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Dal progetto integrato alla costruzione

In viaggio a La Pecq, nei pressi di Parigi, dove Marco Nico si occupa di progettazione integrata e del rapporto tra impianti e involucro

L’ospite di questo StudioVisit è Marco Nico, progettista di origini veronesi, che ha intrapreso una delle tante strade che la laurea in architettura offre. Amante da sempre del mondo delle costruzioni, dopo gli anni trascorsi al liceo Girolamo Fracastoro questa seduzione prende forma con l’iscrizione alla Scuola di Architettura e Produzione Edilizia del Polo territoriale di Mantova del Politecnico. Le prime esperienze lavorative come collaboratore di Aspro Studio lo appassionano allo sviluppo di dettagli costruttivi, all’efficientamento energetico e alle modalità di funzionamento degli edifici, temi che diventeranno il suo pane quotidiano. Tra i progetti seguiti in quel periodo rientrano alcuni lavori veronesi, come il recupero delle facciate di palazzo Montagna-Spelta tra via Massalongo e Corso Sant’Anastasia, e l’assistenza alla direzione lavori della seggiovia di Arabba, Belluno. Sarà grazie alla successiva tappa a Milano che troverà il giusto accordo tra la spazialità dell’architettura e la tecnica dell’ingegneria. La laurea magistrale in Gestione del Costruito al Politecnico si rivela infatti fondamentale soprattutto per l’apprendimento di un approccio positivo e propositivo all’ingegneria che, insieme a una profonda conoscenza della tecnologia, divengono la chiave di volta della sua professione perché, sostiene, “fanno la differenza nel nostro mestiere”.

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Oggi Marco ricopre il ruolo di Responsable Etudes presso MECOBAT, società di costruzioni che ha sede a Le Pecq, nella regione dell’Île-de-France, alle porte della capitale. Ma le tappe per arrivare a Parigi sono state diverse.

Santo Domingo

La prima opportunità di permanenza all’estero si presenta grazie a una borsa di studio per sviluppare la tesi di laurea in Repubblica Dominicana, dove ho trascorso l’ultimo semestre accademico studiando una metodologia di analisi trasversale dei progetti, con l’obiettivo di comprendere le potenzialità di due monumenti significativi, l’Arsenale di Verona e l’Alcazar de Colon di Santo Domingo. Il confronto delle normative, delle funzioni e del contesto climatico e sociologico, la sostenibilità ambientale ed economica hanno occupato un ruolo almeno equivalente all’analisi tecnico-costruttiva dei manufatti, attraverso un numero significativo di elaborati riguardanti la simulazione energetica di vari scenari di intervento e di verifica dell’indotto delle scelte progettuali. Si consolida così il mio interesse verso i temi energetici degli edifici; la partecipazione ai corsi di «Progettazione di Edifici in Classe A» e al primo «Corso base in Life Cycle Assessment» alimenta ulteriormente tale aspetto e pone le basi, assieme all’apprendimento della lingua spagnola, per la successiva esperienza all’estero.

Alicante, Spagna

Due mesi prima della laurea magistrale ricevo conferma alla mia candidatura presso cype, società spagnola di Alicante dedicata allo sviluppo di applicativi di calcolo e modellazione integrati nel flusso di lavoro OpenBIM. Inizialmente vengo assegnato al dipartimento sviluppo applicativi, nel quale ho la possibilità di apprendere la metodologia di traslazione delle normative europee e nazionali negli applicativi di calcolo e di validare i requisiti di certificazione uni. In questo periodo mantengo sempre uno stretto contatto con l’Italia, soprattutto in qualità di relatore in vari seminari; partecipo inoltre a concorsi per lo sviluppo di strumenti informatici e piattaforme di condivisione riguardanti la simulazione energetica e la termotecnica integrate nel flusso di lavoro OpenBIM. Alicante rappresenta, oltretutto, una città dove ho vissuto molti avvenimenti di carattere personale, suscitando un magnifico ricordo della Spagna, perché, bisogna dirlo, prima di essere professionisti siamo persone.

