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IL PASSATO GUIDA IL RITORNO SULLA LUNA
SPACE ECONOMY
DI ANDREA D’URSO*
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IL PASSATO GUIDA IL RITORNO
SULLA LUNA
Dopo sessant’anni la storia torna a ripetersi. Una nuova corsa per raggiungere mete sempre più lontane, partendo dal ritorno dell’uomo sulla Luna per poi spingersi oltre. L’obiettivo ora è Marte. È necessario però procedere per piccoli passi. Il primo lo ha compiuto Neil Armstrong il 20 luglio del 1969, grazie all’immenso lavoro di tutte le persone che hanno reso possibile il programma Apollo. Da allora, altri undici astronauti hanno camminato sulla superficie del nostro satellite naturale. Dopo Apollo 17, terminata il 19 dicembre 1972, l’esplorazione dello spazio con esseri umani è stata sempre confinata attorno al nostro Pianeta. Non sono mancate però le grandi opere. Basti pensare che da oltre
vent’anni c’è almeno un essere umano che orbita attorno alla
Terra, a bordo della Stazione spaziale internazionale. Un avamposto nello spazio che si è evoluto nel corso degli anni e che potrebbe continuare a crescere grazie ai privati, sebbene le conflittualità terrestri obblighino all’uso del condizionale. Così come accaduto sessant’anni fa, l’Uomo vuole tornare sulla Luna; non per una passeggiata di qualche ora, ma per colonizzarla. Questa volta, però, sarà uno sforzo internazionale e non l’impresa di un’unica nazione. Come avvenuto allora, c’è bisogno di una preparazione. Studiare i nuovi mezzi e le nuove tecnologie sviluppate. A questo è servita la Iss ed è l’obiettivo delle imminenti missioni.
IL CONTRIBUTO DEI PRIVATI
AI VOLI NELLO SPAZIO
Prima del 30 maggio 2020, l’orbita terrestre era accessibile solamente utilizzando mezzi sviluppati dalle agenzie nazionali. È il caso dello Space Shuttle dalla Nasa, andato in pensione nel 2011, e della capsula russa Soyuz. Con la missione Demo-2 è cambiato tutto: SpaceX, l’azienda fondata nel 2002 da Elon Musk, ha trasportato per la prima volta due astronauti sulla Iss utilizzando la capsula Dragon. Un ultimo volo di collaudo, che ha poi aperto le porte alle missioni di lunga durata per la normale rotazione dell’equipaggio a bordo della stazione orbitante. Sono 18 le persone che
hanno già volato con SpaceX.
Tra queste, non solo astronauti professionisti, ma anche cittadini privati. A settembre 2021 è infatti partita la missione Inspiration4, finanziata dal miliardario Jared Isaacman, durata poco meno di tre giorni e spintasi oltre la Iss, fino a una quota di 575 chilometri (v. Cosmo n. 21). Se si considerano anche i voli suborbitali, le prime aziende che hanno portato privati cittadini nello spazio sono state la Virgin Galactic di Richard Branson e la Blue Origin di Jeff Bezos. Samantha Cristoforetti (come ribadiamo nella coverstory di questo numero) partirà per la sua seconda missione a bordo della Iss proprio grazie alla Dragon. Sarà quindi la prima astronauta italiana a volare su una capsula privata. Avrebbe potuto volare anche con la CST-100 Starliner di Boeing, ma i numerosi problemi hanno costretto l’azienda americana a
*ANDREA D’URSO AUTORE PER ASTROSPACE.IT, SI OCCUPA PRINCIPALMENTE DI NOTIZIE E APPROFONDIMENTI RIGUARDANTI SPACEX.
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» Alla luce dei ritardi accumulatisi, Artemis I dovrebbe partire a maggio.
Il primo sbarco di un equipaggio sul suolo lunare è previsto per il 2026.

