Bergamo Salute - 2025 - 85 - luglio/agosto

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Neurologia LA SALUTE DEL CERVELLO SI COSTRUISCE OGNI GIORNO

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Stili di vita MINDFULNESS AL LAVORO: UNA RIVOLUZIONE SILENZIOSA

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Alimento FRUTTA ESTIVA: UN ALLEATO NATURALE DEL NOSTRO BENESSERE

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Animali GUIDA SANITARIA E DOCUMENTALE PER UN VIAGGIO SERENO

L’arbitro internazionale che ha scelto Bergamo come casa

Bergamo Salute è sempre con te: leggila integralmente dal tuo computer, tablet

numero

) EDITORIALE

5 L’estate è arrivata

) SPECIALITÀ A-Z

6 Ematologia

Estate a rischio? No, grazie!

10 Gastroenterologia

Esofagite eosinofila.

Perché è importante non sottovalutarne i sintomi

12 Neurologia

La salute del cervello si costruisce ogni giorno

) PERSONAGGIO

18 Carlos Bernardes

) IN SALUTE

22 Stili di vita

Mindfulness al lavoro.

Una rivoluzione silenziosa

24 Alimentazione

Obesità oggi, uno sguardo oltre i numeri

26 Alimento

Frutta estiva. Un alleato naturale per il benessere durante la stagione calda

) IN ARMONIA

28 Psicologia

Quando l’aiuto diventa disinformazione

30 Coppia

A rontare e guarire le ferite dell’anima in coppia

) IN FAMIGLIA

32 Dolce attesa

Estate in dolce attesa

34 Bambini

Alimentazione e infanzia. Come comportarsi?

Anno 15 Luglio | Agosto 2025

36 Ragazzi

Adolescenti fragili.

Quando l’arte cura il silenzio

38 Anziani

Depressione e demenza. Un legame che si estende dalla mezza età alla terza età

) IN FORMA

44 Fitness

Come fare sport (anche in vacanza)

46 Bellezza

Capelli al riparo

) RICETTA

48 Tofu d’estate

) RUBRICHE

51 Animali

Vacanze e animali domestici. Guida sanitaria e documentale per un viaggio sereno

54 Altre terapie

Biohacking. Alla ricerca della perfezione

) VIAGGI DELLA SALUTE

56 Talassoterapia in Gallura

) DAL TERRITORIO

58 Farmacie

Violenza contro le donne. La normalità che uccide

60 Terzo settore

Bergamo x 1000.

Prevenire è già curare

63Malattie rare

Malattia di Aeles

64 Il lato umano della medicina

Fatica e coraggio nel curare. “Le Medichesse” incantano il pubblico

66 Testimonianza

«Quando avevo il tumore, l’Atalanta mi è stata vicino»

68 News

Un luoigo sicuro dove nascere. Un percorso sereno per diventare madre. Ambulatorio Gravidanza

Fisiologica - Ostetriche dell’Osp. Papa Giovanni XXIII

) ACI

70 Sicurezza sulla strada

Operazione “strade sicure per tutti ”

) PROFESSIONI SANITARIE

72 Le professioni sanitarie che stanno cambiando il futuro della cura

) STRUTTURE

74 Fortimed Italia

76 Itineris

) REALTÀ SALUTE

79 C.S. Materassi

81 Naturhouse Seriate

Allegato centrale: Amici di Bergamo Salute

PARTECIPANTI ALLA FONDAZIONE ITALIANA PER L’EDUCAZIONE ALIMENTARE

Scegli con noi il tuo scooter per l’estate. L’assicurazione RC è in OMAGGIO.

Cari lettori, l’estate è arrivata, e con essa una parentesi preziosa che ci invita a rallentare, a respirare con più calma e a ritrovare il piacere delle cose semplici. Le giornate si allungano, la luce ci accompagna più a lungo e, anche se la routine non si ferma per tutti, il ritmo della stagione estiva ci suggerisce un approccio

Direttore Responsabile

diverso, più morbido, più attento al presente.

È il momento dell’anno in cui possiamo — e dovremmo — concederci una pausa, non solo fisica ma anche mentale. Una pausa per osservare dove siamo arrivati, cosa abbiamo accumulato — nel corpo, nella testa, nelle emozioni — e cosa, forse, è il momento di lasciare andare.

In questo numero estivo vogliamo accompagnarvi in questo spazio di tregua e rigenerazione. Non serve andare lontano o avere molto tempo a disposizione: anche un gesto quotidiano, un’ora per sé, può diventare un piccolo rituale di benessere. L’estate ci ricorda che il benessere non è una conquista straordinaria, ma una scelta quotidiana fatta di ascolto, presenza e rispetto dei propri bisogni.

Abbiamo bisogno di leggerezza, ma anche di consapevolezza. Di libertà, ma anche di radici. L’estate è il tempo ideale per cercare questo equilibrio, fuori e dentro di noi.

Qualunque siano i vostri programmi — un viaggio, una vacanza in famiglia, o semplicemente un’estate in città — il nostro augurio è che possiate viverla come un’occasione per ricaricarvi, per fare il pieno di energie buone, per tornare a settembre non solo con nuove idee, ma anche con uno sguardo più gentile verso voi stessi.

Buona estate e buona lettura!

Estate a rischio? No, grazie!

Nei mesi estivi possono verificarsi alcune situazioni che espongono il nostro corpo a Trombosi o a eventi cardiovascolari, soprattutto in persone fragili o predisposte.

I soggetti più a rischio di Trombosi o episodi cardiovascolari sono coloro che hanno subito un recente intervento chirurgico, sono in cura con terapie ormonali o sono in gravidanza, ma anche coloro che so rono di malattie infiammatorie croniche o acute, sono in sovrappeso o hanno avuto traumi agli arti inferiori che possono attivare la coagulazione del sangue e provocare una Trombosi anche in persone sane. Il grande caldo può aumentare la fragilità di queste persone e il rischio di eventi, in particolare se non sono protette da farmaci antitrombotici appropriati, quali antiaggreganti o anticoagulanti. Vediamo quali sono le principali precauzioni utili o necessarie per ridurre il rischio.

CUORE E CALDO

Il caldo abbassa la pressione del sangue e favorisce la dilatazione

delle arterie periferiche. Chi soffre di scompenso cardiaco deve prestare particolare attenzione

perché la combinazione dei diversi farmaci e il clima molto caldo possono alterare l’equilibrio

mantenuto nei mesi invernali. Con il caldo aumenta la sudorazione e il sangue può diventare più “denso”: la pressione si abbassa e compaiono sintomi quali debolezza, capogiri, fiato corto e di conseguenza accelerazione del battito cardiaco. Se questa situazione si prolunga può risentirne il rene per eccessiva disidratazione. È fondamentale, quindi, conoscere questi segnali di allarme per poter riequilibrare rapidamente e compensare gli e etti negativi del troppo caldo, attraverso la gestione, sotto stretto controllo del medico curante, del tipo e delle dosi dei farmaci abitualmente in corso.

ALIMENTAZIONE, FARMACI E PREVENZIONE (ANCHE) IN VACANZA

Durante l’estate l’alimentazione diventa più fondamentale del solito: è importante preferire cibi

poco salati, consumare più verdure e più frutta (almeno 5 porzioni al giorno) e bere molta acqua non gassata lontano dai pasti. È consigliabile ridurre gli alcolici e scegliere pasti leggeri, adatti anche a chi pratica sport o lavora. Non esagerare con gelati, bevande zuccherine e succhi di frutta confezionati, per evitare conseguenze sul livello degli zuccheri nel sangue (glicemia) soprattutto in chi ha un famigliare consanguineo che so re di diabete o ha già avuto problemi di cuore. È consigliabile evitare di esporsi al sole nelle ore troppo calde, preferendo le prime ore del mattino o quelle del tardo pomeriggio, difendendosi con cappello e bagni frequenti, lunghe nuotate o camminate nel bagnasciuga, accessibili anche a chi non sa nuotare. Per chi fa uso di farmaci antitrombotici è prudente portare con sé un foglio

DOTT.SSA LIDIA ROTA VENDER

Ematologa e Specialista in Emostasi e Prevenzione delle Trombosi, Malattie Cardiovascolari, Malattie della Coagulazione ed Embolia

Presidente ALT Onlus – Associazione per la lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari

semplice con la lista dei farmaci di uso abituale con nomi e dosi, se possibile accompagnato da un referto dell’ultima visita medica (cardiologica o neurologica)

che riporti anche i nomi delle persone da contattare in caso di bisogno. Imparare a sentire il ritmo del proprio cuore con due dita sul polso è fondamentale per grandi e piccini – lo insegna il progetto ChYP (Check Your Pulse: il ritmo del cuore), realizzato da ALT per la prevenzione dell’Ictus Cerebrale da Fibrillazione Atriale.

ATTENZIONE

A MONTAGNA, MARE E PUNTURE DI INSETTO “Fino a che altezza posso andare in montagna? ” è una domanda molto frequente, soprattutto da parte di chi ha un cuore delicato o non proprio in forma, oppure ha avuto un problema di Ictus. In montagna la temperatura è migliore perché si evita il caldo eccessivo, l’aria è più pulita, le passeggiate sono piacevoli e invitanti e il respiro ne trae vantaggio. Tuttavia, la tensione di ossigeno è

più bassa e il nostro cuore richiede una permanenza di qualche giorno per adattarsi: meglio, nei limiti del possibile, programmare una permanenza prolungata per ottenere i benefici e ridurre i rischi. Oltre i 1500 m si possono verificare puntate di pressione alta che richiedono una modifica delle dosi dei farmaci abituali, sempre e solo su indicazione del proprio medico. Al mare, oltre a evitare l’esposizione al sole durante le ore più calde, chi ama le immersioni dovrà essere particolarmente prudente se ha avuto eventi da Trombosi: da evitare in chi assume farmaci anticoagulanti o antiaggreganti, in chi ha avuto un Ictus o una Trombosi cerebrale, in chi ha una malattia delle valvole cardiache o sa di avere un problema strutturale del cuore come il FOP o forame ovale pervio. Le punture di insetto possono provocare una reazione infiammatoria locale pericolosa, soprattutto se in una parte del corpo dove le vene sono superficiali (inguine, retro del ginocchio, ascelle). Questa reazione può attivare la coagulazione del sangue e causare una “flebite”, tecnicamente una Trombosi venosa superficiale o profonda. Meglio ridurre il rischio usando un repellente per insetti ed evitando luoghi a rischio come rocce, arbusti, cumuli di legname e zone di campagna. In caso di puntura, può essere opportuno farsi visitare da un medico che potrà prescrivere una cura con crema locale o, nei casi più gravi, farmaci antistaminici o antibiotici, oppure suggerire un doppler venoso in caso di sospetto di Trombosi venosa. Infine, mai dimenticare le calze elastiche! Durante la gravidanza sono fortemente consigliate perché aiutano il sangue a tornare rapidamente

al cuore e riducono il rischio che le vene superficiali delle gambe perdano elasticità.

I SINTOMI

DA NON SOTTOVALUTARE

Il consiglio più importante resta quello di usare buon senso e attenzione. I sintomi della Trombosi venosa possono variare: gonfiore, dolore, rossore, indurimento di una vena su un braccio o su una gamba possono essere una manifestazione da Trombosi venosa; dolore al dorso, mancanza di respiro, sangue nel catarro possono essere sintomo di Embolia polmonare; dolore al petto irradiato al braccio sinistro, al dorso o alla mandibola, fame d’aria, senso di stordimento, sensazione di un frullo nel petto possono segnalare un problema di cuore, perdita della capacità di parlare o di muovere una parte del corpo. Anche se questi sintomi durano pochi minuti e si risolvono da soli, possono far sospettare un Ictus cerebrale. Prevenire le malattie da Trombosi si può e si deve: colpiscono il doppio dei tumori ma possono essere curate, e soprattutto evitate almeno in un caso su tre. Non solo con esami costosi e indaginosi, ma soprattutto conoscendone i segnali d’allarme. E questo dipende da noi.

Esofagite eosinofila: perché

è importante non sottovalutarne i sintomi

∞ A CURA DELLA DOTT.SSA FRANCESCA RACCA

∞ E DEL DOTT. ALESSANDRO DE MARCO

Un tempo considerata piuttosto rara, oggi risulta sempre più frequentemente diagnosticata anche in Italia, complice una maggiore consapevolezza e migliori strumenti diagnostici.

Il termine “esofagite eosinofila” indica una patologia infiammatoria cronica dell’esofago oggi sempre più frequentemente diagnosticata nel nostro Paese, complice una maggiore consapevolezza e migliori strumenti diagnostici. Ne parliamo con la Dott.ssa Francesca Racca, allergologa di Humanitas Gavazzeni, membro del Comitato tecnico scientifico di ESEO Italia APS e della società europea EUREOS, entrambe realtà formate da clinici e ricercatori esperti in esofagite eosinofila e patologie eosinofile gastrointestinali. Al suo fianco, il Dott. Alessandro De Marco, gastroenterologo sempre di Humanitas Gavazzeni, con cui ha dato vita a un ambulatorio multidisciplinare dedicato alla gestione di questa malattia.

DOTT.SSA RACCA,

CI PUÒ SPIEGARE CHE COS’È L’ESOFAGITE EOSINOFILA?

L’esofagite eosinofila, o EoE, è un’infiammazione cronica dell’esofago caratterizzata da un’infiltrazione anomala di eosinofili, una particolare tipologia di globuli bianchi coinvolti nelle risposte allergiche e parassitarie. Queste cellule, accumulandosi nel tessuto esofageo, ne compromettono il normale funzionamento, ostacolando il corretto passaggio del cibo verso lo stomaco.

QUALI SONO

I SINTOMI PRINCIPALI CHE

POSSONO FAR SOSPETTARE QUESTA CONDIZIONE?

Il segnale più comune è la dicoltà a deglutire, la cosiddetta disfagia, soprattutto quando si

consumano cibi solidi come carne, pane o riso. I pazienti spesso riferiscono una sensazione di cibo “bloccato” nell’esofago, tanto da dover bere molta acqua o masticare a lungo per riuscire a inghiottire. Altri sintomi possono includere dolore toracico e reflusso. Nei bambini, invece, si osservano più frequentemente nausea, vomito, dolori addominali e rifiuto del cibo. La malattia ha un decorso tipicamente alternante, con fasi di remissione e ricadute.

CI SONO CATEGORIE

DI PERSONE PIÙ A RISCHIO?

La patologia può manifestarsi a qualsiasi età, ma è più comune tra bambini e giovani adulti. Colpisce con maggiore frequenza i maschi e chi presenta un profilo allergico, cioè soggetti allergici ad alimenti,

pollini, acari o a etti da dermatite atopica.

DOTT. DE MARCO, COME

SI ARRIVA A UNA DIAGNOSI?

SONO PREVISTI

ESAMI SPECIFICI?

La diagnosi si basa sull’esecuzione di una gastroscopia con biopsie esofagee, cioè con il prelievo di piccoli frammenti di tessuto da analizzare al microscopio. Il riscontro di oltre 15 eosinofili per campo ad alta risoluzione rappresenta uno dei principali criteri diagnostici. È inoltre fondamentale escludere altre condizioni che possano causare un’infiltrazione simile, come reflusso gastroesofageo, allergie a farmaci, malattie autoimmuni o infiammatorie croniche intestinali.

QUALI SONO

I TRATTAMENTI DISPONIBILI

PER QUESTA INFIAMMAZIONE

CRONICA DELL’ESOFAGO?

La terapia viene stabilita in accordo con il paziente e può seguire un approccio farmacologico o dietetico. Il trattamento farmacologico prevede l’uso di inibitori di pompa protonica (PPI), farmaci comunemente impiegati per il reflusso, oppure steroidi topici, cioè cortisonici da deglutire, solitamente utilizzati in forma inalatoria per l’asma. L’approccio dietetico, invece, si basa su diete di eliminazione, che prevedono l’esclusione mirata degli alimenti

DOTT. ALESSANDRO DE MARCO Gastroenterologo

Humanitas Gavazzeni (Bergamo)

responsabili della risposta infiammatoria. Per le forme più gravi o resistenti, è oggi disponibile anche un farmaco biologico altamente e cace, in grado di agire selettivamente sul sistema immunitario.

QUANTO È IMPORTANTE

UNA GESTIONE

MULTIDISCIPLINARE?

È essenziale. All’interno di Humanitas Gavazzeni, i pazienti con EoE vengono presi in carico da un team formato da allergologi, gastroenterologi e anatomopatologi. Solo un lavoro di équipe consente di garantire un percorso terapeutico personalizzato, aggiornato e realmente e cace.

COSA SI PUÒ DIRE A CHI VIVE

CON QUESTA MALATTIA

E AI LORO FAMILIARI?

È importante sapere che, pur essendo una patologia rara e ancora poco conosciuta, oggi disponia -

DOTT.SSA FRANCESCA RACCA Allergologa

Humanitas Gavazzeni e Castelli (Bergamo)

mo di strumenti molto più e caci per riconoscerla e a rontarla. L’aspetto cruciale è non ignorare i sintomi e rivolgersi a centri specializzati: una diagnosi corretta e tempestiva può davvero cambiare la qualità di vita del paziente.

I PAZIENTI AFFETTI

DA ESOFAGITE EOSINOFILA

ADOTTANO SPESSO

COMPORTAMENTI

ALIMENTARI ADATTATIVI: PUÒ SPIEGARCI MEGLIO?

Chi convive con l’EoE tende ad adottare spontaneamente strategie per ridurre il disagio durante i pasti. Parliamo di comportamenti come masticare a lungo, bere spesso mentre si mangia, evitare cibi secchi o molto solidi e impiegare più tempo per consumare un pasto. Si tratta di modi intuitivi per facilitare il passaggio del cibo attraverso un esofago infiammato e ridurre i sintomi fastidiosi.

La salute del cervello si costruisce ogni giorno

Strategie neurologiche per un cervello sempre in forma

La salute del cervello rappresenta un aspetto fondamentale della qualità di vita e del benessere complessivo di ogni persona. Nonostante ciò, viene spesso trascurata nella quotidianità, finché non compaiono segnali di so erenza o patologia conclamata. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre una persona su tre so rirà nel corso

della vita di un disturbo neurologico, come ictus, demenza, Parkinson, epilessia o cefalea cronica. Tuttavia, recenti evidenze neurologiche dimostrano chiaramente come molte condizioni neurologiche possano essere prevenute adottando semplici ma scrupolose strategie quotidiane.

In questo contesto, la European

Academy of Neurology (EAN) ha promosso una strategia integrata denominata “One Brain, One Life, One Approach ”, volta alla riduzione del peso dei disturbi neurologici attraverso una prospettiva preventiva e di mantenimento delle funzioni cognitive lungo l’intero arco della vita. In Italia, questa visione è stata accolta e ra orzata dalla Società Italiana di Neurologia (SIN) attraverso la strategia nazionale “One Brain One Health ”, consolidando un approccio che unisce prevenzione, diagnosi precoce e sensibilizzazione sui temi neurologici, in linea con le direttive europee. L’obiettivo è semplice e ambizioso: mantenere il cervello in salute per tutta la vita, a ogni età.

Grazie a numerose evidenze scientifiche e a una maggiore conoscenza del funzionamento del nostro cervello è stato elaborato un vero e proprio decalogo per la salute del cervello. Un insieme di comportamenti scientificamente

∞ A CURA DELLA DOTT.SSA GRAZIELLA MADEO

validati per proteggere e ra orzare le nostre capacità cognitive: > allenare il corpo per attivare la mente. L’attività fisica regolare è fondamentale per la salute cerebrale. Studi clinici dimostrano come l’esercizio fisico di tipo aerobico favorisca la plasticità cerebrale e l’aumento volumetrico dell’ippocampo, regione cruciale per memoria e apprendimento, riducendo il rischio di declino cognitivo. È inoltre uno strumento per attuare una protezione nei confronti della morte cellulare, rallentando la degenerazione neuronale alla base di malattie come Parkinson e Alzheimer; > seguire una dieta “amica del cervello”. La dieta mediterranea e la dieta MIND, ricche di verdure, frutta, cereali integrali e grassi sani come

gli Omega-3, hanno un e etto protettivo nei confronti delle malattie neurodegenerative, quali la malattia di Alzheimer. Al contrario, una dieta ad alto contenuto di cibi ultra-processati, zuccheri e grassi saturi ha e etti negativi sulla funzione cognitiva a lungo termine; > dormire bene e abbastanza Un sonno di qualità è alleato fondamentale per un cervello sano. Durante il sonno il cervello attiva il sistema glinfatico, responsabile della rimozione delle tossine e dei prodotti di scarto metabolici accumulati durante il giorno, inclusi quelli associati all’Alzheimer. Dormire tra le 7 e le 9 ore a notte è essenziale per la salute cerebrale e per la prevenzione di malattie neurodegenerative; > stimolare ogni giorno la mente.

