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FENOMENO DEL MESE

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SISTEMA SOLARE

SISTEMA SOLARE

FENOMENO DEL MESE

DI WALTER FERRERI*

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VENERE E GIOVE

A BRACCETTO NEL CIELO

IL 30 APRILE I DUE PIANETI SARANNO IN CONGIUNZIONE A MENO DI UN GRADO DI DISTANZA

FENOMENO DEL MESE

Talvolta accade che due pianeti vengano a trovarsi prospetticamente vicini. Queste disposizioni prendono il nome di “congiunzioni” e quando avvengono tra pianeti luminosi, e in posizione agevolmente osservabile, sono dei fenomeni spettacolari. Ricordiamo che due pianeti (o un pianeta e una stella, o la Luna e un pianeta) si dicono “in congiunzione” quando hanno la stessa Ascensione Retta (AR) o la stessa longitudine celeste. Normalmente, gli almanacchi astronomici si riferiscono all’AR perché è la coordinata più usata, ma sarebbe più logico considerare la longitudine celeste (detta anche longitudine eclittica), dato che i pianeti si muovono approssimativamente lungo l’eclittica e non lungo l’equatore celeste. Uno di questi fenomeni si verifica la sera di sabato 30 aprile, tra i pianeti Venere e Giove: i più brillanti! La congiunzione ha luogo nella parte anteriore (occidentale) della costellazione dei Pesci, in prossimità dell’equatore celeste. L’orario in cui i due astri sono più vicini è compreso fra le ore 20 e 21 (in orario legale estivo) con una distanza che arriva a soli 0,2°! Purtroppo, a quest’ora, l’evento non è osservabile dall’Italia, perché i due pianeti sono sotto l’orizzonte. Ma è visibile al mattino precedente e in quello seguente, circa un’ora prima del sorgere del Sole. Poiché il Sole sorge mediamente alle ore 6, sempre in orario legale estivo, il periodo migliore di osservabilità si situa tra le 4 e 30 e le 5 e 30. Grazie all’elongazione dal Sole di 42° e alla declinazione sui –2°, a quell’ora i due pianeti sono sufficientemente alti sull’orizzonte per essere ben osservabili e non immersi tra i veli e le foschie dell’orizzonte, mentre il cielo presenta ancora un buon gradiente di oscurità.

COME SI MANIFESTA IL FENOMENO

A occhio nudo si vede un astro molto brillante, cioè Venere, prossimo a un altro, anch’esso notevolmente luminoso. Benché Giove ci appaia più brillante di qualsiasi stella, la sua luminosità è inferiore a quella di Venere, che splende di magnitudine –4,3, ben 6-7 volte di più.

» Venere e Giove accoppiati nel cielo sull’orizzonte di sud-est del 30 aprile verso le 5 e 30, prima del sorgere del Sole. Sono visibili anche Marte e Saturno, più a sud (Stellarium).

FENOMENO DEL MESE

La vicinanza molto maggiore di Venere a noi e al Sole, nonché la sua albedo maggiore, spiegano questo divario di luminosità. Così, Giove, che in piena notte e da solo appare come un astro magnifico, vicino a Venere è soltanto “un astro abbastanza luminoso” e scompare per primo quando il fondo del cielo raggiunge un certo grado di luminosità. Tra il 30 aprile e il 1° maggio Venere dista dalla Terra 149 milioni di km, mentre Giove è a 848 milioni di km, quasi sei volte più lontano. Molte congiunzioni planetarie lo sono un po’ per modo di dire, poiché la coppia rimane relativamente distanziata. In questo caso, invece, Venere e Giove arrivano a essere davvero molto vicini, sia la mattina del 30 aprile che in quella del 1° maggio; in entrambi i casi, la distanza è soltanto nell’ordine del mezzo grado, quanto il diametro della Luna piena. Questa congiunzione è tanto stretta da consentire la visione contemporanea dei due pianeti in un telescopio con un oculare comune fino a 60-70x. È interessante seguire il fenomeno già dal 28-29 aprile, verificando come Venere, molto più rapido, raggiunga Giove da sud-ovest e, passando a sud di questo, si venga poi a trovare, dal 1° maggio in avanti, a est e in seguito anche più a nord. La congiunzione è resa più pittoresca dalla presenza, a ovest, di altri due pianeti luminosi: Marte e Saturno. Il primo si trova nella costellazione dell’Acquario, il secondo in quella del Capricorno. Entrambi splendono come astri di prima grandezza, ciò che li rende ben visibili un’ora prima del sorgere del Sole. Come se questo affollamento di pianeti non fosse

DI WALTER FERRERI

» Giove e tre satelliti galileiani (da sinistra: Ganimede, Europa, Io) ripresi da Cabras (OR) il 17/10/2021, telescopio Celestron Newton 114/900 su Celestron EQ2, camera

QHY CCD QHY5L-II-C con filtro IR UV cut, video da 2 minuti elaborato con Pipp, Autostakkert 3, Registax 6 e Camera Raw (Roberto Ortu).