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rinviare più volte l’ultimo volo di test. Presto, però, anche questa seconda capsula sarà operativa. Grazie all’arrivo dei privati anche il settore dell’intrattenimento ha iniziato a investire nello spazio (come raccontato nel n. 23 di Cosmo). L’orbita terrestre bassa diventa sempre più accessibile e questo permette lo sviluppo di nuove forme di business. Anche l’Europa ha annunciato un proprio piano per lo sviluppo di mezzi in grado di trasportare un equipaggio nello spazio. Lo ha dichiarato Josef Aschbacher, il direttore generale dell’Agenzia spaziale europea, allo Space Summit 2022 tenutosi a febbraio. Oggi Stati Uniti, Russia e Cina sono le uniche nazioni in possesso di mezzi adatti al volo umano oltre l’atmosfera. Venti di guerra esclusi, presto a queste potrebbero aggiungersi sia l’Europa che l’India, anch’essa al lavoro su una capsula. Sebbene la Nasa si stia preparando al primo lancio dell’Sls, che servirà a trasportare un equipaggio attorno alla Luna a bordo della Orion, sarà necessario anche in questo caso l’intervento dei privati per tornare a toccare la superficie selenica. Il mezzo selezionato per la discesa dei prossimi astronauti sulla Luna è Starship, il nuovo razzo che SpaceX sta sviluppando in Texas. Ripercorrendo quanto accaduto in passato, l’azienda di Musk ha dato vita a un nuovo programma per studiare e collaudare le tecnologie che culmineranno con i prossimi allunaggi del programma Artemis.
POLARIS, COME GEMINI MA PRIVATO
In un clima di forte tensione come quello della Guerra Fredda, Stati
DI ANDREA D’URSO
Uniti e Unione Sovietica cercavano di imporre la propria supremazia anche oltre il cielo. Con le missioni in orbita terrestre gli americani arrivavano sempre secondi. Il primo uomo e la prima donna in grado di guardare il nostro Pianeta da oltre l’atmosfera erano russi: Yuri Gagarin e Valentina Tereshkova. Gli Stati Uniti decisero per questo di alzare il tiro: volevano essere i primi a toccare la Luna. Nel 1958 nacque il programma Mercury, quindi, nel 1961, Gemini. L’obiettivo era testare un po’ alla volta le nuove soluzioni tecnologiche che avrebbero portato l’uomo sulla Luna. Il 14 febbraio 2022, SpaceX ha
annunciato a sorpresa il programma Polaris. Attualmente composto da
tre missioni, permetterà all’azienda di portare al limite le capacità della capsula Dragon per poi terminare con il primo volo con equipaggio della Starship. Polaris è successore diretto di Inspiration4, il primo volo “libero” di una Dragon (cioè non destinato all’attracco con la Iss): con il nuovo programma la capsula volerà di nuovo in completa autonomia e verrà utilizzata come avvenuto in passato con le Gemini, anche se con molte differenze dovute all’evoluzione tecnologica. Se all’epoca gli astronauti potevano essere solo due e costretti in un volume ristretto, sulla Dragon le cose sono diverse. L’equipaggio della nuova navicella spaziale è composto da quattro astronauti, che monitorano e controllano la Dragon grazie a tre grandi touch screen. Addio alle decine di pulsanti, a leve e interruttori. La prima missione di Polaris è
stata fissata per la fine del 2022
e gli obiettivi da raggiungere sono ambiziosi.
L’ALBA DEL PROGRAMMA
Inspiration4 è stata una prova generale, con un equipaggio composto da persone comuni; per la missione inaugurale del nuovo programma, SpaceX ha optato per l’invio di esperti. La spedizione è stata denominata Polaris Dawn e permetterà all’azienda di stabilire nuovi primati. Il comandante della missione sarà per la seconda volta Isaacman, come accaduto per Inspiration4. In poco più di un anno volerà due volte nello spazio. Questa volta, però, non sarà l’intero finanziatore, visto che i costi saranno sostenuti con SpaceX. Ad accompagnare Isaacman sarà Scott Poteet, tenente colonnello dell’aeronautica degli Stati Uniti. L’equipaggio sarà completato da due dipendenti di SpaceX: Sarah Gillis, capo ingegnere delle operazioni spaziali, che si è occupata dell’addestramento degli equipaggi delle missioni Demo-2, Crew-1 e la stessa Inspiration4; e Anna Menon, capo ingegnere delle operazioni

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» Le Starship di SpaceX dovrebbero avere un ruolo centrale nella prossima avventura lunare.

