Avvenire di Calabria n° 30 - 2013

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e Special

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ANNO LXVI - N. 30 - 31 AGOSTO 2013

Il cammino e il segreto

o escov Un V ita sua v a l e

S

i cammina, si va avanti nella nostra chiesa diocesana... P. Giuseppe Fiorini Morosini sta per arrivare con la carica del suo entusiasmo e con un pizzico di timidezza perfino; ma anche con la passione che lo consuma, col desiderio di aiutare la crescita di questa Chiesa, di condurla ad una testimonianza sempre più credibile. Si va avanti, si cammina. Preti, laici, adulti, giovani, bambini, uomini e donne... si va avanti! I problemi si affronteranno, le situazioni ci troveranno attenti, il rapporto con gli ultimi dovrà diventare ancora più intenso di quanto già non lo sia, l’esigenza di un rapportarsi sempre più intelligente, ma fedeli alla Verità, con gli scenari del mondo, ci troverà spesso sulle “frontiere del discernimento”.... Si farà tutto quel che volete. Ma sono certo che niente, proprio niente, sarà decisivo per il cammino della nostra Chiesa quanto la preghiera. Sarà la preghiera, più di tutto il resto, ad unirci. Sarà “la preghiera” ad unire il Vescovo che “chiude” e il Vescovo che “apre” una storia. Uniti già dai loro stessi stemmi “Euntes ergo” e “In fide vivo Filii Dei”: perché non puoi “andare ad annunciare”

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Una rapida sintesi della lunga storia episcopale di Mons. Vittorio Mondello, segnata da una profonda convinzione ...

... Non c’è Chiesa senza “comunione”

FILIPPO CURATOLA Quando Vittorio Mondello stava per venire a Reggio, ventitré anni or sono, non lo conoscevo, ma sul nostro giornale, raccontando la storia di un vecchio che ero andato a visitare e mi chiedeva chi fosse il nuovo Vescovo reggino, gli espressi di cuore un augurio, un po’ strano magari, ma fatto col cuore. Gli augurai che avesse “i calli alle ginocchia”. I calli alle ginocchia, ovviamente, per il lungo pregare. Perché - ragionavo - anche se di tutto Reggio poteva aver bisogno, certo il dono di un “Vescovo orante” mi sembrava il massimo possibile. Ventitré anni dopo, mentre Vittorio Mondello lascia la guida della Chiesa regginabovese nelle mani di Giuseppe Morosini, quell’augurio diventa un’icona. Mondello in ginocchio davanti al SS.mo Sacramento. E’ stato lui stesso nei giorni scorsi a dire che, da Arcivescovo Emerito, cesserà il munus regendi del suo essere Pastore, ma non cesserà il munus sanctificandi e il munus docendi. Continuerà ad annunciare il Vangelo e a santificare. Dentro questi scenari camminerà la sua vita. Per questo mi piace offrirvi in pagina questa foto. La ritengo “un segnale”.

SETTIMANALE DELLE DIOCESI DI REGGIO CALABRIA-BOVA E LOCRI-GERACE

FRANCA MAGGIONI SESTI

do, iniziato e interrotto con sofferenza a Caltagirone per la partenza, fortemente voluto e compiuto a Reggio Calabria. Se la Chiesa è comunione, acquista un significato nuovo e più profondo l’amore a Maria, che via va assumerà le dolci sembianze della Madonna della Lettera di Messina, della Conadomini di Caltagirone, della Madonna della Consolazione a Reggio.

(fc) - No, miei cari Lettori. Non ce l’ha mandato dall’aldilà Franca questo pezzo. L’aveva già scritto, appena qualche anno fa, in occasione dei cinquant’anni di Messa di Mons. Mondello. Nei giorni scorsi l’ho ripreso e mi é sembrato semplicemente stupendo offrirlo ai lettori nel momento in cui rievochiamo in un rapido sguardo l’episcopato del Vescovo Vittorio che passa da Arcivescovo Metropolita ad Arcivescovo Emerito. E’ un pezzo, cari Lettori, che, da una parte, offre una lettura compiuta di un lungo episcopato; e, dall’altra, richiama il volto di una donna, una laica cristiana, che è stata vicina ai nostri Vescovi e ha lasciato un’orma indelebile nel tessuto della nostra storia.

