NOTIZIARIO DELL’AZIENDA TERRITORIALE PER L’EDILIZIA RESIDENZIALE
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ANNO IV - N.08 - DICEMBRE 2015
Recuperare le periferie. Il futuro delle città Ater Umbria pronta a nuove sfide
per l'Housing Sociale
NOTIZIARIO DELL’AZIENDA TERRITORIALE PER L’EDILIZIA RESIDENZIALE
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EDITORIALE
Il futuro: l'innovazione passa per le periferie. Intervista al Commissario di Ater Umbria, Alessandro Almadori
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INTERVENTO Housing sociale, le politiche della Regione Umbria Intervento di Catiuscia Marini
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ARTICOLO La città che si rigenera Di Noemi Campanella
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INTERVISTA Città e benessere sociale. Il contesto urbano e l’incidenza sulle condizioni di vita delle persone Intervista a Francesco Nigro
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ARTICOLO Ater umbria per e con la gente Di Noemi Campanella
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ARTICOLO Costante manutenzione degli alloggi per l’efficientamento energetico, grazie al POR FESR Di Noemi Campanella
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PROSSIMI APPALTI - IMMOBILI IN CORSO DI REALIZZAZIONE
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IMMOBILI PROSSIMI ALLA CONSEGNA - IMMOBILI CONSEGNATI
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SITO WEB
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ATER UMBRIA
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ORARI D’APERTURA AL PUBBLICO
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ATER UMBRIA - ANNO IV - N.08 - DICEMBRE 2015
EDITORIALE
Il futuro: l'innovazione passa per le periferie. Dopo i centri storici è necessario ripensare le città, partendo dalle periferie. L'editoriale del Commissario Straordinario di Ater Umbria, Alessandro Almadori
di Alessandro Almadori Noemi Campanella
“Parlare di città significa parlare di quel luogo in cui nascono le più grandi innovazioni, le migliori opportunità di crescita e di sviluppo. Da qui la necessità di occuparsi della salute di questo artefatto, la più grande invenzione della storia dell’umanità”.
La priorità di oggi? Capire con quali risorse, con quali processi e strumenti riattivare il potenziale enorme delle nostre città. Le città e le loro periferie, almeno quelle che ne costituiscono il “corpo unico”, un organismo a tutti gli effetti, che al pari di altri, funziona in rapporto alle stato di salute delle sue singole parti. Parlare di città significa parlare di quel luogo in cui nascono le più grandi innovazioni, le migliori opportunità di crescita e di sviluppo. Da qui la necessità di occuparsi della salute di questo artefatto, la più grande invenzione della storia dell’umanità. Le periferie, al pari dei centri storici che sono stati la questione centrale per anni, sono parte integrante di questo meccanismo, se non funziona uno mal funziona l’altro e viceversa. È questo il motivo per cui ce ne dobbiamo occupare, non a caso è diventato il tema dei temi. Tutto ciò a patto che non si faccia lo stesso errore che si è commesso, alcune volte, nella riqualificazione dei centri storici, la questione non attiene esclusivamente le parti fisiche di queste zone, la bellezza, il decoro, stiamo parlando di luoghi e di abitan-
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ti, di hardware e software. Le scelte, le possibili soluzioni dovranno essere messe in campo attraverso un processo di collaborazione che coinvolga gli abitanti, le associazioni, il terzo settore, le imprese in un cammino caratterizzato dall’accompagnamento e non dal protagonismo delle istituzioni. In questi anni nel nostro Paese, in assenza o nella scarsità di politiche pubbliche che abbiano affrontato il problema, si è notato il proliferare di iniziative all’interno di questi quartieri, promosse da professionalità non ancora codificate, imprese sociali, associazioni, gruppi informali, singoli individui che si sono messi in moto e sono diventate attori e motori della rigenerazione. Iniziano quindi ad emergere una varietà di micro azioni con grande valore localizzato e contestualizzato, che hanno avuto il merito di produrre effetti nel tessuto sociale in cui hanno operato e tuttora operano. Queste azioni possono essere ricondotte ad un unico grande tema Lo spirito di Comunità: come si crea, cosa lo rafforza, come un ente pubblico può facilitarne la nascita e accompagnarne lo sviluppo.
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Esperienze innovative che rispondono alla varietà di problemi dei condòmini con soluzioni creative, qui si va dal condominio che si riappropria di spazi vuoti e inventa la palestra collettiva, alla biblioteca condominiale creata all'interno della dismessa portineria, fino al servizio di bike sharing condominiale. Un progetto come Big City Life, del 2015, curato da galleria999 che ha lavorato nel quartiere popolare di Tor Marancia a Roma, in cui grazie a 18 artisti internazionali si restituisce dignità al quartiere rendendolo un museo a cielo aperto. Un esempio di riqualificazione urbana di tipo culturale e sociale che rafforzando l’identità del luogo crea benefici rispetto al livello di coesione sociale del quartiere. E poi sistemi integrati di servizi all'abitare che prevedono gruppi di acquisto condominiali, sperimentazione di coabitazioni solidali basate sul principio del baratto, parziale affitto in cambio di lavoro all’interno del quartiere. Il riconoscimento del ruolo di queste azioni spontanee, attraverso la ricognizione dei risultati che le esperienze più innovative portano come contributo alla rigenerazione dei quartieri popolari è utile e necessario. Indagare Il rapporto di mutuo apprendimento tra “basso” e “alto” e valorizzare
l’innovazione sociale diretta a modificare sia l’agire dei soggetti che si muovono dal basso sia delle istituzioni è un obiettivo da perseguire. Promuovere la capacità di attivare processi virtuosi che sappiano rigenerare spazi fisici e sociali senza identità, in degrado attraverso azioni, riconversioni, nuovi tipi di abitare è la sfida che ci troviamo ad affrontare.
