COMUNALE REGGIO CALABRIA
INSIEME PER
CAMBIARE Num. 1 - Anno II - Febbraio 2017
UFFICIALE: CONSEGNATA LA SEDE
90Anni
compleanno ricco di eventi per Avis
avisini sportivi
pallamano e donazione: Team Handball
Alessia Genua
CANTO I GREEN DAY
L’anno che verrà
INSIEME PER
CAMBIARE
Numero 1 - Anno II - Febbraio 2017
Sull’arrivo del nuovo anno - si calcola con un’approssimazione scientifica dello 0,001% - insiste una pressione esercitata dalle aspettative verso sentimenti, lavoro e salute in ordine sparso. A volte ai limiti dell’umana sopportazione. Cosa dovrebbe riservarci il 2017 di tanto più bello (fantastico, unico, inimitabile) da renderci più felici rispetto ai dodici mesi appena trascorsi? Tant’è il rito si ripete puntualmente e non fa eccezione alcuna nessun messaggio di auguri che ho ricevuto durante queste feste. Per l’Avis sarà un anno di elezioni. Dal locale al nazionale si rinnoveranno tutti gli organi collegiali. Sarà anche il tempo per tirare le somme e progettare il futuro anche prossimo a Reggio. Del 2016 restano - inconfutabili - alcuni fatti. Resta una sede conquistata con lacrime e sangue (sic!). Una sede dove l’associazione cresce e la donazione è possibile secondo le regole. In un territorio che ha una relazione complicata con le regole è il migliore augurio per l’anno nuovo: che l’Avis sia presa a modello. Da tutti. direttore IAMU.IT
Sergio Conti
Realizzato per Avis Comunale Reggio Calabria da IAMU.IT Testata giornalistica registrata al Tribunale di Reggio Cal. Aut. N° 6/2015
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AVIS Insieme per cambiare è un magazine realizzato in collaborazione con
IAMU.IT nell’ambito della partnership per la sensibilizzazione delle nuove generazioni al tema della donazione. Questo numero è stato realizzato anche grazie al contributo di: Rocco Chiriano, Alessia Genua, Davide Grilletto, Basilio Iero, Giovanna Marino, Domenico Nisticò, Antonio Romeo.
22 18 4 ANNO NUOVO VITA AVIS BUONE NOTIZIE 4
Questa è la mia casa
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I sogni che si avverano
Consegnato definitivamente il bene sottratto alle cosche: sarà la sede Avis Amore a prima vista: il presidente Romeo racconta l’iter di assegnazione
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90 anni e non sentirli
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Cose fatte, cose da fare
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Buone feste online
Quasi un secolo di vita per l’associazione: eventi da cifra tonda Il 2016 pieno di progetti e il 2017 per dare di più. Riavvolgiamo il nastro La tradizionale Befana per i figli dei donatori in diretta streaming
DONATORI 16
Canto i Green day
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Avere cura di sé
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Un gol per la solidarietà
Dopo l’inno Avis reggina, Alessia Genua nel cast del musical sulla rock band Basilio Iero è responsabile medico. E spiega lo stile di vita del donatore Il Team Handball progetta un 2017 super: donazioni e promozione in A2
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questa È la mia
Dopo anni di pratiche e burocrazia, ecco la consegna ufficiale del bene confiscato alla ‘ndrangheta. Un successo che arriva anche grazie all’impegno della buona politica. di Sergio Conti foto Domenico Notaro
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Avis insieme per cambiare
S
e lo avessimo chiesto a Lorenzo Cherubini - in arte Jovanotti - che cosa fosse per lui una casa, di certo ci avrebbe risposto prendendo il testo di una sua famosa canzone: la casa è un posto dove stare in pace. Quella stessa pace che l’Avis comunale di Reggio Calabria ha trovato. Finalmente. Ci sono voluti quasi tre anni e un pressing che nemmeno il Milan di Sacchi avrebbe saputo sostenere per venire a capo della matassa alquanto intricata che in Italia prende il nome di burocrazia. E sì, perché a molti sfuggirà il particolare che per ottenere l’assegnazione
casa DOPO
PRIMA A sinistra, il consigliere Avis Domenico Nisticò, il viceprefetto di Reggio Matilde Pirrera, il presidente Avis comunale reggina Antonio Romeo e Giuseppe Raffa, presidente della Provincia di Reggio. Sopra, due immagini del salone delle conferenze: prima apparteneva alla criminalità, adesso è casa Avis.
di un bene confiscato in via definitiva e renderlo sede (altrettanto definitiva) di un’associazione che è un presidio medico - come un ospedale per intenderci - il presidente Antonio Romeo ha dovuto sudare molto più delle numericamente e biblicamente infinite sette camicie. Va scritto a chiare lettere e a imperitura memoria: se l’Avis comunale di Reggio Calabria ha una casa tutta sua (e che casa!), gran parte del merito è da attribuire a questo signore piccolino e tenace come solo i calabresi sanno essere. In una epoca in cui il mordi e fuggi digitale confonde e rimescola nomi,
date, episodi e finanche i successi, va messo un punto. Fermo. Per andare a capo. Sono stati mesi difficili, nessuno si nasconde. L’agenzia dei beni confiscati - magistralmente rappresentata da una valorosa donna servitrice dello Stato come Matilde Pirrera - ci ha creduto sin dall’inizio che questa assegnazione si potesse fare. E ci ha creduto talmente tanto da trovare una sponda nell’amministrazione provinciale e nel suo presidente Giuseppe Raffa. D’altronde, all’inizio di questo iter, il comune era commissariato, la Regione non si occupava di queste faccende: insomma a chi altri si sarebbe dovuto rivolgere un comune cittadino desideroso di fare presto per ottenere una sede consona alll’accreditamento regionale della propria associazione? Alla Provincia, appunto. Per farla breve, la sequenza che andava rispettata è la seguente: i beni confiscati, una volta sottratti alle cosche in maniera definitiva, vanno in concessione a un ente locale che può assegnarlo
secondo i propri regolamenti. È proprio in questa fase che è entrata in campo la politica, la buona politica. Capace di alzare lo sguardo da scartoffie e pile di documenti e vedere che l’immobile - ristrutturato dall’Avis con soldi propri - che dopo il restlyling faceva gola a tanti, era giusto che fosse
I beni confiscati, una volta sottratti alle cosche in maniera definitiva, vanno in concessione a un ente locale che può assegnarlo. È proprio in questa fase che è entrata in campo la buona politica.
destinato ai donatori di sangue. Perché quel posto divenisse la casa di una grande famiglia di cittadini generosi. Come sono i volontari Avis. Ecco come è andata: il percorso (amministrativo) che è stato costruito, dimostra che quando persone intelligenti amministrano la cosa pubblica nell’interesse di tutti guardando all’arcinoto bene comune, una soluzione si trova. Nelle regole. Ma non fermi immobili, come un bene confiscato alla criminalità. Piuttosto usando la testa, con la buona volontà, con l’azione concreta. Il viceprefetto Pirrera ha fatto menzione dello straordinario impegno profuso dai volontari Avis, tutti: senza di loro questo successo non si sarebbe coronato. C’è da crederle. Il giorno 7 del mese di dicembre dell’anno del Signore 2016 rimarrà nella storia impresso come il giorno in cui si è
Il 7 dicembre 2016 rimarrà impresso come il giorno in cui si è scritto il lieto fine su una favola iniziata quasi tre anni fa. Cerimonia in diretta streaming.
scritto il lieto fine su una favola iniziata – temporalmente – quasi tre anni fa. Alla cerimonia di consegna ufficiale del bene confiscato alle cosche e assegnato ai donatori di sangue (trasmessa in diretta anche sulla pagina Facebook di Avis e del portale IAMU.it) erano presenti proprio tutti. Tra le autorità Giuseppe Raffa, presidente della Provincia di Reggio, che «nei momenti più bui, quando tutto sembrava perduto» è stato vicino fisicamente e moralmente all’associazione.
