Anzio-Space 44 - Settembre 2012

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settembre 2012 _ n.44

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Space - Giovani

Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno Lavinio-Space Space-Politica

Anzio Space

Da Italo alle catene di hotel sono tante le opportunità per superare la crisi

SPESE SCOLASTICHE: ARRIVA L’ENNESIMA STANGATA Siamo alle soglie dell’inizio della scuola e come ogni anno migliaia di famiglie sono alle prese con costi sempre maggiori per permettere un’istruzione ai proprio figli. Secondo le stime del Codacons quest’anno la spesa media per ogni alunno aumenterà di circa 100,00 euro rispetto al 2011; l’aumento maggiore riguarderà i libri (circa 80,00 euro in più), più contenuto sarà quello del corredo scolastico (20,00 euro). L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha affermato che la spesa media totale per un alunno sarà di circa 995,00 euro, forse ancora più alta per chi frequenta il liceo. Uno studente delle medie infatti per libri e dizionari spenderebbe intorno ai 452,00 euro (ben il 4% in più rispetto allo scorso anno), mentre un liceale ne spenderebbe 745,00 (il 2% in più). Come fare allora per risparmiare? Puntare ai libri usati? Non più, o almeno non più come negli anni precedenti. Nel 2012, infatti, è stato approvato un decreto legge che obbliga le scuole ad utilizzare solamente libri che possono essere totalmente scaricabili da internet, ma questo costringe i professori a dover cambiare la maggior parte dei libri o a sostituirli con nuove edizioni, negando la

possibilità ai genitori di acquistare i libri usati a metà prezzo o di poter riutilizzare gli stessi libri per più figli che frequentano la stessa scuola. A queste spese vanno aggiunte ovviamente quelle per il corredo scolastico: zaini, astucci, agende, quaderni, elementi di cancelleria. Anche riguardo tali prodotti ci sarà un aumento dei prezzi, soprattutto di zaini e astucci firmati o dei cartoni animati, così le famiglie per risparmiare saranno costrette molto spesso a ricorrere all’acquisto di accessori non griffati. Non è da tralasciare, poi, il così detto “contributo scolastico”, che da riforma dovrebbe essere volontario e detraibile, ma che nella realtà non sempre è così, e che comporta per le famiglie un’ulteriore spesa che ammonta mediamente intorno agli 80,00 euro. Le famiglie potrebbero però decidere di non pagare, o pagare meno, tale contributo, ma in realtà capita che alcuni istituti lo chiedano non come volontario e considerino poi il mancato pagamento come un’infrazione disciplinare a tutti gli effetti e si rifiutino in alcuni casi addirittura di consegnare le pagelle agli alunni che non hanno versato i soldi. Va ricordato, invece, che gli unici versamenti obbligatori sono quelli relativi al premio per l’assicurazione e alle tasse e contributi per la frequenza della 4^ e 5^ classe superiore. In tempo di crisi pare proprio che anche la scuola sia diventata un lusso! Jessica Quaranta

L’arte dei writers Uno sfogo, un vizio, un modo di esprimersi: parlo del writing. Anzio e Nettuno sono diventate un foglio bianco su cui continuare a “dipingere”. Sono per lo più giovani che si dilettano in quest’esperienza, ma non solo i soli. Anche i meno giovani hanno deciso di intraprendere questa strada. Si sono formate giovani crew con nominativi alquanto estrosi, che decidono di “marchiare il territorio” col loro appellativo. Abbiamo incontrato un ragazzo che fa parte di questo mondo e abbiamo scoperto qualcosa in più di questa nuova forma di passione. Parlando della storia del writing, le radici sono molto profonde: con i primi ominidi nelle caverne abbiamo già dei segni e disegni sui muri fatti con oggetti contundenti rappresentanti scene di vita quotidiana che volevano far rimanere impresse nella memoria. Dato che erano dei veri e propri graffi, vennero chiamati graffiti. Nella storia moderna, a partire dagli anni ‘70 negli U.S.A. con le prime metro in circolazione si iniziarono a intravedere dei veri e propri scarabocchi fatti in pochi secondi con spray di scarsa qualità. Erano tutti creati da persone che avevano la necessità di esprimere la loro opinione e molti erano a sfondo politico. I vagoni delle metro o i muri delle città venivano marchiati uno dopo l’altro. Inizialmente i writer erano i ¾ dei “graffitari” ma col tempo si sono moltiplicati dando vita a delle squadre, crew appunto, spesso arricchite da esponenti di ogni categoria dell’hiphop (rap, skaters, breakdance, graffiti). In Italia questa passione comparirà solo negli

anni ‘80 con esponenti come “ZTK”, “NSA”, “TRV”. Dobbiamo pensare che il writing ha un obiettivo ed è quello di cercare una rivolta contro cose che nello Stato non funzionano; ma non solo! La voglia di farsi conoscere prevaleva ieri come oggi. Far capire agli altri che si è diversi e non parte della massa. Chiedendo il parere a persone esterne, l’unico aggettivo che trovano appropriato è: vandali. Le persone a cui, almeno apparentemente, le scritte non danno fastidio, non hanno interesse a proposito. Ora proviamo ad entrare nel pensiero di chi, di questo mondo, è parte attiva. O. H. ci ha detto che per i writer, il writing innanzitutto non è un gioco! Sono contro quelli che iniziano a scrivere per impressionare la ragazza e dopo una settimana smettono. “Il writing o lo si fa o si sta a casa” - Dice O. H. - “Non è solo arte ma rabbia, non è un gioco ma uno sfogo, soprattutto adrenalina a mille e moda zero. Si può chiamare passione ma anche vizio, difficie da togliere aggiungo. Essere diversi, essere qualcuno, lasciare una traccia di noi. Uscire di notte con noi è l’unico modo per capire cosa c’è dietro quel disegno prima che arrivi sul muro”. Questa sofferenza li spinge a fare piccole grandi azioni come il writing. C’è chi, invece, sta semplicemente zitto e non si ribella a ciò che non funziona bene. Loro hanno trovato il loro porto sicuro, al loro isola felice; ma tutti gli altri? Possibile che tutto ciò che ci circonda vada tutto bene? Dov’è la nostra fame? Diamo anche noi il nostro contributo, in un modo o nell’altro. Melania Maranesi


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