A p ar news n 3 anno 5

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A.P.AR. Associazione Parkinsoniani Aretini Sezione Valdarno ‘ Frere Elza’ - c/o“La Bartolea” Via dei Mille 2 52025 Montevarchi -Aperta il sabato dalle 9,30 alle 11,30 Resp. Andrea Guido Checcacci - Tel.3393771813 - Codice IBAN c/c postale: IT04W0760114100000079124087 Email: apar.valdarno@libero.it - Visitate il sito:

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CONOSCEREXAIUTARE

COMUNICATO N. 3 anno 5 Presentazione

A.P.AR. news

giugno 2014

di Angiolino Guerrini

Le persone attendono la primavera con piacere e pensano alla bella stagione in arrivo e trepidano di attese per trascorrere le vacanze estive. I parkinsoniani talvolta sono poco propensi a proiettarsi in una condizione di vita rilassata e serena nel condividere gli eventi che si presentano, di qualsiasi genere. A volte sono impreparati a gestire i vari stadi nella progressione della malattia. Occorre fugare subito i pensieri negativi e dare forma ai pensieri positivi, accettarsi, volersi bene, sempre più frequenti si leggono suggerimenti per ridurre ansia e stress, per migliorare l’eloquio, come rendere meno difficoltosa la limitazione nei movimenti. Sempre occorre affrontare il futuro con propensione dell’animo sereno, perché ogni nuovo giorno va vissuto come fosse una rinascita. L’A.P.AR. nelle iniziative che propone cerca di tener conto delle esigenze dei pazienti e familiari. Ha un senso la partecipazione alla giornata del volontariato e della solidarietà, svoltasi il 10 maggio a Montevarchi. Come un filo rosso si unisce all’AFA DAY del 7 giugno e la successiva FESTA ESTATE del 28 giugno (di entrambi gli eventi, il programma dettagliato è all’interno). Perché questa insistenza nel promuovere e organizzare tali momenti d’incontro? La socializzazione è parte fondamentale nella ‘cura’ della Patologia, aiuta a superare più facilmente i momenti bui della giornata. La ricerca di momenti di serenità in buona compagnia con amici, familiari, professionisti o con altre persone nello spirito d’aiuto, favorisce buon umore e rilassamento. Una migliore qualità della vita contribuisce a ritardare e rendere meno dolorose la riduzione delle fasi funzionali.

Solidarietà

di Renata Favaro

Comprensione, generosità, disponibilità, tolleranza significano: fatica, sacrificio, pazienza, abnegazione, fastidi. Sono tante immagini sfaccettate che riflettono la stessa luce. Tante parole diverse custodite nelle pagine di un quaderno, ma tutte raccontano la stessa storia. Ma una sola parola le riassume e le unisce, la parola: AMARE perché amare può essere faticoso, ma chi ama, non ha paura di amare i sacrifici, la fatica, i fastidi, la pazienza che l’amore ci chiede.”. Se non ci fosse qualcuno che ama, il sole si spegnerebbe” Victor Hugo lo scrive in uno dei suoi capolavori “I Miserabili” “Ma l’amore quando è grande e profondo, vive di luce propria e più del sole sprigiona calore e più del sole scalda i nostri cuori.

Santa Maria in campo arsiccio–affreschi della scuola di Giotto di Gina Lischi Quando si va a Santa Maria? Dice sempre che presto andremo ad ammirare questo gioiello sperduto nella campagna valdarnese confinante con campo cavo, la via Cassia da dove un tempo passavano tutti per andare a Roma: pellegrini, soldati, carovane con vecchi e fanciulli per raggiungere i vari luoghi. Andremo appena ci daranno il permesso di entrare a visitare tanta bellezza, per quanto, a questo punto, c’è rimasto poco da vedere con quel pasticcio che hanno fatto sopra alle figure! Già, una volta era aperta a tutti questa chiesa e anche il mese di Maggio veniva celebrato nella chiesa di Santa Maria in campo arsiccio. Perché campo arsiccio? Perché una volta era circondato da un campo di erba secca, arida, da una terra abbandonata. Ora se vai a Santa Maria trovi chiuso perché hanno ripreso il tutto le Belle Arti di Firenze dove si trova la vera immagine della Madonna staccata con l’intonaco su cui era stata affrescata e messa al