IL VICEPREFETTO PIRRERA: «MISSIONE COMPIUTA PER TUTTI» «Ritengo di essere un servitore dello Stato, lo Stato non esiste in un’entità generica lo Stato è fatto da persone che fanno il loro lavoro bene raggiungono degli obiettivi». Più pragmatica di così non si può. Nelle parole del Viceprefetto Matilde Pirrera tutta la soddisfazione per il risultato ottenuto. «La mission dell’agenzia - ha ggiunto la Pirrera - è quella della restituzione alle popolazioni, che sono state “depredate” dalla criminalità organizzata delle loro ricchezze, è compito della agenzia quello di valorizzare al meglio le risorse». E con l’Avis ha funzionato proprio in questo modo. Nel caso dell’Avis - ha ricordato il Viceprefetto - la legge prevede che nella fase antecedente la destinazione i beni possano essere già assegnati alle associazioni. Ma in quella fase le associazioni credono di avere poi la possibilità di averne direttamente la destinazione, e questo è il vulnus della legge. Perché poi quando arriva la confisca definitiva si apre un nuovo procedimento che è diverso da quello valutativo dell’autorità giudiziaria, nel senso che bisogna assegnarlo ad un ente locale. È raggiante per questo traguardo Matilde Pirrera: «Sono molto contenta di tutto il lavoro che abbiamo fatto a Reggio Calabria, abbiamo acquisito una manifestazione di interesse per altri 160 beni per un valore di 19 milioni di euro, quindi veramente la ricchezza sta ritornando alla collettività e questo è un esempio importante perché poi non basta assegnarli agli enti, l’importante è che poi veramente diventino delle realtà concrete» ha detto il viceprefetto.
Qui a fianco, la reception della sede dell’Avis reggina. Sotto a sinistra, il viceprefetto di Reggio Pirrera. Al centro, una donatrice in sala prelievi. In basso a destra, nel box, Eduardo Lamberti-Castronuovo, assessore alla cultura e legalità della Provincia di Reggio
Lo ha ricordato il presidente dell’Avis reggina Romeo: «Come donatore, politico e uomo ci ha rassicurato sul buon esito della operazione». Lo stesso Romeo ha voluto ricongiungere il presente successo con gli oltre 60 anni di glorioso passato della Comunale di Reggio: «Avrei voluto che in questa giornata ci potesse essere anche mio padre, Vincenzo Romeo, che oggi ci guarda da lassù assieme a Tanino Calipari, alla contessa Evelina Giuffré e a Domenico Comi – ha ricordato con un pizzico di commozione Romeo –. Spero siano
«Vincenzo Romeo, Tanino Calipari, la contessa Evelina Giuffré e Domenico Comi ci guardano dall’alto. Spero siano soddisfatti di quanto abbiamo fatto per continuare l’opera iniziata da loro» soddisfatti dell’impegno che abbiamo profuso per continuare la splendida realtà che loro hanno impiantato e portato avanti per tantissimi anni». «Essere qui è fantastico»: anche il presidente Avis Calabria Rocco Chiriano trattiene a stento il proprio entusiasmo. Per un bene che da subito «viene consegnato all’Avis ma contemporaneamente a tutta la città», come ha ricordato il già presidente e oggi consigliere e amministratore Mimmo Nisticò. Nemmeno il tempo di godersi questo traguardo che già Reggio, terra di sfide oggettivamente difficili e di tempi lunghi, chiama. «Non finirò mai di ricordarlo: abbiamo in città il reparto di la cardiochirurgia che ci impone di far “scoppiare” di donatori questa nostra sede» ha ammonito
LAMBERTI-CASTRONUOVO: «QUESTA SÌ CHE È LEGALITÀ» «Abbiamo solo fatto il nostro dovere, niente di più». L’assessore alla cultura e legalità della Provincia di Reggio Eduardo Lamberti-Castronuovo taglia corto sugli applausi. «Purtroppo sono casi rari, ecco perché ci viene detto “bravi”» sottolinea. «Ci siamo incamminati nella strada della legalità incontrando, su di una strada in salita come è quella della legalità, le persone migliori: persone che hanno fatto il loro dovere e sono andati anche oltre». Secondo Lamberti, «Questa è la vera lotta alla mafia, non servono fiaccolate o associazioni che blaterano dell’antimafia nelle scuole; quello che serve sono i fatti e togliere alla ‘ndrangheta i beni che hanno acquisito fraudolentemente è l’antidoto, il farmaco migliore.
Nisticò. Quella stessa città che deve essere fiera di questi figli coraggiosi, amorevoli, che hanno scelto contro ogni interesse personale di spendersi per questo territorio. A loro, ai volontari dell’Avis comunale di Reggio Calabria che sono stati in prima linea in questa battaglia vinta, va il plauso per esserci riusciti. Per averci creduto. Per non aver mollato in questa missione che accoglie insieme i valori fondanti di una società: la giustizia, la solidarietà, l’attenzione verso i più deboli. Benvenuta a casa, Avis. La tua casa.
Reggio deve essere orgogliosa di questi figli coraggiosi, amorevoli, che hanno scelto contro ogni interesse personale di spendersi per questo territorio. A loro, ai volontari dell’Avis il merito di averci creduto.