Alessandro Almadori, Commissario di Ater Umbria Foto: Olimpio Mazzorana
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INTERVENTO
Housing sociale, le politiche della Regione Umbria L'intervento della presidente Catiuscia Marini relativo alle esperienze della Regione Umbria nel campo dell'edilizia residenziale pubblica.
di Catiuscia Marini
“In tempi di continui tagli ai trasferimenti statali alle Regioni ed in presenza di un contesto economico fortemente condizionato dal persistere della crisi che ha colpito il paese da alcuni anni, occorre innanzitutto prendere atto del nuovo scenario che ha mutato radicalmente i tradizionali caratteri del disagio abitativo ripensando le politiche regionali per poter affrontare con successo i nuovi bisogni. Occorre riconoscere che molto di ciò che si poteva fare è stato fatto, pur in presenza di risorse assai limitate, sperimentando forme di intervento pubblico a sostegno delle nuove domande provenienti soprattutto dai ceti più deboli, ma è chiaro che in assenza di un deciso rilancio di una politica nazionale per il diritto alla casa, molte delle criticità sono destinate a rimanere senza soluzione”.
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Il diritto all’alloggio è uno dei diritti umani fondamentali sanciti dalla Carta Sociale Europea. Tale diritto, in base a quanto stabilito dalle Istituzioni Europee, si esplica attraverso azioni e politiche volte a promuovere l’accesso ad abitazioni dignitose dotate di adeguati standard, cercando di ridurre e di prevenire il grave problema dei senza dimora fino alla sua graduale eliminazione e rendendo il prezzo degli alloggi accessibile a coloro che non dispongono di adeguate risorse. Come molti dei diritti su cui si fonda la costruzione della Comune Casa Europea, anche quello all’abitazione appartiene, purtroppo, alla folta schiera dei diritti negati. Nonostante le migliori intenzioni affermate dai Trattati, l’Europa è ancora un luogo di esclusione e sofferenza per molti cittadini europei anche in relazione a questo fondamentale diritto che i meccanismi regolatori del mercato degli alloggi non sono in grado di soddisfare. La Regione Umbria, fin dalla sua istituzione, ha realizzato importanti esperienze nel campo dell’edilizia residenziale pubblica assumendo un ruolo di assoluta rilevanza nel contesto nazionale. Lo ha fatto in anni in cui le risorse erano abbondanti e consentivano di sperimentare forme sempre più evolute e efficaci dell’in-
tervento pubblico che hanno visto nascere e perfezionare nuove modalità di intervento sulla città nelle quali il tema della residenza sociale risultasse strettamente ed inscindibilmente connesso a quello della costruzione e della riqualificazione della città. Tale approccio, ha consentito di affrontare nel contempo alcune delle principali criticità quali l’accessibilità urbana e la mobilità, il recupero del patrimonio storico o inutilizzato da destinare a nuove funzioni, la realizzazione delle infrastrutture di base in coerenza con gli obiettivi di inclusione e di coesione sociale che ispirano una parte consistente delle politiche europee. In tempi di continui tagli ai trasferimenti statali alle Regioni ed in presenza di un contesto economico fortemente condizionato dal persistere della crisi che ha colpito il paese da alcuni anni, occorre innanzitutto prendere atto del nuovo scenario che ha mutato radicalmente i tradizionali caratteri del disagio abitativo ripensando le politiche regionali per poter affrontare con successo i nuovi bisogni. Occorre riconoscere che molto di ciò che si poteva fare è stato fatto, pur in presenza di risorse assai limitate, sperimentando forme di intervento pubblico a sostegno delle nuove domande provenienti soprattutto dai ceti
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più deboli, ma è chiaro che in assenza di un deciso rilancio di una politica nazionale per il diritto alla casa, molte delle criticità sono destinate a rimanere senza soluzione. In questo difficilissimo contesto, l’ATER ha svolto e continuerà a svolgere una funzione fondamentale. In oltre cento anni di storia, ha dimostrato di saper interpretare il proprio ruolo con efficienza e assoluto rigore, adattando la propria organizzazione e specializzando le proprie funzioni al progressivo mutare delle esigenze e delle politiche regionali di cui costituisce il braccio operativo sin dalla nascita della Regione. Auspicando un deciso cambio di rotta delle politiche nazionali e di quelle comunitarie che rendano possibile il rilancio, su nuove basi, di specifici programmi volti a soddisfare la domanda di alloggi pubblici per far fronte alle esigenze dei ceti sociali più deboli e dei bisogni provenienti da una società in continuo mutamento, sappiamo di poter contare su strutture operative efficienti e di un amministrazione regionale in grado di fornire le risposte necessarie a perseguire questo fondamentale diritto del cittadino. Preservare la coesione sociale, nel quadro delle politiche volte alla coesione territoriale, riaffermando il tema del diritto alla casa
nell’ambito delle politiche urbane, può rappresentare uno dei fattori decisivi per riaffermare l’ idea di un Umbria solidale, moderna ed inclusiva che assuma la centralità della persona nel contesto più ampio della città, del territorio e dell’ambiente di cui è parte inscindibile.
