Il Caffè del Nordest - Maggio 2018

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Pietro Angelillo

Opportunità per l'Italia e per il Friuli Venezia Giulia Quando si analizza il rapporto economico con un colosso come la Cina, il problema non è “se”, ma “come”, visto che è ormai inevitabile, per il mondo, fare i conti con quella che è la seconda potenza economica globale, dietro e per molti aspetti alla pari, con gli Stati Uniti. Questa la motivazione di fondo del confronto del 20 febbraio scorso tra imprenditoria, politica, formazione ed esperti convocati dal Circolo della stampa e dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Pordenone, assieme a due importanti istituti scolastici superiori, l’Isis di Sacile-Brugnera e il liceo Leopardi Majorana di Pordenone. È stato un confronto ampio e di “istruzioni per l’uso”, come dimostra l’interesse dimostrato da enti primari come il Comune di Pordenone, la Camera di commercio, l’Istituto regionale di studi europei, l’Ordine degli avvocati, l’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, le Grafiche San Marco; e come dimostra il sostegno di sponsor come l’Unione industriali, la Fondazione Friuli, la Banca di Credito Cooperativo Pordenonese e l’Interporto-Centro Ingrosso di Pordenone. Una vera e propria mobilitazione per analizzare e per capire quale sia e quale potrebbe essere l’impegno su “Le nuove vie della seta. Opportunità per l’Italia e per il Friuli Venezia Giulia”, tema soltanto in apparenza semplice perché sottintende una preoccupazione sulla carenza di unità operativa di uno Stato piccolo, pur se vivace e interessante qual è l’Italia, ancora diviso nella strategia e nei programmi.

Insomma, siamo un partner molto vivace, ma non sufficientemente attrezzato per cogliere le opportunità. La Cina lo fa capire ogni giorno quando il nostro mondo produttivo e i nostri operatori commerciali non si presentano con le credenziali necessarie a sostenere l’urto con il colosso asiatico e la concorrenza diffusa. Da qui il messaggio della giornata di studio (al mattino per gli studenti degli istituti medi superiori, nel pomeriggio per gli imprenditori): meno individualismo, più sistema e maggiore conoscenza della lingua, della legislazione e della cultura cinesi. La dimostrazione di questi elementi imprescindibili viene da aziende come la Savio di Pordenone che da molti anni sono all’avanguardia nella fornitura di prodotti di altissima tecnologia e negli stabilimenti in attività nella stessa Cina. Per essere ben accolti – è stato il leit motiv del convegno per gli operatori economici – bisogna avere di più, grazie a un ritmo innovativo vero e, nello tesso tempo, alla valorizzazione di quella diversità che rende appetibile il nostro Paese, grazie alla sua storia e alle sue peculiarità naturali e culturali. In sostanza bisogna operare sul binario della tradizione e della tecnologia d’avanguardia. La Cina lo indica con un ritmo incalzante. E intanto suggerisce orientamenti precisi. Per esempio le strutture a disposizione dell’interscambio. Fra queste, la scelta del porto di Trieste, assieme al porto di Genova, come ab nel nuovo sistema mondiale delle “Vie della seta”. Inutile dire che si tratta di una enorme possibilità, di fronte alla quale stanno dimostrando tempestività e concretezza enti fondamentali come la Regione Friuli Venezia Giulia e l’Interporto di Pordenone.

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