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che nel contesto dell’intera filiera, choc violenti e inattesi. Sarebbe stato doveroso, ancora una volta, riconoscere gli ingenti sforzi profusi dall’Industria per contenere l’inflazione. E invece, abbiamo, nuovamente, assistito al consueto balletto di dichiarazioni volte a convincere l’opinione pubblica e i policy maker che gli autonomi interventi delle singole industrie sui listini erano troppo spesso frutto di decisioni puramente speculative. Dichiarazioni che, fortunatamente, si sono successivamente affievolite, alla luce della generale presa di coscienza della situazione dei mercati, consentendo in tal modo all’Industria di trasformazione di uscire da una fase di preoccupante apnea.
Detto questo, le prospettive per il 2023 appaiono ancora incerte, per via di una evoluzione imprevedibile della situazione geopolitica. Il conflitto in Ucraina continua, e probabilmente continuerà, a rappresentare un fattore di forte instabilità per il quadro macroeconomico internazionale e italiano. Certamente, gli ultimi mesi hanno evidenziato un allentamento delle tensioni sulle quotazioni delle materie prime agricole e energetiche ma sarebbe incautamente prematuro ritenere superata una crisi che potrebbe, invece, riproporsi, con la stessa forza nel medio periodo. Il tasso di inflazione si mantiene in ogni modo, e non poteva risultare diversamente, su livelli particolarmente elevati e i tassi di interesse nominali continuano a crescere creando in tal modo un humus fertile a una contrazione della domanda nazionale e internazionale. Una situazione potenzialmente delicata in particolare per quei Paesi, quale l’Italia, fortemente export oriented. Avremmo modo, senza alcun dubbio, di riparlarne.
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Per quanto concerne l’andamento del settore alimentare, il 2023 potrebbe risultare un anno a due facce: nel primo semestre, è prevedibile una stagnazione della redditività dell’Industria con conseguente prudenza nelle politiche di investimento da un lato e una generale debolezza dei consumi dall’altro. Il secondo semestre potrebbe invece essere caratterizzato da un calmieramento dei prezzi allo scaffale e una ripresa, seppur contenuta dei consumi. Uno scenario, pertanto, abbastanza complesso e un po’ fosco, ma che, esperienza insegna, potrebbe essere ribaltato senza alcun preavviso.

Andrea Valente
Arrivano I Primi Panificati Con Farina Di Grillo
Il3 gennaio 2023 l’Ue ha autorizzato l’uso alimentare della polvere parzialmente sgrassata di grillo (Acheta domesticus). A breve, pertanto, in Europa pane, cracker, biscotti e snack, e altri prodotti alimentari, potranno avere tra gli ingredienti farina di grillo a elevato contenuto proteico. Il via libera europeo si riferisce alla sola società vietnamita Cricket One Co. Ltd, che aveva richiesto l’immissione del prodotto sul mercato. Per quanto riguarda i rischi relativi alle allergie, il grillo domestico può provocare reazioni nelle persone intolleranti ai crostacei, ai molluschi e agli acari della polvere. L’Efsa ha specificato che se il substrato con cui vengono alimentati gli insetti contiene ulteriori allergeni, questi ultimi possono risultare presenti nel nuovo alimento. Per questo motivo, gli alimenti contenenti polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus saranno adeguatamente etichettati.