DOTT.SSA GRAZIELLA MADEO

Neurologa, Direttrice medica Brain&Care Group

Brain Health Advocate, la European Academy of Neurology

La stimolazione cognitiva quotidiana gioca un ruolo cruciale nella prevenzione neurologica. Leggere, imparare nuove lingue o strumenti musicali, partecipare a giochi cognitivi ra orza

la riserva cognitiva, riducendo significativamente il rischio di demenza; > imparare a gestire lo stress. L’esposizione prolungata allo stress cronico, con elevati livelli di cortisolo, può causare riduzione volumetrica dell’ippocampo e indebolire capacità cognitive e mnemoniche. Tecniche di rilassamento come meditazione, yoga o mindfulness proteggono il cervello da questi danni; > coltivare relazioni e socialità. Le relazioni sociali attive e di qualità sono un fattore protettivo validato. L’isolamento sociale e la solitudine aumentano il rischio di declino cognitivo e favoriscono condizioni come ansia e depressione, mentre interazioni sociali frequenti e significative hanno un impatto positivo sulla salute cerebrale;

> proteggere la testa. Prevenire traumi cranici è cruciale, poiché aumentano significativamente il rischio di sviluppare condizioni neurologiche che impattano sulle funzioni cognitive.

L’uso del casco durante attività sportive e la prevenzione delle cadute domestiche sono misure imprescindibili; > evitare sostanze dannose. Tabacco, alcol e droghe sono correlati a un deterioramento cerebrale precoce. Anche l’esposizione cronica a inquinanti ambientali e metalli pesanti deve essere evitata per preservare la funzione neurologica;

> prendersi cura della salute mentale. Disturbi come depressione e ansia aumentano il rischio di demenza.

Un trattamento tempestivo e mirato è fondamentale per il mantenimento della salute cerebrale. Chiedere

aiuto, curarsi, svolgere attività piacevoli è parte integrante della prevenzione neurologica; > controllare la salute di cuore, udito e vista. Controllare fattori di rischio vascolari (ipertensione, diabete, obesità, colesterolo elevato) e sensoriali (ipoacusia e problemi visivi non corretti) è decisivo nella prevenzione del declino cognitivo e della demenza.

È fondamentale essere consapevoli delle proprie abitudini quotidiane e introdurre piccoli cambiamenti sostenibili nel tempo. Non è necessario adottare tutti i punti contemporaneamente, ma assicurarsi di attuare almeno tre o quattro azioni quotidiane. Piccoli cambiamenti a lungo termine preservano le funzioni cerebrali e prevengono patologie neurologiche e mentali croniche. Allena il tuo cervello, proteggi il tuo cervello, ama il tuo cervello.

Carlos Bernardes: l’arbitro internazionale che ha scelto Bergamo come casa

A tu per tu con uno degli arbitri di sedia più iconici del tennis internazionale, che da 15 anni ha trovato una nuova dimensione nella nostra città.

Carlos, ha girato il mondo come uno degli arbitri di tennis più riconosciuti. Cosa l’ha portata a scegliere Bergamo come sua nuova casa?

In oltre quarant’anni di carriera ho viaggiato tantissimo, attraversato più di 100 paesi e vissuto esperienze incredibili. Eppure, è stata Bergamo a conquistarmi, per amore e per bellezza. Vivo qui da 15 anni:

mi sono trasferito per Francesca, mia moglie, che ho conosciuto nel mondo del tennis. Venivo da San Paolo, una metropoli di oltre 25 milioni di abitanti, e fin da subito ho sentito in questa città un senso di equilibrio e qualità della vita che mi hanno colpito profondamente.

Com’è nata la storia con sua moglie Francesca Di Massimo

(giudice di linea, ndr)?

È bello pensare che il tennis vi abbia unito anche nella vita. Sì, è una storia molto bella. Prima di diventare una coppia, siamo stati a lungo amici. Ci siamo conosciuti nel 1998 a un torneo a San Marino: io ero in sedia, lei giudice di linea. Il tennis ci ha messi sulla stessa strada, e con il tempo ci ha legati in modo profondo.

∞ A CURA DI IVANA GALESSI
Carlos Bernardes con la moglie Francesca Di Massimo

Oggi condividiamo molto, dentro e fuori dal campo.

Ma torniamo indietro nel tempo, com’è nata la sua passione per il tennis?

Da ragazzo, a San Paolo, frequentavo un club con un gruppo di amici. Non ero nemmeno socio, entravamo di nascosto per giocare nei weekend. Un giorno il maestro ci ha scoperti… e da lì ho iniziato a giocare seriamente. Anni dopo, nel 1984, durante la Federation Cup a San Paolo, mi sono proposto come giudice di linea. È stato il mio primo contatto col tennis professionistico. Da lì è cominciato tutto.

Ad oggi qual è il momento della sua carriera che ricorda con più emozione?

Sono quasi 8.000 le partite che ho arbitrato a livello internazionale, quindi è di cile sceglierne solo una. Ma se devo fare una scelta, la finale di Wimbledon del 2011 tra Novak Djokovic e Rafael Nadal ha un posto speciale nel mio cuore. Wimbledon è stato il primo torneo che seguivo in TV da bambino in Brasile, e ritrovarmi lì, in campo, con due dei più grandi giocatori di sempre, è stato davvero emozionante. Ricordo che Djokovic vinse in quattro set e la settimana successiva venne incoronato numero 1 del mondo.

Cosa le ha insegnato il tennis, umanamente e professionalmente?

Mi ha insegnato la resilienza, la concentrazione, il rispetto. Nel tennis tutto può cambiare fino all’ultimo punto, puoi essere sotto di due set, ma ribaltare la situazione: nulla è scontato, proprio come nella vita. Ho avuto il privilegio di lavorare con 25 dei 29 numeri 1 della storia di questo sport. Ho visto tanti stili, tante personalità, momenti storici. Il tennis ti dà tanto: ti arricchisce con viaggi, persone, culture. Ed è an-

che uno sport inclusivo: si gioca a tutte le età, ovunque nel mondo. Il senso di comunità che crea è qualcosa di davvero unico.

Com’è stato il passaggio dalla frenesia del mondo tennistico internazionale alla vita più tranquilla a Bergamo? È stato naturale. Viaggiavo per oltre 30 settimane l’anno, con ritmi intensi e continui cambiamenti. Ma ho sempre avuto una mentalità aperta: mi sento un cittadino del mondo, non solo brasiliano o italiano. A Bergamo ho ritrovato un’armonia diversa, più raccolta, più serena. Anche se ci sono molti legami tra Italia e Brasile – la

mia squadra di tennis, in Brasile, si chiamava “Palestra Italia” – qui ho trovato una seconda casa. Dopo tanti anni vissuti tra un aeroporto e l’altro, ora apprezzo ogni momento. Bergamo mi ha dato questo: un ritmo nuovo, più umano.

Ora è molto presente al Tennis Club Bergamo. Com’è nata questa collaborazione? Sono socio onorario del club, e ne sono molto felice. Partecipo spesso a eventi, tornei, momenti conviviali. Gioco ancora, anche con Francesca. Mi piace la vita del circolo: ho conosciuto tante persone, sono stato accolto con

Carlos Bernardes con Gian Piero Gasperini

a etto e stima. È un ambiente dove si respira vera passione per lo sport e i campi in terra battuta sono una vera chicca. Ho trovato nel Club una nuova famiglia, è diventato un punto di riferimento nella mia quotidianità. Mi piace essere parte attiva, trasmettere qualcosa ai soci, soprattutto ai più giovani. L’esperienza che ho vissuto può essere utile anche fuori dal campo. I valori del tennis – rispetto, disciplina, concentrazione – sono strumenti che aiutano anche nella vita.

Come vede il tennis di oggi, soprattutto in rapporto alla tecnologia?

Il mondo cambia, e lo sport cambia con lui. Oggi la tecnologia, l’intelligenza artificiale, stanno tra-

sformando radicalmente il nostro ruolo. Una volta si iniziava come giudice di linea, si viaggiava, si imparava osservando… oggi si diventa subito giudici di sedia, ma si ha sempre meno margine decisionale perché il discrimine tra una palla buona e una no è ad appannaggio di una macchina (un po’ come il VAR che decreta il fuorigioco nel calcio). Il ruolo dell’arbitro è destinato a cambiare, forse a sparire. Ma l’aspetto umano resta: l’arbitro è ancora l’unico in grado di valutare i comportamenti dei giocatori, appianare le tensioni e garantire il rispetto in campo. Questo, per ora, non lo può fare una macchina.

Ha mai pensato di formare giovani arbitri,

di trasmettere la sua esperienza?

Sì, è un pensiero che mi accompagna da tempo. La mia carriera da arbitro internazionale si è conclusa a novembre 2024, con l’ultima partita in Coppa Davis. Anche se il contesto sta cambiando, credo che certi valori ed esperienze vadano raccontati, condivisi, tramandati. È un modo per restituire qualcosa a questo sport che mi ha dato tantissimo.

Oggi, cos’è per lei il tennis?

Il tennis è la mia vita. Ha trasformato completamente il mio destino. In Brasile ho studiato ingegneria meccanica, poi educazione fisica… ma è stato il tennis a darmi tutto. Opportunità, relazioni, crescita. È un lavoro che è diventato qualcosa di più: una passione, una scuola di vita. Certo, mi ha tolto anche molto – la quotidianità, la stabilità – ma non cambierei nulla. Mi ha forgiato come persona, e non c’è denaro che possa compensare ciò che ho ricevuto.

Carlos Bernardes alla Davis Cup
Carlos Bernardes al Tennis Club Bergamo

Mindfulness al lavoro: una rivoluzione silenziosa

Come praticare la consapevolezza può trasformare stress, relazioni e leadership nelle organizzazioni moderne

“La mente è come un’ampolla di vetro con dentro acqua e sabbia. Nel turbinìo dei ragionamenti, dei pensieri riguardo al passato ed al futuro ... l’acqua, mescolata con la sabbia, è agitata ed opaca. La pratica mindfulness permette di fermare il vortice nell’ampolla. La sabbia può così lentamente depositarsi sul fondo e l’acqua diviene pulita e trasparente. Con la mente limpida, finalmente abbiamo lo spazio per ascoltare come stiamo, per prenderci cura, per comprendere la realtà ed imparare l’arte di vivere consapevolmente.”

Questa potente metafora di Thich Nhat Hanh descrive con precisione l’essenza della mindfulness: la capacità di riportare calma e chiarezza in un flusso mentale spesso caotico. L’essere umano, a di erenza di altri animali, dedica una porzione significativa del proprio tempo mentale a pensieri disancorati dal presente, oscillando tra ricordi del passato e preoccupazioni per il futuro.

Questo fenomeno, noto come “vagabondaggio della mente”, pur essendo una conquista evolutiva, comporta un costo emotivo non trascurabile: una mente che vaga è spesso anche una mente meno felice.

L’origine del termine

Il termine mindfulness deriva dal sanscrito “sati” e può essere tradotto come presenza mentale, attenzione nuda e consapevolezza nel corpo. Non si tratta di evitare che la mente divaghi – ciò è naturale – ma di sviluppare la capacità di accorgersene e ritornare, intenzionalmente, al momento presente. È, in sostanza, un allenamento alla consapevolezza, un “muscolo” interiore che può essere sviluppato con la pratica costante. Le conseguenze di una mente assorbita da ciò che non sta accadendo sono tangibili: maggiore stress, ridotta lucidità, invecchiamento accelerato e scarsa qualità delle relazioni. La mindfulness interviene su questi fronti, riducendo il rumore inter-

no e migliorando la capacità di distinguere tra realtà oggettiva e interpretazioni soggettive. La pratica può essere coltivata in vari modi: attraverso meditazioni formali (meditazione seduta, camminata, body scan), esercizi di respirazione, yoga o anche semplici pause consapevoli durante la giornata. È fondamentale comprendere che non riguarda solo la mente, ma coinvolge tutto il corpo e l’intero vissuto personale.

L’impatto della mindfulness nel contesto lavorativo

Numerosi studi in neuroscienze dimostrano come la mindfulness promuova la neuroplasticità, influenzando positivamente l’attenzione, la regolazione emotiva, l’apprendimento e la memoria. Sul piano operativo, questo si traduce in una maggiore capacità di concentrazione, una migliore gestione dello stress e una maggiore apertura all’apprendimento continuo. L’ambiente di lavoro ne beneficia in termini di produttività, qualità delle relazioni e soddisfa-

∞ A CURA DI VALENTINA FIBBI

zione personale. Nel management contemporaneo, segnato da complessità e instabilità, la mindfulness si configura come una soft skill cruciale, capace di influenzare positivamente clima, performance e benessere. Per i leader, in particolare, coltivare la consapevolezza consente di riconoscere i propri automatismi, scegliere risposte più e caci alle situazioni e trasmettere un senso di equilibrio al team. I leader mindful contribuiscono ad accrescere il capitale psicologico dell’organizzazione: speranza, ottimismo, autoe cacia e resilienza.

L’importanza

della consapevolezza

Essere leader consapevoli implica anche saper notare segnali sottili, mantenere la coerenza con i propri valori e costruire fiducia attraverso un ascolto autentico. Una leadership di questo tipo crea un

ambiente più positivo, inclusivo e orientato alla crescita condivisa. La mindfulness favorisce relazioni più autentiche e generative, poiché permette di essere realmente presenti nell’incontro con l’altro. Senza consapevolezza, le relazioni diventano superficiali e svuotate di significato. L’allenamento alla presenza ci rende più attenti, empatici e aperti, trasformando l’interazione in uno spazio fertile di riconoscimento reciproco. La di usione di questa competenza all’interno delle organizzazioni rappresenta un cambio di paradigma: dal controllo alla consapevolezza, dalla reattività alla risposta intenzionale. È una leva potente per promuovere un modello di leadership sostenibile, basato su equilibrio interiore, gentilezza, cura e connessione autentica. Praticare mindfulness non significa ritirarsi dal mondo, ma abitare pienamente ogni

istante. È un investimento ad alto rendimento, che ra orza le competenze relazionali e migliora il clima aziendale, potenziando la capacità di a rontare il futuro con chiarezza, equilibrio e impatto positivo.

VALENTINA FIBBI
Mindfulness professional trainer
CEO KIS Keep It Simple (Bergamo), HR Consultant e Coach

Obesità oggi, uno sguardo oltre i numeri

In Italia un adulto su due è in eccesso di peso: un fenomeno in crescita che interroga cultura, abitudini e politiche pubbliche.

Dal 1975 a oggi, l’obesità è triplicata nel mondo. In Italia, in particolare, oltre il 10% della popolazione adulta è obesa e quasi il 30% è in sovrappeso. In Lombardia abbiamo un tasso al 6,1% di obesità, in particolare nei ragazzi, e ci troviamo al 3°/4° posto per tasso di obesità in senso positivo. Ne parliamo con il dott. Rudy Alexander Rossetto, Presidente dell’Ordine dei Biologi della Lombardia.

Presidente Rossetto, come interpreta questi numeri e quali sono, secondo lei, le cause principali di questa crescita?

I numeri dell’OMS e del Ministero della Salute rappresentano un segnale d’allarme, ma anche un’opportunità di riflessione per le istituzioni e i professionisti della salute. La Lombardia, pur mantenendo dati relativamente contenuti rispetto ad altre regioni (ad esempio in Campania il dato si attesta al 18.1%), non è esente dal fenomeno. Le cause sono molteplici: da una parte l’aumento della sedentarietà e il calo dell’attività fisica nei bambini e adolescenti, dall’altra l’abuso di alimenti ultra-processati, ricchi di zuccheri semplici, sale

e grassi saturi. A ciò si somma un impoverimento dell’educazione alimentare, sia in ambito scolastico sia familiare. Siamo di fronte a una crisi che non riguarda solo la nutrizione, ma il modello culturale ed economico in cui viviamo.

Secondo i dati del Ministero della Salute, in Italia circa il 45% della popolazione adulta è in eccesso di peso (oltre il 10% è classificato come obeso) e l’obesità infantile riguarda circa 1 bambino su 3.

Che cosa ci raccontano questi dati sullo stile di vita e sulle abitudini alimentari nel nostro Paese?

Ci raccontano una verità scomoda: abbiamo smarrito il valore della

prevenzione e la centralità della dieta mediterranea, nostro patrimonio culturale e salutistico. Lo stile di vita italiano sta rapidamente convergendo verso modelli meno sani, influenzati da un’alimentazione sbilanciata, dal consumo compulsivo e da un’informazione spesso distorta. La frenesia quotidiana ha ridotto il tempo dedicato alla preparazione dei pasti e alla convivialità, sostituendoli con pasti veloci, poco nutrienti e spesso consumati in solitudine. Sono pochi i modelli che tengono in considerazione l’ambiente urbano, le politiche scolastiche e la scarsa alfabetizzazione nutrizionale, che se non correttamente divulgate contribuiscono a mantenere un ciclo negativo di cile da spezzare.

L’obesità è oggi considerata una delle principali sfide per la salute pubblica a livello globale.

Crede che la società contemporanea favorisca lo sviluppo di questa condizione?

Assolutamente sì. Viviamo in una società “obesogenica”, che favorisce l’accumulo di peso fin dalla nascita. L’ambiente moderno è strutturato per limitare il movimento e incentivare il consumo: automobili al posto delle passeggiate, ascensori al posto delle scale, pubblicità martellanti e cibi ipercalorici a basso costo. Il tempo è diventato una risorsa scarsa, e questo impatta direttamente sulla qualità della vita, del sonno e dell’alimentazione. L’obesità non è solo il risultato di scelte individuali, ma è il prodotto di un sistema che rende di cile fare scelte sane.

Negli ultimi anni si parla di obesità anche in relazione alla genetica e al microbiota intestinale. Quanto pesano le componenti biologiche rispetto a quelle ambientali?

Le componenti biologiche, come la predisposizione genetica e la composizione del microbiota intestinale, giocano sicuramente un ruolo importante, ma non sono deterministiche. L’epigenetica ci insegna che l’ambiente, lo stile di vita e la dieta possono influenzare l’espressione genica. Il microbiota, ad esempio, risente moltissimo dell’alimentazione e di altri fattori ambientali. È quindi fondamentale

considerare un approccio integrato: le componenti biologiche ci aiutano a comprendere meglio le di erenze individuali e a personalizzare gli interventi, ma è sull’ambiente e sulle abitudini quotidiane che possiamo agire concretamente su larga scala.

In molti paesi si sta cercando di combattere l’obesità con interventi a monte, come la regolazionedel marketing alimentare rivolto ai minori o l’etichettatura nutrizionale chiara. Ritiene che siano strumenti e caci?

Sì, e sono strumenti che dovremmo adottare anche in Italia. La regolazione del marketing alimentare, soprattutto nei confronti dei più giovani, è essenziale per contrastare la costruzione di desideri alimentari disfunzionali. L’etichettatura chiara, semplice e leggibile può aiutare i consumatori a compiere scelte più consapevoli, ma deve essere accompagnata da campagne educative e da una cultura della prevenzione a livello scolastico, istituzionale e comunitario. La lotta all’obesità non può basarsi solo sulla responsabilità individuale: servono politiche pubbliche che mettano al centro la salute e la dignità delle persone, come il Disegno di Legge unificato “Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità ”, recentemente approvato dall’Aula della Camera dei deputati, che introduce un nuovo quadro normativo per a rontare l’emergenza

RUDY ALEXANDER ROSSETTO

Presidente

Ordine dei Biologi della Lombardia

sanitaria e riconosce l’obesità come malattia cronica progressiva. Questo disegno di legge permetterà ai pazienti a etti da obesità l’accesso a percorsi strutturati e riconosciuti dal SSN, anche attraverso i livelli essenziali di assistenza. Come Presidente dell’Ordine dei Biologi della Lombardia, ho espresso profonda soddisfazione per l’approvazione di questo provvedimento, frutto del lavoro condiviso nei tavoli tecnici e nei Comitati Scientifici come l’intergruppo consiliare “Diabete, obesità e stili di vita” di Regione Lombardia. Un esempio di questa attenzione è il World Obesity Day Summit, un evento annuale organizzato dal nostro Ordine che ha lo scopo di formare i professionisti, aprire un dialogo interdisciplinare e sensibilizzare i cittadini sui rischi dell’obesità, sulla prevenzione e sulla corretta gestione della malattia.

DOTT.

Frutta estiva: un alleato naturale per il benessere durante la stagione calda

Dai benefici nutrizionali all’idratazione, passando per gusto, versatilità e consigli utili per un consumo consapevole e bilanciato.

Con l’arrivo dell’estate, l’alimentazione può essere organizzata consapevolmente per supportare il benessere dell’organismo, sfruttando le risorse offerte dalla natura. In questa stagione, infatti, aumenta la disponibilità di frutti dolci, succosi e ricchi di composti benefici, come fragole, ciliegie, lamponi, mirtilli, more, prugne, albicocche, pesche, meloni e angurie. Oltre a rappresentare una scelta gustosa e rinfrescante, la frutta estiva può svolgere un ruolo attivo nel mantenimento dell’equilibrio idrico, nel supporto immunitario e nella prevenzione dei disturbi legati al caldo.