Catiuscia Marini, Presidente della Regione Umbria
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ARTICOLO
La città che si rigenera
Le aree dismesse, industriali e dei servizi e i grandi complessi residenziali periferici, come opportunità per ripensare la città. Ne abbiamo parlato con Marina Dragotto, Direttore di Audis, l'Associazione delle Aree Urbane Dismesse, recentemente alleata di Federcasa. Protagonista del dibattito e di iniziative connesse alla riqualificazione urbana
di Noemi Campanella
“I cambiamenti sono più facili da realizzare nelle aree di residenza pubblica che in quelle di proprietà privata. Qui si inserisce il ruolo delle Aziende di edilizia residenziale, perché, attualmente, non solo le aree di servizi e quelle industriali dismesse, ma anche le zone residenziali necessitano di interventi. Se si lavorasse su queste ultime si otterrebbe il duplice risultato di dare risposta al bisogno di casa e riqualificare interi quartieri. Federcasa è dunque un soggetto importante”
Marina Dragotto Direttore di Audis 8
Non solo centri storici, ma anche riqualificazione delle periferie. In tutta Italia è stata avviata la riflessione su come abbellire l'hinterland delle nostre città e al contempo rendere protagonisti i cittadini nella lotta al degrado. Se da una parte l'Unione Europea ci chiama in causa chiedendo ai Paesi membri che tutte le zone urbanizzate diventino smart, dall'altra i soggetti pubblici e privati sentono l'esigenza di costruire le città con le migliori intelligenze ed energie e per questo si dimostrano aperti ad entrare nel dibattito, assieme agli esperti della materia. La parola d'ordine è partecipazione. Ci sono organismi fondati proprio per dare il loro contributo. Come Audis, l'Associazione delle Aree Urbane Dismesse. Nella pagina internet (www.audis.it) la mission è enucleata in poche righe: “È nata nel luglio 1995 proprio dall'esigenza di dare impulso operativo al dibattito, per fare emergere i punti critici delle trasformazioni che richiedono, da parte degli Amministratori pubblici e degli Operatori, storicamente contrapposti, una comune strategia”. Audis dunque strizza l'occhio a tutti gli operatori che possono essere coinvolti nella rigenerazione urbana. Da qui la collaborazione con Federcasa (recentemente è stato nominato Presidente di Audis, Luca Talluri, già Presidente della Federazione), soggetto che gestisce una larga fetta del patrimonio residenziale pubblico italiano, facile interlocutore per la riqualificazione, rispetto alla miriade di piccoli proprietari di case. Direttore dell'Associazione è Marina Dragotto. “Quello che noi dagli anni novanta ci stiamo
impegnando a fare – spiega – è di cercare di mettere insieme il punto di vista pubblico e privato su una questione che già allora era emergente: ridefinire il ruolo delle nostre città attraverso la rigenerazione delle loro aree dismesse o degradate. In una prima fase il dibattito si è concentrato sulle sole zone industriali, poi il tema si è allargato, il campo di studio è passato a tutto quello che sta dentro alla città, a tutto quello che deve essere ripensato perché la sua funzione iniziale non è più valida o è entrata in crisi o è finita. Si parla, ora, di rigenerazione urbana, perché è la città intera nel suo complesso che deve essere ripensata per rispondere alle nuove sfide sociali, economiche e ambientali”. Ad un effetto si cerca la causa. Secondo Marina Dragotto, non è soltanto la crisi ad aver generato le aree dismesse, anche il mutamento delle dinamiche economiche. “I vuoti urbani si producono per la crisi – dice - e per il cambiamento degli assetti e delle esigenze sociali. Quando noi diciamo che le città si devono rigenerare parliamo di una dinamica insita nella loro storia, anche se è vero che oggi le trasformazioni (positive e negative) avvengono più velocemente di prima”. Tra le funzioni di Audis c'è quella di essere un osservatorio permanente per interloquire con i soggetti pubblici e privati, inoltre organizza incontri, in modo da costruire reti di buone pratiche, mettendo a fuoco tutte le procedure che funzionano meglio per risolvere i problemi. Tra gli strumenti di orientamento prodotti c'è la Carta della Rigenerazione Urbana dove sono evidenziate le
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caratteriste che un progetto di rigenerazione urbana deve affrontare. La Carta si trova nel sito, è facilmente consultabile ed è stata tradotta in una matrice di qualità urbana, utile ai soggetti pubblici e privati come canovaccio al quale fare riferimento nella costruzione dei progetti e nella verifica degli esiti. “Non siamo consulenti – dice Marina Dragotto – il nostro contributo è quello di aiutare a capire il processo di sviluppo di ogni area grazie all'esperienza dei nostri soci”. Ed è la storia a fornirci la fotografia di come le aree periferiche siano andate via via modificandosi a seconda del cambiamento del ruolo dei centri cittadini, è difficile dunque dare loro un'identificazione comune: “Noi abbiamo bisogno di ripensare le città – afferma. Con il boom economico abbiamo assistito al grande sviluppo dei comuni capoluogo, ma dagli anni '70 si è verificato un fenomeno del tutto nuovo: la popolazione, i servizi (commercio, ospedali, logistica ecc) e le aree produttive hanno lasciato le aree centrali delle città e si sono vi via spostati nei comuni di cintura, lasciando così aree vuote nei centri cittadini. La trasformazione complessiva ha prodotto un territorio urbano che ha bisogno di essere profondamente ripensato. Le aree dismesse o degradate diventano un'opportunità per fare questo, per rigenerare i quartieri e ridistribuire la popolazione. Occorre utilizzare gli spazi vuoti, investire su questi in modo che l'intero tessuto urbano ne abbia giovamento”. In questo contesto il ruolo delle istituzioni diventa fondamentale. Secondo Marina Dra-
gotto deve essere quello di guidare questo processo tramite le politiche urbane e gli strumenti di programmazione. Le pubbliche amministrazioni non hanno sufficiente potenza economica per grandi interventi di rigenerazione, come invece possono avere le aziende private, ma possono dettare regole chiare, per la qualità della vita dei cittadini, dei servizi, del lavoro e delle residenze. Dare obiettivi pubblici. I buoni progetti di rigenerazione possono arrivare ad avere un interesse collettivo. Bisogna sapere governare e tenere alti gli interessi pubblici, ma è anche necessario dare spazio all'iniziativa dei privati, per costruire progetti che stiano in piedi”. Sul piano sociale, funzionano quelle città che riescono ad essere elastiche e flessibili rispetto agli usi, con tante funzioni diverse: “Negli ultimi quarant'anni abbiamo costruito pezzi di agglomerati urbani dove si fa solo una cosa, ad esempio, dormire – spiega Dragotto - Dobbiamo tornare a diversificare. Se i luoghi sono adattabili la gente saprà come adattarli”. Seguire questo ragionamento significa dare l'opportunità alle periferie di rivivere. Ad esempio, il cambiamento dei tessuti urbani nelle varie fasi storiche delle città ha fatto si che molti quartieri, che prima erano vuoti, ora siano parte attiva del sistema urbano. La sinergia che si è creata tra Audis e Federcasa potrà sviluppare questo ragionamento, in quanto l'edilizia residenziale pubblica si pone come soggetto utile per gestire la rigenerazione, in modo da condurre a nuova vita pezzi interi di quartieri, in maniera più facile
di quanto non possa avvenire nei quartieri privati, dove la proprietà è distribuita tra una miriade di famiglie: “I cambiamenti – conclude - sono più facili da realizzare nelle aree di residenza pubblica che in quelle di proprietà privata. In questa prospettiva si inserisce il ruolo delle Aziende di edilizia residenziale, perché, attualmente, non solo le aree di servizi e quelle industriali dismesse, ma anche le zone residenziali necessitano di interventi. Se si lavorasse su queste ultime si otterrebbe il duplice risultato di dare risposta al bisogno di casa e riqualificare interi quartieri. Federcasa è dunque un soggetto importante”. L'80 per cento del patrimonio immobiliare italiano, infatti, è in mano a titolari privati e famiglie, mentre le Aziende di Edilizia residenziale pubblica hanno un' importante mole di alloggi, collocati spesso in luoghi strategici. Marina Dragotto è convinta che attraverso queste si possano portare avanti politiche urbane di peso. “Sino ad ora alla guida di Audis – conclude – sono stati scelti personaggi di spicco nel mondo delle istituzioni e delle amministrazioni pubbliche, avere al vertice il Presidente di Federcasa Talluri, significa avere un'antenna in tutti i capoluoghi di provincia italiani. La rigenerazione delle aree dismesse è un dibattito avviato da tempo, ora è arrivato il momento di avviare quello riguardante i quartieri di residenza popolare, una frontiera sicuramente da sviluppare”.
