01 Avis insieme per cambiare

INSIEME PER

CAMBIARE

Numero 1 - MARZO 2016

Scuole dieci e lode la prima donazione per gli studenti

280 Volte

premiata la solidarietà a Reggio

Papa Francesco

DONARE È IMPEGNO D’AMORE

Una missione: responsabilità Quando Avis e IAMU si sono incontrati per la prima volta era una splendida mattina di sole e caldo, tipica condizione climatica dei fine settembre di Reggio Calabra. Fu un incontro per nulla banale, ricco di spunti e di scambi di vedute. Su di uno convergemmo insieme al presidente Antonio Romeo, dell’Avis reggina. Questa città aveva (e tuttora ha) bisogno di ritrovare il senso di appartenenza a una comunità.

Farne parte aiuta a riscoprirci solidali ma anche bisognosi di aiuto, a guardare all’altro con fiducia e interesse confidando nel medesimo trattamento. Spinge insomma tutti noi a uscire dal chiuso delle nostre incapacità di singoli individui per iniziare a collaborare. In una parola: IAMU! Facciamolo, però insieme.

Impegnandoci a essere responsabili gli uni verso gli altri. L’Avis da sempre ce la sta mettendo tutta. E anche noi con loro, da quella mattina di settembre. Insieme per una missione comune: la responsabilità.

direttore IAMU.IT

Sergio Conti

INSIEME PER

CAMBIARE

Realizzato per Avis Comunale Reggio Calabria da IAMU.IT Testata giornalistica registrata al Tribunale di Reggio Cal. Aut. N° 6/2015

Direttore responsabile: SERGIO CONTI Email: info@iamu.it | Online: www.iamu.it

Caporedattore

ANDREA ARCUDI

Assistent Editor

ANNA FOTI MARCO NISTICÒ LUCIA ROMEO

Redazione

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GABRIELE ARENA MARCO CHIRICO DOMENICO COLELLA MARIA VITTORIA COMI DARIO ROMANO RACHELE SCOPELLITI DINO DESSÌ DOMENICO NOTARO IAMU

Domande e feedback a: Avis Comunale Reggio Calabria, Corso Garibaldi 585 Telefono: (39) 0965 813250 Fax: (39) 0965 1812041 Email: reggiocalabria.comunale@avis.it Online: www.avis.it

AVIS Insieme per cambiare è un magazine realizzato in collaborazione con IAMU.IT nell’ambito della partnership avviata due anni fa per la sensibilizzazione delle nuove generazioni al tema della donazione. In questo numero hanno collaborato inoltre: Rocco Chiriano, Mariangelà Giuffrè, Katia Romeo, Avis comunale Roma, Avis Comunale Ferrara, Laura Lupia.

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Donazioni record

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Come va l’Avis?

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Un’Italia bellissima

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Enzo Romeo e Mimmo Nisticò premiati: in due oltre 250 donazioni I dati nazionali (e anche quelli locali) richiamano a maggiore disponibilità L’hanno incontrata in un viaggio lungo il Paese. Al grido “IAMU con Avis”

GIOVANI 12

Scuole 10 e lode

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La linea verde cresce

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Volontari sul campo

Regali ai bimbi buoni

Gli studenti raccontano la loro prima volta con la donazione. Stupenda Bilancio positivo e qualche novità per i Giovani Avis di Reggio Calabria L’esperienza del servizio civile in Avis: un’occasione unica per crescere

La befana per i figli dei donatori è un appuntamento fisso. Crescono i doni

STORIE E PERSONE

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18

Giubileo con il Papa

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Calabrese da consulta

Una delegazione di Reggio Calabria a Roma per l’incontro col Pontefice Laura Lupia, delegata tra i giovani Avis racconta la sua scelta di donare

quel bimbo dagli occhi blu di Antonio Romeo Presidente Avis Comunale Reggio Calabria Quando ho iniziato questa avventura in Avis, vi confesso che non ero assolutamente cosciente di cosa sarebbe accaduto. Oggi a distanza di tre anni dall’inizio di questo mio mandato in qualità di presidente posso dire che la mia vita è cambiata radicalmente (chiaramente in meglio).

Essere donatore di sangue è molto semplice, basta avere buona volontà, mantenere il proprio corpo in salute e venire in sede a donare.

Essere dirigente Avis non è assolutamente facile.

Infatti l’Avis di oggi è diventata e sta diventando (ancora si stanno svolgendo sotto i nostri occhi dei cambiamenti) una realtà ben diversa dalla semplice associazione. Serve un impegno continuo. Coordinare, gestire, pianificare le risorse umane e tecnologiche di una struttura come quella dell’Avis Comunale di Reggio Calabria – che è anche Unità di Raccolta Fissa accreditata dalla Regione Calabria – abbisogna di capacità imprenditoriali/manageriali che non sono di facile reperimento. Per questo cerchiamo sempre di coinvolgere nuovi soci donatori all’interno della nostra struttura, facendoli crescere piano piano e facendogli assorbire tutte le norme alla base della nostra attività. Far crescere nuovi dirigenti è uno degli obiettivi che mi sono posto non appena ho iniziato il mio mandato. Come diceva l’imperatore Cesare «Un vero condottiero si giudica non dalle vittorie ottenute ma

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Avis insieme per cambiare/ Marzo, 2016

dal futuro che riesce a creare durante il suo mandato». Anche per questi motivi crediamo nei giovani che s’impegnano nella nostra sede e nelle nostre iniziative. Con loro assicureremo il futuro dell’Avis. Pertanto ben vengano tutte le idee che ci propongono, la loro freschezza, il loro entusiasmo: sono il carburante che ci fa andare avanti tenendo la barra dritta e pensando che il nostro impegno, i nostri sacrifici sono solo per salvaguardare gli ammalati, coloro che sono in un letto di ospedale e non hanno voce in capitolo. Vi racconto un episodio significativo che mi è capitato recentemente. Spiega perfettamente le motivazioni che mi spingono in questo compito. Ero in attesa (con mio padre) nel reparto di ematologia all’ospedale di Reggio Calabria, si avvicina a me un signore molto giovane che teneva per mano un bambino. Mi guarda e dice al piccolo: «Saluta questo signore che è quello che ogni giorno fa arrivare in ospedale il sangue che ti serve per le trasfusioni». Il bimbo (con due occhioni azzurri bellissimi) mi guarda e con fare da adulto si avvicina e mi porge la sua manina ringraziandomi. Io, chiaramente, imbarazzatissimo lo saluto e lo ringrazio sciogliendomi in un pianto liberatorio. Non so chi sia quel bimbo o chi sia suo padre ma so per certo che ci sono tanti bimbi come lui e tante persone che ogni giorno hanno bisogno di sangue. Sempre.

