Bergamo Salute - 2023 - 73 - luglio/agosto

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Luglio/Agosto 2023 | Bergamo Salute | 1 Anno 13 Luglio | Agosto 2023 Poste Italiane spa Sped. in Abb. Postale DL 353/2003 (Conv. in legge 27/02/2004 N.46) Art. 1 comma 1 LO/BG www.bgsalute.it 73 numero 6 Ematologia DEBOLEZZA E AFFATICABILITÀ 10 Dermatologia ERITEMA SOLARE 22 40 Alimentazione EMOTIONAL EATING Fitness BEACH SOCCER 20 Stili di vita DIGITAL DETOX E VACANZE Bergamo
integralmente dal tuo computer, tablet o smartphone www.bgsalute.it 16 Valentina Vezzali Lo sport aiuta a vivere meglio
Salute
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Direttore Sanitario: Dott. Enrico Angelo Volpi (Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri di Novara n. 4594)

Responsabile Branca Odontoiatrica: Dott. Claudio Maria De Sanctis (Albo degli Odontoiatri di Roma n. 7068)

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73 numero

Anno 13

Luglio | Agosto 2023

) EDITORIALE

5 Serenamente estate

) SPECIALITÀ A-Z

6 Ematologia

Se debolezza e affaticabilità non dipendono solo dal caldo

8 Oculistica

Seconda cataratta dopo la prima? Sì, ma si risolve facilmente

10 Dermatologia

Eritema solare: come prevenirlo e curarlo

) PERSONAGGIO

16 Valentina Vezzali

Lo sport aiuta a vivere meglio

) IN SALUTE

20 Stili di vita

Digital detox e vacanze. Come disintossicarsi dallo smartphone e vivere felici

22 Alimentazione

Emotional eating. Quando il cibo serve per non sentire le emozioni

24 Peperoni: amici della linea e del benessere

) IN ARMONIA

26 Psicologia

Ecco come vincere la paura di invecchiare

28 Coppia

Quanto fa male tradire con il pensiero?

) IN FAMIGLIA

30 Dolce attesa

Kangaroo Care. Per il benessere della mamma e del neonato pretermine

32 Bambini

Come sopravvivere ai compiti delle vacanze

34 Ragazzi

63 Malattie Rare Rene con midollare a spugna

) IN FORMA 38 Bellezza

) STRUTTURE

68 Fondazione Don Stefano Palla Onlus

) PROFESSIONI SANITARIE

72 Al via il nuovo Ordine territoriale dei Fisioterapisti della provincia di Bergamo

) RICETTA 46 Feta al forno con i profumi dell’estate

)

) REALTÀ SALUTE

75 AIP Parkinsoniani Bergamo

77 Centro Fo.R.Me

79 Top Line

Allegato

PARTECIPANTI ALLA FONDAZIONE ITALIANA PER L’EDUCAZIONE ALIMENTARE

Luglio/Agosto 2023 | Bergamo Salute | 3
Le regole d’oro per difendere l’udito
malesseri
36 Terza età Così previeni
e colpi di calore
Come proteggere i tatuaggi dal sole
40 Fitness Beach soccer: non solo gioco da spiaggia
quando
La broncoscopia per vedere l’apparato respiratorio dall’interno 54 Altre terapie Un aiuto dalla Garcinia cambogia per perdere peso
RUBRICHE 49 Animali L’alimentazione del “pet”
fa caldo 52 Guida esami
Farmacie Disturbi intimi. Come evitare che rovinino le vacanze 58 News 60 Terzo settore Associazione Diabetici Bergamaschi O.D.V.
) DAL TERRITORIO 56
64 Il lato umano della medicina Salvare vite fa superare la paura
66 Testimonianza Le difficoltà rivelano chi è forte
81 Istituto Medico Polispecialistico Sant’Alessandro
centrale: Amici di Bergamo Salute

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Anche quest’anno è arrivata l’estate: sole, caldo e vacanze! Spesso però questi tre elementi non portano con sé i benefici sperati e attesi per un anno intero. Per fortuna si può correre ai ripari seguendo alcuni semplici accorgimenti.

In questo numero, infatti, parleremo di come proteggere la pelle dai raggi solari, per evitare eritemi e scottature, di come prevenire i

Serenamente estate

colpi di calore, soprattutto nelle persone anziane, e di come superare l’incubo dei compiti delle vacanze. Non mancheranno poi consigli per aiutare i nostri amici a quattro zampe in questo periodo di caldo intenso.

Ma ciò a cui teniamo di più è augurarvi che la pausa estiva rappresenti davvero un momento libero dalla frenesia e dagli impegni di tutti i giorni, in cui prendersi cura

di sé e ritrovare un equilibrio con le proprie emozioni. In fondo, come ci ricorda il poeta Anton Vanligt, “ in certe notti d’estate, perdersi con lo sguardo fra le stelle è uno dei modi più saggi di impiegare il proprio tempo”,

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EDITORIALE

Se debolezza e affaticabilità non dipendono solo dal caldo

Scarsa resistenza allo sforzo, insonnia e difficoltà a concentrarsi. Chi non prova almeno uno di questi disturbi quando arriva la bella stagione e le temperature si alzano? Non sempre, però, si tratta di una risposta del nostro organismo al caldo estivo: possono infatti essere anche i sintomi caratteristici dell’anemia da carenza di ferro, nota anche come anemia sideropenica. L’anemia sideropenica è la forma di gran lunga più frequente di anemia, specie nei Paesi Occidentali, dove colpisce soprattutto le donne in età fertile e gli anziani.

SINTOMI DIFFERENTI E DI DIVERSA GRAVITÀ

I sintomi dell’anemia sideropenica variano da persona a persona e con il grado di anemia (che riduce la capacità di trasportare l’ossigeno ai tessuti) e di carenza di ferro. Il ferro, infatti, è essenziale oltre che per la produzione dell’emoglobina - alla quale si lega l’ossigeno - anche per la produzione di energia a livello cellulare. I sintomi più frequenti sono rappresentati da debolezza, affaticabilità e scarsa resistenza allo

sforzo che, con l’aggravarsi dell’anemia, può diventare mancanza di fiato (detta dispnea) a fronte di sforzi anche limitati come ad esempio una camminata o salire le scale. Altri disturbi spesso segnalati dai pazienti con anemia sideropenica interessano l’ambito neurologico e sono rappresentati da mal di testa, difficoltà a concentrarsi, irritabilità e difficoltà a prendere sonno, che si può associare alla sindrome delle gambe senza riposo, nella quale il paziente ha un desiderio irrefrenabile di muovere gli arti inferiori durante la notte. Altri sintomi, infine, possono essere la perdita di capelli o la secchezza della cute.

DIAGNOSI SEMPLICE

MA SPESSO IN RITARDO

I sintomi determinati dall’anemia sideropenica sono aspecifici e frequentemente lievi o sfumati e ciò spesso porta a ritardarne la comunicazione al proprio medico e l’avvio del percorso di diagnosi e cura.

Nella maggior parte dei casi, la diagnosi di anemia sideropenica è semplice e si basa su pochi esami di laboratorio quali l’emocromo (che

evidenzia una ridotta concentrazione di emoglobina e del volume dei globuli rossi), il dosaggio del ferro nel sangue (ossia la sideremia), che risulta ridotto, della proteina che trasporta il ferro nel sangue (la transferrina), che risulta aumentata, e della proteina che funge da riserva del ferro nel nostro organismo (la ferritina), che è di norma ridotta. L’interpretazione dei risultati di tali esami e la diagnosi di anemia sideropenica sono di norma agevoli tuttavia, nei quadri più complessi, come ad esempio in presenza di

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∞ A CURA DI GIOVANNI INGHILLERI DOTT. GIOVANNI INGHILLERI
SPECIALITÀ A-Z EMATOLOGIA
ASST Bergamo Est

stati infiammatori, è utile fare riferimento a un centro di ematologia o a un centro con esperienza nel trattare questi stati patologici, come ad esempio i centri trasfusionali.

LA CAUSA DELLA CARENZA

Una volta posta diagnosi di anemia sideropenica è sempre necessario avviare una terapia per correggere la carenza di ferro. La correzione della carenza di ferro può essere effettuata efficacemente attraverso diversi prodotti contenenti ferro che ripristinano il normale contenuto di questo elemento nell’organismo. Nelle forme più lievi il supporto di ferro avviene con prodotti da assumere per bocca, mentre nelle forme più gravi e nei casi in cui i farmaci per via orale non sono ben tollerati e determinano disturbi gastrointestinali, il ferro deve essere somministrato per via endovenosa. La terapia per via endovenosa viene oggi eseguita con farmaci di ultima generazione estremamente sicuri ed efficaci e deve essere effettuata in centri specializzati, di norma ambulatori ospedalieri. Per un corretto trattamento dell’anemia sideropenica però è fondamentale anche identificare le cause responsabili della carenza di ferro. Queste sono numerose e di diversa tipologia:

> nei giovani in genere i fattori responsabili sono una dieta povera di alimenti ricchi di ferro, un’attività fisica-sportiva molto intensa, disturbi del ciclo mestruale;

> nelle persone con più di 40 anni: spesso è legata a patologie che si associano a sanguinamento ginecologico nelle donne e dell’apparato

gastrointestinale negli uomini (che possono essere il primo sintomo di una patologia tumorale) o a un ridotto assorbimento del ferro assunto con la dieta come avviene ad esempio in alcune malattie infiammatorie gastrointestinali o per l’assunzione di farmaci (ad esempio i farmaci che inibiscono la produ-

zione di acido nello stomaco) o per un’infezione da Helicobacter

L’IMPORTANZA DI AFFIDARSI

A CENTRI SPECIALIZZATI

La corretta diagnosi delle cause di anemia sideropenica e l’identificazione del trattamento più opportuno richiedono in genere esperienza e un percorso diagnostico-terapeutico ben organizzato e collaudato: per ottenere la miglior cura è pertanto raccomandabile rivolgersi a centri specializzati.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito l’anemia un gravissimo problema sanitario a livello planetario. Si stima che coinvolga circa un terzo della popolazione mondiale e, nella forma sideropenica, rappresenta una delle malattie con i maggiori costi per perdita di produttività e per il numero di persone colpite.

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LA TERAPIA: NON SOLO RIPRISTINARE IL FERRO MA INDIVIDUARE
Un problema che riguarda un terzo della popolazione mondiale
Anche la sola carenza di ferro, pur in assenza di anemia, merita un approfondimento clinico e terapeutico poiché può essere associata a sintomi e può precedere lo sviluppo di anemia”

Seconda cataratta dopo la prima? Sì,

A seguito di un intervento per asportazione della cataratta è possibile sperimentare un nuovo annebbiamento della vista e pensare che l’operazione non sia andata a buon fine. In realtà questo è un fenomeno previsto e soprattutto risolvibile. Non si tratta di una recidiva, ma di una comune conseguenza dell’intervento che viene definita “cataratta secondaria”. La buona notizia è che si può risolvere semplicemente con un trattamento laser di pochi minuti.

COSA È LA CATARATTA SECONDARIA

La fibrosi della capsula posteriore,

meglio conosciuta come cataratta secondaria, è l’opacizzazione della parete posteriore del nostro cristallino, che viene lasciata durante l’intervento di asportazione della cataratta e sulla quale viene appoggiato il cristallino artificiale.

COME E QUANDO SI MANIFESTA

Si può verificare un annebbiamento della vista, dopo uno o più anni dall’intervento chirurgico per l’asportazione della cataratta.

UN LASER PER RISOLVERE QUESTA OPACIZZAZIONE

Per il trattamento della cataratta

secondaria si utilizza uno specifico laser chiamato YAG laser, indolore e sicuro, che elimina la fibrosi capsulare e permette di tornare a vedere limpidamente. Si tratta di una procedura non invasiva che si effettua in un ambulatorio oculistico, proprio come una visita, e non ci sono indicazioni particolari da seguire per prepararsi a tale trattamento. Il trattamento laser dura pochi minuti e il recupero visivo è praticamente immediato, apprezzabile già dopo poche ore.

IL TRATTAMENTO:

VELOCE E INDOLORE

Il trattamento laser è assolutamen-

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SPECIALITÀ A-Z OCULISTICA
ma si risolve facilmente
∞ A CURA DI LORIS BELOTTI

te indolore e già da subito si possono riprendere le normali attività quotidiane. Successivamente al trattamento è normale avere piccoli fastidi nel campo visivo come

macchie o puntini, che scompaiono nell’arco di poche settimane. Dopo qualche settimana è bene programmare una visita specialistica oculistica di controllo. Rimango -

Come funziona lo YAG laser

no validi i suggerimenti di evitare di strofinare l’occhio appena trattato e proteggersi dalla luce solare diretta con occhiali da sole adeguati. Con questo trattamento si ritiene concluso l’iter per la rimozione della cataratta, primaria e secondaria, e il ritorno a una visione nitida.

Lo YAG laser viene utilizzato per curare alcune malattie degli occhi grazie alla sua capacità di distruggere la parte di tessuto anatomico verso cui è diretto.

Nel caso della cataratta secondaria lo YAG laser crea un’apertura nella parete posteriore del cristallino naturale, opacizzata, permettendo così ai raggi luminosi di oltrepassarla senza ostacoli.

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Specialista in oculistica Responsabile Unità Operativa di Oculistica del Policlinico San Pietro

Eritema solare: come prevenirlo e curarlo

È arrivata l’estate e con essa la voglia di scoprirsi e di godersi il sole. Benché i raggi solari siano utili per alcuni processi biologici, come la sintesi di vitamina D, indispensabile per le ossa, in alcuni casi possono rivelarsi dannosi. Ne è un esempio l’eritema solare, termine che fa riferimento a diverse possibili condizioni scatenate dall’esposizione della pelle ai raggi UV.

UN’USTIONE SUPERFICIALE DELLA PELLE

Il termine eritema deriva dal gre -

co erýthēma, che significa “rossore”. Si tratta infatti di un’irritazione cutanea contraddistinta da un arrossamento che si sviluppa quando la pelle, non abbronzata, non viene protetta correttamente dai raggi solari. L’arrossamento, che può essere anche molto intenso, si innesca dopo un tempo variabile e dipende da diversi fattori, tra cui l’orario della giornata, la stagione, l’altitudine, la latitudine (quindi l’intensità dei raggi solari) e il tipo di pelle della persona (le pelli più chiare si arrossano più

velocemente). Questa reazione è a tutti gli effetti una forma di ustione superficiale cutanea dovuta ai raggi solari e viene definita di grado uno. I gradi successivi comportano danni maggiori perché, coinvolgendo anche strati cutanei sottostanti, sono caratterizzati da bolle e lesioni anche peggiori.

NON SOLO ARROSSAMENTO:

GLI ALTRI DANNI DI RAGGI UV

Oltre all’ustione di primo grado, il sole può causare (o con-causare) una serie di differenti patologie di

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SPECIALITÀ A-Z DERMATOLOGIA
∞ A CURA DI GIAMBATTISTA MANNA

natura autoimmunitaria o allergica. Sono infatti frequenti reazioni orticarioidi post-esposizione solare, ovvero condizioni nelle quali all’arrossamento si accompagna la comparsa di pomfi e prurito. Non va poi dimenticato, ovviamente, che i raggi solari comportano anche il cosiddetto foto-invecchiamento della pelle e aumentano il rischio di insorgenza di diversi tipi di tumori cutanei, motivo per cui sono sempre più diffuse le campagne di sensibilizzazione sulla protezione della pelle dai raggi UV.

L’IMPORTANZA DI UNA CORRETTA ESPOSIZIONE SOLARE

Per prevenire l’eritema, è im-

portante seguire alcune regole di buonsenso per una corretta gestione della fotoesposizione. La prima, fondamentale, è che la pelle disabituata al sole per via dei mesi invernali non deve essere iper-esposta in maniera acuta e prolungata a raggi solari intensi. Questo significa che le prime esposizioni solari idealmente sarebbero raccomandabili in primavera, in orari precoci o tardivi della giornata e per una durata molto limitata, seguendo quella che sarebbe la naturale progressione stagionale dell’intensità dei raggi stessi. Nella realtà, invece, la vita lavorativa e gli impegni quotidiani portano molto spesso le persone a scoprire la pelle del corpo alla luce del sole per

la prima volta direttamente in mesi come luglio e agosto e magari a latitudini anche tropicali, dove i raggi UV risultano più intensi e dannosi. Altri suggerimenti importanti per una corretta esposizione sono la limitazione inizialmente delle ore di esposizione al sole e il loro aumento graduale e l’esclusione

delle fasce orarie centrali della giornata (indicativamente da prima di pranzo al pomeriggio inoltrato).

CREME SOLARI: MAI SENZA

Le protezioni attive, ovvero le creme solari, sono indispensabili. Si raccomanda sempre di utilizzare la massima fotoprotezione, indicata dal cosiddetto SPF (fattore di protezione solare), che dal valore di 30 in su inizia a garantire una copertura adeguata, e di attenersi alle regole di applicazione riportate su etichetta e foglietto illustrativo, ricordandosi di ripetere l’applicazione della crema a intervalli regolari. Altre protezioni da non dimenticare sono gli occhiali da sole, il cappello

con la tesa e, soprattutto per i bambini, gli indumenti tecnici che riportano, proprio come accade per le creme, il relativo SPF.

UN AIUTO IN PIÙ DAGLI INTEGRATORI

Esistono in commercio molti integratori caratterizzati dalla presenza di antiossidanti, sostanze che aiutano a proteggere la pelle anche dall’eritema: solitamente se ne raccomanda l’assunzione a partire da circa un mese prima della prevista esposizione solare per poi continuare per tutta l’estate. Non sostituiscono asso -

lutamente le protezioni descritte, ma sono un loro complemento e vanno concordati con medici e farmacisti, anche in base a eventuali problematiche del singolo come allergie o intolleranze.

DAI GEL LENITIVI AL CORTISONE A SECONDA DELLA GRAVITÀ

Poiché l’eritema solare si manifesta in modo differente in base al tipo di pelle e di reazione è importante rivolgersi al medico di medicina generale o al dermatologo per avere consigli e prescrizioni adeguate, che possono spaziare dall’uso di creme/gel lenitivi fino ai farmaci come cortisonici e antistaminici o addirittura a medicazioni specifiche nel caso di ustioni evidenti.

Protezione 365 giorni all’anno per viso, orecchie e mani

Alcuni distretti cutanei, come viso, orecchie, cuoio capelluto in caso di soggetti con calvizie, dorso delle mani oppure petto e gambe in funzione dell’abbigliamento, sono esposti al sole pressoché durante tutto l’anno e andrebbero quindi protetti con maggiore attenzione e sempre.