Le caratteristiche nutrizionali

Una delle principali caratteristiche nutrizionali della frutta estiva è l’elevato contenuto di acqua, spesso superiore all’85-90%. Questo parametro la rende particolarmente indicata per contrastare la disidratazione nei mesi più caldi, soprattutto in soggetti a rischio, come anziani, bambini e sportivi. Il consumo regolare di questi frutti può

aiutare a prevenire sintomi legati alla perdita di liquidi, come astenia, crampi muscolari, cefalea e ipotensione, migliorando il comfort termico e il recupero dopo l’esercizio fisico. Oltre all’acqua, questi frutti apportano una quantità significativa di sali minerali come potassio e magnesio, fondamentali per mantenere l’equilibrio elettrolitico e sostenere

la funzione neuromuscolare. Il potassio, in particolare, è essenziale per la regolazione della pressione arteriosa, mentre il magnesio partecipa a oltre 300 reazioni enzimatiche coinvolte nel metabolismo energetico. Dal punto di vista vitaminico, la frutta estiva è una fonte eccellente di micronutrienti con funzione antiossidante e immunomodulante. La vitamina C, presente in abbondanza in fragole, lamponi e meloni, supporta le difese immunitarie, promuove la sintesi del collagene e facilita l’assorbimento del ferro. Frutti come albicocche, pesche e meloni apportano quantità rilevanti di beta-carotene, un precursore della vitamina A, utile per la salute della pelle, la fotoprotezione e la funzione visiva. I pigmenti naturali responsabili della colorazione intensa della frutta estiva non hanno solo una valenza estetica, ma rappresentano vere e proprie molecole bioattive. Gli antociani, che conferiscono i colori rosso, viola e blu a ciliegie, more, lampo-

ni e mirtilli, esercitano un e etto antiossidante e antinfiammatorio. I carotenoidi, presenti nei frutti arancioni e gialli, contribuiscono alla protezione cellulare contro lo stress ossidativo e alla prevenzione dell’invecchiamento precoce e di alcune patologie cronico-degenerative. Un altro elemento di grande interesse è il contenuto in fibra alimentare, che favorisce la regolarità intestinale, contribuisce al controllo del colesterolo e della glicemia post-prandiale e promuove il senso di sazietà.

Varietà per tutti i gusti!

Dal punto di vista gastronomico, la frutta estiva è estremamente versatile: può essere consumata al naturale, all’interno di macedonie, frullati, estratti e sorbetti, ma anche inserita in piatti salati come insalate, carpacci di pesce o piatti unici freddi. Il consumo di frutta può rappresentare anche un momento educativo, soprattutto per i bambini, contribuendo all’educazione al gusto e all’acquisizione di corrette abitudini alimentari. O rire la frutta in modo creativo – a spiedini, in coppette colorate o abbinata a yogurt – può incentivare l’assunzione regolare fin dalla prima infanzia.

L’importanza di un’assunzione bilanciata

Pur essendo un alimento salutare, la frutta estiva non è esente da controindicazioni. Alcuni frutti, come le fragole, sono tra i principali alimenti potenzial-

DOTT.SSA FEDERICA BELOTTI

Dietista

Humanitas Gavazzeni – Bergamo

Studio medico – Trescore Balneario, FIOS MED – Osio Sotto, Dietetica su Misura – Treviglio ORTOPEDIA TECNICA

mente allergizzanti e possono scatenare reazioni cutanee o gastrointestinali nei soggetti predisposti. Pesche, albicocche e anguria, invece, contengono zuccheri fermentabili (FODMAP) che possono peggiorare i sintomi nei pazienti con sindrome dell’intestino irritabile (IBS). Per i pazienti con diabete mellito, la frutta estiva può far parte della dieta quotidiana, ma con alcune accortezze. Il primo aspetto da considerare è la quantità: il consumo deve avvenire in porzioni controllate, tenendo conto del contenuto di zuccheri semplici naturalmente presenti nei frutti. Inoltre, una strategia utile per rallentare l’assorbimento degli zuccheri e attenuare la risposta glicemica consiste nell’abbinare la frutta a una fonte proteica o lipidica. Alimenti come yogurt bianco non zucche-

rato, frutta secca oleosa (noci, mandorle, nocciole, anacardi, ecc.) o semi (chia, lino, zucca, ecc.) contribuiscono a rallentare la velocità di svuotamento gastrico e, di conseguenza, l’assorbimento degli zuccheri. Questo accorgimento aiuta a mantenere un miglior controllo glicemico e può essere personalizzato in base alle esigenze nutrizionali individuali. L’educazione alimentare e l’automonitoraggio della glicemia post-prandiale rimangono strumenti fondamentali per valutare l’impatto individuale dei diversi frutti e personalizzare le scelte in modo sicuro ed e cace. Non esistono divieti assoluti, ma una gestione informata e bilanciata dell’alimentazione.

Scelte consapevoli per una salute sostenibile Insomma, variare il consumo di frutta estiva, alternando colori e tipologie diverse, permette di ampliare l’apporto di fitocomposti benefici e vitamine, sfruttando appieno la ricchezza nutrizionale della stagione. Quando possibile, è preferibile scegliere prodotti freschi, locali e di stagione, che conservano un contenuto vitaminico più elevato e riducono l’impatto ambientale legato alla filiera lunga. Integrare la frutta estiva nella dieta quotidiana in maniera consapevole e bilanciata è una strategia semplice, naturale e sostenibile per promuovere salute e benessere lungo tutta la stagione calda.

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Quando l’aiuto diventa disinformazione

Un’indagine del quotidiano The Guardian ha analizzato i 100 video più visualizzati su TikTok sotto l’hashtag #mentalhealthtips, rivelando che 52 contenuti su 100 risultavano fuorvianti o addirittura pericolosi

Parlare di salute mentale, oggi, è diventato più comune e – almeno in apparenza – più semplice. I social network, in particolare TikTok, sono diventati spazi in cui migliaia di ragazzi cercano conforto, consigli e risposte. Ma è davvero così sicuro a darsi a un video da 30 secondi per capire cosa ci sta succedendo dentro?

Secondo un’inchiesta condotta dal quotidiano inglese The Guardian, la risposta è no. Analizzando i 100 video più popolari pubblicati su TikTok con l’hashtag #mentalhealthtips, è emerso che oltre il 50% dei contenuti risultava impreciso, fuorviante o apertamente scorretto. Una percentuale allarmante, soprattutto se si considera che proprio quei video – semplici, veloci e “condivisibili” – sono tra le principali fonti di informazione psicologica per adolescenti e giovani adulti.

Le categorie della disinformazione I contenuti analizzati tendono

spesso a semplificare esperienze complesse o a “psicologizzare” momenti di disagio comune. La tristezza diventa subito depressione, un litigio viene interpretato come segnale di disturbo borderline, un momento d’ansia viene etichettato come crisi di panico. I sintomi reali, che andrebbero valutati da professionisti, si confondono con esperienze quotidiane, generando confusione. Un altro aspetto critico riguarda il linguaggio: termini clinici come “disturbo bipolare” o “PTSD” vengono usati in modo improprio o metaforico, spesso da chi non ha alcuna competenza nel campo. Il risultato? Una valanga di autodiagnosi sbagliate e una crescente di coltà, da parte dei giovani, nel distinguere tra disagio e patologia. Amber Johnston, psicologa accreditata dalla British Psychological Society, spiega che questi contenuti “sembrano volerci rassicurare, ma finiscono per semplificare troppo. Non tutte le ferite interiori hanno lo stesso signifi-

cato e non possono essere riassunte in un reel virale”.

Quando il consiglio

fa più male che bene

C’è poi un altro rischio, meno visibile ma altrettanto grave: quello di banalizzare il dolore. Alcuni video propongono “rimedi” rapidi come mangiare un’arancia sotto la doccia o scrivere per 15 minuti al giorno per guarire da un trauma. Non è solo una questione di e cacia (spesso nulla), ma anche di responsabilità: suggerire che la so erenza possa svanire con una tecnica improvvisata rischia di frustrare chi ci prova e non ci riesce, alimentando senso di fallimento e solitudine. Secondo Dan Poulter, psichiatra e membro del Parlamento britannico, l’autodiagnosi e la cattiva informazione online stanno diventando una nuova forma di disagio: “Stiamo trasformando emozioni normali in malattie, togliendo spazio alla complessità dell’esperienza umana”. Anche David Okai, consulente

neuropsichiatra, sottolinea come l’uso scorretto del linguaggio clinico stia contribuendo a una visione distorta della salute mentale: “C’è chi si riconosce in una parola ascoltata online, ma quella parola può non avere nulla a che vedere con la sua reale condizione”.

Dalla fragilità

alla consapevolezza

L’indagine del Guardian solleva una questione fondamentale: chi informa chi? In un mondo in cui chiunque può diventare “esperto” in pochi secondi, è importante riscoprire il valore della cura autentica, fatta di ascolto, tempo e relazione. Non è un caso se numerosi parlamentari britannici stanno chiedendo una maggiore regolamentazione dei contenuti legati alla salute mentale, in particolare per tutelare i minori. TikTok, dal canto suo, a erma di rimuovere in media il 98% dei contenuti

dannosi prima che vengano segnalati. Ma non basta. Gli algoritmi premiano l’emotività, l’impatto immediato, non la precisione scientifica. E i contenuti più popolari non sono necessariamente quelli più a dabili. Allora, cosa possiamo fare? La risposta non sta nel chiudere i social, ma nell’usare uno sguardo critico. Condividere un’esperienza personale può essere utile, persino terapeutico. Ma non equivale a una diagnosi, né sostituisce l’intervento di uno psicologo, uno psichiatra o uno psicoterapeuta qualificato.

Un passo alla volta, senza scorciatoie

La salute mentale merita tempo, rispetto e attenzione. Non ci sono scorciatoie valide, né verità universali in formato breve. Cercare supporto è un atto di coraggio, e farlo con consapevolezza è il primo

passo per stare davvero meglio. Se un video ti fa sentire meno solo, ben venga. Ma se un contenuto ti confonde, ti spaventa o ti convince di qualcosa che non sai spiegare, il consiglio è uno solo: parlane con chi è davvero in grado di aiutarti.Prendersi cura di sé significa anche scegliere con attenzione a chi a dare il proprio malessere. Non lasciamo che la viralità decida al posto nostro.

A rontare e guarire le ferite dell’anima in coppia

L’amore come guida nel viaggio dell’anima

L’amore, luce che apre le porte all’evoluzione e all’abbondanza, dovrebbe guidare ogni nostro intento personale e relazionale, ma per arrivarci c’è un intero “viaggio dell’eroe” da vivere insieme. Oramai sappiamo che ogni attaccamento crea miseria e malattia, mentre il sano distacco crea abbondanza e salute. E sappiamo altrettanto bene che questo è un “pianeta scuola”, fondato sulla dualità e sulla “legge del pendolo” tra fasi di luce e fasi di ombra, e che non saremmo qui se non avessimo ancora tante brame, attaccamenti e ombre da portare alla luce e trasmutare. La relazione intima con un altro essere umano ci o re l’opportunità di riaprire antichi scenari di conflitti, ferite e dolore rimosso nel nostro inconscio. Per questo è importante tenere sempre presente, come meta-pensiero, l’essenza dell’amore maturo e sano. Esso ci guiderà ad attraversare le nostre e altrui miserie, reattività e loop infernali con presenza e consapevolezza per arrivare alla rottura degli schemi disfunzionali nostri e del partner, che la relazione inevitabilmente attiverà. È di cruciale importanza

quando uno dei due perde lucidità e presenza, cadendo preda dell’archetipo dell’“orfano ombra” e dei suoi demoni, che l’altro risponda ai tentativi di manipolazione adottando il sano distacco, oltre il triangolo di Karpman e i suoi rigidi ruoli Carnefice-Vittima-Salvatore.

Il potere

del distacco consapevole

Per far questo, dobbiamo essere capaci di attivare il nostro “Guerriero” e “Angelo custode” interiore in luce, scegliendo di rinunciare all’illusione del controllo, dell’iperprotezione e dominio sull’altro

DOTT.SSA

per paura della perdita. Rimanendo disponibili, ma non a disposizione. Lasciando l’altro per il tempo necessario nel suo isolamento, o rendo poi ascolto, vicinanza, sostegno e amore quando l’altro ha terminato il suo “processo interiore” e torna ad aprirsi a noi, senza però assecondarne i capricci, i dispetti, gli attacchi e le richieste infantili nella fase in cui a ronta la sua ferita primaria. Dopo ogni “Missione” di questo tipo, se sono riusciti a far fallire la manipolazione trasmutando il “drago” in “tesoro”, arriva un nuovo “periodo d’oro”, ricco di abbondanza, energia, opportunità, crescita, armonia e verticalità per la coppia. Ma il “Viaggio dell’eroe” personale e di relazione continua e, per ogni drago abbracciato e domato, ce ne sarà un’altro pronto ad aspettarci dietro l’angolo alla prossima oscillazione del pendolo.

L’equilibrio tra aiuto e autonomia Passando dalla teoria alla pratica, è inutile negare che tutto ciò divenga molto più complesso, soggettivo e soprattutto dolorosissimo quando si passa dall’innamoramento alle fasi successive. Ogni coppia dovrà cercare il suo specifico processo di guarigio-

ne in base al livello evolutivo dei partners, al tipo di ferite in gioco e soprattutto alla fase del rapporto che si sta vivendo. Il confine fra aiutare attivamente e lasciar spazio all’altro per accrescere la sua autonomia nasce proprio dal tipo di comunicazione che riceviamo e dall’intento che la muove. Se si tratta di messaggi egoici: gelosia, accuse, vittimismo, possessività, minacce, punizioni, competizione verso chi o cosa assorbe l’attenzione dell’altro/a nei suoi spazi individuali, l’unica soluzione è restare fermi, evitare di andare in reazione, distaccarsi per provare a vincere entrambi la battaglia contro i propri draghi dell’Ego, abbracciandoli e prendendocene cura fino a trasmutarli in alleati.

Amore autentico: veleno o medicina dell’anima Solo a quel punto, se entrambi

i partners fanno cadere e fallire ogni tentativo di manipolazione, lasciando il partner frammentato nel suo “isolamento dell’orfano”, così che possa a rontare e lasciar uscire il proprio dolore fino a trovare il coraggio di essere onesto con sé stesso, si attiveranno il “Guerriero” che protegge i propri confini del cuore e “l’Angelo custode” che lo nutre e se ne prende cura senza più proiettare i propri bisogni infantili sull’altro. Così facendo si arriva a rinunciare alle difese manipolative, a cercare nuove risorse, verità, talenti, ricreando dentro di sé il rapporto bambino-genitore buono che è mancato. In questi casi, la comunicazione rimane attiva, ma solo per fare da specchio all’altro a nché possa vedere chiaramente le proprie ombre prive d’amore, ma senza mai colludere con le sue richieste egoiche. Se,

invece, il/la partner in di coltà ha raggiunto un livello di presenza e consapevolezza tale da provare ancora molto dolore, ma senza colpevolizzare più l’altro perché comprende benissimo che il partner non gli appartiene, non ha il dovere di compiacerlo/a rinunciando al proprio “viaggio personale” e soprattutto sta svolgendo un servizio sacro riaprendo quelle ferite a nché lui/ leo possa guardarle, riviverle e guarirle, allora la vicinanza e il sostegno diventano preziosissimi, direi indispensabili, e dovrebbero venire spontanei, dal cuore, senza alcuna riserva.

Non dimentichiamo che l’amore è il pharmakon, ossia il veleno e la cura. Veleno quando l’intento è egoico, ma diviene cura quando mosso dall’amore autentico per il viaggio dell’anima proprio e altrui.

Estate in dolce attesa

Consigli pratici e piccoli trucchi per vivere una gravidanza serena anche nei mesi più caldi

La gravidanza è sempre un momento unico nella vita di una donna: apporta cambiamenti importanti nel suo modo di essere, di percepire le emozioni e l’ambiente che la circonda. In questo cammino la stagione estiva, soprattutto a causa di viaggi e caldo, può far sorgere pensieri e preoccupazioni. Ecco i consigli della dott.ssa Monica Vitali, ostetrica e osteopata.

L’importanza dell’idratazione

Secondo l’EFSA (European Food Safety Authority) la dose giornaliera consigliata di acqua, che si attesta generalmente intorno ai 1,5-2 litri, durante la gestazione dovrebbe aumentare di almeno 300 ml al dì. Bere acqua aiuta non soltanto a eliminare le tossine, ma favorisce anche la corretta digestione e garantisce il naturale assorbimento delle sostanze nutritive essenziali. Inoltre, la corretta crescita del bambino nel grembo materno necessita di condizioni

fisiche ottimali: una corretta idratazione, infatti, risulta fondamentale durante la gestazione per produrre liquido amniotico e per aiutare ad aumentare il volume del sangue. Il plasma rappresenta circa 3 litri negli adulti. In gravidanza il volume plasmatico aumenta fino al 40-50% al di sopra del valore pre-gravidanza. Questo aumento del volume sanguigno serve per la vascolarizzazione della placenta che consente lo scambio materno-fetale di sostanze nutritive e altri composti. Per una donna gravida è sicuramente consigliato che l’acqua sia a basso contenuto di sodio, perché aiuta a combattere la ritenzione idrica e il gonfiore, molto frequenti in gravidanza, e ricca di calcio, altamente assimilabile. Inoltre, per stimolare la corretta digestione, l’acqua dovrebbe avere un pH leggermente acido o neutro, tra 5 e 7,5. Meglio invece evitare bevande tè, ca è e alcolici in quanto favoriscono la di-

sidratazione. Anche la dieta mediterranea è un ottimo rimedio contro i fastidi estivi: frutta e verdura di stagione, pasta, cereali e legumi, pesce, olio d’oliva, sono i principali alimenti da assumere in estate e ancor più in gravidanza.

I rimedi contro le gambe gonfie Uno dei problemi più fastidiosi, del periodo estivo è il gonfiore alle gambe, che tendono a lievitare di pari passo con il “pancione”. Le gambe gonfie, il senso di irrequietezza, la notte disturbata dai crampi e bruciori sono la conseguenza dell’accumulo di liquido tra i capillari, dilatati e resi meno elastici dal caldo. Per aggirare l’ostacolo è consigliabile muoversi, camminare almeno per mezz’ora ogni giorno (meglio se nell’acqua), così da stimolare la circolazione e contrastare la ritenzione idrica tra i vasi sanguigni.

Mai senza la protezione solare Durante la gestazione si può in-

∞ A CURA DELLA DOTT.SSA MONICA VITALI

correre in un fenomeno definito cloasma gravidico, detto anche maschera della gravidanza, che generalmente riguarda il 50/70% delle donne. Si tratta di un’alterazione della pigmentazione della pelle con comparsa di macchie scure (in donne con pelle chiara) o chiare (in donne con pelle scura) che colpisce soprattutto il volto e in particolare zigomi, labbro superiore, naso, fronte. La causa è l’accumulo di melanina, favorito dalla produzione degli ormoni durante la gravidanza. Abbronzandosi, l’epidermide si scurisce e, dove sono presenti accumuli di melanociti, si iperpigmenta. Ecco perché è consigliata una crema ad alto fattore di protezione solare +50 contro i raggi UVA e UVB, come quelle dedicate ai bambini e ai neonati. L’ideale sarebbe utilizzarla tutto l’anno, non solo nei mesi estivi, al posto della classica crema idratante. Un’altra precauzione importante, ancora di più per le donne in attesa, è evitare di uscire negli orari centrali della giornata poiché il caldo provoca una vasodilatazione sanguigna aumentando il rischio di ipotensione. È meglio quindi approfittare di queste ore per riposare, possibilmente in un luogo fresco in modo da recuperare il sonno che spesso si perde di notte. Se non si può andare al mare o in piscina, un rimedio “casalingo” potrebbe essere quello di un bel bagno con acqua tiepida e amido di riso o avena colloidale, che hanno una lieve azione assorbente e rinfrescante.

Aria condizionata sì, ma con parsimonia

Per ridurre la sensazione di calore può essere utile ricorrere all’uso di climatizzatori, in grado di abbassare non solo la temperatura ma anche il livello di umidità che in estate rende il caldo ancora più insopportabile. È opportuno però non esagerare con le basse temperature: 5-6 gradi in meno

rispetto all’esterno sono sucienti per ottenere una condizione di benessere. Viceversa, una di erenza troppo marcata espone a bruschi sbalzi termici che possono provocare ra reddori e mal di gola.

