Rivista Arti Marziali Cintura Nera 325 Dicembre 2 parte

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Le tecniche di Chin Na richiedono uno studio approfondito non solo delle articolazioni del corpo, ma anche dell'Anatomia in generale. Chin significa "cattura" e Na significa "controllo". Quindi possiamo dire che Chin Na sono quelle tecniche di presa, pressione e dislocazione, per le quali possiamo controllare il nostro avversario in una situazione di difesa. Le tecniche Chin Na di Shaolin sono utilizzate per neutralizzare o interrompere un attacco. Anche se le sue origini risalgono praticamente alla fondazione stessa del Tempio Shaolin, è ben noto che già durante l'ultima dinastia cinese, le tecniche di Chin Na erano molto popolare fra la popolazione in generale, ed è stato in quell'epoca che le tecniche di cattura e di controllo hanno vissuto il loro momento del boom e di espansione. La pratica di Chin-na dovrebbe essere fatta ponendo una maggiore enfasi sullo sviluppo del controllo e la sensibilità richiesta per lasciare un attaccante indifeso da alcuni dei 5 principi di Chin Na: Strappare il muscolo o il tendine, Posizionare le ossa in modo incorretto, Bloccare o tagliare la respirazione, Bloccare una vena o un'arteria, Pulsare un canale di Qi.

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“Il primo passo nella disciplina è posporre le gratificazioni” Sensei Richard Kim l contrario di quello che le nostre fantasie giovanili onnipotenti ci vogliono far credere, nella vita non potremo con tutto. La vita t’insegna i tuoi limiti e se anche molti di essi una volta conosciuti possono, con molto sforzo e successo, arrivare a essere superati, molti altri semplicemente non lo saranno, sia perché con essi non si può, sia semplicemente perché lo sforzo non vale la pena. Nessuno ci prepara e nemmeno ci avvisa di questa realtà! Al contrario, tutto nella cultura e letteratura ottimista, fomenta le illusioni e aizza la convinzione che tu puoi tutto, che tutto è possibile, che non ci sono conti da pagare per le nostre scelte. Gli schiaffi sono tremendi, non solo per il colpo in se stesso che spesso non è così grave (oppure si!), ma piuttosto per la sorpresa e il turbamento, cioè per come lo vive chi era incapace di sospettare almeno la possibilità del fallimento. Non sono poche le volte che nulla di più può essere fatto che sopportare, perché per reagire correttamente, dove non arrivano la forza né la saggezza (che è una buona parte!), arriverà solo la sopportazione. La disciplina è allora uno strumento insostituibile, perché in questo tema, come in tanti altri, si possono accumulare riserve nella propria "banca interna" mediante l'allenamento. Ogni disciplina comincia con un atto di volontà; quando questo atto si focalizza intenzionalmente e coscientemente, si trasforma in un proposito. Quando il proposito si trasforma in abitudine, siamo disciplinati. La disciplina ti permette di sopportare quando non c'è più risorsa che questa, ma anche concentrarti sull'obiettivo quando tutto sta andando così bene, momento in cui le forze dell'inerzia e le distrazioni accecheranno persistentemente i tuoi propositi. Un momento chiave nell'adozione di ogni disciplina è quello del suo inizio. Comprendere la necessità di una trasformazione, ci porta sempre alla convinzione che questa deve avere luogo attraverso un cambiamento di abitudini e ogni cambiamento richiede disciplina. Per quanto profondo che sia il proposito o la convinzione di portare avanti la necessaria trasformazione, una parte di noi si ribellerà davanti ad essa e lo farà con la stessa violenza con la quale si sente minacciata quella parte di noi stessi, per quanto sia la cosa più vile, abietta, orribile o miserabile di noi. Una volta che avevano deciso di accedere ai cicli di trattamento di recupero del mio amico Sánchez Barrio, i tossicodipendenti che frequentavano quei ritiri spesso si sparavano una dose "di addio". Quel buco era molto più drammatico e distruttivo che nessun altro perché, malgrado avessero visto una luce alla fine del tunnel e deciso di accorrere alla ricerca di aiuto, scoprivano in questo modo la poca forza che avevano per attraversarlo e quanto poco potevano fidarsi di loro stessi. La disciplina, quando smette di essere un'abitudine per integrarsi come parte del nostro essere, ci fa paradossalmente più liberi. Questo è possibile solo attraverso la conquista della moderazione, combinata con la re-spontaneità, cioè, la spontaneità che passa attraverso il setaccio della "vera volontà". Fare quello che veramente vogliamo, fare la nostra vera volontà, è una delle questioni più difficili nelle nostre vite.

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Primo, perché capire tale cosa richiede una profonda conoscenza di se stessi. La difficoltà proviene dal fatto che il nostro ego tende a identificarsi con gratificazioni passeggere o con stimoli circostanziali, generalmente uniti a stili di vita o abitudini, la cui unica virtù è che sono conosciuti, e si sa che, benché aneliamo allo sconosciuto, desideriamo solo il conosciuto. Molte di queste abitudini sono semplici forme di fuga dal dolore, trucchi che producono un sollievo momentaneo e per un periodo limitato, ma che non risolvono il problema che li genera. I classici della medicina tradizionale dicevano che tutto quello che allevia il sintomo, accentua la causa, perché l’uno e l’altra sono opposti e complementari. Affrontare e guarire il nostro dolore più profondo non si fa da un giorno all’altro, ma, questo sì, ogni giorno ci avviciniamo o allontaniamo dalla sua soluzione grazie alle scelte che adottiamo, ed è qui che la disciplina è di grande aiuto. Tuttavia, una volta trovata la via di fuga, si genera facilmente la dipendenza. Il corpo diventa allora uno strumento di consapevolezza indispensabile, perché sempre ci dirà se tale strada contribuisce alla nostra crescita individuale e quindi è qualcosa di positivo, o, al contrario, è un semplice trucco di prestidigitazione dell'ego. Se non siamo svegli, alla fine lo farà attraverso la malattia e il dolore, perché la reiterata ripetizione di uno schema di fuga crea sempre un inquinamento funzionale che ha il suo prezzo. L'ego insiste dicendoci continuamente “è che io sono così!” e finisce con “è che nessuno mi comprende”... molti “è che” e “però” per una stessa e sola miserabile manovra, la fuga. Come dice però la madre del mio amico Antonio Cruzado: “La realtà è molto cocciuta” e alla fine ci aspetta all’angolo successivo con raddoppiata potenza. La disciplina ben compresa è di conseguenza, uno strumento dell'Io superiore, dell'Io nucleare, quello che permane attraverso i cambiamenti delle nostre vite, cercando di manifestarsi. La disciplina ci consente di contribuire a modulare i cambiamenti, girando il timone nella direzione del vero porto che anela la nostra anima. Tuttavia, la disciplina richiede tenacia e perseveranza, due virtù estranee e contrarie al superficiale edonismo che controlla l’ HYPERLINK "http://www.dizionariosinonimiecontrari.eu/parole/sinonimi /ordinario/111373" ordinario della gente di oggigiorno. Se non è divertente ... non è buono! Se non produce sollievo immediato, perché sforzarsi nel proseguire? Se a questi atteggiamenti uniamo l'onnipresente soggettivismo e relativismo vitale che dominano il pensiero attuale, il panorama si fa cupo, poiché senza una certa dose di convinzione e comprensione, primo passo per il cambiamento cosciente, ogni manovra di trasformazione o metamorfosi sarà soggetta al fallimento. Saremmo davanti ad una situazione di reazioni a catena negative, un ciclo perverso distruttivo: per cambiare è necessaria tempra e per avere tempra è necessaria la disciplina, ma senza disciplina non c'è cambiamento possibile. Che cosa fare allora? Siccome tutto il mondo è talmente debole e delicato che non resiste a un semplice spintone (a volte devo mettermi in punta di piedi nella vita...), sembra che non rimanga altro che l'astuta arguzia servita con la più squisita acutezza. Bene, quando non si può colpire direttamente un obiettivo, sia per mancanza di

Traduzione: Chiara Bertelli


forze, sia per eccesso di conflitto, bisogna utilizzare “l’avvicinamento indiretto”. Nel trattare un polo agiamo sempre sull'opposto, in questo modo possiamo continuare a modulare il cambiamento, mettendo quello che manca in positivo, togliendo quello che è in eccesso e negativo. L'unica via di cura o crescita è la via naturale. Nella medicina Orientale, nell'analisi dei cinque elementi sono descritti mille modi che qualcosa vada male, ma solo uno che vada bene. Questo ciclo è chiamato "ciclo creativo"; tutti gli altri, tracimazione, distruzione, difetto, eccetera, sono relazioni perfide e squilibranti del Chi. L'unica maniera in cui qualcosa vada bene è che segua la sua natura e la natura delle cose è che crescano e si manifestino attraverso i loro frutti. Risulta che, sebbene siamo qualcosa di più complicato di un melo, questa dimostrazione per assurdo del senso della vita, resiste a ogni sensata critica. La felicità, di là di questa idea bavosa di cui consacra la cultura attuale, è semplicemente il tirar fuori tutto quello che portiamo dentro e compiere il nostro destino più positivo; in tale lavoro, e questo è il gran paradosso, veniamo sempre per dare al modo quello che non abbiamo e, in questo modo, realizziamo il nostro sogno. Il potere immenso della via della consapevolezza trascende le ideologie, i cicli, le mode ed i tempi. Durante il tragitto verso la consapevolezza d’essere, scopriamo gli strumenti di cui abbiamo bisogno per raggiungere gli obiettivi. È quasi come in uno di quei videogiochi nei quali il protagonista va su ogni livello, guadagnando armi o abilità che gli permetteranno di lottare nella fase successiva. La vita ci mette sempre davanti ciò di cui abbiamo bisogno per continuare a crescere, anche quando tali situazioni potrebbero sembrarci incomprensibili. Tutti siamo passati per cicli distruttivi, epoche in cui la bussola non trovava il Nord; tempi d’inquietudine, di dolore o confusione. È naturale che così sia, perfino il più avvezzo dei Guerrieri conosce il sapore della sconfitta; ciò che lo differenzia di fronte all'uomo comune è che egli non si accontenta, né si rassegna; riunisce le sue forze, cura le sue ferite e ritorna al combattimento, ma con la lezione ben appresa. Persistere nell'errore, coltivare lo sproposito, vivere in una continua fuga, non calmerà mai questa nostra profonda ferita, sia quella che sarà; anzi, lo farà il guardarla faccia a faccia senza rancore, per così togliere il suo potere su di noi, con l'avidità di chi ama intensamente la vita, col potere di chi conosce il suo miglior destino. Vuoto e senza potere il nostro nemico interno cadrà così sconfitto, senza acredine, né drammaticità e tutto nel mondo esterno si riadatterà alla grandezza di questo cambiamento, arrendendosi senza condizioni davanti a chi si impadronisce così del proprio destino. Per poter percorrere a testa ben alta questa terra, verso il nostro maggiore proposito, la disciplina (per tanto che abbia brutta fama ai nostri giorni nei quali il principio maschile o di autorità è molto maltrattato), è un risultato ed uno strumento insostituibile e forse per questo, oggi più che mai, le strade marziali o qualunque altra che implichi corpo, emozione e mente in un solo atto di presenza nel qui e ora, sono un tesoro insostituibile. Le manovre di fuga sono sempre inutili, perché in questo mondo paradossale, quello da cui fuggiamo è proprio quello che troviamo. Non importa dove vai, quello che va là, sei sempre tu! E nel tuo zaino viaggiano con te le tue virtù e le tue miserie. Inoltre, ogni routine di fuga genera una perdita di potere personale; ogni sforzo sostenuto nella direzione adeguata, accresce il nostro potere personale. Senza la forza della disciplina, non potremo raggiungere i nostri sogni; per questo, sul cammino del Guerriero è ben conosciuto il precetto “senza potere personale nulla è possibile” e il cammino della crescita richiede molto sforzo sostenuto. Al contrario, per seguire il cammino involutivo, sempre distruttivo e quindi sterile, basta solo lasciarci portare e scendere per lo scivolo delle nostre facilitazioni, paure e affetti e identificandoci con essi. Come nel caso dell'energia nel ciclo dei cinque elementi, la direzione di crescita è solo una e sempre la stessa, per tutti e per Tutto: in avanti, verso l'alto, verso l’interno e alla fine, verso il Tutto. Non c’è simile soddisfazione, né pienezza, nel seguire la via naturale; questo è il premio, una gratificazione costante, temprata, profonda e intensa che può accompagnarci ogni giorno, sempre più frequentemente e per una vita piena e feconda. Quando le fantasie onnipotenti del tuo lato più giovanile, ribelle e viziato ti spingono a mettere in discussione il tuo cammino col cuore o le ragioni della tua disciplina, ricordati! Connettiti con quella sensazione poderosa, quello spazio nel quale la calma è il premio, dove la quiete è piacevole, nel quale l'Io nucleare guarda dal suo centro davanti a lui come sfilano le immagini del cambiamento, senza giudizi, senza dolore, serenamente, per così, finalmente, nei versi del poeta: "E nel crepuscolo ..., stanco e dolente il corpo, piena e temperata l'anima, arrendersi nelle braccia della notte."




Tempio di Shaolin SHAOLIN LUOHAN SHIBASHOU Quando cerchiamo di indagare attraverso i testi antichi del tempio Shaolin circa la forma Luohan Shi Ba Shou, troviamo che tutti segnalano la sua origine nei tempi di Bodhidharma (Damo), che è stato il padre e fondatore del Buddhismo Chan o Zen. Si dice che dopo aver creato lo Yi Jin Jing (trattato di muscoli e tendini) e lo Xi Sui Jing (Chi Kung lavaggio del midollo osseo), Bodhidharma abbia sviluppato una serie di movimenti che sono stati denominati Luohan Shi Ba Shou, o le 18 mani di Luohan, e costituiscono i primi movimenti di Shaolin Kung Fu. Anche se questa storia non è stata confermata al cento per cento, secondo il Shaolin Quan Pu (少林 拳 谱), uno dei più antichi libri Shaolin, durante l'antica Dinastia Sui i monaci guerrieri di Shaolin svilupparono una serie di movimenti per i monaci in meditazione. I movimenti erano molto semplici e sono stati scelti in base alle 18 statue di Luohan, da cui il nome di Luohan Shi Ba Shou (18 mani di Luohan). Entrambe le storie, anche se lontane nel tempo, coincidono in che gli esercizi sono stati creati per i monaci in meditazione in modo da poter esercitare e imparare a difendersi. Testo: Sifu Bruno Tombolato Foto: © Alfredo Tucci. www.budointernational.com


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“Si dice che dopo aver creato lo Yi Jin Jing (trattato di muscoli e tendini) e lo Xi Sui Jing (Chi Kung lavaggio del midollo osseo), Bodhidharma abbia sviluppato una serie di movimenti che sono stati denominati Luohan Shi Ba Shou, o le 18 mani di Luohan, e costituiscono i primi movimenti di Shaolin Kung Fu.�


Tempio di Shaolin

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el corso del tempo questa forma è stata gradualmente sviluppata fino alla dinastia Tang, in cui già si era evoluta a 36 movimenti. Alla fine della dinastia Song e l'inizio della dinastia Yuan, il monaco Jue Yuan e il monaco Qiu Yue e altri monaci svilupparono 173 mosse di più. Il suo stile è particolare ei suoi movimenti sono continui, le tecniche di difesa e contrattacco sono chiaramente visibili, ed è una delle forme standard che insegnano i Maestri nel Tempio di Shaolin. Oggi possiamo trovare diverse versioni della stessa forma e questo è dovuto al gran numero di scuole che sono emerse negli ultimi anni; anche se la base è la

“Nel corso del tempo questa forma è stata gradualmente sviluppata fino alla dinastia Tang, in cui già si era evoluta a 36 movimenti.”


