INTERVISTE e INTERVENTI
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In visita al Museo Rodari con Pino Boero
Nel cuore di Omegna e con Omegna nel cuore di Ferdinando Albertazzi
Sabato 23 ottobre 2021. A Omegna, in via Carrobbio 45, nei pressi del Palazzo di Città, ha aperto i battenti il Museo intitolato a Gianni Rodari…
L
’ha ideato e curato Pino Boero, “frequentatore” di lungo corso dell’universo rodariano, scandagliato nelle sue molteplici sfaccettature con l’appassionata acutezza e la brillante limpidezza così adescanti nelle sue opere dedicate. Dalla fondamentale Una storia, tante storie: guida all’opera di Gianni Rodari, titolo di riferimento ormai da trent’anni (uscito nel 1992, è stato ristampato nel 2010), a L’alfabeto di Gianni, pubblicato nel centenario della nascita (1920) e firmato in collaborazione con Walter Fochesato, riflettori accesi
su «Episodi poco noti e curiosità, tra vita e letteratura». E proprio Pino Boero accompagna i lettori di Pepeverde in visita al Museo, incamminandosi «nel dedalo di vie del rione Vaticano, così chiamato per l’atmosfera di antico mistero che si respira tra i palazzi. Dove il nuovo Museo restituisce vita a una costruzione del settecento su due piani, di proprietà comunale, destinata negli ultimi decenni ad abitazione popolare. L’idea di allestirlo è nata dalla volontà del Comune di ricordare in modo importante e duraturo lo scrittore che, andato via
nell’infanzia, è rimasto tutta la vita legato alla città natale». Insomma con Omegna nel cuore. Chi ha raccolto l’invito del Comune? «Il Parco della Fantasia dedicato a Rodari, in funzione da vent’anni e il Premio omonimo di Letteratura per l’infanzia, hanno “passato il testimone” al gruppo di lavoro istituto dall’amministrazione comunale. Composto dal sindaco Paolo Marchioni, dall’assessore alla Cultura Sara Rubinelli, dall’architetto Fabrizio Bianchetti (per il restauro architettonico dell’edificio), da Alberto Poletti direttore del Parco, da Luca Vergerio responsabile del settore Cultura del Comune e da me, incaricato della curatela». Qual è stata la sfida più impegnativa che ha dovuto affrontare curando gli exibit del Museo? «Per me, abituato al linguaggio della critica ricco di note e di riferimenti, è stata adeguare il mio “registro”, non solo lessicale, alle esigenze di una comunicazione diversa, affidata alle “magie” della tecnologia. Molto utile e opportuno, al riguardo, lavorare a
Pepeverde n. 13/2022 41