Per un'Università più inclusiva, più accessibile, più partecipe

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altre regioni in maniera ancora più significativa, depauperando in termini di risorse umane ed economiche le piccole università e i territori che arricchiscono.

La nostra proposta A nostro parere, tutelare il Diritto allo Studio significa mettere tutte le studentesse e tutti gli studenti nelle condizioni di accedere alla stessa offerta formativa, permettendo a chiunque lo desideri di vivere realmente l’Università, in presenza, con il complesso di esperienze di crescita personale e relazionale che questa permette di acquisire. Ed è lungo questa linea di intervento che la prossima Governance d’Ateneo dovrà impegnarsi, in dialogo con l’Amministrazione comunale, la Regione, la CRUI e i Ministeri competenti, per un incremento strutturale e nazionale dei fondi destinati al Diritto allo Studio e all’Università in generale. Tuttavia, come si è già accennato, non tutte le argomentazioni dei sostenitori della didattica mista sono da respingere. Questa ha infatti permesso di intercettare i bisogni vecchie e nuove categorie di studenti, i quali non sono mai riusciti ad accedere alla didattica per come l’abbiamo conosciuta fino al mondo pre–pandemia. Sono studenti e studentesse lavoratrici, studenti genitori, studenti impossibilitati a recarsi fisicamente a lezione e altri che per ragioni personali non sono mai riusciti a partecipare in presenza alle lezioni. E ancora, le nuove sperimentazioni sono andate incontro alle esigenze dei tanti pendolari, in precedenza costretti a rinunciare a parte delle lezioni in ragione delle insufficienze dovute ai trasporti. Non è pensabile e, anzi, è radicalmente sbagliato voltare le spalle a queste categorie di studentesse e studenti, che in precedenza andavano a costituire il grosso della categoria dei non–frequentanti o che, nel peggiore dei casi, erano costretti a rinunciare del tutto al percorso universitario. Per scongiurare i pericoli di disuguaglianze relativi alla didattica mista, ma per rispondere allo stesso tempo alle esigenze degli studenti e delle studentesse di cui si è appena parlato, proponiamo che al termine della pandemia l’Università torni a svolgersi prioritariamente in presenza, stabilendo però l’obbligo di registrazione per tutte le lezioni. Con un’integrazione di questo tipo si permetterebbe a queste categorie di accedere alle lezioni per come avvengono in aula, compatibilmente con i propri ritmi di vita e i propri impegni personali. Inoltre, per questi studenti e queste studentesse, laddove ve ne sia richiesta esplicita, si ritiene di buon senso che almeno gli esami orali possano essere svolti telematicamente. Nondimeno, grazie alle registrazioni, si offrirebbe un servizio ulteriore per l’intera comunità studentesca, rispondendo per di più ai problemi di sovrapposizione degli orari di insegnamento che esistono in molti Corsi di Studi. Per tutelare la proprietà intellettuale dei e delle docenti, riteniamo che le lezioni debbano essere accessibili esclusivamente dalla piattaforma di Ateneo ‘Virtuale’. Inoltre, le lezioni non dovranno essere esportabili dal dispositivo singolo utente e dovrà essere stabilito un 6


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