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Tempio di Shaolin


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Tempio di Shaolin stessa, alcuni movimenti possono variare a seconda del lignaggio, il Maestro, ecc In precedenza, il Tempio Shaolin in Songshan è stato diviso in quattro famiglie per una migliore gestione del Monastero, giacché la sua estensione era molto più ampia di quella che conosciamo oggi. Tutte queste famiglie praticavano il Kung Fu, ma ognuna aveva le sue proprie caratteristiche indipendentemente che vivessero all'interno dello stesso tempio. Ad esempio, il Shaolin Luohan Shi Ba Shou della famiglia della Porta Ovest non era la stessa di quella della Porta Sud, e la stessa cosa succedeva con molte altre forme. La forma

Shaolin Shi Luohan Ba Shou è riuscita ad arrivare ai nostri giorni attraverso l'eredita trasmessa da Maestri a discepoli, e possiamo dire che, per gli appassionati del Kung Fu, la sua conoscenza e pratica hanno un valore inestimabile.

Caratteristiche La Shaolin Shi Luohan Shou Ba è una delle forme essenziali di mano vuota nel Tempio Shaolin e una delle più praticate. All'interno della forma troviamo movimenti reali e irreali, difensive


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“Oggi possiamo trovare diverse versioni della stessa forma e questo è dovuto al gran numero di scuole che sono emerse negli ultimi anni; anche se la base è la stessa, alcuni movimenti possono variare a seconda del lignaggio, il Maestro, ecc”



Kung Fu e offensive, colpi di pugno, di palma e doppia palma, che trasformano la Luohan Shi Ba Shou in una forma eccellente sia per praticanti avanzati e principianti, in quanto le sue caratteristiche abbracciano le radici dell'autentico Shaolin Kung Fu. Se continuiamo ad analizzare la forma, troveremo che, attraverso l'allenamento quotidiano, saremo in grado di sviluppare una base che ci servirà per praticare altre forme più complesse di Shaolin. Le posizioni che

“La Shaolin Shi Luohan Shou Ba è una delle forme essenziali di mano vuota nel Tempio Shaolin e una delle più praticate.”



“Per raggiungere la perfezione nei movimenti bisogna essere costanti nella pratica della forma, poiché pur essendo una forma breve, non è priva di difficoltà.”

compongono la Luohan Shi Ba Shou sono Ma bu, Bu gong, Xu bu, Du li bu e Ding bu, che si ripetono in tutta l'esecuzione. Per raggiungere la perfezione nei movimenti bisogna essere costanti nella pratica della forma, poiché pur essendo una forma breve, non è priva di difficoltà. Abbiamo bisogno di lavorare il nostro coordinamento e l'agilità in particolare negli spostamenti da una posizione all'altra. Un'altra caratteristica importante che non dobbiamo trascurare è l'uso dello sguardo nella pratica ed esecuzione della forma; è di vitale importanza che i nostri occhi seguano costantemente le nostre azioni, colpi, blocchi, cambiamenti di posizione, ecc. Oggi è normale vedere molti praticanti che non riescono a collegare correttamente lo sguardo con le azioni che stanno facendo. La Luohan Shi Ba Shou è una forma che contiene diversi cambi di direzione e di altezza, e colpi da un lato e l'altro, quindi se non seguiamo esattamente con lo sguardo tutte le nostre azioni, non saremo in grado di padroneggiare non solo questa forma, bensì tutte quelle che alleniamo.


Tempio di Shaolin “La forma più praticata nello stile Shaolin e le sue applicazioni. con uno dei più grandi maestri del nostro tempo.”


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Fu Shih Kenpo


Grandi Maestri

RIMORSI “I grandi uomini si distinguono per I piccoli dettagli nel corso della sua esistenza.” Guidavo una macchina attraverso le montagne di Tenerife. Eravamo molto vicini al Teide. Il Teide (in Guanche e originariamente Echeyde o Echeide) è un vulcano situato sull'isola di Tenerife (Isole Canarie, Spagna). Con un'altezza di 3.718 metri sul livello del mare e 7.500 metri sul fondale oceanico, è la vetta più alta della Spagna, quella di qualunque terra che sia stata emersa dall'Oceano Atlantico e il terzo vulcano più grande del pianeta dalla sua base sul fondo dell'oceano, dopo il Mauna Kea e il Mauna Loa, entrambi sull'isola di Hawaii. L'altezza del Teide rende anche l'isola di Tenerife la decima più alta in tutto il mondo. Con me viaggiava un amico e studente che aveva deciso di fuggire dalla sua agitata routine imprenditoriale a Saragozza. Un paio di mesi prima, la sua bella fidanzata con la quale coabitava, gli aveva spezzato il cuore. Lei aveva deciso di fare un passo indietro, o forse riavviare la sua vita sentimentale e professionale. Io conoscevo ad ambedue e mantenevo un rapporto d'amicizia e di dialogo a distanza tramite Facebook, email o telefono. Di tanto in tanto ci ritrovavamo qui a Madrid o La Coruña.


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Grandi Maestri Tutti (o quasi tutti) sappiamo che cercare di interferire nelle relazioni intime degli altri, non è solo "sconsigliabile", ma puoi addirittura finire il peggiore dei tre. Quindi, essendo consapevole della certezza di una tale affermazione, avevo cercato di dare a entrambi alcuni avvisi o suggerimenti con il buon proposito di aiutare loro a rifare quella illusione e i sentimenti che un giorno c'erano nati per unirli in qualche modo. Poi, quando ero quasi certo che non c'era niente da fare e che una delle parti "era abbastanza chiara e completamente sicura di quello che stava facendo", ho scelto di rimanere fuori. Avremmo potuto continuare essendo amici tutti e tre, ma era anche molto chiaro, almeno per me, che sarebbe lui chi rimarrebbe essendo mio amico, e non lei, che era stata effettivamente nella mia vita a causa del mio rapporto con lui , e non per se stessa. RubÊn sapeva che stavo per trascorrere le mie vacanze estive nelle Isole Canarie, e piÚ concretamente nel sud di Tenerife, dove io avevo vissuto in pasato per circa 6 anni. Allora mi ha chiesto se poteva venire con me per l'isola. Aveva


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Grandi Maestri bisogno di scappare, di andare via, di vivere nuove esperienze e tentar di dimenticare i momenti amari che aveva vissuto nella sua città, Saragozza. Ed è così che nei primi giorni sulla bellissima isola, abbiamo festeggiato il compleanno di un'amica, Vanesita Linda (il 15 agosto 2010) a Santa Cruz, nel nord di Tenerife, e il giorno dopo il mio compleanno, agosto 16. Abbiamo anche condiviso col mio amico Jaime Falero, attore e regista di azione. Passarono i giorni tra sole, mare, montagne, viaggi e celebrazioni diverse con amici ed amiche, persone fantastiche che avevo incontrato nei miei anni precedenti di residenza a Tenerife. Così, in quel giorno, avevo deciso di portare mio amico al famoso vulcano Teide, che fa parte del Parco Nazionale del Teide, dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità, il 28 giugno 2007 a Christchurch (Nuova Zelanda). Questo parco è anche una zona naturale protetta nella categoria di Monumento Naturale che racchiude il complesso vulcanico Teide-Pico Viejo, un grande stratovulcano del tipo vesubiano che rimane ancora attivo sulla scia delle eruzioni storiche avvenuta non molto tempo fa (l'ultima è stata quella di Narices del Teide, nel 1798) e le fumarole che emette regolarmente dal suo cratere.

Il fatto è che noi eravamo chiacchierando animatamente delle nostre cose mentre ammiravamo la bellezza naturale della strada, quando all'improvviso, un cane di colore marrone che si trovava quasi nelle ossa, è apparso correndo tra le rocce vulcaniche. Il povero animale si è avventato sulla strada guardando la nostra machina con gioia e speranza negli occhi. È stato qualcosa di totalmente inaspettato, ma fortunatamente sono riuscito a evitare di investirlo con la macchina, mentre ho cercato di non perdere il filo della conversazione col mio amico. Abbiamo continuato lungo la nostra strada. Il mio amico era molto entusiasta del suo soggetto e, non volendo interromperlo, ho continuato a guidare mentre ho guardato indietro attraverso lo specchietto retrovisore e gli specchietti laterali. I battiti del mio cuore mi hanno costretto a rallentare, mentre ho continuato a cercar di visualizzare quel disperato piccolo cane sulla strada. A un dato momento, ho deciso di interrompere il suo Abbiamo continuato lungo la strada. Il mio amico era molto entusiasta del suo soggetto e, non volendo interromperlo, ho continuato a guidare mentre ho guardato indietro attraverso lo specchietto retrovisore e gli specchietti laterali. I battiti del mio cuore mi hanno costretto a rallentare, cercando ancora una volta di vedere sulla strada quel disperato piccolo cane. A un dato momento, ho deciso di interrompere la suo chiacchierata chiedendogli se non avesse visto quello che io avevo visto. - Cosa? - Mi ha chiesto. - Quel piccolo cane che è apparso improvvisamente tra la lava e si è precipitato alla strada - ho risposto. Lui, un po' turbato, ha detto: - Beh, sì, credo di aver visto un cane che era là fuori... ma non ho prestato molta attenzione.


Fu Shih Kenpo Profondamente preoccupato dentro me, gli ho detto: - Dovremmo tornare a prenderlo. È chiaro che qualche mostro senza cuore gli ha abbandonato in questo deserto arido. Quel povero cane è davvero magro. E sentendo la nostra macchina è corso verso il nostro incontro con la speranza di ricevere il nostro aiuto. - E cosa facciamo con lui? - Il mio amico mi ha chiesto. - Beh, in questo momento non lo so, ma possiamo almeno prenderlo e portarlo a un centro di accoglienza. Non lo può portare a Madrid con me - gli ho detto - perché io sono sempre in viaggio e non potrei prendermi cura di lui in modo adeguato. Quindi, abbiamo continuato allontanandoci per la strada. Realmente non ho più visto il cane attraverso gli specchi della vettura. Ma è anche vero che durante le ore che hanno seguito a questi fatti, non sono riuscito a concentrare la mia attenzione su qualcos'altro che non fosse un profondo dolore e rimorsi di non avergli assistito. Sono passati due anni e mezzo da allora, e spesso mi ricordo di quella "tenera immagine di un povero cane disperato sulla strada, chiedendo aiuto con i suoi occhi luminosi, pur esprimendo la gioia di avvistare la nostra macchina". Ho raccontato questo passaggio della mia vita in diverse occasioni. Ho pregato per lui. Ho chiesto a lui e a Dio il suo perdono per la mia stupida reazione e congetture; per non essermi fermato ed avergli abbracciato invitandolo a salire alla nostra macchina; per non avergli dato acqua, cibo e protezione. A volte ho anche pianto, perché l'immagine di quel giorno non sarà mai cancellata dalla mia mente e dal mio cuore. "Ho rimorsi, non solo per aver fatto del male, ma per il bene che potei fare e non feci." "Fare la cosa giusta è continuare a praticare il Fu-Shih Kenpo. Non fare la cosa giusta è aver fallito nei principi della mia Arte Marziale."


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In questo nuovo DVD di Vovinam, Patrick Levet ha voluto mostrare gli aspetti dell'uso e manipolazione del Bastone Vietnamita. Anche se poco conosciuto, il bastone lungo vietnamita è, senza dubbio, l'arma più importante tra tutte le armi delle Arti Marziali tradizionali del Vietnam. La scuola Vovinam, nel suo programma ufficiale, propone solo la Forma del Bastone (Tu Tuong Con Phap) e i contrattacchi di bastone contro bastone (Phan The Con), senza spiegare i movimenti intermedi. Ma il Bastone Vietnamita va ben al di là di questi due aspetti, e il Maestro Levet ci offre due DVD dettagliati su tutte le applicazioni dei numerosi movimenti intermedi della Quyen del Bastone. Questo primo volume comprende una serie di esercizi specifici di riscaldamento e bodybuilding col bastone, guardia, principi fondamentali, manipolazione stilistica dell'arma, difesa contro il disarmo, blocchi e schive, spostamenti, nonché le tecniche di combattimento. Un lavoro originale che mostra per la prima volta il Bastone Vietnamita in un modo completo ed esaustivo.

