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E-Commerce, Internet, informatica: come si muove il mercato Italiano

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periori e dell’università non fa probabilmente alcun uso di strumenti informatici, né a casa né a scuola. E se Internet in quelle famiglie ha una penetrazione dell’8 per cento, ciò significa che, con ogni probabilità, il 92 per cento degli studenti delle medie superiori e dell’università oggi non accede quasi mai a Internet. E-Commerce in Italia: volumi, stime e prospettive Il valore del commercio elettronico in Italia (Business to Consumer) è stimato in circa 800 miliardi di lire (1998), di questo il 40% (309 miliardi di lire) è stato realizzato da siti web italiani; nel 2000 il giro di affari complessivo dovrebbe incrementare di circa il 50% (permanendo gli attuali sistemi di pagamento); i siti Web attivi nel commercio elettronico (ca. 300) rappresentano meno dell’1% del totale dei siti web attivi in Italia Le imprese che con sito Web (dominio registrato) erano ca. 70 mila nel 1998 e con semplice connettività 220 mila: la previsione per il prossimo triennio, che non tiene conto del possibile avvento nel periodo della connettività gratuita, vedrà crescere il numero di imprese in Internet a 700 mila nel 2000 e 1,2 milioni nel 2002. I dati più recenti sugli acquisti degli italiani online evidenziano la prevalenza (il 41%) dei prodotti informatici, seguiti da pubblicazioni editoriali (29%) e da CD musicali (18%). Quanto ai viaggi e alle attività legate al tempo libero la share di acquisto si ferma al 9%. In questa fase prevalgono ancora i prodotti a bassa ripetizione di acquisto e di facile consegna. La quota più consistente dell’offerta e-commerce (300 siti censiti) è rappresentata dall’editoria (15%) seguono i prodotti informatici (10,7%), gli alimentari (8,7%) gli shopping center (7,3%) e l’abbigliamento (6,3%). Da sottolineare che mentre nel settore Editoria sono presenti alcune tra le principali imprese ita-

liane, nell’Alimentare, invece, prevalgono i new player. La maggior parte delle aziende del campione (il 45,5%) ha investito per il lancio dell’attività e-commerce meno di 10 milioni, un altro quarto (il 25%) è nella fascia appena superiore (11-30 milioni): oltre il 75% delle imprese, quindi, è ancora in una fase di “studio” contrassegnata da investimenti bassi per il lancio e ancor più bassi per il 1999. Da notare, peraltro, che gli investimenti più consistenti (31-100 milioni) per il 1999 attengono al 28,7% delle imprese, probabilmente già rodate da una prima esperienza positiva maturata nelle gestioni precedenti. Metà del campione (49,6%) spende meno di 10 milioni di lire annui per la gestione del sito, la seconda fascia riferita ai medio-basso spendenti (11-30 milioni lire annui) comprende poco meno di un quarto dei siti: in sostanza, tre quarti del campione si limita a coprire i costi di connettività, di hosting/housing, di tlc e di minima gestione operativa. I siti che operano in un ottica di costi (p.e. tecnologia, marketing, risorse umane, promozione) “aziendale” sono ca. il 12%. Il 60% delle aziende e-commerce distribuisce gli acquisti ordinati direttamente dal sistema informativo aziendale, la parte restante utilizza, invece, il fax o il telefono per trasferire l’ordine allo spedizioniere. Contenuti e servizi on line: i consumi degli italiani La panoramica condotta sul consumo di contenuti on line evidenzia un quadro a luci ed ombre: * in cima alla classifica di fruizione troviamo, come in passato, il tema Informatica, anche se rispetto a qualche tempo fa il livello di interesse per questo tema è minore; * le informazioni di attualità e le news incontrano un favore trasversale e in crescita; * in generale godono di buona salute i temi dedicati alla vita privata e al tempo libero: turismo/ viaggi, informazioni utili (meteo, orario, traffico, ecc.), sport, musica, spettacoli; * appaiono in contrazione invece i consumi più estemporanei e disorganizzati che caratterizzavano il primo periodo (first wave) di Internet in Ita-

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