sicuro. Qui c’è solo una fotografia che si scopre al momento opportuno. Ora l’otto settembre, festa religiosa, ci dovrebbero dare il permesso per aprire la chiesetta e farla visitare agli innamorati dell’arte. Intanto fatevelo raccontare dai vostri nonni come era Santa Maria, quante feste si celebravano: battesimi, cresime, prime comunione e matrimoni. Ora non si aspetta che riaprire al sole, alle persone e alla natura tutta questa gemma. Allora andremo? Certo tutto ci aspetta per trascorrere una bella giornata. Padre Bacci ha raccolto notizie sulla storia di Santa Maria io le riporto tali e quali, dato che sono chiare e comprensibili a tutti. In aperta campagna a un chilometro circa dal villaggio di Campogialli, lungo la via maestra s’incontra una casa all’apparenza colonica costruita in mattoni cotti grandi e massicci. Fuori dell’ordinario, frammisti di pietre irregolari, con cornice di pietra dividente il piano inferiore dal piano superiore. Al livello delle finestre quasi quadrate incorniciate da stipiti di pietra radenti la superficie che nell’insieme sembra di trovarsi davanti a un avanzo di una vecchia torre castellana o a una di quelle case torri frequenti in epoca medioevale che servivano da abitazione e da baluardi di difesa; o a una grangia monastica dalle celle allineate lungo il corridoio con le finestre lineari incorniciate da stipiti di pietra poco aggettanti. A fianco, e quasi unita, sorgeva la devota cappella dedicata a Santa Maria, come afferma la tradizione della quale non è facile dire una parola decisiva sulla sua origine. La cappella, assai grande, ben arieggiata, proporzionata nelle sue parti è tutta in tutte e quattro le sue pareti, sfarzosamente affrescata da cima a fondo. Il colorito il disegno, la concezione, il soggetto, il movimento, portano subito il pensiero ai grandi maestri del ‘300 a quella sequela trascinata dal fascino di Giotto di Bondone e tanti altri compresi nell’orbita dell’immortale maestro fiorentino. Ai primitivi affreschi, in molte parti si notano sovrapposti dagli strati d’intonaco, parimenti dipinti con svariate figure come lo indicano chiaramente alcune testine, gambe, piedi, mani, ali che fanno capolino mutilati dalle sovrapposizioni spezzate o scalcinate o grattate e malamente deteriorate, e ciò dimostra che vi hanno lavorato artisti di differenti epoche. Di prospetto colpisce l’occhio, il dramma del Giudizio Universale dove il giudice è immaginato dentro un nembo radioso, tagliato a mandorla, mentre sotto sgusciano gruppi di angeli che, capitanati dall’Arcangelo San Michele, respingono i condannati accalappiati dai demoni che li trascinano nelle varie bolge infernali, e dall’altra parte altri angeli tendono le braccia ai favoriti per condurli alle sfere celesti. La scena degli eletti è spezzata dalla sovrapposizione del quadro in cui è ritratto il mistero dell’Annunciazione. Al di sotto si legge una scritta affatto decifrabile e soltanto in ultimo si vede l’anno in cui fu eseguito l’affresco MCCCLXIIII. L’autore va ricercato fra i discepoli migliori della scuola di Giotto. A destra si ammirano vari episodi della vita del Divino Maestro. Sul muro in fondo dov’è l’entrata e dove doveva trovarsi l’altare, poco o nulla, è riconoscibile. Sulla parete di sinistra non si possono ammirare che quadri e scene incomplete. In alto, quasi nel centro, si ammira in uno sfondo azzurro l’atteggiamento drammatico della Maddalena con le braccia sollevate verso il cielo. Bellissima quantunque un po’ scolorita è la figura matronale di quella Santa in piedi che sembrerebbe una Santa monaca che stringe con la destra un mazzetto di fiorellini bianchi. Da questa parte, verso la porta di fondo è singolarmente bella, fine e incantevole la Madonnina col bambino fra le braccia staccata dal muro col proprio intonaco, che nella sua dolcezza, nello sguardo, nella posa, nel colorito, nell’aureola d’oro richiamerebbe a mente le graziose e devote madonnine di Gentile da Fabriano. Il restauro intelligente e delicato è stato fatto, negli anni passati, per volere del proprietario dott. Marino Debolini, il quale ne ha simultaneamente sopportate tutte le ingenti spese; e la sovrintendenza dei monumenti di Firenze ha inviato il suo fiduciario nella persona dell’architetto Morozzi con gli operai istruiti all’uopo. Così è stato rimesso in luce un gioiello di arte e di fede che altrimenti sarebbe rimasto sepolto nella tomba dell’oblio. Oggi la cappella è tornata sotto la protezione delle belle arti e


tutto fa sperare in una bella ripresa.

