Il Caffè del Nordest - Dicembre 2018

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BCC informa

Luigi Campello

Lino Zanussi lezioni per il futuro ATTUALITÀ DI UNA GRANDE IMPRESA E DI UN GRANDE IMPRENDITORE A CINQUANT’ANNI DALLA SCOMPARSA. Ci sono degli uomini che lasciano un segno profondo nella storia e nello sviluppo delle comunità e non c’è dubbio che Lino Zanussi sia stato uno di questi. E allora, a cinquant’anni dalla prematura scomparsa è naturale e doveroso ricordarlo e, soprattutto, valorizzarne l’eredità sempre attuale e farne motivo di orgoglio per la comunità. Il Rotary Club Pordenone Alto Livenza, e il suo Presidente Luigi Campello hanno guidato con molta passione l’organizzazione di questo convegno, a cui hanno subito aderito molte altre istituzioni. Luigi Campello ha sottolineato che oltre all’eredità materiale, che è sotto gli occhi di tutti, si è voluto cercare di valorizzare anche l’eredità immateriale “vogliamo guardare avanti, al futuro, approfondire i tantissimi insegnamenti che la vita di questo grande imprenditore e di questa grande impresa ci offrono. L’obiettivo è

di lasciare qualcosa di permanente alla comunità Pordenonese: offrire idee, energia, valori, coraggio orgoglio e visione per le sfide che ci attendono”. Hanno ricordato l’imprenditore e portato omaggio alla memoria Sergio Bini, Assessore Attività Produttive Regione FVG, l’Assessore alla Cultura del Comune di Pordenone (in rappresentanza del Sindaco, impossibilitato), Michelangelo Agrusti, Presidente Unione Industriali di PN, Giovanni Pavan, Presidente Camera di Commercio, Walter Lorenzon, Presidente BCC Pordenonese, Corrado Cordenons, Presidente Anziani Zanussi/Electrolux, Alvaro Cardin, già Sindaco di Pordenone e testimone del tempo. Un intervento di Gian Mario Rossignolo, presidente delle Industrie Zanussi dal 1984 al 2001 è stato riportato da Any Bortolussi, moderatrice e socia Rotary Club Pordenone Alto Livenza.

EREDITÀ IMPRENDITORIALE: LA STORIA E LE STRATEGIE: Luigi Campello ha ripercorso i 22 anni di crescita delle Industrie Zanussi sotto la guida di Lino (dal 1946 al 1968) calandoli nel contesto storico caratterizzato dalla tumultuosa crescita post bellica che va sotto il nome di “miracolo economico”, dalla nascita della Comunità Europea (CEE) nel 1957 e da un’Italia forte e virtuosa, a cui fu assegnato nel 1960 l’Oscar della moneta più solida dell’Occidente. “la mia prima lezione per il futuro”, ha affermato Luigi Campello” è che un’impresa, per uno sviluppo forte e sano ha bisogno di un paese efficiente e competitivo. E Lino Zanussi lo trovò nell’Italia di allora”. Dalla prima produzione di massa dei fornelli a gas, ai primi frigoriferi nel 1954, alle lavatrici nel 1958, ai televisori nel 1960 e alla lavastoviglie nel 1967, fu un’innovazione continua di nuove tecnologie, nuovo know how, nuovi tecnici e manager, nuovi canali distributivi che definirono la missione dell’impresa: migliorare la vita domestica dei consumatori. Fondamentale fu la capacità di Lino di capire i grandi cambiamenti epocali e di farne un vantaggio competitivo: la Televisione come veicolo di comunicazione e il nuovo mercato europeo senza barriere sorretto da una rete di viabilità e trasporti impensabile prima. Qui sta la mia seconda lezione: “un’impresa di successo interpreta i cambiamenti di scenario e li trasforma in vantaggi competitivi”. Dai 200 dipendenti dell’impresa ereditata dal padre, Lino e Guido Zanussi arrivarono a una grande impresa di 13.000 dipendenti nel 1968. 44

Lino Zanussi e il suo gruppo guidarono questa crescita tumultuosa con grande capacità manageriale di sviluppare simultaneamente e armonicamente tutte le dimensioni di cui un’impresa vive: dall’innovazione alla tecnologia, dalla produzione alle vendite, dal marketing alla comunicazione, dalle risorse umane e manageriali, fondamentali alla crescita, alla dimensione sociale verso il territorio, dalle partnership internazionali alla finanza. “E’ questa”, ha affermato Campello, “la mia terza lezione per il futuro”. Nel 1970, dopo l’acquisizione di Zoppas, le Industrie Zanussi erano di gran lunga la maggiore impresa europea del settore con una quota di oltre il 15%: nessuna impresa italiana fu mai capace di essere leader in Europa in un settore di beni durevoli di consumo e Zanussi lo fu nel secondo settore più importante dopo l’auto. Lino non pensò alla successione, né aveva motivo per farlo: Zanussi continuò nella suo sviluppo e leadership anche dopo la perdita della guida di Lino Zanussi e del vertice aziendale nell’incidente aereo. Luigi Campello ha concluso l’intervento ricordando una quarta lezione “Un’impresa sana sopravvive e continua nello sviluppo anche oltre il fondatore, se il fondatore ha creato solide basi organizzative e manageriali” e ha ricordato, al proposito, un passo del libro di R. Diemoz “la Zanussi ha retto perfettamente perché le sue strutture erano solide ed erano strutture morali prima ancora che industriali”.


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