*** Dopo l’esperienza romana Vittorio Mondello torna nella sua Messina per ricevere il 21 giugno 1960 l’ordinazione presbiterale dalle mani consacratorie di mons. Angelo Paino. Torna a Messina per vivere in pienezza e totale abbandono ai piani di Dio, così come vivrà ogni stagione della sua vita, quello che nel disegno del Signore sarà lo svolgimento del ministero presbiterale, come formazione ed apprendistato per il successivo ministero episcopale. Messina, una diocesi cara al suo cuore, – dirà lui stesso nel 1990 arrivando a Reggio – “che, dopo avermi visto nascere alla vita naturale, mi ha dato , col battesimo, quella soprannaturale, mi ha aiutato a crescere nella fede, mi ha preparato al presbiterato e mi ha visto vescovo. Rimarrà sempre nel mio cuore che, se pure non riuscirà a ringraziarla sufficientemente per i doni ricevuti, la venererà sempre con affetto filiale considerandola la chiesa madre della propria fede.” È a Messina, dunque che il giovane prete inizia il suo ministero presbiterale a servizio del popolo di Dio, con alcune caratteristiche che continueranno poi nel suo ministero episcopale: l’importanza della catechesi e dell’insegnamento della religione, la sfida educativa e il rapporto con i giovani a scuola, in Azione Cattolica e nella Confraternita di S.Giovanni Decollato, l’attenzione ai laici e alle aggregazioni laicali, il lavoro nel Consiglio presbiterale, i compiti in curia … tutti incarichi che ben lo preparano al ministero episcopale.

——— E’ il 25 gennaio 1959. Un giovane seminarista che dalla natia Messina è venuto a Roma, alloggiato al Seminario Lombardo, per completare i suoi studi teologici alla Pontificia Università Gregoriana, si trova a San Paolo fuori le mura quando, finita la messa di Papa Giovanni XXIII, viene annunziato il nuovo Concilio Vaticano.

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n momento, una coincidenza (ma esistono le coincidenze per un cristiano? non sono invece segni?) sicuramente dono del Signore e che visto oggi in retrospettiva possiamo chiamare segno profetico, perché nasce lì e si approfondisce lì in un cuore già aperto alla comunione e all’amore alla Chiesa, la convinzione profonda che la Chiesa è comunione. Perché, infatti, tutti i 50 anni di sacerdozio di Vittorio Mondello sono pervasi dall’amore alla Chiesa, dall’ansia di costruire comunione, di far capire a tutti, cominciando da Messina, , poi a Caltagirone e infine a Reggio, quanto è meravigliosa l’intuizione conciliare di una Chiesa comunione. All’ecclesiologia di comunione dedica i suoi studi, il suo insegnamento, i suoi scritti, ed è questa convinzione che lo porterà da docente di teologia a scrivere tre libri e da pastore a citare il Concilio (soprattutto la Lumen gentium) in ogni omelia, in ogni Lettera Pastorale, a parlarne ai prese non hai la “fede”; e diventa sterile la fede, che non si tramuti in “annuncio”. Ma, ciò che ti consente il dono della fede e il coraggio dell’annuncio è la preghiera. Rimani, in mezzo a noi, Vittorio! Tra memoria e attesa. Con lo sguardo e le mani incrociate nel silenzio.

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sbiteri, ai seminaristi, alle religiose, all’Azione Cattolica, ai laici…; all’ecclesiologia di comunione dedica tutta la sua vita. Ed il suo ministero, presbiterale prima ed episcopale poi, è talmente segnato dal Concilio Vaticano II e dal clima profetico di quegli anni che a ragione mons. Pennisi lo definisce nel 2000 “Vescovo conciliare” piuttosto che vescovo del postconcilio. Un prete, e poi un vescovo, lo sottolineiamo ancora una volta - che ha fatto dell’attuazione del Concilio uno degli scopi del suo