L’opinione di Ignazio Fadda. LA PSICOLOGIA: UNA MIA PERSONALE RIFLESIONE SULLE QUALITA’ DELLO PSICOLOGO NELLA SUA PROFESSIONE - Simaxis, 3 aprile 2014 La mia esperienza vissuta attraverso anni di contatti con il pubblico di vari ceti sociali in diverse regioni d’Italia, mi hanno fatto capire che le linee guida dello Psicologo sono molteplici, perché si troverà sempre a dover affrontare situazioni diverse. Oggi posso dire che vivo una condizione di vita che mi riporta a quei tempi in cui cercavo di comunicare agli altri, che la vita bisogna viverla sempre in senso positivo, anche quando ci si trovava a dover affrontare situazioni dolorose e di degrado familiare o dissapori tra la società in cui si esercitava il proprio lavoro. Ecco perché oggi è utile rivolgersi allo Psicologo quando si avvertono situazioni di disagio, per non cadere nella depressione. Nella figura dello Psicologo si trova sempre la consapevolezza che egli potrà dare tutti quei consigli utili, per recuperare quei valori persi, anche non voluti, e ricominciare a vivere. Certamente, bisogna trovare uno Psicologo di fiducia che ti possa seguire in modo semplice ed esponendo la tua situazione deve essere in grado di risolvere da subito il tuo caso. Cercherò di esporre qui le qualità che dovrebbe avere uno Psicologo, secondo il mio punto di vista: 1°deve essere abile nel farsi comprendere dagli altri e deve capire ciò che gli altri comunicano; 2° deve avere capacità immediata per capire l’individuo per aiutarlo da subito; 3° deve avere quelle capacità dialettiche di spiegare in maniera chiara e semplice quello che intende fare; 4° deve avere capacità di sviluppare e condividere un buon progetto terapeutico dopo la prima fase di valutazione individuale; 5° deve mettere attenzione ai progressi della terapia e verificare i cambiamenti e i miglioramenti nel paziente; 6° deve avere flessibilità nell’adattare il trattamento alle particolari caratteristiche del paziente e non usare uno schema rigido per tutti; 7° deve avere la capacità di infondere fiducia e ottimismo e speranza per il buon andamento della terapia; 8° deve avere rispetto della cultura del paziente e ottima conoscenza dello stesso, perché molte volte gli argomenti trattati possono determinare fattori negativi e possibili reazioni emotive. Comunque se ci si accorge che lo Psicologo scelto non possiede parte di queste qualità non pensare che non sia bravo ma potrebbe essere che la terapia che si sta facendo debba essere rivista, cosciente comunque che sia stata fatta come prescritta. Io pur non essendo stato dallo Psicologo ho fiducia in loro, perché con Lui non ci deve essere non un distacco, ma una collaborazione reciproca e un dialogo aperto, proponendo i se e i ma. Come riferito in altra occasione se l’avessi fatto ad andare dallo Psicologo quando sono caduto in depressione, certamente, mi avrebbe fatto bene. Al fine di avere benefici dalle sedute con uno Psicologo è bene essere disposti psicologicamente e preparati mentalmente a recepire tutti i suoi suggerimenti e metterli in pratica da subito. Sono convinto che le sedute con lo Psicologo nelle patologie neuro degenerative, dove è costante che si debba parlare di effetti collaterali dovuti alla malattia, le sedute debbano essere fatte in gruppo allargato anche ai familiari, con la presenza dei Medici che seguono i pazienti. Inoltre qui entra di diritto la Medicina Narrativa, dove il paziente stesso rappresenta tutti i fattori negativi e positivi della sua patologia e della vita che ha condotto fino ad oggi. I Medici dall’ascolto del paziente e dei suoi familiari ne trarranno sicuramente beneficio per prescrivere a sua volta una terapia farmacologica adatta alla sua patologia. Questa in sintesi è la mia convinzione che messa in pratica si ottengono ottimi risultati. Credo di essere stato sufficientemente esauriente nella mia descrizione e se non lo fossi stato, gradirei avere una risposta.

Da Parkinson Italia ONLUS N.10/2014 messaggio online del 27 maggio 2014 Le terapie complementari: fisioterapia, canto, danza, teatro, etc. possono dare beneficio ai pazienti affetti da Parkinson, alleviando i sintomi motori e non della malattia. Ecco i vantaggi: Ridurre ansia e stress, un miglior rilassamento psichico contribuisce ad attenuarne i sintomi. Incrementare la socializzazione: la ginnastica di gruppo aiuta il malato a non isolarsi, a stare di buon umore e a superare lo stigma della malattia. Migliorare il funzionamento del sistema articolare e muscolare: con una regolare e mirata attività motoria. Sviluppare la tecnica di linguaggio: potenziare il volume della voce, migliorare la pronuncia e favorire la deglutizione. Incrementare la qualità della vita: accostare attività fisiche ad approcci farmacologici adeguati permette di ritardare o ridurre il declino funzionale del malato. Le


terapie complementari integrano, ma non sostituiscono la terapia convenzionale. Interrompere o cambiare l’assunzione di farmaci può essere pericoloso se non prescritto dal neurologo.