OCCULTAZIONI PLANETARIE

Congiunzioni tra pianeti così strette da provocare delle occultazioni, ovvero sovrapposizioni apparenti dei rispettivi dischi sono fenomeni rarissimi; l’ultima è avvenuta il 3 gennaio 1818 (Venere davanti a Giove) e la prossima è prevista per il 14 settembre 2123 (ancora Venere che passa davanti a Giove). Il fatto che queste occultazioni interessino soprattutto Venere e Giove non è casuale, ma è dovuto alle maggiori dimensioni angolari che questi pianeti presentano per un osservatore terrestre. Più rare ancora le occultazioni in cui Giove passa davanti a Saturno: le date riportate in figura sono eloquenti (simulazioni prodotte da P. Hartigan, Rice University).

sufficiente, ci si mette anche Nettuno tra la coppia in congiunzione e Marte, ma la sua magnitudine di 7,8 lo mette fuori gioco in questo quadretto celeste mattutino. Un comune binocolo, tipo un 8x30, mostrerà due astri distinti, più lontani l’uno dall’altra di quanto non si veda a occhio nudo, ma non rivelerà la loro natura planetaria. Per una persona inconsapevole potrebbe trattarsi di due stelle luminose, in quanto anche Venere con la sua fase è difficile da mettere in evidenza, non solo per il diametro (16,7”), ma anche per l’abbagliamento che produce. Il carattere planetario dei due astri inizia a emergere osservando con un potente binocolo o con un cannocchiale. Allora si vede che Venere in questa circostanza ha la forma di una Luna quasi piena (fase di 0,675), mentre Giove mostra chiaramente un dischetto, con un diametro equatoriale di 34,8 secondi d’arco, accompagnato dai satelliti galileiani. Guardando con uno strumento, sarà impressionante notare quanto Venere sia decisamente più brillante di Giove, soprattutto come luminosità superficiale, cioè a parità di superficie. Con un ingrandimento di 40-50x e un oculare a grande campo, si ha la possibilità non solo di avere nello stesso campo entrambi i pianeti, ma anche di tenerli lontani dai bordi, dove la qualità dell’immagine decresce.

FOTOGRAFARE

LA CONGIUNZIONE

La congiunzione, oltre che facilmente visibile, è anche molto facile da fotografare, grazie alla brillantezza dei due pianeti. Per riprenderla vanno già bene uno smartphone o una fotocamera compatta. Da un punto di vista estetico, le luci dell’alba, quando il cielo inizia a diventare chiaro, consentono di ottenere immagini più gradevoli. In queste circostanze, gli automatismi delle fotocamere (e degli smartphone) assolvono egregiamente allo scopo. Per migliorare la visibilità dei pianeti rispetto allo sfondo, è utile sottoesporre un po’, di uno o due stop. Orientativamente, la posa può essere di un secondo con aperture e impostazioni Iso usuali. È comunque consigliabile appoggiare la fotocamera a un supporto; l’ideale è utilizzare un treppiede fotografico. L’uso di teleobiettivi o zoom impostati su focali lunghe rivela meglio i due pianeti, ma oltre un certo limite, cioè con focali telescopiche, si perde l’effetto congiunzione. Vale la pena di riprendere una serie di immagini con focali via via crescenti. Per esempio, con uno zoom 5x si possono utilizzare le focali estreme più altre intermedie, come quelle da grandangolare a focale normale e da quest’ultima al teleobiettivo. Anche con teleobiettivi o zoom potenti, come quelli che ingrandiscono una decina di volte rispetto alla focale normale, non è necessario un movimento compensatore della rotazione terrestre, purché le pose non siano maggiori di pochi secondi. Purtroppo, il grande divario in luminosità superficiale tra i due pianeti fa sì che un’esposizione corretta per Venere renda Giove sottoesposto, mentre un Giove esposto correttamente produce una sovraesposizione di Venere. Tra le due opzioni è preferibile esporre correttamente Giove, perché i sensori elettronici (soprattutto quelli di piccole dimensioni) forniscono un’immagine leggibile più con una sovraesposizione che non viceversa. Benché i due pianeti appaiano molto vicini tra loro se osservati a occhio nudo, non è possibile averli entrambi in una stessa immagine se si vogliono riprendere ad alta risoluzione, poiché quando si lavora con queste finalità di rado il campo eccede i 10’-15’. Comunque, questa non è l’occasione buona per riprendere al meglio Giove, sia perché il suo diametro è minore di 35”, sia perché è basso sull’orizzonte. Quest’ultimo aspetto sconsiglia anche la fotografia ad alta risoluzione di Venere, che è preferibile quando il pianeta è più alto, anche se questo significa avere il Sole già sopra l’orizzonte.

*WALTER FERRERI SI È OCCUPATO DI RICERCA SCIENTIFICA, DI TELESCOPI E DI ASTROFOTOGRAFIA PRESSO L’OSSERVATORIO ASTROFISICO DI TORINO. NEL 1977 HA FONDATO LA RIVISTA ORIONE. FENOMENO DEL MESE

» La congiunzione Venere-Giove del 30 aprile in un campo di vista largo poco più di mezzo grado.

Giove è attorniato dai satelliti galileiani: da sinistra, Ganimede, Io, Europa e Callisto.

La mattina successiva i due pianeti saranno ancora più vicini, con Giove “sopra” Venere.

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