ministero, che ha colto fino in fondo l’intuizione fondamentale del Concilio stesso che la Chiesa è comunione e per questa intuizione ha speso tutta la sua vita. Un amore alla Chiesa quello di Vittorio Mondello che lo ha portato, lo porta e lo porterà sempre a spendersi attivamente e senza strombazzature per attuare concretamente questa comunione: perché se la Chiesa è comunione, è indispensabile un presbiterio unito al suo interno e con il Vescovo; se la Chiesa è comunione, il Seminario deve essere in diocesi

affinché i seminaristi crescano e imparino l’amore alla Chiesa accanto al loro Padre e con la loro comunità. Se la Chiesa è comunione, sono importanti gli organismi di partecipazione, è fondamentale la presenza di un laicato maturo e responsabilmente formato all’amore alla Chiesa e alla città dell’uomo; sono importanti le Visite Pastorali che si prolungano idealmente con le Lettere Pastorali, che scaturiscono sempre da quel ‘convenire’ di Chiesa che è il Convegno diocesano; è momento fortemente comunionale il Sino-

l 10 Dicembre 1977 è infatti eletto alla Sede titolare Vescovile di Carcabia, con deputazione di Ausiliare per l’Arcidiocesi di Messina – Lipari - S. Lucia del Mela, ricevendo la consacrazione episcopale il 21 Gennaio 1978, consacrante il card. Pappalardo e conconsacranti Mons. Fasola vescovo emerito e mons. Ignazio Cannavò neo arcivescovo di Messina, presenti mons. Aurelio Sorrentino, i vescovi della Sicilia e mons. Ferdinando Maggioni suo rettore al Seminario Lombardo. Ed è sempre il suo grande amore alla Chiesa, che lo porterà, giovane vescovo di appena “40 anni e tre mesi”, a pregare la Vergine Maria, ed è un prezioso ricorsegue a pag. 4


II 31 Agosto 2013

Mondello

Le sue Lettere Pastorali Ai fedeli della Diocesi di Caltagirone IL GIORNO DEL SIGNORE, IL SIGNORE DEI GIORNI Mons. Vittorio Mondello Vescovo di Caltagirone

Ai fedeli dell’ Arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova


Mondello Le Lettere Pastorali

31 Agosto 2013

III

I “suoi” vescovi e preti Vescovi S.E. Mons. Andrea Cassone S.E. Mons. Salvatore Nunnari S.E. Mons. Santo Marcianò

09-05-1992 20-03-1999 21-06-2006

Anno 2003

33. d. Domenico De Biasi 34. d. Francesco Megale

28-06-2003 28-06-2003

Anno 2004

35. d. Olivier Dupont Bitiocka 36. d. Nicola Casuscelli 37. d. Jves Pascal Niemb

26-06-2004 26-06-2004 26-06-2004

Anno 2005

38. d. Luigi Cannizzo 39. d. Gaetano Galatti 40. d. Antonino Russo 41. d. Tonino Sgro

02-07-2005 02-07-2005 02-07-2005 02-07-2005

Anno 2006

42. d. Stefano Iacopino 43. d. Marcellin Horthosie Herivojilalaina 44. d. Angelo Battaglia 45. d. Giuseppe Calogero 46. d. Francesco Contento 47. d. Salvatore Coppola 48. d. Giovanni Gullì 49. d. Giuseppe Manti 50. d. Antonio Marrapodi 51. d. Domenico Morabito 52. d.Pasquale Triulcio

21-01-2006 21-01-2006 01-07-2006 01-07-2006 01-07-2006 01-07-2006 01-07-2006 01-07-2006 01-07-2006 01-07-2006 01-07-2006

Anno 2007

53. d. Giuseppe Praticò

30-06-2007

Anno 2008

54. d. Antonino Iannò 55. d. Gaetano Lombardo 56. d. Giuseppe Saraceno 57. d. Pier Paolo Surleti

28-06-2008 28-06-2008 28-06-2008 28-06-2008

Anno 2009

58. d. Simone Gatto 59. d. Giovanni Imbalzano 60. d. Domenico Rodà

27-06-2009 27-06-2009 27-06-2009

Anno 2010

61. d. Ernesto Malvi 62. d. Domenico Nucara 63. d. Daniele Siciliano 64. d. Eduardo Armando Turoni