SEMOLA DI GRANO DURO NELLA BORSA MERCI DI FOGGIA?
Arriva dalle associazioni di categoria pugliesi (tra cui CIA-Agricoltori Italiani de La Capitanata), la proposta di inserire nel listino della Borsa Merci di Foggia la semola di grano duro italiano. La missiva ufficiale è del 10 gennaio scorso e nasce per sostenere il valore qualitativo di tale prodotto e dell’intera filiera per garantire un equo riconoscimento alle imprese cerealicole e di trasformazione del territorio de La Capitanata. L’iniziativa punta a fare da apripista per l’intero Paese anche in funzione del ruolo di “granaio d’Italia” che ha Foggia. “I costi per la produzione del grano duro - spiega Angelo Miano, presidente di CIA-Agricoltori Italiani de La Capitanata - sono lievitati a 1.200 euro/ha, a fronte di una produttività di circa 23,5 quintali per ettaro. Senza l’inserimento della semola nella Borsa Merci, tutta la filiera rischia di saltare perché affidata alla trattativa tra le parti che penalizza quelle più deboli a monte della filiera”.
Addio Alle Semine Con I Grani Perenni
Grani perenni e popolazioni evolutive aiutano i produttori ad abbattere i costi di produzione e ad adattarsi ai cambiamenti climatici nel rispetto della sostenibilità ambientale. È quanto emerge da due studi del programma Change-Up - Innovative Agro-Ecological Approaches to Achieving Resilience to Climate Change in Mediterranean Countries. “I grani perenni - afferma Laura Gazza, ricercatrice del Crea Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari di Montelibretti, Roma - non hanno bisogno di essere seminati annualmente perché si auto-rigenerano ogni autunno, ma hanno una dimensione dei semi e una resa inferiori a quelle dei grani moderni. Le popolazioni evolutive sono, invece, miscugli di grani differenti che sfruttano la variabilità genetica per adattarsi alle condizioni ambientali e offrire produzioni stabili nel tempo”. I grani perenni, peraltro, non necessitano di diserbo: essendo rustici, sono particolarmente resistenti agli attacchi fitopatologici.



Le Farine Di Molini Pivetti In Due Esposizioni Internazionali
Molini Pivetti è stata e sarà presente con le sue farine a due fiere internazionali: SIRHA 2023, il Salone di riferimento mondiale dei settori Food Service e ospitalità tenutosi all’Euroexpo di Lione dal 19 al 23 gennaio, e Gulfood 2023, la manifestazione fieristica di riferimento in Medio Oriente per l’industria alimentare e delle bevande, in programma presso il Dubai World Trade Centre dal 20 al 24 febbraio. A Lione Molini Pivetti ha promosso una serie di eventi dimostrativi dedicati alla pizza, mentre a Dubai l’azienda emiliana sarà presente con le linee di farine professionali dedicate alla pizzeria e alla pasta fresca. “L’investimento nella ricerca e sviluppo ha puntato a migliorare le nostre farine affinché siano perfette per lo specifico utilizzo” ha dichiarato la responsabile Marketing Tonia Sorrentino.

CONTRO L’ARIDITÀ ARRIVANO I BATTERI FERTILIZZANTI
Sostituire i fertilizzanti chimici con microrganismi e batteri in grado di favorire la crescita delle piante anche nei periodi di stress idrico, migliorando le funzioni del suolo e la produzione agricola. È il risultato del progetto “Ortumannu”, condotto da ENEA, Università degli Studi di Cagliari, CRS4 e Mutah University (Giordania) che punta a contrastare l’impoverimento dei suoli e a promuovere una produzione agricola d’alta qualità, riducendo l’utilizzo di fertilizzanti, pesticidi e acqua. Il team di ricerca ha isolato e identificato dal suolo 40 ceppi di batteri che sono stati testati per la capacità di promuovere la crescita delle piante, fissare l’azoto, mobilizzare il fosforo, solubilizzare il potassio e produrre siderofori, cioè sostanze organiche in grado di influenzare l’accrescimento delle piante.

UN MARCHIO PER IL “PANE FRESCO” DI TRENTO
La Provincia di Trento ha istituito all’inizio dell’anno un marchio a tutela della qualità del pane fresco artigianale locale al fine di favorirne la riconoscibilità sul territorio provinciale. Fortemente voluto dall’Associazione Panificatori provinciale, il marchio “Pane Fresco” è rappresentato da un fiore stilizzato con varie gradazioni di marrone, il colore del pane. Il passo successivo sarà quello di incentivare la sua adozione presso negozi e Gdo che potranno apporlo su scaffali, sacchetti ed etichette. Possono richiedere l’uso del marchio “Pane Fresco”, le imprese che lo producono e commercializzano direttamente; le imprese che acquistano “Pane Fresco” da terzi e lo commercializzano al dettaglio; altri enti per finalità puramente promozionali e informative.