Viaggiare consapevolmente

Non è sconsigliato viaggiare, anzi. L’importante è scegliere il mezzo più adatto che le permetta la possibilità, almeno ogni due ore, di potersi alzare e camminare, fondamentale per evitare stasi venose che comporterebbero problematiche alla madre e meno ossigenazione per il nascituro. Non c’è di erenza tra vacanze in montagna, al lago, al mare o in piscina, tutte le destinazioni sono adatte. Il mare e la piscina sono l’ideale, in quanto si può praticare il nuoto durante tutti i nove mesi. Bene anche la montagna, dove si possono fare passeggiate a contatto con la natura, facendo attenzione a non salire a più di 2000 m di altitudine per evitare l’iperventilazione. In sostanza, non ci sono problemi purché il

DOTT.SSA MONICA VITALI

Ostetrica, Osteopata, Consulente Sessuale

Centro Italiano Pavimento Pelvico®, Bergamo

viaggio sia breve e all’insegna del relax, senza nessun tipo di stress o forma di stanchezza. Un ultimo consiglio è quello di portare con sé un ventaglio, o un vaporizzatore con acqua termale, due ottimi alleati. La gravidanza non è una malattia: se non c’è pressione alta, diabete o altri disturbi, la futura mamma può andare dappertutto, pur con le dovute attenzioni e secondo il parere della propria ostetrica e/o del ginecologo.

Alimentazione e infanzia: come comportarsi?

Dalla società italiana di Pediatria una guida pratica per una crescita sana, attiva e consapevole

Una corretta alimentazione fin dalla prima infanzia è essenziale per una crescita psico-fisica sana e armoniosa. Lo ribadisce la Società Italiana di Pediatria (SIP), che mette a disposizione delle famiglie indicazioni pratiche per sostenere bambini e adolescenti in un percorso di benessere quotidiano.

L’importanza di una corretta alimentazione

Secondo la SIP, l’alimentazione durante l’infanzia è un elemento centrale per garantire lo sviluppo armonico. I bambini fino ai 12 anni dovrebbero consumare almeno cinque pasti al giorno – colazione, pranzo, cena e due spuntini. La dieta consigliata è quella mediterranea, considerata un modello nutrizionale completo e salutare. In quanto privilegia alimenti di origine vegetale come frutta, verdura, cereali integrali, legumi e frutta secca. L’olio extravergine di oliva è il grasso di condimento raccomandato, mentre il consumo di proteine animali deve essere bilanciato. Particolare attenzione va posta alla colazione, spesso sottovalutata

ma fondamentale per a rontare la giornata con energia e concentrazione. È importante anche evitare o ridurre fortemente gli alimenti ricchi di grassi saturi e zuccheri aggiunti, come snack confezionati e bevande zuccherate. L’acqua deve essere la principale fonte di idratazione. Mangiare tutti insieme rappresenta un’abitudine preziosa: i pasti condivisi non solo favoriscono un’alimentazione più consapevole e regolata, ma ra orzano anche il legame a ettivo e il dialogo tra genitori e figli. Secondo la SIP è inoltre importante educare alla consapevolezza delle porzioni, adeguandole all’età e ai reali fabbisogni nutrizionali del bambino.

La piramide del movimento Oltre alla corretta alimentazione, un altro pilastro fondamentale per la salute è il movimento. Per promuoverlo, la SIP propone la Piramide dell’attività fisica e motoria, un utile strumento visivo pensato per bambini, ragazzi e genitori che fornisce esempi concreti e semplici di attività da svolgere. La base della piramide suggerisce comportamenti da

integrare nella vita di tutti i giorni: camminare per andare e tornare da scuola, usare le scale invece dell’ascensore, aiutare nei piccoli lavori domestici. Almeno quattro o cinque giorni a settimana si raccomanda di svolgere giochi all’aperto, che stimolino il movimento in modo naturale. Attività motorie organizzate, come sport individuali o di squadra, andrebbero praticate tre o quattro volte a settimana. Discipline come nuoto, ginnastica, atletica, sci, pallavolo, basket o tennis contribuiscono allo sviluppo dell’apparato muscolo-scheletrico e favoriscono il benessere psico-fisico. Una volta a settimana è consigliabile svolgere un’attività all’aperto in famiglia, come una passeggiata o una gita, per unire il movimento al tempo di qualità insieme. Anche il tempo trascorso davanti agli schermi va monitorato: la SIP raccomanda di non superare un’ora al giorno con i videogiochi.

Parlare di peso con i figli: equilibrio e ascolto

Quando si parla di salute e benessere, non si può trascurare il rapporto con il proprio corpo e

∞ A CURA DI SARA CARRARA

con il cibo. Per questo la SIP ha realizzato, già nel 2017, una guida rivolta ai genitori per aiutarli ad a rontare con i figli il tema del peso corporeo con empatia e rispetto. Parlare di peso, infatti, può essere un argomento delicato, soprattutto in adolescenza. Un approccio errato, giudicante o colpevolizzante può provocare un senso di inadeguatezza o vergogna, che a sua volta può sfociare in comportamenti disfunzionali o addirittura in disturbi alimentari. La guida invita i genitori a utilizzare un linguaggio positivo, non stigmatizzante, focalizzato non sull’aspetto estetico ma sul benessere generale. È fondamentale evitare commenti negativi sul corpo e utile promuovere abitudini sane, come mangiare in modo equilibrato, fare sport e dormire bene. I figli vanno coinvolti in questo percorso, ascoltando la loro opinione e lasciando spazio

al confronto. Uno degli aspetti più importanti sottolineati dalla SIP è quello del dialogo in famiglia: i figli devono sentirsi accolti e liberi di esprimere i propri vissuti. Spesso, infatti, chi ha un problema di sovrappeso fatica a parlarne per vergogna o senso di colpa. Creare un ambiente familiare empatico, non giudicante, aiuta a superare il disagio e a costruire un rapporto più sereno con il cibo e con il proprio corpo.

Superare lo stigma e favorire l’autostima

Lo stigma legato all’aspetto fisico è un fattore che può incidere profondamente sul benessere psicologico. La discriminazione, anche implicita, può influenzare negativamente l’autostima e aumentare il rischio di obesità, creando un circolo vizioso di cile da spezzare. La SIP sottolinea che lo stigma familiare è tra i più dan-

MindFit Clinic

nosi: i bambini che si sentono criticati o giudicati in casa possono sviluppare un rapporto conflittuale con il cibo e con la propria immagine corporea. Educare i figli al rispetto di sé e degli altri, all’accettazione della diversità e alla valorizzazione delle proprie qualità è un passaggio fondamentale per aiutarli a crescere forti e sicuri. Normalizzare il tema del peso e a rontarlo con serenità, consente di intervenire in modo e cace e duraturo. In definitiva, è possibile e doveroso accompagnare i figli nella costruzione di uno stile di vita sano, basato su buone abitudini, movimento e dialogo.

I nostri servizi:

Psicoterapia individuale, di coppia e familiare

Psicologia clinica, sportiva e dell’età evolutiva

Psicologia giuridica – CTP e CTU

Terapia EMDR per trauma e stress

Sessuologia clinica

Logopedia e disturbi del linguaggio

Neurologia

Fisioterapia e Osteopatia

Nutrizione

Pedagogia e sostegno alla genitorialità

Neuropsichiatria infantile

Tutoraggio DSA e ADHD

Training scolastico personalizzato

Adolescenti fragili: quando l’arte cura il silenzio

Si è conclusa con successo l’esperienza del progetto “Gruppo ad Arte”, promosso dal Rotary Club Bergamo Sud a favore degli utenti della Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza dell’ASST Papa Giovanni XXIII

Un’arte che cura: adolescenti fragili trovano voce nei colori

Si è recentemente concluso con risultati positivi “Gruppo ad Arte”, progetto artistico-terapeutico promosso dalla Direzione Socio Sanitaria e dall’unità di Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza della ASST Papa Giovanni XXIII, con il sostegno del Rotary Club Bergamo Sud. L’iniziativa ha coinvolto adolescenti portatori di fragilità psichiche, in particolare ragazzi e ragazze che faticano a esprimere a parole il proprio disagio interiore. Per molti di loro, il corpo diventa il primo canale di comunicazione, manifestando il malessere con disturbi alimentari, comportamenti autolesivi o sintomi somatici. Da qui l’intuizione di o rire un contesto espressivo non verbale, che consentisse ai giovani di comunicare emozioni e vissuti attraverso pittura, fotografia, disegno, cucito e musica. Un’arte che non è solo creatività, ma vero

e proprio strumento terapeutico, capace di stimolare il contatto con la propria interiorità e attivare un processo trasformativo. Il progetto si è sviluppato come un laboratorio condiviso, un “luogo sicuro” in cui fare insieme, guidati da professionisti con competenze artistiche e psicologiche. Fondamentale, in questo percorso, è stata la combinazione tra l’espressione individuale e la relazione con l’altro.

Un laboratorio per ascoltare senza parole Lo scorso 7 giugno, le famiglie e gli operatori del servizio hanno potuto vivere un momento emozionante: la presentazione delle opere realizzate dai ragazzi, espressione tangibile del percorso fatto insieme. Tra le creazioni, anche un grande arazzo di 3 metri per 3, che resterà esposto in modo permanente nell’atrio del padiglione 4 della Casa di Comunità di Borgo Palazzo. Un’o -

pera simbolica, che rappresenta non solo la bellezza del lavoro collettivo, ma anche il valore del riconoscimento pubblico dato ai vissuti degli adolescenti coinvolti. « Sempre più spesso incontriamo ragazzi che non riescono a raccontare il proprio disagio – ha spiegato la dott.ssa Patrizia Maria Carla Stoppa, direttrice della Struttura Complessa di Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza della ASST Papa Giovanni XXIII e portavoce del gruppo di lavoro

∞ A CURA DI IVANA GALESSI

composto dalle psicologhe Sara Sirtoli e Susanna Ambrosino, dalla terapista della riabilitazione psichiatrica Federica Fuselli e dal disegnatore e fotografo Mario Albergati –. Sono le cosiddette “bocche mute”, giovani che so rono ma non parlano. “Gruppo ad Arte” nasce per o rire uno spazio altro, dove l’arte diventa mezzo per raccontarsi e iniziare un processo di integrazione psichica». Un’esperienza, aggiunge Stoppa, ispirata al concetto di “oggetto transizionale” elaborato da Winnicott: un ponte tra mondo interno ed esterno, dove poter sperimentare e lasciare una traccia di sé.

Quando la creatività diventa cura A credere e investire nel progetto è stato anche il Rotary Club Bergamo Sud. «Desidero ringraziare Delfina Fagnani e tutto il Club per la sensibilità con cui hanno sostenuto questa iniziativa – ha

dichiarato Francesco Locati, Direttore Generale della ASST Papa Giovanni XXIII –. Progetti come questo rappresentano un complemento importante alla cura clinica, perché integrano una dimensione relazionale ed espressiva fondamentale per a rontare la fragilità psichica, soprattutto nei più giovani». Il Dipartimento di Salute Mentale dell’ASST, sottolinea Locati, si impegna da tempo per attivare percorsi innovativi, che uniscano competenza e umanità, in un’ottica di cura globale. Non solo terapia farmacologica, quindi, ma attenzione alla persona, alle sue risorse creative e al contesto familiare e sociale in cui vive. La condivisione, il fare insieme, il riconoscimento reciproco sono elementi chiave in un processo che punta a ra orzare l’identità dei ragazzi, stimolare il pensiero simbolico e favorire nuove modalità di relazione.

Il futuro del progetto: continuità e speranza

Soddisfazione e speranza anche da parte di Delfina Fagnani, presidentessa del Rotary Club Bergamo Sud, che ha sottolineato il valore di un’esperienza capace di “ favorire la socializzazione fra i ragazzi e una maggiore comprensione dei loro malesseri attraverso espressioni ludico-creative”. L’auspicio, ha dichiarato, è che questo laboratorio possa fungere da modello per iniziative analoghe e continuare come Service anche nel prossimo anno rotariano. Gruppo ad Arte” non si ferma qui: nuovi laboratori sono in programma per proseguire il cammino intrapreso, o rendo continuità a un percorso che, attraverso l’arte, aiuta adolescenti fragili a uscire dal silenzio, a ritrovare una voce e, passo dopo passo, a riscrivere la propria storia.

ANNI

Depressione e demenza: un legame che si estende dalla mezza età alla terza età

Nuove evidenze scientifiche rivelano come la depressione, anche in età adulta, possa aumentare significativamente il rischio di sviluppare demenza negli anni successivi.

Una recente ricerca pubblicata sulla rivista scientifica eClinicalMedicine ha messo in luce un collegamento importante tra depressione e demenza, mostrando che la depressione non è solo un disturbo tipico della terza età, ma può comparire anche molto prima e fungere da indicatore precoce per un aumento del rischio di declino cognitivo. Lo studio è stato condotto da Jacob Brain e Maha Alshahrani, insieme a un gruppo di ricercatori provenienti dall’Institute of Mental Health e dalla School of Medicine dell’Università di Nottingham, dall’Università di Adelaide e dal Dementia Centre of Excellence della Curtin University in Australia. Seguendo migliaia di persone per un lungo periodo, gli studiosi hanno osservato che chi so re di depressione in età intermedia, compresa tra i 40 e i 64 anni, ha una probabilità significativamente più alta di sviluppare demenza in seguito, rispetto a chi non manifesta disturbi depressivi. Questo dato suggerisce

un’importante ridefinizione del ruolo della depressione nel contesto della salute mentale e neurologica, evidenziando come essa possa non essere un problema esclusivamente psichico o temporaneo, ma un potenziale fattore di rischio per patologie neurodegenerative gravi. La depressione in mezza età, quindi, diventa un segnale da non sottovalutare, un campanello d’allarme per medici e pazienti, soprattutto in un’ottica di prevenzione a lungo termine.

Mezza età e incremento del rischio di demenza

L’indagine ha quantificato con precisione il rischio: le persone che so rono di depressione in età intermedia presentano un aumento del 20-25% del rischio di sviluppare demenza rispetto a chi non so re di depressione. Questo dato emerge chiaramente dall’analisi dei dati epidemiologici e rimane significativo anche dopo aver escluso altre condizioni mediche comunemente associate al

declino cognitivo, come malattie cardiovascolari, diabete e ipertensione. Inoltre, lo studio ha rilevato che la depressione diagnosticata in età più avanzata, cioè dopo i 65 anni, è associata a un rischio ancora maggiore, con un incremento fino al 70%. Questo dato suggerisce che, sebbene la depressione in mezza età costituisca un importante fattore di rischio, il disturbo depressivo nella terza età rappresenta un indicatore ancor più forte di possibile demenza imminente. Tali dati evidenziano come sia fondamentale riconoscere e trattare la depressione a ogni età, ma soprattutto in quelle fasi della vita in cui un intervento precoce può avere un impatto rilevante sulla prevenzione del declino cognitivo. Sottovalutare la depressione in queste fasce d’età significa perdere una finestra preziosa per intervenire in modo e cace.

I possibili meccanismi biologici Il legame tra depressione e de-

menza è complesso e ancora oggetto di studio, ma gli autori dello studio hanno indicato alcune ipotesi biologiche plausibili. La depressione cronica sembra provocare un’alterazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, con una produzione eccessiva e prolungata di cortisolo, l’ormone dello stress. L’esposizione continua a livelli elevati di cortisolo può danneggiare l’ippocampo, un’area cerebrale cruciale per la memoria e la regolazione emotiva, la cui degenerazione è una caratteristica tipica della demenza. Oltre a questo, la depressione è associata a uno stato infiammatorio sistemico persistente che può favorire il danneggiamento neuronale e la perdita di connessioni sinaptiche. Un altro elemento rilevante riguarda la riduzione della neuroplasticità e la diminuzione della produzione di fattori neurotrofici come il BDNF (Brain-Derived Neu-

rotrophic Factor), essenziali per la sopravvivenza e la rigenerazione neuronale. La compromissione di questi meccanismi biologici facilita un ambiente cerebrale meno resiliente e più vulnerabile alla neurodegenerazione, aumentando così la probabilità di sviluppare la demenza. Questi processi, presi insieme, aiutano a spiegare perché la depressione non sia solo un disturbo emotivo, ma anche un possibile precursore o acceleratore delle malattie neurodegenerative.

L’importanza della diagnosi precoce e della prevenzione

Alla luce di queste evidenze, diventa chiaro come il riconoscimento tempestivo e il trattamento della depressione rappresentino un punto cruciale nella prevenzione della demenza. Monitorare la salute mentale fin dalla mezza età, attraverso valutazioni psico-

logiche regolari e un approccio multidisciplinare, è essenziale per individuare chi è a rischio e intervenire in modo e cace. La terapia farmacologica, quando indicata, e la psicoterapia possono contribuire a ridurre il carico della depressione e, di conseguenza, il potenziale impatto negativo sul cervello. Inoltre, uno stile di vita sano gioca un ruolo fondamentale: attività fisica regolare, alimentazione equilibrata, sonno di qualità e stimolazione cognitiva rappresentano le basi per mantenere il cervello in salute e rallentare i processi degenerativi.

In definitiva, la sfida futura della medicina sarà proprio quella di integrare la cura della salute mentale con la prevenzione delle malattie neurodegenerative, intervenendo il prima possibile per migliorare la qualità della vita delle persone e ridurre l’impatto sociale e sanitario della demenza.

IPB ISTITUTO POLISPECIALISTICO BERGAMASCO

GLI AMICI DI BERGAMO SALUTE

ALBINO

Centro Prelievi Bianalisi Albino

Via Volta, 2/4

Fondazione Honegger Rsa Onlus

Albino

Via B. Crespi, 9 ALMENNO SAN BARTOLOMEO

Dott. Luis - Almenno San Bartolomeo

Via Papa Giovanni XXIII, 64

ALMÈ

Farmacia Visini

Via Italia, 2

ALZANO LOMBARDO

Itineris Srl - Alzano Lombardo

Via Roma, 6

Ospedale Pesenti Fenaroli / Asst Bergamo Est Via Mazzini, 88 AZZANO SAN PAOLO

Fortimed Poliambulatorio

Via Cremasca, 24

Iro Medical Center

Via del donatore Avis-Aido, 13

Studio Odontoiatrico Dott. Campana Marco

Via Castello, 20

BAGNATICA

Centro Prelievi Bianalisi Bagnatica

Piazza Gavazzeni

BERGAMO

20 Fit

Via Broseta, 27/c

ATS Bergamo - Sede

Via Galliccioli, 4

AZ Veicoli

Via per Curnasco, 70/72

Ambulatorio For.US di Coop.