questo è amore In tempi difficili, caratterizzati da individualismo e solitudine, l’Avis chiama ad andare verso gli altri. Non per ottenere qualcosa in cambio. Ma per riempire se stessi. Gratis

N

oi uomini siamo sempre pronti ad agire per noi stessi e per ottenere ciò che desideriamo: lavoriamo, studiamo, coltiviamo le nostre passioni con l’intento di costruire il nostro futuro quanto più comodo possibile. Il mondo che ci circonda spesso pare imporci questo modo di agire, giudicando come inutile o insensato quanto non rientra in questo giudizio. Il bene, l’atto di aprirsi con amore all’Altro, rimangono sì dei principi buoni apprezzati da molti, ma pochi agiscono in nome di questi principi nel silenzio e con sincerità. Si pensa spesso che i piccoli gesti non esistano più: a chi la pensa così è più che giusto far notare che basta pochissimo per aiutare qualcuno, che già l’intenzione di voler compiere il bene conosce molte strade, se solo le si vuole davvero intraprendere, sapendo che spesso bisogna esser pronti a una rinuncia, anche minima.

Non conoscere chi beneficia dei propri sacrifici è forse la condizione più difficile che mette a dura prova la propria chiamata a far del bene ma non basta questo a fermare gli uomini che sentono nell’intimo la volontà dell’amore; per quanto possa risultare facile e comodo ignorare o evitare di guardare colui che ha bisogno, il sentimento di umanità, non ci abbandonerà mai. È possibile coprirlo, nasconderlo ma eliminarlo mai. È questo sentimento che caratterizza e lega gli uomini, che abbatte ogni barriera e ogni muro fra un sé e l’altro. L’io dell’uomo, di qualunque uomo, non è una bestia da saziare, è un essere da rispettare; è un’idea universale, è questo il significato profondo che ogni società e ogni individuo dovrebbero trasmettere tramite la propria azione.

I volontari, quelli che scelgono di predisporsi al servizio del prossimo e quanti altri agiscono così, rinunciano a qualcosa per loro stessi pur di seguire nell’intimo questa spinta e sono

pronti a donare e donarsi.

Donare, il gesto più sincero e coerente dell’amore, sta alla base di ogni rapporto sincero e duraturo, sia esso solo di rispetto o d’amicizia; è facile sacrificarsi sapendo di poter ottenere qualcosa in cambio. Rinunciare a qualcosa del nostro “io” per poterlo dare a un altro è una delle opere più nobili, dei gesti più profondi. Possibili da compiere proprio dall’interno del mondo associativo, che con spirito di solidarietà aiuta e sostiene con le braccia forti dei volontari quanti hanno bisogno: chi vuole davvero aiutare il prossimo, non ha che l’imbarazzo della scelta.

Ma c’è di più. L’Avis, l’associazione dei volontari del sangue, oggi chiama tutti a un senso più grande di apertura all’altro. Offre un’opportunità, da cogliere mettendosi al servizio dei più bisognosi e di tutti coloro che aspettano un dono per la vita. Un piccolo gesto, spontaneo e anonimo; l’anonimato, la spontaneità sono tutti valori che si trovano nella carta etica. Ma anche nel cuore di tutti quelli che donano il sangue e diventano testimoni di un’altra società possibile. Questo sì che è amore.

In un mondo malato sotto molti aspetti, che molto spesso spinge uomini e ragazzi verso comportamenti e atteggiamenti egoistici, superficiali, dannosi per tutti, è impossibile ignorare quanto insegnano i donatori. È impossibile far finta di non ascoltare questo grido di aiuto da parte di quelli che necessitano del sangue. Questo vuol dire andare incontro a chi ha bisogno, nel suo significato più puro e nobile. Diceva Eric Fromm che «dare è la più alta espressione di potenza. Nello stesso atto di dare, io provo la mia forza, la mia ricchezza, il mio potere. Dare dà più gioia che ricevere, non perché è privazione, ma perché in quell’atto mi sento vivo». Forse è quello che provano i volontari Avis. (andrea arcudi) Avis insieme per cambiare/ Marzo, 2016

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cento di queste Le benemerenze della Fiods consegnate ai donatori di sangue calabresi che si sono contraddististi per impegno e dedizione. Anche due reggini

L’

auditorium “Nicola Calipari” di palazzo Campanella a Reggio Calabria è carico di emozioni. Non solo per il convegno Civiltà del dono nei paesi del Mediterraneo, promosso congiuntamente dall’Avis nazionale, dall’Avis Calabria, dalla sezione provinciale e da quella comunale dell’Avis di Reggio Calabria, dall’Università per stranieri “Dante Alighieri”. Ma anche e soprattutto perché l’evento ha celebrato il valore della donazione e l’importanza della formazione, con la presenza dei cinquanta ragazzi impegnati nel servizio civile nelle più grosse sedi Avis della Calabria (35 su 155 totali). La Fiods (Federazione internazionale delle organizzazioni di donatori), impegnata nel mondo a promuovere la cultura della donazione della

gratuità, ha consegnato le benemerenze a quattro donatori calabresi che si sono distinti per impegno e dedizione.

Eccoli: Anna Marcella Iazzolino, in Avis dal 1961, a lungo presidente della sezione di Cosenza; Biagio Cutrì, oggi vicepresidente dell’Avis regionale, tra i fondatori dell’Avis di Vibo Valentia; il decano dell’Avis calabrese e reggina Enzo Romeo, donatore dal 1957 con 150 donazioni effettuate, impossibilitato a essere presente e rappresentato dal figlio Antonio (presidente dell’Avis comunale di Reggio Calabria) e dai nipoti Vincenzo e Lucia; Mimmo Nisticò, a lungo presidente dell’Avis comunale di Reggio Calabria, oggi consigliere regionale e donatore ancora attivo con 130 donazioni eseguite dal 1975, dal 2008 selettore del servizio civile nazionale.