sogni che si avverano
A
volte anche i sogni si realizzano. È questo il primo pensiero che mi viene in mente ammirando la nuova sede sociale dell’Avis Comunale di Reggio Calabria. Un sogno insperato ma immaginato e fortemente voluto, realizzato con tutte le forze a nostra disposizione e alla fine diventato realtà. Quando entrai la prima volta in questi appartamenti fu come amore a prima vista, ho percepito una scossa che mi ha riportato indietro nel tempo quando ancora adolescente durante un campo scout feci una promessa a me stesso: rimanere in questa meravigliosa terra per costruire qualcosa di positivo e di concreto che sarebbe servito a tutta la collettività. Questo fulmine che mi ha colpito, mi ha dato la forza di volontà e permesso di superare ogni e qualsiasi ostacolo (e credetemi sono stati tanti) che si è presentato, fino ad arrivare dopo tre anni di tribolazioni all’assegnazione definitiva del bene confiscato alla mafia da parte dell’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria alla nostra Avis Comunale. Ripensando a quanto ci è accaduto in questi tre anni mi vengono in mente tantissimi episodi belli e brutti. Tra i tanti mi ritornano in mente quelli più felici, come l’aver avuto la possibilità di seguire l’intero processo di ristrutturazione della sede, il trasloco dalla vecchia alla nuova sede, l’inaugurazione avvenuta il 14 Giungo 2014 , il primo Natale, la prima Pasqua, la prima Befana, l’entusiasmo dei nostri soci donatori orgogliosi della nostra nuova sede e così via. Mi corre l’obbligo morale di ringraziare il presidente dell’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria e tutti i funzionari per la collaborazione offerta al fine di portare a termine questo iter burocratico: posso affermare con certezza che finalmente la Politica (con la P maiuscola) ha funzionato e le promesse effettuate sono state davvero mantenute. Oggi la città ed i cittadini di Reggio e provincia possono vantarsi di aver acquisito un’altra eccellenza nell’ambito socio
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Avis insieme per cambiare
di Antonio Romeo
Presidente Avis Comunale Reggio Calabria
sanitario. Sì, perché “casa Avis” - la casa dei donatori di sangue - appartiene a tutta la cittadinanza ed è al servizio di tutti. Infatti l’Avis non è altro che uno strumento per la realizzazione dell’obiettivo dell’autosufficienza nel fabbisogno di sangue. Grazie a questa Unità di Raccolta fissa (progettata e realizzata secondo criteri sanitari) l’Avis Comunale di Reggio Calabria è divenuta Unità di Raccolta ed è stato accreditata dal Centro Regionale sangue secondo i requisiti minimi strutturali e gestionali derivanti dall’Accordo stato regioni del 2010 che è entrato in vigore il primo gennaio del 2015. Cosa vuol dire tutto questo? Che l’Avis a Reggio potrà continuare l’opera di avvicinamento all’obiettivo dell’autosufficienza nel fabbisogno di sangue. In assenza di tale accreditamento tutta la Provincia rimarrebbe totalmente sprovvista di sangue riportando la nostra regione indietro nel tempo di almeno 40 anni (periodo in cui il sangue veniva importato da altre regioni). Questo immobile, confiscato alla criminalità organizzata, rappresenta tra l’altro la vittoria della legalità. Legalità che va di pari passo con la solidarietà in un binomio inscindibile. Noi non abbiamo ancora la percezione completa ma solo il sentore di aver scritto la storia dell’Avis Comunale di Reggio Calabria e con essa la storia della nostra amata città. L’intera cittadinanza di Reggio Calabria può andare fiera di questa sede Avis che rappresenta il simbolo di trasparenza - legalità e solidarietà - inclusione sociale. La nostra missione, dunque, continua: anche in questo 2017 diffonderemo al meglio la cultura della donazione del sangue, per aiutare coloro i quali ne hanno bisogno, cioè i malati. Saremo attenti a reperire questo farmaco salva vita, uno dei pochi componenti del corpo che a oggi l’uomo non è riuscito a riprodurre artificialmente. Come la vita mi ha insegnato, questa è soltanto una tappa e non un traguardo: tanti altri sogni sono già in pronti a uscire dal cassetto e a breve li scoprirete e li scopriremo insieme. In gergo televisivo, si dice “stay tuned”, rimanete sintonizzati. Perché i sogni si avverano. Eccome.
S
iamo orgogliosi di aver concluso il 2016 con tutte le richieste dei nostri ospedali soddisfatte, nonostante i momenti di grande tensione emotiva per le criticità del periodo estivo. È giunta al termine la fase dell’autorizzazione e dell’accreditamento
di far fronte alle esigenze di nuove eccellenze specialistiche che sono sorte o che sorgeranno nella nostra regione. La priorità del nuovo anno è anche quella di far nascere articolazioni territoriali laddove oggi siamo carenti con lo scopo di raggiungere il maggior numero di centri della Calabria. L’impegno statutario che ci prepariamo ad affrontare, invece, è quello delle Assemblee elettive, in cui si procederà al rinnovo delle cariche associative, che comporterà la presenza di
calabria 2017 delle nostre Unità di Raccolta associative e delle articolazioni territoriali per la quale si evidenzia un modello organizzativo semplice, efficace e radicato in tutto il territorio calabrese e preso ad esempio da altre regioni italiane. Guardiamo al nuovo anno con fiducia e pronti ad affrontare nuove sfide, la prima delle quali è il recepimento dell’Accordo Stato-Regioni del 14 aprile 2016 e la conseguente stipula delle nuove convenzioni sia a livello regionale che con le Aziende Sanitarie territoriali. Un impegno gravoso il nostro, che vede sempre più diminuire le risorse nella disponibilità dell’Avis e sempre più aumentare l’impegno a tutela della salute del donatore e del cittadino ricevente. Affrontiamo questa sfida con serenità e con l’impegno che è insito in noi, sicuri
nuovi dirigenti da formare ed informare. Dedicheremo molte energie alla divulgazione della cultura della solidarietà, della corretta alimentazione, della libertà di decidere di fare dono di qualcosa di proprio, promuovendo iniziative nelle scuole e nelle Università, pronti sempre ad accogliere, con rinnovata vitalità, nuovi donatori che hanno a cuore la soddisfazione di bisogni primari quale la salute di cittadini meno fortunati. Tutto questo grazie ai donatori calabresi ed ai dirigenti avisini, che ringrazio di cuore.