RUAH

Via Daste e Spalenga, 15 AniCura / Clinica Veterinaria

Orobica

Via Zanica, 62

Antares Onlus

Via Spino, 10

Associazione Mosaico Aps

Via Palma il Vecchio, 18/C

Asst Papa Giovanni XXIII

Piazza OMS, 1

Athaena

Via Ronzoni, 3

Avis Monterosso

Via Leonardo da Vinci, 4

Bergamo Assistenza

Via Mazzini, 24/c

Blu Fit Redona

Via Gusmini, 3

Cartolombarda

Via Grumello, 32

Casa di Comunità / Bergamo

Via Borgo Palazzo, 130

Casa di Cura San Francesco

Via IV Novembre, 7

CasaMedica

Largo Bortolo Belotti, 5

Centro Acustico Italiano

Via San Bernardino, 33/c

Centro Borgo Palazzo

Via Borgo Palazzo, 43 Centro Medico Boccaleone

Via Capitanio, 2/e

Centro Sportivo Piscine Italcementi

Via Statuto, 41

Centro Tutte le Età / Boccaleone

Via Rovelli, 27

Centro Tutte le Età / Borgo

Palazzo

Via Vivaldi, 5

Centro Tutte le Età / Colognola

Via dei Caravana, 7

Centro Tutte le Età / Loreto

Via Pasteur, 1/a

Centro Tutte le Età / Monterosso

Via Leonardo Da Vinci, 9

Centro Tutte le Età / Redona

Via Leone XIII, 27

Centro Tutte le Età / San Colombano

Via Quintino Basso, 2

Centro Tutte le Età / Villaggio

degli Sposi

Via Cantù, 2

Cooperativa Sociale Alchimia

Via Boccaleone, 17c

Dipendiamo - Centro per la cura

delle New Addiction

Via Torquato Taramelli, 50

Domitys Quarto Verde

Via Pinamonte da Brembate, 5

Dott. Ghezzi Marco

Via Zambonate, 58

Farma Logica

Via Promessi Sposi, 19/C

Farmacia Conca Verde

Via Guglielmo Mattioli, 24

Farmacia Santa Lucia

Via Dello Statuto , 16

Farmacia Sella

Piazza Pontida, 6

Fidas Bergamo - Ass. Donatori

Sangue

Viale Ernesto Pirovano, 4 Fisioforma

Via Pitentino, 14/a

Forneria Rota

Via Silvio Spaventa, 56

Foto Cine Ottica Skandia

Via Borgo Palazzo, 102/104

Il Bio di Francesca nel Borgo

Via Borgo Santa Caterina, 9/d

Il Casaro Bianco

Via Gianbattista Moroni, 118

Kids and Us Longuelo

Via Mattioli, 18

DOVE PUOI TROVARE LA RIVISTA IN DISTRIBUZIONE GRATUITA

La Terza Piuma

Via Divisione Tridentina, 6/b

Lo Spettro delle Delizie - Autismo

è Onlus

Via Broseta, 44

Medical Farma

Via Borgo Palazzo, 112

Methodo Medical Center

Via San Giorgio, 6/n

Milano Senza Glutine - Bergamo

Via Sant’Ambrogio, 19

MindFit Clinic

Via Quinto Alpini, 4

Monica Vitali - Centro Italiano

Pavimento Pelvico

Via Betty Ambiveri, 11

OPI Bergamo

Via Rovelli, 45

Ordine Medici Bergamo

Via Manzù, 25

Ordine Medici Veterinari Bergamo

Via Daste e Spalenga, 15 Ottica Gazzera

Via Gasparini, 4/e Palamonti/CAI

Via Pizzo della Presolana, 15

Pianeta Sorriso Clinica Dentale

Via Zelasco, 1

Poliambulatorio Città di Bergamo

Via Madonna della Neve, 27

Poliambulatorio Finazzi

Via Berizzi, 45

Residenza Anni Azzurri

Via Colognola ai Colli, 8 Selene Centro Medico

Via Puccini, 51

Smuoviti Be Well

Viale Giulio Cesare, 29

Studio Dentistico Previtali

Via Broseta, 112

Studio di Podologia Zanardi Via Suardi, 51

Unipol - Agenzia Bergamo Est Via Broseta, 73

BONATE SOPRA

Farmacia Quattro Strade

Piazza Vittorio Emanuele II, 17

Ortopedia Tecnica Gasparini

Via Milano, 57

BREMBATE DI SOPRA

Piscine Comunali

Via Bruno Locatelli, 36 CALCINATE

Ospedale F.M. Fassi / Asst Bergamo Est

Piazza Ospedale, 3 CALUSCO D’ADDA

Dott. Luis - Calusco d’Adda Via Bergamo, 335 CARAVAGGIO

Dott. Luis - Caravaggio Via Treviglio, 8

CASAZZA

Centro Prelievi Bianalisi Casazza

Piazza della Pieve, 2

Istituto Polispecialistico Bergamasco Via Nazionale, 89 CASNIGO

Centro Sportivo Casnigo Via Lungo Romna, 2

Il Casaro Bianco

Via Lungo Romna, 51 CAZZANO SANT’ANDREA

C.S. Materassi Via Melgarolo, 5 CHIUDUNO

Centro Prelievi Bianalisi Chiuduno

Largo Europa, 3

Dott. Luis - Chiuduno Via Trieste, 39

Ds Sport Therapy Via degli Astronauti, 2 CLUSONE

Casa di Comunità / Clusone Via Somvico, 2 COLOGNO AL SERIO

Farmacia Comunale Antica Rocca

Piazza Garibaldi, 6/a COSTA VOLPINO

Centro Prelievi Bianalisi Costa Volpino Via Marco Polo, 2 CURNO

Bongiorno Antinfortunistica Via Enrico Fermi, 10 Dm Drogerie Markt Curno Via Enrico Fermi, 39

Dott. Leonino A. Leone Via Lungobrembo, 18/A For Me Centro Medico Via dell’Aeronautica, 19 Il Sole e la Terra Via Enrico Fermi, 56 ItalianOptic Via Bergamo, 32 DALMINE Animal Center

Strada Statale 525, 29

Casa di Comunità / Dalmine

Viale Betelli, 2

Farmacia Ornati Dott. De Amici Via Papa Giovanni XXIII, 11 Farmacia all’Università Via Marconi, 9

Istituto Medico Sant’Alessandro Via Cavagna, 11 GAZZANIGA

Ospedale Briolini / Asst Bergamo Est Via Manzoni, 130 GORLAGO

Insieme a Te Via Regina Margherita, 64

Namasté Salute

Piazza Gregis, 10/a GORLE

Casa di Riposo Caprotti Zavaritt Via Arno, 14

Centro Medico MR Via Roma, 28 GRASSOBBIO

Centro Prelievi Bianalisi Grassobbio

Via Fornacette, 5 GRUMELLO DEL MONTE

Four Dental Via Marconi SNC LOVERE

Casa di Comunità / Lovere

Piazzale Bonomelli, 8

Ospedale SS. Capitanio e Gerosa / Asst Bergamo Est Via Martinoli, 9 MEDOLAGO

Plurimed Via Presolana, 1 MOZZO

Dott.ssa Federica Annamaria Legrenzi - Biologa nutrizionista Via San Giovanni Battista, 5 Social Mozzo Via Verdi, 2/B Sportindoor All in One Via Fausto Radici, 1 NEMBRO

Bergamo Sanità Via Roma, 43

Centro Medico Santagostino Via Cascina Colombaia, 3

Dott. Luis - Nembro

Via Monsignor Aldo Nicoli, 5 Farmacia San Faustino Via Europa, 12 OLTRE IL COLLE

Alp Life

Via Drago, 1760

OSIO SOTTO

Studio Kinesi Via Milano, 9

OSPITALETTO

Dott.ssa Seiti Mara Via Famiglia Serlini Trav III, 16 PEDRENGO

Cooperativa ProgettAzione Via Moroni, 6 PIARIO

Ospedale M.O. A. Locatelli / Asst Bergamo Est Via Groppino, 22 PIAZZA BREMBANA

Fondazione Don Palla Via Monte Sole, 2 PONTE NOSSA

Itineris Srl - Ponte Nossa Via Europa, 1 PONTE SAN PIETRO

Casa di Comunità / Ponte San Pietro

Via Caironi, 7 Centro Medico Ponte

Via S. Clemente, 54 ROGNO

Centro Prelievi Bianalisi Rogno Via Giardini, 3

ROMANO DI LOMBARDIA

Avalon Poliambulatorio Via Rinaldo Pigola, 1 Farmacia Comunale Via Duca D’Aosta

Ospedale SS. Trinità / Asst Bergamo Ovest Via S. Francesco d’Assisi, 12 ROVETTA

Centro Sportivo Rovetta

Via Papa Giovanni XXIII, 12/f SAN GIOVANNI BIANCO

Farmacia Contenti

Via Carlo Ceresa, 44

Ospedale Civile / Asst Papa Giovanni XXIII

Via Castelli, 5

SAN PAOLO D’ARGON

Centro Prelievi Bianalisi San Paolo d’Argon

Viale delle Rimembranze

AMICI DI BERGAMO SALUTE

SAN PELLEGRINO TERME

In Cammino Coop. Sociale

Via de Medici, 13

Istituto Clinico Quarenghi Via San Carlo, 70 SARNICO

Casa di Comunità / Sarnico Via Libertà, 37 SCANZOROSCIATE

Centro Prelievi Bianalisi Scanzorosciate

Piazza della Costituzione SEDRINA

Farmacia Micheli Via Roma, 71/a SERIATE

B Clinic Seriate Via Nazionale, 122

Casa di Comunità / Seriate Via Paderno, 40

Istituto Ottico Daminelli Via Italia, 74

NaturHouse - Seriate Via Ambiveri, 16

Ospedale Bolognini / Asst Bergamo Est Via Paderno, 21 STEZZANO

B Clinic Stezzano

Via Santuario, Snc

Dm Drogerie Markt Stezzano

Viale Industria, 293 Farmacia San Giovanni Via Dante Alighieri, 1 TELGATE

Centro Prelievi Bianalisi Telgate Via Roma, 48 TORRE BOLDONE

Top Line Planet

Via Leonardo Da Vinci, 7 TRESCORE BALNEARIO

Casa di Comunità / Trescore B. Via Mazzini, 13

Consultorio Familiare Zelinda

Via Fratelli Calvi, 1

NUOVO ABBONAMENTO A “BERGAMO SALUTE” 6 NUMERI A SOLI € 22,00

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*Nome *Cognome

Ospedale S. Isidoro / Asst Bergamo Est Via Ospedale, 34

TREVIGLIO

Casa di Comunità / Treviglio

Piazzale Ospedale Luigi Meneguzzo, 1

Dm Drogerie Markt Treviglio Via Baslini

Krioplanet Via Istria 8B - zona Pip 2 Ospedale di TreviglioCaravaggio / Asst Bergamo Ovest Piazzale Ospedale Luigi Meneguzzo, 1

Tecno System Via Madreperla, 12/b TREVIOLO

Centro Oculistico San Giorgio Via delle Betulle, 21

Farmacia Bianchi Via Roma, 73/b

URGNANO

Antica Farmacia

Via Papa Giovanni XXIII, 435

Dott. Luis - Urgnano Via Piemonte, 105 VALBREMBO

Engim Lombardia Via Sombreno, 2 VERDELLO

Casa Mia Verdello Via XXV Aprile, 9 VILLA D’ALMÈ

Casa di Comunità / Villa d’Almè Via Roma, 16

Farmacia Donati Via Roma, 23

Ortopedia Fagiani Via Fornaci, 6/f

ZANICA

Farmacia Gualteri

Piazza Repubblica, 1

ZOGNO

Casa di Comunità / Zogno

Piazza Bortolo Belotti, 1/3

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BERGAMO Via Borgo Palazzo 112 - 035247414

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Come fare sport (anche in vacanza)

I consigli per non mettere in pausa forza muscolare, resistenza, equilibrio, tono dell’umore, qualità del sonno e salute cardiovascolare

Andare in vacanza, per molti, significa staccare dalla routine quotidiana, concedersi riposo, lasciarsi andare a pasti più abbondanti e ridurre drasticamente il movimento. Eppure, anche in ferie, il benessere fisico e mentale non dovrebbe essere trascurato. Anzi, proprio nei momenti di pausa si può trovare il tempo ideale per dedicarsi a un’attività fisica leggera, adattabile e soprattutto benefica.

Combattere l’inattività con l’allenamento Forza muscolare, resistenza, equilibrio, tono dell’umore, qualità del sonno e salute cardiovascolare sono elementi che non vanno messi in pausa. L’inattività prolungata può infatti compromettere i risultati raggiunti durante l’anno, e rendere più faticoso il rientro alla normalità. Con un po’ di organizzazione e spirito d’adattamento, allenarsi in vacanza è non solo possibile, ma anche piacevole. Bastano pochi strumenti: abbigliamento comodo, un paio di scarpe da ginnastica, un tappetino pieghevole e magari delle fasce elastiche o sliders per chi ama gli esercizi a corpo libero. Se si viaggia in auto o si ha spazio in valigia, possono essere utili anche pesetti leggeri o una corda per

saltare. Per chi ha poco tempo, una soluzione e cace è allenarsi la mattina presto, magari mentre il resto della famiglia dorme ancora: la quiete del mare o della montagna all’alba è l’occasione perfetta per muoversi in tranquillità. L’allenamento a corpo libero è senz’altro il più facile da praticare ovunque. Un modello molto di uso ed e cace è il circuito Tabata: si tratta di un protocollo di allenamento ad alta intensità che alterna venti secondi di esercizio e dieci di recupero, da ripetere per otto volte. Bastano venti minuti per attivare il metabolismo e stimolare il tono muscolare. Diversi studi hanno dimostrato che gli allenamenti HIIT (High Intensity Interval Training), anche se brevi, sono in grado di migliorare la capacità aerobica, ridurre il grasso corporeo e aumentare l’e cienza cardiovascolare. Ma attenzione a non strafare: gli esperti consigliano, soprattutto in vacanza, di preferire sedute semplici e adattabili al contesto, senza eccessi.

Evitare le ore più calde È importante anche scegliere con cura il momento della giornata in cui allenarsi. Le ore centrali, spesso troppo calde, vanno evitate per il rischio di disidratazione o colpi di calore. Il mattino presto o il tardo pomeriggio sono ideali. Prima di iniziare l’allenamento, è bene idratarsi con un giusto quantitativo d’acqua. Dopo l’esercizio, soprattutto se prolungato, si può valutare un’integrazione leggera, utile per il recupero muscolare. È importante anche curare l’alimentazione durante l’intera giornata, cercando di bilanciare l’apporto calorico, specialmente se si prevede un pranzo abbondante o una cena fuori. Le proteine non dovrebbero mai mancare, così come frutta e verdura, alleati fondamentali anche per la digestione.

L’importanza del contesto e del riposo

Allenarsi durante le ferie aiuta inoltre a migliorare la qualità del riposo notturno. L’attività fisica

stimola infatti la produzione di endorfine e serotonina, ormoni del benessere che facilitano il rilassamento mentale e favoriscono un sonno più profondo. Questo aspetto è particolarmente importante quando si viaggia o si cambia fuso orario: l’esercizio può aiutare a ristabilire i ritmi circadiani e contrastare l’irritabilità da fatica o adattamento. Inoltre, muoversi in ambienti nuovi stimola la flessibilità mentale, aiuta a uscire dalla zona di comfort e può persino avere e etti positivi sull’autostima. Anche il contesto naturale ha un ruolo fondamentale. Fare esercizio all’aria aperta – in spiaggia, nei sentieri in montagna o in un parco – aumenta la percezione di benessere rispetto all’attività in palestra. Correre sulla sabbia, ad esempio, è più impegnativo dal punto di vista muscolare e migliora equilibrio e coordinazione. Passeggiare a pie -

di scalzi, quando possibile, stimola la propriocezione. Anche una semplice camminata a passo sostenuto, se fatta regolarmente, ha e etti positivi sul tono muscolare e sull’apparato cardiovascolare. Inoltre, condividere l’attività fisica con partner, amici o figli può trasformare l’allenamento in un momento di socialità e divertimento.

Variare la routine

Non serve replicare la propria routine sportiva invernale. Al contrario, in vacanza può essere utile alleggerire gli obiettivi, ridurre i carichi e dedicarsi a movimenti più intuitivi e meno strutturati. Yoga, stretching, pilates o semplici esercizi di mobilità sono perfetti per mantenere l’elasticità e prevenire dolori muscolari. L’importante è mantenere una certa continuità, anche con brevi sessioni quotidiane, per evitare un brusco calo della forma fisica

e mentale. Il corpo si adatta rapidamente all’inattività e perdere i benefici raggiunti può essere più veloce del previsto. Infine, è essenziale trovare un equilibrio. Vacanza significa anche riposo, rigenerazione, tempo per sé. Non siamo macchine da prestazione, ma persone che hanno bisogno di recuperare energie. Alternare movimento e relax, ascoltare il proprio corpo, evitare sensi di colpa e rispettare i tempi di recupero è parte integrante di uno stile di vita sano. L’obiettivo non è migliorare la performance, ma sentirsi meglio, più energici, sereni e vitali. Mantenersi attivi in vacanza, quindi, non è una costrizione, ma una scelta consapevole di cura verso se stessi. Bastano pochi accorgimenti, un po’ di costanza e tanta voglia di stare bene. Il corpo vi ringrazierà al rientro, e la mente ne trarrà beneficio già da subito!

Capelli al riparo

Dalla scelta dei prodotti giusti agli errori da evitare, ecco come prendersi cura di chioma e cuoio capelluto durante l’estate.

In estate sappiamo – o almeno dovremmo sapere – come difendere la pelle dal sole e dai raggi UV. Ma lo stesso vale per il cuoio capelluto e per i capelli?

Già, perché sole, mare e acqua salata possono danneggiare e rovinare anche le chiome. Ecco perché, in città, in campagna, in montagna ma soprattutto al mare, è necessario proteggere i capelli con una serie di accorgimenti e trattamenti mirati. Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Daniela Mantovani, biologa, tricologa e naturopata.

Dott.ssa Mantovani, cosa si può fare allora per proteggere la salute e la bellezza di cute e capelli? Oggi, proprio come per la pelle, esistono diversi prodotti appositi, ricchi di agenti antiossidanti, reidratanti e filtri UV, per difendere cuoio capelluto e capelli dai danni del sole. È utile indossare un cappello di paglia che, oltre a essere molto glam, protegge viso e capelli dai raggi troppo diretti. Atten -

zione però: meglio evitare tutto ciò che è realizzato in fibre sintetiche, poiché il calore dei raggi solari, associato all’e etto sauna creato dalle fibre non naturali, potrebbe causare irritazione al cuoio capelluto. Una micro-ustione può raggiungere il derma, secondo strato della pelle, dove si trova la papilla germinativa, ghiandola che produce i capelli, provocando un danno irrimediabile.

Quali altri errori bisogna evitare in estate per non correre rischi o compromettere la salute del capello?

È bene non asciugare i capelli con phon e piastra, evitare l’uso di ferri arriccianti e non lavarli troppo spesso, soprattutto con prodotti aggressivi. Anche legarli continuamente con elastici troppo stretti può indebolirli e spezzarli. Dopo un bagno al mare, è fondamentale sciacquarli con acqua dolce e pettinarli delicatamente per eliminare salsedine e nodi. Esporsi al sole senza alcuna protezione specifica per i capelli è un altro errore comune, così come eccedere con il consumo di alcolici: i capelli, col tempo, assorbono l’alcool, il che può interferire con la produzione di cheratina, compromettendo così la salute del fusto e rallentandone la crescita. L’e etto visibile è una chioma più fragile e assottigliata. Per questo, è importante mantenere una buona idratazione anche bevendo abbondante acqua ogni giorno, indispensabile per la salute dei capelli e del cuoio capelluto.

Come si sceglie la protezione della pelle

in base al fototipo?

C’è un criterio analogo anche per il cuoio capelluto e i capelli, in base al colore?

Utilizzare una protezione solare adeguata è imprescindibile per la pelle – soprattutto per i fototipi chiari, che hanno una carnagione più delicata – ma lo stesso vale per i capelli, che altrimenti rischiano di spezzarsi, sfibrarsi e rendere ancora più evidenti le doppie punte. Anche il colore dei capelli, durante i mesi caldi, subisce alterazioni dovute all’esposizione solare e alla sudorazione: non solo si schiarisce, ma favorisce anche la disidratazione della chioma. Questo e etto può essere interessante, ad esempio, per chi ha un castano chiaro, perché si creano giochi di luce e riflessi naturali. Ma per chi ha capelli biondi artificiali, oppure per chi è passato di recente dal biondo al castano

o al nero, l’e etto può essere più complicato da gestire. Il biondo, infatti, tende a ingiallirsi, mentre chi si è tinto da poco di castano può ritrovarsi con riflessi indesiderati già dopo poche ore al sole. Per questo, è sconsigliato rinfrescare il colore appena prima della partenza per il mare, poiché sole e salsedine potrebbero alterarlo ulteriormente, in modo positivo o negativo.

Come regolarsi, allora, con i capelli colorati?

Per proteggere i capelli colorati dal sole, è utile seguire alcuni accorgimenti pratici. È consigliabile ritoccare il colore non oltre dieci giorni, massimo due settimane, prima della partenza. Meglio evitare di passare dal biondo al castano scuro immediatamente prima delle vacanze, perché l’esposizione al sole potrebbe com-

DOTT.SSA

Biologa, tricologa e naturopata

Sandonato Medica San

promettere il risultato della tinta. Infine, è fondamentale utilizzare prodotti specifici che aiutino a mantenere il colore e a nutrire la fibra capillare, preservando lucentezza e idratazione anche dopo lunghi bagni al mare o giornate sotto il sole.

DANIELA MANTOVANI
Donato Milanese (MI)

Secondo piatto

Di coltà di preparazione

Facile

INGREDIENTI per 4 persone

8 Fette di tofu al naturale 2-3

200-250 g

Tempo di preparazione

3 ore

Peperoni

Pomodori datterini

1 Cipolla rossa

50 g

1

qb

qb

qb

qb

FABRIZIO MARTINELLI Cuoco

Il Sole e la Terra, Curno (BG)

Olive nere denocciolate

Spicchio d’aglio

Origano, timo, pepe, olioextravergine d’oliva

Semi di sesamo

Sale

Salsa di soia

PREPARAZIONE

Tagliare il tofu a fette spesse circa 1cm, stenderle delicatamente in una pirofila, salarle, aggiungere origano, timo ed abbondante olio d’oliva. Lasciar riposare almeno 2 ore.

Tagliare a listarelle i peperoni e saltarli in padella per 10 minuti con olio, aglio tritato, sale e pepe.

Toglierli dalla padella per far posto ai pomodorini, precedentemente tagliati a metà; cuocerli a fiamma vivace per 5 minuti con aggiunta di olio ed origano.

In una teglia da forno mettere a strati: pomodorini, cipolla cruda tagliata molto sottile, olive a rondelle, peperoni e tofu.

Condire a piacere con un filo d’olio, uno spruzzo di salsa di soia e semi di sesamo. Infornare a 180° C per 30 minuti circa.