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Arti del Giappone

(Tattico) Heihouu... Il punto di alterazione Da quando abbiamo iniziato questa nuova fase del nostro lavoro in Europa, molti dubbi circa i termini e le tecniche si rivolgono a noi, dandoci una migliore possibilità di spiegare. Questa settimana, il dubbio viene da un insegnante di Kenjutsu in Ungheria, che ha studiato Bujutsu. La tua domanda è se la nomenclatura corretta nella realizzazione di "Sotto Heihou" è "Sotto" o "Sottoo". Inizialmente, ci sono due possibilità che potrebbero stabilire questo dubbio "ad infinitum": Sottoo (allungando il suono della "o" finale) - significa "svenimento". Sotto - significa "in silenzio", "di segreto". La tecnica Sotto no Heihou, applicata all'interno del Kenjutsu, il che significa l'uso della Wakizashi, o Tanto, per mezzo di una distrazione dopo un attacco con la Katana, non può che riferirsi ad una forma nascosta e occulta di attacco. Ovviamente Sotto è il suono e la nomenclatura corretta in questa forma di Heihou. In passato, i maestri si riferivano a questo tipo di forma come "SenKon" - "L'anima della guerra". Visto in profondità, è il momento in cui è spiegato questo termine nel superamento della morte di fronte al nemico. La mente che supera il pericolo e ricerca in esso l'opportunità. In questo caso, in questo unico momento non si può dipendere dall'impermanenza. Non sappiamo quando o dove questa vita impermanente finirà. Questo corpo è già al di là del nostro controllo. La vita, in balia del tempo, si muove senza fermarsi nemmeno per un istante. Mushin! Il combattimento si stabilisce per sé stesso! ... L'interno che si manifesta in silenzio. Per i più studiosi, un Heihou è fatto perché è premeditato, ma non è un sentiero che liberi, perché è stato sedotto e catturato durante il combattimento. La mente che fa dell'intenzione il punto di attaccamento, è già sedotta. Alcuni affermano anche che sarebbe migliore usare questa forma senza una pre-anticipazione, attraverso la strategia


Shizen tradition “Per essere rilasciato durante il combattimento non deve esserci interno, non deve esserci mente.�


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dell'avvolgere. Tuttavia, in questo caso non sarebbe più un Heihou. Per essere rilasciato durante il combattimento non deve esserci interno, non deve esserci mente ... e questa è al di là dello spazio e del tempo. "Il saggio ottiene la saggezza senza erudizione; raggiunge il suo obiettivo senza dibattere; identifica le cose senza vederle; conquista senza intervenire. Così, conclude la sua gita senza viaggiare". (Tao Te Ching) Un altro esempio interessante è il Yuki-Chigai no Heihouu. Utilizzato in quasi tutte le arti praticate dal Bugei, questa forma di Heihou stabilisce la connessione naturale con l'epoca di Sengoku Jidai, poiché nelle sue strutture di movimento, l'inganno favorisce il margine di vittoria. In passato, questa forma di strategia è stata utilizzata con l'aiuto di qualche ambiente che rendesse possibile la confusione dell'Uke davanti al suo attacco. Cioè, il Tori utilizzava un muro, un albero grande, oppure il movimento all'interno di un cespuglio, in modo che coprisse parte del suo corpo. Quando quello non era

“Il saggio ottiene la saggezza senza erudizione; raggiunge il suo obiettivo senza dibattere; identifica le cose senza vederle; conquista senza intervenire. Così, conclude la sua gita senza viaggiare. (Tao Te Ching)”


Shizen tradition


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possibile, stabiliva una linea di movimenti che confondesse la coordinazione dell'Uke, facendogli perdere se stesso durante il suo movimento.

Vediamo: Yuki-Chigai significa perdersi lungo la strada. Quando il Tori utilizzava qualche dispositivo come quelli qui menzionati, cercava di guidare l'Uke in modo che avanzasse con l'intenzione di raggiungerlo, e prima di completare il movimento, Tori eseguiva un piccolo passo indietro dando la sensazione che aver perso. Successivamente sorprendeva l'Uke con un attacco. Nel caso che lui non avesse nessun dispositivo a portata di mano e fosse costretto a ingannare l'Uke, il Tori eseguiva un rapido spostamento laterale con passi pari, in modo che l'interruzione fosse eseguita in un numero dispari. Cioè, nell'intenzione di uno spostamento di sei passi decisi verso la destra, come Uke l'accompagnerebbe nel suo movimento, lui indietreggerebbe nel quinto passo ed avanzerebbe in una linea diritta verso l'oppositore, costringendolo a seguire inavvertitamente la sua traiettoria, costringendolo a girare il suo corpo, in modo da cercare di rimanere faccia a faccia. Questo modo di muoversi era addestrato ripetutamente fino a quando sembrava naturale e non dipendeva da un certo numero di passi. Certamente, siamo in grado di spiegare che in ogni movimento, la verità è relativa e non assoluta. Quando il Tori, attraverso i suoi movimenti, afferma che non vi è alcun movimento, significa che il movimento è


Shizen tradition “Yuki-Chigai significa perdersi lungo la strada. Quando il Tori utilizzava qualche dispositivo come quelli qui menzionati, cercava di guidare l'Uke in modo che avanzasse con l'intenzione di raggiungerlo, e prima di completare il movimento, Tori eseguiva un piccolo passo indietro dando la sensazione che aver perso. Successivamente sorprendeva l'Uke con un attacco.�


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composto interamente da cose che non sono percepiti. Se questo movimento è compreso o meno dipenderà da molti fattori. Questo ci porta alla conclusione che dipenderà da come l'Uke capisca le cose. Dal punto di vista di interdipendenza, possiamo sempre conciliare le due verità: relativa e assoluta. Affinché questo diventi possibile, il Tori deve avere "Donazione". In questo caso, questo movimento significa "non bramare", cioè, non essere lucrativo per non precipitare il movimento. In termini strategici si dice che non essere lucrativo significa non voler raggiungerlo, guidarlo come giocando un grande gioco. In questo contesto strategico - Yuki-Chigai - pur essendo una verità che "nulla appartiene a chiunque", non c'impedisce dal divenire uno col movimento di Uke, affinché sappiamo il momento esatto. Non importa quanto sia insignificante il momento dell'alterazione dei pasi - ciò che conta è che lo sforzo sia autentico. Quando lasciamo la Via per la Via, raggiungiamo la Via. Raggiunta la Via, la Via è necessariamente lasciata alla Via. Come molte strategie di guerra hanno portato alla creazione di altre, per invertire i benefici in una situazione di pericolo, in una concatenazione di azioni e reazioni, solo la conoscenza o l'esperienza potrà essere la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Vediamolo attraverso il Yamu-o-Enai no Heihouu. Yamu-o-Enai significa l'inevitabile e rappresenta la strategia che non consente la difesa dell’avversario. Lo analizziamo qui con i due partecipanti, vestiti con Yoroi (armatura). Tori e Uke sono su lati opposti. Mentre si avvicinano, Uke sguaina la spada e adotta la posizione Seigan non Kamae.


Shizen tradition Yamu-o-Enai significa l'inevitabile e rappresenta la strategia che non consente la difesa dell’avversario.


Arti del Giappone

Avvicinandosi, Tori stabilisce un Ma-ai adeguato e sguaina in Omote Nuki, cercando di raggiungere il casco di Uke e costringendolo a una difesa. È certo che se l'attacco della Katana raggiungesse il casco dell'avversario, difficilmente causerebbe alcun danno, ma questo contesto è parte di una strategia per portare Uke a una posizione favorevole. Nel Seiteigata, il blocco è fatto in Torii no Kamae. Nel momento in cui le due lame si trovano, Tori tira fuori un "Tanto" invertito, che porta nascosto dalla armatura con la lama incollata al suo avambraccio. In un attacco ascendente con la mano sinistra, che impugna il Tanto, cerca di rag g iung ere le arterie dell'as cella o dell'articolazione del gomito. Vale la pena ricordare che, come Uke è vestito in armatura, l'attacco deve essere diret t o al braccio inter no do v e no n c'è alcuna protezione. Vediamo ora, nel caso in cui Tori raggiunga l'ascella: L'umero e la scapola sono uniti da una capsula fibrosa e da legamenti che rafforzano la capsula (coracoumeral e glenoumeral). L'arteria ascellare è responsabile di portare il sangue ossigenato all'arto superiore, alla spalla e alla regione laterale del torace. Infatti, è l'arteria succlavia, che cambia nome a partire dal margine laterale della prima costola e passa a chiamarsi arteria ascellare. Durante il suo tragitto dà origine alle arterie toracica superiore, toracica acromiale, toracica laterale sottoscapolare, circonflessa anteriore dell'umero e circonflessa posteriore del umero. Dopo aver

attraversato il margine inferiore del muscolo grande rotondo, passa a chiamarsi arteria brachiale. Il trauma dell'arteria ascellare è più frequente di quello dell'arteria succlavia, e rappresenta circa il 5 al 10% dei traumi vascolari. In caso di ferite vascolari con ematomi localizzati, possiamo trovare la formazione di un pseudo-aneurisma, resultanre della lesione parziale della parete vascolare con dilatazione sacculare; oppure una comunicazione tra le pareti dell'arteria e della vena, con formazione di fistole artero-venose. Così possiamo vedere che la perforazione per sé stessa non farebbe possibile lo svenimento dell'avversario. In questo modo si spiega la ragione per cui il Seiteigata termina con un taglio della Katana. Questo si verifica dopo l'uso del Tanto. Tori si allontana gettando il peso corporale sui fianchi, contraendo l'Hara - giacché la Katana è nella mano destra - e utilizzando i fianchi come un asse di unione tra le forze inferiore e superiore del corpo, appoggia il peso sulla gamba avanzata, stabilendo un taglio in Kubi Kesa Giri. Vale la pena notare che nell'etichetta dello Seiteigata si esegue il Chiburi e si inguaina la Katana prima del Tanto. Per questo, il Tori utilizza o l'avambraccio per mantenere ferma la Saya, appoggiando il Koiguchi nel palmo della mano che impugna il Tanto. Il pollice dirige il Mine della lama della Katana e le altre dita tengono il Tanto e la Saya per effettuare il Notto. Ricordiamo che il Kisaki del Tanto è rovesciato all'indietro, puntando al gomito e con il suo Mine nell'avambraccio.


Shizen tradition




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Sport di contatto Sport di contatto Come allenarsi con l’equipaggiamento adeguato! Chi comincia ad allenarsi nella Kickboxing nel “Martial Arts Center” - Centro di Arti Marziali, Dinslaken (Germania) – s’imbatte molto presto nell'allenamento con manopole. Si sperimentano anche le difficoltà derivanti dall’applicazione delle tecniche, indipendentemente dalla loro facilità nel realizzarle di fronte allo specchio e con il sacco, nel lavoro d’ombra. Nel lavoro con manopole si può apprezzare rapidamente i progressi personali, l'evoluzione nelle tecniche sviluppate per ottenere il successo in qualsiasi sport di contatto. Perciò l'allenamento con l’equipaggiamento adeguato è indispensabile. Karim Rahhal ha una lunga esperienza in questo metodo di allenamento. Nella sua carriera di Kickboxer, lottatore professionale di Savate e di Muay Thai, ha vissuto numerose esperienze che gli hanno fornito una formazione straordinaria come allenator e. Nell’ambito del ranking dei suoi sofisticati metodi di allenamento, il lavoro con equipaggiamento si situa ai primi posti. Quale strumento di allenamento in particolare esige nei principianti, nei livelli avanzati e nei professionisti molta concentrazione, applicazione e destrezza? La manopola si trova sia nella Boxe europea che Testo: Wilfried Kleffken Foto: © Budo International Publ. Co.



Sport di contatto nella Muay Thai, nella Kick Boxing, nel TKD o nel Karate sportivo. Lo stesso Bruce Lee sviluppò nel suo JKD l'allenamento con equipaggiamento. Persino in quei luoghi dove non si dispone di manopole - per motivi economici - s’impiega qualcosa per sostituirle. Così nel Pugilato burmese (Burma) si colpisce la suola di scarpe vecchie. Ma non solo con le manopole si allena un campione! La tecnologia ci offre una gran quantità di efficienti strumenti di allenamento: sacchi, “focus gloves”, thai pads, ecc… tuttavia non tutti li sanno utilizzare in modo conveniente, per questo abbiamo chiesto a Karim, un esperto in materia, di prepararci un lavoro a video su questo argomento, fatto in maniera tale che chiunque potesse ottenere i massimi benefici da questo tipo di formazione. Nel seguente articolo analizziamo alcuni di questi strumenti e se volete di più, non perdetevi il video che abbiamo preparato!


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L'allenamento con equipaggiamento: efficace ed indispensabile

“Sacco e manopola non sono alternativi, ma complementari. Il sacco è un qualcosa di fisso, di statico, il che risulta molto utile per sviluppare alcuni fattori importanti.”

In qualsiasi palestra moderna si utilizzano diversi tipi di manopole, secondo il metodo di allenamento: 1.- La manopola più abituale, ovale, misura approssimativamente 15x25 Cm, con 5 di zona di assorbimento. In Tailandia si possono trovare di misure abbastanza più ridotte. Il guanto nella parte posteriore fornisce una garanzia in più per realizzare una presa forte, evitando lesioni all'allenatore. Un fattore fondamentale per assorbire la forza dell'impatto e proteggere la mano è la parte imbottita, che deve essere leggera affinché l'allenatore possa maneggiarla in maniera flessibile ed agile. 2.- Il lavoro con manopola si inizia nella fase principiante. L'allenatore rimane fermo e l'allievo impara l'esecuzione delle tecniche in modo lento e controllato. Poi si collegheranno le stesse combinazioni, ma in questo caso l'istruttore si muoverà continuamente. Il passo seguente consiste nell’aumento della velocità e della frequenza. L'allenatore simula i movimenti di un avversario, affinché l'allievo percepisca la sensazione di un combattimento reale: obiettivo finale di ogni allenamento con equipaggiamento. 3.- Lo scudo per l’avambraccio misura circa 35x18x10 cm, la sua



parte posteriore è provvista di nastri per legare bene questa protezione in modo che rimanga fissa anche di fronte a tecniche molto potenti, attacchi di gamba, ossia qualsiasi tipo di calcio. Se si utilizzano due scudi contemporaneamente, la protezione risulta sufficiente per allenare gli incredibili Middle-Kicks. Inoltre si può utilizzare per altre tecniche di Pugilato: • Tecniche di pugno • Tecniche di Piede/gamba

• Combinazioni di ambedue • Coordinazione ed automatizzazione dei movimenti Nella scuola di Muay-Thai, lo sparring con manopola si pratica da cinque fino a quindici round. Nello stesso allenamento si prepara automaticamente fondo, velocità, colpi di mani e gambe, e soprattutto, coordinazione. 4.- Lo scudo grande per le tecniche di calcio misura approssimativamente 75x35x15 cm ed


Sport di contatto

“La manopola – dipende in gran parte dall'allenatore – è un qualcosa di mobile, non fisso, ci sono sempre alcuni movimenti che sorprendono.”


anch’esso è fornito di nastri per legarlo. Karim Rahhal preferisce un’imbottitura di spugna dura piuttosto che d’aria - sebbene pesino meno – dato che offrono più resistenza all'allievo ed in conseguenza una sensazione più realistica. Si può utilizzare praticamente per qualsiasi tipo di calci. Collocandolo in una posizione bassa si allenano i Low-Kicks; mantenendolo in una posizione medio-alta si può lavorare e combinare qualsiasi tipo di Middle-Kicks. 5.- Lo “scudo per il ventre” è un'invenzione tailandese. Si tratta di un’imbottitura grande e potente per proteggere dalla zona superiore dell'addome fino alla zona più bassa. S’indossa come una cintura con una chiusura nella zona posteriore del tronco e si utilizza preferibilmente per le combinazioni di tecniche di mano e gamba, ginocchiate e ganci al corpo. Anche per calci frontali. In un buon allenamento si devono combinare lo scudo per l’avambraccio e quello per il ventre, così si possono deviare i calci forti con le braccia dirigendoli verso la zona addominale o il petto. Continuando in questo senso si può sviluppare una sessione completa di allenamento. In qualsiasi caso, potete seguire le indicazioni dell'allenamento sviluppato dal Maestro Karim Rahhal: • Riscaldamento profondo • 5X3 minuti di manopola… 1 minuto di riposo • 3X3 scudo avambraccio… 1 minuto di riposo • 2X3 minuti Sparring di Manopola/scudo avambraccio – nel caso di Thai-boxers incorporare anche lo scudo per il ventre -… 1min. di riposo • Variazioni:



Allenamento - l'allenamento con guanti da pugilato -12-16 oz. - ed un insieme limitato di tecniche per applicarle in modo rapido e preciso, permettono di aumentare l'esplosività. - la coordinazione vista-mano, che si allena con qualsiasi tipo di combinazioni di tecniche di pugno e calcio. Ci sentiamo orgogliosi di presentarvi l'intervista realizzata a Karim Rahhal, un autentico Maestro di Maestri. Budo International: Karim, hai raggiunto una fama straordinaria come allenatore di campioni al più alto livello, e si parla sempre del tuo eccellente lavoro con equipaggiamento. Come e dove acquisisti questa formazione? Karim Rahhal: Nel mio paese, Marocco. Mi ha sempre affascinato la Kick-Boxing, così il mio allenatore, Mohammed El Makrum, m’iniziò a questo metodo di allenamento. Dal primo giorno rimasi affascinato da questo metodo, reale ed efficace, e tutti i miei titoli – incluso il Campionato d’Europa e i Mondiali - sono direttamente relazionati a questa modalità. B.I.: Dalla tua prospettiva di allenatore: come vedi attualmente l'importanza dell'allenamento con equipaggiamento? K.R.: Per me, è assolutamente imprescindibile, indipendentemente dal livello del combattente, tanto per un principiante che sta imparando le tecniche basilari, quanto per un campione che si allena per pulire le sue tecniche e perfezionare le sue abilità. Come allenatore valuto un elemento molto importante relazionato alla medicina sportiva. I legamenti e le articolazioni si caricano meno nel lavoro d’ombra. L’importante è che le tecniche non finiscano a vuoto.