26-06-2010 26-06-2010 26-06-2010 26-06-2010

Anno 2011

65. d. Davide Imeneo

02-07-2011

Anno 2012

66. d. Mutela Kongo Alain 02-07-2012 67. d. Lantoniaina Fenomenaza Eric Raharison 02-07-2012 30-06-2012 68. d. Francesco Siclari 69. d. Francois D'Assise Raherilanto 30-06-2012 70. d. Pierre Aimé Malaza 30-06-2012

Anno 2013

71. d. Antonino Ventura 72. d. Carlo Maria Cuccomarino Protopapa 73. d. Giovanni Gattuso

Presbiteri Anno 1991

1. d. Giacomo D’Anna 2. d. Salvatore Pavigliniti

06-04-1991 06-04-1991

Anno 1992

3. d. Angelo Casile 4. d. Pietro Sergio

28-06-1992 28-06-1992

Anno 1993

5. d. Salvatore Barreca 6. d. Demetrio Sarica 7. d. Salvatore Santoro

26-06-1993 26-06-1993 26-06-1993

Anno 1994

8. d. Domenico Cartella 9. d. Vincenzo Modafferi 10. d. Leone Stelitano

25-06-1994 25-06-1994 25-06-1994

Anno 1995

11. d. Pasquale Lombardo 12. d. Pietro Polimeni 13. d. Vincenzo Varacalli

24-06-1995 24-06-1995 15-12-1995

Anno 1996

14. d. Santo Battaglia 15. d. Massimo Laficara 16. d. Claudio Roberti

29-06-1996 29-06-1996 29-06-1996

17. d. Antonio Carfì 18. d. Valerio Chiovaro 19. d. Francesco Cuzzocrea 20. d. Stefano Ripepi

28-06-1997 28-06-1997 28-06-1997 28-06-1997

21. 22. 23. 24.

27-06-1998 27-06-1998 27-06-1998 27-06-1998

Anno 1997

Anno 1998

Anno 1999

d. d. d. d.

Antonio Bacciarelli Giuseppe Cosa Marcello Salamone Giovanni Zampaglione

25. d. Francesco Panuccio 26. d. Carmelo Perrello

26-06-1999 26-06-1999

Anno 2000

27. d. Francesco Surace 28. d. Bruno Verduci

01-07-2000 01-07-2000

Anno 2001

29. d. Emmanuel Mbamba 30 d. Celestin Desirè Niemeck

30-06-2001 30-06-2001

Anno 2002

31. d. Paolo Ielo 32. d. Aldo Ripepi

29-06-2002 29-06-2002

I suoi libri

29-06-2013 29-06-2013 29-06-2013


IV 31 Agosto 2013 DALLA PRIMA

...Non c’è do che mons. Mondello, pur così schivo dei suoi sentimenti, ci ha donato nel 2003 nel giorno del XXV della sua ordinazione episcopale: “Permettetemi di rievocare un ricordo che è rimasto indelebile nella mia memoria in questi 25 anni. Quando mi è stata

Mondello Ed il suo motto – Euntes ergo – è scelto per la “convinzione che il compito principale di un vescovo è l’annuncio del Vangelo e per il desiderio di donare completamente a questo compito il mio tempo e la mia vita”. Euntes ergo, non solo un motto ma un impegno di vita, che fa di lui un Vescovo ‘missionario’ proteso in un continuo andare, in comunione per la missione. ***

commozione indice il 3° sinodo diocesano” dal tema “in comunione per la missione”, che dovrà lasciare incompiuto.

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n amore quello del vescovo Mondello alla sua diocesi che è ricambiato, se mons. Michele Pennisi scriverà nel 1990: “è inutile nascondere un iniziale senso di sgomento e di vuoto che ha colto parecchi presbiteri e laici della Chiesa calatina. È come