Accompagnare con riso basmati cotto al naturale

Vacanze e animali domestici: guida sanitaria e documentale per un viaggio sereno

L’estate accende la voglia di partire ma, per chi ha un animale da compagnia, la vacanza va pianificata con cura.

Garantire sicurezza, benessere e serenità al tuo fedele compagno è fondamentale. Non basta scegliere la meta; è essenziale conoscere le normative, adottare precauzioni sanitarie e prepararsi a ogni evenienza. In questo processo, il ruolo del medico veterinario è centrale e insostituibile.

La documentazione necessaria: un passaporto per la libertà Il primo passo per viaggiare serenamente è la documentazione. In Italia e in gran parte d’Europa, cani, gatti e furetti devono avere

il microchip, una vera e propria “carta d’identità” digitale. Per i viaggi all’estero, specialmente in Unione Europea, è indispensabile il Passaporto Europeo per animali domestici. Rilasciato dai servizi veterinari delle ATS, attesta l’identificazione e le vaccinazioni, in particolare quella contro la rabbia. Senza passaporto e una vaccinazione antirabbica valida (e ettuata almeno 21 giorni prima della partenza e con validità confermata dal veterinario), l’ingresso in molti paesi esteri è precluso. Alcune nazioni possono richiedere trattamenti aggiuntivi

DOTT. STEFANO SCIOSCIA Medico Veterinario

ATS di Bergamo – Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Bergamo: Consigliere del Comitato Centrale FNOVI (Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani)

∞ A CURA DEL DOTT. STEFANO SCIOSCIA

(es. contro l’echinococco) o test sierologici. È sempre consigliabile informarsi per tempo presso l’ambasciata o il consolato del paese di destinazione. Per i viaggi in aereo, le regole sono cambiate: l’ENAC ha eliminato il limite di peso per gli animali in cabina, purché rientrino nelle dimensioni e condizioni di sicurezza della compagnia. Verifica sempre le politiche specifiche della compagnia aerea, poiché possono variare per dimensioni del trasportino, numero di animali e costi. La sicurezza e il comfort del tuo animale, insieme alla quiete degli altri passeggeri, restano la priorità.

La salute prima di tutto: prevenzione sanitaria in viaggio Prima di partire, una visita veterinaria di controllo è obbligatoria.

Il veterinario valuterà lo stato di salute generale, aggiornerà le vaccinazioni di routine (es. cimurro, parvovirosi per i cani; rinotracheite, calicivirosi per i gatti) e, se necessario, rilascerà un certificato di buona salute. Cruciale, soprattutto in viaggio, è la prevenzione antiparassitaria. Nuovi ambienti e climi possono esporre il tuo animale a parassiti sconosciuti nella tua zona. Pulci, zecche, zanzare e pappataci non sono solo fastidiosi, ma veicolano malattie gravi come: > pulci e zecche: causano dermatiti, anemie e trasmettono patogeni (es. Rickettsia, Ehrlichia canis,etc). Usa antiparassitari topici, collari o compresse orali per tutta la durata del viaggio; > zanzare: vettori della filariosi cardiopolmonare, grave malattia cardiaca. La prevenzione

si attua con farmaci specifici, somministrati regolarmente dalla primavera all’autunno o attraverso singola iniezione da parte del medico veterinario; > pappataci (flebotomi): responsabili della leishmaniosi, malattia complessa e grave. La prevenzione, basata su repellenti specifici con azione insetticida e repellente o una vaccinazione, è l’arma più e cace e irrinunciabile. Evita passeggiate crepuscolari/notturne in zone endemiche e, se possibile, fai dormire l’animale in ambienti protetti. Valuta sempre con il veterinario il protocollo migliore per il tuo animale; Pianificare un viaggio con il tuo animale richiede una consulenza professionale e il medico veteri-

nario è il tuo alleato strategico per una vacanza serena. Questo perché può valutare le condizioni di salute dell’animale determinandone l’idoneità al viaggio – considerando età, razza, patologie e stress –, suggerire comportamenti da adottare, rimedi naturali o farmaci per la gestione dello stress da viaggio e fornire indicazioni sui rischi sanitari specifici del luogo di vacanza (es. parassiti endemici).

I consigli pratici (durante il Viaggio e a destinazione) Il viaggio può essere un momento stressante per il tuo animale; se poi non dovesse essere abituato all’auto, inizia a proporgli brevi tragitti nelle settimane antecedenti. Verifica che il trasportino sia confortevole, ventilato e sicuro e, durante le soste, lasciagli a disposizione acqua fresca. Ricordati di non lasciarlo mai da solo in auto,

soprattutto con il caldo: il colpo di calore è letale. A destinazione, mantieni la sua routine (pasti, passeggiate) e porta la sua ciotola, il cibo abituale, i giochi e una coperta familiare. Infine, la prudenza è d’obbligo: il tuo animale dovrebbe sempre avere un collare con medaglietta e il tuo numero di telefono, oltre al microchip. Questo aumenta le probabilità di ritrovarlo

in caso di smarrimento. Viaggiare con i propri animali domestici è un’esperienza che arricchisce e, con la giusta preparazione e la guida del medico veterinario, le vacanze con il tuo animale da compagnia diventeranno un’occasione di gioia e serenità per tutta la famiglia. Hai già pianificato la tua prossima avventura a quattro zampe?

Biohacking: alla ricerca della perfezione

Il biohacking è una tecnica di controllo del nostro patrimonio sia biologico che genetico, che, attraverso lo studio della biochimica e della fisiologia, permette di ottimizzare le nostre capacità fisiche e mentali. In sostanza, si tratta di una vera e propria riprogrammazione delle nostre abitudini di vita, che permette di vivere meglio ed al pieno delle nostre possibilità. Aumentano energia fisica e mentale, la nostra vita si allunga e diventiamo più performanti. Le origini del biohacking si trovano nella Silicon Valley, negli Stati Uniti, ed una delle figure più importanti è Dave Asprey, inventore della bulletproof diet e del bulletproof co ee, un potente ca è a base di olio di cocco. In realtà esistono diverse correnti di pensiero, più o meno estreme.

Tecnologie estreme e corpi “potenziati” Si va dal digiuno intermittente ai bagni ghiacciati, dai microchip sottocutanei al trapianto di cellule staminali ed alla manipolazione genetica. I cosiddetti fitness tracker, in sede di allenamento, permettono di monitorare tutti i nostri parametri vitali guidando

l’allenamento stesso. Sicuramente più inverosimile è la tecnica che prevede una vera e propria costosissima trasfusione di sangue, per potere contrastare l’insorgenza di malattie assai gravi come l’alzheimer e il parkinson, quasi che questo potesse contenere l’elisir di lunga vita. Si discute quindi spesso sulla scientificità di queste tecniche e il dibattito resta aperto.

La luce, il digiuno e il potere del movimento Altra tecnica è quella denominata red light terapy. L’esposizione a luce artificiale rossa e infrarossi, secondo il biohacking, dovrebbe sostituire il normale assorbimento della luce solare, con conseguenze strabilianti. Aumenta la produzione di adenosina trifosfato nelle cellule del nostro organismo, stimolando così la loro stessa rigenerazione. Si riducono le rughe e le cicatrici, diminuiscono i dolori articolari, aumentano le prestazioni sportive. Esistono poi tecniche che sono meno estreme e che vengono ormai riconosciute come valido supporto alla nostra esistenza. Tra questi il più noto, molto di uso tra le star del cinema, è il digiuno intermittente, una tecnica nutri-

zionale che prevede un digiuno prolungato di circa 16 ore, con la finalità di disintossicare l’organismo, che ha un e etto benefico sullo stato infiammatorio e sull’equilibrio ormonale dell’organismo, rallentando quindi anche l’invecchiamento. Un’altra tecnica molto di usa è quella dell’allenamento ibrido ad alto impatto, come una lunga camminata di 10.000 passi al giorno oppure eseguire un ciclo di esercizi a corpo libero di circa 20 minuti. Il sonno è fondamentale anche nel biohacking. Seguendo la regolazione del nostro ritmo circadiano, quindi il perfetto equilibrio tra sonno e veglia secondo le necessità del nostro organismo, potremo ottenere uno stato di uso di benessere e rigenerazione. Nella nostra dieta invece vanno ridotti drasticamente gli zuccheri e tutti gli alimenti lavorati, dando spazio invece a frutta e verdura. Lo shock termico provocato da una doccia fredda stimola il sistema immunitario, aumenta le capacità cerebrali, riduce le infiammazioni e stimola il metabolismo.

Riposo, respiro e connessione con la natura Ma i risultati più interessanti sono

dati dalla meditazione e dalla respirazione profonda. I vantaggi di una meditazione consapevole sono un incremento dell’ossigenazione sanguigna, un ra orzamento evidente del sistema immunitario, migliore equilibrio a livello ormonale, rilassamento e riduzione dello stress. La meditazione incrementa la connessione tra corpo e mente. Il grounding invece, ossia camminare a piedi nudi a contatto con la terra, stimola la circolazione sanguigna, aumenta l’ossigenazione dei tessuti ed aumenta la concentrazione di serotonina nel cervello.

Oltre i limiti, ma con consapevolezza Il biohacking rappresenta una nuova frontiera nella gestione della salute e della performance personale: un mix tra scienza, sperimentazione e stile di vita. Alcune pratiche sono supportate

da solide basi fisiologiche, altre si muovono ancora ai margini della ricerca u ciale, ma tutte condividono un obiettivo comune: vivere meglio, più a lungo e in maniera più consapevole. In un mondo in cui la tecnologia entra sempre più in simbiosi con il cor-

po umano, la sfida non è solo quella di potenziarci, ma di farlo con equilibrio, etica e attenzione. Forse la vera perfezione non sta nel superare i limiti, ma nel conoscere profondamente sé stessi per decidere quali valga davvero la pena oltrepassare.

Talassoterapia in Gallura

Il

benessere viene dal mare. Le Thermae del resort Valle dell’Erica.

I Greci la chiamavano Ichnusa (impronta), i Romani Sandalion (sandalo). Infradito, havaianas o sandalo, la Sardegna ha già fatto le scarpe a tanti in fatto di turismo. Da Stintino alla Gallura è tutta una galleria di cale e calette, spiagge e insenature. Da Castelsardo all’Isola Rossa il litorale è fatto di bianca sabbia e dune selvagge. E poi la costa est, punteggiata dai resort, a acciati sul Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena e la Riserva Naturale delle Bocche di Bonifacio. L’isola disabitata di Spargi è lì davanti, sullo sfondo le isole di Budelli, Razzoli e Santa Maria. Le falesie calcaree di Bonifacio e le isole di Lavezzi e Cavallo sono poco oltre, facilmente raggiungibili con una delle tante escursioni che partono direttamente dai resort.

Acqua marina nelle SPA

In Gallura il mare fa rima con talassoterapia, una pratica millenaria per il benessere fisico e psichico. L’eccellenza si trova al Centro Thalasso & SPA Le Thermae del resort Valle dell’Erica del gruppo Delphina (str. Liscia di Scopa, Santa Teresa Gallura, tel. 0789.790340 www.delphina.it). Quattro piscine esterne multifunzione con acqua di mare, riscaldate a di erenti temperature, o rono percorsi di rigenerazione della pelle e del sistema circolatorio. L’acqua marina è un elemento naturale, stimola l’organismo, migliora il metabolismo e il sistema immunitario. Le acque vengono prelevate dal mare (Bocche di Bonifacio) e microfiltrate, rispettando rigorosi protocolli sulla talassoterapia che prevedono un continuo ricambio

delle acque marine. I sali minerali presenti naturalmente aiutano la distensione, l’acqua marina purifica la pelle e la protegge, consentendo una fisiologica eliminazione delle tossine e un benefico e etto a tutto il corpo. Il resort o re pure un percorso fitness naturalistico che si snoda lungo 14 stazioni attrezzate, con pannelli che ne indicano gli esercizi. Un sentiero di libertà, ideale per mantenersi in forma. Benessere per il cuore e per la mente. Tra vegetazione spontanea e massi di granito rosa.

Il museo del banditismo Ma la Gallura non è solo mare e spiagge borotalco. L’entroterra è uno scrigno culturale e naturalistico da esplorare: nel paese di Aggius, Bandiera Arancione, località

∞ A CURA DI CATERINA RONCALLI

dei Borghi autentici d’Italia, si possono visitare due musei, il Museo del Banditismo e il Meoc Museo Etnografico Oliva Cannas, dal nome della persona a cui è intitolato. Il museo comprende i vecchi locali divenuti l’ambiente domestico con le sue pertinenze per la lavorazione del pane e del formaggio e il deposito delle scorte. In mostra costumi d’epoca, fogge d’abbigliamento quotidiano, della festa e delle grandi occasioni; accessori e gioielli finemente lavorati, con gli antichi mestieri, la casa tradizionale e le antiche attività domestiche. E poi la Valle della Luna punteggiata da imponenti e spettacolari rocce grani-

tiche immerse nella vegetazione e levigate nel corso dei secoli dal vento di maestrale, il museo del sughero di Calangianus, il centro di Tempio Pausania, dove si trovano gioielli e elementi di home decor in fibra naturale.

Sagre, sapori e delizie L’estate sarda poi è tutta da gustare. Vermentino e mirto, pecora bollita e in cappotto, maialetto arrosto, miele amaro, paranza, aragoste sono gli ingredienti delle feste che si svolgono nelle località galluresi: la Cavalcata sarda a Sassari, la festa del turista ad Aglientu, la notte di San Lorenzo a Trinità d’Agultu, la sagra del Vermentino a Monti, la sagra del pesce a Santa Teresa di Gallura. Un trionfo di sapori e delizie, cui è di cile resistere.

Violenza contro le donne: la normalità che uccide

Il contributo della Commissione Pari Opportunità dell’Ordine dei Farmacisti di Bergamo per riconoscere e contrastare la violenza sulle donne

La violenza normalizzata: una tragedia quotidiana Quante volte è successo di sentirsi in pericolo, di avvertire sotto la pelle quel brivido di tensione, di guardarsi attorno con circospezione perché sole in una strada poco frequentata, in un ambiente sconosciuto, in una stazione all’imbrunire. La violenza contro le donne è cronaca di tutti i giorni e rappresenta una delle più gravi e di use violazioni dei diritti umani nel mondo contemporaneo. Non conosce confini geografici, culturali o sociali e si manifesta in molteplici forme: dalla violenza fisica e psicologica, agli abusi economici, fino al femminicidio. Ogni giorno, milioni di donne subiscono maltrattamenti spesso taciuti, giustificati o ignorati da una società che fatica a riconoscerne la portata sistemica.

Dentro e fuori le mura di casa In Italia ogni tre giorni una donna viene uccisa da un uomo che conosce, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito violenza, nel 2024 sono aumentate le denunce per stalking. Resta altissima la percentuale di donne che non denuncia per paura, vergogna o sfiducia nelle istituzioni. La

violenza si consuma nelle strade, nei parchi, nei posti di lavoro, nei luoghi del divertimento ma, spesso, essa si consuma fra le mura domestiche e a compierla sono mariti, compagni o padri, ovvero coloro che dovrebbero essere fonte di protezione. In questi casi, la violenza psicologica agisce in profondità, isolando, svalutando e annientando la percezione di sé della vittima, rendendo di cile la ribellione. Ogni atto di violenza non è solo una tragedia privata, è il fallimento di un’intera società. I numeri sono impressionanti ma rischiano di diventare solo statistiche se non viene a rontato davvero il problema. Ogni aggressione, ogni femminicidio, ogni insulto taciuto sembrano scivolare via nell’indi erenza di una società che, lentamente, si sta adeguando all’orrore, come se fosse inevitabile, parte del quotidiano. Normalizzare la violenza significa legittimarla, renderla invisibile, accettarla come componente strutturale delle nostre relazioni. Ma abituarsi significa accettare e accettare significa diventare complici.

Prevenzione e vicinanza

La violenza non è mai “normale”.

È un’emergenza quotidiana che ha nomi, volti e numeri. Negli ultimi anni sono state promosse a livello nazionale iniziative come il Codice Rosso, sono stati potenziati i centri antiviolenza, è stata fatta formazione alle forze dell’ordine, ma spesso manca l’applicazione concreta e i fondi per cui troppe denunce non portano a reali protezioni. Un passo fondamentale è stata la di usione del numero 1522, attivo dal 2006 grazie al Dipartimento per le Pari Opportunità gestito dall’associazione Di erenza Donna. Si tratta di un servizio gratuito e anonimo che o re ascolto, consulenza, indirizzamento ai centri antiviolenza, ma molte donne non lo conoscono o non riescono a utilizzarlo. Promuoverne la conoscenza è essenziale. Accanto agli strumenti istituzionali, un ruolo cruciale può essere giocato dalle farmacie, luoghi di prossimità e fiducia, dove le donne possono trovare ascolto e supporto. Le donne vittime di violenza, infatti, spesso non si rivolgono subito ai centri antiviolenza o alle forze dell’ordine, molte di loro vivono in situazioni di controllo, isolamento, dipendenza economica o nella paura del giudizio. In questo con -

testo le farmacie possono diventare presidi attivi nella prevenzione, i farmacisti possono riconoscere segnali di disagio, distribuire materiale informativo e o rire vie d’uscita sicure. Esempio significativo è il progetto “Mascherina 1522 ”, nato durante il lockdown: una parola in codice da pronunciare in farmacia per chiedere aiuto senza esporsi al rischio.

Dalla consapevolezza all’azione: l’impegno della categoria

La rete territoriale delle farmacie, se ben coordinata con i servizi pubblici e privati può diventare un alleato fondamentale per raggiungere le donne che vivono in isolamento, paura o silenzio, portando la prevenzione dove vivono le persone, trasformando ogni banco in un possibile ponte tra silenzio e salvezza. In quest’ottica si muove anche la Commissione

Pari Opportunità dell’Ordine dei Farmacisti di Bergamo che lavora per o rire ai farmacisti formazione e strumenti per creare ambienti di lavoro sereni, prevenire situazioni di pericolo, di di coltà, nonché fornire indicazioni sui modi e le strategie da adottare per poter intervenire qualora una persona chieda aiuto in un contesto di violenza o stalking. Contrastare la violenza sulle donne non è solo compito delle vittime, non è un fatto privato, della polizia o dei tribunali, ma è una responsabilità collettiva. Serve una rivoluzione culturale, educativa e sociale: parlare, denunciare, educare fin dall’infanzia al rispetto, alla parità, alla non violenza. Serve una cultura in cui dire “no” non significhi rischiare la vita. È urgente un cambio di paradigma: non basta non essere complici, bisogna essere attivamente alleati per trasformare

Responsabile della Commissione Pari Opportunità dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Bergamo; Farmacista territoriale Farmacia di Villa di Serio (BG)

l’indignazione in azione e la paura in speranza. Finché continueremo a minimizzare, a girare lo sguardo dall’altra parte, il cambiamento sarà impossibile.

DOTT.SSA VITTORIA GUERINI

Bergamo x 1000: prevenire è già curare

∞ A CURA DI IVANA GALESSI

Un’iniziativa di welfare territoriale per la sensibilizzazione alla prevenzione, supportata dagli imprenditori bergamaschi, per donare 1000 prestazioni sanitarie alla comunità.

Immagina un mondo dove la salute è accessibile a tutti, indipendentemente dalle circostanze. È con questa visione che nasce “Bergamo x 1.000 ”, un progetto ambizioso che mette al centro la prevenzione sanitaria e il sostegno sociale. Un messaggio

forte arriva dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che in occasione della presentazione del “ Welfare Italia Forum” dell’ottobre 2024, ha dichiarato: “Non possiamo consentire che tornino divari territoriali, generazionali e sociali, così in campo sanitario,

così nelle altre dinamiche di integrazione sociale”. Durante lo stesso forum è emerso un dato sorprendente: ogni euro investito in prevenzione genera un ritorno di 14 euro nella filiera socio-assistenziale del Paese. Anche nella provincia di Bergamo, come ri-

portato da una recente indagine de L’Eco di Bergamo, il cittadino continua a scontrarsi con di coltà nei tempi e nelle modalità di accesso alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale, con attese che in alcuni casi rischiano di superare gli 820 giorni.

Un’impresa dal cuore sociale

Jenny, amministratore unico di PTEAM, azienda bergamasca attiva nella consulenza aziendale, ha deciso di agire concretamente. Con un approccio “olistico” e una visione profondamente radicata nella responsabilità sociale, Jenny promuove un nuovo concetto di impresa: non solo generatrice di profitto, ma anche motore di cambiamento per il territorio. Il welfare territoriale è infatti quel-

l’insieme di politiche e iniziative condivise tra pubblico, privato e terzo settore, che mira a migliorare la qualità della vita della comunità. Un modello virtuoso che PTEAM ha scelto di abbracciare

e promuovere, diventando protagonista di un progetto di solidarietà a forte impatto sociale.