B.I.: Sembra evidente che concepisci il lavoro con equipaggiamento come “l'alta scuola” della Kick e della Thai-Boxing. Ma come valuti la pratica di routine nelle palestre - specialmente in Germania -, si lavora in maniera adeguata? K.R.: È un fatto che - soprattutto nei paesi poveri – ci si allena con le manopole con tanta passione. Mi piacerebbe vedere questa stessa passione negli sport di contatto in Germania,

poiché mi sembra che non si pratichi adeguatamente nella fase di formazione degli atleti. Molti allenatori non sono capaci o non vogliono affrontare questo tipo di preparazione, perché vi è la necessità di capacità peculiari, sia mentalmente che fisicamente. Affinché non ci siano fraintendimenti, in Germania molti allenatori possiedono un livello elevato in questo campo, è il


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caso di: Detlef Türnau, Ralf Künzler, Jürgen Lutz ed un lungo eccetera. B.I.: Dato che con le manopole si ottengono quasi degli allenamenti universali, in questo senso: perché non evitare il lavoro di sacco, per esempio? K.R.: So che la tua domanda è retorica… È evidente che anche il sacco è uno strumento imprescindibile. Sacco e manopola non sono alternativi, ma complementari. Il sacco è un qualcosa di fisso, di statico, il che risulta molto utile per sviluppare alcuni fattori importanti. La manopola – dipende in gran parte dall'allenatore – è un qualcosa di mobile, non fisso, ci sono sempre alcuni movimenti che sorprendono. In questo modo ci si può allenare in maniera dinamica, avvicinandoci abbastanza al combattimento reale. B.I.: L’allenamento con equipaggiamento è molto vicino alla realtà, ed in realtà si corrono sempre dei rischi. Come si possono evitare le lesioni? K.R.: È compito dell'allenatore. Sono richiesti una buona concentrazione, una buona vista ed un Timing preciso. L'atleta deve credere nel suo Maestro completamente, al cento per


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Sport di contatto cento, perché in caso contrario non arriverà mai ad applicare le sue tecniche con pieno contatto. Se indossa uno scudo inadeguato, può sfuggire un calcio o un colpo ed essere vittima d’una lesione grave. D'altronde, l'allenatore non deve parare o frenare gli attacchi troppo presto o con una forza troppo superiore a quella del suo allievo; si deve lavorare su tutto il percorso, il tragitto del colpo. Si può anche incappare in conseguenze assai gravi, quando un istruttore chiede combinazioni determinate e poi non reagisce in modo adeguato! In tali situazioni si sono visti dei knockouts impressionanti. B.I.: Se qualcuno ha la fortuna di allenarsi con un buon istruttore, come deve strutturare un allenamento completo per la Kick-Boxing o la ThaiBoxing? K.R.: Personalmente, presto attenzione a sei elementi:

• Ginnastica ed allungamenti • Tecnica (ombra, calci) • Sacco • Manopole • Sparring • Allenamento di fondo e stazioni Questi elementi non sono indipendenti, ma complementari, ognuno dipende e richiede dell'altro. Perciò, non si deve trascurare un elemento a favore di un altro. L'obiettivo proposto si raggiunge quando si presta attenzione al ciclo completo, ripetendolo in modo frequente. B.I.: Dopo questa conversazione, abbiamo compreso perché l'allenamento con equipaggiamento sia così importante. Non si tratta solo di un tuo personale punto di vista, bensì esiste un concetto generale. Mille grazie per tutto e ti auguriamo un enorme successo nella tua carriera come allenatore di campioni.







Praticare Arti Marziali e sport da combattimento è un modo di vita che, con perseveranza, ci aiuta a conoscere noi stessi e a diventare una persona migliore. E non mi riferisco a una persona tecnicamente migliore e nella lotta, ma meglio come un essere umano. Purtroppo, sempre piÚ praticanti, o anche Mastri delle Arti Marziali o insegnanti di sport da combattimento, dimenticano questa nozione di tentare di essere migliori per far e buone cose nel nostr o ambiente, attraverso la compassione, il rispetto e l'amore per gli altri.

“Imparare e mostrare rispetto e amore invece dell'odio,attraverso le Arti Marziali.�


Jeet Kune Do “Alcune persone vedono solo nelle nostre discipline un modo di imparare a difendersi, piuttosto che un modo per migliorare noi stessi, al fine di evitare scontri per quanto possibile.�


A

lcune persone vedono solo nelle nostre discipline un modo di imparare a difendersi, piuttosto che un modo per migliorare noi stessi, al fine di evitare scontri per quanto possibile. Non è forse vero che ogni lotta evitata è vinta dalla non-violenza? Ovviamente, a volte la violenza è non è solo impossibile di evitare, ma è assolutamente necessaria. Tuttavia, dobbiamo sempre fare tutto il possibile per evitare un confronto: il nostro atteggiamento quando siamo aggrediti è spesso decisivo. Infatti, se ci mostriamo aggressivi, difficilmente si potrà evitare il contatto fisico. Avere rispetto per una persona di solito può disinnescare la tensione e il conflitto. Purtroppo, si vedono sempre più praticanti con atteggiamento guerriero; presumibilmente sono insegnati così per scoraggiare l'aggressore. A volte può funzionare, ma nella maggior parte dei casi di violenza, gli aggressori sono estremamente decisi e violenti. Pertanto, riflettere un'immagine aggressiva e un atteggiamento indifferente, inevitabilmente provocherà uno scontro fisico. Inoltre, quando queste persone entrano in contatto fisico, normalmente diventano ancora più violenti e le conseguenze fisiche sono ancora più gravi. D'altra parte, la maggioranza dei praticanti che adottano questi atteggiamenti non sono realmente guerrieri. Sono semplicemente cittadini onesti in pace, che nel suo tempo libero praticano una disciplina che potenzialmente

permette loro di difendersi, ma senza la certezza assoluta dei risultati. Non dobbiamo mai dimenticare che, nonostante tutta la formazione, svilupperemo molte caratteristiche che, infatti, ci renderanno più "attrezzati" rispetto ai non-praticanti, ma dobbiamo anche ricordare che in una situazione reale, la paura può anche paralizzarci senza essere in grado di rispondere. Se prima di prodursi l'aggressione fisica, l'apprendista finge essere un guerriero mostrando mancanza di rispetto, aggressività ed odio per l'aggressore, finirà nei guai molto seri. Ora, molti Maestri hanno deciso di dare alla sua arte un approccio commerciale, promettendo dare ai suoi studenti


Jeet Kune Do

“Le Arti Marziali sono molto educative, ci permettono di migliorare fisicamente, mentalmente e spiritualmente.�


mare e monti, l'invincibilità implicita, e l'essere intoccabili, perché la disciplina praticata è infallibile. Comunque, nessuno è invincibile e intoccabile. Durante lo scambio di colpi, tutti veniamo colpiti, a meno che abbiamo intercettato l'attacco all'inizio, o se colpiamo per primo, ma in questo caso, noi diventiamo l'aggressore. Ma non dimentichiamo che l'intercettazione all'inizio dell'azione è molto difficile e incerta, quindi dovremmo essere consapevoli del fatto che, mentre si svolge l'aggressione, tutto è incerto, il praticante riceverà colpi, che possono instillargli il dubbio, paralizzarlo e perfino metterlo fuori combattimento. Per queste ragioni, mostrare rispetto e circondarsi di amore è importante e, nella mia opinione, è una parte dei principali valori della pratica marziale e della filosofia insegnata nelle nostre discipline. In realtà, la pratica dovrebbe portarci a conoscere noi stessi interiormente e onestamente. Impariamo a conoscere cos'è il dolore mentre ci alleniamo e lo rispettiamo; questo ci farà scegliere di non utilizzare il dolore nelle persone senza una ragione accettabile. D'altra parte, quando pratichiamo, non proviamo odio per il nostro compagno d'allenamento, che ci aiuta a progredire, benché ci colpisca in ogni sessione. Tuttavia, sappiamo che è parte del nostro progresso e la nostra formazione. Purtroppo, molte persone lo dimentica una volta al di fuori del dojo: rispettano tutte le regole durante la pratica, ma dimenticano tutto quando essa finisce. Naturalmente, per la strada, non ci sono norme in materia di aggressione, ma quello

che voglio dire qui è che il fatto di provare odio, distorce la nostra lucidità, il nostro giudizio e, soprattutto, la nostra efficienza. Chi, nel corso del suo primo allenamento, non ha commesso l'errore di precipitarsi sul suo sparring, ed è stato colpito a seguito di dimenticare il suo protettore, lasciando un'apertura sconsiderata (con un pugno al fegato, per esempio)? Quando odiamo qualcuno, non ci pensiamo di più, e vogliamo fargli del male così tanto che non siamo consapevoli di nulla. Possiamo essere feriti o uccisi, o possiamo uccidere l'aggressore senza accorgercene, con l'estrema violenza dei colpi incontrollati.



L'autocontrollo, il rispetto, l'amicizia, l'immagine positiva del club e dell'insegnante, non sono le prime regole nei centri di formazione? Alcuni spesso dimenticano tutte queste regole in strada e non rispettano nessuno, pretendono di essere superiori agli altri e mostrano un atteggiamento aggressivo con il suo sguardo alle persone intorno a loro. Quelli che agiscono in questo modo si mettono se stessi in pericolo, perché la maggior parte del tempo, più cerca il praticante di apparire come un guerriero nella sua vita quotidiana, più si vede che stià giocando un gioco, perché lui ha davvero paura. Il suo atteggiamento gli farà più male che dissuadere le persone intorno a lui. Le Arti Marziali sono molto educative, ci permettono di migliorare fisicamente, mentalmente e spiritualmente. Perché non cerchiamo di applicare ciò che viene trasmesso mentre ci alleniamo, rispettando le persone intorno a noi e dando amore ai nostri simili, invece di comportarci come falsi guerrieri che trasmettono un'immagine assolutamente negativa e opposta alla filosofia delle Arti Marziali? I monaci Shaolin non hanno alcuna aggressione verso gli altri; semplicemente loro praticano e pregano, non cercano lo scontro, perché sono internamente in pace. Non è forse questa la vera arma di difesa che insegnano le nostre discipline?

È davvero necessario voler distruggere tutti, confrontare ad altri, dimostrare che siamo i migliori o che la nostra scuola o sistema marziale è superiore agli altri? Quando vedo tutto l'amore insegnato da Sifu Dan Inosanto attraverso le discipline che lui ci insegna, mi accorgo di conoscere la risposta. Se c'è qualcosa di speciale che ricordo di Sifu Dan Inosanto, è questo

amore, questo rispetto per gli altri, e questo rifiuto dell'odio. Non utilizziate mai la violenza, eccetto in caso di assoluta necessità; e perfino in questa situazione, la mancanza di rispetto e l'odio non vi aiuteranno a vincere il combattimento più facilmente, ma, al contrario, lo complicherà e farà impossibile la sopravvivenza. Ancora una volta, il ruolo dell'insegnante è essenziale in questo processo.



“L'autocontrollo, il rispetto, l'amicizia, l'immagine positiva del club e dell'insegnante, non sono le prime regole nei centri di formazione?�


Minou Risso

mail: budo.cinturanera@gmail.com


Sifu Alfred Johannes Neudorfer e Sifu Rosa Ferrante Bannera, fondatori del Wing Tsun Universe, WTU, un movimento caratterizzato non dall'uso di tecniche, ma della qualità, gli scambi, i principi e concetti di movimento, centrano il loro primo DVD nella Siu Nim Tao (SNT) o "9 vie". La SNT è alla base del Wing Tsun, Wing Chun e WTU. La comprensione di essa è la condizione fondamentale per tutto ciò che viene dopo, perché se si guarda a come le persone eseguono le sequenze di questo movimento, si può dedurre che cosa saranno in grado di fare. Se qualcosa non va nel movimento, tutto ciò che il praticante possa sviluppare dopo sarà sbagliato. I movimenti del WTU (forme) implicano funzioni inerenti, delle quali possono deviare applicazioni. Il significato dei movimenti primari, fa che derivino in altri e che generino applicazioni basate nei principi e le interazioni che aiutano alla loro comprensione. Il WTU incorpora ugualmente un "set" extra che i suoi fondatori hanno considerato necessario, dovuto alle circostanze attuali. Il DVD include il Movimento (la forma) Siu Nim Tao, le sue 9 sequenze e le applicazioni, le sequenze 1 a 3 del primo movimento con un compagno d'allenamento (Chi Sao) e una intervista rivelatrice con i fondatori della WTU.

