Bonsai & Suiseki magazine - Gennaio-Febbraio 2012

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Zhuāngzi - Illustrazione Mistico e filoso cinese, è considerato tra i fondatori del Daoismo.

ma bunjin, la quinta essenza della passione. L'albero bunjin dovrebbe avere un tronco snello ma non giovane, elegante, disinvolto e ricco di poesia. Anche il suo vaso e il suo tavolo devono essere molto raffinati, suggestivi e delicati. n bunjin è l'essenza del bonsai. L'immagine ideale ricercata dai cinesi deriva dalla filosofia taoista ZUANG-ZI, e non è precisamente uguale al concetto di wabi-sabi da cui scaturisce la bellezza estetica giapponese. Del resto anche in Giappone ci sono due correnti principali, la prima intorno alla cerimonia del the e la seconda legata allo spirito dello zen. La ricerca della bellezza del vuoto, cioè della semplificazione, è la bellezza bunjin che è tipica del Giappone, appartiene al gusto zen e culmina realizzando nella figura del bonsai questa caratteristica. In questo senso la bellezza della cultura Giapponese è una bellezza del togliere. In Cina nella dinastia Ming incontriamo l'apice della maturazione intellettuale di questi uomini sublimi: persone raffinate, intelligenti, amanti della lettura e della cultura, pittori, calligarafi, maestri del tè che hanno buon gusto, amanti della vita eremitica. Sono persone che comprendono la passione per la natura ed hanno un sentimento poetico. Sono collezionisti di pietre, oggetti d'arte per l'allestimento dei tokonoma, ceramiche ed antiquariato in

generale. Anche l'ikebana era molto amata soprattutto nell'antichità, negli stili che ricordano la pittura delle forme libere. Lo spirito bunjin si vede anche nel modo di fare ikebana e di goder della bellezza dei fiori, indifferenti delle cose mondane; per questo sono ikebana liberi e non formali, talvolta anche senza tecnica. Talvolta anche con fiori rari o stravaganti, dalle forme ricche di formalità. L'albero bunjin dovrebbe essere un'opera che esprime al meglio la bellezza giapponese. Secondo Sudoo il bunjin può essere anche essere considerato una via da percorrere per arrivare ad una illuminazione della vita attraverso il bonsai. Conclude augurando che si possa fare bonsai ringraziando di essere in vita e rispettando la vita e la natura. Il bunjin non è una forma d'arte, perché è vivo, mutevole nel tempo, fugace (gicon). Per poter realizzare un bunjin è importante conoscere il concetto di bellezza del vuoto. Il vuoto è bello perché esso accetta illimitatamente tutto ciò che si trova nell'universo; nel vuoto ognuno può esprimere cosa ha nel cuore. Il bunjin deve trovare spazio nel vuoto ma non riempirlo, deve suggerire ma non raccontare. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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