Rocco Chiriano
Presidente Avis Calabria
Avis insieme per cambiare
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90 ANNI. BUON COMPLEANNO, CARA AVIS
di Mariavittoria Comi
È
successo tutto 90 anni fa a Milano, più precisamente in via Moscova, al numero 18. Nasceva un pezzo di storia italiana: l’Avis. Questa avventura ebbe inizio da un giovane ematologo trentunenne, Vittorio Formentano, che proprio alla vigilia di Natale ebbe un’illuminazione. Dopo aver assistito ad un parto piuttosto difficile in cui era in corso una grossa emorragia, capì che l’unico modo per poter salvare la nascitura sarebbe stato fare una trasfusione di sangue. Quella notte sfortunatamente non riuscì a trovare nessuno disposto a farlo. A quel tempo, infatti, il donatore volontario non esisteva. Esistevano invece quelli a pagamento. Ma Formentano non si diede per vinto e
10 Avis insieme per cambiare
la sua grande intuizione si materializzò pochi mesi dopo. Il 16 febbraio 1927 pubblicò sul Corriere della Sera un annuncio – davvero assurdo per l’epoca - in cui ricercava “donatori volontari di sangue” per formarne un gruppo. A quell’appello disperato risposero 17 persone, 17 pionieri dal cui gesto furono gettate le prime basi, i primi obiettivi e punti fermi su cui l’Avis ha fondato e fonda ancora oggi la realtà associativa: avere donatori pronti e controllati, combattere la compravendita di sangue nonché soddisfare il bisogno sempre crescente di sangue. I pionieri dovettero attendere ancora 20 anni prima di ottenere la costituzione ufficiale dell’Avis nel 1946 e, poi, nel 1950 ricevere il riconoscimento nazionale. Il boom dell’associazione si è avuto negli anni 70 quando è sorta una rete
capillare che oggi si è diramata in 22 sedi regionali, 121 provinciali e 3399 comunali. Numeri importanti che danno l’idea di come a macchia d’olio l’Avis sia cresciuta sul territorio italiano. 16 uomini ed 1 donna hanno dato il via e reso possibile questi 90 anni di storia che oggi, finalmente, possiamo celebrare con più di 1.300.000 donatori. Lo hanno fatto compiendo un sem-
Nel 1927 soltanto 17 persone risposero alla prima ricerca di donatori volontari lanciata da Formentano. Oggi dopo novant’anni siamo più di 1.300.000 plice gesto. È proprio per questo che la campagna è stata intitolata “90 anni di ordinaria solidarietà”. Perché ora come allora la donazione di sangue rimane un qualcosa di normale, immediato, che accomuna milioni di persone con la sua volontarietà, solidarietà e anonimia, come ricorda spesso il presidente nazionale dell’Avis Vincenzo Saturni. Per tale ragione il logo ufficiale, oggetto di restyling per l’occasione, raffigura centinaia di nomi che simbolicamente rappresentano tutti i volti silenziosi dell’Avis, accomunati dalla stessa missione. Il primo dicembre è stata presentata a Montecitorio la campagna istituzionale “90 anni insieme”: un ricco programma di eventi e iniziative che segnano l’inizio di «un anno di riflessione ma anche di slancio verso il futuro» continua Saturni.
Eventi che coinvolgeranno nei prossimi mesi molte persone e territori del nostro Paese. Un anno di riflessione per ripercorrere la storia dell’Avis e la strada che l’ha portata fin qui. Ma al contempo un anno di progettazione del futuro, costruendo nuovi percorsi sugli stessi sentieri tracciati dai predecessori ma allacciando nuovi rapporti con i cittadini e le altre associazioni. La scelta della data non è stata affatto casuale, in quanto coincide con la giornata mondiale contro l’AIDS, proprio perché l’Avis, da sempre, «vuole essere in prima linea per la promozione di corretti stili di vita - ricorda Saturni - anche nell’ambito delle malattie sessualmente trasmissibili». Tra le iniziative previste innanzitutto tre ricerche: uno studio sulle evoluzioni mediche e sociali nel corso di questi 90 anni, affidata all’Università di Palermo, dell’Insubria e alla Società di Storia della
Medicina (i dati saranno poi diffusa a marzo); un’indagine condotta dal Consiglio Nazionale delle Ricerche sugli scenari futuri di Avis nella società e nel mondo del lavoro (risultati resi pubblici a maggio) e un approfondimento del Libro Bianco - pubblicato nel 2013 - che porrà l’attenzione sulla valutazione dell’impatto sociale delle attività Avis. Non solo però progetti medico-scientifici. A questi si aggiungono anche altre iniziative tra cui la Campagna “Dialetti” ideata in quanto il sangue è il minimo comune denominatore di milioni di donatori sparsi in tutta Italia. Alle varie sedi locali Avis il compito di inviare un proverbio - sul sangue senz’altro - nel proprio dialetto, il cui obiettivo sarà quello di creare degli spot che esprimeranno al meglio «l’orgoglio di essere donatori». Con tanti auguri per il futuro della donazione di sangue: che possa «rientrare nella tradizione
Sotto, uno scatto durante la giornata del donatore a Reggio Calabria nel 1961. A sinistra, la comunicazione istituzionale per i 90 anni di Avis. Nella pagina seguente, in alto, l’assemblea nazionale Avis a Reggio nel ‘63 e, in basso, donazioni negli anni 60.
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di comportamento del nostro Paese» auspica Saturni. L’Avis Giovani curerà invece l’Alfabeto della Solidarietà, un’installazione multimediale che sarà proposta a Milano nel mese di maggio, in occasione dell’Assemblea Nazionale Avis 2017. Sarà un insieme delle lettere dell’alfabeto, scelte dai donatori, che corrispondono alle iniziali di varie parole che simboleggiano per ciascuno di loro il senso della donazione. Definito alla conferenza di presentazione come «manifesto partecipativo della solidarietà, è anche un invito, per chi non è ancora donatore, a trovare la propria motivazione per unirsi ad Avis». Questa campagna di comunicazione fa l’occhiolino anche al mondo esterno all’associazione. Si sa, chi entra a far parte della grande famiglia Avis difficilmente, salvo per ragioni di salute o impegni improrogabili, se ne tira fuori. Per
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questo l’Avis si propone di coinvolgere maggiormente il territorio, interagendo con le persone con cui quotidianamente entra in contatto. Ecco come la presentazione della campagna celebrativa è stata l’occasione di rinnovo del protocollo d’intesa con l’Admo (Associazione donatori di midollo osseo). Secondo la presidente nazionale
Admo, «le nostre organizzazioni sono unite da radici comuni e dall’obiettivo di salvare vite umane». Sempre in vista del 90° anniversario, l’impegno Avis nel mondo della scuola è stato ribadito da un protocollo d’intesa stretto col MIUR, per promuovere i valori della solidarietà e del dono nelle scuole.
cuore grande Il premio Buon Samaritano organizzato dall’Avis di Dolo (VE) ha riconosciuto l’impegno di una donatrice reggina. Che da sempre lavora con i più deboli. Bruna Labate Mangiola iniziò a 14 anni con una raccolta fondi per malati mentali. E non ha più smesso.