REF.: • DVD/WTU1

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ORDINALA A:

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Grandi Maestri LEGGENDE METROPOLITANE E ALTRI MITI Dal Gran Maestro John Pellegrini

Dire che quando ero un adolescente crescendo in Italia nei primi anni 60', le Arti Marziali non erano popolari sarebbe un grande eufemismo. Praticamente non c'erano palestre, accademie, club e certamente nessuna scuola di Arti Marziali che operasse come un business. Le videocassette (i vecchi nastri VHS / PAL) e, naturalmente, i DVD, non erano stati inventati ancora. Non esistevano pubblicazioni di Arti Marziali (la nota rivista Black Belt Magazine è uscita per la prima volta nel giugno 1961 negli Stati Uniti, ma non era disponibile in Italia) e c'erano pochissimi libri sulla questione (per lo più su Judo). I film di Arti marziali non raggiungerebbero il pubblico mondiale fino ai primi 1970'. E, difficile da credere, non c'era Internet. Quando si trattava di Arti Marziali, ottenere informazioni accurate, notizie di attualità o o un'istruzione seria era estremamente dificile (in molte aree, virtualmente impossibile). Tra i molti amici e compagni di scuola e quelli del vicinato che io frequentavo, solo due avevano qualche "conoscenza", e unicamente uno di loro aveva in realtà praticato Judo presso una Struttura Sportiva statale. Io l'ho accompagnato per qualche lezione, ho deciso che non mi piaceva e non sono mai tornato (qualche anno dopo, l'allenamento in "combattimento corpo a corpo" durante il servizio militare, accese la mia passione per le Arti). d è stato in quel tempoo, mentre ero un adolescente spensierato, che ho sentito il primo di molti "miti" legati alle Arti Marziali. Sono stato informato da un amico che ogni cintura nera doveva "registrare" le loro mani e piedi come "armi letali" con il dipartimento di polizia locale. Me l'ha detto in tono molto serio, senza un pizzico di umorismo e incredulità. Ed io l'ho creduto! Tali erano i tempi, a differenza di oggi quando una rapida ricerca su Internet avrebbe rivelato che non era altro che una storia falsa e stupida. Quando ho cominciato ad allenarmi seriamente agli inizi degli anni 70' negli Stati Uniti, non credevo più nella storia e mi ero reso conto che era solo una di quelle "leggende metropolitane" che avevano sparso così estesamente ed erano rimaste così a lungo che erano divenute "fatti" creduti da milioni di persone. Durante il corso degli anni, io ho sentito o letto molte altre storie di Arti Marziali presentate come "fatti": imprese impossibili di rotture; fallimento differito degli organi (qualche volta da settimane!) a causa degli effetti di Dim Mak (il tocco della morte); scuole segrete (e illegali!) di Ninjutsu in cui si impara a diventare un assassino Ninja (ma, se sono segrete, perché appaiono annunciate nell'elenco telefonico?); incredibili fatti come levitare e perfino volare; cattura di pallottole e frecce, ecc La maggior parte di queste storie sono semplicemente miti e la maggior parte di quelle gesta sovrumane coinvolgono trucchi e inganni, come un Las Vegas Magic Show. Purtroppo, a mio parere, quelle storie e dimostrazioni false danneggiano l'immagine delle vere Arti Marziali, producendo false aspettative, paura o ridicolo nel pubblico in generale. Non è una buona

E



Grandi Maestri cosa per il nostro business. Ma per fortuna, viviamo nel'era dell'informazione e, con un po' di ricerca diligente, possiamo sempre trovare la verità su tutta la storia e la realtà scientifica dietro ogni mostra sovrumana. Quindi, immaginate la mia sorpresa quando mi hanno informato che il più antico e il più ridicolo di quelli miti delle Arti Marziali era in realtà... VERO! Per spiegare quella scioccante scoperta, è necessaria una piccola informazione di antecedenti e dobbiamo avanzare velocemente fino all'anno 2014. A quel tempo, uno dei nostri studenti di Combat Hapkido, Agente Supervisore dell'FBI (molti di loro praticano il nostro sistema), è stato re-assegnato dalla Virginia per l'isola di Guam, un territorio degli Stati Uniti nella Micronesia (Oceano Pacifico Occidentale), con una popolazione di circa 170.000 abitanti. Dopo che era stato di stanza lì per un paio di mesi, ha contattato il mio ufficio per condividere con me la legge incredibili esistente in Guam che trascrivo qui testualmente:


Combat Hapkido

“Scuole segrete (e illegali!) di Ninjutsu in cui si impara a diventare un assassino Ninja (ma, se sono segrete, perchĂŠ appaiono annunciate nell'elenco telefonico?).â€?


Grandi Maestri Guam Code 6200: "Qualsiasi persona che sia esperta nell'arte del Karate o Judo, o qualsiasi arte fisica simile in cui le mani e i piedi vengono usati come armi letali, deve registrarsi presso il Department of Revenue and Taxation (Dipartimento delle Entrate ed Imposte)". Eccolà... quella leggenda metropolitana che, come adolescente ingenuo, credei che fosse certa, ma che, più tardi nella vita, scoprii che era un mito tonto... era certa, almeno in un posto del mondo. Tuttavia, una differenza intrigante tra il vecchio mito e la legge di Guam è che, nell'isola, invece di Registrarsi con la Polizia, l'esperto in Arti Marziali deve farlo con l'Autorità Tributaria (che nella maggioranza dei paesi attorno al Mondo ha più potere e più autorità che la Polizia stessa)... e questo ti fa domandarti quele è realmente il suo compito. Il codice (62104) continua definendo legalmente, chi è un "esperto": "L'esperti in Karate o Judo costretti a registrarsi dalle disposizioni del presente Capitolo, sono le persone addestrate nell'arte del Karate, del Judo o di qualsiasi altro sistema di combattimento corpo a corpo, in cui le mani, i piedi o altre parti del corpo vengano usati come armi; persone che abbiano completato almeno un livello di formazione e a chi siano stati rilasciati una cintura o un altro simbolo che mostri padronanza di tali arti". Quindi, secondo questa legge, se un praticante cintura gialla ("almeno un livello di formazione"), colpisce qualcuno con la testa ("o altre parti del corpo") in una rissa, è considerarto un "esperto". Ed è meglio che sia registrato con l'Autorità Tributaria, altrimenti può finire nei guai seri. Questa legge surreale continua nel capitolo 62106 affermando quello che accadrà a chi utilizzi qualsiasi tecnica di Arti Marziali: "Qualsiasi esperto registrato in Karate o Judo che sia accusato di aver usato la sua Arte in un'aggressione fisica su qualche altra persona, con la sua convinzione, sarà considerato colpevole di aggressione aggravata." Da questo, dobbiamo capire che 1) perché si dice che la persona "used HIS art" - ha usato la sua arte - utilizando el pronome possessivo


Combat Hapkido “Dopo aver letto (più volte) l'e-mail che ho ricevuto dallo studente del FBI, ho sentito che stavo vedendo un episodio di Ai confini della realtà (The Twilight Zone, la popolare serie televisiva che è andata in onda tra 1959 e 1964) e non sapevo se dovessi ridere, essere arrabbiato o rimanere sbalordito.”


Grandi Maestri maschile HIS (suo, di lui), la legge non si applica alle donne; 2) qualificando "assalto su qualche altra persona" è legale usare tecniche di Arti Marziali su animali di fattoria ed animali domestici. Ed inoltre, significa quello che Solo "un esperto in karatè o judo registrato sarà colpevole di "assalto" aggravato? Questo sembra un incentivo per NON registrarsi! Quindi, che cosa accade se un Street-fighter di 130 kg, senza formazione di Karate o Judo colpisce qualcuno con mani e piedi lasciandolo in un coma, ottiene un passaggio nella parte "aggravata" del carico? Per di più è chiaramente esente di qualunque obbligo fiscale! E, su una nota seria, un aspetto più inquietante di questa legge assurda è che non fa assolutamente alcuna menzione di eccezioni per l'uso di tecniche di Arti Marziali in situazioni di legittima auto-difesa. Dopo aver letto (più volte) l'e-mail che ho ricevuto dallo studente del FBI, ho sentito che stavo vedendo un episodio di Ai confini della realtà (The Twilight Zone, la popolare serie televisiva che è andata in onda tra 1959 e 1964) e non sapevo se dovessi ridere, essere arrabbiato o rimanere sbalordito. La storia sarebbe comica se non fosse vera, ma purtroppo è vera. Infatti è apparsa in un articolo del Washington Post nel marzo 2014. La prima lezione che possiamo trarre da tutto questo è: Non prendete mai la vostra libertà per scontato! I governi sono sempre alla ricerca di espandere il loro potere e aumentare il controllo di ogni aspetto della nostra vita con leggi, regolamenti e pagamenti fiscali. La seconda è che la prossima volta che sentiate quello che sembri essere una leggenda metropolitana, o se sospettiate che una storia è realmente un mito, non siate troppo veloci per respingerla ... può essere vero ... da qualche parte.

“Non prendete mai la vostra libertà per scontato! I governi sono sempre alla ricerca di espandere il loro potere e aumentare il controllo di ogni aspetto della nostra vita con leggi, regolamenti e pagamenti fiscali.”




Keysi

Piccole bottiglie, grandi messaggi Quando il mondo delle Arti Marziali è diventato visibile in Europa, la sensazione è stata quella della scoperta di un Oceano che spingeva piccole bottiglie con grandi messaggi; oggi continuano ad arrivare migliaia di bottiglie, ma nessun messaggio. Keysi, Metodo e Tecnica. Non puoi, non possiamo rinunciare alla tecnica; le tecniche sono utili perché ci aiutano a riconoscere la nostra meccanica corporale, le nostre leve del corpo, il nostro centro di gravità; la tecnica ci insegna a riconoscere il nostro corpo, le sue abilità e debolezze; questa conoscenza diventerà i nostri strumenti di lavoro e la tecnica sarà il ponte tra la nostra mente e il corpo. Con un buon metodo ed un lavoro tecnico corretto basato sulla persona si può raggiungere un buon livello tecnico; forse potresti conseguire un livello che mai avresti potuto ottenere altrimenti per molto tempo;un lavoro tecnico sbagliato ha conseguenze notevoli.



In Keysi servono tutte le tecniche? No, tutte le tecniche non funzionano, una certa tecnica sarà utile per uno sviluppo determinato, tuttavia la tecnica sbagliata può anche essere un ostacolo; questo dipenderà solo dagli obiettivi che vogliamo raggiungere. Un istruttore Keysi terrà sempre a mente la tecnica, dal momento che è il nostro ponte di trasmissione e il riconoscimento del nostro corpo fisico, ma sarà anche un modo di godere esercitandosi. Uno studente ha bisogno della tecnica perché non è ancora consapevole, e la comprensione che è a venire è ancora lontano, perché lui ha il suo pensiero messo nella tecnica; lo sviluppo richiede del tempo per creare un ponte tra l'essere conscio e l'espressione corporea; ecco a cosa serve la tecnica. In un primo momento sembra che la tecnica sia la nostra espressione, ma è una falsa percezione; non solo serve conoscere la tecnica, il tempo è anche necessario per arrivare al momento in cui il corpo abbandona la tecnica ed è solo espressione. Naturalmente, questo solo accadrà dopo un intenso lavoro fisico e d'introspezione, e quindi la tecnica sarà il ponte che collegherà per raggiungere l'espressione. La capacità di osservazione è la qualità di essere consapevole e rimanere vigile. Questo è Keysi. Non si tratta dell'azione stessa, ma la qualità che


Keysi “Non puoi, non possiamo rinunciare alla tecnica; le tecniche sono utili perché ci aiutano a riconoscere la nostra meccanica corporale.”


Keysi

si stampa all'azione; la tecnica ti rende consapevole di ognuno di questi movimenti, facendo in modo che tutta la tua meccanica corporale venga implicata in ogni gesto. Questo ti insegna ad essere un osservatore del tuo corpo e poco a poco, mente e corpo creeranno una stretta relazione mentre costruiscono quel ponte. La tecnica ci aiuta a raggiungere il nostro obiettivo, ma non dobbiamo dimenticare che la tecnica non è l'obiettivo. Quando sai che hai raggiunto il tuo obiettivo? Lo saprai che hai raggiunto il tuo obiettivo quando il fatto di esprimerti non richiederà alcuno sforzo. In Keysi ci piace divertirci durante la lezione, è un modo naturale per rilassarsi godendo della classe, mantenendo la nostra identità, essendo consapevoli in ogni momento della ragione di ciò che viene fatto e perché lo si fa, con obiettivi di sviluppo chiari, dal momento che la espressione non può avvenire attraverso lo sforzo: se ci

“Tutte le tecniche non funzionano, una certa tecnica sarà utile per uno sviluppo determinato, tuttavia la tecnica sbagliata può anche essere un ostacolo; questo dipenderà solo dagli obiettivi che vogliamo raggiungere.”



Keysi sono tensioni non c'è rilassamento, e le tensioni diventano barriere. Keysi sembra essere molto semplice. Sembra essere molto semplice ed è molto semplice, ma come ho detto prima, dobbiamo lavorare. È possibile osservare i movimenti di Keysi e pensare che con l'esperienza che hai, mettere le mani sulla testa e fare come se si stesse lavando i capelli non è così complicato. Poi penserai come una cosa così semplice ti può aiutare. L'ego personale dirà che non c'è niente che possa essere imparato in tutta quella roba. L'ego cerca sempre le cose difficili, perché se qualcosa è difficile, diventa una sfida, e se devi superare una difficoltà allora senti che otterrai un beneficio. Più grande la difficoltà maggiore l'attrazione. Ma mettere le mani sulla testa, non ti servirà a molto se non sai che cosa fare; una miscela di tecniche di stili che sono fondamentalmente e funzionalmente diversi tra essi, non potrà mai portare buone conseguenze. I movimenti in Keysi sono strutturati da un prima, un durante e un dopo, un lavoro sviluppato attraverso la mente, con una conseguenza: l'espressione fisica nelle ricreazioni più brutali immaginato. Se avevate creduto che Keysi era facile - e vi assicuro che è così ma solo se lo vedete da dentro di voi -, adottare le posizioni di Keysi non risolverà la situazione se non si sa nulla sulla mente. Se si vuole una vera e propria sfida, cercate di meno nel vostro "io" esterno e indagate più nel vostro "se" interiore. Le tecniche di Keysi si basano su uno studio basato a sua volta sulla meccanica quantistica per arrivare ad una conoscenza molto profonda con la nostra mente, secondo una lunga sperimentazione e l'analisi dei risultati e le conseguenze in tutto il suo sviluppo.