Finalmente la Francia mecobat ha ideato la metodologia di lavoro piq (Progettazione Integrata di Qualità) per la progettazione integrata, il coordinamento e la direzione lavori. piq opera attraverso un network

La proposta ricevuta dalla Francia non poteva essere ignorata. La ricerca di stimoli e possibilità di applicazione su progetti concreti delle nozioni apprese fino al 2018 mi avvicinano a mecobat (Management des Etudes et COnception du BATiment), studio di progettazione ingegneristica integrata fondato nel 2008 da Rocco Ferreri a Le Pecq, in prossimità di Parigi, con una sede anche a Roma. Lo studio si occupa principalmente di progettazione strutturale, impiantistica ed economica delle costruzioni con supporto alla direzione lavori di opere pubbliche e private. L’assunzione come Chef de projet Génie Climatique et BIM ha cambiato in maniera significativa il mio approccio alla progettazione, accrescendo le mie competenze nella gestione degli strumenti e nei processi della costruzione.

01. Nuovo centro di prima infanzia a Noisy le Roi, Francia. Progetto architettonico: Wild Rabbits Architecture. Sezioni trasversali. Sulla destra, ritratto di Marco Nico.

02. Alcazar de Colon, Santo Domingo, Repubblica Domenicana.

03. Arsenale di Verona.

04. Centro di accoglienza per rifugiati a Conflans-sainte-Honorine. Progetto: Atelier d’Architecture Marie Schweitzer. Pianta piano tipo.

05-06. Centro di accoglienza per rifugiati a Conflans-sainteHonorine. Progetto: Atelier d’Architecture Marie Schweitzer. Relazione planimetrica tra il volume esistente e l’ampliamento ex novo a sud e render di progetto.

07-08. Parigi, Rue de Cevennes. Progetto architettonico: Architectures Raphaël Gabrion. Veduta esterna della di professionisti e imprese, per il momento principalmente in Italia e in Francia, e consiste in un metodo di elaborazione della costruzione basato su pochi principi fondamentali: sviluppo in Building Information Modeling (BIM), sostenibilità ambientale – con particolare attenzione all’efficientamento energetico degli edifici – e una proiezione concreta sulle necessità dell’utente; queste tre pratiche, sviluppate secondo il coordinamento piq , permettono a un unico referente una gestione complessiva e ottimizzata di tutti gli aspetti costruttivi, economici, normativi ed ecosostenibili. Il metodo è stato sperimentato su diversi progetti, sia in Italia che in Francia; tra questi ho partecipato, con obiettivi virtuosi, a tre interventi in particolare.

A partire dal 2020, in collaborazione con l’architetto Marie Schweitzer, abbiamo condotto un progetto di riqualificazione e ampliamento di un centro di accoglienza per rifugiati a Conflanssainte-Honorine, un comune a nord-ovest di Parigi. L’intervento ha coinvolto la ristrutturazione di 121 alloggi e la realizzazione di 40 nuove unità abitative. Il corpo ex novo, di minor grandezza, si sviluppa perpendicolarmente a quello esistente, edificato negli anni Settanta. Le attività collettive si trovano al piano terra, sviluppando un grande basamento che funge da connettore tra i due volumi. La diversa matericità in prospetto esalta il cambiamento, da pubblico a privato, degli ambienti interni.

A Rue de Cevennes, Parigi, abbiamo sviluppato un progetto abitativo in collaborazione con l’architetto Raphaël Gabrion per nove appartamenti. La caratteristica principale dell’opera risiede nell’utilizzo della pietra locale Saint-Maximin. Le facciate in pietra naturale conferiscono all’impaginato sobrietà, morbidezza e unità di linguaggio, all’interno di un quartiere residenziale molto eterogeneo e ricostruendo un’ambientazione tipica parigina. Ii fronti lapidei sono stati concepiti come elementi autoportanti sui quali i solai non gravano. grazie a connettori metallici che non trasmettono forze in facciata.

