novembre 2011_n.34
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Space - Comunicati
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno Lavinio-Space
LETTERA DAL CARACOL Spettabile Redazione, sono il nuovo amministratore di condominio, condomino e vice brigadiere dei carabinieri in servizio attivo. Ho letto l’articolo apparso sulla rivista n°33 dal titolo “Caracol il residence dimenticato di Lavinio”. Senza voler polemizzare sul contenuto dell’articolo, per altro scarso di contenuto attuale, tengo a precisare che questo residence è un residence privato i cui immobili sono stati e vengono acquistati tutt’ora con il sudore del lavoro. Il basso costo degli immobili, fa sì che gli extracomunitari e i comunitari riescano ad ottenere un mutuo e ad avere una casa, con rate mensile di 400/500 euro. Il residence è una piccola località a sé stante formata da 180 unità immobiliari, siamo decentrati come sono decentrati gli abitanti di Via delle cinque miglia che confinano con il nostro residence che non è ghettizzato da muri o muraglie innalzate nel nome della sicurezza. L’unico a far alzare un muro prima della fine della costruzione, è stato il Consorzio di Lavinio che ha voluto impedire il passaggio di
LETTERA nettuno basket Cari amici, con questa lettera mi rivolgo proprio a voi, amanti appassionati di basket, a tutti coloro che hanno seguito con perseveranza il cammino della nostra squadra in quest’ultimo anno e non solo. Il motivo che ci spinge a mettere nero su bianco la nostra indignazione, trova la sua ispirazione nel comportamento infondato e incomprensibile tenuto dalla dirigenza del Club. Abbiamo ottenuto ottimi risultati nella passata stagione, durante la quale la squadra nettunese ha raggiunto il primato nel girone di qualificazione ai play-off (qualificazione avvenuta con anticipo rispetto alla fine della regular season). Partendo da questi presupposti era lecito, se non scontato, la riconferma del gruppo e dell’allenatore Monteriù; ma per motivazioni prettamente personali non vi è stata nessuna riconferma per una squadra che tanto ha sacrificato nella stagione passata. È inutile nascondersi dietro un dito, è inutile continuare imbarazzanti prese in giro: riportiamo tutto il nostro sgomento con estrema fermezza. Siamo delusi da chi avrebbe dovuto coltivare e incitare i “suoi“ ragazzi, da chi avrebbe dovuto stimolarli a credere nel progetto (se mai c’è stato un progetto in questi anni!) del Nettuno Basket. Ma in fondo, a pensarci bene, c’è poco da rimanere delusi; bastava prestare un minuto di attenzione a quanto è accaduto negli anni passati: lo stesso copione, ma cambiavano i commedianti. Si esplicita così l’incapacità e l’inettitudine di una Società sportiva che ha già visto sfumare tre generazioni di ragazzi. Ci eravamo riproposti chiarezza e verità: perciò ci domandiamo se l’unico pensiero che attanaglia i vertici della nostra Società sia il profitto, il puro guadagno. Dovrebbe rappresentare una famiglia composta da ragazzi spronati a tagliare il traguardo della prima squadra. Qui sorge spontaneamente una
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auto e pedoni nella traversa di Via Pascoli, obbligando il Comune ad eseguire i lavori di prolungamento di via Stradone Sant’Anastasio. Le comunità presenti in questo residence sono ben integrate e composte da cittadini comunitari ed extracomunitari di cui pakistani, indiani, egiziani, marocchini, tunisini, algerini, nigeriani, liberiani, moldavi, russi, bulgari e romeni e grazie a Dio anche di Italiani come me. Qui non si soffre di razzismo ne di xenofobia, temi veri e preoccupanti della nostra attuale società. Certo che su 5000/6000 persone che abitano in questo residence, qualcuno che ha avuto problemi con la Giustizia c’è: abbiamo due persone agli arresti domiciliari per spaccio di sostanze stupefacenti, un moldavo che ha espiato la sua pena e vive oggi con la famiglia e libero nella propria casa. Avendo, grazie a Dio e ad Allah come dicono gli arabi che ci abitano, una buona crescita demografica e “figli che vanno a scuola”, gradiremo, prima di pubblicare articoli (peraltro senza una motivazione o richiesta) come quello in questione, di passarsi una mano per la coscienza e chiedersi se questo è un bene per questa società, per il popolo anziate e per i nostri figli. Se un giorno deciderete di passare per il residence, vi darò la vera storia della nascita del Caracol e non di società costruttrici e fallite del tipo Caracol (questa è l’unica società tutt’ora attiva e non presente al Caracol, la società costruttrice era la SOLEMAR che riuscì a vendere, prima di fallire, ben 170 appartamenti su 180). In quell’occasione vi mostrerò il centro sportivo con piscina che sorge all’entrata del Caracol e si affaccia sulla strada principale (da dove è stata scattata la foto)... Questo centro non appartiene al residence ma è bensì un bene pubblico abbandonato dall’Amministrazione comunale di Anzio. Buon lavoro. Giuseppe Coppeta domanda: “Se non esiste una prima squadra, se non si evidenzia un possibile punto di arrivo, perché scegliere il Nettuno?” la risposta scontata è determinata da una politica sterile sostenuta caparbiamente dai soliti personaggi, che porterà inesorabilmente al fallimento di tutta la Società. Nonostante la rabbia e la delusione, il nostro augurio è che ciò non accada e che una volta per tutte la Dirigenza lasci ad altri, magari più intenzionati e presi da questo sport, lo scettro di un potere che disgraziatamente sta annichilendo la passione sportiva della nostra compagine cittadina. Sarebbe un atto egoista perseverare su questa linea, amministrando la nostra squadra senza la volontà esplicita a fare di più; comprendiamo come sia difficile tornare sui propri passi conservando dignità e onore nel lasciare che gli eventi si concretizzino secondo una prospettiva nuova. Con l’auspicio che il messaggio sia passato, con tremenda frustrazione, ci salutiamo sperando più in un arrivederci che in un addio. Valerio Bruschini e Flavio Vignocchi
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