La rete solidale della salute Il cuore pulsante del progetto

Jenny durante un’intervista a Radio Italia

DAL TERRITORIO TERZO SETTORE

“Bergamo x 1.000 ” è la collaborazione con Banca delle Visite, una rete nazionale attiva da oltre dieci anni che favorisce il diritto alla salute e promuove la cultura del benessere e della prevenzione attraverso i valori del mutuo soccorso e dell’aiuto reciproco, supportando le persone che non possono permettersi una prestazione specialistica a pagamento. Entrata in contatto con questa realtà alcuni anni fa, Jenny è rimasta colpita dalla semplicità e dall’e cacia della filosofia dell’associazione che rende la salute accessibile a tutti attraverso un sistema ispirato al concetto del ca è sospeso napoletano. Per questo, ha scelto di trasformare il suo coinvolgimento da “Amica Sostenitrice” a “Azienda

Bergamo X 1000

Bergamo mail: bergamox1000@pteamsrl.com Tel. +39 351 9073495

Amica”, portando l’iniziativa nella sua Bergamo, la storica Città dei Mille. Oggi, attraverso PTEAM, punta a donare 1.000 prestazioni sanitarie e a coinvolgere nel progetto imprenditori, clienti, fornitori e partner locali.

Un progetto in continua espansione L’iniziativa non si ferma qui. È già in fase di sviluppo una rete di collaborazioni con altre associazioni del territorio, con l’obiettivo di intercettare i bisogni reali delle

persone e amplificare il messaggio della prevenzione. Diverse aziende che hanno aderito al progetto stanno inoltre avviando “iniziative satellite” per promuovere la cultura della salute e del benessere. “Bergamo x 1000” è un esempio concreto di come un’impresa possa diventare protagonista di un cambiamento sociale, accendendo una scintilla di solidarietà che – come auspica Jenny – possa trasformarsi in un vero fuoco di altruismo, capace di abbracciare tutta la provincia.

MALATTIA DI AELES

A.R.M.R.

Fondazione Ricerca Malattie Rare INSIEME CONTRO

LE MALATTIE RARE

Le Malattie Rare sono un ampio gruppo di patologie (circa 7.000 secondo l’OMS), accomunate dalla bassa prevalenza nella popolazione (inferiore a cinque persone per 10.000 abitanti secondo i criteri adottati dall’Unione Europea). Con base genetica per l’80-90%, possono interessare tutti gli organi e apparati dell’organismo umano.

Tel. 351 7379867

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segreteriapresidenza@armr.it

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Codice di Esenzione. RF0210

Categoria. Malattie del sistema nervoso e degli organi di senso.

Definizione. La malattia di Aeles è una rara alterazione del visus caratterizzata da infiammazione e formazione di manicotti biancastri attorno alla parete delle vene retiniche.

Epidemiologia. La malattia di Aeles è rara in tutto il mondo. Un’incidenza più elevata è stata segnalata nel subcontinente indiano. I maschi sono colpiti in maggiore misura rispetto alle femmine. Di solito sono coinvolti entrambi gli occhi.

Segni e sintomi. La malattia esordisce in età giovane-adulta. Solitamente si manifesta con un calo del visus dovuto a emorragia virtuale. Il quadro clinico è costituito da una periflebite prevalentemente periferica dei piccoli vasi. Si riscontrano piccoli essudati biancastri raggruppati attorno al vaso interessato oppure in forma di manicotti di lunghezza variabile. Le fasi più avanzate sono caratterizzate da vasculopatia occlusiva non infiammatoria e da emorragie retiniche estese che portano poi a neovascolarizzazione della retina con compromissione permanente dell’acuità visiva. Possono comparire rubeosi dell’iride e danno del nervo ottico da glaucoma neovascolare.

Eziologia. La causa della patologia è tuttora sconosciuta. Le ipotesi più verosimile depongono per una forma di tipo infiammatorio: nei soggetti a etti è segnalata un’alta incidenza di positività alla reazione alla tubercolina. Non è noto, tuttavia, se un’infezione micro-batterica possa contribuire alla patogenesi della malattia.

Test diagnostici. Il sospetto clinico è confermato dall’esame del fundus oculi e dalla fluorangiografia retinica.

Terapia. Non esiste una terapia risolutiva del quadro clinico. Il trattamento è sintomatico e di supporto. La fotocoagulazione laser è indicata per il trattamento dell’ischemia retinica e in caso di neovascolarizzazione.

Dottor Angelo Serraglio Presidente Commissione Scientifica Fondazione ARMR ETS Vicepresidente Fondazione ARMR ETS

Fatica e coraggio nel curare: “Le Medichesse” incantano il pubblico

Successo per la prima a Parma e le repliche a Bergamo del progetto teatrale di Silvia Barbieri: «La forza sta nel coraggio delle donne medico di mostrarsi senza maschere». Un gesto di restituzione collettiva, uno sguardo profondo sul mondo delle donne medico, tanto potente quanto invisibile.

Straordinaria partecipazione di pubblico alla prima a Parma e per gli spettacoli in scena domenica 25 maggio a Bergamo. Un successo, quello de “Le Medichesse – Sempre cercando di essere là dove il mondo si muove”, dovuto alla forza e alla fragilità delle donne in medicina che, pur trovandosi ad a rontare sfide quotidiane, riescono a superare ogni ostacolo con coraggio e passione. Un progetto che porta sul palco 15 donne medico per un racconto corale, poetico e autentico che intreccia storie di vita vera, riflessioni profonde e poesia scenica. La regia e la drammaturgia sono firmate da Silvia Barbieri, da anni impegnata in progetti di teatro sociale, per dare voce a persone non professioniste, guidandole in un percorso di narrazione e consapevolezza attraverso il linguaggio scenico. Un impegno che

si concretizza nel format da lei ideato, “Teatro Buona Medicina”, già sperimentato in progetti come “Siamo in scena con l’a do – Un cuore di casa”, promosso dall’Ambito del Comune di Bergamo. Silvia Barbieri, che ha ideato il progetto insieme a Daniela Gianola

(intervistata sul numero scorso di Bergamo Salute) e Fabiola Bologna, ha scelto di raccontare l’universo dell’Associazione Italiana Donne Medico attraverso una lunga azione preparatoria: un laboratorio di scrittura autobiografica guidato dalla scrittrice

da sinistra: Gianola, Barbieri, Messina, Gallone, Bologna, Cappuccio, Barbo, Minola

e storica collaboratrice Adriana Lorenzi, che ha coinvolto circa 30 professioniste in un processo di raccolta di memorie, riflessioni e testimonianze sul senso profondo del loro lavoro.

Dagli scritti intimi e potenti sui temi dell’identità, della relazione medico-paziente, della vita ospedaliera e familiare, della fatica e del coraggio del curare, Silvia Barbieri ha costruito una drammaturgia originale, intessuta con cura come un’opera di sartoria, inserendo anche la figura simbolica di Igea, dea della salute e simbolo dell’Associazione, come filo conduttore poetico e ispiratore.

L’epilogo è una lettera simbolica per una giovane laureata in medicina, frutto del lavoro collettivo di 15 dottoresse non attrici che hanno a rontato il palcoscenico e che, grazie a un laboratorio teatrale, hanno potuto esplorare la recitazione e mostrarsi auten -

tiche, superando la maschera professionale.

La lettera comincia con le parole della mamma di questa neodottoressa, che dice: «Oggi è un giorno che porterai nel cuore per sempre. Sei arrivata alla meta, hai raggiunto quel traguardo che hai sognato fin da bambina. Mi sento così orgogliosa di te, non solo per quello che hai ottenuto, ma per la determinazione, il sacrificio e l’impegno che hai dimostrato lungo questo percorso. Diventare medico non è solo un titolo o una professione, è una vera vocazione. Scegliere di dedicarsi alla cura degli altri è una strada che ti riempie il cuore, ma anche una delle più impegnative». Più avanti, in questo epilogo, sempre la mamma aggiunge: « Arriveranno giorno in cui dovrai mettere da parte il dolore, le insicurezze e andare avanti, perché i pazienti hanno bisogno di te. Sarà necessario es-

In questa rubrica gli operatori sanitari (medici, infermieri etc.) si raccontano, facendo conoscere oltre al loro lato professionale la loro attività di artisti, volontari, atleti...

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sere forti, ma allo stesso tempo non dovrai mai dimenticare che dietro ogni diagnosi, dietro ogni referto, c’è una persona, le sue storie e le sue paure. La medicina ti chiederà tanto, ti chiederà di restare umana anche nei momenti più di cili».

«

Quando avevo il tumore, l’Atalanta mi è stata vicino»

La rinascita di Simone Muratore: acquistato dalla Dea per 7 milioni nel 2020, un neurocitoma gli ha cambiato la vita.

Oggi è collaboratore tecnico nelle giovanili della Juventus.

∞ A CURA DI CLAUDIO GUALDI

La storia di Simone Muratore è il racconto di una promessa interrotta, ma anche di una costante rinascita. Da talento di campo a educatore: un “secondo tempo” in cui il cuore e lo spirito hanno giocato una partita vincente. Ma partiamo dall’inizio: nel giugno 2020, l’Atalanta rompe gli indugi e punta su Muratore, giovane centrocampista classe 1998, prelevandolo dalla Juventus. L’a are vale circa 7 milioni di euro: viene tanta fiducia dai nerazzurri verso un ragazzo fisico, duttile, reduce dall’esordio in Champions con la Juventus di Maurizio Sarri. Un investimento importante, vero, soprattutto per un talento che non aveva ancora consolidato un ruolo stabile in prima squadra.

La Dea, notoriamente esperta nel valorizzare i giovani, sembrava il contesto giusto per la sua cre-

scita. Gasperini, già maestro nel trasformare prospetti in giocatori a ermati, avrebbe potuto guidare Muratore verso il definitivo salto di qualità. Dopo l’approdo bergamasco, Muratore non trova spazio in prima squadra: parte in prestito alla Reggiana (Serie B) con 25 presenze e 2 gol. La stagione successiva, agosto 2021, è in Portogallo al Tondela, ma le presenze sono limitate (2 partite). È proprio in quei mesi che iniziano i primi segnali d’allarme: forti mal di testa, spossatezza. Una tac rivela la presenza di un neurocitoma benigno al ventricolo sinistro: un tumore al cervello che cambia radicalmente le traiettorie della carriera.

Il 14 dicembre 2021 l’intervento al Besta di Milano dura circa 12 ore: «Uno shock, il pensiero era “chissà se lo porto a casa”», racconta la madre. Al suo risveglio,

la paralisi: non riesce né a parlare né a muovere la metà destra del corpo, e neanche l’occhio destro funziona bene. Inizia un percorso di riabilitazione quotidiano: fisioterapia, logopedia, esercizi di lettura e scrittura. Il padre e l’amica testimoniano progressi lenti: «Dopo 20 giorni lo vidi correre nel cortile di casa». Nonostante le di coltà, Muratore non si arrende. Torna ad allenarsi da svincolato negli impianti di Vinovo, sfruttati grazie al supporto della Juventus, che non l’ha mai lasciato solo. Tuttavia, il campo è diverso: «Mi sono reso conto che non sarei mai tornato ai miei livelli. Non potevo accontentarmi di meno», ha ammesso. In quel momento, decide di capovolgere la sua prospettiva: il calcio non da giocatore, ma tramite l’insegnamento.

A dicembre 2024, a soli 26 anni, annuncia il ritiro dal calcio gioca-

to e la Juventus formalizza il suo nuovo ruolo come collaboratore tecnico nelle giovanili, con focus sull’Under 14. È un grande segno di fiducia: la società lo riaccoglie non solo come ex promessa, ma come risorsa umana e professionale. Oggi a anca Simone Loria, durante campionati e tornei come l’Umag Trophy 2025, aiutando gli Under 14 a crescere sul campo e nel carattere. Il 24 aprile 2025 debutta su Dazn “Secondo Tempo - La storia di Simone Muratore”, un docu-biopic prodotto da Juventus Creator Lab. Il titolo è un chiaro simbolo: la vita ha fermato il primo, ma il secondo deve ancora scorrere. Un viaggio intimo nel vissuto di Muratore, tra famiglia, sacrifici, speranza e un nuovo scopo educativo.

Nell’intervista rilasciata a “Cronache di Spogliatoio”, Muratore ha affidato alla memoria parole dense

di franchezza. Ha descritto la dura convivenza con la malattia: «Non sono mai stato abile nello sport, ma da quando ero bambino sognavo di giocare», racconta. E ha raccontato la sua determinazione fino all’ultimo tentativo: «La prima cosa che ho detto a mia madre dopo l’intervento è stata: non voglio più saperne del calcio». Poi, una svolta: il desiderio di ricominciare, non più da passeggero, ma da pilastro morale per i giovani. Lo ha spinto la Juventus con le sue strutture e fondi, lo ha motivato la voglia di trasmettere «umiltà, rispetto, consapevolezza» ai ragazzi. Un pensiero speciale lo rivolge all’Atalanta che, nei momenti più bui, non si è tirata indietro: «Una società seria che mi ha sempre trattato bene. Li ringrazierò sempre».

Attualmente, Simone Muratore è una figura fissa nello sta tecnico

In questa rubrica pubblichiamo la storia di una persona che ha superato un incidente, un trauma, una malattia e con il suo racconto può dare speranza agli altri.

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dell’Under 14 bianconero, ma i suoi obiettivi vanno oltre: «Il mio sogno ora è diventare allenatore di una prima squadra. Se un giorno sarà la Juventus, sarebbe il massimo». Ha scelto una nuova carriera in panchina, ma con la stessa intensità e ambizione che lo spingevano in campo.

Un luogo sicuro dove

nascere.

Un percorso sereno per diventare madre. Ambulatorio

Gravidanza Fisiologica –Ostetriche dell’Ospedale

Papa Giovanni XXIII

Un punto di riferimento sicuro e professionale per vivere la gravidanza in serenità: è l’ambulatorio della Gravidanza Fisiologica dell’ASST Papa Giovanni XXIII, gestito da ostetriche esperte, dedicato alle donne che stanno a rontando una gravidanza senza complicazioni e presente sia all’Ospedale Papa Giovanni XXIII sia nei Consultori familiari di via Borgo Palazzo a Bergamo e a Villa D’Almé.

L’ambulatorio accompagna la futura mamma lungo tutto il percorso della gravidanza con controlli prenatali mirati, consulenze personalizzate e un’attenzione costante al benessere di mamma e bambino.

L’obiettivo è tutelare e valorizzare il percorso della gravidanza come evento unico per ogni donna, promuovendo al tempo stesso uno stile di vita sano e consapevole.

Il servizio o re informazioni sugli esami da eseguire, sui tempi e le modalità per e ettuarli, e sulle pratiche di cura di sé durante la gravidanza. Le ostetriche forniscono inoltre supporto sull’allattamento, sulla gestione del neonato nei primi giorni di vita e sui diritti legali previsti per le donne in gravidanza.

Uno spazio importante è dedicato alla preparazione al parto attraverso corsi di accompagnamento alla nascita. Durante gli incontri vengono trattati temi pratici e psicologici per a rontare il travaglio e il post-parto in modo informato e sereno.

Nel caso emergano condizioni che richiedono attenzione clinica maggiore, le ostetriche collaborano con l’équipe multidisciplinare dell’ospedale per garantire continuità e sicurezza nell’assistenza. Anche dopo il parto, l’ambulatorio rimane un punto di riferimento. Vengono e ettuati controlli sul benessere della madre e del neonato, e si forniscono informazioni su contraccezione e riabilitazione del pavimento pelvico. Nel 2024 sono state eseguite quasi 2.500 visite durante la gravidanza e dopo il parto, o rendo un servizio prezioso a donne provenienti dalla città di Bergamo e da tutta la provincia. Per accedere al servizio all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo è necessario contattare la sala parto al numero sempre attivo 035.2674579. Per le visite al Consultorio di Via Borgo Palazzo è necessario contattare telefonicamente il numero 035.267 6530 da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 12.30, mentre per il Consultorio di Villa D’Almè è necessario presentarsi di persona in Via Fratelli Calvi dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30. Le prestazioni sono gratuite, si segnala che solo per la prima visita in ospedale è necessaria la prescrizione medica.

Sotto: una delle 8 sale parto dell’Osp. Papa Giovanni XXIII ©Giovanni Terzi

Operazione “strade sicure per tutti”

L’ACI di Bergamo ha come suo obiettivo primario la responsabilità di ogni utente della strada. Il numero degli incidenti esige che si studi e si metta in atto tutto il possibile per assicurare il più alto margine possibile di incolumità.

Secondo gli ultimi dati disponibili – rilevamento ISTAT/ACI 2023 –sulle strade italiane si sono registrati 166.525 incidenti con lesioni a persone; i decessi per gli incidenti sono stati 3.039; i feriti 224.634. La media giornaliera fa registrare 456 incidenti, con 8,3 morti e 615 feriti. I numeri dei feriti gravi in incidenti stradali sono stazionari sui 15 mila, fra questi ci sono quasi 700 giovani con lesioni permanenti al midollo. Il 73% degli incidenti avviene sulle strade urbane. Se ci spostiamo nella nostra provincia, negli ultimi 18 anni, si sono avuti più di 1.100 morti. Siamo davanti a un’emergenza permanente.

L’ACI di Bergamo in questi ultimi 5 anni ha intensificato il suo impegno con campagne di sensibilizzazione generale, dai conducenti di veicoli ai ciclisti, ai pedoni. Con l’operazione “Mobilità Sicura”, che sta interessando tutto il territorio

nazionale, vogliamo ulteriormente accentuare questo pressing perché ogni vittima della strada è una sciagura di troppo per le persone e le famiglie che ne sono colpite. Nasce da questa situazione l’imperativo di moltiplicare educazione e prevenzione, perché la sicurezza sulla strada –dove tutti ci spostiamo – è un diritto di tutti e sempre, dovunque, di giorno e di notte.

L’ACI di Bergamo vuole sensibilizzare tutta l’opinione pubblica su questa urgenza. A tale scopo, in convergenza con la Provincia e con “Mobilità Sicura”, ha realizzato il libro “Strade sicure per tutti ”, in cui Giuseppe Zois ha raccolto in 128 pagine l’esperienza e i consigli di 15 addetti ai lavori che accompagnano in una guida protetta e protettiva: dal campione intramontabile Giacomo Agostini al pedagogista Daniele Novara; dalla psichiatra Federica Mormando allo psicoterapeuta Matteo Lancini. Ma ci sono anche mamme, docenti, associazioni e gruppi (ingegnere dei trasporti, avvocato, psicologa, il giornalista Luca Valdiserri che ha visto suo figlio morto travolto su un marciapiede, Ragazzi On the

Road, Familiari di vittime della strada, e c’è anche un vescovo, Pier Giacomo Grampa che parla del dovere morale di ogni utente all’autocontrollo e alla prudenza). Il messaggio di base è la salvaguardia della vita.

Il libro sarà a disposizione degli interessati da inizio luglio agli sportelli ACI di tutta la Bergamasca

* Presidente ACI Bergamo

∞ A CURA DI VALERIO BETTONI*

Dott. Paolo Previtali Medico Chirurgo Odontoiatra Dott. Federico Previtali Odontoiatra

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Le professioni sanitarie che stanno cambiando il futuro della cura

Secondo una ricerca di Randstad, sono 47 i nuovi profili destinati a trasformare la sanità italiana: più competenze, più tecnologia, più attenzione alla persona.

C’è un cambiamento silenzioso ma profondo che attraversa la sanità italiana. Non è fatto solo di nuove apparecchiature o sale operatorie più all’avanguardia, ma di persone, ruoli e competenze che si trasformano per rispondere a bisogni emergenti.

Un settore in continua evoluzione

Secondo la recente ricerca di Randstad Research “Il futuro delle professioni mediche e infermieristiche in Italia”, sono ben 47 i profili professionali destinati a ridefinire nei prossimi anni il mondo della cura. Non si tratta di ruoli futuribili, ma di figure che nascono

da esigenze concrete: l’invecchiamento della popolazione, il peso crescente delle patologie croniche, l’urgenza di rendere i percorsi di cura più personalizzati ed e cienti. Accanto ai medici e agli infermieri tradizionali, emergono nuove competenze: dall’infermiere specializzato in cronicità e gestione del dolore al medico esperto in tecnologie digitali e intelligenza artificiale. Ma anche profili trasversali, come il data analyst sanitario o il patient journey manager, che hanno il compito di armonizzare il percorso del paziente, dalla diagnosi alla riabilitazione. Figure ibride, capaci di muoversi tra medicina, organiz-

zazione, tecnologia e relazione. È un processo già in atto, che ci dice molto su come sta cambiando la visione stessa della salute: non più centrata esclusivamente sulla malattia, ma sulla persona nel suo insieme.