A Noisy-le-Roi il progetto per un centro di prima infanzia è stato diretto da Wild Rabbits Architecture. L’edificio si sviluppa su un unico livello, avvolto da una copertura verde e da una struttura lignea facilmente visibile dagli edifici circostanti. Mecobat ha dato il suo supporto per una progettazione integrata molto attenta alla sostenibilità dell’edificio, con un elevato livello di qualità dell’aria degli ambienti interni e un controllo suggestivo della luce zenitale.

Prospettive

È attitudine dell’azienda accrescere la multidisciplinarità del personale con la prospettiva, nel tempo, di una gestione globale della pianificazione. Ho avuto la possibilità di interfacciarmi con i vari interlocutori del progetto fin da subito, mantenendo la mia vocazione alla termotecnica. Da circa un anno ho raggiunto un nuovo successo professionale, grazie alla promozione nel ruolo di Résponsable Etudes, ovvero responsabile tecnico della progettazione con supporto attivo alla direzione lavori. Il raggiungimento di questo traguardo è stato facilitato dall’ideologia francese, che riconosce il valore professionale permettendo una grande crescita anche in tempi ridotti. Sono sempre piacevolmente sorpreso dal dinamismo del settore delle costruzioni e della capacità di trasformazione degli attori principali nelle varie fasi della progettazione; risiede nei giovani la forza motrice di questo processo e richiede, obbligatoriamente, che siano delegati ad essi anche ruoli di responsabilità.

Nel progetto architettonico il rapporto tra impianti e involucro, il loro dimensionamento e l’analisi delle modalità d’integrazione dei risultati restano uno stimolo importante; spesso mi ritrovo, anche al di fuori di uno specifico progetto, a immaginare delle soluzioni impiantistiche che sono, in prima battuta, solo uno scarabocchio e poi, sottoposte a dimensionamenti e verifiche, diventano parte integrante di un processo progettuale che coinvolge tutti: architetti, costruttori e clienti. Il mondo è piccolo; poco tempo fa, nel corso di una chiamata telefonica relativa un progetto di riabilitazione per alloggi a Vélizy, l’accento familiare del mio interlocutore ha catturato la mia attenzione; non ho resistito a chiedere e di fatto, ho avuto conferme. La storia di Lucia Speri è già stata raccontata sul numero 126 di «AV». •

PORTFOLIO: DAL MURO ALLE NUVOLE

Bolle e nuvole. Il lavoro che Sebastiano Zanetti ha realizzato in studio nel 2022 ha preso forme morbide, comode, colorate e sensuali. E pittoriche. In continuità con la sua ricerca sui rapporti tra arte e architettura, già presentata su questa rivista (cfr. Le frecce di Sebastiano, in «AV» 99, pp. 83-85), Zanetti è uno dei promotori della cultura del writing e dell’Hip Hop, dagli anni Novanta, nel territorio veronese. Conosciuto nell’ambiente graffiti come «Deban», si forma in ambito artistico a Verona, Milano e Venezia.

I suoi lavori guardano alla pittura, al writing, alla fotografia, all’architettura e al disegno grafico con una visione a tutto tondo.

Il legame artistico con la bomboletta e gli spazi è molto presente nei lavori della mostra Bubbles and Clouds: lo si osserva nell’uso del materiale pittorico, tecniche miste su tela formate da strati di tempera e vernice, nelle forme, ricomposte con le tecniche del writing, e nell’uso continuo delle superfici, lo spazio bianco delle pareti della galleria urbana d’arte Cracaus, dietro la stazione di Porta Vescovo, dove la mostra è stata allestita.

Cracaus nasce dall’idea di professionisti del writing, GoodWall Studio, nati nel periodo dei graffiti murali con Zanetti, che gestiscono la nuova galleria veronese, riutilizzando uno spazio dato loro in gestione da Ferrovie dello Stato e dedicato a mostre di arte urbana.

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