Krav Maga Israeli Survival System: la nuova frontiera del Krav Maga. Dopo il successo del primo DVD, il Gran Maestro Marco Morabito esce inedito su Budo International con il DVD dedicato alle armi: le conoscenze di Morabito in campo civile e militare si intrecciano in una miscela esplosiva di tecnica e innovazione. Niente è lasciato al caso e non vi sono segreti: con «cognitio experimentalis» vengono esaminati con gran cura e dovizia di particolari le aggressioni a mano armata più comuni. Si analizzeranno varie tecniche con le armi più comuni ma teniamo presente che non esiste un “modello universale di aggressione”, le tipologie di attacco sono illimitate e quindi infinite sono anche le modalità di difesa. La tecnica è solo la base di studio per acquisire fluidità e consapevolezza dei movimenti ma lo scopo è rendere istintiva la nostra difesa accorciando i tempi di reazione. Come sul ring, non avremo mai la certezza matematica di uscir ne vincitori, ma possiamo aumentare le nostre possibilità di riuscita: “chi combatte rischia di perdere, chi non combatte ha già perso”. Morabito, con il suo Krav Maga Israeli Survival System vuole rompere gli schemi e mostrare al pubblico qualcosa di assolutamente innovativo, lontano dalle solite tecniche vetuste, emulate ormai da decenni. In questo DVD vedrete, quindi, qualcosa di assolutamente innovativo dove la tecnica si fonde con l’esperienza e ogni cosa assume contorni nitidi e definiti. Nulla è lasciato al caso e gli errori più comuni vengono analizzati e smascherati senza indugio. Troverete nel Krav Maga Israeli Survival System un nuovo metodo di difesa eccezionale e autentico.

REF.: • DVD/KMISS 2

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

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WingTsun

“A mio parere, negli ultimi anni, i praticanti di WingTsun si sono concentrati troppo sullo studio di programmi e "contro programmi", sezioni, esami e altre questioni che hanno poco a che fare con l'allenamento.�


Taows Academy Progettando allenamenti logici... Se vogliamo considerare la vera e propria evoluzione del nostro sistema di combattimento, dobbiamo scegliere tra due opzioni: 1) Clonare il sistema d'allenamento che abbiamo imparato. 2) Stabilire gli obiettivi e adattare il programma d'allenamento per l'obiettivo che vogliamo raggiungere. Ovviamente io preferisco la seconda opzione e mi auguro che possiate capire il mio modo di insegnare e seguire il mio ragionamento nelle righe di questo mese‌ uando si parla di combattimento occorre tener conto di due parti: la nostra e quella del nemico. Se pensiamo al nostro addestramento, saremo d'accordo che tutto deve essere focalizzato in una relazione diretta ai nostri nemici potenziali. Se si guarda in prospettiva e con obiettivi chiari il combattimento e questi nemici, dobbiamo chiederci: dove possiamo concentrare le nostre aree di attacco in combattimento reale? Ci sono due aree del nostro corpo che sono impossibili da indurire: gli occhi e la trachea. Ci sono persone piĂš resistenti / tolleranti al dolore per natura, ma nel complesso, il resto del corpo può diventare irrobustito tramite esercizi da indurimento o tecniche di Chi Kung. O quello che è lo stesso, ottenere che il dolore non ci impedisca di continuare a lottare o cercar di imporre la nostra propria strategia di combattimento.

Q


WingTsun Ma non c'è modo di indurire queste due aree. Né il più duro dei combattenti di MMA, né lo streetfighter, testato in mille combattimenti, vogliono continuare a combattere quando ricevono una grande pressione sui loro occhi. È un colpo che rende l'essere umano non operativo. Per molte ragioni. Gli occhi non sono protetti da muscoli o le ossa. Solo un leggero strato di pelle e i capillari del sangue proteggono il bulbo oculare. Inoltre, quando "toccato", il meccanismo naturale di protezione dell'occhio umano lo fa piangere incessantemente per pulire e curare le eventuali ferite prodotte dalla "aggressione". Per attaccare questi obiettivi, dobbiamo tener conto di un elemento importante: ci vuole una tecnica molto raffinata per essere in grado di colpire un avversario in quelle zone. Nel caso della trachea, un trauma in quest'area blocca l'approvvigionamento di aria dell'essere umano. Questo disabilita completamente l'aggressore. Questi due punti sono i principali obiettivi del 90% degli attacchi WingTsun a livello avanzato. A volte mi sorprende la sottigliezza con cui sono stati progettati i colpi delle sezioni avanzate. È uno studio approfondito dell'anatomia umana, un'investigazione sulla conoscenza della vulnerabilità umana, nonché una profonda revisione dell'utilizzazione perfetta della biomeccanica umana in modo da poter colpire quelle aree. C'è sicuramente molto da praticare in questi programmi avanzati. Per poter comprendere le aree di attacco e le tecniche per attaccare tali aree dobbiamo conoscere


Taows Academy profondamente le tecniche del nostro stile e lo sfondo dietro di esse. In questo caso, siamo in grado di studiare in modo approfondito le sezioni del Biu JeeTao. Queste tecniche ci mostrano un'eccellente gamma di attacchi su quelle aree e come arrivare e rimanere fuori dalla linea di pressione quando attacchiamo l'avversario. Inoltre, le idee contenute in queste forme ci mostreranno come continuare ad attaccare il nemico anche se siamo sbilanciati o sotto pressione dall'avversario. È molto importante il concetto di ATTACCARE pur essendo sotto pressione. Si noti che la idiosincrasia stessa del WingTsun ci mostra la necessità di imparare ad attaccare ... non a difendere. Per questo motivo è molto curioso, a mio parere, come vengono investite migliaia di ore d'allenamento nell'uso della "difesa", quando nel nostro sistema, la vera e propria "difesa" NON ESISTE... Per qualche ragione, Bruce Lee ha chiamato il suo sistema "Jee Kune Do" (La via del pugno di INTERCETTAZIONE).

“Ci sono due aree del nostro corpo che sono impossibili da indurire: Gli occhi e la trachea.”


WingTsun

“A mio parere ciò che il praticante di WingTsun dovrebbe praticare tutta la sua vita è come attaccare.”


Taows Academy A mio parere ciò che il praticante di WingTsun dovrebbe praticare tutta la sua vita è come attaccare... mai "come difendersi" degli attacchi dell'avversario. O almeno non concentrarsi sulla difesa come una strategia valida per affrontare un nemico forte e più corpulento (in quasi tutti i casi di combattimento reale). A volte io scherzo con i miei allievi e sugerisco una situazione immaginaria in cui espongo loro qualcosa tipo: "... c'è un'arma da colpire e si deve scegliere tra attaccare con essa o cercare di difendersi d a l l ' a t t a c c o dell'avversario che userà l'arma ... cosa preferite, difendere o attaccare per primo?" Il cento per cento di quelli a chi ho fatto la domanda risponde solitamente con un sorriso: ATTACCARE¡¡¡ Eccolà... Pratichiamo nella linea di quello che vogliamo ottenere.


WingTsun Forse la prossima domanda dovrebbe essere: come si impara ad attaccare? difendendo? Non penso proprio. Si potrebbero utilizzare molti simili per trasmettere l'idea che l'allenamento principale del nostro stile dovrebbe essere focalizzato a imparare ad attaccare... Comunque dovremmo essere d'accordo sull'importanza di sviluppare sistemi d'allenamento che ci insegnino ad attaccare in modo corretto: nella giusta distanza, con potenza, velocità e precisione. Dopo questa lunga riflessione, lasciatemi tornare al pensiero che ho lanciato all'inizio dell'articolo di questo mese... Se avete seguito con attenzione il filo, sarete in grado di riconoscere le FASI che ho descritto: 1) Determinare obiettivi. 2) Studiare nostri punti di forza e le nostre debolezze. 3) Studiare il nemico. 4) Cercare le tecniche e le tattiche offerte dallo stile Wing Tsun Kuen. 5) Progettare esercizi per raggiungere tali obiettivi. Quando parliamo di progettare sistemi d'allenamento logici ci riferiamo a questo. A mio parere, negli ultimi anni, i praticanti di WingTsun si sono concentrati troppo sullo studio di programmi e "contro programmi", sezioni, esami e altre questioni che hanno poco a che fare con l'allenamento. Essi si sono concentrati troppo nell'accumulazione di tecniche e più tecniche, senza avere un obiettivo chiaro. Qui il nostro obiettivo è assolutamente chiaro: dobbiamo migliorare i nostri attacchi in modo che, dalla mobilità, possiamo ottenere la messa a fuoco, la potenza, la velocità e la precisione.

“Quando si parla di combattimento occorre tener conto di due parti: la nostra e quella del nemico.”



WingTsun In ogni settore della formazione o dell'apprendimento ci deve sempre essere una linea molto chiara di ragionamento: un "da dove veniamo" e un "dove vogliamo andare". Una volta che queste linee guida siano chiare a noi, potremo considerare quale sarà l'itinerario o il modo di viaggiare ... Nel WingTsun di venti anni fa, questo era assolutamente chiaro. I praticanti più illustri di questo sistema hanno affrontato centinaia di avversari usando una strategia molto semplice e molto chiara: se un aggressore entra la mia distanza, io avanzo con tutta la decisione e attacco incessantemente quel nemico che sta cercando di invadere il mio territorio... Forse non è Il miglior proggetto del mondo... ma è un inizio. Si tratta di un piano nítido, chiaro e semplice: E FUNZIONA¡¡¡ O almeno ha funzionato per molti anni.


Taows Academy Senza dubbio, i critici e i detrattori di questo sistema torneranno ancora una volta con i loro "sì, ma ..." e tutta questa roba, ma non credo che nessuno possa discutere la forza ed efficienza con le quali il sistema Wing Tsun si è fatto strada in Europa, poco più di venti anni fa.... Sebbene, ha passato già il tempo, i nemici hanno anche cambiato.. quindi abbiamo due opzioni: - Continuare a vivere delle "glorie passate". - Creare sistemi che facciano evolvere il nostro sistema. Quale scegliere? Per me è molto chiaro... Camminiamo!!



REF.: • DVD/TOYAMA-2

Questo DVD è il risultato promosso per la filiale spagnola della Zen Nihon Toyama-Ryu Iaido Renmei (ZNTIR – Spain Branch), per fare conoscere il contenuto tecnico dello stile Toyama-Ryu come praticato nel Honbu Dojo della ZNTIR, in Machida, Tokyo, senza cambiamenti, né alterazioni. La fedeltà del programma è tale che è il suo presidente e massimo responsabile tecnico, Yoshitoki Hataya Sensei, chi, accompagnato da alcuni membri, esegue tutto il compendio del programma attuale dello stile. È per questo che in lui si può trovare la struttura di base della metodologia che viene applicata, dagli esercizi codificati di riscaldamento e di preparazione e attraverso gli esercizi di taglio; le guardie; i kata della scuola, compresi quelli corrispondenti alla Scuola Militare Toyama, il Gunto Soho e la sua spiegazione; il lavoro in coppia, sia in Kumitachi e Gekken Kumitachi, e la pietra angolare su cui si basa la Toyama-Ryu, vale a dire, Tameshigiri o esercizi i taglio su un bersaglio reale. La Zen Nihon Toyama-Ryu Iai-Do Renmei, ZNTIR, è l'organismo che attualmente, una volta riveduti ed adeguati i concetti e la metodologia di una scuola proveniente da un metodo di combattimento reale, pretende di mantenere viva questa tradizione e le forme originali mediante un sistema che unifica il corpo, la mente e lo spirito di una forma realistica ed efficace. Grazie all'impegno di alcuni laureati della Scuola Militare Toyama (Rikugun Toyama Gakkoo), che hanno continuato in gran segreto mantenendo viva l'arte fino alla rimozioni dei divieti e la devoluzione della sovranità al paese giapponese, oggigiorno possiamo conoscere un stile di scherma incorniciato tra le attuali scuole di Iai-Do. Si tratta di un DVD meticoloso in diverse lingue, che dimostra di essere una fonte preziosa per ricercatori e praticanti della spada giapponese, e per gli artisti marziali in generale, o quelli interessati alla storia del Giappone e la sua ultima guerra mondiale. È una vera fortuna il potere osservare le tecniche che contiene, e, almeno per gli investigatori seri, vale la pena di averla nella sua videoteca. Noi, gli apprendisti dello stile, desideriamo condividere lealmente la conoscenza della nostra scuola di scherma giapponese, nella speranza che contemporaneamente, i valori interni propri di quegli uomini di armi impregnino alle nuove generazioni e permettano scorgere un revulsivo, di una forma tradizionale molto differente all'attuale approccio delle discipline di combattimento di origine giapponese. Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

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Brazilian Jiu Jitsu


VACIRCA BROTHERS JIU-JITSU La "re-invenzione" dei principi del Jiu-Jitsu (parte 1) Il principio di base: Pazienza Nel nostro Gracie Jiu-Jitsu, il "principio" della lotta ha qualcosa a che fare con preparazione, piuttosto che "conclusione". Un attacco affrettato e impreparato ha poco effetto, e alla fine, può tradursi in una perdita. Pertanto la "pazienza" è uno dei principi più importanti del metodo Gracie. Il Jiu-Jitsuka impara a concentrarsi su uno sviluppo sano. Questo è vero per tutte le aree del Jiu-Jitsu, sia mentale, fisica o umana, che si tratti di etica, rispetto, coraggio, volontà, corretta negoziazione, amicizia, ecc. In una lotta, la "fase iniziale" è, naturalmente , una parte molto importante dell'insieme, e anche qui, c'è una regola importante che il mio maestro, il professor Pedro Hemetério, mi ha dato: "Colui che abbia il controllo del centro (dell'avversario) ed sia in grado di adattarsi in modo flessibile e libero delle emozioni, con l'uso corretto dell'energia, ha già il combattimento mezzo vinto." Il fatto di posizionarsi in modo corretto è certamente una delle più importanti tattiche di combattimento. Si dovrebbe essere in grado di mantenere la pressione contro © 2016 Franco Vacirca, Sandra Nagel © pictures by Alicia Fröhlich


Brazilian Jiu Jitsu l'avversario, ma senza sprecare la propria forza fisica ed energia. Si dovrebbe sempre mantenere uno spazio sufficiente per poter adattarsi in modo flessibile e appropriato alla situazione. Durante tutto il tempo, e in particolare all'inizio, è importante fare attenzione al nostro modo di attaccare. Un attacco sbagliato offrirà al nostro avversario una serie di possibilità di contrattaccare. Un Jiu-Jitsuka intelligente, con anni di esperienza e di auto-sviluppo, impara a leggere bene al suo avversario e a intercettare le sue mosse. I principianti spesso commettono l'errore di attaccare i suoi avversari fin dall'inizio del combattimento. Questo può essere utilizzato da un Jiu-Jitsuka sperimentato per inabilitare il suo rivale nel giro di pochi secondi. I principianti sono molto "quadrettati", così i loro attacchi spesso possono essere visti da lontano, a differenza di un esperto Jiu-Jitsuka, il quale è in grado di utilizzare le tecniche in un modo liscio e molto elastico. L'obiettivo di ogni principiante dovrebbe essere quello di imparare a realizzare questo "arrotondamento" nell'applicazione delle tecniche. Tuttavia, questo è più facile a dirsi che a farsi, perché per questo, si deve impiegare abbastanza tempo di allenamento - alcuni mesi - per imparare e sviluppare ogni singola tecnica o movimento. Nella nostra formazione Jiu-Jitsu, praticare ripetizioni delle tecniche, prima dell'uso in combattimento libero, svolge anche un ruolo importante, perché il Jiu-Jitsuka impara a memorizzare il movimento a livelo muscolare. La pratica intensa e molto tecnica di singole tecniche o di piccole serie contigue di tecniche (combinazioni), migliora il flusso e serve a sviluppare un flusso naturale. La ripetizioni delle tecniche aiuta soprattutto i combattenti di Jiu-Jitsu più passivi, che spesso sono costretti dal loro ruolo passivo ad assumere un ruolo piuttosto "non conservativo". In Jiu-Jitsu, non abbiamo nulla contro un ruolo passivo; al contrario, potrebbe anche essere un liferetreat.

