NO AGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI Gran parte del mondo scientifico ha preso atto di come i cambiamenti climatici, che stanno producendo gravi danni umani e ambientali, siano causati dalle attività dell’uomo. Purtroppo la situazione non fa che aggravarsi. Pochi sono a conoscenza del fatto che l’agricoltura e in particolare l’allevamento intensivo di animali sono tra le attività che maggiormente hanno concorso e concorrono all’aumento della temperatura terrestre. Infatti l’agricoltura è responsabile del 33% del totale delle emissioni mondiali di gas serra (GHG) così suddivise: 46% di protossido di azoto proveniente principalmente dall’attività di fertilizzazione, 45% da emissioni di gas metano (CH4) prodotte dalla fermentazione enterica dei ruminanti e della risicoltura e per il 9% di anidride carbonica. Un dato importantissimo, relativo all’agricoltura e al suo impatto è che il 18% delle emissioni di gas serra proviene esclusivamente dal cambiamento di destinazione d’uso del terreno e anche in questo caso la causa è legata alla produzione di carne, perché gran parte dei terreni vengono disboscati per fare spazio ad allevamenti di bovini o a coltivazioni di cereali destinati all’alimentazione animale. È stato rilevato che gli allevamenti intensivi producono oltre il 50% di anidride carbonica, metano e ossido di azoto, mentre, ad esempio, l’attività di trasporto via terra, acqua e mare ne causa solo il 14%. Gli effetti sul clima dei GHG prodotti dagli allevamenti intensivi provengono da: – 34,0% deforestazione; – 30,4% letame; – 25,3% fermentazione intestinale dei ruminanti; – 6,2% uso di fertilizzanti; – 4,1% altro.