Bergamo Salute - 2016 - 3 – maggio/giugno

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INFILTRAZIONI E TERAPIE FISICHE SOLO NELLE FORME INIZIALI I trattamenti alternativi alla chirurgia protesica sono pochi e spesso inefficaci. Il paziente con coxartrosi deve dimagrire se obeso, diminuire i carichi lavorativi e la prolungata deambulazione. Nelle forme appena iniziali qualche lieve e transitorio beneficio possono darlo le terapie fisiche e la fisiocinesiterapia. Le infiltrazioni articolari con acido ialuronico sono molto costose ma con beneficio poco sopra lo zero. In soggetti giovani con anche displasiche non ancora artrosiche (coxa valga sublussante, coxa vara, insufficienza del tetto acetabolare) sono possibili interventi chirurgici non protesici, detti osteotomie, cioè il taglio dell'osso per determinare una migliore centratura nel cotile della testa femorale. L'osteotomia può essere eseguita sul bacino per aumentare la copertura del tetto acetabolare (osteotomia di Chiari, di Kislich, di Ganz) oppure a livello del femore (osteotomia valgizzante o varizzante secondo Pawels, o Bombelli). Tuttavia, la durata dell'effetto terapeutico di tali osteotomie non è molto lunga; tali interventi, che non sono esenti da complicanze anche gravi, si possono eseguire solo quando non è ancora comparsa l'artrosi dell'anca.

PICCOLE INCISIONI PER PICCOLE PROTESI Nel caso di intervento di protesi d’anca, non basta effettuare una piccola incisione cutanea per parlare di chirurgia mini-invasiva. Oltre che un'incisione la più piccola possibile, è fondamentale che il chirurgo risparmi i tessuti muscolari intorno e soprattutto l'osso. Spesso infatti si assiste a incisioni piccole, ma con l'impianto di protesi molto grandi e alla lunga invasive. Le protesi oggi ideali, invece, sono quelle che risparmiano il collo femorale, di piccole dimensioni e facilmente osteointegrate. Questo permette un carico precoce, l'assenza di complicazioni tromboemboliche e il ritorno veloce alle attività lavorative.

è fondamentale per la durata della protesi stessa, in quanto il vero nemico delle protesi è l'usura. L'usura è maggiore se si impiega una testina metallica con un inserto in polietilene; è invece minore con testina in ceramica e inserto in polietilene; infine è quasi equivalente a zero negli accoppiamenti tra testina in ceramica e inserto in ceramica. Quest'ultimo accoppiamento garantisce una durata dell'impianto protesico an-

che di trenta anni, a patto che l'impianto venga eseguito da chirurghi ortopedici esperti. L'intervento protesico dura mediamente un'ora. Al paziente protesizzato viene concesso il carico completo dopo 48 ore. Dopo tre giorni dall'intervento viene trasferito in riabilitazione per circa 15 giorni. Alla dimissione il paziente è praticamente autonomo e può riprendere gradualmente le attività abituali.

LA CURA RISOLUTIVA? L’INTERVENTO DI CHIRURGIA PROTESICA In caso di artrosi severa dell’anca l'unico trattamento di scelta e definitivo è la chirurgia protesica, che consiste nel sostituire l'anca ammalata con un’anca artificiale, composta da uno stelo femorale in titanio su cui è applicata una testina protesica, e da un cotile (incàvo osseo con forma a scodella) emisferico sempre in titanio (materiale ad altissima biocompatibilità e resistenza) in cui è incastrato un inserto articolato con la testina protesica. Oltre al titanio per lo stelo e il cotile, la scelta da parte del chirurgo dei biomateriali per le altre parti della protesi Bergamo Salute

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