Il principio di base: Timing

“Uno degli errori più comuni nella pratica del timing è che il tempismo non è da solo, ma è strettamente legato a quello che viene chiamato "Kuzushi" (in giapponese), vale a dire, mettere l'avversario fuori equilibrio.”

Uno degli errori più comuni nella pratica del timing è che il tempismo non è da solo, ma è strettamente legato a quello che viene chiamato "Kuzushi" (in giapponese), vale a dire, mettere l'avversario fuori equilibrio. La maggioranza degli artisti marziali conoscono la parola Kuzushi dal Judo, Aikido, ecc, dal momento che qui la "rottura" dell'equilibrio dell'avversario prima l'azione reale (proiezione) è molto importante per portare giù l'avversario in modo efficiente. Kuzushi è importante anche nella lotta a terra e tutti quelli coinvolti in questa pratica ne sono consapevoli, perché chi spera di poter proiettare il suo avversario da una posizione fissa senza averlo messo prima fuori equilibrio, realmente non sa molto del lavoro a terra avanzato. Il Timing anche ci costringe ad essere nel luogo giusto al momento giusto. Spesso si dice anche che il più veloce vincerà. Invece, preferisco usare il termine "flusso di movimento naturale", perché posso spiegare meglio questo principio del Jiu-Jitsu. La parola "velocità" mi suona come se io fossi appena correndo lungo una pista o il fatto di essere veloce nell'eseguire un movimento. Ma io preferisco di agire come se dovessi fare uno "sprint" corto e preciso al momento giusto. Allora, che cosa ci muove per primo? È il pensiero o il sentire? Probabilmente, come nella vita reale, è una combinazione di entrambi. Spesso si sottovaluta l'aspetto mentale nei due combattimenti. In realtà, i veri grandi Maestri hanno anche trattato molto intensamente con il nostro

“El objetivo de cada principiante debe ser que él o ella aprenda a lograr este "redondeo" en la aplicación de las técnicas”



Brazilian Jiu Jitsu Jiu-Jitsu. La velocità può essere usata per eseguire rapidamente una singola tecnica, ma il "flusso naturale del movimento" viene utilizzato per unire il pensiero e il movimento e metterlo in pratica nel momento giusto. Il Timing ha anche a che fare con "l'anticipazione" in Jiu-Jitsu, in modo da essere in grado di riconoscere l'azione successiva dell'avversario. Uno è quindi costretto a "vedere" circa lui per prevenire o neutralizzare le possibili scelte e controazioni. La sensazione di serenità e di equilibrio, la lunga esperienza, coincidono con l'aspettativa della nostra azione. Una falsa sicurezza potrebbe portarci, e ci porterà, a prendere la decisione sbagliata ad un buon Timing. Pertanto, si può dire in questo caso che un Jiu-Jitsuka esperto eseguirà di rado una tecnica di chiusura nei primi 30 secondi di una lotta, ma lui piuttosto studierà i movimenti del suo avversario per trovare una posizione favorevole di attacco, prima di coinvolgersi in un'azione finale . Questo momento cruciale serve il risultato e determina il successo o il fallimento della nostra azione. Quando pratichiamo e miglioriamo il Timing, non ci dovremmo incentrare troppo nella "anticipazione" del nostro successo. Chiunque osservi la situazione con calma e in silenzio probabilmente riconoscerà ciò che l'avversario sta pensando e cercando di fare. Chi si occupa seriamente del Timing, esercita anche le sue tattiche avanzate, in questo modo lui anche pensa di creare diverse opzioni. In un combattimento reale, si dovrebbe limitare le proprie possibilità di rischio per comprendere meglio le possibilità dell'avversario. In un Randori, possiamo anche vivere quietamente questi comportamenti rischiosi ed affrontare più calmamente il nostro compagno d'allenamento. Quindi, l'allenamento del nostro Timing è quindi strettamente legato al modo in cui siamo mentalmente ed emotivamente preparati. Così, è necessario mantenere gli occhi aperti e cercare opzioni, nonché fare affidamento sulle sensazioni e non trattare con l'anticipazione che una conclusione possa avere successo, ma piuttosto limitando il proprio rischio e i movimenti dell'opponente. Se questo piano funziona, allora dovremmo essere d'ora in poi al posto giusto e al momento giusto, e la nostra azione finale dovrebbe finire con successo. Quelli che aguzzano i loro sensi in Jiu-Jitsu hanno più probabilità di raggiungere questa fase, a prescindere dalle sue caratteristiche fisiche e atletiche e se sono uomini o donne. Il movimento utilizzato, che si tratti di un attacco o una difesa, diventa una misura intuitiva e quindi raggiunge l'obiettivo desiderato. Se impariamo a

lavorare sul nostro Timing, migliorano molti aspetti del nostro proprio Jiu-Jitsu. Invece di essere una bolla e avere una vista di tunnel, il nostro Jiu-Jitsu diventa più spontaneo ed efficace.

Il principio di base del Jiu-Jitsu: Precisione Come ottenere la precisione in modo naturale? Sicuramente attraverso la partecipazione regolare e costante nell'allenamento, il che per molti può essere un problema. La maggior parte dei principianti di Jiu-Jitsu sono così euforici con il suo allenamento che appaiono quasi ogni sera in Accademia. Dopo un po', in diversi casi tra sei-otto mesi, lo studente principiante finisce per venire anche regolarmente due volte alla settimana. Gli studenti dovrebbero essere ricordati che è migliore allenarsi sempre di una forma regolare invece di dare tutto all'inizio e finire per dare nulla alla fine. Praticando la precisione siamo sempre "cadendo" di nuovo a terra dalle nostre nuvole di successi, ma ricordate che dobbiamo continuare sempre a lavorare per migliorare noi stessi. Lavorare sulla precisione non è un compito facile. Ottenere precisione richiede un sacco di lavoro e di tempo. Spesso l'allievo è separato della strada reale e lui pensa che abbia trovato una o un'altra abbreviazione, ma poi nota ancora una volta che esse non erano tali.

La Teoria dell'Adattamento e Collegamento Io ho parlato spesso col Professore Pedro circa Teoría dell'Adattamento e Collegamento", che afferma che se utilizziamo l'80% del proprio peso contro il nostro avversario, abbiamo maggiori probabilità di arrivare ad una Sottomissione. Questo 80% non deve essere preso alla lettera, ma significa che il collegamento è estremamente importante in Jiu-Jitsu, perché ci si sente come agisce l'avversario e come si sta comportando. Lui mi ha anche detto più volte che senza un vero e proprio collegamento tra i combattenti, nessuna tecnica precisa potrebbe sorgere. Chi voglia ottenere la massima precisione in JiuJitsu dovrebbe prima capire che non è la sottomissione reale (conclusione), ma come posizionarsi. Vediamo brevemente alcune tecniche come un esempio: - Una delle prime tecniche che ho imparato dai Gracie è stato il cross-choke. Uno dei dettagli



Brazilian Jiu Jitsu insegnati era: a) che questa tecnica di strangolamento si faceva dal corretto utilizzo dei miei polsi e non tirando il collo del kimono. b) che io dovevo tenere i miei fianchi in posizione di guardia, non diritte, ma un po’ contorte in modo che io potessi essere più vicino al mio avversario. E c) che il controllo del corpo dell'avversario viene attraverso le mie gambe e fianchi. - In oltre l'80% dei combattimenti che avrai in Jiu-Jitsu, più volte il tuo avversario sarà nella tua guardia o viceversa. Non è facile per molti di passare la posizione di guardia. Ma lasciatemi chiedermi, chi vi ha detto, che è necessario passare la guardia sempre? Il professor Pedro ha messo sempre un grande enfasi sul mantenimento della Guardia. Mi ha insegnato a non forzare per sfuggire alla posizione di guardia, ma piuttosto aspettare il momento giusto per farlo. Così, anche qui si dovrebbe imparare a leggere tra le righe ... uno forza l’avversario a fare il primo passo e poi gli contrattaca con meno forza, ma con precisione e con tenacia. - Se si è giù e l'avversario è sulla posizione “mount”, bisogna che l'avversario si senta instabile, così si dovrebbe lottare per rompere il suo equilibrio. Il movimento dell'anca chiamato anche «Hupa» è stato un elemento molto importante per il professore Pedro e molti altri esperti Jiu-Jitsu, come Rickson Gracie. Il movimento "Hupa" funziona non solo per la difesa contro la posizione “mount”, ma anche per la difesa contro il “lateral control” (100 chili) e il “crossed mount”, creando spazio per liberare noi, quindi, una tecnica con la possibilità di utilizzare in situazioni diverse. Infine, si può dire che una tecnica dovrebbe essere applicata a tutti i livelli di prestazioni, indipendentemente dal livello dello studente; che una tecnica dovrebbe rimanere efficiente independentemente del peso e che una tecnica dovrebbe essere utile per ognuno.

La Teoria dello Stress e il Relax Consciamente e inconsciamente, il Jiu-Jitsu ci porta ad unire il nostro corpo e la nostra mente, creando una capacità di apprendimento che potrebbe essere descritta come una forma di "intelligenza del corpo". Con questo voglio dire che i nostri sensi sono affilate, che il corpo si trova un passo davanti a noi e quindi esegue una tecnica o un movimento prima che il cervello ci dà il comando di farlo. Credo che in alcune persone questa intelligenza del corpo può essere grande e speciale. Tutte le persone hanno questa capacità, ma non l’hanno mai affrontata. Il professor Pedro osservava i suoi studenti molto intensamente durante il Randori, che io ho anche imparato attraverso di lui, senza fare un grande sforzo per fare l'una o l'altra tecnica, o dando loro consigli e suggerimenti durante l’allenamento. Ha sempre detto che la lotta di un uomo è anche vedere la sua personalità fuori. Inoltre ha sempre detto che si può usare il corpo come sensori o antenne di sentire o audire ciò che l'altro è come essere umano. Questa abilità speciale non solo esiste in Jiu-Jitsu, ma può essere vista anche in atleti, ballerini, artigiani, o medici, ognuno di loro semplicemente spazzando sia corpi e cervelli, quindi le azioni sono automatizzate ancora nell'armonia col sentimento corretto e tecnica precisa. Durante un Randori, momenti diversi sorgono, dove il corpo intero o parti del corpo, come il braccio, le mani, e il collo, sono tesi per offrire un spettacolo di massima efficienza dell'azione selezionata. C'è poi il momento di rilasciamento, per esempio quando uno domina una certa posizione. Attraverso la pratica di Jiu-Jitsu, sviluppiamo movimenti eccellenti e volgari e li combiniamo coi nostri pensieri e i sentimenti. In Jiu-Jitsu uno comincia ad imitare i movimenti come insegnati dall'istruttore, ma presto non è più un'imitazione, e la persona comincia a sviluppare attraverso uno la propria sensibilità fisica il suo "proprio" JiuJitsu. I movimenti ottengono una dinamica personale e come risultato l’allievo cresce come un individuo. www.vacircabrothers.ch / www.graciejiujitsu.ch

“Consciamente e inconsciamente, il Jiu-Jitsu ci porta ad unire il nostro corpo e la nostra mente, creando una capacità di apprendimento che potrebbe essere descritta come una forma di ‘intelligenza del corpo’.”



Brazilian Jiu Jitsu




Un praticante Kali guarda un attacco come un pugno, non tanto come un attacco, ma come un obiettivo che viene offerto e deve essere distrutto sistematicamente attraverso immobilizzazioni e attacchi. Questo non è troppo lontano dal modo di pensare di Kyusho tranne che le strutture sulle quali puntiamo sono inter ni e non ester ni. Così aggiungendo l'arte più esterna più del Kali e il Trapping, stiamo influendo in una gamma ancora più ampia nella stasi umana. Kyusho è uno studio dell'anatomia umana, non è un Arte Marziale (anche se potrebbe ed è stato evidenziato come uno di loro), ma il suo utilizzo con o in un Arte Marziale è naturale, e aggiunge una maggiore dimensione. Così può essere integrato facilmente ed efficacemente in qualsiasi stile di Arte Marziale. Il praticante Kali armato con la conoscenza di Kyusho può portare la pratica del Kali ad una prospettiva completamente più profonda. In questo secondo volume vi mostreremo gli obiettivi inerenti o possibili de Kyusho nella testa, utilizzando le azioni delle stesse trappole di braccio che appaiono sul primo DVD. Un lavoro di collaborazione del Maestro di Kali Raffi Derderian e il Maestro Evan Pantazi.

REF.: • DVD/KYUSHO 25

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Ju Jutsu


Arti del Giappone Pedro R. Dabauza, instancabile studioso delle Arti Tradizionali, è senza dubbio un vero erudito dei Budo moderni, specialmente del Judo e del Ju Jitsu, ai quali ha dedicato un’intera vita di lavoro, di studio e di viaggi. Oggi vi presenta uno studio sul Budo Goshin Jutsu, una delle Ryu del Ju Jitsu, intr oducendolo nell’ambito della cornice generale dell'Arte morbida. Un lavoro sul quale ha realizzato un video indispensabile per i sinceri studiosi della materia, che sanno che questa nobile Arte non cominciò con i Gracie, ma che molto prima, nel Giappone medievale, i guerrieri si preparavano nell'efficacia delle loro Arti, nelle quali l’intelligenza, la filosofia ed il coraggio rappresentavano un tutt’uno insostituibile per creare ciò che chiamavamo un Guerriero Samurai.


Ju Jutsu

U JUTSU è la denominazione genuina del compendio di tecniche e di concetti del Ju (morbidezza, flessibilità). Oggigiorno, secondo la fonetica di ogni paese s’instaurò in un preciso momento storico, lo si conosce con nomi differenti: Ju Jitsu, Jiu Jitsu, parole simili, identici scopi. Nel paese di Cipango (Giappone) ancorato al Medioevo per il suo ermetismo geografico, afflitto da lotte interne tra clan territoriali per secoli, nacque la necessità di creare tra i suoi militari professionali dei guerrieri unici, gli ineguagliabili e famosissimi Guerrieri Samurai. Il Samurai dava la sua vita per la sua missione, poiché,

J

secondo le credenze inculcategli fin da bambino, non percepiva la vita e la morte come il resto dei mortali, perciò la primordiale ed essenziale missione nella sua esistenza era quella di servire il suo signore e di compiere la sua missione. Il Samurai veniva addestrato in tutti i tipi di Arti Guerriere, nel maneggio della lancia, nell’arco in piedi o a cavallo, nel nuoto, nella strategia, ecc… ma soprattutto due materie assumevano durante il suo addestramento una peculiare importanza, la dedizione al Bushido, codice delle tradizioni e dell’etica del Samurai, ed il maneggio delle sue lame da taglio, Tachi, Katana, Wakizashi e le meno nobili, Tanto ed Aikuchi.


