La Regola Feudale di Predazzo

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“Giacomo de Zaneto” (anche lui!); che uomini autorevoli erano ser Simonetto Zaneti, Simone Gabrielli, Bartolomeo Dellantonio, Mattia Dellagiacoma; che infine 50 persone di Predazzo erano obbligate a versare le decime, numero che suggerisce e conferma l’ipotesi di circa 250 - 300 abitanti nel 1522 nel villaggio. Nel luglio del 1528 una commissione si presentò in Fiemme per raccogliere ogni informazione sui beni soggetti al vescovo di Trento, in quel tempo Bernardo Clesio. Le testimonianze verbalizzate inducono a pensare spesso ad una notevole reticenza da parte dei testimoni i quali, se proprio non c’era l’evidenza degli antichi libretti, dichiaravano di saperne poco o niente, anche se anziani. Tra i beni diretti del vescovo vennero indicati prima di tutto il palazzo a Cavalese, descritto con notevole precisione, e il Feudo di Predazzo, nonché alcuni masi intorno ad esso, verso il fondovalle, i cui contratti erano di tipo individuale. Furono convocati a testimoniare i tre regolani e altri otto uomini degni di fede in rappresentanza della popolazione. Data per scontata la proprietà vescovile della “montagna di Vardabe”, fornirono notizie su altri diritti nel territorio del Forno, poi a Paneveggio, per passare quindi alle decime sulla cam-

pagna di Imana (Löse), di Boca de Val e della Bastia, nonché su particolari diritti dell’amministratore di Castello, probabilmente presso il Ponte dei Castellani a Stalìmen. Ai commissari non poteva sfuggire infine quello che allora chiamavano il “monte Viesena” e cioè il lungo versante dalla Viézzena al Mulat sulla sinistra dell’Avisio, costa ricchissima di minerali di ferro, anche se i testimoni assicurarono che non si lascia lavorare bene. Anche per le due “cave” di argento presso Boscampo, lungo il Travignolo, ci si preoccupò di mettere davanti subito una notizia negativa: in quei giorni, prima della metà di luglio, vi era morto un minatore che scavava l’argento per una farmacia o profumeria di Bolzano. Da una disposizione all’altra, quasi sempre a danno e di controllo per i Fiamazzi e i Predazzani, il secolo XVI si concluse con un importante traguardo per la vita civile e religiosa del villaggio. Nel 1590 iniziò la registrazione regolare dei nati e battezzati: in quell’anno furono 27, includendo forse anche quelli di alcuni mesi prima; poi nel 1591 i nati furono 18 e l’anno seguente 13. In ogni annotazione si scrisse anche la professione del padre, consentendo così per un certo periodo la raccolta di dati interessanti, anche se parziali, sui mestieri più diffusi. Madonna con S. Sebastiano e S. Rocco in Via Indipendenza. Pregevole dipinto murale dovuto ad un artista itinerante di scuola tedesca alla fine del Quattrocento o nei primi due decenni del Cinquecento.

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