16 ne, almeno parziale, sui 17 rapporti scudati, ma rie18 piloghiamo nella tabella 19 che segue i rapporti che 20 sicuramente devono essere 21 comunicati all’Anagrafe 22 Tributaria: 23 24 25 26

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DESCRIZIONE TIPO DI RAPPORTO Conto Corrente Conto deposito titoli e/o obbligazioni Conto deposito a risparmio libero/vincolato Rapporto fiduciario ex legge n.1966/1939 Gestione collettiva del risparmio Gestione patrimoniale Certificati di deposito e buoni fruttiferi Portafoglio Contro terzi individuale/globale Dopo incasso Cessione indisponibile Cassette di sicurezza Depositi chiusi Contratti derivati Carte di credito/debito Garanzie Crediti Finanziamenti Fondi pensione Patto compensativo Finanziamento in pool Partecipazione Prodotti finanziari emessi da imprese di assicurazione Acquisto e vendita di oro e metalli preziosi Operazioni extra-conto Altri rapporti


attualità L’uso delle informazioni

Il tutto sarà essenziale e propedeutico ad un secondo provvedimento nel quale saranno “definiti i criteri con cui l’Agenzia delle Entrate in via esclusiva provvederà all’elaborazione con procedure centralizzate, di specifiche liste selettive di contribuenti a maggior rischio di evasione”. Inoltre, per l’Agenzia le informazioni raccolte serviranno ai fini dei controlli fiscali, per svolgere con maggiore proficuità e celerità le attività istruttorie connesse all’esecuzione delle indagini finanziarie. Si prevedono, secondo i vertici dell’Agenzia delle Entrate, incassi fiscali maggiori oltre il 40% dal recupero di evasione effettuato grazie alla raccolta dei su indicati dati che andranno a implementare l’Anagrafica Tributaria, già di suo ricca di dati e/o informazioni. Da non sottovalutare, a mio avviso, l’aspetto della riservatezza dei dati, visto che il provvedimento ha avuto un cammino accidentato da stop & go in materia di privacy. Su questo aspetto il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha assicurato che “assolutamente non ci sarà violazione della privacy dei cittadini, anche perché tutto il flusso dei dati è concordato col garante della privacy, il sistema è sicuro e sono pochissime le persone che avranno accesso diretto ai dati”.

I criteri di formazione delle liste selettive

E’ stato già evidenziato che il provvedimento che stiamo analizzando in questo piccolo contributo, prevede che sulla propria costola sarà concordato con il garante della privacy un secondo provvedimento, quello che contiene i criteri di formazione delle black list di contribuenti ad alto rischio evasione. Intanto i dati che confluiranno nei termini che fra poco esamineremo nel cervellone potenziato dell’Agenzia delle Entrate non potranno in maniera autono-

ma essere base di accertamenti. Ci dovrà essere un lavoro di raffinamento e soprattutto di incrocio con altri dati in possesso del fisco, primo fra tutti quello delle dichiarazioni. Poi, si potrebbe procedere probabilmente come per la struttura dell’accertamento da redditometro e cioè tenere in considerazione uno scostamento rilevante e significativo da cui far partire una sorta di tolleranza fiscale zero. Il provvedimento sul punto fornisce qualche elemento in più. Nelle motivazione, infatti, si legge che i dati e le notizie che perverranno all’Anagrafe Tributaria saranno raccolti e ordinati su scala nazionale al fine della valutazione della capacità contributiva, nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali dei contribuenti. I dati e le notizie così raccolti infine saranno utilizzati anche ai fini del controllo ISEE per facilitare il confronto con le risultanze della dichiarazione economica equivalente e stanare i furbetti delle prestazioni sociali agevolate .

I termini

Ultimo aspetto che andremo ad esaminare in questo piccolo contributo è quello delle scadenze. Gli operatori e gli intermediari finanziari, più volte citati, dunque, dovranno predisporre i propri sistemi informatici in vista delle seguenti scadenze : Entro il 31/10/2013 per l’invio dei dati relativi all’anno 2011; Entro il 31/03/2014 la scadenza utile per l’invio dei dati relativi al 2012; ed infine a regime detti intermediari dovranno segnare nell’agenda fiscale degli adempimenti il 20 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento a regime, ossia dal 20/04/2014 relativamente all’anno 2013. Si legge posta certificata a tutto campo: sarà possibile infatti utilizzare la pec con una compressione dei dati fino a 20 mega che tradotto vuol dire una capienza ad operatore di circa un milione di rapporti. Secondo gli esperti questo vor-

Enrico Mazza

rà dire che circa il 90% degli obbligati potrà utilizzare solo ed esclusivamente il canale telematico più di uso comune, per cosi dire, senza cimentarsi nella nuova piattaforma messa a punto dell’Agenzia delle Entrate. L’utilizzo del Sistema interscambio dati presuppone, infatti, che gli operatori dovranno registrarsi secondo delle modalità che saranno fornite sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Conclusioni

E’ evidente che una nuova stagione è iniziata, una stagione ormai avviata a mio avviso da anni con tutta una serie di strumenti e invii di dati e/o informazioni che sempre più arricchiscono il cosiddetto “dossier” di ciascuno di noi all’Anagrafe Tributaria. Non vi è dubbio che tutto questo è essenziale per combattere quella piaga dell’evasione fiscale così esagerata nel nostro paese ma è altrettanto vero che questo, inevitabilmente, comporterà una maggiore fuga di capitali all’estero, un utilizzo sempre più attento e controllato della cosiddetta moneta elettronica che lascia traccia e forse anche qualche violazione alla riservatezza dei dati, per quanto arrivino sempre più rassicurazioni circa chi maneggerà detti dati / informazioni. Comunque vada, alcuni interrogativi nascono spontanei: ma che fine ha fatto il segreto bancario ? Tutto questo come inciderà nell’economia reale del nostro paese ? E nella nostra regione Calabria ? • *avvocato

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attualità

Mazzuca

è il neo presidente di Confindustria Cosenza

“Grazie al mio predecessore. Italia Paese strano, ma dalla crisi si esce” di Maria Rita Galati «

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ssere eletti alla presenza di un presidente come Giorgio Squinzi, costituisce il modo migliore per prepararsi ad affrontare le sfide che questi tempi pongono a chi fa impresa soprattutto in un territorio come il nostro». Il neo presidente di Confindustria Cosenza, Natale Mazzuca, avvia la sua articolata relazione ringraziando in particolare il suo predecessore, l’amico Renato Pastore, anche per «il messaggio che ci ha affidato con la sua consueta lucidità di analisi ed il preciso indirizzo teso a guardare avanti». L’Assemblea di Confindustria cade sicuramente in un momento molto difficile per l’economia e la società italiana e meridionale. «Il quadro nazionale non è di aiuto. Regna la confusione – afferma Mazzu-

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ca – . Un Paese strano l’Italia. Per più di un anno il Governo tecnico ha imposto sacrifici estremi a famiglie e imprese per evitare il tracollo finanziario e per risanare i conti pubblici. Ci hanno detto che ad un primo tempo di sacrifici ne sarebbe seguito un secondo con i provvedimenti per la crescita. Purtroppo, al di là di singoli provvedimenti, alcuni anche apprezzabili, siamo rimasti inchiodati ad un primo tempo che si è diluito e allungato: un primo tempo improntato ad una austerità finanziaria che ha finito per alimentare la spirale della recessione, al Nord e al Sud». E le elezioni ci hanno consegnato un’Italia ancora più ingovernabile di prima. «Il lungo tunnel della crisi non lascia ancora intravedere la luce – dice ancora il neo presidente di Confindustria – .

Il 2012 si è chiuso con un bilancio sociale ed economico disastroso. Il Pil si è contratto del 2,4% in volume rispetto al 2011 a fronte di un aumento del 2,2% negli Stati Uniti e dello 0.7% in Germania. Nel 2012 l’occupazione è diminuita di circa 70 mila unità, concentratasi quasi esclusivamente tra le forze di lavoro sotto i 35 anni e tra i lavoratori a tempo pieno che si riducono di ben 423 mila unità. Nel frattempo i disoccupati sono cresciuti di 636 mila unità, portando il tasso di disoccupazione al 10,7% contro l’8,4% dell’anno precedente. Nel Mezzogiorno il tasso di disoccupazione ha raggiunto la soglia del 17,2% mentre quello giovanile è schizzato al 35,3% in Italia e nel al 49,9% per le giovani donne meridionali». Secondo Mazzuca, «nella crisi la


attualità

Calabria ha accentuato il suo endemico profilo di regione cenerentola e di area più vulnerabile alla congiuntura avversa con ripercussioni molto pesanti sul mercato del lavoro e delle attività produttive. Il Mezzogiorno è ancora oggi vissuto da molti come il problema italiano, ma ha enormi potenzialità di crescita. Dispone di risorse naturali e culturali inestimabili; di un patrimonio imprenditoriale apprezzabile; di un bacino di lavoratori giovani e professionalizzati. Per poter mettere a frutto le sue potenzialità – ha detto ancora Mazzuca – il Mezzogiorno ha bisogno, però, di buone pratiche pubbliche. Innanzitutto di buone politiche nazionali ed ordinarie. Un sistema di trasportiferroviario, autostradale e aereo- efficiente e di qualità. Un sistema della

ricerca e della formazione integrato ed efficace. Un sistema di servizi pubblici articolato, efficiente e moderno. La scarsa dotazione quantitativa e la scarsa qualità dei servizi pubblici a rete sono tra i veri, ordinari, ostacoli dello sviluppo meridionale. La crisi sociale impone provvedimenti immediati. Il Paese è in ginocchio. Il Mezzogiorno è troppo sofferente. Soprattutto – ha spiegato ancora Mazzuca – per la pubblica amministrazione, che deve al più presto saldare i debiti nei confronti delle imprese. Il ritardo medio è ormai sopra gli otto mesi con punte di oltre 3 anni. Sono più di 70 miliardi i debiti nei confronti del sistema delle imprese. La Banca d’Italia dovrebbe indirizzare fino a convincere o costringere le banche ad avere un atteggiamento meno vessa-

torio e più collaborativo nei confronti delle imprese, sia per le operazioni di gestione ordinaria che per quelle rivolte al risanamento di criticità congiunturali. Un grande progetto da approntare in tempi strettissimi è quello di dare vita ad una vasta e capillare azione di manutenzione del patrimonio edilizio. Un secondo provvedimento – conclude – è la riduzione drastica del carico fiscale sulle imprese; terzo ed importante quello di stimolare la nascita di migliaia di piccole imprese indirizzate verso produzioni di nicchia e ad offrire servizi ancora carenti per il mercato. Il Mezzogiorno, anche grazie ai nuovi fondi 2014-2020, può diventare una straordinaria opportunità per l’Italia e per l’Europa. Non più un problema, ma una soluzione». •

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A.A.A. Innovatori cercasi

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’innovazione è la traduzione pratica delle idee in qualcosa di nuovo. Può trattarsi di un prodotto o di un servizio, ma è riduttivo pensare che l’innovazione sia solo questo. L’innovazione è pervasiva e investe anche processi, sistemi ed interazioni sociali, è un radicale cambiamento culturale: inedite modalità di servire i clienti e di offrire valore ai clienti, nuovi modi di lavorare, di costruire alleanze e di creare risorse e competenze. E a volte si nasconde, ma c’è chi la cerca per premiarla e traghettarla nel mondo! Questo concreto trampolino di lancio si chiama Best Practices, il premio promosso da Confindustria Salerno e giunto ormai alla sua settima edizione. Il premio ha per obiettivo quello di raccogliere idee e progetti innovativi e premiare i casi di successo, stimolando dal basso la creazione di una rete di innovatori nazionale e internazionale che promuova l'innovazione Made in Italy nel senso concreto del termine: generare investimenti e domanda di mercato, per far crescere anche il sistema produttivo esistente e renderlo più competitivo. Ciascuna azienda partecipante ha l’occasione di farsi conoscere, raccontando casi reali di innovazione e illustrando i risultati prodotti per i beneficiari, mettendo in risalto le proprie competenze specifiche e allo stesso tempo

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guadagnandosi sul campo la possibilità concreta di sviluppare relazioni, fidelizzare i propri clienti e contribuire, in una logica di rete a maglia a larga, alla modernizzazione del sistema produttivo. Due saranno le sezioni: una dedicata ad aziende mature e l’altra riservata alle start up per offrire a giovani talenti il contatto con investitori e imprenditori e aiutarli così a trasformare un’idea in un’attività aziendale. Lo scorso anno il Premio, che ha visto la partecipazione di oltre cento imprese, è stato vinto da un’impresa calabrese, la Personal Factory, operante prevalentemente nel settore chimico per l'edilizia e con sede a Simbario. E grazie alla visibilità che il Premio le ha dato, la “fabbrica di cemento a chilometri zero” è stata ufficialmente ammessa al Global Access Program, il prestigioso programma di business planning internazionale ideato dalla Anderson School of Managment dell’Università della California (UCLA) e promosso nell’Italia centro meridionale dalla Fondazione Bridges to Italy, con sede a Rende, partner del Premio. «L’ammissione al Global Access Programm permetterà all’azienda di essere guidata nell’ingresso sul mercato

americano, il tutto grazie alla sinergia che siamo riusciti a metter su con Bridge to Italy, UCLA e la Fondazione Jacocca. Ora intendiamo proseguire su questa strada e potenziare i ponti che uniscono i nostri innovatori con le opportunità d’Oltreoceano», è quanto dice Giuseppe De Nicola, presidente del Gruppo Servizi innovativi della Confindustria Salerno e ideatore del Premio. E quindi perchè non cogliere questa magnifica opportunità? Per partecipare basta collegarsi al sito http://www.premiobestpractices.it/, compilare il modulo e spedirlo via mail. E ci aspettiamo anche quest’anno una Best Practices calabrese sul podio dei vincitori! •


attualità

Sistema Bed & Breakfast, la Provincia di Catanzaro pubblica bando E´ finanziato con 270 mila euro. Soddisfazione è stata espressa dal presidente Wanda Ferro

