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A CURA DELLA REDAZIONE
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NEWS SUMMARY
UNA SPAZZOLA MARZIANA 1
IL PROGETTO ARTEMIS È IN PARTENZA 2
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ECCO I SATELLITI DI PONTUS 3
UNA PEONIA COSMICA PER IXPE 4
LA STAZIONE SPAZIALE E LA GUERRA 5
ELEKTRA, L’ASTEROIDE QUADRUPLO
THALES ALENIA SPACE ESTRARRÀ OSSIGENO PER CONTO DELL’ESA 7
IL CONFLITTO UCRAINO SPEGNE LE COLLABORAZIONI CON LA RUSSIA 8
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ESOPIANETI PREZIOSI E INFERNALI
Mentre da Marte arrivano indizi biologici, grazie alle indagini di Curiosity (vedi a pag. 40), lo zoo degli esopianeti si popola di esemplari sempre più lontani dagli ambienti adatti alla vita. Ma pur sempre affascinanti e spettacolari. Sta per debuttare il nuovo telescopio spaziale Webb, già in assetto operativo nel punto lagrangiano L2, ma il “vecchio” Hubble non è intenzionato ad andare in pensione e ci regala ancora nuove scoperte. Grazie ai dati raccolti con lo spettrografo infrarosso abbinato alla Wide Field Camera 3 di Hubble, è stata ottenuta la descrizione della incredibile atmosfera di un pianeta situato a 850 anni luce da noi. Un’atmosfera davvero esotica, con nubi di ferro e piogge di titanio, tra le quali si potrebbero trovare gocce di pietre preziose. Questo infernale mondo alieno, scoperto nel 2015, si chiama Wasp121b. Ha un diametro quasi doppio di Giove, ma orbita vicinissimo alla sua stella, con un anno che ha la durata di sole 30 ore e temperature di 2500-3000 gradi. Poiché il pianeta rivolge sempre la stessa faccia al suo sole (come la Luna rispetto alla Terra), Wasp-121b presenta delle differenze di temperatura fortissime – fino a 2000 gradi - tra il lato illuminato e quello in ombra, dove è sempre notte. Questa situazione estrema crea dei venti dalla intensità inimmaginabile, che soffiano a velocità che raggiungono i 18mila chilometri orari, mentre le molecole di vapore acqueo vengono smembrate in idrogeno e ossigeno nel lato caldo del pianeta e ricombinate in quello freddo: un “ciclo dell’acqua” davvero esotico. Inoltre, nel lato buio del pianeta sono state individuate inquietanti nubi composte di ferro, titanio e corindone, il cristallo di ossido d’alluminio del quale sono fatti gli zaffiri e i rubini terrestri. Queste nubi, quando si dirigono verso il lato diurno del pianeta, evaporano. E nella fase di transizione possano produrre perfino dei piovaschi di “gemme liquide”. Inquadra il QR per un video di Media-Inaf dedicato al pianeta infernale Wasp-121b.
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A CURA DELLA REDAZIONE
UNA SPAZZOLA MARZIANA
Chi ha dimenticato una spazzola su Marte? Si tratta ovviamente di un caso di pareidolia, una roccia che casualmente assomiglia a qualcosa di familiare; ma dopo aver messo da parte le fantasie (c’è chi ha creduto di vedere lo specchietto della Tesla di Elon Musk), che cos’è realmente questo oggetto? È stato ripreso a febbraio dal rover Curiosity, e la sua immagine è stata elaborata dall’astrofilo Stuart Atkinson, che l’ha rilanciata con successo sul suo profilo Twitter. La strana roccia, lunga circa 20 centimetri, dovrebbe essere un esempio di erosione eolica. Mentre l’acqua arrotonda completamente le morfologie, il vento leviga le rocce in modi più particolari, lasciando anche spigoli vivi come in questo caso. Su Marte, grazie alla gravità ridotta, i venti raggiungono velocità molto elevate, ma non esercitano forti pressioni, per via dell’atmosfera molto rarefatta. Tuttavia, i venti trasportano molta polvere che agisce sulle rocce come carta vetrata. Quindi, un’azione erosiva che continua da miliardi di anni può avere prodotto un simile effetto. Sembra poi che la roccia non sia ancorata all’affioramento sottostante: i venti potrebbero averla fatta addirittura ruotare, permettendo un’erosione su più lati e contribuendo così alla sua forma sinuosa. Inquadra il QR per un video di Media-Inaf sulle pareidolie marziane.
