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"Una storia lunga 60 anni grazie a mutualismo e cooperazione"
Intervista al Presidente Giovanni Claudio Olivero
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di Lorenzo Boratto
Giovanni Claudio Olivero, Presidente di Banca di Cherasco “Nel 2022 la Banca di Cherasco ha celebrato i 60 anni dalla nascita. Sono decenni in cui è cambiato il mondo, è cambiato tutto, ma questa Bcc ha continuato a credere nei suoi principi costitutivi, le sue fondamenta: mutualismo e cooperazione. La sfida è continuare a impegnarci per rendere questi valori ancora più concreti”. Così Giovanni Claudio Olivero, dal 2015 Presidente del Consiglio di Amministrazione della Banca di Cherasco. Olivero si prepara a portare all’Assemblea dei Soci del 2023 i risultati del triennio che si va concludendo. L’Assemblea (si spera di nuovo in presenza, dopo tre anni di restrizioni causate dalla pandemia) sarà chiamata anche al rinnovo delle cariche sociali della Bcc.
Presidente, cosa deve fare oggi una Banca del territorio, come quella nata a Cherasco nel 1962? “Per noi “Banca del territorio” significa fare parte di un ecosistema che è la comunità, fatta di cittadini e istituzioni, terzo settore e associazioni di categoria, enti territoriali e consorzi. Una volta si chiamavano corpi intermedi: sono le forme e i modi in cui un territorio si organizza e si dà un’identità. La Banca di territorio deve stare nel mezzo di queste realtà, con il suo lavoro deve essere un facilitatore: risolvere problemi, offrire soluzioni, stare accanto alle esigenze dei Soci, delle piccole e medie aziende, delle associazioni, delle scuole o di un municipio. Una strada che percorriamo da tempo e che va sempre più rafforzata. Per farlo serve un requisito fondamentale”.
Quale? “Le persone, che sono al centro dell’azione della Banca. Intese come clienti e Soci, famiglie e imprese, e come il personale che lavora ogni giorno con impegno in questo Istituto di Credito Cooperativo. Il personale va formato, accompagnato nella sua crescita: la scuola dell’obbligo e poi l’università purtroppo non sono in grado di fornire i profili che cerchiamo nel mondo del Credito Cooperativo. Per questo stiamo lavorando a un progetto di costruzione di un percorso di formazione permanente interno all’Istituto, rivolto a tutto il personale. Sarà uno degli obiettivi del prossimo Consiglio di Amministrazione, accanto all’impegno a mantenere in equilibrio raccolta e impieghi, risultati economici e ritorni per la comunità”.
Il “compleanno” è coinciso con un cambio alla guida della Bcc. Cosa ha significato?
“L’ex Direttore Pier Paolo Ravera, che ringraziamo ancora per il suo impegno, ha guidato la Banca per sette anni: idealmente con la sua pensione si è conclusa la fase di superamento del vecchio modello del Credito Cooperativo, con l’ingresso nel 2019 in Cassa Centrale Banca, la Capogruppo con sede a Trento che riunisce Cherasco e oltre sessanta Bcc dal Nord al Sud d’Italia. Adesso la nuova Direzione Generale, con Marco Carelli e i Vice Direttori Lorenzo Crida e Danilo Rivoira, deve affrontare le sfide complesse dei prossimi anni, che non riguardano solo il Credito Cooperativo. Per rendere questa Bcc una Banca ancora più al centro del suo territorio di riferimento, improntata alle relazioni, ai contatti umani, allo sviluppo sociale”.
Perché ha parlato di mettere al centro le persone? “L’attenzione alle persone è un passaggio fondamentale, il fine ultimo è sempre quello di favorire lo sviluppo del territorio ma le modalità con cui questo avviene si sono arricchite nel tempo. Oggi i concetti di benessere e di sostenibilità sono prioritari rispetto alla misura del semplice vantaggio economico. Dobbiamo in sostanza rinnovare, in chiave moderna, la scelta lungimirante fatta 60 anni fa da 43 Cheraschesi, tra cui due donne, che hanno avuto una visione accorta e previdente: con i lori risparmi hanno fatto una scommessa, che è cresciuta nel tempo e i cui frutti arrivano fino a oggi, con una Banca che ha quasi 16 mila Soci e lavora tutti i giorni su due leve che sono fondamentali nella cooperazione: fiducia e credibilità. Significa che, al di là delle condizioni di un fido o del tasso di un mutuo, conta che la Banca sia, in ogni momento, un partner affidabile nelle scelte finanziarie ed economiche, di vita e di lavoro. Per guardare al futuro con serenità. Anche se la realtà che ci circonda è spesso turbolenta, problematica. Essere Banca del territorio vuol dire dare risposte ai problemi quotidiani e accompagnare le scelte più ambiziose, i sogni delle persone: è questo il significato profondo di essere ancora oggi cooperativi e mutualistici. Lo stesso spirito che anima la Banca da 60 anni”.