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a giunta provinciale di Catanzaro ha approvato il bando per la presentazione delle domande di concessione di contributo per lo sviluppo del sistema di Bed & Breakfast. Il bando è stato pubblicato sul sito istituzionale della Provincia di Catanzaro www.provincia. catanzaro.it nonché sul portale tematico del turismo www.turismoprovinciacatanzaro.com Il bando è finalizzato a riqualificare la ricettività non convenzionale dei B&B, rafforzare l'offerta turistica esistente migliorando gli standard qualitativi dell'offerta e conseguentemente il livello di competitività, incrementare il livello di sostenibilità economica, socio-culturale e ambientale dei B&B che operano nel contesto provinciale di Catanzaro, favorire l'adozione di innovazioni tecnologiche, favorire l'accessi-

bilità e la fruibilità delle strutture e dei servizi ai soggetti portatori di bisogni speciali anche nel rispetto del principio di pari opportunità. L'importo massimo del contributo è di 25 mila euro in conto capitale, e non può superare il 50 per cento del costo totale dell'intervento e il limite di 5 mila euro per posto letto autorizzato. Possono presentare istanza di concessione del contributo i titolari di B&B che abbiano già ottenuto autorizzazione all'esercizio o che abbiano prodotto segnalazione certificata di attività, ai sensi della normativa vigente, e che si impegnino a proseguire l'attività ricettiva per cinque anni. Sono ammissibili le spese relative all'acquisto di nuovi arredi e al restauro di mobili antichi; acquisto di nuove attrezzature ricreative, ludiche, sportive e del benessere, tecnologie ed elettrodomestici utili ad elevare gli standard dei servizi erogati e migliorare il sistema di accoglienza; interventi di riqualificazione dei locali destinati al servizio di accoglienza e dei relativi impianti volti a rendere più sicura, più confortevole e accogliente la struttura ricettiva; iniziative di promozione della struttura ricettiva, purché sia prevista anche la valorizzazione degli attrattori culturali, enogastronomici, paesaggistici e ambientali del territorio. Soddisfazione per la pubblicazione del bando, finanziato con 270 mila euro, è stata espressa dal presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, che ha rivolto un ringraziamento, oltre che

Il presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro

all'assessore al Turismo Salvatore Garito, alla dirigente del settore Turismo dell'ente, Anna Perani, e alla funzionaria Angela Vatrano: «Grazie al lavoro del settore Turismo - dice Wanda Ferro - le strutture della provincia di Catanzaro possono contare su un importante strumento di incentivazione economica, che consentirà di migliorare la ricettività del nostro territorio e di favorire un turismo sostenibile, basato sul contatto con la natura e l'identità del territorio oltre che al consumo delle produzioni tipiche». •

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Per i 25 anni dell’ Ifm premiata una bella idea imprenditoriale

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a forza delle idee, il coraggio delle azioni”. Un bando pubblicato per premiare la migliore iniziativa imprenditoriale a livello regionale, riservato a ragazzi dai 18 ai 26 anni, promosso dall’azienda Ifm Srl (giunta al quarto di secolo di attività, essendo stata fondata 25 anni fa da Walter Abramo) con il partenariato della Camera di Commercio e di Confindustria. Nel corso della cerimonia di premiazione, svoltasi nella sala “Guglielmo Papaleo” della sede confindustriale di via Eroi, sono stati consegnati dei riconoscimenti a tre studenti di Ingegneria gestionale dell’Università della Calabria. Il riferimento è al primo classificato Giancarlo Lamanna, 23enne che ha elaborato un piano di sviluppo per la gestione dei servizi integrati dei trasporti pubblici con cui si è aggiudicato i 2.500 euro in palio. Alla seconda, la 24enne Cinzia Raso, che ha vinto un mini-

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di Danilo Colacino Ipad grazie alla presentazione di una piattaforma tecnologica concepita per favorire l’incontro tra domanda e offerta nonché al terzo, il 23enne Francesco Cerminara, il quale ha elaborato un progetto per la produzione di pellet da scarti di legname, aggiudicandosi anch’egli un mini-Ipad. Prima della consegna dei premi, l’intervento di Antonia Abramo: «Quest’evento, che ho organizzato insieme a mia sorella Ilaria, conclude le manifestazioni per il 25° anniversario dalla costituzione dell’Ifm. La passione e l’entusiasmo dei partecipanti al concorso sono un messaggio importante per i loro coetanei».

A seguire il presidente di Confindustria Giuseppe Gatto: «Walter parlava di innovazione quando noi neppure sapevamo di quale argomento si trattasse. Le idee nuove hanno la forza di cambiare il mondo, ma purtroppo non sempre gratificano quanti le hanno avute». A chiudere il presidente della Camera di Commercio Paolo Abramo: «Abbiamo il dovere di valorizzare grandi cervelli, mentre qualcuno di noi è giusto che si faccia da parte e trasferisca la propria esperienza alle nuove generazioni. Le nozioni vanno diffuse, altrimenti valgono zero. Ai ragazzi però chiediamo di metterci inventiva e impegno». Molto emozionati tutti e tre i brillanti laureandi in Ingegneria. A cominciare da Lamanna, che illustrando la sua idea ha detto: «Ho creato Cor, Calabria on the road, che riceve tramite dei localizzatori Gps le informazioni


“La Forza delle Idee, il Coraggio delle Azioni”

Per informaz ioni consulta il sito

www.ifm.it

o contatta IFM all’indirizzo eifm@pcert.p mail os e/o al nume tecert.it ro 0961 715011

attualità

BANDO DI CO PER LA SELE NCORSO ZIONE DI UN IMPRENDITO ’IDEA RIALE INNOVATIVA LOCALIZZ SUL TERRITO ATA RIO CALABRESE

Requisiti di partecipazion e: - Età compre sa tra i 18 e i - Nascita e residenza ne 26 anni l territorio ca labrese Impo rto del band o 2.500,00 €

Scadenza del bando 8/10/2012

IFM s.r.l. : via Antonio Lombardi 6/B - 8810 0 Catanza ro

Ilaria e Antonia Abramo

utili relative alle compagnie di trasporto pubblico locale. Guasti, scioperi ed eventuali altre problematiche connesse alla rete viaria sono rese note in tempo reale». La Raso ha invece sviscerato i contenuti di “Dalla Terra alla Tavola”, un’evoluzione dei tradizionali gruppi di acquisto di prodotti agroalimentari finalizzato anche al rispetto dell’ambiente. Infine Cerminara: «Il mio Eco Pellet Calabria sfrutta la biomassa che si ottiene dai residui di legname, utilizzando la potatura di alcuni prodotti legnosi del nostro territorio. Si realizza così un considerevole risparmio con positive ricadute per l’ecosistema». Subito dopo è iniziata la discussione, moderata dalla giornalista Rosalba Paletta, con le considerazioni dell’assessore regionale alle Attività Produttive Antonio Caridi: «Presto la Giunta Scopelliti varerà una misura da 90 milioni di euro in favore delle imprese, di cui le aziende calabresi potranno usufruire. La Calabria ha bisogno di ripartire e gli attori principali della rinascita possono

essere le Camere di Commercio». Per il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Marco Rubbettino, «la disoccupazione under 24 da noi ha superato il 40% e in generale viviamo in un Paese che purtroppo lascia fuggire i suoi elementi migliori, compromettendo il proprio futuro». Secondo Maria Letizia Lipari di Italiacamp, «bravi i giovani pieni di talento e creatività premiati qui come quelli aderenti al nostro progetto, nato da un gruppo di studenti universitari della Luiss». Per la professoressa della Magna Graecia Maria Colurcio: «Sulla formazione e le motivazioni dei ragazzi l’Ateneo ha delle grandi responsabilità, essendo chiamato a interagire con il territorio. Il mondo del lavoro e quello accademico devono cooperare e collaborare per creare le cosiddette economie di conoscenza». Domenico Quaglio di Bridges to Italy, ha affermato che la sua associazione mette a contatto Italia e America, utilizzando i network di cui disponiamo

per valorizzare raffinate intelligenze come nel caso di Carmelo Macrì. Il riferimento è al professionista ideatore di un programma per l’insegnamento della Fisica in 3D, il quale ha riferito di investitori statunitensi disposti a offrire milioni di dollari per sostenere interessanti business plan che poi però fruttano loro molti più soldi. A chiudere Giuseppe De Nicola di Best Practices Salerno: «Io 24 anni fa ero uno start upper, partito grazie a fondi propri e alle leggi sull’imprenditoria giovanile. Anche dalla Calabria possono venire buone pratiche in grado di imporsi a livello internazionale. Due fratelli calabresi, ad esempio, hanno inventato una macchina capace di produrre il cemento in poco spazio. Pasquale Fedele ha creato uno strumento che sposta gli oggetti, sfruttando le onde cerebrali. Il 6 e 7 giugno prossimi i tre ragazzi vincitori del concorso promosso dalla Ifm verranno a Salerno per illustrare i progetti elaborati». •

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L'impresa chiama, l'arte risponde e diventa beneficenza Il Gruppo giovani di Confindustria Catanzaro ha ricavato dieci mila euro dalla tradizionale serata di solidarietà giunta alla decima edizione di Rosalba Paletta

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a compiuto dieci anni il progetto di solidarietà e beneficenza del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Catanzaro, oggi presieduto da Marco Rubbettino. Per l'occasione il format attento a chi è più debole e meno fortunato, voluto dall'allora presidente Aldo Ferrara, ha cambiato vestito, e al posto dell'elegante e ormai consolidata serata di Gala, ha voluto proporre ad un pubblico sensibile ed attento uno spettacolo di teatro davvero originale, devolvendo ad un progetto sanitario il ricavato della vendita dei biglietti. Anche la location è stata nuova, con il Teatro Politeama di Lamezia Terme, concesso dal sindaco Gianni Speranza, che ha aperto le porte a tre godibilissimi e diversi gruppi di artisti.

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Ad aprire la serata è stata la “Wizdom Drum Band” di Vibo Valentia: formata in gran parte da allievi della WIZDOM ITALY di Massimo Russo e non, la Drum Line all'italiana sta riscuotendo, esibizione dopo esibizione, un incredibile consenso di pubblico, consentendo così alla band di avere già un tour di date in programma nell'arco di pochissimo tempo. Su incarico di Dom Famularo, Massimo Russo rappresenta Wizdom Drumshed School® in Italia. Wizdom Drumshed School® è il marchio che contraddistingue le Scuole di Batteria create da Dom Famularo e dai suoi allievi, ed è la garanzia di un metodo d'insegnamento dal valore riconosciuto in campo internazionale. Un vero fiore all'occhiello per la nostra regione. A seguire una toccante esibizio-

ne danzata de “La Fabbrica dei sogni” di Catanzaro, che ha avuto per protagonisti gli splendidi ragazzi della Marco Rubbettino onlus presieduta dal dott. Salvatore Palermo, al cui interno giovani normodotati e diversamente abili si incontrano grazie all'arte, si esprimono e coinvolgono il loro pubblico, superando limiti e differenze grazie alla musica ed alla danza. A chiudere l'entusiasmante trilogia la magia del teatro, portato in scena dalla compagnia Principio Attivo della provincia di Lecce, con "Storia di un uomo e della sua ombra: Mannaggia 'a


attualità

Grazie alla partecipazione del pubblico che ha risposto davvero numeroso all'invito dei Giovani Imprenditori di Confindustria Catanzaro, ed alla generosità di numerose imprese sponsor dell’iniziativa mort". L'esilarante spettacolo finalista del Premio Scenario Infanzia, è una intelligente creazione che senza pronunciare una sola parola tiene altissimo il livello di attenzione attorno ad un conflitto antico come il mondo, costruito fra mura immaginarie e piccole certezze: quello fra l'uomo e le sue paure, e per esse, la sua paura più grande, la morte. Agito come un cartone animato in bianco e nero, studiato nei minimi particolari, rispolverando il più classico repertorio dei clown, ha portato in scena due bravissimi attori, Dario Cadei e Giuseppe Semeraro, accompagnati musicalmente con grande scelta di tempi e sonorità da Raffaele Vasquez. Grazie alla partecipazione del pubblico che ha risposto davvero numeroso all'invito dei Giovani Imprenditori di Confindustria Catanzaro, ed alla generosità di numerose imprese sponsor dell’iniziativa, è stato possibile ricavare

dalla serata oltre diecimila euro. La cifra sarà devoluta al reparto di malattie rare dell’Ospedale Pugliese Ciaccio, per l’acquisto di macchinari necessari alla cura di alcune disfunzioni del sistema del microcircolo, come ha spiegato il dottor Salvatore Mazzuca, primario del Reparto di Medicina generale e direttore del Dipartimento Malattie Rare dello stesso nosocomio catanzarese. Molto soddisfatto della buona riuscita dell'evento si è detto il Presidente dei Giovani industriali, Marco Rubbettino: «È stato emozionante vedere come – ha dichiarato –, nonostante il periodo di crisi che non lascia respiro da oltre tre anni, i Giovani di Confindustria Catanzaro si siano spesi per la buona riuscita dell’evento, con un senso profondo di responsabilità e il convinto desiderio di fare del bene, di porre attenzione verso le tante situazioni di disagio, di cui spesso si ignora persino l’esistenza, coniugando con ottimi risultati, impresa, beneficenza e cultura». Una scelta, quella della beneficenza e della solidarietà, che il presidente Rubbettino assieme al suo vivace e qualificato direttivo, ha confermato, come dicevamo, per il decimo anno consecutivo, in linea

con chi lo ha preceduto. In sala molte presenze, in rappresentanza di questi mondi paralleli e umanamente ricchissimi, fra cui anche Aldo Tassoni, fondatore dell'Associazione Equipariamo onlus, con sede a Catanzaro, unica nel suo genere e specializzata nella terapia assistita con gli animali per bambini diversamente abili, ma anche attivissima nell'elaborazione di percorsi di integrazione, come la scuola di equitazione per bambini normodotati. Proprio a questa validissima realtà lo scorso anno era stato devoluto il ricavato della nona edizione della serata di beneficenza. Si è trattato, ancora una volta, di una bella sinergia, che rinsalda il legame con il territorio da parte di quanti hanno scelto non soltanto di intraprendere nelle nostre città le loro attività imprenditoriali, ma anche di spendersi e contribuire con la loro energia ed il loro entusiasmo a migliorare le tante situazioni difficili che coesistono silenziosamente nelle nostre comunità. Esempi di cooperazione sociale spontanea che rendono migliori i contesti in cui viviamo, la società in cui facciamo crescere i nostri bambini, le relazioni umane di cui ci circondiamo. •

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A3, Anas assicura: Entro l´anno fruibile l´intero VI macrolotto “Confermiamo che entro la fine del 2013 l'intero VI Macrolotto della Salerno - Reggio Calabria sarà reso fruibile nel rispetto dei programmi, che prevedono alcune aperture parziali già a partire dal prossimo mese di luglio, così come anticipato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Corrado Passera, e dall'Amministratore unico dell'Anas, Pietro Ciucci". Lo afferma l'Anas in una nota "in risposta ad alcune preoccupazioni sollevate sul completamento dei lavori in corso sulla nuova autostrada". "L'Anas, in virtù della sua attività di stretta vigilanza sui tempi e sui metodi di realizzazione della nuova autostrada, infatti -si legge nel comunicato - è in grado di confermare che l'avvicendamento delle imprese esecutrici non avrà ripercussioni sull'andamento dell'intervento. Infine, l'Anas conferma che entro il prossimo mese di luglio verrà completata l'apertura al traffico del Macrolotto V, tra Gioia Tauro e Scilla. Oltre questo termine, rimarranno attive alcune operazioni di demolizione al di fuori delle nuove carreggiate, che non interferiranno con il traffico autostradale".

