Portfolio_Master e Piranesi

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PORTFOLIO

• MASTER ITINERANTE IN ARCHITETTURA E MUSEOGRAFIA PER L’ARCHEOLOGIA

• PIRANESI PRIX DE ROME

Benedetta Bertoletti

MASTER ITINERANTE IN ARCHITETTURA E MUSEOGRAFIA PER L’ARCHEOLOGIA

Tracing Faces, revolutionary realism in the canons of an icon

PIRANESI PRIX DE ROME

Il progetto prevede la riqualificazione dell’area archeologica di Atene, comprendente l’Agorà e le pendici dell’Acropoli, con particolare attenzione all’Odeon di Pericle e all’estradosso acropolico. L’intervento include la definizione di nuovi percorsi e la progettazione di un museo che valorizzi sia il Partenone che il cantiere, presenza costante e simbolo eterno. L’obiettivo principale è esaltare l’immagine classica dell’Acropoli, preservando la memoria dell’epoca periclea e rispettando lo scorrere del tempo. Il progetto intende anche “musealizzare” il cantiere, in un intreccio tra passato e presente, e integrare un nuovo museo del Partenone, situato nella colmata persiana sud. Questo posizionamento è stato scelto dopo uno scavo attento ai resti micenei, la cui presenza ha influenzato il progetto, con l’intento di non alterare l’attuale immagine dell’Acropoli.

Un altro aspetto fondamentale riguarda la reinterpretazione della cella del Partenone. Poiché non è possibile ricreare l’atmosfera sacrale originale, si è deciso di proporre una rievocazione del volume dell’edificio attraverso una struttura temporanea in rete metallica bronzea, ispirata alle opere di Edoardo Tresoldi. Questa struttura richiama i muri perimetrali della cella e il soffitto a cassettoni. La base della cella diventa un elemento progettuale chiave: essa riproduce la pianta originale, intrisa di pigmenti che richiamano i colori della copertura sovrastante. Al centro è stata ricollocata la vasca d’acqua su cui si rifletteva la statua di Atena, reinterpretata come una foglia d’olivo dorata, richiamando l’olivo posto all’ingresso dell’Acropoli.

L’intero progetto permette di comprendere la dimensione spaziale della cella e, in parte, le sensazioni che trasmetteva, senza rinunciare al senso del trascorrere del tempo. Questo viene evocato attraverso l’uso di materiali trasparenti e il richiamo ai colori classici, offrendo così un’esperienza di connessione tra storia e contemporaneità.

La terza tappa del Master ha avuto come tema il patrimonio del paesaggio archeologico di Paestum, con un progetto focalizzato sulla ricostruzione analogica di una domus romana con impluvium in marmo, accompagnata da una reinterpretazione contemporanea degli spazi abitativi. Ispirato dalla disposizione ordinata e sequenziale degli ambienti tipica di una domus, il progetto ha tratto ulteriori influenze dagli interventi architettonici di Carrilho da Graça a Lisbona e Peter Zumthor in Svizzera, oltre che dall’uso suggestivo delle strutture in legno.

Il lavoro si è sviluppato su tre livelli distinti: recinto, muri interni e coperture. Il primo passo è stato la creazione di un recinto perimetrale permeabile, concepito per rievocare l’intimità domestica dell’antica abitazione. Successivamente, si è proceduto con l’estrusione delle tracce di rovine esistenti, per ricostruire gli spazi originali della domus e riproporre la loro configurazione spaziale. L’ultima fase ha riguardato una rilettura moderna delle coperture, articolata in due soluzioni: una copertura piana e ribassata per gli ambienti di servizio, e una copertura a falde più elevata, posta in corrispondenza dei due vuoti principali della domus, l’impluvium e il peristilio.

Infine, la ricostruzione del portico ha voluto restituire il rapporto originario tra la domus e la strada, mantenendo vivo il dialogo tra l’antico e il contemporaneo.

INTERNATIONAL DESIGNING WORKSHOP
WS della Piana del Sele – Parco
Archeologico di Paestum e Velia

La seconda tappa del master dava la possibilità di scelta fra due possibili progetti da sviluppare. La prima consisteva nell’allestimento di una collezione egizia nelle sale del Neues Museum, restaurato dall’architetto David Chipperfield; la seconda nella progettazione di un nuovo padiglione da collocare di fronte all’Humboldt Forum, lungo il canale Kupfergraben, come ampliamento dell’Isola dei Musei. La scelta è ricaduta sul primo tema, concentrandosi sull’allestimento di una collezione egizia dedicata alla storia della città di Amarna all’interno del Neues Museum.

La mostra, intitolata of an Icon”, è incentrata sulla figura della regina Nefertiti e mira a esplorare l’evoluzione della rappresentazione femminile attraverso busti e statue della regina. L’esposizione mette in luce il progressivo spostamento verso un realismo sempre più autentico nell’arte del tempo. Si è scelto come tema la rivoluzione artistica, spesso trascurata rispetto alla più nota rivoluzione religiosa che contraddistingue la storia di Amarna.

revolutionary realism in the canons

La prima tappa del Master si è focalizzata sul patrimonio del paesaggio archeologico della via Appia Antica, intervenendo in quattro siti significativi lungo il percorso tra il terzo e il quinto miglio della via romana, nel cuore dell’attuale Parco Archeologico: il Mausoleo di Cecilia Metella/Castrum Caetani, la chiesa di San Nicola, i resti delle terme romane a Capo di Bove e il Mausoleo di Casal Rotondo.

Il tema architettonico del workshop si è incentrato sulla copertura archeologica, concepita come duplice strumento di protezione delle rovine e di musealizzazione, che consente un nuovo uso degli spazi antichi. Le coperture sono state progettate seguendo una strategia comune, caratterizzata dalla loro perpendicolarità rispetto alla via Appia. Gli interventi, dunque, si innestano perpendicolarmente alla via, attraverso l’uso di setti che diventano un elemento distintivo e caratterizzante.

Questi setti sono visibili nel padiglione vicino a Casal Rotondo, dove acquisiscono il valore di un intervento paesaggistico, e nelle terme romane a Capo di Bove, dove fungono da guida per la ricostruzione degli antichi percorsi romani. Infine, trovano applicazione anche nell’area espositiva all’interno del Castrum Caetani.

Il workshop, della durata di due settimane, si è svolto presso Villa Adriana a Tivoli ed è stato sostenuto dall’Accademia Adrianea, Architettura e Archeologia Onlus. Il progetto, condotto in gruppi di sei persone, ha avuto come obiettivo la sistemazione paesaggistica della zona periferica della Villa e la realizzazione di un padiglione termale-espositivo nel cuore della Villa stessa, con un focus sulla tematica del fashion and heritage, articolato in due atti.

Il primo atto è legato al progetto di paesaggio, che attiva un percorso alternativo a quello turistico, conducendo al Grande Vestibolo di ingresso della villa, in connessione con le Cento Camerelle. Questo percorso è composto da una successione di terrazze che risolvono i dislivelli del terreno, ospitando stanze sottostanti in fregio al percorso. Queste stanze beneficiano di luce zenitale grazie ad aperture praticate nelle terrazze. Il secondo atto si svolge presso le Grandi Terme.

Il padiglione termale-espositivo è collocato nell’area retrostante il Canopo. Questo padiglione rappresenta un’aggiunta al sistema dell’Antiquarium, definisce una maglia isotropa, mantenendo intatti tutti gli ulivi presenti. È composto da setti paralleli al Canopo e da volte a botte perpendicolari a questi, con un’infrazione tettonica progettata per stabilire un dialogo con l’Antiquarium.

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