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Urgono strumenti più snelli per le imminenti raccolte
di Fabio Rubero
Sembra davvero non dover conoscere pace il mondo dell’ortofrutticoltura cuneese. Se lo scorso anno è stato principalmente contraddistinto da una perdurante situazione di difficoltà di aziende costrette a pagare a caro prezzo gli annosi problemi strutturali e letteralmente “strozzate” da un mercato in cui imperversa il gioco al ribasso, quest’anno l’emergenza sanitaria, tuttora in corso, comporta l’impossibilità di poter usufruire della grande platea di lavoratori stagionali che rappresenta un ambito dal quale le aziende abitualmente attingono per adempiere alle necessità del momento. Dal canto suo Confagricoltura Cuneo ha immediatamente messo a disposizione di aziende ed aspiranti lavoratori la sua piattaforma “AgriJob” e, attraverso il presidente provinciale della sezione Ortofrutta Claudio Sacchetto, lancia un appello affinchè sia più ampio possibile l’insieme da cui attingere lavoratori per le imminenti campagne di frutta e verdura. “Ben venga l’apertura a chi percepisce il reddito di cittadinanza, che però nella nostra provincia non rappresenta una fetta così importante della popolazione. Una vera e propria svolta sarebbe la possibilità di utilizzare i voucher attraverso i quali far lavorare, ad esempio, le tante persone che le aziende sono state costrette a mettere momentaneamente in cassa integrazione. Si tratterebbe solamente di “spostare” la manodopera laddove ce n’è bisogno. Finite le campagne e ritornati in una situazione di quasi normalità, i lavoratori potrebbero tranquillamente tornare nelle loro aziende a svolgere ciò che fanno abitualmente”.
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I consumi tengono, ma i prezzi?
In questa difficilissima situazione la voce dei consumi indica al momento una sostanziale tenuta. “I consumi per il momento sono stabili o leggermente in rialzo – aggiunge Sacchetto – con le mele che stanno via via lasciando spazio alle varie primizie. Il futuro è tuttavia incerto, per via delle tante incognite che incombono sul settore”. Tra queste di certo i prezzi di mercato. “Le non eque quotazioni dei prodotti continuano ad essere uno dei problemi principali per il settore, purtroppo, ma fino a quando non si interviene a livello comunitario per correggere le storture presenti nelle varie filiere questa situazione non si risolverà. Purtroppo quando si ha un prodotto deperibile e dunque da dover vendere, generalmente, in poco tempo non si ha mai il ‘coltello dalla parte del manico’ e ci si deve gioco forza adeguare alle dinamiche del mercato che di certo non favoriscono gli agricoltori”. Per quanto concerne poi l’operatività generale del comparto in tempo di coronavirus, Sacchetto aggiunge. “Le nostre aziende, come tutte quelle del settore primario, hanno sempre lavorato rispettando le normative igienico-sanitarie di riferimento e continueranno a farlo. Si sono adeguate alle nuove disposizioni facendo sì che i propri addetti utilizzino i dispositivi di protezione individuale necessari e che mantengano le adeguate distanze di sicurezza affinchè sia tutelata la salute di ogni singolo lavoratore. Tutto ciò, però, rappresenta inevitabilmente un’ulteriore voce di costo che va ad aggiungersi alle tante altre che devono sostenere e dunque finisce per acuire ancor di più le ormai croniche difficoltà del settore”. La provincia di Cuneo, lo ricordiamo, detiene il primato del comparto frutticolo piemontese ed è ai primi posti in Italia in virtù dei suoi oltre 380 milioni di fatturato, i suoi 12.000 ettari e le sue oltre 4.500 aziende concentrate soprattutto nell’area del Saluzzese.