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Furti d´auto in aumento: in Calabria +26% Tornano a crescere i furti di auto in Italia e anche la Calabria non si sottrae al fenomeno. Solo lo scorso anno sono state 115.451 le vetture rubate, in media 316 al giorno, una ogni cinque minuti. Numeri che pongono il nostro Paese al secondo posto in Europa per tasso di furti di veicoli dopo la Francia, con Roma e Napoli che guidano la classifica delle città più colpite: nel mirino city car e utilitarie con la Fiat Panda che si conferma modello 'preferito' dai ladri. E' questo il quadro che emerge dal 'Dossier annuale sui Furti d'Auto 2012' elaborato da LoJack Italia su dati del Ministero degli Interni, che sottolinea come nel 2012, a fronte di una crescita dei furti dell'1,84% rispetto all'anno precedente, continuano a diminuire i recuperi delle vetture rubate: in pratica solo 49.572 sono state restituite ai legittimi proprietari (43%) mentre di quasi 66 mila veicoli si sono perse le tracce. Il dato nazionale si riflette anche a livello geografico con 13 regioni in cui si evidenzia l'aumento del fenomeno criminale. Rispetto al 2011 la crescita maggiore si è evidenziata in Valle d'Aosta (+30%), Calabria (+26,26%), Molise (+14,02%) e Umbria (+13,03%). Le scelte dei 'topi' d'auto continuano ad essere orientate sul marchio Fiat e in particolare su Panda: nel 2012 ne sono state rubate circa 11 mila. Tutti i modelli della casa torinese hanno visto incrementare il dato assoluto sul numero di veicoli rubati: la Panda passa da 10.096 a 11.004 furti; la Punto da 9.533 a 10.116, la 500 da 5.717 a 5.837. Al sesto posto della classifica si posiziona Ford Fiesta, prima fra le straniere con oltre 3mila furti. In crescita anche i furti delle vetture premium: Mercedes, Bmw, Audi, Porsche, Jaguar, Maserati e Ferrari.

ABI: prorogate al 30 giugno 2013 le “Nuove Misure per il credito alle Pmi” Viene prorogato di altri tre mesi, ossia fino al 30 giugno 2013, il termine di validità delle “Nuove misure per il credito alle Pmi”, il pacchetto di iniziative a sostegno delle imprese in difficoltà messo a punto dal settore bancario con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero dello Sviluppo Economico e tutte le Associazioni rappresentative del mondo imprenditoriale. Lo ha comunicato a Milano il Comitato Esecutivo dell’Abi. Il pacchetto di misure prevede la possibilità per le banche di sospendere mutui e leasing; di allungare la durata di mutui, anticipazioni bancarie e scadenze del credito agrario di conduzione; nonché di concedere finanziamenti connessi ad aumenti di mezzi propri delle imprese piccole e medie. Le misure sono state prorogate alla luce della situazione economica ancora complessa per il Paese e in vista del varo di nuove iniziative di sostegno alle piccole e medie imprese. Con questo obiettivo, l’Abi ha avviato il confronto con i rappresentanti delle imprese per individuare insieme le linee guida sulla cui base realizzare, entro il nuovo termine di fine giugno, un nuovo accordo. In particolare, dal confronto avuto finora è emersa una visione comune su una serie di temi rilevanti per lo sviluppo del Paese, che potranno essere inseriti nel nuovo accordo. Tra questi, l’attenuazione degli impatti di Basilea 3 sulle PMI, il potenziamento dell’operatività del Fondo di Garanzia per le PMI e lo sviluppo delle reti d’impresa.

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flash news

La Cittadella regionale ultimata al 54 per cento Mantiene l’impegno di recarsi a scadenza trimestrale sui cantieri di questa grande realtà che sarà la nuova e unica sede degli uffici della Giunta regionale. La casa dei calabresi. Il governatore Peppe Scopelliti ha effettuato un nuovo sopralluogo alla presenza dell’assessore ai Lavori pubblici, Pino Gentile, l’assessore regionale al Personale Domenico Tallini e la presidente della Provincia, Wanda Ferro. Scopelliti ricorda sempre di aver trovato un edificio realizzato al 9 per cento, a gennaio il totale dei lavori era già pari al 44 per cento. La novità rappresentata dalla realizzazione in open space degli uffici ha determinato un piccolo rallentamento che sarà, però, ripagato dalla prospettiva di rafforzare il rapporto tra dirigenti e personale grazie a questa una nuova forma di disposizione interna che consente non solo di ottimizzare lo spazio, ma soprattutto rappresenta la carta vincente per portare avanti l'idea di squadra attraverso l'interazione tra assessori, dirigenti e impiegati, allo scopo di rafforzare il senso di appartenenza e del raggiungimento degli obbiettivi comuni". “A gennaio scorso l’avanzamento dei lavori era al 44 per cento, oggi siamo al 54 per cento. Si è registrato un rallentamento dovuto alla nostra scelta di creare gli ‘open space’ – afferma Scopelliti –, che abbiamo deciso di realizzare in modo da creare un maggiore spirito di collaborazione tra dirigenti e personale e per rendere più efficiente il lavoro. La creazione degli ‘open space’ ovviamente ha richiesto una rimodulazione dell’impiantistica e quindi delle attività. Il rallentamento è stato determinato anche dalla necessità di dare certezze all’impresa sul pagamento dello stato di avanzamento lavori. Da aprile tuttavia ci sarà un ulteriore incremento delle attività e quindi la nostra risposta sarà ancora maggiore sul piano dell’erogazione dei Sal in considerazione del fatto che la produzione aumenterà, passando da 3 milioni di euro a 4-5 milioni di euro. Il nostro impegno – dice ancora Scopelliti - resta quello di concludere i lavori della Cittadella entro il 2013 per inaugurare e aprire l’opera entro il 2014, per questo chiediamo all’impresa di mantenere a sua volta gli impegni per rispettare il crono programma. Perché per noi questa opera è un passaggio storico, una svolta in termini di efficienza dei servizi in favore dei calabresi, affinché la Cittadella sia a tutti gli effetti la casa dei calabresi”. “Se ce la mettiamo tutta entro il 2014 ce la facciamo – è fiducioso Gentile -. Sarebbe la prima volta che in Calabria un’opera di questa importanza viene iniziata e portata a compimento. Grazie alla Cittadella realizzeremo un risparmio di 7-8 milioni in fitti e soprattutto un enorme risparmio di tempo per cittadini ed enti locali nei loro rapporti con la Regione”. “Prima ringraziavo Scopelliti da catanzarese, adesso lo ringrazio da calabrese vedendo questa opera monumentale andare così avanti – ha affermato Domenico Tallini -. La Cittadella ridà dignità alla Regione, visto che nella storia del regionalismo in Calabria, cioè dal 1970, la Regione non ha avuto una “casa”. Io sono stato testimone costante e puntuale dei passi avanti fatti in questi mesi. Quando ci siamo insediati qui trovammo quattro ferri messi in fretta e furia per fare vedere che c’erano lavori in corso e soprattutto trovammo un mare di guai. Ma non vogliamo parlare più del passato, vogliamo solo testimoniare il nuovo e grande impegno di Scopelliti e dell’assessorato regionale ai Lavori pubblici, perché oggi, anche fuori della Calabria, questo della Cittadella è l’unico esempio della possibilità di realizzare una grande opera pubblica rispettando i tempi”. Secondo la presidente della Provincia, Wanda Ferro, “si sta concretizzando un impegno preso con tutti i calabresi e in particolare con il nostro territorio, un impegno che ha superato anche i tanti ostacoli incontrati per la strada. Ritegno l’idea degli open space vincente in termini di trasparenza ed efficienza amministrativa”.

Provincia Reggio, presentato il portale per le gare telematiche La Provincia di Reggio Calabria si è dotata di un portale per le gare telematiche. L’iniziativa è stata presentata dal Presidente dell’Ente Giuseppe Raffa, dal direttore generale Antonino Minicuci e dai dirigenti Maria Teresa Scolaro ( SUAP) e Fabio Nicita ( Servizi Informatici). Il nuovo servizio si prefigge di “razionalizzare e rendere più efficiente le procedure di gara, sia di lavori pubblici sia per l’acquisizione di beni e servizi, spingendo fortemente verso l’abbandono delle tradizionali procedure cartacee”. In prima battuta, il portale verrà utilizzato dalla SUAP ( Stazione Unica Appaltante Provinciale) per la procedure di gara aperte. I vantaggi saranno notevoli, innanzitutto in termini di abbattimento dei tempi di gestione delle procedure, di riduzione del periodo di pubblicazione, di gestione, di ricerca d’informazioni. A partire dal mese di luglio, la piattaforma sarà utilizzata anche per la gestione dell’Albo Fornitori Telematico. Per il presidente Giuseppe Raffa, “l’iniziativa consente alla Provincia di rilanciare una struttura fondamentale, sia per l’attività dell’Ente sia per l’economia del territorio. Siamo di fronte a percorsi avviati da tempo e l’efficienza non riguarda solo la riduzione dei tempi, ma conferisce maggiore sicurezza ad un elemento nevralgico dell’economia che, purtroppo, in passato, ha rappresentato una debolezza rispetto alla quale non sempre le pubbliche amministrazioni riescono ad arginare in modo deciso. Il percorso avviato, senza dubbio, riduce i tempi di espletamento delle procedure e limita notevolmente i costi: le imprese risparmieranno e la Provincia accelererà al massimo i tempi di espletamento delle gare”.

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E se le opportunitĂ arrivassero dal Camerun?

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Confindustria Calabria ci crede perché il Paese africano è in via di sviluppo

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a Calabria più vicina al Camerun. I rapporti tra la nostra regione e il Paese africano vengono istituzionalizzati all’insegna della amicizia, dell’ospitalità e dell’auspicio di future collaborazioni commerciali. Confindustria Calabria ha accolto il presidente dell’assemblea nazionale del Camerun Djibril, in Calabria – ha dichiarato – come amico dell’imprenditore Giuseppe Franco, nella delegazione che l’ha accompagnato. Una nuova frontiera dello sviluppo mondiale, insom-

ma, dove le imprese calabresi possono trovare spazio con le proprie competenze e maestranze, come sta facendo l’impresa Franco che sta lavorando alla costruzione di strade e infrastrutture nel Paese africano in via di sviluppo, all’insegna della collaborazione “con un popolo buono e amichevole”. Ad accogliere Djibril, il presidente di Confindustria Calabria, Giuseppe Speziali e la vice presidente della Giunta regionale Antonella Stasi. Al termine dell’incontro ha portato i propri saluti anche il governatore

Giuseppe Scopelliti. «Siamo onorati di ospitare questa autorevole personalità nella nostra sede – ha esordito Speziali – . E’ un’occasione per le imprese calabresi di farsi conoscere in Camerun e portare le proprie conoscenze al servizio di una nuova frontiera di sviluppo. E proprio questo incontro è esso stesso testimonianza della bontà del lavoro che le imprese calabresi stanno svolgendo in questi Paesi, per spezzare insieme il cerchio dell’arretratezza». Speziali ha anche dato atto all’impulso che arriva ►

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dalla Regione in questa direzione, «per guardare in maniera professionale, e facendo rete, ai nuovi mercati». Il Camerun è aperto a tutti, ha assicurato Djibril: ha bisogno di strade, case popolari, e ha potenzialità infinite di investimento, risorse da sfruttare, dall’oro al petrolio. Basta ripartire. L’impegno della Regione che “affiancherà gli imprenditori in questo percorso di sviluppo e di scambio commerciale”, non mancherà, paro-

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la della vice presidente Stasi. «Continuiamo a sollecitare gli imprenditori in questo percorso di approccio ai nuovi mercati – ha spiegato la Stasi – essere presenti con la nostra programmaticità significa creare prospettive di sviluppo non solo per un Paese ospitale come il Camerun ma anche per guardare alla Calabria puntando al coinvolgimento attivo del Porto di Gioia Tauro».

