6 minute read

L’abbraccio più forte di Valerio Berruti

Valerio Berruti, classe 1977, vive e lavora a Verduno, in una chiesa sconsacrata del XVII secolo che ha acquistato e restaurato nel 1995. La sua opera, anche multimediale, “La giostra di Nina” continua a raccogliere apprezzamenti nel mondo, ma è anche l’autore, ad esempio, del grande complesso monumentale “Frammenti” di Monticello d’Alba, ideato per ricoprire il muro di contenimento sottostante il castello con circa cento bassorilievi in cemento armato e smalto alti 2 metri, nell’àmbito del bando “Distruzione” della Fondazione Crc

Maria Giacosa

Advertisement

Scorrendo la biogra a di Valerio Berruti, straordinario artista langarolo, si è colpiti dal numero impressionante e dalla varietà delle opere compiute. Disegni, sculture, progetti video con un aspetto caratterizzante: soggetti, tematiche e nomi che arrivano al cuore di chi li incontra. Berruti è reduce da due anni di lavoro molto intensi, segnati da alcuni progetti che toccano da vicino il territorio. Tra tutti ricordiamo, nel 2019, l’uscita dell’album di inediti “Prezioso” del compianto amico Gianmaria Testa con in copertina un’opera originale di Berruti raf gurante una bambina che guarda indietro, come se cercasse Gianmaria in lontananza. Ad aprile dello stesso anno è stato inaugurato il grande complesso monumentale “Frammenti” a Monticello d’Alba. A giugno è stato acceso per la prima volta il grande bassorilevo luminoso, alto 6 metri composto da un assemblaggio di policarbonato e forex,

L’artista sta raccogliendo consensi internazionali con il progetto “La ambasciatore di Alba nella rete della città creative Unesco, non si è l’epidemia e in autunno...

“L’abbraccio”, sulla facciata della residenza per anziani “Ottolenghi” di Alba. Sono anche altri, però, gli eventi più signi cativi degli ultimi mesi dell’artista. Ne parliamo con lui.

Valerio Berruti, “Una sola moltitudine”. Affreschi, disegni, installazioni, land art, sculture e videoanimazioni: sono tutte espressioni della sua personalità o c’è un lone che la rappresenta in modo particolare e a cui è più legato? «Ciascuna di queste espressioni artistiche mi rappresenta totalmente. Spesso un progetto è composto da molteplici tecniche, come “La giostra di Nina”: una scultura, ma anche una serie di disegni che compongono una videoanimazione, diventati inoltre un libro pop-up».

Che cosa ispira la sua arte? «I miei bambini sono soggetti eterni, protagonisti di un tempo in cui tutto può avvenire. Per rappresentarli ritorno alla mia infanzia e la ritrovo negli occhi dei miei gli».

È sempre soddisfatto di ciò che realizza? «Se è un progetto nito, sì. Se non sono del tutto soddisfatto, mai nessuno lo vedrà».

Il suo video di animazione “La giostra di Nina” è stato premiato al Continental Film Festival di Toronto, ricevendo l’Outstanding Achievement Award: come è nato questo progetto e che emozioni ha provato nel realizzarlo e nel vedersi attribuito un riconoscimento così importante? «Il corto “La giostra di Nina” sta facendo un bel giro nei festival internazionali dopo la prima assoluta alla Festa del cinema avvenuta insieme alla mostra al Maxxi, a Roma. Sto progettando di riportare la giostra (la grande scultura con la musica di Ludovico Einaudi) in uno spazio meraviglioso quest’autunno. È un progetto molto complesso nato anni fa su stimolo di Sky Arte che ha coprodotto il cortometraggio. Sono felice della risposta che sta ottenendo in ogni sua sfaccettatura».

