Beesness Luglio/Agosto 2022

Page 57

luglio\ agosto 2022 nel 1861 a Mosca. Ed ecco entrare in ballo Krusciov, di origini ucraine, Segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica che, nel 1953, decide di trasferire l’opera canoviana a Kiev, precisamente al Museo nazionale Khanenko. Un’opera purtroppo quasi dimenticata, anche se l’Ucraina ne riscopre il grande valore poco meno di vent’anni fa, quando Irina Artemieva, conservatrice dell’arte veneta al Museo dell’Ermitage, ritrova un carteggio tra Antonio Canova e l’ambasciatore di Vienna, che aveva fatto da intermediario per la suddetta commissione. Conseguentemente, tale riscoperta ha consentito di ricostruire la storia nonché vicende varie legate alla realizzazione della scultura.” Quando vediamo opere umiliate e martoriate dai bombardamenti del ’17 tra cui i gessi del Canova - prosegue Sgarbi - restaurate grazie anche a mirati interventi tecnologici decisamente avanzati - scansioni digitali - indubbiamente tale visione suscita una malinconia infinita. Per cui è decisamente triste pensare a quanto sta accadendo, qualcosa contro le opere d’arte, oltre che contro le persone. La ‘Pace’ di Kiev è ora esposta a Firenze e qui temporaneamente attende tempi di pace. Canova, l’ultimo grande artista che ha chiuso l’arte dell’Occidente, ha unito tutto senza dividere. Parliamo di un grande conciliatore di ogni conflitto, di ogni differenza e, in nome della sua ‘Pace’, chiedo a voi d’invocarla tutti insieme affinché il mondo si salvi. Alla frase di Dostoevskij: “la bellezza salverà il mondo” non ho mai creduto fino in fondo. Non possiamo dire che la bellezza salvi il mondo se il mondo non salva la bellezza per amore dell’umanità e civiltà che l’arte testimonia.” Mille ed ancor mille le domande poi poste al noto critico d’arte, durante le consuete interviste corali. “Logico osservare che se vince Putin avrà tutta l’Ucraina distrutta… e che ci fai? Dal momento che devi rimetterla in piedi! E morirai inoltre mentre ricostruiscono! Ecco, diciamo allora che sarà un gran vantaggio per l’industria della ricostruzione! La distruzione è una insensatezza, inoltre

questa diplomazia che è stata poco tentata - soprattutto da Biden - crea, effettivamente, una contrapposizione da cui sarà difficile uscirne. Questo l’ho fatto presente pure a Draghi, ed è significativo che il Papa con le sue posizioni così nette e precise in sintonia tra l’altro col pensiero di Macron, osservino tale orrore, operando oculatamente. Per ipotesi, se un missile ucraino abbate l’opera che vediamo, oppure un missile russo fa altrettanto… qual è il risultato? Che l’abbiamo distrutta, con conseguenze di perdita per l’umanità. Un concetto che vale anche per una persona: colui, colei, che muore, può morire da patriota ma muore! E nella morte non c’è mai vantaggio e nemmeno vittoria, solo sconfitta! In questo caso l’arte vince sulla guerra; è quello che abbiamo inteso per dire che l’arte ha in sé qualcosa che potrebbe allontanarci dal pensiero bellico. Quanto alla faccenda - come dicono - che Putin ama l’Italia… ma allora perché distrugge le opere artistiche? Non è che puoi amare una cosa e distruggerla, c’è qualcosa di feroce in questo! Quest’opera pervenuta da Possagno è qui per vederla, ammirarla, far discutere… viceversa, la guerra impedisce che l’arte si possa muovere. Pertanto occorre vincere la pace! E la ‘Pace di Kiev’ in questa città - è un monito per i grandi del mondo, affinché non si consenta a nessuno di distruggere la bellezza e la vita. Bellezza e vita coincidono. Distruggere l’arte vuol dire distruggere la vita, e distruggere la vita significa togliere ad una nazione la sua identità materiale. Perdere la bellezza per la guerra è un orrore, l’arte deve uscirne vincente e questo è il senso della presenza qui della “Pace di Kiev”.

pensato quindi che la ‘Pace’ di Kiev - giunta da San Pietroburgo a Kiev - sia quel ponte indicante che nelle catastrofi non ci stanno né vincitori né vinti, bensì solo sconfitte.” Vittorio Sgarbi più tardi risponde alle nostre domande per Beesness quale il motivo della scelta fiorentina nel collocare tale gesso. “Indubbiamente nella simbologia russa compare il Patrono di Bari, San Nicola, mentre Roma pur essendo la città del Canova è una capitale in cui spesso e volentieri tutto si annulla. Firenze, rappresenta l’arte a tutto tondo e quindi inevitabile ammirarla in tale contesto.” A proposito di presenze russe, è giusto continuare impedire ai russi di venire nel nostro paese? Parliamo logicamente di artisti, intellettuali, sportivi vari ed altro ancora. “Beh… ma cosa c’entrano loro! L’arte è individuale come le capacità sportive sono individuali! Lo sportivo vince col suo corpo, di conseguenza, la persona non può essere identificata con il governo del paese a cui appartiene. Ripeto, non farli venire in Italia è pura follia! Fine dell’inter vista, La zampata del leone ha colpito ancora. Nonostante a s t r o l o g i c a m e nte a p p a r te n g a a l l a costellazione del toro. Ma questa è un’altra storia.

Parole pronunciate con grande enfasi, rimarcando che l’Unione Sovietica era Federazione di tutte le nazioni, Ucraina compresa; al seguito di Kruscev, Presidente ucraino, l’opera fu poi volontariamente spostata a Kiev significandone la scultura più importante della città, oggi protetta al fine d’evitarne la distruzione. “Distruzione tra l’altro avvenuta anche da noi nel 1917, la stessa sorte subì il Museo di Possagno con molte opere abbattute. Ho

57


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
Beesness Luglio/Agosto 2022 by Beesness - Issuu