«Diffonderemo questi progetti con l’impegno per una internalizzazione necessaria, come le nostre imprese stanno imparando positivamente in base alle proprie esperienze dirette – ha detto il governatore Scopelliti – l’importante è proseguire nella creazione di una rete di rapporti che vadano oltre la commercializzazione, per ripartire dal Sud con fiducia, guardando all’intero bacino del Mediterraneo». •



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Uscire dalla crisi occupazionale con l'autoimpiego Invitalia presenta le sue proposte alla Camera di Commercio di Catanzaro di Rosalba Paletta

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i è chiuso in un clima poco festoso il 2012, con circa 1000 imprese al giorno fallite secondo i dati di Unioncamere. E si è aperto con dati non meno preoccupanti il 2013, che ha indotto il commissario europeo all'occupazione a parlare, nei primi due mesi del nuovo anno, di vera "tragedia per l'Europa". A pagare il prezzo più caro sono, ancora una volta, giovani e donne. Al Sud, poi, il dato si acuisce oltremisura e parla del 56,1% delle ragazze senza impiego, vale a dire più di una ragazza su due. Dati simili non si vedevano da vent'anni. Negli ultimi dodici mesi l'Istat conta almeno 300 mila occupati in meno. In gennaio si sono contati -110 mila lavoratori. Solo tra i giovani 665 mila hanno perso il lavoro. Solo le donne la raccontano peggio: fra loro la disoccupazione è salita al 12,8%. Altro dato allarmante è che è salita al 52,5 % la disoccupazione di lunga durata, ossia quella che perdura, dal momen-

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to della perdita del lavoro, per oltre 12 mesi. La situazione è drammatica, ma in attesa che politiche governative ed europee strutturate e decisive per lo sviluppo e la crescita invertano il trand negativo che da più di tre anni imperversa, quali soluzioni possono essere intraviste? A discuterne nella sala convegni della Camera di Commercio di Catanzaro alla ricerca di risposte concrete, sono stati gli esperti di Invitalia, l'Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa (SpA), su invito del Presidente dello stesso ente preposto allo sviluppo del territorio, Paolo Abramo, e dell'Azienda speciale PromoCatanzaro. «Non abbiamo l'illusione di poter risolvere il problema drammatico dell'occupazione al Sud – ha affermato il Presidente Abramo a margine dell'incontro partecipatissimo da giovani che hanno riempito il Salone della Camera di Commercio –. Ma siamo altrettanto convinti che sensibilizzare e informare compiutamente i giovani sulle misure dell'autoimpiego sia utilissimo per affrontare con il giusto atteggiamento la fase di stallo che stiamo attraversando. Una fase – ha

proseguito il Presidente – dalla quale non si esce stando ad aspettare, ma rimboccandosi le maniche e cercando l'idea imprenditoriale giusta attraverso la quale dare il proprio contributo alla ripresa». Basilicata, Calabria, Sicilia, Puglia e Campania sono, del resto, le regioni da cui provengono il maggior numero di domande, che hanno prodotto nell'ultimo biennio ben 172 mila nuovi occupati nelle diverse formule dell'autoimpiego, così suddivise: Lavoro autonomo, Microimpresa e Franchising. Il programma dei lavori, dopo i saluti del Vice-Presidente della Camera di Commercio, Antonio Mauri, e del Segretario Generale, Maurizio Ferrara, ha lasciato ampio spazio all’intervento tecnico di Massimo Calzoni, Responsabile Finanza e Impresa - Sviluppo Promozione e Marketing di Invitalia. «L'erogazione – ha spiegato l'esperto – riguarda finanziamenti e prestiti pubblici agevolati a totale o parziale copertura degli investimenti. Li si assegna a fronte di progetti realizzabili e sostenibili. Alla base non vengono richieste garanzie reali, ma devono esserci


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Paolo Abramo

competenze acquisite e coerenti con il ruolo che si dovrebbe andare a svolgere, ed una valida idea di impresa, sia dal punto di vista tecnico, che economico». L'azione di Invitalia, è stato spiegato, si ispira alla storia del famoso banchiere dei poveri, Muhammad Yunus, che inventò il Microcredito a favore delle donne, solitamente escluse dall'universo del credito nel Sud del mondo, e precisamente in Bangladesh dove egli opera, ma non solo. Alla base dell'idea del fondatore della Grameen Bank si pone la convinzione che motivazione e competenza siano le condizioni per la restituzione del credito, più di quanto non lo sia la effettiva disponibilità di denaro. Un altro determinante fattore in aggiunta, secondo Yunus, è la quantità di denaro preso in prestito a fronte di un valido progetto: minore è l'importo, maggiore è la convinzione di poterlo restituire, che sorregge il debitore non facendolo scoraggiare e spronandolo a dare il meglio di sé. Muovendo da questi riferimenti

Calzoni ha spiegato meglio la politica per l'autoimpiego di Invitalia, che infatti riscuote molto più successo - fra chi cerca lavoro - nella popolazione femminile, che in quella maschile. Le credenziali minime da esibire al momento della presentazione della domanda sono: aver compiuto 18 anni e stato di inoccupazione certificato. Se dal momento della presentazione della domanda, alla effettiva approvazione del progetto che potrebbe richiedere alcuni mesi, l'interessato trova un impiego a progetto e a tempo determinato, è possibile accettarlo. La redazione del business plain è un aspetto cruciale per il successo della proposta. Molta attenzione alla comunicazione, quindi, è il consiglio dei tecnici di Invitalia, che sia nel corso dell'elaborazione del business plain, sia dopo la concessione del finanziamento, affiancheranno i proponenti nella veste di tutor. A seconda della formula di Autoimpiego che si riterrà più adatta al proprio caso, si aprono differenti percor-

si: per il Lavoro autonomo è necessaria la maggiore età ed il requisito della cittadinanza italiana al momento della presentazione della domanda. Non è necessaria la partita IVA, se non al momento dell'approvazione. Per la Microimpresa è necessaria invece una Società di persone già costituita al momento della presentazione della domanda. Per il Franchising (il brand è da scegliere fra quelli accreditati con Invitalia, disponibili sul sito) vale, invece, un discorso ibrido, ed è da valutare caso per caso l'opportunità di costituire ditte individuali, società di persone o società di capitali. La procedura in quest'ultimo caso è però molto snella, e la presentazione della domanda consiste nella compilazione di un modulo disponibile on line. L'attività cofinanziata deve essere portata avanti per almeno 5 anni. Maggiori informazioni per chi fosse interessato ad avviare un'attività in proprio sono disponibili sul sito di Invitalia (www.invitalia.it). •

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Anche in Belgio la Calabria può essere protagonista Una delegazione

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a via sembra ormai senza alternative. Sondare – e trovare – nuovi mercati è fondamentale per le nostre imprese che, altrimenti, rischiano di soccombere a una crisi così grave come quella che si sta vivendo. Ovvio che l’internazionalizzazione non si improvvisa. E’ un processo che richiede tempo. Ma bisogna avviarlo con forza. In questo senso va l’iniziativa che ha visto protagonista il presidente di Piccola industria di Confindustria Catanzaro, Aldo Ferrara, e il direttore Dario Lamanna, i quali hanno incontrato il capo missione Economica e commerciale dell’Ambasciata del Belgio, Marian Hrynchuk. «L’incontro – ha spiegato Ferrara – si inquadra nel più ampio sforzo che l’ associazione sta facendo per superare i confini regionali, aprendo gli orizzonti più ampi della nostra impresa all’internazionalizzazione vera. Ciò è perseguibile intensificando i rapporti ai massimi livelli con quelli che sono i rappresentanti dei paesi più interessati ad aprire dei ponti con la nostra regione. Tra questi c’è il Belgio». Un incontro fruttuoso, se è vero che Marian Hrynchuk ha manifestato la volontà di instaurare una collaborazione sia commerciale che di cooperazione industriale con la Calabria, avendo come orizzonte i paesi emergenti.

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Belga ha incontrato i vertici di Confindustria Catanzaro

«Un entusiasmo, quello della Hrynchuk – ha sottolineato Ferrara – che abbiamo accolto con soddisfazione, come con altrettanta soddisfazione, la delegata belga ha vissuto l’accoglienza che le è stata riservata. Ma soprattutto perché ha colto le ipotesi concrete di collaborazione che le sono state prospettate. Tra l’altro, non è mancata l’occasione per evidenziare e ribadire che esistono eccellenze sul territorio, industrie che possono legittimamente ambire a questo rapporto di sinergia con il Belgio e in particolare con la regione delle Fiandre, quella che registra il 75% dell’import/export dei Paesi Bassi». E Marian Hrynchuk, dal canto suo, ha spiegato come «il notevole finanziamento della R&S in tutti i settori orientati al futuro garantisce alle Fiandre di mantenere il proprio vantaggio in tecnologia e innovazione. Le principali industrie della regione includono determinate nicchie tecnologiche, come le life sciences, la biotecnologia, la chimica, le materie plastiche, la logistica, l’automotive e l’industria alimentare. Inoltre, i segmenti di lusso come il commercio di diamanti, la moda, il tessile e la produzione di specialità di cioccolato sono altri settori particolarmente vincenti. Per non parlare della forte tradizione della birra, che va indietro di mille anni e ha portato

a prodotti tra i più apprezzati e premiati al mondo». «Al fine di garantire una posizione di leadership nei rispettivi settori – ha detto ancora Hrynchuk – le imprese fiamminghe hanno formato cluster e centri di eccellenza che sostengono, sviluppano e forniscono sinergie nell'innovazione e nella R&S. I knowledge cluster vantano legami formali con i reparti di ricerca presso le quattro università fiamminghe. Esempi di questi centri di eccellenza sono la Flanders Graphics Valley, la Flanders Multimedia Valley, e la DSP Valley. Ci sono anche le piattaforme d’innovazione per le imprese interessate, come Flanders’ DRIVE (automotive), FOOD (alimentare) e BIO (biotecnologie)». Aldo Ferrara:

«Esistono eccellenze sul territorio, industrie che possono legittimamente ambire a questo rapporto di sinergia con il Belgio e in particolare con la regione delle Fiandre»


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Il seminario all'Unical

Nel corso dell’incontro si è parlato anche del seminario, fissato per il prossimo 3 maggio all'università di Cosenza e patrocinato dall’ambasciata del Belgio, rivolto a organismi di ricerca alle imprese calabresi per favorire contatti e opportunità di cooperazione con i principali istituti e centri belgi; forme di collaborazione con aziende hi-tech e in ambito export tra il Belgio e la Calabria; la conoscenza di opportunità esistenti in termini di tax benefits e incentivi fiscali

per investimenti in Belgio. «Faremo di tutto – ha proseguito Ferrara – per coinvolgere le imprese che sono interessate a questo percorso di internazionalizzazione. Sappiamo bene, infatti, quanto sia importante, soprattutto in questo periodo di crisi, aggredire altri mercati. Del resto – ha concluso – tutti gli studi rivelano come le aziende a soffrire di meno di questa lunga fase di recessione, siano state proprio quelle più dedite all’export». •

Le Fiandre • Situata nella metà settentrionale del Belgio, la regione delle Fiandre genera 57,4% del PIL nazionale. • La capitale delle Fiandre è Bruxelles, che ospita il quartier generale della NATO e dell’Unione Europea. • Le Fiandre hanno quattro porti (tra cui Anversa, il secondo più grande d'Europa), gli aeroporti, le vie navigabili, e una delle più fitte reti mondiali di collegamenti stradali e ferroviari. • La regione si trova al centro della zona più ricca e popolata dell'Europa.

Chemistry Flanders industria chimica

Il Polo delle Tecnologie dei Materiali e della Produzione e l'Istituto per il Commercio Estero Fiammingo, sotto il patrocinio dell'Ambasciata del Belgio a Roma, organizzano per venerdì 3 maggio 2013 dalle ore 09,30 alle ore 13,00, un seminario rivolto a organismi di ricerca e alle imprese calabresi per favorire : • contatti e opportunità di cooperazione con i principali istituti e centri di ricerca belgi; • forme di collaborazione con aziende hitech e in ambito export tra il Belgio e la Calabria; • la conoscenza di opportunità esistenti in termini di tax benefits e incentivi fiscali per investimenti in Belgio. Al seminario interverranno: •Vincent Mertens de Wilmars, Ambasciatore del Belgio presso lo Stato Italiano; • Michael De Blauwe, Dipartimento di Ricerca & Sviluppo dell’Università Cattolica di Lovanio; • Michela Ritondo, International Tax Espert – Dipartimento Fiscalità per gli Investimenti Esteri del Ministero delle Finanze del Belgio. Nel pomeriggio è prevista, inoltre, la possibilità di organizzare incontri con i rappresentanti begli dedicati a singoli gruppi di ricerca e imprese interessati ad acquisire maggiori informazioni. Per chiarimenti e maggiori informazioni è possibile contattare presso Calpark Scpa – Soggetto Gestore Polo delle Tecnologie dei Materiali e della Produzione il dott. Vincenzo Gallo (vincenzo.gallo@calpark.it 0984.4942563 - 339.3697520).

