Mozione difesa europea e Ucraina v.2

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La storica dipendenza dei Paesi europei dagli Stati Uniti e dalla NATO per la propria sicurezza ha generato una serie di criticità, che oggi emergono in modo sempre più evidente, alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina.

✘ L’Unione Europea, pur spendendo più della Russia in ambito militare, è priva di un esercito integrato che possa agire come credibile strumento di deterrenza e rispondere tempestivamente alle minacce esterne.

✘ L’Europa rischia di diventare irrilevante sul piano geopolitico, come dimostrato dall’esclusione dalle iniziative diplomatiche promosse dagli Stati Uniti con la Russia, con il concreto pericolo di dover poi subire le conseguenze di un accordo precario e non pienamente condiviso.

✘ Il sostegno dell’Italia e dell’Unione Europea all’Ucraina, per quanto significativo, rischia di essere vanificato dalle divisioni interne tra i Paesi membri, come dimostra il recente ridimensionamento del Piano Kallas.

Spesa militare nel 2024, in mld di dollari (a parità di potere d’acquisto). FonteOsservatorioContiPubbliciItaliani

Fino al 31 dicembre 2024, l’Italia ha fornito 2,26 miliardi di aiuti bilaterali (1,37 mld di aiuti militari, 0,48 mld

di aiuti umanitari e 0,41 mld di aiuti finanziari) e 6,76 miliardi attraverso l’UE a sostegno dell’Ucraina.

Sostegno governativo all'Ucraina, in miliardi di euro (dal 24 gennaio 2022 al 31 dicembre 2024).Fonte:KielInstitutefortheWorldEconomy

Attraverso UE

L’impegno totale congiunto di Stati Uniti ed Europa supera i 366 miliardi di euro anche se, quasi la metà dei

fondi impegnati dai paesi europei non sono ancora stati erogati.

Sostegno all'Ucraina, in miliardi di euro (dal 24 gennaio 2022 al 31 dicembre 2024). Fonte:KielInstitutefortheWorldEconomy

Stati Uniti

Già erogati Da erogare

Il piano Kallas per l’Ucraina è stato ridotto da 40 a 5 miliardi di euro (marzo 2025), a causa di divisioni tra i

Paesi UE e mancanza di condivisione nella proposta iniziale.

Bilaterali

ITALIA: LA SPESA PER LA DIFESA È IN DIMINUZIONE

Nel 2024 il budget della difesa è stato pari a 29,18 miliardi di euro,

per un valore in rapporto al PIL pari all’1,37%

Per raggiungere l’obiettivo NATO (spesa per la difesa pari al 2% del PIL) nel 2024 sarebbero

stati necessari ulteriori 13,4 miliardi.

Questo target, come ha ammesso lo stesso

Ministro della Difesa, “oggi non è più un obiettivo, ma un requisito minimo”.

Spesa italiana per la difesa

Fonte:DocumentoProgrammaticoPluriennaledellaDifesaperiltriennio2024-2026

NATO: L’ITALIA È TRA GLI 8 PAESI SOTTO LA SOGLIA DEL 2%

Nel 2024, 23 Paesi NATO su 31 avevano raggiunto l’obiettivo del 2% del PIL.

L’Italia era tra gli otto Paesi sotto la soglia prevista dai trattati*

Spesa in difesa in % del PIL 2024, prezzi correnti 2015

Fonte:NATO

% PIL Target Nato

Al prossimo Vertice NATO di giugno 2025 sarà presumibilmente presentata una nuova proposta sulla percentuale di spesa per la difesa, che dovrebbe superare il 3% del PIL a fronte di una richiesta dell’amministrazione americana del 5%

*La definizione di «spese per la difesa» differisce tra Italia e NATO, dove i dati vengono forniti secondo format standard in modo da poter essere comparati con quelli forniti dalle altre Nazioni. Per questo risultano valori assoluti e percentuali diversi.

COSA PREVEDE IL PIANO DI RIARMO EUROPEO

Alla riunione straordinaria dello scorso 6 marzo, il Consiglio europeo aveva accolto con favore il piano

ReArm Europe proposto dalla Commissione:

650 MILIARDI DI EURO

Maggior debito nazionale in deroga dalle regole del patto di stabilità e crescita.

Questa cifra è una stima calcolata ipotizzando che tutti gli Stati membri dell’UE aumentino gradualmente la loro spesa per la difesa, raggiungendo il massimo dell’1,5% del PIL entro quattro anni

150 MILIARDI DI EURO

Prestiti garantiti dall’UE con il nuovo strumento finanziario Security Action for Europe – SAFE per aiutare gli Stati membri a potenziare le loro capacità di difesa attraverso appalti comuni.

L’acquisto congiunto garantirà l’interoperabilità per le forze armate degli Stati membri, ridurrà i costi e creerà la scala necessaria per rafforzare la base industriale della difesa europea

Il 20 marzo la presidente della Commissione Europea Von der Leyen ha annunciato l’intenzione di cambiare nome al piano, passando da «ReArm Europe» a «Readiness 2030»

La mozione impegna il Governo a:

1

2

CONTINUARE A SOSTENERE L’UCRAINA garantendo stanziamenti almeno in linea con quelli assicurati finora dall’Italia all’Ucraina, e in ogni caso non inferiori allo 0,15% del PIL

3

COLLABORARE CON I PAESI «VOLENTEROSI» assicurando che le forniture di munizioni di artiglieria di grosso calibro e di missili siano assicurate tempestivamente alle forze di difesa ucraine

4

RAGGIUNGERE IL 2% DEL PIL PER LA DIFESA entro il 2025 ed operare perché sia rapidamente attivato lo strumento SAFE per l’incremento della spesa per la difesa

5

RICORRERE ALLA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA EUROPEA per innalzare le spese per la difesa al 2% del PIL se lo strumento SAFE non dovesse essere attivato

COSTRUIRE UN SISTEMA DI DIFESA EUROPEO promuovendo l’integrazione politica, industriale e militare tra gli Stati membri e favorendo il ripristino di un rapporto più stretto con il Regno Unito

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