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Selvatici senza lockdown e la politica non interviene
CONFAGRICOLTURA HA SCRITTO A REGIONE E PROVINCIA DI CUNEO TORNANDO A CHIEDERE INTERVENTI URGENTI
di Fabio Rubero
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In queste difficili settimane di emergenza sanitaria, il lavoro di numerose aziende agricole è reso ancora più complicato dai danni causati da una fauna selvatica per la quale non esistono evidentemente lockdown e quarantena che tengano. E i danni alle coltivazioni in tutta la provincia di Cuneo sono ingentissimi. Affinchè l’attenzione sul tema resti alta e si lavori all’individuazione ed alla messa in pratica delle adeguate soluzioni, il pre sidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, Enrico Allasia, si è rivolto alle istituzioni con due diverse lettere. In una prima missiva re capitata alla Regione ha ricordato come l’articolo 36 della Legge Regionale n. 19/2009 chiarisca che, a fronte dei danni arrecati dalla fauna protetta, com pete un diritto soggettivo al risarcimento integrale del danno. Ma non solo. Confagricoltura, sotto lineando il momento di estrema difficoltà che sta attraversando un settore a più riprese definito essen ziale sia dal governatore Cirio, sia dal presidente Conte, ha evidenziato come l’Unione Europea abbia portato da 20 a l00 mila euro il limite massi mo dei cosiddetti “aiuti di stato” all’agricoltura, invitando la Regione a prodigarsi affinché anche le aziende italiane possano immediatamente giovare di tale beneficio, in relazione ai danni subìti ad opera degli animali selvatici. Alla Regione è stata inoltre chiesta la possibilità, per gli agricoltori danneggiati dal forte incremento degli attacchi di selvatici, di au tocertificare i danni subiti. Dal canto suo, Palazzo La scaris, anche considerate le difficoltà degli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia) ha in vitato le aziende a disporre in tempo utile le perizie e precisando che è sempre indispensabile la denuncia di danno e che viene sug gerito di predisporre materiale fotografico dei luoghi e dei danni subiti. Nella seconda lettera destinata alla Provincia, invece, sono stati segnalati i danni alle colture causati da branchi di cinghiali in diverse zone della Granda. Nella medesima lettera Confagricoltura Cuneo si è fatta portavoce delle istan ze di numerose aziende, richiedendo l’intervento del personale provinciale addetto per il controllo e l’abbattimento di urgenza degli ungulati e, laddove possibile, di procedere agli abbattimenti diretti come previsto dal piano di con trollo della specie cinghiale 2019/2023. “È paradossale – com menta il presidente Allasia – che ancora una volta si debba intervenire su una questione divenuta ormai cronica. Un problema che, tra l’altro, non riguarda soltanto l’agricoltura, ma in generale l’incolumità dell’intera popolazione, che ci trasciniamo da anni e che fa sorgere il dubbio che, tempi tecnici a parte, non si voglia intervenire, magari per il timore di scontentare qualcuno. Problematiche che hanno ampie sfaccettature: si parla spesso del cinghiale, dimenticando che anche il capriolo causa pesanti danni. Politica e pubblica amministrazione si assu mano le proprie responsabilità e prendano decisioni su una questione che in tutta la provincia è di vitale importanza. Si decida una volta per tutte se va o me no tutelato (anche a costo di qualche capo abbattuto in più) un settore che, anche in questo difficile momento, ha dimostrato la sua virtuosità garantendo il sostentamento della popolazione, nel rispetto delle norme igienico-sa nitarie come dimostra il bassissimo numero di con tagi da coronavirus al suo interno”. “Non è più rimandabi le – aggiunge Adriano Rosso, responsabile Con fagricoltura zona Cuneo – l’affiancamento agli addetti alla vigilanza di personale che possa intervenire con assoluta tempestività nelle zone in cui è vietata l’atti vità venatoria, ovvero laddove, per l’incolumità di cui godono, i selvatici arrecano gravi danni per il cui rimbor so, a causa di un rimpallo di competenze tra enti, le aziende si trovano a dovere attendere anche anni”.
L'INTERVENTO
Faletti: “Ci sentiamo impotenti di fronte a danni continui”
“Già in una situazione di ‘normalità’ i danni causati dagli animali selvatici sono un’autentica piaga con cui conviviamo da anni. Una situazione che il lockdown ha di fatto ancor più acuito ed esasperato in conseguenza della maggiore libertà di movimento e spostamento degli animali che non avendo trovato persone in giro si sentono ovviamente più liberi di spostarsi”. È l’allarme lanciato da Andrea Faletti, agricoltore di Somano e consigliere di Confagricoltura Mondovì. “Praticamente ogni giorno - prosegue Faletti - ancor prima di giungere ai nostri terreni sappiamo che troveremo le nostre col ture danneggiate. Una situazione avvilente a causa di un perenne senso di impotenza con il quale siamo costretti a convivere visto che ci troviamo costretti a dovere assistere quotidianamente alla “distruzione” di ciò che faticosamente cerchiamo di portare avanti con il nostro lavoro quotidiano”. Faletti è deluso dal fatto che gli appelli ripetutamente lanciati sembrano cadere nel vuoto così come le sue reiterate segnalazioni agli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia) competenti: “Quando lo scorso anno ho proposto al tecnico faunistico di competenza di provvedere ad effettuare il numero concordato di abbattimento dei capi, mi sono sentito rispondere che dai monitoraggi effet tuati nelle zone prese a campione relativamente al popolamento dei selvatici risultava esserci stata una decrescita numerica e che dunque occorreva provvedere ad un ripopolamento”. I danni sono di diverso tipo e, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non riguardano solamente alcune colture: “I caprioli, ad esempio, fanno danni nei campi di mais, così come nei noccioleti e nelle vigne. Insomma, è un problema che deve trovare al più presto una soluzione poiché riguarda trasversalmente il comparto agricolo”.