spaziali, che ha lavorato come direttore di missione e si è occupata delle comunicazioni con i diversi equipaggi. Polaris Dawn si spingerà ancora più lontano rispetto a quanto accaduto con Inspiration4 raggiungendo le fasce di Van Allen e con l’obiettivo di superare il record di altezza raggiunto durante Gemini XI, che toccò i 1319 chilometri. Proprio in onore del programma Gemini, nella patch di Polaris Dawn sono presenti 16 stelle, che rappresentano gli astronauti delle Gemini. Il nuovo programma di SpaceX vuole studiare anche il comportamento del corpo umano in condizioni così estreme come quelle spaziali, ricavando dati sulle reazioni dovute alle radiazioni, uno dei maggiori pericoli (si vedano gli articoli a pagina 20 e 22). L’azienda potrà quindi verificare la schermatura offerta dalla struttura della Dragon. Per la prima volta, inoltre, la capsula di SpaceX tenterà di utilizzare la mega costellazione Starlink per l’invio di dati e per le comunicazioni. I nuovi satelliti che stanno venendo lanciati sono dotati di sistema per la comunicazione laser ed è proprio questo tipo di connessione che verrà sfruttato dalla Dragon. La vera novità, però, sarà la
passeggiata spaziale in programma
per uno degli astronauti: come fecero Edward White durante Gemini IV e Alexei Leonov prima di lui con Voskhod 2 nel 1965, un membro di Polaris Dawn uscirà all’esterno della capsula. Siccome la Dragon non è dotata di un airlock, l’intera cabina sarà depressurizzata e tutto l’equipaggio sarà esposto all’ambiente spaziale. Solamente uno godrà tuttavia il privilegio di poter uscire. Affinché l’equipaggio sopravviva SpaceX ha dovuto sviluppare delle nuove tute migliorando quelle utilizzate finora. C’è una differenza tra quelle progettate per le attività intra veicolari e quelle extra veicolari. Le nuove tute di SpaceX non avranno l’autonomia di quelle disponibili sulla Iss, ma saranno collegate alla capsula mediante un cordone ombelicale, proprio come accadeva sessant’anni fa. La compagnia di Musk procede a piccoli passi, sviluppando e testando un elemento alla volta per migliorarne la versione successiva. Per questo le nuove tute vanno considerate una prima versione di ciò che vedremo al termine del programma. Tutte queste conoscenze verranno quindi sfruttate per lo sviluppo finale della Starship nella sua versione per il trasporto umano. Costretto a terra da questioni più burocratiche che tecniche, il nuovo razzo deve ancora affrontare il suo debutto extraatmosferico.
I VOLI DEL 2022 DI SPACEX
Se tutto procederà come previsto, l’azienda di Musk effettuerà tre diverse missioni con equipaggio nel corso di quest’anno. Oltre alla partenza di Samantha Cristoforetti con Crew-4 e a Polaris Dawn, vedremo la Dragon portare sulla Iss anche l’equipaggio di Ax-1. Sarà questa la prima missione
totalmente privata diretta verso
la Stazione spaziale, organizzata dall’azienda americana Axiom Space. Al momento di andare in stampa, la partenza di Ax-1 era ancora fissata per la fine di marzo, ma il precario equilibrio internazionale potrebbe nel frattempo aver costretto l’azienda a cambiare i piani, in attesa di un periodo più tranquillo. In un anno, comunque, SpaceX potrebbe portare a termine tre spedizioni con astronauti completamente diverse tra loro. Ax-1 e Crew-4, dirette alla Iss, avranno infatti durate differenti. Con la prima gli astronauti rimarranno in orbita per circa dieci giorni, nel secondo caso sei mesi.