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La speranza è una scelta
L’azienda di Busca non si è mai fermata Granda Zuccheri La speranza è una scelta
Gilberto Manfrin
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«Crediamo fermamente che le aziende siano fatte innanzitutto di persone, che vengono prima di ogni contratto commerciale. Le grandi imprese partono tutte dall’impegno di ogni giorno, dal concreto, dalle piccole cose. Ecco che cosa vogliamo rappresenti la nostra piccola grande Granda Zuccheri. Vogliamo credere ancora nei sogni, che sono il motore delle nostre azioni». È un inno alla speranza e al pensar positivo quello che Fausto Rinaudo, Ad di Granda Zuccheri, operante nel confezionamento e nella vendita all’ingrosso in Italia e all’estero di tutti i tipi di zuccheri ed edulcoranti, ama ripetere a chi gli chiede conto di cosa vuole essere e vorrà diventare la sua piccola grande Granda Zuccheri in futuro. Ma oggi occorre prima di tutto fare i conti col presente e con un “nuovo mondo” trasformato dalla pandemia.
Rinaudo, se dovesse con una parola, o un’affermazione, descrivere il cambiamento epocale in atto, che espressione userebbe? «In pieno lockdown ho comprato su internet un proiettore e l’ho montato sul tetto del magazzino aziendale. Proiettava un’immagine ssa, il nostro Tricolore, con scritto: “La speranza è una scelta”. Ecco, userei questa affermazione. Questo problema che ci è capitato non bisogna aggirarlo, ma occorre affrontarlo con speranza, non scappare dalla realtà, ma viverlo a pieno. Guardiamo avanti e cerchiamo di aiutare le persone che ci sono intorno ad affrontare questa dif coltà. Per quanto dif cile sia, è necessario pensare positivo. È in atto un cambiamento epocale e nel nostro piccolo ognuno è chiamato a fare la propria parte, anche noi imprenditori».
Che accorgimenti ha dovuto porre in atto Granda Zuccheri per continuare a essere operativa durante il lockdown? Oggi com’è cambiato il vostro modo di fare impresa? «Il codice Ateco cui fa riferimento la nostra azienda ci ha permesso di continuare a lavorare. È stato un dovere rimanere aperti nel tempo garantendo la nostra operatività. Ma è stata anche una bella responsabilità che tutti noi, in azienda, abbiamo voluto prenderci. Con le giuste precauzioni: abbiamo allargato i turni per garantire il distanziamento e qui devo fare un plauso a tutti i dipendenti, encomiabili. C’è stato chi ha scelto di lavorare in smart working, chi è venuto in sede nonostante i rischi, chi è stato disposto a rivedere i turni, chi a rinunciare alle ferie. Nei reparti i turni sono stati allungati, gli ingressi negli spogliatoi contingentati, la pausa pranzo dilazionata. Pochi giorni fa, dopo molti mesi, abbiamo avuto la periodica riunione commerciale, nalmente in presenza: è stato bellissimo. D’ora in poi la relazione sica e personale assumerà un valore gigantesco,
ma questo lockdown oltre ad averci insegnato l’importanza del rapporto umano, ci ha fatto capire il valore della giusta scelta. Mi spiego: non servirà sempre e per forza partire e sobbarcarsi centinaia di chilometri in autostrada per andare a rmare un contratto: il nuovo valore che daremo ai rapporti umani ci permetterà anche di farlo comodamente tramite la tecnologia, se impareremo a darci di più gli uni degli altri».
Durante il lockdown avete anche voi aderito alla campagna associativa #limpresacontinua lanciata da Con ndustria Cuneo: che cosa vi muoveva, in quei giorni, ad andare avanti? «Mi è piaciuta tantissimo quell’iniziativa, perché la vedevo allineata con la nostra voglia di dare quel minimo di speranza. Premiava l’Italia che ripartiva, l’impresa che continuava ad andare avanti. Ci siamo detti: “Diamo il messaggio che distribuendo il nostro zucchero alla comunità contribuiamo nel nostro piccolo a portare un po’ di speranza, un po’ di dolcezza. Chi al mattino metterà lo zucchero nel suo caffè lo farà pensando anche un po’ a noi, a Granda Zuccheri”».
Anche da parte vostra non è mancata la solidarietà nel periodo più tragico. Nel dettaglio, avete dato vita a un progetto di forte valenza sociale: ci racconti. «Abbiamo aderito a un progetto della cooperativa sociale Eccomi di Envie, nata all’interno della più nota Comunità Cenacolo, che favorisce il reinserimento nella società di persone provenienti dal mondo delle fragilità. I primi contatti li avevamo allacciati a novembre, poi è arrivata la pandemia. In Eccomi hanno avuto l’intuizione di produrre mascherine a uso medico con un tessuto approvato dall’Istituto Superiore della Sanità, antimicrobico e antigoccia, lavabile no a 15 volte. Granda Zuccheri proprio per le sue evidenti qualità ha adottato queste speciali mascherine come Dpi uf ciali anti Covid-19 e ognuno dei nostri dipendenti ne avrà a disposizione per almeno un anno. Conobbi mesi fa uno dei fondatori, Matteo Corradini, e in seguito iniziammo a fornire lo zucchero necessario alla produzione delle marmellate realizzate dai ragazzi della comunità. Questa volta sono stati loro a rifornirci di mascherine. Abbiamo fatto rete, insomma. Il segreto per il futuro è questo: dobbiamo imparare a comunicare meglio e a darci di più dell’altro se non vogliamo perdere quote di mercato, perché il nuovo mondo che c’è li fuori non è più lo stesso di prima».
«Il problema che ci è capitato non bisogna aggirarlo, ma occorre affrontarlo con speranza, senza il mondo che c’è lì fuori è cambiato»


Nel fotino in alto, l’Ad Fausto Rinaudo. Sotto: in alto confezioni di zucchero pronte per essere poste in commercio; in basso: un magazzino all’interno della Granda Zuccheri. A destra: il tricolore proiettato sul tetto del magazzino aziendale durante il lockdown