LA VOCE DEI SOCI 27 gennaio 1996 dal Diario

di Marco Matteini di Giovanna Mantovani

Sono tornata dal Dottor Alvisi, mi ha parlato e ho parlato a lungo, mi sembra di essere più convinta stasera, devo scrollarmi di dosso questo accumulo di ansia e di stanchezza. Mi ha detto di riposare almeno due o tre ore nella giornata, se non voglio peggiorare la situazione, io invece vorrei lavorare anche dopo cena. Cercherò di fare il possibile, finire con l’ammalarmi di più mi fa paura, vedere la gente che fissa il vuoto, senza senso. Io ho ancora dentro tanta speranza alle cose che mi danno gioia, la natura in primavera, i fiori, le piante, la casa e proverò anche a vestirmi un po’ meglio, se potrò, può aiutare. Il Signore dia pace al mio cuore, che nella fede possa ritrovare la gioia di vivere e di sorridere.

Il commento

del Dott. Mario Alvisi

Carissima Giovanna, ho letto con molto piacere ed anche un po’ di emozione la tua nota riguardo alla visita psichiatrica a cui ti eri sottoposta, presso di me, circa venti anni fa. Scrivevi delle prescrizioni terapeutiche che ti avevo dato e mi sembra che quando dici: “mi ha parlato e ho parlato a lungo” sottolinei che la tua malattia, come tutte le “malattie di nervi” hanno bisogno profondo dell’incontro tramite la parola. Questo, ritengo sia un primo, fondamentale passo nella terapia. Dichiari addirittura il tuo disaccordo riguardo all’utilità di riposare due o tre ore nella giornata e sottolinei il rischio riguardo all’ammalarti di più. A mio parere è molto significativo ed importante che tu sia riuscita a portare queste tue parole dal passato e ad esprimerle nel contesto terapeutico nuovo del Gruppo ove casualmente ci siamo reincontrati con altri malati della Malattia di Parkinson che come te svolgono un programma di lavoro psicoterapico. Due aspetti positivi: sei riuscita a reintegrare il passato nel presente (Binswanger, grande Psichiatra della prima metà dell’900, diceva che la Depressione porta al collasso del passato ed al crollo del futuro nel presente); l’altro aspetto positivo è che riesci a parlare delle tue due malattie con altri pazienti che senti non essere più “gente che fissa il vuoto senza senso”. Il sintomo più difficile della cura della Depressione, con cui mi sembra però che ti stai confrontando positivamente, è la mancanza di speranza, di gioia e del sorriso. Perché si realizzi il recupero di questi elementi della vita bisogna però che sempre più si consideri che il nostro “essere non è un attributo ma una disposizione” e che “pensare a se stessi” non è un egoismo ma un nutrimento dell’essere. La lunghezza di questo dialogo a due penso che sicuramente sia compatibile con la disposizione dell’essere degli altri componenti del Gruppo Psicoterapeutico ma a questo punto mi sembra utile riprendere il concetto sopra espresso di Terapia di Gruppo. Il Gruppo Terapeutico di cui si sta parlando è un gruppo già fondato da alcuni anni dalla Dr.ssa Chiara Fratini all’interno dell” A.P. AR (Associazione Parkinsoniani Aretini) che si integrava assieme ad altre attività fisiche (danza, fisioterapia, canto) per favorire un recupero di abilità in coloro che erano portatori della Malattia di Parkinson. La mia collaborazione è iniziata nello scorso autunno ed ho subito naturalmente notato, discutendone con la Dr.ssa Fratini, la forte dipendenza dei pazienti dal contesto e dalle relazioni famigliari. Storicamente purtroppo la Medicina e la Psichiatria, oltre a far subentrare l’idea di malattia a quello di malato, riaffermano un paradigma di separazione dell’Uomo dalle categorie della Temporalità e Socialità e l’uomo malato appare come contenitore prima di colpe e poi anche di agenti nocivi. Il concetto di malato si va ora estendendo ad una immagine globale quale quella rappresentata dal termine <<persona>> senza trascurare il fatto che anche il malato, come ogni persona, cresce con la sua malattia, va aiutato in questo ed addirittura cresce tramite la malattia stessa. La conduzione del Gruppo deve variare da un massimo di attenzione psicodinamica al corpo ad un massimo di attenzione al contesto relazionale. Il lavoro del conduttore del Gruppo ha a che fare con una situazione analoga a quella della figura di Rubin (provate a disegnare un calice e pian piano riuscirete a vedere il calice e due facce che lo contornano) che distingue ed integra le dinamiche organiche, cioè la coppa da quelle del contesto cioè le due facce. A questo punto, con la Dr.ssa Fratini ci siamo limitati a riflettere sui due contesti, in cui ci troviamo coinvolti:


