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NON È POSSIBILE EQUIPARARE

Emissioni industriali e zootecniche

Il secondo provvedimento nevralgico nell’impianto del Green Deal che desta preoccupazione al Parlamento europeo, perché rischia di saltare, è la direttiva sulle emissioni industriali. Su questo punto, lo stesso De Castro ha ribadito che: “non si può equiparare l’inquinamento dell’industria a quello degli allevamenti zootecnici. Nel primo caso le emissioni si disperdono nell’atmosfera nel giro di un millennio circa, nel secondo in meno di dieci anni. Le emissioni da attività zootecniche andrebbero regolamentate in modo diverso”. A sostegno di queste argomentazioni, il Ministro Lollobrigida ha citato uno studio di Assosuini che dimostra come, durante il lockdown ci sia stata una significativa riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera nonostante le attività zootecniche siano andate avanti per soddisfare al fabbisogno alimentare del Paese. La riduzione, per Assosuini, è stata determinata da un abbattimento della circolazione del traffico e della produzione industriale. Il Ministro ha anche annunciato: “Lavoreremo sulla forestazione anche con l’allargamento del registro dei terreni agricoli per dimostrare all’Europa che si è sbagliata per tanto tempo poiché sta pagando un prezzo troppo caro per non produrre come potrebbe o per la dismissione di alcune produzioni. Bisogna impedire questo processo perché non si tutela l’ambiente smettendo di coltivare. Anzi, lo si devasta se pensiamo ai gravi problemi di dissesto idrogeologico che ne sono derivati. Certamente, va affrontata la questione di ridurre le emissioni, ma va fatto rimanendo ancorati a quei principi che definiscano cosa conviene e cosa, invece, devasta l’ambiente. Dopo la dismissione della grande industria adesso stiamo competendo sul mercato con la qualità delle nostre produzioni agroalimentari. Non possiamo lasciare che venga svilita a vantaggio delle grandi multinazionali che non fanno altro che abbassare il valore aggiunto e monopolizzare il mercato, portando grandi risorse in mano a pochi. Il nostro nemico principale è la standardizzazione dei prodotti e per contrastarla agiremo su diversi livelli comunicativi”.

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Verso il Testo Unico Ue sulla qualità

Dalle attività del Parlamento si annunciano anche due sviluppi positivi. Il primo riguarda il nuovo regolamento sulle indicazioni geografiche per il quale l’organo legislativo Ue sta lavorando con oltre seicento emendamenti al fine di arrivare a un testo di compromesso sulla proposta della Commissione. L’auspicio è di avere una posizione definitiva anche del Consiglio, e quindi chiudere l’iter legislativo del primo Testo Unico europeo sulla Qualità, entro il 2023, sotto la presidenza spagnola. “Si tratta di un provvedimento - ha detto De Castro - molto atteso dagli operatori e nell’interesse dei consumatori, che va ad aggiornare un sistema che in Italia muove un giro d’affari di circa 20 miliardi di euro. Su questo tema, ci sono 122 proposte della Commissione dentro le quali si affrontano prodotti molto importanti per il nostro Paese come il prosecco o l’aceto balsamico. Abbiamo tutto l’interesse a mettere una pietra tombale ai vari tentativi di evocazione, altrimenti detto ‘Italian sounding’ che colpiscono questa eccellenza italiana”.

L’altra nota positiva riguarda il nuovo regolamento sulla promozione di cui, la Commissione con gli Stati membri ne ha approvato il programma per il 2023. Si tratta di un passo importante perché la proposta è rimasta ferma presso il Collegio dei Commissari europei per tanti mesi dal momento che alcuni Stati Membri volevano escludere dal programma alcuni

ENTRO DICEMBRE 2023, IL PRIMO

Testo Unico Europeo Sulla Qualit

prodotti per noi strategici come il vino o la carne. Su questo punto l’europarlamentare Salvatore De Meo, relatore del regolamento, ha sottolineato una sorta di “disallineamento temporale con il provvedimento sulle Ig: materialmente non è ancora disponibile, speriamo che il Collegio dei commissari ce lo sottoponga con la pubblicazione nel nuovo anno”. “Questo nuovo impianto normativo - ha specificato De Castro - metterà ordine a un settore che a partire dagli anni Novanta ha visto aumentare notevolmente il numero dei prodotti Dop, Igp e Stg, rendendo necessario un aggiornamento e una semplificazione delle procedure e mettendo i Consorzi di tutela nelle migliori condizioni per difendere le nostre eccellenze da evocazioni e tentativi di imitazione, purtroppo sempre più diffusi”. Una posizione condivisa dal Ministro Lollobrigida che ha osservato come in questa fase “il ruolo dell’Italia nell’Ue è sotto attacco, per problemi circoscritti e individuali, non solo per i casi di corruzione, ma anche per tutto ciò che riguarda la qualità, che va difesa a livello di Sistema Paese”. Dal canto suo, l’europarlamentare Camilla Laureti ha osservato l’importanza del programma di educazione alimentare “Frutta e latte nelle scuole”, per il quale, ha detto: “gli Stati membri per ora sono riusciti a spendere solo il 10% delle risorse finanziarie a disposizione”.

Pratiche sleali, scattano le prime sanzioni per la Gdo

Tra i temi affrontati durante l’incontro, anche lo stato di applicazione della direttiva 633/2019 contro le pratiche commerciali sleali recepita in Italia con D. Lgs n. 198/2021. “A giorni pubblicheremo i dettagli nella relazione annuale - ha anticipato il Capo dipartimento dell’Icqrf, Felice Assenza -. A un anno dall’applicazione, abbiamo fatto più controlli di quanti non ne abbia fatti negli ultimi dieci anni l’ente precedentemente preposto che era l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato. Le nostre indagini si sono concluse con l’irrogazione di sanzioni a carico dei retailer nel 10-15% dei controlli, con previsioni di incremento delle irregolarità accertate nel 2023 anche per via un piano di rinforzo del personale preposto all’Icqrf, appena decretato da Ministero”. Intanto, entrerà in vigore nel 2023 il Piano strategico della Pac che Angelo Frascarelli, presidente di Ismea, ha definito multi-obiettivo, con un budget per l’Italia di circa 7,3 miliardi l’anno, fino al 2027. “È una Pac più selettiva - ha detto Frascarelli - che premia la produttività e la qualità a invarianza di fondi rispetto ai prezzi correnti, in confronto alla precedente programmazione”.

La Redazione

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