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ue su cinque sono calabresi. Una regione dal cuore grande è finalista nel più classico dei riconoscimenti alla generosità e bontà in ambito associativo a livello nazionale. Il premio “Buon Samaritano” da 17 edizioni, ogni 2 anni, è organizzato dall’Avis comunale di Dolo (in provincia di Venezia) col patrocinio dell’Avis Nazionale. A chi è dedicato? A tutti quegli avisini che, con la cura generosa e disinteressata del prossimo, ogni giorno compiono in silenzio e con umiltà il proprio dovere, diffondendo il vero spirito dell’Avis. La nomina di queste persone avviene generalmente su segnalazione delle varie Avis comunali ed è poi sottoposta al vaglio di due commissioni. La prima è nominata dall’Avis Nazionale col compito di scremare le varie candidature e scegliere il quintetto finale. La seconda è composta da studenti delle scuole superiori di Dolo che decretano il “Buon Samaritano”. In questa edizione è stata, però, presentata una nomina speciale a un signore di Montepaone, creatore di una catena di ristoranti per celiaci. La Calabria nell’edizione 2016 può essere orgogliosa di veder riconosciuti ben due dei cinque finalisti: sono Vincenzo Infantino - giornalista di Palmi impegnato in progetti umanitari - e Bruna Labate Mangiola (nella foto a destra), ex insegnante di Chorio di San Lorenzo, oggi responsabile dell’accoglienza dei migranti al porto di Reggio Calabria. La candidatura di Bruna Labate Mangiola è stata segnalata dall’Avis Comunale di Reggio Calabria. La sua vita è stata da sempre segnata dall’attenzione e da una spiccata sensibilità verso il bisogno degli altri. Infatti il suo impegno nel mondo del volontariato è piuttosto precoce. Già a 14 anni convinse
sue coetanee a realizzare campagne di beneficienza per acquistare calzature destinate a persone con problemi mentali ospitate in una struttura a Prunella (vicino Melito, in provincia di Reggio). Da lì un crescendo che l’ha portata a impegnarsi - con la solita perseveranza - nel mondo cattolico, in quello scout, in quello sociale aiutando sempre i più deboli. Ha fondato una casa famiglia per ragazze madri con lo scopo di dare loro non solo ospitalità ma anche un futuro professionale. E così ha fatto anche con i viandanti e i più poveri. Da ultimo, l’impegno nell’assistenza ai migranti. In prima fila e senza mascherina Bruna ha detto «Chi si coprirebbe il volto davanti a un parente in arrivo da lontano? Sorridiamo a questi fratelli sopravvissuti a violenze inaudite». Il primo premio di questa 17° edizione è andato a Mauro Lunelli, 37 enne trentino, impiegato in banca. Nel tempo libero, travestito da clown, si dedica ai malati per strappare sorrisi. Ma guai a parlare di vincitore. Tutti sono vincitori. Tutti, a vario titolo e in diverse parti dell’Italia hanno dedicato e dedicano silenziosamente la propria vita ai bisogni del prossimo. Questo è il vero spirito dell’Avis, donarsi senza limiti e senza condizioni. (mariavittoria comi) Avis insieme per cambiare
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ANNO DI AVIS cosa è accaduto in 365 giorni + 1
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n signore molto anziano (e molto saggio, anche) ripeteva spesso: «Capodanno arriva per tutti!». Lo ripeteva come un mantra per ricordare una lezione molto importante: il tempo passa e non torna indietro per nessuno. Anche un filosofo dell’antichità disse più o meno la stessa cosa: tutto scorre. La vita è esattamente questo, siamo un puntino su un grande sfondo che procede continuamente dietro di noi. Possiamo stare fermi e guardare senza far niente o metterci in gioco e provare a creare qualcosa di buono su quello sfondo. È il motore che ha spinto i volontari Avis in questo 2016. Trecentosessantacinque giorni + 1 di appuntamenti, donazioni, eventi. Tutti animati dal desiderio di cambiare, come recita lo slogan. Insieme. Ognuno spinto da motivazioni, scopi e ideali diversi ma alla fine ciò che conta è guardare al risultato e sentirsi appagati. Per essere protagonisti in un anno di Avis ci sono tempi, modi, opportunità davvero per chiunque. L’importante è provarci e non mollare:
L’anno appena trascorso per l’Avis di Reggio è stato ricco di traguardi eccezionali, che fanno per sperare per il futuro. E il prossimo? 14 Avis insieme per cambiare
in una parola (anzi, due!) avere voglia. Con l’impegno e la costanza si possono realizzare delle cose incredibili come quelle che l’Avis di Reggio Calabria ha realizzato nel suo passato. Non solo quello molto lontano. Anche il passato più vicino ha lasciato un’ormai ben chiara e distinta. Grazie al lavoro di tutti i volontari la sede comunale dell’Avis ha continuato il suo operato, portando avanti nuove proposte e migliorando quello che già era a loro disposizione, senza esitare e senza tirarsi indietro. È grazie ai volontari che tutto ciò diventa possibile, bisogna pensare a loro quando si sente dire (non senza le giuste motivazioni) che Reggio può
A destra e in basso, alcune immagini e alcuni protagonisti dell’anno appena trascorso per l’Avis comunale di Reggio
vantare un’Unità di Raccolta Fissa tra le migliori del Sud Italia. Un traguardo di per sé ammirevole, ma non finisce qui. La sede di Reggio Calabria continua a mantenere degli standard altissimi in tutti i campi: numero di donazioni, qualità del servizio e anche… solidarietà! Si, esatto. Perché non dimentichiamo che alla base di tutto questo c’è l’amore verso il prossimo. È stata la solidarietà a mettere in moto tutto questo. Anzi, a esser precisi, è sempre la solidarietà che la spinge tutt’oggi. Le benemerenze della Fiods consegnate ai donatori di sangue calabresi che si sono contraddististi per impegno e dedizione - con i premi a Mimmo Nisticò e allo scomparso Enzo Romeo - non sono che una testimonianza. Persone “normali” che possono dare un bell’esempio a tutti con i numeri: 130 donazioni di sangue (e anche oltre). 130 e più persone curate grazie a questo impegno. E così è stato anche per i volontari del servizio civile (2+2), che si sono alternati nell’anno appena trascorso presso la sede dell’Avis comunale di Reggio. Katia e Mariangela hanno lasciato il posto a Nino e Dalila sul finire del 2016. E ancora le iniziative del gruppo giovani per coinvolgere altri giovani: l’apericena Avis su tutti, che a fine maggio ha coinvolto qualcosa come 80 ragazzi e adulti con la promessa di diventare donatori e impegnarsi da subito per il futuro dell’associazione.