quello familiare per i pazienti e quello dei vari operatori per noi operatori tra gli altri (fisici e psichici). Allegato a A.P.AR. news n. 3 anno 5° - SPECIALE EVENTI - MESE DI GIUGNO 2014 SABATO 28 GIUGNO – FESTA ESTATE 2014 PROGRAMMA FESTA ESTATE de 28/06/2014 INVITO Presso il Ristorante il Bello, il Buono e il Cattivo in Via Fausto Coppi, 1 a San Giustino Valdarno (AR) - Tel: 0559772700, 0559772290, 335441622 - Come raggiungerlo: di fatto, è sulla Strada Setteponti (che unisce Arezzo – Castiglion Fibocchi - San Giustino Valdarno – Loro Ciuffenna - …). Per chi proviene dal Valdarno attraversare San Giustino V. e dalla rotonda del bivio per "Il Borro”, proseguire per Arezzo per circa 600 metri, è a sinistra nelle vicinanze del Prosciuttificio Pratomagno. Per chi proviene Da Arezzo il ristorante è sulla destra ed è a circa 600 metri, prima di entrare in paese, all’altezza circa del cartello che segnala la località di S. Giustino V. Facilissimo da trovare essendo a pochi metri dalla strada.

PROGRAMMA Ore 11 – Apertura della festa - Arrivo dei partecipantiTORNEO DI BRISCOLA A COPPIE - iscrizioni entro le ore 11 e inizio della gara. Ore 12,30 – PRANZO Ore 14,30 - Interventi: Saluto delle Autorità; Presentazione ed esibizione del CORO dell’A.P.AR. – Sezione Valdarno; Dalle ore 15,30: Assegnazioni premi, con Animazione e MUSICA. MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE: Quota riservata, ai soci e loro familiari e/o loro accompagnatori, per il Pranzo Euro 24, ragazzi 15. Si raccomanda la prenotazione e la scelta del menù come specificato. Iscrizioni entro il giorno 23 giugno telefonando/scrivendo alle email a: - Andrea Checacci tel. 3393771813 email: andreaguidocheccacci@libero.it - Vincenzo Balzini tel. 3339490680 email: vincenzobalzini@libero.it - Angiolino Guerrini tel. 3357040520 email: angigue@tin.it oppure scrivendo all’A.P.AR. email: apar.valdarno@libero.it - Arezzo, Flora Carlini tel. 3395639094 email: ass.apar@libero.it

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FESTA ESTATE 28 GIUGNO 2014- SCELTA MENU’- euro 24, ragazzi €.15 CARNE

PESCE

Antipasto toscano con affettati, crostini e formaggio

Antipasto misto con insalata di mare, cocktail di gamberetti, seppioline alla viareggina e gratinatura di mare

Garganelli alla cinta senese

Garganelli allo scoglio


Filetto di maiale lardellato in crosta

Filetto di branzino all’isolana

con patate insalata e verdure alla griglia

con patate insalata e verdure alla griglia

Dolce della casa

Dolce della casa

Acqua, Vino chianti locale, Caffè

Acqua, Vino bianco locale, Caffè

AFA DAY- 7 giugno 2014 OSPEDALE S. MARIA ALLA GRUCCIA Presentazione della manifestazione di Ida Mariani Coordinamento operativo AFA-USL8 Zona Distretto Valdarno - tel. 0559106354 Quest'anno abbiamo gemellato l'AFA DAY con la sana alimentazione, per sottolineare l'importanza degli stili di vita corretti nel mantenimento di un buono stato di salute. Come sempre, chi non può fare la passeggiata, può venire direttamente allo spazio benessere davanti all'Ospedale. Avremo anche la banda!! Sono gradite esibizioni degli atleti AFA. Grazie alla UISP di Arezzo, anche quest'anno non mancheranno le magliette. Vi aspettiamo numerosiiii!!! A presto. 2 RITROVI per la partenza alle ore 17 della camminata: Montevarchi, da Ipercoop; San Giovanni Valdarno, da Marino fa mercato. Ritrovo per tutti nelle adiacenze dell’Ospedale della Gruccia.



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