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INTERVISTA
Città e benessere sociale. Il contesto urbano e l’incidenza sulle condizioni di vita delle persone Città e società. Il degrado delle periferie e la necessità di una loro riqualificazione. Ne abbiamo parlato con Francesco Nigro, architetto e urbanista.
di Noemi Campanella
"Le città sono i luoghi di maggior consumo di risorse e di suolo, sino ad ora si è puntato solo a nuove realizzazioni. E questo non si può più fare. L’approccio di Ater Umbria nel promuovere la riqualificazione urbana è determinante".
Francesco Nigro Architetto e urbanista
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Funzione, bellezza, fruibilità e flessibilità. Questo manca nelle periferie delle nostre città, nella maggior parte dei casi costruite da pochi decenni a questa parte. Procedere alla loro rivitalizzazione significherebbe “Andare a caccia di bellezza” (Renzo Piano ndr), contribuire ad un processo identificativo, alla dotazione di funzioni e al miglioramento degli standard di vita. L'aspetto sociale nelle riqualificazioni urbane è dunque materia da tenere in considerazione. Un processo che le persone non devono subire passivamente bensì realizzabile in un’ ottica di cittadinanza attiva. E se il Capo dello Stato, Sergio Mattarella afferma che “Il tema delle periferie è decisivo, perché sono il luogo dove si deciderà, nel bene e nel male, come sarà il nostro futuro", l’argomento merita riflessioni ed azioni. Il Governo Renzi stanzierà molti fondi alle città metropolitane per progetti sulle periferie ed interventi di riqualificazione e rammendo. L'annuncio è stato fatto dal Presidente Renzi, che ha parlato di 500 milioni di euro, nel suo intervento sul tema: Italia, Europa. Una risposta al terrore (presso la Sala degli Orazi e dei Curiazi dei Musei Capitolini, 25 novembre 2015): “Se vuoi difendere la sicurezza del Paese – ha affermato - sono giustissimi i controlli alle frontiere, ma servono anche investimenti per cui le periferie non siano luoghi di nessuno, luoghi tabù, off limits”. Argomento attuale. Ne abbiamo parlato con l’Architetto e urbanista, Francesco Nigro,
romano, classe 1969, dottore di ricerca in pianificazione territoriale e urbana. La sua attività professionale e di ricerca ruota intorno alla pianificazione territoriale, urbanistica e del paesaggio. È progettista e consulente per Amministrazioni locali in diverse regioni d’Italia in materia di pianificazione paesaggistico-ambientale, pianificazione urbanistica, programmi di riqualificazione, pianificazione dei centri storici. In Umbria ha partecipato alla formazione dei PRG di Todi e di Castiglione del Lago, ed è stato progettista del PUC2 di Umbertide. È responsabile scientifico per la redazione dei piani urbanistici di Amelia, Città di Castello e Norcia. La sua attività sul campo è tradotta in attività di docenza, in materia urbanistica, presso la Facoltà di Architettura di Roma, corsi post-diploma e centri di formazione. Riqualificazione urbana delle periferie e miglioramento degli standard sociali. Città e società. Bellezza e buona qualità di vita. Si parte da qui. Si, è il punto di partenza di questo ampio dibattito che si sta attivando ora in Italia, perché ci sono contingenze che hanno conseguenze sull’attivarsi o meno delle politiche di rigenerazione urbana in tutto il paese, anche in Umbria: gli effetti della crisi economica, la progressiva riduzione delle risorse pubbliche per il territorio, la questione ambientale che ha generato la coscienza civica comune per
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la quale le azioni degli uomini determinano il destino del pianeta. Le città sono i luoghi di maggior consumo di risorse e di suolo, sino ad ora si è puntato solo a nuove realizzazioni. E questo non si può più fare. L’approccio di Ater Umbria nel promuovere la riqualificazione urbana è determinante. La domanda di abitazioni dipende sia dall’aumento della popolazione che dai nuovi cambiamenti demografici, che sono legati al fenomeno dell’immigrazione e alle famiglie sempre più allargate. A questa si risponde puntando sulle aree dismesse e non sulle nuove realizzazioni. Le città in Italia, Umbria compresa, sono piene di luoghi utilizzabili per questo. Quale è secondo lei la situazione nella nostra regione? L’Umbria, sin dagli anni 70, ha sempre avuto attenzione al tema della riqualificazione delle città: centro storici, territorio e paesaggio. Nonostante questo rimangono alcune criticità in alcune aree adiacenti ai grandi assi infrastrutturali, in cui il territorio è stato modificato e non sempre con esiti gradevoli. Vi sono zone piene di luoghi dismessi riutilizzabili. Che differenza c’è tra casa e servizio dell’abitare? Il contesto urbano ha un’incidenza sulle condizioni di vita delle persone, le cui esigenze si stanno modificando. Il concetto tradizionale di casa non è più inteso in senso statico. Ora le famiglie si muovono e nelle grandi città gli attori dell’abitare (tutti i soggetti che hanno il patrimonio immobiliare) consentono tale mobilità. La pianificazione urbanistica è affidata alle Regioni (dalle quali, sin dagli anni ‘90, arrivarono nuovi strumenti come i Programmi Urbani Complessi) e ai soggetti che operano nell’Edilizia Residenziale sociale e pubblica, credo che quest’ultima possa disporre delle risorse necessarie per rispondere alla domanda di casa, producendo contestualmente la riqualificazione della città pubblica (degli spazi comuni e delle dotazioni essenziali) per costruire quel contesto di funzionalità e bellezza di cui parlavamo prima. Il senso di responsabilità di soggetti come Ater in questo è fondamentale. Essi possono essere volano di un processo di riqualificazione urbana, che, sono convinto. si porterà dietro effetti sociali tangibili.