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SPECIALITÀ A-Z DERMATOLOGIA

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Lo sport aiuta a vivere meglio

Ha saputo vincere anche le sfide più ardue, nei suoi 36 anni di carriera agonistica ai massimi livelli, conclusa nel 2016 all’età di 42 anni. Ma non è solo in pedana che Valentina Vezzali, una delle più grandi schermitrici della storia italiana, si è fatta valere. Ha saputo dimostrare, tra l’altro, che si può salire sul podio senza rinunciare al diritto di essere mamma. « A 18 giorni dal primo parto ho ripreso ad allenarmi tutti i giorni. Avevo già

deciso che dopo quattro mesi sarei stata ai Mondiali e lo stesso è successo a 80 giorni dal secondo parto. In entrambi i casi ho conquistato grandi vittorie». Ci sono fatica, impegno, carattere e lucidità alla base di questi risultati. La pluricampionessa olimpica di Jesi, oggi quarantanovenne, ne ha parlato alla Biblioteca dello Sport “Nerio Marabini” di Seriate in occasione della presentazione del libro che le ha dedicato il giornalista

bergamasco Paolo Marabini, “La regina del fioretto” (Bolis Edizioni). Nessuna atleta italiana ha vinto tanto quanto lei. Per 500 settimane è stata la numero uno del ranking mondiale. Cinque le Olimpiadi a cui ha partecipato, da Atlanta 1996 a Londra 2012. Solo nel Regno Unito, dov’era portabandiera dell’Italia, si è dovuta fermare al bronzo. Sei gli ori totali. È sempre stata una vincente nello spirito: soprannominata “cobra”, ha spiegato

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∞ A CURA DI CLAUDIO GUALDI
La pluricampionessa olimpica si è raccontata a 360 gradi alla Biblioteca dello Sport di Seriate
© Michele Meraviglia
PERSONAGGIO VALENTINA VEZZALI

la sua filosofia fatta di uno sguardo costantemente posato oltre l’orizzonte, mai sazio.

Se Valentina è arrivata dove è arrivata molto lo deve alla sua tenacia e passione, ma anche al suo maestro Ezio Triccoli, noto anche per aver elaborato un nuovo stile di scherma usando le canne di bambù, in un campo di concentramento durante la seconda guerra mondiale.

Dalla sua scuola di Jesi sono nate tante campionesse olimpiche, tra cui anche Valentina. Fin da piccola era chiaro che sarebbe diventata una vincente: non accettava di concedere nemmeno un punto. Una fame di vittoria che ha portato Marabini a paragonarla a Eddy Merckx, forse il più forte ciclista di sempre, noto per non aver mai concesso nulla agli avversari. Accanto a lui,

una figura cruciale nella carriera di Valentina è stato suo padre. «Molto lo devo a lui, che mi seguiva in ogni allenamento e con cui mi confrontavo ogni sera. Ricordo la mia prima partecipazione al Gran Premio Giovani quando, appena concluso il torneo con una vittoria, non ho fatto in tempo a prendere in mano la medaglia che ha iniziato a farmi roteare. Purtroppo è scomparso

Luglio/Agosto 2023 | Bergamo Salute | 17
© Giovanni Minozzi

quando avevo 15 anni a causa di un brutto male, tuttavia grazie allo sport sono riuscita a riprendermi e una settimana dopo ero nuovamente in pedana a Lisbona a vincere il mio primo titolo mondiale Under 17».

Fondamentali per rimanere così a lungo ad altissimi livelli sono stati anche l’alimentazione e lo stile di vita, che ancora oggi per lei rappresentano due elementi imprescindibili per stare bene. «Quando ho smesso di gareggiare, dopo 36 anni di carriera, ho sentito il bisogno di fermarmi e di prendermi una pausa dallo sport » svela. «Nel giro di poco tempo, però, ho sentito il bisogno di tornare a fare attività fisica, anche se in modo diverso. Oggi mi piace andare a correre o in palestra a fare pesi almeno due o tre volte a settimana, ma la vivo come una coccola. Un modo per prendermi cura di me, staccare dagli impegni quotidiani. Tutte le donne dovrebbero farlo, soprattutto dopo i 45 anni: lo sport aiuta a vivere meglio e a sorridere di più. Anche l’alimentazione è sempre fondamentale per un atleta. Io ho sempre mangiato in maniera equilibrata e leggera, facendo piccoli e frequenti pasti. Questa è un’abitudine che ho mantenuto anche dopo il ritiro. Chiaramente quando sei in attività spesso devi integrare con magnesio, potassio e soprattutto ferro, che mi ha aiutato in gravidanza». Ovviamente non manca lo spazio per qualche sgarro. «Quando mia mamma (ndr. di Reggio Emilia) prepara l’erbazzone o lo gnocco fritto non resisto!» confessa. Anche ora che non calca più le pedane della scherma, Valentina

è rimasta legata al mondo dello sport impegnandosi in particolare nell’educazione allo sport delle giovani generazioni. A marzo del 2021 è stata nominata sottosegretario con delega allo Sport all’interno del Governo Draghi, incarico che ha mantenuto fino a settembre dello scorso anno. «Praticare sport fin da piccoli vuol dire non solo investire sulla

salute psicofisica degli adulti di domani, ma anche insegnare loro il significato più profondo di valori fondamentali come l’impegno, il sacrificio, il rispetto delle regole e dell’altro, compagno o avversario che sia. Lo sport è per sua natura antidoto contro il razzismo e rappresenta lo strumento più semplice di socializzazione e di inclusione sociale».

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I ragazzi hanno bisogno dello sport per capire chi essere e dove andare, come una vera e propria bussola per la vita”
© Michele Meraviglia

ORTOCHERATOLOGIA NOTTURNA

E’ una tecnica che consente di eliminare occhiali e lenti a contatto di giorno, applicando lenti a contatto la notte.

L’ortocheratologia E’ utilizzata per rallentare la progressione miopica.

I primi studi sull’ortocheratologia e sul controllo della miopia risalgono agli anni ’50.

E’ indicata soprattutto per miopie semplici fino a circa sei diottrie e bassi astigmatismi.

Digital detox e vacanze Come disintossicarsi dallo smartphone e vivere felici

Lo smartphone è ormai diventato a tutti gli effetti “una parte di noi”, una sorta di prolungamento del braccio. Una parte a cui facciamo molta fatica a rinunciare ma che, se usata in modo eccessivo, può causare danni al nostro benessere psico-fisico. L’essere sempre connessi infatti ha effetti negativi sulla capacità di concentrazione, distraendoci dal “qui e ora”, può rendere più difficile il riposo notturno, può favorire l’aumento di peso e provocare stress e ansia. Questa iperconnessione può anche sfociare in dipendenza, la cosiddetta nomofobia, in fobie come la FOMO (Fear Of Missing Out), ovvero la paura di perdersi una conversazione online ed esserne tagliati fuori, o nel Phubbing (contrazione di “phone” e “snubbing”) cioè l’abitudine di ignorare le persone con cui si è per prestare attenzione al cellulare. Perché allora non approfittare delle

vacanze per fare un po’ di digital detox e prendersi una pausa da smartphone, e-mail, Internet? Come fare? Ne abbiamo parlato con la counselor Pia Barbato.

Tanti lo sognano, alcuni lo temono. Perché il digital detox ogni tanto può fare bene?

La Rete moltiplica le nostre esperienze e le nostre relazioni, ma dall’altro lato ci lascia svuotati, tanto che arriviamo al punto di volercene allontanare. Rispetto a soli pochi anni fa non leggiamo solo le e-mail o navighiamo sui siti, ma siamo sempre più presenti nei vari social network, sia per svago sia per lavoro. Di conseguenza, poter fare qualche giorno di digital detox per staccare la spina e ritrovare così sé stessi sarebbe una buona occasione per prenderci cura di noi. Il contatto con i nostri simili e, ancora di più, con la natura, diventa un ottimo antidoto allo stress e ci

permette di riconsegnare senso ai piccoli gesti, ci rende coscienti dei nostri ritmi, ci rimette con i piedi per terra, ridandoci vigore fisico e lucidità mentale. Mettere da parte i nostri smartphone favorisce sicuramente il cambiamento di prospettiva, aumenta la creatività e il problem solving

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∞ A CURA DI LELLA FONSECA
IN SALUTE STILI DI VITA
(BG)

MENO CONNESSIONE, PIÙ CONCENTRAZIONE… ANCHE A SCUOLA

Diverse scuole italiane hanno provato a coinvolgere i propri studenti in un test di digital detox. In un liceo di Pavia, solo 8 partecipanti su 43 hanno portato a termine la missione di rimanere per 5 giorni di fila senza cellulare. A Vignola e Pavullo, in provincia di Modena, il 71% dei 489 ragazzi coinvolti ha vinto la sua personale sfida di non toccare lo smartphone, ma il periodo di astinenza richiesto era di “soli” 3 giorni. Coloro che hanno aderito ai progetti hanno riscontrato un certo disagio iniziale, ma alla fine hanno scoperto di poter essere più produttivi nello studio e più attenti alla qualità delle loro relazioni.

Ma concretamente come si può fare?

Abbondano i programmi e le vacanze che offrono una disintossicazione da schermo, monitorata quotidianamente. Per esempio ci sono hotel che propongono camere senza connessione, oppure spazi custoditi in cui lasciare gli smartphone per tutta la durata del soggiorno e, addirittura, esi-stono centri in cui non c’è del tutto la connessione! Ovviamente chi decide di intraprendere un percorso di digital detox

deve esserne convinto: magari si potrebbe cominciare con gesti semplici, come controllare il tempo trascorso al telefono, prefiggendoci di diminuirlo ogni giorno, oppure individuare piccoli traguardi come non guardare il cellulare l’ora prima di andare a letto. Anzi si potrebbe tenere il cellulare spento durante la notte e accenderlo solo dopo aver fatto colazione o magari una passeggiata mattutina o per fare delle foto o informarci e leggere i quotidiani.

Ma quindi non è necessario rinunciare del tutto al cellulare? Un’ora al giorno connessi è più che sufficiente, il resto del tempo deve essere dedicato alla connessione con il proprio spirito. Si può approfittarne per iniziare un nuovo libro, cominciare a tenere un diario, praticare la meditazione. Se amate l’avventura, buttatevi in viaggi emozionanti, se siete stanchi, godetevi il dolce far niente. Non esiste una regola, ma solo il nostro benessere.

E se poi, tornati dalle vacanze, si ricomincia come prima? Il rischio di interrompere le cattive abitudini solo per un periodo è che, quando si torna alla normalità, se non c’è una nuova strategia per superarle in modo definitivo, gli automatismi si riattivano. La vera soluzione sarebbe capire come cambiare e quali sono le modalità di utilizzare la rete in modo corretto: il digital detox non è contro l’innovazione, ma ha come obiettivo il suo uso consapevole.

La giornata lavorativa è stata lunga e pesante e, appena si arriva a casa, viene una voglia esagerata di aprire la scatola di biscotti comprata il giorno prima. Si inizia così a mangiare un biscotto, poi due, poi… si arriva a finire la scatola senza accorgersene! Questo è solo un esempio di quella che viene definita fame nervosa o, dato lo stretto legame con gli stati

Emotional eating Quando il cibo serve per non sentire le emozioni

emotivi, emotional eating (fame emotiva). Ne abbiamo parlato con la dottoressa Pamela Tassetti, psicologa e psicoterapeuta.

Dottoressa Tassetti, che cos’è la fame emotiva?

Si tratta di un disagio alimentare molto diffuso, ma che solo poche persone sono consapevoli di manifestare. La fame emotiva viene spesso confusa con l’essere golosi o con l’avere un grande appetito, perché porta a mangiare oltre il proprio senso di sazietà. Questo desiderio di mangiare non parte però dallo stomaco, ma è connesso a particolari emozioni che la persona fatica a gestire. Al posto che indagare le cause di queste emozioni e cercare di capirle, è più facile trovare un modo alterativo per metterle a tacere. La fame nervosa è proprio questa via alternativa perché il cibo diventa un mezzo veloce e facilmente disponibile per placarle, anche se

solo per un sollievo apparente e temporaneo.

Quali emozioni in particolare la provocano?

Solitamente gli stati emotivi da cui scaturisce la fame nervosa sono quelli che consideriamo ingombranti, spiacevoli e che la nostra società etichetta come negativi. I principali sono tristezza, paura, ansia, rabbia, solitudine e stanchezza. Ci sono persone che hanno più difficoltà di altre a riconoscere e accettare questi stati d’animo. Per loro il cibo può diventare un mezzo per arginare ciò che provano, per non sentire.

Quali sono i cibi “preferiti” da chi soffre di fame emotiva?

La fame emotiva è improvvisa e pretende di essere subito soddisfatta. Per questo motivo si riversa su cibi specifici, pronti da consumare come un pacchetto di patatine, una confezione di biscotti, una se -

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∞ A CURA DI SARA CARRARA
IN SALUTE ALIMENTAZIONE
DOTT.SSA PAMELA TASSETTI Psicologa e Psicoterapeuta a Bergamo e Azzano San Paolo

rie di snack o di merendine. A volte potrebbe direzionarsi anche su un mix di dolce e salato, come una tavoletta di cioccolato consumata insieme a del pane o della frutta secca. Caratteristiche della fame emotiva sono la voracità e l’assenza di controllo nel consumo del cibo. Così facendo la persona tende a mangiare in eccesso, sentendosi poi male sia fisicamente (nausea, gonfiore, pesantezza…) sia mentalmente (senso di colpa, fallimento, frustrazione, tristezza…).

Come si può contrastare o limitare il problema?

Se questo comportamento alimentare si ripercuote negativamente sulla vita quotidiana (compromette la salute fisica, il tono dell’umore, porta a chiudersi in se stessi e a evitare la socialità) il punto di partenza per affrontarlo è quello di ammettere di avere una difficoltà e contattare uno psicologo esperto in ambito alimentare. Non bastano la famiglia o gli amici, il cui supporto è sicuramente benefico, ma si ha bisogno di un professionista che possa aiutare a trovare le giuste risorse mentali e comportamentali per affrontare e gestire queste emozioni.

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Peperoni: amici della linea e del benessere

I peperoni sono uno degli ortaggi estivi per eccellenza. Caratterizzati dai colori tipici di questa stagione, non sono solo gustosi ma anche ricchi di effetti benefici. Scopriamone le qualità con la dottoressa Emanuela Mosca, biologo nutrizionista.

GIALLI, ROSSI E VERDI:

TRE COLORI, TANTI BENEFICI

«I tre diversi colori dei peperoni non sono dovuti alle specie di appartenenza, bensì al loro diverso grado di maturazione, poiché all’inizio tutti i peperoni sono verdi» afferma la dottoressa Mosca. «Differenze si possono invece trovare a livello organolettico: i peperoni rossi hanno una polpa croccante e zuccherina, quelli gialli sono succosi e teneri, mentre quelli verdi hanno una polpa carnosa e un sapore dolce». Ma non solo:

> il peperone verde, perfetto per peperonate e insalate, ha un gusto lievemente più pungente e, anche per l’elevatissima concentrazione di acqua e le pochissime calorie, ha il maggiore potere depurativo;

> il peperone giallo, ottimo sia crudo sia cotto, deve il suo colore alle elevate quantità di betacarotene contenute, che è un potente antiossidante. L’organismo sa convertire questa sostanza in vitamina A e riutilizzarla per moltissime funzioni, tra cui il metabolismo del ferro e il sano mantenimento di pelle, vista e sistema immunitario;

> il peperone rosso è il

Al momento dell’acquisto dei peperoni è opportuno riconoscerne il grado di freschezza e le principali tipologie. Il peperone quadrangolare grosso deve presentarsi con il picciolo ben attaccato e verde, la superficie deve essere liscia e tesa, senza grinze o macchie della

DOTT.SSA EMANUELA MOSCA

Biologo Nutrizionista con Laurea in Alimentazione e Nutrizione Umana

Brignano Gera d’Adda (BG)

buccia, di colore brillante. La polpa si deve presentare soda, carnosa e dal peso consistente.

I peperoni possono essere conservati in frigorifero, nell’apposito spazio per la frutta e la verdura fresca, per non più di una settimana. La conservazione può essere prolun-

gata se questo ortaggio è tagliato a fette o a dadini e poi sbollentato oppure grigliato. Il peperone può essere conservato anche congelato. Se viene essiccato e macinato, invece, si mantiene a lungo in vasi di vetro, purché al riparo da fonti di calore e dalla luce del sole.

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IN SALUTE ALIMENTAZIONE
Come sceglierli e come conservarli

“campione” delle vitamine. Per rendersene conto, basti pensare che il peperone crudo contiene più vitamina C di un qualsiasi agrume e ben il doppio del kiwi: 100 g di peperone rosso ne contengono ben 166 mg, a fronte di un fabbisogno medio europeo di 90 mg al giorno per gli uomini e 80 mg per le donne. Anche quanto a vitamina A sbaraglia i rivali. Con la sua polpa croccante, spessa e zuccherina, è il più saziante, ideale in pinzimonio o cotto alla brace.

ALLEATI DI CUORE E LINEA

«Il peperone è molto ricco anche di sali minerali, in particolare di potassio, e per questo un perfetto alleato della salute dell’apparato cardiocircolatorio» sottolinea l’esperta. «Inoltre grazie all’alto contenuto di fibre i peperoni possiedono proprietà lassative e aumentano il senso di sazietà. La buona quanti-

tà di fibra e di acqua e una ridotta presenza di zuccheri fanno del peperone un ortaggio ipocalorico e quindi irrinunciabile per tutti coloro che vogliono mantenere la linea: 100 grammi di prodotto contengono solo 31 calorie».

UN “TRUCCO” PER DIGERIRLI MEGLIO

I peperoni sono noti anche per essere alimenti “difficili da digerire”: ciò che risulta indigesto è il complesso fibroso che riveste la polpa, cioè la pellicola trasparente comunemente (e impropriamente) chiamata “pelle”. Eliminandola, i peperoni risulteranno digeribili come qualsiasi altro ortaggio. «Il segreto per renderli digeribili è quello di pulirli bene: togliere tutte le parti bianche, i semi e la buccia. Per velocizzare la spellatura basta metterli a raffreddare in un sacchetto di carta ben chiuso. Le pellicine, grazie all’azione del vapore acqueo, si solleveranno verso l’alto facilitando la pulizia. Terminata quest’operazione, i peperoni vanno puliti, ma non lavati, con uno strofinaccio di cotone, in modo da liberarli da ogni residuo oppure è sufficiente anche arrostirli a fiamma viva. In questo modo, infatti, si brucia solo la pellicina superficiale, senza intaccare il sapore e la croccantezza della polpa» suggerisce la dottoressa.

DOLCI O PICCANTI? DIPENDE DALLA CAPSAICINA

Nella polpa, nei semi tondi e schiacciati, ma anche nella placenta (la parte bianca all’interno) del frutto si trova la capsaicina, un alcaloide che conferisce il caratteristico sapore piccante a questo ortaggio. Il peperone dolce che conosciamo oggi deriva da una mutazione genetica spontanea che ha reso i frutti privi della capsaicina.

TOSSICI?

UN FALSO MITO DA SFATARE

Un altro luogo comune sul peperone, così come sugli altri ortaggi appartenenti alla famiglia delle Solanaceae, è che possano essere tossici a causa della presenza di una sostanza chiamata solanina. «In realtà il peperone contiene livelli molto esigui di solanina (meno di 80-90 mg/kg nei peperoni gialli e rossi), che vengono ulteriormente ridotti con la cottura. Per accusare qualche disturbo si dovrebbero mangiare almeno tre kg di peperoni! Sarebbe un errore, quindi, eliminare questo ortaggio e le altre Solanacee per paura di intossicarsi» conclude la dottoressa.