SIGEP 2023: NOVITÀ PER AGUGIARO & FIGNA
ASigep 2023, Agugiaro & Figna ha portato in vetrina “Le Sinfonie”, la linea di farine dedicata alla produzione artigianale in pasticceria, composta da nove referenze di farine di grano tenero e sei varianti di semilavorati delle migliori qualità, per soddisfare al meglio le esigenze nei diversi tipi di lavorazione che l’arte dolciaria prevede. La fiera è stata soprattutto l’occasione per esporre la nuova declinazione de “Le Sinfonie”: “Magistrale”, una farina elastica e duttile, che garantisce una fermentazione equilibrata durante tutte le ore di lievitazione, senza apportare tenacità agli impasti. Altra protagonista della proposta di Agugiaro & Figna a Sigep è stata la linea “Mia” di farine ottenute da macinazione integrata: un processo brevettato che associa due tipologie di molitura, quella più tradizionale a pietra con quella moderna a cilindri.

BILANCIA COMMERCIALE CEREALICOLA, AUMENTA IL DEFICIT
Aumentano le importazioni di cereali in Italia (+8%) così come le esportazioni (+9,9%), tuttavia il saldo rimane sempre in negativo. Lo rivela il report di Anacer relativo ai primi 10 mesi del 2022. Le esportazioni dall’Italia dei principali prodotti del settore nei primi dieci mesi del 2022, per contro, sono risultate in aumento sia nelle quantità di 374.000 t (+9,9%), sia nei valori di 1.276,3 milioni di euro (+37,3%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I movimenti valutari relativi all’import/export del settore cerealicolo hanno comportato nei primi dieci mesi del 2022, un esborso di valuta pari a 7.912,3 milioni di euro (5.521,8 nel 2021) e introiti per 4.700,3 milioni di euro (3.424,0 nel 2021). Pertanto il saldo valutario netto è pari a -3.212,0 milioni di euro, contro -2.097,8 milioni di euro nel 2021.

World News è la rassegna delle notizie dall’Europa e dal mondo sull’agroalimentare. Un punto di vista aggiornato e puntuale su quanto accade in sede comunitaria ed extra-comunitaria, per essere sempre informati sulle dinamiche internazionali in ambito politico, economico e scientifico. Brevi flash che possono risultare di interesse per la filiera - italiana ma non solo - della trasformazione dei cereali.


USDA, SEDUTA “BOMBA” DEL 12 GENNAIO 2023

Laseduta dell’Usda dello scorso 12 gennaio potrebbe scatenare effetti negativi sul mercato europeo della farina e dei semi di soia importati dall’Argentina. “Se la produzione dal Brasile, è di poco aumentata a 153 milioni di tonnellate metriche - afferma Mario Boggini, esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali -, quella dell’Argentina è parecchio al di sotto delle attese con 45,5 MMT. La conseguenza è che il mercato dei proteici si è scatenato. I riflessi negativi riguarderebbero specialmente l’Europa. La causa del calo di volumi è la siccità ma, se a febbraio dovesse finire l’effetto della Niña, quasi sicuramente pioverà. In caso contrario sarebbe un dramma per l’impennata dei prezzi, già alti, poiché l’Argentina è tra i principali esportatori in Europa di farina e semi di soia”. Tuttavia, già dalla seduta mercantile del 17 gennaio il mercato sta ridimensionando la reazione violenta avuta dopo i dati Usda.

AUMENTANO LE ESPORTAZIONI DI TENERO FRANCESE AL DI FUORI DELL’UE
FranceAgriMer, le previsioni per le esportazioni 2022/23 di grano tenero dalla Francia al di fuori dell’Unione europea sono salite a 10,6 milioni di tonnellate, il 21% in più rispetto allo scorso anno, su forte domanda dal Nord Africa. Il Paese, che è il più grande produttore di grano dell’Ue, a dicembre aveva spedito 10,3 milioni di tonnellate di grano, ben 300.000 tonnellate in più rispetto al mese precedente. Secondo Paul Le Bideau, vice capo dell’unità cereali di FranceAgriMer, la domanda è ancora significativa dal Maghreb, in particolare dal Marocco. La competitività del grano francese nei mercati del Nord Africa era stata aiutata dall’aumento dei costi per le forniture di spedizione dalla Russia, il più grande esportatore di grano del mondo.
Secondo
LA RUSSIA FORNISCE ALL’EGITTO UNA COSPICUA QUANTITÀ DI GRANO
Il porto egiziano di Damietta ha ricevuto la nave Oxana V proveniente dalla Russia con 42.000 tonnellate di grano a bordo per la Supply Commodities Authority. La nave alza bandiera panamense ed è lunga 186 metri e larga 31. Questo “sbarco” avviene come parte degli sforzi dell’Egitto per garantirsi la disponibilità di materie prime strategiche e soddisfare così le proprie esigenze di grano nonché per confermare la disponibilità di impianti portuali per ricevere navi cisterna. L’Egitto è stato il paese leader nell’importazione di grano russo durante il mese di gennaio, poiché ha ricevuto oltre 191.000 tonnellate, rispetto alle 103.000 tonnellate di un anno fa.
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INDIA: BUONE POSSIBILITÀ PER LA PRODUZIONE DI GRANO DI QUEST’ANNO
riferisce che prezzi più alti e migliori condizioni atmosferiche potrebbero aiutare la produzione di grano in India, consentendole di favorire gli agricoltori nel piantare varietà ad alto rendimento in una zona più ampia. Va ricordato che l’India ha subito una storica ondata di caldo l’anno scorso in un momento cruciale per lo sviluppo del grano che ne ha rallentato la produzione. L’aumento di questa nel 2023, per quel che riguarda il frumento, potrebbe incoraggiare l’India a prendere in considerazione l’abolizione del divieto di esportazione dei prodotti di base e contribuire ad alleviare le preoccupazioni per l’inflazione costantemente elevata dei prezzi dei prodotti alimentari.