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Sgravi fiscali, possibilità di accedere a finanziamenti, maggiore potere di accesso al credito

Finalmente si punta sulle reti di impresa di Maria Rita Galati

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he cos’è e come si fa un “Contratto di rete”? Perché fare un “Contratto di rete”? Quali sono i vantaggi? A queste e ad altre domande, le imprese che vogliono fare rete hanno potuto porre interrogativi alla ricerca di risposte per conoscere uno strumento giuridico che può facilitare e semplificare le modalità di aggregazione nel corso di un seminario che si è tenuto al Popilia Country resort, dedicato alle reti di impresa in Calabria. Organizzato da Confindustria Calabria – e in collaborazione con Retimpresa – nell’incontro formativo che si è svolto alla presenza del vice presidente nazionale di Confindustria per le Reti d’Impresa e

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Presidente di Retimpresa, Aldo Bonomi, gli imprenditori presenti hanno avuto la possibilità di approfondire l’evoluzione del “Contratto di rete”, avvenuta attraverso i numerosi interventi normativi, tesi a migliorare lo strumento giuridico. Innovativa anche la seconda parte del seminario, nel corso della quale si sono messi in gioco attraverso una simulazione di rete, grazie a profili aziendali ben concepiti, mirati, che saranno predisposti dagli esperti/facilitatori. I lavori sono stati introdotti dal direttore di Confindustria Calabria, Luigi Leone, al suo fianco il presidente di Confindustria Calabria, Giuseppe Speziali, il presidente di Ance Calabria, Francesco Cava, l’assessore regio-

Aldo Bonomi


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nale alle Attività produttive, Antonio Caridi, e a fare le veci del presidente di Confindustria Vibo Valentia, Antonio Gentile, la sua “vice” Michela Tulino. Sgravi fiscali, possibilità di accedere a finanziamenti, maggiore potere d’accesso al credito. Sono questi alcuni dei vantaggi per le imprese che si mettono

in rete, uno strumento “che rende le imprese più competitive in funzione anti-crisi”, ha affermato la vice presidente di Confindustria Vibo. «Quello di oggi è un punto di partenza – ha detto Leone – di un lavoro attento che vogliamo svolgere sul territorio». «Con l'introduzione, nel nostro ordinamento, del nuovo "contratto di rete" si è offerta alle imprese la possibilità di conseguire contemporaneamente tre importanti obiettivi: avviare collaborazioni su programmi condivisi, monitorabili e verificabili; consentire agli altri attori

economici e alla pubblica amministrazione di conoscere e valutare queste iniziative; mantenere l'autonomia imprenditoriale - elemento culturalmente ancora fondamentale per molte piccole e medie imprese - in quanto il contratto di rete non crea un nuovo soggetto giuridico, con tutte le complicazioni e gli oneri burocratici che ne deriverebbero. Una formula che si è rivelata vincente e sta riscontrando l'interesse di molti imprenditori. «A oggi sono infatti 327 i contratti sottoscritti e oltre 2mila – ha spiegato Bonomi – le imprese che stanno lavorando con il nuovo strumento. Primi risultati significativi raggiunti grazie all'Italia del fare, a una visione di ►

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sistema che si muove nell'interesse del Paese che lavora. Ma non basta. Adesso serve un colpo di reni. Innanzitutto, da parte del sistema imprenditoriale, che deve cogliere questa opportunità in modo sempre più consistente». «Gioco di squadra, tra le istituzioni e tra le imprese. Questa è la parola chiave che può sollevare la Regione Calabria – ha aggiunto Speziali – quale miglior strumento se non il contratto di rete che può favorire l’aggregazione tra imprese per la condivisione di obiettivi

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comuni. Uno dei punti deboli della nostra economia è stato quello di non essere riusciti a fare rete. Una debolezza da superare per affrontare ad esempio i grandi colossi dei general contractor. Mettersi insieme significa avere una opportunità di superare le debolezze strutturali di un sistema che permette di valorizzare l’insieme senza rinunciare all’autonomia, alle eccellenze». Speziali ha dichiarato, inoltre, di aver trovato in Bonomi una grande sensibilità meridionalista. «Non crede che ci

sia un Meridione ma l’Italia – ha detto ancora – e che un Meridione debole, considerato zavorra, impedisce di pensare a tutta l’Italia». Il Sud, insomma, è parte integrante del sistema Paese e contribuisce a costruire un modello di sviluppo che guarda al futuro. «Come classe politica regionale abbiamo il dovere di collaborare alla costruzione di una rete di imprese che permetta di valorizzare le singole competenze, in ogni settore, dal turismo all’agroalimentare – ha sostenu-


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to invece l’assessore Caridi –. Dalle scelte importanti che abbiamo fatto sui Confidi, ai bandi per il settore agroalimentare che valorizza i prodotti tipici locali, il nostro sostegno rientra nella strategia del piano triennale per le attività produttive che assieme ad altre

misure mira a sostenere gli imprenditori in maniera concreta». Dopo la disamina del presidente di Ance Calabria, Cava, che si è soffermato sulle potenzialità della rete di imprese nel settore delle costruzioni, gli imprenditori presenti hanno potuto toccare con mano la

creazione e l’evoluzione del contratto di impresa nelle sessioni tecniche con Fulvio D’Alvia, direttore RetImpresa Confindustria; Eva Bredariol, consulente legale RetImpresa; Guido Silipo, consulente, responsabile di Incubatori di Rete. •

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L’apicoltura? Un’eccellenza calabrese Ad Amantea un congresso per confrontarsi sulle potenzialità del settore di Paolo Orofino

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a Calabria produce una quantità di ottimo miele che si aggira intorno ai 40 mila quintali all’anno. Una quantità considerevole, ma che potrebbe aumentare secondo gli esperti del settore, anche per far lievitare i derivanti aspetti occupazionali. La Calabria ha un territorio adatto per lo sviluppo dell’Apicoltura, ma c’è bisogno di giuste politiche, che diano indirizzi, soprattutto ai giovani. «Oggi il miele, il polline e gli altri prodotti dell’apicoltura – sostiene Saverino Pagliaro, produttore calabrese che ha la sua aziende a Cleto, nel cosentino – rappresentano reali possibilità di reddito e di occupazione soprattutto per i giovani». Di questo e di altro si è parlato nella XXIX edizione del Congresso Nazionale dell’Apicoltura Professiona-

le, organizzato dall’Aapi (Associazione Apicoltori Professionisti Italiani), dal Consorzio Apicoltori di Calabria e da Unaapi (Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani) svoltosi ad Amantea, nello scorso mese di febbraio, con il patrocinio dell’assessorato regionale all’agricoltura e della presidenza della Provincia di Cosenza. I fautori calabresi dell'evento, che ha richiamato in Calabria apicoltori provenienti da tutta l’Italia, sono Luigi Albo presidente del Consorzio Apicoltori di Calabria, Severino Pagliaro, titolare dell'apicoltura Savuto e Raffaele Denami, titolare dell'apicoltura Mellisape. Il congresso è andato avanti per cinque giorni, dedicati al meraviglioso mondo delle api e del loro miele. Cinque giornate con le aziende calabresi,


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Severino Pagliaro:

«La nostra regione, ha davvero peculiarità invidiate, che consentono la produzione di un ottimo miele, apprezzato a livello nazionale ed europeo» che hanno accolto a braccia aperte gli apicoltori provenienti dal nord e dal centro e dalla isole. Incontri, quindi, fra le varie realtà nazionali, nel corso dei quali la professionalità, gli impianti, le attrezzature delle aziende apistiche calabresi sono state scrupolosamente osservate, anche per prendere spunti da trasferire nelle proprie attività. «Confronto – ha aggiunto Pagliaro – dove le nostre produzioni sicuramente non hanno sfigurato, anzi sono state portate ad esempio per un miglioramento di tutto il settore apistico nazionale». «Le giornate d'incontro – ha aggiunto il produttore di miele da oltre vent’anni – sono servite ad arricchire il bagaglio delle esperienze di tutti gli apicoltori partecipanti. Per tutti i colleghi calabresi questo deve essere motivo di orgoglio. È stata rimarcata ancora una volta la grande importanza che può avere il settore dell'apicoltura nella nostra re-

gione, senz’altro fra le prime per interesse apistico è meta molto ambita da apicoltori provenienti da tutte le parti d'Italia, e non solo, giacché l’interesse per il territorio calabrese, arriva anche da nazioni come la Germania e l'Austria. La molla che ci ha spinto all’organizzazione del congresso in Calabria è il voler mandare un messaggio forte per tutti i giovani calabresi in cerca di lavoro, per far sì che si guardi all'apicoltura non più come un passatempo domenicale, ma come ad una seria possibilità di sfruttare risorse che molti ci invidiano ed essere gli artefici di un lavoro che può dar da vivere dignitosamente, restando a contatto con la natura e che ci mette dalla parte della tutela di un territorio massacrato da uno sviluppo non più sostenibile». «Dunque – ha sottolineato Pagliaro – considerare le api non più solo operosi insetti che ci donano uno squisito e salutare alimento, ma pure sentinelle ambientali a salvaguardia della natura ci circonda. La Calabria, ritornando all’aspetto economico, ha sicuramente un territorio con caratteristiche ideali per la pratica dell’apicoltura, il che, con giuste politiche di sviluppo, dovrebbe favorire una crescita del settore, oggi, come nel passato, un po’ di nicchia. La nostra regione, da questo punto di vista, ha davvero peculiarità invidiate, che consentono

la produzione di un ottimo miele, apprezzato a livello nazionale ed europeo. Peculiarità che, se sapute valorizzare, potrebbero in futuro dare risposte positive in termini di possibilità occupazionali». Un “difetto” messo in evidenza durante il congresso sta nel fatto che in Italia non è ancora operativa l’anagrafe apistica, a differenza di altri stati europei in cui lo strumento è in vigore. Ciò è stato fatto notare da Claudio Cauda, presidente degli Apicoltori Professionali Italiani, il quale ha riferito che le associazioni di categoria italiane «da oltre tre anni stanno attendendo il decreto attuativo dell’anagrafe apistica» che ha le seguenti finalità: la tutela economico-sanitaria e la valorizzazione del patrimonio apistico; il supporto nella trasmissione di informazioni, a tutela del consumatore, del prodotto miele e degli altri prodotti dell’alveare; il miglioramento delle conoscenze del settore apistico sotto il profilo produttivo e sanitario, anche in riferimento alle politiche di sostegno e alla predisposizione di piani di profilassi e di controllo sanitario. «In Calabria – ha detto Francesco Panella, presidente dell’Unaapi – l’apicoltura è sempre più un’attività specializzata ben integrata nel contesto agricolo, con la produzione di eccellenze regionali, quali i mieli di agrumi, mandarino, castagno ed eucalipto». •

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"Callipo",

un successo imprenditoriale da cento anni “La nostra azienda? È la dimostrazione tangibile che anche in questa terra si può lavorare con lungimiranza e serietà”

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ella cassetta della posta della “Callipo”, il 14 gennaio scorso, è arrivato anche il messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Perché pure lui ha voluto esprimere «vivo apprezzamento per l'impegno costantemente profuso dall'azienda, volto a tramandare e rinnovare l'esperienza di una preziosa tradizione imprenditoriale». E non poteva essere altrimenti. Cento anni di attività imprenditoriale sono un traguardo di tutto rispetto. Lo sono a qualsiasi latitudine, figurarsi in Calabria. E proprio da questa riflessione comincia l’intervista al presidente Pippo Callipo che vi proponiamo. Compiere cento anni di attività ininterrotta in Calabria quale valore aggiunto ha?

«È la dimostrazione tangibile che anche in questa terra si può lavorare con lungimiranza e serietà. Certo, la politica regionale non agevola né incentiva l’insediamento di attività produttive ma, noi della famiglia Callipo, abbiamo sempre compensato con la ferma volontà di con-

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tinuare ad operare nel posto dove ci sono le nostre radici; consapevoli certo delle difficoltà ambientali ma anche della nostra identità, fortemente legata al territorio Calabrese». Un legame con la Calabria molto particolare. Perché l’azienda Callipo nasce a Pizzo nel 1913?

«La pesca del tonno è legata, da millenni, al territorio di Pizzo, al Golfo di Sant’Eufemia che, fino ad un secolo fa, brulicava di tonni. La Callipo è nata nel 1913 per volontà del mio bisnonno, Giacinto Callipo, che iniziò l’attività per la necessità di conservare il tonno fresco eccedente il consumo locale. La nostra azienda è stata la prima in Calabria, e tra le prime in Italia, ad inscatolare il pregiato Tonno del Mediterraneo». Ci sono stati in questi 100 anni di storia dei momenti particolarmente significativi per la crescita dell’azienda Callipo?

«Naturalmente, ce ne sono stati moltissimi, come ad esempio quando mio padre, nel 1958, ebbe la lungimirante intuizione di acquistare la Tonnara dell’An-

gitola, in località Prangi, che era di proprietà del marchese Magnani – Ricotti. Una scelta che pose le basi per una più moderna gestione della lavorazione e produzione del tonno in scatola e che si rivelò importantissima per il futuro dell’azienda stessa. Un altro momento particolarmente importante è avvenuto nel 1988 quando trasferimmo l’attività da Pizzo nell’odierno stabilimento di Maierato, che si estende su una superficie totale di circa 34.000 mq., 9.000 dei quali coperti, ed offre un'immagine di modernità ed efficienza per l'avanzata tecnologia degli impianti e delle attrezzature. Un’altra tappa fondamentale è legata ad una scelta strategica di produzione che andava in controtendenza. Infatti, ad inizio del 1995, quando in Italia si diffondevano gli hard discount, noi decidemmo di puntare sulla qualità visiva del prodotto e di produrre, quindi, il tonno in vaso di vetro. Una scelta che si rivelò importantissima sia in termini di crescita di fatturato che di immagine aziendale». Il 14 gennaio scorso avete deciso di celebrare i 100 anni in forma privata, come una famiglia. Quale significato ha questa scelta per l’azienda e quale messaggio si è voluto trasmettere alla Calabria?

«Celebrare 100 anni della nostra azienda con tutte le persone che, attraverso il proprio lavoro e tanta passione, hanno reso possibile il raggiungimento di questo traguardo è stata una scelta naturale. Abbiamo deciso di celebrare “in famiglia” perché ci sentiamo da sempre una grande famiglia (oggi tutto il gruppo di aziende Callipo si compone di circa 300 dipendenti), fatta di persone e non di numeri, che condividono valori quali l’onestà e la trasparenza, principi come


business la legalità ed il rispetto per il territorio. In questo momento di profonda crisi non solo economica, ma soprattutto sociale e morale, ci è sembrato opportuno trasmettere un messaggio: oggi, ancora più che in passato, è il senso di unità e di appartenenza ad una comune famiglia che ci rende forti e capaci di superare le difficoltà. Essere una squadra e lavorare insieme per lo stesso obiettivo è ciò che consentirà al nostro Paese di uscire da questa crisi e noi abbiamo voluto trasmettere un messaggio di incoraggiamento alla Calabria: la Callipo c’è, siamo tutti uniti e continueremo a lavorare e produrre in questa regione per farla crescere sempre di più». L’annullo filatelico del centenario ricorderà nel tempo questo importante traguardo per la Callipo, ma l’azienda ha deciso di realizzare anche un libro. Perché questa scelta e cosa troveremo al suo interno?

«Lo speciale annullo filatelico realizzato dalle Poste Italiane in occasione del Centenario dell’azienda ci permette di entrare ancora di più nella storia del nostro Paese, i cui momenti più importanti sono sempre stati fissati nella memoria collettiva da un francobollo o da un annullo filatelico. Noi abbiamo deciso di fare anche qualcosa in più, realizzare una monografia aziendale che possa raccontare la storia della nostra azienda e quella di un territorio, come Pizzo e la Calabria, che possiede un grande patrimonio storico culturale e storico economico, purtroppo spesso dimenticato. Ci siamo proposti di raccontare 100 anni di storia attraverso le foto, gli aneddoti e le importanti scoperte archeologiche che riguardano il territorio del Golfo di Sant’Eufemia dove

si trovavano le tonnare più importanti del Mediterraneo. Ci siamo affidati alla penna di Gianfranco Manfredi, giornalista e scrittore, e alla professionalità della casa editrice Rubbettino affinché questo volume possa avere un grande valore storico ed essere un omaggio alla memoria dei calabresi. Il libro sarà pronto in primavera e lo presenteremo in Calabria e speriamo nei luoghi della cultura più prestigiosi d’Italia». Il 2013 sarà certamente un anno impegnativo per la Callipo e diverse sono le iniziative messe in campo per celebrare l'evento del centenario con un importante obiettivo, coinvolgere in questi festeggiamenti il territorio e i calabresi. Quali sono le iniziative in programma nei prossimi mesi?

«Nei prossimi mesi realizzeremo un tour nelle scuole superiori calabresi con l’iniziativa “100 domande per Pippo”, un’idea per raccontare ai più giovani la cultura d’impresa e del lavoro di un’azienda centenaria, e soprattutto instaurare un dialogo diretto con coloro che sono il futuro di questa terra. Proverò a rispondere alle domande che i giovani mi faranno cercando in questo modo di raccontare la Calabria che nasce e si forma oggi, le speranze e le aspettative, i dubbi e le paure di una generazione per la quale siamo responsabili del mondo che lasceremo loro. Abbiamo in programma un evento alla fine di maggio, sempre con l’obiettivo di creare opportunità di confronto con i giovani dando loro l’opportunità di avvicinarsi al mondo del lavoro e del fare impresa in maniera corretta, conoscendone difficoltà e reali opportunità. In estate

vorremmo celebrare questi 100 anni con una manifestazione culturale nella città di Pizzo che è il cuore della nostra storia. Insomma, tanti appuntamenti ma tutti all’insegna di celebrazioni sobrie e seguendo il buon senso che ci guida nel fare impresa per costruire con il territorio e sapendo quanto sia importante restituire in qualche modo ciò che il territorio da in termini di persone, risorse e materie prime alla nostra azienda». L’affascinante figura del Rais delle antiche tonnare a tratti richiama quella dell’ imprenditore responsabile e lungimirante. Qual è il rapporto tra il “Rais” Pippo Callipo e i suoi collaboratori?

«Speciale, al tempo stesso cordiale, quasi paritario, caratterizzato dal rispetto e in molti casi dall’amicizia e dall’affetto. Conosco personalmente i miei dipendenti che, spesso, si rivolgono a me per problemi di carattere personale e per consigli di ogni tipo. Del resto io sono cresciuto insieme alle maestranze, ho lavorato con loro acquisendo dai più anziani il metodo e la manualità e condividendo, con quelli più giovani, gioventù e spensieratezza. Uso partecipargli personalmente i risultati raggiunti, gli obiettivi centrati, ringraziandoli per la dedizione con cui praticano quotidianamente il loro lavoro. Senza il loro impegno e la loro serietà non saremmo andati e né potremmo andare molto lontano».

Quali sono i progetti e gli obiettivi futuri?

«Innanzitutto nel futuro immediato, oltre ad organizzare i diversi eventi legati alla celebrazione del Centenario, dovre►

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l 14 gennaio 2013 la Giacinto Callipo Conserve Alimentari S.p.A, l'azienda calabrese leader nella produzione di tonno e conserve ittiche di alta qualità rigorosamente made in Italy, ha compiuto 100 anni. Un traguardo storico che premia la filosofia del fondatore, “La Qualità Innanzitutto”, che ancora oggi viene attuata con impegno e dedizione. In occasione dei festeggiamenti del Centenario, anche il Presidente della Repubblica ha fatto pervenire all’amministratore Pippo Callipo un proprio messaggio. In particolare, esprimendo vivo apprezzamento per l'impegno costantemente profuso dall'azienda e volto a tramandare e rinnovare l'esperienza di una preziosa tradizione imprenditoriale, il Capo dello Stato ha voluto dedicare alla celebrazione della storica ricorrenza (14 gennaio 1913/14 gennaio 2013) una propria targa commemorativa, nella certezza che il significativo traguardo del centenario costituirà un ulteriore stimolo per tutto il personale dell'azienda nel proseguire l'opera sin qui svolta e ha formulato i suoi più sentiti auguri per un cammino ancora lungo e fecondo.

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mo fronteggiare, con scelte strategiche e ponderate, questa crisi economica che ci preoccupa molto e che rischia di rallentare di parecchio il processo di crescita di tutto il Gruppo Callipo. Sono un ottimista di natura e credo che l’apporto professionale e umano di tutta

la “squadra” Callipo nonché la qualità dei nostri prodotti ci permetteranno di uscire dalla crisi più forti e determinati. Inoltre nel corso dei prossimi anni dovremo affrontare anche una fase particolarmente delicata nella storia di un’azienda, quella legata al passaggio generazionale che dovrà avvenire in maniera graduale senza alcuno sconvolgimento». •

Nella lettera di accompagnamento alla targa che il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica ha inviato a Pippo Callipo, è poi specificato che il Mezzogiorno e in particolare la Calabria devono poter contare sull'indispensabile apporto di realtà operative capaci di far emergere e valorizzare le energie migliori per contribuire allo sviluppo socioeconomico dell'intero Paese. E la Giacinto Callipo Conserve Alimentari S.p.A., potenziando la ricerca e l'innovazione, puntando sulle opportunità offerte da una tecnologia avanzata, stimolando il trasferimento di conoscenze tra le diverse professionalità coinvolte e promuovendo la formazione di maestranze capaci e consapevoli, costituisce un esempio positivo che induce a guardare con fiducia al futuro produttivo e occupazionale del paese. Il compleanno storico è stato, inoltre, celebrato da uno speciale annullo filatelico di Poste Italiane. «Il centenario della nostra azienda rappresenta l’evento più importante per la storia della nostra attività poiché testimonia la capacità di superare le crisi e le difficoltà di un secolo, come il Novecento, costellato da continui e repentini accadimenti economici, culturali e sociali. E’ la testimonianza di una storia imprenditoriale fatta di uomini che hanno saputo cogliere i cambiamenti in positivo senza rinunciare mai ai propri valori» – spiega Pippo Callipo.

«Per suggellare questo momento storico abbiamo deciso di realizzare un annullo filatelico con l’obiettivo di regalare a tutti coloro che di questo secolo di storia sono stati artefici o semplici spettatori una traccia significativa di ciò che eravamo nel 1913 e di ciò che siamo oggi». «Per questo, per le cartoline celebrative con il francobollo e lo speciale annullo di Poste Italiane, l'azienda ha scelto quattro immagini dal proprio archivio storico che raccontano pezzi di storia della Callipo ma anche e soprattutto momenti di vita quotidiana della città di Pizzo e dei suoi abitanti. Momenti strettamente connessi a quella che un tempo era una delle principali attività della località calabrese, nonché la sua principale fonte di ricchezza: la pesca del tonno e la sua lavorazione. I quattro soggetti selezionati raffigurano la Tonnara di Pizzo, lo stabilimento Callipo alla Marina di Pizzo, la cottura dei tranci e la colmatura dell’olio nelle scatole di tonno. Anche per i francobolli sono stati scelti oggetti e soggetti affini alle attività dell’azienda e al centenario». A celebrare e rendere unico questo importante traguardo concorre anche la speciale confezione di filetti di tonno in edizione limitata realizzata appositamente per il Centenario. Il kit è caratterizzato da un raffinato ed elegante bauletto in legno e contiene un vasetto in vetro di filetti di tonno nel nuovo formato da 1.650 grammi. Un omaggio agli intenditori dal palato raffinato e all’interno c'è anche una speciale pinza per estrarre i filetti. L'edizione speciale è disponibile presso i punti vendita al dettaglio della Callipo . •



business

Trust ed operazioni immobiliari internazionali: una risorsa per le imprese di Paolo Zagami*

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’istituto del “Trust” trova la sua origine nel diritto internazionale privato - in particolare nei Paesi di “Common Law” - ed è stato riconosciuto nell’ordinamento giuridico italiano a decorrere dall’1 gennaio 1992, in seguito alle ratifiche della Convenzione dell’Aja dell’1 luglio 1985. Al riguardo, si ammette il riconoscimento di effetti giuridici in Italia al trust costituito - in assenza di una legislazione italiana in materia - secondo la legge di uno Stato straniero, vale a dire ai cosiddetti “Trust interni” con i quali appunto si intendono i trust istituiti e operanti in Italia ma regolati da una legge estera (la legge

Paolo Zagami

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inglese per esempio o altra legge che conosce e disciplina i trust). Molto sinteticamente per trust si intende, in generale, l’affidamento riposto da un soggetto (detto disponente o settlor) su di un altro soggetto (detto trustee) al quale viene trasferito un bene, che viene posto dunque sotto il suo controllo e che viene da lui gestito per il raggiungimento delle finalità che il disponente gli ha prescritto di realizzare in funzione sua o di uno o più beneficiari. L’effetto più importante che il trust produce è rappresentato dalla cosiddetta "segregazione patrimoniale dei beni". Questo in sostanza significa che i beni in trust costituiscono un patrimonio separato rispetto ai beni residui che compongono il patrimonio del disponente, del trustee e dei beneficiari e risultano, quindi, efficacemente sottoposti ad un vincolo di destinazione: in proposito, tali beni sono definiti secondo una ter-

minologia anglosassone “earmarking” o “marchiati” affinché non si confondano con quelli delle altre parti. Negli Stati Uniti, in Canada, in Inghilterra ed in quasi tutti gli altri Paesi di Commow Law si fa un larghissimo utilizzo dell’istituto - anche in ambito imprenditoriale - a causa della sua estrema versatilità mentre in ambito italiano esso risulta purtroppo essere non ancora molto sfruttato. Tra le varie tipologie di trust, in questa sede si analizzeranno brevemente le possibili utilizzazioni da parte delle imprese in ambito societario con specifico riferimento alle operazioni immobiliari (fermo restando che l’istituto in oggetto si presta ad essere piegato anche e soprattutto alle esigenze dei privati). A proposito, i cosidetti “Trust Societari” realizzano diversi obiettivi ed adempiono a diverse funzioni, tra cui il disciplinare i passaggi generazionali dell’impresa con maggior semplicità di quanto previsto dalla legge ordinaria, il gestire le partecipazioni societarie siano esse riferite a gruppi od anche ad una sola società, l’essere uno strumento alternativo ai patti parasociali per cui l’uso del trust può essere finalizzato a mantenere la titolarità delle azioni nelle mani di un solo soggetto in modo tale da impedire la nascita di insolvenze e divergenze tra i sottoscrittori, il risolvere le crisi di impresa laddove l’istituto venga collocato nel contesto di uno dei più recenti isti-


business tuti previsti dalla legge fallimentare ed ancora il proteggere i patrimoni aziendali, le azioni o le quote sociali. Con riferimento, in particolare, all’ultimo aspetto, del patrimonio aziendale potrebbero fare parte alcuni immobili di proprietà della società. Al riguardo, con il trust è possibile, come già accennato, creare un patrimonio separato e garantito composto appunto (anche) da immobili, con il vantaggio che tale patrimonio non potrà essere aggredito se non da creditori del trust stesso. Si potrà pertanto creare una gestione di grandi e piccoli patrimoni immobiliari senza ricorrere ad esempio al più dispendioso strumento della normale SRL e probabilmente è proprio questa la prerogativa che spiega il segreto del grande successo riscosso dai servizi di “Private Trust”, offerti dalle istituzioni finanziarie di alcuni Paesi stranieri. In tale prospettiva, l’esperienza professionale del sottoscritto registra sempre maggiormente una richiesta da parte di imprese italiane di gestione in senso ampio di immobili aziendali per il tramite di società fiduciarie straniere e mediante il perfezionamento di operazioni - si badi bene - perfettamente legittime e non elusive della normativa fiscale. Ma come fare praticamente a costituire in trust dei beni immobili ed a godere dei relativi vantaggi, ad esempio in Inghilterra? Per motivi di spazio in questa sede non è possibile addentrarsi

«Negli Stati Uniti, in Canada, in Inghilterra ed in quasi tutti gli altri Paesi di Commow Law si fa un larghissimo utilizzo dell’istituto - anche in ambito imprenditoriale - a causa della sua estrema versatilità mentre in ambito italiano esso risulta purtroppo essere non ancora molto sfruttato»

troppo nei dettagli tecnici; tuttavia, è da evidenziare che l’operazione non è così complicata o costosa come potrebbe all’apparenza sembrare. Poniamo infatti il caso che una società italiana sia proprietaria di alcuni immobili. Una soluzione molto praticata nella prassi è quella di conferire i beni situati in Italia in una società di diritto inglese costituita o costituenda, diventando quindi soci di tale società. Più in dettaglio, di regola, sarà necessario prima di tutto effettuare una perizia degli immobili attribuendogli un valore; in seguito bisognerà - in caso - costituire una società, ad esempio una “Private Limited Company”; dopo di che si dovrà procedere a dotare la società inglese dei conferimenti iniziali oppure - se già esistente - ad un aumento di capitale e quindi realizzare un atto di conferimento che sarà naturalmente trascritto in Italia presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari; a questo punto la società proprietaria degli immobili conferiti diventa socia della società di diritto inglese ed in cambio riceve azioni al portatore, le quali - a chiusura del procedimento - verranno attribuite al trustee. A precisazione di quanto sopra, va evidenziato che il conferimento di un bene immobile, ancorché italiano, ad una società estera prevede l’obbligo di richiedere nel paese in cui ha sede l’immobile il codice fiscale della società e di nominare un rappresentante fiscale. Si tratta, ad ogni modo, di un conferimento legale e disciplinato dalla legge italiana e tutto quanto viene appunto fatto per il conferimento sarà annotato nei pubblici registri italiani. Quello che cambia, giuridicamente parlando, è la disponibilità del bene e la riferibilità dell’immobile ad un determinato soggetto. Con questo schema è possibile mettere in atto una gestione e protezione immobiliare per il tramite di una società di trust: in tal modo, infatti, si ha il vantaggio di intestare gli immobili ad un soggetto di diritto inglese, restando allo stesso tem-

po sostanzialmente titolari del diritto di proprietà sugli stessi ed attribuendo le azioni ad un terzo soggetto (il trustee) in grado di gestire detti beni. Per quanto sopra illustrato, è evidente che tale operazione immobiliare internazionale deve essere necessariamente collegata ad una società di diritto straniero, la quale dovrà naturalmente pagare le relative tasse. Al riguardo, per stabilire in quale paese la società deve pagare l’imposta sul reddito occorre innanzi tutto stabilire il luogo della residenza fiscale della società stessa, che in linea generale è dove si trova la sede della sua direzione effettiva. Pertanto, per seguire l’esempio di cui sopra, una “Limited” formata da soci italiani con sede legale nel Regno Unito ma amministrata effettivamente in Italia viene considerata fiscalmente residente in Italia. Tuttavia, nel caso in cui la società fosse effettivamente amministrata in Inghilterra, essa sarebbe assoggettata invece alla “Corporation Tax”, con notevole risparmio fiscale poiché tale tassa prevede per una cosiddetta “small company” (con fatturato cioè sino a 450.000 euro annui) una aliquota orientativamente del solo 20% ed a ciò si aggiunga che nel Regno Unito non esiste un’imposta simile all’IRAP. É evidente dunque che i vantaggi fiscali sarebbero consistenti, il tutto con la precisazione - ancora una volta - che l’intera operazione dovrà essere finalizzata all’utilizzo di strumenti giuridici riconosciuti nell’ambito del diritto internazionale privato e dall’ordinamento giuridico italiano e considerati come una risorsa per ampliare il proprio business all’estero, non già come un mezzo per aggirare gli obblighi fiscali. • * Avvocato Studio Legale Internazionale Zagamilaw

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Dieci anni senza Don

Guglielmo Il cavaliere del lavoro ha fondato una delle aziende più prestigiose della regione di Danilo Colacino

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l 5 maggio, data che evoca l’ode scritta da Alessandro Manzoni in onore di Napoleone Bonaparte una volta appresa della morte dell’imperatore corso convertitosi alla fede cattolica nella parte finale della sua esistenza, ricorrono i dieci anni dalla scomparsa di un insigne catanzarese, il Cavaliere del Lavoro Guglielmo Papaleo. L’industriale, esempio di lungimiranza imprenditoriale e di stile nei rapporti interpersonali, ha peraltro fondato la Caffè Guglielmo SpA (la sua “creatura” più amata), azienda entrata nel cuore dei cittadini del capoluogo, ma non solo, per l’eccezionale qualità della celebre bevanda prodotta. A don Guglielmo, come veniva comunemente chiamato in segno di affetto e di rispetto, sono stati giustamente assegnati una serie di premi e riconoscimenti, compresa l’intitolazione della squadra di calcio degli Amatori Borgia. Un segno tangibile, quest’ultimo, della

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simpatia popolare che l’illustre imprenditore (tifosissimo e per un paio di lustri, almeno, sponsor ufficiale del Catanzaro Calcio) ha saputo sempre riscuotere per le sue eccezionali doti umane. Qualità che colpiva prim'ancora della capacità di fare affari, garantendo benessere e occupazione a centinaia di persone. Don Guglielmo non era solo un abilissimo businessman. Era molto di più. Basti pensare al sostegno che garantì a tantissimi eventi e manifestazioni ludicoculturali svoltisi dagli anni Sessanta agli inizi del Duemila. Fu anche capace di creare il primo villaggio turistico del Paese in una perla dello Ionio quale l’incantevole Copanello (struttura d’eccellenza nel settore ricettivo che neanche a dirlo portava il suo nome, avendolo mantenuto pure successivamente al passaggio di gestione nelle mani di operatori economici esterni alla famiglia). L’avventura imprenditoriale di Guglielmo Papaleo - ma si potrebbe an-

Guglielmo Papaleo

che ricorrere a un termine enfatico come epopea - è lunga oltre 57 anni, essendo iniziata nell’ormai lontanissimo ’45. Anche se il compianto e indimenticato uomo d’affari comincia a lavorare già nel ’36 quando viene impiegato quale commesso-garzone in una bottega di generi alimentari del centro storico del capoluogo. Dopo una dura gavetta decide di aprire un piccolo negozio su corso Mazzini all’interno del quale colloca una macchinetta per il caffè, avviando qualche mese più avanti l’attività di produzione e vendita dell’apprezzatissima bevanda. Una mossa azzeccata,


business

che lo spinge ad ampliare i locali del suo esercizio allo scopo di permettere la degustazione ai consumatori. Un’idea che i clienti dimostrano subito di gradire moltissimo, tanto da far riscuotere un gran successo all’iniziativa. Ecco perché, già nel 1950, maturano le condizioni per l’apertura del primo bar Guglielmo. Nel ’52 un’altra tappa significativa nell’ascesa verso il consolidamento di una realtà industriale di assoluto rilievo, ovvero il trasferimento nel rione di Stratò dal quale parte la commercializzazione nell’intera provincia attraverso l’acquisto di curiosi automezzi pubblicitari a forma di caffettiera con tazzine. Si procede così a larghi passi verso la realizzazione della torrefazione di Catanzaro Sala, stabilimento composto da depositi doganali, reparto produzione ed uffici amministrativi. Corre il 1957 e, malgrado ci siano riscontri più che incoraggianti, di strada da fare ce n’è ancora parecchia. Arrivano gli anni Sessanta, quelli del boom e della ripresa soprattutto in un’Italia vogliosa di lasciarsi alle spalle gli stenti del secondo conflitto bellico mondiale e del lungo e tortuoso cammino del Dopoguerra, con una richiesta di caffè sempre crescente e un mercato esigente sotto diversi punti di vista. Ragion per cui nel 1968 viene dato impulso alla costruzione dell’attuale complesso industriale di Copanello Lido. Il decennio successivo si

apre con la prestigiosa nomina di Commendatore della Repubblica per Guglielmo Papaleo, datata 1970. Ma è nel ’72 che si celebra uno degli avvenimenti maggiormente significativi della luminosa carriera dell’imprenditore, vale a dire l’inaugurazione del nuovo stabilimento (il gioiello che segnerà la svolta nella produzione, mediante l’utilizzo di macchinari modernissimi) con la conseguente trasformazione dell’azienda in società per azioni.

Nel 1984 entra nel management il genero milanese di don Guglielmo, Roberto Volpi (attuale amministratore delegato), che porta lo spirito imprenditoriale del Nord, non snaturando però le radici e la tradizione della ditta. In questo periodo il fatturato cresce esponenzialmente. Nel 1985 viene sperimentato l’uso del primo computer, che ha il merito di consentire l’automatizzazione dei cicli produttivi e di favorire così nuove assunzioni. Nel 1986 il comm. Papaleo decide di innovare l'immagine aziendale, sostituendo il vecchio logo Gugliel-

mo Tell il quale colpisce il bersaglio con il marchio (in voga tuttora) a cui viene affiancato lo storico slogan “Il caffè che fa centro”. In tale fase si verifica anche l’ingresso nel Consorzio Torrefattori Bar e nella Sao Caffé. Nel 1997 don Guglielmo ottiene un altro meritatissimo tributo personale, ricevendo la croce di Cavaliere del Lavoro. Il suggello di un’escalation di trionfi conseguiti con l’impegno quotidiano e l’intelligenza nel compiere scelte felici, peraltro arrivato nel 50° “compleanno” dell’azienda. Occasione in onore della quale viene organizzato un megaparty con oltre 700 invitati tra clienti, fornitori ed amici. Il mezzo secolo d’attività è anche un crocevia, uno snodo fondamentale per un ideale passaggio di consegne nelle mani degli attivissimi e preparatissimi nipoti. Il primo dei quali a essere coinvolto nella conduzione del Gruppo è Daniele Rossi, adesso responsabile della comunicazione e pianificatore delle attività produttive, che per così dire anticipa di dodici mesi il cugino Matteo Tubertini, il quale si occupa ora del mercato estero e dell’import-export (settori di cui è il coordinatore). La storia di don Guglielmo, alla luce di quanto messo in rilievo, appare quasi leggendaria, spiegando e giustificando la commozione e il rimpianto per la perdita, anche a dieci anni di distanza, di una figura di tale levatura. •

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“Brooke e Ridge” a Cosenza per l’apertura di un nuovo punto vendita M Impero Couture

di Rita Macrì

oda ed Enogastronomia sono le carte vincenti del made in Italy nel mondo. Un binomio strategico su cui puntare per lo sviluppo dell’economia di due settori maggiormente rappresentativi delle qualità dei prodotti che ci invidiano all’estero”. Questo il commento di Filomena Greco, responsabile marketing della nota azienda di Cariati che produce vini e olio denominata “iGreco” in vetrina a Sanremo, che ha offerto i suoi prodotti di alta qualità ai divi della nota soap opera Beautiful, Ronn Moss e Katherine Kelly Lang, allacciando nella Città dei fiori un legame di amicizia con lo stilista Luigi Auletta che ha scelto i celebri attori americani come testimonial “

Filomena Greco (iGreco), brinda con il noto stilista della celebre maison Impero, Luigi Auletta: “Moda e food le carte vincenti per lo sviluppo del made in Italy” 72

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business del suo marchio “Impero Couture”. Filomena Greco e Luigi Auletta si sono di nuovo ritrovati insieme a “Brooke e Ridge” a Cosenza ospiti d’eccezione per l’apertura di una boutique nel centro della città bruzia, un nuovo punto vendita Impero Couture aperto dall’imprenditore Natalino Bosco, cosentino di quarantun anni con una lunga esperienza nel settore del fashion. Si tratta di un vero e proprio tempio del luxury che si sviluppa su uno spazio espositivo di centocinquanta metri quadrati dal design raffinato ed elegante nel quale sono protagoniste le collezioni della celebre maison Impero. Filomena Greco a margine dell’evento inaugurale ci ha raccontato la sua passione per la Calabria che la porta ad impegnarsi in una serie di iniziative che facciano della nostra regione un punto di arrivo e non di partenza, aprendosi ai mercati in un circolo virtuoso in grado di coinvolgere anche le istituzioni. «Non è più sufficiente fare conoscere il nostro territorio altrove, ma dobbiamo impegnarci tutti per farla apprezzare attraverso le sue qualità sconosciute. Noi imprenditori che abbiamo portato la Calabria nel mondo, abbiamo adesso il dovere di portare il mondo nella nostra regione. Sono grata a Luigi per aver portato anche in Calabria le sue creazioni nell’ambito di un progetto di franchising che entro quest’anno prevede l’apertura di ulteriori punti vendita in Italia e all’estero; gli dico grazie anche per la presenza in Calabria dei divi americani Ronn Moss e Katherine Kelly Lang i quali hanno potuto apprezzare i nostri tesori "made in Calabria"».