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La piccantezza del peperone viene misurata con la scala Scoville, secondo la quale il peperone risulta dolce se il livello di capsaicina contenuto va da 0 a 500 unità”
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Ecco come vincere la paura di invecchiare

L’invecchiamento è un processo naturale, fisiologico e inevitabile, ma la paura del tempo che passa è un sentimento che accomuna molte persone. Una delle preoccupazioni più comuni legate all’invecchiamento è il timore di perdere la propria bellezza e attrattiva fisica. «Questo aspetto al giorno d’oggi, nella società moderna dominata dai social, è ancora più forte, poiché la cultura dell’immagine nel corso degli anni è mutata contribuendo all’aumento dell’ideale di perfezione» afferma la dottoressa Michela Gritti, psicologa. Ma non è tutto. Oltre all’ansia per i cambiamenti del proprio aspetto fisico, con il passare degli anni si può sviluppare anche una maggiore apprensione per il proprio stato di salute

Dottoressa Gritti, quali sono i timori più diffusi?

L’invecchiamento del corpo può aumentare il rischio di malattie croniche e disturbi legati all’età, come l’artrite, le malattie cardiovascolari o l’insorgenza di patologie neurologiche degenerative. Nella persona si formano quindi pensieri legati alla paura di perdere la

propria autonomia, l’indipendenza e al possibile cambiamento della qualità di vita, innescando così ansie e preoccupazioni per il futuro. Ma è proprio la paura costante di sviluppare qualche patologia che può portare all’insorgenza di stati ansiosi importanti, con effetti negativi sulla qualità di vita.

Ci può fare qualche esempio pratico?

La paura di invecchiare e l’ansia che ne deriva possono influenzare la nostra vita in diversi modi:

> la preoccupazione incessante per il futuro può influire sulla capacità di vivere appieno nel presente;

> l’ansia legata allo scorrere del tempo può portare a una diminuzione dell’autostima facendo sentire la persona meno affascinante o meno vitale ed energica;

> la paura può spingere a evitare attività che vengono percepite come specifiche dell’età avanzata;

> il sentirsi insicura riguardo al modo in cui gli altri la percepiscono a causa dell’età può portare una persona a

evitare le interazioni sociali o estraniarsi dal mondo esterno, così da non sperimentare le emozioni vissute come intollerabili;

> la paura può condizionare le scelte di vita, portando una persona a scegliere sulla base della paura di ciò che verrà anziché sulle vere aspirazioni.

Che comportamenti “positivi” si possono adottare?

Ogni età, ogni tappa di vita ha le proprie peculiarità, per questo è

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DOTT.SSA MICHELA GRITTI Psicologa Clinica, Master in Valutazione multidimensionale e Tecniche per il cambiamento Amae studio professionale a Casazza

importante coltivare la curiosità verso di sé e fare tesoro dei cambiamenti e dell’evoluzione del corpo nel tempo. Come? Ecco qualche suggerimento utile.

> Notare il lato positivo della vecchiaia: più invecchiamo, più diventiamo saggi. Un modo per tollerare il passare del tempo è scrivere ciò che si impara ogni anno. Tenere una sorta di diario in cui prendere nota di tutto ciò che si è appreso in ogni ambito della vita. Fare questo esercizio potrebbe aiutare a capire che l’avanzare degli anni non deve essere necessariamente vissuto come un qualcosa di negativo.

> Dare priorità alla salute: invece di ricorrere a rimedi antiinvecchiamento, cercare di dare priorità alla salute fisica e mentale. Questo significa praticare attività fisica in modo regolare, seguire una dieta equilibrata e soprattutto

concentrarsi su ciò che si vuole veramente fare nella vita.

> Dare importanza alle relazioni interpersonali: circondarsi di persone che apportano un contributo positivo alla vita e lasciare andare quelle che non fanno bene.

> Praticare la gratitudine: invece di osservare solo gli aspetti avversi, cercare di essere grati per tutto ciò che si è imparato e sperimentato nel corso dei giorni e per ciò che si è costruito negli anni.

> Uscire dalla zona di comfort: con lo scorrere del tempo è molto comune che le persone si sentano a proprio agio nelle loro abitudini costruite e consolidate negli anni. Questo finisce per creare la sensazione che tutto sia uguale e che non succeda mai nulla di nuovo ed entusiasmante. Invece di

concentrarsi sulla comodità, cercare di uscire dalla zona di comfort e fare nuove esperienze.

> Accettare le proprie paure: la paura di invecchiare e di ciò che significa essere anziani è comune a gran parte delle persone. Invece di negarle, cercare di vivere le emozioni che si sperimentano, accogliere la nostalgia, la tristezza, qualsiasi emozione che arriva.

> Cercare un aiuto professionale: se la paura di invecchiare preoccupa eccessivamente e influenza la qualità della vita, potrebbe essere utile affidarsi a uno psicologo professionista. In conclusione, sperimentare la paura del passare del tempo è del tutto naturale: è importante riuscire a sostituire gli stereotipi sulla vecchiaia con pensieri maggiormente positivi e realistici.

Quanto fa male tradire con il pensiero?

Secondo i dati dell’Osservatorio Europeo dell’Infedeltà 2022, in Italia un uomo su due è stato infedele, mentre per le donne il rapporto è uno su tre. Ai tradimenti veri e propri, poi, negli ultimi anni, complici anche i social e servizi di messaggistica istantanea, si sono aggiunti i cosiddetti “tradimenti bianchi”. «Nel corso degli ultimi 30 anni le relazioni si sono modificate molto, sotto la spinta dei cambiamenti sociali e tecnologici. Ed è proprio legato a questo mondo che si sta sviluppando e diventando sempre più comune il “tradimento bianco”, cioè un interesse che si sviluppa al di fuori della coppia, senza però consumarsi» conferma la dottoressa Francesca Crotti, psicologa e consulente sessuale.

Dottoressa Crotti, come si può descrivere il tradimento bianco?

Questo tipo di tradimento avviene sul piano emotivo e coinvolge, più che la sfera fisica, quella emozionale. I due amanti si trovano a parlare per ore, si scambiano confidenze, racconti emozionanti e dolorosi. In questa condizione due persone tendono ad avvicinarsi emotivamente, allontanandosi così dal partner. Arrivano magari a qualche

effusione, ma non a un tradimento fisico vero e proprio. Il tradimento bianco non ha origine solo sui social. Spesso prende forma con conoscenti con i quali si è interagito almeno in qualche occasione, ad esempio un collega, il barista, l’istruttrice in palestra, il genitore di un compagno di classe del figlio.

Qual è la tipologia di coppia coinvolta più frequentemente?

Principalmente sono coppie con un matrimonio lungo alle spalle, in cui entrambi i coniugi sono riusciti a ottenere e soddisfare le proprie esigenze di vita, hanno costruito una bella famiglia e il rapporto è sempre stato sostanzialmente appagante.

I motivi per cui improvvisamente queste coppie si ritrovano con un

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∞ A CURA DI
LELLA FONSECA
IN ARMONIA COPPIA
Tradire senza sesso è possibile e, a volte, può essere ancora più doloroso per entrambi i partner”

“terzo incomodo” possono essere vari:

> per compensare una mancanza, una distanza che si è instaurata tra i due coniugi, in cui il terzo si inserisce e “tappa i buchi”;

> perché dopo alcuni anni diventa difficile sostenere a lungo il desiderio sessuale Qualsiasi relazione, tanto più se è significativa e duratura, attraversa momenti di noia, disagio, caduta del desiderio sia affettivo sia fisico;

> per il veloce consumismo della nostra epoca, che ci fa considerare (anche inconsciamente) le relazioni affettive come prodotti da consumare e mettere via quando non danno più soddisfazione.

Quali possono essere i campanelli d’allarme di un tradimento di questo tipo? Il tradimento bianco, come quello fisico, è riconoscibile da segnali ben visibili. Ad esempio può essere un segnale se il partner cambia modo di vestirsi e prova ad apparire più attraente, oppure se prova meno desiderio nei confronti del partner e la frequenza dei rapporti diminuisce drasticamente, se si confida sempre meno. Proprio perché non trova una sua realizzazione sul piano sessuale, il tradimento bianco monopolizza soprattutto il pensiero e il desiderio. Infatti, il potenziale amante diventa il centro dei pensieri e arriva a occupare, per un periodo, quasi tutto il mondo emotivo dell’altra persona.

Secondo alcuni si tratterebbe di un tradimento meno “grave” rispetto a quello anche fisico e quindi più perdonabile… La reazione a un tradimento di questo tipo non è uguale per tutti. Per alcuni risulta più grave di quello fisico perché non solo evidenzia una crisi nella coppia, ma è anche il sintomo di un qualcosa di molto profondo che va al di là della semplice attrazione fisica. Infatti si crede che confidare emozioni intime, problemi e segreti a un membro esterno sia un segnale di come in

realtà il partner non costituisca più un rifugio sicuro, qualcuno a cui affidarci. A ciò si aggiunge che il partner tradito spesso non crede minimamente al fatto che l’altro non abbia consumato la relazione anche fisicamente. Per altri invece risulta più facile accettarlo e perdonarlo che compierlo. Per altri ancora rappresenta un semplice “sgarro” che non obbliga moralmente le persone ad assumersi alcuna responsabilità, forse perché lo scambio verbale è considerato meno compromettente di quello sessuale o forse perché non c’è un gesto concreto che lo suggelli. In ogni caso, il tradimento senza sesso si può perdonare e superare, ma va senz’altro considerato come un momento di svolta e un’opportunità di fare chiarezza. È un messaggio chiaro e come tale va ascoltato, a prescindere dal sesso. Potrebbe essere un’occasione per la coppia per comprendere in cosa si è manchevoli nei confronti dell’altro e cosa si sta trascurando.

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DOTT.SSA FRANCESCA CROTTI Psicologa e consulente sessuale Bergamo
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Kangaroo Care per il benessere della mamma e del neonato pretermine

Ogni maternità porta con sé emozioni e sensazioni diverse. Una di quelle più forti è il “senso del distacco”, quando mamma e bambino non sono più legati “fisicamente” tra loro. Questo momento può rappresentare un vero e proprio trauma soprattutto nel caso dei bambini nati pretermine, ma da diversi anni è stata implementata una strategia per ricreare il legame fisico tra figlio e genitore: è la Kangaroo Care o Terapia del marsupio. Conosciamo meglio questa pratica con Giulia Meloni, puericultrice.

In cosa consiste la Kangaroo Care?

La Terapia del marsupio è una pratica di cura che si riserva al neonato pretermine e consiste nel posizionarlo a contatto, pelle a pelle, sul petto del genitore. Il “pelle a pelle” è un metodo semplice ed efficace

per promuovere la salute e il benessere del neonato, che viene a mancare in caso di prematurità, e aiuta moltissimo la madre.

Quali sono i benefici?

Le ricerche in corso, i numerosi studi e le esperienze condotte in questi anni su scala mondiale hanno messo in evidenza l’efficacia di questo approccio nel favorire il legame genitore-bambino, il coinvolgimento precoce della madre, l’attacco al seno e un più veloce adattamento alla vita extra-uterina, oltre a una migliore umanizzazione dell’assistenza neonatale. Le madri raccontano di essere meno stressate durante la Terapia del marsupio e riferiscono un aumento di autostima nella sensazione di poter fare qualcosa di importante e affettuoso per il loro bambino. La posizione adottata durante la Kangaroo Care è ideale per av-

vicinare il neonato prematuro al seno, favorendo con la madre un contatto intimo per sentirsi, toccarsi e annusarsi e iniziare, dopo la 32esima settimana di età gestazionale, le prime esperienze di allattamento. Ma non solo: questa pratica facilita l’adattamento e la stabilizzazione del neonato grazie

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IN FAMIGLIA DOLCE ATTESA
GIULIA MELONI Puericultrice Libera professionista a Seriate

al calore materno e alla presenza di un confine al proprio corpo e ai propri movimenti.

Quando si può iniziare e come si svolge?

La durata e la modalità di questa pratica dipendono dalle procedure ospedaliere e c’è un’ampia variabilità su scala mondiale. Si può iniziare non appena il neonato è stabile, anche se ancora piccolissimo: vestirà solo con il pannolino, il cappellino e i calzini. Viene posto tra i seni della madre in posizione verticale, sostenuto dalle mani del genitore. Per evitare che prenda freddo potrà essere coperto con i vestiti della madre o una copertina: anche per questo motivo si consiglia ai genitori un abbigliamento comodo con abiti sufficientemente larghi o che si aprono sul davanti. È poi essenziale che il genitore sia seduto comodamente su una sedia reclinabile, sufficientemente morbida e confortevole, e che

Come è nata la Kangaroo Care

L’idea è stata sviluppata negli anni ‘70 a Bogotà dal pediatra Rey-Martinez per fronteggiare i problemi di capienza in strutture sanitarie carenti di incubatrici. Nel corso degli anni seguenti è stata adottata anche in Europa e negli USA grazie all’interesse suscitato dai vantaggi riscontrati. Oggi sappiamo che è sempre più utilizzata nei Paesi ad alto reddito per promuovere le prime esperienze fuori dall’incubatrice tra il neonato e i suoi genitori.

l’ambiente sia il più possibile in penombra, tranquillo e rassicurante.

Quali sono gli accorgimenti per promuovere l’allattamento al seno durante la Kangaroo Care? Madre e bambino sono, dal punto di vista anatomico e fisiologico, naturalmente “programmati” per essere in grado di condurre l’allattamento al seno che, per alcuni aspetti, è assolutamente istintivo. Appena nato, infatti, un neonato di peso standard e in buona salute è particolarmente attivo e disponibile a poppare; nel caso, invece, di un bambino nato pretermine, l’allattamento non può essere avviato in quanto è necessario dedicarsi a terapie e accertamenti non rimandabili. Quando sarà possibile sperimentare l’allattamento con la Tera-

pia del marsupio sarà necessario tenere il neonato con la bocca vicina al capezzolo, aspettare che sia sveglio, apra la bocca e gli occhi e quindi spremere qualche goccia di latte materno, lasciando che annusi e lecchi il capezzolo e apra la bocca.

Ci sono controindicazioni?

Non è possibile praticare la Terapia del marsupio in situazioni in cui le funzioni vitali nel neonato sono instabili, nella fase critica di una malattia acuta e durante alcune terapie farmacologiche. Non è consigliata per i neonati che non tollerano gli spostamenti da e verso l’incubatrice per iniziare e terminare le sedute. I vantaggi, tuttavia, sono nettamente superiori agli svantaggi e la Kangaroo Care è da tempo raccomandata dall’UNICEF come metodo di cura del neonato di basso peso nei Paesi in via di sviluppo.

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Come sopravvivere ai compiti delle vacanze

Le vacanze scolastiche estive rappresentano per i bambini un lungo periodo di riposo, divertimento e gioco all’aperto che implica un importante cambiamento nella loro routine quotidiana. Durante il periodo scolastico, infatti, le giornate ruotano tipicamente intorno alla scuola, allo sport e a brevi momenti di svago, spesso alternati allo svolgimento dei compiti a casa, tutte attività intrecciate tra loro e ben organizzate. «Proprio la routine conferisce un senso di sicurezza e tranquillità, soprattutto per i più piccoli, ai quali permette di comprendere il mondo, in modo semplice, interiorizzando ciò che viene prima e ciò che viene dopo» sottolinea la dottoressa Giulietta Parolo, psicopedagogista. Vediamo con l’aiuto dell’esperta come organizzare al

meglio le giornate estive, compreso il fatidico momento dei compiti.

Dottoressa Parolo, come è possibile ricreare una routine anche in vacanza? Il periodo estivo porta con sé uno stravolgimento del programma giornaliero di molte famiglie: parlare di flessibilità piuttosto che di cambiamento potrebbe essere un buon punto di partenza. Proprio come durante il resto dell’anno, anche in estate è bene mantenere un’organizzazione della giornata che possa accompagnare e guidare il bambino. Questo può essere fatto mettendo in primo piano la sequenzialità e l’ordine delle azioni piuttosto che l’orario di svolgimento, tenendo in considerazione che il bambino ha dei tempi di svolgimento delle attività diverse dall’a-

dulto. Il momento dei compiti ad esempio verrà inserito all’interno del programma giornaliero proprio come le altre attività. Sarebbe molto coinvolgente e motivante costruire questo piano insieme al bambino chiedendo a lui di provare a organizzare la propria giornata.

All’interno di questa organizzazione non può mancare

il momento dei compiti…

Il tempo dedicato ai compiti spesso diviene causa di tensione tra genitori e figli: è importante considerare che non c’è un tempo stabilito, determinato e inflessibile per il loro svolgimento nonostante siano da considerare un’attività programmata. I compiti estivi possono essere definiti “a lungo termine”: ciò comporta una maggiore possibilità di autogestione e flessi-

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∞ A CURA DI SARA CARRARA IN FAMIGLIA BAMBINI

bilità. Il consiglio è quello di programmarli in maniera condivisa, dedicando anche brevi momenti lungo la giornata.

È proprio grazie alle caratteristiche dei compiti estivi che i bambini hanno la possibilità e l’occasione di sviluppare l’autonomia nella gestione del tempo, delle pause e dell’eventuale coinvolgimento dell’adulto in caso di bisogno oppure di scegliere un compagno o un amico per svolgere attività in gruppo. Anche il luogo in cui scrivere un tema o risolvere un problema non è prefissato: sarà il bambino, insieme a mamma e papà, a considerare lo spazio più adatto, che sia esso interno o esterno all’abitazione. Un ultimo ma non meno importante aspetto è quello legato alla strumentalizzazione

dei compiti: purtroppo accade che vengano utilizzati come strumento punitivo per i bambini svuotandosi e slegandosi completamente dal significato ad essi attribuito.

Ma qual è il vero significato dei compiti?

Gli obiettivi legati ai compiti estivi sono gli stessi di quelli che caratterizzano i compiti assegnati durante l’anno. Spesso si ritiene che il compito costituisca un esercizio mirato al potenziamento, al “diventare più bravo” a scrivere, a leggere, a far di conto e nel più breve tempo possibile. In realtà non tutte le abilità hanno bisogno della semplice ripetizione attraverso esercizi meccanici e non tutti i compiti svolti nei tempi stabiliti danno la certezza che il bambino abbia compreso e appreso quanto proposto. L’idea del compito a casa si dovrebbe associare al concetto di integrazione: un esercizio di matematica, un tema di italiano, un argomento di studio possono essere svolti e affrontati autonomamente nell’ottica di un’occasione che possa far prendere confidenza ai bambini con le procedure e gli argomenti svolti in classe. Inoltre, un valore aggiunto del compito a casa è quello di concedere al bambino lo spazio e il tempo necessari alla rielaborazione di quanto l’insegnante

ha proposto durante la lezione.

Quale deve essere il ruolo dei genitori rispetto ai compiti? Molto spesso si associa al genitore il compito di controllore e correttore del lavoro svolto dai bambini. In realtà l’adulto dovrebbe essere perlopiù guida e sostegno alla motivazione del bambino. Mostrare partecipazione, coinvolgimento e interesse porta con sé serenità e divertimento anche durante un’attività come lo svolgimento dei compiti. Una buona abitudine è ricompensare il bambino per quanto svolto: un riconoscimento verbale, ad esempio, potrebbe sicuramente offrire quel rinforzo positivo di cui ognuno di noi ha bisogno dopo aver eseguito un compito.