Il servizio episcopale a Caltagirone, d’altronde, permette al giovane Vescovo di dar seguito a tutta la sua carica e fantasia pastorale: in appena 7 anni attua la Visita Pastorale, indice il Sinodo, riapre il Seminario Minore Diocesano e vuole il trasferimento dei seminaristi del Maggiore da Catania a Caltagirone, pur continuando a frequentare lo Studio Teologico di Catania, riorganizza la Curia diocesana e gli organismi diocesani, scrive 5 lettere pastorali; attua altresì l’istituzione dell’ Istituto Superiore di Scienze Religiose a Caltagirone, la promozione dei ministeri e del diaconato permanente, la valorizzazione dell’AC e delle aggregazioni attraverso la Consulta diocesana per l’apostolato dei laici, la scuola di base per catechisti, la promozione umana attraverso l’impegno socio-politico recependo in pieno l’eredità del calatino don Luigi Sturzo, che ancor oggi cita spesso. ***

aturità dell’episcopato che si conquista non con il semplice passare del tempo, ma con il dolore e la sofferenza, con la gioia e la speranza, con la preghiera e con l’offerta di tutto al Signore, a volte con la solitudine e l’esperienza dolorosa dell’abbandono, anche se Mons. Mondello non accetta di sentir parlare di solitu-

bravano umanamente impossibili”, a cominciare dalla immediata riapertura del Seminario Teologico nel 1991e nel 1993 dello Studio Teologico, perché il Seminario – ribadisce nella prima lettera Pastorale Il Sicomoro- è strumento ordinario e indispensabile di comunione oltre che di formazione e di inculturazione della fede nel territorio, scelta feconda se in questi 20 anni si sono ogni anno avuti nuovi presbiteri e la consacrazione di 3 vescovi reggini. E le altre “meraviglie” che il Signore ha compiuto tra noi (ma come ricordarle tutte? e alcune, poi, forse le più belle, compiute nel profondo dei cuori, solo il Signore le conosce): dalle due Visite Pastorali, al gemellaggio con la diocesi di Cyangugu ; dal Direttorio Pastorale ai pellegrinaggio diocesani da lui guidati, il 1° ed il 2°in Terrasanta a chiusura rispettivamente della 1° Visita Pastorale, e del Sinodo, tradizione che continua tutt’oggi; dalla Canonizzazione di Padre Catanoso e dall’introduzione delle cause di beatificazione di mons. Montalbetti e di mons. Ferro alla costruzione di nuove chiese e alla purificazione delle feste religiose; dal 26° Sinodo Diocesano alla Visita ad limina e al Giubileo dell’anno 2000; dai Convegni diocesani sempre più partecipati e vissuti, all’impulso dato ai Consigli pastorali, alla Consulta delle aggregazioni laicali; dall’Anno Paolino all’Anno Sacerdotale, alla prossima Settimana sociale, alle 15 Lettere Pastorali che puntualmente segnano e accompagnano il cammino delle nostre comunità. Maturità di episcopato che è capacità di far apparire normali e semplici gli atteggiamenti eccezionali di comunione che vive

aturità di episcopato che è capacità di parlare in modo semplice e scarno, ma con grande passione ed entusiasmo, di Cristo e della Chiesa, perché convinto che “soltanto un grande amore alla Chiesa può portare ad un altrettanto grande amore a Cristo. Non esiste: Cristo sì Chiesa no. Un approfondimento della conoscenza della Chiesa non può non portare a un più grande amore a Cristo”. E qui penso con stupore ammirato e grato agli incontri sulla Lumen gentium tenuti l’anno scorso all’Azione Cattolica, ed a quanto era affascinante ed insieme sconvolgente ascoltare la passione e la freschezza, dopo 50 anni! con cui ci spiegava il documento conciliare e ci parlava dell’ecclesiologia di comunione, dell’universale chiamata alla santità, dell’indole secolare dei laici… Il mondo ha bisogno di testimoni innamorati che – come dice la 1° Lettera di Giovanni - ciò che hanno visto, ascoltato ed udito, ciò che hanno contemplato e ciò che le loro mani hanno toccato, lo annunzino anche a noi, per essere in comunione. In un tempo e in un mondo in cui ciò che conta è troppo spesso apparire e parlare di se stessi e far parlare di sé a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo, mons. Vitto-

dine del cristiano, perché il Signore è il Dio con noi. Maturità che gli permette di riconoscere nel 2000, a 10 anni dall’arrivo, d’aver “visto realizzate dal Signore tante cose che sem-

ogni giorno. In un tempo e in un mondo in cui tutto e tutti puntano alla spettacolarità, all’apparire più di quanto si è, mons. Mondello in silenzio lavora e soffre per costruire davvero la comunione,

rio Mondello, nell’umiltà, nel silenzio e nell’ascolto, ci parla invece di un Altro e, come Maria a Cana, ci invita: “Fate quello che lui vi dirà”. Franca Maggioni Sesti