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IL PROGETTO ARTEMIS È IN PARTENZA
Il primo lancio del nuovo programma che dovrà riportare astronauti sulla Luna è confermato dalla Nasa tra fine maggio e metà giugno. Artemis 1 dunque, è pronta al via per portare verso la Luna la capsula Orion, in una missione senza astronauti a bordo, con il modulo di servizio realizzato in Europa. Mentre tutto è pronto per la missione 1, è quasi certo che la
missione 3, quella che dovrà far sbarcare i primi astronauti
(compresa una donna), debba slittare al 2026. Nulla a che vedere con la guerra in corso tra Russia e Ucraina: Artemis è un programma che la Nasa guida in stretta cooperazione con l’Europa e con il Canada. E che comprende lo sviluppo e realizzazione della stazione cislunare Gateway Lunar Platform. Le ragioni del rinvio sono da associare allo sviluppo da parte di Space X del veicolo di atterraggio lunare, che richiederà una miriade di accorgimenti e verifiche. Le prime quattro missioni Artemis hanno un costo stimato di 4,1 miliardi di dollari ciascuna, secondo una revisione del novembre 2021 da parte della Nasa. Dopo la prima di quest’anno, nel 2023 toccherà a tre astronauti effettuare una missione attorno alla Luna, poi nel 2026 il primo sbarco e nel 2027 la missione numero 4 per trasferire sul suolo selenico un cargo automatico. Gli obiettivi restano quelli di realizzare una base sulla Luna per organizzare i primi voli su Marte, programmati dopo il 2030. Inquadra il QR per un video della Nasa dedicato al progetto Artemis.
A.L.

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ECCO I SATELLITI
DI PONTUS
Un gruppo di astronomi, guidato da Khyati Malhan del Max Planck Institute for Astronomy, ha pubblicato un atlante di fusioni di galassie nane con la Via Lattea, basandosi sui dati ottenuti dalla missione Gaia dell’Esa. Questi studi rappresentano un passo importante verso la ricostruzione della storia formativa della nostra Galassia, che è il risultato di ripetuti processi di cattura e fusione. L’eredità di queste fusioni è maggiormente riscontrabile nella grande struttura quasi sferica detta alone interno (con diametro circa uguale a quello del disco galattico) e in quella molto più vasta e rarefatta che costituisce l’alone esterno, che si estende fino a circa 500mila anni luce dal centro della Galassia. Delle galassie nane catturate, talvolta rimane qualcosa: di alcune troviamo l’antico nucleo sotto le sembianze di un ammasso globulare, come Omega Centauri e M53. In altri casi, la galassia catturata ha lasciato che i suoi satelliti fossero “adottati” dalla Via Lattea. Per esempio, gli ammassi globulari M13, M30, M56 e M92, che ora si trovano nell’alone interno, erano satelliti della piccola galassia Pontus, la cui cattura è uno degli eventi più antichi tra quelli identificati. Leggi la news completa su Bfcspace alla pagina bit.ly/36Dw9t9. Inquadra il QR per un video di Media-Inaf sulle acquisizioni galattiche.
G.D.

UNA PEONIA COSMICA PER IXPE
Il telescopio spaziale Ixpe (Imaging X-Ray Polarimetry Explorer) della Nasa, lanciato lo scorso 9 dicembre, ha inviato a terra la prima immagine dopo il completamento della sua messa in servizio. L’osservatorio orbitale ha concentrato i suoi occhi a raggi X su Cassiopeia A, il resto di una supernova la cui esplosione è stata vista quattro secoli fa e oggi esteso per circa 10 anni luce. Le onde d’urto dell’esplosione hanno spazzato via il gas circostante, riscaldandolo a temperature elevate e accelerando particelle che hanno creato una nube da cui vengono irradiati raggi X. Nell’immagine, il colore magenta mostra questa radiazione, mentre il blu corrisponde ai raggi X ad alta energia raccolti dal telescopio orbitale Chandra della Nasa. Gli studi di Cas A hanno rivelato la presenza di un buco nero o di una stella di neutroni al centro del resto della supernova, ma con Ixpe verranno fatti dei passi in avanti, grazie alla misura della polarizzazione, che individua come è orientata la radiazione X mentre si propaga nello spazio, portando informazioni sull’ambiente in cui la radiazione è stata generata. Ixpe è una missione a grande partecipazione italiana, grazie all’Asi, che fornisce la base di Malindi in Kenya come stazione di terra primaria per il tracking del satellite, supportata anche da Telespazio, e lo Space Science Data Center a Roma per le attività di analisi scientifica dei dati.
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NEWS

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LA STAZIONE SPAZIALE E LA GUERRA
Come affermato lo scorso febbraio dal presidente americano Joe Biden, le sanzioni verso la Russia avranno, fra gli altri effetti, quello di “degradare la loro industria aerospaziale, incluso il programma spaziale”. Il direttore di Roscosmos, Dmitry Rogozin, ha replicato aspramente “Volete distruggere la nostra cooperazione sulla Iss? Se bloccate la collaborazione con noi chi fermerà il rientro incontrollato della Stazione sugli Stati Uniti o sull’Europa?” Rogozin si riferisce ai sistemi di propulsione russi della Stazione spaziale internazionale, quelli che vengono periodicamente azionati per mantenere la stazione in orbita. Senza di essi, infatti, la stazione rallenterebbe sempre più a causa dell’attrito con i pochi atomi sul suo percorso. Percorso che quasi non tocca la Russia, rimanendo su latitudini più equatoriali. Il direttore della Nasa, Bill Nelson, non ha replicato direttamente, ma un comunicato stampa ha ribadito la volontà (o meglio, necessità) dell’agenzia spaziale americana di continuare il rapporto di collaborazione sulla Iss con tutti i partner attuali. Elon Musk ha invece risposto alla domanda retorica di Rogozin con il logo di SpaceX (come a dire “ci penso io”). In foto: il modulo Zvezda e il cargo trasportatore Progress, entrambi russi ed entrambi usati per modificare l’orbita della Iss.