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DOTT.SSA GIULIETTA PAROLO Psicopedagogista DSA Homework Tutor Centro L’Alveare, Zogno (BG)
I compiti dovrebbero essere integrati con altre attività del bambino in modo che non costituiscano limitazioni per le attività stesse e gli impegni della giornata ed essere slegati dai concetti di ripetizione e rapidità”

Le regole d’oro per difendere l’udito

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ipoacusia, ovvero non sentire distintamente i suoni e le parole, riguarda 360 milioni di persone nel mondo, di cui 7 milioni in Italia, con un progressivo aumento dei casi nei giovani fra i 15 e i 24 anni. Si stima che nell’arco di 30 anni il numero di casi potrà addirittura raddoppiare. Come possiamo prenderci cura del nostro udito e soprattutto preservare quello dei nostri ragazzi? Lo abbiamo chiesto al dottor Giovanni Cugini, otorinolaringoiatra.

Dottor Cugini, l’ascolto della musica

è per i giovani una passione spesso irrinunciabile: quando può diventare pericolosa?

Secondo un rapporto dell’Unione Europea, circa 2,5-10 milioni di europei rischiano danni perma-

nenti all’udito a causa di abitudini di ascolto inadeguate.

Anni fa il maggior rischio per l’u-dito era rappresentato da suoni emessi da casse acustiche e altoparlanti; da qualche anno, la sempre maggiore diffusione dell’uso di cuffie ha sostituto quasi del tutto la “vecchia” modalità d’ascolto.

Secondo una ricerca francese il 65% degli adolescenti tra 15 e 17 anni ascolta musica in cuffia per più di un’ora al giorno. Un terzo di questi ragazzi non sa che ascoltare canzoni a un volume troppo alto e in maniera prolungata può provocare una sordità temporanea o permanente, anche se non immediata.

Oltre la metà delle persone che ascolta musica in cuffia imposta un volume superiore agli 85 decibel, che è la soglia al di sopra della quale aumenta il rischio di sordità da rumore.

Sensibilizzare giovani e meno giovani alle pratiche di ascolto sicuro e incentivare la prevenzione uditiva è il primo passo per ridurre i numeri dell’ipoacusia in tutto il mondo.

Quali consigli si possono dare per prevenire danni?

> Ascoltare la musica in cuffie

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∞ A CURA DI SARA CARRARA
IN FAMIGLIA RAGAZZI
DOTT. GIOVANNI CUGINI Responsabile Otorinolaringoiatria Humanitas Castelli Bergamo
A cominciare dalla giovane età

per un massimo di 60 minuti al giorno e a un volume massimo di 60 decibel. Questa regola, che potremmo chiamare del 60/60, aiuta a non stressare troppo l’orecchio. Se per qualche motivo non si può rinunciare alla musica, è raccomandabile fare una pausa di 60 minuti tra una sessione d’ascolto e l’altra.

> Preferire sempre le cuffie a padiglione piuttosto che quelle auricolari. Le seconde infatti, anche se sono più leggere, più comode e più alla moda, riproducono il suono direttamente nel condotto uditivo. Quelle a padiglione invece lo fanno in modo più diffuso, così come avviene normalmente. Inoltre, coprendo bene tutto l’orecchio, hanno anche una funzione di schermatura dai suoni esterni. Ovviamente cuffie di buona qualità aiutano a non danneggiare l’udito.

> Quando si va a un concerto cercare di stare lontano dai diffusori acustici, dar tempo all’orecchio di “riposarsi” lasciando trascorrere qualche giorno fra un concerto e l’altro oppure acquistando tappi auricolari dedicati (disponibili presso i più comuni rivenditori di protesi acustiche).

Bagni in mare e viaggi in aereo dannosi solo in casi particolari

Per la grande maggioranza delle persone le altitudini raggiunte con l’aereo e l’acqua del mare che può entrare nell’orecchio non rappresentano un problema. Solamente in caso di infiammazione acuta delle prime vie respiratorie la variazione della pressione atmosferica può causare dolore auricolare e otite, che viene detta barotraumatica. In persone predisposte, bagni in mare e immersioni, soprattutto in acque calde ricche di plancton, possono causare otiti esterne e infezioni della pelle dell’orecchio esterno.

Musica a parte, quali altre minacce possono mettere a repentaglio l’udito dei ragazzi?

Innanzitutto l’esposizione a rumore professionale, causa nota di sordità neurosensoriale in circa il 10-11% delle persone esposte.

Per tale motivo anche i giovani che iniziano presto a lavorare in un ambiente rumoroso devono utilizzare sistemi di protezione acustica individuale, secondo le norme previste dalla legge sul

lavoro. In letteratura, poi, ci sono pubblicazioni che hanno affrontato, sebbene su campioni di popolazione poco numerosi, il problema dei rumori di sottofondo a cui tutti noi siamo esposti durante la vita quotidiana.

Ne emerge che l’esposizione al traffico di veicoli con rumore superiore a 70 decibel può essere responsabile di disturbi uditivi. Un recente studio svedese, che ha osservato una larga fetta di popolazione esposta a rumore ambientale da traffico veicolare, invece, ha evidenziato non tanto una perdita uditiva ma una maggior incidenza di acufeni (cioè la percezione di un rumore di diverso tipo come ronzio, fischio o scroscio e di varia intensità, intermittente o continuo, in assenza di un reale stimolo acustico).

A proposito di acufeni, questo disturbo può colpire anche i giovani?

Certamente sì. Oltre all’esposizione a rumore e a tutte le patologie infiammatorie dell’orecchio medio ed esterno, esistono anche cause cosiddette extrauditive. Per esempio la disfunzione dell’articolazione temporomandibolare, la malocclusione, traumi cervicali distorsivi (colpo di frusta) non raramente si accompagnano ad acufeni a qualsiasi età.

Luglio/Agosto 2023 | Bergamo Salute | 35

Così previeni malesseri e colpi di calore

Anche quest’anno, come ormai nelle ultime estati roventi, sono attese diverse “ondate di calore”, ovvero periodi di durata superiore ai due giorni in cui si registrano temperature alte anche durante le ore notturne e livelli elevati di umidità.

Queste condizioni di caldo anomalo determinano un notevole stress sull’organismo, in particolare su quello di persone più fragili come gli anziani, soprattutto se vivono in città, dove il cemento peggiora ulteriormente la situazione.

Come ogni anno non mancano le raccomandazioni del Ministero della Salute per aiutare gli anziani durante i mesi più caldi: ripassiamole insieme.

Gli anziani? I più a “a rischio”

Nelle persone anziane il sistema che regola la temperatura del corpo attraverso la sudorazione può risultare “starato”, inoltre spesso

non avvertono o avvertono poco il senso di sete: ecco quindi che, pur sudando molto, non bevono abbastanza per reintegrare i liquidi persi e l’organismo si disidrata.

Come si manifesta il malessere da caldo

I primi sintomi sono la comparsa di crampi, eritemi e piccoli rigonfiamenti solidi sulla pelle e la modifica delle proprie abitudini quotidiane, per esempio con la riduzione di attività quali spostarsi in casa, vestirsi, mangiare, andare regolarmente in bagno. La situazione è più grave quando l’anziano lamenta confusione mentale o mal di testa, ha un sensibile aumento della temperatura corporea oppure è colpito da convulsioni. Un caso particolare è rappresentato dalle persone con demenza: queste ultime, infatti, possono non essere in grado di esprimere il proprio malessere a parole, pertanto è importante no -

tare cambiamenti come uno stato di agitazione o di sonnolenza.

La prevenzione

Per prevenire malesseri e colpi di calore si può intervenire su più aspetti: l’ambiente in cui si vive, le abitudini e la cura della persona.

/ Le finestre devono essere aperte per arieggiare la casa unicamente durante le ore notturne, mentre di giorno bisogna evitare l’ingresso dei raggi solari chiudendo le imposte e le tende.

/ Poiché in generale il clima è ben tollerato fino a una temperatura ambiente pari a 26° C e a un tasso di umidità dell’80%, si consiglia di impostare il condizionatore tra 24 e 26° C.

/ Se le temperature si mantengono stabilmente sopra i 32° C evitare di accendere il ventilatore perché può favorire un’importante perdita di liquidi attraverso la sudorazione.

/ Benché frequentare altre perso -

36 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2023
∞ A CURA DI CLAUDIO GUALDI
IN FAMIGLIA TERZA ETÀ
I consigli del Ministero della Salute per un’estate sicura

ATTENZIONE ALLA CONSERVAZIONE DEI FARMACI

Una buona norma valida indipendentemente dalla stagione è quella di non esporre i farmaci ai raggi solari diretti o a fonti di calore e mantenerli sempre all’interno delle confezioni originali: è proprio sulle confezioni, infatti, che si trovano indicazioni sulla necessità o meno di conservare il farmaco in frigorifero (mai nel freezer). In caso di dubbi è bene rivolgersi al proprio medico o farmacista di fiducia per capire come somministrarli in presenza di alte temperature.

ne e visitare luoghi ricchi di verde sia una buona abitudine, si raccomanda di non uscire nelle ore più calde della giornata (solitamente dalle 11 alle 18).

/ È opportuno verificare frequentemente la temperatura corporea e quella dell’abitazione.

/ È importante avere sempre in casa acqua, ghiaccio, frutta e verdura

/ Assicurarsi che la persona anziana beva acqua o spremute di frutta anche nel caso non senta lo stimolo della sete. In caso di disturbi della deglutizione può essere utile l’acqua gelificata. Inoltre bisognerebbe evitare bevande alcoliche, ghiacciate, gassate e zuccherate, così come cibi grassi e conditi.

/ Si può ricorrere a spugnature con acqua fresca per mantenere un’adeguata temperatura corporea.

/ Preferire abiti leggeri di cotone o lino e dai colori chiari (assorbono meno i raggi solari).

Cosa fare in caso di colpo di calore Quando la temperatura corporea raggiunge o addirittura supera i 40° C si va incontro a quello che viene definito “colpo di calore”. In questo caso la prima cosa da fare è cercare l’aiuto di un medico o chiamare il servizio di emergenza (112).

In attesa del suo arrivo è importante cercare di abbassare la temperatura corporea:

> spostando all’ombrala persona e togliendo gli abiti in eccesso;

> attraverso impacchi freddisulla testa, sul collo, sotto le ascelle e all’inguine;

> vaporizzando, se possibile, dell’acqua sul corpo.

Luglio/Agosto 2023 | Bergamo Salute | 37

Come proteggere i tatuaggi dal sole

Con la bella stagione e il caldo si tende a scoprirsi di più e così si mettono in mostra quei tatuaggi che rimangono nascosti durante i periodi più freddi. «L’estate tuttavia non è il momento giusto per decidere di regalarsi un nuovo tatuaggio e l’esposizione al sole è

nemica della pelle appena tatuata» segnala il professor Leonardo Celleno, dermatologo e presidente AIDECO (Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia).

Il tatuaggio deve “guarire” Generalmente servono due o tre

settimane per consentire a un tatuaggio di cicatrizzarsi del tutto e durante questo periodo di tempo sarebbe bene evitare di esporsi al sole, per non danneggiare sia i colori del nuovo tatuaggio sia la pelle. Quando ci si tatua, infatti, l’inserimento di pigmenti nella pelle

Benché ogni tatuaggio abbia caratteristiche specifiche, così come ogni tipo di pelle, in generale alcuni colori, per quanto magari appaiano più brillanti appena applicati, possono essere più facilmente rovinati dall’esposizione ai raggi ultravioletti.

Non è possibile stilare una vera e

propria “classifica”, ma di norma un tatuaggio nero ha una maggiore resistenza al sole rispetto a uno colorato e il rosso, nelle sue varie tinte, è uno dei pigmenti più sensibili, seguito dai colori pastello e da quelli più tenui. Ma c’è anche un altro elemento da considerare, ovvero la posizio -

ne del tatuaggio sul corpo. Infatti nel caso delle aree più esposte, come braccia o collo, l’effetto del sole sarà più importante, mentre in quelle più nascoste (per esempio la coscia) il problema sarà meno evidente, ma comunque da non sottovalutare.

38 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2023
∞ A CURA DI LELLA FONSECA
IN FORMA BELLEZZA
I tatuaggi più sensibili al sole

apre come tante piccole ferite, che facilitano l’ingresso di agenti estranei come per esempio i batteri, che possono causare infezioni e infiammazioni in grado anche di compromettere la buona riuscita del tatuaggio. Per queste ragioni, dopo una seduta dal tatuatore la prima cosa di cui curarsi è l’igiene della pelle, usando detergenti delicati e debolmente acidi e disinfettanti appropriati.

I raggi solari possono causare infiammazione

Si dovrebbe evitare l’esposizione al sole in quanto la radiazione solare può infiammare l’area tatuata e di conseguenza, interagendo con i pigmenti, determinare più facilmente reazioni di fototossici-

tà o di fotoallergia, causando poi l’insorgenza di macchie scure difficilmente trattabili, chiamate iperpigmentazioni. « Anche l’abbronzatura artificiale non fa bene perché, benché la radiazione ultravioletta delle lampade sia solo una parte di quella solare, è comunque dotata di molta energia e può produrre dei danni simili a quelli del sole» precisa il professor Celleno.

Mai senza protezione solare

Se il tatuaggio è stato fatto da un po’ ci si può esporre al sole senza pericoli, tenendo conto però che la pelle – tatuata o meno – va sempre e comunque protetta dal sole scegliendo creme solari adeguate. In particolar modo chi pratica sport all’aperto dovrebbe utilizzare prodotti con un elevato grado di protezione sia verso i raggi UVA che quelli UVB e che siano resistenti ad acqua e sudore.

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Luglio/Agosto 2023 | Bergamo Salute
Il calore e la luce possono innescare una serie di reazioni naturali che “consumano” il tatuaggio, rendendo il disegno più sfumato e privo di nitidezza e i colori meno luminosi e brillanti”

Beach soccer: non solo gioco da spiaggia

Ora che i campionati di calcio sono fermi per la pausa estiva sono sempre di più gli appassionati di questo sport che si cimentano nel beach soccer. Detto anche calcio da spiaggia, somiglia al calcio “tradizionale”, ma è giocato su un campo più ristretto e, soprattutto, su un fondo completamente diverso: la sabbia, che rende tutto un po’ più complesso. Proprio in virtù di queste particolari caratteristiche, il beach soccer (che è riconosciuto come un vero e proprio sport) offre numerosi benefici a corpo e mente: aiuta a bruciare calorie, migliora la coordinazione e l’equilibrio, rinforza il tono muscolare e fa bene all’umore. Scopriamo allora un po’ di più di questa disciplina con l’aiuto di Giacomo Strabla, personal trainer.

Quali sono i punti in comune e le differenze rispetto al calcio “normale”?

In generale gli aspetti simili tra i due sport sono i movimenti principali come corsa, scatti, gesto del calciare e saltare per colpire la palla, mentre la grande differenza è che a

beach soccer si gioca a piedi scalzi. Anche a livello muscolare le aree corporee principalmente coinvolte sono simili nei due sport, ma con stimolazioni differenti proprio per il terreno di gioco, che impone alla muscolatura coinvolta un’attivazione differente. I muscoli sottoposti al lavoro maggiore sono glutei, ischiocrurali, quadricipiti, gastrocnemio, soleo, adduttori e abduttori della coscia, ileo-psoas e tibiali, ma a questi si vanno ad aggiungere anche la muscolatura addominale, lombare e paravertebrale e tutti quei muscoli profondi che “rivestono” le articolazioni di caviglie, anche e ginocchia. Essendo sottoposti a stress, proprio questi ultimi dovrebbero essere adeguatamente preparati prima di scendere in campo.

A proposito di preparazione, cosa suggerire a un principiante?

Un buon metodo per approcciarsi a questo sport è quello di aumentare gradualmente l’intensità e la durata degli allenamenti. Si può iniziare con due allenamenti a settimana da 30 minuti ciascuno,

aumentando dopo la prima settimana di uno o due allenamenti e la durata di 10-20 minuti in modo di arrivare, in due o tre settimane, a svolgere tre o quattro allenamenti a settimana da 45-50 minuti ciascuno. In un mese si dovrebbe raggiungere il livello di preparazione minimo per poter iniziare a divertirsi con il beach soccer

Che tipo di esercizi è utile fare per un allenamento?

Ecco uno schema molto semplice per principianti non allenati:

40 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2023
∞ A CURA DI CLAUDIO GUALDI
IN FORMA FITNESS
GIACOMO STRABLA Personal trainer Telgate (BG)

> cinque minuti di mobilizzazione generale;

> dieci minuti di corsa o corsa alternata alla camminata per chi parte da “zero” (per esempio un minuto di camminata alternata a un minuto di corsa lenta);

> 5-10 minuti di lavoro muscolare con due-tre serie da 10-15 ripetizioni di squat a corpo libero, addominali a terra tipo crunch, hip hinge o bridge, calf a corpo libero su gradino;

> 5-10 minuti di corsa o corsa alternata alla camminata;

> cinque minuti di stretching per i muscoli degli arti inferiori.

E prima di scendere in campo?

Prima di iniziare la partita sul campo di sabbia è importante svolgere un buon riscaldamento generale

Le

Ci sono controindicazioni?

e specifico, mobilizzando tutto il corpo e attivando con vari metodi di corsa ed esercizi la muscolatura principalmente interessata, il sistema cardiovascolare e quello respiratorio.

La pratica di questo sport è maggiormente indicata nelle fasce d’età sotto i 40 anni: gli under 30 sono quelli che sopportano meglio gli stress fisici del beach soccer, hanno tempi di recupero più brevi dopo la pratica e sono meno soggetti a infortuni. In generale, trattandosi di uno sport ad alto impegno fisico, è sempre consigliato sottoporsi a visita medico-sportiva, anche per chi decide di praticarlo a livello amatoriale. Altro aspetto da non sottovalutare è quello relativo a eventuali problemi fisici, in particolare a carico di caviglie, ginocchia, anche, colonna vertebrale e muscolatura degli arti inferiori: in questi casi si consiglia di rivolgersi al proprio medico di fiducia o a uno specialista.

IPB ISTITUTO POLISPECIALISTICO BERGAMASCO

|
regole del beach soccer sono state fissate nel 1992, con la fondazione dell’organismo di governo Beach Soccer Worldwide. Negli anni 2000 è stato riconosciuto dalla FIFA e da quel momento si svolgono campionati a livello nazionale e internazionale”

ALBINO

Caredent Albino

Viale Stazione, 4

Centro Prelievi Bianalisi Albino

Via Volta, 2/4

Foini Dimensione Casa

Via Provinciale, 37/a

Social Care

Piazza Carnevali, 6

ALMENNO SAN BARTOLOMEO

Dott. Luis - Almenno San

Bartolomeo

Via Papa Giovanni XXIII, 64

ALMÈ

Farmacia Visini

Via Italia, 2

ALZANO LOMBARDO

Ospedale Pesenti Fenaroli / Asst

Bergamo Est

Via Mazzini, 88

AZZANO SAN PAOLO

Fortimed Poliambulatorio

Via Cremasca, 24

Iro Medical Center

Via del donatore Avis-Aido, 13

Studio Odontoiatrico Dott.

Campana Marco

Via Castello, 20

BAGNATICA

Centro Prelievi Bianalisi Bagnatica

Piazza Gavazzeni

BERGAMO

20 Fit

Via Broseta, 27C

ATS Bergamo - Sede

Via Galliccioli, 4

Ambulatorio For.US di Coop.