I giovani volontari possono essere ben contenti di poter ricordare l’anno appena trascorso. Un anno ricco di soddisfazioni anche per la linea verde, che è stata impegnata a portare avanti la solidarietà tra i coetanei. Un lavoro paziente e improntato all’innovazione che ha dato i suoi frutti e non solo nelle scuole. È anche grazie all’intuito dei “suoi” giovani che l’Avis ha rinnovato la veste grafica del sito www.avisrc.it, rendendolo più accessibile e offrendo un servizio di prenotazione on-line, perfettamente funzionante, al passo con i tempi. L’hanno chiamato AgenDona. Insomma, in Avis non si sta mai fermi! Sempre pronti ad agire per il bene dell’associazione, e di conseguenza per il bene del prossimo. Indimenticabile, in prossimità dell’arrivo della stagione estiva e della conseguente “Emergenza sangue”, la campagna di comunicazione realizzata con un messaggio chiaro e diretto. Anche duro: è fondamentale abbattere i muri dell’indifferenza per vedere l’umanità di chi ci sta accanto. Il sangue è vita, donarlo è una questione
di vita o di morte. E giù due belle foto di di una persona in vita e morta, a testimoniare lo spartiacque della donazione di sangue. Chi capisce, si offre. E chi si offre riceve la silenziosa medaglia di eroe. Sono gesti piccoli, a basso tasso di visibilità e gloria personale, forse una goccia d’acqua piccola, ma tante gocce riempiono un oceano. Una goccia, nel tempo, può anche scavare la roccia, se cade sempre nello stesso punto. Allo stesso modo, ogni secondo della nostra vita è importante, se usato per uno scopo. Sembra assurdo ed esagerato, ma è così che funziona. L’anno appena trascorso per l’Avis di Reggio Calabria è segnato da traguardi eccezionali. Traguardi che fanno ben sperare per il futuro della città di Reggio e richiamano a un impegno più costante i donatori: l’apertura del nuovo e moderno reparto di Cardiochirurgia. Grazie all’Avis abbiamo l’opportunità di partecipare attivamente per sostenere questo reparto e aiutare tutti coloro hanno bisogno di cure. Senza giri di parole (che non
servono, servono i fatti). Quindi più donazioni è un’eredità lasciata dall’anno vecchio al 2017 entrante. Così come in eredità resta la consegna definitiva della sede Avis comunale di Reggio, sul Corso Garibaldi. Con assegnazione definitiva. Un altro fatto da annoverare tra i ricordi bellissimi dello scorso anno. Viviamo in un mondo a volte ostile e indifferente, ma l’Avis dimostra che si può agire diversamente. Possiamo reagire provando a cambiare il mondo. Provando a crearne uno più bello, un mondo fatto da uomini che conoscono il rispetto e l’amore verso l’altro. A chi ha sostenuto l’Avis di Reggio Calabria in questo 2016 un grazie è d’obbligo. A chi si impegna in prima persona per il prossimo la certezza di esserne ricompensato. Non con soldi, ma con amore, riconoscenza. Da tutti quegli sconosciuti salvati. Disse un grande intellettuale: «La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni, ma viene il giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno di lei». Quel giorno è oggi. Con la bellezza di Avis. Andrea Arcudi Avis insieme per cambiare
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alessia genua canto i green day Da Reggio Calabria al musical originale dei Green Day. Per la cantante e donatrice Avis in arrivo un anno pieno di impegni e di sogni da realizzare. Con un occhio attento alla solidarietà. intervista di Lucia Romeo foto Giovanna Marino
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n’artista a tutto tondo. Dalla vita di tutti i giorni al palcoscenico. Alessia Genua è la donatrice Avis di Reggio Calabria che è entrata a far parte del musical American Idiot, scritto da Billie Joe Armstrong, con le musiche dei Green Day. Interpreterà Alisha, una ragazza con un carattere per niente facile. «Quando è arrivata la telefonata per interpretare questo ruolo, sono rimasta lì incredula per un po’, poi ho realizzato e la felicità ha preso il sopravvento!» ci confessa Alessia, emozionatissima. Ha studiato alla STM (Scuola Teatro Musicale) di Novara e proprio lì - come quei treni da prendere al volo - ha avuto la sua grande opportunità. «Ancora non mi sembra vero, il sogno della mia vita. Purtroppo si sta realizzando lontano da casa! Ma non dimentico Reggio Calabria perché è proprio in questa città che ho cominciato ad addentrarmi nel mondo del musical». Descriviti in una sola parola. «Permetti? Facciamo due! Canta e cammina. È sicuramente la frase (di Sant’Agostino, ndr) che mi ha sempre contraddistinta e che descrive ciò che sono. In più è il nome dell’associazione che ho fondato assieme a due grandi amiche Mary Curatola e Silvia Fornello. Canta è sinonimo di pensiero mentre cammina è sinonimo di azione. Pensare ed esprimere le proprie idee non basta, nella vita bisogna anche agire e combattere per ciò in cui si crede. Parlare senza fare ha poco senso». E tu ti sei data da fare. Anche per l’Avis, hai scritto l’inno della Comunale di Reggio Calabria, ti ricordi come è nata l’idea? «È stato Dino Dessì a propormelo. Penso sia bello poter usare un proprio talento per essere utile agli altri. La musica è una tra le migliori forme di comunicazione ed eravamo certi che il messaggio sarebbe arrivato in maniera più diretta sia attraverso le parole che le immagini. Utilizzare poi il brano attraverso internet è servito ad arrivare più facilmente alla gente, soprattutto ai giovani che lo hanno condiviso e hanno fatto passa parola».
Orgogliosa de Il mio meglio? «Sì, perché descrive un finale di speranza e guarigione reso possibile dalla donazione di sangue. Il piccolo protagonista interpretato da Alessandro Turano, finalmente guarito, abbraccia e ringrazia simbolicamente coloro che lo hanno aiutato. Come se avesse abbracciato tutti i donatori». E il tuo essere donatrice? «Non ho più molto tempo da dedicare agli altri. Ma questo impegno di donare il sangue - anche se solo due volte l’anno per me che sono una donna - mi rende estremamente felice. Sapere che c’è qualcuno che può stare bene solo regalando qualche minuto del mio tempo è davvero straordinario». È vero che sono stati i tuoi fratelli maggiori a portati in Avis e farti conoscere questa realtà? «Con la semplice testimonianza di donatori. Compiuti i 18 anni, quella di diventare donatrice e far parte della splendida famiglia Avis è stata una grande gioia che mi auguro possano provare sempre più persone in Italia e nel resto del mondo». Missione ambiziosa: addirittura il mondo. «Non dobbiamo farci spaventare dalle apparenze e men che meno da un ago: l’ambiente Avis è sereno e non il classico reparto ospedaliero freddo e distaccato. Medici e collaboratori sono persone simpatiche e professionali. Conosco molti che vorrebbero donare ma hanno paura perché pensano che sia una pratica dolorosa e invasiva, fidatevi, non lo è» Parola di scout. «Esatto! La struttura di Reggio poi è all’avanguardia e confortevole. I ragazzi del Servizio Civile ti accolgono amichevolmente e rispondono a ogni domanda. Ai dubbiosi o a quelli che ancora non l’hanno fatto dico: cosa aspettate? Avis vi aspetta.. insieme si può cambiare». A proposito, tu come ti vedi tra qualche anno? «Uguale! Stessa carica, stessa energia. E un sogno nel cassetto? «Doppiare un personaggio Disney. I cartoni per me sono sempre stati importanti, per cui sarebbe davvero bellissimo».
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il natale in diretta da casa avis La sede sul Corso Garibaldi ha ospitato diversi momenti di aggregazione durante le feste. Dalla crespellata alla befana sotto una bufera di neve.