D.L.
ELEKTRA, L’ASTEROIDE QUADRUPLO
Sino al 1993, gli asteroidi binari erano solo un’ipotesi. Ma quell’anno la sonda Galileo, diretta verso Giove, scoprì la piccola luna Dactyl dell’asteroide (243) Ida (foto). Da allora sono stati scoperti centinaia di sistemi doppi tra gli asteroidi e anche molti tripli, ma (130) Elektra è oggi l’unico sistema quadruplo conosciuto. Merito della scoperta è l’ottica adattiva e lo strumento Sphere/Ips dell’Osservatorio australe europeo, utilizzato principalmente per indagare gli esopianeti, ma rivelatosi valido per risolvere e studiare anche gli asteroidi del Sistema solare. Elektra ha un diametro di circa 200 km e possiede due piccole lune, rispettivamente di 6 e 2 km di diametro. Una rilettura di dati raccolti nel dicembre 2014 ha portato ora alla scoperta di una terza luna, con le dimensioni di 1,6 km, che percorre un’orbita con il raggio di 344 km intorno a Elektra in 0,68 giorni. La scoperta del primo sistema quadruplo apre la strada alla comprensione dei meccanismi che portano alla formazione di questi satelliti. Il gruppo di ricerca che ha individuato la terza luna punta alla rivelazione di nuovi satelliti in orbita attorno ad altri asteroidi, ampliando così il dominio degli obiettivi di Sphere. Vedi la news completa su Bfcspace alla pagina bit.ly/3IDAScG
G.D
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A CURA DELLA REDAZIONE

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THALES ALENIA SPACE ESTRARRÀ OSSIGENO PER CONTO DELL’ESA
Thales Alenia Space ha vinto un contratto con l’Agenzia spaziale europea (Esa) per testare in loco una nuova tecnologia in grado di estrarre ossigeno dalle rocce lunari. Il contratto da un milione di euro prevede la realizzazione di un prototipo insieme con i partner AVS, Metalysis, Open University e Redwire Space Europe. La divisione inglese di Thales Alenia Space ha già sviluppato un sistema funzionante che utilizza l’elettrolisi del sale fuso per estrarre ossigeno dalla regolite, ora dovrà farlo sulla Luna. Non è ancora noto su quale missione troverà posto questa tecnologia sperimentale, ma nei prossimi anni le missioni dirette verso il nostro satellite non scarseggeranno. La produzione di ossigeno sulla Luna sarà fondamentale per un’esplorazione continuativa. Non solo per aria e acqua, ma soprattutto per il propellente. La navicella Starship, che trasporterà gli astronauti di Artemis 3 dal Lunar Gateway alla superficie lunare e ritorno, utilizza proprio un misto di ossigeno e metano. Peraltro, questa tecnologia non faciliterà solo i viaggi verso la Luna, ma anche quelli dalla Luna verso altri corpi del Sistema solare. In figura, un lander lunare testa la tecnologia per estrarre ossigeno (Esa/Thales Alenia Space).
D.L.
IL CONFLITTO UCRAINO SPEGNE LE COLLABORAZIONI CON LA RUSSIA
Il 26 febbraio Dimitri Rogozin ha dichiarato che Roscosmos non lancerà più vettori Soyuz dalla Guyana Francese, ritirando la collaborazione con Arianespace e richiamando il proprio personale. I lanci europei con razzi Soyuz sono quindi posticipati a data da definirsi. Fra questi, due satelliti Gps del sistema Galileo. Roscosmos fa marcia indietro anche sulla collaborazione con la Nasa per la missione russa Venera-D, il primo lander venusiano dopo le missioni sovietiche Vega 1 e 2 del 1984. Rispondendo alla richiesta di aiuto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che teme la distruzione della linea internet nel suo Paese, Elon Musk ha dichiarato che Starlink è ora attivo in Ucraina e di aver spedito diverse parabole per la ricezione. La missione ExoMars, dell’Agenzia spaziale europea, progettata in cooperazione con l’agenzia russa, quasi certamente verrà rinviata di due o addirittura di quattro anni. Altre missioni spaziali attualmente in corso sono sospese. Come quella del telescopio spaziale tedesco eRosita per astronomia a raggi X, messo in safe mode dal centro di controllo in Germania. Lo strumento si trova a bordo del satellite russo Spektr-RG, in orbita attorno al punto lagrangiano L2 (vedi la news su Bfcspace.com, bit.ly/3hPQ4HN). Ed è stato distrutto dalle truppe russe l’aereo ucraino Antonov 225 Mriya (“Sogno”), il più grande aereo cargo al mondo. Progettato negli anni 80 dall’Unione Sovietica per il trasporto dello spazioplano Buran (foto), era utilizzato anche per il trasporto di grandi satelliti.