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ARACHNE DA FANTASCIENZA A REALTÀ

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DI FRANCESCO BUSSOLETTI*

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UNA COSTELLAZIONE ARTIFICIALE PROMETTE DI IMMAGAZZINARE ENERGIA SOLARE PER INVIARLA DOVE SERVE: È UNA “TELA DI RAGNO”

Spazio 1999, l’iconica serie televisiva britannica di Sylvia e Gerry Anderson sull’equipaggio della base lunare Alpha, potrebbe presto diventare realtà. Almeno nella prima parte, quella in cui la Luna ospita un centro di ricerca scientifica. La navigazione umana nello spazio, infatti, sta raggiungendo traguardi inaspettati e in tempi brevissimi. Ciò grazie a una serie di fattori che vanno dallo sviluppo di nuove tecnologie all’abbattimento dei costi, fino alla moltiplicazione dei player nel settore, ormai non più solo a livello statale. Ne sono esempi eclatanti i recenti lanci commerciali della Inspiration4 di SpaceX, di Virgin Galactic e Blue Origin, che hanno aperto le porte al turismo spaziale. Sul versante militare e della ricerca, però, si lavora già a un nuovo progetto: aprire basi operative avanzate (Fob). Strutture simili a quelle sulla Terra, dove operano civili e militari per monitorare un settore o portare a termine una missione. L’idea, che prende spunto dai tanti film e telefilm in cui i protagonisti erano gli ““avamposti” della Terra, presenta però un problema fondamentale nella realtà: come far sì che le “Fob spaziali” possano funzionare in autonomia e il personale all’interno vivere “quasi” normalmente riducendo i rischi per l’incolumità nel caso in cui i rifornimenti non arrivino in tempo o finisca l’energia. Gli Stati Uniti hanno trovato una

*FRANCESCO BUSSOLETTI È GIORNALISTA PROFESSIONISTA E INVIATO DI GUERRA EMBEDDED IN DIVERSE AREE DI CONFLITTO. DAL 2003 SI OCCUPA DEI TEMI LEGATI ALLA DIFESA E ALLA SICUREZZA, A CUI NEGLI ULTIMI ANNI HA AGGIUNTO LA CYBERSECURITY E LO SPAZIO. soluzione, per il momento allo stato embrionale: la missione Arachne: si tratta di una costellazione di

satelliti in gradi di immagazzinare l’energia solare e poi inviarla a chi

serve, sia una base o una navicella spaziale. Di fatto, come ricorda anche il nome dell’iniziativa, sarà una “tela di ragno” costituita da dinamo che ruotano attorno alla Terra e che sfruttano la forza delle radiazioni, non filtrata dalla nostra atmosfera. Arachne fa parte del programma Space Solar Power Incremental Demonstrations and Research (Sspidr) dei laboratori di ricerca della Us Air Force. È un insieme di progetti legati alla tecnologia dei satelliti solari multi-ruolo. Lo studio per la “tela di ragno” è cominciato nel 2018 ed è già riuscito in un’impresa epica, cioè convertire l’energia delle radiazioni solari mediante l’uso di un “sandwich”, un pannello a due strati: il primo, fotovoltaico,

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» Una visualizzazione e alcuni schemi tecnici di Arachne la costellazione che promette di immagazzinare l’energia solare per inviarla dove neccessario

acquisisce l’energia solare e la trasferisce al secondo, alimentandolo anche. Quest’ultimo, invece, è dotato di diversi componenti che trasformano l’energia in onde radio, che poi vengono “lanciate” verso gli utenti. Il prossimo passo sarà il lancio di un satellite sperimentale, basato sul modello Helios, che porterà a bordo lo Space Solar Power Radio Frequency Integrated Transmission Experiment (Ssprite) per immagazzinare e convertire l’energia solare. Questa, peraltro, potrebbe essere trasferita ai destinatari in vari modi, tra cui potenti raggi a microonde o ottici, stile Star Trek o Star Wars. Chi non ricorda il raggio traente che aggancia il Millennium Falcon e lo porta all’interno della Morte nera? Parallelamente si sta lavorando alla costruzione di un “sandwich” più grande: un pannello formato da nove strati invece che da due, che dovrebbe essere montato a bordo del satellite lanciato in orbita. Servirà non solo per testare “sul campo” la reale efficacia degli accumulatori, ma anche per capire la reale precisione del raggio di trasferimento dell’energia RF verso un’antenna satellitare, che simula il destinatario. L’unico neo in questa storia che trasforma la fantascienza in realtà sono i tempi: il lancio del satellite che dovrà effettuare tutti i test di Arachne era previsto in origine per il 2024, in modo da dare ai tecnici il tempo necessario per sviluppare il “sandwich a nove strati”. La data, però, è stata posposta all’inizio del 2025, a causa di difficoltà di trovare uno slot libero per l’orbita terrestre

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bassa. Sembra, infatti, che siano tutti occupati. Inoltre, l’invasione

russa in Ucraina ha complicato

la situazione. Per evidenti ragioni, tutti gli spazi sono stati acquisiti a scopo strategico o militare, in caso la situazione dovesse degenerare ancora. Un eventuale conflitto su scala più ampia coinvolgerebbe anche lo spazio e gli Stati Uniti devono essere pronti a qualunque evenienza. Parafrasando l’avvocato mafioso nel film Johnny Stecchino, oggi il problema più grande per Arachne è “il traffico”. Una volta risolto e quando il sistema sarà a regime, potremo vedere alberi di natale illuminati anche sulla Luna. Nel frattempo, nel 2023, verrà portato a bordo della Stazione spaziale internazionale l’esperimento Space Power Infrared Regulation and Analysis of Lifetime (Spirral), che punta a valutare le tecnologie di gestione termica, in quanto le radiazioni solari, oltre a essere una risorsa, sono anche un problema per l’elettronica sensibile a bordo dei satelliti e dei dispositivi spaziali. Il progetto analizzerà il “tempo di vita” degli apparati esposti alle radiazioni e le cause. L’obiettivo è usare i dati raccolti per sviluppare nuove tecnologie che li allunghino migliorando allo stesso tempo la sicurezza sia dei dispositivi sia del personale che li utilizza. Tutto serve per agevolare ulteriormente la navigazione umana nello spazio, che da fantascienza è diventata fatto quotidiano e che presto potrebbe raggiungere nuovi traguardi, grazie alla nuova vita che il settore dello spazio ha cominciato a vivere. Ancora, “l’unico” problema ancora irrisolvibile, come d’altronde sulla Terra, è quello del traffico.

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