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Serra
from L'Espresso 46
by BFCMedia
I l libro di Vespa è lo stesso dal 1973
La mag lietta della Decima Mas indossata da Enrico Montesano durante le prove di “Ballando con le stelle” era solo il frutto di un equivoco. Il popolare attore credeva che Mas fosse l ’abbreviazione di Masterchef, e dunque la scritta celebrasse la decima edizione della popolare gara tra cuochi. Chiarito l ’incidente, la Rai ha riammesso Montesano a “Ballando”. Molto sollevato, per riconciliarsi con il pubblico, per la prossima puntata Montesano ha lungamente provato, con un coreografo tedesco, il difficile passo dell ’oca.
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I precedenti Antonella Clerici presentò lo Zecchino d ’oro indossando una maglietta di Padre Pio, la cui effigie truce seminò il terrore tra i bambini presenti, e perfino tra le suore dell ’Antoniano. Intervenne il Codacons. Sempre il Codacons denunciò la maglietta bianca indossata dal presentatore Milo Pirolli al Festival Gospel di Saint Vincent, chiaro segno di discriminazione nei confronti dei cori di afroamericani; e la maglietta pervinca della soubrette Vanja Go al concerto di Capodanno del 2016, oggetto di dure polemiche non per il colore, ma perché era orribile.
Il record Quest’anno il Codacons ha festeggiato il centomillesimo esposto-denuncia dell ’associazione contro abusi, oltraggi, vergogne, scandali, soprusi, ignobiltà di ogni genere. L’occasione è stata l ’esposto contro il fenomeno degli autogol nel calcio, lesivo dei diritti del tifoso. Il direttivo del Codacons, per festeggiare il prestigioso traguardo, si è autodenunciato come misura preventiva per eventuali future degenerazioni morali dei suoi membri.
Nella bufera Ma “Ballando sotto le stelle” è nella bufera anche per altre polemiche. L’Associazione Geriatri, con una severa nota, ha protestato perché, nonostante l ’età media dei concorrenti sia di 72 anni, il decano della geriatria italiana, professor Bartolo Buzzi Pinzi, non è stato invitato a fare parte della giuria, dopo essere stato scartato anche come concorrente. La Rai replica che l ’età media dei suoi spettatori è molto superiore agli ottant’anni, e dunque l ’Associazione Geriatri si occupi di assistere il pubblico, non gli artisti. A ncora Codacons Perché a “Ballando” non è stato ammesso nessun concorrente con le lentiggini? Il Codacons considera questo atteggiamento seriamente discriminatorio nei confronti dei portatori di lentiggini, e ha presentato un esposto. Uguale discriminazione, in questa e altre trasmissioni, è stata perpetrata ai danni di gemelli siamesi, palombari con il caratteristico scafandro, persone affette da scorbuto e molte altre categorie. La Rai sta studiando un nuovo protocollo per selezionare cast che non discriminino alcuna categoria di viventi. Di conseguenza, si stanno studiando format che prevedano circa milletrecento concorrenti a puntata. A ltri casi Ma la Rai è nella bufera anche per altri casi. Il tradizionale libro annuale di Bruno Vespa, pubblicizzato in tutte le reti e venduto in decine di migliaia di copie, è stato finalmente letto da qualcuno. Questo qualcuno si è accorto che il libro, con una copertina diversa e il titolo cambiato, è lo stesso dal 1973. Si parla di Andreotti, Rumor, La Malfa, con un capitolo dedicato a Gustavo Thoeni e ai suoi trionfi nella Coppa del Mondo di sci. Vespa si è difeso sostenendo che ogni edizione ha un aggiornamento (quest’anno, per esempio, il capitolo su Thoeni è arricchito da un’intervista ad A lberto Tomba). A ltro episodio molto controverso, la programmazione di una fiction sulle vittime del comunismo incentrata sulla figura di Luciano Moggi. E uno speciale di Raidue sulla questione degli sbarchi dei migranti vista dalla parte dei gestori degli stabilimenti balneari, spesso costretti a spostare le sdraio.
Finalmente qualcuno lo ha letto e si è accorto che cambiano solo titolo e copertina. Mentre il Codacons protesta perché a “Ballando con le stelle” non ci sono concorrenti con le lentiggini
el Pd sono tornati a soffiare forte i venti annunciato che farà parte anche lei del processo costi-N di scissione: era da anni che non accadeva con questa intensità. In privato è tutto un «se vince Tizio, se ne va Caio». Ad esempio: «Se vince Stefano Bonaccini se ne va la sinistra», «se vince Elly Schlein tuente del Pd, partito al quale non è sin qui iscritta. Antipasto di una corsa alle primarie che, già di per sé ha fatto drizzare le antenne a un bel pezzo di dirigenza democratica, che la percepisce come un corpo estraneo e quindi nello stesso tempo la sminuisce e la teme. «Imse ne va Base Riformista», se vince Dario Nardella se ne prevedibile», «eccentrica», «pericolosa», sono infatti vanno i violinisti eccetera. E la partita non è nemmeno alcuni aggettivi che le si affibbiano nelle conversazioni cominciata. private, come se si trattasse di un’attivista stile « Just
Ma nelle conversazioni a latere della tumultuosa pa- Stop Oil» (gli ambientalisti che lanciano le zuppe conlude in cui è immersa la costruzione del percorso verso tro le opere d’arte) e non di un’amministratrice di quella il congresso, tra l'assemblea di sabato 19, la babele nota- che fu la regione più rossa d’Italia. rile delle regole e il bilancino farmaceutico delle date, Di fatto la sua discesa in campo ha infastidito, nello da intrecciare con le elezioni regionali in Lombardia e stesso tempo, la sinistra e i moderati, a tenaglia. EmbleLazio che si annunciano un nuovo simpatico bagno di matico, mercoledì scorso, che il suo nome comparisse sangue, pare al momento non ci sia nessuno disponibile sia in una intervista al coordinatore di Articolo 1 Arturo a credere nella possibilità di rimescolare ancora una Scotto al Manifesto, sia in una intervista al capolista volta quello che Massimo D'Alema, già dopo un solo an- della civica per Gualtieri, Alessandro Onorato. In enno dal battesimo, definì «un amalgama mal riuscito», trambi i casi, non propriamente per sperticati complicioè il Pd. Appena un gradino sotto il livello del mare menti. «Non ho capito se è davvero libera o se è l'ultima guizzano tentativi di costruire percorsi credibili, oltre trovata delle correnti per tenere il potere a sua insapuun partito invecchiato dentro al suo gruppo dirigente e congelato dalle correnti, ma è ancora tutto troppo sottotraccia e acerbo per venire a galla, sempre che ci arrivi in tempo. Perché, in effetti, se si guarda ancora meglio dentro il pozzo del Nazareno, più che la parola scissione brilla nel fondo un'altra spaventosa eventualità: lo scioglimento.
Su un Pd che così, tra svogliatezza e paura, si applica ai blocchi di partenza per scegliersi un nuovo capo e una ulteriore identità si è ta», diceva l'assessore al Turismo di Roma. «Anche lei è abbattuta come una saetta – anche se tutt’altro che im- consapevole che senza ridefinire identità e missione, le prevista – la discesa in campo di Elly Schlein. Che ha primarie non risolveranno nessun problema. Sa bene terremotato il quadro sin lì composto dai probabili can- che la sfida non è una nuova leadership individuale», dididati alle primarie, quelli annunciati: il solito Stefano ceva invece Scotto. È tutto un ridefinire, un precisare, Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna pronto a un contenere, un annodare. candidarsi sin da quando vinse in Regione nel gennaio Di certo lo è da sinistra, dove il mancato trionfo all'Au2020; Paola De Micheli, ex ministra dei Trasporti, sem- ditorium durante la presentazione dell'ultimo libro di pre lesta a trarre da una situazione data il massimo del Goffredo Bettini ("A sinistra. Da capo": praticamente vantaggio possibile; il sindaco di Firenze, il sempre am- una minaccia) dell'ex premier Giuseppe Conte, una volmodo Dario Nardella, pronto a scendere in campo il 26 ta adorato come futuro luminoso del progressismo novembre, data in cui ha convocato «un’assemblea na- mondiale e adesso maldigerito replicante in dolcevita zionale con tutte le forze culturali sociali e politiche che esistenzialista da pseudo-sinistra, fa da pendant a un credono in un nuovo progetto per il centrosinistra ita- grande attivismo finalizzato al congresso liano»; e il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, considerato dem - si muove soprattutto l'ex ministro da tempo una promessa democratica di un partito che Andrea Orlando. Un attivismo che però non è mai sbocciato. non riesce a farsi proposta, candidatura,