Mimmo Nisticò e Antonio Romeo (in rappresentanza di Enzo Romeo) insigniti delle benemerenze Fiods

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Avis insieme per cambiare/ Marzo, 2016

donazioni VOCI DONARE SCATTO SOCIALE «La donazione del sangue costituisce uno scatto per l’evoluzione sociale di tutte le comunità». Le parole del presidente nazionale Avis Vincenzo Saturni suonano come richiamo per l’intero paese e quella parte di società ancora indifferente. Questo è vero soprattutto dove il sangue si paga e gli standard di sicurezza non sono una realtà quotidiana. «La priorità è certamente quella di avere sangue per tutti, quando necessario, ma solo la gratuità può essere garanzia di sicurezza soprattutto in paesi in cui le trasfusioni salverebbero la vita di tante donne che muoiono di parto.

L’emorragia post partum costituisce una delle principali cause di morte per le donne in Africa».

Il vicepresidente Argentoni ha posto

FAMIGLIA AVIS Una questione di famiglia la donazione di sangue per i Romeo. Da Enzo, insignito della benemerenza Fiods, passando per Antonio, Lucia e infine Vincenzo jr. Ma non è l’unica storia di donazione a conduzione familiare: anche Mimmo Nisticò ha passato in seconda generazione questo esempio di solidarietà che coinvolge i valori più grandi: Fabio e Marco sono oggi donatori assidui per l’Avis.

«Da sempre - hanno ricordato le nuove leve Lucia Romeo e Marco Nisticò - abbiamo osservato l’esempio più che ascoltato l’invito a donare. È stato quindi un passo naturale».

L’impegno è di costruire ponti.

Presidente mondiale dei giovani è la marchigiana Alice Simonetti: con lei già proiettati verso il meeting internazionale in Libano che si terrà il prossimo anno

l’accento sulle indicazioni che giungono anche dal Consiglio d’Europa e dall’Organizzazione mondiale della Sanità in tema di donazione. «Nessuna parte del corpo può essere fonte di profitto - ha evidenziato il vicepresidente Argentoni - e c’è un impegno internazionale sul fronte della diffusione della donazione non remunerativa del sangue, per garantire la portata valoriale del gesto e la sicurezza delle trasfusioni”. Ribadito anche il ruolo strategico, rivestito dalle associazioni, nella promozione di questa cultura di gratuità». Parola d’ordine: costruire ponti positivi. «E veicolare un’idea di associazione che è anche occasione per le nuove generazioni di responsabilizzazione e di impegno per gli altri. Quest’anno, con la presidenza mondiale dei giovani in capo alla marchigiana Alice Simonetti, saremo particolarmente proiettati verso questa ottica».

Avis insieme per cambiare/ Marzo, 2016

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come va la solidarietà La legge 219/2005 che disciplina le attività trasfusionali e la produzione di emoderivati ha compiuto dieci anni. E in Calabria tante cose sono cambiate con gli accreditamenti

S

ono passati dieci anni. Dieci anni dall’introduzione di una legge che ha permesso a livello regionale e nazionale la creazione di un vero e proprio “sistema sangue italiano” e che ha sancito la donazione di sangue gratuita, anonima e non retribuita.

La legge 219/2005 che disciplina le attività trasfusionali e la produzione di emoderivati è stato un autentico spartiacque. Da allora tanti sono stati i traguardi ottenuti: la qualità e la sicurezza dei prodotti e delle prestazioni, nonché l’appropriatezza nella gestione e uso clinico del sangue. Per il futuro si è espresso il Presidente Nazionale Avis Vincenzo Saturni: «Con la nuova normativa si sottolinea e valorizza il compito delle associazioni e federazioni, ovvero chiamare i donatori e fidelizzarli mediante una convocazione ordinata e programmata». Resta ancora da risolvere il

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Avis insieme per cambiare/ Marzo, 2016

problema di garantire l’autosufficienza per i medicinali plasma derivati e consolidare il peso delle strutture regionali.

Quasi alle porte – proprio in quest’ottica - un altro evento è l’edizione numero 80 dell’assemblea generale Avis che quest’anno si terrà a Mantova, capitale italiana della cultura 2016. Dal 20 al 22 maggio ci si occuperà di “Donare è Cultura”. I vertici dell’associazione volontari del sangue hanno spiegato che questo titolo è stato voluto per far conoscere tutto l’impegno che ci sta mettendo l’Avis a promulgare e promuovere il proprio stile di vita basato su comportamenti sani e corretti uniti alla solidarietà e alla generosità che sono alla base del concetto di donazione e che tutti coloro che lavorano assieme a questa associazione hanno adottato da anni.

Quanto alla regione Calabria, i dati statistici ci riferiscono che su una popolazione di quasi 2 milioni di abitanti le strutture Avis sono 157 di cui regionale, 5 provinciali e 151 comunali per un totale di 34.988 soci iscritti e 33.759 soci donatori. Le donazioni durante lo scorso anno sono state pari a 51.649, con una media di circa due donazioni annuali per socio donatore. Un dato che può essere valutato positivamente «senza però sottovalutare il costante bisogno di sangue che ha la nostra regione» ha detto il presidente regionale Avis Rocco Chiriano.

Per la sola provincia di Reggio Calabria i dati statistici riportano che nell’anno 2015 i donatori sono stati complessivamente 7810, di cui solo 6741 solo il centro raccolta riguardante la sezione

comunale di Reggio Calabria.

«L’Avis Calabria, è presente su tutto il territorio regionale articolata attraverso le 5 strutture provinciali e le 156 strutture tra Avis comunali e Avis di base» ha ricordato il presidente regionale Avis Chiriano. «Vantiamo fin dal 2006 il raggiungimento ed il mantenimento dell’autosufficienza relativa al fabbisogno regionale di sangue, risultato che è stato raggiunto attraverso la capillare azione delle sedi comunali che coprono tutto il territorio regionale giungendo così anche ai donatori più lontani». Chiriano ricorda a tutti anche l’impegno nel rinnovamento operato in seno all’associazione: «Negli ultimi

34.988 Sono i soci iscritti all’Avis in tutta la Calabria. Di questi 33.759 sono donatori attivi

51.649 Donazioni totali nell’anno 2015 effettuate dai volontari dell’associazione in Calabria

20-22 maggio Sono le date scelte per la prossima assemblea nazionale che si terrà a Mantova

due anni abbiamo dovuto farci carico di numerose procedure normative e amministrative, legate al processo di accreditamento delle Unità di raccoltà e relative articolazioni territoriali, per garantire l’idoneità delle strutture necessarie allo svolgimento della principale missione di Avis, la raccolta di sangue.

Tale processo ha costretto tutte le nostre sedi a numerosi cambiamenti».