L’azienda iGreco: storia ultracentenaria La Famiglia Greco è da generazioni una famiglia di frantoiani proprietaria di centinaia di ettari uliveti e produttori di uva e di una vasta Tenuta viticola nel cuore della produzione del vino Cirò.
L'azienda è nata a Cariati (CS) in Calabria, sulla costa Jonica cosentina, a metà strada tra Sibari (CS) e Crotone (KR). Qui la cucina è un'arte e viene rispettata rigorosamente, nelle case come nelle aziende (per lo più a conduzione familiare), che si trasmettono da decenni antiche ricette e tecniche di produzione alla maniera casereccia. Filomena Greco nel corso di una breve intervista ci ha raccontato che tutto iniziò nel 1963 quando suo padre Tommaso avviò una piccola azienda di olio. Una passione che ha tramandato ai suoi 7 figli che oggi coltivano i loro poderi immettendo sul mercato 3 milioni di bottiglie di olio che vendono direttamente a 20 mila famiglie e nella grande distribuzione a Esselunga, Despar, Sidis e Auchan. Producono inoltre 380 mila bottiglie di vino annue “Igt Calabri”, frutto di vitigni autoctoni. I mercati di riferimento della iGreco da dove arriva il 30 % del fatturato sono Germania, Svizzera, Austria, Francia, Canada, e Usa. «Il nostro obiettivo imminente – ha precisato l’imprenditrice – è esportare le nostre produzioni anche negli emirati Arabi e in Europa dell’Est. Seguiamo tutta la filiera: dalla zolla al

Foto di famiglia

raccolto alla trasformazione secondo una tradizione preziosa e millenaria, tramandata dal mio papà, che si sposa però con l’alto livello tecnologico dei nostri impianti produttivi. Olio e vino sono i frutti migliori della natura che offriamo a quanti apprezzano sapori e colori unici al mondo, capaci di suscitare nell’animo percezioni d’indescrivibile leggerezza ma nel contempo un appagamento completo che riporta alla fluttuante storia di una regione benefica e lieve, tutta da vivere. Abbiamo per questa ragione scelto come motto di famiglia: Il senso della Calabria». A tal proposito Filomena Greco ha aggiunto: «Eredità di affetti, capacità di lavorare in gruppo, voglia di fare Azienda e Futuro, desiderio di coinvolgere il Territorio sono alcuni degli “ingredienti” principali con i quali la nostra azienda produce qualità ed esporta cultura e storia di un territorio. Un territorio nel quale l’impronta del tempo parla della nascita della ►

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business

civiltà, profuma di storia e di cultura, esprime sapori e colori unici al mondo; un territorio ricco di bellezze naturali e di una natura generosa che offre l’olio extravergine di oliva e i vini, bottiglie che racchiudono storie e fatiche ma anche entusiasmo e voglia di crescere. L’Azienda sposa la Storia e il Futuro in una sede che accoglie il visitatore in una struttura armoniosa, incorniciata da viti e da olivi, una fucina nella quale l’innovazione e la ricerca lavorano in sinergia con capacità e cura antiche. L’olio extra vergine d’oliva prodotto da culture autoctone e bio, non una scelta pedissequa di mode e business, ma una scelta di ‘rispetto’ per il cliente finale che merita non ‘un prodotto genuino’ ma ‘il Prodotto dell’esperienza’ e dell’innovazione ottenuto nel rispetto per le peculiarità del territorio. Le olive vengono raccolte con scuotitori meccanici e a mano e su-

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bito portate al frantoio dove troviamo due linee di estrazione a freddo, l’olio così prodotto, non filtrato, è immesso in grandi silos di acciaio in un locale buio a temperatura controllata e con decantazione naturale: ed è subito pronto per essere consumato. iGreco anche per i vini è fedele alla tradizione: i vitigni bio sono tutti autoctoni, quasi affondano le radici nella storia di Enotria, respirano i sentori del mare Jonio nutrendosi di ogni caratteristica del terreno madre, dell’acqua e delle cure di moderni operatori ricchi anche di sapienza antica. La lavorazione delle uve avviene attraverso una filiera cortissima, avvalendosi di attrezzature tecnologicamente avanzate e della consulenza degli enologi più prestigiosi, per portare sulle tavole degli italiani e degli intenditori di tutto il mondo, un vino originale e di altissima qualità, tratto esclusivamente

dai mitici vitigni autoctoni Calabresi: il Gaglioppo e il Greco Bianco». Tumà, Masino, Catà, Savù, Filù, Riticella, Sette Fratelli, sono le sette etichette per altrettanti gioielli della terra di Calabria: sette vini che portano i nomi della famiglia Greco. Alla Famiglia dei vini si sono aggiunte anche le “bollicine”: un Metodo Classico rosé da uve Gaglioppo e un Metodo Classico bianco da uve Greco Bianco. «Il cammino della nostra azienda – ha concluso Filomena Greco – è costellato di premi e riconoscimenti mai fini a se stessi, vissuti non come traguardi, ma come nuovi punti di partenza per migliorare costantemente la qualità dei prodotti. Il premio conforta la fatica e stimola l’impegno. In azienda si conduce una ricerca rigorosa di alto profilo scientifico, per portare sulle tavole dei consumatori prodotti di alta qualità capaci di accompagnare la cucina mediterranea e non, prodotti che esprimono qualità garantita da un sistema produttivo efficiente e moderno.Una famiglia, i Prodotti della Terra, il lavoro, una ‘filiera’ che trasmette un sentimento di affezione, quid prezioso non solo per raggiungere il cliente nelle sedi di residenza, ma una ‘filiera’ motivata e capace di raccogliere l’attenzione di tanti per coltivare insieme, anche qui in regione, “Il senso della Calabria” una pianta forte che insieme potremo far crescere e radicare. Un vino e un olio di qualità meritano di essere degustati nella terra d’origine per meglio comprendere non solo note olfattive e gustative, ma anche ‘note emotive!’». Una mission aziendale, quella dei Greco, che si pone fra gli obiettivi la conoscenza del territorio, per la quale i prodotti siano "ambasciatori di calabresità" capacità di attrarre in Regione quanti apprezzano Storia Ambiente e Qualità. •


Giornale delle IdentitĂ Territoriali

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cultura

Marco Mengoni, vincitore della 63esima edizione del Festival di Sanremo

Sanremo,

la festa di Mengoni culmina con il premio di Michele Affidato 76

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cultura

Il prezioso riconoscimento realizzato dal maestro orafo crotonese raffigura la lira, l’antico strumento musicale a corde, che Affidato ha realizzato con la tecnica della foglia d’oro su una pietra di agata da geode e sulla quale sono incisi i loghi di Casa Sanremo e Radio Italia Michele Affidato insieme al conduttore e direttore artistico del Festival Fabio Fazio

di Rita Macrì

C

asa Sanremo, il salotto che nella settimana del Festival ha ospitato gli eventi collaterali ufficiali nella Città dei fiori, è stata la location ideale per mettere in vetrina alcune delle eccellenze Made in Calabria. L’ultima sera siamo stati ospiti di una cena di gala interamente organizzata dal noto imprenditore e chef Enzo Barbieri di Altomonte. Gli invitati hanno potuto degustare alcune prelibatezze della cucina calabrese apprezzandone le materie prime di qualità come i vini e l’olio dell’azienda iGreco, i gelati della Callipo, la liquirizia di Amarelli, i liquori di Moliterno.

La festa di Marco Mengoni, vincitore della 63esima edizione del Festival di Sanremo, iniziata sul palco dell’Ariston al momento della proclamazione, è proseguita nella notte tra sabato 16 e domenica 17 febbraio a Casa Sanremo dove i festeggiamenti sono culminati nel momento della consegna al vincitore della kermesse del premio realizzato da Michele Affidato per Casa Sanremo e Radio Italia. Il prezioso riconoscimento realizzato dal maestro orafo crotonese raffigura la lira, l’antico strumento musicale a corde, che il maestro ha realizzato con la tecnica della foglia d’oro su una pietra di agata da geode e sulla quale sono incisi i loghi di Casa

Sanremo e Radio Italia. Sono stati momenti di profonda gioia e commozione quelli che Affidato ha condiviso col grande Marco Mengoni a Casa Sanremo, dove si è brindato a lungo per la vittoria del giovane ma affermato artista. Tanti altri i momenti da incorniciare, durante l’intensa settimana sanremese, per il maestro che ha realizzato anche i premi per il più longevo evento collaterale del Festival. Si tratta del premio AFI (Associazione fonografici italiani), giunto alla 61esima edizione, nell’ambito del quale, cadenzate nell’arco della settimana, si sono tenute le premiazioni di artisti, giornalisti, ►

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cultura

I bassorilievi in argento realizzati a mano dal maestro orafo Michele Affidato, su cui è sbalzato a rilievo un grammofono, il logo AFI, sono andati ai grandi protagonisti di questo festival

produttori impegnati nel mondo della musica e nella storia del festival. I bassorilievi in argento realizzati a mano da Michele Affidato, su cui è sbalzato a rilievo un grammofono, il logo AFI, sono andati ai grandi protagonisti di questo festival, come il conduttore e direttore artistico Fabio Fazio, Simone Cristicchi, i Modà, Maria Nazionale e Antonio Maggio, vincitore della sezione “Sanremo giovani”, ma anche ad artisti che appartengono alla storia di Sanremo, come Toto Cutugno, ospite di questa edizione insieme all’Armata rossa, con cui ha canta-

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to “L’italiano”, i Ricchi e poveri, che nella città dei fiori si sono purtroppo trattenuti molto poco per via della tragedia che ha colpito Franco Gatti, e Al Bano, per il quale ricevere opere del maestro Affidato, come ha fatto notare lui stesso, è diventata un’abitudine. Rivolgendosi affettuosamente all’orafo ha esclamato “questo è il terzo premio che fai per me!”. Tutti ricorderanno quello che Al Bano ricevette nel 2011 sul palco dell’Ariston, durante la serata dedicata ai festeggiamenti del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Affidato realiz-

zò un prezioso Stivale in foglia d’oro, diamanti e pietre preziose che andò a “Và pensiero”, del “Nabucco” di Verdi, incoronata canzone più rappresentativa della storia della musica italiana ed interpretata, quella sera, proprio dal cantautore pugliese. Tra i premi consegnati dall’AFI, infine, un riconoscimento a Luca Dondoni, critico de “La Stampa”, che pochi istanti dopo aver ricevuto il bassorilievo ha inserito la foto dell’opera di Affidato sul social network Twitter per condividere la sua gioia con gli amici. L’Associazione fonografici italia-


cultura

ni non ha dimenticato di ricordare un artista calabrese eccezionale, come Mino Reitano, cui è andato un premio alla memoria e tante altre sono state le eccellenze della musica italiana omaggiate con le creazioni del maestro orafo crotonese che ancora una volta ha impreziosito, con la sua arte, l’evento più popolare e mediatico della musica e della cultura italiana. •

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hi-tech

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SONY Xperia™ Z Lieti di presentarti lo smartphone full HD progettato con una precisione senza eguali Specifiche Ecco alcune delle caratteristiche e funzioni principali • Fotocamera Exmor RS da 13 megapixel • Zoom digitale 16x • HDR per foto e video • Flash/LED pulsato e illuminatore • Fotocamera anteriore 2 MP • Videoregistrazione HD (1080p) • Stabilizzatore di immagini • Rilevamento sorriso • Display e design 5", 1920 x 1080 pixel, TFT con 16.777.216 colori Sony Mobile BRAVIA Engine 2 • Scratch-resistant, shatter proof sheet on mineral glass • RAM: 2 GB • Memoria flash: fino a 16 GB • Slot espansione: scheda microSD™, fino a 32 GB • UMTS HSPA GSM GPRS/EDGE LTE • Tecnologia senza fili Bluetooth 4.0 • Supporto micro USB • Supporto per USB 2.0 ad alta velocità • Funzionalità Wi-Fi e WiFi Hotspot

Fujifilm FinePix XP200

fotocamera rugged da 16 megapixel La nuova arrivata è la FinePix XP200, dotata di un sensore CMOS da 16 megapixel con stabilizzatore dell’immagine CMOS Shift Image Stabilization. L’obiettivo è un FUJINON 28-140mm, con zoom ottico 5x e zoom digitale Intelligent Digital Zoom 10x. XP200 offre una protezione contro i liquidi, essendo capace di resistere fino a 15m di profondità, contro gli urti, grazie alla resistenza certificata per cadute da 2m di altezza, contro le basse temperature (fino a -10°) e contro la polvere. Oltre alle normali modalità di scatto ne sono presenti due a scatto continuo, una funzionante a 10fps a piena risoluzione, l’altra a 60fps; Video: la risoluzione massima è 1080i a 60fps, ma è anche possibile effettuare riprese in slow motion a 240fps. Lo schermo montato sul retro è un’unità da 3" con trattamento anti-riflesso e regolazione automatica della luminosità, dotato di una risoluzione pari a 920.000 punti. Il Wi-Fi integrato permette di trasferire foto e filmati a smartphone, tablet e computer, oltre che a condividere gli scatti sui social network. XP200 sarà disponibile a partire dal mese di Maggio, nei colori nero, giallo, blu e rosso, al prezzo di 300 Dollari, pari a circa 231€. www.fujifilm.com

80

http://www.sonymobile.com/it numero 1 - 2013

Le notizie e le immagini sono state estratte dai siti di riferimento

da € 639,00


Taranto

Melilli (SR)

Marcellinara (CZ)

Orciano Pisano (PI)

Non tutto va male in Calabria La Cal.Me Cementi SpA, società del gruppo Speziali ringrazia i suoi 250 collaboratori per l’insostituibile contributo che nel corso degli anni ha permesso il raggiungimento di risultati sempre crescenti. Evoluzione tecnologica, ricerca ed eccellenza sono da sempre i punti cardine della “mission” aziendale. Importanti società impegnate nella realizzazione delle grandi opere, come il tratto autostradale A3 Salerno-Reggio Calabria, hanno mostrato vivo apprezzamento per la proficua collaborazione avuta con i tecnici Cal.Me SpA. Ciò ha consentito la produzione di calcestruzzi di straordinaria qualità. Nella consapevolezza dell’assoluto valore del capitale umano, la Cal.Me SpA affronta il futuro forte della solidità e compatezza della propria struttura societaria. Perché in fondo…. “C’E’ UNA CALABRIA CHE PRODUCE”

www.calme.it


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e s e r p m i e l r e p z BPMez ezzogiorno: del M garantito impeuegfinnano arantiti . g i t n e m a zi , innovare

D , , crescere e o territorio r u a s t l r e d o ri p o s it per e li imprend , studiati per oraggia g

ne e inc u misura pre sostie oluzioni s s m e e s i iende. c a a d ic z ff z izi e lle loro az BPMe rv e e d s a o it d c n s e il 10%, i cre pon ort supera p e lo fa pro celerare i processi d x e to ttivo ra ttu ac anno lʼobie h in cui il fa e io h c risolvere e c n , a E il C b on un ranzia SA imprese c nti con Ga e m ia z n Oggi, alle a titi ziende. n po delle a ropone i fi menti assis ia z n a n fi i BPMezz p il processo di svilup ropone llo Stato re , BPMezz p ), garantiti quindi da e c e di sostene v in , e pres /96 e Medie Im bblica (ex legge 662 resa. u Alle Piccole P ʼi na ti dell mp ranzia n a e G i m d ti ovarci in u s o e tr d v a in e li it g n a e dal Fon àe mpia per voi, v ti allʼattivit lʼintera e a , nto che fa e re m ta e finalizza ia lu z a n v a e el fin cere zione usufruire d otrete anche conos ellʼinternazionalizza p Per potere d e o v e filiali, do i a sostegn rese. delle nostr anziamenti e serviz elle imp fin sviluppo d o ll e gamma di d e te corren dellʼattività ! mo Vi aspettia


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