Nelle opere di riqualificazione urbana si parla anche di vantaggi ambientali. Come? La città resiliente è quella capace di rispondere a ciò che avviene. Oltre alla visione planetaria di salvaguardia dell’ambiente, c’è quella locale. Negli anni ‘60 e ‘70 furono realizzati interi stock edilizi sostanzialmente privi di performance sostenibili. Ora la situazione è diversa, perché n Italia si sta sviluppando una forte coscienza in materia di nuove tecnologie, energie rinnovabili e via dicendo. Si stanno facendo nuove sperimentazioni. Ritengo che se ogni edificio fosse in Classe A i risultati sull’ambiente sarebbero tangibili. Contestualmente si otterrebbe un decisivo miglioramento del contesto urbano e del ciclo di vita (anche economico) degli edifici stessi. Che cosa intende per densificazione? Esortare ad aggiungere dove c’è. Esortare a demolire e ricostruire, perché questo contribuisce a costituire un effetto città evitando di consumare suolo. Le città hanno tantissimi spazi che si possono utilizzare. Parliamo dell’aspetto urbano e dell’aspetto sociale nelle periferie. Si può affermare che esiste un deficit sociale, che deve essere recuperato? Sicuramente esiste una correlazione. Qualcuno dice che i centri storici possono funzionare se le periferie sono efficienti. Ed è sicuramente vero. Credo che sia inevitabile che alla parte centrale delle città sia dato un ruolo più importante rispetto alle periferie, soprattutto per l’affezione che tra gli abitanti si crea verso questi spazi e per la concentrazione di funzioni importanti e rappresentative che vi sono. Alcune di queste potrebbero essere delocalizzate fuori dal centro per potenziare le periferie. Occorre considerare che le città di oggi sono figlie dello zoning monofunzionale (sistema non flessibile di organizzazione urbana), inoltre la ricchezza dei centri storici era rappresentata dal mix di funzioni che avevano e che hanno perso. L’esperienza dei PUC è servita a rilanciare le acropoli per consentire il loro ripopolamento. Un percorso di questo tipo potrebbe essere avviato per le periferie. Sto parlando di un processo non facile e lento, ma che sarà proficuo. La Regione Umbria ha recepito questa necessità, l’ha fatta
propria stabilendo, ad esempio che i PUC2 finanziassero la riqualificazione urbana connettendola al tessuto circostante, come le infrastrutture e i servizi per i cittadini. Nella riqualificazione c’è un rischio da evitare ed è quello della gentrificazione che in sociologia indica l'insieme dei cambiamenti urbanistici e socio-culturali di un'area urbana, tradizionalmente popolare, risultanti dall'acquisto di immobili da parte di popolazione benestante. Un processo che comporta il miglioramento del patrimonio immobiliare ma l'allontanamento o sostituzione della popolazione esistente da parte delle classi medie. Occorre fare in modo che questo non accada fornendo strumenti e servizi sociali e culturali che si integrino tra loro e favoriscano la convivenza. Le Aziende di Edilizia residenziale pubblica sono il collante, perché rispondono al bisogno di casa a tutti i livelli, anche medi (come le famiglie monoparentali o le giovani coppie che non necessariamente sono classi sociali povere). Città e civiltà in italiano assumono lo stesso significato La città non si deve uccidere è il più grande artifizio che l’uomo ha fatto. Dobbiamo essere consapevoli che progettare gli spazi pubblici significa creare luoghi controllabili dove le persone si sentono sicure. Questo vale sia per i centri che per le periferie. Cosa sarebbe necessario fare? Nella progettazione e nello studio delle nostre città occorre unire le esperienze dei Piani urbanistici, di quelli regolatori e di quelli ambientali e paesaggistici, perché tutto il territorio esprime il paesaggio. Sono convinto che in Italia ci sia un deficit di progettazione, che consiste solo in una parziale programmazione urbanistica. Occorre che le Amministrazioni esprimano la volontà politica, nel caso dell’Umbria si è manifestata con i PUC 2 e 3. Il ruolo delle Amministrazioni è quello di contribuire a produrre le piccole trasformazioni urbane ma anche le grandi riqualificazioni.
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ARTICOLO
Ater umbria per e con la gente
Foligno arricchisce la sua offerta di Housing Sociale e Perugia sigilla la bellissima Torre degli Sciri con una targa, frutto di un Concorso di Idee
di Noemi Campanella
“Dodici famiglie sono andate ad abitare in altrettanti alloggi nel comune di Foligno, in residenze, belle, ottimamente rifinite, con elevati standard di realizzazione, per dare alle persone un’alta qualità di vita. Inoltre l’apposizione di una formella artistica nella Torre degli Sciri, rappresenta una buona prassi ma anche la volontà di Ater Umbria di coinvolgere la gente nell’abbellire la propria città”.