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orse a leggere il calendario è proprio vero che l’Epifania tutte le feste si porta via. Ma non di certo la stessa cosa può dirsi dell’aria di famiglia che si è respirata durante il periodo natalizio in casa Avis. Quella non si è conclusa con le pur tante iniziative e altrettanto divertimento degli
ultimi giorni del 2016 e i primi del 2017. La sede sul Corso Garibaldi di Reggio è stata in più occasioni luogo di ritrovo per momenti associativi attesissimi. Da queste parti la chiamano aggregazione. È uno dei segni tangibili del grande impegno, non solo rivolto alla donazione di sangue, che l’Avis svolge anno dopo
L’idea solidale di alcuni donatori: hanno prenotato ed effettuato la donazione alla vigilia di Natale per regalarsi un gesto di amore senza eguali. Divertente tombolata per il gruppo giovani Avis. 18 Avis insieme per cambiare
Qui sopra, foto di gruppo durante la festa della befana per i gli dei donatori. In basso Babbo Natale con il presidente dell’Avis comunale di Reggio, Antonio Romeo
anno. Capita così di scambiarsi gli auguri nella vigilia di Natale, con Babbo Natale che scatta foto (anche selfie) e dispensa sorrisi ai donatori in sala accoglienza. E ancora la classica crespellata, con ben cinque chilogrammi di crespelle che sono andate letteralmente a ruba. E non solo per merito di tutti coloro che dovevano recuperare zuccheri post-donazione, in alternativa al cornetto! Bella anche l’idea di alcuni giovani che hanno scelto di prenotarsi proprio per sabato 24 dicembre ed effettuare questo gesto d’amore gratuito nei confronti di uno sconosciuto. D’altronde esiste un regalo di Natale più bello da fare a se stessi se non quello di donare il sangue? emmeno il tempo di smaltire le leccornie del pranzo natalizio che già le porte della sede Avis – e in particolare della sala Calipari – si sono aperte nuovamente per la tombolata del gruppo giovani. Il 29 dicembre, quindi
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carbone! Sulla pagina Facebook di IAMU.it la diretta streaming della festa con la befana per i figli dei donatori.
poco prima di salutare il nuovo anno con brindisi e festeggiamenti assortiti (e notturni), tutti davanti alla supertecnologica nuova versione della tombola, gestita da software e con una simpatica voce “chiama-numeri” di bambina dal tipico accento napoletano. Ognuno ha portato regali da mettere a disposizione come premi per le vincite: gettonatissimi i profumi e gli immancabili dolcetti. a conclusione è come sempre affidata alla befana dei figli dei donatori, un appuntamento che si ripete ormai da moltissimi anni. Dapprima all’auditorium San Paolo, di fianco al Duomo di Reggio. Da qualche anno, invece, l’arrivo della befana è diventato occasione per incontrarsi tutti insieme nella nuova sede Avis. Palloncini, regali – circa 700 i doni distribuiti per fasce d’età ai bambini – e foto con la befana hanno fatto da cornice al momento considerato per tradizione come la chiusura delle feste di Natale. Reggio Calabria crocevia di emozioni, nel rivedere chi è prossimo a ripartire per il nord Italia (o anche in direzione estero) dopo aver trascorso un periodo di vacanza a casa e nel raccontarsi l’emozione di vedere la nuova sede - appena consegnata definitivamente all’associazione dei volontari di sangue - gremita di gente a dispetto del
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Nemmeno la neve ha impedito alla befana di arrivare nei pressi della sede dell’Avis comunale di Reggio Calabria e lasciare i regali per i bambini. Giornata freddissima fuori (temperature di tre gradi e tetti imbiancati: una rarità per queste latitudini), un’atmosfera calda e familiare dentro. Così è iniziato il nuovo anno, con l’evento si ripete da anni in casa Avis. Il giorno 6 gennaio, la befana Avis si fa trovare pronta e carica di doni per i piccoli futuri donatori. Un gesto simbolico di gratitudine e di vicinanza dell’Avis ma anche un modo per poter far festa insieme ai freddo gelido con tanto di straordinarie suoi associati, insieme alla grande nevicate in riva allo stretto. Befana in famiglia dei volontari. Tanta affluenza bianco e nero, per questa edizione 2017, di famiglie e bimbi: le statistiche tra la neve caduta e il carbone per i bimbi parlano di crollo delle nascite ma il che hanno fatto i monelli. presidente Romeo fa notare che «noi a anche i bambini cresciuti non rientriamo in questa casistica». (ovvero ragazzi e giovani Con l’Epifania si concludono le feste figli o nipoti dei donatori) natalizie e tanti sono i donatori che risentono dell’atmosfera di ormai vivono fuori città e che quindi festa e si lasciano coinvolnon hanno potuto partecipare a gere nel ricordo di un passato nemmeno questo appuntamento. Ecco perché tanto lontano. «Sono felice nel vedere IAMU ha organizzato per l’occasione questi bambini felici – ha detto Marco una diretta streaming sulla pagina Nisticò – coordinatore del gruppo giovani Facebook ufficiale (fb.com/iamu.it), Avis di Reggio –. In queste circostanze per consentire anche ai più lontani ripenso a quando aspettavamo questo di vivere e partecipare alla festa. 50 momento da piccoli, era un minuti di diretta in cui l’allegria evento eccezionale per e il calore di casa Avis hanno me e i miei fratelli». Così I giovani che fatto bella mostra di sé. anche Lucia Romeo e Per i ragazzi del gruppo distribuiscono i Tonino Ienuso: «La giovani un bel da fare magia del Natale ci regali della befana, un per intrattenere e giocontinua a regalatempo erano i bimbi che care con tutti, bambini re delle sensazioni li ricevevano. Il segno della e adulti, smistando uniche anche se regali e sorrisi e sotè passato tanto continuità, caratteristica tolineando il passaggio tempo e adesso generazionale: anche della grande famiglia siamo grandi. In loro un tempo erano i piccuore nostro desidAvisi coli protagonisti di questa eriamo ancora essere festa portati dai genitori per bambini e ricevere tanti ricevere il regalo della befana Avis. regali dalla befana». (s.c.)
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Parla Basilio Iero, direttore sanitario dell’Avis comunale di Reggio. Spiegando perché (e come) un donatore deve essere responsabile. E ai giovani chiede una marcia in più.