RUAH

Via Daste e Spalenga, 15

AniCura / Clinica Veterinaria

Orobica

Via Zanica, 62

Associazione Mosaico

Via Scuri, 1/c

Asst Papa Giovanni XXIII

Piazza OMS, 1

Athaena

Via Ronzoni, 3

Avis Monterosso

Via Leonardo da Vinci, 4

Bergamo Assistenza

Via Mazzini, 24/c

Blu Fit Redona

Via Gusmini, 3

Cartolombarda

Via Grumello, 32

Casa di Comunità / Bergamo

Via Borgo Palazzo, 130

Centro Acustico Italiano

Via San Bernardino, 33/c

Centro Medico Boccaleone

Via Capitanio, 2/e

Centro Sportivo Piscine

Italcementi

Via Statuto, 41

Centro Terza età / Boccaleone

Via Rovelli, 27

Centro Terza età / Borgo Palazzo

Via Vivaldi, 5

Centro Terza età / Colognola

Via dei Caravana, 7

Centro Terza età / Loreto

Via Pasteur, 1/a

Centro Terza età / Monterosso

Via Leonardo Da Vinci, 9

Centro Terza età / Redona

Via Leone XIII, 27

Centro Terza età / San

Colombano

Via Quintino Basso, 2

Centro Terza età / Villaggio degli

Sposi

Via Cantù, 2

Cooperativa Sociale Alchimia

Via Boccaleone, 17c

Dipendiamo - Centro per la cura

delle New Addiction

Via Torquato Taramelli, 50

Domitys Quarto Verde

Via Pinamonte da Brembate, 5

Dott. Ghezzi Marco

Via Zambonate, 58

Farma Logica

Via Promessi Sposi, 19/C

Farmacia Conca Verde

Via Guglielmo Mattioli, 24

Farmacia Santa Lucia

Via Dello Statuto , 16

Farmacia Sella

Piazza Pontida, 6

Fidas Bergamo - Ass. Donatori

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Viale Ernesto Pirovano, 4

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Via Pitentino, 14/a

Forneria Rota

Via Silvio Spaventa, 56

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Via Borgo Palazzo, 102/104

Happy Friends

Via Meucci, 2

Il Bio di Francesca nel Borgo

Via Borgo Santa Caterina, 9/d

Kids and Us Bergamo Est

Via Fratelli Bronzetti, 4

Kids and Us Longuelo

Via Mattioli, 18

La Terza Piuma

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Via Daste e Spalenga, 15

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Via Pizzo della Presolana, 15

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Studio di Podologia

Via Suardi, 51

Triciclo Bergamo

Via Cavalieri di Vittorio Veneto, 14

UniCura

Via Zanica, 62

BONATE SOPRA

Ortopedia Tecnica Gasparini

Via Milano, 57

BREMBATE DI SOPRA

Piscine Comunali

Via Bruno Locatelli, 36

BRUSAPORTO

Abracadabra

Via Seriate, 4

CALCINATE

Ospedale F.M. Fassi / Asst

Bergamo Est Piazza Ospedale, 3

CASAZZA

Centro Prelievi Bianalisi Casazza

Piazza della Pieve, 2

Istituto Polispecialistico

Bergamasco

Via Nazionale, 89

CASNIGO

Centro Sportivo Casnigo

Via Lungo Romna, 2

Il Casaro Bianco

Via Lungo Romna, 51

CAZZANO SANT’ANDREA

C.S. Materassi

Via Melgarolo, 5

CHIUDUNO

Centro Prelievi Bianalisi Chiuduno

Largo Europa, 3

Giacomo Strabla Centro Sportivo

Via Martiri della Libertà

CLUSONE

Casa di Comunità / Clusone

Via Somvico, 2

COSTA VOLPINO

Centro Prelievi Bianalisi Costa

Volpino

Via Marco Polo, 2

CURNO

Bongiorno Antinfortunistica

Via Enrico Fermi, 10

Caredent Curno

Via Enrico Fermi, 5

Dm Drogerie Markt Curno

Via Enrico Fermi, 39

Dott. Leonino A. Leone

Via Lungobrembo, 18/A

For Me Centro Medico

Via dell’Aeronautica, 19

Il Sole e la Terra

Via Enrico Fermi, 56

ItalianOptic

Via Bergamo, 32

DALMINE

Animal Center

Strada Statale 525, 29

Casa di Comunità / Dalmine

Viale Betelli, 2

Farmacia Ornati Dott. De Amici

Via Papa Giovanni XXIII, 11

Farmacia all’Università

Via Marconi, 9

Istituto Medico Sant’Alessandro

Via Cavagna, 11

Viktor srl

Via Pasubio, 5

GAZZANIGA

Ospedale Briolini / Asst Bergamo

Est

Via Manzoni, 130

GORLAGO

Insieme a te

Via Regina Margherita, 64

Namasté Salute

Piazza Gregis, 10/a

GORLE

Casa di Riposo Caprotti Zavaritt

Via Arno, 14

Centro Medico MR

Via Roma, 28

42 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2023

GRASSOBBIO

Centro Prelievi Bianalisi

Grassobbio

Via Fornacette, 5

GRUMELLO DEL MONTE

Four Dental

Via Marconi SNC

LOVERE

Casa di Comunità / Lovere

Piazzale Bonomelli, 8

Ospedale SS. Capitanio e Gerosa / Asst Bergamo Est

Via Martinoli, 9

MOZZO

Social Mozzo

Via Verdi, 2/B

Sportindoor All in One

Via Fausto Radici, 1

NEMBRO

Bergamo Sanità

Via Roma, 43

Centro Medico Santagostino

Via Cascina Colombaia, 3

Farmacia San Faustino

Via Europa, 12

NESE DI ALZANO LOMBARDO

La Tua Salute

Via Europa, 115

OLTRE IL COLLE

Alp Life

Via Drago, 1760

OSIO SOTTO

Studio Kinesi

Via Milano, 9

OSPITALETTO

Dott.ssa Seiti Mara

Via Famiglia Serlini Trav III, 16

PEDRENGO

Cooperativa ProgettAzione

Via Moroni, 6

PIARIO

Ospedale M.O. A. Locatelli / Asst

Bergamo Est

Via Groppino, 22

PIAZZA BREMBANA

Fondazione Don Palla

Via Monte Sole, 2

PONTE SAN PIETRO

Casa di Comunità / Ponte San

Pietro

Via Caironi, 7

Centro Medico Ponte

Via S. Clemente, 54

Nonni e Bimbi - Delizia Point

Via Papa Giovanni XXIII, 33

ROGNO

Centro Prelievi Bianalisi Rogno

Via Giardini, 3

ROMANO DI LOMBARDIA

Avalon

Via Rinaldo Pigola, 1

Caredent Romano di Lombardia

SS 498 (c/o Centro Comm. Il Borgo)

Farmacia Comunale

Via Duca D’Aosta

Ospedale SS. Trinità / Asst

Bergamo Ovest

Via S. Francesco d’Assisi, 12 ROVETTA

Centro Sportivo Rovetta

Via Papa Giovanni XXIII, 12/f

SAN GIOVANNI BIANCO

Farmacia Contenti

Via Carlo Ceresa, 44

Ospedale Civile / Asst Papa

Giovanni XXIII

Via Castelli, 5

SAN PAOLO D’ARGON

Centro Prelievi Bianalisi San Paolo

d’Argon

Viale delle Rimembranze

SAN PELLEGRINO TERME

In Cammino Coop. Sociale

Via de Medici, 13

Istituto Clinico Quarenghi

Via San Carlo, 70

SARNICO

Casa di Comunità / Sarnico

Via Libertà, 37

SCANZOROSCIATE

Centro Prelievi Bianalisi

Scanzorosciate

Piazza della Costituzione

SEDRINA Farmacia Micheli

Via Roma, 71/a

SERIATE

Caredent Seriate

Via Italia, 131

Casa di Comunità / Seriate

Via Paderno, 40

Istituto Ottico Daminelli

Via Italia, 74

Ospedale Bolognini / Asst

Bergamo Est

Via Paderno, 21

Politerapica -Terapie della Salute

Via Nazionale, 93

SPIRANO

Euphoria Sport Dance A.S.D.

Viale Lombardia, 15

STEZZANO

Caredent Stezzano

Via Guzzanica, 62/64 (c/o Centro

Comm. Le Due Torri)

Dm Drogerie Markt Stezzano

Viale Industria, 293

Farmacia San Giovanni

Via Dante Alighieri, 1

TELGATE

Centro Prelievi Bianalisi Telgate

Via Roma, 48

TORRE BOLDONE

Top Line Planet

Via Leonardo Da Vinci, 7

TRESCORE BALNEARIO

Caredent Trescore Balneario

Via Nazionale, 44

Consultorio Familiare Zelinda

Via Fratelli Calvi, 1

Ospedale S. Isidoro / Asst

Bergamo Est

Via Ospedale, 34

PreSST Bergamo Est / Trescore B.

Via Mazzini, 13

TREVIGLIO

Caredent Treviglio

Via Roma, 2/a

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Via delle Betulle, 21

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Via Papa Giovanni XXIII, 435

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VALBREMBO

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VILLA D’ALMÈ

Caredent Villa d’Almè

Via Roma, 20/d

Casa di Comunità / Villa d’Almè

Via Roma, 16

Farmacia Donati

Via Roma, 23

Ortopedia Fagiani

Via Fornaci, 6/f

ZANICA

Farmacia Gualteri

Piazza Repubblica, 1

ZOGNO

Casa di Comunità / Zogno

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PreSST Papa Giovanni XXIII / Villa d’Almè

Via Roma, 16

ZANICA

Farmacia Gualteri

Piazza Repubblica, 1

ZOGNO

PreSST Papa Giovanni XXIII / Zogno

Piazza Bortolo Belotti, 1/3

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Luglio/Agosto 2023 | Bergamo Salute | 43
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44 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2023 L’unico centro dedicato in modo esclusivo alle disfunzioni pelviche
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Luglio/Agosto 2023 | Bergamo Salute | 45
Istituto Clinico Riabilitativo accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale

Feta al forno con i profumi dell’estate Secondo piatto

20 minuti + 40 minuti di forno

INGREDIENTI per 4 persone

8 Fette di Feta

1 Peperone rosso

1 Peperone giallo

1 Peperone verde

24 Pomodorini datterini

1 Cipolla di Tropea

100 g Olive nere denocciolate sott’olio

1 pizzico di Peperoncino

qb

Timo fresco, basilico fresco, olio extravergine di oliva, sale

PREPARAZIONE

Tagliare a listarelle i tre peperoni e saltarli in padella per 10 minuti con dell’olio extravergine di oliva e sale.

Mettere su una teglia un foglio di carta forno e le otto fette di feta. Cospargerle di pomodorini datterini tagliati a metà e leggermente salati, cipolla di Tropea affettata molto sottile, olive, peperoni cotti, qualche ciuffetto di timo fresco, una spolverata di peperoncino e olio extravergine di oliva. Infornare a 180° C per 30-40 minuti circa.

Alla doratura delle verdure e della feta sfornare e impiattare due fette a testa con tutti i colori e i profumi. Aggiungere qualche foglia di basilico fresco. Accompagnare, se si desidera, con una bella fetta di pane integrale tostata e oliata in padella

46 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2023
GIUSI PESENTI Cuoca
Ristoro de Il Sole e la Terra di Bergamo
Difficoltà di preparazione Facile Tempo di preparazione
Calorie
a persona 360 Kcal

Idratare: è questa la parola d’ordine anche per i nostri amici animali ora che le temperature sono salite. Già, perché, proprio come succede agli umani, in questa stagione le esigenze dell’organismo cambiano per contrastare gli effetti del calore esterno. Ecco perché è importante modificare la loro alimentazione e prestare maggior attenzione non solo al tipo di pappa ma anche al momento dei pasti. Come ci spiega la dottoressa Eulàlia Pàmies, medico veterinario.

Dottoressa Pàmies, qual è la prima regola da seguire ora che fa caldo per favorire il benessere del nostro “pet”?

La cosa più importante, anche se sembra evidente, è l’idratazione. Il nostro animale deve avere sempre a disposizione acqua fresca, ma non da frigo. Portiamo sempre con noi un po’ di acqua durante

L’alimentazione del “pet” quando fa caldo

le passeggiate, sulla spiaggia e nei viaggi in macchina, treno o aereo, corti o lunghi che siano. A casa, il consiglio è cambiare spesso l’acqua della ciotola e posizionarla in un luogo fresco e all’ombra e in un posto facilmente accessibile. Per quanto riguarda il gatto assecondiamo la sua voglia di bere anche se a volte ci sembra un po’ capriccioso: il micio gradisce bere l’acqua corrente quindi sì a fontanelle o a sorseggiare dal rubinetto ogni volta che lo chiede.

Meglio cibo secco o umido?

In estate il cibo secco non è probabilmente l’opzione migliore per la salute del nostro animale, quindi è utile aggiungere cibo umido alla sua dieta in modo di aumentare indirettamente la quantità di liquidi assunti. Anche bagnare le crocchette con acqua o brodo può essere una buona soluzione. Sempre

per quanto riguarda il cibo secco, optiamo per un alimento di buona qualità e facilmente digeribile, per esempio un monoproteico. Il primo componente che leggiamo nell’elenco degli ingredienti riportato sulle etichette delle confezioni

Luglio/Agosto 2023 | Bergamo Salute | 49
∞ A CURA DI CLAUDIO GUALDI
ANIMALI RUBRICHE
DOTT.SSA EULÀLIA PÀMIES Medico Veterinario Ambulatorio Veterinario Dott. Bonfanti Dott. Pàmies di Alzano Lombardo (BG)

RUBRICHE ANIMALI

è quello in quantità più abbondante: nel caso del cane e del gatto l’ideale sarebbe trovare carne fresca o pesce come prima voce.

E se il pasto è preparato in casa?

Le diete casalinghe e quelle crude contengono una quantità di liquido più elevata rispetto al cibo industriale secco, pertanto sono preferibili nel periodo caldo. Tuttavia dobbiamo avere qualche accorgimento in più per la loro conservazione. Gli alimenti cotti, ma anche quelli crudi freschi di buona qualità, si conservano in frigo a 4 ° C fino a tre giorni in appositi contenitori, fino a 7 giorni se sono confezionati sotto vuoto. Nel congelatore a -20 ° C la conservazione va da due a tre mesi. Dopo questo periodo l’alimento è sano ma le miscele dei vari componenti si possono separare e far diventare il pasto poco appetibile. Per evitare il rischio di sviluppo di batteri patogeni possiamo scongelare la

razione nel frigo durante la notte, toglierla il giorno dopo e aspettare 25 minuti prima della somministrazione, così da raggiungere la temperatura ambiente. In questo periodo, la temperatura ambiente è quella ideale per somministrare il cibo, quindi né fredda né tantomeno congelata. Questi errori

purtroppo vengono spesso fatti nel tentativo di rinfrescare il nostro animale, però sono assolutamente da evitare per non provocare problemi gastrointestinali.

Quando rendere disponibile il cibo?

Somministriamo il cibo nelle ore

più fresche della giornata, preferibilmente mattina e sera, e a una certa distanza dalle passeggiate, dal gioco o attività varie: l’animale non deve essere accaldato. Ricordiamoci di non lasciare il pasto a disposizione del cane per più di cinque minuti e di somministrarlo due volte al giorno (quello che non viene mangiato va ritirato e la ciotola lavata). Al gatto possiamo proporre cibo umido tre o quattro volte durante la giornata e comunque lasciare delle crocchette a disposizione durante tutto il giorno e la notte visto che spesso si ciba proprio nelle ore notturne. Se andiamo in vacanza meglio portare le crocchette che compriamo solitamente, se cuciniamo noi procuriamoci gli stessi alimenti freschi direttamente nel luogo di villeggiatura o portiamo con noi le razioni monodose congelate. Lo

stesso vale se dobbiamo lasciare in pensione il nostro “pet”. Seguire questi consigli è importante soprattutto quando Fido e Micio sono anziani oppure soffrono di patologie croniche o sono convalescenti da malattie o interventi chirurgici.

E se ha poca fame? Non preoccupatevi se il vostro

amico salta qualche pasto e si mostra più svogliato nell’alimentarsi: d’estate il consumo energetico è minore perché l’animale non ha bisogno delle calorie che servono per mantenere la temperatura corporea. Inoltre tende a ridurre l’attività fisica, facendo lunghi riposini proprio nei momenti più caldi della giornata.

A TUTTI COLORO che per motivi di salute necessitano di un percorso di allenamento personalizzato e monitorato e che evidenziano le seguenti patologie: • Obesità • Controllo del peso • Diabete • Cardiopatie • Ipertensione • Algie • Insufficienze respiratorie PALESTRA DELLA SALUTE La salute è un investimento, non una spesa! Vuoi saperne di più? Scrivi subito al numero whatsapp 331 2356480 o visita il sito sportindoor.it DETRAIBILE DAL 730

È un esame endoscopico che permette di indagare lo stato di salute di laringe, corde vocali, trachea e bronchi principali, fino ad arrivare alle diramazioni bronchiali più periferiche. Si tratta della broncoscopia. Ma quando può essere indicata? Come si svolge? Ne parliamo con il dottor Giuseppe Ciaravino, pneumologo.

Dottor Ciaravino, quando è utile la broncoscopia? Le finalità possono essere di vario tipo. Può essere una procedura puramente ispettiva, ossia destinata a valutare le strutture anatomiche, come per esempio nei processi di guarigione dopo rimozione di cannula tracheostomica, nei pazienti che hanno subito interventi chirurgici polmonari o in quelle persone che hanno avuto un sanguinamento dalle vie aeree da sottoporre ad approfondimento. Generalmente, però, la procedura è finalizzata alla raccolta di campioni da poter analizzare in laboratorio, in particolare quando il paziente ha una malattia infettiva oppure oncologica. Nel caso di malattia infettiva la broncoscopia permette, tramite l’instillazione di soluzione fisiologica sterile che viene poi riaspirata e analizzata (broncolavaggio o broncoaspirato), di andare a esaminare

se vi sono germi responsabili di un processo patologico. Nello scenario oncologico, invece, la broncoscopia permette di eseguire delle biopsie del tessuto malato tramite apposite pinze endoscopiche o aghi e consentire così una diagnosi accurata per l’avvio di un percorso di trattamento mirato. Altre indicazioni della broncoscopia sono lo studio delle patologie interstiziali polmonari e il monitoraggio del paziente sottoposto a trapianto di polmone.

Quindi a chi è rivolto l’esame?

Possiamo dire che l’esame è solitamente rivolto a persone con quadri polmonari compatibili con processi infettivi cronici o subacuti, di difficile risoluzione, che richiedono un’identificazione specifica del germe per impostare un trattamento efficace. Questi pazienti sono spesso affetti da bronchiectasie (dilatazioni permanenti dei bronchi), patologie interstiziali polmonari o sono immunocompromessi per varie cause. L’esame è inoltre indicato in caso di sospetta patologia oncologica in cui sia necessario ottenere una diagnosi e una corretta stadiazione dei linfonodi. Come già anticipato, l’esame è rivolto anche a chi ha subito un trapianto polmonare.

Come si svolge?