Reuters
ZIMBABWE: PER LA PRIMA VOLTA DAL 2004

L’AUTOSUFFICIENZA DEL GRANO

Nell’anno
appena trascorso, lo Zimbabwe (paese senza sbocco sul mare) ha realizzato il suo più grande raccolto di grano (375.000 tonnellate), rendendosi così autosufficiente. Il raccolto del 2022 è stato superiore del 13% rispetto all’anno precedente, superando un record di mezzo secolo fa. La superficie coltivata a grano è aumentata del 10% e, soprattutto, lo Stato ha istituito una politica di distribuzione di fertilizzanti e di acquisto di colture attraverso un ente pubblico, il Grain Marketing Board, che ha conquistato gli agricoltori. Di conseguenza, lo Zimbabwe non ha più bisogno di importare grano per soddisfare il proprio fabbisogno, risparmiando fino a 300 milioni di dollari in costi di importazione. Nell’attuale contesto in cui i paesi africani soffrono per l’assenza o il costo elevato del grano russo e ucraino, lo Zimbabwe si distingue per la sua politica proattiva.
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a cura di Tullio Pandolfi Italmopa
Contaminazioni accidentali e tecnicamente inevitabili da acido fosfonico e acido etilfosfonico in prodotti biologici di origine vegetale - DM 22 dicembre 2022
Sulla
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie Generale n. 305 del 31/12/2022 è stato pubblicato il Decreto 22 dicembre 2022, recante modifica del decreto 13 gennaio 2011. Le modifiche del DM dello scorso dicembre riguardano in particolare l’allegato 2 di quello del 2020, sulle contaminazioni accidentali e tecnicamente inevitabili da acido fosfonico e acido etilfosfonico in agricoltura biologica di prodotti di origine vegetale.
Tale allegato, introdotto dal decreto 10 luglio 2020, n. 7264, risulta modificato come segue: a) nei punti 2 e 3 la data del “31 dicembre 2022” è sostituita da “31 dicembre 2025”; b) nell’ultima frase la data del “31 dicembre 2022” è sostituita da “31 dicembre 2025”.
I termini di cui all’allegato 2, punti 2 e 3 del DM 13 gennaio 2011, n. 309, già oggetto di proroga con quello del 10 luglio 2020, n. 7264, sono quindi ulteriormente prorogati in attesa dei risultati del progetto di ricerca “Sistemia del fosfito nelle colture biologiche da contaminazioni accidentali o volontarie - BIOFOSF-CUBE” finalizzato allo studio dei fenomeni di degradazione dell’acido fosfonico nei tessuti vegetali e di altri aspetti collegati alla problematica della contaminazione da fosfiti dei prodotti biologici e finanziato dal Mipaaf in data 29 aprile 2022. Il decreto è entrato in vigore il 1° gennaio 2023.
Controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti: risultati in Italia per l’anno 2020