Grazie al suo impegno e ai suoi disegni sono stati raccolti 250 mila euro per il “Covid Hospital” di Verduno in un momento particolarmente dif cile: come è nato questo progetto, perché e che signi cato ha avuto per lei? «Ero a casa (come tutti) e ho partecipato ad alcune operazioni di bene cenza, ma ho pensato che esponendomi in prima linea avrei potuto fare di più. Così ho proposto di regalare una mia opera a chiunque facesse una donazione di almeno 300 euro per la Fondazione Nuovo Ospedale Alba-Bra Onlus. Sono arrivate donazioni non solo dall’Italia, ma anche da Spagna, Germania, Regno Unito, Svizzera, Stati Uniti e Australia e sono stati raccolti oltre 250 mila euro usati per fronteggiare l’emergenza sanitaria. I 768 disegni, che mi hanno tenuto impegnato per l’intera durata del lockdown, realizzati per il progetto “L’abbraccio più forte”, sono stati pubblicati in un ipbook, in libreria per Gallucci editore, con la prefazione poetica di Piero Negri Scaglione».

È stato nominato ambasciatore di Alba nella rete creativa Unesco con la motivazione che «da sempre la sua arte rappresenta in modo eccellente il territorio albese e non solo»: che cosa ha signi cato questo riconoscimento e Alba cosa rappresenta per lei? «Sono orgoglioso di questa nomina perché da sempre sono un “ambasciatore” entusiasta delle nostre ricchezze. Alba è la mia terra, a cui sono legato visceralmente e che mi porto dentro in ogni viaggio. Quando lavoravo a New York, in Giappone o in Sudafrica, appendevo sempre un adesivo nel mio studio con la scritta: “Non dimenticare mai da dove vieni”. In questa frase c’è tutto».

Qual è l’opera che sogna di realizzare? «Quella a cui sto lavorando ora».

Un successo mondiale che dà spazio alla solidarietà

Valerio Berruti è nato ad Alba nel 1977, laureato in critica d’arte al Dams di Torino, vive e lavora a Verduno in una chiesa sconsacrata del XVII secolo. Nel 2004 vince il premio “Celeste” e il premio “Pagine Bianche d’autore” della Regione Piemonte. Nel 2005 viene selezionato dall’International Studio and Curatorial Program di New York. Nel 2006 realizza l’installazione “Se ci fosse la Luna” per palazzo “Bricherasio” di Torino, l’anno successivo riproposta sulla facciata di palazzo “Re Enzo” a Bologna. Dal 2007 ha esposto all’Herzliya Museum of Contemporary Art in Israele, al 48’ October Salon di Belgrado, alla Dena Foundation for Contemporary Art di Parigi, al Museo di Arte Contemporanea di Belgrado, alla Keumsan Gallery di Seoul, al Centre Pompidou di Parigi, alla Galleria Civica di Modena, alla Fondazione Stelline di Milano e al Pola Museum di Tokyo. Nel 2012 ha proposto la personale “Udaka” alla Nirox Foundation di Johannesburg e nel 2013 ha esposto, allo Spazio NonostanteMarras di Milano, l’installazione “Il momento in cui i nostri occhi si incontrano” e, nelle Langhe, la personale “Dove il cielo s’attacca alla collina” con testo di Angela Vettese. A ottobre 2013 è stato allo spazio Helutrans di Singapore, l’anno dopo ha partecipato alla Biennale Italia-Cina a Pechino. Nel 2015 la sua opera “Udaka” è stata esposta nella mostra Holy Mystery, organizzata nella chiesa del Santo Volto di Torino, in occasione dell’ostensione della Sindone. Berruti è stato protagonista su Sky Arte dello speciale “Tra cielo e terra” della serie “Ritratti” a cura di Francesca Priori. Nei mesi di ottobre e di novembre 2018 ha presentato, durante la Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba, “La storia di Nina” a cura di Arturo Galansino nella chiesa di San Domenico. Ha all’attivo il grande complesso monumentale “Frammenti” a Monticello d’Alba che ricopre il muro di contenimento del castello con circa cento bassorilievi in cemento armato e smalto alti 2 metri. A Roma lo scorso mese di ottobre il cortometraggio “La giostra di Nina” è stato presentato in anteprima al Maxxi-Museo nazionale delle arti del XXI secolo, in occasione della Festa del cinema. A marzo l’artista ha lanciato un’iniziativa a sostegno dell’emergenza Coronavirus promettendo di realizzareun disegno (36x21 centimetri, pastelli a olio e smalto su cartoncino) a chiunque offrisse una donazione di almeno 300 euro alla Fondazione Nuovo Ospedale Alba-Bra Onlus.

This article is from: