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ISTITUTO TECNICO SUPERIORE Nuove tecnologie per il made in Italy Sistema meccanica Ottobre 2010


LA DIMENSIONE DEL SETTORE AUTOMOTIVE

LA FILIERA AUTOMOTIVE Abruzzo

E’ costituita da gruppo di imprese globalizzate, sia GI che PMI, operanti nel comparto dell’ automotive e della meccanica che comprende, oltre all’industria dell’auto, la subfornitura, la componentistica, l’engineering. In termini economici il Sistema delle Imprese automotive occupa circa 30.000 addetti di cui 25.000 in provincia di Chieti, Il fatturato è di 7 e 8 miliardi di euro pari al 20% del settore manifatturiero; oltre il 48% è destinato all’export.

Automotive

Sevel-Fiat, Honda-CISI, Denso, Pilkington, Dayco, Honeywell, Pierburg, Tyco, Tecnomatic, IMM, Gruppo OMA, Merker, Walter Tosto ecc.


LA PROVINCIA DI CHIETI Esempi di eccellenza

Polo europeo produzione due ruote

CISI (Consorzio Subfornitura Italia)

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Imprese

include 18 aziende, 920 dipendenti, un fatturato di 150 milioni di euro e gestisce rapporti di fornitura con i pi첫 importanti marchi nazionali ed internazionali


LA PROVINCIA DI CHIETI Esempi di eccellenza

Polo europeo produzione veicoli commerciali e professionali, leggeri e trasporto persone e cose

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GLI SCENARI:ALCUNE PREVISIONI •

In questi ultimi anni le Grandi Imprese hanno incrementato consistentemente la proiezione internazionale degli stabilimenti localizzati in Abruzzo con ripercussioni positive sul fatturato e sull’occupazione;

Con la globalizzazione ed il ridursi della durata del ciclo di vita dei prodotti, aumenta l’esposizione alla competizione di altri territori

Esiste il rischio concreto di delocalizzazione per problemi legati alla produttività

gli stabilimenti abruzzesi non hanno, generalmente, sezioni di ricerca e sviluppo anche per la mancanza oggettiva di infrastrutture e competenze scientifiche locali adeguate.

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GLI SCENARI: ALCUNE PREVISIONI

Industria: Alla ripresa sarà determinante il livello di competitività poichè l’eccesso di capacità produttiva rispetto alla domanda provocherà la chiusura di diversi impianti. 9 Per i prodotti finiti, fortemente globalizzati, la competizione sarà dura e sopravviveranno solo i sistemi efficienti che vedono una integrazione strategica tra Grandi Imprese e PMI nella logica di filiera. 9 Per i componenti la competizione sarà ancora più difficile e il territorio diventa indispensabile per garantire le condizioni di contesto capaci di incrementare la competitività.


GLI SCENARI, I FABBISOGNI E LE NECESSITÀ NEL CAMPO DELL’INNOVAZIONE

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Collegate direttamente alle grandi imprese automotive ci sono diverse Piccole e Medie Imprese che costituiscono una filiera molto integrata e interdipendente; tale fenomeno è molto consistente e ha consentito di coinvolgere molte aziende locali nei processi di produzione con una consistente ricaduta territoriale. Le PMI sono, però, di ridotta dimensione e non hanno risorse umane e infrastrutturali per affrontare, singolarmente, studi, sperimentazioni, indagini, progetti prototipali e così via (d’altro canto ci sono masse critiche al di sotto delle quali la R&S non ha ragione di esistere). L’alto livello di complessità tecnologica e produttiva richiesta pongono importanti interrogativi alle PMI della filiera manifatturiera abruzzese. E’ indispensabile una fase di intensa riorganizzazione, che si manifesta su una pluralità di fronti quali le metodologie di organizzazione del processo produttivo e soprattutto le modalità di collaborazione integrata all’interno della filiera tra fruitori e fornitori nell’ottica della competitività e qualità. 8


INDICATORE INNOVAZIONE • • • • •

Il posizionamento dell’Abruzzo risulta al di sopra delle regioni meridionali ma esiste ancora un gap più o meno rilevante rispetto ai livelli registrati nel resto d’Italia ed a livello europeo l’indice RNSII (Regional National Summary Innovation Index), che fornisce una misura delle performance innovative di una regione, fa registrare per l’Abruzzo un valore di poco superiore a 0,3, contro lo 0,6 delle regioni più avanzate (Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna); l’occupazione nei servizi high-tech presenti in Abruzzo (2% dell’occupazione totale) fa registrare un netto divario della regione rispetto alla media nazionale ed europea (intorno ed oltre il 3%), nonostante la presenza di un forte tessuto manifatturiero, principale cliente di quei servizi; l’incidenza della spesa privata per ricerca e sviluppo sul PIL è in Abruzzo, come del resto in Italia, nettamente al di sotto della media europea (0,5% contro 1,3%), Il Por-Fesr evidenzia che il dualismo di GI e PMI che caratterizza la struttura produttiva regionale non favorisce, in generale, la diffusione delle innovazioni.

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STATO DELL’ARTE Opportunità: sicurezza e ambiente, Ricerca di maggiore competitività attraverso: ORIGINALE

- la trasformazione dei vincoli ambientali in leve di competitività, soprattutto in vista di un prossimo inseverimento della normativa anche nei paesi emergenti, a causa dei crescenti costi dell’energia e dei problemi locali e globali di inquinamento;

IMITAZIONE

Le produzioni e tecnologie a minore valore aggiunto e maggior lavoro manuale migrano verso i paesi emergenti.

- la riduzione dei tempi e dei costi di sviluppo dei nuovi prodotti; -la riorganizzazione dei processi aziendali per aumentarne l’efficienza (es. creazione di una filiera omogenea (eccellenza nell’ integrazione prodotto/processo). Comunicare questo valore è indispensabile per mantenere l’attrattiva del territorio.

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STATO DELL’ARTE Approccio Integrato Per mantenere la leadership è necessario rafforzare la capacità del sistema Paese di sviluppare prodotti e componenti più competitivi e a basso impatto ambientale

L’innovazione aumenta il valore dei prodotti Il passaggio alla produzione di prodotti a più alto valore aggiunto

.

Le nuove tecnologie ed i nuovi materiali offrono la possibilità di spingere l’innovazione del prodotto e del processo e dei metodi di sviluppo Molte innovazioni richiedono più tecnologie e più attori del cambiamento

L’uso della qualità dei prodotti come fattore distintivo.

Gli attori che concorrono a determinare l’efficacia di una innovazione devono condividere obiettivi e scopi (tempi coerenti, riconoscimento reciproco dei ruoli, vision comune) L’aumento ide valore e della produttività creando sistemi integrati di cooperazione e business deve servire a contrastare la “migrazione” delle opportunità. Innovare diventa fondamentale, così come diffondere i risultati ottenuti dai nuovi processi attivati.


STATO DELL’ARTE Capacità di innovazione

Il Design Process struttura il percorso creativo in fasi distinte: •dalla definizione della strategia, •all'analisi degli scenari di consumo e alla sperimentazione di concept, •per arrivare allo sviluppo prodotto e al suo aggiornamento nel tempo. La capacità di innovare rappresenta la sfida

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PROGRAMMA FILIERA AUTOMOTIVE Mission Obiettivo generale: sviluppare un sistema automotive relativo ai veicoli commerciali e professionali leggeri (due/quattro ruote trasporto persone e merci), capace di rafforzare e consolidare la filiera per migliorare la competitività e per favorire il radicamento delle grandi imprese fortemente internazionalizzate in termini di: - innovazione di prodotto; - innovazione di sistema

DISSEMINAZIONE

-flessibilità di prodotto e dei relativi processi di fabbricazione; - qualità dei prodotti Il programma si propone di incrementare le competenze e migliorare la diffusione delle conoscenze nell’automotive e nel metalmeccanico per sostenere lo sviluppo integrando la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative, la formazione e la cultura di impresa; favorendo l’interazione tra gli attori della filiera produttiva e la sinergia tra differenti settori industriali.


LABORATORI SPECIALISTICI

SALE EXPO E AREA TESTING

OBIETTIVI Obiettivi

FORMAZIONE INCUBATORE SPIN-OFF

PROGRAMMA INNOVAZIONE

Ricerca e sviluppo Adeguamento e sviluppo del capitale umano Spin-off Esposizioni-Test

CAMPUS AUTOMOTIVE Rappresenta l’infrastruttura tecnologica pubblica dove si realizzano molte attività previste nel programma o in altri programmi nazionali e comunitari (ricerca e sviluppo sperimentale, ecc.)

Sviluppo filiera IMPRESE AUTOMOTIVE IN FORMA ASSOCIATA e Altre imprese singole e Associazioni (organizzazione e concentrazione della domanda di ricerca e produzione di servizi avanzati e qualificati) 14 POLO INNOVAZIONE (IAM Soc. Cons a r.l.)

Le attività del programma mirano a diffondere la cultura della ricerca e dell’innovazione a tutti i livelli della filiera produttiva, traducendosi in un sistema di disseminazione. I risultati delle attività programmate e realizzate devono essere rese note per innescare processi innovativi all’esterno, per coinvolgere i cittadini e diffondere la cultura dell’innovazione anche in altri comparti


y SOCIETÀ CONSORTILE A RESPONSABILITA’ LIMITATA y “Innovazione Automotive e Metalmeccanica” La Società è una struttura senza scopo di lucro, che ha per obiettivo: y il rafforzamento ed il consolidamento della filiera delle imprese; y essa curerà l’organizzazione, l’implementazione e la gestione di progetti miranti al rafforzamento e/o completamento di reti di impresa anche tramite contributi pubblici Può rappresentare il Soggetto gestore del POLO INNOVAZIONE AUTOMOTIVE • • • •

72 imprese automotive tra cui FIAT, HONDA e CISI, Denso, Pilkington, Università dell’Aquila e Chieti-Pescara, e Centri Ricerche Provincia di Chieti Associazioni di imprenditori

Il Cda ha approvato l’ingresso di altri soci.


PROGRAMMA SISTEMA AUTOMOTIVE ITALIA INFOMOBILITA’ INFOMOBILITA’&&SICUREZZA SICUREZZA Qualificazione Qualificazione domanda domandapubblica pubblica

ERGONOMIA ERGONOMIA&&DESIGN DESIGN MANIFACTURING MANIFACTURING

Sviluppo SviluppoFiliere FiliereComponentistica Componentistica

PROGETTO PROGETTO“DOPPIO “DOPPIOZERO” ZERO” VEICOLI VEICOLIELETTRICI ELETTRICI

Realizzazione Realizzazione Prototipi Prototipiininlarga largascala scala eesperimentazione nuove modalità sperimentazione nuove modalitàdidi trasporto trasporto

MECCATRONICA MECCATRONICAAUTOMOTIVE AUTOMOTIVE Sviluppo SviluppoFiliere FiliereMeccatronica Meccatronica

VEICOLI VEICOLICOMMERCIALI COMMERCIALI&& PROFESSIONALI PROFESSIONALILEGGERI LEGGERI Infrastrutture Infrastrutture CAMPUS CAMPUSINNOVAZIONE INNOVAZIONE AUTOMOTIVE AUTOMOTIVE


prof. Dragoni Fondazione Politecnico di Milano

L’innovazione L’innovazione è l’insieme delle attività scientifiche, tecnologiche,industriali, organizzative, finanziarie e commerciali che sfociano nell’introduzione di un prodotto nuovo e/o di un nuovo processo di produzione. L’innovazione non è un aspetto dell’impresa, riconducibile appena alla ricerca e sviluppo o alle nuove tecnologie. È una dimensione che riguarda ogni area dell’impresa e la natura stessa dell’impresa: creatività, rischio, conoscenza, fiducia, complessità, ecc. Esistono tre tipologie di innovazione: • le innovazioni tecnologiche incrementali, dovute a piccoli miglioramenti delle prestazioni di prodotto determinati da una evoluzione delle competenze e delle conoscenze tecnologiche dell’impresa, ovvero da una crescita organica delle capacità dell’azienda; • le innovazioni tecnologiche discontinue, consistono invece in «salti» nelle prestazioni dei prodotti e dei processi, determinati da una disgregazione, e da una successiva ricostruzione, delle competenze e delle conoscenze tecnologiche dell’impresa, ovvero da un cambiamento delle capacità dell’azienda di tipo rivoluzionario. • le innovazioni tecnologiche radicali, che possono invece essere ricondotte a «salti» nelle prestazioni di prodotti e di processi, determinati da una evoluzione delle competenze e delle conoscenze tecnologiche dell’impresa, ovvero da una crescita delle capacità che si innesta in maniera organica sul patrimonio di risorse dell’azienda.


prof. Dragoni Fondazione Politecnico di Milano

Il capitale umano Il successo aziendale non verta più sulla produzione, sul capitale finanziario o sulla proprietà, ma sui cosiddetti «valori intangibili», quali la conoscenza derivante dai rapporti con i partner, la clientela, i fornitori e i centri di ricerca. «Il capitale fisso oggi necessario per creare ricchezza non è né la terra né il lavoro fisico né le macchine utensili né gli stabilimenti: è un capitale fatto di conoscenza » (Rifkin). Le risorse intangibili sono presenti da sempre all’interno delle attività produttive, ma l’importanza che queste hanno acquisito nel corso degli ultimi anni è riconducibile principalmente alla convergenza di due forze dominanti: i radicali cambiamenti strutturali delle imprese e le profonde innovazioni informatiche e tecnologiche. Il fatto nuovo di questi anni è la centralità della conoscenza non solo per lo sviluppo, ma anche per la capacità di sopravvivenza di molte imprese. Per far fronte a queste necessità, esistono sistemi organizzati di knowledge management che sono diffusi nelle grandi aziende, dove sono più facili l’attivazione di nuovi meccanismi organizzativi, la ristrutturazione dei processi aziendali, i meccanismi di incentivazione e la formazione delle persone che devono rendere disponibile e utilizzare la conoscenza. Oggi è però importante diffondere questa conoscenza anche a livello di PMI. 18


prof. Dragoni Fondazione Politecnico di Milano

Il capitale umano e l’innovazione nella PMI II capitale umano è infatti l’asset fondamentale dell’innovazione. Questo concetto può sembrare astratto, ma l’apprendimento sta alla base della capacità che il sistema ha di continuare a innovare nel futuro. L’apprendimento, infatti, consiste nella capacità di far proprie le informazioni che la ragione assume dalla realtà e di coglierne le connessioni. Questo aspetto, insieme alla disponibilità e all’apertura a voler confrontarsi e a mettersi in gioco, consente di sviluppare idee innovative. Per apprendere occorre conoscere lo sviluppo di nuovi materiali, lo sviluppo delle tecnologie, osservare la propria impresa, le altre imprese della stessa filiera e il sistema economico in generale, le dinamiche sociali, e ascoltare i propri dipendenti, i propri clienti e i propri fornitori, oltre a interfacciarsi con università e centri di ricerca. Tra gli ingredienti dell’innovazione tecnologica gioca sicuramente un ruolo fondamentale la conoscenza tecnologica, ed è altresì vero che si può fare innovazione tecnologica radicale senza un laboratorio di Ricerca e Sviluppo.


prof. Dragoni Fondazione Politecnico di Milano

Il capitale umano e l’innovazione nella PMI Esistono infatti svariati modi per integrare l’innovazione tecnologica radicale nelle attività correnti dell’impresa. Si può ipotizzare infatti la possibilità per la PMI, oltre che di usufruire dei vari strumenti (fondi regionali, nazionali, comunitari, ecc.) per agevolare il trasferimento tecnologico, di utilizzare on demand le competenze e le strutture dei centri di conoscenza. Le imprese possono fare innovazione senza necessariamente dotarsi di un enorme reparto di ricerca, ma piuttosto interagendo con chi la ricerca la fa. Un ultimo elemento non può essere ignorato da una PMI che vuole innovare, ed è quello di vincere la sua storica diffidenza ad aprirsi a forme di collaborazioni e fare «rete» creando cluster di imprese operanti in determinati campi che competono ma al tempo stesso collaborano. In tutto questo il sistema della conoscenza svolge un ruolo fondamentale. La qualità del sistema scolastico e la sua capacità di interlacciarsi con il sistema produttivo sono fattori chiave. L’Istituto Tecnico Superiore (ITS) può essere uno dei modelli concreti per il trasferimento delle competenze tecnologiche


prof. Dragoni Fondazione Politecnico di Milano

Le competenze per il trasferimento tecnologico Le conoscenze e capacità dovranno aiutare i giovani ad acquisire una «sensibilità tecnica» che non investe solo il fare quotidiano ma anche gli sviluppi futuri, l’innovazione e le opportunità di nuove applicazioni. I know-how tecnici devono perciò essere accompagnati anche da capacità di ricognizione, elaborazione e rielaborazione dei concetti e delle informazioni, da applicare ai contesti specifici, attuali e potenziali. Inoltre, vale la pena ricordare che questi giovani dovranno in varia misura essere in grado di interloquire con svariate figure lungo la catena del valore, anche in contesti internazionali, e saranno spesso impiegati in ruoli di gestione e interfaccia in contesti di lavoro «terziarizzati». L’Istituto Tecnico Superiore (ITS) un modello concreto per il trasferimento delle competenze tecnologiche. Per realizzare reali programmi di collaborazione tra scuola, impresa e ricerca scientifica, occorre che ci sia una comune volontà e una comune visione. Occorre creare delle vere alleanze che possano mantenersi nel tempo e arricchirsi progressivamente, generando così loop virtuosi tra giovani diplomati assunti, giovani studenti, insegnanti, ricercatori, ecc..


prof. Dragoni Fondazione Politecnico di Milano

Alcune considerazioni L’elemento chiave per il successo dell’iniziativa è ancora una volta il fattore umano, capacità e le motivazioni che le persone delle due parti mettono nello sviluppo dei vari progetti, e una gestione che sia fortemente orientata a ricoprire un forte ruolo istituzionale. Il rapporto Università-Impresa non è adottato dalle istituzioni in termini sistemici Questa lunga e approfondita esperienza ha fatto nascere la convinzione che in questa relazione, per avere successo, non si possa prescindere da un rapporto strutturato. Infatti, questo scenario è contraddistinto in misura maggiore da individualismi, da scarsa capacità e da mancanza di visione che i singoli hanno nello sviluppare le iniziative. Per provare a istituzionalizzare il sistema è necessario identificare gli attori che dovranno operare e i meccanismi di finanziamento continuo a supporto. Il fatto che con gli ITS si debba costituire un nuovo soggetto giuridico è sicuramente un fatto importante; in qualche misura mette in gioco i soggetti e li obbliga a confrontarsi non più sulla singola iniziativa, ma su un progetto di lungo periodo. Gli ITS in correlazione con le Università potrebbero essere di stimolo anche alla creazione di nuova imprenditorialità, dando respiro a potenziali iniziative che dovessero nascere in ambito laboratoriale


GLI ISTITUTI TECNICI SUPERIORI (ITS) Obiettivi • assicurare, con continuità, l’offerta di tecnici superiori a livello post-secondario in relazione a figure di tecnico superiore che rispondano alla domanda proveniente dal mondo del lavoro pubblico e privato in relazione alle aree strategiche per lo sviluppo economico del Paese; • sostenere l’integrazione tra i sistemi di istruzione, formazione e lavoro, con particolare riferimento ai poli tecnico-professionali di cui all’articolo 13, comma 2, della legge n. 40/07, per diffondere la cultura tecnica e scientifica; • sostenere le misure per l’innovazione e il trasferimento tecnologico alle piccole e medie imprese; • diffondere la cultura tecnica e scientifica e promuovere l’orientamento dei giovani e delle loro famiglie verso le professioni tecniche; • stabilire organici rapporti con i fondi interprofessionali per la formazione continua dei lavoratori, nel rispetto delle competenze delle parti sociali in materia 23


GLI ISTITUTI TECNICI SUPERIORI (ITS) ¾ realizzano percorsi per far conseguire a giovani e adulti un diploma di specializzazione tecnica superiore riferito alle seguenti aree tecnologiche, considerate prioritarie dagli indirizzi nazionali di programmazione economica, con riferimento al quadro strategico dell’Ue: efficienza energetica mobilità sostenibile nuove tecnologie della vita nuove tecnologie per il made in Italy tecnologie innovative per i beni e le attività culturali tecnologie dell’informazione e della comunicazione; ¾ gli ITS concorrono alla diffusione della cultura tecnica e scientifica e al raggiungimento degli obiettivi della riorganizzazione del sistema;

¾ gli ITS possono essere costituiti solo se previsti dai piani territoriali di intervento deliberati dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano nell’esercizio della loro esclusiva competenza in materia di programmazione dell’offerta formativa. 24


Tipologia di attività (allegato a) del DPCM) •

• • • • •

ricognizione dei fabbisogni formativi per lo sviluppo, a partire dalle esigenze di innovazione scientifica, tecnologica ed organizzativa (fabbisogni di innovazione) delle imprese realmente attive sul territorio, con particolare riferimento alle Piccole e Medie Imprese e alle sedi della ricerca; progettazione e realizzazione di percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore relativi alle figure di tecnico superiore di riferimento a livello nazionale; l’accompagnamento al lavoro dei giovani specializzati a conclusione dei percorsi; la realizzazione di attività di aggiornamento destinate al personale docente di discipline scientifiche e tecnico-professionali della scuola e della formazione professionale, oltre a quelle relative alla formazione dei formatori impegnati nella realizzazione dei percorsi; l’orientamento dei giovani verso le professioni tecniche, anche con il coinvolgimento delle loro famiglie; ogni altra attività che risponda alle linee guida della programmazione regionale riferita alla specializzazione tecnica superiore. 25


GLI ITS ¾ operano sulla base di piani triennali; ¾ sono configurati secondo lo standard organizzativo della fondazione di partecipazione; ¾ trovano il loro ente di riferimento nell’istituto tecnico o professionale che ne promuove la costituzione in fondazione di partecipazione, ferma restando la distinta ed autonoma soggettività giuridica degli istituti tecnici superiori; ¾ acquistano la personalità giuridica mediante iscrizione nel registro delle persone giuridiche istituito presso la prefettura, a norma del Decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 2000, n. 361, articolo 1; ¾ le candidature per la costituzione dell’ITS sono presentate alle Regioni, che li prevedono nei loro piani territoriali, dagli istituti tecnici e professionali in partenariato con un Ente locale, una struttura formativa accreditata per l’alta formazione, un’impresa del settore di riferimento, un dipartimento universitario o altro organismo appartenente al sistema della ricerca scientifica e tecnologica.


ITS COME FONDAZIONE DI PARTECIPAZIONE: I MOTIVI DELLA SCELTA La fondazione di partecipazione è un istituto giuridico che costituisce il nuovo modello italiano di gestione pubblico-privata di iniziative no-profit. I soggetti che aderiscono alla fondazione devono apportare denaro, beni materiali o immateriali, professionalità o servizi. È un’opportunità per valorizzare il ruolo e il patrimonio degli istituti tecnici e professionali e degli Enti locali, nonché per integrare stabilmente le risorse messe a disposizione dal mondo del lavoro e da altri soggetti pubblici e privati. È uno strumento flessibile e articolato, già utilizzato in altri ambiti di interesse generale e di utilità sociale per iniziative senza fini di lucro, che coniuga l’elemento patrimoniale della fondazione con l’elemento personale dell’associazione, agevola l’integrazione delle risorse garantendo il riconoscimento del valore delle diverse identità e dell’autonomia dei soggetti che vi partecipano. Vi sono anche interessanti esperienze realizzate da istituzioni scolastiche.


COSTITUZIONE ITS

Data la dimensione del settore automotive e le iniziative già intraprese la Regione Abruzzo ha programmato la sperimentazione di un ITS su Nuove Tecnologie Made in Italy sistema meccanica; E’ stata costituita una Fondazione di partecipazione con i seguenti soci: ente di riferimento: istituti di istruzione secondaria superiore, che in relazione all’articolo 13 della legge n. 40/2007 appartenenti all’ordine tecnico o professionale; Enti locali ( Provincia di Chieti, Comune di Lanciano, ecc.); Srutture formative accreditate per l’alta formazione, ubicata nella provincia sede della fondazione (CNOS-FAP e ENFAP); Consorzio di imprese del settore produttivo cui si riferisce l’istituto tecnico superiore (IAM); Un dipartimento universitario DIMEG Aquila. Altri Enti (CCIAA di Chieti,Soc. Cons. Sangro-Aventino, Consorzio Universitario Lanciano, ecc.)


GLI ORGANI DELLA FONDAZIONE

il consiglio di indirizzo;

la giunta esecutiva, di cui sono membri di diritto: il dirigente scolastico dell’istituto tecnico o professionale fondatore e il rappresentante dell’Ente locale fondatore;

il presidente;

il comitato tecnico-scientifico;

l’assemblea di partecipazione;

il revisore dei conti.

Il controllo sulla fondazione è esercitato dal Prefetto a norma del Codice civile.


LE FIGURE NAZIONALI DI RIFERIMENTO L’IMPIANTO DEGLI ORDINAMENTI ITS Le figure nazionali dei percorsi ITS si riferiscono a ciascuna area tecnologica prevista all’articolo 7, comma 1, del d.P.C.M. 25 gennaio 2008 e sono connotate da un profilo culturale e professionale comune e da competenze: generali di base (linguistiche, scientifiche e tecnologiche, giuridiche ed economiche, organizzative, comunicative e relazionali); tecnico-professionali articolate, in relazione a ciascuna delle aree tecnologiche, in: – tecnico-professionali di area, comuni a tutte le figure di ciascuna area tecnologica; – tecnico-professionali di ambito, in relazione a ciascun ambito di specializzazione in cui si articola l’area tecnologica; – tecnico-professionali specifiche connesse alle applicazioni tecnologiche richieste dal mondo del lavoro e dal territorio, per rispondere a situazioni e contesti differenziati.


IL PROFILO DEI PERCORSI ITS Solida cultura tecnica e tecnologica • I nuovi ordinamenti degli istituti tecnici del settore tecnologico costituiscono il principale riferimento per la definizione degli ordinamenti dei percorsi ITS. Specializzazione tecnica approfondita e mirata nelle aree tecnologiche di “Industria 2015” • Ai fini dell’accesso ai percorsi, gli studenti devono possedere, oltre a un diploma coerente con la figura ITS di riferimento, anche le competenze essenziali per apprendere in contesti applicativi. • I percorsi ITS si sviluppano nei laboratori e nel corso dei tirocini, realizzati anche all’estero Visione “glocale” dell’ innovazione • I percorsi ITS devono formare tecnici superiori con una visione di sistema del contesto tecnico e tecnologico in cui operano, in grado di offrire un contributo innovativo per valorizzare le vocazioni del territorio e competere in differenti contesti internazionali, anche nell’ambito di processi lavorativi delocalizzati.


MODALITÀ DI ACCESSO AI PERCORSI I giovani e gli adulti accedono ai percorsi ITS con il diploma di istruzione secondaria superiore (articolo 7, comma 3, del d.P.C.M. 25 gennaio 2008) Come? • in relazione al numero di posti messi a disposizione da ciascun ITS, con riferimento al numero dei percorsi finanziati e alla effettiva disponibilità di posti di tirocinio per la durata minima obbligatoria (almeno il 30%). Ulteriori criteri possono essere determinati dal consiglio di indirizzo, sulla base delle proposte formulate dal comitato tecnico-scientifico di ciascun ITS, anche per riconoscere eventuali crediti acquisiti dagli studenti in precedenti percorsi di studio e di lavoro; • con la presentazione del curriculum e previo superamento del tipo di prove stabilito a livello nazionale* per l’accertamento della motivazione e delle competenze necessarie per una proficua frequenza dei percorsi. Ciascun ITS predispone le prove sulla base delle indicazioni del proprio comitato tecnico-scientifico. Si può prescindere dall’accertamento delle competenze di inglese e di ICT solo se già attestate. Ulteriori crediti possono essere riconosciuti in relazione al curriculum presentato dai candidati. * da definire con il regolamento di cui all’art. 4, comma 3, del d.PCM


DIPLOMA DI TECNICO SUPERIORE

I diplomi di tecnico superiore sono rilasciati, sulla base del modello nazionale*, previa verifica finale delle competenze acquisite dagli studenti che hanno frequentato i percorsi degli I.T.S. per almeno l’80% della loro durata complessiva. La verifica è effettuata da commissioni costituite dagli istituti tecnici o professionali enti di riferimento degli istituti tecnici superiori.

* da definire con il regolamento di cui all’art. 4, comma 3, del dPCM


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