IlMinistero della Salute ha di recente pubblicato sul proprio sito web il rapporto contenente i dati del “Controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti relativi all’anno 2020”. Il rapporto riassume il sistema italiano dei controlli dei residui di pesticidi in alimenti, la programmazione del controllo ufficiale, l’organizzazione dei controlli, il sistema di verifica, ai sensi del Reg. Ue n. 625/2017, la trasmissione dei risultati dei controlli ufficiali.
Nel capitolo 7 sono contenute le elaborazioni dei risultati dei controlli dei residui di prodotti fitosanitari negli alimenti per l’anno 2020, per quanto riguarda in particolare campionamenti, residui complessivi, su alcuni prodotti quali i cereali, alcuni prodotti trasformati, quali olio e vino, baby food, prodotti di origine biologica e alcuni alimenti di origine animale.
I campionamenti sono stati effettuati sia sul territorio nazionale, dalle Autorità sanitarie locali, sia all’importazione dai posti di controllo alle frontiere del Ministero della Salute. Relativamente ai risultati, dal rapporto si evince che nel corso dell’an- no 2020, sono stati analizzati complessivamente 8200 campioni di alimenti per verificare la presenza di residui di prodotti fitosanitari. Di questi soltanto 76 sono risultati superiori ai limiti massimi consentiti dalla normativa vigente, con una percentuale di irregolarità pari allo 1%. Nel gruppo cereali sono state rilevate solo 7 (lo 0,6%) non conformità, mentre l’81,9% dei campioni è risultato privo di residui rilevabili. Per i cereali i campioni che presentano residui, in tutti quelli analizzati - nel complesso sono stati 1202 (1172 sul territorio nazionale e 30 nei controlli all’importazione) - sono in percentuale inferiore rispetto ai campioni senza residui dei due anni precedenti. Per quanto riguarda i prodotti biologici, tra i 388 campioni nel complesso analizzati, di cui 107 di cereali, il 91,5% non presenta residui, mentre l’8% presenta residui nei limiti di cui al Regolamento CE n, 396/2005 e smi. Complessivamente quindi, come per gli scorsi anni, i risultati dei controlli ufficiali italiani continuano a essere in linea con quelli rilevati negli altri Paesi dell’Unione Europea e indicano un elevato livello di protezione del consumatore.



Contaminanti in alcuni prodotti alimentariProgetto di regolamento sul nickel e nota sulla discussione tra Commissione e Stati membri dell’Ue

Seguendo un iter ormai ampiamente consolidato per la regolamentazione dei contaminanti nei prodotti alimentari, è stata da alcuni anni avviata in ambito europeo una riflessione sul nickel in vista della messa a punto di una sua regolamentazione nel quadro del Reg (Ue) n. 1881/2006 e successive modifiche e integrazioni.
Il nickel è un metallo, che appartiene alla categoria dei metalli pesanti, diffuso in tantissimi elementi in natura, tra cui molti alimenti, sia di origine animale sia vegetale, in acqua e in molti oggetti di uso comune. La principale fonte di esposizione al nickel è il consumo per via orale, poiché esso è presente come elemento contaminante. Tale metallo è tra i primi responsabili di reazioni allergiche da contatto.
Nel febbraio del 2015 la European Food Safety Authority (Efsa) ha adottato un parere scientifico sui rischi per la salute umana associati al nickel presente nei prodotti alimentari, in particolare nei vegetali, ma anche nell’acqua potabile. L’Efsa ha stabilito un livello di sicurezza, noto come dose giornaliera tollerabile (DGT), di 2,8 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo. Sulla base dei correnti livelli di esposizione medi ed elevati, gli esperti dell’Efsa hanno concluso che l’attuale esposizione alimentare cronica al nickel è motivo di preoccupazione per la popolazione in genere.

