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SPACE ECONOMY
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DI DAVIDE LIZZANI*
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TURISMO SPAZIALE DI LUSSO IN MONGOLFIERA
SPACE PERSPECTIVE PROPONE UN METODO NUOVO E ORIGINALE PER RAGGIUNGERE QUOTE SPAZIALI
SPACE ECONOMY
» La Neptune One alla quota massima di 30 km appesa al grande pallone. Una nuova e inedita frontiera del turismo spaziale arriva dalla società americana Space Perspective, che propone un volo a 30 chilometri di quota a bordo di una lussuosa cabina agganciata a un pallone aerostatico pieno di idrogeno. Il viaggio, della durata di circa sei ore, non è propriamente “spaziale”, ma offre ai passeggeri la possibilità unica di lasciarsi sotto i piedi il 99% dell’atmosfera e poter così osservare il nero dello spazio. L’altra grande attrazione del viaggio è la possibilità di ammirare la curvatura terrestre attraverso vetrate alte 1,54 metri, larghe 56 centimetri, e disposte a 360 gradi attorno alla capsula.
SI PAGA IN CRIPTOMONETA
Gli otto passeggeri, guidati a bordo dal capitano del velivolo, potranno godere del paesaggio comodamente seduti su poltrone reclinabili, con WiFi e bar a disposizione. Le due ore di ascesa permettono di gustare il graduale allontanamento dalla superficie terrestre in un’esperienza completamente diversa da quella vissuta dagli astronauti, che per raggiungere l’orbita viaggiano a velocità centinaia di volte più alte, con accelerazioni proibitive, limitazioni nei movimenti e pochissimi comfort. Un’esperienza quindi più accessibile del vero e proprio viaggio nello spazio. Anche il costo, seppure notevole, è più contenuto: i biglietti sono in vendita a 125mila dollari e per prenotarne uno è necessario versare una caparra da 1000 dollari che può essere pagata anche in criptomoneta. Secondo le dichiarazioni dell’azienda, sono già state effettuate più di 600 prenotazioni, che bloccano tutto il primo anno di attività. La lista d’attesa è quindi molto lunga, anche considerando che il primo volo con equipaggio è previsto per fine 2024, con partenza dallo spazioporto Space Coast, nei pressi del Kennedy Space Center della Nasa in Florida.
NEPTUNE ONE
Un volo di prova è già stato effettuato: il velivolo Neptune One, impropriamente chiamato “navicella spaziale” dalla Space Perspective, ha volato nel giugno 2021. La capsula è stata agganciata a un pallone aerostatico pieno di idrogeno che l’ha sollevata in volo alla velocità di circa 19 km/h. La Neptune One ha raggiunto gli obiettivi prefissati, superando la quota di 33 km e ammarando con un paracadute a 80 km dalle coste del Golfo del Messico. Il volo di prova, durato 6 ore e 39 minuti, è stato senza equipaggio, ma a bordo ha trovato posto un carico scientifico: un rilevatore di ozono creato da Nirmal Patel e dai suoi studenti di fisica della University of Northern Florida. Inoltre, diversi studenti fra i 12 e i 19 anni sono stati coinvolti nella realizzazione di esperimenti da portare in quota con Neptune One e da sottoporre al “quasi vuoto del quasi spazio”. Purtroppo, a bordo non è possibile esperire la microgravità orbitale, che ha un fascino sia turistico che scientifico, ma Space Perspective ritiene che il suo velivolo possa essere utilizzato per lo studio della stratosfera e dell’attività solare.
SPACE PERSPECTIVE
L’azienda è stata fondata solo tre anni fa, ma i suoi Ceo hanno già molta
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esperienza sia in campo spaziale che stratosferico. Si tratta di Jane Poynter e Taber MacCallum, due coniugi precedentemente impegnati nella gestione di StratEx, la compagnia creatrice della tuta che ha permesso a Alan Eustace, nel 2014, di lasciarsi da un pallone aerostatico alla quota di 41,4 km, superando il record di Felix Baumgartner. Per loro, Space Perspective è un modo di rendere il turismo spaziale più sostenibile e più accessibile. Vanno molto fieri di non usare nemmeno una goccia di combustibile fossile per il lancio (ma come producono l’idrogeno? Ndr). Il turismo spaziale aveva dei vincoli più marcati quando, nel primo decennio degli anni 2000, le capsule Soyuz portavano a bordo della Iss un miliardario all’anno. Oggi, dopo il debutto di tre aziende spaziali private americane (Virgin Galactic, Blue Origin e SpaceX), il termine è stato allargato a chi non raggiunge la Iss, a chi non raggiunge nemmeno l’orbita, e addirittura a chi non raggiunge la Linea di Kármán, ovvero la separazione convenzionale a 100 km di quota che è stata creata per distinguere, convenzionalmente, lo spazio dall’atmosfera. Si tratta dell’altezza a cui le ali diventano inutili: l’atmosfera è qui così rarefatta che la forza centrifuga del viaggio attorno alla Terra è più importante della portanza.