Lavorare in team è stata quindi la carta vincente dell’Avis Calabria. «Attraverso il costante coordinamento e il lavoro di squadra - ha sottolineato il presidente Chiriano - siamo giunti al completamento e l’accreditamento delle UdR associative della nostra Regione. Il lavoro

di squadra è stato l’elemento cardine del nostro operare sia all’interno della struttura regionale, forte infatti è stata la collaborazione tra gli organismi regionali, che all’esterno, con le nostre sedi provinciali e comunali». Donare insomma diventa valore universale, poiché assume un significato proprio di società solidale, che garantisce a tutti i suoi cittadini condizioni di salute e benessere.

Tutta l’Avis Calabria sta dunque puntando alla massima diffusione della cultura della donazione e della solidarietà, primo step per ottenere un numero crescente di donazioni. Anonime, gratuite e consapevoli. (dario romano)

Sono 7810 le donazioni effettuate a Reggio.

Chiriano, il presidente regionale Avis: «Siamo una squadra e cresciamo» Avis insieme per cambiare/ Marzo, 2016

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un’italia bellissima Hanno attraversato tutta la penisola da Sud a Nord per poi tornare ancora a Sud, all’assemblea nazionale di Palermo. Un viaggio alla scoperta dei valori Avis. Che sono uguali a tutte le latitudini

C

’è un’Italia poco conosciuta, un’Italia unita come soltanto in occasione delle sfide della nazionale di calcio la si può vedere. C’è un’Italia solidale, aperta, generosa, gratuita. È quella dell’Avis, l’associazione volontari del sangue. Ce n’è uno (volontario) a ogni angolo di strada, in ogni pub, nelle università, negli uffici pubblici. Ce n’è una (sezione) in ogni città, perché le radici sono importanti tanto quanto i frutti che maturano. Un esercito di volontari silenziosi su cui si sono accesi i riflettori, per una volta. Per un viaggio. L’abbiamo chiamato IAMU con Avis, dall’unione di due destini e due sogni convergenti. IAMU.it, un portale-progetto che, con le buone notizie e con l’energia e l’allegria dei giovani, sta operando nella direzione della ricostruzione culturale di un territorio (quello calabrese), che aveva bisogno di ripartire dalla speranza e dalla bellezza.

10 Avis insieme per cambiare/ Marzo, 2016

L’Avis – e nello specifico la sezione di Reggio Calabria – che ha scelto di puntare sulle nuove leve per vincere una sfida che si combatte dalla notte dei tempi: il ricambio generazionale.

Insieme hanno dato vita a questa avventura, attraversando il Belpaese da Sud a Nord per poi tornare nuovamente a Sud. Un percorso raccontato sui social network, passo dopo passo, cercando – tra i donatori incontrati ovunque – i valori riportati sulla Carta Etica dell’associazione, un faro morale a cui si ispira l’Avis intera per dare un senso e una compiutezza al nobile gesto della donazione del sangue. L’obiettivo?

Narrare. Accade così che quattro volontari e un giornalista, il direttore di IAMU.it Sergio Conti, percorrano sette tappe in sette giorni. Roba da maratoneti della comunicazione. Tenuti su dall’entusiasmo di tutta Italia, incoraggiati dalle testimonianze ed esperienze raccolte, Lorenzo, Tonino, Marco e

Lucia hanno ascoltato e riassunto le voci, le storie, gli esempi e le buone prassi. Un fiume. Solo in minima parte contenuto nelle miniclip giornaliere: dalla scelta di un volontario in seguito alla morte del fratello gemello per leucemia al presidente barman che da l’esempio mettendosi al servizio (anche per preparare un ottimo caffè). E ancora centinaia di facce giovani e meno giovani che si interrogano sul senso del loro impegno, scrivendo su una lavagnetta il valore Avis che sentono maggiormente proprio. Gratuita del dono, volontariato, democrazia. Anche il presidente nazionale Avis Vincenzo Saturni ha scelto il proprio: l’anonimato del gesto.

«In un’epoca in cui quasi nessuno fa niente per niente – ha detto Saturni – è bello donare qualcosa di sé senza sapere chi sarà a ricevere, senza aspettarsi la gratitudine o qualsiasi altra ricompensa». Da Reggio Calabria a Palermo per l’assemblea

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SELFIE DA VIAGGIO Alcuni scatti con i protagonisti del viaggio IAMU con Avis. Al centro (foto grande) prima della partenza, poi - dall’alto - a Milano col presidente nazionale Saturni, Roma, Ragusa e Ferrara Avis insieme per cambiare/ Marzo, 2016

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scuole V

oti alti in solidarietà per le scuole di Reggio Calabria. Una materia fuori dal programma del Miur, che riesce tuttavia a catturare l’attenzione degli studenti più sensibili. L’attività di coinvolgimento che da diversi anni vede impegnati i volontari della sezione comunale reggina Avis con l’autoemoteca presso i vari istituti scolastici della città ha regalato come sempre nuovi spunti di riflessione, nuovi occhi per considerare questa bellissima e ricca esperienza insieme a nuove storie. Storie di amicizia, risate contagiose e sorrisi soddisfatti. Sì, perché donare fa senza dubbio bene al prossimo, solo apparentemente lontano e sconosciuto, ma soprattutto a se stessi. E le ragioni sono davvero tante.

Per qualcuno la prima donazione è stata

...

nazionale Avis, passando per Catanzaro, Roma, Ferrara, Bologna, Milano, Firenze e Ragusa. Un’avventura eccezionale, la prima in assoluto per l’associazione volontari del sangue a livello nazionale, a dimostrazione del fatto che i tempi frenetici e virtuali richiedono un antico modo di ritrovarsi: mettendosi in cammino e scambiandosi pensieri di persona.

Cosa rimane del viaggio IAMU con Avis? Un reportage – in parte già presente su www.iamu.it e su diversi canali social tra cui Facebook e YouTube – e la consapevolezza di un’intera associazione, di ciò che si può e si deve fare. Non è sufficiente, forse mai lo sarà, l’opera di sensibilizzazione alla donazione del sangue e all’apertura verso l’altro, un altro sconosciuto, senza pretendere nulla in cambio. Mai slogan fu più azzeccato. Donarsi è un viaggio. Non solo per luoghi fisici, ma anche nella propria anima. Per scoprire che la solidarietà accomuna tutti e azzera molte distanze. Un po’ come una partita di pallone, quando gioca la nazionale. (s.c.)