Il parere del 2015 è stato integrato/modificato da un successivo parere scientifico della stessa Efsa risalente al 2020. La Commissione Europea ha chiesto a questa di aggiornare il suo precedente per tener conto dei nuovi dati, della guida aggiornata sulla dose di riferimento (BMD) e delle nuove informazioni scientifiche disponibili. Per calcolare l’esposizione alimentare cronica e acuta sono stati utilizzati più di 47.000 risultati analitici sulla presenza di nickel. L’esposizione alimentare cronica al 95° percentile, ovvero nella maggioranza della popolazione, è risultata inferiore alla dose tollerabile giornaliera (TDI) negli adolescenti e in tutti i gruppi di età adulta, ma in genere superava la TDI nei bambini piccoli e in altri bambini, e anche nei neonati. I valori del margine di esposizione (MOE) alimentare acuta media e per il 95° percentile rappresentano un problema di salute per gli individui sensibilizzati al nickel.
Sulla base del parere dell’Efsa la Commissione europea ha adottato nel luglio 2016 una Raccomandazione (2016/1111) sul monitoraggio dei livelli di nickel in alcuni alimenti. In applicazione della Raccomandazione gli Stati membri, con la partecipazione attiva degli operatori del settore alimentare, hanno svolto un’attività di monitoraggio della presenza di nickel negli alimenti nel 2016, 2017 e 2018. Il monitoraggio si è incentrato su cereali, prodotti a base di cereali, formule per lattanti, formule di proseguimento, alimenti a base di cereali destinati ai lattanti e ai bambini, alimenti per bambini, alimenti a fini medici speciali destinati in modo specifico ai lattanti e ai bambini ecc. Gli Stati membri hanno inoltre effettuato un’attività di monitoraggio della presenza di Nickel anche nei mangimi.
Di recente, tenendo in considerazione l’ampio lavoro di preparazione svolto, la DG Sante della Commissione europea ha pubblicato un progetto di regolamento sul nickel in alcuni prodotti alimentari e ne ha discusso durante l’ultimo gruppo di lavoro sui contaminanti dello scorso anno. Secondo informazioni pervenute, nel corso del GdL la DG Sante ha illustrato il parere dell’Efsa da cui risulta che il valore limite tossicologico per l’esposizione cronica al nickel può essere superato per un certo numero di gruppi di età. Alcuni prodotti alimentari sono particolarmente rilevanti nell’esposizione al nickel, pertanto, potrebbero non essere richiesti limiti massimi per tutti i prodotti.
I rappresentanti degli Stati membri dell’Ue si sono confrontati con i rappresentanti della DG Sante, in particolare sul fatto che innanzitutto i limiti massimi (ML) debbano essere individuati per ampie categorie di prodotti o per prodotti specifici. Sempre in seno al GdL, uno Stato membro ha indicato che gli ML sono ora proposti principalmente per prodotti di largo consumo, mentre alcuni prodotti specifici mostrano livelli più elevati, ma sono disponibili pochi dati al riguardo. La DG Sante ha proposto un approccio prudente per quanto riguarda i prodotti per i quali sono disponibili pochi dati: inizialmente i limiti massimi possono essere fissati in termini più ampi e possono sempre essere abbassati in futuro. A quanti risulta, un altro Stato membro ha indicato che potrebbero esistere differenze geografiche nella quantità di nickel negli alimenti, ragion per cui sarebbe preferibile che fossero fissati limiti massimi per le categorie di prodotti generali, per i prodotti destinati in particolare ai bambini.
Un altro Stato membro si è chiesto se sia necessario proporre limiti massimi per tutti i gruppi di prodotti contenuti nella proposta della Commissione. Dopo aver riesaminato il parere dell’Efsa, solo i possibili rischi sembrano riguardare i bambini piccoli men- tre negli adulti, le reazioni di ipersensibilità desterebbero preoccupazione solo negli individui sensibili al nickel. La priorità dovrebbe essere inizialmente sugli alimenti specifici per neonati e bambini piccoli. a cura di Tullio Pandolfi
La DG Sante ha risposto che la proposta di regolamento prevede la fissazione di limiti massimi di nickel per i maggiori contributori all’esposizione e che questi prodotti sono rilevanti anche per l’esposizione dei bambini. Attualmente sono disponibili dati sufficienti per la maggior parte di questi prodotti, quindi è possibile proporre la fissazione di limiti massimi.

Nel caso dei cereali, l’attuale proposta prevede limiti massimi solo per la materia prima. La DG Sante ha indicato che i fattori di trasformazione devono essere applicati nel caso di prodotti a base di cereali preparati e trasformati. La (nuova) raccomandazione di monitorare il nickel viene ampliata per includere una serie di gruppi di prodotti (tra cui tè, cioccolato e cereali per la colazione) per i quali sono necessari più dati e che contribuiscono in modo importante all’esposizione. La DG Sante ha indicato che è sua intenzione organizzare una consultazione delle parti interessate nel 2023. L’esame della proposta di regolamento procederà in ambito ai Gruppi di lavoro dei contaminanti composti dei rappresentanti della Commissione europea e degli Stati membri.

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