Quanto a Schlein, sempre tra il dico-non dico nel suo spinta in avanti. Mancata la sintonia con stile di smodata prudenza, la neodeputata, che conqui- Schlein, al massimo si fa corda, laccio, instò la vicepresidenza dell'Emilia-Romagna dopo essere ciampo. risultata da leader di Coraggiosa la più votata nelle Re- L'elezione all'unanimità, il 15 novemgionali 2020 (23 mila preferenze, solo a Bologna 15 mila, bre, di Dario Franceschini a presidente più dei big dem), giorni fa, con una diretta Instagram, ha della Giunta delle elezioni e delle im-
DIFFIDENTE VERSO SCHLEIN, ANNOIATO DA BONACCINI. IL PD SI ANNODA IN SÉ STESSO, TRA REGOLE, REGIONALI E CONGRESSO. E UNA TENTAZIONE MAI VISTA: LA DISSOLUZIONE Susanna Turco Giornalista
Il segretario del Partito democratico Enrico Letta
all'epoca primo sospettato dell'inghippo, dichiarò che «non lo sapremo mai» ma precisò che comunque i suoi voti da soli non sarebbero bastati. «Poi io non sono uno bravo a fare questo tipo di calcoli. Non sono, per dire, un Franceschini», precisò in Transatlantico felicemente assediato dai giornalisti. Per poi passare la giornata, modello assassinio sull'Orient Express, a scherzare con quello che una volta chiamava «il vicedisastro» (appunto Franceschini) e con un altro personaggio che non si può definire estraneo a questa partita: il cinquestelle Stefano Patuanelli. Con questa magnifica opposizione-non-opposizione in Parlamento, il Pd si avvia così a fronteggiare l'unica tra le sue battaglie che ha una data (quasi certa), e un esito pressoché scontato: le regionali di Lazio e Lombardia. Una doppia partita nella quale sin qui il partito guidato da Enrico Letta si è comportato in modo schizofrenico. La decisione finale non è stata ancora presa, comunque in sintesi l'unico filo rosso finora visibile è quello di scansare il più possibile un assetto competitivo. Non sia mai. Nel Lazio, infatti, i dem si sono buttati su Alessio D'Amato, assessore alla Sanità della giunta Zingaretti, messo sul piatto però dal terzo polo di Calenda e Renzi, col risultato di spaccare, rendendola di fatto impossibile, quella che era stata l'alleanza pilota dei giallo-rosa, l'accordo locale per il governo tra dem e grillini, il campo largo che l'ex governatore e segretario dem era riuscito a mettere in piedi in una delle regioni dove i Cinmunità di Palazzo Madama è piombata su tutto que- que Stelle sono tradizionalmente più forti. Al contrario sto come un ulteriore avvertimento sul futuro in aggua- in Lombardia, dove il partito di Conte è da sempre deboto: non bastava la grande chiesa franceschiniana che le, il Pd ha scelto di abbracciare la strada di una possibile passa da Che Guevara e arriva a Madre Teresa, è adesso alleanza proprio coi grillini (c'è stata una qualche timida abbastanza chiaro che l'arco di consenso a cui punta l'ex apertura), a scapito di un eventuale abbraccio al terzo ministro è ulteriormente ampliato. Da Elly Schlein a Ignazio La Russa. Su di lei l'ex ministro della Cultura sta valutando di IN LAZIO E LOMBARDIA LE ELEZIONI lanciare un'opa - un interesse puntualmente resocontato dalle veline. E lo sta SI ANNUNCIANO COME L’ENNESIMO valutando anche a rischio di spaccare la DISASTRO. IMBARAZZO DI ASTORRE SULLA sua Areadem: un assaggio del disagio si è visto martedì sera, all'assemblea regiona- CANDIDATA OUTSIDER AL CONGRESSO: le del Pd del Lazio. Quando a Bruno Astorre, pilastro del Pd romano che certo “ELLY? NON SO MANCO COME SI SCRIVE” non ha un'idea iperurania della politica («è di quelli che magari non riescono ad allacciarsi le polo che colà appoggia la corsa di Letizia Moratti, nome scarpe, ma non vorrei averlo contro al congresso», ebbe simbolo del centrodestra (già sindaca di Milano, candia dire di lui Luca Lotti) veniva chiesto se si vedeva a so- data da Salvini e Meloni al Quirinale) e oggi in transito stenere la mozione Schlein, egli rispondeva tra il laconi- verso altrove dopo aver lasciato il posto di vice di Fontaco e lo sbruffone: «Ma se non so manco come si scrive!». na. È proprio il prevedibile, pessimo, risultato elettorale
Quanto a Ignazio La Russa, come era stato ricostruito a rendere ancora più opaca la sciarada del congresso a suo tempo, ormai è un pochino più chiaro - lo svelano dem, che può essere anticipato a patto però di non coinper l’appunto gli assetti successivi - grazie a quali voti, cidere con la batosta alle porte. Anche questo busillis all'interno dell'opposizione, sia riuscito a diventare pre- dovrà essere sciolto, nel groviglio in cui il Pd si annoda sidente del Senato nonostante la defezione in massa di ogni giorno peggio. Forza Italia nel momento dell'elezione. Matteo Renzi,