La procedura è generalmente di tipo ambulatoriale, ossia non richiede ricovero. Il paziente, previo consenso informato, viene fatto accomodare su un lettino dove il personale infermieristico procede al posizionamento di un accesso venoso, al monitoraggio dei parametri vitali ed esegue un’anestesia locale spray di naso e bocca. L’esame viene svolto con un monitoraggio continuo dei parametri vitali in sedazione cosciente mediante l’impiego di farmaci endovenosi ad azione rapida che producono uno stato di rilassamento generale, permettendo al paziente di affrontare la procedura in modo più confortevole. La procedura non è dolorosa, ma può essere fastidiosa. Il broncoscopio, sottile strumento di diametro compreso fra 3 e 6 mm, dotato di luce, canale operativo e ottica per la visione, dopo lubrificazione viene introdotto in una narice e manovrato fino a raggiungere la sede desiderata. La durata delle procedure ambulatoriali è generalmente di pochi minuti, a seconda della complessità. Ci sono tuttavia alcune procedure più complesse che richiedono un breve day hospital, tra cui l’ecoendobroncoscopia con agoaspirato transbronchiale (EBUS-TBNA), metodica di prima

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La broncoscopia per vedere l’apparato respiratorio dall’interno
∞ A CURA DI SARA CARRARA RUBRICHE GUIDA ESAMI

scelta per il campionamento dei linfonodi del mediastino, nell’ambito della diagnosi e stadiazione del tumore del polmone. In questi casi si utilizza uno strumento dotato di una sofisticata sonda ecografica che permette di eseguire un’ecografia internamente all’apparato respiratorio e ottenere un prelievo accurato e sicuro dei linfonodi che si trovano al di là delle pareti tracheobronchiali. Questa metodica avviene con il passaggio dalla cavità orale e generalmente la procedura ha una durata superiore.

È necessaria qualche preparazione particolare?

È richiesto il digiuno dalla mezzanotte e di portare in visione un elettrocardiogramma ed esami del sangue recenti che attestino una normalità della coagulazione e dei valori di piastrine. Viene inoltre chiesto di presentarsi accompa-

gnati, di non alimentarsi o bere per l’ora successiva e di non mettersi alla guida per quel giorno, per i potenziali postumi della sedazione. Il paziente verrà istruito caso per caso sulla necessità di sospensione di farmaci anticoagulanti o antiaggreganti, mentre potrà assumere regolarmente la restante terapia domiciliare.

Ci sono controindicazioni?

Si tratta di una procedura generalmente sicura. È comunque richiesta una valutazione dei singoli casi per individuare eventuali controindicazioni, dato che raramente la manovra può dar luogo a complicanze respiratorie, emodinamiche ed emorragiche. Nelle persone con insufficienza respiratoria, grave ipertensione polmonare, instabilità emodinamica, aritmie non controllate e in quelli con alterazioni della coagulazione si dovranno

attentamente ponderare i rischi e i benefici legati alla manovra. Prima di ogni esame broncoscopico viene sempre eseguito un colloquio medico-paziente, al fine di chiarire le indicazioni e le finalità dell’esame valutando i potenziali rischi di ogni singolo caso.

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Luglio/Agosto 2023 | Bergamo Salute | 53
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Un aiuto dalla Garcinia cambogia per perdere peso

È una delle piante più “in voga” tra chi vuole perdere peso. Parliamo della Garcinia cambogia, una delle specie più conosciute di Garcinia (pianta tropicale originaria di alcune regioni dell’Asia, in particolare dell’Indonesia), da secoli studiata per le sue potenziali proprietà benefiche per la salute. Ma quali sono davvero? È realmente efficace per dimagrire? Lo abbiamo chiesto al dottor Cristian Testa, esperto in fitoterapia e medicina funzionale.

Dottor Testa, qual è il “segreto” della Garcinia cambogia?

Questa pianta contiene un composto chimico chiamato acido idrossicitrico, che è considerato il suo principale principio attivo. Si ritiene che questo acido abbia la capacità di inibire l’enzima citrato liasi, coinvolto nella sintesi degli acidi grassi. Ciò potrebbe teoricamente contribuire a ridurre la formazione di grasso nel corpo e promuovere la perdita di peso.

Se si stanno assumendo farmaci o si hanno condizioni mediche preesistenti, è sempre consigliabile consultare un medico prima di iniziare l’assunzione di integratori a base di Garcinia cambogia”

Alcuni studi suggeriscono che l’assunzione di Garcinia cambogia potrebbe essere associata a una modesta perdita di peso.

La pianta è valutata anche come potenziale aiuto nel controllo dell’appetito: si sostiene infatti che possa aumentare i livelli di serotonina nel cervello, un neurotrasmettitore che regola l’umore e l’appetito. Ciò potrebbe portare a una diminuzione dell’appetito e una maggiore sensazione di sazietà. Garcinia cambogia è utilizzata da

secoli nella medicina tradizionale indiana, conosciuta come ayurveda. In questo caso viene spesso impiegata per migliorare la digestione, trattare i disturbi intestinali e supportare il metabolismo.

Ha anche qualche altra qualità? Alcuni studi suggeriscono che la Garcinia cambogia potrebbe avere proprietà antiossidanti grazie alla presenza di composti come gli xantoni e i flavonoidi. Gli antiossidanti aiutano a combattere lo stress ossidativo e possono svolgere un ruolo nella protezione delle cellule dai danni causati dai radicali liberi.

Può avere effetti collaterali o controindicazioni?

Come ogni pianta officinale anche Garcinia cambogia può avere degli effetti collaterali. Infatti alcune persone possono sperimentare disturbi come nausea, diarrea, dispepsia o disturbi intestinali. Inoltre può influenzare il metabolismo dei carboidrati, causando alterazioni

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∞ A CURA DI LELLA FONSECA
RUBRICHE ALTRE TERAPIE

dei livelli di zucchero nel sangue. Ma non solo: può interagire con alcuni farmaci, tra cui i farmaci ipoglicemizzanti, potenziandone l’effetto e portando a una diminuzione pericolosa dei livelli di zucchero nel sangue. Per questi motivi le persone con diabete o che assumono farmaci per la glicemia dovrebbero essere caute nell’usare la Garcinia cambogia e consultare il proprio medico.

Sono state inoltre indicate delle interazioni con la terapia per ridurre il colesterolo, limitando l’azione delle statine, e con ansiolitici e sonniferi. Ne consegue una volta di più come sia importante consultare il proprio medico se si intende utilizzare questa pianta.

Quanta se ne deve assumere per ottenere dei risultati?

Il dosaggio della Garcinia cambogia può variare a seconda del prodotto e della concentrazione di acido idrossicitrico contenuto al suo interno. È importante seguire le istruzioni specifiche riportate sull’etichetta del prodotto che si sta utilizzando. Tuttavia, in generale per la gestione del peso il dosaggio tipico varia da 500 mg a 1500 mg di estratto di Garcinia cambogia al giorno, assunto prima dei pasti principali. Questo dosaggio è generalmente suddiviso in 2-3 dosi durante la giornata. La maggior parte dei prodotti ha una concentrazione di acido idrossicitrico compresa tra il 50% e il 60%. In

Medico chirurgo e biologo Esperto in fitoterapia e medicina funzionale

alcuni casi, i prodotti possono contenerne una concentrazione più elevata, come l’80%. La concentrazione di acido idrossicitrico deve essere sempre tenuta in conto per determinare la quantità di estratto di Garcinia cambogia da assumere.

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DOTT. CRISTIAN TESTA
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Disturbi intimi Come evitare che rovinino le vacanze

Ogni donna ha sperimentato un fastidio o un disturbo del proprio benessere intimo almeno una volta nella vita, soprattutto d’estate. «Quando il clima caldo, il cambio di alimentazione durante le vacanze o semplicemente “lo scarico dello stress” invernale entrano in gioco, i numerosi fattori che regolano la salute vaginale vengono disturbati e la popolazione batterica locale subisce delle variazioni» osserva il dottor Davide Forlani, farmacista. «L’alterazione dell’equilibrio della flora batterica è nota come disbiosi e rappresenta la causa comune di ogni problematica intima, incluse le candidosi e le cistiti».

Come si riconosce un’infezione vaginale?

L’infezione si presenta con alcuni segni caratteristici che di certo non passano inosservati: sensazione di prurito o bruciore e cambiamento nella consistenza, nella quantità o nell’odore delle secrezioni vaginali sono chiari campanelli d’allarme. In questi casi è bene chiedere aiuto al proprio medico o al farmacista di fiducia.

Cosa si può fare?

La prevenzione e il trattamento di questo genere di problemi si fondano su tre elementi principali: sana alimentazione, regole di igiene intima ed eventualmente rimedi naturali o fitoterapici a supporto di possibili medicinali.

In che modo l’alimentazione può influire su un problema intimo?

L’alimentazione gioca un ruolo di vitale importanza nel mantenimento dell’equilibrio batterico: la fibra, infatti, è il vero e proprio cibo dei nostri batteri e consumarne in quantità adeguata evita che microrganismi patogeni o commensali (quindi “cattivi”) prendano il sopravvento sulla microflora della salute producendo effetti indesiderati. La fibra alimentare è contenuta nei cereali integrali e in frutta e verdura: bisogna quindi cercare di regolarizzarne il consumo, con almeno due abbondanti porzioni di verdura e tre di frutta di stagione ogni giorno. Una flora batterica sana dovrebbe essere composta perlopiù da Lattobacilli, che si sviluppano in presenza di fibra, come già accennato, ma

Probiotici?

Quando la flora batterica “buona” è in difficoltà si può ricorrere ai probiotici, ovvero microrganismi vivi simili a quelli presenti nel corpo umano che possono aiutare a ritrovare l’equilibrio perso con la disbiosi. Per un’azione più efficace è bene che contengano almeno un miliardo di Lattobacilli e che siano in grado di resistere all’ambiente acido dello stomaco così da arrivare nell’intestino in quantità sufficienti.

Per una maggiore sicurezza e tracciabilità, infine, è preferibile assicurarsi con il farmacista che i ceppi siano tipizzati, ovvero che i batteri contenuti siano facilmente riconoscibili in quanto associati a una speciale “carta di identità”.

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Sì, ma non sono tutti uguali
DAL TERRITORIO FARMACIE

anche di cibi fermentati, come lo yogurt o il kefir. Nel momento in cui si iniziano ad avvertire i primi sintomi di un problema intimo, potrebbe essere d’aiuto ricorrere all’integrazione di Lattobacilli (ma anche di Bifidi…), chiedendo un consiglio al proprio farmacista.

Quali sono invece le regole per una corretta igiene intima?

Una corretta igiene intima è un passaggio fondamentale per il mantenimento della salute vagi-

nale: è opportuno il bidet almeno una o due volte al giorno, facendo attenzione a utilizzare solo acqua tiepida. Ogni età richiede poi una detergenza specifica, infatti la ragazza in età fertile o in gravidanza avrà esigenze diverse dalla signora in menopausa: la prima avrà bisogno di un detergente a uso quotidiano con pH compreso tra 3,5 e 4,5 mentre alla seconda servirà un pH intorno al 5 o superiore.

I rimedi naturali come possono essere d’aiuto?

Sono vari i prodotti a base di piante officinali che possono dare beneficio. Per esempio, il mirtillo rosso americano, se con elevate quantità di proantocianidine, è un rimedio particolarmente efficace per le infezioni batteriche perché acidifica le urine e riduce la capacità dei batteri di aderire alle strutture delle vie urinarie. Anche il D-Mannosio, spesso utilizzato in sinergia

con il mirtillo rosso, lega i batteri prima che possano aderire alle pareti urinarie. Se il problema è la candidosi, invece, l’acido caprilico potrebbe essere la soluzione: naturalmente contenuto nelle noci di cocco, sembra riuscire a inserirsi e a dissolvere la parete protettiva della Candida albicans

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Farmacista e Naturopata Master in fitoterapia Esperto in nutraceutica e alimentazione olistica
Anche in caso di infezioni vaginali
è sconsigliato il “fai da te”: è importante rivolgersi sempre a un professionista della salute per ricevere il supporto più adeguato alle proprie necessità”

Marco Guido

Salvi nominato

Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana

Lo scorso 2 giugno, durante le celebrazioni per il 77° anniversario della Fondazione della Repubblica, il Prefetto della Provincia di Bergamo ha consegnato ufficialmente l’attestato di nomina a Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana a Marco Guido Salvi, Vicepresidente dell’Associazione Italiana Parkinsoniani nazionale e Presidente della sezione di Bergamo.

Questa onorificenza rappresenta un significativo riconoscimento per le attività svolte da Marco Guido Salvi nel settore industriale, per la ricerca, l’innovazione, la produzione e il marketing ma, soprattutto, per quanto ha svolto e realizzato come volontario nel campo sociale con azioni e iniziative dedicate alla tutela delle persone fragili, con handicap, disabilità, affette da patologie croniche e, nello specifico, per le persone con malattia di Parkinson e i loro famigliari.

Nel 2004 gli fu diagnosticata la malattia di Parkinson; un fulmine a ciel sereno che ha sconvolto la sua vita e quella delle persone a lui più care. Dopo una prima reazione di smarrimento e di desiderio di “gettare la spugna”, scoprì che esisteva a Bergamo l’Associazione Italiana Parkinsoniani. Iniziò a partecipare ad alcuni incontri e si rese conto che il Parkinson non interessa soltanto chi è affetto dalla malattia, ma coinvolge l’intera famiglia. Attraverso la malattia Marco ha scoperto l’impegno verso gli altri, i valori dell’associazionismo, i principi del volontariato, decidendo quindi di dedicare più tempo possibile agli altri.

Donizetti Studio: è sempre il momento giusto per avvicinarsi all’arte

Al civico 15 di Piazza Cavour a Bergamo ha aperto le porte “Donizetti Studio. Uno sguardo dal teatro sulla città”, un luogo nuovo, rivolto ai cittadini di tutte le età, dove vivere l’arte nelle sue diverse forme, tra laboratori, mostre, incontri formativi e spettacoli.

Il calendario delle iniziative, pensate per bambini e famiglie, ragazzi e adulti, è davvero molto ricco: oltre al Donizetti Summer Camp, per tutta l’estate si potrà partecipare alle numerose attività organizzate dalle realtà culturali cittadine. Da settembre prenderà invece il via il primo programma di laboratori e incontri formativi di Donizetti Studio, per sperimentare attraverso il canto, la musica, il teatro, il disegno, l’arte e la storia, rivolto sia agli appassionati di lungo corso sia a chi voglia mettersi in gioco per la prima volta, dai bebè di pochi mesi con i propri genitori a chi ormai è già nonno. «Siamo entusiasti e orgogliosi di questo nuovo spazio, che per la Fondazione rappresenta un’ulteriore occasione per mettere a disposizione il suo grande patrimonio di storia, cultura, arte e conoscenze e per la città una nuova modalità di fruirne e goderne e, soprattutto, una nuova opportunità per sperimentare e per conoscere» ha affermato Giorgio Berta, Presidente della Fondazione Teatro Donizetti.

Per maggiori informazioni: www.teatrodonizetti.it

NEWS
DAL TERRITORIO NEWS

Un premio ai giovani ricercatori in oncologia

Un contributo da 20.000 Euro e 6 menzioni speciali da 1.000 Euro ciascuna ad altrettanti giovani ricercatori italiani under 35 che si sono distinti in ambito oncologico. Ad assegnarli è stata S.O.S. Onlus (Solidarietà in Oncologia San Marco e San Pietro) in occasione della settima edizione del Premio Marzia Galli Kienle – la prima di rilievo nazionale – istitu-

ito in memoria della professoressa che è stata per lungo tempo presidente del corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca. I lavori scientifici presentati sono stati più di 150, tutti di altissimo valore e a cura di ricercatori che lavorano nelle più importanti realtà di ricerca universitarie e ospedaliere italiane. Al centro delle ricerche, temi che vanno dalle tecniche più all’avanguardia per la diagnosi precoce dei tumori, alle nuove prospettive di cura sia mediche sia chirurgiche,

pubblicati su riviste prestigiose che si sono trasformati in cure per i nostri pazienti. Questo è un grande segnale di speranza per la ricerca in Italia. Abbiamo un futuro grazie a queste giovani menti geniali e a grandi maestri che insegnano nelle nostre Università stimolandole a impegnarsi nella ricerca e a confrontarsi con il resto del mondo. La professoressa Kienle è stata uno di questi maestri per tanti medici e per noi oggi è un piacere e un onore sostenere e creare nuovo entusiasmo in questi giovani colleghi di grande talento» ha commentato il dottor

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Associazione Diabetici Bergamaschi O.D.V.

Nella provincia di Bergamo sono circa 65mila le persone colpite da diabete, a cui si aggiungono coloro che si trovano in una fase iniziale della malattia e non sanno ancora di esserne affetti. Un numero che, secondo le previsioni, è destinato ad aumentare sensibilmente, anche considerando che l’età media dell’insorgenza della patologia sta progressivamente diminuendo. La buona notizia, però, è che il diabete si può imparare a gestire e il

primo passo per farlo è una corretta informazione. « Siamo consapevoli che la persona ben informata sulla patologia è in grado di affrontare meglio le sfide poste dalla gestione quotidiana del diabete e di vivere con serenità una vita normale. Per questo è dal 1980 che l’Associazione Diabetici Bergamaschi organizzazione di volontariato (O.D.V.) assiste, informa e supporta i propri associati» spiega Giovanni Ghislandi, presidente dell’Associazione.

Che tipo di assistenza offrite?

La nostra mission è quella di sostenere le persone affette da diabete e le loro famiglie supportandole per organizzare al meglio la vita di tutti i giorni e accompagnandole lungo il percorso burocratico che devono affrontare per ottenere esenzioni o facilitazioni fornendo servizi di consulenza gratuita. Ma non solo. Promuoviamo convegni, riunioni, conferenze educative nelle scuole, incontri e corsi specifici in materia per i nostri associati, così

L’esenzione 013 a supporto di chi convive con il diabete

Le persone che soffrono di una malattia cronica possono avere diritto a delle agevolazioni in grado di semplificare alcuni momenti della vita quotidiana con la patologia. Nel caso del diabete, sia esso di tipo 1, di tipo 2 o gestazionale, è prevista l’esenzione del ticket sanitario per tutti quegli esami e le visite che permettono di tenere monitorato l’andamento della malattia. Inoltre il Servizio Sanitario Nazionale fornisce gratuitamente il glucometro e le strisce abbinate per misurare lo zucchero nel sangue, oltre che le siringhe o la penna (una speciale siringa che contiene più dosi) di insulina.

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DAL TERRITORIO TERZO SETTORE
∞ A CURA DI SARA CARRARA

da mantenere alta l’attenzione sulla malattia e sull’importanza della prevenzione.

Che tipo di figure sono coinvolte nella vostra associazione?

Per quanto riguarda gli aspetti clinici possiamo contare sul prezioso supporto dei medici diabetologi, mentre le altre attività sono svolte da associati/volontari che dedicano gratuitamente il loro tempo a sostegno delle persone che hanno bisogno anche solo di un piccolo aiuto. Le porte dell’Associazione Diabetici Bergamaschi O.D.V. sono sempre aperte: chi volesse mettersi a disposizione degli altri è il benvenuto!

Dove vi può trovare chi ha bisogno?