Alcuni momenti delle consegne a Foligno e Scafali
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Quello che in queste foto colpisce è la soddisfazione degli inquilini, dei rappresentanti delle istituzioni e del Commissario di Ater Umbria Alessandro Almadori, nel consegnare le chiavi a 12 famiglie che sono andate ad abitare altrettanti alloggi nel comune di Foligno, in residenze, belle, ottimamente rifinite, con elevati standard di realizzazione, per dare alle persone un’alta qualità di vita. Quattro appartamenti sono stati realizzati in Piazza Garibaldi, proprio nel centro storico, in un edificio ristrutturato, che era di proprietà di priva-
ti e che Ater Umbria ha rilevato a seguito del Bando regionale del 2014 che metteva a disposizione 5 milioni di euro per l'acquisto di alloggi da privati da destinare a canone sociale. In questo caso il costo dell'acquisto dell'immobile è stato di 430 mila Euro. Le grandezze degli alloggi vanno dai 53 metri quadrati ai 94 e sono stati assegnati a famiglie che erano state inserite nella graduatoria del Comune di Foligno. Gli altri otto appartamenti invece sono stati realizzati da Ater Umbria grazie ai fondi POA 2008-2009 a Scafali, una pic-
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cola frazione vicino alla città di Foligno. La palazzina è nuova, immersa nel verde, è completamente sostenibile, nell'ottica del risparmio energetico ed efficienza ambientale (con i conseguenti risparmi in bolletta per gli inquilini). È dotata di pannelli solari, sistemi fotovoltaici, di raccolta delle acque meteoriche per gli spazi condominiali ed impianti di ventilazione meccanica. Gli otto alloggi hanno metrature che vanno dai 60 ai 74 metri quadrati di superficie. Il costo totale dell'intervento è stato di 1.627.973 Euro. Anche in questo
caso gli inquilini sono stati individuati nelle graduatorie comunali. Tutti e 12 gli alloggi sono stati locati a canone sociale. Alla cerimonia di consegna hanno partecipato, tra gli altri, l'Assessore regionale alle politiche abitative, Giuseppe Chianella, il Commissario di Ater Umbria Alessandro Almadori e il sindaco di Foligno Nando Mismetti. “Cresce il patrimonio abitativo messo a disposizione, a canone sociale, dalla Regione e dall’Ater Umbria allo scopo di rispondere ai bisogni di un numero crescente di nuclei familiari” È quanto affermato da Chianel-
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la”. Il sindaco Mismetti ha ringraziato Ater e Regione: “È importante che siano state realizzate opere di grande qualità, sia nel centro della città che fuori – ha affermato Mismetti - la qualità degli interventi è molto alta, li considero un bene di tutti. Il nostro territorio è fuori dall'emergenza abitativa”. Il Commissario di Ater Umbria, Almadori, ha invece affermato che: “Il ruolo dell'Azienda è di mettersi a disposizione delle Amministrazioni per la riqualificazione del patrimonio esistente, anche riutilizzando immobili che sarebbero rimasti disabitati, come quello nel centro di Foligno, il cui acquisto da parte nostra ha permesso di dargli una nuova destinazione d'uso, nell'ottica del diritto alla casa e di contrastare lo spopolamento delle acro-
poli. Il futuro di Ater Umbria è di avere un nuovo ruolo nella rigenerazione urbana. Nei centri storici come nelle periferie”. L’apposizione di una formella artistica nella Torre degli Sciri, rappresenta una buona prassi ma anche la volontà di Ater Umbria di coinvolgere la gente nell’abbellire la propria città. L’opera d’arte è stata realizzata da Sara Sargentini, in memoria di Carlo Pedini (fu Direttore per otto anni di Ater Perugia), ed è la vincitrice di un Concorso di Idee fatto da Ater con la collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Perugia e dei familiari di Carlo Pedini. Il bando ha voluto valorizzare le capacità artistiche, ideative e creative dei suoi studenti. L’iniziativa è nata dalla volontà di ricordare Pedini, ma anche di tornare alla tradizione che fu
inaugurata dal piano INA-Casa e che prevedeva di far apporre su tutti gli edifici realizzati le targhe in ceramica, per le quali erano stabilite le misure, la posizione e i prezzi massimi ed erano una delle condizioni necessarie per il rilascio del certificato di collaudo. Alcune di queste portano firme eccellenti come: Alberto Burri, Duilio Cambellotti, Tommaso Cascella, Pietro De Laurentiis e Piero Dorazio. Un fatto questo che potrebbe essere di buon auspicio per Sara Sargentini, giovane artista che ha partecipato alla cerimonia di apposizione della targa, assieme al Commissario di Ater Umbria, Alessandro Almadori, a Maria Grazia Ricci, già Consigliere di Amministra-
zione di Ater Umbria e tra le organizzatrici del Concorso, l’Assessore all’urbanistica del Comune di Perugia Emanuele Prisco, la Senatrice Valeria Cardinali, il Prof. Paolo Belardi, Direttore dell’Accademia di Belle arti, l’autrice dell’opera, l’Ingegnere Luciano Tortoioli e i familiari di Carlo Pedini, tra i quali la moglie Alba Asfalti e la figlia Giulia Pedini. A giudicare la migliore formella, degna di rappresentare la Torre degli Sciri, è stata una giuria di esperti, rappresentanti dell’Accademia di Belle Arti, di Ater Umbria ed Alba Asfalti, in rappresentanza della famiglia di Carlo Pedini.
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Alcuni momenti della Cerimonia di apposizione della Formella nel Complesso monumentale degli Sciri
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ARTICOLO
Costante manutenzione degli alloggi per l’efficientamento energetico, grazie al POR FESR In molti comuni Ater Umbria ha realizzato una serie di interventi per il miglioramento delle prestazioni energetica degli alloggi. I fondi sono arrivati dal POR FESR
di Noemi Campanella
“I Fondi europei rappresentano un viatico fondamentale per ottenere tutto questo. Guardando alle cifre riportate in tabella si nota come la mole di investimenti sia di notevole entità”.
