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Mirabaud, tradizione che si rinnova

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Veleggiando in tempi incerti

Tradizione e innovazione si contaminano nell’offerta globale del gruppo bancario Mirabaud Una realtà con 200 anni di storia che punta su personalizzazione e allineamento degli interessi

DI LUIGI DELL’OLIO

Il recente ingresso tra “Les Hénokiens”, associazione di imprese familiari attive sul mercato da non meno di due secoli, è il suggello di una storia di business che ha saputo rinnovarsi nel tempo senza mai perdere i suoi tratti caratteristici. Fondato nel 1819, il gruppo bancario Mirabaud ha ottenuto il disco verde dall’organizzazione internazionale dopo che quest’ultima ha analizzato tre fattori: la presenza maggioritaria nel capitale da parte della famiglia fondatrici, la stabilità finanziaria e un business orientato alla modernità. Del resto, nel momento in cui ha spento le 200 candeline, il gruppo ha adottato il motto “Prepared for Now” a evidenziare proprio la proiezione all’innovazione, in termini di prodotti, servizi e proposizione alla clientela, non sempre presente tra le private bank di più lunga tradizione.

I filoni di business

Il gruppo ginevrino è attivo in tre filoni del business: wealth management (gestione di portafogli, servizi di consulenza in materia di investimenti e servizi per i consulenti finanziari indipendenti), asset management (gestione di patrimoni istituzionali, servizi di gestione e distribuzione di fondi) e corporate finance (ricerca azionaria, consulenza aziendale, mercati dei capitali ed esecuzione). Mirabaud offre soluzioni su misura, privilegiando relazioni personalizzate con una visione di lungo termine. L’approccio da family office viene applicato a tutti i profili di clienti. “Puntiamo su un modello imprenditoriale a conduzione familiare e basato sulla collegialità, così da assicurare ai nostri clienti che il loro patrimonio privato o professionale verrà gestito con la stessa cura con cui è gestito quello della famiglia Mirabaud”, è la sintesi del managing partner Nicolas Mirabaud. Che ricorda come spesso il gruppo bancario elvetico partecipi agli investimenti proposti alla propria clientela. Con un organico di circa 700 persone, ha uffici in Svizzera (Ginevra, Basilea e Zurigo), Londra, Lussemburgo Parigi, Madrid, Barcellona e Valencia. Il mercato internazionale, quasi del tutto assente fino alla fine dello scorso secolo, vale all’incirca la metà della propria attività. Il 2021 si è chiuso con un patrimonio gestito di 38,9 miliardi di franchi svizzeri, con una raccolta netta nell’ultimo esercizio di 652 milioni, ricavi per 312,7 milioni e

un utile netto consolidato di 40,5

milioni. Il gruppo ha un Common Equity Tier 1 ratio del 21,3%, un livello di patrimonializzazione che lo mette al sicuro anche dai cicli negativi del mercato.

Radicamento in patria

Fondata a Ginevra dal private banker David-Marc Paccard con il nome di Paccard, Ador & Cie, la società partecipò allo sviluppo della città che aveva da poco aderito alla Confederazione (nel 1815), dopo essere stata occupata per lunghi anni dall’esercito napoleonico (1792–1813). Da quel momento prese il via un lungo periodo di crescita economica quasi ininterrotta che avrebbe portato la cittadina affacciata sul Lago Lemano a diventare quella che è oggi: la seconda città più popolosa della Svizzera, con circa 200mila abitanti. La società conobbe una prima fase di sviluppo sul finire del

BANK

INTERNATIONAL

Sopra i Managing Partner di Mirabaud (da sinistra a destra: Lionel Aeschlimann, Managing Partner, Yves Mirabaud, Senior Managing Partner, Camille Vial, Managing Partner e Nicolas Mirabaud, Managing Partner). Copyright: Loris von Siebenthal. A sinistra: un’immagine della regata Bol D’or Mirabaud e sopra la sailing Squad.

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Diciannovesimo secolo con l’arrivo al vertice di Ivan Mirabaud, che mantenne il timone per 60 anni, allargando la squadra di vertice a figli e nipoti (cinque alla fine della sua gestione). Mirabaud offrì un contributo decisivo per fondare - nel 1857 - il primo mercato borsistico svizzero a Ginevra. Oltre a “forgiare” la cultura e la tradizione dell’attività bancaria elvetica, la società fu pioniera nello sviluppo

in Svizzera delle strategie di

gestione alternative e, nel 1973, collaborò con altri investitori europei per il lancio del primo fondo di investimento specializzato nel mercato americano.