Oltre che nella nostra sede, i volontari dell’Associazione Diabetici Bergamaschi O.D.V. prestano il loro servizio in diverse realtà: l’ASST

Papa Giovanni XXIII e l’Istituto Humanitas Castelli di Bergamo, il Policlinico San Marco di Zingonia e l’Ospedale Treviglio-Caravaggio di Treviglio.

Associazione Diabetici Bergamaschi O.D.V. Bergamo - Via G. Moroni, 61 Tel. 035 401461 - www.adbg.it - info@adbg.it Codice Fiscale (valido per il 5 per mille): 95000930164

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Fondazione Ricerca Malattie Rare

INSIEME CONTRO

LE MALATTIE RARE

Le Malattie Rare sono un ampio gruppo di patologie (circa 7.000 secondo l’OMS), accomunate dalla bassa prevalenza nella popolazione (inferiore a cinque persone per 10.000 abitanti secondo i criteri adottati dall’Unione Europea). Con base genetica per l’80-90%, possono interessare tutti gli organi e apparati dell’organismo umano.

LA MISSION DI A.R.M.R.

Sviluppare attività culturali, di formazione ed editoriali.

Promuovere la ricerca delle cause delle Malattie Rare e delle relative terapie presso l’Istituto di Ricerche

Farmacologiche Mario Negri di Bergamo.

Essere reale sostegno economico a progetti di ricerca clinica e sperimentale, nazionali e internazionali. Raccogliere fondi per istituire Borse di studio annuali da assegnare con bando internazionale a giovani ricercatori, che collaborino a progetti di ricerca da effettuare nei Centri di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare « Aldo e Cele Daccò» e « Anna Maria Astori» di Ranica e Bergamo.

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RENE CON MIDOLLARE A SPUGNA

Codice di Esenzione. RN0250

Categoria. Malformazioni congenite.

Definizione. Patologia dovuta a una dilatazione cistica dei dotti collettori terminali (dotti di Bellini), caratterizzata clinicamente da calcolosi, infezioni, ematuria e raramente da insufficienza renale. Frequentemente asintomatica.

Epidemiologia. L’incidenza è stimata intorno a 1:1000 - 1:5000 casi, colpisce entrambi i sessi. Non ci sono differenze razziali.

Segni e sintomi. La maggior parte dei pazienti è asintomatica, il riscontro della patologia avviene durante l’esecuzione di esami nefrologici (pielografia) in merito a microematuria, proteinuria, enuresi. La formazione di calcoli e le infezioni possono causare dolori addominali, infezioni delle vie urinarie, nefrocalcinosi e macroematuria. Spesso vi è un deficit di concentrazione dell’urina. Raramente si instaura un’insufficienza renale secondaria a sofferenza parenchima da ostruzione dei dotti, o ipertensione arteriosa.

Eziologia. L’eziologia è sconosciuta; è considerata una condizione congenita dovuta forse alla formazione di cisti nelle cellule primordiali dei dotti metamerici. La maggior parte dei casi riportati è di natura sporadica, ma esistono casi familiari a trasmissione autonomica dominante.

Test diagnostici. La diagnosi è effettuata mediante urografia; l’ecografia renale può evidenziare una iperecogenicità delle piramidi o una nefrocalcinosi. L’esame delle urine può dimostrare micro- e/o macroematuria, difetti di concentrazione e di acidificazione, proteinuria, ipercalciuria, iperuricemia.

Terapia. Nei pazienti asintomatici non è indicata alcuna terapia; per i pazienti sintomatici la terapia si basa su un’aumentata introduzione di liquidi, tiazidici nel caso di ipercalciuria sintomatica, terapia antibiotica in caso di infezioni.

Luglio/Agosto 2023 | Bergamo Salute | 63
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Dottor Angelo Serraglio Vice Presidente della Fondazione A.R.M.R.

Salvare vite fa superare la paura

La comodità di una carriera ospedaliera “classica” non faceva per lui. Anima irrequieta, di quelle che hanno bisogno di cambiare aria per andare a cercare quello che fa stare bene, ha vissuto la sua professione di medico –anestesista rianimatore – come una sorta di missione. Ha portato le sue competenze negli angoli del mondo dove ce n’era più bisogno, spesso al fronte in zone di guerra, spinto dalla volontà di aiutare gli altri e dal desiderio di soddisfare una curiosità innata. Diego Manzoni, 46 anni, originario di Bagnatica, ha raccolto ora le sue esperienze nel libro “Salam aleikum. Un medico al fronte racconta la sua guerra”.

Una vocazione nata in tenera età, la sua…

Sì, cominciata con la voglia di esplorare. Prima attraverso semplici viaggi, all’avventura, poi unendo la componente della cooperazione internazionale, del volontariato e della professione medica, al servizio di progetti umanitari ben definiti. Ho spaziato da contesti di povertà e carenza di risorse a situazioni di conflitto e violenza, andando sempre a scoprire le varie modalità in cui le persone possono vivere.

Come è nata Health-Aid onlus, da lei fondata nel 2001 quando era ancora uno studente? Ero in Ghana per uno scambio universitario. Ho incontrato questo ragazzo del posto, studente anch’egli di medicina, e da questa amicizia è nato il progetto, che ha preso spunto dal suo desiderio di

fare qualcosa per la comunità da cui veniva, estremamente arretrata e bisognosa. Il progetto consisteva essenzialmente in promozione della salute e prevenzione dalle malattie più comuni, a livello informativo. In seguito si è sviluppata la parte sanitaria con competenze più specifiche in ambito medico: abbiamo aperto l’ambulatorio per le visite, con una particolare attenzione per le donne incinte.

Parliamo della guerra: l’uomo è così irrimediabilmente autolesionista da dover per forza rincorrere ad armi, morte e distruzione?

Mi sono fatto questa idea: l’uomo che di solito dà il via al conflitto è essenzialmente bisognoso, gli manca qualcosa, non è felice. Insoddisfatto e rabbioso. Questa mancanza viene espressa prevaricando l’altro. La gente felice e soddisfatta non ha bisogno di fare la guerra. Tutto nasce insomma da un problema dell’uomo che non sa gestire la sua frustrazione.

Avrà conosciuto persone di ogni genere. Quale incontro le è rimasto più impresso?

Non ne citerei uno in particolare, perché sono le persone semplici e umili quelle che mi hanno insegnato di più, inaspettatamente. Fermo restando che tutti quelli con cui ho lavorato e interagito mi hanno dato qualcosa.

Come è stato operare come medico in contesti in cui medicine,

DAL TERRITORIO IL LATO UMANO DELLA MEDICINA
∞ A CURA DI CLAUDIO GUALDI
Diego Manzoni, 46 anni, anestesista rianimatore di Bagnatica, è un medico in prima linea e lo racconta nel libro “Salam aleikum”

materiali sanitari e tecnologie normalmente reperibili in un ospedale non ci sono?

Nel libro c’è un racconto in particolare in cui riusciamo a curare una persona con la cera fusa delle candele comprate al mercato. Questo è un esempio significativo di come, in assenza di risorse e tecnologia, bisogna inventarsi qualcosa. È il bello di questo lavoro: si devono talvolta trovare soluzioni a problemi che sembrano irrisolvibili o quasi impossibili da risolvere. Fondamentale è anche il confronto con gli altri, all’interno della squadra di lavoro, perché permette di elaborare delle modalità operative che magari un singolo non riuscirebbe a concepire.

Qual è stato il momento più difficile che ha vissuto in tutti questi anni?

Quando c’è una guerra in corso e si

è al fronte, o comunque molto vicino, le esplosioni e i colpi di arma da fuoco fanno sempre molta paura. Oltre all’Afghanistan, dove queste cose succedevano spesso, ricordo con terrore un bombardamento notturno nello Yemen, a due chilometri da noi: la sensazione era quella di essere in trappola.

La paura, quindi, fa parte del suo mestiere. Assolutamente sì. Parto e torno con la paura. Ma ho imparato a gestirla. Il coraggio è stare lì quando c’è, la paura. Salvare vite è talmente gratificante che ti fa superare anche quella.

A cosa sta lavorando attualmente?

Il progetto in Ghana va sempre avanti: ce l’ho a cuore e ci lavoro costantemente. Ora però sono tornato in Italia dopo una missione

In questa rubrica gli operatori sanitari (medici, infermieri etc.) si raccontano, facendo conoscere oltre al loro lato professionale la loro attività di artisti, volontari, atleti...

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per conto del Governo australiano a Nauru, in Micronesia, per stare un po’ qui.

Un momento di pausa, insomma. Sì, anche se qui continuo a lavorare come anestesista, negli ospedali bergamaschi. Fino alla prossima partenza.

Luglio/Agosto 2023 | Bergamo Salute | 65

Le difficoltà rivelano chi è forte

Recentemente

Lo scorso dicembre un suo post su Instagram ha fatto commuovere e riflettere. « Si dice che bisogna pensar bene prima di esprimere un desiderio quindi questa volta sarò più diretto. Ora, sai bene che non sono uno che si lamenta, ma questa volta voglio proprio dirtelo fuori dai denti: mi puoi far guarire? Non ci giro intorno: ti chiedo “solo” questo - proseguiva la lettera -. E non te lo chiedo “solo” per me, ma per le tante persone che mi stanno accanto e che da più di un anno e mezzo si preoccupano tutti i giorni per me». Nicola Viscardi, presidente del Distretto urbano del commercio (Duc) di Bergamo, 32 anni, affetto da un linfoma, affidava così ai social la sua toccante “letterina” a Santa Lucia. Da allora sono passati sei mesi e un trapianto di midollo osseo, per dare il “colpo di grazia” alla malattia, una malattia raccontata, tra alti e bassi, sui social, con lucidità e coraggio, cercando di divulgare e sensibilizzare quante più persone sull’argomento. Il calvario di Nicola inizia a luglio del 2021 quando gli viene diagnosticato il linfoma di Hodgkin, un tumore del sangue. « Avevo un po’ di tosse forte, non mi convinceva, sono andato dal dottore, mi fa un po’ di esami, la settimana dopo la sentenza». Una settimana dopo inizia la chemioterapia. «In 30 anni alla malattia non ci avevo quasi mai pensato, se non un po’ per i nonni o a quel conoscente lontano sfortunato che ha scoperto di avere un tumore, ma non lo ha preso in tem-

po. La cosa che più mi è lampante è che in una società che sembra fatta solo di invincibili, nessuno davvero lo è mai. Siamo fallibili, anche sani e figuriamoci da malati. Da uomini di successo a uomini meno di successo. E anche io che molte volte mi sono fatto vedere invincibile, non lo sono affatto». Nonostante la malattia, infatti, Nicola non si tira indietro né sul lavoro né nell’impegno istituzionale e nel mentre, attraverso i suoi canali social, sceglie di condividere quello che sta vivendo. Dopo la chemioterapia è la volta della radioterapia. Nella primavera del 2022 finalmente sembra che l’abbia scampata. E invece a luglio dello stesso anno ricominciano i problemi. Superati, fortunatamente.

A gennaio di quest’anno occupava regolarmente il suo posto quale

rappresentante del Duc all’inaugurazione di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura al Donizetti. «Mi auguro che BG-BS2023 unisca ancor di più il mondo del commercio e il legame che ha da sempre con la città. Mi auguro che questo grande evento impatti positivamente su tutti noi, non solo dal punto di vista economico, ma che accresca sempre di più in noi imprenditori la cultura delle buone relazioni e della cura per il prossimo», aveva commentato nell’occasione. La malattia però è aggressiva e per guarire completamente deve essere sottoposto a un trapianto di midollo osseo. Fa un appello a tutti i suoi numerosi follower, invitandoli a rivolgersi ad ADMO per la donazione di midollo osseo. La risposta è immediata, tanto che l’account dell’associazione va in

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DAL TERRITORIO TESTIMONIANZA
sottoposto a un trapianto di midollo osseo, Nicola Viscardi, numero uno del Distretto urbano del commercio (Duc) di Bergamo, racconta sui social la sua lotta contro un linfoma

tilt per i troppi click. Finalmente a maggio del 2023 arriva il momento del trapianto di midollo osseo. « Anche se fisicamente non sono mai stato così bene come ora in questi due anni di malattia (e, indubbiamente, ne ho passate tante: dal catetere, al ricovero lo scorso maggio, ad altre mille cure, effetti collaterali, fatica e ancora fatica)» racconta sempre sui social «per me è fondamentale fare il trapianto da donatore ora, per provare a dare l’ultimo colpo di grazia al linfoma. Il rischio nel “non far nulla” per qualche mese, siccome “sto bene”, comporterebbe – se la malattia ripartisse (come è già successo lo scorso maggio), di non avere più armi a disposizione per combatterla. E poi, scusate se faccio il signor precisetti, ma basta con sta cosa delloperazione”. Il trapianto di midollo osseo» spiega «non è un’operazione. È una re-infusione, quindi tramite flebo,

di cellule staminali di un donatore (il soggetto sano) in un ricevente (il soggetto malato) dopo che il ricevente è stato “condizionato” cioè preparato con la somministrazione di chemioterapia e/o radioterapia denominata “terapia di condizionamento’”. Non è, dunque, un’operazione. Ma “nemmeno una passeggiata”» sottolinea Viscardi. Nicola affronta questa tappa della cura con la stessa forza dimostrata fino a qui, anche se la stanchezza è tanta. Ma non molla. « Anche se uno “sta bene” fisicamente e magari sta così anche perché è forte, vorrei dire, credetemi, che essere forti costa fatica. E io sono stanco. Certo, penso sia anche normale: essere malati fa schifo e fa paura. Conosco solo tre modi per reagire alla paura: scappare, negarla, combattere. Questo mi sta succedendo in questo tempo, nel tempo che mi è stato donato, e questa roba ha cambiato inevitabilmente le mie

In questa rubrica pubblichiamo la storia di una persona che ha superato un incidente, un trauma, una malattia e con il suo racconto può dare speranza agli altri.

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prospettive: probabilmente non avrò mai dei figli miei e non morirò di vecchiaia. Non è vero, come dicono, che le difficoltà rendono forti. No, le difficoltà rivelano chi è forte. Ci permettono di scoprire una forza che non sapevamo di avere. Ma non fortificano, stancano. E le persone forti» conclude « sono stanche, anche se ce la fanno».

Luglio/Agosto 2023 | Bergamo Salute | 67
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Fondazione Don Stefano Palla Onlus: un’assistenza per l’Alta Valle Brembana in continua evoluzione

Da giugno Piazza Brembana può fregiarsi di due monumenti: alla Fondazione Don Stefano Palla Onlus, definita un “monumento alla solidarietà” si è infatti aggiunta una scultura dedicata al suo fondatore, Piero Busi. Personalità dai molteplici interessi e dall’impegno instancabile, Piero

Busi non è stato solo sindaco di Valtorta, ma anche presidente della Comunità Montana Valle Brembana, dell’ospedale di San Gio-vanni Bianco, dell’USL di Zogno, dell’Ospedale di San Giovanni Bianco, del Gruppo Azione locale, dello Sci Club e della Fondazione Don Palla. Proprio i

tanti anni di servizio all’interno delle amministrazioni locali hanno consentito a Busi di capire nel profondo le necessità della Valle Brembana, spesso precorrendo i tempi. «Piero Busi ha avuto grandi intuizioni che l’hanno reso un amministratore memorabile: ha realizzato il centro Don Palla capendo che la nostra comunità sarebbe diventata sempre più anziana, ha poi dato vita alle Olimpiadi di Valtorta e ha creato posti di lavoro in Valle, soprattutto per le donne, per nulla scontato in quegli anni» ha ricordato Stefano Ambrosioni, sindaco di Piazza Brembana, in occasione dell’inaugurazione della scultura. Tante altre personalità si sono susseguite per rendere il proprio omaggio all’uomo che ha cambiato le sorti della Valle. «Piero è stato tante cose: un insegnante

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STRUTTURE FONDAZIONE DON STEFANO PALLA ONLUS

di vita, un uomo impegnato per la sua comunità, testardo ma che con la sua intraprendenza è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi e, ad oggi, essere ricordato con affetto da tutti» ricorda Franco Zani, ex sindaco di Dossena. È stata proprio la personalità di Piero Busi a guidare la mano di Pino di Gennaro, scultore dell’opera. «Una metà raffigura delle case, una città, una comunità, che è il centro Don Palla. L’altra metà rappresenta il carattere di Piero Busi: energico, solare. Sotto, poi, c’è un altro tondo dove è rappresentato in rilievo Piero stesso, nella sua veste più autorevole, che guarda verso l’ingresso così, chiunque entri, possa salutarlo» spiega l’artista. L’opera è completata da una scritta che in poche ma significative parole riassume l’impegno e la dedizione di Busi per il suo

territorio: “Ha dato forma al sogno di una comunità ”.

Dalla sua creazione, nel 1981, la Fondazione Don Stefano Palla Onlus si è evoluta per rispondere alle necessità crescenti dei cittadini dell’Alta Valle Brembana, sia anziani sia bisognosi di prestazioni assistenziali specifiche.

L’impegno più consolidato della Fondazione si rivolge agli anziani, mettendo a disposizione una RSA, una RSA aperta in convenzione con i Comuni e l’ASST – grazie alla quale rallentare il decadimento delle diverse funzioni con interventi mirati, evitando e/o ritardando il ricorso al ricovero definitivo in struttura – dei mini-alloggi per anziani autosufficienti e un servizio di assistenza domiciliare. Altrettanto importante è il “nucleo Alzheimer”, con 20 posti letto per la degenza di ospiti affetti da demenza neurodegenerativa di tipo Alzheimer. Ma la Fondazione mette a disposizione anche servizi di cui l’Alta Valle era

sguarnita, obbligando le persone a scomodi spostamenti. Oltre all’hospice socio-sanitario accreditato, dal 2011 è attivo un Consultorio familiare (anch’esso accreditato da Regione Lombardia) per l’ascolto, la consulenza e il sostegno del singolo, della coppia e della famiglia in tutte le fasi della vita. Presso il consultorio, infatti, operano diverse figure professionali, tra cui assistenti sociali, psicologi, ginecologi, ostetriche e infermieri. Più recentemente, inoltre, sono nati gli ambulatori specialistici. « Si tratta di un servizio privato, ma erogato a prezzi calmierati, a cui si può accedere tramite semplice prenotazione telefonica. Attualmente sono attivi il servizio ecografico, cardiologico, podologico, urologico, ginecologico, ortopedico e dermatologico. Ha inoltre da poco aperto le porte l’ambulatorio nutrizionale» conclude il prof. Michele Iagulli, Presidente della Fondazione.

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Il 15 dicembre 2022 è entrato in vigore il Decreto Istitutivo degli Ordini Professionali dei Fisioterapisti, firmato l’8 settembre 2022 dall’ex Ministro della Salute On. Speranza in occasione della Giornata Mondiale della Fisioterapia. Sono così nati la FNOFI (Federazione Nazionale Ordini Fisioterapisti) e 38 Ordini territoriali, tra cui quello della provincia di Bergamo. Abbiamo chiesto al dottor Simone Ruggeri, presidente di OFI Bergamo, di illustrarci le caratteristiche e gli impegni principali di questo nuovo Ordine.

Dottor Ruggeri, quali sono gli obiettivi di OFI Bergamo?