Sono ingenti i lavori realizzati da Ater Umbria nel 2015, per il miglioramento dell'efficienza energetica e della qualità complessiva dei propri alloggi. Interventi resi possibili grazie ai fondi provenienti dal Por Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) relativi alla vecchia programmazione comunitaria. Qui di seguito riportiamo l'elenco di quanto fatto. Migliorare l'efficienza e la sostenibilità delle abitazioni conduce Ater Umbria a ottenere un'automatica razionalizzazione delle spese, il miglioramento e potenziamento dei servizi per gli inquilini (che ne hanno riscontro in bolletta). Ovviamente i Fondi europei rappresentano un viatico fondamentale per ottenere tutto questo. Guardando alle cifre riportate in tabella si nota come la mole di investimenti sia di notevole entità. D.M. 26/01/2012 INTERVENTI PER MIGLIORAMENTO EFFICIENZA ENERGETICA Con questo decreto ministeriale è stato possibile realizzare numerose opere, relativamente agli alloggi di proprietà comunale, per un importo complessivo di 1.344.844 Euro. Da Amelia ad Umbertide, passando per altri comuni dell'Umbria, come Città di Castello, Montone, Foligno, Guardea, Narni, San Venanzo, Spoleto, Todi, Perugia. Il miglioramento energetico è stato garantito tramite la sostituzione di infissi, piuttosto che di generatori di calore o mediante il
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miglioramento dell'involucro edilizio attraverso l’apposizione di un isolante esterno a cappotto. INTERVENTI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA MIGLIORAMENTO EFFICIENZA ENERGETICA FONDI PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE – FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE (POR FESR) Grazie a questi finanziamenti si è potuto intervenire a favore di un grande numero di alloggi in tre diverse fasi di lavoro: terzo, quarto e quinto stralcio. Per quanto riguarda il terzo stralcio di lavori, l’importo totale dei lavori è stato di 3.247.614 Euro. Oltre alle due provincie, Ater è intervenuta anche nei comuni di Gubbio, Preci, Spoleto e Valtopina. In alcuni alloggi di edilizia residenziale pubblica si è intervenuti per realizzare un miglioramento dell’efficienza energetica, con la realizzazione di una significativa coibentazione della copertura, in alcuni casi con l’esecuzione del cappotto esterno o agendo nella coibentazione del soffitto porticato. Si è inoltre provveduto alla sostituzione dei generatori di calore esistenti con altri ad alta efficienza termica. In alcuni casi, come ad esempio in alcuni alloggi a Perugia, sono stati sostituiti gli infissi esterni fatiscenti con altri nuovi a taglio termico e con elevate prestazioni energetiche. Il quarto stralcio degli interventi realizzato con il POR FESR, è stato utilizzato nei co-
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muni di Cerreto di Spoleto, Foligno, Gualdo Tadino, Gubbio, Perugia, Terni ed Umbertide. L’importo complessivo è stato di 1.468.086 Euro, ed è stato destinato prevalentemente alla sistemazione degli infissi esterni fatiscenti, sostituiti con altri nuovi a taglio termico e ad alte prestazioni energetiche, la sostituzione dei portoni esterni del tipo coibentato, la coibentazione esterna e la copertura dei porticati esterni, al miglioramento dell’efficienza termica con la sostituzione dei generatori di calore con altri nuovi e a taglio termico ad elevate prestazioni energetiche. Il quinto stralcio di lavori, ha interessato complessivamente ben 336 alloggi in 12 comuni umbri. Le opere di manutenzione hanno riguardato prevalentemente il miglioramento dell’involucro edilizio, l’installazione dei generatori di calore con il rifacimento dei terminali e delle tubazioni di distribuzione, il rifacimento del cappotto esterno, la coibentazione della copertura, la realizzazione di impianti ed elevato rendimento, con anche l’esecuzione di opere accessorie. Complessivamente l’importo dei lavori è stato di 4.417.752 Euro.
INTERVENTO
D.M. 26/01/2012 Interventi per miglioramento efficienza energetica
IMPORTO TOTALE
€ 1.344.844,84
3° Stralcio Interventi di manutenzione straordinaria miglioramento efficienza energetica fondi programma operativo regionale – fondo europeo di sviluppo regionale (por fesr)
€ 3.247.614,69
PORFESR 4° Stralcio Interventi di manutenzione straordinaria miglioramento efficienza energetica fondi programma operativo regionale – fondo europeo di sviluppo regionale (por fesr)
€ 1.468.086,34
5° stralcio Interventi di manutenzione straordinaria miglioramento efficienza energetica fondi programma operativo regionale – fondo europeo di sviluppo regionale (por fesr)
€ 4.417.752,00
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PROSSIMI APPALTI
< CITTÀ DI CASTELLO (PG) Intervento di recupero edilizio Via Cesare Battisti: intervento di recupero, ricompreso nel PUC2 del Comune di Città di Castello, per il ripristino di due unità edilizie ubicate nel centro storico da destinare ad edilizia residenziale a canone sociale per complessivi 3 alloggi più altre superfici. L’edificio realizzato anteriormente al XVII secolo e rimaneggiato in data 1774, risente dei continui adattamenti subiti, prima ai fini abitativi e poi come vani di servizio dell’azienda ospedaliera.
< TORGIANO (PG) Intervento di recupero edilizio V.le della Rimembranza: realizzazione di 6 alloggi da locare a canone concordato a favore di anziani autosufficienti. L’intervento consiste nel recupero della casa colonica ed annessi diruti risalenti ai primi del XX sec. e nella realizzazione di un nuovo corpo di fabbrica contenente una scala e relativo ascensore che permetteranno di raggiungere i vari alloggi.
IMMOBILI IN CORSO DI REALIZZAZIONE
< PIETRALUNGA (PG) Intervento di nuova edificazione Realizzazione di due edifici residenziali per complessivi 6 alloggi su un’area in via Nuova. L’intervento prevede la realizzazione di due corpi di fabbrica ad uso residenziale disposti su due piani più uno seminterrato, di parcheggi pubblici e privati e di una zona a verde pubblico.
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< PIEGARO (PG) Intervento di recupero edilizio Realizzazione di 6 alloggi da locare a canone sociale. L’immobile è ubicato nel centro storico di Castiglion Fosco e consta di tre piani fuori terra, con scala centrale e copertura a padiglione. Delimita il centro storico definendo al suo interno una piazzetta.
< NORCIA (PG) Intervento di recupero edilizio Realizzazione di due edifici residenziali per complessivi 10 alloggi da locare a canone sociale su un’area in località Sant’Eustachio. È prevista la sistemazione dei giardini privati, di quello condominiale e di porzioni di verde pubblico. Verranno inoltre installati dei pannelli fotovoltaici e solari per aumentare l’efficienza energetica dell’edificio.
< SPOLETO (PG) Intervento di nuova edificazione Realizzazione di 18 alloggi in località San Sabino. Al piano interrato trovano posto le autorimesse. Un alloggio è stato previsto per persone con ridotte capacità motorie. Trattasi di intervento sperimentale volto al contenimento dei costi di gestione e ad elevare il confort abitativo; vengono messi in atto i sistemi più innovativi per la massima efficienza strutturale ed energetica.