I COLLEGAMENTI CON IL TURISMO SPAZIALE
DI VIRGIN GALACTIC
Proprio su questo si basa il metodo di turismo spaziale creato da Richard Branson. La sua Virgin Galactic utilizza l’aereo a doppia carlinga WhiteKnightTwo per
DI DAVIDE LIZZANI
» Rendering della capsula Neptune One nello spazioporto Space Coast in Florida. Inquadra il QR per un video di Space Perspective dedicato al turismo spaziale in mongolfiera.
» La partenza verticale della capsula alla velocità di 19 km/h , sollevata da un grande pallone ripieno di idrogeno.
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portare a circa 15 km di quota lo spazioplano SpaceShipTwo, che, una volta sganciato della nave madre, utilizza il proprio motore a razzo per raggiungere lo spazio. O meglio, per superare gli 80 km in un volo suborbitale, ma tanto basta a diversi enti americani che si occupano di aeronautica (Faa, Noaa e US Air force) per parlare di spazio. Nomenclatura a parte, questo tipo di viaggio fa gola per la possibilità di sperimentare la microgravità. Il primo volo turistico dell’11 luglio 2021 ha visto a bordo lo stesso Richard Branson, ma quello immediatamente successivo si sarebbe dovuto occupare di ricerca scientifica. Il biglietto era già stato acquistato dall’Aeronautica Italiana per fare volare due ufficiali e un ricercatore del Cnr per eseguire a bordo 13 esperimenti scientifici nel campo della medicina, dei materiali avanzati, della fluidodinamica e della fisiologia del volo spaziale. Il tutto, nel quadro dell’ambizioso progetto di realizzare uno spazioporto italiano a TarantoGrottaglie. Il progetto, di Thales
Alenia Space Italia e dell’Agenzia
spaziale italiana in collaborazione con Virgin Galactic, auspicava l’inizio dei test italiani nel 2023, ma questa data è stata posticipata a causa dei problemi incontrati proprio nel volo suborbitale dell’11 luglio: lo spazioplano è uscito dalla rotta prestabilita e la Faa lo terrà a terra fino a che le cause del problema non saranno accertate e risolte.

È TEMPO DI TURISMO TRA LE STELLE
Le tempistiche del lancio possono far sospettare che i tempi di preparazione siano stati ridotti per battere il
» Dalle grandi vetrate si potrà ammirare la Terra e lo spazio. Il primo volo con equipaggio è previsto entro la fine del 2024.
concorrente Blue Origin, il cui volo di battesimo con equipaggio era già da tempo programmato per il 20 luglio. Anche questa volta a bordo c’era il fondatore della compagnia, Jeff Bezos, ma questo lancio non ha avuto intoppi, e la navicella riutilizzabile First Step ha raggiunto quota 107 km in un volo suborbitale della durata di 10 minuti. Sia il razzo New Shepard 4 che la navicella sono stati recuperati e riutilizzati in altre tre missioni e hanno almeno altri due voli ciascuno già programmati, con a bordo imprenditori e celebrità. Questi potranno dire sia di essere stati nello spazio, sia di aver provato la microgravità, anche se per solo un paio di minuti. Il passo successivo è l’orbita. Una volta raggiunto questo obiettivo, il tempo del viaggio è dettato solo dalle risorse (acqua, aria e cibo) che si sono portate dalla partenza. SpaceX ha deciso nella sua prima missione turistica Inspiration 4 di fare passare al suo equipaggio di quattro persone quasi tre giorni in orbita a bordo della navicella Crew Dragon Resilience. Il discorso cambia quando si raggiunge la Iss, che ha ripreso a ospitare turisti nella prima missione di Axiom Space, proprio in collaborazione con SpaceX. Ma nei piani dell’azienda di turismo spaziale texana c’è anche la creazione di una propria stazione spaziale privata e Axiom Space ha affidato a Thales Alenia Space la costruzione dei moduli privati da attraccare in un primo momento alla Iss. Uno di questi rimarrà proprietà dell’Italia, che lo utilizzerà come proprio avamposto nello spazio. Nel frattempo, si stanno sviluppando tramite un bando della Nasa altre tre stazioni spaziali private che, assieme alle realtà spaziali già esistenti fra turismo e ricerca, avranno un ruolo fondamentale per permetterci di osservare la Terra per quello che è: una grande stazione spaziale immersa nel nero dello spazio.
*DAVIDE LIZZANI È UN GIORNALISTA SCIENTIFICO, ASTROFILO E PLANETARISTA, ATTUALMENTE DI STANZA A TOKYO.