E infine mons. Vittorio Mondello arriva a Reggio, il 29 settembre 1990, portando nel cuore le comunità che ha lasciato. Si presenta nella maturità dell’epi-

comunicata la volontà di Paolo VI di nominarmi vescovo, l’11 novembre 1977, mi sono recato nella cattedrale di Messina e mi sono tanto raccomandato alla Madonna della Lettera. A lei ho anche rivolto questa supplica: “Madonnina, non permettete che io abbia mai a recare il benché minimo danno alla Chiesa; piuttosto fatemi morire” … e dopo 25 anni vorrei rivolgere ancora la stessa preghiera alla Madonna della Consolazione perché mi aiuti a non fare mai alcun danno alla Chiesa del suo divin Figlio”. iovane vescovo, già nella scelta dello stemma mostra la sua innata capacità di unire i diversi affetti, di rendere sempre più grande il suo cuore per accogliere altre persone e comunità che il Signore via via gli affida senza mai dimenticarle, senza mai smettere di amarle e di pregare per loro, perché le partenze per un cristiano non sono mai un addio. In

E dopo la formazione e l’ ‘apprendistato’ come Ausiliare a Messina, la giovinezza gioiosa del suo episcopato vissuta nell’amata e indimenticata diocesi di Caltagirone, “una diocesi a misura d’uomo, immersa in un clima pastorale di famiglia”, cui lo legherà sempre un amore speciale. Così la saluta arrivando a Reggio: “Alla Chiesa Calatina che il Signore ha affidato alle mie cure di pastore e che ho servito in questi ultimi sette anni, che sono stati certamente gli anni più belli della mia vita, perché con la profonda fede del suo buon popolo, con la fraterna comprensione e fattiva collaborazione del suo meraviglioso presbiterio culturalmente preparato e pastoralmente impegnato, con i suoi laici cristianamente formati, mi è stata di grande esempio e aiuto per la crescita della mia fede. Non potrò mai dimenticare questa comunità dalla quale ho ricevuto certamente molto più di quanto abbia saputo e

essere privati di una parte di se stessi. Un vescovo non è un funzionario anonimo ma un padre nella fede con un nome, un volto, una voce, un cuore. Ci si distacca da lui con dolore”.

una intervista al nostro giornale dirà nel 1990: “Ho scelto il mio stemma quando sono stato nominato vescovo di Caltagirone ed ho pensato di rendere omaggio alle due città di Messina e Caltagirone assumendo il loro stemma. Messina infatti ha una croce d’oro in campo rosso e Caltagirone invece croce d’oro in campo metà rosso e metà bianco.”

potuto dare”. Inizia il suo ministero calatino il 16 ottobre, data per lui molto importante se 4 delle 5 Lettere Pastorali da lui scritte a Caltagirone riportano sempre questa stessa data, quasi un modo di festeggiare l’anniversario con la sua Sposa e con il suo popolo; ed il 16 ottobre 1988 “a 5 anni del suo servizio pastorale, con immensa gioia e

Rapporti d’affetto che continuano fino ad oggi, che lo vedono ad esempio nel 2000 tenere al Convegno diocesano calatino di Azione Cattolica la relazione “Incarnazione e laicità: dire Dio nel tempo e nella storia” e celebrare l’8 agosto 2009 il 50° dalla morte del servo di Dio don Luigi Sturzo Caltagirone “nella sua e nostra Caltagirone”.

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scopato con questo “programma”: una comunità santa, un presbiterio unito, un laicato maturo.

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con i suoi preti, con i suoi diaconi, con i religiosi e le religiose che qui operano, con i suoi laici, con la sua città, così come ha vissuto la comunione con i suoi predecessori cui ha dimostrato sempre fino alla loro morte grande affetto filiale e rispetto, icona concreta e vissuta di una chiesa comunionale, non solo detta a parole ma vissuta quotidianamente.

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