< MASSA MARTANA (PG) Intervento di recupero edilizio Realizzazione di 6 alloggi per anziani autosufficienti da locare a canone sociale, integrati di alcuni vani per attività collettive localizzati al piano terra. L’accessiblità agli alloggi sarà favorita dotando l’edificio di un elevatore.
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IMMOBILI PROSSIMI ALLA CONSEGNA
< SPOLETO (PG) Intervento di recupero edilizio Recupero dell’ex scuola di Crocemarroggia e costruzione di un nuovo corpo di fabbrica per la realizzazione di un edificio a destinazione residenziale per complessivi 4 alloggi da locare a canone sociale.
< SPOLETO (PG) Intervento di recupero edilizio Recupero dell’ex Caserma Nino Bixio, nel Comune di Spoleto in piazzale Oberdan per la realizzazione di un edificio a destinazione residenziale per complessivi due alloggi da locare a canone sociale.
< MARSCIANO (PG) Intervento di nuova edificazione Località Tripoli: realizzazione di un edificio residenziale per complessivi 8 alloggi e relative autorimesse da locare a canone sociale. Sono previsti pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria, pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica ed un sistema di recupero delle acque piovane in una cisterna interrata.
< BEVAGNA (PG) Intervento di nuova edificazione Il progetto originario prevedeva la realizzazione di due edifici per complessivi 12 alloggi da destinare a residenze a canone sociale. Il rinvenimento, durante la fase di scavo, di alcune preesistenze di epoca romana nell’area in cui era prevista l’edificazione ha costretto alla rivisitazione del progetto ad alla sola realizzazione di 4 alloggi.
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IMMOBILI CONSEGNATI
< FOLIGNO (PG) Intervento di nuova edificazione Località Scafali: realizzazione di un edificio residenziale di 8 alloggi da locare a canone sociale. L’immobile sarà disposto su due piani, ciascuno con 4 alloggi composti da ingresso, soggiorno, angolo cottura, due camere, disimpegni, due servizi igienici più terrazzi e logge. È previsto anche un alloggio per disabili. Verranno inoltre installati pannelli solari termici e fotovoltaici.
< PERUGIA Intervento di recupero edilizio Recupero della torre, della chiesa e di una porzione di edificio da destinare ad edilizia residenziale per complessivi 12 alloggi. Il recupero della Torre degli Sciri è di grande impatto sulla città sia dal punto di vista turistico che di nuova offerta residenziale, recuperando alloggi da assegnare a canone concordato a giovani coppie.
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WEB
ATER 3.0 A portata di click
Ater 3.0, grazie al suo sito internet che consente una consultazione immediata da parte dell'utenza e servizi all'inquilinato. www.ater.umbria.it è facile da consultare e alla portata di tutti. Sfogliando le pagine ei link del sito è possibile conoscere tutte
I sevizi del sito www.ater.umbria.it 22
le novità in materia di edilizia residenziale pubblica e informazioni sull'attività di Ater Umbria. È possibile conoscere come accedere agli alloggi, aggiornarsi sulle ultime novità, scaricare la modulistica dall'apposita sezione.
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Tra i servizi on line anche quello della Domus@web alla quale l'utenza può iscriversi per avere in tempo reale notizie sulla propria situazione. Un servizio telematico a disposizione degli inquilini Ater. Si può comunicare, scaricare i dati, consultare la posizione del proprio nucleo familiare in line, senza la necessità di presentarsi personalmente presso gli uffici. Per accedere è necessario registrarsi tramite il codice che viene inviato
direttamente a casa. Sul sito www.ater. umbria.it si può accedere alla sezione 'gestisci il tuo contratto'. Domus@web è facile da utilizzare, ha valore legale, permette la navigazione in forma riservata, è sempre attivo e completamente gratuito. Oltre a questo è possibile iscriversi alla newsletter di Ater Umbria e ricevere sulla propria posta elettronica tutte le nostre notizie.
I sevizi del sito Domus@web
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ATER UMBRIA
Commissario straordinario Alessandro Almadori
Collegio Sindacale Emilio Landi Anna Maria Baroni Paola Tardioli
Direttore Luca Federici
Unità Operativa di Terni Annamaria Oddi - Dirigente e Responsabile Affari generali Alessandro Mazzei - Responsabile Tecnico Valeria Trabalza - Responsabile Gestione Simona Simoni - Responsabile Contabilità e Bilancio
Unità Operativa di Perugia Luca Federici - Dirigente Marta Cardoni - Responsabile Affari Generali Giuseppina Giombolini - Responsabile Contabilità e Bilancio Marco Larini - Responsabile Tecnico Amedeo Pompili - Responsabile Gestione
Organismo di vigilanza (O.D.V.) Mario Guidetti Alessandro Frillici Francesco Longhi
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NUOVI ORARI
ORARI D’APERTURA AL PUBBLICO
Orari estivi / dal 29 giugno al 30 agosto
Orari invernali / dal 31 agosto
lunedì / mercoledì / venerdì dalle ore 10.30 alle ore 12.30
Mattina lunedì / venerdì dalle ore 10.30 alle ore 13.00 Pomeriggio martedì dalle ore 15.30 alle ore 17.00
Newsletter
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Nome del periodico: ATER UMBRIA Direttore Responsabile: Noemi Campanella Progetto grafico e impaginazione: BCPT Associati Perugia Direzione e Redazione: ATER Umbria U.O. di Perugia Stampa: Litostampa Perugia Foto: Archivio ATER Umbria Autorizzazione del Tribunale di Perugia n° 36 del 09/12/2011 Spedizione in abbonamento postale 70% L662/96 - DCI/Umbria - Filiale di Perugia Intervista al presidente di Ater Umbria, Alessandro Almadori
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Azienda Territoriale per lâ&#x20AC;&#x2122;Edilizia Residenziale della Regione Umbria
sede legale e amministrativa unitĂ operativa di Terni via G. Ferraris, 13 - 05100 TERNI tel. 0744 4821 fax 0744 428127 e-mail info@ater.umbria.it pec ater.umbria@legalmail.it
unitĂ operativa di Perugia via P. Tuzi, 7 - 06128 PERUGIA tel. 0744 4821 fax 075 5000507 www.ater.umbria.it