! Tutto il viaggio è su www.iamu.it

10 E LODE

Studenti entusiasti per la loro prima volta con Avis

inizialmente più che altro un pretesto per saltare qualche ora di lezione su consiglio dei compagni o per mantenere una vecchia promessa fatta a un amico. Per qualcun altro invece questa scelta è stata incoraggiata e rassicurata dall’esempio dei propri familiari già donatori o frutto di una passione per la medicina o ancora per senso di solidarietà. Qualunque sia stato il motivo, il

senso comune avvertito dai ragazzi è quello di dover aiutare il prossimo che ha bisogno - specialmente per chi ne ha la possibilità - e di dare così nel proprio piccolo un grande contributo e magari anche un esempio positivo.

Su un punto tutti gli studenti si trovano d’accordo: si tratta di un gesto semplice che, anche se a volte preceduto da ansia, si conclude in un clima disteso, familiare e rasserenante (addirittura in alcuni casi in modo esilarante come per Chiara), vincendo la paura degli aghi e del dolore. Tutta la determinazione che si legge negli occhi di questi ragazzi è possibile perché la volontà di fare del bene al prossimo e di donare nasce spontaneamente (e di certo non può essere imposta!). Se non si prova in prima persona difficilmente può essere capito.

IAMU.IT ha avuto così il privilegio di esserci e di testimoniare, con lo stile caratteristico, non solo l’impegno assunto quanto soprattutto la voglia di continuare a essere protagonisti (sul sito www. iamu.it tutti i video dei giovani donatori):

a ogni studente dopo la donazione viene stampata e regalata una foto con su scritta la data della prossima donazione. Da mettere nel diaro, sul frigo di casa. Un ricordo sempre presente, un impegno visibile! Tutti felici, allora.

Gli studenti tornano a casa - dopo la colazione con cornetto e caffè - con un senso di orgoglio e ricchezza personale.

Anche il presidente nazionale dell’Avis Vincenzo Saturni a Reggio Calabria ha sottolineato i risultati di questa attività nelle scuole nell’inteno di costruire «un ponte di solidarietà, contro ogni pregiudizio e al di là di ogni diversità». Da sottolineare come nella raccolta presso l’istituto “Panella-Vallauri” proprio gli studenti stranieri abbiano dato una testimonianza di generosità, superando il numero di donazioni effettuate da studenti italiani. La storia e il futuro dell’Avis passa proprio da questi ragazzi: da Chiara, Domenico, Niki e Francesco, Elisabetta, Youssef, Celeste, Alex e tanti altri. Che hanno capito che si può prendere un bel 10 e lode. In solidarietà. (mariavittoria comi)

La storia e il futuro dell’Avis passano proprio dai volti di tutti gli studenti incontrati: da Chiara, Domenico, Niki e Francesco, Elisabetta, Youssef, Celeste, Alex e tanti altri. Vinta la paura hanno donato Avis insieme per cambiare/ Marzo, 2016

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giovani e forti in avis Di idee ne hanno da vendere (e anche buona volontà). L’Avis a Reggio Calabria può contare su un gruppo nutrito di forze fresche per programmare a lungo termine. Ne abbiamo parlato con il responsabile Marco Nisticò. Tra cineforum, iniziative e attività promozionale nelle scuole il futuro è già presente.

L

a sensibilizzazione al tema della donazione di sangue portato avanti dall’Avis di Reggio Calabria sta portando i suoi frutti. Frutti giovani tra coloro che decidono di spendere se stessi al servizio del prossimo. Quanti donatori sono giovani? E qual è il reale contributo che i ragazzi danno al mondo Avis? Per capire meglio come vanno le cose nella linea verde dell’associazione volontari del sangue abbiamo parlato con uno dei ragazzi che fanno parte di questo progetto, nonché responsabile del settore giovani dell’Avis di Reggio Calabria, Marco Nisticò. Parlando con lui abbiamo avuto modo di capire quanto i giovani siano una risorsa fondamentale nel mondo AVIS, ma anche quanto essi rappresentino ancora una piccola minoranza, rispetto al grande numero di cittadini che decidono di donare. Diverse sono le attività che sono state organizzate dal settore giovani e tante altre sono in via di perfezionamento. L’obiettivo è comune:

14 Avis insieme per cambiare/ Marzo, 2016

invogliare i ragazzi a donare e ad entrare a far parte dei volontari dell’Avis. Tra le varie iniziative proposte troviamo “Porta un amico in Avis”, campagna promozionale organizzata sotto forma di gioco a premi. Lo scopo è invitare il maggior numero possibile di amici a donare o a diventare volontari. Chi porta tanti amici riceve tanti premi, tra cui gadget, magliette, felpe, etc. Significativa anche l’attività del gruppo finalizzata alle scuole: l’attività di raccolta con l’autoemoteca è sempre preceduta da conferenze durante le quali vengono invogliati gli studenti a dare il loro contributo donando il sangue presso i centri di donazione mobili oppure in sede. Giovani con i giovani: la collaborazione delle scuole è fondamentale per la crescita del gruppo giovani, poiché molti dei ragazzi che decidono di diventare volontari, entrano in contatto con l’Avis e hanno le loro prime esperienze nel mondo delle donazioni proprio grazie all’attività svolta presso le scuole.

Il forum a Cosenza Testa o cuore? Una scelta consapevole può cambiarti il futuro. È il tema scelto per i lavori di formazione del forum nazionale giovani, per il 2016 affidato alla Calabria, a Cosenza. La prevenzione delle malattie infettive si dimostra d’importanza centrale per l’Avis e di rinnovata attualità per tutte le persone. Serve informare e formare i volontari sulle buone prassi che uno stile di vita corretto prevede e garantire così sempre massimi livelli di sicurezza della donazione, tutelando in tal modo la salute del donatore e del ricevente.

Argomento cruciale per il mondo giovanile, dove casi di cattiva informazione spesso si collegano a comportamenti a rischio: quindi attenzione puntata su malattie sessualmente trasmissibili (MST) e su contagio da HIV.

In quest’ottica si inserisce anche la collaborazione con IAMU, portale legato a doppia mandata al mondo degli studenti, una partnership utilissima per veicolare messaggi sul valore della donazione con i linguaggi della comunicazione a portata di teenager. Abbiamo chiesto a Marco Nisticò cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo futuro. Quali sono le idee che il settore giovani sta portando avanti per invogliare i ragazzi a diventare volontari Avis? C’è il Cineforum, uno spazio di discussione e di confronto aperto a tutti nel quale, attraverso la visione di film e di video, è possibile discutere non solo di quanto sia importante donare, ma anche di quanto diventare volontari “in prima linea” possa essere d’aiuto all’associazione.