Dopo il passaggio fondamentale della costituzione del primo Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori dell’Ordine tramite votazione dei 1120 Fisioterapisti iscritti, ci siamo concentrati su diversi obiettivi riconducibili a quattro macro aree: collaborazione, co -

municazione, lavoro e formazione e lotta all’abusivismo. Per quanto concerne la prima area abbiamo avviato varie collaborazioni con ATS e gli altri Ordini Professionali del territorio all’interno di iniziative a tutela della salute dei cittadini. Collaboriamo anche con le Istituzioni locali e regionali per promuovere sia le nostre competenze tecniche sia progetti legati ai bisogni di salute della persona, per esempio in ambito pediatrico, geriatrico, lavorativo, scolastico e sportivo. E ovviamente è attiva una collaborazione con i nostri iscritti, con la proposta di convenzioni a loro favore, sia commerciali (legate al tempo libero) sia specifiche per la professione (scontistiche per corsi e materiali).

Come farete sentire la vostra voce?

Ci siamo posti l’obiettivo, sfruttando al massimo la tecnologia, di essere un Ordine smart, green e social per rimanere in stretto

contatto con i nostri iscritti (canale Whatsapp e Telegram) e con la cittadinanza, per esempio per promuovere stili di vita sani al fine di prevenire o gestire correttamente patologie croniche. Abbiamo inoltre avviato progetti che prevedono eventi informativi sulla professione e di educazione sanitaria nelle scuole, nelle aziende e nelle società sportive. La prossima Giornata Mondiale della Fisiotera-

72 | Bergamo Salute | Luglio/Agosto 2023
Al via il nuovo Ordine territoriale dei Fisioterapisti della provincia di Bergamo
∞ A CURA DI CLAUDIO GUALDI
GUIDA ALLE PROFESSIONI SANITARIE
DOTT. SIMONE RUGGERI Presidente Ordine dei Fisioterapisti di Bergamo

pia sarà un’ulteriore occasione per far conoscere la nostra professione con articoli sulla carta stampata e mediante social media

E per quanto riguarda l’area lavoro e formazione? Collaboriamo attivamente con le strutture socio-sanitarie e le società sportive della provincia alla ricerca di personale fisioterapico per offrire costantemente prestazioni riabilitative di qualità a favore dei cittadini, siano essi anziani in RSA o pazienti fragili a domicilio, giovani atleti o pazienti in strutture di lungodegenza. Qualità che garantiamo patrocinando convegni organizzati da strutture del territorio e organizzando corsi gratuiti per gli iscritti. Intendiamo inoltre promuovere

percorsi formativi post-laurea per incrementare le competenze dei Fisioterapisti.

Infine il tema dell’abusivismo… Si tratta dell’aspetto più delicato e importante per ciascun Ordine Professionale. Si stima infatti che, nella bergamasca, per ogni Fisioterapista esista almeno un’altra figura che svolge il medesimo lavoro senza averne le competenze, le basi formative e, soprattutto, il diritto legale: tutto questo a scapito della salute dei cittadini che, come Ordine, dobbiamo tutelare. Siamo consapevoli che dovremo vigilare attentamente sul territorio provinciale e segnalare agli organismi competenti eventuali situazioni di abuso professionale,

ma siamo altrettanto convinti che l’abusivismo si debba combattere mediante azioni di sensibilizzazione e di informazione a favore della cittadinanza: il messaggio che vogliamo diffondere è che chiunque necessiti di riabilitazione, ad esempio in ambito ortopedico, sportivo, neuromotorio, cardiologico, respiratorio, pediatrico, geriatrico etc., dovrebbe rivolgersi a un “vero” Fisioterapista. Per questo motivo, ogni Fisioterapista iscritto all’Ordine di Bergamo è in possesso di un tesserino di riconoscimento che garantisce ai cittadini di aver affidato i propri bisogni riabilitativi alle mani giuste.

Luglio/Agosto 2023 | Bergamo Salute | 73

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Parkinsoniani Bergamo dal 2000 a fianco di chi ha bisogno

Vanta più di 20 anni di storia e raccoglie oggi 300 soci: è Parkinsoniani Bergamo, la sezione bergamasca dell’Associazione Italiana Parkinsoniani.

«L’obiettivo fondante di Parkinsoniani Bergamo è quello di migliorare le condizioni di vita delle persone affette da Parkinson e ci proponiamo di raggiungerlo promuovendo l’informazione su tutti gli aspetti della malattia, organizzando iniziative di sensibilizzazione e aggregazione, implementando attività di sostegno per i malati e le

loro famiglie e raccogliendo fondi per la ricerca scientifica» afferma Marco Guido Salvi, presidente della sezione di Bergamo, che aggiunge:

«I servizi offerti dall’associazione sono molteplici: dalla fisioterapia di gruppo al training del cammino, dal Nordik walking alla logopedia, sino ad attività più particolari come la Tango e la Teatro Terapia». Un esempio dell’impegno di Parkinsoniani Bergamo è anche il nuovo Centro Parkinson, a Calcinate, inaugurato a metà giugno.

«Ma oltre che per il corpo, l’asso -

I PRINCIPALI CAMPANELLI D’ALLARME DELLA MALATTIA DI PARKINSON

La malattia di Parkinson è un disturbo del sistema nervoso centrale caratterizzato principalmente dalla degenerazione di alcune cellule nervose (i neuroni) situate in una zona profonda del cervello. Diversamente da quanto si crede, non è una malattia “della vecchiaia”, infatti nella maggior parte dei casi si sviluppa prima dei 60 anni. Poiché un trattamento precoce può garantire una buona qualità di vita della persona con Parkinson, vediamo quali sono i sintomi principali:

> il volto diventa meno espressivo (tanto che viene definito “faccia del giocatore di poker”) e c’è una certa lentezza per esempio nel sorridere e nel corrugare la fronte;

> si ha difficoltà a muovere un braccio o una gamba anche se non si prova alcun dolore (per esempio non si alza la pianta del piede mentre si cammina);

> diminuiscono i movimenti che si compiono in modo automatico, come per esempio gesticolare mentre si sta parlando;

> la voce diventa flebile e si fa difficoltà a pronunciare bene tutte le parole;

> quando si scrive, la scrittura diventa sempre più piccola, lenta e difficile da leggere

> quando si è rilassati compare un tremore che sparisce nel momento in cui ci si inizia a muovere (attenzione: non tutte le persone che tremano hanno il Parkinson e non tutte le persone con Parkinson tremano!).

ciazione vuole essere un sostegno anche per la mente e le emozioni sia delle persone con Parkinson sia dei loro famigliari» continua Salvi. «Per questo anche quest’anno abbiamo organizzato l’iniziativa “L’inguaribile voglia di vivere”, che ha visto la partecipazione di clinici e pazienti per parlare e condividere esperienze di malattia cronica e disabilità. Come negli incontri precedenti, le testimonianze significative e toccanti sono state una sorta di abbraccio a tutte le persone presenti, aiutandole ad accettare la disabilità e, soprattutto, ad apprezzare l’inestimabile dono della vita. In più quest’anno, anche alla luce di quanto vissuto nel periodo pandemico, abbiamo dedicato un’attenzione particolare al tema del ruolo e del significato che assume il volontariato nel settore del sistema socio-sanitario e assistenziale, così da individuare punti di forza, criticità e miglioramento». Con lo stesso impegno instancabile che contraddistingue l’associazione, Salvi conclude: «Parkinsoniani Bergamo è e vuole continuare a essere un riferimento per i pazienti e chi sta loro accanto e un interlocutore con le istituzioni per tutte le questioni riguardanti la malattia di Parkinson».

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Luglio/Agosto 2023 | Bergamo Salute | 75
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Nel dicembre 2022 il Centro Fo.R.Me ha inaugurato la sua prima rassegna bibliografica dal titolo “Parole che curano”, un ciclo di incontri con autori pensato per avvicinare la cittadinanza a scrittori e scrittrici che raccontano storie di soprusi e prevaricazioni ma soprattutto speranza.

«Da antropologa sono convinta che l’incontro con l’Altro e con le sue peculiarità sia un motore capace di innescare spaesamenti e migrazioni (anche di idee), quindi ho pensato a questi eventi come a un momento di contaminazione tra la cittadinanza e le esperienze uniche vissute dagli scrittori e dalle scrittrici coinvolti» osserva la dottoressa Rita Finco, direttrice del Centro e ideatrice dell’iniziativa.

Il primo appuntamento ha visto la presentazione di “Esperienze di cura in migrazione. Forme dell’invisibile e narrazioni possibili ”, della

Parole che curano

La rassegna bibliografica del Centro Fo.R.Me dedicata alla cittadinanza

dottoressa Finco.

Al primo incontro, poi, ne sono seguiti molti altri: occasioni in cui discutere di storie dal cuore dei Caraibi, di esplorazioni etiche ed estetiche nella pratica psicoterapeutica, di un curioso fatto avvenuto nel 1879 a Verzegnis, di autismo e attivismo, di incontri con la violenza. A fine giugno si è svolto il settimo e ultimo appuntamento di questo primo ciclo di presentazioni, dedicato al volume della dottoressa Elisa Mauri dal titolo: “Perché il carcere? Costruire un immaginario che sappia farne a meno”

Nel Polo Clinico di via Daste e Spalenga si è data voce ad autori giovanissimi e affamati di storie, come Raùl Castèl, giornaliste appassionate e inarrestabili come Luciana Borsatti, psicoterapeuti a contatto con la sofferenza e le criticità, come Pietro Barbetta,

Umberta Telefener, Maria Esther Cavagnis, Elisa Mauri e Arianna Barazzetti, curatori e scrittrici che con il loro lavoro raccontano l’autismo da una prospettiva interna e illuminante, come Enrico Valtellina e Giulietta de Luca.

In procinto di festeggiare il suo primo compleanno, “Parole che curano” vanta il coinvolgimento di numerosi autori e svariate professionalità, che hanno provato a creare spazi di dialogo intorno a storie di silenzio, soprusi, prevaricazioni, puntando tutto sulla speranza, l’autoaffermazione e l’incontro.

CENTRO FO.R.ME

Tel. 035 5900008

E-mail: segreteriacentroforme@ cooperativaruah.it

Da lunedì a venerdì dalle 9 alle 18

Luglio/Agosto 2023 | Bergamo Salute | 77
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Il benessere che passa dalle mani

Con radici ben solide e uno sguardo al futuro, l’azienda bergamasca Top Line è da oltre 30 anni al fianco di chi si occupa di salute, benessere e massaggi, siano essi di natura curativo-riabilitativa oppure olistica.

«La divisione curativa e sportiva di Top Line, infatti, propone soluzioni per il fisioterapista, il massaggiatore sportivo e il massoterapista impegnati nell’assistenza alla persona e all’atleta sia in fase di prevenzione sia in fase di recupero post-infortunio» spiega Dario Califfo, fondatore di Top Line. «Dai più diversi tipi di bendaggio (adesivi, coesivi, tape per bendaggio funzionale, kinesiologico, bende all’ossido di zinco, il tutto Latex Free) ai materiali di consumo come creme e gel, è possibile trovare i prodotti più avanzati da sfruttare lungo tutta la stagione agonistica e non solo: dalla preparazione pre-campionato agli allenamenti settimanali Top Line è costantemente al fianco del

professionista e dell’atleta

Top Line, infatti, negli anni è diventato fornitore non solo di singoli professionisti, centri medici o società sportive, ma anche di atleti a livello amatoriale che nel tempo si sono avvicinati ai nostri prodotti su indicazione del professionista all’interno della società sportiva o grazie a convenzioni dirette per i tesserati stipulate da parte di molte realtà sportive

Le qualità del nostro prodotto di punta Top Flex 101® sono ben note anche fuori dalla Lombardia» continua Califfo con un pizzico di orgoglio. «Sono infatti diverse le realtà di varie regioni d’Italia che si affidano a questo preparato naturale per i propri atleti o clienti, a conferma della grande cura che Top Line mette in tutta la filiera produttiva, completamente “made in Italy”».

Ma Top Line è un marchio affermato anche nel campo della ricerca e della distribuzione cosmetica. Grazie ai suoi prodotti, a base vegetale

(i più richiesti da sempre sono gli oli da massaggio), il professionista ha la possibilità di offrire una vasta gamma di trattamenti di natura olistica e termale. «La collaborazione con i nostri partner di produzione, unita a quella con un gruppo di clienti-esperti, ci permette di creare e verificare nuove soluzioni mirate a problematiche specifiche.

Dopo la conferma della validità del prodotto, anche grazie a test diretti “sul campo”, procediamo alla messa in produzione su larga scala, mantenendo così viva la costante ricerca di nuove soluzioni, uno dei motivi per i quali molte strutture termali si affidano a noi» conclude il fondatore di Top Line.

Luglio/Agosto 2023 | Bergamo Salute | 79
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Come (ti) senti?

Con la bella stagione aumentano le occasioni per stare in compagnia: gite fuori porta,

ESAME AUDIOMETRICO

TONALE E VOCALE:

VELOCE, INDOLORE E SENZA

CONTROINDICAZIONI

L’esame audiometrico tonale si svolge indossando delle cuffie, che sono collegate a un computer che trasmette suoni a diverse intensità e frequenza, un orecchio per volta. Quando percepisce un suono, la persona deve fare un cenno con la mano o premere un pulsante. La perdita dell’udito è definita lieve se la soglia registrata durante l’esame è compresa tra 20 e 40 decibel, mentre è moderata se è inclusa tra 40 e 70 decibel. Oltre si parlerà di sordità severa.

cinema all’aperto, concerti o anche semplici passeggiate. Il piacere di questi momenti può essere però rovinato nel momento in cui non si riescono a percepire bene i suoni o capire chiaramente le parole che vengono pronunciate. Per fortuna oggi sono disponibili diverse soluzioni tecnologicamente avanzate adattabili ai bisogni della singola persona. Il primo passo da fare, quindi, è capire se c’è un reale disturbo dell’udito e il grado di severità.

Dei 24 ambulatori di cui dispone l’Istituto Medico Polispecialistico Sant’Alessandro di Dalmine fa parte anche quello dedicato all’otorinolaringoiatria, ovvero la specialità della medicina che si occupa di orecchie, naso e gola.

«È dal 1996 che l’Istituto Medico Polispecialistico Sant’Alessandro si impegna a offrire prestazioni sanitarie specialistiche in regime privato a fronte di un impegno economico sostenibile» afferma

Tiziano Brembilla, titolare dell’Istituto. «In particolare in ambito otorinolaringoiatrico, presso la struttura, in collaborazione con il

Centro Acustico Bergamasco, è possibile accedere a visite specialistiche e sottoporsi a un esame audiometrico tonale e vocale, test che permettono di valutare la perdita uditiva di una persona» precisa Mauro Guastalli, dottore in tecniche audioprotesiche del Centro Acustico Bergamasco.

«Una volta definita l’entità della diminuzione della capacità uditiva si potrà impostare un intervento correttivo e offrire una risposta personalizzata (apparecchi acustici retro- oppure endoauricolari) in base alle specifiche esigenze» continua Guastalli. Per andare incontro ai bisogni dei cittadini e delle loro famiglie, la struttura è aperta da lunedì a venerdì, dalle ore 8 alle ore 20 con orario continuato.

ISTITUTO MEDICO

POLISPECIALISTICO

SANT’ALESSANDRO

Dir. San. Achille Bedini

Via Cavagna, 11 - Dalmine (BG)

Tel. 035 564500

www.santalessandro.eu/it/

Luglio/Agosto 2023 | Bergamo Salute | 81
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L’Istituto Medico Polispecialistico Sant’Alessandro, in collaborazione con il Centro Acustico Bergamasco, offre la possibilità di effettuare il controllo dell’udito gratuitamente
REALTÀ SALUTE

Bergamo Salute anno 13 | n° 73

Luglio | Agosto 2023

Direttore Responsabile

Claudio Gualdi

Redazione

Elena Canevari

redazione@bgsalute.it

Grafica e impaginazione

Marta Milani, AD Communication

Fotografie e illustrazioni

Shutterstock, Adriano Merigo, Michele Meraviglia, Giovanni Minozzi

Stampa

Imprimart

Piazza Martiri Di Fossoli 22, Desio (MB)

Casa Editrice

Devon Srl

Via Libertà, 29 - 24068 Seriate (BG)

Tel. 035 0741903- info@devonsrl.com

Pubblicità info@bgsalute.it

Hanno collaborato

Sara Carrara, Lella Fonseca

Claudio Gualdi

Iscr. Tribunale Bergamo N°26/2010 del 22/10/2010

Iscr. ROC N°25539. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche se parziale, di qualsiasi testo o immagine. L’editore si dichiara disponibile per chi dovesse rivendicare eventuali diritti fotografici non dichiarati. I contenuti presenti su Bergamo Salute hanno scopo divulgativo e non possono in alcun modo sostituirsi a diagnosi mediche.

Canali di distribuzione:

• Abbonamento.

• Spedizione a diverse migliaia di realtà bergamasche, dove è possibile leggerla nelle sale d’attesa (medici e pediatri di base, ospedali e cliniche, studi medici e polispecialistici, odontoiatri, ortopedie e sanitarie, farmacie, ottici, centri di apparecchi acustici, centri estetici e benessere, palestre, parrucchieri etc.)

• Distribuzione gratuita presso le strutture aderenti alla formula "Amici di Bergamo Salute".

COMITATO SCIENTIFICO

• Dott. Diego Bonfanti - Oculista

• Dott.ssa Maria Viviana Bonfanti Medico Veterinario

• Dott. Rolando Brembilla - Ginecologo

• Dott.ssa Alba Maria Isabella Campione

Medicina Legale e delle Assicurazioni

• Dott. Andrea Cazzaniga

Idrologo Medico e Termale

• Dott. Sergio Clarizia - Pediatra

• Dott. Marcello Cottini - Allergologo Pneumologo

• Dott. Giovanni Danesi - Otorinolaringoiatra

• Dott. Adolfo Di Nardo - Chirurgo generale

• Dott. Nicola Gaffuri - Gastroenterologo

• Dott.ssa Daniela Gianola - Endocrinologa

• Dott. Antoine Kheir - Cardiologo

• Dott.ssa Grazia Manfredi - Dermatologa

• Dott. Massimo Masserini - PsicologoPsicoterapeuta - Sessuologo clinico

• Dott. Roberto Orlandi Ortopedico Medico dello sport

• Dott. Paolo Paganelli - Biologo nutrizionista

• Dott. Antonello Quadri - Oncologo

• Dott.ssa Veronica Salvi - Ostetrica

• Dott. Orazio Santonocito - Neurochirurgo

• Dott.ssa Mara Seiti - Psicologa - Psicoterapeuta

• Dott. Sergio Stabilini - Odontoiatra

• Dott. Giovanni Taveggia Medicina Fisica e Riabilitazione

• Dott. Massimo Tura - Urologo

• Dott. Paolo Valli - Fisioterapista

COMITATO ETICO

• Dott. Ernesto de Amici Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Bergamo

• Dott. Gianluca Solitro Presidente OPI Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bergamo

• Dott. Andrea Poerio e Dott.ssa Diana Prada Referenti territoriali di Bergamo e Provincia OPL Ordine Psicologi Lombardia

• Dott. Stefano Faverzani Presidente Ordine dei Medici Veterinari di Bergamo

• Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione della Provincia di Bergamo nella persona del Dott. Angelo di Naro

• Dott. Simone Ruggeri Presidente Ordine Fisioterapisti (OFI) Bergamo

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