aver cura di sè: lo stile di vita dei donatori P
iove fuori dalla sede Avis. Il maltempo oggi ha tenuto qualcuno lontano, l’influenza ha fatto il resto. È il periodo più rigido dell’anno per la donazione di sangue e non si tratta di tempo meteorologico e di temperature. Basilio Iero, direttore sanitario dell’Avis comunale di Reggio guarda fuori dalla finestra della stanza delle visite. Sta uscendo il sole proprio mentre iniziamo la nostra intervista. Sette donatori hanno già donato di mattina presto. Pochi? «Più ne vengono e meglio è. Non c’è un numero di donatori che ci fa essere soddisfatti della giornata. Non è mai sufficiente, c’è sempre un nuovo bisogno». Taglia corto il dottor Iero con i numeri dell’autosufficienza. «Pensa che anche la più banale delle operazioni richiede un numero consistente di sacche di sangue. Così anche per una frattura di femore, un’operazione alla prostata. Non c’è età, per salvare la vita di tante persone»
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Tu hai un’esperienza piuttosto diretta. «Ho lavorato per 12 anni nel pronto soccorso di Locri, in provincia di Reggio. Ho visto gente arrivare con traumi o patologie di una certa importanza. Una cosa che mi ha sempre colpito tanto…». I bambini. «Sì ma quelli malati di anemia mediterranea. A Locri c’è la pediatria che si occupa di effettuare le trasfusioni. Mi colpiva sempre vedere questi piccoli in difficoltà e bisognosi di ricevere il sangue giornalmente, un flusso continuo e mai bastevole». E tu potevi fare poco o nulla, giusto? «Purtroppo nulla, non posso donare». Un grosso limite alla generosità. «Mi dispiace tanto ma soffro di una aritmia cardiaca e non posso donare il mio sangue zero Rh positivo». Sangue quasi nobile. «In realta il più ricercato è sempre lo zero negativo: ricordo in
«La trasgressione caratterizza i minorenni. E spesso li rende poi inidonei alla donazione» ospedale quando arrivava qualche paziente impossibilitato a dirci il suo gruppo sanguigno noi provvedevamo subito con lo zero Rh negativo». Si parla sempre di bisogno di sangue. Sono diminuiti i donatori? «La gente risponde, è la necessità ad essere aumentata tantissimo. Dobbiamo davvero ringraziare tutti i donatori, soprattutto quelli giovani, che giornalmente vengono in Avis, con uno spirito incredibile di generosità. E sono molto seri». In che senso? «Che le loro abitudini di vita sono molto corrette e questo è
molto importante. I veri problemi vengono dai sedicenni…». Ma quelli non donano quindi… «Sì però tra i minorenni troviamo un po’ di trasgressione che in futuro potrebbe causare una non idoneità alla donazione e anche problemi per la loro vita». Qualche esempio concreto? «C’è una promiscuità spietata, che significa problemi per quanto riguarda le malattie sessualmente trasmissibili. Serve la collaborazione fra medici, scuola, famiglia per educare i ragazzi a uno stile di vita responsabile. Una volta che sono liberi, poi, è fatta, è troppo tardi». Stiliamo il decalogo del buon donatore. «Non servono tante regole, ma una vita normale, sana, buone abitudini, sia alimentari che sessuali o comportamentali e igieniche. Piccole attenzioni che fanno di noi degli ottimi potenziali donatori di sangue. Basta poca cura per se stessi per aiutare tantissime persone». (sergio conti) Avis insieme per cambiare
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sportivi team handball rc Lo sport della pallamano è tornato ai livelli di qualche anno fa. A Reggio c’è una squadra che imita lo stile associativo dell’Avis. E dona il sangue tutta unita. Intervista di Andrea Arcudi
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utte le squadre puntano alla vittoria. Ne abbiamo conosciuta una che si impegna per vincere nel campionato… della solidarietà! Il TeamHandball di Reggio Calabria è una squadra di pallamano nata nel 2011 e attualmente compete nel campionato di serie B maschile. Dario Grilletto, 36 anni, è socio fondatore e capitano della squadra maschile. Con lui abbiamo parlato di sport e solidarietà ma anche della storia del forte legame che si è creato tra la squadra e l’Avis. L’otto dicembre, tutti
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a donare in piazza, sull’autoemoteca. «Organizzare qualcosa insieme all’Avis è stata una festa, un’occasione per incontrare vecchi e nuovi amici con la “scusa” della donazione del sangue. Abbiamo presentato anche l’Avis ai nostri giovani atleti dell’under 16» Volete trasmettere la il valore della solidarietà col buon esempio? «Ricordo sempre le parole che Mimmo Nisticò, storico Presidente dell’Avis RC, ci scrisse nel 2011, quando cominciammo questo percorso insieme: “Per poter svolgere entrambe le attività,
In alto, un momento di una partita del Team HandBall RC. Qui sotto, foto di squadra. A destra, Dario Grilletto, capitano, socio e fondatore del Team HandBall.
sia l’atleta che il donatore di sangue deve assumere un corretto stile di vita che gli consenta il mantenimento del proprio stato di salute. Entrando nello specifico, posso tranquillamente affermare che, è vero che si scrive T.H. Reggio Calabria, ma si legge Avis.”. A distanza di 6 anni, sono ancora queste le parole che ripetiamo agli under 18, per spiegare cosa è l’Avis. Siamo noi» Era già previsto dall’inizio oppure vi siete conosciuti nel tempo con Avis? «Si, quando parti il progetto “Team Handball”, tra gli obiettivi dei soci fondatori vi era quello di ricoprire sul territorio reggino un ruolo di protagonista nella divulgazione della Cultura sportiva. L’Avis era il nostro punto di riferimento per raggiungere tale obiettivo, anche perché tutti i soci fondatori erano già donatori da anni. Da allora le nostre realtà camminano di pari passo, sostenendosi a vicenda nelle proprie attività». Bello sostenersi. «Ho avuto la fortuna di incontrare l’Avis nel mio cammino molto tempo fa e di sentirmi subito a casa, insieme ai tanti giovani e meno giovani che vi ruotano, partecipando alle assemblee comunali, provinciali e regionali. Si vive un clima particolare negli eventi, ti fa sentire legato gli altri che collaborano per il bene comune. L’Avis Reggina rappresenta per noi un modello, e un riferimento da seguire nell’attività associativa. Al modello Avis tendono molte delle nostre scelte di strategia sociale e solidale». La vittoria più bella del team? Ci sono quelle sul campo e quelle nella
vita. Io credo che entrambe lascino un forte senso di orgoglio per quello che si fa, l’orgoglio di far parte di un gruppo, di una squadra che lotta e ottiene gli obiettivi che si prefigge. Essendo tra i soci fondatori ma anche capitano della squadra maschile, mi sento maggiormente fiero quando si fa avanti un nuovo donatore tra i miei compagni. Nello sport si vince e
zare ed istituire la giornata de “Gli Atleti del Sangue”, una giornata in cui si possa anche incontrare l’Avis e diventare donatore. Abbiamo anche investito maggiormente nel settore giovanile maschile, ora abbiamo anche una squadra under 16, oltre che 2 squadre under 12 (una maschile e una femminile). Abbiamo rinnovato la collaborazione con l’ITI Panella-
«L’obiettivo sportivo è competere per la promozione in A2. Ma ne abbiamo uno più grande: portare i nostri atleti delle giovanili a essere donatori» si perde, con la donazione, invece, si vince sempre». E in più è una vittoria che si ripete 3-4 volte l’anno! «Dal 2011 il numero dei nostri atletidonatori è aumentato ed è un numero che tende ad aumentare man mano con le nuove iscrizioni, il nostro è un impegno concreto. Cerchiamo sempre di migliorare: i primi anni abbiamo cercato soprattutto di aumentare il numero di donatori della squadra , ora stiamo “scendendo in piazza” con eventi simili a quello dell’otto di dicembre». Puntate in alto quindi. Prossimo obiettivo? «Sicuramente quello di riuscire a organiz-
Vallauri di Reggio Calabria e con l’Istituto Nostro-Repaci di Villa San Giovanni, in più si è aggiunta quella con il liceo scientifico Volta di Reggio. Puntiamo a creare per la città una vera e propria “Scuola di Pallamano”: è un progetto piuttosto ambizioso, ma ci stiamo facendo spazio, abbiamo notato che i ragazzi si stanno avvicinando sempre di più a questo sport. La squadra maschile senior, ancora una volta, si è presentata ai nastri di partenza del campionato di serie B, chissà… magari potremmo competere per la promozione in A2! Stiamo lavorando per riuscire a portare anche la nostra squadra femminile nella serie A2. Chissà magari anche questo sogno può avverarsi». Avis insieme per cambiare
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