Tecnologia e nuove competenze

In questo scenario, la tecnologia gioca un ruolo chiave. Ma non si tratta solo di strumenti sofisticati: è una vera e propria trasformazione culturale. Oggi lavorare nella sanità significa essere in grado di leggere dati, collaborare con l’intelligenza artificiale, gestire piattaforme digitali, interagire con robot di supporto. E soprattutto,

∞ A CURA DI SARA CARRARA

significa non perdere mai di vista il valore della relazione umana, perché la tecnologia – da sola –non basta. Le nuove professioni sanitarie richiedono quindi un doppio livello di competenza: tecnico e relazionale. Un’infermiera che gestisce un reparto robotizzato, ad esempio, deve saper programmare le macchine, ma anche ascoltare, comunicare, guidare i pazienti in percorsi spesso emotivamente complessi. La ricerca Randstad sottolinea l’importanza crescente delle soft skill: empatia, ascolto, capacità di lavorare in team e adattarsi a contesti dinamici diventano centrali tanto quanto le competenze cliniche. Per questo, accanto ai nuovi ruoli più tecnologici –come l’informatico clinico o lo specialista in wearable device –crescono anche i profili che si occupano della relazione con il paziente e della gestione inte-

grata del suo percorso di cura. Il paziente, infatti, non è più solo un destinatario di terapie, ma un protagonista attivo del processo. In questo senso, la formazione continua diventa uno snodo fondamentale, capace di traghettare i professionisti di oggi verso le esigenze di domani.

Tra cura, ricerca e sostenibilità

Nel futuro della sanità c’è anche spazio per figure che uniscono tecnologia, creatività e sostenibilità. È il caso, ad esempio, di chi progetta protesi intelligenti, dispositivi di assistenza personalizzata per pazienti fragili, o sistemi di monitoraggio a distanza pensati per migliorare la qualità della vita. Sono professionisti che operano al confine tra medicina, ingegneria e design, portando innovazione dove prima sembrava impossibile. Crescono anche i ruoli legati alla ricerca e all’analisi dei dati clinici,

come i bioinformatici o gli esperti di linguistica computazionale applicata alla medicina. Tutti questi nuovi profili nascono dalla consapevolezza che non basta curare: bisogna prendersi cura. Per farlo, serve un approccio integrato e personalizzato, capace di rispondere alla complessità dei bisogni delle persone.

Le conclusioni della ricerca

Il futuro della sanità italiana – evidenzia la ricerca Randstad – dipende dalla capacità di aggiornare i percorsi formativi, di attrarre nuovi talenti e di valorizzare la multidisciplinarità. Investire nelle professioni sanitarie significa quindi investire in un sistema più umano, più e ciente, più vicino ai cittadini. Perché ogni evoluzione tecnologica, alla fine, deve sempre rimettere al centro ciò che davvero conta: la salute e la dignità della persona.

Fortimed Italia cresce: nuovi spazi, stessi valori

Un polo sanitario in costante espansione, dove accoglienza, e cienza e qualità si incontrano ogni giorno.

Con ancora più servizi per rispondere a ogni esigenza.

Nel cuore di Azzano San Paolo, in una posizione strategica e facilmente raggiungibile, Fortimed Italia S.r.l. Società Benefit prosegue il proprio percorso di crescita. A testimoniarlo sono i nuovi spazi, moderni e funzionali, recentemente inaugurati per accogliere al meglio i pazienti e rendere ancora più e ciente il lavoro degli specialisti. Un’evoluzione che nasce da una visione chiara: o rire un luogo dove la salute venga tutelata con professionalità, ascolto e attenzione concreta ai bisogni delle persone. La struttura, nata dalla volontà di creare un polo sanitario multidisciplinare accessibile e di alta qualità, si è a ermata negli anni come punto di riferimento per chi cerca un’assistenza rapida, completa e centrata sulla persona. Crescono gli ambienti, ma rimangono saldi i valori fondanti: serietà, trasparenza e impegno quotidiano nel garantire cure e caci in tempi certi.

Accessibilità e comfort: tutto a portata di mano Uno dei punti di forza più apprezzati di Fortimed è la sua collocazione. Il centro si trova a pochi minuti dall’aeroporto di Orio al Serio, vicino alle principali arterie stradali e ben servito dai mezzi pubblici. Questo rende la struttura facilmente raggiungibile sia da Bergamo che da tutto l’hinterland. Inoltre, è dotata di un ampio parcheggio libero, adiacente all’ingresso, che consente agli utenti di accedere in modo comodo e senza stress, anche durante le ore di punta. A questo si a ancano l’accesso sempre garantito, con orario continuato e un servizio prenotazione attivo no stop, grazie a un numero dedicato e a canali digitali sempre disponibili, per semplificare ogni fase del percorso sanitario. Prenotare una visita, un esame o una consulenza diventa così un processo rapido e senza complicazioni. L’attenzione al comfort del paziente si traduce anche in ambienti curati, luminosi e accoglisenti, progettati per rendere l’esperienza il più serena possibile, fin dal primo accesso.

Fortimed Italia S.r.l. Società Benefit

www.fortimeditalia.it poliambulatorio@fortimed.it

Tel 035 531 229

WhatsApp 333 266 9609

Via Cremasca, 24

Azzano San Paolo (BG) ingresso B - 1° piano

Una sanità privata completa e su misura

Fortimed o re un ventaglio di prestazioni in continua espansione. Al suo interno operano specialisti di diverse discipline, un centro prelievi con accesso rapido, senza prenotazione, da lunedì a sabato dalle 07:30 alle 10:00, in convenzione con il SSN e privato, e un’area dedicata alla medicina del lavoro, per garantire un servizio integrato e coerente con i bisogni di ogni persona, dalla prevenzione alla diagnosi fino al trattamento. Il centro prelievi consente di e ettuare esami ematochimici e diagnostici direttamente in sede, in tempi rapidi e con refertazione

puntuale. La specialistica ambulatoriale copre numerose branche, dalla cardiologia alla ginecologia, dalla dermatologia all’ortopedia, fino a servizi dedicati al benessere psicologico. Il paziente viene preso in carico in modo completo, con la possibilità di accedere a percorsi diagnostici integrati tra più specialisti. La medicina del lavoro rappresenta un altro pilastro della struttura: Fortimed collabora con aziende e realtà produttive del territorio, o rendo sorveglianza sanitaria, accertamenti

mirati, consulenze specialistiche e formazione obbligatoria, tutto nel rispetto delle normative più aggiornate.

Vicini alle persone, ogni giorno Oltre alla qualità dei servizi, ciò che rende Fortimed un centro sanitario apprezzato è l’approccio umano e flessibile. Il Poliambulatorio o re la possibilità di diverse convenzioni, rendendo l’accesso alle prestazioni più semplice e sostenibile. Le convenzioni permettono al paziente di usufruire di tari e agevolate o di coperture totali, garantendo la massima trasparenza in ogni fase. La filosofia che guida il lavoro quotidiano è chiara: mettere il paziente al centro. Questo significa ascoltarne le esigenze, o rire risposte rapide e un’organizzazione e ciente, ma anche creare un clima di fiducia e collaborazione. Ogni visita, ogni esame, ogni incontro è il frutto di un lavoro di squadra che unisce competenza, tecnologia e passione per la salute. Fortimed Italia non è solo un poliambulatorio, ma un progetto in costante evoluzione. Cresce per rispondere meglio, con più spazi e più servizi, ma sempre con la stessa cura per le persone. Una sanità più vicina, più accessibile, più attenta.

Itineris: il valore

della cura al domicilio e oltre

Itineris S.R.L. nasce nel 2012 grazie alla passione e alla visione di Maura e Romina, infermiere con un solido percorso ospedaliero alle spalle. Dopo un’esperienza significativa come libere professioniste per la Comunità Montana – Valle Seriana Superiore, hanno scelto di creare una realtà strutturata, capace di o rire un’assistenza sanitaria domiciliare qualificata, professionale e profondamente radicata nel territorio. L’attività è iniziata nel 2013 in alta Val Seriana, per poi crescere ed estendersi a tutta la valle e alla città di Bergamo. Nel corso degli anni, Itineris si è a ermata come punto di riferimento per l’assistenza sanitaria a domicilio, sia in ambito pubblico che privato. È, infatti, ente accreditato e convenzionato con Regione Lombardia per i servizi C-DOM (Cure Domiciliari) e CP-DOM (Cure Palliative Domiciliari).

Il team e i servizi

Accanto all’attività in convenzione, vengono erogati anche un’ampia gamma di servizi sanitari privati, pensati per chi desidera un’assistenza tempestiva, personalizzata e di fiducia, direttamente nel comfort della propria casa. Itineris si prende cura della persona nella sua interezza, o rendo:

Itineris

www.itineris.srl

SEDE PRINCIPALE: Via Europa, 212 Ponte Nossa (BG)

UFFICIO: Via Roma, 6

Alzano Lombardo (BG)

info@itineris.srl

Segreteria 035 703563

> prestazioni infermieristiche domiciliari: medicazioni, terapie, gestione cateteri, stomie, prelievi; > cure palliative e accompagnamento, nella fase più delicata della vita, con sensibilità e competenza; > visite mediche specialistiche e consulenze personalizzate; > percorsi di assistenza su misura, costruiti sulle esigenze cliniche, emotive e familiari di ciascun paziente.

Il team è composto da professionisti altamente qualificati, capaci di o rire un’assistenza attenta, continuativa e costruita attorno alla persona. Ogni intervento nasce dall’ascolto e si traduce in un piano di cura multidisciplinare, volto a promuovere benessere, autonomia e qualità della vita, anche nelle situazioni più complesse.

Il valore della casa: un luogo di cura e di vita

Ricevere assistenza nella propria abitazione significa molto più che ricevere cure: vuol dire preservare la propria identità, restare immersi nei propri spazi, tra oggetti, ricordi e a etti che costruiscono il senso del vivere quotidiano. Per persone anziane o a ette da patologie croniche, questa continuità rappresenta un pilastro fondamentale per il benessere psicologico, emotivo e relazionale. La casa è un vero rifugio emotivo: rimanere in un ambiente familiare, circondati da elementi significativi della propria storia, contribuisce a ridurre stress, ansia e disorientamento. Questa serenità incide positivamente sull’umore e sulla qualità della vita, aspetti cruciali soprattutto per pazienti in condizioni di fragilità.

Mantenimento dell’autonomia e continuità delle cure

L’assistenza domiciliare non si limita a “fare per”, ma punta a “fare con”: promuove il mantenimento delle abilità residue, valorizzando l’autonomia della persona nel compiere gesti quotidiani. Questo approccio ra orza l’autostima, favorisce l’attivazione e previene l’isolamento e la dipendenza. Ricevere assistenza qualificata a domicilio consente di proseguire le terapie avviate in ospedale o di gestire in modo continuo e integrato patologie croniche e degenerative. Il coordinamento tra medici, infermieri, fisioterapisti e psicologi consente di garantire una presa in carico costante, riducendo il rischio di ricadute o aggravamenti. Una rete assistenziale e cace e tempestiva permette di monitorare l’an -

damento clinico e intervenire precocemente in caso di criticità. In questo modo si riduce sensibilmente la necessità di ricoveri ospedalieri o in strutture residenziali, favorendo la gestione domiciliare anche nei casi più complessi.

Integrazione con la comunità e sostegno alla famiglia

Rimanere nel proprio contesto abitativo permette di conservare i legami a ettivi e sociali: il rapporto con i vicini, la frequentazione di luoghi familiari, la partecipazione — per quanto possibile — alla vita sociale sono elementi che nutrono il senso di appartenenza e ra orzano l’equilibrio interiore. La domiciliarità non si rivolge solo alla persona malata, ma anche a chi se ne prende cura. Itineris si propone come un alleato per i familiari, o rendo supporto professionale, orientamento, ascolto e formazione. Questo aiuto concreto permette di alleggerire il

carico fisico ed emotivo del caregiver, migliorando l’intero ecosistema familiare.

L’importanza dell’approccio umano

Ogni intervento domiciliare è modellato sui bisogni della persona. Il piano di cura viene costruito insieme, rispettando tempi, abitudini, priorità e aspettative. Sia nei percorsi di assistenza continuativa, sia nelle cure palliative, l’approccio è sempre centrato sulla persona e orientato alla dignità, alla qualità della vita e al rispetto dei desideri. La domiciliarità è un approccio umano, rispettoso e moderno alla cura. Valorizza la persona nella sua totalità, ponendola al centro di un sistema che integra competenze sanitarie e sensibilità relazionale. Con Itineris, la casa diventa il luogo in cui la cura si fa presenza quotidiana, protezione e continuità. Un luogo dove vivere, non solo sopravvivere.

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È da questa domanda che nasce la missione di CS Materassi, storica azienda di Le e (BG) a conduzione familiare, attiva da quasi 70 anni nella progettazione e realizzazione artigianale di materassi su misura. Una realtà che unisce passione, esperienza e ricerca, per o rire sistemi di riposo ergonomici, personalizzati e accessibili.

Dormire bene è (davvero) una questione di benessere Un sonno di qualità migliora ogni funzione dell’organismo: regola il sistema nervoso, supporta la memoria, favorisce la produzione ormonale, protegge cuore e circolazione, ra orza il sistema immunitario. Eppure, dormire bene non è scontato. Riuscirci dipende

spesso da un buon materasso, capace di adattarsi alle esigenze individuali e sostenere correttamente il corpo durante la notte. CS Materassi parte da questa esigenza reale per sviluppare soluzioni concrete, usando solo materiali certificati e tecnologie avanzate.

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Ogni persona è diversa, e così dovrebbe essere anche il suo letto. Ecco perché CS Materassi realizza sistemi di riposo artigianali e su misura, che combinano comfort, design ed ergonomia. Chi cerca un prodotto che migliori davvero il proprio sonno può testare direttamente in showroom materassi e reti con l’aiuto di consulenti esperti. Il tutto con prezzi trasparenti e democratici, senza rinunciare alla qualità.

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è uno degli errori più comuni. CS Materassi o re la possibilità di provare ogni prodotto dal vivo, ricevendo consulenza su misura. Ogni acquisto include un servizio completo: consegna, smaltimento dell’usato, montaggio, garanzia fino a 10 anni. Non solo: trattiamo anche dispositivi medici certificati, detraibili fiscalmente se prescritti da medico o ASL. A conferma della qualità, CS Materassi è stata riconfermata anche per il 2025 tra le Eccellenze Italiane, grazie alle recensioni positive dei clienti e a una filosofia aziendale che mette il benessere delle persone al centro, ogni notte.

Punto vendita e show-room Strada Provinciale per Leffe, Località Melgarolo, 5 Cazzano Sant’Andrea (BG) info@csmaterassi.it - 035 731673 www.csmaterassi.it

Naturhouse Seriate: dove il benessere è su misura

Riapre il centro NaturHouse di Seriate, con un nuovo approccio integrato che unisce integrazione alimentare, consulenza personalizzata e competenze olistiche.

Un nuovo inizio

Dopo una pausa di alcuni mesi, riapre a Seriate il centro NaturHouse, completamente rinnovato nell’approccio e nella gestione. Non si tratta di un semplice punto vendita, ma di un centro dedicato al benessere, dove ogni cliente viene accompagnato in un percorso personalizzato. Alla guida della nuova gestione c’è la bergamasca Laura Gambirasi, conosciuta ai più per la sua partecipazione a The Voice Senior, una professionista che ha fatto del

prendersi cura degli altri una vocazione: naturopata, riflessologa plantare, psicologa olistica e coach con lunga esperienza, è anche consulente alimentare. Una figura poliedrica, capace di o rire un valore aggiunto concreto a chi cerca un cambiamento reale e duraturo.

Un metodo fondato sull’ascolto Il cuore del metodo NaturHouse non è la semplice vendita di integratori, ma un accompagnamento mirato, che parte da un piano alimentare personalizzato o erto gratuitamente a ogni cliente. È fondamentale che le persone si sentano seguite, comprese, motivate. Per questo ogni percorso è costruito su misura, tenendo conto dello stile di vita, delle esigenze e degli obiettivi individuali. Gli integratori naturali, certificati e selezionati, vengono proposti solo dove realmente utili, sempre in sinergia con un piano alimentare equilibrato. La consulenza, gratuita e professionale, è il vero punto di forza di questo centro: niente formule preconfezionate,

ma un’attenzione costante alla persona nella sua interezza.

Un centro, non un negozio Nature House Seriate si propone come punto di riferimento per chi desidera migliorare la propria salute in modo consapevole. Non si entra semplicemente per acquistare, ma per essere accolti e guidati. La titolare segue ogni cliente in prima persona, con un approccio empatico e professionale che integra saperi diversi: alimentazione naturale, tecniche olistiche, motivazione e supporto continuo. “Il mio obiettivo è far sentire le persone più leggere, energiche e in equilibrio – racconta – non solo sul piano fisico, ma anche emotivo.” Un centro in cui prendersi cura di sé diventa un’esperienza su misura, fatta di ascolto, competenza e passione.

NATURHOUSE SERIATE

Via Ambiveri 16, Seriate (BG) Tel. 035 063 4087 WhatsApp 340 003 3071 lalligam@gmail.com

Bergamo Salute anno 15 | n° 85

Luglio | Agosto 2025

Direttore Responsabile

Claudio Gualdi

Redazione

Ivana Galessi redazione@bgsalute.it

Grafica e impaginazione

Marta Milani, AD Communication

Fotografie e illustrazioni

Shutterstock, Adriano Merigo

Stampa

Elcograf S.p.A.

Via Zanica, 92- 24126 Bergamo (BG)

Casa Editrice

Devon Srl

Via Libertà, 29 - 24068 Seriate (BG) Tel. 035 0741903- info@devonsrl.com

Pubblicità info@bgsalute.it

Hanno collaborato

Sara Carrara, Ivana Galessi, Caterina Roncalli, Claudio Gualdi

Iscr. Tribunale Bergamo N°26/2010 del 22/10/2010

Iscr. ROC N°25539. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche se parziale, di qualsiasi testo o immagine. L’editore si dichiara disponibile per chi dovesse rivendicare eventuali diritti fotografici non dichiarati. I contenuti presenti su Bergamo Salute hanno scopo divulgativo e non possono in alcun modo sostituirsi a diagnosi mediche.

Canali di distribuzione:

• Abbonamento.

• Spedizione a diverse migliaia di realtà bergamasche, dove è possibile leggerla nelle sale d’attesa (medici e pediatri di base, ospedali e cliniche, studi medici e polispecialistici, odontoiatri, ortopedie e sanitarie, farmacie, ottici, centri di apparecchi acustici, centri estetici e benessere, palestre, parrucchieri etc.)

COMITATO SCIENTIFICO

• Dott. Diego Bonfanti - Oculista

• Dott.ssa Maria Viviana Bonfanti Medico Veterinario

• Dott. Rolando Brembilla - Ginecologo

• Dott.ssa Alba Maria Isabella Campione Medicina Legale e delle Assicurazioni

• Dott. Andrea Cazzaniga Idrologo Medico e Termale

• Dott. Sergio Clarizia - Pediatra

• Dott. Marcello Cottini - Allergologo Pneumologo

• Dott. Giovanni Danesi - Otorinolaringoiatra

• Dott. Adolfo Di Nardo - Chirurgo generale

• Dott. Nicola Ga uri - Gastroenterologo

• Dott.ssa Daniela Gianola - Endocrinologa

• Dott. Antoine Kheir - Cardiologo

• Dott.ssa Grazia Manfredi - Dermatologa

• Dott. Massimo Masserini - PsicologoPsicoterapeuta - Sessuologo clinico

• Dott. Roberto Orlandi Ortopedico Medico dello sport

• Dott. Paolo Paganelli - Biologo nutrizionista

• Dott. Antonello Quadri - Oncologo

• Dott.ssa Veronica Salvi - Ostetrica

• Dott. Orazio Santonocito - Neurochirurgo

• Dott.ssa Mara Seiti - Psicologa - Psicoterapeuta

• Dott. Sergio Stabilini - Odontoiatra

• Dott. Giovanni Taveggia Medicina Fisica e Riabilitazione

• Dott. Massimo Tura - Urologo

• Dott. Paolo Valli - Fisioterapista

COMITATO ETICO

• Dott. Davide Petrosillo Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Bergamo

• Dott. Gianluca Solitro Presidente OPI Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bergamo

• Dott. Andrea Poerio e Dott.ssa Diana Prada Referenti territoriali di Bergamo e Provincia OPL Ordine Psicologi Lombardia

• Dott. Stefano Scioscia Presidente Ordine dei Medici Veterinari di Bergamo

• Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione della Provincia di Bergamo nella persona del Dott. Angelo di Naro

• Distribuzione gratuita presso le strutture aderenti alla formula "Amici di Bergamo Salute". Bergamo Salute è sempre con te: leggila integralmente dal tuo computer, tablet o smartphone www.bgsalute.it

• Dott. Simone Ruggeri Presidente Ordine Fisioterapisti (OFI) Bergamo

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