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Il suo corpo ed il Katana divenivano un tutto inseparabile. La curava come curava il suo corpo e il suo spirito. Ma che cosa succedeva se non poteva farne uso nel combattimento? È allora che nacque il Ju Jutsu (Arte o tecniche morbide).

Bu Jitsu L'Arte antica, L'Arte del XXI Secolo A causa della gran quantità di clan esistenti nel territorio nipponico e del fatto che ogni clan considerasse indispensabile, per ovvi motivi, uno studio codificato di tecniche di difesa e di riduzione, per la maggior parte mortali e chiuse in un completo ermetismo per la necessità di mantenerle segrete, sorsero innumerevoli Ryu (scuole):

di tutte queste Ryu ne sono giunte ai giorni nostri ben poche, a causa dell’oggettiva inesistenza di documenti scritti. Dai tempi delle continue lotte si passò all’epoca della pace nel periodo Tokugawa. In quel periodo, queste Ryu si ordinarono e classificarono, di esse oggi conosciamo, tra le altre, Takenouchi Ryu, forse la più antica, Daito Ryu, Shinnoshindo Ryu, Fusen Ryu, Kyto Ryu, Segiguchi Ryu, Jikishin Ryu, Yagiu Shingan Ryu, Rioy Shinto Ryu, Yoshin Ryu, Tenshin Shinyo Ryu, ecc… Ma con il passare dei secoli queste caddero in disuso, dato che davanti all'apertura obbligata delle frontiere del Giappone da parte della nave statunitense del Commodoro Perry, tutto quello che proveniva dall'estero era migliore e le tradizioni tanto ancestrali e così ricche del popolo giapponese si mantenevano in un secondo piano.


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“Con la sua conoscenza e le sue idee progressiste, O Sensei Kano creò la sua Ryu, il Kodokan Judo. La chiamò Kodokan (casa dove si studia il cammino della forma antica) per differenziarsi dal termine Judo, già utilizzato nella Jikishin Ryu.”

L'enorme facilità del giapponese a copiare e, nella maggior parte dei casi, a migliorare ciò che proveniva dall’esterno divenne evidente. Oggi in Giappone si guida a sinistra come in Inghilterra; l'educazione venne molto influenzata dallo stile francese ed inglese; per le strade delle città giapponesi si vedono gruppi di studenti con le uniformi tipiche francesi del XIX secolo. In quest’ordine di cose il concetto di Bu Jutsu non era in sintonia con il momento storico, così, da tutto questo, nacque il precursore del risorgimento delle Arti Marziali nella nostra

epoca, lo Shihan Jigoro Kano (Per maggiori informazioni, vedere il Capitolo “Kano, un uomo e nome per la storia”, dal libro “Kata Judo-Ju Jitsu” Casa Editrice Alas-1998). O Sensei Kano, uomo avanti rispetto al suo tempo nella società giapponese, grande pedagogo e con un’ottima conoscenza della lingua inglese, intuì i grandi contributi che le Arti potevano offrire alla gioventù e alla società in generale, non solo nel loro aspetto fisico, ma anche in quello morale e spirituale. Il concetto Jutsu si trasforma in Do (cammino).


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Ju Jutsu Così dunque le Bu Jutsu si trasformarono in Budo O Sensei Kano studiò ed approfondì numerose Ryu di Ju Jutsu, ma preferibilmente la Kyto Ryu e la Tenshin Shinyo Ryu, dalle quali ottenne i Densho (pergamene) che gli attribuivano il grado di esperto conoscitore delle tecniche e dei concetti di queste scuole: tali pergamene si possono vedere oggi nel suo museo di Tokyo. Con la sua conoscenza e le sue idee progressiste, O Sensei Kano creò la sua Ryu, il Kodokan Judo. La chiamò Kodokan (casa dove si studia il cammino della forma antica) per differenziarsi dal termine Judo, già utilizzato nella Jikishin Ryu. O Sensei Kano selezionò tutte le tecniche e tutti i concetti che meglio si adattavano alla sua idea del Kodokan Judo, fatto questo che gli creò al principio, non pochi problemi con i Sensei puristi del Ju Jutsu. Ma le idee di O Sensei Kano prevalsero e rivoluzionarono le Arti; a favorire molto tale evoluzione fu l’introduzione nella società giapponese del Karate Do, che ebbe come pioniere O Sensei Funakoshi, e dell’Aiki Jutsu, oggi Aiki Do di O Sensei Ueshiba. Anche nel Kodokan esisteva un dipartimento chiamato Ko Budo Kenkykai dove si studiavano le Arti più diverse. O Sensei Kano selezionò alcuni tra i suoi più famosi discepoli, affinché studiassero determinate Arti e gli portassero informazioni precise su quanto appreso. Alla morte di O Sensei Kano nel 1938, la direzione del Kodokan chiuse questa sezione. Bisogna sottolineare che O Sensei Kano e Pierre de Coubertain vissero nella stessa epoca, ma in culture differenti, ambedue lottarono per ristabilire gli stessi valori prima di conoscersi personalmente.


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Arti del Giappone Evidenziata la grande ripercussione che ebbe (ed ha tuttora) la figura di O Sensei Kano, parliamo ora della storia e della realtà attuale del Ju Jitsu in Occidente. Verso la fine del XIX secolo e all’inizio del XX approdarono in gran parte dei paesi occidentali diversi Sensei di Ju Jitsu, tra loro naturalmente Sensei della Ryu Kodokan Judo, dato che quest’ultima all’inizio venne creata come una Ryu di Ju Jutsu, poiché O Sensei Kano scoprì il Judo praticando il Ju Jitsu (dato che il primo era presente nel secondo). Quindi si può dire, forse, che il precursore fu Sensei Tani in Inghilterra, seguito da Sensei come Renie in Francia, Ono in Germania, Baner in Austria, Hanko Rhi in Svizzera, Teppii nel Sudafrica, Yamashita e Kakiowa negli USA. Da questo deriva il fatto che il Ju Jitsu attualmente sia praticato da migliaia di Jujitsuka ed in alcuni paesi sia più popolare dell'olimpico Kodokan Judo. In diverse organizzazioni a livello mondiale si conserva e tutela l'insegnamento del Ju Jitsu. In Giappone, la Dai Nippon Butokukai è l’organizzazione più antica e la più protetta dal governo giapponese per il mantenimento delle Arti Marziali Giapponesi. Questa organizzazione realizza nel 2002 una convention mondiale di Arti Marziali a Kyoto, la sua sede, per commemorare il suo centenario, con la presenza di rappresentanti di tutti i paesi e dimostrazioni delle più antiche Arti. Lo stesso peso ce l’ha l'organizzazione Kokusai Budo In IMAF, diretta da Sensei Sato con sede a Tokyo. In Occidente la più antica è la European Ju Jitsu Federation, diretta da Sensei Vernon Bell. Più tardi ne sono nate delle altre, come la Ju Jitsu International Federation e


Ju Jutsu la European Ju Jitsu Union, dirette da Orlandi e Baguena, la World Ju Jitsu Organization, diretta da Sensei Clark e Sensei Bertoletti, la World Kobudo Federation, diretta da Sensei Therien e da Sensei Morris, la Sekai Ishin Ryu Ju Jitsu Renmei, diretta da Sensei Pell, la World Elite Black Belt Society, diretta da Sensei Cheek. E’ stata anche creata la Confederazione Iberico Americana di Ju Jitsu, diretta da Luis Baguena, che unisce tutti i paesi di lingua spagnola e portoghese. Oltre alle organizzazioni menzionate ne esistono molte altre che trattano il Ju Jitsu giapponese tradizionale o la sua evoluzione occidentale; menzione a parte merita il cosiddetto Brazilian Ju Jitsu con i suoi Ryu Gracie Ju Jitsu, Machado Ju Jitsu, ecc… Concluderemo questo percorso con la più recente, la quale mira a trattare in maniera differente il Ju Jitsu in particolare ed il Budo in genere: la International Budo Union, creata da un gruppo di maestri di diversi paesi, organizzazione della quale si sentirà parlare in un futuro ormai prossimo. Tutte queste organizzazioni che proteggono il Ju Jitsu, promuovono le più diverse Ryu.

Durante la mia pratica ed il mio studio del Budo ho imparato da numerosi Sensei, ai quali devo tutto. Per impartire le mie nozioni nei corsi che realizzo, nei quali gli allievi possono imparare e contemplare tutta la ricchezza dell'Arte, ho dato un nome al mio insegnamento: Budo Goshin Jutsu Ryu, che non è una nuova Ryu, ma piuttosto un concetto di Ju Jitsu attuale. Qui di seguito vi espongo la filosofia e le nozioni tecniche che compongono questo concetto.

Budo Goshin Jutsu RYu JU JITSU è il nome generico dell'insieme di metodi la cui filosofia principale è utilizzare al massimo e al meglio l'energia sia fisica che mentale dell'individuo, per ottenere in questo modo il


Arti del Giappone suo sviluppo ed il suo benessere, e pertanto, di conseguenza, quello della società in generale. Le differenti Ryu sono il cammino o il principio per ottenere questo risultato. Una Ryu (scuola) deve essere fondata e strutturata con basi e principi solidi e con un metodo progressivo adeguato alla concezione della stessa. In ogni insegnamento si deve applicare un metodo con una didattica e dei procedimenti adeguati. La parola metodo deriva dalla traduzione del greco originale Meta-Odos (cammino), metodo significa: Cammino verso un Fine, quando mi riferisco ad un concetto. Il fine del cammino è quello che cerchiamo con l'applicazione del metodo, ossia la formazione fisica, mentale ed umana della persona. Il metodo

Il metodo può essere applicato con le varianti: I n d u t t i v o : Insegnamento dal particolare al generale.



Arti del Giappone Deduttivo: Insegnamento dal generale al particolare. Il metodo deve essere: Graduale: Dal semplice al complesso, con graduale progressione e con i fattori essenziali della sicurezza, della facilità, della varietà, della motivazione e della logica. Associativo: Che permetta l'associazione di tecniche. Ripetitivo: Che permetta mediante la ripetizione delle tecniche, la loro comprensione o conoscenza in grado massimo. Integrale: Che sviluppi le caratteristiche dell'allievo. Dimostrativo: Che dimostri mediante la tecnica il metodo stesso. Questo metodo deve essere insegnato in maniera mista, cioè in modo analitico (per parti) e globale o sintetico (complessivamente). Una volta esposto come deve essere un metodo, un concetto, vado ora a riportarvi di quali settori tecnici deve constare una Ryu di Budo:

Ki Hon (fondamenti) • UKE WAZA (TECNICHE DI BLOCCO E DEVIAZIONE) • ATEMI WAZA (TECNICHE DI COLPO) • KYUSHO HO (STUDIO DEI PUNTI VULNERABILI DEL CORPO UMANO) • KATAME WAZA (TECNICHE DI CONTROLLO) Con i seguenti Kyo (GRUPPI): • KANSETSU WAZA Tecniche di lussazione • SHIME WAZA Tecniche di strangolamento • OSAEKOMI WAZA Tecniche di immobilizzazione • APPAKU/GYOKKY WAZA Tecniche di pressione • HOBAKU WAZA Tecniche per legare l'avversario. Tutti questi settori tecnici si applicano nel TACHI WAZA (tecniche in piedi) e nel NE WAZA (tecniche al

suolo) per ottenere in questo modo un lavoro globale. • RENKO HO: Forme di conduzione • NAGE WAZA: Tecniche di proiezione ed abbattimento • RENRAKU WAZA-RENZOKU WAZA (concatenamenti e combinazioni di tecniche della stessa indole o meno, queste ultime con carattere fisso o creativo). • BU WAZA: (Tecniche con armi) studio dell'arma, sia per la difesa che per l’attacco. Armi antiche e moderne. • KUATSU WAZA (Tecniche di rianimazione) • KATA: studio delle Forme prefissate, che abbracciano tutte le varie tecniche. In questo settore rientrano le OYO WAZA (Tecniche superiori). Tecniche che favoriscono lo sviluppo interno NAI KI. • Kate prefissati, Kata creativi. Anche se il concetto BUDO GOSHIN JUTSU RYU è stato pensato per concedere una posizione principale all'Arte Marziale, in esso vi è spazio anche per altre forme di lavoro o per ramificazioni come: • RANDORI (LAVORO LIBERO) • SHIAI (COMPETIZIONE SPORTIVA) • MATERIE SPECIFICHE: Studio di tecniche speciali per gruppi concreti. In questo settore vi è spazio per argomenti diversi come polizia, sicurezza, protezione, rilassamento, sopravvivenza, strategia, cultura orientale, ecc… FILOSOFIA e STORIA: Conoscenza della storia e dell’evoluzione delle Arti Marziali in generale, per una migliore conoscenza della scuola studiata in particolare. Tutti questi settori tecnici non hanno nessun valore se all'allievo non comprende appieno l’importanza del rispetto verso gli altri sistemi e verso le persone che li praticano.


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In questo DVD, G.M. Larry Tatum (10 ° Dan) sviluppa tecniche del programma Kenpo al più alto livello. In particolare, alcuni delle sue "preferite", come Flashing Mace, Parting Wings, Entwined Lance… Magistralmente eseguite, e sulla base dell'esperienza del movimento, G.M. Tatum incorpora i suoi insegnamenti innovativi in queste tecniche che vi aiuteranno a aggiungere conoscenze e completare la vostra formazione nel sistema Kenpo. Inoltre, esse forniscono l'individuo con la scelta migliore per l'autodifesa, sulla base del pensiero logico e pratico, e lo mettono nel cammino della comprensione dell'arte del Kenpo. Questi sono i sistemi auto-difesa e di combattimento dei tempi moderni in cui viviamo. Essi sono stati progettati in modo che il praticante ottenga tutti i benefici che forniscono la pratica di queste tecniche. Questo DVD ha il sostegno del Maestro Adolfo Luelmo (9 Dan), che prosegue con una serie di tecniche eseguite in modo agevole e forte, per situazioni di aggressività estrema, in cui si possono apprezzare diversi stati dei movimenti, in un modo logico ed efficace. Finalmente, il Maestro Camacho Assisi (8 ° Dan), mostra una tecnica che combina la forza delle braccia e la sua esperienza con le gambe.

REF.: • DVD/LARRY4

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