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Dallo sconforto al progetto vincente

Una realtà industriale in cui convivono più settori produttivi: dal meccano-tessile all’automotive, dall’alimentare alla realizzazione di biciclette a pedalata assistita di alta gamma e vocazione sportiva

Beppe Malò

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La resilienza è un concetto che trova applicazione in campi molto differenti tra loro. In psicologia indica la capacità di far fronte in maniera positiva ad eventi traumatici, di riorganizzare l’esistenza in modo costruttivo di fronte alle dif coltà, di ricostruirsi grazie alla capacità di comprendere le opportunità positive che la vita offre, ma senza alienare la propria identità. Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare ef cacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza raggiungendo mète importanti. Sono aziende resilienti quelle

Bianco, Gruppo Tcn Dallo sconforto al progetto vincente

che, pur in contesto avverso e in una congiuntura minacciosa, hanno la forza di prendere la decisione più dif cile: affrontare la burrasca con coraggio e, contando sulle proprie risorse, impegnarsi per scoprire quale opportunità si nasconde all’interno di un evento critico. Un perfetto esempio di resilienza industriale è quello che “Made In Cuneo” racconta in questo articolo. Dove, insieme al presidente di Tcn Group di Alba, Giuseppe Bernocco, e all’amministratore delegato, Andrea Zanini, cercheremo di spiegare come un grande momento di sconforto abbia fatto da premessa a una scommessa che si va rivelando giusta e vincente. «Tcn», spiegano Bernocco e Zanini, «è una realtà industriale all’interno della quale convivono più settori produttivi: dal meccano tessile all’automotive, dall’alimentare alla realizza-

zione di biciclette a pedalata assistita di alta gamma e vocazione sportiva (ne parliamo in un altro articolo di questo numero, ndr). Siamo quindi un polo produttivo che trova nell’export lo sbocco naturale della produzione. La crisi mondiale correlata alla pandemia ci ha pertanto messi in grande dif coltà a causa dei fermi produttivi e chiusura di impianti. Preso atto della situazione, abbiamo deciso di scommettere sulle nostre carte migliori: la grande esperienza nel settore delle macchine e del meccano tessile in particolare, la nostra capacità di inventare, progettare e realizzare macchine praticamente in “autarchia”. Al nostro interno abbiamo infatti ingegneri meccanici, elettronici, informatici e tecnici in grado di tradurre in “pezzi” i disegni dei progettisti». In fondo, questa l’idea, una mascherina è un prodotto tessile. Ci sono tutte le conoscenze per costruire impianti in grado di produrle, tramite un marchio storico e noto a livello globale come Bianco, da alcuni anni rilanciato proprio da Bernocco e dai suoi collaboratori più stretti. Per la proprietà transitiva della buona volontà e dell’orgoglio di essere imprenditori della Granda tutto questo si chiama “Siamo in grado di fare business”. Se il mercato vuole mascherine... non resta che accontentarlo. Aprile è stato speso per ri ettere e inventare, poi, dal 4 maggio, giorno del rientro in fabbrica, è iniziato il grande lavoro di progettazione, seguito dagli enormi sforzi di produzione che hanno permesso di costruire e assemblare le prime quindici macchine destinate ai mercati italiano ed europeo. Si tratta di macchinari che, partendo dalle bobine di poliestere, possono realizzare sino a 80 pezzi al minuto, da 4 a 5 mila ogni ora. Nei vari punti della catena di realizzazione, la mascherina si forma grazie alla sovrapposizione e saldatura ad ultrasuoni di 3 strati di tessuto e dei laccetti. Un lo rigido, inserito dalla macchina, consente di adattare il foglio alla forma del viso. L’ultimo anello della produzione è la possibilità di imballare singolarmente il prodotto, oppure la raccolta in lotti inscatolati. La bellezza di questa storia sta nel fatto che i cinquant’anni d’esperienza nella costruzione di macchine tessili che la Bianco ha portato in dote al Gruppo Tcn sono stati il ponte tra passato e presente che ha consentito di guardare con più ducia al futuro del Gruppo. Quando Giuseppe Bernocco e i suoi collaboratori hanno ri ettuto sugli interrogativi legati alla capacità, al saper fare, alla nalizzazione del progetto non hanno avuto molti dubbi. «Abbiamo una storia, siamo versatili, la diversi cazione per noi non ha segreti, abbiamo le teste e le mani per misurarci con questa s da. Andiamo avanti con coraggio, ducia e consapevolezza della nostra forza».

Ad Alba in pochi mesi ideate, costruite e assemblate le prime 15 macchine per la produzione di mascherine destinate ai mercati italiano ed europeo

«Aprile è stato speso per ri ettere e inventare, poi dal 4 maggio, giorno del rientro in fabbrica, è iniziato il grande lavoro di progettazione seguito dagli enormi sforzi di produzione»

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