Non solo sangue, insomma. Ma anche braccia forti in grado di sostenere l’impegno giornaliero delle chiamate alla donazione, della promozione, dell’innovazione (perché no?) utile ad agevolare le comunicazioni interne ed esterne. Per il gruppo

giovani la sfida è già lanciata: coinvolgere innanzitutto e poi fidelizzare ogni giovane donatore, perché torni. Perché non dimentichi l’appuntamento. Perché si senta accolto e coccolato come uno di famiglia. «Tutti scherzano sulla nostra squisita colazione post-donazione, ma è vero! – dice Nisticò – Non solo è buona ma è anche servita in una struttura accogliente, nella nostra nuova sede. Così il caffè e cornetto diventano un’occasione per fare quattro chiacchiere tra amici e scambiarsi un sorriso, come se ci trovassimo realmente al bar».

Anche questo vuol dire fare gruppo. Per spingere i giovani a essere sempre più aperti verso il mondo delle donazioni e del volontariato, considerandolo un dovere e un impegno. Impegno che i ragazzi dovrebbero assumersi una volta compiuti i 18 anni. Il settore giovani dell’AVIS di Reggio Calabria lavora per questo. La speranza non è il futuro ma è già il presente.

Marco Chirico Avis insieme per cambiare/ Marzo, 2016

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una volta nella vita Il servizio civile è una straordinaria oaccasione per i giovani tra i 18 e i 28 anni. Come il tempo dedicato agli altri. Per la donazione di sangue

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i sono cose che si possono fare una volta sola nella vita. Tuttavia restano nel cuore per sempre. Un esempio di questa particolarissima categoria è il servizio civile con Avis. Come più volte richiamato nelle campagne di comunicazione, si tratta di un anno intenso, ricco di emozioni e grandi opportunità. Chi l’ha già vissuto – due esempi sono Marco Nisticò e Tonino Ienuso per l’Avis comunale di Reggio Calabria – nel fare un bilancio al termine dell’esperienza, racconta di come sia sempre «emozionante fare del

16 Avis insieme per cambiare/ Marzo, 2016

bene agli altri, anche se in un ambiente protetto e conosciuto come quello dell’associazione volontari di sangue».

Una storia che si ripete per quanti oggi si impegnano e per tutti coloro che in futuro decideranno di spendersi per il prossimo. L’attività può variare secondo le necessità della sede: telefonate per ricordare ai donatori l’impegno, oppure l’attività nelle scuole di Reggio Calabria per spiegare agli studenti il senso della donazione e il supporto per le raccolte con l’autoemoteca. Tutto questo è ser-

vizio civile. Chi può farlo? Chiunque sia nella fascia d’età tra i 18 e i 28 anni. È previsto anche un assegno mensile di € 433,80, un incentivo economico che nulla toglie al senso del servizio. I progetti finanziati ad AVIS Nazionale sono 14 e il totale dei posti di Servizio Civile assegnati con il Bando di Servizio Civile per l’anno 2015 sono stati un totale di 359, circa il 20% in più rispetto all’ultimo Bando di Servizio Civile che era stato finanziato in precedenza.

Katia e Mariangela: «L’Avis? È la nostra seconda casa»

K

atia ha 26 anni. La sua vita fino a qualche anno fa era tutta concentrata tra lo studio prima, il lavoro poi. E la pallavolo, la sua grande passione da quando era bambina. Proprio nella sua squadra ha incontrato l’Avis, quasi per caso.

«Nel 2010 Daniela, una mia compagna di squadra, mi ha proposto di accompagnarla in un posto. Era la sede Avis iniziato tutto per caso. Sono sempre stata procomunale di Reggio Calabria. E così, inaspettatamente, pensa all’idea di donare e diventata donatrice, ho mi sono tuffata in questo mondo a me sconosciuto!» chiesto la possibilità di inserirmi in questo splenE da quel momento è cambiata la tua vita. dido mondo del volontariato in Avis e mi sono iscritta «Penso che cambierebbe la vita di chiunque incontranal nostro gruppo giovani. Ho prestato attivamente la do una realtà come l’Avis» mia persona e la mia voglia di fare all’ associazione e Perché ha di speciale? poi è arrivato il bando per il servizio civile, un servizio «Ti fa sentire parte di una grande famiglia. E poi io penso che mi pone quotidianamente di fronte ad una realtà che basta fare le cose con il cuore per trovarsi alla certa: quella che non siamo soli che c’è qualcuno grande ovunque!» che ha a cuore la nostra vita e che vuole darci Sì, d’accordo ma ovunque non è Avis. seconde e infinte possibilità di riscatto. E’ bel«Qui con una semplice donazione, un geslissimo indossare una maglia con su scritto «Basta un gesto to piccolissimo puoi donare la vita. Basta Servizio Civile Avis e che di certo non passa davvero poco per ridare la speranza a piccolo per salvare tante inosservata ed è altrettanto bello, quando chi ne ha bisogno» qualcuno ti chiede cosa fai e raccontando vite umane.

E tu hai scelto di fare di più: così è arla tua esperienza gli fai aprire gli occhi su rivato l’impegno del servizio civile.

Ai giovani diciamo: qualcosa che fino a poco prima era una «Mi piace poter dedicare del tempo Scoprite il mondo Avis, realtà che non conosceva molto bene. all’associazione. Nello specifico vuol La possibilità di confrontarmi con giovani sarà amore a prima dire mettere a proprio agio ogni volodella mia età durante le formazioni e metntario, preparando una bella colazione vista» tere la mia persona a servizio di chi ha più post-donazione! Caffè e cornetto... Gradisbisogno mi da la carica per alzarmi ogni matci?» tina sempre più motivata dei giorni precedenti e Magari dopo. Dicono tutti che siano davvero consapevole che comunque andrà la mia giornata, il speciali all’Avis… mio tempo non sarà sprecato. Le mie aspettative sono «Confermo» certamente quelle di rimanere attiva nell’associazione, Confermi pure la scelta fatta sei anni fa? nel volontariato e continuare il mio percorso anche ol«Certo. Sono andata anche oltre. Ho coinvolto il mio tre la conclusione del mio servizio con la speranza che ragazzo in questa fantastica avventura» un giorno, tutti possano capire il reale valore di questo Giovani con i giovani. importante impegno. (mariangela giuffrè) «Credo che i giovani possano coinvolgere attraverso il passaparola! E poi abbiamo idee, fantasia e grande spirito di iniziativa» Perché un giovane dovrebbe donare il suo sangue?

«Perché si ha un controllo costante dello stato di salute attraverso visite sanitarie e accurati esami di laboratorio e, soprattutto, perché donare il sangue può davvero salvare una vita o addirittura più vite. Servono altri buoni motivi?» (s.c.)

È

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GIUBILEO AVIS 10MILA DONATORI DA PAPA FRANCESCO S

ono partiti in 25 tra volontari di Reggio Calabria e Campo Calabro per raggiungere piazza San Pietro a Roma. L’appuntamento era di quelli da non perdere. Papa Francesco ha, infatti, incontrato più di 20 mila donatori di sangue, un gruppo formato da diverse delegazioni e associazioni provenienti da tutta Italia, tra cui l’Avis, Croce Rossa, Fidas, Fratres. OItre 12.000, in rappresentanza di circa 200 sedi, sono stati i volontari Avis che sono giunti in Piazza san Pietro con ogni mezzo e in molti casi dopo un viaggio durato tutta la notte per testimoniare il valore universale della donazione di sangue.

Prima dell’inizio dell’udienza, il presidente nazionale, Vincenzo Saturni, ha potuto leggere dal sagrato a tutti i pellegrini la preghiera per il donatore di

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sangue composta da un altro pontefice, Giovanni XXIII. Una vera e propria festa con mille colori, dai cappellini rossi e blu alle bandiere delle loro sedi, i donatori Avis hanno accompagnato il Papa durante il consueto giro tra la folla.

Una giornata riservata ai donatori, volontari che con il loro agire esprimono pienamente misericordia e amore gratuiti, valori fondanti il Giubileo indetto dal Pontefice, che col suo operato e con le sue parole si mostra vicino e attento a tutti coloro che agiscono in nome del prossimo.

Il tradizionale discorso del Papa per questa giornata offre spunti agli uomini religiosi e non, per un’importante riflessione circa l’impegno, fondamento di ogni azione, personale o rivolta a colui che ha bisogno. «Quando mi impegno,

vuol dire che assumo una responsabilità, un compito verso qualcuno; e significa anche lo stile, l’atteggiamento di fedeltà e di dedizione, di attenzione particolare con cui porto avanti questo compito». Con queste parole il Pontefice richiama l’attenzione sull’agire degli uomini, invita tutti a riflettere sui propri comportamenti; una riflessione che non comporta indecisione ma che dovrebbe condurre l’uomo alla scoperta del proprio sé, alla propria cura, alla responsabilità. L’impegno a cui si riferisce Papa Francesco non è soltanto quello che dedichiamo in favore di altri, ma anche quello che dedichiamo alla cura di noi stessi e del nostro futuro: «Ogni giorno ci è chiesto di mettere impegno nelle cose che facciamo: nella preghiera, nel lavoro, nello studio, ma

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Dobbiamo sempre portare quella carezza di Dio, perché Lui ci ha accarezzati con la sua misericordia, portarla agli altri, a quelli che hanno bisogno, a quelli che hanno una sofferenza nel cuore o sono tristi: avvicinarsi con quella carezza di Dio, che è la stessa che Lui ha dato a noi.

anche nello sport, nelle attività libere…

Impegnarsi, insomma, vuol dire mettere la nostra buona volontà e le nostre forze per migliorare la vita. Dobbiamo sempre portare quella carezza di Dio - perché Dio ci ha accarezzati con la sua misericordia - portarla agli altri, a quelli che hanno bisogno, a quelli che hanno una sofferenza nel cuore o sono tristi: avvicinarsi con quella carezza di Dio, che è la stessa che Lui ha dato a noi». Non è certo un caso che Francesco non si limiti a parlare di lavoro o studio, perché non è solo questo che ci caratterizza pienamente. Dedicarsi con amore al proprio impegno significa essere pronti e capaci di costruire un avvenire migliore, tanto personale, quanto collettivo. Una grande testimonianza viene offerta proprio dall’Avis: le parole

di impegno e attenzione espresse dal Pontefice sono un vero e proprio incoraggiamento per quanti decidono volontariamente di vivere al servizio dei più bisognosi, dei malati, dei moribondi e più in generale «nelle situazioni di maggiore bisogno, dove c’è più sete di speranza» così come ha fatto Gesù Cristo, uomo che ha lasciato un grande esempio di servizio con amore. Al termine dell’udienza e dei saluti ai presenti, il Santo Padre ha abbracciato alcuni ammalati che erano seduti nelle prime file della piazza. Successivamente si è intrattenuto con le delegazioni presenti sul sagrato e ha ricevuto due regali dal presidente nazionale, Vincenzo Saturni, e dalla vice-presidente e referente dei giovani, scuola e formazione, Rina Latu: un calice in cristallo con due ampolle

”

decorate in oro raffiguranti l’Eucaristia realizzato dagli artigiani vetrai di Murano (Ve), Gaetano (Gino) Mazzuccato e Giorgio Spezzamonte, e una targa ricordo dell’orafo crotonese Michele Affidato. «Essere qui oggi - ha commentato alla fine della giornata il presidente di Avis, Vincenzo Saturni - e poter incontrare di persona papa Francesco è stata un’emozione indescrivibile». Per tutti i presenti il ritorno nelle proprie sedi è carico di entusiasmo per rinnovare il proprio impegno. Eredità per quanti hanno partecipato a questo Giubileo dei donatori. Per ripartire con spirito rinnovato e tornare alla quotidianità di Avis rinfrancati e incoraggiati. Perché l’Avis ricorda giornalmente la meraviglia di un gesto semplice: donarsi agli altri.

Andrea Arcudi Avis insieme per cambiare/ Marzo, 2016

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futuro in rosa Intervista a Laura Lupia, la delegata per la Calabria alla Consulta nazionale dei giovani Avis. È lei ad aver ideato il manifesto per le prossime Avisiadi

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H

Insomma un sogno che si avvera?

«Ce ne sono ancora tanti di sogni da realizzare».

La tua storia è simile a quella di tanti: un giorno, per caso, è cambiata la vita. Ma la tua prima volta in Avis?

«Ero appena maggiorenne, ho pensato di avvicinarmi all’Avis del mio Paese. È stato un impegno costante. Poi nel 2013, forte della bella realtà associativa comunale, ho avuto l’onore di Coordinare la Consulta Giovani dell’Avis Provinciale Catanzaro, esperienza conclusasi, dopo poco più di un anno, in seguito a mie esigenze lavorative che, mio malgrado, mi hanno portata lontana dalla mia terra».

Quindi hai già un programma di vita.

«Io penso che si parta sempre dalle motivazioni, anche la mia scelta di donare il sangue è stata per un motivo serio e importante».

La lontananza non ha affievolito il desiderio di darsi da fare.

«Per nulla, a cascata è arrivata la Consulta Regionale e la delegazione, per Avis Calabria, in Avis Nazionale».

Sono tutto orecchie.

«Una persona a me molto vicina doveva combattere con un “brutto mostro” e per questo aveva costantemente bisogno di sangue. Ecco come ho iniziato.

Purtroppo questa persona non ce l’ha fatta, non ha vinto la sua battaglia. Io da allora non ho mai smesso».

Bello?

«Stupendo! Prendere parte alla vita associativa dalla prospettiva nazionale dell’associazione mi ha fatto scoprire le diverse realtà presenti sul territorio

a 29 anni e una gran voglia di fare. Laura Lupia è donatrice e volontaria in Avis da diversi anni. Nel tempo libero è anche infermiera. Stampato in faccia un sorriso che trasmette fiducia, la stessa fiducia che l’ha portata a essere la delegata per la regione Calabria nella consulta nazionale dei giovani donatori di sangue.

«Una persona a me vicina doveva combattere con un “brutto mostro” e aveva costantemente bisogno di sangue.

Ecco come ho iniziato. Purtroppo questa persona non ce l’ha fatta, da allora non ho mai smesso di donare»

Qui a destra, Laura Lupia. Nella pagina accanto una foto di gruppo del forum giovani in Sardegna.

Sotto, il manifesto per le Avisiadi 2016

italiano. Un’esperienza unica».

dell’Avis che si svolgeranno a Milano».

Una cosa su tutte da conservare nel cassetto dei ricordi?

«Ho capito che non esiste né Nord, né Centro e nemmeno Sud. L’Avis è casa dovunque».

Addirittura i giochi olimpici dei donatori.

«Si tratta di una manifestazione sportiva organizzata da Avis giovani, alla quale parteciperanno ragazzi e ragazze provenienti da tutte le regioni italiane.

Al di là delle sfide, è un’occasione per conoscerci e misurare le nostre capacità di affiatamento, sportività».

E tu ti trovi bene in questa casa.

«Per me più che una casa, Avis è la palestra della mia vita. Esercizio comunicativo costante. Ho la possibilità di mettere in campo le mie potenzialità e di condividere le mie idee, nei diversi momenti in cui progettiamo qualcosa insieme».

Dacci qualche anticipazione: cosa bolle in pentola?

«Dopo il forum nazionale dei giovani Avis di inizio marzo, che per la prima volta abbiamo ospitato in Calabria, ci saranno le Avisiadi… le Olimpiadi

E per fare amicizia.

«Certo. A breve l’Avis Nazionale comunicherà le discipline. Vuoi venire?»

Potrei provarci, ma non prometto nulla sul risultato. Tu, invece, sei già entrata in clima: ti sei occupata del manifesto ufficiale del torneo 2016.

«L’idea della grafica nasce dall’esigenza di dimostrare quanto lo sport possa essere fondamentale per vivere e donare

bene. Ho pensato a un giovane sportivo che corre, il cui corpo è costituito da macchie non definite di colore, che sembrano quasi dare un movimento vero all’immagine. Insomma, energia in pixel».

Laura è piena di energia, giusto?

«Quando tu apprezzi la bellezza e l’unicità delle cose, ricevi energia.

Quando raggiungi un livello in cui provi amore, diventi capace di restituire questa energia».

Bella questa.

«Non è mia, è una citazione dello scrittore “new age” James Redfield».

La new age di Avis è già carica.

«Credo proprio di sì, noi giovani in associazione abbiamo dimostrato di avere entusiasmo e voglia di fare». (s.c.)

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regali ai bimbi buoni Nella sede Avis comunale di Reggio grande festa con la Befana. Sorrisi, fotografie e tanti doni per i figli dei donatori.

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llegria e sorrisi. Anche questi sono una tradizione per la Befana che si trovare puntuale la mattina di giorno 6 gennaio presso la sala convegni “Gaetano Calipari” della sede dell’Avis comunale di Reggio Calabria. Un occasione aperta alle famiglie dei donatori con doni e scatti fotografici per i piccini nati tra il 2008 e il 2015 e un clima di condivisione in cui i genitori hanno rinnovato simbolicamente la loro promessa di solidarietà e impegno per chi necessita di una trasfusione. C’erano proprio tutti i vertici a livello locale: presente il presidente dell’Avis comunale di Reggio Calabria Antonio Romeo, il consigliere regionale Avis Mimmo Nisticò. A far visita a piccoli e grandi in questo appuntamento di festa anche il presidente della Provincia di Reggio Giuseppe Raffa. Tra una calza e una foto ricordo della giornata il presidente Romeo ha rimarcato l’importanza del rilancio della cultura della donazione di sangue partendo dalle famiglie, al fine di contribuire ad incrementare la qualità della raccolta. «Nel 2015 il dipartimento Salute della regione Calabria – ha spiegato Romeo – ha formalizzato il nostro accreditamento quale Unità di raccolta di sangue intero e di emocomponenti.

Dobbiamo andare avanti su questa strada e portare numeri e qualità».

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PROMESSE DA MANTENERE Eccoli i bambini con le loro famiglie sorridenti per i regali appena ricevuti dalla Befana dell’associazione volontari del sangue. Palloncini colorati e tanto divertimento con la presenza anche di IAMU.IT, il portale per ragazzi che ha chiesto a piccoli e grandi di rispondere sulla lavagnetta alla domanda: “Una promessa per il 2016?”. Le risposte sono state varie. Chi ha promesso di mettersi a dieta, chi di diventare più buono (foto sotto) e fare i compiti. C’è tutto un anno di tempo per mantenere le promesse fatte.

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per i bambini da 0 a 7 anni che ogni anno vengono coinvolti nell’iniziativa della Befana in Avis. Tra i doni più gettonati peluche per i più piccoli e macchinine telecomandate e puzzle raffiguranti i disegni della Disney

compresi nella fascia d’età a cui è dedicata la festa con i regali della Befana.

In alcune sono sia mamma che papà a essere donatori, il altre soltanto uno dei due.

regali comprati

famiglie con figli

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