La proiezione internazionale

L’espansione internazionale di Mirabaud iniziò nel 1985 con uno sguardo particolare ai mercati vicini, dalla Germania alla Francia, dalla Gran Bretagna all’Italia. Oggi la struttura di vertice è composta da quattro membri. 3 su 4 sono discendenti della famiglia: oltre al già citato Nicolas, ci sono Yves Mirabaud (senior managing partner), Lionel Aeschlimann e Camille Vial. Nicolas è responsabile del settore private banking: “Un segmento in grande evoluzione, tra nuove tecnologie ed esigenze dei clienti che mutano, nel quale tuttavia la relazione personale resta fondamentale. Partire dai bisogni del singolo cliente resta l’ingrediente

La sede di Mirabaud illuminata da un’installazione di arte contemporanea dell’artista Emilie Ding in occasione del Ginevra Lux Festival e con l’opera “Luna, 2019” dell’artista svizzero Not Vital che è stata offerta alla città di Ginevra nell’ambito delle celebrazioni del bicentenario di Mirabaud nel 2019. In situ Not Vital - Moon, 2019 / Emilie Ding - How High You Can Count, 2017 (© Lucien Fortunati)

Esposizione a fattori azionari Value, Momentum e Quality

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1819 Anno di fondazione della società

38,9 Il patrimonio gestito in miliardi di franchi svizzeri

40,5 Utile netto 2021 in milioni di franchi svizzeri

principale per garantire relazioni che durano nel tempo e si tramandano tra le generazioni”, racconta. “L’espansione internazionale è una scelta sulla quale vogliamo insistere senza rinunciare a declinazioni territoriali dell’offerta. Riteniamo fondamentale adeguarsi al mercato locale, ma mantenendo sempre i propri valori e il proprio Dna”.

Modello boutique

Un approccio, ricorda Nicolas, che è tipico di una boutique: “Questo ci consente di essere flessibili e garantire un servizio davvero personalizzato, evitando quelle standardizzazioni tipiche dei grandi gruppi bancari, che rischiano di far perdere di vista la centralità del cliente. “Allo stesso tempo, a differenza dei player piccoli abbiamo uffici in 10 Paesi diversi. Abbiamo una rete forte e le risorse necessarie per poterci sviluppare”, aggiunge.

Parallelismi con lo sport

“La vela e la finanza hanno un tratto comune: sono entrambi molto

La società conobbe una prima fase di sviluppo sul finire del Diciannovesimo secolo con l’arrivo al vertice di Ivan Mirabaud, che mantenne il timone per 60 anni

esposti agli elementi e ai fattori esterni, come il vento, e richiedono una guida sicura per poter avere successo anche nelle fasi difficili”. Così Yves Mirabaud risponde alla sollecitazione nata dalla scelta del gruppo elvetico di sponsorizzazione

la più lunga gara di vela in acque

chiuse a livello mondiale, con ben 123 chilometri da percorrere. Non a caso ridenominata Bol d’or Mirabaud, ogni anno accoglie a Ginevra più di 500 partecipanti, tra monoscafi e multiscafi, professionisti di grande esperienza e giovani. In occasione della competizione, Mirabaud promuove da due anni la Sailing Squad, “imbarcazione volante” (sull’esempio di quelle viste all’ultima Coppa America), con un team internazionale di quattro skipper, tutto al femminile. Un’équipe televisiva segue tutta la preparazione delle quattro ragazze e il loro coach per raccontarne l’avventura in quattro puntate, trasmesse su vari canali digitali. “Sono cresciuta allo Yacht Club Adriaco di Trieste e negli ultimi due anni ho gareggiato con il Costa Smeralda, come membro del team Young Azzurra, programma nato per partecipare alla Youth America’s Cup, poi saltata per la pandemia”, racconta la 25enne Francesca Bergamo, selezionata con un’atleta svedese, una statunitense e un’olandese, intervistata proprio in occasione della competizione.

Ottica di lunghissimo termine

In questa prospettiva rientra anche la partnership con Anaëlle Pattusch, velista svizzera di 19 anni. Pattusch tenterà di attraversare l’Atlantico in solitaria e senza assistenza nella competizione “Mini Transat”, la cui prima tappa partirà nel settembre 2023. Tornando al business, Yves spiega: “In termini di risultati dipendiamo molto dal comportamento del mercato, dall’economia, dai numeri, dai risultati delle aziende, ma questo non cambia il nostro approccio al business. Sono cose che dobbiamo analizzare per andare nella direzione giusta, proprio come un marinaio che deve capire dove soffia il vento e quale direzione prende la marea. Il nostro è davvero un approccio di lungo termine. Mi piace dire che, contrariamente a chi pensa in termini di un trimestre, noi pensiamo in termini di generazioni”.

M&G (LUX) SUSTAINABLE ALLOCATION FUND

Con un approccio flessibile e diversificato, puntiamo a trarre vantaggio dalle mutevoli condizioni di mercato e dalle opportunità di investimento sostenibile e a impatto positivo, investendo in diverse asset class tra cui azioni, obbligazioni societarie, governative e green, infrastrutture e liquidità. Il fondo è classificato come Art.9 del Regolamento SFDR.

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